Il quaderno didattico C’era una volta la Torre Civica a ... · Chi invece privilegiava il valore...

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Il quaderno didattico C’era una volta la Torre Civica a cura di Gabriella Fusi è stato messo a disposizione dall’autrice per tutti gli interessati all’argomento, in particolare studenti e docenti della scuola secondaria.

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Il quaderno didatticoC’era una volta la Torre Civica

a cura di Gabriella Fusiè stato messo a disposizione dall’autrice

per tutti gli interessati all’argomento,in particolare studenti e docenti della scuola secondaria.

PAVIAQUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ

numero 3

C’ERA UNA VOLTA LA TORRE CIVICA…Percorso didattico per ragazzi

sulle tracce di un monumento dimenticato

a cura di

Gabriella Fusi

COMUNE DI PAVIASETTORE CULTURA

Biblioteca Bonetta - Sezione ragazzi

FONDAZIONE BANCADEL MONTE DI LOMBARDIA

SCUOLA MEDIA STATALELEONARDO DA VINCI

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C’era una volta la Torre Civica...

Ma un brutto giorno…

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Il 17 marzo 1989 alle 8.55 la Torre crollò

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Le ore e i giorni successivi al crollo furono di grande sgomento:trepidazione e poi dolore per la morte delle quattro persone rimaste sottole macerie.

E poi stupore, indignazione. Iniziarono le polemiche su cause e responsabilità; si avvicendarono inter-venti di esperti e di politici per valutare l’entità dei danni.

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Ma nei cittadini crebbe soprattutto una sensazione di impotenza di fronteal vuoto lasciato da un monumento così familiare e denso di storia.

Si aprì un dibattito sulla ricostruzione che coinvolse tutti i Pavesi. I giornali loca-li riportarono le posizioni dei diversi schieramenti:

Coloro che vedevano nella Torre soprattutto il simbolo della città, della sua sto-ria politica, sociale ed economica, sostenevano la necessità di un’immediataricostruzione “com’era e dov’era”.

Chi invece privilegiava il valore artistico del monumento, come esempio di tec-niche e di scelte culturali di diverse epoche, lo considerava irripetibile e si oppo-neva ad ogni ipotesi di ricostruzione.

Altri proponevano la ricostruzione di una nuova torre secondo la cultura e leforme contemporanee.

Per comprendere questa contrapposizione esamineremo la Torre civicanelle sue due componenti:

1. La Torre come luogo strettamente legato alla vita dei cittadini fin dalle sue origini.2. La Torre come monumento artistico, testimone della cultura delle diverse epoche.

Chi svolgerà l’intero percorso, deciderà su quale piatto della bilancia far ricade-re la propria opinione.

Le foto del crollo qui riprodotte sono conservate presso i Musei Civici di Pavia.

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Gli scavi archeologici nella Torre hanno rivelato massicce fondazioni dell’edificio risalenti all’inizio dell’XI sec.Cfr. H. BLAKE, Il primo millennio: nuove acquisizioni degli scavi stratigrafici su Pavia romana ed altomedievale, in “Pavia Bimillenaria,” guida alla mostra, Pavia, 1991, scheda 5.Per la storia della torre cfr. A. SEGAGNI MALACART, La Torre Civica e le torri campanarie padane del sec. XI, in “La torre maggiore di Pavia”, Pavia, 1989, pp. 51-63; S. LOMARTIRE, Nuove acquisizioni sull’architettura medievale,in “Pavia Bimillenaria”, cit. scheda 6.Per la cella campanaria cinquecentesca cfr. L. GIORDANO, La cella campanaria del Pellegrini, in “La torre maggiore di Pavia”, cit.1989, pp. 113-150.

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Aveva quasi mille anni…

fig. 2

La torre civica nacque nel sec. XI 1

come campanile della cattedrale.Fin dalla sua origine ebbe funzioni legate alla vita civile

della città e fu contesa tra il Vescovo e il Comune,le due autorità rivali. 2

Il basamento, che in parte si è salvato, costituiva la partepiù antica della torre, che fu innalzata progressivamente

in diversi periodi (cfr. figg. 2-3-4).

fig. 3

Si adattò alle demolizioni e alle ricostruzionidelle vicine cattedrali.

Nel XII sec. erano allineate alla Torre, verso la piazza,chiamata piazza dell’Atrio,

le facciate delle due cattedrali romaniche gemelle:Santo Stefano e Santa Maria del Popolo (cfr. fig. 6)

fig. 4

Alla fine del Cinquecento fu completata e raggiunsela sua altezza definitiva con la nuova cella campanaria,

disegnata dal Pellegrini, l’architetto del Collegio Borromeo. 3

fig. 5

Quando fu demolita la facciata di Santo Stefano(cfr. fig 9), per far posto alla nuova facciata del Duomo,

alla fine dell’Ottocento, offrì il suo lato meridionale,rivolto verso il Duomo, per conservare, ricomposto,

il portale sinistro della cattedrale medievale distrutta.

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Aveva condiviso tutte le vicende della cattedrale

Per la storia del complesso medievale cfr. D. VICINI, Correlazioni e contesto urbano della Torre, in “La torre maggioredi Pavia”, cit., pp. 31-49. Dalla stessa pubblicazione sono tratte le immagini della torre del presente quaderno didattico.

Per il modello ligneo del complesso del Duomo cfr. A. CADEI, Modello ligneo rinascimentale, in “Musei Civici del Castello Visconteo”, La sala del Modello del Duomo, Pavia, 1981, pp. 11-15; ibidem A. PERONI, Modello ligneo per il

Campanile, p. 16.

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fig. 6

Torre civica, Santo Stefano, Santa Maria del Popolo.Il disegno fu realizzato nel 1330 dal pavese

Opicino de Canistris nella sua opera“IL LIBRO DELLE LODI DELLA CITTA’ DI PAVIA”

Questo documento ci permette di conoscere il complessomedievale precedente la costruzione del Duomo 4

La Torre risulta ancora incompleta. L’ultimo piano,ancora provvisorio, ospita le campane e gli uomini di guardia

sotto una tettoia a quattro falde.

fig. 7

I cittadini pavesi, impressionati dalle costruzioni del Duomodi Milano e della Certosa di Pavia, che erano in corso

d’opera, nel 1487 ottennero dal loro cardinale Ascanio Sforzadi edificare, al posto delle antiche cattedrali romaniche,

una nuova Cattedrale grandiosa. Fu allora realizzato un modello in legno del Duomo,

che prevedeva, forse, anche una nuova vesteper la Torre Civica. 5

fig. 8

Il profilo del Duomo rinascimentale si sovrapponeagli edifici medievali più scuri.

La costruzione del Duomo rinascimentale iniziò dall’absidee avanzò lentamente verso la facciata con la demolizione

progressiva delle strutture medievali. Da sinistra, allineati:Torre Civica, Santo Stefano e Santa Maria del Popolo,

Dietro le due cattedrali, il Battistero ottagonale diSan Giovanni ad Fontes e l’edificio del Broletto.

fig. 9

Foto precedente la demolizione della facciata di Santo Stefano del 1893

La grandiosa costruzione del Duomo, iniziata quattro secoliprima, partendo dall’abside, avanza verso la piazza.

8

Prima di continuare verifica le tue conoscenze.

9

Tenendo conto del disegno di Opicino e delle conoscenzeacquisite, indica tra le seguenti affermazioni quelle cheritieni corrette.

Ordina le informazioni corrette e racconta la storia dellaTorre Civica (oralmente o per iscritto).

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Il complesso medievale del XII sec. comprendeva solo due cattedrali affiancate,“gemelle”.

La torre civica era precedente alle due cattedrali romaniche, era nata come cam-panile delle più antiche cattedrali.

La torre civica venne innalzata progressivamente in tempi diversi.

La torre medievale si svolgeva per piani sovrapposti di cui l’ultimo, non com-pletato, era coperto da una tettoia.

La torre e le due facciate delle cattedrali romaniche erano allineate.

Un portico, su alti pilastri, completava la facciata di S. Stefano e S. Maria delPopolo.

Esisteva una specie di tettoia, un riparo, addossato alla Torre e alle Cattedrali.

Nella piazza medievale si ergeva, su un alto basamento, la statua del Regisole.

Il Duomo attuale fu iniziato alla fine del sec XV dall’abside e avanzò lentamen-te verso la facciata, provocando la demolizione delle strutture precedenti.

La torre civica non venne demolita per far posto al Duomo, ma venne innalzatacon una nuova cella campanaria.

