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Renata Prescia – Liborio Panzeca e Teotista Panzeca Antonella Mamì – Piera Di Franco IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA AGGIORNATO ALLE NORMATIVE VIGENTI ORIENTAMENTI CULTURALI DI RESTAURO, STRUTTURALI E TECNOLOGICI NEGLI INTERVENTI RIGUARDANTI LE COSTRUZIONI MURARIE: STRUTTURE DI FONDAZIONE STRUTTURE IN ELE- VAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURE ELEMENTI SPINGENTI ELEMENTI AGGETTANTI

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Renata Prescia – Liborio Panzeca e Teotista Panzeca Antonella Mamì – Piera Di Franco

R. PRESCIA – L. PANZECA E T. PANZECA

A. MAM

Ì – P. DI FRANCO IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA

IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE

E SICUREZZAAGGIORNATO ALLE NORMATIVE VIGENTI

ORIENTAMENTI CULTURALI DI RESTAURO, STRUTTURALI E TECNOLOGICI NEGLI INTERVENTI RIGUARDANTI LE COSTRUZIONI MURARIE: STRUTTURE DI FONDAZIONE STRUTTURE IN ELE-VAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURE ELEMENTI SPINGENTI ELEMENTI AGGETTANTI

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Renata Prescia, Liborio Panzeca e Teotista Panzeca, Antonella Mamì – Piera Di FrancoIL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA

ISBN 13 978-88-8207-849-2EAN 9 788882 078492

Manuali, 193 (eBook)Prima edizione, aprile 2016

© GRAFILL S.r.l.Via Principe di Palagonia, 87/91 – 90145 PalermoTelefono 091/6823069 – Fax 091/6823313 Internet http://www.grafill.it – E-Mail [email protected]

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SOMMARIO

CONTRIBUTI .............................................................................................................. p. 1

PROFILI DEGLI AUTORI ........................................................................................ ˝ 2

ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE ................................................... ˝ 3

Renata PRescia

INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO ALLA LUCE DELLE VIGENTI NORMATIVE ............................................... ˝ 15

LiboRio Panzeca e teotista Panzeca

1. STRUTTURE DI SOSTEGNO: FONDAZIONI ............................................... ˝ 181.1. Cedimento della base fondale ...................................................................... ˝ 181.2. Allargamento della base fondale .................................................................. ˝ 19

1.2.1. Caso di accessibilità sui due lati ................................................... ˝ 191.2.2. Caso di accessibilità su un solo lato .............................................. ˝ 19

1.3. Interventi di sottomurazione ....................................................................... ˝ 211.4. Intervento con pali di piccole dimensioni (pali radice) ............................... ˝ 231.5. Interventiconpalificate ............................................................................... ˝ 26

2. STRUTTURE VERTICALI: MURATURE ....................................................... ˝ 292.1. Meccanismi di rottura .................................................................................. ˝ 312.2. Meccanismi di rottura in presenza di forze agenti fuori piano .................... ˝ 31

2.2.1. Interventi per la messa in sicurezza, in presenza di forze agenti fuori piano .......................................... ˝ 32

2.3. Meccanismi di rottura in presenza di azioni agenti in piano o per cedimenti fondali ................................................................................ ˝ 392.3.1. Forme di danneggiamento dovute al sisma ................................... ˝ 402.3.2. Forme di danneggiamento dovute a cedimenti differenziati

dellafondazioneoamodificheantropiche ................................... ˝ 402.3.3. Forme di danneggiamento

in muratura diffusamente fratturata ............................................... ˝ 412.3.4. Riconnessione di lesioni dovute al sisma ...................................... ˝ 41

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2.3.5. Riconnessione di lesioni dovute a cedimenti differenziati dellafondazioneoamodificheantropiche ................................... p. 42

2.3.6. Consolidamento di muratura diffusamente fratturata ................... ˝ 442.4. Interventi dettati in normativa, ma sconsigliati ........................................... ˝ 45

3. ORIZZONTAMENTI: SOLAI E CONTROSOFFITTI ................................... ˝ 463.1. Solai ............................................................................................................. ˝ 46

3.1.1. Rinforzo delle travi di legno esistenti ........................................... ˝ 463.1.2. Sostituzione di un solaio di legno secondo Normativa ................ ˝ 49

3.2. Interventi dettati in normativa, ma sconsigliati ........................................... ˝ 523.3. Controsoffitti ................................................................................................ ˝ 54

3.3.1. Ricostruzionedicontrosoffittipianinonspingenti ....................... ˝ 54

4. COPERTURE ........................................................................................................ ˝ 564.1. Capriate ........................................................................................................ ˝ 56

