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Il processo negoziale internazionale sul clima: da Kyoto(1997) a Durban (2011) Sergio Castellari Università degli Studi di Trento Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e Tecnologie Industriali Trento 15 marzo 2012 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Sergio Castellari Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) IPCC Focal Point Nazionale E-mail: [email protected]

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Il processo negoziale internazionale sul clima: da Kyoto(1997) a Durban (2011)

Sergio Castellari

Università degli Studi di Trento

Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e Tecnologie Industriali

Trento – 15 marzo 2012

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

Sergio CastellariCentro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC)

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)IPCC Focal Point Nazionale

E-mail: [email protected]

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Sommario:

� Background:o Consumi energetici, emissionio Scienza climatica

� Il processo negoziale internazionale sul climaclimao Breve storia dell’UNFCCCo Le basi dell’UNFCCCo Le principali sessioni multilateralio Le principali posizionio Esiti di Durban (2011)

� Conclusioni

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Background:

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� I cambiamenti climatici che sono in corsohanno molto probabilmente anche una causaumana.

�Gli impatti colpiscono i sistemisistemi naturalinaturali ededumani dei Paesi Sviluppati (PS) e dei Paesiin Via di Sviluppo (PVS).

IPCC AR4 (2007):IPCC AR4 (2007):

in Via di Sviluppo (PVS).

�Alcuni impatti sono e saranno inevitabili: è necessario adattarsi a livello locale, regionalee nazionale .

�E’ una emergenza globale,, che richiede unaazione globale urgente di MITIGAZIONE.

� I cambiamenti climatici creano barriere aipiani per lo sviluppo sostenibile .

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Concentrazione atmosferica Concentrazione atmosferica COCO22

Fonte: http://co2now.org/

1992-2001: 1.61.6 ppm/anno

2002-2011: 2.072.07 ppm/anno

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Temperatura media globaleTemperatura media globale

Fonte: http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/global/2011/13

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ConsumoConsumo didi energiaenergia primariaprimarianelnel mondomondo: :

Paese 2010: Energia totale

2010 rispetto al

2009

% sul totale

1 Cina 2432.2 11.2% 20.3%2 USA 2285.7 3.7% 19.0%3 Russia 690.9 5.5% 5.8%

4 India 524.2 9.2% 4.4%

5 Giappone 500.9 5.9% 4.2%

6 Germania 319.5 3.9% 2.7%

7 Canada 316.7 1.3% 2.6%

Fonte: BP Statistical Review of World Energy - June 2011 (bp.com/statisticalreview)

7 Canada 316.7 1.3% 2.6%

8 Sud Corea 255.0 7.7% 2.1%

9 Brasile 253.9 8.5% 2.1%

10 Francia 252.4 3.4% 2.1%

11 Iran 212.5 3.2% 1.8%

12 UK 209.1 2.7% 1.7%

13 Arabia Saudita 201.0 7.0% 1.7%

14 Italia 172.0 2.3% 1.4%

15 Messico 169.1 1.2% 1.4%

16 Spagna 149.7 2.5% 1.2%

17 Indonesia 140.0 5.9% 1.2%

Energia primaria:prodotta o estratta direttamente dalle risorse naturali (petrolio, gas, carbone) o quella prodotta direttamente dalle materie prime

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1995 1995 –– 2010: 2010: ConsumoConsumo didi energiaenergiaprimariaprimaria nelnel mondomondo per per combustibilecombustibile

Milioni Tep

CARBONERINNOVABILI

1) Il consumo globale di en. primaria è cresciuto nel 2010 del 5,6%. La crescita annuale più alta dal 1973.

PETROLIO

RINNOVABILI

GAS NATURALE2) Il petrolio domina con 33,6%, ma perde

posizione negli ultimi 11 anni.

3) Il carbone e il gas continuano a crescere.

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Paese 2010 2010 rispetto al 2009

% sul totale

1 Russia Russia 10270 2.2% 12.9%2 Arabia Saudita Arabia Saudita 10007 0.7% 12.0%3 USA USA 7513 3.2% 8.7%4 Iran 4245 0.9% 5.2%

5 Cina 4071 7.1% 5.2%

6 Canada 3336 4.3% 4.2%

7 Mexico 2958 -0.8% 3.7%

ProduzioneProduzione e e consumoconsumo di di petroliopetrolio(in Migliaia di barili al giorno)(in Migliaia di barili al giorno) ((1 bariie=159 litri )

