Il PUC Progetto Unitario di Catechesi

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    collana tracce -spiritualit

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    Incaricata delComitato editoriale:Rosa Cal

    stampato sucarta ecologica

    ISBN 978-88-8054-852-2

    Impaginazione e Fotolito:Micropress - Fermo (AP)

    Progetto copertina:Paolo Marabotto

    Foto di copertina:Archivio Fiordaliso - Lucia Zoffoli

    Redazione:Maria Sole Migliari

    Coordinamento

    editoriale:Stefania Cesaretti

    FiordalisoSociet cooperativaPiazza Pasquale Paoli, 1800186 Romahttp://www.fiordaliso.it

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    AGESCI

    Progetto Unitariodi Catechesidalla Promessa alla Partenza

    edizioni scout agesci / fiordaliso

    a cura di Laura Galimberti

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    INDICE

    PREFAZIONE 11

    NOTA INTRODUTTIVA ALLA TERZA EDIZIONE 15

    A TUTTI I CAPI DELLAGESCI 17

    PRESENTAZIONEdi Monsignor Fiorino Tagliaferri 21

    DAL DISCORSO DI PAPA GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRIDEL CONSIGLIO GENERALE DELLAGESCI 1982 27

    INTRODUZIONE 29Limpegno dellAGESCI per leducazione alla fede 29

    Parte primaIL PROGETTO DI CATECHESI NELLO SCAUTISMO 31

    Capitolo 1Obiettivi, metodo, destinatari del Progetto Unitario di Catechesi 33

    1. Catechesi: itinerario degli uomini alla fede 33

    2. Fedelt a Dio e fedelt alluomo 353. La fedelt a Dio e alluomo nello Scautismo 364. Necessit del Progetto Unitario di Catechesi 385. Scautismo e tendenze attuali 386. Le linee del Progetto Unitario 407. I destinatari del Progetto 43

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    8. Il Progetto come strumento di studio, di lavoro, di confronto 46

    Capitolo 2Iniziazione cristiana: la proposta della Chiesa 49

    Premessa 491. Liniziazione al mistero di Cristo nella Chiesa 502. La pedagogia della iniziazione 52

    a) Modi diversi di iniziazione nella storia della Chiesa 52b) Istituzioni ecclesiali di iniziazione cristiana 54c) La triplice dimensione delle attivit ecclesiali 55d) La triplice capacit a cui educa la Chiesa 56

    3. Iniziazione cristiana nella et evolutiva oggi 57Allegato AIl termine iniziazione: origine e significato 60Allegato BChe cosa il Rito della Iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA) 61Allegato CIl contenuto essenziale della catechesi 63Allegato DLa Bibbia nella iniziazione cristiana 67Allegato ELa celebrazione cristiana 70Allegato FPrassi cristiana e formazione morale 72Allegato GLa missione profetica, sacerdotale e regale del cristiano 73

    Capitolo 3Lo Scautismo: un cammino educativo alla fede matura 77

    1. Il metodo educativo scout: per quale uomo? 772. La Promessa, la Legge, il Motto 823. La progressione educativa scout 854. Quattro esperienze e tecniche scout in rapporto al vivere cristiano 86

    a) Ascoltare 87b) Promettere 88c) Impegnarsi 88d) Comunicare 89

    5. Le tappe per la crescita cristiana nella progressione scout 90a) La pista del Lupetto/Coccinella 90

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    b) Il sentiero dellEsploratore/Guida 91c) La strada del Rover/Scolta 92

    6. Pedagogia scout e pedagogia biblica della fede 93a) La dimensione di ascolto 93

    b) Tutto dono: gratuit e spirito di gioco 95c) Un dono per tutti: servizio 97d) La comunicazione con tutti 99Conclusione 101

    7. La vita scout esperienza di vita cristiana 1028. La spiritualit scout: un modo particolare di essere cristiani 105

    Principali caratteristiche della spiritualit scout 106

    Capitolo 4Per una catechesi inserita nella vita 109I. DIMENSIONE PSICOLOGICA DELLA CATECHESI 109

    1. Condizioni psicologiche per lo sviluppo della religiosit 1092. Componenti principali dellatteggiamento religioso 1103. Il progetto generale di vita 1114. Gli obiettivi parziali 1125. Ladolescenza, partenza verso lo stadio maturo della religiosit 1126. possibile una scelta religiosa definitiva? 1137. Handicap e maturit religiosa 114

    II. DIMENSIONE SOCIO-CULTURALE DELLA CATECHESI 1141. La fede si incarna nella realt concreta 114

    a) Il fondamento teologico 115b) Come la catechesi assume la realt concreta 117

    c) I pericoli dellinculturazione 120d) Condizioni per una inculturazione autentica 120

    AllegatoLe realt socio-culturali che determinano il comportamento umano 121

    III. LA DIMENSIONE LINGUISTICA DELLA CATECHESIDALLA PAROLA ALLESPERIENZA E DALLESPERIENZA

    ALLA PAROLA 125Introduzione 1251. Esposizione schematica del linguaggio della catechesi 125

    a) I momenti della comunicazione nel linguaggio della catechesi 125b) I livelli di significato linguistico nella catechesi 127c) La doppia dinamica discendente ed ascendente 128

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    2. Esposizione esemplificativa 129a) I tre momenti della comunicazione 129b) I tre livelli di significato linguistico nella catechesi 133

    Capitolo 5Responsabilit della Comunit Capi per leducazione alla fede 137

    1. Responsabilit della catechesi e la comunit cristiana 1372. Responsabilit differenziata: i ministeri 1393. Il ruolo specifico della Comunit Capi allinterno dellacomunit cristiana 1404. Come la Comunit Capi si prepara al servizio di educare alla fede 142

    5. Come diventare Capo-catechista 148

    APPENDICI 151

    1. Cronologia degli eventi AGI-ASCI-AGESCI 1512. Cronologia delle iniziative catechetiche della Chiesa 1543. Cronologia delle iniziative pastorali della Chiesa in Italia 162Collegamento fra la Prima e la Seconda Parte 167

    Parte secondaITINERARIO DI CATECHESI NELLA PROGRESSIONEEDUCATIVA SCOUT 170

    Premessa 1711. Litinerario uno strumento educativo in mano ai Capi 171

    a) Per fare catechesi sempre necessario un itinerario 171b) Per programmare un itinerario necessario avere un

    progetto educativo pastorale 172c) La meta educativa scout scandisce le tappe dellitinerario di catechesi173d) La meta educativa finale dellitinerario quindila Partenza 173

    2. I Capi devono adattare alla situazione locale litinerario

    proposto dallAssociazione 1743. Litinerario di catechesi in rapporto con i catechismi dellaChiesa italiana 1754. Articolazione generale dellitinerario 176

    a) Schema dellitinerario per ciascuna delle tre branche 176

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    b) Struttura metodologica dellitinerario: mete educative, obiettiviintermedi e indicazioni pratiche di metodo 177c) I tre momenti (distinti, ma non separati) della esperienzadi fede proposta nellitinerario 178

    5. Schema: Tappe dello sviluppo psicologico della religiosit 1806. Schema: Le mete educative nelle tre Branche 182

    Prima fase dellitinerario di catechesi: Branca L/C 1851. Le premesse per la costruzione dellitinerario 185

    a) La progressione psicologica della religiosit nellet L/C 185b) La Progressione Personale nel metodo scout e nei

    regolamenti dellAGESCI 187c) I catechismi della CEI destinati ai ragazzi dellet delle Branche L/C 1882. La gradualit nellitinerario e sue motivazioni 188

    Caratteristiche della proposta L/C 188Le tappe dellitinerario 189

    3. La meta educativa generale dellitinerario L/C 1924. I tre momenti dellitinerario di catechesi 193

    Primo momento 193Secondo momento 195Terzo momento 198

    Seconda fase dellitinerario di catechesi: Branca E/G 2011. Le premesse per la costruzione dellitinerario 201

    a) La progressione psicologica della religiosit nellet E/G 201b) La Progressione Personale nel metodo scout e nei

    regolamenti dellAGESCI 203c) I catechismi della CEI destinati ai ragazzi dellet E/G 204

    2. La gradualit nellitinerario e sue motivazioni 204Caratteristiche della proposta E/G 204Le tappe dellitinerario 208

    3. La meta educativa generale dellitinerario E/G 2124. Le quattro tappe dellitinerario di catechesi 212

    Prima tappa 212Seconda tappa 216Terza tappa 219Quarta tappa 223

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    Terza fase dellitinerario di catechesi: Branca R/S 2271. Le premesse per la costruzione dellitinerario 227

    a) La progressione psicologica della religiosit nellet R/S 227b) La Progressione Personale nel metodo scout e nei regolamenti

    dellAGESCI 229c) Il catechismo della CEI destinato ai giovani dellet R/S 229

    2. La gradualit nellitinerario e sue motivazioni 230Caratteristiche della proposta R/S 230Le tappe dellitinerario e della progressione scout 230

    3. Meta educativa generale dellitinerario R/S 2354. Le tappe dellitinerario di catechesi 236

    Noviziato 236Primo momento del Clan/Fuoco 240Secondo momento del Clan/Fuoco 244Terzo momento del Clan/Fuoco 248La Partenza 251

    IL PROGETTO UNITARIO DI CATECHESI DELLAGESCIda Rivista del Clero Italiano (padre Giovanni Ballis) 255

    POSTFAZIONE 265

    INDICE ANALITICO 277

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    PREFAZIONE

    Carissimi Capi e Capo dellAGESCI,

    desideriamo presentare brevemente questa nuova edizione delProgetto Unitario di Catechesi dalla Promessa alla Partenza , cheviene data alle stampe dopo 22 anni dalla prima edizione.

    Ci sembrato importante dare la possibilit a tutti i Capi in servi-zio educativo nella nostra Associazione di accostare uno strumento cosimportante, che ha segnato una svolta decisiva nellimpostazione e nellemodalit di educazione alla fede dei nostri ragazzi. Per questo si giun-ti a questa nuova edizione, corredata da unutile postfazione che consen-te di collocare questo testo nel percorso che lAssociazione ha compiutoanche negli anni successivi alla sua pubblicazione.

    Il Progetto Unitario di Catechesi, pubblicato nel 1983, fu il frutto diun lungo lavoro di studio e di preparazione ad opera di un gruppo diesperti, guidati e coordinati da padre Giovanni Ballis s.j, che era allora

    Assistente Ecclesiastico Generale, scomparso alcuni anni fa e di cui con-serviamo un grato ricordo. Lobiettivo era quello di dare unitariet edorganicit alla proposta di fede in AGESCI, di coordinarla con il pro-

    getto catechistico della Chiesa italiana, di far emergere le potenzialitinsite nel metodo scout in ordine alleducazione alla fede. Allatto dellapubblicazione il PUC, come da subito venne chiamato, apparve comeuno strumento ben fondato, multidisciplinare, attento alla dimensioneumana e a quella catechetica, intrecciata con il metodo educativo delloScautismo. Unanimemente fu riconosciuto come una delle migliori tra-

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    duzioni pratiche del progetto catechistico della Chiesa italiana, chediventava in questo modo attuabile anche attraverso la metodologia delloScautismo.