4.1.1. Meccanismo di rottura delle capriate ............................................ ˝ 584.1.2. Intervento per la messa in sicurezza

di una capriata per eccesso di carico ............................................. ˝ 604.1.3. Sostituzione di una copertura con capriate ................................... ˝ 624.1.4. Sostituzione di solai in latero-cemento con capriate ..................... ˝ 634.1.5. Sostituzione di copertura con capriate semplici ............................ ˝ 664.1.6. Ricostruzione di copertura con capriate semplici ......................... ˝ 674.1.7. Modificadiunadiunacapriatasemplice

in capriata Polenceau .................................................................... ˝ 694.1.8. Sostituzione di copertura con sistema a padiglione ...................... ˝ 71

5. ELEMENTI SPINGENTI: ARCHI E VOLTE ................................................... ˝ 735.1. Archi ............................................................................................................ ˝ 73

5.1.1. Meccanismo di rottura dell’arco ................................................... ˝ 735.1.2. Interventiperlamessainsicurezzadegliarchi ............................ ˝ 76

5.2. Volte ............................................................................................................ ˝ 785.2.1. Meccanismodirotturadellevoltefinte ......................................... ˝ 785.2.2. Interventi per il miglioramento

dellasicurezzadellevoltefinte ..................................................... ˝ 805.2.3. Meccanismo di rottura della volta reale e realina ......................... ˝ 805.2.4. Interventi per la messa in sicurezza

delle volte reali o realine ............................................................... ˝ 86

6. ELEMENTI AGGETTANTI: BALCONI, PARASTE, CORNICIONI E SCALE ................................................................. ˝ 916.1. Balcone ........................................................................................................ ˝ 91

6.1.1. Meccanismo di rottura del balcone a mensola .............................. ˝ 916.1.2. Interventi per la messa in sicurezza

del balcone con mensola in pietra ................................................. ˝ 92

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SOMMARIO V

6.1.3. Meccanismo di rottura della lastra ................................................ p. 956.1.4. Interventi per la messa in sicurezza

del balcone con mensole in ferro .................................................. ˝ 966.2. Paraste .......................................................................................................... ˝ 97

6.2.1. Meccanismo di rottura delle paraste ............................................. ˝ 976.2.2. Interventi per la messa in sicurezza delle paraste ......................... ˝ 98

6.3. Cornicioni .................................................................................................... ˝ 1006.3.1. Meccanismo di rottura dei cornicioni ........................................... ˝ 1006.3.2. Interventi per la messa in sicurezza dei cornicioni ....................... ˝ 100

6.4. Scale a mensola ............................................................................................ ˝ 1016.4.1. Meccanismo di rottura delle scale a mensola ................................ ˝ 1016.4.2. Interventi per la messa in sicurezza delle scale a mensola ........... ˝ 103

CULTURA TECNOLOGICA E PROGETTO SOSTENIBILE PER L’ARCHITETTURA STORICA ................................................................ ˝ 105

antoneLLa MaMì

L’USO DEI PRESIDI ANTISISMICI NELLA TRADIZIONE COSTRUTTIVA STORICA IN SICILIA .................. ˝ 115

PieRa Di FRanco

Catenemetalliche .................................................................................................... ˝ 115 Radiciamenti metallici ............................................................................................ ˝ 118 Travi di legno .......................................................................................................... ˝ 122

SINOSSI DELLA NORMATIVA ......................................................................... ˝ 123

BIBLIOGRAFIA ................................................................................................... ˝ 125

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CONTRIBUTI

Le dissertazioni inserite nel testo hanno ricevuto un parziale finanziamento FFR2012dell’Università di Palermo riguardante il tema: Pratiche metodologiche e Strumenti innovativi per la salvaguardia dell’architettura storica – Consolidamento, restauro, architettura storica.

Gruppo di ricerca: – Prof. Teotista Panzeca (coordinatore); – Prof.ssa Antonella Mamì; – Prof.ssa Renata Prescia.

Molti argomenti della dissertazione “Interventi di consolidamento alla luce delle vigenti normative” rappresentano una rielaborazione della tesi di laurea redatta da Liborio Panzeca: Il restauro tra conservazione e sicurezza – Interventi di consolidamento dell’architettura storica. Rel.Prof.ssaRenataPrescia,Corr.Arch.LiborioZito,phd,ScuolaPolitecnica,CorsodilaureainArchitettura4/S,a.a.2013-2014.

Alcunidegliesempiriportatineltestoatitoloesemplificativo,aventicomescopoquellodimostrare la strategia da impiegare negli interventi di restauro strutturale e tecnologico, sono statioggettodiverificaconilprogrammaKarnak.sGbem,basatosulmetodosimmetricodeglielementi di contorno ed implementato da un gruppo di ricercatori di Palermo, di Enna e da alcuni professionisti.

IlgruppoècostituitodaT.Panzeca,F.Cucco,S.TerravecchiaconcontributidiM.Salernoe L. Zito.

