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IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA DI ANTONIO SOCCI LIBRO IN ASSAGGIO

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IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA DI ANTONIO SOCCI

L I B R O I N A S S A G G I O

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IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA

1.ACCADDE A ROMA E A FATIMA…

«MARIA HA PARLATO AI PICCOLI, AI MINORI, AI SENZA VOCE, A QUELLI CHE NON CONTANO, IN QUESTO MONDO ILLUMINATO, PIENO DI ORGOGLIO, DI SAPERE E DI FEDE NEL PROGRESSO. MA

CHE È ANCHE UN MONDO PIENO DI DISTRUZIONI, PIENO DI PAURA E DISPERAZIONE»

JOSEPH RATZINGER (FATIMA 1996)

CRONACA DI UN EVENTO UNICO

Una vicenda straordinaria, senza uguali nella storia, è iniziata a Fatima, in Portogallo, nel 1917, e si è dipanata nel corso di tutto il Novecento. È qualcosa che ha già avuto e può ancora avere conseguenze di enorme importanza per l’umanità intera, non solo per i cristiani. Al centro di tutto c’è un messaggio segreto che — secondo la Chiesa Cattolica — proprio la Madonna, il 13 luglio 1917, consegnò ai piccoli Lucia dos Santos, Giacinta e Francesco Marto.

Il misterioso messaggio — diventato celebre come Terzo segreto di Fatima — fu trascritto da suor Lucia su un semplice foglio di carta. In quelle righe è contenuto l’avvertimento profetico che la Madre di Cristo, con un’iniziativa del tutto eccezionale, ha dato alla Chiesa e al mondo sul futuro prossimo dell’umanità, per scongiurare tragedie inimmaginabili e per la sua salvezza. Un grande intellettuale cattolico come Jean Guitton ne parlava a Paolo VI in questi termini: «Santo Padre, Fatima è più interessante di Lourdes: è insieme cosmica e storica.., cioè legata alla storia della salvezza, alla storia universale».

L’evento di Fatima ha ricevuto da parte della Chiesa — che in genere è sempre molto cauta sui fenomeni soprannaturali — un riconoscimento che non ha eguali nella storia cristiana e che colloca questa apparizione e questo messaggio, obiettivamente, al di sopra di tutte le cosiddette «rivelazioni private»: tutti i papi che si sono succeduti hanno accreditato le apparizioni con discorsi ufficiali, atti e pellegrinaggi, spesso evocando paragoni biblici. Paolo VI sentì Fatima come un luogo «escatologico». Disse: «Era come una ripetizione o una annunciazione di una scena della fine dei tempi». Al santuario portoghese Giovanni Paolo II si è recato ben tre volte. Quindi papa Wojtyla ha beatificato i due pastorelli che morirono bambini (Francesco e Giacinta Mano) e ha affidato solennemente il terzo millennio al Cuore Immacolato di Maria. Infine la terza parte del Segreto — che per tutto il Novecento ha alimentato voci apocalittiche — è stata svelata dalla Santa Sede con una ufficialità che, anch’essa, non ha precedenti nella storia cristiana.

Come ha scritto Renzo Allegri: «E stata la prima volta che la Chiesa ha ufficialmente riconosciuto l’incisività storica di una profezia la cui fonte è un’apparizione della Vergine. Profezia che il cardinal Sodano ha definito “la più grande dei tempi moderni”». L’ha accostata addirittura alle profezie bibliche. Una profezia che obbliga la Chiesa, il cui valore non è affatto «facoltativo» riconoscere se Giovanni Paolo II, pellegrino al santuario portoghese per ringraziare dello scampato attentato, affermò solennemente: «Sto andando anch’io verso questo posto benedetto per ascoltare una volta ancora in nome dell’intera Chiesa il comando che fu dato da Nostra Madre, preoccupata per i suoi figli. Ora questi comandi sono più importanti e vitali che mai». Anzi, dirà il papa, questo invito della Madonna fatto nel 1917 «è

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più attuale di allora e persino più urgente». E soprattutto il pontefice disse: «L’appello fatto da Maria, nostra Madre, a Fatima fa sì che tutta la Chiesa si senta obbligata a rispondere alle richieste di Nostra Signora [...]. Il Messaggio impone un impegno su di essa […]».

Espressioni decisamente pesanti. Che contrastano senza dubbio con la riduzione del Terzo segreto a semplice e non-vincolante «rivelazione privata», al pari delle tante apparizioni ed esperienze soprannaturali personali vissute dai mistici e dai santi. Innanzitutto perché qua non sono dei mistici ad avere avuto l’apparizione della Madonna, ma dei normali fanciulli. In secondo luogo perché la Vergine affida loro un messaggio pubblico rivolto alla Chiesa e al mondo, si pone dunque come «profetessa» che parla a tutti del futuro e della vita di tutti. In terzo luogo perché tali apparizioni sono state ufficializzate dalla Chiesa in modo straordinario e infine per il trattamento riservato al Terzo segreto.