La Torre civica mantenne il ricordo della vecchia cattedrale di Santo Stefano,ospitandone il portale sinistro ricomposto nel suo lato Sud.

La facciata del nuovo Duomo rimase arretrata rispetto alla linea della TorreCivica e delle precedenti Cattedrali.

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Stato degli edifici prima del 17 marzo 1989

Complesso del Duomo realizzato dal 1488 al 1933.

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1. Era il simbolo della vita della città…

Ricostruzione grafica del complesso delle cattedrali(Archivio civico, Arte cristiana, cartella II. V)

cfr. I. STABILE, Pavia: crollo e rinascita della Torre Civica,Pavia, 1992, p. 71.

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La vita dei cittadini intorno alla Torre.

Opicino de Canistris

Il libro delle lodi della città di Pavia (1330)

• Leggi attentamente i documenti, quindi esegui gli esercizi cheseguono.

DOC. 1 La chiesa cattedrale, poiché è composta da due chiese contigue senza una parete dimezzo, si estende in larghezza per un vasto tratto, cioè per la terza parte circa di unostadio, ed ha nondimeno da ogni parte volte con colonne: davanti alla sua facciata c’èuna piazza chiamata Atrio, di lunghezza pari alla larghezza della chiesa e anche più.

p. 55

DOC. 2 In essa[piazza] per tutto l’anno si possono trovare tutte le merci necessarie alla vitadegli uomini.

p. 55

DOC. 3 Al centro di questa piazza si erge una statua bronzea di un cavallo con cavaliere, direcente indorata, che guarda verso nord, di proporzioni maggiori che non quelle di unuomo o cavallo vivente. […].

pp. 55-56

DOC. 4 Perché fin da fanciulli siano meglio istruiti alla guerra, ogni anno, dal 1 gennaio almercoledì delle ceneri esclusi, tutte le domeniche e le festività, il giorno di Carnevalee il giovedì grasso, i Pavesi tengono certi spettacoli, che sono comunemente dettiBattagliole, ma più correttamente in latino dovrebbero chiamarsi “bellicula”.

p. 72

Traduzione dal latino e note a cura di Delfino Ambaglio, Pavia 1984.

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DOC. 5 Dividono infatti la città in due parti, la settentrionale detta superiore, la meridionaledetta inferiore, ciascuna delle quali presenta compagnie ovvero squadre, che si divido-no secondo le parrocchie maggiori. Combattono gli uni contro gli altri con armi dilegno, talora tutti insieme, talora a due a due, scontrandosi di corsa da lontano e col-pendosi con gli scudi.

p. 72

DOC. 6 Hanno in testa elmi di legno fatti di vimini intrecciati che chiamano “ceste”, foderatidentro e fuori di panni e imbottiture; Questi recano intagliate o dipinte sulla superficiele insegne della compagnia e davanti al volto una visiera a maglie di ferro e dietro unacoda di cavallo, per la quale altri, afferrandoli, possono impedire che cadano: alcunielmi invece non hanno la coda di cavallo, ma solo una penna piantata e sono chiama-ti Cappellette. Tutti avanzando se la mettono impugnando scudi fatti di radici intreccia-te e bastoni di ferro; ciascuna di queste compagnie è preceduta e guidata da un coman-dante armato solo di un bastone.

p. 72

DOC. 7 I Pavesi fanno tali giochi soltanto in tre posti, che si trovano lungo la linea di divisio-ne della città - linea che è segnata non da mura, ma dalle parrocchie -, cosicché glistessi luoghi sono comuni all’una e all’altra compagnia: dopo pranzo nella zona appe-na fuori della città chiamata “Camino”, dove la compagnia che sta più in alto difendealcune collinette e la compagnia più sotto, che occupa la pianura, tenta di espugnarle.

pp. 72-73

DOC. 8 Alle tre pomeridiane, preso un poco di riposo, combattono nella piazza dell’Atrio, nellaquale il Regisole funge da limite divisorio fra le due parti; quindi nel cortile delComune, che è detto del Vescovo, dove si scontrano duramente attorno ad una pietra sucui si leggono di solito i bandi: li tiene in ogni caso d’occhio il corpo di guardia delPodestà perché non si offendano con ingiurie o portino armi di ferro, specialmentequelle d’attacco.

p. 73

DOC. 9 Si fregia della vittoria la compagnia che vince nell’ultimo giorno di carnevale. Dopocarnevale non combattono più in questo modo, ma solo a due a due in uno scontro congli scudi.

p. 73

DOC. 10 [I Pavesi] tanto bene si conoscono tra loro… Ciò si deve al fatto che un paio di volte algiorno essi si radunano nel palazzo del Comune o nella piazza dell’Atrio. Lì si trovanoin gran numero avvocati ovvero giudici e notai.

p. 73

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DOC. 11 Se si devono promulgare sentenze o condanne o riscossioni si batte un rintocco diverso eallora si dà lettura su una pietra posta nel cortile del Comune, che ancora oggi è comune-mente chiamato cortile del Vescovo, poiché un tempo fu sede del vescovado.

p. 74

DOC. 12 Un particolare rintocco segnala l’uscita di tutto l’esercito, un altro quello della sola caval-leria, sempre preceduti dall’annuncio del banditore.Se c’è un assalto di nemici, diverso è il suono della campana: in queste occasioni, se è neces-sario, i comuni della zona inviano gli aiuti che sono loro imposti sia in beni sia in uomini.

p. 74

DOC. 13 Tengono poi sul campanile maggiore più uomini, cui è corrisposto un salario annuo, che pos-sono sia suonare le campane del Comune sia vedere da lontano i nemici che si avvicinano.

p. 74

DOC. 14 Infatti, quando hanno nemici, collocano forti corpi di guardia sulle porte, nelle piazze e nellevie, alcuni anche intorno alla città a debita distanza; a loro, e specialmente a quelli sulleporte, gli uomini del campanile durante la notte danno di frequente la voce; inoltre sono piùvolte ispezionati da ufficiali incaricati di ciò.

p. 74

DOC. 15 Questo campanile infatti è così largo che, oltre allo spazio che occupano le campane, oltrealla stanza dei sorveglianti, sulla sola terrazza che c’è si può camminare in lungo e in largo:potrebbe contenere un centinaio di persone e forse più.

p. 75

DOC. 16 Un tempo la città era occupata dai soli consoli; ora invece annualmente oppure ogni sei mesiquei sapienti eleggono, con un compenso stabilito, un governatore chiamato Podestà, che siadi un’altra città, al quale sono assegnati subalterni in numero fisso, cioè un notaio e più giu-dici, notai, servitori, uscieri, cavalli, una residenza adeguata e così via. Dopo che egli è statoeletto e la sua nomina resa pubblica,lo si manda a chiamare. Quello giungendo e smontan-do da cavallo, si reca all’altare di Santo Stefano in cattedrale e vi fa un’offerta che, se èd’oro, appartiene al Vescovo, se d’argento, ai Canonici: salendo quindi a palazzo, convoca-to il popolo, giura che osserverà gli statuti municipali che lì gli vengono presentati, dopo averinviato un banditore per la città ad annunciare che ladri, malfattori, prostitute ed eretici sene vadano da essa.

p. 79

DOC. 18 Tutti quelli che esercitano una professione formano un collegio, che chiamano Paratico. […]Ci sono circa trentacinque Paratici che hanno statuti propri e che scelgono singolarmente iloro consoli o seniori che chiamano Anziani.Possiedono un loro grande palazzo, che chiamano Palazzo del popolo e una grossa campa-na che ogniqualvolta suona – il che accade assai di rado -,chiama tutto il popolo a prende-re le armi.

p. 79

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DOC. 19 La vigilia della deposizione di San Siro, cioè il giorno precedente la sua festa, offronoun pallio nella cattedrale con un cero acceso, con le sue insegne e con l’immaginedipinta di San Siro, recante cioè i alto la croce e la mitra pontificale, le armi e le inse-gne dell’imperatore o del re che è signore della città e del Podestà: tutti i nobili dellacittà con il Podestà seguono il cero.[…]Seguono quindi, uno alla volta, i ceri dei singoli paratici, dipinti con le predette inse-gne della città e con gli strumenti della loro professione o con qualcosa del genere: cia-scuno di questi è seguito dai rappresentanti ovvero dagli ufficiali di quel paratico, iquali tengono in mano candele accese abbastanza grosse, che offrono insieme al cero[…] Davanti al cero dei tavernieri si porta su una tavola un castello di offerte, cheall’ingresso della chiesa è abbattuto dai giovani.Similmente gli uccellatori portano di solito un albero frondoso, dai rami del quale pen-dono, legati per il becco, piccoli uccelli vivi, ai quali si fa la stessa cosa che al castel-lo. Fanno anche molti altri giochi nel portare i ceri.[…][I Pavesi ]celebrano tutte le processioni al suono delle sole campane del Comune, chestanno sul campanile maggiore.