Paese 2010 2010 rispetto al 2009

% sul totale

1 USA 19148 2.0% 21.1%2 Cina 9057 10.4% 10.6%3 Giappone 4451 1.5% 5.0%4 India 3319 2.9% 3.9%

5 Russia 3199 9.2% 3.7%

6 Arabia Saudita 2812 7.1% 3.1%2604 9.3%

PRODUZIONE CONSUMO

7 Mexico 2958 -0.8% 3.7%

8 UAE 2849 3.5% 3.3%

9 Venezuela 2471 1.4% 3.2%

10 Kuwait 2508 0.6% 3.1%

11 Iraq 2460 0.6% 3.1%

12 Nigeria 2402 16.2% 2.9%

13 Brasile 2137 5.3% 2.7%

14 Norvegia 2137 -9.4% 2.5%

15 Angola 1851 3.8% 2.3%

16 Kazakhstan 1757 4.4% 2.1%

17 Libia 1659 0.5% 2.0%

18 Qatar 1569 13.5% 1.7%

19 UK 1339 -7.7% 1.6%

20 India 826 9.8% 1.0%…

Italia 106 11.7% 0.1%

7 Brasile 2604 9.3% 2.9%

8 Germania 2441 1.1% 2.9%

9 Sud Corea 2384 2.5% 2.6%

10 Canada 2276 5.4% 2.5%

11 Mexico 1994 -1.2% 2.2%

12 Iran 1799 1.0% 2.1%

13 Francia 1744 -4.7% 2.1%

14 UK 1590 -1.0% 1.8%

15 Italia 1532 -2.7% 1.8%

16 Spagna 1505 -1.6% 1.8%

17 Olanda 1057 0.9% 1.2%

Fonte: BP Statistical Review of World Energy -June 2011 (bp.com/statisticalreview)

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Carbone (1985 Carbone (1985 -- 2010): 2010): ConsumoConsumo per per regioneregione ((MilioniMilioni didi TEP)TEP)

Fonte: BP Statistical Review of World Energy -June 2011 (bp.com/statisticalreview)

ASIA :PVS ed economie emergenti

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1980 1980 –– 2035: 2035: la domanda di energia primaria la domanda di energia primaria mondiale mondiale -- fonti di energiafonti di energia

PETROLIO

CARBONE

Fonte: World Energy Outlook – IEA (2011)

CARBONE

GAS

BIOMASSE, RIFIUTI

NUCLEAREIDRO

ALTRE RINNOVABILI

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emis

sio

ns

(Pg

C y

-1)

Annex B (Protocollo Kyoto)

Paesi Industrializzati

3

4

5

EmissioniEmissioni globaliglobali COCO22 (CF e C)(CF e C)

2005 – IL SORPASSOC

O2

emis

sio

ns

Non Annex B

Economie Emergenti e PVS

La La maggiormaggior parte parte delladella crescitacrescita delledelle emissioniemissioni globaliglobali

è è causatacausata dalledalle economieeconomie emergentiemergenti. .

Time (y)

CDIAC data; updated from Le Quéré et al. Nature Geoscience 2009

1990 1995 2000 2005 2010

2

3

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CinaCina e e India India hannohanno un un ruoloruolo sempresempremaggioremaggiore nell’aumentonell’aumento delledelle

emisssioniemisssioni globaliglobali COCO2219001900--2005:2005: EmissioniEmissioni accumulate accumulate didi COCO 22

((settoresettore energeticoenergetico))

USAUSA

EUEU

CinaCina e India: e India:

60%60% dell’aumentodell’aumento globaleglobale delledelle emissioniemissioni nelnel 2005 2005 -- 20302030(Reference Scenario of World Energy Outlook 2007, I EA)

0 100 200 300 400 500

GIAPPONEGIAPPONE

CINA

INDIA

Bilions of tonsBilions of tons

1900-2005

2006-2030

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PeròPerò le le emissioniemissioni propro--capitecapite sonosonopiùpiù altealte neinei PaesiPaesi SviluppatiSviluppati:

Carbon dioxide emissions (CO2), metric tons of CO2 per capita

2008:USA: 17 tRussia: 17 t

Fonte: CDIAC (http://cdiac.ornl.gov/ )

Russia: 17 tEuropa: 9 tSud Africa: 8 tCina: 5 tIndia: 1 t

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A1FI

A2

A1B

20002000--2010:2010: EmissioniEmissioni globaliglobali COCO2 2 ((scenariscenari IPCCIPCC––SRES)SRES)

A1B

B2

B1

2010

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emis

sion

s (P

g C

y-1

)

2.9-6.9°C

10

EmissioniEmissioni globaliglobali COCO22 (CF e C)(CF e C)e e scenariscenari “marker” IPCC “marker” IPCC didi emissioniemissioni