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PROFILI DEGLI AUTORI

Renata Prescia (Palermo1960), architetto, dottore di ricerca inConservazione dei beni architettonici,professore associato in RestauroArchitettonico, afferente al Dipartimento diArchitettura della ScuolaPolitecnica dell’Università degli Studi di Palermo. I suoi interessi di ricerca sono prevalentemente orientati suitemideirapportitrapreesistenzemonumentalienuoviinnesti,conspecificaattenzioneallecomponentistorico-materiche.Tralepubblicazionipiùrecenti:Restauri a Palermo(2012),Umanesimo e città storiche (2013),Il restauro del moderno. Problemi di tutela, problemi di progetto(2013).

Teotista Panzeca(Caccamo1944),ingegnere,professoreordinariodiScienzadelleCostruzioni,afferen-te alDipartimentodi Ingegneria civile, ambientale, aerospaziale, deimateriali dellaScuolaPolitecnicadell’UniversitàdegliStudidiPalermo,oggiinquiescenza.Lasuaultimaattivitàdiricercahariguardatogli aspetti teorici ed applicativi dell’innovativo Metodo simmetrico degli elementi di contorno, alternativo almetododeglielementifiniti,redigendoilprogrammadicalcoloKarnak.sGbem assieme al prof. Filippo Cuccoedall’arch.SilvioTerravecchia,phd,econicontributidiMariaSalerno,phd,eLiborioZito,phd.Questoprogrammahailpregiodieffettuare,nelcontinuobidimensionaleanalisiinelasticità,inplasticità,neiproblemidicontattoedifrattura,deiqualitemihapubblicatolavoriscientificinellerivistedisettore.

Antonella Mamì (Palermo1965)èarchitettodal1989eprofessoreassociatodiTecnologiadell’Archi-tetturapressoilDipartimentodiArchitettura,UniversitàdegliStudidiPalermo.Nell’ambitodellaricercauniversitariaha condotto ricerche epubblicato contributi sui seguenti temi:Conoscenzadegli elementicostruttivi e dei materiali per l’edilizia storica e contemporanea; deterioramento dei materiali e degli ele-mentitecnici,conparticolareattenzioneallaprevenzione;Principidisostenibilitànell’architetturapre-mo-derna;Vulnerabilitàsismicaeriabilitazionedielementinonstrutturalidegliedifici,Tecnologiedelgessonegliedificitradizionalisiciliani,anchealfinediindividuarecriteriperunariproposizionenelrecuperoedilizioenellenuovecostruzioni.Recentementeèstatacoinvoltainricerchesullarigenerazioneurbanasostenibile.ÈmembrodelcomitatoscientificodellarivistaEdiliziaSpecializzatadelredattoreBe-Ma.

Liborio Panzeca(Palermo1980),dottoreinArchitetturapressolaScuolaPolitecnicadell’UniversitàdegliStudi di Palermo con la tesi: Il restauro tra conservazione e sicurezza – Interventi di consolidamento dell’ar-chitettura storica, relatoreProf.ssaRenataPrescia, correlatoreLiborioZito.Svolge ricerche suimetodicostruttivi locali e sulle soluzioni strutturali impiegate nella tradizione, proponendo metodi innovativi per larisoluzionediproblematichestrutturaliconparticolareattenzioneaitemidellasostenibilità,durata,effi-cacia,economiaeminimainvasività.ConoscitoredelprogrammaKarnak.sGbemedespertointecnichedirappresentazionedigitaleconprogrammicomeVectorWorks,Rhinoceros,Archicad,AutoCad,PowerCadd.

Piera Di Franco(Licata1987),architetto,specialistainBeniArchitettoniciedelPaesaggioperilRestaurodei Monumenti (Università La Sapienza di Roma). Attualmente Cultore della materia per il corso di Laboratorio di Restauro dei Monumenti e Teoria e Storia del Restauro tenuto dalla Prof.ssa Renata Prescia (UniversitàdiPalermo).HapubblicatoilsaggiomonograficodaltitoloUn secolo di restauri nella catte-drale di Agrigento (1860-1960)(2016).

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE

Renata PRescia

Losviluppodelleteorieitalianedelrestauro,daquelloFilologicodifineOttocento(Boito),aquelloScientificodeglianni‘30delNovecento(Giovannoni),aquelloCritico del dopoguerra (BonelliePane;Brandi)è,allostatoattuale,approdatoaposizioniconservativechepossiamosintetizzarenellaseguentedefinizione:

«Il restauro è l’esecuzione di un progetto di architettura che si applica ad una preesi-stenza, compie su di essa tutte le operazioni tecniche idonee a conservarne la consistenza materiale, a ridurre i fattori intrinseci ed estrinseci di degrado, per consegnarla alla fruizione come strumento di soddisfazione dei bisogni, con le alterazioni strettamente indispensabili, utilizzando studio preventivo e progetto come strumenti d’incremento alla conoscenza»1.

