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Il progetto del Piano di Zona Indice 1. Premessa 2. Linee d’indirizzo generale e criteri informatori del Piano di Zona 3. Il fabbisogno abitativo ed il dimensionamento del Piano 4. La dotazione di servizi e gli standards di qualità 5. Le relazioni con il Piano dei Servizi 6. La perequazione urbanistica ed economica 7. Il disegno insediativo - le caratteristiche degli interventi - l’architettura bioecologica ed eco- sostenibile 8. Il sistema qualità: qualità ambientale, architettonica, ecologica, manutentiva e sociale 9. La valutazione ambientale, idrogeologica e sismica – il sistema del verde e degli spazi aperti 10. La gestione del Piano di Zona oggetto: Progetto del nuovo Piano di Zona 167 Relazione tecnica illustrativa Testo approvato dal C.C. con delibera n°1/107 del 16.01.2007 A5

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Il progetto del Piano di Zona

Indice

1. Premessa

2. Linee d’indirizzo generale e criteri informatori del

Piano di Zona

3. Il fabbisogno abitativo ed il dimensionamento del

Piano

4. La dotazione di servizi e gli standards di qualità

5. Le relazioni con il Piano dei Servizi

6. La perequazione urbanistica ed economica

7. Il disegno insediativo - le caratteristiche degli

interventi - l’architettura bioecologica ed eco-

sostenibile

8. Il sistema qualità: qualità ambientale, architettonica,

ecologica, manutentiva e sociale

9. La valutazione ambientale, idrogeologica e

sismica – il sistema del verde e degli spazi aperti

10. La gestione del Piano di Zona

oggetto:Progetto del nuovoPiano di Zona 167

Relazione tecnicaillustrativa

Testo approvato dal C.C.con delibera n°1/107 del

16.01.2007

A5

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1. Premessa

La relazione tecnica illustrativa del nuovo Piano di Zona è costituita da più

documenti elaborati in momenti differenti.

Ciascuno di questi documenti fa parte integrante del Piano, ne fornisce

l’interpretazione, ne chiarisce i presupposti e l’articolazione ed è per questa ragione

che, in quest’ultimo rapporto, si è evitato di ritornare su temi ed argomenti già

esposti ed argomentati nei rapporti precedenti.

Il primo documento, che coincide con la prima fase d’approccio all’elaborazione del

Piano, è lo studio del fabbisogno abitativo, studio svolto nel corso del 2003 e 2004,

poi aggiornato al 2005, che struttura in modo sostanziale il dimensionamento dello

strumento urbanistico e preordina il quadro esigenziale da soddisfare.

Il secondo documento è rappresentato dalla relazione preliminare presentata nel

mese di giugno 2005 alla Commissione Urbanistica, che ne ha condiviso i contenuti,

e costituisce il riferimento principe rispetto al quale si è poi orientato tutto il lavoro

seguente del Gruppo di lavoro, soprattutto in relazione agli indirizzi ed ai criteri

generali d’impostazione del Piano.

Il terzo documento, che nasce dai primi due e li completa, è la presente relazione

illustrativa che inquadra tutta l’impostazione del lavoro pianificatorio, le sue ragioni,

i suoi obiettivi sottesi e i suoi esiti.

Separata dalla presente relazione illustrativa, ma pur sempre integrata e strettamente

collegata, è la relazione previsionale di spesa delle azioni previste dal Piano di Zona,

che quantifica i costi per l’acquisizione delle aree, nonché i costi per la realizzazione

delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria previste dallo strumento

urbanistico.

Il Gruppo di lavoro, che ha coinvolto un po’ tutte le Divisioni dell’Area Territorio e

Ambiente, sotto la responsabilità e la guida della Divisione Politiche della casa, ha

perseguito il massimo dello spirito di condivisione delle scelte, valutando le diverse

opportunità, interfacciandosi con i Programmi ed i Piani urbanistici in corso o in

progetto, confrontandosi anche con le proprietà coinvolte e gli operatori al fine di

ottenere un prodotto caratterizzato per quanto possibile da attenzione e qualità

urbanistica e nel contempo dalla concretezza e capacità di rapportarsi con le

condizioni reali ed attuali.

La fase di confronto, vista all’inizio anche forse con qualche diffidenza, in quanto

non consueta, è servita in diversi casi a calibrare meglio la proposta pianificatoria, ad

evitare interventi a senso unico, a smuovere in taluni casi l’inerzia degli operatori,

provocando la loro azione che si è tradotta e concretizzata in alcune occasioni non in

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una iniziativa di P.d.Z., bensì in una proposta d’iniziativa privata che comunque

porta a compimento interventi trasformativi preordinati dal Piano regolatore

generale.

2. Linee d’indirizzo generale e criteri informatori

del Piano di Zona

Il Piano della legge 167, che in base alla regole attuali mantiene una validità ed

efficacia di 18 anni (art. 51 della legge 457/78), si colloca in un momento storico di

transizione della normativa e della gestione urbanistica, da una parte si inserisce un

po’ in “ritardo” rispetto all’attuazione del vigente P.R.G., approvato nel febbraio del

2000, dall’altra si propone in anticipo rispetto allo scenario modificato ed in via di

definizione da parte della nuova legge urbanistica regionale, che soppianta i vecchi

Piani regolatori generali e promuove una nuova disciplina della gestione del

territorio, con il nuovo strumento del Piano di Governo del territorio (P.G.T.), e le

sue articolazioni (Documento di Piano, Piano delle Regole, Piano dei Servizi).

La normativa ascrivibile alla oramai datata legge 167 del 1962, con le sue modifiche

ed integrazioni successive, mantiene in vita l’obbligo per i Comuni intanto di dotarsi

di un Piano di Zona (Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e Comuni

capoluogo) quindi di soddisfare, con la dotazione volumetrica prevista dal P.d.Z.,

una quota compresa tra il 40 ed il 70% del fabbisogno complessivo di edilizia

abitativa previsto per il decennio successivo all’adozione del Piano.

Gli indirizzi dell’Amministrazione comunale ed i criteri informatori individuati, che

hanno determinato l’impostazione e le scelte urbanistiche e localizzative successive,

sono gli stessi già descritti nella relazione preliminare di giugno 2005, condivisi ed

integrati dalla Commissione Urbanistica nella seduta del 8 luglio 2005, e cioé :

- massima attenzione nell’evitare il più possibile il consumo del territorio e

delle aree libere, verdi e agricole, che se da una parte consentono normalmente

costi ragionevoli di esproprio, dall’altra comportano il progressivo ed

inarrestabile consumo della preziosa e non rinnovabile risorsa “territorio”;

- individuazione di localizzazioni che tengano conto delle necessarie esigenze

di fattibilità sia di carattere tecnico, sia di tipo economico;

- diffusa localizzazione sul territorio degli interventi previsti, per quanto

possibile, evitando concentrazioni di polarità monotematiche e perseguendo la

strategia dell’integrazione sociale, delle destinazioni funzionali e delle tipologie

previste; questa modalità d’intervento residenziale pubblico diffuso entro la città

può dare anche una risposta alla volontà espressa in più occasioni dalla

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popolazione di mantenere stretti rapporti con il proprio quartiere, mantenendo

vivi i legami sociali, quelli di vicinato in particolare;

- sfruttamento di eventuali possibilità offerte dal patrimonio pubblico, in

primis dal patrimonio comunale o ad esso riconducibile (beni del Demanio o di

altri enti pubblici da coinvolgere tramite accordi e patti, etc.);

- individuazione di ambiti legati al patrimonio esistente, sopratutto dismesso,

da riqualificare;

- valutazione degli ambiti individuati dal Piano Regolatore come suscettivi di

trasformabilità edificatoria, con attenzione prioritaria per quelli indicati come

possibili ricettori di edilizia economico popolare, del tipo:

Progetti norma (P.N.);

Nuove edificazioni (ne);

Ambiti sottoposti a ristrutturazione urbanistica (ru);

Ambiti assoggettati a pianificazione attuativa.

- valutazione delle aree destinate dal Piano a standards pubblici reiterati o

decaduti e non confermate dal Piano dei Servizi (al momento in corso di

redazione ed utilizzabile come mero riferimento di studio e lavoro tecnico):

sono note situazioni di sostanziale reiterazione dei vincoli preordinati

all’esproprio, confermate dal vigente P.R.G. e non concretizzate negli

anni.

- qualità architettonica e tecnologica degli edifici: attenzione alla prestazione

energetica come standard imprescindibile, accoppiata alla qualità architettonica

degli interventi, in modo tale che almeno alcune di queste realizzazioni trovino

la capacità di riqualificare pezzi di città, definendo nuovi luoghi urbani e nuove

centralità.

Molti di questi criteri, fra cui quello dell’integrazione degli usi e delle funzioni, sono

i concetti ispiratori anche del vigente Piano regolatore generale.

Vedere la città come “sistema ambientale” richiama la novità del pensare alla

disciplina urbanistica non più legata al disporre iconograficamente masse di edifici in

modo più o meno armonioso sul suolo della città, ma considerare l’ambiente (sistema

territoriale ambientale) come insieme di tutti quei sottosistemi che lo compongono e

che sono tra loro interdipendenti.

In questo senso, rispetto forse ad un passato in cui talvolta situazioni di emergenza

hanno imposto scelte di carattere più contingente che strutturale, con localizzazioni e

tipologie non sempre correttamente rapportate con la realtà circostante, si è cercato

con questo Piano di Zona di verificare sempre la coerenza, non solo qualitativa, ma

anche morfologica ed ambientale degli interventi previsti, con l’organizzazione

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urbana, complessiva e di quartiere. Questi interventi possono e debbono divenire

episodi “chiave” del processo di riorganizzazione urbana.

E’ apparsa fondamentale, in quest’ottica, la specifica attenzione agli spazi aperti,

pubblici e privati, contesto e luogo privilegiato destinati forse ancor più degli edifici

a caratterizzare i diversi ambiti urbani ed i quartieri, con prescrizioni che prevedono

uno studio dettagliato, intervento per intervento, degli elementi che concorrono a

definire e a caratterizzare lo spazio urbano.

Gli interventi proposti dal Piano appaiono in definitiva più come interventi

integrativi in zone urbane dove l’intervento può essere opportunità per un riordino

urbanistico, accompagnato, ove necessario, da opportuni miglioramenti del sistema

della mobilità e dei servizi. Una modalità d’intervento impostata secondo una logica

prevalente di completamento più che di espansione, di articolazione per soglie

dimensionali contenute, tese soprattutto a coprire porosità, a consolidare frange

urbane, a ricucire dal punto di vista urbanistico situazioni prive di connotazione e

carattere proprio.

3. Il fabbisogno abitativo ed il dimensionamento

del Piano

Il tema oggi legato alla costruzione della città in relazione alla risposta al bisogno

abitativo richiede diverse lenti interpretative, vista la complessità della domanda

sociale e la variegata gamma di possibili risposte tipiche dell’azione urbanistica

partecipata.

Negli anni recenti si è riproposta l’esigenza di un intervento pubblico nel campo

delle politiche della casa che rispondesse a un fabbisogno abitativo, mutato nelle sue

connotazioni strutturali e sociologiche, ma non meno urgente che in passato; nuove

domande di residenzialità (speciale, temporanea, multietnica, etc.) emergono e

contribuiscono a definire un’articolazione della risposta diversa rispetto al passato.

Le premesse per la strutturazione del Piano sono riconducibili alle attività di

determinazione del fabbisogno abitativo condotte dal Gruppo di lavoro già nel 2003,

successivamente aggiornato con i dati relativi al 2004-2005 (vedasi in tal senso la

relazione allegata sullo studio del fabbisogno).

Importante è stato anche l’indirizzo fornito dalla nuova Amministrazione di

considerare valido il lavoro già svolto nel 2003, tenuto conto del fatto che risulta

prioritario partire in tempi rapidi con il nuovo Piano, stante la pressante domanda di

questa tipologia di edilizia, Piano che comunque potrà in futuro essere tarato in

funzione di nuovi scenari o nuove esigenze maturate nel frattempo.

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L’Amministrazione comunale ha assunto l’indirizzo di dimensionare il nuovo Piano

di Zona attorno ai 360-370.000 mc. di volume residenziale costruito, corrispondente

a circa 1.100-1.200 nuovi alloggi e pari a circa il 40% del fabbisogno accertato per il

prossimo decennio. Il dimensionamento della quota residenziale di progetto, a

seguito dell’esame delle osservazioni e degli esiti di controdeduzione, con lo stralcio

degli interventi n°7, 10, 15 e 21 e quindi la riduzione del numero degli interventi da

30 (proposta adottata) a 26, risulta pari a mc.324.600.

