Il regalo di Berlusconi

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ILREGALODI BERLUSCONI COMPRARE UN TESTIMONE,VINCERE I PROCESSI E DIVENTARE PREMIER. LA VERA STORIA DEL CASO MILLS Peter Gomez Antonella Mascali

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Un documento eccezionale, solo in parte raccontato da giornali e tv, in cui si spiega come dietro le assoluzioni di Berlusconi nei vecchi processi (corruzione della Guardia di Finanza) ci sia la falsa testimonianza di Mills.

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Bisogna cominciare da qui. Dalle motivazioni della sen-tenza di condanna che il 17 febbraio 2009 ha inflittoquattro anni e mezzo di carcere in primo grado a DavidMills, l’avvocato inglese, marito di un ministro laburista,creatore a partire dal 1978 della rete delle società off-shore del gruppo Fininvest.Un documento eccezionale, solo in parte raccontato dagiornali e tv, in cui si spiega come dietro le assoluzioni diBerlusconi nei vecchi processi (corruzione della Guardiadi Finanza) ci sia la falsa testimonianza di Mills. E in cui,finalmente, viene alzato il coperchio sul sistema di fondineri che ha garantito al Cavaliere anni di guadagni esen-tasse: centinaia di milioni di euro sottratti allo Stato. Tuttograzie a lui, Mills, il professionista foraggiato da Berlusconiprima con 10 miliardi di lire e poi con una tangente da600mila dollari. Due imputati ma un solo condannato: il presunto corrotto.L’altro, l’uomo che lo aveva pagato per farlo tacere, nelfrattempo ha fatto carriera ed è diventato presidente delConsiglio. Lo ha voluto il popolo. E grazie alle leggi adpersonam (in questo caso il lodo Alfano, approvato inconsiglio dei ministri anche dal premier) è riuscito a nonessere processato. Un delitto perfetto!Questo libro illustra con fatti, testimonianze e documentiinediti alla mano, tutte le trappole e gli inganni tesi adanno di magistrati, giornalisti, avversari politici: persalvare Berlusconi e condannare noi cittadini a nonsapere. Basta leggere la sintesi della sentenza pubblicataall’interno. Chi dovrebbe salvaguardare le leggi dello Statoha fatto di tutto per occultare la verità e conservare ilpotere. Fino a quando?

Peter Gomez è inviato del settimanale “L’espresso” ecura con Corrias e Travaglio il fortunato blog VOGLIOSCENDERE. Collabora con la rivista “Micromega”. Èautore di molti libri di successo, tra cui REGIME,INCIUCIO, MILLE BALLE BLU (con Marco Travaglio,Bur); I COMPLICI (con Lirio Abbate, Fazi); MANI SPORCHE(con Gianni Barbacetto e Marco Travaglio, Chiarelettere);SE LI CONOSCI LI EVITI (con Marco Travaglio, Chiare-lettere); BAVAGLIO e PAPI (con Marco Lillo e MarcoTravaglio, Chiarelettere).Antonella Mascali è cronista giudiziaria a RadioPopolare di Milano. Ha esordito sulla rivista “I Siciliani”di Catania. Nel 2007 ha vinto il Premio cronista GuidoVergani. Per Chiarelettere ha scritto LOTTA CIVILE(2009), che ha vinto il premio Com&Te Cava-Costad’Amalfi.

I S BN 978-88-6190-094-3

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IL REGALO DI BERLUSCONI15,00

“MILLS HA AGITO CERTAMENTE DA FALSO TESTIMONE.DA UN LATO PER CONSENTIRE A SILVIO BERLUSCONI EAL GRUPPO FININVEST L’IMPUNITÀ DALLE ACCUSE OALMENO IL MANTENIMENTO DEGLI INGENTI PROFITTIREALIZZATI ATTRAVERSO OPERAZIONI SOCIETARIE EFINANZIARIE ILLECITE. DALL’ALTRO PER PERSEGUIRE

IL PROPRIO VANTAGGIO ECONOMICO.”