    Il Sentiero Fede, che fu pubblicato alcuni anni pi tardi, proseguquesta riflessione e diede ulteriori strumenti ai Capi per il loro servizio,consentendo loro di acquisire una mentalit e una metodologia che con-sentissero loro di diventare ancora di pi dei Capi catechisti, il pi

    possibile credibili ed efficaci.

    Ci fa piacere quindi riconsegnare oggi il PUC allAssociazione, per-

    ch ci sembra sia uno strumento ancora valido nella sua impostazione difondo, costituendo, insieme al Sentiero Fede, un punto di riferimentoimprescindibile per i Capi, per divenire capaci di progettare itinerari di

    fede organici e sistematici per i nostri ragazzi. Riteniamo infatti che que-sti due testi siano da considerarsi come complementari e debbano esseresempre pi conosciuti e utilizzati nelle Comunit Capi e negli staff diunit.

    Il cammino ecclesiale si fa oggi sempre pi attento alla dimensionedellevangelizzazione, del primo annuncio evangelico, in un contestosociale ed ecclesiale in rapida evoluzione. Il prossimo futuro ci chieder

    probabilmente di essere maggiormente capaci di un annuncio autentica-mente evangelico e di una testimonianza credibile. Accogliamo questasfida che i nostri Vescovi ci stanno indicando da qualche tempo come ilcammino che ci sta davanti, come lappello che facciamo nostro ad una

    nuova evangelizzazione, alla capacit cio di dire e di incarnare lagioia e la bellezza del messaggio cristiano nel nostro tempo, con questiragazzi di oggi, con cui vogliamo continuare a condividere il grande

    gioco dello Scautismo.

    Nella meravigliosa giornata vissuta a piazza San Pietro il 23 otto-bre 2004, in quella che sarebbe stata la sua ultima udienza concessa

    ad un gruppo cos numeroso di giovani, il santo padre Giovanni PaoloII esortava i Capi dellAGESCI a vivere la responsabilit diaccompagnare nel cammino della vita tanti fanciulli, ragazzi egiovani, che attendono da voi di essere aiutati a crescere armo-niosamente, per contribuire alledificazione di un mondo damici-zia e di solidariet.

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    E continuava il suo discorso dicendo: Siate uomini e donne che,facendo riferimento al Vangelo di Ges, sanno educare altri a vive-re nella libert e nella responsabilit, a nuotare contro correnteper vincere la tentazione dellindividualismo, della pigrizia, del

    disimpegno. Non abbiate paura di avanzare con fantasia, sapienzae coraggio sulle strade delleducazione delle giovani generazioni. Ilfuturo del mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra pas-sione educativa.

    Sono parole impegnative, che ci riconoscono il cammino compiuto inquesti anni e che ci responsabilizzano ulteriormente.

    Ci auguriamo che anche la ripubblicazione del Progetto Unitario diCatechesi possa contribuire a fare in modo che la proposta di fede nellenostre unit sia sempre pi fondata, preparata e vissuta consapevolmen-te come un dono prezioso, dai Capi e dai ragazzi.

    IL COMITATO CENTRALEChiara Sapigni Marco Sala

    PresidentiDon Francesco Marconato

    Assistente Ecclesiastico GeneraleRoma, 25 giugno 2005

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    NOTA INTRODUTTIVA ALLA TERZA EDIZIONE

    Con la pubblicazione del Progetto Unitario di Catechesi(febbraio1983) si sviluppata in tutta lAssociazione - Regioni, Zone,Comunit Capi - una vasta serie di iniziative per lo studio e la spe-rimentazione di questo documento base che lAGESCI ha volutodarsi per offrire ai Capi uno strumento globale della loro formazio-ne come educatori della fede.

    Un primo frutto gi facilmente constatabile: una maggiorepresa di coscienza dei Capi dellampiezza di preparazione lororichiesta, con la conseguenza che, se da una parte il loro serviziodi educatori risulta pi interessante e pi inserito nella pastoraledella Chiesa locale, dallaltra il tradurre in prassi educativa le lineedel Progetto appare una impresa pi complessa ed impegnativa.

    Ma come per ogni altra difficolt nellazione educativa, ancheper il Progetto di Catechesi vale il metodo scout dellimparare

    facendo.Importante mettersi nella giusta prospettiva che regge tutto

    il Progetto e ne chiarisce le motivazioni e le finalit: esso non nvuole essere uno schema gi belle pronto per la catechesi direttanelle Unit scout, ma un documento base, un orientamento organicoche ha lo scopo di stimolare la creativit dei Capia far s che la loroproposta di fede non sia occasionale, ma unitaria e progressiva,

    inserita nella crescita del ragazzo che si prepara alle grandi sceltedella vita.Orientamento allunit e stimolo alla creativit sono la prospet-

    tiva pedagogica che anima tutto il libro e che pu essere cos sin-tetizzata: educare ogni ragazzo a progettare la propria vita in confor-mit (dinamica e creativa) con il progetto di Dio.

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    Ed cos che metodo e catechesi si integrano reciprocamente.Per favorire e sviluppare la sperimentazione del Progetto, esce

    contemporaneamente a questa terza edizione, un Sussidio dal tito-lo Dal Progetto Unitario ai Programmi di catechesi in cui sono

    descritte le ipotesi o piste di lavoro: a) per la conoscenza del pro-getto delle Comunit Capi; b) per un programma di catechesicaratterizzato dalla essenzialit e gradualit; c) per una proposta diintegrazione fra programma dellUnit scout e la ProgressionePersonale; d) per un programma annuale legato ai tempi dellannoliturgico; e) infine per un programma nelliter di Formazione Capi.

    Queste proposte di programmi non devono essere un alibi a non stu-

    diare seriamente e criticamente il Progetto Unitario di Catechesi, nintendono sollevare alcuno dallimpegno rigoroso di approfondiregli aspetti teologico-catechistici e metodologici di esso; nella con-vinzione che il tutto precede le singole parti.

    Solo il Capo che sa cogliere in un colpo docchio linsieme delProgetto di Dio pu appassionarsi nella ricerca dei singoli sentie-ri che conducono verso il Regno.

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    A TUTTI I CAPI DELLAGESCI

    La pubblicazione del Progetto Unitario di Catechesi, che con gioiaoggi presentiamo a tutte le Comunit Capi e a tutti i singoli Capi, costi-tuisce un momento storico associativo molto importante. Esso infatti

    punto di sintesi di una lunga tradizione e del lavoro compiuto finoranellAssociazione, ma soprattutto di partenza per rendere sempre pivitale, efficace e cristiano il servizio educativo che offriamo ai ragazzi.

    Pensarlo e scriverlo stato un lavoro lungo ed importante che haprofondamente impegnato Capi, Assistenti ed esperti di varie discipline.Ad essi va la nostra pi sincera riconoscenza. Oggi inizia dunque laparte pi qualificante della strada, quella senza la quale non avrebbesenso il tratto percorso finora; si tratta cio di realizzare una intelligen-

    te e sapiente incarnazione del Progetto nelle attivit delle nostre Unit.A questo Progetto di Catechesi stata data la specificazione di

    Unitario. Perch? necessario ricordarlo affinch ci sia di aiuto e guidaper lavorarci.

    Unica e globale la persona umana cui esso si rivolge e come ben sap-piamo inscindibili sono nellesperienza educativa la proposta dei valoriumani, lannuncio di Fede e la conoscenza del Cristo che venuto ad

    incarnarli tra noi. Nel messaggio scout particolarmente unite sono ladimensione umana e quella trascendente della vita e questa unit cheamiamo chiamare spiritualit scout vivifica e rende lo Scautismo mezzoprivilegiato per camminare verso la costruzione del Regno.

    Il Progetto si chiama Unitario tuttavia per sottolineare la continuit,

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    la progressione e dunque lunitariet della strada che il bambino chia-mato a percorrere attraverso tutte e tre le Branche del nostro movimento.

    Non si pu pi parlare oggi di Progressione Personale distaccata dal cam-mino di Fede e di Catechesi che si svolge secondo le tappe di maturazio-

    ne psicologica dellindividuo.Ma ancora il Progetto Unitario perch insiste molto sullunitariet

    sostanziale che la nostra Catechesi deve avere con quella di tutta laChiesa. Per questo una delle fonti essenziali di esso sono i catechismi dellaCEI ed i documenti della Chiesa sulla Catechesi.

    Il Progetto stimola tutti noi Capi a tener conto costantemente del tipo,della quantit e della qualit della Catechesi che la Chiesa locale nel suo

    complesso offre ai nostri ragazzi nelle varie et, e ci spinge a diveniresempre pi consapevoli della nostra natura di pietre vive e vitali nel-ledificio della Chiesa locale.

    Realizzeremo un inserimento ed una presenza con un nostro partico-lare carisma, anche se diverso da quello di altre Associazioni e

    Movimenti, ma importante perch il Signore che ce lo affida.Importante prima di tutto per i nostri ragazzi e giovani perch lap-

    pello educativo che loro rivolgiamo perderebbe il suo nucleo essenziale sela nostra catechesi divenisse annacquata o peggio distorta, come avver-rebbe se perdessimo di vista lobiettivo di realizzare una vera, concreta e

    feconda comunione con la comunit ecclesiale locale.Importante anche per tutta la Chiesa perch un nostro serio impegno

    per sentirci ed essere dentro il Popolo di Dio in cammino e non a fiancodi questo pu aiutare la Comunit a comprendere la sua vera essenza, dicomunione nel riconoscimento dei diversi ministeri e dei vari carismi,

    ma senza separazioni o peggio ancora dissidi.Grande perci la nostra speranza in questo momento. La storia

    oggi ancora pi che in altri tempi sembra volerci ricordare, quasi brutal-mente, che tempo di fatti e non di parole vuote, di servizi offerti in spi-rito e verit e non di programmi tattici ed impegni strumentali.

    Siamo convinti che un crescente impegno per una Catechesi viva eprofonda, che non si affianchi alle nostre attivit, ma che fiorisca da que-

    ste e rimanga in esse profondamente innestata sia il migliore dei serviziche possiamo offrire ai bambini, ragazzi e giovani doggi e crediamo chequesto Progetto Unitario rappresenti uno strumento veramente notevole

    per raggiungere questo risultato ed uno sviluppo particolarmente fecondodella mentalit religiosa e biblica che caratterizzava B.-P. e che stata

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    certamente la molla fondamentale che lha spinto a dar vita al movimen-to scout.

    IL COMITATO CENTRALE

    Giovannella Baggio - Maurizio MilloPresidenti

    p. Giovanni BallisAssistente Ecclesiastico Generale

    Lquipe responsabile di questo Progetto ringrazia don G.Basadonna, don C. Bissoli, don G. Catti, don L. Della Torre, donG. Gatti, p. G. Grasso, p. K. Huber, don A. Ronco per la loro col-laborazione.

