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Il progetto del Piano di Zona
Indice
1. Premessa
2. Linee d’indirizzo generale e criteri informatori del
Piano di Zona
3. Il fabbisogno abitativo ed il dimensionamento del
Piano
4. La dotazione di servizi e gli standards di qualità
5. Le relazioni con il Piano dei Servizi
6. La perequazione urbanistica ed economica
7. Il disegno insediativo - le caratteristiche degli
interventi - l’architettura bioecologica ed eco-
sostenibile
8. Il sistema qualità: qualità ambientale, architettonica,
ecologica, manutentiva e sociale
9. La valutazione ambientale, idrogeologica e
sismica – il sistema del verde e degli spazi aperti
10. La gestione del Piano di Zona
oggetto:Progetto del nuovoPiano di Zona 167
Relazione tecnicaillustrativa
Testo approvato dal C.C.con delibera n°1/107 del
16.01.2007
A5
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1. Premessa
La relazione tecnica illustrativa del nuovo Piano di Zona è costituita da più
documenti elaborati in momenti differenti.
Ciascuno di questi documenti fa parte integrante del Piano, ne fornisce
l’interpretazione, ne chiarisce i presupposti e l’articolazione ed è per questa ragione
che, in quest’ultimo rapporto, si è evitato di ritornare su temi ed argomenti già
esposti ed argomentati nei rapporti precedenti.
Il primo documento, che coincide con la prima fase d’approccio all’elaborazione del
Piano, è lo studio del fabbisogno abitativo, studio svolto nel corso del 2003 e 2004,
poi aggiornato al 2005, che struttura in modo sostanziale il dimensionamento dello
strumento urbanistico e preordina il quadro esigenziale da soddisfare.
Il secondo documento è rappresentato dalla relazione preliminare presentata nel
mese di giugno 2005 alla Commissione Urbanistica, che ne ha condiviso i contenuti,
e costituisce il riferimento principe rispetto al quale si è poi orientato tutto il lavoro
seguente del Gruppo di lavoro, soprattutto in relazione agli indirizzi ed ai criteri
generali d’impostazione del Piano.
Il terzo documento, che nasce dai primi due e li completa, è la presente relazione
illustrativa che inquadra tutta l’impostazione del lavoro pianificatorio, le sue ragioni,
i suoi obiettivi sottesi e i suoi esiti.
Separata dalla presente relazione illustrativa, ma pur sempre integrata e strettamente
collegata, è la relazione previsionale di spesa delle azioni previste dal Piano di Zona,
che quantifica i costi per l’acquisizione delle aree, nonché i costi per la realizzazione
delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria previste dallo strumento
urbanistico.
Il Gruppo di lavoro, che ha coinvolto un po’ tutte le Divisioni dell’Area Territorio e
Ambiente, sotto la responsabilità e la guida della Divisione Politiche della casa, ha
perseguito il massimo dello spirito di condivisione delle scelte, valutando le diverse
opportunità, interfacciandosi con i Programmi ed i Piani urbanistici in corso o in
progetto, confrontandosi anche con le proprietà coinvolte e gli operatori al fine di
ottenere un prodotto caratterizzato per quanto possibile da attenzione e qualità
urbanistica e nel contempo dalla concretezza e capacità di rapportarsi con le
condizioni reali ed attuali.
La fase di confronto, vista all’inizio anche forse con qualche diffidenza, in quanto
non consueta, è servita in diversi casi a calibrare meglio la proposta pianificatoria, ad
evitare interventi a senso unico, a smuovere in taluni casi l’inerzia degli operatori,
provocando la loro azione che si è tradotta e concretizzata in alcune occasioni non in
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una iniziativa di P.d.Z., bensì in una proposta d’iniziativa privata che comunque
porta a compimento interventi trasformativi preordinati dal Piano regolatore
generale.
2. Linee d’indirizzo generale e criteri informatori
del Piano di Zona
Il Piano della legge 167, che in base alla regole attuali mantiene una validità ed
efficacia di 18 anni (art. 51 della legge 457/78), si colloca in un momento storico di
transizione della normativa e della gestione urbanistica, da una parte si inserisce un
po’ in “ritardo” rispetto all’attuazione del vigente P.R.G., approvato nel febbraio del
2000, dall’altra si propone in anticipo rispetto allo scenario modificato ed in via di
definizione da parte della nuova legge urbanistica regionale, che soppianta i vecchi
Piani regolatori generali e promuove una nuova disciplina della gestione del
territorio, con il nuovo strumento del Piano di Governo del territorio (P.G.T.), e le
sue articolazioni (Documento di Piano, Piano delle Regole, Piano dei Servizi).
La normativa ascrivibile alla oramai datata legge 167 del 1962, con le sue modifiche
ed integrazioni successive, mantiene in vita l’obbligo per i Comuni intanto di dotarsi
di un Piano di Zona (Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e Comuni
capoluogo) quindi di soddisfare, con la dotazione volumetrica prevista dal P.d.Z.,
una quota compresa tra il 40 ed il 70% del fabbisogno complessivo di edilizia
abitativa previsto per il decennio successivo all’adozione del Piano.
Gli indirizzi dell’Amministrazione comunale ed i criteri informatori individuati, che
hanno determinato l’impostazione e le scelte urbanistiche e localizzative successive,
sono gli stessi già descritti nella relazione preliminare di giugno 2005, condivisi ed
integrati dalla Commissione Urbanistica nella seduta del 8 luglio 2005, e cioé :
- massima attenzione nell’evitare il più possibile il consumo del territorio e
delle aree libere, verdi e agricole, che se da una parte consentono normalmente
costi ragionevoli di esproprio, dall’altra comportano il progressivo ed
inarrestabile consumo della preziosa e non rinnovabile risorsa “territorio”;
- individuazione di localizzazioni che tengano conto delle necessarie esigenze
di fattibilità sia di carattere tecnico, sia di tipo economico;
- diffusa localizzazione sul territorio degli interventi previsti, per quanto
possibile, evitando concentrazioni di polarità monotematiche e perseguendo la
strategia dell’integrazione sociale, delle destinazioni funzionali e delle tipologie
previste; questa modalità d’intervento residenziale pubblico diffuso entro la città
può dare anche una risposta alla volontà espressa in più occasioni dalla
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popolazione di mantenere stretti rapporti con il proprio quartiere, mantenendo
vivi i legami sociali, quelli di vicinato in particolare;
- sfruttamento di eventuali possibilità offerte dal patrimonio pubblico, in
primis dal patrimonio comunale o ad esso riconducibile (beni del Demanio o di
altri enti pubblici da coinvolgere tramite accordi e patti, etc.);
- individuazione di ambiti legati al patrimonio esistente, sopratutto dismesso,
da riqualificare;
- valutazione degli ambiti individuati dal Piano Regolatore come suscettivi di
trasformabilità edificatoria, con attenzione prioritaria per quelli indicati come
possibili ricettori di edilizia economico popolare, del tipo:
Progetti norma (P.N.);
Nuove edificazioni (ne);
Ambiti sottoposti a ristrutturazione urbanistica (ru);
Ambiti assoggettati a pianificazione attuativa.
- valutazione delle aree destinate dal Piano a standards pubblici reiterati o
decaduti e non confermate dal Piano dei Servizi (al momento in corso di
redazione ed utilizzabile come mero riferimento di studio e lavoro tecnico):
sono note situazioni di sostanziale reiterazione dei vincoli preordinati
all’esproprio, confermate dal vigente P.R.G. e non concretizzate negli
anni.
- qualità architettonica e tecnologica degli edifici: attenzione alla prestazione
energetica come standard imprescindibile, accoppiata alla qualità architettonica
degli interventi, in modo tale che almeno alcune di queste realizzazioni trovino
la capacità di riqualificare pezzi di città, definendo nuovi luoghi urbani e nuove
centralità.
Molti di questi criteri, fra cui quello dell’integrazione degli usi e delle funzioni, sono
i concetti ispiratori anche del vigente Piano regolatore generale.
Vedere la città come “sistema ambientale” richiama la novità del pensare alla
disciplina urbanistica non più legata al disporre iconograficamente masse di edifici in
modo più o meno armonioso sul suolo della città, ma considerare l’ambiente (sistema
territoriale ambientale) come insieme di tutti quei sottosistemi che lo compongono e
che sono tra loro interdipendenti.
In questo senso, rispetto forse ad un passato in cui talvolta situazioni di emergenza
hanno imposto scelte di carattere più contingente che strutturale, con localizzazioni e
tipologie non sempre correttamente rapportate con la realtà circostante, si è cercato
con questo Piano di Zona di verificare sempre la coerenza, non solo qualitativa, ma
anche morfologica ed ambientale degli interventi previsti, con l’organizzazione
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urbana, complessiva e di quartiere. Questi interventi possono e debbono divenire
episodi “chiave” del processo di riorganizzazione urbana.
E’ apparsa fondamentale, in quest’ottica, la specifica attenzione agli spazi aperti,
pubblici e privati, contesto e luogo privilegiato destinati forse ancor più degli edifici
a caratterizzare i diversi ambiti urbani ed i quartieri, con prescrizioni che prevedono
uno studio dettagliato, intervento per intervento, degli elementi che concorrono a
definire e a caratterizzare lo spazio urbano.
Gli interventi proposti dal Piano appaiono in definitiva più come interventi
integrativi in zone urbane dove l’intervento può essere opportunità per un riordino
urbanistico, accompagnato, ove necessario, da opportuni miglioramenti del sistema
della mobilità e dei servizi. Una modalità d’intervento impostata secondo una logica
prevalente di completamento più che di espansione, di articolazione per soglie
dimensionali contenute, tese soprattutto a coprire porosità, a consolidare frange
urbane, a ricucire dal punto di vista urbanistico situazioni prive di connotazione e
carattere proprio.
3. Il fabbisogno abitativo ed il dimensionamento
del Piano
Il tema oggi legato alla costruzione della città in relazione alla risposta al bisogno
abitativo richiede diverse lenti interpretative, vista la complessità della domanda
sociale e la variegata gamma di possibili risposte tipiche dell’azione urbanistica
partecipata.
Negli anni recenti si è riproposta l’esigenza di un intervento pubblico nel campo
delle politiche della casa che rispondesse a un fabbisogno abitativo, mutato nelle sue
connotazioni strutturali e sociologiche, ma non meno urgente che in passato; nuove
domande di residenzialità (speciale, temporanea, multietnica, etc.) emergono e
contribuiscono a definire un’articolazione della risposta diversa rispetto al passato.
Le premesse per la strutturazione del Piano sono riconducibili alle attività di
determinazione del fabbisogno abitativo condotte dal Gruppo di lavoro già nel 2003,
successivamente aggiornato con i dati relativi al 2004-2005 (vedasi in tal senso la
relazione allegata sullo studio del fabbisogno).
Importante è stato anche l’indirizzo fornito dalla nuova Amministrazione di
considerare valido il lavoro già svolto nel 2003, tenuto conto del fatto che risulta
prioritario partire in tempi rapidi con il nuovo Piano, stante la pressante domanda di
questa tipologia di edilizia, Piano che comunque potrà in futuro essere tarato in
funzione di nuovi scenari o nuove esigenze maturate nel frattempo.
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L’Amministrazione comunale ha assunto l’indirizzo di dimensionare il nuovo Piano
di Zona attorno ai 360-370.000 mc. di volume residenziale costruito, corrispondente
a circa 1.100-1.200 nuovi alloggi e pari a circa il 40% del fabbisogno accertato per il
prossimo decennio. Il dimensionamento della quota residenziale di progetto, a
seguito dell’esame delle osservazioni e degli esiti di controdeduzione, con lo stralcio
degli interventi n°7, 10, 15 e 21 e quindi la riduzione del numero degli interventi da
30 (proposta adottata) a 26, risulta pari a mc.324.600.
A questa quota prettamente residenziale va aggiunta la quota aggiuntiva di
mc.25.200, pari al 7,7 % del volume residenziale previsto, corrispondente agli spazi
di servizio di tipo commerciale e per attrezzature pubbliche o di uso pubblico.
Nelle norme tecniche si afferma comunque il principio che questa quota non
residenziale, in sede di progetto esecutivo, può essere modificata e convertita in
residenziale, se l’Amministrazione comunale è d’accordo e sempre che le
prescrizioni puntuali del singolo intervento non pongano un vincolo specifico
rispetto alla destinazione d’uso già individuata.