È,comunque,ProgettodiarchitetturachedeverispettareitrecriterifondamentalidelMini-moIntervento,Reversibilità,Compatibilità(chimico-fisica),cosìcomeegregiamenteriassuntodopoilvastodibattitodeglianni’80e’902.

Ilrestaurosiriconfermacomunquecomel’ultimatappa,acuiarrivareeccezionalmente,inun processo di fasi normato nella vigente legge di tutela.

DECRETO LEGISLATIVO 22 GENNAIO 2004, N. 42

CODICE DEI BENI CULTURALIRecepito dalla Regione Siciliana con Circolare n. 7 del 9 marzo 2006 da parte dell’Assesso-rato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali.

Sezione II – Misure di conservazione

Articolo 29 – Conservazione1. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coor-

dinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro. 2. Per prevenzione si intende il complesso delle attività idonee a limitare le situazioni di

rischio connesse al bene culturale nel suo contesto.

1 A. Bellini, Definizione di restauro,inB.P.Torsello(acuradi),Checos’èilrestauro?Novestudiosiaconfronto,Venezia,2005,pp.21-24.

2 G. Carbonara, Teoria e metodi del restauro,inId.,Restauroarchitettonico,vol.I,Torino,1996,pp.3-112.

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3. Per manutenzione si intende il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti.

4. Per restauro si intende l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di ope-razioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente, il restauro comprende l’inter-vento di miglioramento strutturale.

Neiconfrontidegliinterventidiconsolidamento,laculturadelrestaurodelNovecento,piùsopraindicata,sièespressa,attraversoisuoiDocumenticulturali,lecosiddetteCartedelrestau-ro,inmanieraambigua,difattoincoraggiando,nelledialettichetradizionale/moderno, visibilità/invisibilità, le seconde istanze tra le due.

Voto del congresso, 1883 (R. filologico)4. Nei monumenti che traggono la bellezza, la singolarità, la poesia del loro aspetto dalla

varietà dei marmi, dei mosaici, dei dipinti, oppure dal colore della loro vecchiezza o dalle circostanze pittoresche in cui si trovano, o perfino dallo stato rovinoso in cui giacciono, le opere di consolidamento, ridotte allo strettissimo indispensabile, non dovranno scemare possibilmente in nulla codeste ragioni intrinseche ed estrinseche di allettamento artistico.

Carta di Atene_1931 (R. scientifico)Art. 5: Gli esperti hanno inteso varie comunicazioni relative all’impiego di materiali mo-

derni per il consolidamento degli antichi edifici; ed approvano l’impiego giudizioso di tutte le risorse della tecnica moderna, e più specialmente del cemento armato. Essi esprimono il parere che ordinariamente questi mezzi di rinforzo debbano essere dissimulati per non alterare l’aspetto e il carattere dell’edificio da restaurare; e ne raccomandano l’impiego spe-cialmente nei casi in cui essi permettono di conservare gli elementi in situ evitando i rischi della disfattura e della ricostruzione.

Consiglio Superiore per le Antichità e Belle Arti. Norme per il restauro dei monumenti. Carta del restauro italiana _1932

Art. 9: Che allo scopo di rinforzare la compagine statica di un monumento e di rein-tegrare la massa, tutti i mezzi costruttivi modernissimi possano recare ausili preziosi e sia opportuno valersene quando l’adozione di mezzi costruttivi analoghi agli antichi non rag-giunga lo scopo; e che del pari i sussidi sperimentali delle varie scienze debbano essere chiamati a contributo per tutti gli altri esempi minuti e complessi di conservazione delle strutture fatiscenti, nei quali ormai i procedimenti empirici debbono cedere il campo a quelli rigidamente scientifici.

Carta di Venezia_1964 (Restauro critico)Art. 10: Quando le tecniche tradizionali si rivelano inadeguate, il consolidamento di un

monumento può essere assicurato mediante l’ausilio di tutti i più moderni mezzi di struttura e di conservazione, la cui efficienza sia stata dimostrata da dati scientifici e sia garantita dall’esperienza.

Carta del restauro_1972Art. 7: Sono ammesse modificazioni e nuove inserzioni a scopo statico e conservativo

nella struttura interna o nel sostrato o supporto purché all’aspetto, dopo compiuta l’operazio-ne, non risulti alterazione né cromatica né per la materia in quanto osservabile in superficie.

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE 5

StoriografiaControquestostatodicose,chenellaprassihaportatoadinterventi(v.Figure1a e 1b) in cui

ilprogettodiconsolidamentospessoesautoravailprogettodirestauroarchitettonico,siscaglia-va vigorosamente, tra gli altri, Paolo Marconi:

«Sinora l’esigenza di dissimulare i mezzi di rinforzo per non alterare l’aspetto e il carattere degli edifici ha giustificato il ricorso a tecnologie innovative che permettono di realizzare rinforzi invisibili, ma generalmente irreversibili, adulteranti, incompatibili e poco durabili, conservando di fatto l’aspetto e non la struttura della fabbrica. Ma, alla luce di una più matura esperienza, l’uso delle tecniche tradizionali si deve considerare applicabile non solo ai semplici miglioramenti delle condizioni statiche ma anche a molti casi di patologie ordinarie» (Carta della conservazione e del restauro degli oggetti d’arte e di cultura,1987CNR)3.