Dalla sentenza di condanna in primo grado di DavidMills, 17 febbraio 2009, all’interno del libro. Nicoletta

Gandus Presidente, Pietro Caccialanza Giudice,Loretta Dorigo Giudice

IL REGALO DIBERLUSCONICOMPRARE UN TESTIMONE, VINCEREI PROCESSI E DIVENTARE PREMIER.LA VERA STORIA DEL CASO MILLS

Peter Gomez

Antonella Mascali

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Inchieste e reportagePRINCIPIOATTIVO

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Michele Ainis, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto,

Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa,

Paolo Biondani, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo,

Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali,

Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci,

Pietro Cheli, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi,

Pino Corrias, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco,

Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Massimo Fini,

Fondazione Fabrizio De André, Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli,

Vania Lucia Gaito, Pietro Garibaldi, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore

Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi,

Peter Gomez, Beppe Grillo, Guido Harari, Ferdinando Imposimato, Karenfilm,

Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti,

Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti,

Antonella Mascali, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Angelo Miotto,

Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini,

Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino,

Gianfranco Pannone, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Roberto Petrini,

Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello (web editor), Marco Preve, Rosario Priore,

Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Piero Ricca,

Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti,

Andrea Salerno, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro,

Roberto Saviano, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato, Filippo Solibello,

Riccardo Staglianò, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Marco Travaglio,

Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Carlo Zanda.

chiarelettereAutori e amici di

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PRETESTO1fpagina 255

“The B people... sapevanobene quanto la miatestimonianza, per usare un eufemismo, avesse tenuto Mr. B fuori da un sacco di problemi.”David Mills.

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PRETESTO2fpagine 48-49

“Gli scatoloni contenenti le carte americane erano stati aperti... È la prova lampante di come, durante l’era Castelli,venissero violati gli atti segreti delle indagini che riguardavano il presidente del Consiglio.”

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PRETESTO3fpagine 188, 201

“Mills stesso ha dichiaratoche le società offshore di Fininvest erano statecostituite su diretto ordine di Silvio Berlusconi.”Dalla sentenza.

“La sentenza emessa nel processo Fininvestha accertato che la Guardia di Finanza era stata corrotta... affinché non venisserosvolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà.”Dalla sentenza.

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PRETESTO4fpagine 117, 135

“È stato un lavoro basatoesclusivamente sul diritto.È il nostro dovere e siamopagati per farlo, certo non siamo pagati per ricevere offese.”Giudice Pietro Caccialanza.

“Il Collegio èsupinamenteadagiato sulla tesiaccusatoria.”Silvio Berlusconi, 2008.

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PRETESTO5fpagina 220

“Al fisco inglese Millsdichiarava che gli oltre diecimiliardi di lire italiane... con il consenso di Berlusconi in personaerano divenutidefinitivamente di suaproprietà.”Dalla sentenza.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol SpaLorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare Spa)Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano

ISBN 978-88-6190-094-3

Prima edizione: settembre 2009

www.chiarelettere.itBLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA

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Peter GomezAntonella Mascali

Il regalo di Berlusconi

chiarelettere

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Peter Gomez, inviato de «L’espresso», ha lavorato con Indro Montanelli prima a «ilGiornale» e poi a «La Voce». È collaboratore di «Micromega». Negli ultimi anni haseguito tutti i principali scandali italiani su mafia, tangenti e corruzione. Molti i suoilibri: O mia bedda Madonnina (con Goffredo Buccini), Rizzoli 1993; L’intoccabile.Berlusconi e Cosa nostra (con Leo Sisti), Kaos Edizioni 1997; Piedi puliti (con Leo-nardo Coen, Leo Sisti), Garzanti 1999; I complici (con Lirio Abbate), Fazi editore2007. Con Marco Travaglio ha pubblicato: La repubblica delle banane, Editori Riuniti 2001;Lo chiamavano impunità, Editori Riuniti 2003; Bravi ragazzi, Editori Riuniti 2003;Regime, postfazione di Beppe Grillo, Bur 2004; L’amico degli amici, Bur 2005; In-ciucio, prefazione di Giorgio Bocca, Bur 2005; Le mille balle blu. Vignette di El-lekappa, Bur 2006; Onorevoli Wanted, Editori Riuniti 2006; E continuavano achiamarlo impunità, Editori Riuniti 2007; Mani sporche (con Gianni Barbacetto),Chiarelettere 2007; Se li conosci li eviti, Chiarelettere 2008; Bavaglio (con MarcoLillo), Chiarelettere 2008; Papi (con Marco Lillo), Chiarelettere 2009.Con Marco Travaglio e Pino Corrias firma il blog “Voglio scendere”, che è tra i primidieci più visitati in Italia.