Il volume complessivo previsto dal Piano pertanto è di quasi mc.350.000, per la
precisione mc.349.800. Lo stralcio delle 3 aree, durante la fase di controdeduzione,
comporterà come conseguenza che a breve, dopo l’approvazione degli interventi
confermati, sarà sottoposta all’esame del Consiglio una proposta integrativa per
recuperare le volumetrie perdute, onde garantire il fabbisogno residenziale stimato.
Dopo una fase preliminare in cui si è determinato il fabbisogno abitativo del Piano, si
sono definiti e condivisi gli indirizzi ed i criteri d’impostazione dello strumento
urbanistico, si sono indagate una pluralità di aree edificate e non (circa 120 ambiti)
distribuite su tutto il territorio comunale, si è passati alla fase propositiva e di
redazione della proposta progettuale vera e propria, utilizzando i criteri
predeterminati come setaccio per la individuazione dei potenziali comparti di Piano.
Ne sono uscite le aree ritenute più idonee che, opportunamente dimensionate in
termini quantitativi, vogliono costituire l’ottimale assetto previsionale, sia sotto il
profilo della rispondenza a principi di corretta gestione del territorio che sotto quello
del soddisfacimento del bisogno abitativo stimato.
Si sono valutate le concrete risorse territoriali che si presentano al momento, tenendo
conto delle linee di sviluppo oggi proponibili, la non proponibilità di scelte
localizzative in zone urbane non praticabili per condizioni idrogeologiche e
ambientali, la disponibilità di aree per il completamento ed il rinnovo di ambiti
urbani già edificati.
La scelta delle aree inoltre ha dovuto fare i conti con il momento storico in cui si va a
costruire l’ipotesi di P.d.Z.
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Il vigente P.R.G. è entrato in vigore nel maggio del 2000, per cui ad oggi sono
trascorsi quasi 6 anni nei quali diversi interventi ed ipotesi localizzative prefigurate
dallo strumento urbanistico generale, come possibili soluzioni per il Piano di Zona,
hanno di fatto già trovato una loro modalità di attuazione attraverso altri canali
d’iniziativa privata (Piani di lottizzazione, Programmi integrati d’intervento, etc.).
Questo è un aspetto non secondario che ha una sua significativa ricaduta e rilevanza
anche rispetto alle scelte che oggi andiamo ad assumere.
Si è puntata quindi l’attenzione, in primis, sulle aree previste in trasformazione e non
ancora attuate: rispetto a questi interventi, si è valutato volta per volta se l’obiettivo
raggiungibile era quello di riservarsi un ambito da destinare all’e.r.p. ben delimitato
ed individuabile, quindi sotto forma di cessione dell’area edificabile con rispettivi
diritti volumetrici da assegnare poi con il P.d.Z., oppure se l’obiettivo prefigurabile
poteva essere quello di farsi riservare una quota di edilizia residenziale
convenzionata nell’ambito dell’intervento d’iniziativa privata (la possibilità prevista
dagli art. 43 e 44 delle N.T.A. del P.R.G.) utile per coprire il fabbisogno abitativo
stimato di edilizia economica, ma non utile ai fini del dimensionamento del Piano di
Zona vero e proprio.
In questo senso, nella relazione relativa al fabbisogno, sono evidenziati quegli
interventi urbanistici, approvati negli ultimi mesi o in via di approvazione, che
garantiscano una quota di edilizia residenziale convenzionata che a pieno titolo
contribuisce a coprire il fabbisogno di e.r.p. per il prossimo decennio.
In definitiva la parte di fabbisogno abitativo stimato per il prossimo decennio che
trova risposta in generale nell’edilizia economica o popolare, nelle diverse tipologie
d’offerta (convenzionata, agevolata, sovvenzionata), risulterebbe pari a circa il 50-
55% del fabbisogno residenziale complessivo (il 40% del totale come Piano di Zona,
più una quota di circa il 12-13% come edilizia convenzionata nell’ambito degli altri
Piani o Programmi d’intervento). Ciò consente di affermare che l’offerta
complessiva programmata di edilizia residenziale pubblica, nel suo insieme, risulterà
effettivamente adeguata ai fabbisogni ed all’eventuale verificarsi di ulteriori
necessità oggi non previste.
Pur con l’obiettivo di recuperare il recuperabile e trasformare il trasformabile,
secondo le indicazioni di P.R.G., la lettura aggiornata del grado di attuazione del
Piano regolatore ha prefigurato in modo quasi inevitabile l’interessamento anche di
aree non destinate dallo strumento urbanistico generale all’edificazione residenziale
o alla trasformazione urbanistica, aree magari destinate a standards urbanistici
decaduti, piuttosto che a verde, con un’attesa edificatoria, ancorché non legale, data
di fatto dalla posizione, dal grado di urbanizzazione della zona, etc.
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Sono quelle aree, fra l’altro, che consentono costi e rendite contenute, di facile
spendibilità ed operatività nel tempo.
L’interessamento di quest’ultima tipologia di aree, è stato comunque condotto con la
massima prudenza ed accortezza, mirando a dare fisionomia a situazioni urbane
sfrangiate o prive di una propria identità dal punto di vista urbanistico, per
ricomporre un disegno urbano e magari per definire linee d’arrivo dell’edificazione,
confini edificati che contribuiscano all’unitarietà per converso degli spazi aperti e dei
vuoti spesso privi di una loro precisa connotazione e significatività.
L’obiettivo in definitiva che si è perseguito, rispetto alla tipologia delle aree, è stato
quello di un giusto mix fra le diverse tipologie previste: aree spendibili
nell’immediato, per dare risposte concrete e nel breve periodo, ed aree spendibili nel
medio-lungo termine per dare risposte più articolate e complesse, ma utili anch’esse
a fornire alla fine la risposta complessiva al bisogno stimato.
Gli interventi che costituiscono il quadro definitivo del Piano di Zona sono
brevemente descritti ed elencati, uno per uno, nella parte 2 della presente relazione.
4. La dotazione di servizi e gli standard di qualità
Va evidenziato che la recente legge di riforma urbanistica regionale, la legge n°12
del 31 marzo 2005 denominata di “Governo del Territorio”, ha innovato la materia
offrendo esplicitamente alle Amministrazioni comunali la possibilità di riconoscere il
tema della realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica come vero e
proprio servizio, tant’è che il tema della casa può essere trattato direttamente dal
Piano dei Servizi, elaborato del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.).
Tutte le aree inserite nel Piano di Zona sono ubicate in zone sostanzialmente già
urbanizzate, con qualche necessità di urbanizzazione aggiuntiva soprattutto per
alcuni ambiti di margine (es. nella zona del Villaggio degli Sposi).
Restano quindi in genere da predisporre solo gli allacciamenti, mentre in alcune
situazioni risulta necessario l’estensione ed il completamento degli impianti a rete,
che comunque presentano recapiti facilmente raggiungibili, ed in alcuni casi
l’adeguamento delle infrastrutture stradali.
Per quanto concerne la previsione di servizi pubblici o di uso pubblico, previsti
nell’ambito del nuovo P.d.Z., non dimenticando il principio generale, ribadito più
volte anche dalla magistratura, che detti servizi debbano essere essenzialmente
finalizzati al bisogno indotto dalle nuove edificazioni previste, ciò detto si è
proceduto tenendo un occhio vigile allo studio parallelo in corso del Piano dei
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Servizi, che poteva fornire utili indicazioni circa le necessità di nuovi servizi da
reperire nei diversi ambiti cittadini interessati dagli interventi.
Una città integrata, meno frammentata nelle sue diverse identità che vanno
comunque difese e recuperate, con quartieri più articolati e meno “zonizzati” dal
punto di vista delle funzioni e delle tipologie, insieme ad una adeguata dotazione di
servizi presente su tutto il territorio cittadino, tutto questo poteva e potrebbe essere
un traguardo ed un principio informatore del Piano, che riassume un po’ tutte le
riflessioni svolte.
Progetti qualitativamente significativi degli spazi aperti, in linea con i principi
enunciati dal P.R.G., gli unici in grado forse di stabilire fertili relazioni tra le parti
urbane e le persone, dovranno caratterizzare gli interventi entro il paesaggio di solito
eterogeneo della città contemporanea.
Complessivamente le aree per servizi ed attrezzature pubbliche o di uso pubblico
previste dal Piano di Zona, modificato a seguito dell’iter di controdeduzione,
ammontano a mq. 103.378, a fronte di un dimensionamento della capacità
insediativa residenziale pari a mc. 324.600 e n°2.164 abitanti teorici, per un
fabbisogno di standards indotto dalla volumetria residenziale pari a mq. 57.346
(n°2.164 abitanti x mq.26,5). A questo fabbisogno indotto dalla quota residenziale
del Piano va aggiunto il fabbisogno standards indotto dalla quota terziaria prevista
pari a mq. 5.344, per un fabbisogno totale pari a mq. 62.690, con un saldo positivo
quindi pari a mq. 40.688 (standards aggiuntivi rispetto al minimo).
Detti abitanti teorici, come evidenziato nella relazione di stima del fabbisogno
abitativo, sono stati calcolati sulla base del parametro 150 mc/abitante, ritenuto
idoneo ed attendibile sulla scorta dei dati effettivi e dei parametri, riscontrati a
posteriori, del precedente Piano di Zona 167 per il decennio 1990-1999.
Infatti il vecchio P.d.Z. a fronte di una realizzazione complessiva pari a mc. 711.020,
ha preordinato la realizzazione di n°2.012 alloggi, per un volume medio per alloggio
pari a circa mc.350; sul fronte demografico invece, l’attuale tendenza registra a
Bergamo un dato medio di 2,2 componenti per nucleo familiare: si può concludere
che è attendibile che il volume medio per abitante insediabile, rispetto al nucleo
familiare di medie dimensioni, si attesti intorno ai mc.150-160/abitante.
Per quanto concerne la quota terziaria, la dotazione di standards assunta e correlata è
quella già prevista dalla legge regionale n°1/2001 (indicazione già cogente per gli
strumenti urbanistici comunali), legge ora abrogata dalla legge regionale n°12/05, e
cioè il 100% della superficie lorda di pavimento terziaria prevista nelle zone
omogenee C e D di Piano regolatore e il 75 della s.l.p. prevista nelle zone omogenee
A e B di P.R.G. Il fabbisogno indotto dalla quota terziaria è quantificabile, come
sopra evidenziato, in mq. 5.344 complessivi.
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In realtà la superficie totale delle aree a standards, essendo esuberante in diversi
interventi, ove è maggiore per soddisfare esigenze quantitative e qualitative locali,
assolve comunque anche al fabbisogno di standards indotto dal vecchio parametro
mc. 100/abitante: infatti effettuando il calcolo del dimensionamento su quest’ultimo
parametro, otteniamo n°3.246 abitanti teorici, per un fabbisogno indotto di standards
legati alla quota residenziale pari a mq. 86.019, cui si aggiungono i mq. 5.344 di
standards indotto dalla quota terziaria, per un totale di fabbisogno complessivo pari a
mq. 91.363 inferiore comunque allo standards reperito (mq. 103.378).
L’eccedenza di dotazione di standards di alcune zone è determinata dalla necessità
puntuale di dotare maggiormente alcune aree che ricadono in ambiti territoriali più
compromessi, mentre il mancato rispetto dello standard minimo per alcuni interventi,
seppure per piccole quote, è ampiamente compensato dalle zone adiacenti e più in
generale all’interno del Piano.
Dei mq. 103.378 di standards reperiti, mq. 20.355 sono destinati a parcheggio
pubblico e mq. 65.252 a verde pubblico (parchi e giardini pubblici, orti urbani, etc.):
la quota a parcheggio pubblico, tolta la parte di spettanza della componente
commerciale (almeno il 50% del fabbisogno standards indotto della parte
commerciale e quindi stimabile in mq. 5.344/2) corrisponde ad un parametro di circa
8,17 mq/abitante insediabile, ben superiore alla quota minima prevista di mq. 3
/abitante dalle N.T.A. del P.R.G.
La dotazione complessiva di standards prevista per ogni comparto d’intervento
costituisce la quantità minima inderogabile per il singolo ambito, mentre la tipologia
del singolo standard e la sua collocazione sul territorio verrà definita puntualmente
dal progetto esecutivo, rispettando quanto previsto dalle “prescrizioni particolari”
contenute nelle N.T.A. e relative al singolo intervento.
