IL PROBLEMA DEGLI “SCAPPATI” DELLA SECONDA GUERRA DI...

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Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata IL PROBLEMA DEGLI “SCAPPATI” DELLA SECONDA GUERRA DI MAFIA: IL RITORNO DEGLI INZERILLO Il 29.12.2004, presso lo scalo aereo di Fiumicino, faceva rientro in Italia dagli Stati Uniti d’America INZERILLO Rosario, inteso “Sarino”, di Giuseppe e di DI MAGGIO Giuseppa, nato a Palermo il 14.10.1951, esponente storico della famiglia mafiosa degli INZERILLO, facente parte del gruppo dei c.d. “scappati” a seguito dei fatti di sangue accaduti in Palermo agli inizi degli anni ottanta. Al momento dello sbarco, all’INZERILLO veniva notificato il Decreto n.65/03 emesso dal Tribunale di Palermo, in forza del quale veniva sottoposto all’obbligo di soggiorno nel territorio del Comune di Palermo con la prescrizione di non allontanarsi dalla sua dimora dalle ore 20.00 alle ore 07.00 . Tale circostanza, apparentemente priva di rilievo, sarebbe stata destinata a creare enorme fibrillazione in seno all’organizzazione criminale “Cosa Nostra” siciliana, rischiando di divenire il “casus belli” di una nuova guerra di mafia. INZERILLO Rosario è infatti fratello del più noto Salvatore, inteso “Totuccio”, nato a Palermo il 20.08.1944, “Capomandamento” del mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco, ucciso a Palermo in data 10.05.1981. L’omicidio, che seguiva di poco l’eliminazione di Stefano BONTADE, avvenuta il 23.04.1981, fu l’ atto secondo della guerra di mafia che condusse all’ascesa definitiva dei “Corleonesi” capeggiati da RIINA Salvatore. 75 - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    IL PROBLEMA DEGLI “SCAPPATI” DELLA SECONDA GUERRA DI MAFIA: IL RITORNO DEGLI INZERILLO

    Il 29.12.2004, presso lo scalo aereo di Fiumicino, faceva rientro in

    Italia dagli Stati Uniti d’America INZERILLO Rosario, inteso “Sarino”,

    di Giuseppe e di DI MAGGIO Giuseppa, nato a Palermo il 14.10.1951,

    esponente storico della famiglia mafiosa degli INZERILLO, facente parte

    del gruppo dei c.d. “scappati” a seguito dei fatti di sangue accaduti in

    Palermo agli inizi degli anni ottanta.

    Al momento dello sbarco, all’INZERILLO veniva notificato il

    Decreto n.65/03 emesso dal Tribunale di Palermo, in forza del quale

    veniva sottoposto all’obbligo di soggiorno nel territorio del Comune di

    Palermo con la prescrizione di non allontanarsi dalla sua dimora dalle ore

    20.00 alle ore 07.00 .

    Tale circostanza, apparentemente priva di rilievo, sarebbe stata

    destinata a creare enorme fibrillazione in seno all’organizzazione criminale

    “Cosa Nostra” siciliana, rischiando di divenire il “casus belli” di una

    nuova guerra di mafia.

    INZERILLO Rosario è infatti fratello del più noto Salvatore, inteso

    “Totuccio”, nato a Palermo il 20.08.1944, “Capomandamento” del

    mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco, ucciso a Palermo

    in data 10.05.1981. L’omicidio, che seguiva di poco l’eliminazione di

    Stefano BONTADE, avvenuta il 23.04.1981, fu l’ atto secondo della

    guerra di mafia che condusse all’ascesa definitiva dei “Corleonesi”

    capeggiati da RIINA Salvatore.

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    La medesima sorte di “Totuccio INZERILLO” sarebbe poi toccata

    ad altri due fratelli di “Sarino” INZERILLO: Santo, nato a Palermo il

    13.04.1946, soppresso con il metodo della c.d. “lupara bianca” il 26

    maggio del 1981, e Pietro, nato a Palermo il 07.12.1949, rinvenuto

    cadavere all’interno del vano portabagagli di un’auto a Philadelphia

    (U.S.A.) il 15.01.1982.

    Altro fratello sfuggito alla rappresaglia corleonese è INZERILLO

    Francesco, inteso “Franco ù truttaturi”, nato a Palermo il 10.01.1956,

    rifugiatosi negli U.S.A. e rimasto a vivere sul territorio statunitense.

    In data 30.10.1997, l’INZERILLO Francesco veniva espulso dagli

    Stati Uniti e rimpatriato in Italia, ove veniva tratto in arresto in esecuzione

    del “mandato di cattura” n.373/88 emesso dal Tribunale di Palermo per il

    reato di Associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico di

    sostanze stupefacenti.

    Scarcerato, in data 04/04/1998 veniva sottoposto alla misura di

    prevenzione della Sorveglianza Speciale in forza al decreto 352/83 del

    12/01/1984, emesso dal Tribunale di Palermo, per la durata di anni 3 .

    Le attività di indagine svolte da quest’ufficio a carico degli

    esponenti di vertice di “Cosa Nostra” palermitana ed in particolare quelle

    svolte sui reggenti dei mandamenti mafiosi di “Passo di Rigano –

    Boccadifalco” , “Pagliarelli” e “San Lorenzo”, hanno consentito di

    documentare come sui fratelli INZERILLO “scappati” pendesse il divieto

    assoluto di permanenza sul territorio italiano, divieto sancito nel corso di

    una riunione della “Commissione” di “Cosa Nostra”, intercorsa alla fine

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    della seconda guerra di mafia, dopo che erano stati modificati gli assetti

    dell’organismo collegiale.

    Per una più chiara disamina della vicenda che verrà di seguito

    esposta, si riportano due tabelle nelle quali sono indicati gli assetti della

    “Commissione” di “Cosa Nostra”.

    La prima tabella, tratta dalla sentenza di primo grado del c.d.

    “Maxi processo”, riporta la composizione precedente alla seconda “guerra

    di mafia”, tenuto presente però che nel 1978, BADALAMENTI Gaetano,

    capo della "Commissione Provinciale", veniva espulso da "Cosa Nostra" ed

    al suo posto veniva nominato GRECO Michele:

    Carica Cognome Nome Famiglia mafiosa Capo Commissione GRECO Michele Ciaculli Capo Mandamento GRECO Giuseppe Ciaculli Capo Mandamento BRUSCA Bernardo San Giuseppe Jato Capo Mandamento BONTATE Stefano S. Maria di Gesù Capo Mandamento INZERILLO Salvatore Passo di Rigano Capo Mandamento SCAGLIONE Salvatore Noce Capo Mandamento CALO’ Giuseppe Porta Nuova Capo Mandamento RICCOBONO Rosario Partanna – Mondello Capo Mandamento MADONIA Francesco Resuttana Capo Mandamento GERACI Antonino Partitico Capo Mandamento PIZZUTO Calogero Castronovo di Sicilia Capo Mandamento RIINA Salvatore Corleone Capo Mandamento MOTISI (*) Ignazio Pagliarelli Capo Mandamento SCADUTO Giovanni Bagheria

    Giova evidenziare che MOTISI Ignazio, Capo Mandamento di

    Pagliarelli, occupava il posto che sarebbe spettato a ROTOLO Antonino, il

    quale aveva sostituito come “rappresentante” il defunto MOTISI Lorenzo.

