IL PROTOCOLLO DI KYOTO SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: STRUTTURA ISTITUZIONALE E RIFLESSI SULLE IMPRESE...

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IL PROTOCOLLO DI KYOTO IL PROTOCOLLO DI KYOTO SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: STRUTTURA ISTITUZIONALE STRUTTURA ISTITUZIONALE E RIFLESSI SULLE IMPRESE E RIFLESSI SULLE IMPRESE Prof. Massimiliano Montini Prof. Massimiliano Montini (Università degli Studi di Siena) (Università degli Studi di Siena)

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IL PROTOCOLLO DI KYOTO IL PROTOCOLLO DI KYOTO

SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: STRUTTURA ISTITUZIONALE STRUTTURA ISTITUZIONALE

E RIFLESSI SULLE IMPRESEE RIFLESSI SULLE IMPRESE

Prof. Massimiliano MontiniProf. Massimiliano Montini

(Università degli Studi di Siena)(Università degli Studi di Siena)

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Il cambiamento climaticoIl cambiamento climatico

• Il cambiamento climatico è un fenomeno Il cambiamento climatico è un fenomeno supportato da evidenza scientifica supportato da evidenza scientifica (nell’ultimo secolo la temperatura media (nell’ultimo secolo la temperatura media a livello mondiale è salita dello 0,6% ed a livello mondiale è salita dello 0,6% ed aumenta mediamente di 0,2% ogni aumenta mediamente di 0,2% ogni decade.decade.

• In Italia, dati ISTAT mostrano un In Italia, dati ISTAT mostrano un aumento delle temperature fino a 1,9° e aumento delle temperature fino a 1,9° e degli eventi climatici estremi nell’ultimo degli eventi climatici estremi nell’ultimo trentennio.trentennio.

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L’effetto serraL’effetto serra

• Una delle cause del cambiamento Una delle cause del cambiamento climatico è certamente l’effetto serra climatico è certamente l’effetto serra provocato da attività di origine provocato da attività di origine antropica. antropica.

• Cos’è l’effetto serra ? L’aumento della Cos’è l’effetto serra ? L’aumento della concentrazione di gas serra concentrazione di gas serra nell’atmosfera.nell’atmosfera.

• Quali sono le cause dell’effetto serra? Quali sono le cause dell’effetto serra? La combustione di combustibili fossili.La combustione di combustibili fossili.

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Effetti del cambiamento Effetti del cambiamento climatico (I)climatico (I)

• Il cambiamento climatico agisce Il cambiamento climatico agisce attraverso l’alterazione dei seguenti attraverso l’alterazione dei seguenti parametri: parametri: – TemperaturaTemperatura– PrecipitazioniPrecipitazioni– Umidità del suoloUmidità del suolo– Livello delle acque del mare e degli Livello delle acque del mare e degli

oceanioceani

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Effetti del cambiamento Effetti del cambiamento climatico (II)climatico (II)

• L’alterazione di tali parametri può L’alterazione di tali parametri può provocare impatti negativi su:provocare impatti negativi su:– agricoltura e foresteagricoltura e foreste– economia delle zone costiereeconomia delle zone costiere– salutesalute– turismoturismo– mobilità (emigrati e rifugiati mobilità (emigrati e rifugiati

ambientali)ambientali)

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Le possibili risposteLe possibili risposte

• Le risposte al fenomeno del Le risposte al fenomeno del cambiamento climatico possono cambiamento climatico possono consistere in:consistere in:– azioni di mitigazioneazioni di mitigazione– azioni di adattamentoazioni di adattamento

• In ogni caso sono necessarie In ogni caso sono necessarie specifiche politiche e misure specifiche politiche e misure climatiche a livello globale.climatiche a livello globale.

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La risposta istituzionaleLa risposta istituzionale

• WMO e UNEP istituiscono l’IPCC WMO e UNEP istituiscono l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate (Intergovernmental Panel on Climate Change)Change)– L’IPCC ha elaborato fino ad ora 3 L’IPCC ha elaborato fino ad ora 3

rapporti sul clima (1990-1995-2001)rapporti sul clima (1990-1995-2001)

• Convenzione Quadro sui Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) Cambiamenti Climatici (UNFCCC) (1992)(1992)

• Protocollo di Kyoto (PK) (1997)Protocollo di Kyoto (PK) (1997)

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La Convenzione Quadro La Convenzione Quadro (UNFCCC)(UNFCCC)

• Convenzione Quadro sui Cambiamenti Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC): firmata Climatici (UNFCCC): firmata nell’ambito di UNCED (1992).nell’ambito di UNCED (1992).

