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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Giugno 2015 - numero 83 www.lapianura.it Se maggio è stato il mese in cui si è pagata la TARI (la tassa sui rifiuti), giugno è il mese della IMU e della TASI. Tutto si potrà dire degli italiani, ma non si potrà sostenere che non siamo fantasiosi nell’inventare le sigle della tasse. Comunque sia, alle famiglie italiane toccherà versare per la TASI 2,3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi graverà sui proprietari per l’abitazione principale. Nessun governante si preoccupa del fatto che per un numero sempre più cosistente di famiglie l’impatto di IMU e di TASI provocherà una voragine nel proprio bilancio. Poco importa delle conseguenze di un prelievo forzoso sui magri redditi delle famiglie. L’unica cosa che conta è una sola: i conti pubblici devono essere salvi. Poco importa se alla fine, i bilanci pubblici altro non sono che la sommatoria dei bilanci delle famiglie. L’importante è che i conti pubblici siano salvi (si fa per dire, visto lo stato comatoso della finanza pubblica). A questo punto ci permettiamo una piccola provocazione. Se i pensionati compresi tra quelli che ricevono una pensione da tre a sei volte il minimo saranno beneficiati in agosto da un bonus da Renzi pari a un ottavo di quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte costituzionale, perchè a loro volta non potranno versare agli Enti comunali un bonus pari a un ottavo di quello che dovrebbero pagare? Non sarebbe altro che porre sullo stesso piano i bilanci pubblici con quelli famigliari. Ovvero, porre la gente comune sullo stesso piano dello Stato, che altro non è che la sommatoria di tutta la gente. Siamo certi che sarà fiato sprecato. Tuttavia, non è possibile che ci sia qualcuno che non abbia intaccato il diritto acquisito e che la stragrande maggioranza degli italiani non abbia diritto a difendere i propri diritti acquisiti. Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova (Bs) Stampa: Tiber spa - Brescia Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Manerbio pag 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Manerbio » 6 Cigole e Pavone Mella » 7 Territorio » 8 San Gervasio » 9 Offlaga - Dialetto » 10 Milzano edOrzinuovi » 11 Pontevico » 12 Pontevico » 13 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 Rubriche » 16 FIDATI DEL SORRISO BAGNOLO MELLA VIA GRAMSCI, 153/A GHEDI VIA XX SETTEMBRE, 78 PONTEVICO VIA XX SETTEMBRE, 79 C O P O O R O P R E Z O C I A R O M R H Z IL PIACERE DELL’ORO NELLE NOTTI D’ESTATE LIBERI DI ENTRARE, GUARDARE, COMPRARE, VENDERE... GIOIELLI CON DIAMANTI www.comprooro-prezzochiaro.com facebook.com/comprooroprezzochiaro Il Cristo Redentore che con la destra benedice l’Universo mentre la sinistra è appoggiata sul Mondo; da una parte lo splendore del Sole, nell’altra il biancore della Luna; altri fregi richiamano lo sviluppo della Natura; il cielo stellato si perde nell’Infinito. E’ la tematica che Mario Tambalotti, artista manerbiese, ha inserito nel dipinto su tavola a tempera con colla di pesce, una lunetta destinata all’ingresso della cappella dell’ospedale di Manerbio alla quale è assegnato il titolo “Il Redentore” e nella quale è evidenziata la regalità del Cristo. vedi a pagina 3 Il Redentore nell’opera di Mario Tambalotti

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Giugno 2015 - numero 83

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Se maggio è stato il mese in cui si è pagata la TARI (la tassa sui rifiuti), giugno è il mese della IMU e della TASI.Tutto si potrà dire degli italiani, ma non si potrà sostenere che non siamo fantasiosi nell’inventare le sigle della tasse.Comunque sia, alle famiglie italiane toccherà versare per la TASI 2,3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi graverà sui proprietari per l’abitazione principale.Nessun governante si preoccupa del fatto che per un numero sempre più cosistente di famiglie l’impatto di IMU e di TASI provocherà una voragine nel proprio bilancio.Poco importa delle conseguenze di un prelievo forzoso sui magri redditi delle famiglie.L’unica cosa che conta è una sola: i conti pubblici devono essere salvi.Poco importa se alla fine, i bilanci pubblici altro non sono che la sommatoria dei bilanci delle famiglie.L’importante è che i conti pubblici siano salvi (si fa per dire, visto lo stato comatoso della finanza pubblica).A questo punto ci permettiamo una piccola provocazione.Se i pensionati compresi tra quelli che ricevono una pensione da tre a sei volte il minimo saranno beneficiati in agosto da un bonus da Renzi pari a un ottavo di quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte costituzionale, perchè a loro volta non potranno versare agli Enti comunali un bonus pari a un ottavo di quello che dovrebbero pagare?Non sarebbe altro che porre sullo stesso piano i bilanci pubblici con quelli famigliari.Ovvero, porre la gente comune sullo stesso piano dello Stato, che altro non è che la sommatoria di tutta la gente.Siamo certi che sarà fiato sprecato.Tuttavia, non è possibile che ci sia qualcuno che non abbia intaccato il diritto acquisito e che la stragrande maggioranza degli italiani non abbia diritto a difendere i propri diritti acquisiti.

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania BrunelliEdizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova

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Ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

FIDATI DEL SORRISOBAGNOLO MELLAVIA GRAMSCI, 153/A

GHEDIVIA XX SETTEMBRE, 78

PONTEVICOVIA XX SETTEMBRE, 79

CO

P O ORO

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IL PIACERE DELL’ORONELLE NOTTI D’ESTATE

LIBERI DI ENTRARE,GUARDARE, COMPRARE, VENDERE...

GIOIELLI CON DIAMANTI

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Il Cristo Redentore che con la destra benedice l’Universo mentre la sinistra è appoggiata sul Mondo; da una parte lo splendore del Sole, nell’altra il biancore della Luna; altri fregi richiamano lo sviluppo della Natura; il cielo stellato si perde nell’Infinito. E’ la tematica che

Mario Tambalotti, artista manerbiese, ha inserito nel dipinto su tavola a tempera con colla di pesce, una lunetta destinata all’ingresso della cappella dell’ospedale di Manerbio alla quale è assegnato il titolo “Il Redentore” e nella quale è evidenziata la regalità del Cristo. vedi a pagina 3

Il Redentore nell’operadi Mario Tambalotti

Pag . 2 Luglio-Agosto 2014

Pag . 3ManerbioGiugno 2015

GEMELLAGGIO = Il sindaco Samuele Alghisi, gli assessori: Fabrizio Bosio, Paola Masini e Giandomenico Preti; i consiglieri, Marco Olivetti e Marica Fornari, accompagnati dal comitato, costituita da Diego Bambini, Martina Ricciardiello e dal presidente Gabriella Arici, hanno raggiunto Saint Martin de Crau, il comune della Provenza col quale il 25 luglio sarà sancito il gemellaggio dei manerbiesi. Invitati dal sindaco della cittadina francese i nostri hanno partecipato alla «Festa di primavera». I manerbiesi dichiarano di credere fermamente nel valore di queste iniziative per dimostrare come l’Unione Europea possa essere un’occasione di crescita e sviluppo per i nostri territori e per i nostri cittadini». Al loro rientro i nostri hanno ricevuto in dono un cuscino imbottito con la lana delle pecore locali, presenti anche sullo stemma del paese - e con i nomi dei nostri paesi ricamati a mano. Noi potremo ricambiare con i simboli di Manerbio: una mano che stringe un fascio d’erba com’è nello stemma della città dove un tempo si lavorava la lana per ricavarne tessuti di prima qualità. Altri tempi...

TRASPARENZA = Massimo Boninsegna, Ferruccio Casaro, Cristina Cavallini, Roberto Gottani e Alberto Zucchi esponenti della minoranza nel consiglio

comunale di Manerbio hanno chiesto “un locale attrezzato con un pc per accesso allo storico informatico inerente atti pubblici”. Dalla maggioranza “Patto civico” voto contrario. Il leghista Casaro: “E’ passato un anno da quando lo abbiamo chiesto al sindaco, ma voi non siete in grado di prendere una decisione riguardo un accesso a internet in sette giorni. Noi consiglieri di minoranza invece dobbiamo capire e votare ed esprimerci su questioni importanti e complicate come l’affidamento per la raccolta differenziata per 12 anni a “Garda Uno”, in soli cinque giorni... Complimenti!”.

MIASMI = Il 20 maggio quelli dell’argine hanno scritto. “Anche questa sera la puzza della roggia Luzzaga è a dir poco insopportabile. Di questo passo il livello della merda (scusate il francesismo) depositata e consolidata straripa. Le rassicurazioni fornite dall’amministrazione sono ancora lettera morta ! Non si capisce cosa il consorzio, stia aspettando per procedere alla pulizia e far scorrere l’acqua una volta per tutte. Visto che questo era l’impegno assunto! Il tempo e la pazienza si stanno esaurendo, quindi se entro

inizio prossima settimana non noteremo segnali concreti ci toccherà per forza di cosa procedere con esposto alla Procura della Repubblica, all’Asl e all’Arpa, ma soprattutto avremo come ospite, udite udite, il Gabibbo di Strisca la notizia. Chissà che ..” Dopo giorni d’attesa, il 23 maggio: “Buone notizie finalmente. L’acqua sta scorrendo in quantità sufficiente per coprire lo schifo che c’è sotto. L’odore benchè ridotto, cosi almeno pare questa mattina, rimane comunque”. A seguire intanto: “ Foto scattata da un Manerbiese ....L’argine è pieno di sorprese! Le nutrie sono arrivate fino a qui e tra poco potremo godere della loro compagnia nei nostri giardini! Grazie ai verdi, agli animalisti smisurati, insomma.....grazie a tutti quelli che, prima di ogni loro idea, si sono dimenticati del BUONSENSO!

GABELLE = Qualcuno deve spiegare perché sia meglio cambiare l’auto ogni tre anni piuttosto che spendere in un’abitazione. Le auto, nella grande maggioranza, sono prodotte all’estero. La manodopera e il materiale con cui viene costruita e mantenuta un’abitazione, sono italiani per la maggior parte. Purtroppo con Renzi

& sorci vari la casa è destinata ad essere espropriata nel nome della socialità della redistribuzione e dei patti generazionali, come le pensioni che fanno testo in questi giorni. La regaleremo a chi non l’ha: ai giovani immigrati non ai nostri figli o nipoti. Siamo sfruttatori dicono il premier abusivo boy scout che nessuno ha votato se non quelli della sua cricca. In Russia Putin ha regalato ai cittadini il terreno per costruire la loro dacia. Sono stato a Cuba e mi hanno detto che è proibito possedere più di due case: una in città e l’altra al mare. In Italia stiamo peggio di Cuba: da noi è proibito averne più d’una, perché per l’altra ci sono solo tasse, gabelle pesanti.

VANDALI = Per dimostrare la loro forza bruta ignoti hanno spezzato una delle panchine in marmo sul Piazzolo. Che ne avranno ricavato? Un gesto per dimostrare la loro forza bruta agli amici?. Bravi cretini!

STATE SERENI

DALLA PRIMA PAGINAE’ un’opera d’arte che valorizza la chiesetta, costruita dai coniugi Valsecchi in memoria dei figli morti in guerra, nella quale sono custodite decorazioni ed allegorie progettate da Oscar di Prata nel 1954 il quale richiamandosi parzialmente alla Trasfigurazione di Raffaello, ha lasciato un dipinto che è raro esempio del suo stile in seguito mutato nella rappresentazione espressionista nella quale il Nazareno al

centro circondato da malati in cerca di cura. Di efficace resa cromatica è la nuova opera di Mario Tambalotti inaugurata con la Messa concelebrata dal vescovo emerito di Lodi mons. Giacomo Capuzzi e don Franco Tambalotti, fratello di Mario, con l’assistenza di don Paolo Gregorini e del diacono Piero Longini. Tra il pubblico dei fedeli l’arciprete mons. Tino Clementi che ha partecipato alla cerimonia alla quale sono intervenuti famigliari ed amici dell’artista.