    A tale nomina, tuttavia, si era opposto Stefano BONTADE, adducendo che

    il ROTOLO era troppo giovane e troppo vicino a Pippo CALO’.

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    Scorrendo le pagine della sentenza di appello del processo

    “Borsellino ter”, si evince che nel 1982, dopo la “guerra di mafia” la

    "Commissione Provinciale" assumeva la seguente composizione:

    Carica Cognome Nome Famiglia mafiosa Capo Commissione GRECO Michele Ciaculli Capo Mandamento GRECO Giuseppe Ciaculli Capo Mandamento RIINA Salvatore Corleone Capo Mandamento BRUSCA Bernardo San Giuseppe Jato Capo Mandamento CALO’ Giuseppe Porta Nuova Capo Mandamento MADONIA Francesco Resuttana Capo Mandamento GANCI Raffaele Noce Capo Mandamento PULLARA’

    LO IACONO Ignazio Pietro

    Santa Maria di Gesù

    Capo Mandamento MOTISI Matteo Pagliarelli Capo Mandamento GAMBINO Giacomo G.ppe San Lorenzo Capo Mandamento MONTALTO Salvatore Villabate Capo Mandamento GERACI Antonino Partinico Capo Mandamento BUSCEMI Salvatore Passo di rigano Capo Mandamento INTILE Francesco Caccamo Capo Mandamento FARINELLA Giuseppe S. Mauro Castelverde Capo Mandamento CAMMARATA Gabriele Misilmeri

    Le attività di indagine condotte da quest’Ufficio, composte per

    la maggior parte di intercettazioni di conversazioni tra presenti, riprese

    video, servizi di osservazione sul territorio, “fotografavano” il diverso

    atteggiamento assunto dagli esponenti di vertice di “Cosa Nostra” sul

    rientro degli INZERILLO sul territorio italiano, atteggiamento che,

    come si avrà modo di vedere, variava in relazione alla diversa posizione

    di INZERILLO Francesco, “Franco ù truttaturi”, e quella di

    INZERILLO Rosario, “Sarino”.

    Per quanto attiene alla posizione di “Franco ù truttaturi”,

    l’analisi delle intercettazioni rivela che la sua presenza veniva tollerata

    in quanto imposta dapprima da un provvedimento coattivo di espulsione

    dal suolo americano, al quale era seguita la misura di prevenzione della

    Sorveglianza Speciale in forza al decreto 352/83 del 12/01/1984,

    emesso dal Tribunale di Palermo, per la durata di anni tre.

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    I vertici di cosa nostra avevano concesso all’INZERILLO , in

    deroga alla decisione della Commissione, un tempo di permanenza sul

    territorio italiano pari a quello necessario per l’espiazione della misura

    di prevenzione della Sorveglianza Speciale. La sua presenza in realtà è

    stata poi tollerata anche in epoca successiva all’espiazione della misura.

    Più complessa, invero, è la posizione di “Sarino” INZERILLO,

    il cui rientro in Italia era stato preceduto da una intensa fase di trattative

    aventi come protagonisti, tra gli altri, i latitanti PROVENZANO

    Bernardo e LO PICCOLO Salvatore e il “Capomandamento” di “Passo

    di Rigano – Boccadifalco”, MARCIANO’ Vincenzo, “competente per

    territorio” ad esprimere un parere sul possibile rientro

    dell’INZERILLO.

    Sul possibile rientro del “Sarino”, tuttavia, si registravano

    tre distinti atteggiamenti tra gli esponenti di “Cosa Nostra”, i quali

    hanno dato vita a schieramenti trasversali alle famiglie ed agli stessi

    mandamenti mafiosi, che possono essere riassunti come segue:

    Fautori del rientro in Italia: MANNINO Alessandro, “uomo d’onore” della famiglia di

    Boccadifalco; PASTOIA Francesco, “Capomandamento di Misilmeri –

    Belmonte Mezzagno”, MANDALA’ Nicola, “capofamiglia” di

    Villabate; BRUSCA Vincenzo, capofamiglia di Torretta; DI MAGGIO

    Lorenzo, “Lorenzino”, uomo d’onore della famiglia di Torretta;

    CARUSO Calogero, “ ‘U MERENDINO “, reggente della famiglia

    mafiosa di Torretta nei periodi di assenza del BRUSCA; LO PICCOLO

    Salvatore, “capofamiglia” di Tommaso Natale, già reggente del

    mandamento di San Lorenzo fino alla scarcerazione di CINA’

    Antonino.

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    Possibilisti sul rientro in Italia: PROVENZANO Bernardo, “Capo” di “Cosa Nostra” siciliana;

    MARCIANO’ Vincenzo, “Capomandamento” di “Passo di Rigano –

    Boccadifalco”; BRUSCA Giuseppe, “Pinuzzu”, “consigliere” della

    famiglia di Boccadifalco; SANSONE Gaetano, “capofamiglia” di Uditore;

    BONURA Francesco, “sottocapo” della famiglia di Uditore, questi ultimi

    due divenuti poi contrari;

    Contrari al rientro in Italia:

    ROTOLO Antonino, “Capomandamento” di Pagliarelli; CINA’

    Antonino, “Capomandamento” di San Lorenzo; SANSONE Giuseppe,

    “Pinuzzu ù Gettone”, “uomo d’onore” della famiglia di Uditore;

    MANNINO Calogero, “uomo d’onore” della famiglia di “Uditore”.

    Completata tale breve introduzione, si procederà all’esposizione

    delle risultanze investigative emerse sulla vicenda, avendo cura di

    procedere seguendo un ordine cronologico che consenta di coglierne le

    evoluzioni.

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    Alle ore 09.43 del 11.01.2005, e pertanto a meno di due settimane

    dal rientro in Italia di “Sarino” INZERILLO, all’interno di una stanza

    adiacente all’ufficio della “Immobiliare Raffaello”, ditta di pertinenza di

    BONURA Francesco, sottoposta a sorveglianza elettronica, veniva

    intercettata la prima importante conversazione sulla vicenda.

    BONURA Francesco, inteso “Franco”, di Vincenzo e di

    TORRETTA Giuseppa, nato a Palermo il 27.03.1942, “sottocapo” della

    famiglia mafiosa di Uditore, è esponente che gode di grande prestigio in

    seno all’organizzazione criminale “Cosa Nostra”, sia in virtù della grande

    capacità di infiltrazione nel settore degli appalti che di una genealogia

    mafiosa di tutto rispetto, sia ascritta che acquisita1.

    Il sistema di riprese video installato nei pressi della ditta del

    BONURA documentava l’ingresso e l’uscita in momenti diversi ma

    assolutamente prossimi all’inizio ed alla fine dell’intercettazione, di

    MANNINO Calogero, di Rosario e di GAMBINO Vincenza, nato a

    Palermo il 18.04.1940, “uomo d’onore” della famiglia di Uditore, immune

    da pregiudizi penali, e di MARCIANO’ Vincenzo, di Gabriele e di

    PELLERITO Giovanna, nato a Palermo il 02.01.1945, fratello del più noto

    MARCIANO’ Giovanni (cfr. all.to ZERO).