A questa quota prettamente residenziale va aggiunta la quota aggiuntiva di

mc.25.200, pari al 7,7 % del volume residenziale previsto, corrispondente agli spazi

di servizio di tipo commerciale e per attrezzature pubbliche o di uso pubblico.

Nelle norme tecniche si afferma comunque il principio che questa quota non

residenziale, in sede di progetto esecutivo, può essere modificata e convertita in

residenziale, se l’Amministrazione comunale è d’accordo e sempre che le

prescrizioni puntuali del singolo intervento non pongano un vincolo specifico

rispetto alla destinazione d’uso già individuata.

Il volume complessivo previsto dal Piano pertanto è di quasi mc.350.000, per la

precisione mc.349.800. Lo stralcio delle 3 aree, durante la fase di controdeduzione,

comporterà come conseguenza che a breve, dopo l’approvazione degli interventi

confermati, sarà sottoposta all’esame del Consiglio una proposta integrativa per

recuperare le volumetrie perdute, onde garantire il fabbisogno residenziale stimato.

Dopo una fase preliminare in cui si è determinato il fabbisogno abitativo del Piano, si

sono definiti e condivisi gli indirizzi ed i criteri d’impostazione dello strumento

urbanistico, si sono indagate una pluralità di aree edificate e non (circa 120 ambiti)

distribuite su tutto il territorio comunale, si è passati alla fase propositiva e di

redazione della proposta progettuale vera e propria, utilizzando i criteri

predeterminati come setaccio per la individuazione dei potenziali comparti di Piano.

Ne sono uscite le aree ritenute più idonee che, opportunamente dimensionate in

termini quantitativi, vogliono costituire l’ottimale assetto previsionale, sia sotto il

profilo della rispondenza a principi di corretta gestione del territorio che sotto quello

del soddisfacimento del bisogno abitativo stimato.

Si sono valutate le concrete risorse territoriali che si presentano al momento, tenendo

conto delle linee di sviluppo oggi proponibili, la non proponibilità di scelte

localizzative in zone urbane non praticabili per condizioni idrogeologiche e

ambientali, la disponibilità di aree per il completamento ed il rinnovo di ambiti

urbani già edificati.

La scelta delle aree inoltre ha dovuto fare i conti con il momento storico in cui si va a

costruire l’ipotesi di P.d.Z.

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Il vigente P.R.G. è entrato in vigore nel maggio del 2000, per cui ad oggi sono

trascorsi quasi 6 anni nei quali diversi interventi ed ipotesi localizzative prefigurate

dallo strumento urbanistico generale, come possibili soluzioni per il Piano di Zona,

hanno di fatto già trovato una loro modalità di attuazione attraverso altri canali

d’iniziativa privata (Piani di lottizzazione, Programmi integrati d’intervento, etc.).

Questo è un aspetto non secondario che ha una sua significativa ricaduta e rilevanza

anche rispetto alle scelte che oggi andiamo ad assumere.

Si è puntata quindi l’attenzione, in primis, sulle aree previste in trasformazione e non

ancora attuate: rispetto a questi interventi, si è valutato volta per volta se l’obiettivo

raggiungibile era quello di riservarsi un ambito da destinare all’e.r.p. ben delimitato

ed individuabile, quindi sotto forma di cessione dell’area edificabile con rispettivi

diritti volumetrici da assegnare poi con il P.d.Z., oppure se l’obiettivo prefigurabile

poteva essere quello di farsi riservare una quota di edilizia residenziale

convenzionata nell’ambito dell’intervento d’iniziativa privata (la possibilità prevista

dagli art. 43 e 44 delle N.T.A. del P.R.G.) utile per coprire il fabbisogno abitativo

stimato di edilizia economica, ma non utile ai fini del dimensionamento del Piano di

Zona vero e proprio.

In questo senso, nella relazione relativa al fabbisogno, sono evidenziati quegli

interventi urbanistici, approvati negli ultimi mesi o in via di approvazione, che

garantiscano una quota di edilizia residenziale convenzionata che a pieno titolo

contribuisce a coprire il fabbisogno di e.r.p. per il prossimo decennio.

In definitiva la parte di fabbisogno abitativo stimato per il prossimo decennio che

trova risposta in generale nell’edilizia economica o popolare, nelle diverse tipologie

d’offerta (convenzionata, agevolata, sovvenzionata), risulterebbe pari a circa il 50-

55% del fabbisogno residenziale complessivo (il 40% del totale come Piano di Zona,

più una quota di circa il 12-13% come edilizia convenzionata nell’ambito degli altri

Piani o Programmi d’intervento). Ciò consente di affermare che l’offerta

complessiva programmata di edilizia residenziale pubblica, nel suo insieme, risulterà

effettivamente adeguata ai fabbisogni ed all’eventuale verificarsi di ulteriori

necessità oggi non previste.

Pur con l’obiettivo di recuperare il recuperabile e trasformare il trasformabile,

secondo le indicazioni di P.R.G., la lettura aggiornata del grado di attuazione del

Piano regolatore ha prefigurato in modo quasi inevitabile l’interessamento anche di

aree non destinate dallo strumento urbanistico generale all’edificazione residenziale

o alla trasformazione urbanistica, aree magari destinate a standards urbanistici

decaduti, piuttosto che a verde, con un’attesa edificatoria, ancorché non legale, data

di fatto dalla posizione, dal grado di urbanizzazione della zona, etc.

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Sono quelle aree, fra l’altro, che consentono costi e rendite contenute, di facile

spendibilità ed operatività nel tempo.

L’interessamento di quest’ultima tipologia di aree, è stato comunque condotto con la

massima prudenza ed accortezza, mirando a dare fisionomia a situazioni urbane

sfrangiate o prive di una propria identità dal punto di vista urbanistico, per

ricomporre un disegno urbano e magari per definire linee d’arrivo dell’edificazione,

confini edificati che contribuiscano all’unitarietà per converso degli spazi aperti e dei

vuoti spesso privi di una loro precisa connotazione e significatività.

L’obiettivo in definitiva che si è perseguito, rispetto alla tipologia delle aree, è stato

quello di un giusto mix fra le diverse tipologie previste: aree spendibili

nell’immediato, per dare risposte concrete e nel breve periodo, ed aree spendibili nel

medio-lungo termine per dare risposte più articolate e complesse, ma utili anch’esse

a fornire alla fine la risposta complessiva al bisogno stimato.

Gli interventi che costituiscono il quadro definitivo del Piano di Zona sono

brevemente descritti ed elencati, uno per uno, nella parte 2 della presente relazione.

4. La dotazione di servizi e gli standard di qualità

Va evidenziato che la recente legge di riforma urbanistica regionale, la legge n°12

del 31 marzo 2005 denominata di “Governo del Territorio”, ha innovato la materia

offrendo esplicitamente alle Amministrazioni comunali la possibilità di riconoscere il

tema della realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica come vero e

proprio servizio, tant’è che il tema della casa può essere trattato direttamente dal

Piano dei Servizi, elaborato del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.).

Tutte le aree inserite nel Piano di Zona sono ubicate in zone sostanzialmente già

urbanizzate, con qualche necessità di urbanizzazione aggiuntiva soprattutto per

alcuni ambiti di margine (es. nella zona del Villaggio degli Sposi).

Restano quindi in genere da predisporre solo gli allacciamenti, mentre in alcune

situazioni risulta necessario l’estensione ed il completamento degli impianti a rete,

che comunque presentano recapiti facilmente raggiungibili, ed in alcuni casi

l’adeguamento delle infrastrutture stradali.

Per quanto concerne la previsione di servizi pubblici o di uso pubblico, previsti

nell’ambito del nuovo P.d.Z., non dimenticando il principio generale, ribadito più

volte anche dalla magistratura, che detti servizi debbano essere essenzialmente

finalizzati al bisogno indotto dalle nuove edificazioni previste, ciò detto si è

proceduto tenendo un occhio vigile allo studio parallelo in corso del Piano dei

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Servizi, che poteva fornire utili indicazioni circa le necessità di nuovi servizi da

reperire nei diversi ambiti cittadini interessati dagli interventi.

Una città integrata, meno frammentata nelle sue diverse identità che vanno

comunque difese e recuperate, con quartieri più articolati e meno “zonizzati” dal

punto di vista delle funzioni e delle tipologie, insieme ad una adeguata dotazione di

servizi presente su tutto il territorio cittadino, tutto questo poteva e potrebbe essere

un traguardo ed un principio informatore del Piano, che riassume un po’ tutte le

riflessioni svolte.

Progetti qualitativamente significativi degli spazi aperti, in linea con i principi

enunciati dal P.R.G., gli unici in grado forse di stabilire fertili relazioni tra le parti

urbane e le persone, dovranno caratterizzare gli interventi entro il paesaggio di solito

eterogeneo della città contemporanea.

Complessivamente le aree per servizi ed attrezzature pubbliche o di uso pubblico

previste dal Piano di Zona, modificato a seguito dell’iter di controdeduzione,

ammontano a mq. 103.378, a fronte di un dimensionamento della capacità

insediativa residenziale pari a mc. 324.600 e n°2.164 abitanti teorici, per un

fabbisogno di standards indotto dalla volumetria residenziale pari a mq. 57.346

(n°2.164 abitanti x mq.26,5). A questo fabbisogno indotto dalla quota residenziale

del Piano va aggiunto il fabbisogno standards indotto dalla quota terziaria prevista

pari a mq. 5.344, per un fabbisogno totale pari a mq. 62.690, con un saldo positivo

quindi pari a mq. 40.688 (standards aggiuntivi rispetto al minimo).

Detti abitanti teorici, come evidenziato nella relazione di stima del fabbisogno

abitativo, sono stati calcolati sulla base del parametro 150 mc/abitante, ritenuto

idoneo ed attendibile sulla scorta dei dati effettivi e dei parametri, riscontrati a

posteriori, del precedente Piano di Zona 167 per il decennio 1990-1999.

Infatti il vecchio P.d.Z. a fronte di una realizzazione complessiva pari a mc. 711.020,

ha preordinato la realizzazione di n°2.012 alloggi, per un volume medio per alloggio

pari a circa mc.350; sul fronte demografico invece, l’attuale tendenza registra a

Bergamo un dato medio di 2,2 componenti per nucleo familiare: si può concludere

che è attendibile che il volume medio per abitante insediabile, rispetto al nucleo

familiare di medie dimensioni, si attesti intorno ai mc.150-160/abitante.

Per quanto concerne la quota terziaria, la dotazione di standards assunta e correlata è

quella già prevista dalla legge regionale n°1/2001 (indicazione già cogente per gli

strumenti urbanistici comunali), legge ora abrogata dalla legge regionale n°12/05, e

cioè il 100% della superficie lorda di pavimento terziaria prevista nelle zone

omogenee C e D di Piano regolatore e il 75 della s.l.p. prevista nelle zone omogenee

A e B di P.R.G. Il fabbisogno indotto dalla quota terziaria è quantificabile, come

sopra evidenziato, in mq. 5.344 complessivi.

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In realtà la superficie totale delle aree a standards, essendo esuberante in diversi

interventi, ove è maggiore per soddisfare esigenze quantitative e qualitative locali,

assolve comunque anche al fabbisogno di standards indotto dal vecchio parametro

mc. 100/abitante: infatti effettuando il calcolo del dimensionamento su quest’ultimo

parametro, otteniamo n°3.246 abitanti teorici, per un fabbisogno indotto di standards

legati alla quota residenziale pari a mq. 86.019, cui si aggiungono i mq. 5.344 di

standards indotto dalla quota terziaria, per un totale di fabbisogno complessivo pari a

mq. 91.363 inferiore comunque allo standards reperito (mq. 103.378).

L’eccedenza di dotazione di standards di alcune zone è determinata dalla necessità

puntuale di dotare maggiormente alcune aree che ricadono in ambiti territoriali più

compromessi, mentre il mancato rispetto dello standard minimo per alcuni interventi,

seppure per piccole quote, è ampiamente compensato dalle zone adiacenti e più in

generale all’interno del Piano.