p. 98

DOC. 20 Oltre alle numerosissime campane delle altre chiese minori, la cattedrale ovvero ilComune ne ha parecchie grandissime, il cui rintocco si può udire a sei miglia e più didistanza.

p. 98

DOC. 21 Nella festa di San Giovanni Evangelista alla mattina gli abitanti bruciano con unagrande quantità di legna alberi sfrondati, che hanno piantato ai lati della piazzadell’Atrio, cioè uno di fronte al Regisole e l’altro alle spalle, a non grande distanza.Mentre questi bruciano e i cittadini si recano là in processione con strumenti musicali,il Podestà salendo in alto tesse le lodi della città.

p. 98

DOC. 22 Il giorno della traslazione di San Siro, di buon mattino, corrono a cavallo per vincereil pallio di seta o intessuto d’oro, poco lontano dalla città in un campo di corsa che siestende in lunghezza per moltissimi stadi, gli scudieri dei signori per i loro padroni eper vincere una porchetta arrostita e un gallo bianco vivo.[…]Chi vince questo pallio lo offre a San Siro o a un’altra chiesa o ne fa quel che vuole.

p. 99

DOC. 23 Il dì di Pentecoste, ai vespri, lasciano cadere dal tetto o dalla volta nella cattedrale diSanto Stefano e in alcune altre chiese legna che brucia con offerte, frutta e rose. Cosìdopo aver lanciato le offerte, mentre i fanciulli corrono qua e là per la chiesa e cerca-no di prenderle, subito mandano giù paglia di lino infuocata che cade sulle loro teste.

p. 99

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Sottolinea nei documenti selezionati tutte le circostanzesegnate dal tocco delle campane della torre civica, e indivi-duale nel seguente elenco.

Le campane della torre

Convocano il Consiglio ristretto dei Saggi eletti dal Comune per le decisionipiù importanti.Convocano il Consiglio dei Cento che decide sulle questioni meno riservate.Convocano l’assemblea dei cittadini.Annunciano la promulgazione di sentenze o di condanne.Annunciano una riscossione di tributi.Segnalano l’uscita di tutto l’esercito.Segnalano l’uscita della sola cavalleria.Annunciano un assalto dei nemici.Danno inizio alle gare e ai giochi.Annunciano le giornate di fiere e mercati.Radunano l’esercito.Chiamano tutti i cittadini a prendere le armi.Celebrano le processioni religiose.

Storia dell’economiaStoria della popolazioneStoria delle tradizioniStoria della politicaStoria della guerraStoria della societàStoria dei monumentiStoria della religione

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DISCIPLINE

La descrizione di Opicino potrebbe essere utilizzata per molti tipi di indagine.

Nella seguente tabella indica con i numeri corrispondenti idocumenti utili alle diverse discipline.

DOCUMENTI UTILI

1. La Torre Civica partecipava coni segnali delle campane alla vita deicittadini pavesi.

2. Nella piazza, antistante la catte-drale si svolgevano numerose attivitàe manifestazioni.

n. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Scegli i documenti relativi ai seguenti argomenti:

n. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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• Ritorna sui documenti e sottolinea con colori diversi gli avvisi trasmessi attraverso i diversi tocchi.

• Quali momenti della vita civile erano segnati dalle campane della Torre Civica?

• La vita politica

• L’amministrazione della giustizia

• La riscossione delle tasse

• La difesa della città

• Le attività economiche

• Gli svaghi

• Le manifestazioni religiose

Dunque, i cittadini erano informati di quanto avveniva incittà attraverso le campane della torre civica e sapevanodistinguere gli avvisi dal tocco.

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Le attività dentro la Torre Gli archeologi hanno effettuato degli scavi all’interno della Torre ehanno portato alla luce oggetti che rivelano le attività che vi si svolgeva-no nel Medioevo. 6

• Leggi il seguente testo e sottolinea gli oggetti ritrovati, lescoperte fatte dagli archeologi e le attività che si svolgevano nella torre.

Gli scavi condotti all’interno della torre hanno riportato tutta l’area al suo livello origi-nale.

Gli strati archeologici senz’altro più interessanti sono quelli trovati subito dopo la fonda-zione della torre. Sono strati sabbiosi, pieni soprattutto di scorie di metallo, ma in alcunezone contengono anche una grande quantità di frammenti di vetro da finestra colorato edipinto e migliaia di tessere di mosaico.

Il ritrovamento del vetro, delle tessere ed anche di oggetti decorativi in bronzo, non lascia-no dubbi che la torre sia servita come cantiere di lavoro durante il rifacimento romanicodi Santo Stefano e Santa Maria del Popolo.In questo periodo, intorno al 1100, i lavori per la costruzione della torre erano probabil-mente in abbandono, e dunque l’area al suo interno era adatta ad ospitare alcuni lavoriper la cattedrale adiacente.I ritrovamenti hanno un’importanza notevole per la storia della tecnologia e per la storia dell’arte.

La lavorazione principale in questo periodo è stata quella del ferro a forgia, che ha lascia-to sparsa in tutto l’interno della torre un’enorme quantità di scorie.

Dopo l’esame dei ritrovamenti e delle strutture (per la maggior parte buchi per pali), èstato possibile ricostruire la natura della lavorazione.

Essa era concentrata nell’angolo Nord-Ovest della torre, dove si è trovata una serie dibattuti, cioè blocchi per la pavimentazione in argilla (1) sovrapposti intorno a una vasca(2) costruita in mattoni e rivestita all’interno di argilla e malta. Accanto alla vasca sono stati scoperti cinque buchi per pali: quattro più piccoli a Nord,disposti in quadrato (3) e uno più grande a Ovest, erano costruiti sicuramente prima diqualsiasi deposito di scorie; tutti i buchi per i pali sporgevano chiaramente dalla terrapiena di scorie e soltanto l’orlo della vasca era coperto di scorie.Probabilmente si trattava di una struttura in metallo, abbastanza piccola, su quattrogambe in metallo; Il grande palo a Ovest della vasca poteva sostenere l’incudine (4), cheanche oggi è di solito messa su un palo di legno.I manufatti rinvenuti sono per la maggior parte chiodi, essenziali per costruire l’impalca-tura per la cattedrale. 7

Testo e disegno adattati da Ricerche archeologiche sulla Torre Civica. Restauri alla cattedrale di Santo Stefano,1974 opuscolo per la mostra a cura di A. PERONI, B. W. PERKINS, S. NIPOTI, C. BARACCA, D. ELLWOUD,X. TOSCANI.Cfr. anche D. VICINI, Torre civica: il cantiere del sec XI, sceda 18; E. SPATOLA, Il campanato nella Torre civica,scheda 11, in “Pavia Bimillenaria”, cit. 1991.

Scrive Opicino: “Alcune chiese Maggiori sono ricoperte da tegole (lastre) di piombo, in particolare la chiesa maggio-re o cattedrale…”) Cfr. Opicino de Canistris, cit. p. 57.

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Si sono trovati anche scorie di bronzo e di piombo e frammenti di crogioli troppo piccoli perfondere il ferro, ma idonei per questi due metalli. Purtroppo non c’erano tracce di manufat-ti in bronzo, ma si può pensare alla produzione di guarnizioni perle vetrate e a lastre dipiombo per coprire il tetto della cattedrale.

Sono stati portati alla luce nella Torre e nella zona antistante l’ingresso pozzetti per gettatedi campane che possono risalire a tre fasi diverse della costruzione della Torre... Molti docu-menti d’archivio confermano la costruzione e la riparazione di campane nei pressi dellaTorre Civica.

Compila la seguente tabella, mettendo in relazione i ritrova-menti archeologici con le attività che si svolgevano nellaTorre durante la costruzione delle cattedrali romaniche.

RITROVAMENTI ATTIVITA’

Osserva la ricostruzione della struttura che doveva servirealla lavorazione del ferro, quindi indica con i numeri chetrovi nel testo letto le parti corrispondenti.

Musei Civici di Pavia. Disegno di Claudio Baracca, 1974.

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I mercati intorno alla Torre...

• Leggi il testo seguente 8, sottolinea le attività commerciali e i luoghi in cui si svolgevano, quindi compila la tabella che segue.