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    PRESENTAZIONE

    Il Progetto di Catechesi, che lAGESCI ha elaborato e si pro-pone di attuare unitariamente, maturato attraverso lesperienzaeducativa scautistica e, al tempo stesso, esprime la volont dellAs-sociazione di condividere, con tutta la comunit ecclesiale, limpe-gno per una sempre pi qualificata catechesi.

    Si distingue per due caratteristiche fondamentali che neaccompagnano lo sviluppo, dallinizio alla fine.

    Innanzi tutto, lattenzione costante a quei criteri irrinunciabiliche devono orientare ogni cammino di autentica catechesi: lafedelt a Dio e la fedelt alluomo (cfr. Capitolo primo, n. 2)

    Il Progetto intende, cio, mediare il dialogo tra Dio e luomo,senza sovrapporsi n alluno n allaltro. Come riscontro a questaintenzione prioritaria, propone e sussidia effettivamente un servi-

    zio di testimonianza alla gratuit della iniziativa di Dio e di amici-zia alla libert delluomo. E quel servizio non rimane nel vago, masi fa teologale ed esistenziale correlandosi costantemente con lainiziazione al mistero di Cristo nella Chiesa (cfr. Capitolo secondo).

    Da questo punto di vista, il Progetto in sintonia con le scel-te catechistiche della Chiesa italiana. Sintonia, non aridamenteripetitiva, ma responsabile e pedagogicamente motivata.

    La seconda caratteristica si riscontra nellapporto originale cheleducazione scout d allitinerario ecclesiale di catechesi. Anzi, proprio questa la nota che meglio qualifica il Progetto: linnestodella catechesi ecclesiale nello Scautismo. Non si tratta di una cate-chesi qualsiasi, n di una catechesi riduttiva. la catechesi eccle-siale, espressa nellimpegno scout.

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    Cos che il Progetto d un apporto qualificatoa quelleffettivorinnovamento della catechesi, che la nostra comunit ecclesiale staattuando e per il quale ha davanti ancora tanta strada da fare.

    Per una comprensione ecclesiale di questo sussidio, ritengo

    utile fare attenzione al rapporto del Progetto AGESCI con gliorientamenti del Magistero per la catechesi. un rapporto che sipone, al tempo stesso, in termini di coincidenza e di originalit. Fasintesi, cio, tra la piena adesione alla catechesi ecclesiale e lo spe-cifico del metodo scout.

    Possiamo, a questo riguardo, verificare come pensata e pro-posta tale sintesi, confrontando il Progetto AGESCI con il proget-

    to ecclesiale della catechesi. * * *La catechesi ecclesiale destinata a sviluppare unitariamente

    tutta la vita del cristiano: la conoscenza sempre pi profonda e per-sonale della sua fede; la sua appartenenza a Cristo nella Chiesa; lasua apertura agli altri; il suo comportamento nella vita (Il rinnova-mento nella catechesi, n. 38). Si tratta di far s che il dono della fedediventi risposta consapevole; far s che il credere diventi vivere.

    Lo scopo della catechesi, nel quadro generale dellevangeliz-zazione, di essere la fase di insegnamento e di maturazione,attraverso la quale il cristiano si pone cos alla sequela di Cristo e,nella Chiesa, impara sempre meglio a pensare come Lui, a giudi-care come Lui, ad agire in conformit con i Suoi comandamenti, asperare secondo il Suo invito (Giovanni Paolo II, Catechesi traden-dae n. 20).

    questo il progetto della catechesi come tale: di tutta e di ognicatechesi.

    LAGESCI lo assume nel suo Progetto, privilegiandone lavalenza pedagogica, cos da riesprimerlo in una proposta educati-va organica.

    Si tratta di una proposta congeniale con il metodo scout, fina-lizzato agli obiettivi del pieno sviluppo e dello sviluppo graduale.

    Viene, perci, ad essere interpretata in modo originale la dina-mica stessa della catechesi ecclesiale, la quale trova nella esperien-za scout uno specifico arricchimento (cfr. Capitolo terzo).

    In ordine al pieno sviluppo della personalit cristiana ilProgetto AGESCI si muove lungo litinerario indicato nel docu-mento base per Il rinnovamento della catechesi. Vi si trovano

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    quelle stesse mete spirituali che la catechesi si propone: stimo-lare la libert e la responsabilit guidare attraverso lesperienza,alla verifica delle verit proposte, alimentare lattivit apostolica elo spirito comunitario, introdurre alla vita liturgica (Il rinnovamen-

    to della catechesi, n. 188).Queste componenti sono fedelmente e vitalmente reinterpreta-

    te nellitinerario che il Progetto indica allo Scout: Vivere con lafede in Ges Cristo, unico Signore, nel popolo di Dio, la Chiesa,dichiarando di voler compiere la propria missione nella vita comerisposta ad una personale chiamata di Dio, con un atteggiamentodifiducia nella vita, con spirito di servizioe di libert; con la certez-

    za che lo spirito di Dio presente in lui per fare un mondo un pomigliore di come lha trovato (Capitolo primon. 6).Si propone e si sussidia, insomma, un vero cammino di fede,

    attraverso una spiritualit scout, come metodo particolare di esse-re cristiani (Capitolo terzo, n. 7).

    Non si tratta di una fede qualsiasi o di una fede diversa. lafede della Chiesa: verso il Padre, per mezzo di Cristo, nello Spiritoche d la vita. E si esprime in quel trinomio vocazionale che dsenso, scopo, risorsa alla vita umana: profezia, sacerdozio, regalit.Sono le grandi esperienze che ci vengono donate, perch, scopren-dole, accogliendole, consentendo, le viviamo: conoscere, celebra-re, testimoniare.

    La profezia come conoscenza del messaggio.Il sacerdozio come educazione alla preghiera e alla celebra-

    zione.

    La regalit come educazione alla prassi morale.Il Progetto le propone come mete per le fasi dellitinerario

    scout, dalle Branche L/C alle Branche E/G sino alle Branche R/S(cfr. la seconda parte).

    La pedagogia scout, inoltre, offre un ulteriore apporto al pienosviluppo della personalit lungo questo itinerario, attraverso lat-tenzione educativa alla realt socio-culturale, allambiente, al rap-

    porto con gli altri, con gli avvenimenti, con la natura, allimpegnodelle virt umane. Avvalendosi di tutti questi apporti di metodolo-gia promozionale e di esperienza responsabilizzante, si vuoleattuare, senza riduzionismi, la catechesi della fede ecclesiale , inse-rita nella vita (cfr. Capitolo quarto), sviluppando la consapevolezzae limpegno dellappartenenza a Cristo nella Chiesa (Il rinnova-

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    mento della catechesi, n. 43), attraverso uniniziazione cristiana inte-grale, aperta a tutte le componenti della vita cristiana (Catechesitradendae, n. 21).

    * * *Di qui limpegno per applicare alla crescita cristiana la dinami-

    ca della gradualit, secondo il criterio della progressione scout,la quale realizza, con metodo proprio, quella catechesi ordinata esistematica cui ci richiama la Catechesi tradendae (n. 22).

    Per diventare davvero permanente, la catechesi deve esseregraduale: cio, proporzionata alle varie fasi dello sviluppo

    umano della persona e, al tempo stesso, espressa in una continuitcurricolare. indispensabile che le esperienze di catechesi non siano

    momenti isolati dellesistenza, condizionate da motivazioni occa-sionali che le provocano e le concludono: simili a dei comparti-menti-stagno, senza comunicazioni fra loro (ivi, n. 45).

    La catechesi mira a far s che la fede diventi vita, per tutte lestagioni della vita.

    Tutto questo esige alcune sapienti ed operose attenzioni edu-cative che trovano singolare rispondenza nel metodo educativoscout: conoscere lanimo, la mentalit, il linguaggio, le reazioniproprie dei ragazzi e dei giovani e valorizzarne le risorse; sollecita-re il senso di responsabilit, lo spirito di iniziativa e di adattamen-to, lattitudine alla ricerca ed alla scoperta, il dominio di s e la gra-tuit; promuovere la capacit al rapporto con gli altri, allamicizia,

    alla collaborazione, allimpegno per il bene comune. cos che la catechesi si innesta in un progetto globale di vita

    da assumere responsabilmente come impegno che orienta e coor-dina tutte le componenti e tutte le fasi dellesistenza.

    * * *Resta solo da aggiungere ancora una rilevazione sulla ecclesia-

    lit del Progetto. Non intende creare una catechesi alternativa nsostitutiva n parallela, ma integrativa a quella della comunit cri-stiana. Nella linea che Il rinnovamento della catechesi proponea gruppi associati: La catechesi in associazione... si lega e si riferi-sce alla catechesi della famiglia, della parrocchia, della scuola, mava oltre, in un impegno pi consapevole, con una ricerca rispon-

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    dente agli scopi del gruppo. Tende soprattutto a dare una piprofonda intelligenza del movimento della storia e della missionedella Chiesa, per mettere in grado i soci di vivere con libert egenerosit la propria vocazione a vantaggio di tutta la comunit (n.

    153). cos che ogni associazione di fedeli, in seno alla Chiesa ha

    il dovere di essere, per definizione, educatrice della fede (Catechesitradendae, n. 70).

    A conferma che queste sono le intenzioni effettive delProgetto, baster citare la rilevanza educativa che viene ricono-sciuta alla parrocchia, nella unit della Chiesa locale (cfr. Capitolo

    quinto, n. 1. b) ed al ruolo della Comunit Capi, la quale non unacomunit di vita, ma una comunit di servizio educativo allinter-no della comunit civile ed ecclesiale (ivi, n. 3.a).

    Viene, cos, ad essere non solo rispettata ma interiormenteinterpretata quella dimensione comunitaria della catechesi, laquale esige che ogni impegno di iniziativa catechetica sia condivi-sa da tutta la comunit ecclesiale che ne la vera responsabile (cfr.Il rinnovamento della catechesi, n. 200, e Progetto, Capitolo quinto).

    Per questo nella seconda parte dedicata alle mete, alle tappe,alle indicazioni di metodo dellitinerario di catechesi, il Progettofa costante riferimento ai Catechismi della CEI per le diverse et.

    Si vuole, insomma, condividere limpegno insieme a tutta lacomunit ecclesiale. Ed, al tempo stesso, attraverso la specificaesperienza AGESCI, si tende ad inserire sempre pi nella comu-nit ecclesiale le persone ed i gruppi che vivono limpegno di quel-

    la esperienza. questa, infatti, lecclesialit vissuta che ogni catechesi deve

    promuovere: suscitare ed orientare la fedelt personale a Cristo,attraverso un rapporto ravvicinato tra persone che insieme si con-frontano con il Vangelo (cfr.Apostolicam actuositatem, n. 30) al finedi realizzare la comunione ecclesiale di tutte le comunit nella con-divisione della vita e della missione dellunica Chiesa.