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    1 Figlio di BONURA Vincenzo, inteso “ù cianeddu”, “uomo d’onore” della famiglia di

    Uditore, nipote per parte materna dello storico “Capofamiglia” di Uditore TORRETTA Pietro, “ù zù Pitrinu”, nato a Palermo il 14.11.1912, Francesco BONURA è altresì cognato di BUSCEMI Salvatore, “Totuccio”, nato a Palermo il 28.05.1938, “Capomandamento” di “Passo di Rigano Boccadifalco” e componente della “Commissione Provinciale” di “Cosa Nostra” dal 1982 fino alla data del suo arresto.

    A riferire in merito all’appartenenza a “Cosa Nostra” di BONURA Francesco sono i

    collaboratori di giustizia ANZELMO Francesco Paolo, BRUSCA Giovanni, BUSCETTA Tommaso, CALDERONE Antonino, CANCEMI Salvatore, CONTORNO Salvatore, CUCUZZA Salvatore, DAVI’ Francesco, DRAGO Giovanni, GUGLIELMINI Giuseppe, MARCHESE Giuseppe, MARINO MANNOIA Francesco, MUTOLO Gaspare, ONORATO Francesco, SCRIMA Francesco e SIINO Angelo, c.d. “ministro dei lavori pubblici” di “Cosa Nostra”, quest’ultimo definito dal BONURA “Angelo SUINO” nel corso delle intercettazioni ambientali effettuate da questo ufficio.

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    Le attività di indagine hanno consentito di documentare

    incontrovertibilmente che MARCIANO’ Vincenzo, durante tutto l’arco di

    durata delle intercettazioni presso l’appartamento di Via Catania e fino al

    mese di settembre del 2005 rivestiva la carica di “Capomandamento” del

    mandamento mafioso di “Passo di Rigano – Boccadifalco”.

    Relativamente alle intercettazioni effettuate nei locali nella

    disponibilità del BONURA, va innanzitutto riferito che questi, per

    incontrare i suoi consociati mafiosi, adottava le seguenti precauzioni:

    nessun contatto telefonico preliminare;

    filtro rigidissimo dei soggetti da incontrare;

    appuntamenti concordati nel corso degli incontri precedenti;

    utilizzo di un idoneo locale adiacente ma separato dalla sede degli

    uffici dell’immobiliare “Raffaello”;

    divieto assoluto di condurre apparecchi telefonici cellulari all’interno

    del predetto locale;

    ingresso e uscita separata e distanziata da un intervallo di dieci,

    quindici minuti dei soggetti incontrati;

    La comparazione delle immagini registrate dal sistema di video

    riprese con gli elementi contenuti nella conversazione intercettata,

    permetteva di individuare senza dubbio alcuno gli interlocutori in

    BONURA Francesco, MARCIANO’ Vincenzo e MANNINO Calogero:

    Si riportano di seguito i passi della trascrizione dell’intercettazione

    ritenuti maggiormente significativi (cfr. all.to 1):

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    Conversazione del 11.01.2005 ore 09.43 INTERLOCUTORI: BONURA Francesco, “Franco”; MANNINO Calogero, “Caluzzu”; MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”; BONURA: (…) Per quanto riguarda questo discorso … per quanto

    riguarda questo… MANNINO: E’ venuto l’americano! MARCIANO': Ci stavamo arrivando … BONURA: L’americano sarebbe… MARCIANO’: Sarino MANNINO: Sarino BONURA: … “tutto a posto?” MANNINO: (incomprensibile) di fermare qua … MARCIANO': Tutto a posto… ufficiosamente, ma ufficialmente no !! BONURA: Perché che novità ci sono in questo …? MARCIANO': Novità che c’è un poco dico per dire di confusione !! Ma

    confusione perché, perché giustamente non c’è una velocità … perché le poste italiane camminano in ritardo… Nicola… (tossisce) ultimamente quando noi ci siamo visti con Nicola

    BONURA: Villabate ? Mi dai un po’ d’acqua? MARCIANO': “Veda che… Enzo, dice, mi hanno detto…” BONURA: … di avere pazienza !! Non c’è stata … e com’è che questo è

    venuto ? MANNINO: Quella fredda? BONURA: No ! MARCIANO': Ci fu il precedente della discussione non è che non ci fu!! Il

    precedente della discussione ci fu se ti ricordi… BONURA: Andiamo avanti, vediamo se… impegniamoci in una

    maniera!! MARCIANO': Il discorso parte per interessamento di quello … BONURA: E quello gli ha detto “va bene!” … MARCIANO': E quello si è messo in contatto con … con “BINU” !! BONURA: Se non parte col primo, parte con il secondo ! MARCIANO': Con “BINU” !!? Allora la sai la discussione! BONURA: Certo che lo so, io ti ho detto: riepiloghiamo un poco … MARCIANO': Certo !! BONURA: Ma come la sai ? Ne abbiamo parlato tutti e due, con chi ne

    ho parlato io ?! MARCIANO': Dico ! Quello gli dice a Nicola, parla con quello e vedi che

    … com’è la discussione!! E ci sono questi contrasti che noi sappiamo, no questi, ci sono stati gli altri !! Le barzellette, il romanzo a puntate, io lo chiamo il romanzo a puntate, poi ci fu la perquisizione, non si ci è potuti andare…

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    (incomprensibile)… in questa fase mi fa, dice: “mi ha detto che…” che forse gliel’ha detto lui, forse gliel ’ha detto forse… ù minzagnotu, Ciccio

    BONURA: Il parente tuo diciamo … MARCIANO': Il parente del parente … nel frattempo i contatti con quello

    (incomprensibile) … ce li ha tenuti il COSIMO ! BONURA: Il VERNENGO MARCIANO': Nel frattempo il VERNENGO … e quello è rimasto… in

    ritardo... BONURA: Non lo so ! MARCIANO': Questa è tutta una supposizione che faccio io !! BONURA: Ma io so che quello ha mandato a dire “va bene!” Ha

    mandato il biglietto … MARCIANO': Il biglietto lo ha mandato quello ? BONURA: E chi ? MARCIANO': Per qua ! Che poi avrebbe dovuto mandare il biglietto, lui

    per quello!! E a me la notizia mi dovrebbe arrivare da quello! Da quello a me non mi è arrivata …

    BONURA: Dice che c’era “u pizzinu” ?? Mandato da LO PICCOLO … MARCIANO': … “u pizzinu” per quello !! BONURA: Per il LO PICCOLO ! MARCIANO': No per me ! Di Binnu…BONURA: Nino ci manda il biglietto … Nino l’ha ricevuto questo

    biglietto … perchè dice “questo non lo sapevo!” … MARCIANO': Quando lui ha ricevuto questo pezzo di carta questo ci fa a

    Sandrino… “tutto okay” … BONURA: Chi glielo fa ? Nicola ! MARCIANO': Nicola !? E gli dice di avvisare a me … ma io ufficialmente

    non ho niente … BONURA: Ma a te c’è chi ti ha avvisato, Sandrino?! È giusto ?! MARCIANO': Si, d’accordo ! BONURA: Allora, vallo a prendere per ora, vai a vedere …

    Fin dalle prime battute appariva evidente che “l’americano”,

    “Sarino”, cui si faceva riferimento nella conversazione era l’INZERILLO

    Rosario rientrato in Italia il 29 dicembre 2004.

    Il rientro dell’INZERILLO era quindi stato preceduto da una

    intensa fase di trattative preliminari che aveva interessato i massimi vertici

    di “Cosa Nostra”, chiamati a decidere se “autorizzare” il ritorno di

    INZERILLO Rosario.