Antonella Mascali, cronista giudiziaria di Radio Popolare, ha mosso i primi passi nelgiornalismo quando era ancora al ginnasio, alla redazione de «I Siciliani», il mensilefondato da Pippo Fava, ucciso il 5 gennaio 1984 a Catania.Si è trasferita a Milano, nonostante l’amore per il mare e la sua città, si è laureata inScienze politiche all’Università Statale con una tesi sperimentale in sociologia eco-nomica, Le associazioni di interesse: il caso del movimento antiracket di Capo D’Or-lando, ed è diventata giornalista.Come inviata di Radio Popolare a Palermo ha seguito i fatti più tragici degli anni No-vanta: l’omicidio di Libero Grassi, le stragi di Capaci e via D’Amelio.Tra i processi più importanti della storia recente d’Italia ha seguito, a Palermo, quelloa Giulio Andreotti, Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro.A Milano, quello a Silvio Berlusconi, David Mills, Cesare Previti e per l’omicidio delcommissario Luigi Calabresi.

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«Il processo? Meno se ne parla, meglio è» 3

Prima parte. L’inchiesta, i protagonisti

I diritti del Cavaliere 9L’inchiesta degli ultimi giapponesi 9 - Il padrone di Sceptre House 12 -Una gigantesca caccia al tesoro 16 - Il ritorno del Caimano 18 -Guerra frontale alla giustizia 21 - A piedi uniti nelle inchieste 32 -I due gioielli di Berlusconi 35 - Un’evasione da film 38

Fermate quell’indagine! 41La democrazia liberale di Berlusconi 41 - Un amico al ministero 44 -Curiosando tra le carte 48 - Agrama, chi era costui? 50 - Un amico allaCasa Bianca 52 - Cirielli libera tutti 54 - Un’amnistia mascherata 58

Il segreto di David 61Giuro di non dire la verità 61 - Gli incontri con Silvio 62 - La mega-mazzetta a Craxi 66 - Il memoriale di Vanoni 70 - L’onore di Berlu-sconi 75 - La lettera confessione 78 - Il testimone comprato 81 - Dieciore in Procura 86

La bugia come metodo 89La falsa dichiarazione al fisco 89 - La ritrattazione 91 - I soldi degli altri94 - Arrivano gli 007 96 - Violato il segreto investigativo 99 - Gli amicidi David 102 - Un processo a ostacoli 103 - Silenzio stampa 105 - Il cla-more mediatico 107 - La nuova accusa 109 - «A porte chiuse» 113 - CaroPresidente Schifani 115 - Il Lodo Alfano 120 - L’ultima ricusazione 122- «Berlusconi l’impunito» 125 - Premier corruttore, nazione infetta 128

Sommario

Page 14: Il regalo di Berlusconi

Foto di gruppo con processo 132Gandus, la giudice «rossa» che condannò Mario Capanna 132 - Cac-cialanza, un cattolico praticante in tribunale 134 - Dorigo, la togafuori dalle correnti 136 - De Pasquale, il pm che litigava con Di Pie-tro 137 - Chersicla, la consulente che perquisì Mills 141

Seconda parte. La sentenza

Svolgimento del processo 147

La falsità delle testimonianze 153Premessa 153 - La deposizione resa da David Mills nel procedimento n.1612/96: processo denominato Fininvest-Guardia di Finanza 155 - Ladeposizione resa da David Mills nel procedimento n. 3510+3511/96:processo denominato All Iberian 166