    Roma, 1 dicembre 1982Mons. Fiorino Tagliaferri

    Presidente della Commissione Episcopaleper lApostolato dei Laici

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    DAL DISCORSO DEL PAPA GIOVANNI PAOLO IIAI MEMBRI DEL CONSIGLIO GENERALEDELLAGESCI 1982

    ...Nel vostro convegno tratterete, tra gli altri argomenti, quello delProgetto Unitario di Catechesi, dal titolo Dalla Promessa allaPartenza, che servir ai capi dellAssociazione per una animazione cri-stiana, secondo il metodo educativo dello Scautismo. So che frutto di dueanni di lavoro, e si propone di sensibilizzare i giovani affinch sappianoriscoprire il senso della storia, riacquistare fiducia nelluomo, e ritrovarela gioia di vivere stabilendo un armonico rapporto con le meraviglie dellanatura, e di conseguenza si impegnino in favore degli altri come unicavia per raggiungere la felicit.

    Questa iniziativa mi sembra centrale per la vita del vostro movi-mento perch destinata a suscitare in tutte le Branche, dai Lupetti eCoccinelle agli Esploratori e Guide, dai Rover e Scolte agli Animatori dicomunit, una coscienza viva delle proprie responsabilit.

    In codesto impegno catechetico abbiate premura per tutti i gruppisopra menzionati, ma portate una particolare attenzione per coloro cheattraversano let critica delladolescenza, i quali, come ho detto nel-lEsortazione Catechesi Tradendae vivono una fase quanto mai deli-cata, trattandosi di un momento di scoperta di se stessi e del proprio uni-verso interiore, un momento di progetti generosi, un momento in cui zam-

    pillano il sentimento dellamore, gli impulsi biologici della sessualit e ildesiderio di stare insieme, un momento di una gioia particolarmenteintensa, connessa con la scoperta inebriante della vita (n. 37).

    Auspico che il vostro Progetto Unitario di Catechesi non manchi ditener presenti questi aspetti e di condurre i giovani al dialogo, ma soprat-tutto presenti Ges Cristo come amico, come guida e come modello ammi-

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    revole e tuttavia imitabile; la rivelazione del suo messaggio capace didare risposta agli interrogativi fondamentali (ibid. 37.). Sia cio unacatechesi che sappia conferire ai giovani una visione della vita, in cui

    prevalgono i sentimenti di bont, di vigore e di letizia e una esuberanza

    interiore che trabocchi in quella carit esteriore, che prende il nome diapostolato. Voglio auspicare che in questo settore, cos importante, lavostra Associazione vorr continuare a fare onore alle proprie tradizio-ni, educando i suoi membri a quella saggezza, a quel senso di giustizia,a quella austerit, a quel vigore morale, a quella lealt di parola e di con-tegno, a quella fraternit di rapporti che hanno sempre caratterizzato ilsuo stile di vita.

    Carissimi Consiglieri ed Assistenti Ecclesiastici, non abbiate timoredi presentare queste verit ai giovani, che sanno apprezzare i grandiideali, mentre detestano quelli mediocri.

    Lo Scautismo palestra per lallenamento alle virt difficili e solocoloro che sanno anteporre a una vita comoda ed insignificante quellaaustera e fattiva possono accedervi, avendo davanti agli occhi la figuradel Cristo: il suo eroismo e la sua santit.

    Sono certo che voi, in qualit di Capi e Responsabili, non manchere-te di essere loro di esempio e di aiutarli ad accogliere questi principi...

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    LAGESCI impegnata a viverenella Chiesa incomunione con i

    Pastori

    Per proporreai ragazzilannuncio di Cristo

    La Comunit Capinella Chiesa locale

    INTRODUZIONE

    Limpegno dellAGESCI per leducazione alla fede

    Lo Scautismo si propone la formazione integrale della personaumana ed fondamentalmente religioso, perch mette come baseper la vita la piet verso Dio, lamore per il prossimo e lamore perse stessi in quanto servi di Dio (B.-P., Libro dei Capi, p. 81).

    Se questi valori profondamente cristiani venissero a mancare,lo Scautismo si ridurrebbe ad un insieme di tecniche pi o menoutili per riuscire nellimmediato, ma gli mancherebbe una prospet-tiva per il futuro.

    Come movimento educativo Scout, che vive in Italia,lAGESCI ha compiuto non solo una generica scelta cristiana, masi impegnata a vivere nella Chiesa cattolica in comunione con ipastori, per realizzare nel modo suo proprio la missione fonda-

    mentale della Chiesa, cio lannuncio di Ges Cristo agli uominidoggi. Si vedano a questo riguardo gli articoli 2 e 3 dello Statutoe il Patto Associativo, nel quale i Capi dichiarano di fare proprioil messaggio di salvezza annunciato da Cristo e si impegnano aproporre in modo esplicito ai ragazzi lannuncio di Cristo, offren-do cos unoccasione, perch anchessi si sentano personalmenteinterpellati da Dio, e gli sappiano rispondere secondo coscienza.

    Responsabili diretti di questo annuncio cristiano sono leComunit Capi, dove gli educatori laici insieme con i sacerdotiassistenti, elaborano in concreto la proposta educativa.

    La Comunit Capi dunque intesa come autentica comunitcristiana, che vive al suo interno la fede e cerca di mettersi al ser-vizio della Chiesa. Per questo si richiede ai Capi che siano effetti-

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    vamente cristiani e che intendano svolgere la loro azione educati-va secondo questa opzione. Fra i vari carismi e ministeri che ilSignore dona alla Chiesa, quello delleducazione molto impor-tante, se si vuole che la fede sia integrata con la vita.

    Il servizio educativo dei capi utilizza per la proposta di fedetutti gli elementi caratteristici dello Scautismo, ma assume inoltreuna dimensione missionaria nei confronti del mondo giovanile.

    Infatti al ragazzo che viene nellAGESCI non viene richiesta laprofessione di fede cristiana: questa una caratteristica che diffe-renzia lAGESCI da altre associazioni ecclesiali e talvolta provocadifficolt in particolari ambienti e situazioni.

    A tutti per si propone con chiarezza che la vita scoutnellAGESCI anche un cammino di fede da compiersi in propor-zione allet insieme con il gruppo dei coetanei, per scoprire eaccettare il Cristo vivo oggi nella Chiesa.

    Litinerario di fede che si descrive in questo Progetto diCatechesi fa gi parte essenzialmente del vissuto associativo. Non dunque una dichiarazione programmatica sul dovere essere deiCapi, quella che qui contenuta. Molti ragazzi e giovani hannoscoperto il Cristo e la Chiesa attraverso lo Scautismo e si sonomessi generosamente al servizio dei pi piccoli, fino a donarsitotalmente al Signore nella vita religiosa e/o sacerdotale, cometestimoniano le vocazioni maturate in tanti anni nel mondo scoutitaliano. La storia recente dellAGESCI ci mostra concretamentecome si sviluppato nellultimo decennio limpegno per leduca-zione alla fede, che ha portato gradualmente a questo Progetto di

    Catechesi.

    Dimensionemissionaria dello

    Scautismo

    La vita scout:un cammino di

    fede per scoprire eaccettare Cristo

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    Parte primaIL PROGETTO DI CATECHESI

    NELLO SCAUTISMO

    Capitolo 1Obiettivi, metodo, destinatari del Progetto Unitario di Catechesi

    Capitolo 2Iniziazione cristiana: la proposta della Chiesa

    Capitolo 3Lo Scautismo: un cammino educativo alla fede matura

    Capitolo 4

    Per una catechesi inserita nella vita

    Capitolo 5Responsabilit della Comunit Capi per leducazione della fede

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    Capitolo 1

    Obiettivi, metodo, destinatari delProgetto Unitario di Catechesi

    1. Catechesi: itinerario degli uomini alla fede

    Agli uomini di ogni tempo giungono messaggi ed inviti damolte parti, promesse e progetti allettanti non sempre possibili odegni della grandezza umana. Oggi, pi che mai, si moltiplicano leagenzie di informazione e di educazione con una variet enorme

    di proposte.Tra tutte queste voci c anche il messaggio cristiano.La catechesi larte e limpegno di fare risuonare, questo

    messaggio, il vangelo, la bella notizia agli orecchi e al cuore degliuomini di un tempo: cos indica il termine stesso nella sua accezio-ne etimologica.

    Queste precisazioni sul termine indicano assai chiaramenteche limpegno della catechesi il permanente impegno dellaChiesa, la Chiesa stessa nel suo vivere e nel suo manifestarsi almondo, il protrarsi nel tempo della azione di Cristo stesso unicoMaestro e Salvatore.

    Si comprende allora il monito di Giovanni Paolo II nellaEsortazione Apostolica Catechesi Tradendae dopo il Sinodo deiVescovi sulla Catechesi:

    La catechesi compito assolutamente primordiale della missionedella Chiesa. Le comunit cristiane devono dare la priorit alla cateche-si rispetto ad altre opere e iniziative i cui risultati potrebbero essere pispettacolari (n. 15).

    1Molti i messaggi

    La lieta notizia

    2

    La catechesiimpegno primariodella Chiesa

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    Dovunque ci sia una presenza e una azione della Chiesa, inte-sa nella sua pienezza di comunit cristiana animata dallo Spirito egovernata dai Pastori, l c unazione di catechesi, un preciso econcreto impegno di annuncio esplicito e di esperienza della

    Parola di Dio.Ed allora chiaro anche che ogni attivit educativa cristiana

    non pu non avere come obiettivo importante la catechesi, cio ilraggiungimento di una conoscenza viva e personale del messag-gio evangelico nella sua genuina e completa realt.

    Compito della catechesi guidare litinerario degli uomini alla fede(Rinnovamento della catechesi, n. 30).

    Gi questa definizione indica la necessit di un piano, di unprogetto: di un itinerario, cio, che non sia un semplice corso diinsegnamento, anche se finalizzato ad un sacramento, ma piutto-sto un itinerario di iniziazione cristiana volto alla maturazionedella fede e alla assunzione responsabile del proprio Battesimo.

    La catechesi cos concepita diventa unitariamente insegnamen-to, educazione, esperienza di vita (Rinnovamento della Catechesi, n.149), attenta a costruire lunit interiore della persona, a dare unavisione unitaria della fede, della storia, della vita (Rinnovamentodella catechesi, n. 159).

    Una catechesi occasionale, intesa come annuncio sporadicoe frammentario provocato da avvenimenti e situazioni particolari,mentre favorisce la percezione della parola di Dio che illumina espiega il senso del vivere umano in situazioni concrete non offre

    per quella unitariet e quella totalit, che propria sia della rive-lazione di Dio agli uomini che della continuit e della globalitdella vita umana.

    La caratteristica dello Scautismo che vita prima che teoriaesige attenzione ad ambedue questi aspetti: una catechesi inseritanella situazione concreta del vissuto quotidiano, ma anche un pro-

    getto unitario per rispondere allaltra sua caratteristica di essereuna educazione globale e continuativa.Ecco il perch di un Progetto Unitario e di Catechesi.