Nella sala di rappresentanza del comune di Manerbio, in palazzo Bagni, a fianco del gonfalone comunale nel quale spicca lo stemma della comunità, una mano che stringe un fascio d’erba, spiccava la scritta su fondo giallo: “BBS, la svolta, progetto Manerbio Bassano”. Significa che i due paesi confinanti coinvolti nella società del comune, Bbs appunto, hanno trovato la quadra per rimediare al bilancio in perdita di un milione di euro che si trascina da anni, da quando la società è stata fondata una decina d’anni fa, e fare in modo che nove dipendenti ancora a libro paga possano mantenere una occupazione anche in futuro, senza il rischio, quindi, di restare disoccupati. Per qualcuno il progetto somiglia ai comportamenti di uno nobiltà decaduta che per mantenere un prestigio sociale conquistato dagli antenati vendono i gioielli di famiglia. E

la rete del gas fu progettata e realizzata da amministratori che quando Manerbio era solo un paese (oggi è assurto a città) ora va sul mercato. E’ una operazione che il liquidatore della Bbs, dottore Alberto Papa, ed i sindaci Samuele Alghisi, di Manerbio, e Gianpaolo Seniga di Bassano Bresciano cercano di spiegare che quella che a prima vista sembra “un’operazione del tubo” è destinata a liberare da ulteriori oneri una società nella quale il passivo supera l’attivo, come dimostra il paziente lavoro di Gianni Fogazzi, incaricato della tenuta dei conti, il quale ha minuziosamente analizzato e specificato la situazione.La conferenza stampa è stata organizzata ricorrendo ad una agenzia milanese che ha diramato gli inviti a partecipare, ma si è ben guardata di fornire ed illustrare in termini appropriati l’operazione realizzata su complicate disposizioni di legge che

regolamentano la materia delle oltre 8mila società pubbliche partecipate sul territorio nazionale. Manerbio tra queste società conta anche la Bbs nella quale le quote sono

divise tra le due comunità una delle quali, quella di Bassano Bresciano, da tempo aveva chiesto di eliminare. Ed ora pare che si sia arrivati alla fase finale.

I bilanci sono un disastro e per la BBS arriva la fase finale

Pag . 4 Manerbio Giugno 2015

La 39esima edizione del «Trofeo Dimmidisì» è programmata dal 24 e il 30 agosto prossimo e sarà intitolato alla memoria di Antonio Savoldi e Marco Federico Cò. La manifestazione è stata presentata in municipio e Gianni Saldini, che in passato l’ha avviata, nonostante il ridimensionamento del budget sceso dai 100mila ai 50mila dollari afferma: «Era importante ripartire tanto per il torneo quanto per i manerbiesi. Un sogno divenuto realtà grazie anche alla collaborazione dei numerosi volontari che si alterneranno durante le giornate di gara e degli sponsor che hanno reso possibile il montepremi». Alla presentazione a fianco del sindaco Samuele Alghisi ed all’assessore allo sport Fabrizio Bosio, sono intervenuti esponenti della federazione regionale tennis, giocatori che delle gare sono stati tra i protagonisti, e il presidente di Linea Verde, Giuseppa Battagliola che, anche a nome del fratello Domenico col quale ha

fondato l’azienda e porta avanti la gestione, ha confermato il sostegno già erogato nelle edizioni precedenti grazie al quale il torneo Challager Apt può ripartire. Tra il pubblico visibilmente commossi per la memoria dedicata ai loro congiunti il padre di Marco Federico Cò, signor Giacinto, e la sorella di Antonio Savoldi che da colonnello pilota, rimase vittima in un incidente di volo sulla pista di Decimomannu il 5 luglio 1973; Marco Federico Cò, maggiore pilota del 156° storma dell’arma azzurra, precipitò col suo velivolo nel mare di Porto Empedocle il 20 agosto del 1999; risiedeva con la famiglia a Gioia del Colle e la città gli ha intitolato una via del centro storico. Le loro salme sono tumulate nei cimiteri si Verolanuova e di Manerbio. Dedicare loro una manifestazione sportiva significa rendere omaggio alla loro dedizione di militari al servizio della Nazione, con serietà professionale consapevoli del loro ruolo e di correre rischi per la loro vita.

39° Torneo Dimmidisì

Ospiti della Solat di Castelletto di Leno gli associati all’Ucid (unione cattolica imprenditori e dirigenti) della Bassa Bresciana per la riunione mensile che ogni volta porta gli iscritti a conoscere le realtà produttive della pianura. Nella sede del caseificio ai partecipanti è stata offerta l’occasione per conoscere alcuni dei nove produttori di latte che attualmente costituiscono la società fondata nel 1960 per la raccolta e lavorazione del latte nei comuni di Leno, Bagnolo Mella e Manerbio. Dagli iniziali 80 quintali al giorno conferiti nel caseificio di Porzano la cooperativa è passata gradatamente ai mille quintali giornalieri che hanno consentito lo sviluppo e la costruzione di un nuovo caseificio spostando la sede da Porzano a Castelletto di Leno. Sono informazioni fornite dal presidente della cooperativa, Paolo Bonometti nel relazionare della situazione economica dell’impresa nella quale sono occupati 26 dipendenti, che producono circa 180 forme di grana al giorno per un fatturato nel 2014 di 24 milioni di euro di ricavi compresi i sottoprodotti (panna da cucina e siero in parte ritirato da azienda tedesca del settore cosmetici mentre il resto è destinato all’alimentazione di suini). La cooperativa nel 2014 ha liquidato ai soci 47 centesimi di euro al chilo di latte prodotto nelle loro stalle. Un risultato tra i migliori, se non unico paragonato ai bassi ricavi di altre

cooperative, in un settore che purtroppo subisce i contraccolpi costretto a subire la concorrenza con altri paesi europei nei quali i costi sono nettamente inferiori a quelli italiani.In proposito Luigi Barbieri, presidente della Federazione di prodotti lattiero caseari di Confagricoltura, tra i relatori della riunione, commentando le preoccupazioni dei dodici mesi passati riferisce: “Sicuramente quanto raggiunto il 30 luglio dell’anno scorso è un risultato che, almeno fino a fine anno, ha rasserenato in parte i produttori di latte italiani. Rimangono però tutte le preoccupazioni di un mercato instabile e con costi elevati dei mezzi di produzione. Non va dimenticato che l’anno scorso c’è stata un’impennata dei costi delle principali materie prime in media dal 20 al 40%, soprattutto per la soia, rimanendo elevati anche nel primo semestre del 2014”. Per non parlare degli oneri esagerati di tasse anche in agricoltura.Una riunione dell’Ucid Bassa Bresciana quindi che ha affrontato problemi della ruralità preceduta dalla relazione del presidente Giuseppe Pozzi e conclusa con riflessioni dell’assistente ecclesiastico don Daniele Saottini che ha celebrato la Messa nei locali della Solat. Tra le attività dell’Ucid Bassa Bresciana sono programmate alcune iniziative nel mese di giugno: il 2 una biciclettata al santuario di Corticelle Pieve, la visita all’Expo il 12 giugno.

Alla Solat la riunione mensile dell’Ucid

“Chi legge esce dal gregge” un invito alla lettura degli allievi e degli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Manerbio in collaborazione con la civica biblioteca i quali ieri mattina hanno sfilato per le strade ed affollato le piazze sventolando libri.In testa la piccola banda musicale in

costume per concludere le iniziative del “Maggio dei libri.Leggere fa crescere 2015”. Molte iniziative che hanno coinvolto ragazzi ed adulti testimoni di incursioni musicali e flashmob “Chi legge esce dal gregge”.

Invito alla lettura

Terza edizione della festa “Noi con voi per Manerbio” rete delle associazioni che presentano “Rinascita manerbiese”, recuperando una dicitura del gruppo che nel dopoguerra diede vita a una serie di manifestazioni fieristiche. Sede delle iniziative proposte il 5,6,7 sarà lo stadio comunale Grazioli. Avvio venerdì 5 giugno alle ore 21,30 con lo spettacolo “Pino e gli anticorpi” da Colorado. Nel calendario altro appuntamento è nella giornata di sabato 6 giugno: ore 13 gimcana in bici per alunni delle classi elementari che saranno premiati da volontari Abio in Pediatria; ore 16,30 torneo di pallavolo mentre alle 17 si avvia il torneo di calcio; ore 19 musica dal vivo e dj Appia; ore 20,30 la finale di champions league Barcellona-Juventus su maxischermo. Domenica 7 giugno mattinata con il raduno di auto d’epoca e alle 11,30 aperitivo in palazzo Cigola-Mart inoni

a Cigole; alle ore 14 la gimcana storica con moto e auto d’epoca; ore 17 finale torneo di calcio; ore 19,30 al Dopolavoro aperitivo con Marco della Noce; ore 21,30 al campo sportivo lo spettacolo di chiusura direttamente da Zelig.All’area dello stadio ingresso libero fino alle ore 20: € 5,00 per assistere agli spettacoli.

Noi con voi per Manerbio,tre serate allo stadio Grazioli

Pag . 5ManerbioGiugno 2015

Manerbio è in posizione pressoché intermedia sulla direzione Brescia-Cremona e all’incrocio con un’ulteriore arteria est-ovest e in immediata prossimità del fiume Mella. L’abitato era attraversato in senso nord-sud dalla via detta Brixiana o Cremonensis a seconda della direzione in cui veniva percorsa e il cui tracciato è rimasto pressoché inalterato fino ad oggi.La via Brixiana è in dialetto chiamata Stradù ed è coincidente con il vecchio tracciato della strada statale numero 45 bis.Manerbio sorge su un incrocio tra il cardo della centuriazione romana (Stradù) e il decumano (le attuali vie XX settembre, Roma e San Faustino).Su questo incrocio, grazie all’esistenza di un acrocoro, sorgeva il castello, lambito a nord dal fiume così da avere una prima difesa naturale.Nel corso dei secoli il fiume si è spostato fino a stabilizzarsi con l’attuale alveo creando un’area lamiva e paludosa, che in questo estimo è attraversata da due contrade: quella delle Lamme e quella dello Zanaiolo.I due toponimi rendono correttamente lo stato dell’area in questione.L’abitato, all’esterno del borgo fortificato, si forma in due distinti nuclei;- lungo il decumano collocandosi sul ciglio dell’alveo del fiume Mella;- lungo la via Brixiana.Si sviluppa, dunque, secondo il modello di una città lineare, prima con la contrada di Breda (le attuali vie Roma e San Faustino) comprendendo l’area tra la contrada ed il ciglio del paleo alveo, poi con il tratto

dell’attuale via XX settembre esistente dalla porta occidentale del castello al Piazzolo.Solo in epoca successiva si procederà all’edificazione del lato meridionale della contrada di Breda e dell’attuale via San Martino.Lungo, invece, la via Brixiana si è sviluppato un nastro edificato sui due fronti, anche in ragione del fatto che l’intorno era paludoso.Infatti, la contrada che dalla piazza si dirige a sud era chiamata Cantarane, toponimo che indica una zona acquitrinosa.Lo stesso si può affermare per la contrada di Bellapiana il cui lato occidentale era il limite di un’altra area lamiva e paludosa.A sua volta il vicolo Castelletto ha un andamento in salita.Tutto ciò è determinato da un altro, anche se modesto, acrocoro originato sempre dal fiume Mella.Non è un caso che il Castelletto abbia, caso unico per quei tempi, la cantina sotto l’intero palazzo.Infatti, il muro meridionale della cantina era servito per metà altezza come muro di sostegno dell’acrocoro, per cui la realizzazione della cantina non ha comportato alcun scavo.Tutto ciò è riferito all’asse viario principale.In epoca medievale, tuttavia, si è creato un altro asse viario che andremo a definire come secondario.Essendo il primo tratto dell’attuale via XX settembre chiuso dalle due porte di accesso al castello, era indispensabile creare le condizioni per collegare la viabilità principale con la contrada di Insiano che era il risultato della fuoriuscita dal borgo fortificato delle attività artigianali.