La piazza del mercato era, all’epoca di Opicino, l’Atrio di San Siro, l’attuale sagrato delDuomo. Gli scavi archeologici portano a credere che lo spazio fosse interamente libero, fin dall’etàromana. L’area veniva affittata dal Vescovo ai commercianti. Nella piazza si vendeva di tutto: generi alimentari (frutti, legumi, ortaggi, carni fresche e sala-te, selvaggina, pesci freschi e salati, pane, uova e formaggi, bestie da ingrassare e cibi cotti),fieno e paglia in carri, lepri e vino milanese, utensili di legno e ceste di vimini, corde, ciabat-te, panni di lana, pelli, pellicce, borse e guanti, lebeti e vasi di rame e bronzo.Intorno alla piazza: spezie e colori, candele di cera e di sego, olio d’oliva e di semi di lino, vasidi vetro, tazze e recipienti vari di legno, piatti e vasi di terracotta.La Piazza di San Savino (attuale Piazza Cavagneria) era anch’essa affittata dal Vescovo, chene era proprietario, al paratico (corporazione-associazione) dei calzolai.La Piazza Grande (attuale piazza della Vittoria, formatasi a partire dal 1376 e forse grosso-modo sull’area dell’antico foro romano 9), nella zona sud ospitava botteghe e banchi di cam-biavalute. Inoltre si trovava qui il maggiore dei macelli pubblici, chiamato “becaricia”.

LUOGHI PRODOTTI - ATTIVITA’

Prendi in considerazione le merci che venivano vendute sullapiazza ed esamina quali erano prodotte nel territorio e qualidovevano essere importate. Discutine in classe, tenendo conto chePavia, attraverso le strade e le vie d’acqua, il Ticino e il Po, pote-va avere legami economici anche con luoghi lontani.

Dunque, per tutta l’età comunale la torre fu segnata daifermenti della vita della città.

Testo adattato da D. VICINI, Mercati urbani, in “Pavia Bimillenaria”, cit. scheda 14.Cfr. C. MACCABRUNI, Il Foro di Ticinum (Pavia) e il Foro di Laumellum (Lomello), in “Antichità altoadriatiche”,

vol. XLII 1995.

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E dopo l’età comunale…

“Quando scomparve il Comune come entità politica e subentrò la signoria deiVisconti (dal 1359), si mantenne l’uso politico-sociale delle campane, e venne uffi-cialmente assunto e stipendiato con denaro pubblico un campanaro.Nel 1414 le quattro campane della torre avevano un nome: Baiona, la più grande, perle ore e le solennità maggiori; campana dei Sapienti, la seconda, addetta a chiamare iconsiglieri cittadini alle adunanze in palazzo pretorio, al Broletto; campana delloStudio (Università), la terza, che evidentemente suonava per gli universitari; infineScilla, la campana più piccola”. 10

Sottolinea le funzioni delle campane che trovi indicate e con-frontale con quelle che già conosci. Quali nuove funzioni sonointrodotte rispetto all’età comunale?

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Quali fatti nuovi si sono verificati dunque nell’epoca deiVisconti?

E’ stata fondata l’Università a Pavia. 11

Sono state introdotte le festività religiose.E’ stata introdotta la consuetudine di convocare assemblee.E’ stato costruito un orologio sulla torre. 12

Un nuovo personaggio frequentava la torreChi?

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Testo adattato da A. G. CAVAGNA, Misura del tempo, misura delle cose, misura degli uomini nella infelix, olim for-mosa Papia, in “La torre maggiore di Pavia”, Milano 1989, pp. 180-181.

Nel 1361 Galeazzo II Visconti ottiene dall’imperatore Carlo IV l’autorizzazione a fondare a Pavia una Università:Nasce così lo “Studium generale” (Università) di Diritto Civile e Canonico, di Filosofia, Medicina e Arti liberali.

La presenza di un orologio sulla torre civica è testimoniata nel 1404. Cfr. M. VISIOLI, L’orologio della Torre, in“La Torre Maggiore di Pavia”, cit. 1989, pp. 159-173.

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All’inizio del 1500…

Un servizio per i cittadini…

La torre civica era un vero centro polifunzionale, nel cuore della città.Sovrintendeva non solo alla misura del tempo, dunque a una misura “collettiva”, utile a tutti,ma anche, attraverso un apposito ufficio metrico, ai “pesi e alle misure” private. Le misure di capacità, quantità, estensione che servivano al lavoro di mercanti, osti, prestinai,artigiani pavesi erano riunite in un unico luogo, appunto la Torre Civica, per essere utili a tuttie tutelare i cittadini contro le truffe. Qui si stabilivano pubblicamente le misure per chiunque,pubblico o privato, richiedesse un riferimento oggettivo, secondo lo standard ufficiale.

Una spesa per i cittadini…

Data la funzione sociale esercitata dalla Torre, i cittadini dovevano provvedere alla sua manu-tenzione.Sempre, fino all’Ottocento, qualunque spesa per torre, campane, orologio, gravò sulle casselocali, costituendo per i cittadini un ulteriore causa di tasse. 13

Collega i servizi offerti dalla Torre con i corrispondentidestinatari.

SERVIZI DELLA TORRE CIVICA DESTINATARI DEI SERVIZI

mercanti – bottegai - artigiani

nobili - signori

clero e fedeli

studenti

esercito

tutti i cittadini

Testo adattato da A. G. CAVAGNA, Misura del tempo, misura delle cose, misura degli uomini nella infelix, olimformosa Papia, in “La Torre Maggiore di Pavia”, cit., p. 181.

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Scansione del tempo

Giustizia

Difesa

Garanzia contro le frodi

Avvisi religiosi

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Sulla base delle conoscenze acquisite, tenendo conto di tuttele funzioni della Torre Civica, costruisci uno schema a stellain cui indichi tutti i personaggi che hanno avuto un legamecon il luogo o le funzioni della Torre Civica.

Ripercorri le tappe di questo capitolo e scrivi un racconto,ambientato alla fine del ‘500, in cui immagini di essere uncittadino di Pavia, con un ruolo preciso legato alla torre.Nella vicenda si muovono altri personaggi sociali che haiindividuato nel percorso svolto finora.Scegli tu la forma testuale.

Es.

Studenti

Fabbri, ecc…

Personaggi

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............................ ............................

............................

............................

............................ ............................

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Nella tua esposizione tieni conto delle osservazioni che puoi faresulle due immagini che seguono, che rappresentano il cuore dellacittà all’inizio e alla fine del sec. XVI.

BERNARDINO LANZANIAffresco con la veduta di Pavia (1525)

Chiesa di San Teodoro(Particolare)

O. BALLADAPianta di Pavia

incisione del 1654 su disegno di Ludovico Corte del 1617

(Particolare)

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2. Era l’archivio della cultura materiale della città…

Testimonianza della tecnica costruttiva del sec. XI,

dell’architettura rinascimentale,

museo all’aperto.

Attraverso questo percorsoimparerai ad osservare attentamente la muratura

di un edificio antico e capirai quante cose interessantisi possono scoprire!

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Era la Torre più imponente della città…

Tieni conto delle immagini precedenti, osserva i resti dellatorre, quindi orienta la pianta dell’edificio.

Metti in relazione le foto del basamento della torre con lasua pianta e inserisci i punti cardinali nei quattro lati.

Veduta da Nord Ovest Veduta da Sud Veduta da Sud Ovest

Dalla tua osservazione deduci cheL’edificio era a pianta quadrata.

L’ingresso principale della torre era rivolto a sud.

Al piano terra esisteva una nicchia sulla parete est come le absididegli edifici religiosi.

Esisteva un vano nello spessore di muro, presumibilmente destinato ad una scala.

La muratura era costituita da mattoni sovrapposti con strati di maltain modo ordinato e compatto.

La muratura, molto spessa è costituita da una gettata di mattoni e sassitra due pareti di mattoni.

La muratura, molto sottile, denuncia una struttura fragile e instabile

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Metti in relazione le foto dei resti della torre e la sua pianta,a sinistra, con le immagini di destra che raffigurano parti-colari della torre prima del crollo. (Cerchia e collega i particolari a cui ti riferisci)

La muratura della Torre Civica era stata realizzata secondo il sistema “a sacco”, fre-quente nelle torri medievali: due pareti, interna e esterna, costituite da mattoni pieni eun’intercapedine fra le due pareti, costituita da un composto ………………………… , diframmenti di mattoni, pietre e ciottoli di fiume, cementato con malta. Aveva un grande……………….. , al punto che poteva contenere una …………….. e l’incavo di una…………… . Le pareti esterne erano molto curate, sia nella distribuzione dei mattoni sianell’attenzione agli ……………………………, che la impreziosivano.