    3Dalla catechesi

    occasionale alProgetto di

    Catechesi

    Il progettodellAGESCI

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    2. Fedelt a Dio e fedelt alluomo

    Perch la catechesi sia efficace e risponda alla sua stessa realt,deve realizzare una duplice fedelt: fedelt a Dio e fedelt alluomo.

    Fedelt a Dio, nel senso di trasmettere la sua parola piena,senza compromessi e senza eccezioni, e fedelt alluomo nel sensodi rispettare la sensibilit, le esigenze, le capacit di accoglienza nelsuo divenire storico e nelle sue implicanze culturali e sociali. Lastoria del cristianesimo manifesta la difficolt di conciliare questedue fedelt: sempre difficile accettare lincarnazione, accettarecio che luomo Ges di Nazaret morto crocifisso, sia veramente

    Dio e che Dio si sia fatto veramente uomo. Cristo diventato peri Giudei di ieri e di oggi scandalo, e per i pagani, anche quelli dioggi, pura follia (Cfr. 1 Cor 1,23).

    Questa difficolt nella storia della Chiesa, ha portato o adaccentuare eccessivamente il divino a scapito dellumano (sopran-naturalismo e spiritualismo) oppure a badare eccessivamente al-lumano a scapito del divino (religione umanistica, borghese, a di-mensione orizzontale).

    Ci richiede una costante vigilanza da parte della comunit cri-stiana per evitare i due estremi e per cercare via via il modo miglio-re per rispettare i due poli fondamentali della catechesi.

    perci necessaria una sempre pi completa conoscenza eassimilazione del dato rivelato seguendo il cammino della Chiesache mette in luce il nuovo e lantico con accentuazioni diverse

    secondo i tempi e i luoghi.Per dare alla catechesi questa primaria fedelt allazione di Dio

    essenziale uno studio attento del contenuto della rivelazione.Contemporaneamente, per, altrettanto necessario essere atten-ti allo sviluppo delluomo, alle svolte della storia spesso determina-te da avvenimenti culturali e sociali di grande portata anche seapparentemente meno visibili, nella certezza che tali svolte non

    sono soltanto opera delluomo ma portano sempre con s unmisterioso progetto di Dio.

    Per coerenza a questa duplice realt emersa con evidenzanella Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II, la necessit di rinuncia-re a un catechismo universale di cui si parlava negli anni 50, e di

    4Difficolt

    di conciliarele due fedelt

    5

    6Dal catechismouniversaleai catechismiparticolari

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    demandare alle Conferenze Episcopali dei singoli paesi, cio alleChiese locali, il compito di elaborare dei catechismi adatti allarealt del proprio popolo.

    Ma lorientamento del Concilio non si esaurisce con limpegno

    delle Conferenze Episcopali: ogni chiesa locale, ogni parrocchia eogni associazione chiamata a costruire una catechesi che rispon-da pi direttamente alle esigenze dei destinatari, in comunione conla Chiesa locale e attraverso questa con la Chiesa universale.

    Una vera catechesi, infatti, per far risuonare il messaggioeterno di Cristo, deve incarnarsi nel contesto socio-culturale in cuisi sviluppa assumendone il linguaggio, i problemi, i valori, le atte-

    se, ecc. Lastrattezza della catechesi, magari per la necessariapreoccupazione di ortodossia, la svuota della sua efficacia, cio larende non pi catechesi, ma fredda e non interessante esposizio-ne di dogmi e di obblighi. Gli stessi vangeli sono una confermadella necessit di adeguarsi a situazioni diverse e a interlocutoridiversi, pur restando sempre la narrazione dello stesso messaggiodi Ges.

    Incarnarsi nel proprio contesto, esige anche una concretamodalit di comportamento, una scelta di vita, una esperienza:catechesi sempre un incontro con la parola di Dio che viva (una Persona!) e quindi produce sempre un atteggiamento, un rap-porto, una modalit di vita.

    Fare catechesi perci, significa vivere una comunit cristianadegna di questo nome, dove di fatto ci che si crede e si annunciaviene vissuto nella quotidianit e perci stesso assume caratteristi-

    che nuove, quelle caratteristiche evangeliche che la rendono testi-monianza viva del Regno dei cieli, della maniera pi corretta epi completa di vivere la propria realt umana.

    Senza questo rapporto esistenziale, senza questa perenne occa-sione di esperienza (venite e vedete, come ripete il racconto diGv 1, 35-51), la catechesi sterile e nulla, o peggio negativa per-ch immette un senso di sfiducia e di negativit.

    3. La fedelt a Dio e alluomo nello Scautismo

    Limpegno di fedelt a Dio e fedelt alluomo, che abbiamonotato come essenziale per una vera catechesi e una vera educa-

    7

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    zione, si realizza con particolare intensit allinterno della vitascout.

    Noi siamo convinti - e lo metteremo in evidenza pi avanti -che lo Scautismo uno straordinario strumento educativo nel

    senso cristiano, ed ha enormi possibilit di annuncio e di realizza-zione del messaggio evangelico e di vita cristiana.

    Di fatto: lobiettivo della educazione scout luomo integrale nello svi-

    luppo di tutte le sue energie e potenzialit: la proposta religiosa sicolloca perci dentro lesperienza complessa del ragazzo. Ci evidenziato anche dalla presenza dellAssistente che si trova alla

    pari con gli altri Capi nellazione educativa anche se a lui competeun servizio particolare; leducazione religiosa nello Scautismo non mai soltanto

    riflessione e preghiera, ma contemporaneamente, azione, ricerca,vita attiva: la catechesi deve essere inserita nella vita stessa delgruppo, nelle sue attivit caratteristiche;

    la progressione scout esige la gradualit della esperienza cri-stiana, per cui alla esperienza idealistica ed esaltante viene preferi-ta la concretezza della proposta graduata limitata alle possibilit ealle situazioni contingenti in corrispondenza delle tappe evolutive.

    Lo Scautismo nella sua realizzazione concreta si presentacome un lungo cammino che conduce il bambino (Coccinella oLupetto) dalla et degli otto anni fino al giovane di venti (Scolta oRover) quando abbandona il suo gruppo.

    Dalla Promessa alla Partenza, il crescere della persona ritma-to nelle diverse tappe dallunica visuale educativa scout, dallunicoideale di uomo capace e pronto a servire nel modo migliore.Questa prospettiva del servizio diventa uno strumento ideale peruna educazione globale che non solo comprende le varie tappe deldivenire umano, ma anche tutti gli elementi della costruzione dellapersonalit ivi compresa la visuale religiosa e cristiana.

    necessario quindi che ci sia un unico itinerario scout che,assumendo via via la realt vissuta, la rende mezzo e strumento dicatechesi: tracciare delle linee, indicare le tappe, rilevare modalitprecise che aiutano lo sviluppo della fede nel ragazzo che cresce inseno allAGESCI.

    La religione nellaeducazione di tuttoluomo

    Riflettere e pregare

    facendo educazioneprogressiva

    Dalla Promessa allaPartenza ununicalinea educativa

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    4. Necessit del Progetto Unitario di Catechesi

    Si venuta cos maturando in seno allAGESCI lesigenza diprecisare la propria azione educativa nei confronti della fede attra-

    verso un progetto unitario che fosse in sintonia con le scelte e leiniziative della Chiesa e dellAssociazione di questi ultimi anni (cfr.Appendici 1, 2, 3,).

    Dopo una laboriosa gestazione a cui hanno partecipato esper-ti di varie discipline, Capi, ed Assistenti dellAGESCI esce ora que-sto Progetto Unitario di Catechesi che vuole essere un documen-to di lavoro offerto ai Capi per la loro opera educativa, sempre affi-

    dando al loro genio e alla loro iniziativa il compito di tradurre inpratica nel progetto educativo delle singole Unit la proposta difedelt a Dio e alluomo evidenziata a livello generale.

    Il Progetto Unitario non nasce improvvisamente, ma radunae d valore a quanto lAGESCI e prima ancora lAGI e lASCIhanno vissuto, studiato e realizzato: un progetto che in questomomento vuole dare forma a una proposta piena e totale gi nel-lanimo e implicita in tanti e tanti eventi di vita scout (cfr. Ap-pendice 1).

    una programmazione unitaria, che fissa il cammino di tuttalAssociazione proponendo un itinerario con le sue tappe, i suoipunti di riferimento obbligati.

    una programmazione a grande respiro e per tutte e tre leBranche, che, proprio perch non restringe lattenzione ad un sin-

    golo periodo o a singole situazioni, favorisce maggiormente dutti-lit nella educazione della fede e maggiore rispetto delle situazioniconcrete e dei tempi spesso tanto diversi del cammino di fede diciascun ragazzo.

    Il Progetto Unitario vuole essere in sintesi una proposta che sti-moli a rifarsi continuamente al Progetto di Dio, rivelato dalla suaparola, che manifesta a ogni uomo la sua verit.

    5. Scautismo e tendenze attuali

    Ma c un motivo in pi che rende utile e prezioso unProgetto Unitario, ed il tentativo di interpretare e rispondere

    8Bisogno di un

    Progetto Unitario

    In continuit collavoro fatto

    In comunioneassociativa

    Alla ricerca delprogetto di Dio per

    ogni uomo

    9

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    alla attuale tendenza della nostra societ e della nostra cultura.

    Lo spirito scout, ed ancor prima lo spirito cristiano, ci permet-tono di riconoscere anche nel mondo contemporaneo valori posi-

    tivi, ed in particolare, nelle nuove generazioni, laspirazione allacreativit, alla giustizia, alla libert, il desiderio di corresponsabilitnella vita ecclesiale e civile, la propensione allamore di Dio e del prossi-mo! (Messaggio al popolo di Dio, 3).

    Tuttavia lazione educativa attenta anche a quelle tendenzeche manifestano in modo violento le fratture culturali che sono il fruttodelle trasformazioni sociali... per cui spesso i giovani pagano le deficien-

    ze e gli errori degli adulti e pi spesso ancora sono vittime di raggiri difalse guide che approfittano della loro generosit e della loro aperturadanimo (Messaggio al popolo di Dio, 3).

    La crisi della cosiddetta cristianit ha aperto la strada al plu-ralismo culturale, politico, sociale e religioso. Anche questo feno-meno contiene luci ed ombre: le nuove generazioni non possonopi affidarsi alla tradizione e sono quindi stimolate ad una sceltapersonale della fede.

    Accanto ad una sana secolarizzazione (autonomia della lai-cit), si manifestano tendenze di secolarismo (inutilit, non sensodel fatto religioso); accanto al pluralismo culturale si sviluppanotendenze di relativismo morale e religioso fino allappiattimento diogni valore.

    Ecco allora la necessit di offrire un progetto che educhi a

    saper cogliere e distinguere nellattuale sviluppo sociale gli aspettipositivi e quelli negativi, i valori duraturi e quelli passeggeri e dimoda, a saper valutare la validit o meno di alcuni fenomeni reli-giosi ed anche lambiguit di un certo risveglio religioso (cfr.Comunione e Comunit, n. 6).