Le singole contestazioni di falso e reticenza 188La proprietà delle società offshore del c.d. Gruppo Fininvest B 188 -Le carte scomparse 193 - I beneficiari economici di Century One eUniversal One e i rapporti di Paolo Del Bue con la famiglia Berlu-sconi 201 - Il c.d. dividendo Horizon 211 - L’indagine del fisco e lesterline di Berlusconi 228 - Il colloquio telefonico 245

Il regalo 254I seicentomila dollari di Mister B 254 - La confessione 268 - La ritrat-tazione 279 - Alla ricerca dell’alibi 290

Le consulenze tecniche del pm e delle difese 300Premessa generale 300

Considerazioni conclusive 302Considerazioni finali sulle consulenze 302 - Valutazione della confes-sione 309 - Conclusioni 318 - La corruzione in atti giudiziari 324

La decisione 327Il trattamento sanzionatorio 327 - Il risarcimento del danno 328

Appendice 333La memoria difensiva di Mills

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il regalo di berlusconi

«Tutti gli animali sono uguali, ma qualcheanimale è più uguale degli altri.»

George Orwell

«Una volta un giudice giudicòchi aveva dettato le leggi.

Prima cambiarono il giudice.E subito dopo la legge.»

Fabrizio De André

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Gli autori ringraziano Gianni Barbacetto, Leo Sisti,Marco Travaglio, Giulia Alliani, Luigi Ferrarella, Laura, Olga.

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«Il processo? Meno se ne parla, meglio è»

Nicoletta Gandus ci mette meno di tre minuti per leggere la sen-tenza. Un colpetto di tosse, un’occhiata ai giudici a latere, LorettaDorigo e Pietro Caccialanza, due cattolici praticanti non iscritti anessuna corrente, che adesso hanno lo sguardo fisso su un pubblicoper una volta più numeroso del solito, e il Presidente della X sezio-ne penale dice: «In nome del popolo italiano il Tribunale, visti gliarticoli 533, 535 c.p.p., dichiara Mills Mackenzie Donald Davidcolpevole del reato a lui ascritto e lo condanna alla pena di anni 4,mesi 6 di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Vi-sto l’articolo 29 c.p. dichiara Mills Mackenzie Donald David inter-detto dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Visti gli articoli538 e seguenti del c.p.p. condanna Mills Mackenzie Donald Davidal risarcimento del danno in favore della parte civile costituita, dan-no che liquida in successivi euro 250.000».

Il processo per la corruzione giudiziaria del testimone DavidMills finisce così. Alle 15,35 di un freddo martedì d’inverno, men-tre le televisioni e i giornali parlano solo della vittoria del Pdl nelleelezioni regionali sarde e delle conseguenti dimissioni da segretariodel Partito democratico di Walter Veltroni. È il 17 febbraio 2009.Dall’arresto di Mario Chiesa, il presidente socialista della Bagginache con le sue confessioni diede il via al ciclone di Mani Pulite, so-no passati esattamente diciassette anni. Ma anche se il verdettoMills chiude quel ciclo – furono le indagini su Tangentopoli a sco-perchiare il sistema occulto delle società offshore della Fininvestgestito dall’avvocato – in pochi vogliono accorgersene.

Lentamente, la piccola aula al piano terra del Palazzo di Giustiziadi Milano si svuota. Scarsi i commenti, quasi nulli i servizi nei tele-

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giornali. Il portavoce di Forza Italia, l’ex radicale Daniele Capezzo-ne che solo fino a un anno e mezzo prima militava nel centrosini-stra, parla di «sentenza a orologeria». Gli avvocati parlamentari delpremier Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella gridano contro il ver-detto «annunciato». Il capogruppo del Pdl alla Camera, FabrizioCicchitto, difende l’imputato. «Certamente – dice – Mills ha paga-to a caro prezzo il fatto di essere a suo tempo associato nel processocon Silvio Berlusconi. C’era la prova dell’inesistenza del reato dicorruzione che è stata ignorata.» Nell’opposizione, attonita per l’en-nesima sconfitta elettorale, si registra un unico intervento di rilievo.Quello del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che dice:«Se Mills è stato condannato in quanto corrotto significa che c’èanche un corruttore. In un paese normale il presidente del Consi-glio avrebbe già rassegnato le dimissioni. Qui invece se corrompiun testimone vai a fare il presidente del Consiglio».