Dei mq. 103.378 di standards reperiti, mq. 20.355 sono destinati a parcheggio

pubblico e mq. 65.252 a verde pubblico (parchi e giardini pubblici, orti urbani, etc.):

la quota a parcheggio pubblico, tolta la parte di spettanza della componente

commerciale (almeno il 50% del fabbisogno standards indotto della parte

commerciale e quindi stimabile in mq. 5.344/2) corrisponde ad un parametro di circa

8,17 mq/abitante insediabile, ben superiore alla quota minima prevista di mq. 3

/abitante dalle N.T.A. del P.R.G.

La dotazione complessiva di standards prevista per ogni comparto d’intervento

costituisce la quantità minima inderogabile per il singolo ambito, mentre la tipologia

del singolo standard e la sua collocazione sul territorio verrà definita puntualmente

dal progetto esecutivo, rispettando quanto previsto dalle “prescrizioni particolari”

contenute nelle N.T.A. e relative al singolo intervento.

Un ulteriore obiettivo perseguito, sopratutto usando lo strumento normativo, è stato

quello di definire principi, indicatori e standards di qualità architettonica ed urbana

(standards qualitativi), da osservare in sede di progettazione degli interventi, volendo

smentire quel luogo comune che non ritiene l’e.r.p. coniugabile con la buona

architettura e la buona urbanistica, per il solo fatto che in questo campo si deve di

norma fare i conti con contenute previsioni di spesa.

Qualità che può essere perseguita attraverso una progettazione attenta, concepita

secondo criteri di flessibilità, di risparmio energetico, di bioarchitettura, che

consentano una migliore qualità della vita e al tempo stesso una maggiore

adattabilità degli alloggi realizzati.

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5. Le relazioni con il Piano dei Servizi

Il lavoro del Piano di Zona si è interfacciato “in progress” con il lavoro in corso per

l’elaborazione del Piano dei Servizi, anche se quest’ultimo è in fase meno avanzata e

con un quadro della domanda ancora in via di definizione.

Il gruppo di lavoro per il Piano dei Sevizi ha analizzato la proposta di P.d.Z. e gli

abitanti teorici previsti nelle diverse zone, abitanti che sono stati quindi divisi per

fasce d’età, in base all’analisi demografica per ambiti territoriali già predisposta.

Gli indici hanno consentito di stimare per ogni ambito d’intervento l’incremento

della popolazione, con particolare riguardo alla popolazione scolastica ed agli

anziani.

Da questa analisi sono scaturiti dei suggerimenti di massima che hanno orientato le

scelte relativamente ai servizi da prevedere.

Uno dei suggerimenti, in senso generale, è stato quello di incrementare le strutture

sociali e socio-culturali destinate in particolare alla popolazione con età superiore ai

65 anni, visto la tendenza all’aumento degli indici di invecchiamento.

Rispetto ai diversi ambiti territoriali, detta indicazione è tanto di più valida per quegli

ambiti che in base alle previsioni volumetriche del P.d.Z. subiranno il maggior

incremento di popolazione anziana (ad es. la zona di Grumello e la Grumellina, per

la quale si stima un incremento percentuale degli anziani attorno al 20%).

I suggerimenti, rispetto alle diverse zone urbane, sono così riassumibili:

ambito

territoriale

intervento

suggerimenti e priorità risposte fornite dal P.d.Z.

e note varie

Valverde/

Valtesse

1-16-26-30 -piattaforma intermodale:

previsione di parcheggi di

interscambio per la tramvia

della Valle Brembana

-servizi sociali alla persona

e scuola secondaria 1^

grado (Valverde)

nell’intervento n°1 sono

previsti parcheggi pubblici

e lo spazio di riserva per

realizzarne ulteriori

Celadina 3-4-24 -potenziamento delle

strutture esistenti per

l’istruzione di base;

-strutture socio-culturali di

valenza urbana

nell’int. 4 sono previste

attrezzature in cessione al

Comune, che potrebbero

essere destinate a utilizzi

socio-culturali.

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Centro 5-6 -verde e parcheggi

d’interscambio;

connessione ciclo-

pedonale a superare la

ferrovia

il Piano d’area complessivo,

che comprenderà anche i

due interventi P.d.Z. a

cavallo della ferrovia, darà

adeguata risposta

all’esigenza evidenziata

Carnovali 11 -mancanza di strutture

pubbliche per istruzione di

base

-assenza verde attrezzato

L’intervento 11, unico

rimasto dopo lo stralcio

dell’int.7, non presenta una

dimensione tale da poter

garantire queste necessità.

Villaggio

degli Sposi

8-12-14-

18-19-29

-verificare strutture per

istruzione di base

-potenziamento strutture

socio-assistenziali

-connessioni ciclo-

pedonali

sono previste attrezzature in

cessione al Comune

nell’int.19 (alloggi protetti

per anziani o centro socio-

culturale); gli interventi

prevedono in generale un

potenziamento delle

connessioni verdi e

ciclopedonali

S.Tommaso 17-22 -servizi socio-culturali

(soprattutto per anziani)

-connessioni verdi ciclo-

pedonali

l’int. 22 garantisce una

importante connessione

verde con gli ambiti

limitrofi

Grumello 27-28 -servizi socio/sanitari e per

anziani

-servizi di base: farmacia,

ambulatorio, ufficio

postale

-verde attrezzato

-servizi socio-culturali

-scuola secondaria primo

grado e asilo

in tutti e due gli interventi si

prevedono attrezzature in

cessione da definire e spazi

commerciali/terziari, che

potrebbe fornire una serie di

risposte ai bisogni espressi

Colognola 21-25 -nessuna criticità segnalata -si prevedono soprattutto

spazi attrezzati verdi

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6. La perequazione urbanistica ed economica

Il Piano preordina una perequazione urbanistica ed economica sia a livello di singolo

comparto edificatorio, sia più in generale, e questo è senz’altro più significativo, a

livello d’intervento globale di P.d.Z.

Come prevede il P.R.G. per gli ambiti assoggettati a progetto norma, tutte le

proprietà coinvolte partecipano al diritto edificatorio ed agli oneri connessi a

prescindere dalla puntuale indicazione di superfici edificabili e di superfici per

attrezzature: questo a maggior ragione dal momento che il P.d.Z. preordina

comunque per tutti gli interventi previsti l’azione espropriativa, la quale già di per sé

tende a definire indennità non influenzate dalle previsioni pianificatorie del Piano di

Zona, ma soltanto dalle preesistenti possibilità edificatorie delle aree in questione.

E’ prevista anche una solidarietà economica globale per tutti gli interventi previsti

dal P.d.Z.

Infatti il prezzo di alienazione o di concessione del diritto di superficie delle aree

comprese nel Piano è determinato tenendo conto dei costi complessivi sostenuti o da

sostenersi da parte del Comune per l’acquisizione di tutte le aree, comprese quelle

già di proprietà comunale che vengono valutate al valore di esproprio, oltre ai costi

complessivi di urbanizzazione.

Così anche il contributo dovuto per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria

è determinato, in sede di Programma pluriennale d’attuazione del Piano di Zona,

secondo i medesimi principi di solidarietà economica globale (in estrema sintesi, i

costi complessivi di acquisizione e urbanizzazione di tutte le aree inserite nel Piano

vengono ripartiti pro quota tra i singoli comparti d’intervento, tenuto conto che il

Comune deve essere ripagato di tutte le spese sostenute, con esclusione di quelle

eventualmente poste a suo carico espressamente dalla legge).

Le singole situazioni, gli eventuali scomputi per la realizzazione diretta delle opere

di urbanizzazione, vengono trattati poi in sede di singola convenzione attuativa dove

vengono individuati con precisione tutti gli oneri ed i costi a carico del soggetto

attuatore, insieme agli altri obblighi convenzionali.

7. Il disegno insediativo – le caratteristiche degli

interventi – l’architettura bioecologica ed eco-

sostenibile

Il progetto di Piano di Zona fornisce in generale principi e regole cui attenersi nella

progettazione degli interventi, con prescrizioni puntuali relative alla superficie

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edificabile, al volume massimo realizzabile, alle altezze massime, alle singole

prescrizioni particolari d’ambito contenute nelle norme tecniche d’attuazione, oltre a

indirizzi da assumere in via preferenziale per quanto concerne altri aspetti del

progetto di PEEP.

In particolare nelle N.T.A. si definisce cosa s’intende per principio insediativo,

definizione mutuata dal P.R.G., ed il suo carattere di indicazione nell’ambito della

proposta di Piano di Zona: i singoli elaborati grafici infatti riportano in scala

adeguata un disegno planivolumetrico che intende indicare una concreta possibilità

di sviluppo del singolo progetto d’area, da seguire come soluzione preferenziale, non

escludendo tuttavia che il progetto esecutivo possa trovare ulteriori soluzioni

migliorative, che non stravolgano il principio insediativo delineato e che possono

essere valutate dall’Amministrazione comunale senza vincolo o impedimento di

carattere normativo.

Di norma tuttavia, oltre alle prescrizioni particolari contenute nella parte 2 delle

norme tecniche, risulta prescrittiva l’indicazione grafica contenuta nelle tavole e

relativa alla superficie edificabile dei singoli comparti, entro cui troverà collocazione

il sedime degli edifici di progetto.

Confermando un principio generale, ripreso anche dalla recente legge regionale

n°12/05, non costituisce variante al P.d.Z. la previsione in fase esecutiva di

modifiche planivolumetriche rispetto a quanto approvato, a condizione però che non

si alteri in modo significativo, a giudizio dell’Amministrazione comunale, il

principio insediativo previsto, non si incida sul dimensionamento globale degli

insediamenti e non si diminuisca la dotazione di aree per attrezzature pubbliche o di

uso pubblico.

Il progetto architettonico poi dovrà perseguire obiettivi di qualità sia per quanto

concerne gli edifici che gli spazi aperti. Uno tra gli altri, che le norme ben mettono in

evidenza, è la caratterizzazione delle facciate e il loro necessario inserimento

armonico nel contesto: viene delineata una procedura che mira a valutare e

concordare preventivamente, ad esempio, la colorazione degli intonaci e delle

tinteggiature esterne, proprio per evitare inserimenti dissonanti e poco attenti alla

componente estetica ed ambientale.

Le autorimesse private andranno realizzate di preferenza nel sottosuolo,

compatibilmente con le problematiche idrogeologiche e l’eventuale presenza di corpi

idrici, questo al fine di contribuire al raggiungimento di una sistemazione adeguata

degli spazi aperti, sia di quelli pubblici che di quelli privati, certamente non meno

importanti nella definizione della qualità urbana.

Sono previsti alcuni articoli che sanciscono, in modo del tutto nuovo per uno

strumento urbanistico della nostra città, alcuni principi costruttivi da perseguire

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finalizzati al risparmio energetico ed alle nuove tecnologie nel campo della

architettura bioecologica ed eco-sostenibile, principi questi, assieme a regole, già

fissati nelle recenti modifiche al Regolamento edilizio in corso di adozione.

La qualità energetica ed ambientale deve trovare adeguata risposta nei nuovi

interventi proposti, attraverso parametri di sostenibilità che sono:

- relazione coerente con il contesto e con il sito;

- attenzione al progetto degli spazi aperti quali parte integrante e non

complementare del progetto degli edifici;

- controllo dei consumi energetici e utilizzo di fonti rinnovabili;

- utilizzo di materiali ecocompatibili, nonché tecnologie ed impianti

energetico-efficienti;

- corretta gestione delle risorse idriche;

- massima permeabilità dei suoli;

- attenzione a fattori inquinanti (acustico, elettromagnetico, da amianto, da

radon, etc.).

In generale è sempre più marcata la necessità di progettare costruzioni meno

energivore e più rispettose dell’ambiente (edilizia bioclimatica), in cui l’integrazione

delle tecnologie finalizzate al risparmio energetico attivo e passivo è più efficace,

coniugando risparmio di risorse con benessere abitativo.

L’architettura bioclimatica è quella modalità di progettare che si pone l’obiettivo di

attuare soluzioni tipologiche, formali, materiche e tecnologiche che consentano il

raggiungimento di adeguati standards di benessere abitativo, grazie soprattutto

all’interazione di queste soluzioni con il suo intorno ambientale, senza abusare di

risorse energetiche non rinnovabili.

I modelli di riferimento teorico, oramai consolidati nell’uso, afferiscono a due

categorie diverse ma finalizzate allo stesso obiettivo: i sistemi solari attivi (ad

esempio i pannelli solari) ed i sistemi solari passivi (più legati alla definizione

spaziale, alla forma, all’orientamento, alla collocazione ambientale del costruito).