Su questa contrada entreremo nel dettaglio nella scheda dedicatale.La soluzione adottata, pertanto, era una strada di circonvallazione ad occidente che si diramava dalla via Brixiana in corrispondenza dell’attuale Purtù, per poi instradarsi in direzione nord e, di fatto, parallela all’asse viario principale.Il punto d’incontro tra questa nuova strada ed il decumano veniva configurandosi come il secondo luogo centrale dell’abitato.Il primo, naturalmente, era la piazza, il secondo era il Piazzolo.Il diminutivo utilizzato lo subordinava nella gerarchia urbana alla piazza.Il Piazzolo diventava il fulcro, il centro della contrada di Insiano e da esso si diramavano tutte le strade occidentali dell’abitato.Si diramava pure la strada che dal Piazzolo si dirigeva verso nord, verso la “Madunina del Dom” nei cui pressi vi era il ponte sul fiume Mella che era il luogo in cui la via Brixiana superava il fiume.In questo modo i due assi viari, unificandosi, delimitavano una sorta di rettangolo.Questo impianto, nel corso dei secoli, aveva però perso un tratto importante, ossia quello che dal Piazzolo portava

alla “Madunina del Dom”, per cui si era venuto a delineare un declassamento del Piazzolo nei confronti della Strada Regale.In questo mutato contesto l’attuale Via San Martino era diventata la strada di collegamento tra l’asse viario ora principale (in dialetto detto Stradù) con il Piazzolo facendogli perdere il ruolo centrale che aveva avuto nel passato.Per il tramite della Strada Regale a nord si giunge a Bagnolo e a sud a Bassano.Dalla Strada Regale si dipartono le strade di collegamento con i paesi limitrofi posti a est.In corrispondenza del “Purtù” si innesta la

strada per Cigole che, a sua volta, genera la diramazione per San Gervasio.La Strada Regale per sorpassare il fiume abbandona il suo corso rettilineo che lo caratterizza e devia ad ovest identificandosi con l’odierna Strada Vecchia.Su questa deviazione si innesta la strada per Leno che è la prosecuzione del rettifilo e che, una volta superato il fiume mediante uno dei due punti esistenti, devia verso oriente in direzione di Leno.Dalla strada di Leno si dipartono due diramazioni, rispettivamente per Porzano e per Milzanello.Dalla Strada Regale si diparte un’altra arteria di notevole importanza ma che però non congiunge Manerbio con alcun paese.E’ la Contrada di Breda, il cui etimo è esplicito: è la strada che porta in aperta campagna.Le strade di collegamento con gli altri paesi si irradiano, come già detto, dal Piazzolo.Due sono le strade in questione.La prima, lambendo il fianco settentrionale della chiesa di San Rocco, conduce ad Offlaga e, mediante una sua diramazione, a Cignano.Con la seconda, proseguendo lungo la Contrada delle Moie, si giunge a Cadignano.La strada per Virola Alghise è una diramazione di questa seconda arteria e coincideva con la strada che conduce alla cascina Remondina, come pure quella per Breda Gambara è una seconda diramazione.All’interno di quest’impianto, ve n’era un altro che definiremo secondario e che era il tessuto connettivo dell’abitato.Questo impianto secondario era innervato dalle contrade, ma ne parleremo nel prossimo numero.

Michelangelo Tiefenthaler

L’evoluzione di Manerbio nel Medioevo

Pag . 6 Manerbio Giugno 2015

La figura del responsabile del personale, oggi denominato HR manager, è cambiata radicalmente nella moderna concezione delle imprese, diventando sempre più strategica e determinante per il raggiungimento degli obiettivi che la direzione generale si prefigge di realizzare.Fino a pochi decenni fa l’ufficio del personale, e quindi chi ne era a capo, era dedito quasi esclusivamente ad attività di direzione e amministrazione del personale Oggi non è più così, le imprese si servono sempre di più di consulenti esterni, a cui demandare la gran parte dei compiti di tipo esecutivo. Il ricorso all’outsourcing (esternalizzazione) è diventato una prassi che permette alle imprese di presidiare ciascun costo in modo preciso e comodo: pianifico quanto mi richiederà il consulente per le paghe, l’agenzia per il lavoro a cui mi rivolgerò per assumere lavoratori somministrati in caso di picco di attività, l’ente che mi certificherà la qualità (anche sotto il profilo dei processi lavorativi), l’ente che mi verificherà il rispetto delle norme di sicurezza, gli enti

che si occuperanno di organizzare per me i corsi di formazione dei dipendenti (magari utilizzando e rendicontando anche le risorse che ho accantonato in un fondo interprofessionale) e così via.Con l’avvento della globalizzazione, le aziende hanno iniziato a considerare le proprie risorse umane come un capitale da far crescere e rendere produttivo in modo da adattarsi rapidamente ai cambiamenti che il mercato richiede.In una situazione sempre più complicata in cui le aziende sono incalzate dal bisogno di competitività e innovazione, l’attenzione ai bisogni delle proprie risorse umane diventa un aspetto nodale. L’HR manager oggi, deve occuparsi della carriera dei lavoratori e dei loro bisogni, dal momento del proprio ingresso in azienda al momento dell’uscita. Valorizzare le risorse umane non è più solo una questione di premiare chi merita con un riconoscimento meramente economico, ma significa sempre di più offrire un percorso di crescita, personalizzato e diversificato.Comprendere le attitudini di ciascun

collaboratore significa posizionarlo nel giusto ruolo (con reciproca soddisfazione) e per far questo esistono nell’azienda efficaci sistemi di analisi della performance basati su una stretta interazione tra capi e collaboratori: l’HR manager deve imporre l’utilizzo di questi sistemi ed estrapolarne dati oggettivi che restituiscano soluzioni.Il mondo del lavoro odierno inoltre è fatto di individualismo, i lavoratori hanno in gran parte abbandonato il senso di appartenenza ad una “classe” e lo hanno sostituito con il bisogno di incremento della propria spendibilità sul mercato. In altre parole, la coscienza che il posto fisso non è più una certezza ha contribuito a creare nei lavoratori un senso di competitività inimmaginabile sino a un decennio fa.In quest’ottica, le relazioni sindacali sono diventate difficili e spesso l’HR manager, che tra le tante mansioni deve anche interagire con i sindacati, si trova a mediare tra posizioni inconciliabili: da un lato l’azienda che in tempi di crisi vede rafforzato il proprio potere contrattuale e dall’altro il sindacato che contestualmente

ha perso credibilità e consenso. In buona sostanza il ruolo dell’HR manager è sempre di più un ruolo di mediazione che richiede diplomazia, capacità di analisi e di problem solving. Per essere competitive le imprese moderne hanno bisogno di avere collaboratori partecipi, responsabili e coscienti del proprio ruolo e del proprio valore, ma sempre in un ottica di collaborazione e di team. In conclusione va detto che le aziende sono bravissime a valutare i costi derivanti da errori di produzione, in altre parole costi tangibili, ma spesso non sono in grado di quantificare la perdita economica che deriva dalla fuga di risorse umane strategiche e dei relativi costi intangibili.Avere un HR manager all’altezza della situazione è ormai un aspetto imprescindibile per qualsiasi azienda che voglia cercare di affrontare il mercato globale e rappresenta spesso la differenza tra successo e fallimento.

I nuovi responsabili del personale

Lettere al direttoreSpett. DirettoreVi scrivo in merito alla lettera comparsa sul numero di maggio 2015 a pag. 4a titolo “Pedibus, fra molte difficoltà” e volevo fare anch’io alcune considerazioni.Prima considerazione: sono state fatte da parte del comune ben tre riunioni per spiegare ai genitori la finalità di questa iniziativa e, mi risulta che anche le scuole abbiano provveduto ad avvisare i genitori di quanto si stava organizzando. Più di così non saprei cosa si deve fare.Forse passare casa per casa per i più… diciamo... distratti!Seconda considerazione: nello specifico la chiusura di via Crocifissa di Rosa che crea disagio agli automobilisti. Beh se per una volta e per un tempo assai limitato il dio automobile viene messo in secondo piano per favorire i bambini che vanno a scuola a piedi, non credo sia una cosa così esecrabile.Terza considerazione: se per andare a scuola i bambini sono costretti a fare “qualche decina di metri a piedi” questa credo si commenti da sola.Forse non ci ricordiamo che molti di noi, di una certa età, andavamo tutti a piedi a scuola e questo, sbalorditivamente, senza nessun disastro fisiologico (visto che anche molti medici consigliano per i nostri figli una qualche attività motoria), mi si potrà dire che una volta non c’erano le auto, ma è proprio per questo che si chiudono le strade nelle vicinanze delle scuole elementari. Una volta tanto facciamoli camminare questi bambini …

Quarta considerazione: magari lasciando l’auto ad un centinaio di metri dalla scuola non si avrebbe il problema di non riuscire a parcheggiare l’auto direttamente dentro l’aula scolastica per evitare di fare “qualche decina di metri”. Accompagnare il proprio figlio per un centinaio di metri può essere piacevole e non ci vuole molto.Quinta considerazione: per allargare Vicolo Ritorto si potrebbe sempre proporre alla scuola o al comune di abbattere le case o i muri in questa via in modo di poterlo allargare.Non so come la prenderanno i proprietari, ma si può sempre provare, non si sa mai.Sesta considerazione: una delle finalità primarie del Pedibus è proprio quella di togliere le auto dalla vicinanza delle scuole e questo (spero) eviterebbe ai proprietari del SUV menzionato nella lettera di parcheggiare davanti la scuola.In conclusione mi sembra che si voglia denigrare questa iniziativa che ha proprio la finalità di risolvere alcune lamentele evidenziate. A questo punto mi permetto anch’io una considerazione: far camminare i bambini credo non solo sia utile ma anche necessario per la loro salute.Pensi, personalmente con il mio Pedibus facciamo “molte centinaia di metri a piedi” (da via Cavour alla scuola in via Galliano) e volete sapere una cosa: i bambini si divertono anche, incredibile vero!!!!!Cordialità

Un Volontario Pedibus

Pedibus

Egregio Direttore,anche questa volta il servizio meteorologico non è stato tempestivo nelle rilevazioni su Manerbio.Solo il pomeriggio di sabato 9 maggio sono stati posti divieti vari e avvisi che nella via Magenta, passata la domenica (meno di 40 ore dalla posa degli avvisi), sarebbero iniziati lavori di contenimento di una leggera nevicata bituminosa.Ma come, la Giunta precedente anni orsono allarmò disponendo che per un lungo periodo non si sarebbero potuti eseguire lavori nella via, invitando ad eseguire opere di manutenzione ed allacciamenti vari, ma non seguì alcun evento.Ora si è proceduto senza ricerche di fughe dai vari servizi (deduco che la pressione nell’acquedotto è mantenuta a livelli minimi proprio per evitare il proliferare di fughe, al punto che spesso l’acqua fatica a raggiungere il 2° piano) ed il rischio è che a breve inizino le rotture della nuova opera.Altro rilievo da parte di chi, come il sottoscritto ha passato tanti anni a controllare opere del genere, consiste nel fatto che il cosidetto “tappeto di usura” deve avere uno spessore minimo di 3 cm, altrimenti bene che vada dura il tempo di una legislatura.Naturalmente sono soddisfatto che anche via Magenta sia giunta finalmente all’attenzione di chi di dovere, peccato

però che ancora non si risolva il problema del vaso Luzzaga, che a causa di un errore del passato (una costosissima opera di cementificazione del fondo che non filtra più l’acqua stagnante e una inutile palificazione di sostegno della sponda che reggeva da centinaia di anni senza tale opera eseguita a spese del contribuente) continui a mettere a dura prova gli abitanti della città.L’A.R.P.A., interpellata telefonicamente (per bocca di un funzionario) scarica la totale responsabilità sul Sindaco unico a detta loro responsabile della salute pubblica, sostenendo che per legge i corsi d’acqua che attraversano l’abitato devono essere coperti.Personalmente ritengo non sia così in quanto diversi Enti con il loro menefreghismo hanno portato alla situazione attuale ed è sicuramente ingiusto incolpare solo il Sindaco pro tempore.Spero che l’Amministrazione possa finalmente recuperare il denaro necessario a continuare nell’opera di bonifica che lascerebbe un buon ricordo di essa e che non me ne voglia con il mio intervento con un po’ di ironia tipica di chi non è un politico in carriera, ma visto il proprio passato di buon padre di famiglia ed una certa fantasia attribuitami dagli amici, potrei suggerire come reperire denaro che permetterebbe forse anche tasse più eque.

Lettera firmata

Problemi col meteo

Pag . 7Pavone Mella e CigoleGiugno 2015

Carissima Signora Luisa,il Sindaco e tutta la comunità pavonese sono felici di essere presenti in questo suo giorno di festa, ricordando l’importante apporto che Lei e la sua famiglia diedero e danno ancora dal punto di vista economico e di conseguenza sociale al nostro comune, oltre ad aver portato il nome di Pavone del Mella a livello nazionale ed internazionale.Ora viene circondata dall’affetto dei suoi cari, che insieme a noi, le augurano tanti tanti giorni felici. Il Sindaco

Mariateresa VivaldiniPavone del Mella, 23/5/2015

PAVONE, degli auguri speciali

Un incontro toccante quello che si è tenuto sabato 18 aprile al Centro Polifunzionale, rivolto agli studenti delle classi 2^ e 3^ della Scuola Secondaria di Primo Grado di Pavone del Mella. L’assessorato alla Pubblica Istruzione rinnova la già consolidata collaborazione con l’esperto in prevenzione Enrico Comi, ma intende dare un valore aggiunto all’occasione, nella convinzione che in una fase di crescita particolarmente complessa tutto, in particolare tematiche di grande portata sociale come la prevenzione, debba poter passare attraverso le emozioni per essere realmente interiorizzato dai nostri studenti. Da qui, l’avvio alla collaborazione con il gruppo teatrale “Filo Rosso” che ha messo in scena il libro “Stupefatto” redatto dall’esperto, dando vita ad un confronto che ha visto l’alternanza di momenti di euforia e di perdizione cui deve far fronte il protagonista succube della dipendenza da sostanze stupefacenti. Un dramma che ha fatto leva sulle emozioni degli adolescenti, spesso in collera con le forti contraddizioni che segnano i falsi idoli del nostro secolo.