• Natura giuridica: trattato Natura giuridica: trattato internazionaleinternazionale

(Strumento vincolante solo per le Parti) (Strumento vincolante solo per le Parti)

• Parti: 189 Stati (in pratica la totalità Parti: 189 Stati (in pratica la totalità degli Stati)degli Stati)

(Strumento di applicazione globale)(Strumento di applicazione globale)

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Il Protocollo di Kyoto Il Protocollo di Kyoto (PK)(PK)

• Protocollo di Kyoto: firmato nell’ambito di Protocollo di Kyoto: firmato nell’ambito di COP-3 (3°Conferenza delle Parti) (1997).COP-3 (3°Conferenza delle Parti) (1997).

• Procedimento di formazione (4 fasi):Procedimento di formazione (4 fasi):– Negoziazione (COP-3) (1997).Negoziazione (COP-3) (1997).– Firma (84 firme, sessione per la firma ormai chiusa).Firma (84 firme, sessione per la firma ormai chiusa).– Ratifica (158 ratifiche al 18/01/2006) (61,6% delle Ratifica (158 ratifiche al 18/01/2006) (61,6% delle

emissioni) (inclusa la Russia 17,4% delle emissioni).emissioni) (inclusa la Russia 17,4% delle emissioni).– Deposito delle ratifiche (presso Segretariato Deposito delle ratifiche (presso Segretariato

UNFCCC). UNFCCC).

• Entrata in vigore: Entrata in vigore: 55 Parti / 55% emissioni totali 55 Parti / 55% emissioni totali di gas serra dei Paesi Annex I nel 1990). Grazie alla di gas serra dei Paesi Annex I nel 1990). Grazie alla recente ratifica della Russia il PK è entrato in vigore il recente ratifica della Russia il PK è entrato in vigore il 16/02/2005. 16/02/2005.

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Scopo del PKScopo del PK

• Scopo del Protocollo di Kyoto:Scopo del Protocollo di Kyoto:– Strumento vincolante per la riduzione Strumento vincolante per la riduzione

delle emissioni gas serra allo scopo di delle emissioni gas serra allo scopo di raggiungere una concentrazione di gas raggiungere una concentrazione di gas serra nell’atmosfera tale da prevenire serra nell’atmosfera tale da prevenire dannose interferenze antropiche con il dannose interferenze antropiche con il sistema climatico.sistema climatico.

– Stabilizzazione e progressiva riduzione Stabilizzazione e progressiva riduzione delle emissioni per alcuni Paesi.delle emissioni per alcuni Paesi.

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Caratteristiche del PKCaratteristiche del PK

• Caratteristiche del Protocollo di Kyoto:Caratteristiche del Protocollo di Kyoto:– Riduzione globale delle emissioni di gas Riduzione globale delle emissioni di gas

serra del 5% per i Paesi Annex I e per i serra del 5% per i Paesi Annex I e per i Paesi PET. Paesi PET.

– Obiettivi vincolanti ma differenziati di Obiettivi vincolanti ma differenziati di riduzione delle emissioni.riduzione delle emissioni.

– Riduzione concertata emissioni (EU Riduzione concertata emissioni (EU bubble).bubble).

– Aumento numero gas serra controllati.Aumento numero gas serra controllati.– Contabilizzazione dell’assorbimento.Contabilizzazione dell’assorbimento.

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Riduzione globale Riduzione globale emissioniemissioni

• Riduzione globale delle emissioni di Riduzione globale delle emissioni di gas serra del 5% a livello mondiale.gas serra del 5% a livello mondiale.– Destinatari: Destinatari:

• Paesi Annex I (Paesi industrializzati) Paesi Annex I (Paesi industrializzati) • Paesi PET (Paesi con economia in Paesi PET (Paesi con economia in

transizione)transizione)

– Baseline: livello di emissioni del 1990Baseline: livello di emissioni del 1990– Periodo di riferimento: 2008-2012Periodo di riferimento: 2008-2012

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UNFCCC e PK: Paesi UNFCCC e PK: Paesi Annex IAnnex I

AustraliaAustralia AustriaAustria BelarusBelarus BelgiumBelgium

BulgariaBulgaria CanadaCanada CroatiaCroatia Czech Rep.Czech Rep.

DenmarkDenmark EstoniaEstonia FinlandFinland FranceFrance

GermanyGermany GreeceGreece HungaryHungary IcelandIceland

IrelandIreland ItalyItaly JapanJapan LatviaLatvia

LiechtensteLiechtensteinin

LithuaniaLithuania LuxembourLuxembourgg

MonacoMonaco

NetherlandNetherlandss

New New ZealandZealand

NorwayNorway PolandPoland

PortugalPortugal RomaniaRomania Russian Russian Fed.Fed.