Ma l’Italia non è più un paese normale. Forse non lo è mai stato.E per rendersene conto basta guardare il Tg1 delle venti che non haneppure mandato in tribunale una sua troupe. La Rai ha così com-prato le immagini da una rete concorrente, ma la notizia della con-danna in primo grado di quello strano professionista inglese, spo-sato con un ministro del governo laburista, e addomesticato, se-condo l’accusa, dal presidente del Consiglio italiano in carica conuna tangente di 600mila dollari, non entra nei titoli di apertura.Non annunciato, il pezzo va in onda solo alle 20,20, quasi in chiu-sura del telegiornale diretto da Gianni Riotta.

«Questo è un processo di cui meno si parla e meglio è per il no-stro assistito», avevano detto qualche mese prima Ghedini e PieroLongo, intervenendo come sempre in aula un po’ nelle vesti di av-vocati del premier e un po’ in quella di parlamentari del Pdl. Ma laloro frase, più che una richiesta, era stata una constatazione.

Perché, intanto, del dibattimento non diceva niente (o quasi)nessuno. A parte Berlusconi, s’intende. Lui sì che ne parlava. Dicontinuo. Lo aveva fatto, per esempio, in settembre durante unachiacchierata con Bruno Vespa in cui aveva definito le udienze«uno spreco di denaro da parte delle toghe rosse». E lo aveva fattosoprattutto il 16 giugno 2008 in una lettera indirizzata al presiden-te del Senato, Renato Schifani.

«Ho preso visione della situazione processuale e ho potuto con-

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statare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un so-stituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediati-ci e politici, in ciò supportato da un tribunale anch’esso politicizza-to e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria», aveva scritto ilpremier. Poi aveva annunciato la presentazione di una nuova appo-sita legge che, come era già accaduto nel 2003 durante il suo prece-dente governo, lo avrebbe di lì a poco reso improcessabile per tuttala durata del mandato: il Lodo Alfano, dal nome del giovane mini-stro della Giustizia, Angelino Alfano.

Era stato allora che la posizione di Berlusconi era stata stralciatada quella dell’avvocato inglese, rendendo il caso Mills un unicumnel suo genere. Due imputati, ma un solo condannato: il presuntocorrotto. Perché l’altro, l’uomo che secondo la procura e il tribuna-le lo aveva pagato per tacere, nel frattempo ha fatto carriera. È di-ventato presidente del Consiglio, lo ha voluto il popolo. E il popo-lo, si sa, è il miglior giudice: chiedete a Barabba e a Gesù Cristo.

Eppure sarebbe bastato conoscerlo questo processo per scoprireche dentro c’è un pezzo importante della storia italiana o almenodell’impero del Cavaliere (che, per molti versi, è la stessa cosa).Quasi vent’anni in cui, come leggeremo nelle motivazioni dellasentenza pubblicate al termine di questo saggio, «l’avvocato Millsha agito certamente da falso testimone [...] per consentire a SilvioBerlusconi e alla Fininvest l’impunità dalle accuse o almeno il man-tenimento degli ingenti profitti [...] realizzati attraverso [...] opera-zioni illecite». Una cortina fumogena continua, un incessante depi-staggio delle indagini, a partire da quelle storiche di Mani Pulite,che ha permesso al leader del Pdl di diventare per almeno due vol-te presidente del Consiglio.

Sì, perché è questa l’importanza delle bugie di Mills. Senza i suoigiri di parole, senza i suoi calcolati vuoti di memoria, senza le suemenzogne, Berlusconi, secondo i giudici, non sarebbe stato assoltonel processo Fininvest-Guardia di Finanza, quello per cui gli fu in-viato il suo primo invito a comparire nel lontano 1994. Sarebbestato condannato per quelle tangenti versate ai militari: esattamen-te come è accaduto a Salvatore Sciascia, il direttore centrale dei ser-vizi fiscali Fininvest che, dopo una sentenza definitiva per corru-zione, nel 2008 è stato premiato dal suo datore di lavoro con unanomina a parlamentare.