Un riscontro positivo confermato dalle reazioni degli studenti che hanno mostrato grande attenzione e attiva partecipazione, segnali che ci confermano come, per entrare in relazione con i ragazzi, sia oggi necessario avvicinarsi a modalità interattive di comunicazione che non trasmettano informazioni sporadiche e vane, ma conoscenze fondate che partano da storie reali di disagio e di dolore. Consapevoli dell’urgenza educativa da attribuire alla “trappola” delle droghe l’Assessorato propone un nuovo appuntamento VENERDÌ 15 MAGGIO alle ORE 21.00 presso il Cinema Teatro Aurora di Pavone del Mella, dedicato a tutti gli studenti, i genitori e a tutte le loro famiglie per ridurre il rischio dell’improvvisazione e degli interventi occasionali e per generare una formazione continuativa che rinnovi l’impegno di tutta la collettività a combattere la dipendenza da sostanze stupefacenti e alcoliche.

Il Consigliere del. alla Pubb. IstruzioneValentina Meneghel

PAVONE, il No alla droga parte anche dalla scuola

Sedicesima edizione in palazzo Cigola-Martinoni a Cigole del “Nosilenz indie rock festival” dall’11 al 13 giugno con bands italiane ed internazionali. Ingresso gratuito; a far da corollario bancarelle di abbigliamento, dischi, modernariato e curiosità. Il programma. Giovedì 11 giugno la musica dell’indie wave degli Ovlov, band bresciana, cui seguiranno i fiorentini del Go!zilla, che presenteranno il nuovo album edito dalla Black Candy. La serata si chiude con le americane The Coathangers, trio femminile (tra The Breeders, The Runaways e Pixies) originario di Atlanta da un anno in tour mondiale (Giappone, Australia, Europa, America) con l’album “Suck my shirt”.Venerdì 12 giugno inizio serata degli Alley, giovane band mantovana. In apertura

His Clancyness, progetto indie di respiro internazionale di Jonathan Clancy, già leader di A classic education e Settlefish. Quindi appuntamento con la regina del post punk/no wave newyorchese, Lydia Lunch che, accompagnata dai Retrovirus (musicisti di Sonic Youth, Flying Luttenbachers), proporrà la sua personale miscela di Rock ‘n roll, noise e spoken words.Sabato 13 giugno apertura della serata con Cara, rock noir al femminile (Harvey e Anna Calvi). A seguire Paolo Benvegnù cantautore rock, fondatore e leader dei seminali Scisma, un attesissimo ritorno al Nosilenz (dopo l’apparizione nel 2007) dove presenterà i brani dell’ultimo “Earth Hotel” oltre alle canzoni dl suo repertorio storico.

CIGOLE, Nosilenz a giugno

Nel museo multimediale sulla cultura rurale, che a Cigole hanno definito del “Rais” (cioè radici), in palazzo Cigola-Martinoni di Cigole una sala nel torrione del maniero è stata destinata la “Museo del grana” realizzato in collaborazione con il Consorzio per la tutela del formaggio Grana Padano. All’inaugurazione sono intervenuti l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, il consigliere provinciale Giampaolo Mantelli, esponenti dell’Upa (l’unione provinciale per l’agricoltura) Luigi Barbieri e Aldo Miglioli, imprenditori agricoli ed occasionali visitatori salutati dal sindaco Marco Scartapacchio e dal presidente di Fondazione Pianura Bresciana, Riccardo Geminati. Onori a Antonio Molinari, pensionato dopo il lavoro di casaro svolto per quarant’anni in caseificio, ed elogio del formaggio più conosciuto al mondo prodotto col latte del pianura padana. Il percorso espositivo del nuovo allestimento si snoda fra le attrezzature secolari

indispensabili alla lavorazione: la caldaia, la scalera per la stagionatura, gli strumenti per le analisi, i coltelli a goccia per incidere la crosta e quant’altro. Alle pareti pannelli per descrivere le proprietà nutritive del formaggio purtroppo soggetto alle più svariate imitazioni che inducono in errore il consumatore. Il museo è stato candidato e approvato nel sistema Brescia per Expo e rimarrà aperto fino alla fine di ottobre. E’ aperto il suo percorso didattico per le varie scuole. Commenta Geminati: “La Fondazione Pianura Bresciana crede molto in questo progetto anche per l’ avvio di una collaborazione che permetta la divulgazione e la valorizzazione della produzione del Grana Padano come prodotto alimentare identitario caratterizzante della pianura padana. La mostra sarà visitabile alla domenica dalle 14 alle 18, oppure su prenotazione contattando il sito “www.palazzocigolamartinoni.it”.

CIGOLE, inaugurato il museo del Grana Padano

Si è appena conclusa una indimenticabile stagione sportiva per il G.S.D. PRALBOINO, una stagione che ha visto la nostra glorosia società (che quest’anno festeggia il 40° anniversario dalla fondazione) ottenere degli ottimi risultati in tutte le categorie, dal settore giovanile alla prima squadra, passando per Esordienti, Giovanissimi e Juniores. Sono state tante le vittorie quest’anno. Ma la più inaspettata alla vigilia è stata sicuramente la vittoria del campionato provinciale da parte degli Juniores di mister Masiello. Inaspettata, non tanto per l’indiscussa qualità del gruppo, perché arrivata con largo anticipo rispetto alle previsioni. Una squadra nuova, nata dalla collaborazione con l’A.S.D. PAVONESE CIGOLESE, e formata per la maggior parte da ragazzi che nella stagione 2013/2014 hanno vinto il campionato Allievi, proprio con la società del blu-granata, e per i quali la stagione appena ultimata è stata quella dell’esordio nella nuova categoria. A questo gruppo di giovani sono stati affiancati giocatori più “esperti”, anche quest’ultimi reduci da un

buonissimo campionato disputato sotto la guida di mister Girardini nella stagione precedente. Ma il grande merito di questa vittoria va al mister Dino Masiello che è riuscito in così poco tempo a creare la giusta amalgama tra questi ragazzi ed a tenere unito il gruppo dentro e fuori dal campo. Un ruolo fondamentale lo hanno avuto anche i dirigenti accompagnatori e lo staff tecnico senza i quali niente di tutto questo sarebbe stato possibile… grazie quindi al Comi, a Fabio, ad Antonello, al preparatore dei portieri Tommy e al grande “Vincèns”!!! Sul campo la stagione era iniziata un po’ in sordina, come era prevedibile alla squadra serviva un po’ di tempo per ingranare e per adattarsi ad un nuova filosofia di gioco e, dopo un girone di andata all’inseguimento delle favorite, il girone di ritorno è stato strepitoso: 12 vittorie e 1 pareggio su 13 partite. Ringraziamo infine il Sindaco e l’Amministrazione Comunale di Pavone Mella per l’ospitalità. Grazie alla società Pavonese Cigolese ed a tutti i protagonisti di questa favolosa annata.

SPORT, categoria Juniores

“Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato”Ci si è accorti improvvisamente della necessità del risparmio di suolo e territorio, e più o meno in coro ogni partito ed ogni movimento di pensiero sbandierano questa “scoperta” come pregiato vessillo della loro formazione culturale.Temo che il comportamento sia modaiolo e di vernice, certo non è un nuovo “credo”, in quanto altri, più sommessamente, per anni hanno rilevato e lamentato questa riduzione territoriale, ma essi appartengono alla categoria più vilipesa dall’ambientalismo, in alcuni casi a ragione, ma comunque la più attenta, concreta e forse anche opportunisticamente interessata: pagava sempre di più per avere sempre di meno.Oltre a ribadire, come altre volte, che impedire e ostacolare la riproduzione è un mezzo più efficace della soppressione traumatica nella diminuzione delle specie, in questo articolo si vuole porre in evidenza ciò che è fin troppo evidente da intendere (escusatio non petita): lo stato del suolo che si vuole risparmiare, illustrandone la condizione malata in cui gran parte si trova.Il suolo di cui si parla, a parte il demaniale, è in pratica gestito dall’attività agricola che, nel passare degli anni, ha subito trasformazioni tali da essere sconvolta e ribaltata, certo per necessità, cioè non più

proporzionale e armonica con le capacità e possibilità naturali del terreno, ma è divenuta depauperante per l’intensità delle lavorazioni e del prelievo, per cui siamo attorniati da un suolo sfruttato ed esausto.Quanto sopra è avvenuto perchè anch’essa è stata vittima dell’aggressione ai campi portata dall’espansione speculativa dell’edilizia commerciale, artigianale, industriale e abitativa e ciò è avvenuto purtroppo in aree fra le più fertili.Ora si vedono distese di capannoni (cattedrali nel deserto) improduttivi e, poiché non utilizzati, in decadimento strutturale. Non si può sottatacere un’altra conseguenza che si è verificata: la scomparsa di quel mondo animale di cui il territorio agricolo si ornava.Così, accanto ai capannoni, davanti ai nostri occhi percorrendo la terra lombarda scorrono vigneti, uliveti e campi a varia coltura, perfetti e inanimati, coperti da reti o da distese di plastica delle colture in serra, condannati a produrre quantità obbligate per essere redditizi.Non insetti, non uccelli, non un fiore, tutto razionalizzato, bonificato e disinfettato: una visione innaturale, surreale e cristallizzata in una devastante monotonia, incorniciata da fossi cementificati e rive dealberate.Eppure questo è comunque il territorio che ci si appresta a tutelare.Il territorio agricolo residuo sfuggito a questo tipo di agricoltura è spesso coperto

da liquame da interrare.E noi vorremmo magari che la fauna migratoria o non si fermasse in modo temporaneo o vi abitasse?Eh no, non ci si ferma dove ogni cosa è ostile.Siamo di fronte a una campagna insultata e degradata, indegna di accoglienza per ogni essere vivente dove non si vive, ma solo si sopravvive quando è possibile.Ma anche così è territorio essenziale biologicamente e si deve risparmiare ed è giusto che finalmente si insinui il concetto che territorio e abitatori, uomo compreso, siano proporzionali, non sovraffollati.Si poteva pensare prima e prevedere.La Legge Regionale è quindi opportuna, ma eccessivamente tollerante nella tempistica: 30 mesi per l’entrata in vigore delle disposizioni paiono troppi e consentono un margine generoso per il completamento di altre erosioni, nonché di costruzioni numericamente superiori alla dinamica di mercato.Per dare respiro a un comparto economico in affanno la Legge prevede disposizioni per affrontare i problemi della messa a norma degli edifici, facilitare il recupero di immense aree di centri storici in precario stato di conservazione; questo per impedire espansioni anomale delle superfici costruite che poi diventano costosissime per la gestione dei servizi o destinate ad essere periferie desolate e degradate.

E’ auspicabile che si cominci ad avvertire in modo diffuso e sistematico questa necessità e quanto espresso va in tal senso, senza estremizzazioni e senza fraintendimenti.Va poi sottolineato che non ci si deve limitare solo a un risparmio metrico, ma anche ad un ripristino biologico, secondo natura, del suolo eventualmente recuperato anche attraverso quelle colture di nicchia tipiche ed esclusive italiane per farne prodotti d’eccellenza unici (made in Italy).Si viene a conoscenza, prima di andare in stampa della diffusione di un volantino che annuncia la prossima apertura in Manerbio di un mega centro sportivo dal classicheggiante nome di “Le pleiadi”.Quest’ultime, è giusto sottolineare, sono nove stelle (padre, madre e sette figlie), volgarmente dette “gallinelle”, che compaiono nel cielo boreale a metà maggio e però tramontano alla fine di ottobre.Questo evidentemente in osservanza o quanto meno secondo la direzione e el intenzioni della Legge sopra citata nell’articolo, a parte altre considerazioni di opportunità e di merito.La riserva che era stata posta circa l’efficacia della Legge induce a dire: “come volevasi dimostrare!”Un cenno va rivolto anche alle immense aree agricole sciupate e cementificate, vedasi i casi del Bettolino, di Cadignano e sulla S.P. 668 le aree Cignano-Faverzano.

