Il Regno degli Ascolti · Ho voluto continuare con un disco live per verificare la sensazione di...

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Una cassa amplificata a casa mia? Non me lo sarei mai aspettato. Una cassa amplificatain una rivista di Hi-Fi? Non ci avrei creduto. Il “monitor” non è quella cosa che c’è neglistudi di registrazione e che suona così male da far venire benissimo qualsiasi disco chevenga riprodotto con un altro impianto? Ho dovuto ricredermi su un po’ di cose, perchéqueste HEDD Type 07 hanno reso un po’ più “far” il “near”. Vi racconto una storia di altie – soprattutto – molti bassi...

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di Dimitri Santini

NEARFIELD A ChI?

MONITOR AMPLIFICATIhEDD TYPE 07

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Se dico monitor non riesco a nonvisualizzare i coni bianchi del-le Yamaha NS10, quasi fossiuna sorta di cane di Pavlov al

suono del campanello. Quando erogiovincello cantavo in un paio di bandamatoriali e ho persino frequentatouno studio di registrazione piuttostoprofessionale. Quando con un amicoprendemmo la decisione, mai portataa compimento, di metter su uno stu-diolo di produzione con tanto di Pro-Tools, ovviamente nel budget le NS10erano previste. La delusione che hoavuto nell’ascoltarle, atto che si ècompiuto solo recentemente, mi haportato a pensare che il suono da sca-tola di scarpe, secondo me, non pos-sono renderlo bello neanche le Rogers.E poi i monitor si ascoltano da vicino,attaccati a muro e in condizioni spes-so antitetiche a quelle dell’ambientedomestico. Questo prodotto dellaHEDD ha avuto l’effetto di farmi tor-nare la voglia di scovare monitor sod-disfacenti: non so se possiamo parla-re di Hi-Fi, ma io ho cambiato ap-proccio all’ascolto e tutto è diventatopiù divertente.Alcune delle caratteristiche sonichehanno influenzato la selezione di di-schi che porto in questa prova, ma nonnecessariamente occorre limitarsi aquesti generi. E poi c’è mol-to da dire sul setup in am-biente...

DESCRIZIONECon quell’aspetto un po’ cat-tivo da Darth Vader, le Type07 incutono un po’ di timo-re. Sono piuttosto ingom-branti per essere dei monitore hanno ben due reflex ante-riori, con un cono bello gros-so e un tweeter a nastro. Apensarci bene non sembranoneanche dei monitor e il lorowrapping gommoso, appa-rentemente impermeabile, lefa assomigliare a un paio didiffusori da stand tipo PA.Ovviamente dimensioni epeso sono da attribuire alfatto che i finali di potenzaqualcosa occupano, in ter-mini di massa e volume, manei miei ricordi (scarsi) di dif-fusori amplificati questiHEDD sono sicuramente“importanti”. Sul posterioreci sono tutti i set di connes-sioni necessari: vaschetta IECcon interruttore per l’ali-mentazione, ingresso di linea

bilanciato XLR e sbilanciato RCA, at-tenuatore di volume e due attenuato-ri per le frequenze alte e basse. Il ge-neroso slot a disposizione permette diinserire una scheda “HEDD Bridge”.È chiaro che la destinazione d’uso diquesti diffusori è proprio la sala mix diuno studio di registrazione, pertantoHEDD dà la possibilità di far interagiremixer, sistemi digitali e tutto ciò chepopola il mondo della postproduzio-ne audio attraverso i moderni proto-colli Dante, Ravenna Network/AES67,AES/EBU, USB e persino wireless.

TECNICALa connettività potenziale di questi dif-fusori l’ho illustrata un attimo fa ed ècosa che interesserà i professionisti del-la registrazione. All’interno della gom-mosa enclosure c’è un finale di potenzacapace di 100 W, con possibilità di at-tenuazione fino a -30 dB. Un crossoverinterno con incrocio a 2.3 kHz distri-buisce le frequenze al tweeter a nastro,proprietario HEDD, e al generosowoofer da 18 cm. abbondanti, realiz-zato in nido d’ape composito. Ci sonoaltri due micropotenziometri, azio-nabili con un piccolo giravite o con del-le unghie da chitarrista, che agisconorispettivamente sulle frequenze me-dioalte (sopra i 2 kHz) e mediobasse