20102008

Updated from Le Quéré et al (2009) Nature Geoscience, using Marker scenarios modified from Raupach et al. PNAS (2007)

CO

2em

issi

ons

(Pg

C y

Time (y)

5

1980 2000 2020

2009

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emis

sio

ns

(Pg

C y

-1)

1990-1999

2000-2009

2.5 % per anno

2010:Emissioni: 8.9 PgC =

8.9 106 Miliardi C

8

9 2010: +5.6 %

EmissioniEmissioni globaliglobali COCO22 (CF e C)(CF e C)

CO

2em

issi

on

s

1 % per anno

1990 1995 2000 2005 2010

8.9 106 Miliardi C

(32.5 Gt CO2)Include emissioni da cemento6

7

Time (y)

CDIAC data based on UN, BP & IEA statistics; updated from Friedlingstein et al. Nature Geoscience 2010

(1 Pg = 1015 g)

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Anche solo un aumento globale di

circa 1 o 2 gradi in 100 anniè preoccupante.

Le proiezioni della temperaturamedia globale per 2090-2099

rispetto al 1980-1999:

IPCC-AR4-WGI (2007)

è preoccupante.

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Emissioni costanti di CO2 non portanoalla stabilizzazione della concentrazione

atmosferica di CO2

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• un aumento della T MSG fino a 2°C (rispetto ai livelli pre-industriali) probabilmente permetterà azioni di adattamento per molti sistemi umani a costi economici, sociali ed ambientali accettabili .

22°°C target C target (AR4(AR4--IPCC, 2007 IPCC, 2007 –– Stern, 2006)Stern, 2006)

accettabili .

•EU 2°C climate Target (dal 1996).

• La stabilizzazione delle concentrazioni atmosferiche globali di GHG - le emissioni raggiungono un picco e poi diminuiscono.

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Possibile riscaldamento globale superficiale fino a l 2100

A1BA1B

A2A2

PRESENTEPRESENTE

90 anni con B1(tenendo conto delle incertezze).

SenzaSenza mitigazionemitigazione: :

22°°CC in in 3535--60 60 annianni

20452050

2070

“The 2°C target “ (http://ec.europa.eu/clima/policies/international/docs/brochure_2c.pdf)

B1B1

2012

delle incertezze).

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La complessità del sistema climatico non permette una

stima certa della risposta in Temp in funzione delle

emissioni di GHG.

� 50% probabilità : Stabilizzare la concentrazione

22°°C target C target (AR4-IPCC, 2007 – Stern, 2006)

� 50% probabilità : Stabilizzare la concentrazione atmosferica dei GHG a 450 ppm . CO2-eq.

� Ridurre entro il 2050 le emissioni globali almeno del 50% rispetto ai livelli del 1990.

� Ridurre entro il 2020 le emissioni dei Paesi Sviluppati del 25-40% rispetto al 1990.

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• concentrazioni atm. GHG: circa 450ppm CO 2eq

1)effetto riscaldante - emissioni GHG

BisognaBisogna raggiungereraggiungere presto un presto un piccopicco didi emissioniemissioni globaliglobali

1)effetto riscaldante - emissioni GHG2)effetto raffreddante - aerosol di origine umana3)effetto riscaldante - black carbon

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

effetto riscaldante equivalente a 375ppm CO2eq

IPCC AR4 WGI, Tab.2.12

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La sfida globale:

UNFCCCUNFCCCConvenzione Quadro ONU per

i Cambiamenti Climatici

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CRONOLOGIA:CRONOLOGIA:

• 1972 - Stockholm Conference “UN Conference on the Human Environment”

• 1988 - WMO e UNEP fondano l’IPCC

• 1988 - seguendo una proposta di Malta, la Assemblea Generale dell’ONU affronta per la prima volta il tema dei cambiamenti climatici e adotta la RISOLUZIONE per la prima volta il tema dei cambiamenti climatici e adotta la RISOLUZIONE 43/53 “Protection of global climate for present and future generations of mankind”.

• 1990 - IPCC FAR

• 1990 - tart of negotiations

• 1992 - Rio Summit -> UNFCCC

• 1994 – UNFCCC starts

• 1995 - IPCC SAR

• 1997 - Kyoto Protocol

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UN UN FrameworkFramework Convention on Convention on ClimateClimate ChangeChange -- UNFCCCUNFCCC

Obiettivo della Convenzione (Art.2):

“stabilizzare le concentrazioni

MITIGAZIONEMITIGAZIONE

“stabilizzare le concentrazioni

di gas ad effetto serranell’atmosfera a un livello tale che

sia esclusa qualsiasi pericolosa interferenza antropogenica sul sistema climatico.