Le norme del Piano, fra le altre cose, prevedono che nei nuovi edifici in progetto

almeno il 50% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria venga soddisfatto con

l’impiego di tecnologia solare (sistemi solari attivi).

In effetti i collettori solari vanno realisticamente considerati integrativi rispetto alle

tecnologie tradizionali; vanno considerati capaci di fornire direttamente solo parte

dell’energia necessaria all’utenza, energia che altrimenti dovrebbe essere prodotta

dalla caldaia tradizionale. Un collettore solare termico per la produzione di acqua

calda sanitaria dimensionato correttamente viene progettato per soddisfare il 60-65%

del fabbisogno termico complessivo.

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Tra i sistemi solari passivi, a parte i criteri progettuali e l’attenzione

all’orientamento, alla collocazione dell’edificio ed alle sue interazioni con l’intorno,

all’illuminazione naturale degli ambienti, la norma di Piano prevede la possibilità di

realizzare serre bioclimatiche, veri serbatoi di accumulo del calore in inverno che

devono essere opportunamente schermate per evitare il surriscaldamento nel periodo

estivo.

Anche per l’impianto di climatizzazione, la normativa del Piano di Zona fornisce

indicazioni: va privilegiato il sistema di riscaldamento ed eventualmente di

raffrescamento di tipo radiante, capace di assicurare un buon risparmio energetico

congiunto a condizioni di benessere e salubrità ambientale superiori a quelle

conseguibili attraverso i tradizionali impianti a convezione.

Questa tipologia d’impianto consente che la temperatura di benessere ambientale si

raggiunga a 18° anziché a 20°, così come succede negli impianti tradizionali. Altro

fattore che contribuisce alla riduzione dei consumi è rappresentato dal fatto che,

funzionando ad irraggiamento, questi sistemi vengono progettati per mettere a

regime termico gli ambienti sino ad un massimo di due metri dal pavimento,

evitando di riscaldare zone e volumi d’aria non direttamente interessati ad assicurare

il confort ambientale.

Per quanto riguarda la corretta gestione delle risorse idriche, si prevede l’utilizzo ed

il recupero dell’acqua piovana, privilegiando un sistema di incanalamento ed

accumulo in un serbatoio, con utilizzo dell’acqua raccolta per usi non domestici

(riempimento cassette w.c., irrigazione del giardino, lavaggio esterno).

Questo sistema preordina una doppia rete di distribuzione dell’acqua che consente di

differenziare gli usi finali e quindi di limitare il consumo complessivo.

Si prevede inoltre l’installazione obbligatoria di contatori volumetrici del consumo

individuale di acqua potabile, insieme alla raccomandazione di installare

temporizzatori finalizzati al risparmio ed ad un uso più razionale e controllato della

risorsa idrica.

8. Il sistema qualità : qualità ambientale,

architettonica, ecologica, manutentiva e sociale

L’attuazione del Piano di Zona deve avere come obiettivo trainante la costruzione di

un sistema qualità, incentrato sul benessere psico-fisico degli utenti finali e correlato

ad uno sviluppo sostenibile, attento ai diversi parametri che possono influire e

condizionare questo benessere abitativo.

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Oltre alla qualità ambientale, il risparmio energetico e le azioni indirizzate verso una

architettura bioecologica ed eco-sostenibile, preordinate dalla normativa tecnica

come meglio evidenziato in precedenza, oltre l’utilizzo del sistema del concorso di

progettazione per ricercare la massima qualità urbana ed architettonica in ambiti

ritenuti strategici dal punto di vista urbanistico, all’art. 7 delle N.T.A. s’indica come

ulteriore fattore di qualità la partecipazione allargata (qualità sociale) dei destinatari

degli alloggi alla fase progettuale, di sviluppo della proposta costruttiva, e nella

gestione poi dei complessi realizzati.

Tutto questo mira a costruire un fondamentale senso di appartenenza del fruitore

rispetto al bene immobile goduto, elemento questo spesso assente proprio in questa

tipologia di edilizia residenziale.

Si dice in tal senso che i soggetti attuatori (cooperative, imprese, etc.) verranno

individuati, in sede di assegnazione delle aree, in funzione anche delle loro capacità

organizzative, documentate sulla base di sistemi qualità certificati, della loro capacità

aggregante e della loro attenzione verso una gestione la più allargata possibile e

responsabile degli edifici e.r.p. una volta realizzati.

Attenzione dovrà essere posta poi alla manutenzione periodica degli edifici e degli

spazi aperti (un articolo delle N.T.A. è dedicato all’argomento), cercando di superare

un problema storico di questo genere di edilizia abitativa, spesso connotata da un

impiego di materiali poveri ed economici, o da soluzioni progettuali poco attente,

che nel tempo contribuiscono in modo determinante, insieme all’incuria e quindi agli

aspetti gestionali, al degrado architettonico ed urbano di questi insediamenti.

I progetti esecutivi dovranno in tal senso essere corredati da un Piano di

manutenzione degli edifici e degli spazi aperti, basato su criteri e requisiti dettati

dagli standards minimi di qualità previsti dalle norme UNI.

Le cooperative, le imprese costruttrici dovranno di norma garantire un sistema

qualità e requisiti minimi per poter ottenere l’assegnazione delle aree e quindi

realizzare gli interventi previsti dal P.d.Z.

La quantità e qualità delle singole prestazioni dipendono da risorse umane, mezzi

tecnici, organizzazione, capacità finanziaria del fornitore: tutti questi fattori possono

essere accertati dal processo di certificazione secondo le norme UNI EN ISO 9000.

Manutenzione edilizia quindi non più come attività, ma come processualità, ovvero

come insieme d’azioni di pianificazione, programmazione, esecuzione e controllo

che affermano il principio della manutenzione come sistema e come servizio.

Le norme tecniche prevedono poi che il Comune possa, nei casi limiti, intervenire

per ripristinare condizioni adeguate di manutenzione, decoro ed incolumità pubblica,

in situazioni di evidente degrado e di assenza d’iniziativa da parte dei proprietari, per

tempo invitati e quindi diffidati ad intervenire.

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9. La valutazione ambientale, idrogeologica e

sismica – il sistema del verde e degli spazi aperti

Tutti gli interventi sono stati puntualmente verificati e studiati anche dal punto di

vista dell’impatto sull’ambiente, tenendo conto delle peculiarità del territorio

comunale anche in funzione dei processi di sviluppo da governare.

Le valutazioni sono state fatte sulla base del patrimonio conoscitivo esistente, che a

Bergamo si presenta ricco di analisi, studi, elaborazioni svolte a più riprese nel corso

degli anni (schedature, mappature, inventari, etc.) ed in occasione dell’elaborazione

del vigente P.R.G.

Questo patrimonio conoscitivo consente, in attesa che il nuovo Piano di Governo del

territorio elabori una strategia complessiva aggiornata per il sistema ambientale,

coerenziata secondo i dettami della L.R. 12/05, di effettuare valutazioni ed assumere

decisioni oculate e comunque ben indirizzate in materia ambientale.

Il P.G.T. consentirà sin dalla fase della sua impostazione di attivare un adeguato

momento partecipativo, che potrà essere il valore aggiunto rispetto all’attuale

approccio alle tematiche paesaggistiche, oltre a progettare un sistema di

monitoraggio, dotato di indicatori adeguati facilmente accessibile e consultabile, che

consenta nel tempo di misurare gli effetti sul territorio derivanti dall’attuazione delle

politiche e delle azioni esplicitate nel Documento di Piano.

Nelle more di elaborazione del P.G.T. corredato di questi nuovi strumenti di verifica,

tutela e valorizzazione della componente paesistica, il gruppo di progettazione ha

utilizzato gli strumenti consueti, dall’esame degli eventuali vincoli di carattere

sovraordinato (nelle schede per singolo intervento, sono indicati gli eventuali vincoli

presenti e sono declinate le azioni di tutela ed attenzione che devono essere messe in

campo), alla puntuale verifica preliminare, area per area, della compatibilità con le

indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che comunque

rappresenta un importante riferimento per la valorizzazione e la tutela ambientale.

Rispetto al P.T.C.P. si è evitato di interessare aree inserite nel sistema del verde

come ambiti di valorizzazione e riqualificazione paesistica, aree agricole con finalità

di protezione e conservazione, o altre aree considerate di rilevanza ambientale,

tenendo d’occhio invece, in prima battuta, quegli ambiti individuati come primo

riferimento per la pianificazione locale (art. 93 delle N.T.A. del P.T.C.P.), ambiti che

il Piano provinciale indica come primo riferimento per le nuove necessità di

urbanizzazione, ritenendoli meno problematici al fine della trasformazione

urbanistica del territorio.

Fra l’altro già il vigente P.R.G. pone una forte attenzione al sistema del verde e delle

connessioni a valenza ecologico-ambientale, e nelle previsioni urbanistiche del

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19

P.d.Z. si è posta la massima cura, là dove si andava a proporre un interessamento,

seppure parziale, di aree verdi indicate nel sistema V4 (Connessioni) o V3 (Capisaldi

della pianura coltivata), nel valorizzare e nel mantenere un adeguata linea di

connessione tra ambiti urbani differenti, secondo la logica di non compromettere la

continuità, di concedere in certe situazioni una riduzione dello spazio verde,

preordinando in cambio l’acquisizione gratuita e quindi l’effettiva disponibilità in

mano pubblica degli spazi verdi ritenuti nevralgici per il sistema complessivo.

La valorizzazione del verde comporta in generale la difesa del suolo permeabile, il

miglioramento della vegetazione riparia esistente con la naturalizzazione delle

sponde di eventuali corsi d’acqua presenti, un attento disegno dello spazio aperto che

miri ad un verde progettato con cura, studiato sia nelle sue componenti formali e

visive, sia nelle sue componenti naturalistiche, botaniche, funzionali.

Le N.T.A. del Piano di Zona pongono inoltre la necessità che ogni progetto

d’intervento sviluppi più specificatamente i temi dell’interpretazione del contesto,

delle condizioni del suo mutamento, dell’idea di spazio prefigurata nonché della

sostenibilità delle soluzioni proposte e della loro coerenza paesaggistica.

A corredo del Piano di Zona, ed in allegato ad esso, è stato predisposto uno studio

geologico, idrogeologico e sismico per valutare la compatibilità di ogni singolo

intervento previsto, sulla base dei criteri attuativi della L.R. 12/05 e della precedente

L.R. 41/97.

Per ogni ambito è stato individuato il grado di fattibilità, specificando la relativa

classe di appartenenza (da 1 a 4), con indicazione puntuale degli accorgimenti o delle

azioni da intraprendere in sede attuativa per la tutela della componente

idrogeologica. Nessuno degli intervnti previsti ricade in classe 4, la classe che pone

severe limitazioni all’edificazione; per tutti gli interventi è prevista comunque una

indagine geologica e sismica puntuale preliminare, che dovrà essere particolarmente

approfondita per gli interventi ricadenti in classe 2 (classe con modeste limitazioni)

che valuti la situazione specifica e suggerisca gli eventuali accorgimenti tecnici da

adottare per costruire in piena sicurezza.

E’ stata fatta inoltre una verifica puntuale sulla problematica acustica di ogni singolo

intervento previsto e, nella singola scheda prescrittiva di cui alla parte n°2 delle

N.T.A., è individuata la classe di appartenenza dell’area all’interno della vigente

zonizzazione acustica comunale, cui conseguono i valori limite di emissione ed

immissione, i valori di attenzione ed i valori di qualità.

Si è potuto verificare che la maggior parte delle aree individuate dal Piano ricadono

in classe II (zone prevalentemente residenziali) e in classe III (aree di tipo misto),

quindi in ambiti generalmente non problematici per la residenza.

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20

Solo un intervento ricade in classe I (aree particolarmente protette), data la sua

contiguità con il Parco dei Colli, che viene per buona parte compreso in questa

classe, e qualche comparto ricade in classe IV (aree di intensa attività umana), più

che altro perché ambiti già produttivi, ora dismessi, così fotografati nel momento di

approvazione del Piano di zonizzazione acustica: per questi ultimi la trasformazione

urbanistica dell’area, spesso accompagnata dalla trasformazione urbanistica

dell’ambito urbano circostante, preordina una riclassificazione aggiornata in

funzione delle nuove destinazioni.