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    Non avendo avuto comunicazione dell’avvenuta autorizzazione

    attraverso le vie “ufficiali”, MARCIANO’ e BONURA ricostruivano

    quanto potesse essere accaduto, indicando in una perquisizione la possibile

    causa del ritardo nell’arrivo della corrispondenza con PROVENZANO

    Bernardo, “Bino”, dal quale sarebbe dovuta giungere la comunicazione

    “ufficiale” al MARCIANO’, nella sua veste di “Capomandamento” di

    “Passo di Rigano- Boccadifalco”, del quale INZERILLO Rosario faceva

    parte prima della sua fuga negli U.S.A.

    MARCIANO’ raccontava al BONURA che nel corso dell’ultimo

    incontro avuto con “Nicola”, al cui nome veniva associata l’indicazione

    “Villabate”, questi gli aveva riferito che, in merito alla vicenda, gli era

    stato detto di “avere pazienza”.

    Egli ipotizzava che la persona che aveva detto questo al “Nicola”

    potesse essere “Ciccio ù minzagnotu”, e pertanto un soggetto di nome

    Francesco a cui veniva associato il paese di Belmonte Mezzagno, il quale

    aveva un legame di parentela indiretto con il MARCIANO’ : “il parente

    del parente”..

    Tali indicazioni consentivano di identificare il “Nicola” di

    “Villabate” per MANDALA’ Nicola, di Antonino, nato a Bologna il

    08.03.1968, promotore ed organizzatore di tutte le illecite attività facenti

    capo alla famiglia mafiosa di Villabate, e “Ciccio ù Minzagnotu” per

    PASTOIA Francesco, nato a Belmonte Mezzagno (PA) il 28 luglio 1943,

    entrambi sottoposti a fermo del P.M. il successivo 25 gennaio 2005, oltre

    che per il concorso nell’omicidio di GERACI Salvatore , anche per il reato

    di cui all’art. 416 bis, comma secondo, c.p., avendo assunto un ruolo

    direttivo ed avendo esercitato le corrispondenti funzioni in seno

    all’associazione mafiosa “Cosa Nostra”.

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    Scorrendo le motivazioni del provvedimento, si rileva che

    “PASTOIA Francesco si è evidenziato non soltanto come soggetto che da

    sempre esercita una grande influenza mafiosa sulle vicende interne al

    mandamento di Misilmeri e sulla zona di Belmonte Mezzagno in

    particolare, ma si è soprattutto rivelato come un importantissimo punto di

    riferimento mafioso, addirittura sovraordinato rispetto alle famiglie (ed ai

    rispettivi capi) operanti in una vasta area territoriale, da Belmonte

    Mezzagno fino a Bagheria, da Villabate e Misilmeri fino a parti

    significative della stessa città di Palermo, in grado, per un verso, di

    dirimere questioni, impartire disposizioni ed imporre decisioni, per altro

    verso, di interloquire direttamente e personalmente con il

    PROVENZANO, per conto del quale - da sempre – si è assunto il delicato

    e vitale compito di presiedere alla gestione del complesso sistema di

    “comunicazioni riservate” attraverso il quale il capomafia latitante ha

    continuato a dirigere nel tempo l’organizzazione Cosa Nostra”.

    Alla luce di tali indicazioni, appariva evidente che il MANDALA’

    costituiva per il Capomandamento di Boccadifalco un anello della catena

    di comunicazioni riservate del PROVENZANO, e che in tale veste aveva

    svolto un ruolo centrale nella vicenda.

    Era stato lui, infatti, a comunicare che era “tutto ok” a tale

    “Sandrino”, il quale aveva informato in via “ufficiosa” il MARCIANO’.

    Il “Sandrino” cui si faceva riferimento nella conversazione si

    identifica per MANNINO Alessandro, inteso “Sandrino”, nato a Palermo il

    27.11.1960, “uomo d’onore” della famiglia di “Passo di Rigano”, soggetto

    che, come si avrà modo di vedere, era legato da un solido rapporto di

    amicizia con il MANDALA’.

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    Va a tal punto riferito che già in data 25.11.2003 (cfr. all.to n. 16),

    nel corso delle attività investigative svolte da personale di quest’Ufficio sul

    MANDALA’, era stato documentato un incontro tra MARCIANO’

    Vincenzo, MANNINO Alessandro e MANDALA’ Nicola, le cui modalità

    avevano ingenerato non pochi sospetti negli operatori.

    Continuando nell’analisi della ricostruzione dei passaggi indicati

    dal MARCIANO’, egli indicava in VERNENGO Cosimo la persona che

    aveva tenuto i contatti con “quello”, nella fase successiva alla

    perquisizione.

    Dalle parole del MARCIANO’ si evinceva che al VERNENGO

    fosse poi accaduto qualcosa che aveva lasciato “quello” in ritardo rispetto

    alle comunicazioni, circostanza che consentiva di identificare il “Cosimo”

    per COSIMO Vernengo, nato ad AVOLA (SR) il 12.12.1966,

    “Capofamiglia” della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, tratto in

    arresto in data 02.12.2004 a seguito di emissione di O.C.C.C. N.3287/03

    R.G.N.R. D.D.A. e N. 11696/03 R.G.G.I.P.

    Sebbene il linguaggio criptico utilizzato dal MARCIANO’ non

    consentisse nell’immediato l’identificazione certa del “quello”, atteso che

    in poche frasi egli ripeteva l’aggettivo cinque volte, si ritiene che egli

    intendesse riferirsi al latitante LO PICCOLO Salvatore il quale, come si

    avrà modo di vedere, era uno dei più pressanti fautori del rientro degli

    INZERILLO in Italia.

    Ad avvalorare detta tesi era quanto poi diceva il MARCIANO’ a

    proposito del fatto che “quello” era stato poi avvisato delle novità da

    “Lorenzino”, il quale si identifica per DI MAGGIO Lorenzo, inteso

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    “Lorenzino”, nato a Torretta il 23.06.1951, “uomo d’onore” della famiglia

    di Torretta, nipote dello storico mafioso DI MAGGIO Rosario, la cui

    madre è cugina del latitante LO PICCOLO Salvatore.

    MARCIANO': D’accordo ! Difatti io a quello di la l’ha avvisato il Lorenzino ! Che non doveva farlo… se prima non lo ha avvisato… ma siccome cervello non ne hanno…

    BONURA: Se ne sbattono la minchia … no … MARCIANO': No, non hanno cervello ! BONURA: a Lorenzino chi gliel’ha detto, Sandrino? MARCIANO': Certo! MANNINO: … scusate ma … MARCIANO': E allora perché mi sono annacato a quello, perché gli ho

    detto “tu non mi hai mandato dire niente a me!” Però in via ufficiosa mi è arrivato a me, è venuto qua … e so che tu lo sai perché te lo ha dato … Lorè, ecco perché ho ritardato a dirtelo!” …

    BONURA: E ti ha risposto o no ? MARCIANO': No, questo lo devo fare o oggi o domani questo lavoro ! MANNINO Mi è scivolato dalle mani … BONURA: Quaranta miliardi… (fonetico) MANNINO: … ma questo non se ne tiene conto che … MARCIANO’: No, noi stiamo tenendo conto noi per la forma ! MANNINO: Se ne tiene conto che questo è arrivato in Italia con il

    foglio di via … con il foglio di via … MARCIANO': Va be, ma questo è relativo per noi perché dico per dire

    c’è una tavola apparecchiata diciamo, una trattativa, un discorso …

    BONURA: Allora fu … non fu che aspettò… è dovuto essere di premura questo fatto !!