SlovakiaSlovakia

SloveniaSlovenia SpainSpain SwedenSweden SwitzerlanSwitzerlandd

TurkeyTurkey UkraineUkraine UKUK USUS

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Obiettivi vincolanti ma Obiettivi vincolanti ma differenziatidifferenziati

• Obiettivi vincolanti ma differenziati Obiettivi vincolanti ma differenziati di riduzione delle emissioni per i di riduzione delle emissioni per i diversi Paesi.diversi Paesi.

• Riduzione: Riduzione: es. UE e PET (-8%),Giappone es. UE e PET (-8%),Giappone e Canada (-6%), USA (-7%).e Canada (-6%), USA (-7%).

• Stabilizzazione: Stabilizzazione: es. Russia, Ucraina, es. Russia, Ucraina, NZ.NZ.

• Aumento controllato: Aumento controllato: es. Norvegia es. Norvegia (+1%), Australia (+8%), Islanda (+10%).(+1%), Australia (+8%), Islanda (+10%).

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La bolla UE (“EU La bolla UE (“EU bubble”)bubble”)

• La bolla UE:La bolla UE: Riduzione concertata emissioni Riduzione concertata emissioni (Responsabilità comune ma differenziata: (Responsabilità comune ma differenziata: Burden Sharing Agreements)Burden Sharing Agreements)

• Riduzione: Riduzione: es. Lussemburgo (-28%), Germania es. Lussemburgo (-28%), Germania e Danimarca (-21%), Austria (-13%), Regno Unito e Danimarca (-21%), Austria (-13%), Regno Unito (-12,5%), Belgio (-7,5%), Italia (-6,5%), Paesi (-12,5%), Belgio (-7,5%), Italia (-6,5%), Paesi Bassi (-6%). Bassi (-6%).

• Stabilizzazione:Stabilizzazione: es. Francia e Finlandia. es. Francia e Finlandia.

• Aumento controllato: Aumento controllato: es. Svezia (+4%), es. Svezia (+4%), Irlanda (+13%), Spagna (+15%), Grecia (+25%), Irlanda (+13%), Spagna (+15%), Grecia (+25%), Portogallo (+27%).Portogallo (+27%).

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Aumento gas serra Aumento gas serra controllaticontrollati

• Con il PK aumentano i gas serra Con il PK aumentano i gas serra controllati: controllati: – Dal I GRUPPO GAS SERRA (UNFCCC)Dal I GRUPPO GAS SERRA (UNFCCC)

• Anidride carbonica (COAnidride carbonica (CO22))

• Metano (CHMetano (CH44))

• Protossido di azoto (NProtossido di azoto (N220)0)

– Al II GRUPPO GAS SERRA (PK)Al II GRUPPO GAS SERRA (PK)• Idrofluorocarburi (HFC)Idrofluorocarburi (HFC)• Perfluorocarburi (PFC)Perfluorocarburi (PFC)

• Esafluoruro di zolfo (SFEsafluoruro di zolfo (SF66))

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Contabilizzazione Contabilizzazione assorbimentoassorbimento

• IL PK prevede la contabilizzazione IL PK prevede la contabilizzazione dell’assorbimento dei gas serra dell’assorbimento dei gas serra operato dalle foreste (operato dalle foreste (sinkssinks))– Problema della base di calcolo: tutte le Problema della base di calcolo: tutte le

foreste o solo attività di afforestazione e foreste o solo attività di afforestazione e riforestazioneriforestazione

– Problema dell’assenza di metodologie Problema dell’assenza di metodologie universali di calcolo del potenziale di universali di calcolo del potenziale di assorbimento delle foresteassorbimento delle foreste

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PK: non solo tutela PK: non solo tutela ambientale ambientale

• IL PK prevede interventi che hanno:IL PK prevede interventi che hanno:

- un fine ambientale globale - un fine ambientale globale (Prevenzione e riduzione del fenomeno (Prevenzione e riduzione del fenomeno del cambiamento climatico a livello del cambiamento climatico a livello mondiale)mondiale), ,

- un forte impatto sull’economia - un forte impatto sull’economia delle Parti delle Parti (Molti sono i settori (Molti sono i settori economici interessati).economici interessati).