Infatti in tutte le apparizioni che contenevano un messaggio profetico per l’umanità (da La Salette ai sogni profetici di don Bosco, uno dei quali citeremo più avanti), tale messaggio è stato reso pubblico informalmente senza impegnare l’autorità della Chiesa.

Nel caso della terza parte del Messaggio di Fatima di fatto è accaduto il contrario. Non solo la Santa Sede (di Pio XII e Ottaviani) decise di avocare a sé quel testo, non solo fra la stessa Santa Sede (con Giovanni XXIII) che decise di non renderlo noto nella data indicata dalla Madonna e da suor Lucia, il 1960, decretando la sua secretazione, ma quando — dopo lunga e drammatica ponderazione — il papa in persona decise di pubblicare il testo (è stato Giovanni Paolo Il a farlo nel 2000) lo si annunciò nella maniera più solenne: dal santuario di Fatima, davanti al papa e alla veggente, da parte del segretario di Stato vaticano. E lo si pubblicò — il 26 giugno 2000 — addirittura con l’accompagnamento di un commento teologico della più alta autorità dottrinale della Chiesa, il cardinal Joseph Ratzinger, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, che presentò il testo del Segreto e il suo commento nientemeno in una conferenza stampa in mondovisione. E davvero impossibile — dopo tutto questo — continuare a parlare di «rivelazione privata» e di relativa importanza del Messaggio.

Le parole eccezionali pronunciate da Giovanni Paolo II dicono l’esatto contrario. Rileggiamole: «L’appello fatto da Maria, nostra Madre, a Fatima fa sì che tutta la Chiesa si senta obbligata a rispondere alle richieste di Nostra Signora [...]. Il Messaggio impone un impegno su di essa […]».

Il pontefice era certamente ben consapevole del peso delle parole che pronunciava e con esse ha dissipato una volta per tutte le nebbiose argomentazioni di quanti relativizzano Fatima. In questo senso Giovanni Paolo II è stato veramente il papa di Fatima. Il papa che più di tutti ha capito e fatto propria l’urgenza del Messaggio della Vergine e, sebbene spesso incompreso, il pontefice che più di tutti si è adoperato per risponderle positivamente e per ottenere sulla Chiesa e sul mondo la sua materna protezione.

Però va detto che tutti i papi che si sono succeduti dal 1917 hanno riconosciuto Fatima. Anche perché a «convalidare» in maniera unica l’apparizione davanti al mondo e quindi ad accreditare pubblicamente, nel modo più clamoroso, la soprannaturalità dell’evento fu la Madonna stessa con lo spettacolare prodigio solare che si verificò davanti a settantamila persone (fra cui molti giornalisti e scettici) in coincidenza con l’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917. Prodigio che la Madonna aveva preannunciato ai tre bambini nel corso dei loro

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incontri precedenti (iniziati il 13 maggio dello stesso anno) per dare una prova pubblica a tutti della sua presenza.

Nel corso di quei mesi, con il crescere dei pellegrini e dei curiosi che il giorno 13 di ogni mese si recavano sul luogo delle apparizioni, crescevano anche le polemiche della stampa laicista e gli attacchi del potere ideologicamente anticlericale e massonico. Le autorità, per spaventare i piccoli, un giorno arrivarono a «rinchiuderli nella pubblica prigione, dichiarando loro che più tardi sarebbero venuti a prenderli per bruciarli vivi» (del resto la violenza anticlericale si scatenerà in seguito perfino distruggendo la piccola cappella costruita, nel 1919, sul luogo delle apparizioni).

Alla piccola Lucia dos Santos, spaventata per la responsabilità che si sentiva addosso e per la gravità del messaggio che le era stato affidato, la Madonna il 13 luglio promise, per ottobre, un grande segno che tutti avrebbero visto («in ottobre dirò chi sono, che cosa voglio e farò il miracolo che tutti vedranno per poter credere»). La promessa era diventata di dominio pubblico e i giornali anticlericali avevano ricamato molto sul promesso prodigio che, a loro avviso, non ci sarebbe stato e che così avrebbe dimostrato il grande imbroglio.

L’attesa per l’inedita sfida — che non ha eguali nella storia — ingigantì la curiosità e l’interesse della gente. Così quel 13 ottobre arrivò una folla enorme a Cova da Iria e molti erano i miscredenti con tanti giornalisti pronti a raccontare e deridere la (prevista) grande delusione della gente e il clamoroso smascheramento dei ragazzi. Era già pronto il copione: si sarebbe irrisa e denunciata la superstizione popolare e la fede dei semplici avrebbe ricevuto un colpo tremendo. I genitori dei tre bambini, Lucia, Francesco e Giacinta, erano addirittura terrorizzati perché temevano che, se nulla fosse accaduto, i bambini sarebbero stati linciati dalla folla che si poteva sentire raggirata.