    MARCIANO': Tutte e due le cose assieme !!

    Ed ancora, in un successivo passo: MARCIANO': Loro li, tutti stravaganti, (incomprensibile) viene a dire

    “guarda” … indirettamente mi ha fatto un favore però se io … se dico per dire io non mi vado ad informare e non li vado a cercare, io posso spingere o posso dire pure una fesseria e faccio qualche brutta figura …

    MANNINO: … il foglio di via però me l’ha accettato …

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    MARCIANO': Si Calò, ma il senso … del discorso del foglio di via dico per dire è nato … è nato quando ci fu il discorso che questo ha cercato per andarsene … per questo ne ha da fare … ne tessera, ne passaporto… non aveva niente !! E allora quando si presenta la, foglio di via … ma già quando lui è andato a presentarsi la, già perché gli si era dato lo “sta bene”… questa è la verità, perché la verità è così!! Ci fu il discorso a dire “guarda, mi deve arrivare il pizzinu … il tempo che arriva il pizzinu…è vero che ci sono le feste…” …

    MANNINO: Tanto è vero che appena è arrivato qua … BONURA: Si!! Ci hanno messo di fronte al fatto compiuto!!

    D’altronde perchè fu architettato … architettato … (…)

    MARCIANO’ e BONURA, pur tenendo conto delle circostanze

    che avevano rallentato le comunicazioni con il LO PICCOLO e con il

    PROVENZANO, dovute ad una perquisizione ed all’arresto del

    VERNENGO Cosimo, ravvisavano tuttavia un preciso disegno strategico

    dietro la questione del ritardo nella comunicazione “ufficiale”

    dell’autorizzazione al rientro dell’INZERILLO in Italia, lamentando di

    essere stati messi “di fronte al fatto compiuto”.

    La necessità di adottare tale strategia era dettata dalla presenza dei

    contrasti sorti in seno a “Cosa Nostra” sul rientro degli INZERILLO che,

    come si avrà modo di vedere, avrebbe avuto come principale oppositore

    ROTOLO Antonino, nato a Palermo il 03.04.1946.

    Nello stralcio sopra riportato, invero, BONURA faceva riferimento

    ad tale “Nino” che lo aveva informato di avere ricevuto un “biglietto” e

    che si era lamentato di non essere a conoscenza di qualcosa:

    BONURA: Nino ci manda il biglietto … Nino l’ha ricevuto questo

    biglietto … perchè dice “questo non lo sapevo!” …

    89- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    Sulla scorta di quanto si sarebbe in seguito appreso dalle

    intercettazioni a carico di ROTOLO Antonino, può affermarsi che

    l’informazione mancante era proprio lo “sta bene” al rientro

    dell’INZERILLO.

    ROTOLO Antonino era stato arrestato in data 02.12.2004 con la

    medesima O.C.C.C. del VERNENGO e posto agli arresti domiciliari il

    successivo 16.12.2004 per motivi di salute.

    Durante la sua assenza, a dispetto dei problemi causati dalla

    famigerata perquisizione e dall’arresto del VERNENGO e del ROTOLO, il

    fronte dei favorevoli al rientro, con la complicità di Nicola MANDALA’,

    aveva divulgato, attraverso le vie “non ufficiali” la notizia

    dell’autorizzazione al rientro di “Sarino” INZERILLO, in modo da

    accelerarne il ritorno per le festività natalizie.

    Le successive risultanze emerse dalle fonte di captazione

    avrebbero dimostrato che i festeggiamenti del “fronte dei favorevoli”

    erano destinati solo al primo atto della scena, dalla quale sarebbero

    scomparsi a breve sia il MANDALA’ che il PASTOIA, lasciando uno

    spazio di manovra ancora maggiore al ROTOLO.

    Che la posizione di “Nino” ROTOLO fosse considerata di gran

    peso si evinceva già dalla conversazione in esame, quando gli interlocutori

    affrontavano un altro aspetto della vicenda INZERILLO, e cioè la possibile

    imminente scarcerazione di “Masino”:

    90- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    MANNINO: (…) Comunque però … se questo (incomprensibile) c’è un'altra cosa ora, forse sta uscendo Masino …

    BONURA: Masino ora me lo metto a fianco, attenzione, te lo dico io il perché, l’abbiamo garantito, ci siamo stati vicini, se lui … se io me lo metto accanto… ma accanto in che senso, gli leviamo un po’ di spazio … perché questo è servito per una causa giusta …

    MARCIANO': Va bé d’accordo, dico per dire che c’è uno messo a fianco, dico per dire che lui ha coperta … non è che deve andare a dire messa…

    BONURA: Ci uniamo io, tu e lui etc. etc. … se c’è Tanino lo faccio presenziare pure perché gli farà piacere (incomprensibile) (incomprensibile)

    MANNINO: Si parla che c’è un negozio li a passo di rigano e stanno cercando di fargliela mettere in culo a Sandrino, altro che farlo uscire …

    MARCIANO': E questa è una, l’altra cosa, noi abbiamo sbrigato che (incomprensibile) i parenti … comunque se tu gli vuoi dare una mano gliela dai

    MANNINO: Ma lui non è che ti pare che … che ha fatto le corse per questo … capisci che ti voglio dire ?! (incomprensibile)

    MARCIANO': Dico … lui sta parlando (incomprensibile) BONURA: No, Nino per lui non può dire no, come nessuno …MANNINO: Dici tu … lo dici tu !! BONURA: Il discorso resta in famiglia!MARCIANO': Però … BONURA: … questo sta a significare … MANNINO: Non gli sta bene il discorso a lui ! BONURA: E tu che ne sai, scusa, fammi capire… MANNINO: Il fatto che quando fu allora l’ho inco… ci sono andato, tre

    mesi fa quattro mesi fa, e noi abbiamo parlato di questo discorso di… che se ne doveva andare !! (incomprensibile) deve andare, acconto, dove se ne deve andare, fare e dire (incomprensibile) incomprensibile) si deve prendere le prime parole … e mi dice: “ma tu lo sai che il signor Masino dice (incomprensibile) che mi doveva fottere a me quando uscivo da casa”? Allora sopra questa parola …

    MARCIANO': E parlava di chi? MANNINO: Questo, di Masino … (incomprensibile) BONURA: Io questo non… MANNINO: … si andava informando… delle mie abitudini … BONURA: Io questo non lo so, comunque vedete che questo, e

    sappiamo tutti … anche se non lo (incomprensibile), io non lo so perché… nessuno me l’ha mai comunicato a me…ha fatto un azione che solo lui l’ha potuta fare però ha … per agevolare la situazione…

    MANNINO: (incomprensibile) per agevolare pure lui …91

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    BONURA: Boh … non te lo voglio io … però … MANNINO: L’ha fatto ! BONURA: … e tu ogni mese gli hai mandato i cinquecento euro !!

    Giusto ?! Neanche con ritardo … se c’è qualche … “corto e malu paratu”, gliene mandi due !!

    MANNINO: (incomprensibile) quanto stimo la salute ! BONURA: E c’è quando gli abbiamo pagato qualche altra cosa, se non

    mi ricordo male negli anni io … (…) Il “Masino” cui si fa riferimento nella conversazione, anche sulla

    base delle successive acquisizioni, si identifica per INZERILLO

    Tommaso, di Pietro, nato a Palermo il 26.08.1949, “sottocapo” della

    famiglia mafiosa di Uditore, come si evince, tra l’altro, dalle dichiarazioni

    di DAVI’ Francesco, DI CARLO Francesco e MUTOLO Gaspare.