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Settori economici Settori economici interessati interessati

• I settori economici interessati dal PK I settori economici interessati dal PK sono:sono:– Settore energeticoSettore energetico– Industria Industria – Trasporti Trasporti – Gestione dei rifiutiGestione dei rifiuti– AgricolturaAgricoltura– ForesteForeste

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Strumenti per Strumenti per l’attuazione del PK l’attuazione del PK

• Strumenti per la realizzazione degli Strumenti per la realizzazione degli impegni del Protocollo di Kyoto:impegni del Protocollo di Kyoto:– politiche e misure domestiche (politiche politiche e misure domestiche (politiche

climatiche nazionali delle Parti)climatiche nazionali delle Parti)– utilizzo dei meccanismi di flessibilità utilizzo dei meccanismi di flessibilità

(strumenti economici previsti dal PK (strumenti economici previsti dal PK per la diminuzione del costo marginale per la diminuzione del costo marginale di riduzione delle emissioni di gas di riduzione delle emissioni di gas serra)serra)

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Meccanismi di flessibilitàMeccanismi di flessibilità

• Il PK prevede di 3 meccanismi di Il PK prevede di 3 meccanismi di flessibilità:flessibilità:– JOINT IMPLEMENTATION (JI)JOINT IMPLEMENTATION (JI)

– CLEAN DEVELOPMENT MECHANISM CLEAN DEVELOPMENT MECHANISM (CDM) (CDM)

– INTERNATIONAL EMISSION TRADING INTERNATIONAL EMISSION TRADING SCHEME (IETS)SCHEME (IETS)

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Joint ImplementationJoint Implementation

• JOINT IMPLEMENTATION:JOINT IMPLEMENTATION:– Consiste nella realizzazione di progetti per Consiste nella realizzazione di progetti per

la riduzione delle emissioni tra due Paesi la riduzione delle emissioni tra due Paesi Annex I.Annex I.

– Si basa su progetti (Si basa su progetti (project-basedproject-based).).– Il Paese promotore e il Paese ospitante Il Paese promotore e il Paese ospitante

scontano il valore della riduzione di gas scontano il valore della riduzione di gas serra ottenuta con il progetto.serra ottenuta con il progetto.

– Requisito della sostenibilità.Requisito della sostenibilità.– Requisito della addizionalità: le riduzioni Requisito della addizionalità: le riduzioni

ottenute devono essere addizionali rispetto ottenute devono essere addizionali rispetto a quelle ottenute con azioni domestiche.a quelle ottenute con azioni domestiche.

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Clean Development Clean Development MechanismMechanism

• CLEAN DEVELOPMENT MECHANISM:CLEAN DEVELOPMENT MECHANISM:– Consiste nella realizzazione di progetti per Consiste nella realizzazione di progetti per

la riduzione delle emissioni tra due Paesi, di la riduzione delle emissioni tra due Paesi, di cui il promotore è AnnexI e l’ospitante è cui il promotore è AnnexI e l’ospitante è non-Annex I non-Annex I

– Si basa su progetti (Si basa su progetti (project-basedproject-based).).– Il Paese promotore sconta il valore della Il Paese promotore sconta il valore della

riduzione di gas serra ottenuta con il riduzione di gas serra ottenuta con il progetto.progetto.

– Il Paese ospitante ha dei benefici ambientali Il Paese ospitante ha dei benefici ambientali ed economici (import di know-how).ed economici (import di know-how).

– Requisito della sostenibilità.Requisito della sostenibilità.– Requisito della addizionalità.Requisito della addizionalità.

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International Emission International Emission Trading (I)Trading (I)

• INTERNATIONAL EMISSION INTERNATIONAL EMISSION TRADING:TRADING:– Consiste nel commercio di unità di Consiste nel commercio di unità di

riduzione delle emissioni tra Paesi con riduzione delle emissioni tra Paesi con obiettivi vincolanti di riduzione (Paesi obiettivi vincolanti di riduzione (Paesi Annex I).Annex I).

– Non è basato su progetti (market-based).Non è basato su progetti (market-based).– Non riduce direttamente le emissioni.Non riduce direttamente le emissioni.– Prevede la creazione di un mercato Prevede la creazione di un mercato

finanziario delle unità di riduzione delle finanziario delle unità di riduzione delle emissioni.emissioni.