M.Dr. G.B. Bisetti

Commento alla Legge Regionale 53/2014

Lettere al direttoreSpett. Redazione “La Pianura”,ho letto con interesse l’articolo relativo al ricordo dei manerbiesi che hanno lasciato un segno in campo agonistico e mi congratulo per la gradita iniziativa. Essendo ormai vicina l’annuale ricorrenza della rievocazione della Mille Miglia, traccio un breve pofilo del pilota:FELICE BONETTONasce a Manerbio il 9 giugno 1903. Muore durante la “Carrera Panamericana” del 1953 a Silao de la Victoria in Messico il 21 novembre a causa di un grave incidente di

gara occorso alla sua Lancia D24.Nell’ambito delle corse automobilistiche era conosciuto come “il forte pilota milanese” (in realtà manerbise di nascita e milanese di residenza). Ricorda la credenza che il mitico Agostini sia bergamasco perchè ivi residente; in realtà nato a Brescia presso la clinica Moro il 16 giugno 1942.Il nostro aveva anche un singolare e curioso modo di presentarsi alle gare: teneva sempre in bocca ben stretta una lunga pipa accesa o spenta non importa. Questo vizio lo manteneva anche durante le gare e le fotografie lo documentano; quando lasciava l’adorata pipa, immediatamente chiedeva una sigaretta che i meccanici si premuravano di porgergli già accesa e nel più breve tempo possibile; insomma era come gli mancasse l’aria... Portava anche un casco bianco a scodella con una vistosa freccia nera o rossa rivolta verso il basso in modo tale da essere facilmente riconoscibile in gara distinguendosi così da altri piloti che normalmente “vestivano” un caschetto di

FELICE BONETTO

Pag . 8 Territorio Giugno 2015

tela o un casco monocolore (il casco integrale come in uso ai nostri giorni sarebbe arrivato verso gli anni ‘70).Ha disputato molte gare con macchine da F1 sulle piste di tutto il mondo dando filo da torcere anche ai vari capo-squadra che godevano di una posizione preminente quali Farina, Fagioli, Fangio, Taruffi ecc.Con le macchine a ruote coperte ha concluso con ottimi piazzamenti varie Mille Miglia essendo anche un ottimo stradista. Da segnalare un fantastico sesto posto assoluto alla Mille Miglia del 1951 a bordo di una Alfa Romeo Spider 412 numero 427, ovviamente scoperta, sotto un nubifragio continuo per oltre metà gara. Ero presente al suo arrivo in viale Rebuffone a Brescia: ha ricevuto più applausi del vincitore Gigi Villoresi che aveva vinto la corsa su una Ferrari berlinetta. Chissà chi avrebbe vinto a macchina coperta e con maggior cilindrata... Non era una novità il buon piazzamento nella corsa più bella del mondo avendo ottenuto anche due secondi posti assoluti nelle edizioni del 1949 e 1953 intervallate da una brillante vittoria nel 1952 alla prestigiosa “Targa Florio”.L’ultima vittoria l’ha ottenuta il 27 settembre 1953 durante la VI edizione della Bologna-Passo della Raticosa a bordo della Lancia D24.

Era un pilota concreto, duro da superare a detta degli avversari e completo anche tecnicamente tanto da essere sempre presente durante la messa a punto delle vetture affidategli mano mano dalle maggiori squadre nazionali come Alfa Romeo, Ferrari, Lancia e Maserati.L’unico neo, se così si può dire, va ricercato nel fatto che non aveva santi (leggi gli sponsor di oggi) che lo potevano imporre quale prima guida e, secondariamente, era troppo amico dei meccanici e persino degli avversari. E’ noto che in ambito sportivo questo atteggiamento non è ben visto e sopportato.Prima del tremendo incidente anzi ricordato, era al comando della corsa avendo vinto la prima tappa e ottenuto la piazza d’onore nella seconda e terza tappa.E’ sepolto presso il cimitero di Dolores nella Città del Messico. Gnocchi Giuseppe

Pag . 9San GervasioGiugno 2015

Giochi della gioventù a San Gervasio, terza edizione, organizzati dal Comitato Genitori. Otto squadre con la maglia della BCC di Verolavecchia, si sono confrontate nel tiro alla fune, nella corsa con il sacco, nella staffetta e in guardia e ladri. Hanno vinto i componenti la squadra celeste, premiata con medaglia; premio di consolazione: caramelle per tutti. E’ stato un momento d’incontro che

ha gratificato gli organizzatori i quali al termine delle gare hanno augurato buone vacanze ai protagonisti. Ha coordinato le fasi dell’iniziativa Francesca Lucini con un gruppo di collaboratori ai quali l’amministrazione comunale ha messo a disposizione il campo sportivo comunale, mentre l’associazione Bassa Centrale è intervenuta con l’ambulanza a titolo gratuito. Sara Lucia Zappulla

In gara per i giochi della gioventù

Nutrire il pianeta, energia per la vita, economia ecosostenibile… concetti impegnativi per bambini, ma proprio qui sta la sfida raccolta dagli insegnanti della Suola Primaria Statale di San Gervasio: preparare anche i più piccoli alla visita di una esposizione mondiale che vuole far riflettere su grandi cambiamenti vitali, e non rinviabili, per il futuro del nostro pianeta.Preparati quindi da percorsi didattici mirati, meticolosi laboratori, visioni multimediali, discussioni sull’alimentazione… i nostri alunni, accompagnati anche dalla preside dell’Istituto Comprensivo di Pontevico, dottoressa Paola Bellini, hanno potuto vivere, con la visita a EXPO, una giornata all’insegna del divertimento calato nella cultura, una giornata in cui le distanze fra gli Stati del mondo diminuiscono e le diversità antropologiche diventano ricchezza tangibile, anche se fruite in un

ridotto arco spazio-temporale.Armati dunque di cartina e di programma rigorosamente stabilito, ma altrettanto subito rigorosamente stravolto dalla lunghe code di attesa ai vari padiglioni o cluster, gli alunni si sono cimentati alla scoperta di questo evento unico. L’esposizione, strutturata in gran parte all’insegna del virtuale, come si addice ai nostri tempi, ha offerto ai nostri piccoli visitatori scenari in cui calarsi nei colori, suoni, profumi, sapori più variegati; ha offerto ai numerosi bambini non originari dell’Italia la possibilità di poter rivivere l’atmosfera dei propri Paesi di appartenenza.Il sorriso felice di questi piccoli come il loro semplice “che bello maestra” è stato per gli insegnanti la miglior ricompensa per una giornata scolastica impegnativa, destrutturata rispetto alla quotidianità, ma altrettanto piacevole ed altamente formativa.

Expo, il più bel giorno di scuola

La Giunta Regionale ha approvato il Bando per rilevare il fabbisogno di interventi di edilizia scolastica “Piano triennale edilizia scolastica 2015-2017”.Le tipologie di intervento finanziabili sono molteplici, spaziando dalle ristrutturazioni straordinarie agli ampliamenti degli edifici scolastici, alla messa in sicurezza ed alla costruzione di nuove palestre scolastiche.Potevano presentare domanda i Comuni Lombardi, proprietari di edifici scolastici funzionanti ed il contributo sarà pari l’80% dell’importo totale del progetto, comprensivo di IVA e somme a

disposizione, da un minimo di 100.00,00 euro ad un massimo di 5.000.000,00 euro attraverso risorse erogate sotto forma di contributi a fondo perduto.Una grande opportunità per i Comuni per risolvere tutti i problemi relativi all’edilizia scolastica, con un investimento di risorse proprie del solo 20%.Per San Gervasio è l’occasione per costruire la nuova palestra per le scuole, per i giovani e per tutta la popolazione e per realizzare nuove aule.Il Comune non ha fatto domanda.

Finanziamenti regionali a fondo perdutoUna seria ed importante discussione in

Consiglio Comunale a San Gervasio ha riguardato il Bilancio Consuntivo 2014 durante il quale il Sindaco Giacomo Morandi e la sua maggioranza hanno presentato il rendiconto delle attività amministrative ed economiche del 2014, dopo un anno di governo del Comune.Per quanto riguarda le opere realizzate è presto detto perché non è stato fatto nulla.I Consiglieri di minoranza hanno sottolineato l’inefficienza della maggioranza, ritratta dai numerosi disservizi, sottolineati dagli stessi cittadini di San Gervasio.Il Sindaco si è trovato in grande difficoltà sul tema del reperimento di risorse per realizzare opere quali la nuova palestra e la costruzione di nuove aule, finanziate, con risorse a fondo perduto, dalla Regione Lombardia. Il dibattito si è poi incentrato sul cattivo funzionamento dei servizi comunali che, partendo dalla raccolta - rifiuti,

con cassonetti e containers insufficienti, sempre stracolmi di rifiuti che fuoriescono, creando odore, hanno toccato la mancata realizzazione dell’isola ecologica, indispensabile per organizzare una raccolta differenziata efficace, nonché alla non sistemazione della sponda del Lusignolo, prevista dalla Giunta nel 2014 e la manutenzione delle strade e del Bosco, dove l’incuria è ben visibile a tutti.Anche per gli aspetti contabili il Bilancio 2014 contiene elementi decisamente negativi, soprattutto in ordine alle fatture non pagate e ai residui attivi risalenti agli anni 2008, 2009 e 2010, ormai di dubbia esigibilità.Un tema economico delicato ha riguardato la fideiussione di € 1.288.000,00 riscossa dalla precedente amministrazione, di cui, a bilancio, non vi è alcuna traccia, come si fossero volatilizzati.Il voto negativo della minoranza è stato ampliamente motivato, con l’avvallo anche delle non risposte del Sindaco.

Bilancio: un grande pasticcio

DEBITI BILANCIO 2014

Fatture non pagate € 293.177,14 Impegni deliberati e non pagati € 579.615,33 Crediti di dubbia esigibilità (accertati dal 2009 al 2014) € 441.690,58 Fideiussione Cittadella € 1.288,000,00 rimanenza € 0,00

INDICE SINTETICO DI VIRTUOSITA’

Indica in modo oggettivo la situazione dei conti dei Comuni in base ai dati di bilancio.

anno punti indice virtuosità posizione in provincia 2009 80,67 21° ( fine amministrazione Mantelli) 2013 52,69 144° (fine amministrazione Bozzoni) 2014 52,68 146° (primo anno Morandi )

Territorio ed il nostro dialettoPag . 10 Giugno 2015

Aldo Cibaldi, poeta dialettale

Zögn

Chè vöt chè dize chi? I sò i völ mia:lü ‘l-è ‘n dutur e mé öna calsetéra.Sò mader po’ l’è come ‘n cà chè piae ‘n fi dèi cöncc l’è apéna öna ronchéra.

Cambia modo dè fa; contela viacome sé ‘l fös l’amico dè ‘na séra.Sta sö la tò, gna alegra gna catiama cón chè l’aria dè cambià bandiéra.

Nè le zornade chè sé ‘ndóra ‘l gràghè völ chèl migol di disinvoltürachè basta apéna a mascherà öna còta.

Tè córet có l’istat chè sé madüra,tè sè fét véder có le spighe ‘nmàe töta rossa dè papaèr chè scòta.

Giugno

Cosa vuoi che dica? I suoi non vogliono:lui è un dottore e io sono una calzettaia.Sua madre poi è come un cane che mordee in fin dei conti è appena una “ronchera”.

Cambia modo di fare; falle intendereche lui sia l’amico di una sera.Sta sulle tue, né allegra né cattivama con l’espressione di chi intende cambiare bandiera.

Nelle giornate in cui si indora il granoci vuole quella briciola di disinvolturache basta appena a nascondere una cotta.

Corri con l’estate che si matura,ti fai vedere con le spighe in manoe tutta rossa di papaveri che scotta.