    Questi è cugino di primo grado di “Totuccio” INZERILLO, e

    pertanto di “Sarino” e di “Franco ù truttaturi”, nonché fratello di

    INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12.02.1955, inteso “Franco ù

    nivuru”, ed effettivamente sarebbe stato scarcerato dalla casa circondariale

    di Pagliarelli ed ammesso al regime di semilibertà in data 05/10/2005.

    Come si evince dal tratto di trascrizione sopra riportato, il

    BONURA nutriva delle forti aspettative sul “Masino” INZERILLO,

    intendendo metterlo al suo fianco al momento della sua scarcerazione.

    La ragione di tale decisione era ben spiegata dal MARCIANO’,

    che precisava che ciò sarebbe servito a dargli “una coperta”, considerato

    che il “Masino” non poteva certamente “andare a dire messa”.

    L’assunzione della carica avrebbe quindi posto l’INZERILLO al riparo da

    eventuali possibili rappresaglie nei suoi confronti.

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    MANNINO faceva osservare al BONURA che a ciò si sarebbe

    opposto “Nino” e BONURA replicava, a sua volta, che “Nino” non

    avrebbe “potuto” dire di no, in quanto questo era un affare che sarebbe

    rimasto “interno” alla “famiglia”.

    Tale indicazione, oltre a confermare l’appartenenza

    dell’INZERILLO alla “famiglia” mafiosa di Uditore, che durante la

    detenzione gli ha continuato a versare regolarmente la cd. “mesata” ,

    testimoniava la “competenza” del “Nino” all’esterno dei confini del

    “mandamento” di Boccadifalco.

    La ragione per la quale l’INZERILLO non aveva subito le sorti dei

    cugini veniva indicata dal BONURA in una non meglio precisata

    “azione” , della quale neppure il BONURA era stato messo a conoscenza,

    che aveva “agevolato la situazione”, favorendo l’organizzazione mafiosa

    in una “causa giusta”. Come sarà chiarito in seguito, alcuni esponenti

    della famiglia INZERILLO nel corso della cd. Guerra di Mafia, dopo

    l’uccisione di Salvatore INZERILLO, sono stati risparmiati dai

    “Corleonesi” ed utilizzati per portare a termine azioni delittuose in danno

    di altri esponenti dello schieramento perdente, spesso rintracciati o

    raggiunti, solo grazie alla complicità di soggetti a loro vicini che in tal

    modo hanno avuta salva la vita.

    BONURA: ………ha fatto un azione che solo lui l’ha potuta fare però

    ha … per agevolare la situazione… MANNINO: (incomprensibile) per agevolare pure lui …

    93- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    Il BONURA chiedeva poi al MANNINO contezza sulle ragioni

    delle sue perplessità, e questi gli raccontava di essere andato a trovare il

    “Nino” tre o quattro mesi prima per parlare della vicenda del rientro degli

    INZERILLO. In quell’occasione il “Nino” gli aveva rivelato di avere

    appreso che il “Masino” INZERILLO aveva assunto informazioni sui suoi

    spostamenti al fine di tendergli un agguato.

    BONURA replicava di non essere a conoscenza della vicenda, e

    lasciava intendere al MARCIANO’ ed al MANNINO che il ruolo svolto

    dall’INZERILLO in favore dell’organizzazione gli aveva garantito una

    sorta di “salvacondotto”.

    Le successive conversazioni intercettate all’interno di un box sito

    nei pressi dell’abitazione del ROTOLO avrebbero consentito di

    documentare un incontro tra il ROTOLO ed il MANNINO e di acclarare

    come, attraverso il MANNINO , ROTOLO acquisisse informazioni sulla

    famiglia dell’Uditore , in particolare con riferimento alla vicenda

    INZERILLO.

    Altra importante conversazione avente gli stessi protagonisti veniva

    intercettata alle ore 09.45 del 07.02.2005 (cfr. all.to n. 2), e quindi a breve

    distanza dall’arresto di MANDALA’ Nicola e PASTOIA Francesco,

    avvenuti il 25 gennaio 2005, ed il successivo suicidio di quest’ultimo,

    avvenuto il 27.01.2005.

    La conversazione forniva la prova delle relazioni avvenute tra il

    “Capomandamento” di Boccadifalco ed il MANDALA’ Nicola, relazioni

    che non avevano come oggetto soltanto il rientro degli INZERILLO, ma

    altresì le modalità di comunicazione tra i due “mandamenti” e anche

    vicende di tipo estorsivo.

    94- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    Conversazione del 07.02.2005 ore 09,45 INTERLOCUTORI: BONURA Francesco, “Franco”; MANNINO Calogero, “Caluzzu”; MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”; BONURA: (…) Un’altra cosa ti volevo dire, per questi discorsi puoi avere

    problemi, cose? MARCIANÒ: Io sospetto se ci sono state discussioni…per il discorso di…

    dell’americano, per i discorsi dell’americano. (…)

    Dopo aver commentato quanto in quei giorni riportato dai

    principali organi di stampa in relazione agli eventi seguiti all’operazione di

    polizia denominata “Grande Mandamento”, particolarmente la

    collaborazione di CUSIMANO Mario ed il suicidio di PASTOIA

    Francesco, ed alla divulgazione del contenuto di talune intercettazioni

    ambientali, BONURA chiedeva al MARCIANO’ se egli potesse in qualche

    misura essere rimasto coinvolto nelle indagini.

    La replica del MARCIANO’ forniva la conferma

    dell’identificazione del “Nicola di Villabate” e di “Ciccio ù Minzagnotu”

    per i succitati MANDALA’ Nicola e PASTOIA Francesco, e rivelava

    altresì che gli stessi si erano occupati della vicenda “INZERILLO”.

    I timori del BONURA erano certamente legati alla possibilità che

    il MARCIANO’, facendo parte della ristrettissima schiera di persone con

    le quali egli si incontrava, avrebbe potuto condurre a lui gli investigatori, e

    ciò anche in considerazione del fatto che il nome del MARCIANO’ era già

    emerso nel corso delle intercettazioni ambientali effettuate a carico di

    VERNENGO Cosimo

    95- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    Proseguendo nell’analisi della conversazione del 07 febbraio, il cui

    contenuto è legato in gran parte al rapporto conflittuale tra Francesco

    PASTOIA e Benedetto SPERA, si rinvenivano indicazioni che

    consentivano di ricostruire il legame di parentela tra il MARCIANO’ ed il

    PASTOIA, indicato nella precendente conversazione come “parente di un

    mio parente” dal “Capomandamento” di Boccadifalco:

    MARCIANÒ: (…) Un giorno, un giorno… quando è rientrato quello, il

    Ciccio, avevo il contatto… con lo zio di Ciccio, che sarebbe zio di mio genero e avevamo il contatto tramite il discorso quando fu allora della (incomprensibile) . Poi è rientrato Ciccio…