ADATTAMENTOADATTAMENTO

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La Convenzione non introduce obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni per tutte le Parti,

UNFCCC:UNFCCC:Obiettivi di riduzione delle emissObiettivi di riduzione delle emissioni

ma soltanto l’impegno generico per i PS (cioè, Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione) di riportare, individualmente o insieme, le emissioni antropogeniche di GHG ai livelli del 1990.

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� Equità

� Responsabilità comuni ma differenziate

� Riconoscimento dei bisogni e delle

UNFCCC:UNFCCC: Principi (Articolo 3)Principi (Articolo 3)

� Riconoscimento dei bisogni e delle circostanze speciali dei Paesi in Via di Sviluppo

� Principio di precauzione

� Promozione dello sviluppo e della crescita di tipo sostenibile

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� Parti allegato I – Annex I Parties (41 paesi):– Paesi industrializzati :– Membri OCSE nel 1992 + paesi con economie

in transizione (EITs) + CE + Turchia

� Parti allegato II – Annex II Parties (24 paesi) :

UNFCCC:UNFCCC: PartiParti

� Parti allegato II – Annex II Parties (24 paesi) :– Parti allegato I senza EITs

� Parti non -allegato I – non Annex I Parties :– Parti non incluse nell’allegato I: paesi in via di

sviluppo come Least Developed Countries , (LDC)most vulnerable countries, oil-exporting countries, ecc..

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UNFCCC:UNFCCC: meetingsmeetings� Conference of the Parties (COP)

annualeRevisiona l’implementazione della Convenzione e adotta Decisioni formali.

� Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (CMP) annuale - CM1 alla COP11 (Montreal, dicembre 2005)annuale - CM1 alla COP11 (Montreal, dicembre 2005)Tutte le questioni del Protocollo di Kyoto e adotta Decisioni formali.

� The Subsidiary Body for Scientific and Technologica l Advice (SBSTA) 2 volte all’annoSupporto tecnico/scientifico e sulle metodologie.

� The Subsidiary Body for Implementation (SBI) 2 volte all’annoQuestioni finanziarie, amministrative.

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UNFCCC:UNFCCC: meetingsmeetings

� Ad Hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention (AWG -LCA) - COP13 (Bali, dicembre 2007)Ulteriori impegni per i Paesi includi nell’Allegato I del Protocollo di Kyoto

� Ad Hoc Working Group on Further Commitments for � Ad Hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG -KP)CMP1 (Montreal, dicembre 2005)Definire un nuovo accordo globale (il mandato doveva concludersi alla COP15, Copenhagen, dicembre 2009).

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COP3

Dicembre 1997

Kyoto, Giappone

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Kyoto basket: i 6 gas-serra

1) CO2 (ANIDRIDE CARBONICA) ENERGIA, TRASPORTI, DEFORESTAZIONE

2) CH4 (METANO)ENERGIA, ALLEVAMENTI, AGRICOLTURA, RIFIUTI

3) N2O (PROTOSSIDO AZOTO)

33

2AGRICOLTURA

4) HFCS (IDROFLUOROCARBURI)CHIMICA E INDUSTRIA

5) PFCS (PERFLUOROCARBURI)CHIMICA E INDUSTRIA

6) SF6 (ESAFLUORURO ZOLFO)INDUSTRIA ELETTRICA

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• Paesi Allegato I (Paesi Sviluppati) garantiscono individualmente o congiuntamente emissioni gas serra non superino le quantità assegnate nel 2008-12

Il Protocollo di Kyoto (PK): obblighi (Art.3)

• target globale: - 5,2% rispetto al 1990

• Nessun obbligo per Paesi non -Allegato I nel 2008 -2012

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� La posizione UE (dentro il PK)(dentro il PK)– Forte motivazione , ruolo predominante

misure nazionali, rigore, molto spesso rigidità.

� La posizione USA (fuori del PK)(fuori del PK)

Le diverse vie per la lotta ai Le diverse vie per la lotta ai cambiamenti climatici (posizioni storiche):

� La posizione USA (fuori del PK)(fuori del PK)– Incerta motivazione , volontarietà, flessibilità,

pragmaticità.