Figura 1a. Duomo di Nicosia: sezione longitudinale, con indicazione della sottofondazione a “pali radice” e delle “cuciture armate” nei muri in elevato (da G. Carbonara (a cura di), Restauro e cemento in architettura,Roma,1991).

3 PaoloMarconi(1933-2010)èstatoprofessorediStoriadell’architetturaaPalermodal1976al1981epoiprofessoredi Restauro dei monumenti a Roma. Cfr P. Marconi, Restauro dei monumenti. Cultura, progetti e cantieri 1967-2010,acuradiN.Marconi,Roma,2012.

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IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA6

Figura 1b. Palazzo Chiaramonte di Palermo: interventi sulle murature (da G. Carbonara (a cura di),Restauroecementoinarchitettura,Roma1991).

ParallelamenteAntoninoGiuffrè (1933-97),partendodallaconsiderazionecheunedificiomurariobencostruitosopportailsismaconsicurezza(CittàdiCastello1992),metteapuntoun‘metodostorico’che,partendodalrecuperodell’arte del costruirecheavevacaratterizzatolastoriadell’architettura,pre-rivoluzioneindustriale,ebasandosisullaconoscenzastorico-tecnicacompletadellearchitettureecentri storici, intervienemigliorando laqualitàdellemuratureelavorando sulle capacità di connessione tra le parti, determinate numericamente con l’analisi meccanica,alfinediprevedereleeventualisconnessionicheilsismapuòprovocare4.

Illorooperato,sicuramentepiùpositivorispettoagliinterventipesantideglianni‘80,cosìcomeconfermatodalla‘verificadeltempo’,cioèdalladuratadegliuniedeglialtriinterventi,haavutoilmeritooltretuttodicontribuireadavviareunaricercastoriografica,suinterventicondottinellastoria,piùmirataallaconoscenzadelcantiereedelletecnichecostruttiveposteinessereso-prattuttoinrelazioneaitantisismichedalSettecentoinpoisisonoverificatisututtoilterritorioitalianoedhaindotto,nellasuaansia‘correttiva’(spessoesercitataconprocessidismontaggioerimontaggio)aproporredeirestauricome‘fisiologiciripristini’5.

Oggi,nelrinnovatoclimasocio-culturalechestiamovivendo,abbandonateleestremeposi-zioniideologiche,tratecnichetradizionaliemoderne,occorresemmaiaccertareconequilibrio

4 Entrambihannooperatoprofessionalmenteesisonoimpegnatiinattivitàformativa-conoscitivaalargoraggio,attra-verso la produzione di Manuali del Recupero, il primo, (Città di Castello, Roma, Palermo) e di Codici di pratica, il secondo(CittàdiCastello,Matera,Ortigia,Palermo);enellafondazionenel1993diun’AssociazioneArco ispirata ai nuovi principi.

5 G. Carbonara, Recensione a A. Giuffré, Leggendo il libro delle antiche architetture. Aspetti statici del restauro saggi 1985-97,Roma,2010,in«Palladio»,48,lug-dic.2011,pp.142-146.

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE 7

edivoltainvolta,lacapacitàdell’unaodell’altradisoddisfareirequisitidiefficaciaediquotaconservativacheilconsolidamentodeveassicurare6.

Ilproblemapiùurgenteèancora,amioparere,invecequellodiriportareilconsolidamentonell’alveo delle discipline della conservazione considerandolo parte essenziale del progetto di restauro,dacondurreunivocamenteenoninqueldualismodisaperiancoraesistenti,espessoconflittuali,traarchitettieingegneri(incampoformativo)e,soprattutto,nelcampodellatutela,tra Soprintendenze e Genio Civile e Protezione Civile7.

Ciòè ancoravisibilenellavalutazionedi tanti progetti di restauropost-sismicodi edificitutelatipresentatiallesoprintendenzedopogliultimitragicieventi,quasiinteramentefirmatidastrutturisti,conlaquasitotaleassenzadi“restauratori”,grazieallafamosaleggedel1925checonsenteancheainonarchitettidiinterveniresugliaspetti“tecnici”delrestauro.Evidentementeil recupero di manufatti storici danneggiati dal sisma è considerato un problema essenzialmente “tecnico”,nelqualeaglistoricieairestauratorièconsentito,almassimo,unruolodiindirizzo,nonostantechenelCodicedeiBeniCulturalisiaesplicitatocheilconsolidamentosismicofacciaparte delle attività di restauro.