DISOMOGENEO – ELEMENTI DECORATIVI – NICCHIA – SCALA – SPESSORE

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Era la memoria della città romana

Riprendiamo in considerazione la struttura della torre, a partire dall’os-servazione diretta di quanto è rimasto dopo il crollo.

Osserva i resti della torre. Soffermati sul lato nord, verso via Omodeo, il meglio con-servato.

Nel basamento della Torre sono in evidenza lastre di pietra squadrateirregolari. Si tratta di materiali, recuperati da edifici romani distrutti. 14

Cfr, C. MACCABRUNI, La torre civica come luogo della memoria, in “La torre maggiore di Pavia”, cit. p. 8.14

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Perché nella torre civica si trovavano questi materiali?

“Per la posizione geografica Pavia è notevolmente distante da possibili luoghi di estra-zione e di rifornimento di materiali lapidei (di pietra).

Cercò per questa ragione, fin dalle sue origini, di stabilire una rete di relazioni con altrearee. Poteva avvalersi per le comunicazioni di una fitta rete di grandi corsi d’acqua e divie di terra.

Dopo l’età romana, la città come capitale dei Goti, dei Longobardi e del Regno italicopreferì riutilizzare il materiale antico piuttosto che procurarsene del nuovo.

I continui rinnovamenti della città portarono alla distruzione dei manufatti del passato.Molta parte delle pietre e dei marmi finì nei forni di calce per fornire malta alle nuovecostruzioni.

Solo i ciottoli del Ticino e i mattoni prodotti dalle numerose fornaci del territorio eranofacilmente reperibili.” 15

Scegli tra le seguenti affermazione quelle che ritieni corrette

Testo adattato da:P. Tozzi, M. Oxilia, Le pietre di Pavia romana, in “Bollettino della Soc. Pavese di St. Patria, 33, 1981, pp. 3-44

15

Pavia ebbe origine in epoca romana.

La città romana utilizzò solo i materiali da costruzione forniti dalterritorio circostante.

La città romana utilizzò prevalentemente i ciottoli del Ticino e i mattonidelle vicine fornaci.

Pavia romana godette di una certa ricchezza.

La città era impreziosita da materiali importati.

Le vie di comunicazione fluviali e terrestri favorirono l’importazionedi materiali da costruzione.

Le pietre delle costruzioni romane andarono completamente distrutte.

Le pietre provenienti dalla distruzione degli edifici romani furonoriutilizzate nelle costruzioni medievali.

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La base mostrava una fascia di reperti antichi

Si individuano nella vecchia foto i blocchi di epoca romana che ancoroggi vediamo nei resti della Torre. Gli archeologi hanno studiato que-sti materiali e hanno distinto diverse tipologie:

Lastra di marmo di epigrafe. Frammento di stele (lapide funeraria) con cornice.Lastre ricavate da sarcofagi.Resti di are (altari votivi).Resti di miliari (pietre che segnavano la distanza di un miglio in una stradaromana).Resti di pavimentazione delle vie romane.Resti di mattoni romani (più grandi di quelli usati per la torre e con l’incavodi presa).

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Anche la muratura era preziosa…

Eccoti le immagini di alcuni frammenti di epoca romana incastonati nellepareti della Torre.

Coronamento di stele. Si trovava nella facciataoccidentale della Torre.

Ora è ai Musei Civici di Pavia

Testa femminile.Si trovava nella facciataoccidentale della Torre.

Testa di fanciullo. (?)Si trovava nella facciataoccidentale della Torre.

Testa con la barba.Si trovava nella facciataoccidentale della Torre.

Frammento con testa scolpitaentro uno scudo.

Era inserito nei resti della facciatadi S. Stefano.

Ora ai Musei civici di Pavia.

Scorcio del lato orientaledella Torre.

• Quale funzione potevano avere le lastre di marmo dellepareti esterne del basamento?

1. Rinforzavano la muratura.2. Abbellivano la fascia più bassa della Torre3. Avevano una funzione sia strutturale, di rinforzo, sia decorativa per

ché erano costituite da materiale più prezioso dei mattoni e dei ciottoli.

• Quale funzione potevano avere i frammenti romani sulle pareti esterne della Torre?

1. Rinforzavano la muratura.2. Avevano una funzione decorativa, infatti erano più numerosi verso la piazza.3. Erano incastonati nella muratura per essere conservati come testimonianza

delle antichità romane, come in un museo all’aperto per tutti i cittadini.

Immagini da C. Maccabruni, cit. pp 23-24

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Le pareti della Torre erano ancora più preziose

Quali elementi riesci e individuare nella muratura oltre almateriale costruttivo (mattoni) e ai buchi quadrangolari deiponteggi? (sottolinea le parole corrette)

Lesene, archetti pensili, dentelli marcapiano, intonaco, sculture romane,tondi concavi con tracce luminose.

I primi tre elementi sono soluzioni decorative della architettura, tipichedelle costruzioni romaniche, gli ultimi due sono caratteristica specificadella Torre Civica di Pavia

Hai già esaminato le sculture romane, ora ti occuperai dei tondi concavi,che contenevano dei “bacini”, cioè delle tazze di ceramica coloratissime.

Per lo studio dei bacini cfr. H. BLAKE e F. AGUZZI, I bacini ceramici della Torre Civica di Pavia, in “La TorreMaggiore di Pavia”, cit. 1989, pp. 209-284. Dal testo sono riprese anche le immagini del campione di bacini della paginaseguente.

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I bacini, circa 40, erano murati sui due piani inferiori della Torre Civica, quindirisalivano alla fase di costruzione più antica, forse alla prima metà dell’XI sec.La decorazione interessava tutti i lati della Torre, ma principalmente il lato occi-dentale, verso la piazza dell’Atrio e continuava, con minore intensità, nella fac-ciate delle cattedrali.

Questi oggetti venivano prodotti nelle regioni islamiche del Mediterraneo. Lamaggior parte di essi provenivano dall’ Egitto, pochi dalla Siria, dalla Tunisia edalla Sicilia.

Eccoti alcuni esempi delle loro fattezze e del modo in cui erano stati incastona-ti nella muratura.Purtroppo il crollo della torre ha causato anche la perdita di queste prezioseceramiche, di cui si conservano solo le foto nella fototeca dei musei Civici diPavia.

Quale poteva essere la funzione dei bacini sulla superficie della Torre Civica?

- Servivano a rafforzare la muratura.- Avevano una funzione decorativa, costituendo incavi di luce e di colore.- Impreziosivano l’edificio in quanto erano oggetti importati da un mondo diverso e più

avanzato.

Quale altro significato si può attribuire alla presenza dei bacini islamicinella Torre di Pavia?

- Testimoniano l’attività commerciale che Pavia svolgeva nel Medioevo con il Mediterraneo attraverso le vie d’acqua (Ticino, Po, Mare Adriatico).

- Testimoniano la presenza della religione islamica a Pavia.- Testimoniano la ricchezza di cui godeva la città.

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Ancora Museo all’aperto…

Torre Civica, lato sud.

Uno dei tre portali di Santo Stefano, il portale sinistro, dopo le demolizioni della facciatadella cattedrale romanica, venne ricomposto, e addossato alla Torre Civica.Sulla stessa parete vennero murati altri frammenti architettonici e scultorei

della stessa provenienza.Il crollo della torre cancellò anche questa testimonianza.

ORA IL PORTALE E’ ESPOSTO IN UNA SALA DEI MUSEI CIVICI DI PAVIA,A SEGUITO DEL RECUPERO E DELLA RICOMPOSIZIONE DEI FRAMMENTI

EFFETTUATO DOPO IL CROLLO DELLA TORRE.NELLA STESSA SALA SI TROVANO GLI ALTRI DUE PORTALI DI S. STEFANO

E ALTRI REPERTI DELLE CATTEDRALI.

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Una torre generosa!

Santo Stefano prima e durante le demolizioni.

Si notano le tracce dell’imposta di un portico davanti alla cattedrale,che evidentemente era stato previsto ma non realizzato e che giustifica la definizione

della piazza come “Atrium” di S. Siro.

Ma nei cittadini crebbe soprattutto una sensazione di impotenza di fron-te al vuoto lasciato da un monumento così familiare e denso di storia.