� La posizione Paesi in Via di Sviluppo– Altre priorità , scarsità fondi, trasferimento di

tecnologie e know-how, capacity building

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Genesi della posizione Genesi della posizione

USA sul clima:USA sul clima:USA sul clima:USA sul clima:

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� 1997 - Poco mesi prima COP3: il Senato USA approva all’unanimità Risoluzione Byrd-Hagel “ sense of the Senate ”: USA non può firmare un protocollo che “mandate new commitments to limit or reduce greenhouse gas emissions for the Annex I Parties , unless the protocol or other agreement also mandates new specific scheduled commitments to limit or reduce greenhouse gas emissions for developing countries within the same

Kyoto 1997: Al Gore aderisce per conto degli Stati Uniti.

Posizione USA - Protocollo di KyotoProtocollo di Kyoto

greenhouse gas emissions for developing countries within the same compliance period. ”

� COP3 (Kyoto,1997): USA partecipa alle negoziazioni del PK� COP4 (Buonos Aires,1998): USA firma il PK� COP6 (Aja, ottobre 2000): Rottura fra il blocco UE e blocco

Usa + Canada, Russia, Giappone, Australia sulla flessibilità del Protocollo

� Fine 2000: Clinton non inoltra la proposta di ratifica PK al Senato

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USA (Amministrazione Bush): USA (Amministrazione Bush): obiezioni al Protocollo di Kyotoobiezioni al Protocollo di Kyoto

� 2001: Bush rifiuta la ratifica del PK

� Ancora troppe incertezze nella conoscenza scientifica dei cambiamenti climatici climatici

� Assessenza di “meaningful participation” agli impegni del PK da parte dei PVS

� Troppo gravoso economicamente (“economic burden”) per USA l’implementazione del PK

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� NEW YORK, aprile 2001: Amministrazione Bush. “Kyoto Protocol is dead !” , ritiro degli USA.

� Risposta EU: “Is well alive!”

Crisi, morte e risurrezione del PK:

39

President G. Bush

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Il Protocollo di Kyoto da solo

non può raggiungere

l’obiettivo UNFCCC (Art.2)

Anche se fosse stato ratificato da tutti Anche se fosse stato ratificato da tutti i Paesi Allegato I , il PK avrebbe

comportato una piccola riduzione nelle emissioni globali di GHG e

solo fino al 2012.

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Il processo negoziale dopo Kyoto:Il processo negoziale dopo Kyoto:• COP-4: Buenos Aires (1998)• COP-5: Bonn (1999)• COP-6: The Hague (2000)• COP-7: Marrakech (2001)

– Ending of Marrakech Accords

• COP-8: New Dehli (2002)– Implementation of Flexible Mechanisms: CDM e JI

• COP-9: Milano (2003)• COP-9: Milano (2003)– Implementation of Flexible Mechanisms:

• COP-10: Buenos Aires (2004)• COP-11: Montreal (2005)• COP-12: Nairobi (2006)• COP-13: Bali (2007)

• COP-14: Poznan (2008)

• COP-15: Copenhagen (2009)

• COP- 16: Cancun (2010)

COP17: Durban (2011)Durban (2011)

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COP13

Dicembre 2007

Bali, Indonesia

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• Limitare la crescita della T glob a 2°C rispetto al livello pre-industriale

�…concentrazioni CO 2 eq. Stabilizzate 550 ppm ;

�…emissioni globali devono iniziare a calare in 2

COP13 COP13 -- EU EU POSIZIONE EUROPEAPOSIZIONE EUROPEA

�…emissioni globali devono iniziare a calare in 2

decenni per raggiungere entro il 2050 il 15-50% di meno delle emissioni del 1990;

�…emissioni dei paesi industrializzati devono calare

del 15-30% entro il 2020, e del 60-80% entro il 2050.

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OtherOther negotiationnegotiation positionspositions in Bali:in Bali:

• USA: no participation at any protocols or other international agreements which introduce legally binding emissions reductions commitments for industrialized Countries without the participation of the main DC.

• India, OPEC :: no new commitment for DC. • India, OPEC :: no new commitment for DC.

• China, South Africa: no emissions reduction comittments for DC without an enhancement of technology transfer .

• LDC, AOSIS: Industrialized Countries must maintain their commitments toward the support to adaptation plans for the LDC.