(sotto i 200 Hz), con un’attenuazionefino a 4 dB che consente di tararel’ascolto in base alla stanza. La rispo-sta in frequenza è molto buona, ma ildato non rende neanche minimamen-te l’idea di quanti bassi esprimano que-ste Type 07. Il dato più impressionan-te è senza dubbio la sensibilità di 107dB: se mescoliamo potenza, sensibili-tà e ascolto ravvicinato occorre tenerea mente che il danno all’udito è un’ipo-tesi possibile…Ovvio il ricorso al doppio ingresso, bi-lanciato e non, in virtù del fatto chequesti diffusori potrebbero trovarsiben lontani dalla sorgente (cosa che acasa mia è successo, comportandoqualche affanno nel setup): il bilanciatoè da preferire non solo per le distanze,ma anche perché l’ingresso RCA vici-no all’alimentazione di rete tende acaptare interferenze fastidiose e – ov-viamente – cavo più lungo ugualemaggior effetto antenna. Senza bilan-ciato non farle almeno “soffiare” un po’è veramente impresa ardua.

ASCOLTOFaccio fatica a condensare tutte lesensazioni, a volte contraddittorie,nello spazio di queste righe, ma ci pro-vo. Audiofili integralisti cambiate ar-ticolo, qui si parla di qualcosa che ha

a che fare con l’enfasi e noncon la fedeltà di riproduzio-ne.Partiamo dall’inizio: odio farpassare tutti quei cavi di ali-mentazione, trovare cavi disegnale lunghi e – soprattut-to – non avere un preampli-ficatore con cui selezionarediverse sorgenti. Pertanto ilprimo setup di assestamen-to è stato realizzato su unmobile della sala e com-prendeva un Mac, un DACM2Tech (EVO DAC 2) e icavi di segnale Sound Fide-lity di sempre. Problema: iconnettori di questi ultimisono grossi, quindi instabilinel retro delle HEDD, per-tanto setup usato solo perl’allenamento. Fuoco alle pol-veri e… BUM! Riserva dipotenza infinita, autorevo-lezza e grande scena hannocancellato alcune delle fru-strazioni iniziali.Ma ho dovuto sgomberare ilcampo per il quieto vivere (eper esaurimento batterie delportatile, con annessa di-menticanza del caricabatterie

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in ufficio...), ergo le Type 07 sono sta-te collocate sulla libreria accanto ad unraffinatissimo paio di dif-fusori, ragion per cui qual-cuno ha pensato a “LaBella e la Bestia”. In que-sta sistemazione ho potu-to saggiare in diretta lecaratteristiche delleHEDD, poiché ho usato laloro possibilità di atte-nuazione come controllovolume, inserendole a val-le del solito CDP. Il carat-tere mi è piaciuto così tan-to che, anche nella replicadegli ascolti in differenteposizione, ho voluto man-tenere la sorgente collegata senza in-termediari.

Il grande volume della stanza e la po-sizione quasi a terra hanno dato trop-

pa libertà ai bassi di andarsene ingiro: sono sempre controllati, ma spes-

so profondissimi e un po’ troppo pro-tagonisti. A tratti mi hanno fatto pen-

sare al suono giapponesedi certi amplificatori anni‘90 con il “loudness” in-serito…D’ora in poi le impres-sioni che riporto sono per-tanto riferite ad un posi-zionamento molto near-field, con punto di ascol-to a 1,5 mt. dalle Type 07,collocate fra loro alla stes-sa distanza. Sarà un’ov-vietà, ma il fatto di avereognuna una propria ali-mentazione e un finalemono indipendente au-

menta la separazione dei canali e lascena ne beneficia. Devo dire che for-se è il parametro più impressionantedi tutti, perché è alta e profonda: que-sti due grossi mattoncini neri tendonoa scomparire facilmente anche quan-do ci si avvicina molto a loro. Ne saqualcosa Beck, di cui ho già parlatoperché il suo “Sea Change” è un discoche ascolto spesso e che qui ho ripro-dotto in versione HD. La gamma sisvuota un po’ nei medi, ma i tweeterfanno un lavoro molto bello di cesel-lo senza scadere troppo nel microdet-taglio fastidioso. Non cito tracce per-ché faccio fatica a dire quali sono le miepreferite, ma devo annotare che, seb-bene il tutto abbia un “colore”, le vocirimangono belle e la chitarra è soli-dissima e ben posizionata in tutti i pez-zi. L’ascolto è diverso dal solito, più“finto” per certi versi e molto più“live” per altri. Sembra più un concertoche una saletta di riproduzione.Dove questa caratteristica è ancora piùmessa in evidenza è nella riproduzio-ne di “Songs About Jane” dei Maroon 5che, pur essendo registrata in manie-ra a volte anche troppo asciutta e chi-rurgica, esplode dove con altri impiantisembra vuoto. Succede da subito, conla prima traccia Harder to breathe: il suo-no è pieno e denso, la potenza espres-sa permette alla batteria di emergerequasi prepotentemente. Ripeto agget-tivi usati: autorevoli e con un palco-scenico di tutto rispetto. Il suonoasciutto “da monitor” (sic) è più che al-tro riferibile alla gamma media, forsea volte un po’ carente, e alla gammaalta, bella e sempre cristallina ma a lun-go un po’ stancante per la sua ecces-siva brillantezza. Su Shiver, traccia 3,ci si accorge anche della velocità, qua-lità non scontata ma sicuramente ri-chiesta ad un monitor che voglia essereconsiderato tale.