Solo i tre bambini erano tranquilli. E in effetti quel che accadde è il più clamoroso miracolo pubblico mai verificatosi, anche perché, essendosi prodotto sotto gli occhi dei media moderni e di molti testimoni nemici della Chiesa, ebbe e ha, nel villaggio globale, un’evidenza planetaria che mai nessun miracolo ha avuto. Soprattutto perché si trattò di un miracolo annunciato, per il quale le forze nemiche della Chiesa avevano sfidato la Madonna in persona. Ebbene, la Madonna ha dolcemente accettato quella sfida inedita, mai vista prima, che le era stata lanciata.

Forse perché eccezionale era il tempo che stava iniziando per la Chiesa e il mondo. Perché eccezionale era ed è il pericolo che incombe sulla Chiesa e sul mondo. E lei è venuta a Fatima proprio per scongiurare quell’immenso male. Dunque ha voluto dare una prova inconfutabile della sua presenza. Perché nessuno potesse dire che non ha il dono della fede o che «si può credere o non credere». Qua si tratta di fatti. Per i quali non occorre la fede, ma gli occhi, tanto che il fenomeno fu visto da tutti e perfino Hollywood immortalò lo straordinario evento nel 1952 col film The Miracle of Our Lady of Fatima.

Ecco allora cosa si verificò quel 13 ottobre 1917. Basti riferire ciò che accadde al giornalista Avelino de Almeida del quotidiano «O Século» di Lisbona, di area laicista. Lui stesso si era recato, quel 13 ottobre, nella sperduta località dove erano convenute circa settantamila persone. Era andato per denunciare, l’indomani, uno dei più colossali imbrogli clericali mai visti. Ma il 15 ottobre — firmato dallo stesso direttore de Almeida — uscì un

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articolo che fin dal titolo riferiva ben altro: «Cose straordinarie! Come il sole ha danzato a menogiorno a Fatima».

Il giornalista, rimasto chiaramente impressionato dagli eventi, di cui era stato testimone oculare, così ricostruisce quei minuti del 13 ottobre: «Dalla strada dove i carri erano raggruppati e dove stavano centinaia di persone che non avevano il coraggio di attraversare il terreno reso fangoso dalla pioggia, vedemmo l’immensa folla girarsi verso il sole che apparve al suo zenit, chiaro tra le nuvole. Sembrava un disco d’argento ed era possibile fissarlo senza problemi. Non bruciava gli occhi, non li accecava, come se vi fosse stata una eclissi. Poi si udì un urlo possente e la gente più vicina cominciò a gridare: “Miracolo, miracolo! Meraviglia! Meraviglia!”. Davanti agli occhi estasiati delle persone [...] sbalordite il sole tremò, compì degli strani e bruschi movimenti, al di fuori di qualsiasi logica scientifica».

La testimonianza di Avelino de Aimeida, che era conosciuto come acceso laicista, fece molta impressione e irritò i suoi ambienti anticlericali, che lo attaccarono duramente sugli altri organi di stampa. Ma lui ribadì ciò che aveva visto.

Naturalmente il fatto fu riferito anche da altri giornali che avevano mandato lì dei reporter, come «O Dia». E fu osservato anche dai villaggi circostanti, anche quelli posti a molti chilometri di distanza e le testimonianze uscirono su vari giornali (vi furono anche quelle di personaggi importanti come il poeta Alfonso Lopez Vieira che da casa sua, a San Pedro de Moel, a 40 chilometri da Fatima, osservò il fenomeno). Questo clamoroso prodigio pubblico, che a molti è sembrato una medita e sconvolgente sfida divina al secolo dell’ateismo, dell’apostasia e dell’odio anticristiano (che i pontefici definiranno «satanico» nelle sue più disumane espressioni di violenza), ha accreditato enormemente Fatima e il Messaggio che la Madonna ha affidato ai tre bambini.

Messaggio che è indirizzato alla Chiesa e a tutta l’umanità e che rappresenta un unicum nei duemila anni cli storia del cristianesimo, elemento da cui si deve concludere che — evidentemente — è del tutto speciale l’epoca che stiamo vivendo, è una svolta forse «apocalittica» nella storia dell’umanità. Tale Messaggio, che contiene una serie di tremende profezie, di gravi ammonimenti e di urgenti richieste, fu consegnato dalla Madonna nell’apparizione del 13 luglio 1917. Anche se poi fu diviso in tre parti rivelate in epoche successive.

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