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BALI ACTION PLAN (BAP)

5 KEY BUILDING BLOCKS 5 KEY BUILDING BLOCKS per una risposta futura per una risposta futura

ai cambiamenti climatici ai cambiamenti climatici

COP-13, Dicembre 2007

ai cambiamenti climatici ai cambiamenti climatici

full, full, effectiveeffective and and sustainedsustained implementationimplementation

VISIONE COMUNE MITIGAZIONE ADATTAMENTO TECNOLOGIA FINANZIAMENTO

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COP15

Dicembre 2009 Copenhagen, Danimarca

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• favorevole ad un accordo attuativo , che coinvolga tutti i Paesi (con azioni di mitigazione per i PVS misurabili e verificabili) e con un riferimento al 2°C target e la sua relativa conversione in obiettivi di riduzione di medio e lungo termine:

1) una riduzione delle emissioni globali del 50% rispetto al

COP15COP15 -- POSIZIONE EUROPEAPOSIZIONE EUROPEA:

1) una riduzione delle emissioni globali del 50% rispetto al 1990 da raggiungere entro il 2050;

2) una riduzione delle emissioni per i PS del 30% rispetto al 1990 da raggiungere al 2020;

3) un impegno dei PVS all’obiettivo globale di mitigazione nel range 15-30% rispetto al loro scenario Business as Usual ;

4) risorse addizionali a sostegno delle azioni di mitigazione e adattamento per i PVS.

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• mantenere separati i due percorsi negoziali : 1) aggiornamento del PK; 2) un nuovo trattato.

• responsabilità storica dei PS nelle emissioni - il PS devono avere gli obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni.

• Possibile impegno di riduzione emissioni dei PVS, in particolare

COP15 - POSIZIONE CINA e INDIA:

• Possibile impegno di riduzione emissioni dei PVS, in particolare Cina e India, solo se:

a) Impegno dei PS nel sostegno finanziario alle misure di mitigazione ed adattamento dei PVS ;

b) obiettivo ambizioso a lungo termine per i PS: riduzione nell’ordine del 8080--95%95% rispetto al 1990 entro il 2050

c) obiettivo ambizioso a medio termine per i PS: riduzione nell’ordine del 4040--45%45% rispetto al 1990 entro il 2020.

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grosse grosse divergenze divergenze su su molte molte questioni critiche:questioni critiche:

oo LA PROCEDURALA PROCEDURA : la forma legale del futuro accordo: la forma legale del futuro accordo• un nuovo strumento legalmente vincolante?• un sostituto/complemento del Protocollo di Kyoto?

COSA E’ SUCCESSO A COPENHAGEN?

oo I CONTENUTII CONTENUTI: le azioni di mitigazione dei PVS e : le azioni di mitigazione dei PVS e dei PAESI SVILUPPATIdei PAESI SVILUPPATI

• tali azioni devono essere trattate in maniera differenziatadifferenziatao si possono trovare aspetti comuniaspetti comuni ?

• La verifica degli impegni di riduzione.• Land use, Land-Use Change Forestry ? • L’anno di riferimento ( base base yearyear )?

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Accordo di CopenhagenAccordo di Copenhagen• Un gruppo di Capi di Stato ha negoziato un

“Copenhagen Accord ”, dove sono stati definiti iprincipali elementi del framework futuro con ancheun impegno ad assistere finanziaramente i PVS.

COSA E’ SUCCESSO A COPENHAGEN?

un impegno ad assistere finanziaramente i PVS.

• Questo Accordo non è stato adottato formalmentedalla COP e CMP.

• COP e CMP hanno solo “preso nota” del documento.

• Quindi l’Accordo è una Dichiarazione Politica .

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• I Paesi si impegnano a mantenere la crescita della TMSG entro i 2 oC rispetto al livello pre-industriale mediante forti riduzioni nelle emissioni di GHG dopo aver raggiunto un picco molto presto.

Accordo di Copenhagen:

• Inoltre i Paesi prendono nota che le emissioni dei PVS potranno raggiungere il picco più tardi.

• I Paesi Allegato I si impegnano ad attuare individualmente o congiuntamente degli obiettivi di emissioni (quantified economy-wide emissionstargets ) entro il 2020 (impegni volontari).

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• I Paesi non Allegato I attueranno appropriate azioni nazionali di mitigazione (NAMA ). I LDC e SIDS potranno attuare queste azioni sulla base della loro disponibilità finanziaria.

• Queste NAMA saranno soggette a MRV

Accordo di Copenhagen:

• Queste NAMA saranno soggette a MRV(Measurement, Reporting and Verification ) nazionali e saranno riportate ogni 2 anni tramitele Comunicazioni Nazionali .

• Si chiede la creazione di un meccanismo per ridurrela deforestazione, il degrado forestale e la promozionedella conservazione delle foreste (REDD plus) .