    Risultano infatti meno efficaci o controproducenti gli atteggia-menti autoritari e le proposte parziali e integraliste.

    il tempo del parziale, dellimmediato, dellepisodico, il tempoin cui prevale lattenzione al momento presente creato allimprov-viso grazie alla fantasia e alle mille possibilit tecniche che facilita-no soluzioni sempre nuove. Si pi vicini a credere che la libertstia nel non avere nessun progetto e nel lasciarsi guidare dallestro

    Luci ed ombrenel mondo

    contemporaneo

    10Pluralismo culturale

    Educare a

    discernere

    11Tempo diinsicurezza,di tentazioni edi fuga

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    che molto spesso non se non la maschera del proprio istinto odelle mode pi in voga: facile cos rifiutare ogni traccia precisa,ogni disegno a lunga scadenza, ogni disciplina, pensando di espri-mere meglio la propria personalit.

    C nei giovani, soprattutto, un tessuto di insicurezza profondaspesso dolorosa e drammatica che da una parte dice il vuoto, lasolitudine, la delusione, e dallaltra per svela un bisogno di certez-ze, unattesa viva di proposte significative, chiare ed affascinanti.

    Il Progetto Unitario vuole precisamente combattere questatendenza cos diffusa e spesso anche cos poco avvertita, e chiama-re le persone alla libert di progettare, di inventare la propria vita,

    di scegliere a ragion veduta il proprio modo di vivere: anche lacatechesi, cio tutta leducazione cristiana, ha bisogno di un pro-getto, di un piano, di un iter nel quale camminare e crescere.

    Nelleducazione scout, quando gi il metodo invita e costringea una chiara determinazione delle proprie scelte e a un impegnorivolto verso il futuro, la catechesi non pu non essere sulla mede-sima linea.

    6. Le linee del Progetto Unitario

    Le linee di sviluppo del Progetto Unitario sono presto dette:esse nascono da quanto detto fin qui e vogliono realizzare quelle-quilibrio tra la fedelt a Dio e la fedelt alluomo che un elemen-to fondamentale per una buona catechesi.

    Per unire in ununica azione educativa la proposta della Chiesae la proposta scout, necessario conoscere prima, nei loro mo-menti distinti le due realt.

    Si delinea una sintesi di ci che la Chiesa propone come fon-damentale ed immancabile per una autentica educazione alla vitacristiana e si esamina anche il modo con cui la Chiesa realizza il

    suo compito (cap. 2).Poi si passa ad analizzare ci che lo Scautismo offre come sup-porto e come contesto alla formazione cristiana: si rilevato chelo Scautismo nella sua stessa concezione e nel suo realizzarsi con-creto, offre un continuo ambito dove i valori cristiani e la propostaesplicita di Cristo, della sua signoria e della sequela di lui diventa-

    12Conoscenza

    genuina della vitadella Chiesa e

    della vita scout(capp. 2-3)

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    no una espressione del tutto naturale (cap. 3).La proposta scout presentata attraverso una lettura, in un

    certo senso inedita, degli aspetti fondamentali della sua pedagogiache viene vista assai vicina alla pedagogia biblica della educazio-

    ne della fede. La origine cristiana dello Scautismo, lo spirito emi-nentemente religioso di Baden-Powell permettono questa lettura,e la lunga esperienza di uno scautismo vissuto dai cattolici nelmondo intero aiutano a scoprire linee e suggestioni di una spiri-tualit scout che diventa lambito privilegiato della catechesi.

    Il Progetto Unitario insiste in questa lettura, anche per offri-re ai Capi una utile indicazione della finalit e quindi dei mezzi da

    adottare per una coerente vita scout.

    Inoltre, c da rispettare il mondo dei ragazzi: giusto e dovero-so, ed estremamente utile, ascoltare ed accogliere la complessa vita-lit dei ragazzi che attraverso la loro esperienza culturale e lo svilup-po delle loro energie psico-fisiche, interpellano continuamente ilmondo degli adulti. necessario perci soffermarci ad analizzare ildelicato rapporto fra realt socio-culturale e catechesi, e anche ilmisterioso intreccio dello sviluppo psicologico della religiosit nellaet evolutiva dagli otto ai ventanni e scoprire infine con quale lin-guaggio possibile comunicare il mistero di Dio (cap. 4).

    Lo studio delle fasce di et dei ragazzi, delle loro reazioniesterne ed interne, delle loro attese e delle loro angosce, diventa unelemento essenziale se si vuole fare della catechesi, e non soltanto,una pura e semplice istruzione. Il fatto stesso di essere un proget-

    to esige una apertura ed una presa di coscienza di tutto ci che simuove in questo scorcio di et, per diventare realt positiva ecostruttiva.

    Infine si precisa il rapporto della Comunit Capi con la Chiesalocale e la sua responsabilit per la formazione dei Capi come edu-catori alla fede (cap. 5).

    Rimane da spiegare come stato risolto nel Progetto Unitarioil seguente problema: litinerario di catechesi scout deve averecome base di riferimento e punto di partenza la progressione scoute quindi la metodologia delle Branche e la vita stessa delle Unitscout oppure un essenziale progetto di catechesi ed adottare ad

    13Conoscenza erispetto del mondogiovanile (cap. 4)

    Il ruolo dellaComunit Capi(cap. 5)

    14Dal progetto rivela-to al progetto edu-cativo (II parte:litinerario)

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    esso la metodologia scout? Pur avvertendo il pericolo di partire dauno schema di catechesi anche se essenziale, si scelto di partiredi qui perch la proposta cristiana di natura sua orientata alla rea-lizzazione delluomo integrale e quindi aperta ad ogni prospettiva

    educativa: daltra parte, partendo dallo schema della vita scout sipoteva cadere nel difetto opposto (sempre presente almeno cometentazione) di imbrigliare il mistero cristiano in uno schema terre-no, particolare, parziale, e arrivare quindi a una proposta riduttiva.

    Si potr facilmente verificare come nellItinerario propostonella Parte II, non esiste alcuna violenza alla progressione scout acondizione naturalmente, come si dir fortemente in seguito, che

    il Capo sia un vero educatore e sappia quindi, di tutta la vasta pro-posta catechistica, dare soltanto ci che pedagogicamente op-portuno sia nei tempi che nei modi.

    Questa distinzione e compresenza, necessaria per evitare losquilibrio, facilmente presente nella realt, di uno Scautismo inco-lore che non aiuta a scoprire lassoluto primato di Dio e la sua ini-ziativa nella storia umana, oppure al contrario lo squilibrio di unaesperienza cristiana che dello Scautismo ha soltanto qualche mani-festazione esterna.

    Da questa indagine e riflessione fondamentale, da questo impe-gno di fedelt a Dio e di fedelt alluomo allinterno del mondoscout, viene lindicazione concreta per unefficace catechesi dellesingole Unit secondo la visuale educativa delle tre Branche.

    Coccinelle/Lupetti, Guide/Esploratori, Scolte/Rover hanno

    un loro preciso e particolare iter educativo, hanno delle specifichecaratteristiche e dei momenti significativi dovuti sia allet deiragazzi sia alla intenzione educativa del metodo.

    per necessario che si cerchi insieme una traccia unitaria perla catechesi da svolgere lungo tutto larco delle attivit scout, inmodo che siano chiari i punti di partenza e i punti di arrivo nellevarie tappe e i passaggi che guidano alla proposta finale di questo

    Progetto.

    Esso sviluppa in ognuna delle tre Branche tre aspetti fonda-mentali della vita di fede:

    la conoscenza del messaggio, o proposta catechistica in sensostretto;

    15Litinerario nelle tre

    Branche

    16I tre contenuti del

    Progetto

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    librio in questo rapporto che fonda lobiettivo principale della edu-cazione scout.

    Nello Scautismo, leducazione religiosa un aspetto (un filone)della educazione di tutta la persona, ma nello stesso tempo orien-

    tamento di tutta la vita, ispirazione a scelte e comportamenti pra-tici, scoperta che la vita vocazione , e un continuo risponde-re alla chiamata di Dio.

    b) Si vuole che ogni Comunit Capi inserisca nel proprio pro-getto educativo un programma di educazione cristiana, caratteriz-zato dalla continuit progressiva, e diventi cos un cammino di

    fede (di iniziazione cristiana) dalla entrata nel Branco/Cerchiofino alla Partenza.Lazione educativa scout infatti ha lo scopo di condurre ogni

    ragazzo scout alla maturit della fede, mediante una propostaessenziale, coerente, continua, ad ampio respiro, in modo da fartrovare spazio ai tempi diversi della libert di ognuno e della gra-zia di Dio. I programmi a breve scadenza o limitati a una solaBranca rischiano di essere o troppo esigenti perch si vuole otte-nere tutto subito, oppure troppo riduttivi perch non finalizzatiallobiettivo finale.

    Anche nel caso, daltronde molto frequente, di chi abbandonalungo la strada lesperienza scout, pedagogicamente efficaceavergli fatto intravedere una direzione, un progetto dagli orizzon-ti sempre pi vasti.

    In questo modo, le singole esperienze di fede (preghiera, veglie,

    catechesi, celebrazione dei sacramenti...) non saranno separate fraloro n lasciate alla pura improvvisazione (catechesi frammenta-ria), ma collegate in qualche modo fra di loro come esige ogniazione educativa, in particolare per lesperienza di fede.

    c) Si vuole ridare un particolare valore alla Partenza della Scoltao del Rover, cio al movimento conclusivo delliter formativo cele-

    brato personalmente e comunitariamente come un gesto carico diresponsabilit e significativo di un cammino realmente percorsomentre apre alla nuova tappa della vita del giovane.

    Nella Branca Rover/Scolte limportanza della Partenza e dellasua preparazione pu dare a tutta la catechesi di questo tempo unaimpostazione di tipo catecumenale. Nelle altre due, questo

    20Per un cammino

    di fede

    21Che valorizza la

    Partenza

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    obiettivo va tenuto presente nella mente delleducatore come metafinale a cui orientare un lavoro duttile e costante delle singoletappe.

    In particolare, nel momento della crisi adolescenziale verso la

    fede, sar pi facile invitare a non desistere ma a camminare e acercare ancora in vista di una chiarezza che non pu venire se nonnel momento pi maturo alle soglie dellet adulta.

    d) Si vuole che i Capi trovino il giusto equilibrio di comple-mentariet fra la proposta di fede offerta dalla Chiesa locale e quel-la che viene offerta dalla Comunit Capi.

    Tenendo presente questo Progetto Unitario i Capi potrannorendersi conto di quando e come la catechesi parrocchiale ha sol-tanto bisogno di venire integrata nel processo educativo adatto adogni singolo ragazzo dellUnit. (Ci avviene sempre o quasi sem-pre per le Branche L/C, ed anche allora i Capi dovranno informar-si sulla proposta catechistica svolta in Parrocchia).