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International Emission International Emission Trading (II)Trading (II)

• IL PK prevede la possibilità di IL PK prevede la possibilità di instaurare un mercato mondiale instaurare un mercato mondiale delle unità di riduzione delle delle unità di riduzione delle emissioni. Ma non esclude:emissioni. Ma non esclude:– Iniziative nazionali (es. Regno unito)Iniziative nazionali (es. Regno unito)

• Climate Change Levy agreementClimate Change Levy agreement (2001) (2001)

– Iniziative sovranazionali (es. UE)Iniziative sovranazionali (es. UE)• Direttiva CE 2003/87 (ET) + direttiva Direttiva CE 2003/87 (ET) + direttiva

linking linking (JI/CDM) CE 2004/101(JI/CDM) CE 2004/101

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Il cammino dopo KyotoIl cammino dopo Kyoto• COP-4: Buenos Aires (1998)COP-4: Buenos Aires (1998)

– Lancio del Buenos Aires Action PlanLancio del Buenos Aires Action Plan• COP-5: Bonn (1999)COP-5: Bonn (1999)

– Realizzazione del Buenos Aires Action PlanRealizzazione del Buenos Aires Action Plan• COP-6: The Hague (2000)COP-6: The Hague (2000)

– Completamento del Buenos Aires Action PlanCompletamento del Buenos Aires Action Plan• COP-7: Marrakech (2001)COP-7: Marrakech (2001)

– Conclusione degli Accordi di MarrakechConclusione degli Accordi di Marrakech• COP-8: New Dehli (2002)COP-8: New Dehli (2002)

– Implementazione dei meccanismi flessibili: CDM e JIImplementazione dei meccanismi flessibili: CDM e JI• COP-9: Milano (2003)COP-9: Milano (2003)

– Implementazione dei meccanismi flessibili: IETSImplementazione dei meccanismi flessibili: IETS• COP-10: Buenos Aires (2004)COP-10: Buenos Aires (2004)

– Preparazione dell’entrata in vigore del ProtocolloPreparazione dell’entrata in vigore del Protocollo• COP-11: Montreal (2005)COP-11: Montreal (2005)

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COP-11 e COP/MOP1: Montreal COP-11 e COP/MOP1: Montreal (2005)(2005)

• COP-11COP-11– Adozione del programma quinquennale Adozione del programma quinquennale

della SBSTA sugli impatti, la vulnerabilità della SBSTA sugli impatti, la vulnerabilità e l’adattamento al cambiamento climaticoe l’adattamento al cambiamento climatico

– Azioni di implementazione della Azioni di implementazione della ConvenzioneConvenzione

– Meccanismi finanziari della ConvenzioneMeccanismi finanziari della Convenzione

• COP/MOP-1COP/MOP-1– ImplementationImplementation– ImprovementImprovement– Innovation Innovation

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COP/MOP-1: Decisioni (I)COP/MOP-1: Decisioni (I)

• IMPLEMENTATIONIMPLEMENTATION

- - adozione degli Accordi di Marrakech adozione degli Accordi di Marrakech (2001)(2001)

- adozione del sistema per la risoluzione - adozione del sistema per la risoluzione delle controversie (delle controversie (compliance regimecompliance regime) ) (art. 18 KP)(art. 18 KP)

• IMPROVEMENTIMPROVEMENT - adozione di regole più dettagliate per i - adozione di regole più dettagliate per i

meccanismi flessibili (JI, CDM e ET)meccanismi flessibili (JI, CDM e ET)

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COP/MOP-1: Decisioni COP/MOP-1: Decisioni (II)(II)

• INNOVATIONINNOVATION– Avvio di tre importanti processi:Avvio di tre importanti processi:

1.1. Art. 3.9 del PK (impegni futuri per i Paesi Art. 3.9 del PK (impegni futuri per i Paesi Annex I)Annex I)

2.2. Art. 9 del PK (riesame periodico del PK)Art. 9 del PK (riesame periodico del PK)

3.3. Negoziazioni sulla base dell’UNFCCC (con gli Negoziazioni sulla base dell’UNFCCC (con gli USA)USA)

– Avvio di altre iniziative sul post-2012:Avvio di altre iniziative sul post-2012:• Asean Initiative PartnershipAsean Initiative Partnership (USA, Australia, Cina, (USA, Australia, Cina,

India, Giappone, Corea del Sud)India, Giappone, Corea del Sud)

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La Politica Ambientale La Politica Ambientale CECE

• I European Climate Change Programme I European Climate Change Programme (2000)(2000)

• Direttiva CE 2003/87 (Emission Trading)Direttiva CE 2003/87 (Emission Trading)

• Direttiva CE 2004/101 (Linking Directive)Direttiva CE 2004/101 (Linking Directive)

• II European Climate Change Programme II European Climate Change Programme (2005)(2005)

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ECCP I ECCP I • ECCP I (prima fase): focus su energia, trasporti e ECCP I (prima fase): focus su energia, trasporti e

industria.industria.• Programma basato su 6 gruppi di lavoro:Programma basato su 6 gruppi di lavoro:

– EnergiaEnergia– TrasportiTrasporti– IndustriaIndustria– RicercaRicerca– Meccanismi flessibiliMeccanismi flessibili– AgricolturaAgricoltura

• I Rapporto ECCP (2001): stato di attuazione e nuove I Rapporto ECCP (2001): stato di attuazione e nuove misure.misure.