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FinanziamentoFinanziamento aiaiPaesiPaesi in Via in Via didi SviluppoSviluppo ::

• nuove risorse per i PVS – 30 MILIARDI US$

Accordo di Copenhagen:

• nuove risorse per i PVS – 30 MILIARDI US$ per 2010-12 (adattamento e mitigazione) che possono diventare 100 MILIARDI US$ ALL’ANNO entro il 2020. .

•• pprioritario il finanziamento per l’adattamentoper i Paesi più Poveri .

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• Emissioni globali nel 2020 consistenti con 2 oC (probabilità > 66%): 39 – 44 Gt CO2eq

• Secondo proiezioni BAU le emissioni globali nel 2020: 54-60 CO eq - GAP

Gli impegni di riduzione delle emissioni Gli impegni di riduzione delle emissioni del COPENHAGEN ACCORD sono sufficienti

per il 2oC target?

2020: 54-60 CO2eq - GAP

• Con impegni di CPH , emissioni globali al 2020 52-57 CO2eq – GAP

• Con impegni di CPH più ambiziosi , emissioni globali al 2020: 47-51 CO2eq - GAP

Fonte: “The Emission Gap Report – Are the Copenhagn Accord Pledges Sufficient toLimit Global Warming to 2 oC or 1.5oC?” - UNEP (2010)

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COP16“SALVATAGGIO DEL PROCESSO”

COP16

Dicembre 2010

Cancun, Messico

restaurazione della credibilità dei negoziati sul clima

in ambito UN

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� sono stati approvati dalla plenaria UNFCCC , un pacchetto di 25 decisioni formali su:

a)discussione dei target di riduzione dei gas

Accordi di Cancun:COP-16, Dicembre 2010

a)discussione dei target di riduzione dei gas serra post 2012,

b) trasferimento di tecnologie, c) capacity building , d) proseguimento del Protocollo di Kyoto e) adattamento ai cambiamenti climatici

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� Si riconosce la necessità ed urgenza di un’azione globale per combattere i cambiamenti climatici , nessuno può ritenersi escluso .

� Si dovrà stabilire un obiettivo globale in termini di riduzione netta delle emissioni tale da assicurare

Accordi di Cancun:COP-16, Dicembre 2010

riduzione netta delle emissioni tale da assicurare che la crescita globale della temperatura non superi i 2 gradi.

� L’obiettivo globale dovrà essere suddiviso tra tutti i Paesi,

a) tenendo conto delle responsabilità e delle capacità di ogni nazione, b) della necessità di non bloccare la crescita dei PVS .

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� Green Fund e Standing Committee:per raccogliere ed incanalare risorse finanziarie per tutte le attività collegate alla lotta ai cambiamenti climatici.

� Technology Executive Committee e Climate Technology Center and

Accordi di Cancun:COP-16, Dicembre 2010

Climate Technology Center and Network: per selezionare ed incentivare l’uso e lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni e utili per l’adattamento.

� Adaptation Framework e Adaptation Committee: per fornire utili linee guida e know how per attuare azioni di adattamento in maniera più coerente ed efficiente da parte di tutti i Paesi ed in particolare i PVS.

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• Gli impegni di riduzione delle emissioni dei PS e PVS sono stati formalmente inclusi in una Decisione della COP.

� I meccanismi di monitoraggio e verifica

Accordi di Cancunelementi di novità:

� I meccanismi di monitoraggio e verifica (MRV) – poste le basi per un sistema di trasparenza e controllo degli obiettivi di mitigazione e il monitoraggio dei flussi finanziari dai i PS a PVS.

� Eleggibilità della cattura e stoccaggio di CO2 (CCS) tra le attività progettuali per i CDM

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“Il massimo possibile

COP1728 nov. – 9 dic. 2011

Durban, Sudafrica

“Il massimo possibile

dalla Realpolitik”

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Durban:Durban: tavoli negozialitavoli negoziali

1. COP 17

2. CMP 7

3. 14ª sessione - Ad hoc Working Group on Long -term Cooperative Action (AWG-LCA)Long -term Cooperative Action (AWG-LCA)

4. 16ª sessione - Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG -KP)

5. SBI 35

6. SBSTA 35

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Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

e varie Conclusioni e varie Conclusioni

� CP2-KP (committment period 2 of KP) - un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto con obiettivi legalmente vincolanti di riduzione delle emissioni solo per i Paesi Allegato I, che avrà inizio nel 2013 e si estenderà fino al 2017 (o fino al 2020).

1/21/2

nel 2013 e si estenderà fino al 2017 (o fino al 2020).