OFFLAGA, Esibizione dei cori di Offlaga e Manerbio

Uniscono le forze il Coro Gaudium Cantandi di Offlaga e la Schola Cantorum S.Cecilia di Manerbio. Il primo formatosi nell’ottobre 2014 dallo scioglimento della storica Schola Cantorum S. Imerio che proprio l’anno precedente aveva festeggiato i 100 anni di vita al servizio della parrocchia offlaghese. Un’esperienza quindi che non poteva sparire nel nulla e che su iniziativa della quasi totalità dei coristi ha trovato nuova linfa con la fondazione del Coro Gaudium Cantandi, non più parrocchiale ma al servizio delle parrocchie impegnato sia nel repertorio sacro che in quello profano con brani del periodo rinascimentale e barocco e quelli della tradizione popolare, la cui guida è stata affidata a Paolo Filippini, tra gli organisti della Cattedrale di Brescia e ultimo direttore della Schola Cantorum offlaghese. Ha invece celebrato il suo novantesimo anno di attività l’anno scorso la Schola Cantorum S.Cecilia di Manerbio che vanta una lunga tradizione nei canti sacri ed eccellenti maestri come Andrea Tambalotti e Angelo Ambrogio e che oggi è diretta da Virginio Mariotti.Una collaborazione, quella tra le due realtà musicali, pensata da Paolo Filippini per rendere omaggio alla figura del maestro Andrea Tambalotti che è stato direttore sia del coro di Manerbio che di quello di Offlaga.Dunque l’unione dei due cori ha avuto il suo esordio ufficiale il 17 maggio scorso quando nella splendida Basilica quattrocentesca di Santa Maria in Valvendra di Lovere

(provincia bergamasca ma diocesi di Brescia), coristi e direttori hanno avuto l’opportunità di mostrare tutta la loro forza in occasione della S. Messa celebrata per la solennità dell’Ascensione, confermando le loro straordinarie capacità e dando vita ad un’avvincente esecuzione che ha saputo commuovere i fedeli presenti. Complice anche il programma selezionato per l’occasione, decisamente di grande effetto, nel quale spiccavano il grandioso ”Cristo risusciti” composto proprio dal maestro Tambalotti ed il “Regina Coeli” nella versione polifonica di Valentino Donella. Un’esibizione particolarmente apprezzata dal parroco di Lovere Mons. Giacomo Bulgari e dal curato don Tiberio Cantaboni. Mons. Bulgari in segno di ringraziamento ha donato ai due direttori un prezioso volume.La giornata loverese è proseguita poi con il pranzo offerto dalla parrocchia a tutti i cantori in un ristorante della bella cittadina lacustre.Una collaborazione quella appena sperimentata che, come assicura Paolo Filippini “ha dato vita ad un sodalizio che vedrà i due cori insieme in altri eventi”. Intanto chi desiderasse ascoltare alcuni brani eseguiti il 17 maggio scorso in Santa Maria in Valvendra può farlo in rete sul canale youtube di Paolo Filippini. Stefania Brunelli

Il progetto formativo è stato effettuato nel periodo di aprile/maggio ed i ragazzi hanno risposto in modo celestiale a tale progetto, sposando in modo egregio la filosofia educativa del docente coordinatore sportivo professor Sabaini Giuseppe, ossia la famosa vdm (voglia di migliorarsi sempre, dovunque e comunque con passione, sacrificio e umiltà). Questo progetto è stato tenuto dal preparatissimo esperto esterno, il signor Daldos Davide (Ex Allenatore Cremona Rugby-Giovanili

Calvisano,ex pilone Nazionale Giovanile Under 20 e tutt’ora Pilone del Cremona Rugby), figlio del famosissimo Daldos Donato (Nazionale Rugby Italia negli anni ‘80...vedi fotografia libro allegato). Durante

l’anno accademico i ragazzi di I e II del Progetto Sportivo hanno effettuato anche delle lezioni specifiche mattutine di Calcio (Prof.Sabaini Giuseppe), Basket (Prof. Rovati Ivan) e Tennis (Prof. Carlotti Raoul), tutti docenti esperti interni con relativa qualifica. Si ringraziano tutti i docenti dell’ITC Mazzolari per la loro collaborazione e disponibilità negli orari per il progetto sportivo.

Prof.Sabaini Giuseppe

SPORT, Voglia di migliorarsi sempre

Pag . 11Milzano ed OrzinuoviGiugno 2015

Tempo di bilanci per il “Tennis Tavolo di CONIOLO”

Il Fenile dell’Angelo Custode di ORZINUOVITrattare di un cascinale che non esiste più può sembrare complicato, ma può risultare comunque decisamente interessante. Vi vogliamo infatti parlare del fenile dell’Angelo Custode, andato in rovina ormai, da quanto ci è stato riferito, dalla metà del 1900.Prima di tutto si può notare che il nome parrebbe del tutto inconsueto, ma a ben vedere la sua denominazione rispecchiava quella di molti altri cascinali orceani lasciati con legati testamentari a ordini religiosi o ad altari presenti nelle nostre chiese. Vi citiamo i fenili Arciprebenda, Disciplina, Frati, Madonna del Carnerio, Madonna di Caravaggio, Monache.Il fenile dell’Angelo Custode si trovava

lungo la strada che conduce verso Rossa e Coniolo, proprio nella zona retrostante l’ancora esistente fenil Brigia di cui già abbiamo trattato in un articolo precedente.Questo cascinale può essere fatto risalire almeno alla fine del 1500, epoca nella quale risulta uno dei due fenili registrati negli Estimi catastali del tempo come possesso della famiglia orceana Battezi o Battesi, che oltre a questa cascina disponeva del fenile posto sulla via per Soncino e che, chiamato in origine fenil Battesi, porta ancor oggi il nome di fenil Battezze. Questa famiglia, insignita di stemma nobiliare, diede molti rappresentanti alla municipalità orceana per estinguersi verso la metà del 1700.Nella prima parte del 1600, Giovanni

Paolo Battezi, dopo aver fatto edificare l’altare dell’Angelo Custode all’interno della Parrocchiale - con un bel quadro nel quale lo stesso committente è ritratto nell’angolo destro - lo dotò dei redditi di un suo cascinale che, per questo, venne in seguito conosciuto per l’appunto come fenile dell’Angelo Custode.Nel 1750 i Battezi cedettero la proprietà del cascinale per metà ad un certo capitano Dalanges - che ben presto ne fece permuta nel 1778 con il signor Antonio Legnazzi - mentre per il rimanente passava al signor

Saverio Corniani e fratelli.Nel 1810, dopo la bufera napoleonica, l’intero complesso risulta patrimonio degli Spinoni eredi del fu Pietro.Nel 1850, poi, la proprietà si suddivise in tre parti risultando in possesso di Antonio Venturi, dei coniugi Andrea Tenchini e Caterina Sarmide, e di Paolo Pavoni.Infine, dai censimenti del 1931 e 1936, poco prima della sua scomparsa dunque, il cascinale appariva abitato da 29 persone con le famiglie Gorno, Gorlani, Toninelli, Loda, Riccardi. Dario Ghirardi

E’ tempo di bilanci anche per il Campionato Provinciale Bresciano CSI di Tennis Tavolo. Dopo il girone unico del campionato a squadre, si sono anche concluse le gare individuali con la proclamazione dei vincitori dei titoli provinciali con le bellissime affermazioni nella categoria femminile delle rappresentanti del “Tennis Tavolo di Coniolo”, Ombretta Casagrande, vincitrice dunque del titolo di Campionessa provinciale bresciana, e Francesca De Vincenzi, classificatasi al secondo posto. Da sottolineare come le stesse due atlete di Coniolo siano già state, in anni precedenti, Campionesse italiane sia di singolo che di doppio. Nella categoria dei Senior B, ha ottenuto il 9° posto Damiano Zanardi, mentre nella categoria Junior si è vista la massiccia affermazione dei ragazzi del sodalizio con il 3° posto di Luca Riva, il 6° di Paolo Valesi e l’8° di Fabio Torresani.Costituitosi nel 2010, con lo scopo di promuovere con finalità agonistiche,

sportive e propagandistiche, la pratica del tennis da tavolo (ping pong) a carattere dilettantistico, il Gruppo sportivo “Tennis Tavolo Coniolo”, che si regge sul più assoluto volontariato e sull’entusiasmo di coloro che praticano questo sport, fa parte del Gruppo dell’Oratorio che segue in modo specifico l’attività sportiva ludica ed agonistica della vivace frazione orceana.Alle attività del Gruppo partecipano 20 giocatori fra adulti e ragazzi con allenamenti settimanali - suddivisi per categoria - distribuiti dalle 19 alle 22 nelle giornate di martedì e giovedì. Presidente del “Tennis Tavolo Coniolo” è, dalla fondazione, Massimo Zucchi, mentre con il coach Damiano Zanardi vi sono le allenatrici-giocatrici De Vincenzi e Casagrande, che hanno partecipato anche al Corso di formazione per l’utilizzo del defribillatore che, acquistato per la Croce Verde di Orzinuovi grazie a quanto raccolto durante la ben nota Festa di S. Camillo, è stato dato in dotazione a questo Gruppo sportivo.

Per quanto concerne il campionato individuale, vi hanno preso parte atleti di tutte le età, dai Ragazzi (10 anni), agli Allievi (11/13), agli Junior (14/18), sino ai Senior A e B, oltre alla categoria femminile. Al campionato a squadre il “Tennis Tavolo Coniolo” ha partecipato per l’anno in

corso con una sola formazione di circa dieci elementi, mentre per il prossimo campionato si prevede la presenza di due squadre per ottenere un maggior coinvolgimento di tutti gli atleti del sodalizio.Dario Ghirardi

Si è svolta domenica 26 aprile la quindicesima edizione del pranzo del Volontario, offerto gentilmente dall’associazione Pensionati di Milzano capitanata dal presidente Angelo Ruggeri, ospite il Sindaco Giustiziero Massimo.Il volontariato nasce dalla spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti, è un’attività di aiuto e di sostegno messa in atto da persone di animo nobile, che mettono a disposizione il loro altruismo, la loro generosità al servizio di chi ha bisogno, dall’assistenza delle persone in difficoltà con vari problemi, alla tutela della natura e degli animali.A nome mio e dell’Amministrazione che mi onoro di presiedere, di tutta la Comunità di Milzano, voglio ringraziare tutti coloro che hanno operato con grande spirito di

sacrificio nelle tante giornate di duro lavoro garantendo la sicurezza delle persone e dei beni, oltre a contribuire al mantenimento dei servizi essenziali, intervenendo con il massimo impegno in tutte le situazioni.Piccoli esempi di come, mettendosi ancora in gioco, si possa guardare al futuro con ottimismo e altruismo, se ognuno di noi, anziché fermare il proprio sguardo al cortile, lo sposta un po’ oltre, anche solamente al marciapiede e all’aiuola che sta davanti a casa, farebbe un favore a se stesso e a tutta la comunità.Applaudiamo questi volontari e supportiamoli nel loro operato, per rendere il nostro amato paese più pulito più bello e ordinato.

Il Sindaco Giustiziero Massimo

MILZANO, una domenica con i volontari

Pag . 12 Pontevico Giugno 2015

La pallavolo integrata per un torneo davvero specialeDomenica 31 maggio il secondo torneo di pallavolo integrata “Città di Pontevico” ha regalato una giornata davvero speciale alle numerose persone che si sono ritrovate nella palestra comunale di via Vittorio Veneto. Un’iniziativa che rimarrà a lungo nella memoria non tanto per la caratura tecnica dei gesti messi in mostra in campo o per l’importanza del trofeo che è stato assegnato, ma, piuttosto, per il profondo significato che questa manifestazione ha rivestito. L’aspetto agonistico, in effetti, è passato in secondo piano e la “luce dei riflettori” si è indirizzata con motivata decisione verso un progetto che ha saputo trasformare questo sport in uno strumento privilegiato e particolarmente efficace per offrire alle ragazze ospiti dell’Istituto Cremonesini, che sono alle prese con disturbi di varia natura, una vera e propria terapia, tanto innovativa quanto proficua. Proprio l’istituto pontevichese si è posto in cabina di regia, insieme al Comune e al CSI, di questo evento, che ha condotto nella località bassaiola cinque squadre provenienti da diverse regioni d’Italia per un torneo che si è protratto per l’intera giornata, regalando a tutti i presenti tanto divertimento. A livello operativo si è trattato

di un girone all’italiana, con partite di sola andata, che hanno chiamato a confrontarsi (con la formula dei due set ai 15 senza eventuale doppio vantaggio finale), oltre alle padrone di casa del “Cremonesini”, le pesaresi dell’Alpha, le bergamasche del Fard, gli “Amici di Emmy e Chiara” e il Gasp di Morbegno. Formazioni che si sono affrontate con grande entusiasmo e tanta voglia di fare, ricevendo a più riprese i convinti applausi del nutrito pubblico che ha riempito le tribune dell’impianto pontevichese. L’aspetto più importante e “vincente” dell’intensa giornata a tutta pallavolo, però, è stato senza dubbio quello che attraverso lo sport si è potuto fare per la salute delle ragazze impegnate sul parquet di gara, giovani che hanno trovato nuovo slancio e un equilibrio rinnovato proprio grazie alla pallavolo. E’ stata a buon diritto questa l’azione più preziosa di tutto il torneo, la bella convinzione che ha permesso agli organizzatori di calare il sipario con grande soddisfazione sul secondo “Trofeo Città di Pontevico”, anticipando fin d’ora a tutti i presenti l’arrivederci al prossimo anno, quando la pallavolo integrata proseguirà certamente il suo prezioso cammino.