Non sono individuate aree d’intervento in zone indicate come classe V e VI, che

costituirebbero sicuramente zone problematiche dal punto di vista del rumore

ambientale.

Le uniche aree che, benché collocate in classe II o III, potrebbero accusare un

qualche problema acustico indotto dalla loro vicinanza a fonti di rumore fisso o

mobile, sono quelle individuate in prossimità di assi viari di scorrimento veloce (ad

esempio circonvallazione) o sulle possibili rotte degli aerei (Colognola) : per questi

interventi previsti occorrerà adottare tutti i sistemi necessari atti a garantire

un’adeguata insonorizzazione e confort abitativo (vetri adeguati, isolamento delle

strutture, barriere fonoassorbenti verdi, etc.).

Ulteriore elemento di qualità, non certo ultimo per importanza relativa, il Piano

favorisce e promuove la realizzazione di opere d’arte e di arredo urbano (sculture,

monumenti, fontane, etc.) da prevedersi nell’ambito degli spazi aperti pubblici.

Questa finalità si pone l’obiettivo di attrezzare adeguatamente gli spazi pubblici

dell’edilizia residenziale pubblica, normalmente poveri e privi di qualità estetica e

formale. Occorre sfatare il luogo comune che i monumenti debbano trovare

collocazione solo nei luoghi centrali privilegiati della città, abitualmente le vie e le

piazze centrali: anche gli ambiti periferici o semi-periferici pretendono un’attenzione

e una cura elevata, proprio per riuscire a dare impulso a tutti quei fattori valoriali che

insieme possono contribuire a riscattare l’immagine urbana.

Le opere, che potranno essere computate nei costi di urbanizzazione, e quindi

scomputate se realizzate con costo a carico dell’operatore, potrebbero essere

realizzate nell’ambito di concorsi di progettazione, nella fase di attuazione degli

interventi programmati, magari riservando la partecipazione a giovani artisti,

opportunamente selezionati da commissioni di esperti sotto il coordinamento

dell’Amministrazione comunale.

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10. La gestione del Piano di Zona

Il Piano di Zona deve indicare in linea di massima l’assetto gestionale cui orientare

le programmate fasi di attuazione.

Si tratta di ricomporre la varietà delle azioni che determinano più in generale la

gestione del problema della casa e le scelte operate dal Piano di Zona, attraverso un

programma di intervento coordinato che recepisca univocamente le sollecitazioni

provenienti dai diversi portatori di bisogni ed interessi.

Tale programma d’intervento verrà più propriamente codificato nel Programma

pluriennale d’attuazione del Piano di Zona 167, che verrà adottato dal Consiglio

comunale a seguire l’approvazione del Piano.

Detto Programma scaglionerà nel tempo di validità del P.d.Z., attualmente per legge

18 anni, gli interventi previsti indicando quelli a breve, medio e lungo termine,

nonché gli oneri finanziari e gli impegni che dovranno essere assunti dalla diverse

parti in causa (operatori, cooperative, Comune, ALER, etc.).

Individuerà inoltre le quote di edilizia convenzionata, di edilizia agevolata e

sovvenzionata, precisando anche quali aree verranno cedute in proprietà agli aventi

titolo e quali invece verranno concesse in diritto di superficie, con priorità da

concedere agli enti operanti nel campo della casa.

Le convenzioni attuative, da approvarsi preventivamente da parte del Consiglio

comunale, dovranno indicare in generale, ai sensi dell’art. 35 della legge 22.10.71

n°865 che viene qui ripresa :

a) il corrispettivo per la concessione del diritto di superficie o per la cessione

in proprietà delle aree, nonché le modalità del relativo versamento;

b) il corrispettivo delle opere di urbanizzazione da realizzare a cura del

Comune ovvero, qualora dette opere vengano eseguite a cura e spese del

concessionario, le relative garanzie, gli elementi progettuali delle opere e le

modalità di trasferimento al Comune;

c) le caratteristiche tipologiche e costruttive degli edifici e degli alloggi da

realizzare e le modalità di controllo sulla loro costruzione;

d) i termini di inizio e di ultimazione degli edifici e delle opere di

urbanizzazione;

e) i casi nei quali l’inosservanza degli obblighi convenzionali comporta la

risoluzione dell’atto di cessione o della concessione del diritto di superficie

e le relative sanzioni;

ed in particolare, nel caso di cessione dell’area in proprietà:

f) la determinazione dei prezzi di cessione degli alloggi e dei canoni di

locazione, in percentuale di valore desunto dai prezzi fissati per la cessione;

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g) la durata della validità della convenzione non superiore a 30 anni e non

inferiore a 20 anni;

ed in particolare, nel caso di concessione in diritto di superficie:

h) la durata della concessione del diritto di superficie, non inferiore a 60 anni e

non superiore a 99;

i) i criteri per la determinazione e la revisione periodica dei canoni di

locazione, nonché per la determinazione del prezzo di cessione degli

alloggi, ove consentita;

j) i criteri per la determinazione del corrispettivo in caso di rinnovo della

concessione, la cui durata non può superare quella prevista nell’atto

originario.

Il Programma pluriennale di attuazione del P.d.Z. dovrà raccordarsi e coordinarsi con

le indicazioni e previsioni del Piano dei Servizi e del Programma delle opere

pubbliche comunali.

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23

Quadro degli interventi per Circoscrizione

Indice

1. Circoscrizione 1 – pag. 24

2. Circoscrizione 2 – pag. 25

3. Circoscrizione 3 – pag. 27

4. Circoscrizione 4 – pag. 28

5. Circoscrizione 5 – pag. 31

6. Circoscrizione 6 – pag. 32

7. Circoscrizione 7 – pag. 36

oggetto:Progetto del nuovoPiano di Zona 167

Relazione tecnicaillustrativa

Testo approvato dal C.C.con delibera n°1/107 del

16.01.2007

A6

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24

CIRCOSCRIZIONE N.1

INTERVENTO N°6 – VIA DAVID (EX-MOLINI – PROGETTO NORMA

N°11)

L’intervento si situa in un quadrante produttivo già dismesso, oggetto di analisi

approfondite in sede di Piano regolatore generale, trattandosi di aree inserite nel

Progetto norma n°11, progetto norma strategico per le trasformazioni urbane che

preordina, in cui sono inserite anche le attuali proprietà delle Ferrovie dello Stato, la

Cesalpinia, il Consorzio, etc.

Il P.R.G. vigente prevede per l’area ex-Molini il mantenimento con recupero degli

edifici produttivi esistenti, con possibilità di intervento convenzionato, anche

mediante Piano di Zona, su una parte, con cessione al Comune delle aree e dei diritti

volumetrici per mc.15.000.

L’interevento PEEP proposto, su un’area della superficie di mq. 2.940, preordina

invece, oltre all’eventuale risanamento conservativo, anche la possibilità di una

trasformazione radicale con demolizione degli edifici produttivi e costruzione di

edifici residenziali, coordinando la proposta di P.d.Z. con il Programma d’intervento

relativo alla restante parte dell’UMI n°2/6, del progetto norma n°11, nonché con gli

studi in corso da parte della S.T.U. Porta Sud per le aree dello scalo ferroviario in via

di dismissione.

L’ipotesi planivolumetrica indicata nella tav. 4 è allineata con l’attuale indicazione di

P.R.G. ed è puramente indicativa: sarà la proposta definitiva di Programma integrato

(o altro strumento attuativo) che, tenendo conto della volumetria prevista dal P.d.Z.

per l’edilizia residenziale pubblica pari a mc.15.000, individuerà con precisione

anche il tipo e la quantità di attrezzature pubbliche da cedersi o asservire per tutto

l’ambito oggetto d’intervento, tenuto conto che la soglia minima di standards da

reperire per il P.d.Z. è quella indicata pari a mq. 1.486.

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CIRCOSCRIZIONE N.2

INTERVENTO N°9 – VIA ROTA/ VIA BELLINI (LONGUELO –

PROGETTO NORMA N°26)

Trattasi di area produttiva in attività (tintoria), della superficie complessiva di

mq.7.905, che il vigente P.R.G. preordina ai fini di una trasformazione urbanistica

come progetto norma n°26-UMI 2, con demolizione dei fabbricati produttivi esistenti

e costruzione di fabbricati residenziali con piccola quota di commerciale

(complessivi mc.15.000).

L’intervento si colloca nell’ambito di riqualificazione complessiva del nuovo centro

civico di Longuelo, posto tra il vecchio nucleo e la via Mattioli.

La proposta di P.d.Z. prevede la realizzazione di un’edificazione ad L, calibrata nelle

altezze (max 3-4 piani) onde consentire il rispetto delle visuali verso la collina dal

centro del quartiere. La volumetria complessiva massima è pari a mc.16.300,

prevalentemente residenziale, con una quota terziaria (mc.6.600) che dovrebbe

consentire l’insediamento di una media struttura di vendita al servizio della nuova

realizzazione residenziale, ma anche di tutto il quartiere di Longuelo, da prevedersi

al piano terra e prospiciente la piazza pubblica.

L’accessibilità ed il sistema di entrata/uscita dovranno essere studiati con attenzione,

tenuto conto che la proposta PEEP prevede l’accesso sia dalla via Bellini in

corrispondenza del parcheggio pubblico esistente, che dalla via Rota, strada che

dovrà essere opportunamente dotata di marciapiede.

La nuova piazza prevista costituirà un nuovo importante momento pubblico in

continuità con gli spazi pubblici limitrofi più a sud. Il progetto prevede il

mantenimento della ciminiera esistente come segno che resta della cessata attività

industriale.

INTERVENTO N°20 – VIA MERULA/ VIA LOCHIS (LONGUELO)

Si tratta di una piccola area inedificata, della superficie di mq. 3.394, interclusa nella

zona residenziale di Longuelo posta tra le vie Lochis e Mattioli.

Il vigente P.R.G. destina l’area ad un intervento di nuova edificazione ne 169,

volume pari a mc.3.000, altezza 2 piani, con destinazione a servizi scolastici di base.

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Sulla base delle verifiche effettuate con gli Assessorati all’Istruzione ed ai Lavori

Pubblici, valutata l’esigenza anche nell’ambito del Piano dei Servizi in via di

predisposizione, stante da ultimo la decadenza del vincolo espropriativo sull’area che

è di proprietà privata, si è concluso che l’esigenza scolastica è già assolta in altro

modo e non necessitano a breve altre strutture di base per il quartiere di Longuelo.

Tra l’altro, dagli studi del Piano dei Servizi, risulta che sia la scuola materna, che la

scuola media di Longuelo hanno un numero significativo di iscritti non residenti nel

quartiere, a dimostrare una buona dotazione di servizi in loco e la non necessità nel

breve-medio periodo di ulteriori attrezzature scolastiche.

Il progetto di PEEP prevede una volumetria residenziale di mc.5.000, altezza

massima 2 piani, con tipologia a schiera e verde di pertinenza delle singole unità

abitative, oltre ad un parcheggio pubblico di mq. 885 che assolve allo standard

minimo richiesto (mq. 883).

INTERVENTO N°13 – VIA LEOPARDI (LORETO)

L’intervento PEEP riguarda una piccola area edificata, della superficie di mq.1.350,

posta sulla via Leopardi, attualmente occupata da due edifici alti 2-3 piani, di

modesta qualità architettonica, inseriti tra edifici d’impianto più recente alti più di 20

metri.

Il vigente P.R.G., comprendendo l’area nel sistema della residenza R2, la sottopone

al tipo d’intervento di risanamento conservativo.

Dal momento che la situazione di fatto e la verifica puntuale delle caratteristiche

dell’immobile non postulano un’esigenza di conservazione, il progetto preordina una

demolizione con ricostruzione sfruttando al massimo le potenzialità edificatorie del

sito.

Il volume previsto dal PEEP è pari a mc.7.000, prevalentemente residenziali con una

minima quota commerciale (mc.1.000) da prevedersi al piano terra della nuova

costruzione. Il nuovo edificio può raggiungere l’altezza di 7 piani fuori terra.

Stante le limitate dimensioni del lotto, l’intervento non prevede la realizzazione e

relativa cessione di aree a standards.