Un ulteriore obiettivo perseguito, sopratutto usando lo strumento normativo, è stato
quello di definire principi, indicatori e standards di qualità architettonica ed urbana
(standards qualitativi), da osservare in sede di progettazione degli interventi, volendo
smentire quel luogo comune che non ritiene l’e.r.p. coniugabile con la buona
architettura e la buona urbanistica, per il solo fatto che in questo campo si deve di
norma fare i conti con contenute previsioni di spesa.
Qualità che può essere perseguita attraverso una progettazione attenta, concepita
secondo criteri di flessibilità, di risparmio energetico, di bioarchitettura, che
consentano una migliore qualità della vita e al tempo stesso una maggiore
adattabilità degli alloggi realizzati.
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5. Le relazioni con il Piano dei Servizi
Il lavoro del Piano di Zona si è interfacciato “in progress” con il lavoro in corso per
l’elaborazione del Piano dei Servizi, anche se quest’ultimo è in fase meno avanzata e
con un quadro della domanda ancora in via di definizione.
Il gruppo di lavoro per il Piano dei Sevizi ha analizzato la proposta di P.d.Z. e gli
abitanti teorici previsti nelle diverse zone, abitanti che sono stati quindi divisi per
fasce d’età, in base all’analisi demografica per ambiti territoriali già predisposta.
Gli indici hanno consentito di stimare per ogni ambito d’intervento l’incremento
della popolazione, con particolare riguardo alla popolazione scolastica ed agli
anziani.
Da questa analisi sono scaturiti dei suggerimenti di massima che hanno orientato le
scelte relativamente ai servizi da prevedere.
Uno dei suggerimenti, in senso generale, è stato quello di incrementare le strutture
sociali e socio-culturali destinate in particolare alla popolazione con età superiore ai
65 anni, visto la tendenza all’aumento degli indici di invecchiamento.
Rispetto ai diversi ambiti territoriali, detta indicazione è tanto di più valida per quegli
ambiti che in base alle previsioni volumetriche del P.d.Z. subiranno il maggior
incremento di popolazione anziana (ad es. la zona di Grumello e la Grumellina, per
la quale si stima un incremento percentuale degli anziani attorno al 20%).
I suggerimenti, rispetto alle diverse zone urbane, sono così riassumibili:
ambito
territoriale
n°
intervento
suggerimenti e priorità risposte fornite dal P.d.Z.
e note varie
Valverde/
Valtesse
1-16-26-30 -piattaforma intermodale:
previsione di parcheggi di
interscambio per la tramvia
della Valle Brembana
-servizi sociali alla persona
e scuola secondaria 1^
grado (Valverde)
nell’intervento n°1 sono
previsti parcheggi pubblici
e lo spazio di riserva per
realizzarne ulteriori
Celadina 3-4-24 -potenziamento delle
strutture esistenti per
l’istruzione di base;
-strutture socio-culturali di
valenza urbana
nell’int. 4 sono previste
attrezzature in cessione al
Comune, che potrebbero
essere destinate a utilizzi
socio-culturali.
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Centro 5-6 -verde e parcheggi
d’interscambio;
connessione ciclo-
pedonale a superare la
ferrovia
il Piano d’area complessivo,
che comprenderà anche i
due interventi P.d.Z. a
cavallo della ferrovia, darà
adeguata risposta
all’esigenza evidenziata
Carnovali 11 -mancanza di strutture
pubbliche per istruzione di
base
-assenza verde attrezzato
L’intervento 11, unico
rimasto dopo lo stralcio
dell’int.7, non presenta una
dimensione tale da poter
garantire queste necessità.
Villaggio
degli Sposi
8-12-14-
18-19-29
-verificare strutture per
istruzione di base
-potenziamento strutture
socio-assistenziali
-connessioni ciclo-
pedonali
sono previste attrezzature in
cessione al Comune
nell’int.19 (alloggi protetti
per anziani o centro socio-
culturale); gli interventi
prevedono in generale un
potenziamento delle
connessioni verdi e
ciclopedonali
S.Tommaso 17-22 -servizi socio-culturali
(soprattutto per anziani)
-connessioni verdi ciclo-
pedonali
l’int. 22 garantisce una
importante connessione
verde con gli ambiti
limitrofi
Grumello 27-28 -servizi socio/sanitari e per
anziani
-servizi di base: farmacia,
ambulatorio, ufficio
postale
-verde attrezzato
-servizi socio-culturali
-scuola secondaria primo
grado e asilo
in tutti e due gli interventi si
prevedono attrezzature in
cessione da definire e spazi
commerciali/terziari, che
potrebbe fornire una serie di
risposte ai bisogni espressi
Colognola 21-25 -nessuna criticità segnalata -si prevedono soprattutto
spazi attrezzati verdi
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6. La perequazione urbanistica ed economica
Il Piano preordina una perequazione urbanistica ed economica sia a livello di singolo
comparto edificatorio, sia più in generale, e questo è senz’altro più significativo, a
livello d’intervento globale di P.d.Z.
Come prevede il P.R.G. per gli ambiti assoggettati a progetto norma, tutte le
proprietà coinvolte partecipano al diritto edificatorio ed agli oneri connessi a
prescindere dalla puntuale indicazione di superfici edificabili e di superfici per
attrezzature: questo a maggior ragione dal momento che il P.d.Z. preordina
comunque per tutti gli interventi previsti l’azione espropriativa, la quale già di per sé
tende a definire indennità non influenzate dalle previsioni pianificatorie del Piano di
Zona, ma soltanto dalle preesistenti possibilità edificatorie delle aree in questione.
E’ prevista anche una solidarietà economica globale per tutti gli interventi previsti
dal P.d.Z.
Infatti il prezzo di alienazione o di concessione del diritto di superficie delle aree
comprese nel Piano è determinato tenendo conto dei costi complessivi sostenuti o da
sostenersi da parte del Comune per l’acquisizione di tutte le aree, comprese quelle
già di proprietà comunale che vengono valutate al valore di esproprio, oltre ai costi
complessivi di urbanizzazione.
Così anche il contributo dovuto per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria
è determinato, in sede di Programma pluriennale d’attuazione del Piano di Zona,
secondo i medesimi principi di solidarietà economica globale (in estrema sintesi, i
costi complessivi di acquisizione e urbanizzazione di tutte le aree inserite nel Piano
vengono ripartiti pro quota tra i singoli comparti d’intervento, tenuto conto che il
Comune deve essere ripagato di tutte le spese sostenute, con esclusione di quelle
eventualmente poste a suo carico espressamente dalla legge).
Le singole situazioni, gli eventuali scomputi per la realizzazione diretta delle opere
di urbanizzazione, vengono trattati poi in sede di singola convenzione attuativa dove
vengono individuati con precisione tutti gli oneri ed i costi a carico del soggetto
attuatore, insieme agli altri obblighi convenzionali.
7. Il disegno insediativo – le caratteristiche degli
interventi – l’architettura bioecologica ed eco-
sostenibile
Il progetto di Piano di Zona fornisce in generale principi e regole cui attenersi nella
progettazione degli interventi, con prescrizioni puntuali relative alla superficie
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edificabile, al volume massimo realizzabile, alle altezze massime, alle singole
prescrizioni particolari d’ambito contenute nelle norme tecniche d’attuazione, oltre a
indirizzi da assumere in via preferenziale per quanto concerne altri aspetti del
progetto di PEEP.
In particolare nelle N.T.A. si definisce cosa s’intende per principio insediativo,
definizione mutuata dal P.R.G., ed il suo carattere di indicazione nell’ambito della
proposta di Piano di Zona: i singoli elaborati grafici infatti riportano in scala
adeguata un disegno planivolumetrico che intende indicare una concreta possibilità
di sviluppo del singolo progetto d’area, da seguire come soluzione preferenziale, non
escludendo tuttavia che il progetto esecutivo possa trovare ulteriori soluzioni
migliorative, che non stravolgano il principio insediativo delineato e che possono
essere valutate dall’Amministrazione comunale senza vincolo o impedimento di
carattere normativo.
Di norma tuttavia, oltre alle prescrizioni particolari contenute nella parte 2 delle
norme tecniche, risulta prescrittiva l’indicazione grafica contenuta nelle tavole e
relativa alla superficie edificabile dei singoli comparti, entro cui troverà collocazione
il sedime degli edifici di progetto.
Confermando un principio generale, ripreso anche dalla recente legge regionale
n°12/05, non costituisce variante al P.d.Z. la previsione in fase esecutiva di
modifiche planivolumetriche rispetto a quanto approvato, a condizione però che non
si alteri in modo significativo, a giudizio dell’Amministrazione comunale, il
principio insediativo previsto, non si incida sul dimensionamento globale degli
insediamenti e non si diminuisca la dotazione di aree per attrezzature pubbliche o di
uso pubblico.
Il progetto architettonico poi dovrà perseguire obiettivi di qualità sia per quanto
concerne gli edifici che gli spazi aperti. Uno tra gli altri, che le norme ben mettono in
evidenza, è la caratterizzazione delle facciate e il loro necessario inserimento
armonico nel contesto: viene delineata una procedura che mira a valutare e
concordare preventivamente, ad esempio, la colorazione degli intonaci e delle
tinteggiature esterne, proprio per evitare inserimenti dissonanti e poco attenti alla
componente estetica ed ambientale.
Le autorimesse private andranno realizzate di preferenza nel sottosuolo,
compatibilmente con le problematiche idrogeologiche e l’eventuale presenza di corpi
idrici, questo al fine di contribuire al raggiungimento di una sistemazione adeguata
degli spazi aperti, sia di quelli pubblici che di quelli privati, certamente non meno
importanti nella definizione della qualità urbana.
Sono previsti alcuni articoli che sanciscono, in modo del tutto nuovo per uno
strumento urbanistico della nostra città, alcuni principi costruttivi da perseguire
15
finalizzati al risparmio energetico ed alle nuove tecnologie nel campo della
architettura bioecologica ed eco-sostenibile, principi questi, assieme a regole, già
fissati nelle recenti modifiche al Regolamento edilizio in corso di adozione.
La qualità energetica ed ambientale deve trovare adeguata risposta nei nuovi
interventi proposti, attraverso parametri di sostenibilità che sono:
- relazione coerente con il contesto e con il sito;
- attenzione al progetto degli spazi aperti quali parte integrante e non
complementare del progetto degli edifici;
- controllo dei consumi energetici e utilizzo di fonti rinnovabili;
- utilizzo di materiali ecocompatibili, nonché tecnologie ed impianti
energetico-efficienti;
- corretta gestione delle risorse idriche;
- massima permeabilità dei suoli;
- attenzione a fattori inquinanti (acustico, elettromagnetico, da amianto, da
radon, etc.).
In generale è sempre più marcata la necessità di progettare costruzioni meno
energivore e più rispettose dell’ambiente (edilizia bioclimatica), in cui l’integrazione
delle tecnologie finalizzate al risparmio energetico attivo e passivo è più efficace,
coniugando risparmio di risorse con benessere abitativo.
L’architettura bioclimatica è quella modalità di progettare che si pone l’obiettivo di
attuare soluzioni tipologiche, formali, materiche e tecnologiche che consentano il
raggiungimento di adeguati standards di benessere abitativo, grazie soprattutto
all’interazione di queste soluzioni con il suo intorno ambientale, senza abusare di
risorse energetiche non rinnovabili.
I modelli di riferimento teorico, oramai consolidati nell’uso, afferiscono a due
categorie diverse ma finalizzate allo stesso obiettivo: i sistemi solari attivi (ad
esempio i pannelli solari) ed i sistemi solari passivi (più legati alla definizione
spaziale, alla forma, all’orientamento, alla collocazione ambientale del costruito).
Le norme del Piano, fra le altre cose, prevedono che nei nuovi edifici in progetto
almeno il 50% del fabbisogno annuo di acqua calda sanitaria venga soddisfatto con
l’impiego di tecnologia solare (sistemi solari attivi).
In effetti i collettori solari vanno realisticamente considerati integrativi rispetto alle
tecnologie tradizionali; vanno considerati capaci di fornire direttamente solo parte
dell’energia necessaria all’utenza, energia che altrimenti dovrebbe essere prodotta
dalla caldaia tradizionale. Un collettore solare termico per la produzione di acqua
calda sanitaria dimensionato correttamente viene progettato per soddisfare il 60-65%
del fabbisogno termico complessivo.