E’ stato un successone la serata del 2 Maggio al festival 2015 di Pontevico San Remo Story…,emozionante serata suonata dal vivo che ha colmato di spettatori il teatro comunale.Hanno partecipato: Francesco Baronio con “Perdere l ‘amore ”, primo classificato; Simone Salvagni con “Quando nasce un’ amore”, secondo; Debora Manenti con “Scintille”, terza; Marika Lancini con

“Almeno tu nell’ universo”; Matteo Bettera con “Chiamami ancora amore”; Noemi Porcu con “Oceano”; Giovanna Cavaluzzi con “La Notte”; Massimo Zaltieri con “Che sarà di me”; Sara Lo Prejato con “Nostalgico presente”; Maurizio Modarelli con “Senza confini”; Gloria Bodini con “Straordinario”; Gianluca Romiti con “In te”.

Un giovane soncinese si aggiudica il V Festival di Pontevico “Sanremo Story..”

Giugno 2015

Pieno successo per la dodicesima edizione del “Trofeo Città di Pontevico – Memorial Emanuele Roda”, una manifestazione che

è diventata ormai una bella tradizione nel panorama sempre più nutrito del calcio giovanile e che si è conclusa con un autentico gran finale sabato 23 e domenica 24 maggio. La competizione, organizzata come al solito con grande passione dall’Us Pontevichese con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale locale, ha preso il via lo scorso 27 aprile, coinvolgendo dodici squadre della categoria Esordienti e otto dei Giovanissimi, provenienti dalle province di Brescia e di Cremona. Intense giornate di sfide che hanno avuto il loro avvincente epilogo nel penultimo fine settimana di maggio, quando la Verolese ha indossato i panni della grande protagonista, visto che è riuscita a concedersi una splendida doppietta, imponendosi con grande autorità in entrambe le categorie. Negli Esordienti la formazione di Verolanuova ha avuto la meglio con un rotondo 5-2

sul Corona, mentre il S. Paolo è giunto terzo. Vittoria di assoluto rilievo pure nella categoria superiore per la Verolese, che si è regalata un’altra cinquina (5-1 il finale) per avere ragione dell’Esperia, che a sua volta ha preceduto l’Offlaga che si è piazzato in terza posizione. Come è stato sottolineato durante le premiazioni che domenica 24 hanno calato il sipario su questa edizione 2015 dai dirigenti pontevichesi e dal sindaco Roberto Bozzoni, questa manifestazione ha saputo regalare momenti molto belli e coinvolgenti. Tra questi merita una doverosa citazione la dimostrazione dei ragazzi dell’onlus “Il

volo del Gabiano”, che hanno appena vinto il Campionato provinciale della loro categoria. Un’esibizione che ha strappato i convinti applausi dei presenti e che ha rappresentato una riprova del valore speciale del “Trofeo Città di Pontevico – Memorial Emanuele Roda”, che riesce ad abbinare al calcio un’occasione privilegiata per stare insieme e divertirsi in amicizia. E i ragazzi de “Il volo del Gabiano” con le loro bellissime giocate hanno testimoniato nel migliore dei modi il valore dello spirito che caratterizza il torneo giovanile pontevichese.

“Memorial Roda”:la bella festa del calcio giovanilePag . 13Pontevico

Un nutrito gruppo di familiari e amici ha accompagnato la Corale di Chiesuola di Pontevico nel suo pellegrinaggio ad Assisi dove - domenica 3 maggio - i coristi, guidati dal Direttore e Maestro Luca Baronio, dall’organista Roberto Cavagnoli e da Don Felice Olmi, in qualità di guida spirituale, hanno animato la celebrazione della Santa Messa delle ore 12 nella Basilica Superiore di San Francesco, alla presenza di numerosi fedeli e turisti di varie nazionalità.Il coro, formato da oltre trenta elementi di età variabile dai 13 ai 70 anni, si è costituito nel 2000 in occasione delle celebrazioni dell’anno Giubilare intorno alla figura del giovanissimo Maestro Luca Baronio, diplomato in musica sacra ed ex allievo dell’attuale direttore della Cappella musicale pontificia Sistina, Mons.Massimo Palombella. Negli anni successivi la Corale si è andata arricchendo di sempre nuovi componenti, animati da un grande entusiasmo nell’apprendere ed ampliare

un repertorio che spazia dal gregoriano al gospel, con qualche incursione nella musica sacra straniera.Nonostante le precedenti e non meno prestigiose partecipazioni della Corale – tra cui ricordiamo le Beatificazioni di San Giovanni Paolo II e di Paolo VI in Vaticano, le S. Messe animate a Venezia nella Basilica di S. Marco e in vari Santuari, da Caravaggio a Padova – l’emozione di cantare nel luogo simbolo della “pace francescana”, non manca mai di ricolmare di gioia autentica e contagiosa il cuore di chi la visita. Con questo rinnovato entusiasmo, la Corale si sta attualmente preparando per il Concerto che si terrà domenica 14 giugno, nella Parrocchiale di Chiesuola, in memoria di Monsignor Giuliano Nava, indimenticato figlio di questa comunità, prematuramente scomparso, il cui ricordo ed esempio rimane vivo e fecondo nei cuori di chi l’ha conosciuto come fratello, amico e sacerdote.

CHIESUOLA,la corale ad Assisi

Il cammino dell’estate entrerà nel vivo a Pontevico con un nutrito programma all’insegna della cultura. Un percorso che attende ulteriori “inserimenti”, ma che, in ogni caso, già promette di vivacizzare la vita della comunità e di presentare iniziative e proposte in grado di coinvolgere persone di tutte le età, conquistandone il plauso. In questo senso sono in molti (intere famiglie in primis) a guardare con interesse a sabato 13 e domenica 14 giugno, quando la Scuola di Danza Classica di Pontevico presenterà l’ormai consueto “Danza in scena”, un saggio che si svolgerà nel Teatro Comunale con la prima rappresentazione fissata per le 21 del sabato e la seconda per le 17 del giorno seguente.Senza dubbio il modo più bello ed eloquente per mettere in mostra i frutti di un anno di impegno di tutti gli allievi della prestigiosa scuola pontevichese. Sabato 20 giugno, invece, l’occasione proposta dall’associazione culturale “Controsenso”, in programma sempre al Teatro Comunale a partire dalle 21, si rivolgerà in modo specifico a tutti coloro che amano recitare, che potranno seguire un saggio del “Corso annuale di recitazione”. Una “strada” che consentirà a chi lo desidera di entrare in contatto diretto con un’arte sempre più seguita ed apprezzata come quella della recitazione. Per la chiusura

del mese di giugno il Corpo Bandistico “Alessandro Vatrini” e l’Amministrazione Comunale hanno deciso di collaborare per “regalare” a tutta la comunità quella che viene giustamente considerata una “chicca” della bella stagione.La suggestiva cornice di piazza Abbazia ospiterà infatti sabato 27 (con inizio alle 21) il concerto estivo, un appuntamento che potrebbe (se tutti i “tasselli” dell’organizzazione andranno al giusto posto) venire seguito da un altro concerto musicale in piazza. In questo caso è piazza Mazzini la candidata ad ospitare una rassegna di brani dedicata a Fabrizio De André, che verranno eseguiti dal gruppo “Nuova Officina Faber”.In attesa di sapere dove questa ulteriore iniziativa musicale troverà la sua effettiva collocazione nell’estate pontevichese, possiamo invece già porre nel meritato risalto un vero e proprio evento che si terrà sabato 18 luglio. In questo caso l’anfiteatro di piazza Maestà ospiterà “Don Chisciotte”, uno spettacolo teatrale proposto dalla compagnia teatrale “Ca Luogo d’Arte” di Parma.Gli attori principali della rappresentazione saranno Massimiliano Grazioli ed Alberto Branca per un’altra iniziativa da seguire assolutamente con l’attenzione meritata e non solo da parte della gente di Pontevico.

L’estate parte a tutta cultura

CalendarioPag . 14

1 LUNEDÌS. GIUSTINOCiel fàt a pà biscòt se ‘l piöf mìa dèl dé ‘l piöf dè nòt.Cielo fatto a pan biscotto se non piove di giorno piove di notte.

2 MARTEDÌS. EUGENIOFESTA DELLA REPUBBLICAChèi dè Salò i spàssa dè dèntèr e i sbròfa dè fò.Quelli di Salò spazzano all’interno e innaffiano all’esterno.

3 MERCOLEDÌS. CARLO LWANGAI cónfècc j-è miga fàcc per i asèn.I confetti non sono fatti per gli asini.

4 GIOVEDÌS. QUIRINOComprà case fàde e camp desfàcc.Comprare case fatte e terreni disfatti.

5 VENERDÌS. BONIFACIOChi pöl ‘n pó, comanda ‘n brìs.Chi può un po’, un po’ comanda.

6 SABATOS. NORBERTOSul ‘l Signur nó ‘l pöl sbaglià.Solo Dio non può sbagliare.

7 DOMENICAS. EUGENIACaratèr dè la rassa bressana sóta la sènèr brasa.Carattere della razza bresciana sotto la cenere brace.

8 LUNEDÌS. GUGLIELMOI fastìde i fa deèntà ècc prima del temp.Le preoccupazioni fanno invecchiare prima del tempo.

9 MARTEDÌS. EFREMCiapà föch.Prendere fuoco.

10 MERCOLEDÌS. MAURINODórmèr come ‘n sòch.Dormire sodo.

11 GIOVEDÌS. BARNABALa nòt l’è fadä per i lóc.La notte è fatta per gli allocchi.

12 VENERDÌS. ONOFRIO - SACRO CUORE DI GESÙTöcc i Sàlmi i fénéss en glòria e töté le feste en papatòria.Tutti i salmi finiscono in gloria e tutte le feste con un’abbuffata.

13 SABATOS. ANTONIO DA PADOVAL’aligrìa dè la zènt catìa la düra néènt.L’allegria della gente cattiva dura poco.

14 DOMENICAS. ELISEOSinsìga miga ‘l ca ‘n tat ché ‘l maja.Non stuzzicare il cane mentre mangia.

15 LUNEDÌS. VITOChi ga bèla fómna, l’è mia töta sò.Chi ha una bella moglie, non l’ha tutta per sé.

16 MARTEDÌS. GUIDOChi ga lé büsé ‘n dè lé gòte, la sà marìda sènsa dòte.Chi ha le fossette nelle gote, si sposa senza dote.

17 MERCOLEDÌS. AURELIANOVia i amùr rèsta i dulùr.Passati gli amori restano i dolori.

18 GIOVEDÌS. MARINAI facc j-è mascc, le parole j-è fèmene.I fatti sono maschi, le parole sono femmine.

19 VENERDÌS.S. GERVASIO E PROTASIOA fas ulì bé basta poc.Basta poco per farsi voler bene.

20 SABATOS. ETTOREDisìlé gnè pèr zöc paròle dè föc.Non dire nemmeno per gioco parole di fuoco.

21 DOMENICAS. LUIGI GONZAGAA San Luìs se regòi en bris.A San Luigi si raccoglie un pochino.

22 LUNEDÌS. PAOLINO DA NOLAChi l’è ‘n défèt l’è ‘n sóspèt.Chi è in difetto è in sospetto.

23 MARTEDÌS. GIUSEPPE CAFASSOPà e nùs, mangià dè spus.Pane e noci, cibo da pranzo di nozze.

24 MERCOLEDÌS. GIOVANNI BATTISTAQuànd vé la söta prima dè San Gioàn sé ‘n risènt töt l’ann.Quando viene la siccità prima di San Giovanni se ne risente per tutto l’anno.