Necessita allora, assolutamente:a) portare avanti il progetto di restauro nella sua progressione metodologica così come, or-

mai da tempo, è stato messo a fuoco dai corsi universitari;b) curareirisvoltioperatividellesceltetecnicheconun’aggiornataconcezionecritico-con-

servativadelrestauro,cosìcomedefinitaall’iniziodelpresentesaggio;c) lavorare sulla prevenzione, soprattutto sui tessuti edilizi storici.Perquantoriguardailprimopunto,èdaevidenziareilrecepimentointegraleditaleiterall’in-

terno delle vigenti “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni” (14 gennaio 2008–DecretodelMinistero dei Lavori Pubblici con la relativa Circolare n. 617 del 2 febbraio 2009, Istruzioni, vigentidalluglio2009),acuisièpervenuticonillungoepazientelavorocompiutoapartiredalleRaccomandazionidel1987econclusoconleLinee-Guida(v.Sinossi),chedefinisconoilpercorso della conoscenza.

IdentificazionedellacostruzioneCaratterizzazionefunzionaledell’edificioedeisuoispaziRilievo geometricoAnalisi storica degli eventi e degli interventi subitiIl rilievo materico-costruttivo e lo stato di conservazioneLa caratterizzazione meccanica dei materiali8Aspetti geotecniciMonitoraggio

6 Cfr.ilpreziosoconvegnotenutosiaNapolinel2003A.Aveta,S.Casiello,F.LaRegina,R.Picone(acuradi),Re-stauro e consolidamento,Napoli,2005,elasuccessivasintesidiA.Aveta,Interazioni materiche fra teoria e prassi nel restauro strutturale,inA.Ferlenga,E.Vassallo,F.Schellino(acuradi),Antico e nuovo. Architetture e architet-tura,Venezia,2007,pp.669-679.

7 S. Boscarino, Il restauro tra scienza e tecnica,in«Progettare»,2,marzo1985,pp.95-98.8 Èauspicabilecheglientiterritorialiditutelaecontrolloistituiscanodegliarchivipermanenticontenenti: a) almanacchidellediversetipologiemurariepresenti,nelcorsodeltempo,nell’areainesame. b) tabelleconvaloridiriferimentodelleproprietàmeccaniche,desuntidasperimentazioniorganizzatedaglistessi

entie/outilizzandocampagneseguitepersingoliinterventiestudi.

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IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA8

Damettereaconfrontoconl’itermetodologicodelineatonellaformazione.

Figura 2. Iter metodologico.

NelleLineeGuidadel2008perlatuteladelpatrimoniostoricodelsisma,siribadiscecheilconsolidamentosismicofapartedel“restauro”,cheèanalisistorica,eche lemodellazioninumerichedegliedificistoricidevonodialogareconlacomprensionedelcomportamentolocaledisingoli“macroelementi”(leggielementicostruttivicomemuri,archi,cupole,ecc.)econlaconoscenza empirica delle costruzioni e delle relative patologie.

PropostePerrecuperareilruolooperativocheritengospettiai“restauratori”,puòessereutilericordare

GustavoGiovannonielaFacoltàdiArchitetturadiRomafondataproprioapartiredalRestauro,in cui, tra le discipline identitarie, era senz’altro la materia Caratteri costruttivi dell’architettura storica.Essacomprendelaconoscenzadeimaterialiattraversolelorocaratteristichestoricheemeccaniche,deglielementicostruttiviattraversoleproblematichedirealizzazione,difunziona-litàedistabilità,dell’organizzazionecostruttivadellefabbricheedellagerarchiadeglielementicostruttiviestrutturali.Insintesilaconoscenzadicomesonocostruitigliedificistorici.

Certamentenonconoscereicarattericostruttivi,lecaratteristichedeimaterialitradizionalielastabilitàdellestrutturestoricheportaall’usoobbligatodimaterialietecnichecontemporanee,nellaquale,appunto,i“tecnici”sonomaestri.

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE 9

OggisonomoltiicorsidilaureainArchitetturaneiqualiladisciplinadeiCaratteri Costruttivi nonèinsegnatainmodoadeguato;èstatodettochel’ostracismoversotaledisciplina,avvenu-to nei decenni passati, sia derivato dalla volontà di esorcizzare ogni possibile “ricostruzione com’era”: però ciò ha prodotto, insieme ai positivi risultati teorici della valorizzazionedellaconservazione,undepauperamentodelleconoscenzecaratteristichedeirestauratorieunaperdi-taoggettivadiidentitàedipesooperativo,oltretuttolasciandoliberocampoatutticoloroche,ignorantidelletecnichedelcostruirestorico,sisonosentitiautorizzatiafareliberamenteiloroprogettisull’esistente,usatocomeoggettod’antiquariatoall’internodiunprogettocontempora-neo–architettonico,strutturaleoimpiantistico9.