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CIRCOSCRIZIONE N.3

INTERVENTO N°15 – PIAZZALE BRIGATA LEGNANO (CITTA’ ALTA -

ROCCA)

INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI

CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI

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CIRCOSCRIZIONE N.4

INTERVENTO N°1 – VIA RUGGERI DA STABELLO (PROGETTO NORMA

N°1)

L’intervento previsto si colloca su un’area libera, situata tra la circonvallazione e la

via Ruggeri da Stabello, in adiacenza ad un complesso dell’ALER, già compresa dal

vigente P.R.G. nell’ambito del progetto norma n°1 con destinazione a spazi aperti

pubblici o di uso pubblico.

L’area inoltre risulta adiacente al previsto tracciato della metropolitana leggera, tratto

verso Villa d’Almè e la Valle Brembana, con possibile localizzazione della fermata

di S.Antonio, al servizio della zona di Valtesse.

In questo senso il progetto degli spazi aperti pubblici, tende a preservare una fascia

adeguata libera lungo il tracciato della metropolitana da cedere al Comune,

nell’ambito della convenzione attuativa del PEEP, ma da preservare allo stato di fatto

in attesa del progetto definitivo ed esecutivo del tram veloce, che potrebbe

preordinare diverse esigenze per gli spazi aperti e di sosta in funzione della citata

fermata.

La superficie del lotto interessato dal PEEP è pari a mq. 5.628, con una volumetria

residenziale prevista di mc.11.000 e altezza massima 3 piani, per consentire le

possibili visuali dalla circonvallazione verso città alta.

La tipologia prevista è a corte, richiamando alcune tipologie presenti in zona,

ricorrenti in ambiti della campagna bergamasca e nelle fasce suburbane.

Lo standard complessivamente previsto in cessione è superiore al fabbisogno indotto

dal nuovo insediamento (mq. 3.114, a fronte di un fabbisogno minimo di mq.1.943),

caratterizzato essenzialmente da spazi pavimentati e verde pubblico, quest’ultimo

ubicato tra la prevista edificazione e la tramvia.

INTERVENTO N°16 – VIA PINETTI (CONCA FIORITA)

L’intervento PEEP previsto riguarda un lotto di limitate dimensioni (S.t. = mq.2.883)

posto lungo la via Pinetti, zona Conca Fiorita, in un ambito prettamente residenziale

ed in prossimità della scuola media Camozzi e della scuola elementare Rosa.

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Sull’area insiste un fabbricato vuoto da tempo, di scarso pregio architettonico ed in

avanzato stato di degrado che il Piano intende demolire per fare posto ad un edificio

residenziale di mc. 7.000.

L’intervento prevede anche la realizzazione di un parcheggio pubblico, che assolve

al fabbisogno indotto di standard e che potrebbe tornare utile anche agli utenti ed agli

insegnanti dei limitrofi istituti scolastici.

L’area è attualmente destinata dal vigente P.R.G. a servizi di assistenza socio-

sanitaria ed in tal senso la destinazione a edilizia residenziale pubblica, con

possibilità di riservare alcuni alloggi come alloggi protetti o comunque per utenti

anziani, non snatura e non modifica in modo profondo l’indicazione urbanistica

generale.

INTERVENTO N°23 – VIA VOLTA (MONTEROSSO)

L’area è ubicata a Monterosso, lungo la via Volta, in prossimità della zona collinare,

in un ambito pregiato dal punto di vista ambientale, tra l’ambito residenziale

composto essenzialmente da corpi in linea bassi sul lato est di via Volta e il profilo

dominante, più in alto, sul lato ovest, del complesso residenziale posto lungo la via

Quintino alto, individuato dall’Inventario dei beni culturali isolati.

L’intervento di contenute dimensioni (mc. 4.000) si presenta più come un

completamento residenziale di contenuto impatto, con possibilità di realizzare due

edifici alti due piani a completare la sequenza edificata lungo la via Volta.

E’ prevista in testata alla via, che è a fondo chiuso, la realizzazione di un parcheggio

pubblico che permetterà anche la possibilità d’inversione di marcia agli automezzi

ora costretti a diverse manovre di uscita.

Il progetto del verde, anche di quello privato, dovrà tener conto delle altimetrie dei

luoghi ed essere rispettoso del contesto ambientale, non snaturando quella che è la

natura del sito.

INTERVENTO N°26 – VIA ZUCCALA LOCATELLI (VALTESSE)

Trattasi di area inedificata, di modeste dimensioni (mq. 4.443) adiacente la

circonvallazione, in zona Valtesse.

L’ipotesi di PEEP preordina l’edificazione di un edificio in linea, posto in

perpendicolare alla circonvallazione ed alla via Zuccala Locatelli, al fine di mitigare

l’impatto visivo verso città alta.

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L’edificio, per una volumetria di mc. 4.000, non supera i tre piani fuori terra e sfrutta

anche i dislivelli esistenti del terreno attestandosi ad una quota più bassa di almeno

mt. 1 rispetto alla quota strada (via Zuccala Locatelli).

La nuova edificazione prevista, con la sua quota di verde pubblico, va a chiudere e

completare la linea di edificazione esistente, ed il verde pubblico delimitato ad est

dal fossato di un riolo si propone come il primo tassello per la realizzazione di un

parco pubblico più ampio che coinvolga tutta l’area inedificata, e di sicuro pregio

ambientale, posta tra la circonvallazione e le vie Alcaini, Muratori e Barbaroli.

E’ prevista una cessione di aree a standard (mq. 2.669) nettamente superiore al

minimo dovuto (mq. 707) in relazione alla volumetria concessa.

INTERVENTO N°30 – VIA ACQUADERNI (MONTEROSSO)

La collocazione dell’intervento in zona Monterosso, ad interessare un’area tra la

circonvallazione, la via Acquaderni e gli impianti sportivi esistenti, mira a prevedere

una quota di edilizia residenziale pubblica anche in questi ambiti di maggior pregio

ambientale della città.

L’intervento PEEP propone una volumetria massima di mc.12.000 su un’area vasta

pari a mq.11.017, con edifici di altezza massima 3 o 4 piani , in linea con le altezze

della zona residenziale limitrofa.

Lo standard reperito dall’intervento, prevalentemente verde pubblico o d’uso

pubblico, assomma a mq. 6.033 nettamente superiore al fabbisogno indotto (mq.

2.120).

L’edificazione si concentra sul lato verso il campo sportivo, al fine di preservare

l’unitarietà del verde verso il corso d’acqua a confine ovest dell’area, segnato da una

vegetazione spontanea che ne marca la presenza sul territorio.

Il progetto del verde dovrà garantire un risultato di qualità, privilegiando spazi aperti

non alberati, nelle parti centrali, ed invece la valorizzazione ed una manutenzione

attenta della vegetazione spontanea lungo il corso d’acqua.

Il parcheggio pubblico di previsione attestato sulla via Acquaderni potrà essere di

utilità anche per i fruitori del limitrofo impianto sportivo.

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CIRCOSCRIZIONE N.5

INTERVENTO N°2 – VIA CODUSSI (EX-CENTRALE DEL LATTE –

PROGETTO NORMA N°6)

L’intervento PEEP interessa una parte dell’area dell’ex-Centrale del latte, ora di

proprietà dell’A.S.M.

Tutta l’area già produttiva è assoggettata dal vigente P.R.G. a trasformazione

urbanistica (progetto norma n°6) con prevista demolizione dei fabbricati produttivi

esistenti (ad esclusione dell’edificio posto all’angolo tra le vie Ghislandi e S.Fermo,

che dovrà essere recuperato) e conseguente nuova edificazione di edifici residenziali

e terziari, per una volumetria complessiva di mc.25.000. Il progetto norma prevede

inoltre la contestuale realizzazione di spazi pavimentati, verde e parcheggio

pubblico, anche in interrato.

La parte del progetto norma destinata al Piano di Zona è il lato ovest, con una

volumetria residenziale prevista di mc.10.600, altezza massima 5 piani, spazi

pubblici pavimentati lungo la via Codussi e verde pubblico sul lato interno, come

quota parte del verde pubblico localizzato dal P.R.G.

L’intervento dovrà coordinarsi ed attuarsi con la restante parte del progetto norma,

che potrà essere realizzata attraverso un altro strumento attuativo (Programma

integrato o Piano particolareggiato).

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CIRCOSCRIZIONE N.6

INTERVENTO N°3 – VIA ROVELLI (EX-FERVET – PROGETTO NORMA

N°10, UMI 1)

L’intervento PEEP si colloca nell’ambito dell’area produttiva ex-Fervet, già

destinata dal vigente P.R.G. a riconversione urbanistica nell’ambito del progetto

norma n°10, unità minima d’intervento n°1.

Il progetto norma per l’ambito prevede complessivamente una volumetria di nuova

edificazione pari a mc.109.423 prevalentemente a carattere residenziale, cui si

aggiunge la volumetria esistente da ristrutturare: la quota residenziale è prevista

essenzialmente nella zona sud verso la via Rovelli, in relazione con la cascina

Gargana, d’impianto seicentesco, ubicata al di là della via, mentre la quota terziaria e

commerciale si colloca nella zona nord verso la via Borgo Palazzo.

Sul lato ovest dell’ambito è previsto il tracciato della tangenziale est, che passerà in

sotterraneo, mentre in superficie si prevede un uso del suolo a verde pubblico, la

strada ed un parcheggio al servizio dei nuovi insediamenti residenziali.

L’ipotesi planivolumetrica prevista dal Piano di Zona è in linea con il disegno del

Programma integrato in corso di presentazione ed esame da parte dell’Assessorato

all’Urbanistica: in tal senso il principio insediativo verrà definito contestualmente al

disegno complessivo finale del Programma integrato, fermo restando la quota di

mc.20.000 destinati all’edilizia residenziale pubblica.

Per quanto concerne gli standards urbanistici, la proposta di PEEP individua mq.

2.463 di parcheggio pubblico, che costituiscono la soglia minima e potranno essere

integrati e modificati in relazione al disegno finale complessivo del P.I.I. che

comunque dovrà garantire il reperimento minimo di legge per tutto il quadrante in

trasformazione.

INTERVENTO N°4 – VIA BORGO PALAZZO/ ROVELLI (AREA EX-

MACELLO E FIERA – PROGETTO NORMA N°10, UMI 3)

L’intervento di PEEP interessa la vasta area di proprietà comunale sita tra la via

Borgo Palazzo e la ferrovia Bergamo-Brescia, parzialmente occupata dall’ex-macello

in disuso e parzialmente utilizzata per le fiere ed il luna park.

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Quest’ambito già compreso dal vigente P.R.G. nel progetto norma n°10, unità

minima d’intervento 3, con destinazione a servizi tecnici amministrativi, servizi

universitari, nonché funzioni ricettive connesse con il vicino polo fieristico, è oggetto

del concorso Europan in fase di attuazione sotto il coordinamento dell’Assessorato

all’Urbanistica, che individuerà l’impianto urbanistico ed il conseguente principio

insediativo definitivo per tutto il quadrante oggetto di studio, compresa la parte

destinata all’edilizia residenziale pubblica.

Il principio insediativo individuato nelle tavole progettuali del Piano di Zona è

quindi puramente indicativo, mentre resta determinata la quota di e.r.p. prevista che è

pari a mc. 40.000, prevalentemente a carattere residenziale con possibilità di una

quota terziaria (mc.1.500) ed una quota di attrezzature edificate (s.l.p. minima pari a

mq. 700 circa).

Lo standard urbanistico minimo complessivo è pari a mq. 7.455, di cui una parte a

parcheggio, una parte a piazza (lungo la via B. Palazzo), una parte a verde pubblico:

comunque, anche in relazione a queste attrezzature pubbliche, sarà il progetto

definitivo che scaturirà dal concorso a definire ubicazione e tipologie, fatta salva la

quantità minima complessiva definita dal Piano di Zona.

E’ prevista la realizzazione di una strada di collegamento tra le vie Borgo Palazzo e

Rovelli, in linea con le indicazioni del vigente P.R.G., che comunque dovrà essere

confermata dall’esito del citato concorso urbanistico.

INTERVENTO N°5 – VIA GAVAZZENI (FERROVIA – PROGETTO

NORMA N°11)

Si tratta di un altro intervento importante e nevralgico, sia dal punto di vista del

dimensionamento che della sua collocazione urbana, riguardante un ambito dello

scalo ferroviario in via di dismissione, subito a nord della via Gavazzeni, di fronte

alle Cliniche e all’Istituto industriale Paleocapa.