«Il processo? Meno se ne parla, meglio è» 5

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Ma la storia non si fa con i se. La storia si fa da sola, e con i fatti.E allora noi questi fatti abbiamo deciso di raccontarveli tutti, met-tendoli in fila a uno a uno, documento dopo documento, testimo-nianza dopo testimonianza. Partendo dall’inchiesta sui bilanci diMediaset e sulle evasioni fiscali miliardarie delle società del pre-mier, per arrivare poi alla vicenda Mills. Due indagini e due pro-cessi che il capo del governo ha tentato di bloccare in ogni modo:con leggi su misura, norme incostituzionali, interventi poco orto-dossi (si fa per dire) del ministero della Giustizia, dei servizi segreti.E, persino, di Berlusconi in persona, sorpreso a cena a metà mag-gio 2009 con il ministro Alfano e due giudici della Consulta, l’or-ganismo che il 6 ottobre dovrà decidere la sorte di quel Lodo che loha reso un cittadino diverso dagli altri.

Anche per questo sul caso Mills buona parte dei media hannomesso il silenziatore. Anche per questo tanto fango e tante bugiesono state riversate su magistrati, giornalisti e avversari politici, suipochi che tentavano di dire quello che non doveva essere detto.

Il processo all’avvocato inglese pone, infatti, un problema. Spin-ge a chiedersi che cos’è davvero la democrazia. Basta il voto, più omeno libero, perché un paese possa definirsi democratico? Oppurela democrazia è qualcosa che a che fare non solo col modo con cuisi sceglie chi sta al potere, ma anche col modo con cui si controllachi sta al potere? Perché, come diceva Montesquieu, «il potere cor-rompe, e il potere assoluto corrompe assolutamente». O, in Italia,si trasforma in corruttore.

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Peter Gomez è inviato del settimanale “L’espresso” ecura con Corrias e Travaglio il fortunato blog VOGLIOSCENDERE. Collabora con la rivista “Micromega”. Èautore di molti libri di successo, tra cui REGIME,INCIUCIO, MILLE BALLE BLU (con Marco Travaglio,Bur); I COMPLICI (con Lirio Abbate, Fazi); MANI SPORCHE(con Gianni Barbacetto e Marco Travaglio, Chiarelettere);SE LI CONOSCI LI EVITI (con Marco Travaglio, Chiare-lettere); BAVAGLIO e PAPI (con Marco Lillo e MarcoTravaglio, Chiarelettere).Antonella Mascali è cronista giudiziaria a RadioPopolare di Milano. Ha esordito sulla rivista “I Siciliani”di Catania. Nel 2007 ha vinto il Premio cronista GuidoVergani. Per Chiarelettere ha scritto LOTTA CIVILE(2009), che ha vinto il premio Com&Te Cava-Costad’Amalfi.

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IL REGALO DI BERLUSCONI

15,00

“MILLS HA AGITO CERTAMENTE DA FALSO TESTIMONE.DA UN LATO PER CONSENTIRE A SILVIO BERLUSCONI EAL GRUPPO FININVEST L’IMPUNITÀ DALLE ACCUSE OALMENO IL MANTENIMENTO DEGLI INGENTI PROFITTIREALIZZATI ATTRAVERSO OPERAZIONI SOCIETARIE EFINANZIARIE ILLECITE. DALL’ALTRO PER PERSEGUIRE

IL PROPRIO VANTAGGIO ECONOMICO.”

Dalla sentenza di condanna in primo grado di DavidMills, 17 febbraio 2009, all’interno del libro. Nicoletta

Gandus Presidente, Pietro Caccialanza Giudice,Loretta Dorigo Giudice

IL REGALO DIBERLUSCONICOMPRARE UN TESTIMONE, VINCEREI PROCESSI E DIVENTARE PREMIER.LA VERA STORIA DEL CASO MILLS

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