Ricostruzione grafica delle due facciate.Le sculture salvate dalle demolizioni sono segnate grigio scuro

3 6

Osserva la foto del lato sud della torre (pag 32) e indica, sovrappo-nendo il numero corrispondente, i seguenti frammenti murati. 17

1. portale sinistro della facciata di Santo Stefano; 2. finestra bifora;3. finestra monofora; 4. capitelli sparsi; 5. cornice orizzontale;6. frammento di bifora; 7. stemmi nobiliari;8. leone stiloforo (che in origine era alla base di una colonna come se la reggesse – ora

sporge dalla muratura); 9. capitelli all’imposta di un’ arcata esterna al portale.

Osserva la disposizione dei frammenti addossati alla TorreCivica, confrontali con la foto della cattedrale antecedente lademolizione.Con quale criterio, secondo te, è stata fatta la ricomposizione?

• con una scrupolosa fedeltà alla porzione di facciata intorno al portale sinistro di Santo Stefano

• con un’attenzione particolare per il portale • con l’intenzione di conservare la ricchezza decorativa della facciata di

Santo Stefano, anche accostando elementi decorativi non pertinenti a quella determinata porzione di facciata

• con l’intenzione di riprodurre le tracce di un portico davanti al portale,di cui si riconosce l’arco di imposta

• con l’intenzione di conservare alcuni resti della antica facciata in rapporto con il contesto di provenienza

Riordina i dati delle didascalie e le risposte degli esercizi svolti edescrivi come si presentava il lato sud della Torre Civica. Concludicon una tua valutazione sulla scelta fatta alla fine dell’Ottocentodi esporre all’aperto, in quel luogo, i resti di Santo Stefano. 18

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Cfr. M. T. MAZZILLI SAVINI, Le sculture della basilica di Santo Stefano addossate alla Torre Civica, in“La torre Maggiore di Pavia”, cit., 1989, pp. 83-111Tieni conto che altri reperti, compresi i portali delle due cattedrali, erano stati esposti nelle sale dei Musei Civici di Pavia,

dopo essere stati conservati a lungo in depositi del Duomo, del Vescovado e dei Musei Civici.Dopo il crollo della Torre, anche il portale sinistro di Santo Stefano è stato ricomposto accanto agli altri due.

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Per corona un tempietto rinascimentale

Osserva gli elementi che compongono la struttura cubica dellacella campanaria (a sinistra) e riconoscili nel seguente elenco:

• Basamento - colonne - architrave – timpano (secondo lo stile classico-rinascimentale).• Loggiato ad archi su pilastri e colonne (come una bifora romanica in forme rinascimentali).

• Cornicione terminale quadrangolare.

Prova a individuare, tra quelli indicati, l’elemento architettonicoestraneo alla composizione e riconoscilo nel disegno di destra, cheraffigura il progetto originale, mai portato a termine. Quale funzione aveva ne progetto completo?

1. Era un elemento decorativo 2. Era la base della struttura della lanterna ottagonale sovrastante

Cfr. L. GIORDANO, La cella campanaria del Pellegrini, cit. p. 128-12917

Come era come doveva essere

A destra il progetto originario del Pellegriniche non fu compiuto perché il governatore spagnolo

(Lo Stato di Milano all’epoca era sotto la dominazione spagnola), nevietò l’innalzamento e a causadi polemiche sorte all’interno del cantiere.

Ripensa alle varie tappe della costruzione della Torre (cfr. pp. 4 e 5):in ogni fase di avanzamento restò sempre “incompiuta”

3 8

Tutto ciò si cancellò con il crollo

Ora la piazza è mutilata

I cittadini pavesi dopo il crollo si diviserotra favorevoli e contrari alla ricostruzione.

Sono state ripristinate le case distrutte (cfr. foto pagg. 2 e 3).La base superstite della torre è stata recintata.

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I materiali raccolti dalle macerie della Torre…

sono stati, selezionati, suddivisi per tipologie e catalogatiper cura della Direzione dei Musei Civici.

Osserva alcuni dei frammenti che si trovavano inglobatinella muratura della torre e che ora sono conservati neideposito del Museo.Prova ad abbinarli alla descrizione con la quale sono staticatalogati. Apponi ad ogni foto il numero corrispondente.

1 Frammento di lastra con motivo di fiore, cm. 17 x 12 x 62 Tronco inferiore di statuetta romana, nudino virile stante, cm. 21 x 13 x 123 Frammento con figure di cervo, cm. 10 x 13 x 3,24 Frammento di capitellino ionico, cm. 13 x 20 x 115 Frammento di capitellino a stampella con motivo di bacellature;

pulvino in un sol blocco con ovoli, cm. 17 x 20 x 106 Frammento con piccola cornice a gutte, cm. 6,5 x 13 x 4,5

4 0

Una curiositàGli scavi effettuati nella Torre Civica nel 1973avevano portato alla luce lo stemma di Pavia delsec XVII, probabilmente collocato in originenell’Ufficio “Pesi e Misure” (compare nellegrida per la bollatura di pesi e misure).Dopo il crollo della Torre venne recuperato dallemacerie un frammento che costituiva il corona-mento superiore dello stemma.I due frammenti vennero ricomposti, restauratinel 1990, ed esposti all’ingresso dei MuseiCivici.(Cfr. Cartella Musei Civici, sez.Torre Civica, C 269/271).

Quale interesse possono avere questi frammenti?Ti sembra giusto che si trovino al Museo? Perché?A quale scopo?Discutine con i compagni e prova e esprimere le tue idee periscritto.(tieni conto del lavoro che stai facendo tu ora con questopercorso didattico e delle opportunità che sono offerte aglistudiosi dei monumenti).

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DOC. 1LA PROVINCIA PAVESE

Domenica 19 marzo 1989“Era il cuore della città. Deve tornare a battere”

SIGNOR Sindaco,ho aperto la “Provincia” stamattina, ho letto il resoconto del Suo discorso in Consiglio Comunalee invano vi ho cercato quel sussulto di fierezza che sempre, in casi come questo, ci si può e ci si deve aspetta-re da chi si sia assunto, a qualunque livello, responsabilità di governo.Molta commozione, molta compassione: Lei ha pianto sui morti, sull’edicola,sulle case, sulla torre, su Pavia.Tutto giusto. Non ho però trovato altre parole, che aspettavo, e speravo di leggere. Pavia, signor Sindaco, lasua storia, stavano e stanno in quella torre, perché quello è il cuore della nostra città. Ma se era – ed è – così,bisognava, subito, bisogna, ora, dire – e Lei per primo deve dire – alto e forte, come novant’anni fa i Venezianiper il campanile di San Marco, come i Fiorentini quarant’anni fa per Santa Trinità: “Signori, ricostruiremo lanostra torre”. Se Lei non parlerà così e se i Pavesi non La seguiranno, sarà bene, signor Sindaco, che il luttocittadino lo dichiariamo a tempo illimitato, per ricordarci e fare sapere a tutto il mondo che questa città muoreperché vuole lasciarsi morire.

Giulio GuderzoOrdinario di Storia del Risorgimento nell’Università di Pavia

DOC. 2LA PROVINCIA PAVESE

Giovedì 23 marzo 19891

“La Torre sarà rifatta”“Certo rifaremo la Torre”. Questo è il risultato clamoroso a cui si è giunti ieri mattina dopo la visita al Duomodi Francesco Sisinni, direttore generale del Ministero dei Beni culturali e di Lionello Costanza Fattori,Sovrintendente ai Beni culturali della Lombardia. […] E’ un’operazione che richiederà una ingente quantitàdi fondi, ma quale operazione di questo tipo non li richiede?”

2Interviene la Società di storia patria. “Un monumento così non può scomparire”

Il Consiglio di presidenza della Società pavese di storia patria, nella drammatica circostanza del crollo dellaTorre Civica, che ha distrutto una parte così cospicua del patrimonio ideale, culturale e artistico della nostracittà, interpretando il sentimento di tutti i soci rivolge un pensiero di profonda tristezza alle vittime del disa-stro: La Torre Civica è stata sempre il simbolo tradizionale della libertà cittadina nel corso del secondoMillennio e raffigura anche la vicenda plurisecolare di Pavia nella storia d’Europa, da capitale di regno a sedeinternazionale di alta cultura. Un monumento così carico di storia non può sparire dal panorama cittadino.La ricostruzione deve essere impegno deciso della Città e delle sue Autorità, con tutte le garanzie di sicurezzache il contiguo complesso monumentale del Duomo esige; il nuovo manufatto dovrà conservare struttura, fisio-nomia e funzioni dell’antico, così da restituire a Pavia la sua torre Civica. La ricostruzione della Torre deverappresentare il segno di una rinnovata volontà di restauro, manutenzione e salvaguardia dell’intero patrimo-nio artistico, ambientale e culturale della città. In ragione del suo tessuto romano e medievale Pavia presentauna situazione di particolare vulnerabilità, aggravata dalla scarsa cultura moderna della manutenzione ordi-naria. E’quindi necessario reagire con volontà ed impegno per riaffermare che esistono valori morali e cultu-rali a caratterizzare la vita degli uomini e della società.