    Nel caso invece in cui non esiste unofferta specifica di cateche-si in Parrocchia (spesso nelle Branche R/S, ma anche E/G) ci sideve porre in un atteggiamento inverso: i Capi dovranno offrireanche la specifica proposta catechistica in rapporto per con laChiesa locale.

    I Capi hanno bisogno di essere aiutati nel delicato rapportocon la Chiesa: innanzi tutto per comprendere che la catechesi essenzialmente missione della Chiesa. Essa depositaria del mes-

    saggio di Cristo (non pu nascere per generazione spontanea dallaesperienza umana o da un particolare metodo educativo), e loScautismo accoglie questo messaggio come un terreno in cuipu crescere e diventare anzi veicolo efficacissimo (la parabolascout) per comunicare la proposta cristiana.

    I Capi, in quanto educatori qualificati della fede, devono esse-

    re attenti e adoperarsi perch il messaggio sia veramente incarna-to e non (come purtroppo spesso avviene) un discorso che toccasoltanto lintelligenza o lemotivit o la volont come fossero set-tori separati nella vita del ragazzo. I Capi devono vegliare, inoltreperch il messaggio venga comunicato in modo da rispettare laprogressione e le caratteristiche dei ragazzi.

    22In rapporto con laChiesa locale

    23La missione dellaChiesa e il carisma

    dello Scautismo

    Lazione dei Capi

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    Cos lo Scautismo riceve dalla missione della Chiesa un gran-de arricchimento, e a sua volta pu arricchire la Chiesa con il suoparticolare carisma.

    In definitiva si vuole che lAGESCI sia in teoria e di fatto unaproposta di educazione alternativa, aperta alle proposte genuina-mente evangeliche, e libera dai condizionamenti di una societmassificata in cui predomina la visione edonistica e un atteggia-mento relativistico e rinunciatario.

    8. Il Progetto come strumento di studio, di lavoro,di confronto

    Il Progetto Unitario di Catechesi uno strumento di studio, dilavoro, di confronto.

    necessario che ogni Capo non solo conosca il Progetto inmaniera generica ma lo faccia anche oggetto di studio in modosoprattutto da capire limpostazione organica delleducazione dellafede in esso descritta. Anche litinerario delineato nella II parte habisogno di essere studiato nella sua globalit e non essere solo uncomodo sussidio per la catechesi spicciola.

    Lo studio potr essere pi vario ed approfondito se sar com-piuto nella Comunit Capi, chiamando, in qualche occasione, una

    persona pi esperta ad illustrare uno o laltro degli aspetti presentinel progetto: da quello teologico, a quello biblico, ecclesiale, psico-logico, scout, ecc.

    Nei Campi Scuola il Progetto potr non solo essere presentatoe discusso, ma anche essere oggetto di qualche esperienza diretta.

    La Comunit Capi user il Progetto come punto di riferimen-

    to per formulare il progetto educativo nella parte che riguarda le-ducazione religiosa, sia per le idee di fondo che per assicurare lacontinuit dellitinerario di fede nelle varie Branche.

    Anche i Capi delle singole Unit potranno trovare in esso unorientamento per il programma annuale e suggerimenti per i sin-goli eventi di fede.

    Una educazionealternativa

    24Come strumento

    di studio

    25

    Come strumentodi lavoro

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    Le proposte dellitinerario di educazione catechistica, celebra-tiva e morale sono molte: i Capi dovranno scegliere quelle pirispondenti alla situazione concreta.

    Leducazione religiosa non pu essere privativa di nessun grup-po e tanto meno di singole persone. Il messaggio cristiano uni-versale ed affidato a tutta la comunit cristiana. Le singole comu-nit debbono perci comunicarsi il modo con cui attualizzano ilmessaggio per viverne la cattolicit. Il Progetto Unitario ha loscopo di porre un punto di riferimento fra i gruppi scout e di assi-curare cos un orientamento comune in tutta lAssociazione.

    Si vuole perci che a livello nazionale, regionale e di zonanasca un lavoro di approfondimento e di incarnazione di questoProgetto Unitario per preparare sussidi di catechesi, di veglie, dicelebrazioni liturgiche che possano non solo aiutare i singoli grup-pi ma anche diffondersi in tutta lAssociazione come segno di uniteffettiva e come spinta dinamica al lavoro di tutti.

    LAGESCI offre questo Progetto Unitario di Catechesi comeun proprio contributo pastorale alla Chiesa italiana, dichiarandolimpegno di essere fedele a Cristo ed a coloro che hanno ricevutoil compito di custodire la fede cattolica.

    26Come strumentodi confronto

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    Capitolo 2

    Iniziazione cristiana: la propostadella Chiesa

    Premessa

    Questo capitolo espone ci che la Chiesa si propone di fare perilluminare ogni uomo che viene a questo mondo con la lucedella bella notizia della salvezza in Cristo. Chi accoglie lannun-

    cio e si converte alla Parola fatta carne, trova nella Chiesa il luogodella sua vita nuova e riceve lo Spirito Santo di Cristo che in luigrida: Abb, Padre!.

    La prospettiva nella quale la Chiesa si pone non solamentequella catechistica nel senso specifico di trasmissione sistematica enozionistica del dato rivelato, ma quella della Iniziazione

    Cristiana. La Chiesa, cio, offre un insieme di conoscenze, espe-rienze, attivit per iniziare ossia per introdurre alla esperienzadella fede e della prassi ecclesiale. Liniziazione in altri terminiun cammino di fede e di conversione con cui luomo, mosso dallannun-cio della buona novella, viene gradualmente introdotto nel mistero diCristo e della Chiesa (Evangelizzazione e Sacramenti, n. 84).

    Questa iniziazione lantico cammino catecumenale. Ogginella situazione generalizzata di battezzati nellet infantile si usa

    parlare di un itinerario di tipo catecumenale, in quanto intendepercorrere le tappe dellantico catecumenato, ne assume lo spiritoe la dinamica, pur senza riesumare metodi propri di altri tempi edi altre esperienze ecclesiali. (La iniziazione cristiana dei fanciul-li, n. 5 a cura dellUCN, 1977).

    27Catechesi comeiniziazione

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    chiaro che il termine iniziazione mentre significa e sotto-linea la parte delluomo che si avvicina a Dio, non vuole oscurarela iniziativa stessa di Dio: luomo si trova sempre di fronte al donodi Dio gratuito e inaspettato, e ha soltanto da capirlo, da accoglier-

    lo e da rispondervi secondo una sua scelta motivata.Tutto ci che si dice in questo capitolo la ricerca dei mezzi

    migliori e delle condizioni necessarie per accorgersi del dono diDio, per comprenderlo e vederlo come utile e rispondente alle pivere attese delluomo, e quindi per decidersi ad accettarlo comple-tamente.

    LAGESCI, attenta a quanto matura nella Chiesa, elabora il suo

    Progetto Unitario di Catechesi in questa prospettiva di iniziazionecristiana, tenendo conto sia del cammino educativo dei suoi mem-bri sia della realt concreta culturale e religiosa in cui opera. LA-GESCI intende aiutare i ragazzi e i giovani ad accorgersi del mera-viglioso dono di Dio e a comprenderlo come la pi esaustivaavventura che viene loro offerta.

    1. Liniziazione al mistero di Cristo nella Chiesa

    Ogni religione ha bisogno di iniziazione, cio di rivelazione edi apprendistato: lo si confronta facilmente nei riti delle religioni inmolti popoli della terra. Tanto pi ne ha bisogno la religione cri-stiana che si rif a una rivelazione precisa, a dei fatti storici che siconcentrano in Ges Cristo, luomo-Dio che viene nel mondo per

    annunciare la bella notizia del destino divino delluomo.Si tratta di una religione dove lincarnazione di Dio, il suo

    entrare nella storia delluomo e dellumanit, esige un continuopassaggio dal visibile allinvisibile, dal terreno alleterno, dal finitoallinfinito, che non possibile se non attraverso una continuaesperienza comunitaria e personale che conduca su questo itinera-rio alla scoperta del mistero di Dio rivelato alluomo.

    Al mistero di Cristo si giunge attraverso la Chiesa che ilSacramento, cio segno e strumento dellintima unione con Dio edellunit di tutto il genere umano (Lumen gentium, n. 1).

    In essa presente lo Spirito che continua la stessa azione diCristo.

    Liniziazione alla vita della Chiesa dunque il cammino per

    28Liniziativa

    sempre di Dio

    29Il mistero di Dio

    rivelato in Cristo

    e nella sua Chiesa

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    incontrare Ges, nostro fratello e Signore, che ci porta al mistero diDio.

    Iniziazione in senso specifico il catecumenato battesimale, che formazione specifica mediante la quale ladulto convertito alla fede,

    portato fino alla confessione della fede battesimale durante la vegliapasquale (Messaggio al popolo di Dio, n. 8).

    Essendo un periodo di preparazione alla confessione di fedebattesimale, tale iniziazione deve concludersi dopo un adeguatoperiodo di tempo. Ci vale anche per la iniziazione di tipo catecu-menale per i gi battezzati quando concepita in ordine alla assun-zione matura della fede battesimale.

    Il catecumenato battesimale modello di ogni catechesi (ivi). Cisignifica che la catechesi post-battesimale non deve che sviluppa-re la prima iniziazione. Il ciclo annuale della liturgia in questosenso paradigmatico: la pedagogia della Chiesa pone al centro delcammino annuale dei fedeli la rinnovazione delle promesse batte-simali la notte di Pasqua. Nella prassi pastorale e catechistica (cfr.Presentazione ai catechismi, appendice 2) si parla di diversi itine-rari di iniziazione cristiana. Liniziazione cristiana in questo caso vaintesa in senso generale perch tiene presente, prepara o sviluppaliniziazione in senso specifico.

    La Chiesa, madre di tutti i credenti, come comunit educanteha come compito primario e continuo di condurre per mano tutticoloro che vengono a Lei per farli crescere fino alla piena maturitdi Cristo: prima li introduce al mistero cristiano e poi li fa crescere.

    Questa crescita fondamentale alla vita cristiana, sia perchcambiano le situazioni, sia perch la proposta divina pu esserecompresa in modo sempre nuovo. Ma il crescere nella vita di fede particolarmente essenziale nella et evolutiva, durante la qualesono in mutazione profonda le strutture della personalit, la perce-zione della realt esterna e le relazioni con gli altri. In questo com-pito educativo, tutta la Chiesa cresce, sollecitata dallo Spirito che

    distribuisce i suoi doni nel mistero della sua presenza.

    Liniziazione comprende molti momenti tutti egualmenteimportanti anche se diversamente distribuiti nella vita della Chiesae del singolo. Ci sembra per che sia giusto parlare di primatodella evangelizzazione o di evangelizzazione permanente per-

    30Iniziazione in

    senso specifico

    Iniziazione insenso generale

    31La crescita cristiana

    32Primato della evan-gelizzazione

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    ch sempre necessaria la proposta per avere una risposta, unannuncio per avere una adesione.