La presente pubblicazione nasce proprio da una precisa volontà di proporre una lettura inte-gratadeltema,apartiredalcoordinamentodellecompetenzetecnologiche,strutturaliedirestau-ro,messeinoperaesperimentateinlunghiannidiattivitàdidattica(v.Figure3e4)10.

Lacomprensionestoricadellefasimodificativesubitedall’edificio,secondottainmanieraconcreta attraverso l’incrocio dei dati derivanti dalla ricerca storica, da un approfondito rilie-vo architettonico-costruttivo e con l’ausilio di unadiagnosticamirata, da rappresentare nellarestituzione del rilievo stesso, redigendo la Carta delle stratificazioni storiche, aiuta ad entra-redentro l’organizzazionecostruttivadell’edificioea ideare scelteminimedi interventochepossonorientrarenella‘processualità’dell’architetturastessa,evitandotraumiaduno‘statodiequilibrio’comunqueassestatosineltempo.L’usoprevalenteditecnicheematerialitradizionalipuòrisultarevincente,rispettoalogichenuove,conilduplicerisultatodinonfardisperdereunpatrimoniostorico-costruttivo,cheabbiamopersoconl’avventodelcementoarmato,edinonrisultarecomunquefalsantesemesseinoperaconmodalitàattualieinnovativequaliquellecheampiamente sono descritte nei capitoli di Liborio e Teotista Panzeca.

Laconoscenzadelletecnichetradizionalisistarecuperandolentamenteapartiredallacon-versionementale operata dalla cultura degli anni ’80, e in particolare dal citatoDocumentoCNRdel1987,grazieadunvastoimpegnostoriograficocondottoprevalentementedaglistoricidell’architetturaedai restauratori edi cui,perquanto riguarda laSicilia, si rimandaallaBi-bliografia.Tale‘casisticastorica’:speroni,controfacciatemurarie,sottomurazioni,cerchiature(Figureda5a9),catene(v.infraPieraDiFranco),devefarpartedelbagaglioculturaledell’ar-chitetto,naturalmenteverificataevagliatacriticamenteall’internodellaconoscenzadeisingolicasi da affrontare.

E, soprattutto, lo si ribadisce, deve essere inserita in un progetto integrale di restauro come progetto di architettura che ne ‘verifichi’ l’impiego dimensionale e/o quantitativo, e la ‘resaestetica’nell’interaarchitettura,perchéanchelastessascelta,sevalidapermoderatiinterventipotrebberisultareinvasiva,nelcasodipiùmassiccedimensioni.Tuttoquesto,losiribadisce,

9 Perqueste riflessionisièutilizzatounariflessionedelprof.CarloBlasi,ordinariodiRestaurodeimonumentiaParma, in seno ad un dibattito scaturito all’interno della nascente SIRA, l’Associazione Nazionale dei professori di Restauro,costituitasinelfebbraio2014.V.inoltreV.Pracchi,L’insegnamento delle tecniche costruttive storiche, in C. Varagnoli (a cura di), Muri parlanti,Firenze,2009,pp.55-68.

10 QuestaposizioneèquellaperseguitadaannidalmioLaboratoriodirestaurodeimonumentitenutopressoilCdLinArchitetturadell’UniversitàdiPalermoechesempresièavvalsodellacollaborazione,primacomeModulodichia-rato,poiinmanieraspontanea,delprof.TitoPanzeca,proprioalfinedisviluppareunprogettodirestauroconcordeeconsapevoleconitemistrutturali.LacollaborazioneconlaProf.ssaAntonellaMamìhaavutomododisvilupparsiinparecchietesidilaureaenellaconduzione,parallelamentealLaboratoriodiRestaurodelVanno,dellamateriaopzionale di Tecnologie del recupero edilizio.

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IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA10

Figura 3. Edifici storici nel complesso di S. Giovanni dei Lebbrosi a Palermo. Quadri fessurativi e pro-poste d’intervento.

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE 11

Figura 4. Villa Ahrens, quadri fessurativi.

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nellaconcezionediunprogettodirestaurocomeprogettodiarchitettura,chesoddisfiletrecom-ponenti della firmitas, utilitas e venustas.

Ciòvaleancheperladialetticavisibilità/invisibilitàperlaqualesioptaperunprevalentericorsoallaprima,conilduplicerisultatodiesserepiùrispettosadellaautenticitàmatericaesi-stente,piùreversibileefacilmenteispezionabile.D’altrondelaculturaesteticacontemporanearitengosiaprofondamentemutata,contribuendoadattutirequel‘disturbo’cheprimasiavverti-va,perunaconcezioneancorapuro-visibilistica,rispettoallepartitecnicheeaglielementicheservono per la funzionalità (consolidamenti e impiantistica innanzitutto) dell’architettura.Lasvolta della ‘cultura materiale’ è ormai datata11.