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È chiaro che la destinazione d’uso diquesti diffusori è proprio la sala mix di unostudio di registrazione, pertanto HEDD dàla possibilità di far interagire mixer, sistemidigitali e tutto ciò che popola il mondo dellapostproduzione audio attraverso i moderniprotocolli Dante, Ravenna Network/AES67,AES/EBU, USB e persino wireless.

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L’IMPIANTO D’ASCOLTO UTILIZZATO

Sorgente digitale per musica liquida:Mac Book Air, Amarra Simphony; Sorgente digitale: Sony DVP NS930VL; Amplificatore integrato: Musical Fideli-ty A200; Diffusori: Audiovector SR1 Avantgarde,Indiana Line HC 206; Cavi di segnale: Sound Fidelity Silver,Acrolink 7N-A2200 III; Cavi di potenza: Autocostruiti a 24 con-duttori solid core; Cavi COAX: Sound Fidelity Silver

CARATTERISTICHE TECNICHE

DIFFUSORI AMPLIFICATI HEDD TYPE07DRIVERS: 1 Woofer da 7.2” (182mm) inUHC (Ultra Honeycomb Composite); 1Tweeter da 2” (56mm) equivalenti HEDDAMT (HEDD Air Motion Transformer) INGRESSI: Analogici bilanciati e sbilanciati(XLR/RCA); Digitali opzionali con schedaHEDD Bridge (AES67 Ravenna, Dante,AES3/EBU)POTENZA: 100W per canaleGUADAGNO IN INGRESSO: -30dB …+6dB FILTRO PASSA ALTO: > 2kHz ±4dB (at20kHz) FILTRO PASSA BASSO: < 200Hz ±4dB (at50Hz) RISPOSTA IN FREQUENZA: 38Hz – 50kHz(± 1.5dB: 45Hz - 20kHz)THD: 90dB/1m > 100Hz ≤0.5% SPL MASSIMO: 100Hz - 3kHz/1m ≥107dB(≥116dB di picco)CROSSOVER: 2.3 kHz IMPEDENZA IN INGRESSO: 10kΩ/47kΩ(bilanciato/sbilanciato)PESO: 10 kg DIMENSIONI: 220 x 370 x 300 mm. (L xA x P)

Prezzo: Euro 1.559,00

Distributore:Te.De.S.www.tedes.it

Il monitor HEDD Type 07 è dotato,come ogni monitor HEDD, di connes-sioni XLR e RCA. Inoltre, dispone anchedi uno slot libero per schede che con-sente una più ampia gamma di con-nettività digitali. HEDD attualmente of-fre schede opzionali per Dante & Ra-venna / AES67 (Audio-over-IP),AES3/EBU e l’integrazione USB2.

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Ho voluto continuare con un disco liveper verificare la sensazione di ascoltodal vivo e ho ritirato fuori un CD chenon ascoltavo da tempo, “The Road toYou” di Pat Metheny, una delle cuitracce è stata registrata nel vicinissimo(per me) Teatro Pergolesi di Jesi. FirstCircle non fa che confermare le im-pressioni di prima: live, live, live. Masebbene a volte i bassi tendano a na-scondere qualcosa di troppo (l’atte-nuatore specifico per le frequenze sot-to i 200 Hz aiuta molto), le HEDD rie-scono a mantenere una sufficientedose di raffinatezza per rendere inti-ma la traccia che dà il titolo all’album:The Road to You è un palco vuoto conuna chitarra, veramente suggestiva.Per non ripetermi troppo con gli ag-gettivi ne attribui-rò uno semanti-camente poco at-tinente al mondodell’Alta Fedeltà:secco. “The BestOf – Tried AndTrue” di SuzanneVega mi fa pensa-re che gli inge-gneri del suonoabbiano passato lo sgrassante sui na-stri e ne abbiano tirato fuori l’anima,ma completamente senza enfasi. LeType 07 lo riempiono di dinamica, lorendono a mio avviso più godibile(può non piacere) e riescono, pur nel-la loro particolare equalizzazione, arendere merito a tutti gli strumenti. InSmall Blue Thing la chitarra non è pro-priamente realistica, ma in bellissimaevidenza, mentre nella traccia 11, BookOf Dreams, si percepisce la capacità diarticolazione che sanno sfoggiare que-ste HEDD. Ma forse l’effetto più coin-volgente me lo hanno regalato inWorld Before Columbus, dove la voce ri-suona come se fosse “al chiuso” e dovela chitarra in primo piano, unita allepercussioni profonde, accompagnamagnificamente la bella voce un po’sofferta e molto, molto americana diSuzanne Vega.