• Piano di Azione per attuazione ECCP I: COM(2001)580.Piano di Azione per attuazione ECCP I: COM(2001)580.• ECCP I (seconda Fase): focus su attuazione priorità ECCP I (seconda Fase): focus su attuazione priorità

prima fase, meccanismi flessibili, agricoltura e sinks.prima fase, meccanismi flessibili, agricoltura e sinks.• II Rapporto ECCP (2003): aggiornamento su stato di II Rapporto ECCP (2003): aggiornamento su stato di

attuazione.attuazione.

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La Direttiva CE 2003/87La Direttiva CE 2003/87• Tempi di attuazione del mercato: fase iniziale pre-Tempi di attuazione del mercato: fase iniziale pre-

Kyoto (2005/2007) e fase “Kyoto” (2008/2012). Kyoto (2005/2007) e fase “Kyoto” (2008/2012). • Principio del “learning by doing”.Principio del “learning by doing”.• Criteri per l’allocazione: trasparenza, ruolo del Criteri per l’allocazione: trasparenza, ruolo del

pubblico, vigilanza e potere finale della pubblico, vigilanza e potere finale della Commissione.Commissione.

• Criteri distintivi: commercializzazione della sola Criteri distintivi: commercializzazione della sola CO2, esclusione dei sinks.CO2, esclusione dei sinks.

• Quote fungibili con le “unità di riduzione” del PK: Quote fungibili con le “unità di riduzione” del PK: – 1 quota = 1 t di CO2.1 quota = 1 t di CO2.

• Sanzioni: multe di 40 (fase 1) e 100 (fase 2) euro Sanzioni: multe di 40 (fase 1) e 100 (fase 2) euro per ogni tonnellata di CO2 non dichiarata.per ogni tonnellata di CO2 non dichiarata.

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La Direttiva CE 2004/101La Direttiva CE 2004/101

• Modifica la Direttiva Emission Trading Modifica la Direttiva Emission Trading collegando (da qui il nome di collegando (da qui il nome di Linking Linking DirectiveDirective); introduce la possibilità di utilizzare ); introduce la possibilità di utilizzare le riduzioni generate da progetti di CDM e JI le riduzioni generate da progetti di CDM e JI nel mercato europeo delle emissioni (ETS).nel mercato europeo delle emissioni (ETS).

• Le imprese potranno realizzare progetti di Le imprese potranno realizzare progetti di riduzione delle emissioni al di fuori dell’UE riduzione delle emissioni al di fuori dell’UE mediante i meccanismi flessibili, vedendosi mediante i meccanismi flessibili, vedendosi riconoscere i crediti ottenuti che potranno riconoscere i crediti ottenuti che potranno essere riconvertiti in quote di emissione essere riconvertiti in quote di emissione utilizzabili nel sistema europeo ETS.utilizzabili nel sistema europeo ETS.

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ECCP II ECCP II • ECCP II in via di definizione, conterrà nuove ed ECCP II in via di definizione, conterrà nuove ed

ulteriori misure di mitigazione.ulteriori misure di mitigazione.• Rapporto ECCP con proposte di nuove misure Rapporto ECCP con proposte di nuove misure

legislative (previsto per il 2006).legislative (previsto per il 2006).• Priorità: promozione di fonti rinnovabili, efficienza Priorità: promozione di fonti rinnovabili, efficienza

energetica e nuove tecnologie a basso impatto.energetica e nuove tecnologie a basso impatto.• Programma basato su 5 gruppi di lavoro:Programma basato su 5 gruppi di lavoro:

– Revisione ECCP IRevisione ECCP I– AdattamentoAdattamento– Trasporti aereiTrasporti aerei– Trasporto stradaleTrasporto stradale– Sequestro e stoccaggio COSequestro e stoccaggio CO22

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La posizione dell’ItaliaLa posizione dell’Italia• La risposta istituzionale italiana al problema del La risposta istituzionale italiana al problema del

cambiamento climatico dopo Kyoto:cambiamento climatico dopo Kyoto:– Seconda Comunicazione Nazionale alla UNFCCC Seconda Comunicazione Nazionale alla UNFCCC

(1997).(1997).– Linee Guida CIPE (1998) = contengono il Piano Linee Guida CIPE (1998) = contengono il Piano

Nazionale Italiano per la riduzione delle emissioni gas Nazionale Italiano per la riduzione delle emissioni gas serra.serra.