� Un Gruppo di lavoro sulla “piattaforma di Durban ” (Ad Hoc WG on the Durban Platform for enhanced Action) per definire entro il 2015 “un nuovo protocollo o altro strumento legale o esito condiviso dotato di forza legale”, che comprenda tutti i Paesi e che dovrà essere adottato ed entrare in azione non più tardi del 2020

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Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

e varie Conclusioni e varie Conclusioni

� Rafforzamento del MRV (measurement, reporting and verification) framework per I Paesi Allegato I e il reporting/verification per I Paesi non Allegato I.

2/2/22

Paesi non Allegato I.

� Il GCF (Green Climate Fund) - operativo nel 2012.

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� Linee-guida e tempi per BUR (biennial update reports) dei Paesi non Allegato I . I primi BURs - dicembre 2014.

� Forest management – attività obbligatoria per il CP2-KP.

� Il Cancun Adaptation Framework è stato reso operativo.

Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

Durban: Durban: 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP

e varie Conclusioni e varie Conclusioni

2/2/22

� Il Cancun Adaptation Framework è stato reso operativo.

� E stato creato e reso operativo l’Adaptation Committee .

� Passi in avanti per I NAPA (national adaptation plans) e l’implementazione del Work programme on loss and damage.

� Il Technology Mechanism verrà reso operativo nel 2012.

� I progetti CCS (carbon-capture and storage) saranno incusi nei CDM del PK.

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DurbanDurban -- E’ stato un buon risultato?E’ stato un buon risultato?

� REALPOLITIK: Cosa è possibile tenendo conto delle condizioni economiche e politiche dei Paesi partecipanti?politiche dei Paesi partecipanti?

� SCIENZA CLIMATICA: Cosa è realmente necessario per affrontare i cambiamenti climatici?

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DurbanDurban -- E’ stato un buon risultato?E’ stato un buon risultato?

� REALPOLITIK: Cosa è possibile tenendo conto delle condizioni economiche e politiche dei Paesi partecipanti?politiche dei Paesi partecipanti?

� SCIENZA CLIMATICA: Cosa è realmente necessario per affrontare i cambiamenti climatici?

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� Un nuovo organo UNFCCC – Durban Platform

� Una nuova roadmap - Lancio di un nuovo processo per negoziare un nuovo accordo

Durban: Durban: PIU’PIU’

processo per negoziare un nuovo accordo “a protocol, another legal instrument or an agreed outcome with legal force”.

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� Distinzione tra Annex I e Non Annex I meno forte: o Il nuovo accordo deve essere “under the UNFCCC applicable

to all parties”.o Tutti gli impegni avranno lo stesso status legale , benchè

potranno differenziarsi quantitativamente

Durban: Durban: PIU’PIU’

� Grande ruolo di EU:o A Durban EU ha creato una “green coalition” con SIDS, LDC,

Sud Africa e Brasile.o Rotto il blocco BASIC (Brasile, Sud Africa, India, Cina)o EU continua il PK.

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� CP2-KP:o No consenso sulla durata (2013-2017 o 2013-2020)o Uscita di Russia , Giappone , Canada

� Nuovo Accordo:o Dovrà essere attivato solo nel 2020.

Durban:Durban: MENO MENO

o Fino al 2020 i non-binding pledges di CPH e CANCUN saranno attivi – non abbastanza per il 2oC target

o Legally Binding? o “an agreed outcome with legal forces”?o Legally binding commitments?o Un accordo legally binding può anche non contenere

impegni vincolanti.

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� Seconda roadmap nel processo UNFCCC

� Finanziamenti:o Processo lentoo Paesi Annex I riluttanti nei fondi UNFCCC (GCF) –

poco controllo sui fondi da parte dei Paesi donatori

Durban:Durban: MENO MENO

o bilateralio MDB (multilateral development bank ): World Bank,

African Development Bank, Asian Development Bank, EU Bank for Reconstruction and Development, Inter-American Development Bank Group

� Tutto il processo è molto lento.

� 2013 / 2014: AR5-IPCC

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CONCLUSIONI:

“The IPCC … is due to publish the first part of its next assessment report, the fifth, in 2013. But already in its fourth assessment report … showed that a temperature increase of 2 oC. …The fourth assessment report shows that emissions of the GHGs

Durban (2011)- IPCC Statement

The fourth assessment report shows that emissions of the GHGs that contribute to global warming must fall by 2050 by 50-85% globally compared to the emissions of the year 2000, and that global emissions must peak well before the year 2020, with a substantial decline after that, in order to limit the growth in global average temperatures to 2 degrees C above pre-industrial levels.”

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FINEFINESergio Castellari

Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC)

www.cmcc.itwww.cmcc.it

E-mail: [email protected]