    BONURA: (incomprensibile) MARCIANÒ: E’ venuto da me il parente, e siccome sono due mandamenti,

    disse: “tramite voialtri, i discorsi, dice, devono passare… dal MEZZAGNO”! Questo, io gli ho detto: “per me, gli ho detto, è lo stesso, anzi è meglio, meno rogne”! Difatti questo arrivò a portarsi (incomprensibile) “a picciuni” , poi è ritornato il Ciccio e ci fu questa discussione. Che poi questo discorso l’ho avuto con Nino, gli ho detto: “vedi che… così così”! (…)

    Sempre dalla medesima conversazione si rilevavano tracce del

    rapporto tra “Sandrino” MANNINO e MANDALA’ Nicola, i quali erano

    stati messi in contatto proprio dal MARCIANO’ per “il discorso

    dell’America”:

    MARCIANÒ: (…) Perché lì i contatti li avevano BONURA: Eh, e tutti gli impicci e i contatti li hanno definiti tutti cose

    (incomprensibile), perché se no la cosa durava… io mi auguro che non c’è nessuno… oltre questo… mi sembra

    MARCIANÒ: Ce ne sono quattro perché allora ci fu il discorso di farlo mettere in contatto, se tu ti ricordi, con Sandrino col MANDALA’, il discorso dell’america, ti ricordi questo…

    BONURA: Si, si, no, no, dice che sono amici di famiglia loro MARCIANÒ: Si sono messi… BONURA: Cioè praticamente… MARCIANÒ: Si sono messi… BONURA: No, sono amici di famiglia MARCIANÒ: Si

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    BONURA: Vabbè, famiglia, chiamiamola famiglia (con tono di disprezzo, n.d.t.)

    MARCIANÒ: Vabbè, ma comunque, diciamo noialtri, si creò… BONURA: Ma no, loro già li avevano MARCIANÒ: No! BONURA: E allora chi gliel’ha fatto fare? MARCIANÒ: Dopo è nato BONURA: MANDALA’ con Sandrino non erano amici? (sottovoce) MARCIANÒ: No!! BONURA: Chi glieli ha fatti fare amici, Nino? MARCIANÒ: Io gliel’ho fatto fare il contatto. Li ho presentati io. Noi ne

    avevamo parlato già prima BONURA: Si (…)

    Ancora, nell’ottica della ricerca di possibili punti di contatto che

    avrebbero potuto condurre le attenzioni degli investigatori su altri esponenti

    di “Cosa Nostra”, BONURA indicava in “Nino”, con tutta evidenza

    ROTOLO Antonino, ed in Vincenzo MARCIANO’, le persone esposte al

    rischio di eventuali indagini, circostanza questa che confermava come

    anche ROTOLO ed il MANDALA’ avessero avuto contatti per la vicenda

    “INZERILLO” :

    BONURA: (…) Vabbè, ma io secondo me lì deve stare più attento, a mio

    avviso, Nino e tu MARCIANÒ: Lo so BONURA: Perché… quello che gli imponeva, diciamo… (sussurra

    qualcosa di incomprensibile) MARCIANÒ: Questo di qua BONURA: No di dire… no, è finito il mondo, (incomprensibile) MARCIANÒ: Perché poi quello, il cassiere, ho letto che c’era una chiamata

    (incomprensibile) “Lavori Sant’Isidoro”2. Che lui aveva raccomandato una ditta che faceva i lavori lì a Sant’Isidoro

    BONURA: Il MANDALA’

    2 Per quanto attiene alla “chiamata” fatta dal “Cassiere” relativa ai “Lavori Sant’Isidoro”, l’indicazione si riferisce alle annotazioni sul c.d. “libro mastro” rinvenuto e sequestrato nel corso di una perquisizione effettuata presso l’abitazione di DI FIORE Giuseppe, nato a Bagheria il 25.06.1949, nel corso della quale, va rammentato, oltre al manoscritto con l’indicazione degli stipendi degli associati e delle imprese estorte, fu rivenuta la ragguardevole somma di circa un milione di euro.

    Il MARCIANO’ lamentava quindi che il MANDALA’, dopo avere “raccomandato” una ditta che operava dei lavori in località “Sant’Isidoro”, non avesse mai corriposto al mandamento somme di denaro, e ciò a dispetto del fatto che l’indicazione per detti lavori fosse già annotata sul “libro mastro”.

    97- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    MARCIANÒ: Però non ne ha portati mai! Però lui l’aveva scritto!! (…)

    Le investigazioni successive davano modo di rilevare che,

    riorganizzati i propri canali di comunicazione, il capo di “Cosa Nostra”

    inviava una missiva al “Capomandamento” di “Passo di Rigano –

    Boccadifalco” in merito alla situazione degli INZERILLO, attraverso il

    consueto metodo dei c.d. “pizzini”.

    Parte della missiva veniva letta a voce alta dal MARCIANO’ nel

    corso dell’incontro avvenuto presso gli uffici della “IMMOBILIARE

    RAFFAELLO” alle ore 10.03 del 31.03.2005, alla presenza di

    “Franco”BONURA e “Caluzzu” MANNINO (cfr. all.to n. 17):

    Giova peraltro evidenziare che da ulteriori successive

    conversazioni intercettate tra ROTOLO Antonino e Francesco BONURA si

    apprendeva che Bernardo PROVENZANO a quell’epoca, non conosceva

    l’identità del “Capomandamento” di “Passo di Rigano Boccadifalco”, la cui

    nomina era stata formalizzata da ROTOLO Antonino alla presenza di

    SANSONE Gaetano, BONURA Francesco su proposta di SANSONE

    Giuseppe, “ù gettone”, e che pertanto la comunicazione al MARCIANO’

    aveva natura prettamente “istituzionale” e non personale.

    Conversazione del 31.03.2005 ore 10.03 INTERLOCUTORI: BONURA Francesco, “Franco”; MANNINO Calogero, “Caluzzu”; MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”; MARCIANO’: (…) Io poi ho avuto io un pizzino… dal “Binnu” BONURA: Ah, l’hai avuto il pizzino? MARCIANO’: Che diceva tutto…

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    BONURA: … e non diceva niente MARCIANO’: Ambiguo… BONURA: Cioè? MARCIANO’: Niente: “se mi puoi perdonare, siamo… però se ci sono

    impegni, si devono rispettare! Fa un giro di… io non sono niente…”. Io gli ho risposto… per come lui mi ha scritto, vago, vago lui e vago io. “In riferimento che tu mi dici… che vossia mi dice… gli impegni precedenti, se è possibile farmi sapere quali sono questi impegni perché io non li so”. Perché poi effettivamente io non li so!! Questo dimostra che questo è il periodo più brutto… di “Cosa Nostra” , il più brutto, perché non ci… non ci fidiamo più uno dell’altro, perché… ogni… ogni “arricugghiuta” (retata, n.d.t.) c’è… un “operaio” (pentito, n.d.t.) nuovo, ogni “arricugghiuta” si… e (incomprensibile). Che gli dovevo rispondere? “Se le viene facile mi manda… chiarire qualche cosa”

    BONURA: (incomprensibile)… MARCIANO’: Perché lì … lì c’era un discorso sempre pure ambiguo,

    secondo me, perché … BONURA: Con ROTOLO MARCIANO’: O Nicola MANDALA’, perché quello parlava con Sandrino

    e si faceva vedere… raccontava le cose in un modo BONURA: U Binu MARCIANO’: Non c’ho fiducia, perciò io gli rispondo pure vago, perché io

    non lo so le discussioni che ha fatto quello con ROTOLO, mi segui?