Ho chiuso in bellezza in maniera qua-si automatica, come fosse l’epilogo diun percorso tracciato dai tempi mo-derni a ritroso fino a quando i mastererano totalmente analogici. “Eye in TheSky” di Alan Parsons Project è un ca-polavoro di registrazione, nonché unalbum in cui si coglie un certo estrocompositivo. Alcuni pezzi oggi sem-brano datati nelle sonorità e nelle suc-cessioni armoniche e nelle linee delcantato e in alcuni arrangiamenti, maio l’ho messo nella categoria “Pietremiliari” della mia libreria.L’incisione non è vecchissima, ma faparte di quegli anni in cui ancorac’era una certa decenza nel scrivere ilmaster ad un livello umano: oggi si fafatica ad andare oltre il primo quarto

di giro del volumecon quasi tutti gliamplificatori eCDP moderni,con questo albumsi va generosa-mente in sensoorario. Anche quidevo riportarecome la grande ri-serva dinamica

permette di rendere più tridimensio-nale l’ascolto di pezzi come Silence andI anche a bassi volumi. Non cito altro,questo è un disco da ascoltare e basta.

CONCLUSIONINon sono diffusori Hi-Fi, punto. Ma iomi sono divertito come un bambino evorrei proprio sentirli in uno studio diregistrazione attaccati al mixer dellapostproduzione, circondati da mate-riali fonoassorbenti in grado di tener-ne a bada gli ardori in gamma bassa.Amanti del ProTools e smanettoni delCubase, possessori di Tascam multi-traccia e DJ indefessi che amate fare fe-sticciole domestiche: andate a sentir-ne un paio, di queste HEDD Type 07,perché sono capaci di far saltare dal-la sedia. I puristi storcano il naso, i me-lomani si tengano alla larga da questecasse stile Morte Nera di Guerre Stel-

lari. I rockettari con orecchie insensi-bili alla fatica ci pensino bene prima dispendere una fortuna con un impian-to che suonerà sempre troppo moscioe provino ad attaccare due di queste alPC (con DAC) e a mandare roba tosta.No, non le metterei a casa per una que-stione di filosofia, ma se avessi un po-sticino in più per giocare con le trac-ce e divertirmi con i “demo” le HEDDmeriterebbero una opportunità, perchéin fondo alla lista dei pregi c’è ancheil prezzo… Ah, provate ad ascoltarciun film d’azione e ne vorrete almeno5. Più uno.

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(...) andate a sentirneun paio, di queste HEDDType 07, perché sono ca-paci di far saltare dalla

sedia.

PRO- Potenza, dinamica, scena, autorevo-lezza- Fanno resuscitare incisioni analogichecon pochi bassi- Prezzo interessantissimo

CONTRO- Stancanti a lungo andare- Meglio da vicino che da lontano- Bassi a volte eccessivi

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATI:

The Best Of – Suzanne Vega – A&M Re-cordsSongs About Jane – Maroon 5 – SONYBMGSea change – Beck – GeffenThe Road to You – Pat Metheny Group– GeffenEye in The Sky – The Alan Parsons Pro-ject - BMG

WAF – The Wife Acceptance FactorNon ci pensate neanche. Vostra moglie le odierà da subito, quindi trovate dellebuonissime motivazioni o preparatevi ad ascoltarle solo quando siete soli e conuna gran voglia di rock’n’roll. A voi tutto sembrerà più insulso e vuoto, una voltaascoltate le HEDD, alle vostre dolci metà sembrerà di ritrovare la pace dopo ilbombardamento infrasonico. Anche la loro estetica riscuote poco successo,quindi scovate l’angolo – la tana – dove metterle e giustificatele come qualcosa diassolutamente necessario alla vostra cultura musicale. Per il prezzo ci si accorda,alcune rappresentanti del gentil sesso sanno spendere molto di più in moltomeno tempo...