L’area in questione, già compresa dal P.R.G. nell’ambito del progetto norma n°11,

che ridisegnava tutto l’ambito a sud dello scalo ferroviario con importanti funzioni

previste quali il nuovo palazzo di giustizia, la nuova sede INPS, la nuova piazza

inclinata ed il collegamento pedonale tra la piazza della Stazione e la via Gavazzeni,

è ora oggetto di studio e rivalutazione urbanistica da parte della Società di

trasformazione urbana (S.T.U.) Porta Sud, costituita dal Comune di Bergamo, dalla

Camera di Commercio e dalla Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.), che ha come

obiettivo quello di definire ed avanzare una proposta urbanistica complessiva per

tutto il quadrante a ridosso dello scalo ferroviario.

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La proposta di PEEP, che dal punto di vista dello sviluppo planivolumetrico

recepisce al momento il masterplan già oggetto del protocollo d’intesa siglato nel

2003 tra Comune e Ferrovie dello Stato, si colloca nella parte individuata dal P.R.G.

come possibile ambito da destinare al Piano di Zona, per una volumetria complessiva

pari a mc.35.000, prevalentemente a carattere residenziale con la possibilità di una

quota terziaria non superiore a mc.2.300.

La quota residenziale potrà essere destinata anche a particolari tipologie abitative,

quali residenze universitarie, per insegnanti e residenze a carattere temporaneo.

Il disegno di PEEP proposto individua edifici alti fino a 7 piani, con ampi spazi a

verde pubblico verso il Morla che si connettono con gli altri spazi pubblici previsti

ad ovest del corso d’acqua.

INTERVENTO N°10 – VIA PIZZO DELLA PRESOLANA

INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI ESAME DI

COMPATIBILITA’ AL P.T.C.P., SU RICHIESTA DELLA PROVINCIA

INTERVENTO N°24 – VIA PIZZO REDORTA (CELADINA)

L’area d’intervento, della superficie di mq. 9.520, è ubicata in zona Celadina,

all’angolo tra le vie Pizzo Redorta e Monte Tesoro, di fronte al carcere ed in

prossimità del confine comunale con Gorle.

Si prevede un intervento unitario su due ambiti limitrofi, ma distinti fisicamente,

compresi dal vigente P.R.G. nel sistema del verde V4-Connessioni e destinati, quello

più a nord a verde pubblico, quello più a sud a nuovi impianti sportivi a terra con

possibilità di realizzare un corpo edilizio per spogliatoi.

L’area verde, che rappresenta uno dei rari momenti verdi di connessione nord-sud di

Celadina, è attraversata da un corso d’acqua (la roggia Morlino Asperti) che il

progetto del verde intende valorizzare anche come segno naturale esistente del

territorio, rinforzando ed integrando la vegetazione spontanea cresciuta lungo le

sponde.

L’edificazione prevista come PEEP si concentra nella parte sud, là dove il P.R.G.

indica la posizione degli spogliatoi, per un volume complessivo pari a mc. 11.000, di

tipo residenziale, altezza di 5 piani, riprendendo la linea di edificazione del

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fabbricato realizzato recentemente più a nord e garantendo in tal modo la continuità

del verde che viene acquisito al patrimonio comunale.

La previsione di standards urbanistici è nettamente superiore ai minimi di legge

dovuti (mq. 7.156 previsti rispetto ai mq.1.943 di fabbisogno minimo indotto).

Gli impianti sportivi saranno impianti a terra di superficie contenuta al servizio di

tutto il quartiere, stante la forma stretta e lunga del lotto (campi di basket, pallavolo,

etc.).

E’ previsto anche un parcheggio pubblico a raso con ingresso da via Monte Tesoro.

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CIRCOSCRIZIONE N.7

INTERVENTO N°7 – VIA LOTTO/CARNOVALI (PROGETTO NORMA

N°12 – UMI 4)

INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI

CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI

INTERVENTO N°8 – VIA MORONI (PROGETTO NORMA N°21)

L’area d’intervento si colloca sulla via Moroni subito a nord dell’attuale sede

A.S.M., tra la ferrovia Milano-Bergamo e la via, in continuità con l’ampia zona

verde collocata ad est dei binari e destinata dal P.R.G. vigente al progetto del nuovo

Parco ovest.

In effetti buona parte dell’area, di superficie pari a circa mq.14.000, è compresa nel

progetto norma n°21 “Parco ovest”, con destinazione prevalente a spazi scoperti

pubblici verdi, in continuità con gli spazi verdi del parco al di là della ferrovia e con

il verde posto ad ovest della via Moroni, in una logica di connessione complessiva.

Il progetto PEEP, che coinvolge anche l’area attualmente occupata da una

carrozzeria, prevede l’edificazione di una volumetria residenziale pari a mc. 17.500,

altezza 4 piani, salvaguardando essenzialmente la connessione verde che in questo

modo verrà ceduta al Comune in sede convenzionale ed attuata contestualmente agli

interventi edificatori.

Il verde pubblico previsto postula necessariamente lo spostamento dell’attuale

parcheggio degli automezzi A.S.M., che occupa la zona sud dell’ambito individuato

a ridosso della sede dell’Azienda.

La tipologia indicata nelle tavole di Piano è una tipologia a corte, ricorrente, con

diverse modalità costruttive, in questa zona della città.

Gli standards urbanistici previsti, verde e parcheggio pubblico, sono ben superiori in

termini quantitativi al fabbisogno indotto (mq. 6.990 rispetto ad una necessità

minima di mq. 3.092).

E’ da evidenziare infine come il progetto PEEP diventa l’occasione per rivedere la

viabilità in questo punto della via Moroni, d’intesa con l’Ufficio Mobilità, con lo

studio e la proposta di una rotatoria, che smorzi la viabilità di passaggio e riorganizzi

gli accessi privati ai lati della strada.

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INTERVENTO N°11 – VIA AUTOSTRADA/CARPINONI

L’intervento PEEP si colloca nell’ambito più generale di una proposta di Programma

integrato d’intervento già presentato all’Amministrazione comunale per la successiva

adozione, ambito corrispondente grosso modo all’area d’intervento della nuova

edificazione “ne 61” prevista dal vigente P.R.G. (volume complessivo previsto

mc.45.700).

Detto ambito, ubicato ad ovest della via Autostrada, attualmente risulta zona

inedificata tra il quadrante a carattere produttivo di via Canovine e il quartiere

residenziale di via Carpinoni/Carnovali.

Il Programma d’intervento prevede la realizzazione di un centro commerciale, di una

attrezzatura alberghiera, di un edificio direzionale, mentre la volumetria prevista per

l’edilizia residenziale pubblica, posta a nord della nuova strada di collegamento

prevista tra le vie Spino e Carpinoni, è pari a mc.12.000 con altezza 6 piani (in linea

con le indicazioni di P.R.G. per la ne 61).

Gli standards reperiti nell’ambito PEEP sono pari a mq. 1197, insufficienti a coprire

il fabbisogno indotto dalla volumetria residenziale pari a mq. 2.120: tuttavia la

rimanente quota di standards urbanistici, compreso gli standards correlati alla

volumetria terziaria ed alberghiera, verranno reperiti nell’ambito più generale del

Programma integrato d’intervento.

I parcheggi pubblici o di uso pubblico previsti all’interno dell’area d’intervento

complessiva (P.D.Z. + P.I.I.) assommano a circa mq. 8.000, sufficienti a coprire il

fabbisogno complessivo indotto da tutte le funzioni previste, residenziali e non.

INTERVENTO N°12 – VIA S. AMBROGIO /VIA PER CURNASCO

(VILLAGGIO DEGLI SPOSI)

L’intervento si colloca in un punto strategico del quartiere Villaggio degli Sposi, tra

le vie S.Ambrogio e Per Curnasco, in un’area attualmente occupata da serre e da

un’attività agricola residuale, oltreché da un distributore di carburante dismesso da

qualche tempo, sulla via Grumello.

Per la parte sud dell’area il vigente P.R.G. prevede un intervento di nuova

edificazione a carattere residenziale (ne 83) con un volume previsto, di tipo

residenziale, di mc.8.100: parte del volume è stato già realizzato con intervento

diretto, nell’area confinante a quella ora individuata per il PEEP.

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La proposta di Piano di Zona prevede una volumetria complessiva di mc. 11.000,

prevalentemente residenziale, con una piccola quota di commerciale (mc.1.000) da

prevedersi al piano terra dell’edificio in progetto che separa il verde dal parcheggio

pubblico, in corrispondenza dei percorsi pedonali pubblici di attraversamento.

Le altezze massime sono contenute in 4 piani fuori terra e nella proposta

planivolumetrica i volumi sono movimentati sia planimetricamente che in altezza,

prevedendo una parte del complesso a 3 ed una parte a 4 piani.

Il parcheggio pubblico è individuato sulla via Grumello, in un punto strategico e

ottimale anche per le esigenze dell’ambito urbano, mentre il verde pubblico è

previsto sul lato nord-ovest dell’area ad ampliare e richiamare come presenza i

giardini pubblici già presenti su questo lato della via S.Ambrogio.

Complessivamente gli standards risultano ampiamente assolti: sono reperiti mq.

4.030 di standard complessivo a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.015.

La parte sud dell’area è stata stralciata in sede di esame delle osservazioni, a

beneficio del proprietario privato, che potrà promuovere un’iniziativa edificatoria per

conto proprio come ne 83 (volume previsto di mc.4.500).

INTERVENTO N°14 – VIA DELLE CAVE/ GUERRAZZI (VILLAGGIO

DEGLI SPOSI)

L’intervento PEEP va ad interessare un’area di frangia del quartiere del Villaggio

degli Sposi, della superficie di mq. 5.320, posta nella parte nord a ridosso dei campi

sportivi recentemente realizzati ed al limite dell’ambito agricolo che si estende a sud

del tratto ferroviario Bergamo-Ponte S.Pietro.

In tal senso l’intervento mira a formare e consolidare il limite urbano a nord della via

Guerrazzi, insieme agli altri due interventi previsti dal Piano di Zona, al recupero

della cascina esistente ed insieme ad una lottizzazione già in corso di esecuzione.

Il vigente P.R.G. destina l’area parte a verde pubblico e parte ad intervento di nuova

edificazione ne 190, per una volumetria di mc.3.000, a destinazione mista

artigianale-residenziale.

L’intervento di PEEP preordina un volume a carattere prevalentemente residenziale

pari a mc.10.000, altezza massima 3 piani.

L’intervento prevede l’allargamento della via Guerrazzi, che dovrà andare di pari

passo con il completamento delle sue urbanizzazioni per tutto il tratto compreso tra

via delle Cave e via Moroni.

La dotazione di standards urbanistici è pienamente assolta (mq. 2.268 previsti a

fronte di un fabbisogno indotto di mq. 1.811) ed è stata incrementata, in sede di

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controdeduzioni, accogliendo l’osservazione che chiedeva l’inserimento nell’area

d’intervento del mappale più ad ovest destinato a verde pubblico dal PRG.

INTERVENTO N°17 – VIA MORONI/ CALVETTI (EX-CAMPARI)

Si tratta di un’area già a destinazione produttiva (ex-Campari), ora dismessa, posta

lungo la via Moroni, all’incrocio con la via Calvetti.

Tutto il quadrante ubicato ad ovest della via Moroni, subito a sud della ferrovia,

insieme all’area di proprietà dell’Istituto Diocesano ad est della via Moroni, è in via

di trasformazione e sviluppo urbanistico, con importanti interventi di recupero di

aree industriali e completamenti edilizi soprattutto nelle zone di frangia, nonché

potenziamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie.

La proposta d’intervento preordina una volumetria residenziale pari a mc.17.200,

altezza massima 4 piani fuori terra, con edifici in linea posti parallelamente alla via

Moroni. In sede di approvazione in Consiglio comunale, è stata prevista

un’attrezzatura pubblica o di uso pubblico per finalità sociali al piano terra degli

edifici di progetto per una S.l.p. di mq.350.

E’ previsto un adeguato parcheggio pubblico lungo la via Calvetti, via che viene

opportunamente allargata, ed un verde pubblico che funge da filtro tra le future

abitazioni e l’asse di scorrimento urbano.

La dotazione complessiva di standards urbanistici è quasi assolta (mq. 3.190 di

standards previsti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.844).

INTERVENTO N°18 – VIA GUERRAZZI

L’area d’intervento, insieme ad altre, contribuisce al completamento del fronte

urbanizzato a nord della via Guerrazzi, nel quartiere del Villaggio degli Sposi.