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Tra i sistemi solari passivi, a parte i criteri progettuali e l’attenzione
all’orientamento, alla collocazione dell’edificio ed alle sue interazioni con l’intorno,
all’illuminazione naturale degli ambienti, la norma di Piano prevede la possibilità di
realizzare serre bioclimatiche, veri serbatoi di accumulo del calore in inverno che
devono essere opportunamente schermate per evitare il surriscaldamento nel periodo
estivo.
Anche per l’impianto di climatizzazione, la normativa del Piano di Zona fornisce
indicazioni: va privilegiato il sistema di riscaldamento ed eventualmente di
raffrescamento di tipo radiante, capace di assicurare un buon risparmio energetico
congiunto a condizioni di benessere e salubrità ambientale superiori a quelle
conseguibili attraverso i tradizionali impianti a convezione.
Questa tipologia d’impianto consente che la temperatura di benessere ambientale si
raggiunga a 18° anziché a 20°, così come succede negli impianti tradizionali. Altro
fattore che contribuisce alla riduzione dei consumi è rappresentato dal fatto che,
funzionando ad irraggiamento, questi sistemi vengono progettati per mettere a
regime termico gli ambienti sino ad un massimo di due metri dal pavimento,
evitando di riscaldare zone e volumi d’aria non direttamente interessati ad assicurare
il confort ambientale.
Per quanto riguarda la corretta gestione delle risorse idriche, si prevede l’utilizzo ed
il recupero dell’acqua piovana, privilegiando un sistema di incanalamento ed
accumulo in un serbatoio, con utilizzo dell’acqua raccolta per usi non domestici
(riempimento cassette w.c., irrigazione del giardino, lavaggio esterno).
Questo sistema preordina una doppia rete di distribuzione dell’acqua che consente di
differenziare gli usi finali e quindi di limitare il consumo complessivo.
Si prevede inoltre l’installazione obbligatoria di contatori volumetrici del consumo
individuale di acqua potabile, insieme alla raccomandazione di installare
temporizzatori finalizzati al risparmio ed ad un uso più razionale e controllato della
risorsa idrica.
8. Il sistema qualità : qualità ambientale,
architettonica, ecologica, manutentiva e sociale
L’attuazione del Piano di Zona deve avere come obiettivo trainante la costruzione di
un sistema qualità, incentrato sul benessere psico-fisico degli utenti finali e correlato
ad uno sviluppo sostenibile, attento ai diversi parametri che possono influire e
condizionare questo benessere abitativo.
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Oltre alla qualità ambientale, il risparmio energetico e le azioni indirizzate verso una
architettura bioecologica ed eco-sostenibile, preordinate dalla normativa tecnica
come meglio evidenziato in precedenza, oltre l’utilizzo del sistema del concorso di
progettazione per ricercare la massima qualità urbana ed architettonica in ambiti
ritenuti strategici dal punto di vista urbanistico, all’art. 7 delle N.T.A. s’indica come
ulteriore fattore di qualità la partecipazione allargata (qualità sociale) dei destinatari
degli alloggi alla fase progettuale, di sviluppo della proposta costruttiva, e nella
gestione poi dei complessi realizzati.
Tutto questo mira a costruire un fondamentale senso di appartenenza del fruitore
rispetto al bene immobile goduto, elemento questo spesso assente proprio in questa
tipologia di edilizia residenziale.
Si dice in tal senso che i soggetti attuatori (cooperative, imprese, etc.) verranno
individuati, in sede di assegnazione delle aree, in funzione anche delle loro capacità
organizzative, documentate sulla base di sistemi qualità certificati, della loro capacità
aggregante e della loro attenzione verso una gestione la più allargata possibile e
responsabile degli edifici e.r.p. una volta realizzati.
Attenzione dovrà essere posta poi alla manutenzione periodica degli edifici e degli
spazi aperti (un articolo delle N.T.A. è dedicato all’argomento), cercando di superare
un problema storico di questo genere di edilizia abitativa, spesso connotata da un
impiego di materiali poveri ed economici, o da soluzioni progettuali poco attente,
che nel tempo contribuiscono in modo determinante, insieme all’incuria e quindi agli
aspetti gestionali, al degrado architettonico ed urbano di questi insediamenti.
I progetti esecutivi dovranno in tal senso essere corredati da un Piano di
manutenzione degli edifici e degli spazi aperti, basato su criteri e requisiti dettati
dagli standards minimi di qualità previsti dalle norme UNI.
Le cooperative, le imprese costruttrici dovranno di norma garantire un sistema
qualità e requisiti minimi per poter ottenere l’assegnazione delle aree e quindi
realizzare gli interventi previsti dal P.d.Z.
La quantità e qualità delle singole prestazioni dipendono da risorse umane, mezzi
tecnici, organizzazione, capacità finanziaria del fornitore: tutti questi fattori possono
essere accertati dal processo di certificazione secondo le norme UNI EN ISO 9000.
Manutenzione edilizia quindi non più come attività, ma come processualità, ovvero
come insieme d’azioni di pianificazione, programmazione, esecuzione e controllo
che affermano il principio della manutenzione come sistema e come servizio.
Le norme tecniche prevedono poi che il Comune possa, nei casi limiti, intervenire
per ripristinare condizioni adeguate di manutenzione, decoro ed incolumità pubblica,
in situazioni di evidente degrado e di assenza d’iniziativa da parte dei proprietari, per
tempo invitati e quindi diffidati ad intervenire.
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9. La valutazione ambientale, idrogeologica e
sismica – il sistema del verde e degli spazi aperti
Tutti gli interventi sono stati puntualmente verificati e studiati anche dal punto di
vista dell’impatto sull’ambiente, tenendo conto delle peculiarità del territorio
comunale anche in funzione dei processi di sviluppo da governare.
Le valutazioni sono state fatte sulla base del patrimonio conoscitivo esistente, che a
Bergamo si presenta ricco di analisi, studi, elaborazioni svolte a più riprese nel corso
degli anni (schedature, mappature, inventari, etc.) ed in occasione dell’elaborazione
del vigente P.R.G.
Questo patrimonio conoscitivo consente, in attesa che il nuovo Piano di Governo del
territorio elabori una strategia complessiva aggiornata per il sistema ambientale,
coerenziata secondo i dettami della L.R. 12/05, di effettuare valutazioni ed assumere
decisioni oculate e comunque ben indirizzate in materia ambientale.
Il P.G.T. consentirà sin dalla fase della sua impostazione di attivare un adeguato
momento partecipativo, che potrà essere il valore aggiunto rispetto all’attuale
approccio alle tematiche paesaggistiche, oltre a progettare un sistema di
monitoraggio, dotato di indicatori adeguati facilmente accessibile e consultabile, che
consenta nel tempo di misurare gli effetti sul territorio derivanti dall’attuazione delle
politiche e delle azioni esplicitate nel Documento di Piano.
Nelle more di elaborazione del P.G.T. corredato di questi nuovi strumenti di verifica,
tutela e valorizzazione della componente paesistica, il gruppo di progettazione ha
utilizzato gli strumenti consueti, dall’esame degli eventuali vincoli di carattere
sovraordinato (nelle schede per singolo intervento, sono indicati gli eventuali vincoli
presenti e sono declinate le azioni di tutela ed attenzione che devono essere messe in
campo), alla puntuale verifica preliminare, area per area, della compatibilità con le
indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che comunque
rappresenta un importante riferimento per la valorizzazione e la tutela ambientale.
Rispetto al P.T.C.P. si è evitato di interessare aree inserite nel sistema del verde
come ambiti di valorizzazione e riqualificazione paesistica, aree agricole con finalità
di protezione e conservazione, o altre aree considerate di rilevanza ambientale,
tenendo d’occhio invece, in prima battuta, quegli ambiti individuati come primo
riferimento per la pianificazione locale (art. 93 delle N.T.A. del P.T.C.P.), ambiti che
il Piano provinciale indica come primo riferimento per le nuove necessità di
urbanizzazione, ritenendoli meno problematici al fine della trasformazione
urbanistica del territorio.
Fra l’altro già il vigente P.R.G. pone una forte attenzione al sistema del verde e delle
connessioni a valenza ecologico-ambientale, e nelle previsioni urbanistiche del
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P.d.Z. si è posta la massima cura, là dove si andava a proporre un interessamento,
seppure parziale, di aree verdi indicate nel sistema V4 (Connessioni) o V3 (Capisaldi
della pianura coltivata), nel valorizzare e nel mantenere un adeguata linea di
connessione tra ambiti urbani differenti, secondo la logica di non compromettere la
continuità, di concedere in certe situazioni una riduzione dello spazio verde,
preordinando in cambio l’acquisizione gratuita e quindi l’effettiva disponibilità in
mano pubblica degli spazi verdi ritenuti nevralgici per il sistema complessivo.
La valorizzazione del verde comporta in generale la difesa del suolo permeabile, il
miglioramento della vegetazione riparia esistente con la naturalizzazione delle
sponde di eventuali corsi d’acqua presenti, un attento disegno dello spazio aperto che
miri ad un verde progettato con cura, studiato sia nelle sue componenti formali e
visive, sia nelle sue componenti naturalistiche, botaniche, funzionali.
Le N.T.A. del Piano di Zona pongono inoltre la necessità che ogni progetto
d’intervento sviluppi più specificatamente i temi dell’interpretazione del contesto,
delle condizioni del suo mutamento, dell’idea di spazio prefigurata nonché della
sostenibilità delle soluzioni proposte e della loro coerenza paesaggistica.
A corredo del Piano di Zona, ed in allegato ad esso, è stato predisposto uno studio
geologico, idrogeologico e sismico per valutare la compatibilità di ogni singolo
intervento previsto, sulla base dei criteri attuativi della L.R. 12/05 e della precedente
L.R. 41/97.
Per ogni ambito è stato individuato il grado di fattibilità, specificando la relativa
classe di appartenenza (da 1 a 4), con indicazione puntuale degli accorgimenti o delle
azioni da intraprendere in sede attuativa per la tutela della componente
idrogeologica. Nessuno degli intervnti previsti ricade in classe 4, la classe che pone
severe limitazioni all’edificazione; per tutti gli interventi è prevista comunque una
indagine geologica e sismica puntuale preliminare, che dovrà essere particolarmente
approfondita per gli interventi ricadenti in classe 2 (classe con modeste limitazioni)
che valuti la situazione specifica e suggerisca gli eventuali accorgimenti tecnici da
adottare per costruire in piena sicurezza.
E’ stata fatta inoltre una verifica puntuale sulla problematica acustica di ogni singolo
intervento previsto e, nella singola scheda prescrittiva di cui alla parte n°2 delle
N.T.A., è individuata la classe di appartenenza dell’area all’interno della vigente
zonizzazione acustica comunale, cui conseguono i valori limite di emissione ed
immissione, i valori di attenzione ed i valori di qualità.
Si è potuto verificare che la maggior parte delle aree individuate dal Piano ricadono
in classe II (zone prevalentemente residenziali) e in classe III (aree di tipo misto),
quindi in ambiti generalmente non problematici per la residenza.
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Solo un intervento ricade in classe I (aree particolarmente protette), data la sua
contiguità con il Parco dei Colli, che viene per buona parte compreso in questa
classe, e qualche comparto ricade in classe IV (aree di intensa attività umana), più
che altro perché ambiti già produttivi, ora dismessi, così fotografati nel momento di
approvazione del Piano di zonizzazione acustica: per questi ultimi la trasformazione
urbanistica dell’area, spesso accompagnata dalla trasformazione urbanistica
dell’ambito urbano circostante, preordina una riclassificazione aggiornata in
funzione delle nuove destinazioni.
Non sono individuate aree d’intervento in zone indicate come classe V e VI, che
costituirebbero sicuramente zone problematiche dal punto di vista del rumore
ambientale.
Le uniche aree che, benché collocate in classe II o III, potrebbero accusare un
qualche problema acustico indotto dalla loro vicinanza a fonti di rumore fisso o
mobile, sono quelle individuate in prossimità di assi viari di scorrimento veloce (ad
esempio circonvallazione) o sulle possibili rotte degli aerei (Colognola) : per questi
interventi previsti occorrerà adottare tutti i sistemi necessari atti a garantire
un’adeguata insonorizzazione e confort abitativo (vetri adeguati, isolamento delle
strutture, barriere fonoassorbenti verdi, etc.).