25 GIOVEDÌS. ISABELLAI spaencc i è pès dèl mal.Gli spaventi sono peggio dei mali.26 VENERDÌS. VIGILIOMal ché nó döl, guarìl nó sa pöl.Male che non duole, guarirlo non si può.27 SABATOS. RODOLFOChi sèmpèr tàs brama la pàs.Chi sempre tace desidera la pace.28 DOMENICAS. ATTILIOL’engan ‘l turna a l’enganadùr.L’inganno ritorna all’ingannatore.29 LUNEDÌS.S. PIETRO E PAOLOSe per San Piero ‘l piöarà, per èn més bröt tèmp farà.Se per San Pietro pioverà, per un mese brutto tempo farà.30 MARTEDÌS.S. PROTOMARTIRI DI ROMAA fa tròp ‘l gènèrus, sa mantè i véssé a i ussiùs.A fare troppo il generoso, si mantengono i vizi agli oziosi.

CALENDARIO BRESCIANO: GIUGNO

Giugno 2015

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Pag . 15RicetteGiugno 2015

Prosegue la pubblicazione di alcune ricette della cucina bresciana classica e attuale.

CUCINA BRESCIANA - I RISOTTI

RISOTTO NUTRIENTEper 4 persone

Ingredienti: 350 g di riso, 300 g di salsiccia, 100 g di burro, 5 cucchiai di parmigiano grattuggiato, 1/2 cipolla tritata finemente, 1 bustina di zafferano, 1/2 bicchiere di vino bianco secco e 1 l di brodo.

Procedimento: preparare un risotto allo zafferano, contemporaneamente, tagliare a pezzetti la salsiccia e rosolarla in pochissimo burro. Dopo 5 minuti bagnare la salsiccia col vino bianco e far evaporare. 5 minuti prima che il risotto sia cotto unire la salsiccia (lasciandone da parte circa 100 g), il parmigiano e il burro. Amalgamare bene

il tutto. Versare in una zuppiera, quindi decorare il risotto con la salsiccia rimasta.

RISOTTO D’AUTUNNOper 6 persone

Ingredienti: una lingua di vitellone del peso di circa 1,5 kg, un gambo di sedano, 2 carote, 2 cipolle piccole, 1 ciuffo di prezzemolo, 100 g di olive verdi, 30 g di capperi sott’aceto, 60 g di burro, 50 g di farina, 600 g di riso, sale e pepe.

Procedimento: lavate accuratamente la lingua di vitellone, poi mettetela in una pentola, coperta abbondantemente di acqua fredda, con le carote, le cipolle, il sedano e il prezzemolo. Salate, pepate e cuocete con coperchio per 2 ore e mezza. Dopo 2 ore di cottura togliete la lingua dalla pentola e, con un coltello ben affilato, levate la pelle. Rimettete la lingua nel suo brodo e finite di cuocerla; quando è pronta, passate il brodo attraverso un colino e tenete la lingua in caldo. Con 50 g di burro, 2 cucchiai di farina e 1/2 l di brodo (quello della lingua) preparate una salsa besciamella piuttosto fluida; quasi a fine cottura aggiungete i capperi e le olive tritatissimi, salate e togliete dal fuoco la besciamella. In una teglia a parte versate un altro 1/2 l di brodo, fate bollire poi buttate dentro il riso.

Cucina bresciana: Pranz i

Domande alla nutrizionista:LA REGOLARITA’ PER UNA DIETA EQUILIBRATA

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Controllate la salatura, quindi portate a cottura mescolando e aggiungendo quando è necessario altro brodo caldo, in modo da ottenere un risotto di giusta consistenza. Rovesciate il riso nel piatto di portata, allineatevi sopra la lingua tagliata a fette sottili e coprite tutto con la salsa caldissima.

RISOTTO MONTANAROper 4 persone

Ingredienti: 400 g di riso, 2 mele renette, 1 spicchio d’aglio, olio, brodo, sale e 50 g di parmigiano grattuggiato.

Procedimento: sbucciare le mele e tagliarle a dadini, tritare l’aglio. Mettere sul fuoco 1 l di brodo in modo che sia ben caldo, mettere sul fuoco una casseruola con 3-4 cucchiai di olio e l’aglio, fare dorare l’aglio e unire il riso, fare rosolare il riso qualche minuto, aggiungere il brodo man mano che è necessario, unire le mele a dadini, fare cuocere per 15 minuti sempre mescolando il riso, salare e finire di cuocere, servire il risotto ben cosparso di parmigiano grattuggiato.

RISOTTO AI FUNGHIper 4 persone

Ingredienti: 350 g di riso, 3 porcini freschi, 1/2 bustina di zafferano, 1 piccolo scalogno, 1/2 bicchiere di vino spumante o champagne, 1 spicchio d’aglio, 1 abbondante ciuffo di prezzemolo, olio, burro, 1 l e 1/4 di brodo, panna, grana, sale e pepe.

Procedimento: sbucciate e tritate finemente lo scalogno, mettetelo in una casseruola con 30 g di burro e 2 cucchiai di olio. Fatelo soffriggere per qualche minuto poi aggiungete il riso. Lasciatelo tostare, bagnatelo con il vino e fatelo evaporare. Aggiungete un mestolo di brodo bollente e i porcini, che avrete prima raschiato con un coltellino, puliti con un panno, mondati e affettati sottilmente. Portate il riso a cottura aggiungendo poco alla volta altro brodo caldo. Due minuti prima del termine della cottura unite al risotto 2 cucchiai di panna e il prezzemolo lavato, asciugato e tritato insieme all’aglio. Regolate di sale e pepate. Spegnete il fuoco, incorporate una noce di

burro e una manciata di grana grattuggiato. Coprite il recipiente e lasciate riposare il risotto un paio di minuti prima di servirlo.

RISOTTO PADANOper 4 persone

Ingredienti: 350 g di riso, 2 carote piccole, 1 piccolo porro, 1 cipollotto, 1 costa di sedano, 4 foglie di lattuga, 1 carciofo, 4 foglie di insalata verde, 1 bicchiere di vino bianco secco, 1 limone, brodo, 3 cucchiai di olio, burro, 50 g di grana grattuggiato, sale e pepe.

Procedimento: eliminate dal carciofo le spine, le foglie più dure e il fieno. Pulite e lavate anche le altre verdure, asciugatele e tritatele insieme al carciofo. Scaldate in una casseruola 30 g di burro e l’olio e fatevi soffriggere il trito per 3 minuti; unite quindi il riso, mescolate e lasciatelo tostare per qualche minuto. Poi bagnate col vino bianco e quindi col brodo, continuando la cottura per circa 20 minuti. Spegnate il fuoco, regolate di sale e condite il risotto con 20 g di burro, il grana, una macinata di pepe e il succo di limone. Lasciate riposare per 5 minuti a recipiente coperto quindi servite.

Alcuni cenni storici sul risoIl riso in sanscrito era chiamato “vrihi”, saranno le lingue iraniche che lo perfezioneranno in “brizi” e, quando arriverà sulle sponde greche del Mediterraneo, prenderà il nome di “oriza” che i Romani, infine, trasformeranno nel latino “oryza”, termine che rimarrà nella classificazione di Linneo. Saranno gli Arabi a portarlo e a coltivarlo in Sicilia, qualche secolo dopo arriverà in Lombardia e Piemonte dove rimarrà per sempre. Il riso costituisce l’alimento base per oltre metà della popolazione mondiale, con il mais e il grano è il cereale più diffuso al mondo. Il riso italiano è considerato tra i migliori per le sementi usate e per la tecnologia avanzata. Le varietà sono innumerevoli ma tra le più apprezzate dal punto di vista gastronomico vi sono sicuramente l’Arborio, il Carnaroli ed il Vialone nano, protagonisti dei nostri risotti.

G e n t i l i s s i m a d o t t o r e s s a Subacchi , sono una donna di 56 anni, f u n z i o n a r i o statale-dirigente presso una p u b b l i c a amministrazione. Ho due figli e lavoro dalle 6 alle 8 ore al giorno,

dal lunedì al venerdì, faccio poca attività fisica e vorrei perdere qualche chilo. Sono alta 1,62 e peso circa 60/61 kg, vorrei poter seguire una dieta che mi consenta una cucina veloce e che mi permetta di poter no eliminare del tutto i formaggi e concedermi, qualche volta, qualche dolce, perché altrimenti non riuscirei a seguirla. Potrei abbinare qualche passeggiata al tapis-roulant che ho in casa e/o qualche passeggiata in più. Marta

Gentile Marta,rispetto quello che mi chiede le direi di:1) fare uso di piatti unici, che associando e integrando più alimenti velocizzano in maniera equilibrato il momento del pasto. Essi possono essere: pasta e legumi, un primo di pasta integrale con un condimento alla carne o al pesce, polenta con sugo di carne, insalatona con tonno o mozzarella e mais o legumi, etc2) Ogni tanto può sostituire uno spuntino, che abitualmente potrebbe fare con un frutto o uno yogurt o una barretta ai cereali, con un dolce o una fetta preferibilmente fatto in casa.3) Sarebbe fondamentale se lei potesse abbinare circa 20 minuti al giorno di passeggiate o altra attività aerobica come tapis roulant o cyclette etc.

Le comunico infine che visti i suoi dati antropometrici lei risulta in perfetto normopeso.

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Ingredienti per la pasta:200 g di farina + il necessario per spianatoia e la tortiera, 140 g di burro + il necessario per la tortiera, 70 g di zucchero 3 tuorli.Per la guarnizione:250 g di mandorle non pelate, 200 g di zucchero, 3 albumi, sale e zucchero a velo.Preparazione:Versate la farina, il burro a pezzetti, lo zucchero e i tuorli nel robot da cucina. Azionate l’apparecchio a intermittenza per non più di un minuto e, appena amalgamati gli ingredienti, avvolgete l’impasto in un foglio di pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigorifero per 1 ora.Infarinate la spianatoia e stendetevi la pasta con il mattarello, quindi disponetela in una tortiera di 24 cm di diametro, che avrete imburrato e infarinato. Rialzate i bordi.Passate al mixer le mandorle fino a ridurle in polvere piuttosto grossolana, che

verserete in una terrina e mescolerete allo zucchero.Con il frullino elettrico montate a neve ferma gli albumi insieme a un pizzico di sale.Mescolate con molta delicatezza gli albumi montati e la miscela di mandorle macinate e zucchero; dovrete ottenere un composto omogeneo di consistenza cremosa.Versate la preparazione nella tortiera in modo da coprire la base di pasta e ribattetene leggermente i bordi all’interno.Con la rotella ondulata ricavate dai ritagli di pasta tante listerelle, che disporrete sulla guarnizione formando una griglia decorativa.Infornate a 210 °C e fate cuocere per 20 minuti; la guarnizione dovrà prendere un bel colore dorato. Lasciate raffreddare il dolce, spolverizzatelo di zucchero a velo e servite.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

DOLCE NORVEGESE

Mimì: piccolo male.Mina: giovane e bella donna.Mincionà: canzonare, corbellare, schernire.Minciù, minciunà: macaco, minchione.Minio: ossido di piombo.Minöne: vezzi, gesti e moine.Minör: mette la miccia alle mine.Minùda: legna piccola, minuta accatastata.Miòla: midollo osseo, rigagnolo erto, mollica.Mìs: bagnato, grondante.Mismàs: groviglio, guazzabuglio.Misolì (muscì, moschì, muschì): moscerini volatili del mosto.Mistrà: liquore di anice.Misùra: falce messoria.Misürèt: antica unità di misura italiana (del legno) su cui erano segnate le divisioni del braccio e del palmo.Misì (quartì): un quarto di litro, un terzo di fiasco e un quarto di pinza.Misüra de biàa: quantità di biada per cavalli.Mocà, mocàla, móchela: tagliare, smetterla, finirla fuori.Möch: smussato, spuntato, non tagliente, ma anche parlere bleso.Móch: mogio, mortificato.

Móche: smancerie.Mócio: triste, malinconico.Möcia: in quantità, a iosa.Modìch: esiguo, modico.Mòdola: schema, progetto.Moéla: tipo di stoffa messa a macero.Moés: molle per umidità.Möfèt o möfièt: fieno ammuffito, anche rancido, schizzinoso.Möfì: presenza di muffa sugli alberi e sui rami.Mógna: cencio da lavandino.Mògio: antica misura del grano, decalitro.Mógio: triste.Mógol: mallo, torsolo, tutolo.Moi, en misa: molli, bagnati, morbidi.Moja: recipiente per macerare canapa e lino, molla del fuoco.Mojadùr: recipiente per conciare le pelli.Moiöl: cerino, fiammifero.Mòl: molle, mollica del pane, morbido, lento.Molös: tenerume, molliccio.Molzì: soffice.Mömia: lento, tentenna, indigiatore.Mòmolo: deretano.Móndol: castagna secca pelata.Monfrà (i monfrà o i monfrai): venditori del Monferrato di castagne e biscotti, una danza monferrina.

Giugno 2015