Ultimariflessione,manonultima,èl’appelloall’equilibrioealbuonsensoperognisceltache, lo ricordiamoequesta èunadelledifferenzecon ilprogettodelnuovo,nel rispettodel‘minimo intervento’, è sempre al servizio della preesistenza e non dovrebbe essere conclamata assurgendoquasiasceltacreativa,magarisoverchiantelafruizioneesteticadelmonumentonelsuo intero.

La creatività dovrebbe sussistere nel restauro innanzitutto nel dettaglio e, parlando di tec-nichediconsolidamento,essasipuòinverarenellarealizzazionedellatecnicatradizionaleconprogettualità nuova12.

11 R. Boucaille, J.M. Pesez, Voce Cultura materiale,inEnciclopediaEinaudi,vol.4,1978,pp.271-305.12 Ilpresentetestocostituiscelarielaborazionedeitestiperiseminariorganizzatidall’OrdinedegliarchitettidiPaler-

monellegiornatedel24ottobre2014edel13maggio2015.

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ORIENTAMENTI CULTURALI E NORMATIVI PER IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE 13

Figura 5 (sinistra). Parete di rafforzamento strutturale intorno all’arco, che oblitera anche le paraste laterali nel Palazzo Forcella-De Seta a Palermo.Figura 6 (destra). Sottomurazione e rafforzamento cantonale ‘a scarpa’ nel Palazzo Chiaramonte a Palermo, operato da Giacomo Amato dopo il sisma del 1726.

Figura 7. Contrafforti posti in opera nella chiesa dei SS. Quaranta Martiri alla Guilla a Palermo dopo il sisma del 1726.

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IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA14

Figura 8. Speroni addossati per evitare il ribaltamento, durante i restauri di inizio secolo di Fran-cesco Valenti alla chiesa normanna dell’Uscibene a Palermo.

Figura 9. Sottoarchi e rinforzo dei pilastri in mattoni apposti per sopportare il carico soprastante dopo il sisma del 1823 a Palermo nel Convento di S. Francesco d’Assisi.

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Il volume offre una proposta metodologica virtuosa di recupero dell’ar-chitettura storica, ponendo in essere una sinergica attività interdisciplina-re tra gli ambiti scientifici del Restauro, della Tecnologia e della Scienza delle costruzioni. Essi sono difatti quelli che forniscono gli strumenti per la comprensione dei caratteri storico-costruttivi, del degrado dei materiali, e delle alterazioni strutturali, in base alla quale è possibile elaborare pro-cedure di salvaguardia che possono essere sistematicamente poste in essere per brani di città storiche secondo una logica che non è più quella emergenziale ma, piuttosto, di prevenzione, con un’attenzione particolare alla azione sismica.

L’oggetto è l’architettura storica intesa come costruzione nel tempo, cioè come sommatoria di un impianto originario e delle continue variazioni e adattamenti avvenuti nel tempo in risposta alle variabili esigenze d’uso e in relazione alle aggressioni avvenute ad opera di eventi naturali-am-bientali (sismi, inquinamenti naturali e antropici). La mancata compren-sione di tali fenomeni è alla base delle devastazioni subite dall’edilizia storica nel suo complesso, anche per l’inadeguatezza della normativa di riferimento (Legge n. 457/1978 e L.R. n. 71/1978).

Per intervenire su essa è necessario definire “un percorso della cono-scenza” che risiede nella:

– capacità di lettura delle trasformazioni storiche, – capacità di evidenziare le peculiarità ed i valori testimoniali di essa,

da non perdere nella programmazione degli interventi, – capacità di individuare i degradi, ossia le alterazioni dei materiali e

di programmare precisi interventi risolutivi, assicurandone la com-patibilità,

– capacità di individuare i dissesti, ossia le alterazioni della struttura e di programmare precisi interventi risolutivi, assicurandone la compatibilità,

e che è normativamente richiesto dalle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14-01-2008) e dalle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale (2007, 2011).

L’obiettivo è dunque quello di offrire un contributo innovativo alla salvaguardia del patrimonio storico-monumentale e degli antichi edifi-ci costruiti con tecniche tradizionali, suggerendo appropriati e semplici interventi che possano migliorare la sicurezza strutturale e la efficienza funzionale, verificando un equilibrio dialettico tra le istanze della conser-vazione e della sicurezza.

Renata Prescia, architetto, professore associato in Restauro Architettonico.

Teotista Panzeca, ingegnere, professore ordinario di Scienza delle Costruzioni.

Antonella Mamì, architetto, professore associato di Tecnologia dell’Architettura.

Liborio Panzeca, dottore in architettura.

Piera Di Franco, architetto.

R. PRESCIA – L. PANZECA E T. PANZECA

A. MAM

Ì – P. DI FRANCO IL RESTAURO TRA CONSERVAZIONE E SICUREZZA

Euro 28,00 9 788882 078492 >

ISBN 13 978-88-8207-849-2