Si colloca tra un edificio artigianale (vetraria) ed un complesso a corte in disuso, ora

in via di recupero conservativo, di fronte agli impianti sportivi del Villaggio degli

Sposi.

L’area era stata già interessata negli anni scorsi da un progetto di Programma

integrato di recupero (PIR) ai sensi della legge Adamoli, poi non andato a buon fine.

La proposta di PEEP prevede la realizzazione di un edificio a corte, che richiama

come tipologia l’ex-fabbricato rurale limitrofo in via di recupero, attestato sulla via

Guerrazzi, per una volumetria a carattere residenziale pari a mc.5.500 ed altezza

massima 3 piani.

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La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta pienamente assolta

(mq.1.492 di standards previsti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 972).

Si prevede infatti la realizzazione di un verde pubblico e di un parcheggio la cui

attuazione dovrà coordinarsi con l’intervento di recupero previsto per il complesso

adiacente ora in disuso.

La via Guerrazzi viene opportunamente allargata, con la realizzazione del

marciapiede mancante, tenuto conto che tutto il tratto compreso tra le vie delle Cave

e Moroni dovrà essere adeguatamente potenziato ed infrastrutturato.

INTERVENTO N°19 – VIA PROMESSI SPOSI (VILLAGGIO DEGLI SPOSI)

L’intervento riguarda un’area, strategica dal punto di vista dell’impianto urbano,

della superficie di mq. 7.006, sita sulla via Promessi Sposi in prossimità delle scuole

e di fronte alla chiesa di San Giuseppe, nell’ambito del quartiere Villaggio degli

Sposi.

Il vigente P.R.G. prevede un intervento di nuova edificazione ne 80, per un volume

previsto di mc.7.880, prevalentemente residenziale, con una quota di attrezzature di

tipo sociale e ricreativo (pari ad 1/3 della superficie di pavimento lorda complessiva).

La proposta PEEP, allargando il perimetro della ne prevista dal P.R.G. a

comprendere tutta l’area verde posta in lato ovest, preordina l’edificazione di un

volume complessivo di mc.14.200, di cui mc.11.500 residenziali, mc.1.500

commerciali e mc.1.200 per attrezzature costruite (l’ipotesi è quella di realizzare una

serie di alloggi protetti per anziani, tenuto conto della vicinanza del centro per la

terza età e del parco pubblico).

Il principio insediativo disegna una nuova piazza pubblica posta dirimpetto al sagrato

della chiesa, mentre gli spazi commerciali da ubicare al piano terra del nuovo

edificio, con i percorsi pubblici che rendono permeabile il complesso verso il nuovo

giardino pubblico, contribuiscono tutti assieme a prefigurare una nuova centralità

urbana a scala di quartiere che punta a rafforzare i caratteri identificativi della zona.

Il nuovo giardino pubblico dà continuità al piccolo parco pubblico posto al di là della

strada, in una logica complessiva di spazi verdi attrezzati di medie dimensioni in

connessione reciproca fra loro a permeare tutto l’ambito costruito.

Gli alloggi protetti per anziani si collocheranno in via preferenziale ai piani terra

degli edifici, con la possibilità di avere a disposizione un piccolo spazio esterno

verde privato.

La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi

previsti (mq. 5.024 di standards a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.619).

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INTERVENTO N°21 – VIA S. PIETRO AI CAMPI/ DEI FIORI

(COLOGNOLA)

INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI

CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI

INTERVENTO N°22 – VIA GUERRAZZI/ MORONI (VILLAGGIO DEGLI

SPOSI)

L’intervento riguarda un’area, della superficie di mq.14.245, da ritenersi significativa

dal punto di vista della localizzazione urbanistica, ubicata sul lato nord della via

Guerrazzi, quasi all’imbocco della via Moroni, nell’ambito del quartiere Villaggio

degli Sposi.

Insieme agli altri interventi previsti dal Piano di Zona, sia lungo la via Guerrazzi, sia

ad est della via Moroni, questo tassello entra in una logica complessiva di ricucitura

urbana, sfruttando delle occasioni insediative che, oltre a garantire una certa

dotazione di edilizia residenziale pubblica, permettono di acquisire al patrimonio

comunale e di realizzare significativi spazi verdi posti in connessione e sequenza

logica fra loro.

L’intervento PEEP prevede una volumetria complessiva di mc.18.500,

prevalentemente di carattere residenziale, con la possibilità di una minima quota

terziaria (mc.1.200), da posizionare nell’edificio di progetto più vicino alla via

Guerrazzi.

La linea di edificazione si colloca sul lato est dell’area, mentre sul lato ovest è

previsto un nuovo parco pubblico con andamento parallelo alla via Moroni, in

corrispondenza del verde pubblico di connessione già previsto dal vigente P.R.G.

L’altezza massima prevista per le nuove edificazioni è di 5 piani fuori terra per gli

edifici più a nord, in linea con gli edifici posti all’intorno, e 4 piani per l’edificio

previsto più a sud.

Il verde pubblico preordina collegamenti ciclo-pedonali anche verso la via Moroni e

al di là con il previsto Parco ovest.

La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi

previsti (mq. 9.162 reperiti, a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 3.456).

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INTERVENTO N°25 – VIA DELL’AZZANELLA (COLOGNOLA)

Il progetto di PEEP riguarda un’area nella parte nord di Colognola, posta tra

l’ingresso autostradale e la zona residenziale di via dell’Azzanella, in prossimità del

campo sportivo e di alcuni edifici di proprietà dell’ALER.

Anche in questo caso l’intervento previsto completa la linea di edificazione

dell’abitato sul lato nord-est del quartiere, salvaguardando l’unitarietà dell’ambito

agricolo racchiuso tra la circonvallazione, l’autostrada e la zona residenziale.

Si prevede l’edificazione di una volumetria complessiva di tipo residenziale pari a

mc.10.500, altezza massima 4 piani, in linea con gli edifici ubicati nelle vicinanze.

La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi

previsti (mq. 6.629 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a

mq.1.855) e comprende il verde pubblico sul lato ovest, il verde pubblico destinato a

orti urbani sul lato est verso l’autostrada, il parcheggio pubblico sulla via

dell’Azzanella.

INTERVENTO N°27 – S.S. N°525 (GRUMELLO – PORTA SUD)

L’intervento riguarda un’area, della superficie di mq.7.288, da ritenersi strategica dal

punto di vista della localizzazione urbanistica, ubicata all’ingresso sud di Bergamo

sulla strada statale n°525 quasi al confine con Dal mine.

Proprio per la sua collocazione, l’intervento PEEP dovrà puntare ad una qualità ed a

un carattere architettonico capace di trasmettere un messaggio simbolico, di “porta

della città”, d’ingresso che segna il territorio.

Per questi motivi la proposta planivolumetrica del Piano di Zona riveste un carattere

indicativo, rimandando ad un concorso di idee e di progettazione che permetta di

individuare la miglior soluzione tecnica possibile e la più idonea rispetto al contesto

in studio.

Il volume complessivo previsto dal PEEP è di mc.13.000, di cui mc.10.500 a

destinazione residenziale, mc.1.500 a destinazione terziaria-commerciale, mc. 1.000

per attrezzature pubbliche o di uso pubblico (sala civica, culturale o ricreativa, da

concordare con la Circoscrizione).

L’altezza del nuovo edificio può raggiungere gli 8-9 piani fuori terra, tenuto conto

che il caposaldo altimetrico risulta inferiore di circa 2 metri rispetto alla quota

stradale.

La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi

previsti (mq. 4.738 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a

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mq.2.355) e comprende il parcheggio pubblico lungo la S.S. n°525, gli spazi

pavimentati attorno all’edificio di progetto, il verde pubblico posto sul lato sud e

lungo la roggia Ponte Perduto.

L’intervento interessa solo una parte del mappale, tenuto conto che appare opportuno

mantenere un’adeguata area libera nella parte sud, a confine con Dalmine, che

potrebbe essere interessata in futuro dal passaggio dell’asse viario indicato dal

vigente P.R.G., di collegamento tra Stezzano e Lallio, anche se al momento questo

asse viario non è confermato dal Piano territoriale provinciale, oppure da qualche

infrastruttura legata alla mobilità intercomunale.

INTERVENTO N°28 – PIAZZA AQUILEIA (GRUMELLO)

Altra area, attualmente di proprietà comunale, da ritenersi fondamentale per la sua

posizione nel cuore di Grumello al Piano, votata a diventare il nuovo luogo centrale

ed il cuore del quartiere. L’intervento PEEP mira a realizzare una nuova edificazione

che contribuisca in modo significativo a definire il “bordo urbano”, in lato sud, della

nuova Piazza Aquileia, su cui si attestano diversi edifici pubblici o d’interesse

pubblico (la chiesa, la scuola materna, il centro per la terza età, etc.).

La nuova piazza, che deve essere pavimentata e adeguatamente attrezzata può

divenire il fulcro dell’abitato, in connessione con la zona storica di Grumello e con la

corte urbana limitrofa, con la quale punta a definire un sistema urbano significativo

di spazi aperti in stretto collegamento tra loro.

Il progetto di PEEP dovrà coordinarsi con il progetto di arredo urbano in corso da

parte dell’Assessorato ai Lavori pubblici e relativo alla piazza sul lato nord verso la

chiesa: detto progetto prevede, tra l’altro, lo spostamento dell’attuale tracciato della

via Gorizia unita ad azioni per limitare e rallentare il traffico d’attraversamento da

via Madonna dei Campi.

Il progetto planivolumetrico definitivo potrà essere anche oggetto di un concorso di

idee e progettazione che sia mirato ad ottenere il più alto livello qualitativo possibile

sia in termine di progettazione architettonica che di progettazione degli spazi aperti.

Il volume complessivo previsto è di mc.10.000, di cui mc.7.500 a destinazione

residenziale, mc.1.900 a destinazione terziaria-commerciale, mc.600 per spazi ed

attrezzature pubbliche o di uso pubblico (la destinazione puntuale è da concordare

con la Circoscrizione). L’altezza prevista dell’edificio è di 4 piani, non eccessiva

rispetto al contorno ed adeguata per stabilire una proporzione con lo spazio vuoto

della nuova piazza.

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La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi

previsti (mq. 4.840 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a

mq.1.955), costituiti essenzialmente dagli spazi pavimentati della piazza e dal

parcheggio previsto sul lato sud, alle spalle del nuovo edificio prospiciente la piazza

(volutamente il disegno urbano tende a limitare il passaggio e la sosta delle auto

nella nuova piazza, che deve essere soprattutto pedonale).

Detto parcheggio consentirà inoltre un accesso diretto alla scuola ed alla sede degli

alpini, evitando di passare per la via Tagliamento, che attualmente risulta intasata a

certe ore e che potrà essere così ripensata nella sua funzione ed eventualmente

mantenuta solo come accesso di servizio o come accesso pedonale.

INTERVENTO N°29 – VIA GRUMELLO (GRUMELLINA)

L’area, in zona Grumellina, della superficie di mq. 6.294, è posta sulla via Grumello

in prossimità della circonvallazione e residua come area verde in un ambito semi-

agricolo rimasto chiuso tra l’asse stradale e il quartiere del Villaggio degli Sposi.

Insieme con l’altro intervento PEEP previsto ad ovest della via Grumello, tra la via

Per Curnasco e S.Ambrogio, contribuisce a ridefinire i vuoti interstiziali di questo

quadrante urbano privo di qualità e di unitarietà, attualmente caratterizzato da grande

frammentazione di funzioni e spazi.

Tutto attorno all’area in questione, in questi ultimi tempi, sono partiti o stanno

partendo diversi interventi di nuova edificazione, previsti dal P.R.G., tesi a sostituire

il vecchio tessuto semi-agricolo con un nuovo sistema urbano.

La proposta di PEEP prevede una volumetria complessiva di mc.12.500,

prevalentemente di tipo residenziale, con altezza massima 3-4 piani, ubicata sul lato

nord dell’area. E’ prevista una ridotta quota di terziario da destinare anche a

possibile sede di associazioni, a seguito di accoglimento di un’osservazione

presentata al Piano adottato.

Il lato sud è destinato invece a verde pubblico, in logica di connessione verde con

andamento est-ovest, ed a parcheggio pubblico opportunamente piantumato che

organizza anche il sistema di accesso alle edificazioni.

La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta superiore ai minimi previsti

(mq.2.740 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.032).