– Ratifica del PK con legge 120/2002 e Piano Nazionale Ratifica del PK con legge 120/2002 e Piano Nazionale Riduzione delle emissioni gas serra (2002).Riduzione delle emissioni gas serra (2002).

– Decreto legge 273/2004 convertito in legge 316/2004 Decreto legge 273/2004 convertito in legge 316/2004 di attuazione della Direttiva CE 2003/87.di attuazione della Direttiva CE 2003/87.

– Piano Nazionale di Assegnazione (integrazione Piano Nazionale di Assegnazione (integrazione presentata il 24/02/2005).presentata il 24/02/2005).

– Revisione PNA (28/11/2005- ad oggi ancora al vaglio Revisione PNA (28/11/2005- ad oggi ancora al vaglio della Commissione Europea).della Commissione Europea).

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I piani italiani per il I piani italiani per il climaclima

• Piano Nazionale Italiano di riduzione Piano Nazionale Italiano di riduzione delle emissioni di gas serra (1998):delle emissioni di gas serra (1998):– Obiettivo: riduzione delle emissioni di gas Obiettivo: riduzione delle emissioni di gas

serra del 6,5% rispetto al 1990 entro il serra del 6,5% rispetto al 1990 entro il primo periodo di riferimento (2008-2012).primo periodo di riferimento (2008-2012).

• Piano Nazionale di Riduzione (PNR) Piano Nazionale di Riduzione (PNR) (2004):(2004):– Attuazione legge 120/2002.Attuazione legge 120/2002.

• Piano Nazionale di Assegnazione (2005): Piano Nazionale di Assegnazione (2005): – Attuazione art. 9 della Direttiva CE 2003/87. Attuazione art. 9 della Direttiva CE 2003/87.

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Piano nazionale per il Piano nazionale per il clima (I)clima (I)

• Identificazione di 4 criteri di riferimento:Identificazione di 4 criteri di riferimento:– Valorizzare il potenziale di riduzione e Valorizzare il potenziale di riduzione e

assorbimento di gas serra connesso agli interventi assorbimento di gas serra connesso agli interventi comunque necessari.comunque necessari.

– Orientare l’ammodernamento del sistema Orientare l’ammodernamento del sistema energetico e industriale, delle infrastrutture e dei energetico e industriale, delle infrastrutture e dei trasporti secondo il criterio dell’efficienza trasporti secondo il criterio dell’efficienza energetica.energetica.

– Favorire lo sviluppo di tecnologie innovative a Favorire lo sviluppo di tecnologie innovative a basse emissioni, con particolare riferimento alle basse emissioni, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili.fonti rinnovabili.

– Favorire programmi di assorbimento del COFavorire programmi di assorbimento del CO2.2.

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Piano nazionale per il Piano nazionale per il clima (II)clima (II)

• Identificazione di 6 azioni prioritarie:Identificazione di 6 azioni prioritarie:– Aumento efficienza del sistema elettrico.Aumento efficienza del sistema elettrico.– Riduzione consumi energetici nei trasporti.Riduzione consumi energetici nei trasporti.– Produzione energia da fonti rinnovabili.Produzione energia da fonti rinnovabili.– Riduzione consumi energetici nei settori Riduzione consumi energetici nei settori

industriale, abitativo e terziario.industriale, abitativo e terziario.– Riduzione delle emissioni dai settori non Riduzione delle emissioni dai settori non

energetici.energetici.

– Assorbimento delle emissioni di COAssorbimento delle emissioni di CO22 dalle dalle foreste.foreste.

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Piano nazionale di Piano nazionale di riduzione (PNR) riduzione (PNR)

• I principali obiettivi del PNR sono:I principali obiettivi del PNR sono:– riduzione delle emissioni di gas serra riduzione delle emissioni di gas serra

nei settori dell’energia e dei trasporti, nei settori dell’energia e dei trasporti, attraverso miglioramento efficienza attraverso miglioramento efficienza economia italiana;economia italiana;

– promozione investimenti esteri (JI e promozione investimenti esteri (JI e CDM);CDM);

– crescita utilizzo fonti rinnovabili;crescita utilizzo fonti rinnovabili;– espansione centrali a ciclo combinato.espansione centrali a ciclo combinato.

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Piano nazionale di Piano nazionale di assegnazione (I)assegnazione (I)

• Il PNA italiano è stato elaborato sulla base Il PNA italiano è stato elaborato sulla base della legge 120/2002 e del PNR (2002). della legge 120/2002 e del PNR (2002).