Il PresidenteEmilio Gabba

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La ricostruzione… Le ragioni del sì e le ragioni del no.Sul quotidiano locale si aprì un dibattito sul tema della ricostru-zione, che durò a lungo. Tra i numerosi articoli apparsi suigiornali, vengono qui trascritti a titolo di esempio, quelli chepresentano posizioni contrapposte.

Mentre leggi, sottolinea le argomentazioni a favore o contro la ricostru-zione con colori diversi, quindi trascrivile in sintesi su una tabella.

3L’architetto Baracca è scettico: “Una spesa fuori luogo”.

Nuova sì, ma che volto deve avere? “Serve un concorso internazionale”La proposta è arrivata dal direttore della biblioteca Milani.

Per molti pavesi quel buco in mezzo al cielo è una coltellata al cuore. A sentirsi dire “rifacciamola quel-la Torre” si sentono un poco meglio. Non sarà mai la vecchia immagine, ma la scandalosa nudità dellapiazza del Duomo verrà coperta e forse, col tempo,si amerà anche la nuova Torre.Il dibattito allora si sposta sul “come” fare il nuovo edificio e su quali caratteristiche strutturali ed este-tiche richiederebbe una tale opera. Prima di tutto fedeltà: non sarebbe sopportabile una struttura moder-na di qualsiasi tipo, in questa città che sembra un piccolo spaccato di medioevo. Dunque, si dice, la sirifaccia come la vecchia. Una struttura in cemento armato, internamente, ma fuori il cotto rosso che con-traddistingue Pavia. Una edificazione che, una volta verificata la solidità del terreno, non dovrebbe pre-sentare eccessivi problemi tecnici: si tratterebbe di costruire un grattacielo moderno e di vestirlo all’an-tica. “Credo che la soluzione più efficace – dice Felice Milani, direttore della biblioteca civica Bonetta -sia quella di bandire un concorso internazionale per trovare un progetto che sia il migliore possibile. Sidovrà riprodurre esattamente la vecchia Torre e quindi dal punto di vista della ricostruzione esterna saràun lavoro molto impegnativo. Nel caso in cui si decida per una struttura del tutto nuova,allora tale con-corso sarà ancor più necessario per evitare di rovinare la piazza del Duomo. Io credo che comunque sidebba riempire quel vuoto: la cupola così grande e così sola non è bella”. […]Ma l’architetto Claudio Baracca, che lavora alla revisione del piano regolatore, pone l’accento su di unaspetto che forse non era considerato sufficientemente:” Certamente la prima cosa che tutti pensanoquando vedono uno dei simboli della città ridotto in polvere, non fosse altro per l’orgoglio cittadino, è diricostruirlo. Ma alle emozioni del primo momento si deve far seguire una riflessione razionale. Che è que-sta: con tutto il denaro della possibile ricostruzione si potrebbe definitivamente risistemare la situazione,molto grave, dei monumenti cittadini. Si tratta di molto denaro, cifre che, quando se ne aveva disperata-mente bisogno, hanno tardato a giungere. Se ora questi soldi sono disponibili, usiamoli intelligentemen-te per salvare il salvabile e non per creare quello che ormai è perduto"[…].

DOC. 3LA PROVINCIA PAVESE

Giovedì 30 marzo 1989“La brutta copia che non vorrei in quella piazza”

[…] E’ passata più di una settimana da quel maledetto crollo di piazza del Duomo. E’ passa oltre unasettimana dal dolore profondo che quella Torre abbattuta su quattro povere vittime ha provocato in tuttinoi. In me, oltre al rammarico per le quattro vite perdute, oltre al dispetto per l’abbandono nel qualevengono lasciati i nostri monumenti, c’è rabbia e sconforto nei confronti del futuro di piazza delDuomo. La Torre Civica sarà ricostruita? Io lo considero un insulto. Un oltraggio al mio dolore. Unrimedio peggiore del male. […]Immagino di vedere quella copia riempire il vuoto di oggi e mi imma-gino a guardarla con rabbia, con antipatia. Vorrei ricordare il dolore di venerdì 17 marzo 1989 chi-nando lo sguardo a quello che rimane della vecchia Torre civica, piuttosto che alzandolo verso la sua“brutta copia”[…].

Carlo ArrigoGiornalista

DOC. 4LA PROVINCIA PAVESE

Venerdì 31 marzo 1989“Ricostruire? No, sono contro i falsi storici”

[…] Quanto sia anacronistica la ricostruzione “com’era e dov’era”è la torre stessa a insegnarcelo. Lesue forme erano documento dell’architettura dell’XI secolo e del sapere tecnologico di quegli anni; quan-do si decise, nel 1583, la costruzione di una cella campanaria, questa conobbe le modanature e le formedel tardo Rinascimento che si avviava verso il Barocco, senza cedere a compromessi con l’antico.Ciò che è perso è ormai irriproducibile. […] Ogni cura e attenzione vada rivolta alla conservazione dellacittà storica e, se una torre deve essere eretta, questa sia testimone della cultura del nostro tempo…

Angela Ferraresiarchitetto cultore della materia

presso il corso di Restauro Architettonicodella fac. di Architettura de Politecnico di Milano

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DOC. 4LA PROVINCIA PAVESE

Mercoledì 5 aprile 1989“La fedeltà al passato non significa falsificare”

Ma una fedele ricostruzione della Torre sarebbe davvero una falsificazione, come taluni affermano?Che cosa è propriamente un “falso storico”? Certo sarebbe un falso fare una torre medievale dove nonc’era, o rifare una pittura o una scultura d’autore andate perdute. E infatti nessuno, che io sappia, hamai proposto, che io sappia, i pochi dipinti e sculture e acqueforti e disegni d’autore, travolti, in Italiae in Europa, dalla guerra che gli sciagurati dittatori hanno voluta e perduta. Nessuno infatti potrebberiprodurre esattamente i colori, le sfumature,la magia del Cenacolo di Leonardo, posto che fosse per-duto; nessuno potrebbe rifare alla Venere di Milo le braccia di cui ci è giunta mutilata. I puri valoriartistici figurativi, come tali, non sono mai pienamente recuperabili. Ma allora perché tante città euro-pee hanno ricostruito i loro centri storici com’erano prima dell’ecatombe? Perché Verona ha rifattocom’erano e dov’erano i suoi due ponti? “Scaligero” e “Pietra”? Perché Firenze ha rivoluto tal qualeil suo bellissimo ponte di S.Trinità?e perché si è rifatta tal quale l’Abbazia di Montecassino? Certoanche perché le architetture si possono rifare più fedelmente che i dipinti, ma soprattutto perché quel-le architetture storiche avevano e hanno, oltre ad un valore artistico e talvolta più ancora che un valo-re artistico, anche un forte significato civile. Erano e sono gli elementi essenziali di un profilo urbanoche si è voluto restaurare, erano e sono i documenti rilevanti di una storia di città che non si è volutasmarrire. E infatti, nessuno, che io sappia, ha gridato al falso davanti a quelle ricostruzioni.Perché, allora, gridare al falso qui a Pavia, come se la Torre Civica fosse solo un’opera d’arte irrecu-perabile di cui conservare memoria senza rifarla, e non invece prima di tutto il testimone centrale dellenostre libertà, da tener ben presente anche in piazza e non solo nelle immagini del Museo? […]