Ulteriore elemento di qualità, non certo ultimo per importanza relativa, il Piano
favorisce e promuove la realizzazione di opere d’arte e di arredo urbano (sculture,
monumenti, fontane, etc.) da prevedersi nell’ambito degli spazi aperti pubblici.
Questa finalità si pone l’obiettivo di attrezzare adeguatamente gli spazi pubblici
dell’edilizia residenziale pubblica, normalmente poveri e privi di qualità estetica e
formale. Occorre sfatare il luogo comune che i monumenti debbano trovare
collocazione solo nei luoghi centrali privilegiati della città, abitualmente le vie e le
piazze centrali: anche gli ambiti periferici o semi-periferici pretendono un’attenzione
e una cura elevata, proprio per riuscire a dare impulso a tutti quei fattori valoriali che
insieme possono contribuire a riscattare l’immagine urbana.
Le opere, che potranno essere computate nei costi di urbanizzazione, e quindi
scomputate se realizzate con costo a carico dell’operatore, potrebbero essere
realizzate nell’ambito di concorsi di progettazione, nella fase di attuazione degli
interventi programmati, magari riservando la partecipazione a giovani artisti,
opportunamente selezionati da commissioni di esperti sotto il coordinamento
dell’Amministrazione comunale.
21
10. La gestione del Piano di Zona
Il Piano di Zona deve indicare in linea di massima l’assetto gestionale cui orientare
le programmate fasi di attuazione.
Si tratta di ricomporre la varietà delle azioni che determinano più in generale la
gestione del problema della casa e le scelte operate dal Piano di Zona, attraverso un
programma di intervento coordinato che recepisca univocamente le sollecitazioni
provenienti dai diversi portatori di bisogni ed interessi.
Tale programma d’intervento verrà più propriamente codificato nel Programma
pluriennale d’attuazione del Piano di Zona 167, che verrà adottato dal Consiglio
comunale a seguire l’approvazione del Piano.
Detto Programma scaglionerà nel tempo di validità del P.d.Z., attualmente per legge
18 anni, gli interventi previsti indicando quelli a breve, medio e lungo termine,
nonché gli oneri finanziari e gli impegni che dovranno essere assunti dalla diverse
parti in causa (operatori, cooperative, Comune, ALER, etc.).
Individuerà inoltre le quote di edilizia convenzionata, di edilizia agevolata e
sovvenzionata, precisando anche quali aree verranno cedute in proprietà agli aventi
titolo e quali invece verranno concesse in diritto di superficie, con priorità da
concedere agli enti operanti nel campo della casa.
Le convenzioni attuative, da approvarsi preventivamente da parte del Consiglio
comunale, dovranno indicare in generale, ai sensi dell’art. 35 della legge 22.10.71
n°865 che viene qui ripresa :
a) il corrispettivo per la concessione del diritto di superficie o per la cessione
in proprietà delle aree, nonché le modalità del relativo versamento;
b) il corrispettivo delle opere di urbanizzazione da realizzare a cura del
Comune ovvero, qualora dette opere vengano eseguite a cura e spese del
concessionario, le relative garanzie, gli elementi progettuali delle opere e le
modalità di trasferimento al Comune;
c) le caratteristiche tipologiche e costruttive degli edifici e degli alloggi da
realizzare e le modalità di controllo sulla loro costruzione;
d) i termini di inizio e di ultimazione degli edifici e delle opere di
urbanizzazione;
e) i casi nei quali l’inosservanza degli obblighi convenzionali comporta la
risoluzione dell’atto di cessione o della concessione del diritto di superficie
e le relative sanzioni;
ed in particolare, nel caso di cessione dell’area in proprietà:
f) la determinazione dei prezzi di cessione degli alloggi e dei canoni di
locazione, in percentuale di valore desunto dai prezzi fissati per la cessione;
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g) la durata della validità della convenzione non superiore a 30 anni e non
inferiore a 20 anni;
ed in particolare, nel caso di concessione in diritto di superficie:
h) la durata della concessione del diritto di superficie, non inferiore a 60 anni e
non superiore a 99;
i) i criteri per la determinazione e la revisione periodica dei canoni di
locazione, nonché per la determinazione del prezzo di cessione degli
alloggi, ove consentita;
j) i criteri per la determinazione del corrispettivo in caso di rinnovo della
concessione, la cui durata non può superare quella prevista nell’atto
originario.
Il Programma pluriennale di attuazione del P.d.Z. dovrà raccordarsi e coordinarsi con
le indicazioni e previsioni del Piano dei Servizi e del Programma delle opere
pubbliche comunali.
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Quadro degli interventi per Circoscrizione
Indice
1. Circoscrizione 1 – pag. 24
2. Circoscrizione 2 – pag. 25
3. Circoscrizione 3 – pag. 27
4. Circoscrizione 4 – pag. 28
5. Circoscrizione 5 – pag. 31
6. Circoscrizione 6 – pag. 32
7. Circoscrizione 7 – pag. 36
oggetto:Progetto del nuovoPiano di Zona 167
Relazione tecnicaillustrativa
Testo approvato dal C.C.con delibera n°1/107 del
16.01.2007
A6
24
CIRCOSCRIZIONE N.1
INTERVENTO N°6 – VIA DAVID (EX-MOLINI – PROGETTO NORMA
N°11)
L’intervento si situa in un quadrante produttivo già dismesso, oggetto di analisi
approfondite in sede di Piano regolatore generale, trattandosi di aree inserite nel
Progetto norma n°11, progetto norma strategico per le trasformazioni urbane che
preordina, in cui sono inserite anche le attuali proprietà delle Ferrovie dello Stato, la
Cesalpinia, il Consorzio, etc.
Il P.R.G. vigente prevede per l’area ex-Molini il mantenimento con recupero degli
edifici produttivi esistenti, con possibilità di intervento convenzionato, anche
mediante Piano di Zona, su una parte, con cessione al Comune delle aree e dei diritti
volumetrici per mc.15.000.
L’interevento PEEP proposto, su un’area della superficie di mq. 2.940, preordina
invece, oltre all’eventuale risanamento conservativo, anche la possibilità di una
trasformazione radicale con demolizione degli edifici produttivi e costruzione di
edifici residenziali, coordinando la proposta di P.d.Z. con il Programma d’intervento
relativo alla restante parte dell’UMI n°2/6, del progetto norma n°11, nonché con gli
studi in corso da parte della S.T.U. Porta Sud per le aree dello scalo ferroviario in via
di dismissione.
L’ipotesi planivolumetrica indicata nella tav. 4 è allineata con l’attuale indicazione di
P.R.G. ed è puramente indicativa: sarà la proposta definitiva di Programma integrato
(o altro strumento attuativo) che, tenendo conto della volumetria prevista dal P.d.Z.
per l’edilizia residenziale pubblica pari a mc.15.000, individuerà con precisione
anche il tipo e la quantità di attrezzature pubbliche da cedersi o asservire per tutto
l’ambito oggetto d’intervento, tenuto conto che la soglia minima di standards da
reperire per il P.d.Z. è quella indicata pari a mq. 1.486.
25
CIRCOSCRIZIONE N.2
INTERVENTO N°9 – VIA ROTA/ VIA BELLINI (LONGUELO –
PROGETTO NORMA N°26)
Trattasi di area produttiva in attività (tintoria), della superficie complessiva di
mq.7.905, che il vigente P.R.G. preordina ai fini di una trasformazione urbanistica
come progetto norma n°26-UMI 2, con demolizione dei fabbricati produttivi esistenti
e costruzione di fabbricati residenziali con piccola quota di commerciale
(complessivi mc.15.000).
L’intervento si colloca nell’ambito di riqualificazione complessiva del nuovo centro
civico di Longuelo, posto tra il vecchio nucleo e la via Mattioli.
La proposta di P.d.Z. prevede la realizzazione di un’edificazione ad L, calibrata nelle
altezze (max 3-4 piani) onde consentire il rispetto delle visuali verso la collina dal
centro del quartiere. La volumetria complessiva massima è pari a mc.16.300,
prevalentemente residenziale, con una quota terziaria (mc.6.600) che dovrebbe
consentire l’insediamento di una media struttura di vendita al servizio della nuova
realizzazione residenziale, ma anche di tutto il quartiere di Longuelo, da prevedersi
al piano terra e prospiciente la piazza pubblica.
L’accessibilità ed il sistema di entrata/uscita dovranno essere studiati con attenzione,
tenuto conto che la proposta PEEP prevede l’accesso sia dalla via Bellini in
corrispondenza del parcheggio pubblico esistente, che dalla via Rota, strada che
dovrà essere opportunamente dotata di marciapiede.
La nuova piazza prevista costituirà un nuovo importante momento pubblico in
continuità con gli spazi pubblici limitrofi più a sud. Il progetto prevede il
mantenimento della ciminiera esistente come segno che resta della cessata attività
industriale.
INTERVENTO N°20 – VIA MERULA/ VIA LOCHIS (LONGUELO)
Si tratta di una piccola area inedificata, della superficie di mq. 3.394, interclusa nella
zona residenziale di Longuelo posta tra le vie Lochis e Mattioli.
Il vigente P.R.G. destina l’area ad un intervento di nuova edificazione ne 169,
volume pari a mc.3.000, altezza 2 piani, con destinazione a servizi scolastici di base.
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Sulla base delle verifiche effettuate con gli Assessorati all’Istruzione ed ai Lavori
Pubblici, valutata l’esigenza anche nell’ambito del Piano dei Servizi in via di
predisposizione, stante da ultimo la decadenza del vincolo espropriativo sull’area che
è di proprietà privata, si è concluso che l’esigenza scolastica è già assolta in altro
modo e non necessitano a breve altre strutture di base per il quartiere di Longuelo.
Tra l’altro, dagli studi del Piano dei Servizi, risulta che sia la scuola materna, che la
scuola media di Longuelo hanno un numero significativo di iscritti non residenti nel
quartiere, a dimostrare una buona dotazione di servizi in loco e la non necessità nel
breve-medio periodo di ulteriori attrezzature scolastiche.
Il progetto di PEEP prevede una volumetria residenziale di mc.5.000, altezza
massima 2 piani, con tipologia a schiera e verde di pertinenza delle singole unità
abitative, oltre ad un parcheggio pubblico di mq. 885 che assolve allo standard
minimo richiesto (mq. 883).
INTERVENTO N°13 – VIA LEOPARDI (LORETO)
L’intervento PEEP riguarda una piccola area edificata, della superficie di mq.1.350,
posta sulla via Leopardi, attualmente occupata da due edifici alti 2-3 piani, di
modesta qualità architettonica, inseriti tra edifici d’impianto più recente alti più di 20
metri.
Il vigente P.R.G., comprendendo l’area nel sistema della residenza R2, la sottopone
al tipo d’intervento di risanamento conservativo.
Dal momento che la situazione di fatto e la verifica puntuale delle caratteristiche
dell’immobile non postulano un’esigenza di conservazione, il progetto preordina una
demolizione con ricostruzione sfruttando al massimo le potenzialità edificatorie del
sito.
Il volume previsto dal PEEP è pari a mc.7.000, prevalentemente residenziali con una
minima quota commerciale (mc.1.000) da prevedersi al piano terra della nuova
costruzione. Il nuovo edificio può raggiungere l’altezza di 7 piani fuori terra.
Stante le limitate dimensioni del lotto, l’intervento non prevede la realizzazione e
relativa cessione di aree a standards.
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CIRCOSCRIZIONE N.3
INTERVENTO N°15 – PIAZZALE BRIGATA LEGNANO (CITTA’ ALTA -
ROCCA)
INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI
CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI
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CIRCOSCRIZIONE N.4
INTERVENTO N°1 – VIA RUGGERI DA STABELLO (PROGETTO NORMA
N°1)
L’intervento previsto si colloca su un’area libera, situata tra la circonvallazione e la
via Ruggeri da Stabello, in adiacenza ad un complesso dell’ALER, già compresa dal
vigente P.R.G. nell’ambito del progetto norma n°1 con destinazione a spazi aperti
pubblici o di uso pubblico.