• Esso si fonda su tre presupposti principali:Esso si fonda su tre presupposti principali:– L’economia italiana si caratterizza per un L’economia italiana si caratterizza per un

alto standard di efficienza energetica che alto standard di efficienza energetica che rende elevato il costo marginale di rende elevato il costo marginale di abbattimento delle emissioni dei gas serra.abbattimento delle emissioni dei gas serra.

– È necessario ottimizzare la capacità È necessario ottimizzare la capacità nazionale di assorbimento di COnazionale di assorbimento di CO22 (riforestazione).(riforestazione).

– E’ opportuno promuovere l’utilizzazione di E’ opportuno promuovere l’utilizzazione di JI e CDM.JI e CDM.

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Piano nazionale di Piano nazionale di assegnazione (II)assegnazione (II)

• Il PNA è stato “rinviato” nel dicembre Il PNA è stato “rinviato” nel dicembre 2004 dalla Commissione Europea per 2004 dalla Commissione Europea per mancanza dell’elenco degli impianti mancanza dell’elenco degli impianti soggetti alla direttiva e relative quantità soggetti alla direttiva e relative quantità di gas serra emesse.di gas serra emesse.

• L’Italia ha presentato una integrazione al L’Italia ha presentato una integrazione al PNA contenente l’elenco degli impianti il PNA contenente l’elenco degli impianti il 24/02/05 ed una revisione del PNA il 24/02/05 ed una revisione del PNA il 28/11/2005 contenente le quote per ogni 28/11/2005 contenente le quote per ogni impianto (la Commissione EU deve ora impianto (la Commissione EU deve ora approvare il PNA).approvare il PNA).

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Il futuro del PK (I)Il futuro del PK (I)

• La ratifica della Russia, giunta nel La ratifica della Russia, giunta nel 2004, dopo un lungo negoziato, ha 2004, dopo un lungo negoziato, ha permesso al PK di entrare in vigore permesso al PK di entrare in vigore finalmente nel 2005.finalmente nel 2005.

• Quali scenari si aprono adesso a livello Quali scenari si aprono adesso a livello internazionale?internazionale?

• Quali sono i problemi e le prospettive Quali sono i problemi e le prospettive per le negoziazioni relative al II per le negoziazioni relative al II periodo di riferimento (2012-2016)?periodo di riferimento (2012-2016)?

• Quale sarà la posizione degli USA?Quale sarà la posizione degli USA?

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Le due vie per la lotta al Le due vie per la lotta al cambiamento climatico cambiamento climatico

• La posizione UE (dentro il PK)La posizione UE (dentro il PK)– Forte motivazione, ruolo predominante Forte motivazione, ruolo predominante

misure domestiche, rigore, rigidità.misure domestiche, rigore, rigidità.

• La posizione USA (fuori del PK)La posizione USA (fuori del PK)– Incerta motivazione, ruolo Incerta motivazione, ruolo

predominante attività all’estero, predominante attività all’estero, volontarietà, flessibilità.volontarietà, flessibilità.

• E la posizione dell’ambiente E la posizione dell’ambiente globale???globale???

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Il futuro del PK (II)Il futuro del PK (II)

• L’entrata in vigore del PK non L’entrata in vigore del PK non risolverà tutti i problemi legati al risolverà tutti i problemi legati al cambiamento climatico: si tratta solo cambiamento climatico: si tratta solo di un primo passo.di un primo passo.

• Un accordo globale che non è globale.Un accordo globale che non è globale.• Il ruolo degli USA e della UE. Il ruolo degli USA e della UE. • Il ruolo dei Paesi non Annex I.Il ruolo dei Paesi non Annex I.• Il ruolo dell’Italia. Il ruolo dell’Italia.

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I riflessi sulle impreseI riflessi sulle imprese

• Il PK creerà in ogni caso una nuova Il PK creerà in ogni caso una nuova forma di competizione internazionale forma di competizione internazionale incentrata sull’efficienza energetica e le incentrata sull’efficienza energetica e le nuove tecnologie, nonché un mercato nuove tecnologie, nonché un mercato finanziario delle emissioni.finanziario delle emissioni.

• Le imprese mondiali ed anche le imprese Le imprese mondiali ed anche le imprese americane (attraverso le loro filiali americane (attraverso le loro filiali estere) saranno protagoniste.estere) saranno protagoniste.

• Le imprese italiane sono pronte alla Le imprese italiane sono pronte alla sfida? Quale è la posizione del Governo e sfida? Quale è la posizione del Governo e di Confindustria ?di Confindustria ?

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