    Nellesercizio della catechesi e nelle attivit della vita cristiana(preghiera e vita sacramentale) necessario richiamare spesso il

    primo annuncio, ed educare alla professione di fede semplice edessenziale, il Kerigma di Cristo crocifisso, risorto dai morti e pro-clamato Signore. In questo modo lesperienza cristiana semprevivificata dallannuncio fondamentale e non si trasforma in prassiabitudinaria che rende sempre meno viva ed efficace la fede stressa.

    Successivamente o contemporaneamente alla prima evangeliz-

    zazione liniziazione cristiana comporta la catechesi che annun-cio globale del messaggio, approfondimento organico della rivela-zione, conoscenza progressiva e completa del mistero di Cristo.

    N.B.: Questo progetto stato chiamato di catechesi inveceche di evangelizzazione o di iniziazione cristiana perch un ter-mine pi comprensivo delle situazioni diverse in cui i singoli si tro-vano nel loro cammino di fede. inoltre opportuno ricordare chenei documenti e nel linguaggio comune questi termini contengo-no significati intercambiabili. Resta per la necessit di evidenzia-re, anche nella prassi normale, sia il primato della evangelizzazio-ne sia la necessit di educare attraverso unautentica iniziazionecristiana, come si propone in questo capitolo.

    2. La pedagogia della iniziazione

    a) Modi diversi di iniziazione nella storia della Chiesa

    Nella storia della Chiesa, secondo le diverse situazioni sociolo-giche e culturali, liniziazione avvenuta in modi e con mezzi chesi adattavano al momento storico anche se con luci ed ombre di

    una prassi pastorale non sempre adeguata.Nei primi secoli, quando quasi sempre ci si decideva per la fedecristiana in et adulta e lingresso nella comunit ecclesiale com-portava un vistoso mutamento di vita, la Chiesa ha progressiva-mente organizzato un itinerario verso i sacramenti della iniziazio-ne cristiana (battesimo - cresima - eucaristia) il cui cardine princi-

    33

    Catechesi organica

    34Nei primi secoli

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    pale era il catecumenato. Esso durava almeno tre anni e introdu-ceva gradualmente nella vita della Chiesa.

    In regime di cristianit affermata, quando si riteneva che le isti-tuzioni sociali, specialmente la famiglia, fossero cristiane, la Chiesa

    cominci a generalizzare il battesimo ai bambini lasciando che lavita di fede venisse formata dalle celebrazioni liturgiche e sostenu-ta e confermata dalla cultura dominante. In questo periodo tutta-via si mostrarono necessarie modalit formative per quanti voleva-no avere una vita cristiana pi consapevole e impegnata.

    Nei secoli, venendo meno la configurazione cristiana dellam-

    biente e aumentando le esigenze educative, la Chiesa organizzcorsi di catechismo in vista dei sacramenti da ricevere, preoccu-pandosi soprattutto degli aspetti dottrinali della fede e fermandosimaggiormente allet infantile.

    Nel travaglio attuale, di profonda mutazione antropologica e disvolta culturale, alla luce delle esigenze espresse dal ConcilioVaticano II, la Chiesa tutta impegnata nella ricerca di itinerari diiniziazione cristiana e nelledificare strutture comunitarie e forma-tive per consentire a ciascun battezzato la possibilit di accedere auna fede personale e di realizzare una partecipazione ecclesiale(vedi Appendice 2 e 3).

    Si avverte perci la necessit di un ripensamento globale delleattivit ecclesiali per la crescita cristiana.

    Si comincia a pensare a tutto il procedimento formativo nel

    quadro della iniziazione cristiana, partendo da ci che la tradizio-ne offre ma procedendo verso la creazione di modalit risponden-ti alle nostre situazioni.

    Frutto di tale lavoro il Rito delliniziazione cristiana degli adul-ti (vedi ALLEGATO B). La Conferenza Episcopale Italiana ritieneche esso abbia valore di forma tipica per la formazione cristiana.

    Nella prospettiva della iniziazione cristiana vanno perci com-

    presi i Catechismi per la vita cristiana che i Vescovi italianihanno consegnato alle Chiese locali per luso e la sperimentazione(vedi Appendice 2).

    Era quindi necessario che anche lAGESCI avvertisse questocompito come proprio dando un apporto alla comune riflessione

    Nei secoli dellasociet cristiana

    35

    Nellet moderna

    Nel mondo attuale

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    Liniziazionecristianadegli adulti;il rito nuovo

    LimpegnodellAGESCI

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    e sperimentazione secondo la sua specifica competenza.

    b) Istituzioni ecclesiali di iniziazione cristiana

    La realt a cui tende liniziazione cristiana - introdurre luomonel mistero di Dio che si rivela e si dona in Ges Cristo nellazio-ne dello Spirito Santo presente nella Chiesa - al di l dei nostrinormali mezzi di percezione e di esperienza un misterioso donodi Dio. La Chiesa, perci, vuole familiarizzare il cristiano con dellemodalit che mediano il dono di Dio.

    Fin dallinizio, la Chiesa ha istituzionalizzato la iniziazione cri-

    stiana con dei gesti precisi, anzi ha costruito la sua stessa vita suquesto compito fondamentale: sono nati cos diversi ministeri,norme, celebrazioni. La redazione stessa dei Vangeli i vari inter-venti del magistero, a cominciare dalle lettere di S. Paolo, di S.Pietro, di S. Giovanni, ecc. - assieme alla vita comunitaria nellacarit e nella preghiera - sono gi momenti costitutivi della primi-tiva comunit cristiana che sta vivendo la sua iniziazione e la staallargando agli altri.

    Presto vengono fissati tre sacramenti fondamentali che ancoraoggi si chiamano sacramenti della iniziazione cristiana e cio ilBattesimo, la Confermazione e la Eucaristia: in modo complemen-tare essi significano e realizzano quella trasformazione radicaledella creatura, quella nascita nellacqua e nello Spirito che necessaria per partecipare al mistero di Dio. Conducono cio alla

    consacrazione al Cristo nel quale si ha laccesso al Padre, attraver-so lentrata e la partecipazione sempre pi viva nella comunitecclesiale.

    Oggi, i sacramenti delliniziazione sono i segni concreti di unpassaggio che se ricevuti dalladulto indicano il traguardo raggiun-to dopo una scelta libera e consapevole e aprono alla vita impe-

    gnata nella Chiesa e alla testimonianza coraggiosa nel mondo. Seinvece sono ricevuti dal fanciullo - come nella maggioranza deicasi - devono significare limpegno del singolo e della comunit acrescere in quella linea acquistando una consapevolezza ed unaresponsabilit sempre maggiore fino alla scelta definitiva delletadulta.

    37Le mediazioni

    ecclesiali

    38Consacrazione

    a Cristo einserimento

    nella comunitecclesiale

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    c) La triplice dimensione delle attivit ecclesiali

    Per attivit ecclesiali qui si intendono i modi concreti ed abi-tuali con i quali la Chiesa manifesta di essere consapevole della ini-

    ziativa di Dio e di volervi corrispondere.Le attivit che caratterizzano una comunit ecclesiale, e con le

    quali necessario familiarizzare ogni cristiano da iniziare sono:

    La proclamazione e lascolto della parola di Dio, soprattuttocon la lettura-interpretazione-attualizzazione della Bibbia, fatte inun contesto orante e in rapporto alle attuali situazioni, in dialogo

    con Dio che attualmente parla.Questa attivit avviene principalmente nella Liturgia dellaParola, ma anche in altre forme: catechesi, riunioni di ascolto e dipreghiera, gruppi biblici, corsi di teologia, ... In esse il popolo cri-stiano esercita, sviluppa, esprime quel senso di fede e la graziadella parola che Cristo Signore nello Spirito Santo dona ad ognibattezzato credente (vedi ALLEGATO D).

    La celebrazione liturgica, che nellassemblea esprime ritualmen-te (simbolicamente e sacramentalmente) lazione di Dio per Cristonello Spirito Santo. Nello stesso tempo offre segni e modi concretiper manifestare la corrispondenza comunitaria e personale.

    Le celebrazioni che segnano il progresso della crescita cristia-na e che conferiscono un senso cristiano ai vari momenti della vita,hanno il loro apice nellEucaristia.

    Celebrandola ogni domenica e festa, la comunit ecclesiale lungolanno liturgico rivive tutto il mistero di Cristo (vedi ALLEGATO E).

    La progettazione e attuazione di forme di vita e di modelli dicomportamento, per tradurre la Parola di Dio la salvezza da Luidonata e celebrata nellassemblea, nella pratica concreta sia dei sin-goli fedeli che della comunit.

    Per prassi cristiana si intende la sequela di Ges Cristo nelleconcrete situazioni storiche. Essa deve cio concretizzarsi inmodalit pratiche, espresse anche in norme ma non riducibili adesse, perch lo Spirito Santo suscita in ciascun fedele e nelle diver-se comunit soluzioni originali ed adeguate.

    In queste attivit concrete la comunit ecclesiale d testimo-

    39La proclamazione elascolto della Parola

    di Dio

    40La celebrazioneliturgica

    41La vita moralecome testimonianza

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    nianza del dono divino, vivendo in servizio al mondo e svolgendola missione affidatale dal Signore. Perch questa prassi cristiana siafedele ai doni di Dio e rispondente alle situazioni, la comunitecclesiale ha momenti e luoghi di verifica, correzione, stimoli, con-

    versione e riconciliazione (vedi ALLEGATO F).

    Nelle attivit ecclesiali qui descritte schematicamente, laChiesa esercita la triplice funzione profetica, sacerdotale e regale,che le viene conferita da Cristo, Profeta, Sacerdote e Re. (Cfr.Lumen gentium, nn. 10-13).

    Questa dignit profetica, sacerdotale e regale si estende a tutto

    il popolo cristiano, in ogni momento della sua esistenza, e quindiin tutto il suo comportamento.La iniziazione vuole aiutare i cristiani a scoprire e a vivere le

    molteplici relazioni con Cristo Signore.(Il tema missione profetica, sacerdotale, regale sviluppata

    un po pi ampiamente nellALLEGATO G).

    d) La triplice capacit a cui educa la Chiesa

    Compito della Chiesa, attraverso le sue molteplici attivit, quello di rendere capaci tutti i credenti di partecipare in modoconsapevole e pieno alla sua misteriosa realt.

    Mentre si preoccupa di far crescere tutti nella adesione almistero di Cristo, nella fase iniziale della iniziazione cristiana sipreoccupa di dare una prima fondamentale capacit di inserirsi

    personalmente nella sua vita e di diventarne soggetto attivo. partecipando alle sue specifiche attivit che gli iniziandi

    giungono ad incontrarsi personalmente con Cristo, percepisconola Chiesa come luogo dove agisce lo Spirito Santo, vivono filial-mente davanti al Padre, e gradualmente vengono abilitati ad inse-rirsi fruttuosamente nelle pratiche ecclesiali per una crescita chedura tutta la vita.

    Ogni programma di iniziazione cristiana perci ten