L’area inoltre risulta adiacente al previsto tracciato della metropolitana leggera, tratto
verso Villa d’Almè e la Valle Brembana, con possibile localizzazione della fermata
di S.Antonio, al servizio della zona di Valtesse.
In questo senso il progetto degli spazi aperti pubblici, tende a preservare una fascia
adeguata libera lungo il tracciato della metropolitana da cedere al Comune,
nell’ambito della convenzione attuativa del PEEP, ma da preservare allo stato di fatto
in attesa del progetto definitivo ed esecutivo del tram veloce, che potrebbe
preordinare diverse esigenze per gli spazi aperti e di sosta in funzione della citata
fermata.
La superficie del lotto interessato dal PEEP è pari a mq. 5.628, con una volumetria
residenziale prevista di mc.11.000 e altezza massima 3 piani, per consentire le
possibili visuali dalla circonvallazione verso città alta.
La tipologia prevista è a corte, richiamando alcune tipologie presenti in zona,
ricorrenti in ambiti della campagna bergamasca e nelle fasce suburbane.
Lo standard complessivamente previsto in cessione è superiore al fabbisogno indotto
dal nuovo insediamento (mq. 3.114, a fronte di un fabbisogno minimo di mq.1.943),
caratterizzato essenzialmente da spazi pavimentati e verde pubblico, quest’ultimo
ubicato tra la prevista edificazione e la tramvia.
INTERVENTO N°16 – VIA PINETTI (CONCA FIORITA)
L’intervento PEEP previsto riguarda un lotto di limitate dimensioni (S.t. = mq.2.883)
posto lungo la via Pinetti, zona Conca Fiorita, in un ambito prettamente residenziale
ed in prossimità della scuola media Camozzi e della scuola elementare Rosa.
29
Sull’area insiste un fabbricato vuoto da tempo, di scarso pregio architettonico ed in
avanzato stato di degrado che il Piano intende demolire per fare posto ad un edificio
residenziale di mc. 7.000.
L’intervento prevede anche la realizzazione di un parcheggio pubblico, che assolve
al fabbisogno indotto di standard e che potrebbe tornare utile anche agli utenti ed agli
insegnanti dei limitrofi istituti scolastici.
L’area è attualmente destinata dal vigente P.R.G. a servizi di assistenza socio-
sanitaria ed in tal senso la destinazione a edilizia residenziale pubblica, con
possibilità di riservare alcuni alloggi come alloggi protetti o comunque per utenti
anziani, non snatura e non modifica in modo profondo l’indicazione urbanistica
generale.
INTERVENTO N°23 – VIA VOLTA (MONTEROSSO)
L’area è ubicata a Monterosso, lungo la via Volta, in prossimità della zona collinare,
in un ambito pregiato dal punto di vista ambientale, tra l’ambito residenziale
composto essenzialmente da corpi in linea bassi sul lato est di via Volta e il profilo
dominante, più in alto, sul lato ovest, del complesso residenziale posto lungo la via
Quintino alto, individuato dall’Inventario dei beni culturali isolati.
L’intervento di contenute dimensioni (mc. 4.000) si presenta più come un
completamento residenziale di contenuto impatto, con possibilità di realizzare due
edifici alti due piani a completare la sequenza edificata lungo la via Volta.
E’ prevista in testata alla via, che è a fondo chiuso, la realizzazione di un parcheggio
pubblico che permetterà anche la possibilità d’inversione di marcia agli automezzi
ora costretti a diverse manovre di uscita.
Il progetto del verde, anche di quello privato, dovrà tener conto delle altimetrie dei
luoghi ed essere rispettoso del contesto ambientale, non snaturando quella che è la
natura del sito.
INTERVENTO N°26 – VIA ZUCCALA LOCATELLI (VALTESSE)
Trattasi di area inedificata, di modeste dimensioni (mq. 4.443) adiacente la
circonvallazione, in zona Valtesse.
L’ipotesi di PEEP preordina l’edificazione di un edificio in linea, posto in
perpendicolare alla circonvallazione ed alla via Zuccala Locatelli, al fine di mitigare
l’impatto visivo verso città alta.
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L’edificio, per una volumetria di mc. 4.000, non supera i tre piani fuori terra e sfrutta
anche i dislivelli esistenti del terreno attestandosi ad una quota più bassa di almeno
mt. 1 rispetto alla quota strada (via Zuccala Locatelli).
La nuova edificazione prevista, con la sua quota di verde pubblico, va a chiudere e
completare la linea di edificazione esistente, ed il verde pubblico delimitato ad est
dal fossato di un riolo si propone come il primo tassello per la realizzazione di un
parco pubblico più ampio che coinvolga tutta l’area inedificata, e di sicuro pregio
ambientale, posta tra la circonvallazione e le vie Alcaini, Muratori e Barbaroli.
E’ prevista una cessione di aree a standard (mq. 2.669) nettamente superiore al
minimo dovuto (mq. 707) in relazione alla volumetria concessa.
INTERVENTO N°30 – VIA ACQUADERNI (MONTEROSSO)
La collocazione dell’intervento in zona Monterosso, ad interessare un’area tra la
circonvallazione, la via Acquaderni e gli impianti sportivi esistenti, mira a prevedere
una quota di edilizia residenziale pubblica anche in questi ambiti di maggior pregio
ambientale della città.
L’intervento PEEP propone una volumetria massima di mc.12.000 su un’area vasta
pari a mq.11.017, con edifici di altezza massima 3 o 4 piani , in linea con le altezze
della zona residenziale limitrofa.
Lo standard reperito dall’intervento, prevalentemente verde pubblico o d’uso
pubblico, assomma a mq. 6.033 nettamente superiore al fabbisogno indotto (mq.
2.120).
L’edificazione si concentra sul lato verso il campo sportivo, al fine di preservare
l’unitarietà del verde verso il corso d’acqua a confine ovest dell’area, segnato da una
vegetazione spontanea che ne marca la presenza sul territorio.
Il progetto del verde dovrà garantire un risultato di qualità, privilegiando spazi aperti
non alberati, nelle parti centrali, ed invece la valorizzazione ed una manutenzione
attenta della vegetazione spontanea lungo il corso d’acqua.
Il parcheggio pubblico di previsione attestato sulla via Acquaderni potrà essere di
utilità anche per i fruitori del limitrofo impianto sportivo.
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CIRCOSCRIZIONE N.5
INTERVENTO N°2 – VIA CODUSSI (EX-CENTRALE DEL LATTE –
PROGETTO NORMA N°6)
L’intervento PEEP interessa una parte dell’area dell’ex-Centrale del latte, ora di
proprietà dell’A.S.M.
Tutta l’area già produttiva è assoggettata dal vigente P.R.G. a trasformazione
urbanistica (progetto norma n°6) con prevista demolizione dei fabbricati produttivi
esistenti (ad esclusione dell’edificio posto all’angolo tra le vie Ghislandi e S.Fermo,
che dovrà essere recuperato) e conseguente nuova edificazione di edifici residenziali
e terziari, per una volumetria complessiva di mc.25.000. Il progetto norma prevede
inoltre la contestuale realizzazione di spazi pavimentati, verde e parcheggio
pubblico, anche in interrato.
La parte del progetto norma destinata al Piano di Zona è il lato ovest, con una
volumetria residenziale prevista di mc.10.600, altezza massima 5 piani, spazi
pubblici pavimentati lungo la via Codussi e verde pubblico sul lato interno, come
quota parte del verde pubblico localizzato dal P.R.G.
L’intervento dovrà coordinarsi ed attuarsi con la restante parte del progetto norma,
che potrà essere realizzata attraverso un altro strumento attuativo (Programma
integrato o Piano particolareggiato).
32
CIRCOSCRIZIONE N.6
INTERVENTO N°3 – VIA ROVELLI (EX-FERVET – PROGETTO NORMA
N°10, UMI 1)
L’intervento PEEP si colloca nell’ambito dell’area produttiva ex-Fervet, già
destinata dal vigente P.R.G. a riconversione urbanistica nell’ambito del progetto
norma n°10, unità minima d’intervento n°1.
Il progetto norma per l’ambito prevede complessivamente una volumetria di nuova
edificazione pari a mc.109.423 prevalentemente a carattere residenziale, cui si
aggiunge la volumetria esistente da ristrutturare: la quota residenziale è prevista
essenzialmente nella zona sud verso la via Rovelli, in relazione con la cascina
Gargana, d’impianto seicentesco, ubicata al di là della via, mentre la quota terziaria e
commerciale si colloca nella zona nord verso la via Borgo Palazzo.
Sul lato ovest dell’ambito è previsto il tracciato della tangenziale est, che passerà in
sotterraneo, mentre in superficie si prevede un uso del suolo a verde pubblico, la
strada ed un parcheggio al servizio dei nuovi insediamenti residenziali.
L’ipotesi planivolumetrica prevista dal Piano di Zona è in linea con il disegno del
Programma integrato in corso di presentazione ed esame da parte dell’Assessorato
all’Urbanistica: in tal senso il principio insediativo verrà definito contestualmente al
disegno complessivo finale del Programma integrato, fermo restando la quota di
mc.20.000 destinati all’edilizia residenziale pubblica.
Per quanto concerne gli standards urbanistici, la proposta di PEEP individua mq.
2.463 di parcheggio pubblico, che costituiscono la soglia minima e potranno essere
integrati e modificati in relazione al disegno finale complessivo del P.I.I. che
comunque dovrà garantire il reperimento minimo di legge per tutto il quadrante in
trasformazione.
INTERVENTO N°4 – VIA BORGO PALAZZO/ ROVELLI (AREA EX-
MACELLO E FIERA – PROGETTO NORMA N°10, UMI 3)
L’intervento di PEEP interessa la vasta area di proprietà comunale sita tra la via
Borgo Palazzo e la ferrovia Bergamo-Brescia, parzialmente occupata dall’ex-macello
in disuso e parzialmente utilizzata per le fiere ed il luna park.
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Quest’ambito già compreso dal vigente P.R.G. nel progetto norma n°10, unità
minima d’intervento 3, con destinazione a servizi tecnici amministrativi, servizi
universitari, nonché funzioni ricettive connesse con il vicino polo fieristico, è oggetto
del concorso Europan in fase di attuazione sotto il coordinamento dell’Assessorato
all’Urbanistica, che individuerà l’impianto urbanistico ed il conseguente principio
insediativo definitivo per tutto il quadrante oggetto di studio, compresa la parte
destinata all’edilizia residenziale pubblica.
Il principio insediativo individuato nelle tavole progettuali del Piano di Zona è
quindi puramente indicativo, mentre resta determinata la quota di e.r.p. prevista che è
pari a mc. 40.000, prevalentemente a carattere residenziale con possibilità di una
quota terziaria (mc.1.500) ed una quota di attrezzature edificate (s.l.p. minima pari a
mq. 700 circa).
Lo standard urbanistico minimo complessivo è pari a mq. 7.455, di cui una parte a
parcheggio, una parte a piazza (lungo la via B. Palazzo), una parte a verde pubblico:
comunque, anche in relazione a queste attrezzature pubbliche, sarà il progetto
definitivo che scaturirà dal concorso a definire ubicazione e tipologie, fatta salva la
quantità minima complessiva definita dal Piano di Zona.
E’ prevista la realizzazione di una strada di collegamento tra le vie Borgo Palazzo e
Rovelli, in linea con le indicazioni del vigente P.R.G., che comunque dovrà essere
confermata dall’esito del citato concorso urbanistico.
INTERVENTO N°5 – VIA GAVAZZENI (FERROVIA – PROGETTO
NORMA N°11)
Si tratta di un altro intervento importante e nevralgico, sia dal punto di vista del
dimensionamento che della sua collocazione urbana, riguardante un ambito dello
scalo ferroviario in via di dismissione, subito a nord della via Gavazzeni, di fronte
alle Cliniche e all’Istituto industriale Paleocapa.
L’area in questione, già compresa dal P.R.G. nell’ambito del progetto norma n°11,
che ridisegnava tutto l’ambito a sud dello scalo ferroviario con importanti funzioni
previste quali il nuovo palazzo di giustizia, la nuova sede INPS, la nuova piazza
inclinata ed il collegamento pedonale tra la piazza della Stazione e la via Gavazzeni,
è ora oggetto di studio e rivalutazione urbanistica da parte della Società di
trasformazione urbana (S.T.U.) Porta Sud, costituita dal Comune di Bergamo, dalla
Camera di Commercio e dalla Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.), che ha come
obiettivo quello di definire ed avanzare una proposta urbanistica complessiva per
tutto il quadrante a ridosso dello scalo ferroviario.