Giovanni Vaccari

DOC. 5IL TICINO

Sabato 15 aprile 1989 - Lettere in redazione

Caro Direttore,ho scorso con attenzione “il Ticino” nelle settimane seguite al tragico crollo della Torre. Dalla maggioran-za degli interventi accolti nelle varie pagine, mi è parso di notare –ma potrei sbagliarmi- un atteggiamentosostanzialmente poco benevolo, o almeno poco partecipe nei confronti di chi ha tentato fin dall’inizio dirichiamare la comunità pavese ai valori superiori della sua stessa identità culturale, religiosa e civile.Poiché mi pare che questo sia poi il nocciolo reale del problema, mi consenta di raccontare a Lei,e –se loriterrà utile- agli amici lettori quanto mi è capitato venerdì 7 c.m.Volevo portare alla Tavola rotonda di quella sera, al Comitato di quartiere del Borgo Ticino notizie freschesu quanto si stava facendo in Friuli per rispondere- e reagire- a vicende simili, anche se assai più tragichedella nostra.Telefonai perciò nel primo pomeriggio al Municipio di Tenzone, un piccolo comune gravemente danneggia-to dai terremoti, dove,in particolare, lo splendido Duomo romanico-gotico di Sant’Andrea era crollato conesito simile a quello della nostra torre, ossia andando distrutto per circa il 90%.Mi rispose una voce femminile, che, qualificatasi per “la donna delle pulizie”, si disse dispiaciuta di nonpotermi passare nessuno, dato che a quell’ora, in Municipio, c’era solo lei. Ribattei che forse lei stessaavrebbe potuto darmi la notizia che cercavo a proposito di Sant’Andrea. Subito disse che sì, a Sant’Andreasi stava lavorando. “Allora lo ricostruite”? “Si, certo”. “Com’era, diverso o nuovo?” “No, no, uguale, peranastilosi”. “Scusi, come ha detto?”.“Si, lo so, è una parola difficile, l’ho imparata quando abbiamo cominciato a lavorare, noi del paese. Vuoldire che abbiamo preso tutte le pietre cadute, le abbiamo numerate, e poi si mettono al posto di prima”.“Come sarebbe a dire, voi del paese?”. “Ma sì, adesso lì per Sant’Andrea c’è un cantiere, ma noi del paeseabbiamo già ricostruito con questo sistema due chiesette sulla montagna qui vicino e adesso attacchiamoco la terza”. “Ma chi vi paga?” “E, no, prima si è costruito il paese, le case, le botteghe, ma i soldi delgoverno non bastavano e così, finiti i nostri lavori, andiamo su noi del paese, specialmente le donne, e gliuomini che ci sono, quando possono,e facciamo quel che bisogna”. “Gratis?” “ Si, signore, certo!”“Signora mi scusi, qual è il suo nome?” “ Anna Tomat”.Non sto a riferirle per esteso, caro Direttore, il colloquio che ebbi poi con il parroco di Sant’Andrea… […]Mentre ringraziavo, prima la signota Tomat e poi il parroco, mi accorsi di avere uno strano- e per me inso-lito- nodo in gola. Quella era gente che davvero i suoi monumenti se li meritava. […]

Giulio Guderzo

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Compila le seguenti tabelle, indicando il numero dei documen-ti a cui ti riferisci e le ragioni addotte a sostegno delle diverseposizioni.(Trattandosi di un campione di argomentazioni non ha impor-tanza il numero dei favorevoli rispetto a quello dei contrari).

FAVOREVOLI ALLARICOSTRUZIONE PERCHÈ COME

Doc. N . . .

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CONTRARI ALLARICOSTRUZIONE PERCHÈ

Doc. N . . .

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LA PROVINCIA PAVESE

Venerdì 17 marzo 2006, p. 12

Torre civica: 17 anni dopoCerimonia pubblica in piazza Duomo per l’anniversario

Pavia. Ricorre il 17° anniversario dalla caduta della torre civica. Il tragico evento comportò la mortedi quattro persone e segnò un grave lutto per la città intera. Per ricordare la tragedia si terrà una ceri-monia pubblica questa mattina alle 12 in piazza Duomo. Saranno presenti le autorità cittadine e le isti-tuzioni oltre a un pubblico certamente folto che verrà a dare omaggio alle vittime. L’amministrazionecomunale intende infatti rivolgere il proprio pensiero a quella triste circostanza e onorare la memoriadelle persone scomparse. Nella caduta della torre erano morte Barbara Cassani, Adriana Uggetti, PiaCasella Comaschi e Giulio Fontana, sepolti sotto le macerie che quel mattino di 17 anni fa invaseropiazza Duomo. L’anniversario e la commemorazione diventa[no] così un momento di raccoglimento.Il ricordo è testimoniato anche dai resti ancora visibili di quel pezzo di monumento che da allora nonè stato più ricostruito, e non sono mancate in questi anni le discussioni attorno a un[a] porzione distoria che rimarrà per sempre nel cuore della città.

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Ma della Torre Civica quale ricordo è rimasto nei cittadini?

Come viene definita la Torre Civica?Come viene scritto il suo nome?

Ricordati Di scrivere “Torre Civica” con la lettera maiuscola

e non definirla mai “pezzo di monumento”

Tenendo conto delle conoscenze che hai acquisito, delle argo-mentazioni prodotte da coloro che, avendo caro il monumento,hanno arricchito il dibattito sulla ricostruzione, scrivi ora tu unarticolo per il giornale locale, esprimendo la tua opinione e invi-tando i cittadini pavesi a non dimenticare la loro storia.

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INDICE

1. Conoscenze di base. p. 42. La torre e la vita della città. p. 93. La torre e la cultura materiale della città. p. 234. Il dibattito sulla ricostruzione p. 39

BIBLIOGRAFIA

H. BLAKE, Il primo millennio: nuove acquisizioni degli scavi stratigrafici su Pavia romana ed altomedie-vale, in “Pavia Bimillenaria”, guida alla mostra, Pavia, cit. 1991, scheda 5..H. BLAKE, F. AGUZZI, I bacini ceramici della Torre Civica di Pavia, in “La Torre Maggiore di Pavia”,cit. 1989.

A. CADEI, Modello ligneo rinascimentale, in Musei Civici del Castello Visconteo, La sala del Modellodel Duomo, Pavia, cit. 1981.

A. G. CAVAGNA, Misura del tempo, misura delle cose, misura degli uomini nella infelix, olim formosaPapia, in “La torre maggiore di Pavia”, cit. 1989.

L. GIORDANO, La cella campanaria del Pellegrini, in “La torre maggiore di Pavia”, cit. 1989.

S. LOMARTIRE, Nuove acquisizioni sull’architettura medievale, in “Pavia Bimillenaria”, cit. scheda 6.

C. MACCABRUNI, La torre civica come luogo della memoria, in “La torre maggiore di Pavia”, cit. 1989.

C. MACCABRUNI, Il Foro di Ticinum (Pavia) e il Foro di Laumellum (Lomello), in “Antichità altoadria-tiche”, vol. XLII 1995.

Cfr. M. T. MAZZILLI SAVINI, Le sculture della basilica di Santo Stefano addossate alla Torre Civica, in“La Torre Maggiore di Pavia”, cit. 1989.

A. PERONI, Modello ligneo per il Campanile, in “La sala del Modello del Duomo”, Pavia, cit. 1981.

A PERONI, B.W.PERKINS, S. NIPOTI, C. BARACCA, D. ELLWOUD, X. TOSCANI (a cura di),Ricerche archeologiche sulla Torre Civica. “Restauri alla cattedrale di Santo Stefano”, cit. 1974.

A. SEGAGNI MALACART, La Torre Civica e le torri campanarie padane del sec. XI, in “La torre mag-giore di Pavia”, Pavia, cit. 1989.

E. SPATOLA, Il campanato nella Torre civica, scheda 11, in “Pavia Bimillenaria”, cit. 1991

I. STABILE, Pavia: crollo e rinascita della Torre Civica, Pavia, cit. 1992.

P. TOZZI, M. OXILIA, Le pietre di Pavia romana, in “Bollettino della Soc. Pavese di St. Patria”, cit. 1981,scheda 33.

D. VICINI, Correlazioni e contesto urbano della Torre, in “La torre maggiore di Pavia”, cit. 1989.

D. VICINI, Torre civica: il cantiere del sec XI, in “Pavia Bimillenaria”, cit. 1991, scheda 18.

D. VICINI, Mercati urbani, in “Pavia Bimillenaria”, cit. scheda 14.

M. VISIOLI, L’orologio della Torre, in “La Torre Maggiore di Pavia”, cit. 1989.

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si ringrazia Donata Vicini,

Antonio Brusa, Giulio Guderzo

progetto graficoMETA comunicazione - Pavia

impaginazionePatrizia Iannazzo

stampaIndustria Grafica Pavese - Pavia

consegnato alla stampa nel maggio 2006

in copertina I ragazzi in visita ai resti della Torre Civica

PAVIAQUADERNI DI STORIA E CULTURA DELLA CITTÀ

numero 3

progetto diCostantino Leanti

della BIBLIOTECA CIVICA BONETTA - SEZIONE RAGAZZI

C’ERA UNA VOLTA LA TORRE CIVICA…Percorso didattico per ragazzi

sulle tracce di un monumento dimenticato

a cura di

Gabriella Fusi