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La proposta di PEEP, che dal punto di vista dello sviluppo planivolumetrico
recepisce al momento il masterplan già oggetto del protocollo d’intesa siglato nel
2003 tra Comune e Ferrovie dello Stato, si colloca nella parte individuata dal P.R.G.
come possibile ambito da destinare al Piano di Zona, per una volumetria complessiva
pari a mc.35.000, prevalentemente a carattere residenziale con la possibilità di una
quota terziaria non superiore a mc.2.300.
La quota residenziale potrà essere destinata anche a particolari tipologie abitative,
quali residenze universitarie, per insegnanti e residenze a carattere temporaneo.
Il disegno di PEEP proposto individua edifici alti fino a 7 piani, con ampi spazi a
verde pubblico verso il Morla che si connettono con gli altri spazi pubblici previsti
ad ovest del corso d’acqua.
INTERVENTO N°10 – VIA PIZZO DELLA PRESOLANA
INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI ESAME DI
COMPATIBILITA’ AL P.T.C.P., SU RICHIESTA DELLA PROVINCIA
INTERVENTO N°24 – VIA PIZZO REDORTA (CELADINA)
L’area d’intervento, della superficie di mq. 9.520, è ubicata in zona Celadina,
all’angolo tra le vie Pizzo Redorta e Monte Tesoro, di fronte al carcere ed in
prossimità del confine comunale con Gorle.
Si prevede un intervento unitario su due ambiti limitrofi, ma distinti fisicamente,
compresi dal vigente P.R.G. nel sistema del verde V4-Connessioni e destinati, quello
più a nord a verde pubblico, quello più a sud a nuovi impianti sportivi a terra con
possibilità di realizzare un corpo edilizio per spogliatoi.
L’area verde, che rappresenta uno dei rari momenti verdi di connessione nord-sud di
Celadina, è attraversata da un corso d’acqua (la roggia Morlino Asperti) che il
progetto del verde intende valorizzare anche come segno naturale esistente del
territorio, rinforzando ed integrando la vegetazione spontanea cresciuta lungo le
sponde.
L’edificazione prevista come PEEP si concentra nella parte sud, là dove il P.R.G.
indica la posizione degli spogliatoi, per un volume complessivo pari a mc. 11.000, di
tipo residenziale, altezza di 5 piani, riprendendo la linea di edificazione del
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fabbricato realizzato recentemente più a nord e garantendo in tal modo la continuità
del verde che viene acquisito al patrimonio comunale.
La previsione di standards urbanistici è nettamente superiore ai minimi di legge
dovuti (mq. 7.156 previsti rispetto ai mq.1.943 di fabbisogno minimo indotto).
Gli impianti sportivi saranno impianti a terra di superficie contenuta al servizio di
tutto il quartiere, stante la forma stretta e lunga del lotto (campi di basket, pallavolo,
etc.).
E’ previsto anche un parcheggio pubblico a raso con ingresso da via Monte Tesoro.
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CIRCOSCRIZIONE N.7
INTERVENTO N°7 – VIA LOTTO/CARNOVALI (PROGETTO NORMA
N°12 – UMI 4)
INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI
CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI
INTERVENTO N°8 – VIA MORONI (PROGETTO NORMA N°21)
L’area d’intervento si colloca sulla via Moroni subito a nord dell’attuale sede
A.S.M., tra la ferrovia Milano-Bergamo e la via, in continuità con l’ampia zona
verde collocata ad est dei binari e destinata dal P.R.G. vigente al progetto del nuovo
Parco ovest.
In effetti buona parte dell’area, di superficie pari a circa mq.14.000, è compresa nel
progetto norma n°21 “Parco ovest”, con destinazione prevalente a spazi scoperti
pubblici verdi, in continuità con gli spazi verdi del parco al di là della ferrovia e con
il verde posto ad ovest della via Moroni, in una logica di connessione complessiva.
Il progetto PEEP, che coinvolge anche l’area attualmente occupata da una
carrozzeria, prevede l’edificazione di una volumetria residenziale pari a mc. 17.500,
altezza 4 piani, salvaguardando essenzialmente la connessione verde che in questo
modo verrà ceduta al Comune in sede convenzionale ed attuata contestualmente agli
interventi edificatori.
Il verde pubblico previsto postula necessariamente lo spostamento dell’attuale
parcheggio degli automezzi A.S.M., che occupa la zona sud dell’ambito individuato
a ridosso della sede dell’Azienda.
La tipologia indicata nelle tavole di Piano è una tipologia a corte, ricorrente, con
diverse modalità costruttive, in questa zona della città.
Gli standards urbanistici previsti, verde e parcheggio pubblico, sono ben superiori in
termini quantitativi al fabbisogno indotto (mq. 6.990 rispetto ad una necessità
minima di mq. 3.092).
E’ da evidenziare infine come il progetto PEEP diventa l’occasione per rivedere la
viabilità in questo punto della via Moroni, d’intesa con l’Ufficio Mobilità, con lo
studio e la proposta di una rotatoria, che smorzi la viabilità di passaggio e riorganizzi
gli accessi privati ai lati della strada.
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INTERVENTO N°11 – VIA AUTOSTRADA/CARPINONI
L’intervento PEEP si colloca nell’ambito più generale di una proposta di Programma
integrato d’intervento già presentato all’Amministrazione comunale per la successiva
adozione, ambito corrispondente grosso modo all’area d’intervento della nuova
edificazione “ne 61” prevista dal vigente P.R.G. (volume complessivo previsto
mc.45.700).
Detto ambito, ubicato ad ovest della via Autostrada, attualmente risulta zona
inedificata tra il quadrante a carattere produttivo di via Canovine e il quartiere
residenziale di via Carpinoni/Carnovali.
Il Programma d’intervento prevede la realizzazione di un centro commerciale, di una
attrezzatura alberghiera, di un edificio direzionale, mentre la volumetria prevista per
l’edilizia residenziale pubblica, posta a nord della nuova strada di collegamento
prevista tra le vie Spino e Carpinoni, è pari a mc.12.000 con altezza 6 piani (in linea
con le indicazioni di P.R.G. per la ne 61).
Gli standards reperiti nell’ambito PEEP sono pari a mq. 1197, insufficienti a coprire
il fabbisogno indotto dalla volumetria residenziale pari a mq. 2.120: tuttavia la
rimanente quota di standards urbanistici, compreso gli standards correlati alla
volumetria terziaria ed alberghiera, verranno reperiti nell’ambito più generale del
Programma integrato d’intervento.
I parcheggi pubblici o di uso pubblico previsti all’interno dell’area d’intervento
complessiva (P.D.Z. + P.I.I.) assommano a circa mq. 8.000, sufficienti a coprire il
fabbisogno complessivo indotto da tutte le funzioni previste, residenziali e non.
INTERVENTO N°12 – VIA S. AMBROGIO /VIA PER CURNASCO
(VILLAGGIO DEGLI SPOSI)
L’intervento si colloca in un punto strategico del quartiere Villaggio degli Sposi, tra
le vie S.Ambrogio e Per Curnasco, in un’area attualmente occupata da serre e da
un’attività agricola residuale, oltreché da un distributore di carburante dismesso da
qualche tempo, sulla via Grumello.
Per la parte sud dell’area il vigente P.R.G. prevede un intervento di nuova
edificazione a carattere residenziale (ne 83) con un volume previsto, di tipo
residenziale, di mc.8.100: parte del volume è stato già realizzato con intervento
diretto, nell’area confinante a quella ora individuata per il PEEP.
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La proposta di Piano di Zona prevede una volumetria complessiva di mc. 11.000,
prevalentemente residenziale, con una piccola quota di commerciale (mc.1.000) da
prevedersi al piano terra dell’edificio in progetto che separa il verde dal parcheggio
pubblico, in corrispondenza dei percorsi pedonali pubblici di attraversamento.
Le altezze massime sono contenute in 4 piani fuori terra e nella proposta
planivolumetrica i volumi sono movimentati sia planimetricamente che in altezza,
prevedendo una parte del complesso a 3 ed una parte a 4 piani.
Il parcheggio pubblico è individuato sulla via Grumello, in un punto strategico e
ottimale anche per le esigenze dell’ambito urbano, mentre il verde pubblico è
previsto sul lato nord-ovest dell’area ad ampliare e richiamare come presenza i
giardini pubblici già presenti su questo lato della via S.Ambrogio.
Complessivamente gli standards risultano ampiamente assolti: sono reperiti mq.
4.030 di standard complessivo a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.015.
La parte sud dell’area è stata stralciata in sede di esame delle osservazioni, a
beneficio del proprietario privato, che potrà promuovere un’iniziativa edificatoria per
conto proprio come ne 83 (volume previsto di mc.4.500).
INTERVENTO N°14 – VIA DELLE CAVE/ GUERRAZZI (VILLAGGIO
DEGLI SPOSI)
L’intervento PEEP va ad interessare un’area di frangia del quartiere del Villaggio
degli Sposi, della superficie di mq. 5.320, posta nella parte nord a ridosso dei campi
sportivi recentemente realizzati ed al limite dell’ambito agricolo che si estende a sud
del tratto ferroviario Bergamo-Ponte S.Pietro.
In tal senso l’intervento mira a formare e consolidare il limite urbano a nord della via
Guerrazzi, insieme agli altri due interventi previsti dal Piano di Zona, al recupero
della cascina esistente ed insieme ad una lottizzazione già in corso di esecuzione.
Il vigente P.R.G. destina l’area parte a verde pubblico e parte ad intervento di nuova
edificazione ne 190, per una volumetria di mc.3.000, a destinazione mista
artigianale-residenziale.
L’intervento di PEEP preordina un volume a carattere prevalentemente residenziale
pari a mc.10.000, altezza massima 3 piani.
L’intervento prevede l’allargamento della via Guerrazzi, che dovrà andare di pari
passo con il completamento delle sue urbanizzazioni per tutto il tratto compreso tra
via delle Cave e via Moroni.
La dotazione di standards urbanistici è pienamente assolta (mq. 2.268 previsti a
fronte di un fabbisogno indotto di mq. 1.811) ed è stata incrementata, in sede di
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controdeduzioni, accogliendo l’osservazione che chiedeva l’inserimento nell’area
d’intervento del mappale più ad ovest destinato a verde pubblico dal PRG.
INTERVENTO N°17 – VIA MORONI/ CALVETTI (EX-CAMPARI)
Si tratta di un’area già a destinazione produttiva (ex-Campari), ora dismessa, posta
lungo la via Moroni, all’incrocio con la via Calvetti.
Tutto il quadrante ubicato ad ovest della via Moroni, subito a sud della ferrovia,
insieme all’area di proprietà dell’Istituto Diocesano ad est della via Moroni, è in via
di trasformazione e sviluppo urbanistico, con importanti interventi di recupero di
aree industriali e completamenti edilizi soprattutto nelle zone di frangia, nonché
potenziamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie.
La proposta d’intervento preordina una volumetria residenziale pari a mc.17.200,
altezza massima 4 piani fuori terra, con edifici in linea posti parallelamente alla via
Moroni. In sede di approvazione in Consiglio comunale, è stata prevista
un’attrezzatura pubblica o di uso pubblico per finalità sociali al piano terra degli
edifici di progetto per una S.l.p. di mq.350.
E’ previsto un adeguato parcheggio pubblico lungo la via Calvetti, via che viene
opportunamente allargata, ed un verde pubblico che funge da filtro tra le future
abitazioni e l’asse di scorrimento urbano.
La dotazione complessiva di standards urbanistici è quasi assolta (mq. 3.190 di
standards previsti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.844).
INTERVENTO N°18 – VIA GUERRAZZI
L’area d’intervento, insieme ad altre, contribuisce al completamento del fronte
urbanizzato a nord della via Guerrazzi, nel quartiere del Villaggio degli Sposi.
Si colloca tra un edificio artigianale (vetraria) ed un complesso a corte in disuso, ora
in via di recupero conservativo, di fronte agli impianti sportivi del Villaggio degli
Sposi.
L’area era stata già interessata negli anni scorsi da un progetto di Programma
integrato di recupero (PIR) ai sensi della legge Adamoli, poi non andato a buon fine.
La proposta di PEEP prevede la realizzazione di un edificio a corte, che richiama
come tipologia l’ex-fabbricato rurale limitrofo in via di recupero, attestato sulla via
Guerrazzi, per una volumetria a carattere residenziale pari a mc.5.500 ed altezza
massima 3 piani.
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La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta pienamente assolta
(mq.1.492 di standards previsti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 972).
Si prevede infatti la realizzazione di un verde pubblico e di un parcheggio la cui
attuazione dovrà coordinarsi con l’intervento di recupero previsto per il complesso
adiacente ora in disuso.
La via Guerrazzi viene opportunamente allargata, con la realizzazione del
marciapiede mancante, tenuto conto che tutto il tratto compreso tra le vie delle Cave
e Moroni dovrà essere adeguatamente potenziato ed infrastrutturato.
INTERVENTO N°19 – VIA PROMESSI SPOSI (VILLAGGIO DEGLI SPOSI)
L’intervento riguarda un’area, strategica dal punto di vista dell’impianto urbano,
della superficie di mq. 7.006, sita sulla via Promessi Sposi in prossimità delle scuole
e di fronte alla chiesa di San Giuseppe, nell’ambito del quartiere Villaggio degli
Sposi.
Il vigente P.R.G. prevede un intervento di nuova edificazione ne 80, per un volume
previsto di mc.7.880, prevalentemente residenziale, con una quota di attrezzature di
tipo sociale e ricreativo (pari ad 1/3 della superficie di pavimento lorda complessiva).
La proposta PEEP, allargando il perimetro della ne prevista dal P.R.G. a
comprendere tutta l’area verde posta in lato ovest, preordina l’edificazione di un
volume complessivo di mc.14.200, di cui mc.11.500 residenziali, mc.1.500
commerciali e mc.1.200 per attrezzature costruite (l’ipotesi è quella di realizzare una
serie di alloggi protetti per anziani, tenuto conto della vicinanza del centro per la
terza età e del parco pubblico).
Il principio insediativo disegna una nuova piazza pubblica posta dirimpetto al sagrato
della chiesa, mentre gli spazi commerciali da ubicare al piano terra del nuovo
edificio, con i percorsi pubblici che rendono permeabile il complesso verso il nuovo
giardino pubblico, contribuiscono tutti assieme a prefigurare una nuova centralità
urbana a scala di quartiere che punta a rafforzare i caratteri identificativi della zona.
Il nuovo giardino pubblico dà continuità al piccolo parco pubblico posto al di là della
strada, in una logica complessiva di spazi verdi attrezzati di medie dimensioni in
connessione reciproca fra loro a permeare tutto l’ambito costruito.
Gli alloggi protetti per anziani si collocheranno in via preferenziale ai piani terra
degli edifici, con la possibilità di avere a disposizione un piccolo spazio esterno
verde privato.
La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi
previsti (mq. 5.024 di standards a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.619).
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INTERVENTO N°21 – VIA S. PIETRO AI CAMPI/ DEI FIORI
(COLOGNOLA)
INTERVENTO STRALCIATO DAL PIANO DI ZONA, IN SEDE DI
CONTRODEDUZIONE, A SEGUITO DELL’ESAME DELLE OSSERVAZIONI
INTERVENTO N°22 – VIA GUERRAZZI/ MORONI (VILLAGGIO DEGLI
SPOSI)
L’intervento riguarda un’area, della superficie di mq.14.245, da ritenersi significativa
dal punto di vista della localizzazione urbanistica, ubicata sul lato nord della via
Guerrazzi, quasi all’imbocco della via Moroni, nell’ambito del quartiere Villaggio
degli Sposi.
Insieme agli altri interventi previsti dal Piano di Zona, sia lungo la via Guerrazzi, sia
ad est della via Moroni, questo tassello entra in una logica complessiva di ricucitura
urbana, sfruttando delle occasioni insediative che, oltre a garantire una certa
dotazione di edilizia residenziale pubblica, permettono di acquisire al patrimonio
comunale e di realizzare significativi spazi verdi posti in connessione e sequenza
logica fra loro.
L’intervento PEEP prevede una volumetria complessiva di mc.18.500,
prevalentemente di carattere residenziale, con la possibilità di una minima quota
terziaria (mc.1.200), da posizionare nell’edificio di progetto più vicino alla via
Guerrazzi.
La linea di edificazione si colloca sul lato est dell’area, mentre sul lato ovest è
previsto un nuovo parco pubblico con andamento parallelo alla via Moroni, in
corrispondenza del verde pubblico di connessione già previsto dal vigente P.R.G.
L’altezza massima prevista per le nuove edificazioni è di 5 piani fuori terra per gli
edifici più a nord, in linea con gli edifici posti all’intorno, e 4 piani per l’edificio
previsto più a sud.
Il verde pubblico preordina collegamenti ciclo-pedonali anche verso la via Moroni e
al di là con il previsto Parco ovest.
La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi
previsti (mq. 9.162 reperiti, a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 3.456).
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INTERVENTO N°25 – VIA DELL’AZZANELLA (COLOGNOLA)
Il progetto di PEEP riguarda un’area nella parte nord di Colognola, posta tra
l’ingresso autostradale e la zona residenziale di via dell’Azzanella, in prossimità del
campo sportivo e di alcuni edifici di proprietà dell’ALER.
Anche in questo caso l’intervento previsto completa la linea di edificazione
dell’abitato sul lato nord-est del quartiere, salvaguardando l’unitarietà dell’ambito
agricolo racchiuso tra la circonvallazione, l’autostrada e la zona residenziale.
Si prevede l’edificazione di una volumetria complessiva di tipo residenziale pari a
mc.10.500, altezza massima 4 piani, in linea con gli edifici ubicati nelle vicinanze.
La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi
previsti (mq. 6.629 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a
mq.1.855) e comprende il verde pubblico sul lato ovest, il verde pubblico destinato a
orti urbani sul lato est verso l’autostrada, il parcheggio pubblico sulla via
dell’Azzanella.
INTERVENTO N°27 – S.S. N°525 (GRUMELLO – PORTA SUD)
L’intervento riguarda un’area, della superficie di mq.7.288, da ritenersi strategica dal
punto di vista della localizzazione urbanistica, ubicata all’ingresso sud di Bergamo
sulla strada statale n°525 quasi al confine con Dal mine.
Proprio per la sua collocazione, l’intervento PEEP dovrà puntare ad una qualità ed a
un carattere architettonico capace di trasmettere un messaggio simbolico, di “porta
della città”, d’ingresso che segna il territorio.
Per questi motivi la proposta planivolumetrica del Piano di Zona riveste un carattere
indicativo, rimandando ad un concorso di idee e di progettazione che permetta di
individuare la miglior soluzione tecnica possibile e la più idonea rispetto al contesto
in studio.
Il volume complessivo previsto dal PEEP è di mc.13.000, di cui mc.10.500 a
destinazione residenziale, mc.1.500 a destinazione terziaria-commerciale, mc. 1.000
per attrezzature pubbliche o di uso pubblico (sala civica, culturale o ricreativa, da
concordare con la Circoscrizione).
L’altezza del nuovo edificio può raggiungere gli 8-9 piani fuori terra, tenuto conto
che il caposaldo altimetrico risulta inferiore di circa 2 metri rispetto alla quota
stradale.
La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi
previsti (mq. 4.738 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a
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mq.2.355) e comprende il parcheggio pubblico lungo la S.S. n°525, gli spazi
pavimentati attorno all’edificio di progetto, il verde pubblico posto sul lato sud e
lungo la roggia Ponte Perduto.
L’intervento interessa solo una parte del mappale, tenuto conto che appare opportuno
mantenere un’adeguata area libera nella parte sud, a confine con Dalmine, che
potrebbe essere interessata in futuro dal passaggio dell’asse viario indicato dal
vigente P.R.G., di collegamento tra Stezzano e Lallio, anche se al momento questo
asse viario non è confermato dal Piano territoriale provinciale, oppure da qualche
infrastruttura legata alla mobilità intercomunale.
INTERVENTO N°28 – PIAZZA AQUILEIA (GRUMELLO)
Altra area, attualmente di proprietà comunale, da ritenersi fondamentale per la sua
posizione nel cuore di Grumello al Piano, votata a diventare il nuovo luogo centrale
ed il cuore del quartiere. L’intervento PEEP mira a realizzare una nuova edificazione
che contribuisca in modo significativo a definire il “bordo urbano”, in lato sud, della
nuova Piazza Aquileia, su cui si attestano diversi edifici pubblici o d’interesse
pubblico (la chiesa, la scuola materna, il centro per la terza età, etc.).
La nuova piazza, che deve essere pavimentata e adeguatamente attrezzata può
divenire il fulcro dell’abitato, in connessione con la zona storica di Grumello e con la
corte urbana limitrofa, con la quale punta a definire un sistema urbano significativo
di spazi aperti in stretto collegamento tra loro.
Il progetto di PEEP dovrà coordinarsi con il progetto di arredo urbano in corso da
parte dell’Assessorato ai Lavori pubblici e relativo alla piazza sul lato nord verso la
chiesa: detto progetto prevede, tra l’altro, lo spostamento dell’attuale tracciato della
via Gorizia unita ad azioni per limitare e rallentare il traffico d’attraversamento da
via Madonna dei Campi.
Il progetto planivolumetrico definitivo potrà essere anche oggetto di un concorso di
idee e progettazione che sia mirato ad ottenere il più alto livello qualitativo possibile
sia in termine di progettazione architettonica che di progettazione degli spazi aperti.
Il volume complessivo previsto è di mc.10.000, di cui mc.7.500 a destinazione
residenziale, mc.1.900 a destinazione terziaria-commerciale, mc.600 per spazi ed
attrezzature pubbliche o di uso pubblico (la destinazione puntuale è da concordare
con la Circoscrizione). L’altezza prevista dell’edificio è di 4 piani, non eccessiva
rispetto al contorno ed adeguata per stabilire una proporzione con lo spazio vuoto
della nuova piazza.
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La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta ben superiore ai minimi
previsti (mq. 4.840 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a
mq.1.955), costituiti essenzialmente dagli spazi pavimentati della piazza e dal
parcheggio previsto sul lato sud, alle spalle del nuovo edificio prospiciente la piazza
(volutamente il disegno urbano tende a limitare il passaggio e la sosta delle auto
nella nuova piazza, che deve essere soprattutto pedonale).
Detto parcheggio consentirà inoltre un accesso diretto alla scuola ed alla sede degli
alpini, evitando di passare per la via Tagliamento, che attualmente risulta intasata a
certe ore e che potrà essere così ripensata nella sua funzione ed eventualmente
mantenuta solo come accesso di servizio o come accesso pedonale.
INTERVENTO N°29 – VIA GRUMELLO (GRUMELLINA)
L’area, in zona Grumellina, della superficie di mq. 6.294, è posta sulla via Grumello
in prossimità della circonvallazione e residua come area verde in un ambito semi-
agricolo rimasto chiuso tra l’asse stradale e il quartiere del Villaggio degli Sposi.
Insieme con l’altro intervento PEEP previsto ad ovest della via Grumello, tra la via
Per Curnasco e S.Ambrogio, contribuisce a ridefinire i vuoti interstiziali di questo
quadrante urbano privo di qualità e di unitarietà, attualmente caratterizzato da grande
frammentazione di funzioni e spazi.
Tutto attorno all’area in questione, in questi ultimi tempi, sono partiti o stanno
partendo diversi interventi di nuova edificazione, previsti dal P.R.G., tesi a sostituire
il vecchio tessuto semi-agricolo con un nuovo sistema urbano.
La proposta di PEEP prevede una volumetria complessiva di mc.12.500,
prevalentemente di tipo residenziale, con altezza massima 3-4 piani, ubicata sul lato
nord dell’area. E’ prevista una ridotta quota di terziario da destinare anche a
possibile sede di associazioni, a seguito di accoglimento di un’osservazione
presentata al Piano adottato.
Il lato sud è destinato invece a verde pubblico, in logica di connessione verde con
andamento est-ovest, ed a parcheggio pubblico opportunamente piantumato che
organizza anche il sistema di accesso alle edificazioni.
La dotazione complessiva di standards urbanistici risulta superiore ai minimi previsti
(mq.2.740 di standards reperiti a fronte di un fabbisogno indotto pari a mq. 2.032).