    BONURA: Vabbè, tu gli hai mandato a dire: “se ci sono impegni me lo faccia sapere, siamo a disposizione”, è giusto?

    MARCIANO’: E siccome il periodo è brutto, cerchiamo di… di accomunarci “Poi sono a… a disposizione. Se le viene facile e non le porta troppo disturbo, me lo vuole…col tempo” . (…)

    PROVENZANO, attraverso un messaggio di poche righe dal

    contenuto criptico, aveva quindi richiamato il “Capomandamento” di

    “Passo di Rigano – Boccadifalco” al rispetto di “impegni precedenti”,

    puntualizzando di non avere potere decisionale in merito alla vicenda

    (sic.)“io non sono niente”.

    99

    Tale affermazione, apparentemente sbalorditiva se si considera il

    ruolo rivestito dal PROVENZANO in seno a “Cosa Nostra”, avrebbe

    invece trovato piena conferma nel corso delle intercettazioni effettuate a

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -

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    carico del ROTOLO, il quale, in merito alla decisione emanata dalla

    “Commissione” di “Cosa Nostra” di non fare rientrare i c.d. “scappati”,

    pena la morte, rivendicava la supremazia della forza collegiale della

    “Commissione” rispetto a quella del suo attuale capo, PROVENZANO

    Bernardo, affermando che soltanto un nuovo pronunciamento

    dell’organismo avrebbe potuto modificare una decisione precedentemente

    assunta dalla stessa.

    MARCIANO’ accoglieva il richiamo del “Binnu” con stupore

    misto a diffidenza, inviando a sua volta una missiva dai medesimi toni nella

    quale chiedeva a quali “impegni” egli facesse riferimento, affermando di

    non esserne a conoscenza.

    Il successivo sfogo del MARCIANO’, oltre a testimoniare lo stato

    di difficoltà in cui versava l’organizzazione criminale “Cosa Nostra” in

    quel periodo, colpita duramente da tre operazioni che avevano riguardato

    nell’ordine i mandamenti di “Santa Maria di Gesù”, “Bagheria e Misilmeri”

    e “San Lorenzo”, minacciata costantemente dalla “piaga” dei collaboratori

    di giustizia, forniva delle preziose indicazioni rispetto al ruolo svolto dal

    PROVENZANO attraverso il MANDALA’ ed il MANNINO nel rientro di

    “Sarino” INZERILLO, ruolo ritenuto ambiguo dal MARCIANO’.

    L’accostamento delle difficoltà attraversate dalla “Cosa Nostra”

    alla mancanza di reciproca fiducia, inoltre, testimoniava l’appartenenza dei

    presenti al suddetto sodalizio criminale: “Questo dimostra che questo è il

    periodo più brutto… di Cosa Nostra, il più brutto, perché non ci… non ci

    fidiamo più uno dell’altro”.

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 100

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    Dopo aver ascoltato quanto riferito dal MARCIANO’, Francesco

    BONURA chiedeva se egli avesse comunque fornito al PROVENZANO la

    propria disponibilità nell’onorare gli eventuali “impegni”, ricevendo da

    questi risposta affermativa.

    La risposta del PROVENZANO, invero, non si sarebbe fatta

    attendere a lungo.

    Alle ore 10.19 del 26 maggio 2005 (cfr. all.to n. 18), all’interno

    dell’ appartamento di via Catania, veniva registrato altro incontro tra i

    consueti interlocutori nel corso del quale la tematica degli “scappati”

    veniva affrontata in maniera più ampia, consentendo di conoscere aspetti

    della vicenda fino a quel momento rimasti inediti.

    Trascrizione del 26.05.2005 ore 10.19

    INTERLOCUTORI: BONURA Francesco, “Franco”; MANNINO Calogero, “Caluzzu”; MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”; BONURA: (…) Mi stavi dicendo un’altra cosa? MARCIANÒ: C’è ancora il discorso aperto… il discorso degli

    INZERILLO… BONURA: E di nuovo si… MARCIANÒ: Perché mi scrive il PROVENZANO… (sussurrato n.d.t.) ed

    è la seconda volta che scrive ed ha sempre un modo di fare che, per conto mio, è ambiguo, mi dice e non mi dice…

    BONURA: Ma chi ti scrive il LO PICCOLO? MARCIANÒ: Il LO PICCOLO e il Bernardo, separatamente, però lo

    manda sempre… BONURA: Tramite lui, eh! MARCIANÒ: Perciò qualche giorno ci dovremmo sedere insieme con loro

    per questi due messaggi… BONURA: (incomprensibile) MARCIANÒ: …per valutare… BONURA: E quello cosa manda a dire il… il LO PICCOLO?

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 101

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    MARCIANÒ: Dice: “ti sta scrivendo, vedi se sei soddisfatto di quello che ti dice e casomai…”

    BONURA: Se prendono questo discorso è buono che se ne va… MARCIANÒ: Vero… vero è che non c’è più nessuno, però ci fu un

    impegno, perché questi furono smantellati quando fu… BONURA: Io non me lo ricordo… MANNINO: …e dovevano dipendere… (…)

    Squilla il telefono, Franco BONURA si alza e va a rispondere.

    MARCIANO’ aveva quindi ricevuto, attraverso il medesimo

    canale, due missive provenenti una dal PROVENZANO e una dal LO

    PICCOLO, aventi entrambi come oggetto “Il discorso degli INZERILLO”.

    Ancora una volta, MARCIANO’ lamentava al BONURA

    l’ambiguità del contenuto delle lettere del capo di “Cosa Nostra”,

    chiedendo di poterle leggerle assieme per valutarne il contenuto.

    Ritorna Franco BONURA

    MARCIANÒ: (…) Ultimamente io questo discorso, quando ci siamo visti

    qualche mese fa con Tanino… BONURA: (incomprensibile) MARCIANÒ: …ma vedi che allora questo discorso… BONURA: Ma questa è novità di ora? MARCIANÒ: Certo, l’altro ieri mi è arrivato questo pizzino,

    precedentemente lui mi ha scritto… già te lo avevo accennato che era ambiguo! Per come lui mi ha scritto io gli ho risposto, addolcendo la cosa, di dire, tipo: “c’è un equilibrio e non lo vorrei spezzare, c’è un… abbiamo problemi pesanti che non vorrei complicare!”

    BONURA: E tu hai risposto? MARCIANÒ: Io l’ho mandato a dire a quello che ha scritto lui! BONURA: E quindi aspetti ancora o già… MARCIANÒ: Ora, l’altro ieri me n’è arrivato un altro…BONURA: Eh, e che è categorica? MARCIANÒ: Non è categorica, questa è la non chiarezza! BONURA: E cioè, che capisci tu? MANNINO: C’è qualcuno che mette legna nel fuoco!MARCIANÒ: Lui mi dice: “si, hai questa responsabilità, capisco che…

    però non ti scordare che c’è un impegno, vero è che non c’è

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 102

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    più nessuno, però questo impegno c’è stato e questo impegno è stato preso che dovevano stare…”

    BONURA: Erano dall’altra parte! (…)

    Lo stralcio sopra riportato evidenziava le “responsabilità” che

    derivavano al MARCIANO’ dalla sua veste di “Capomandamento” di

    “Passo di Rigano - Boccadifalco”, “competente” sugli scappati che erano

    organici a tale mandamento mafioso prima della seconda guerra di mafia,

    schierati però“dall’altra parte”, la parte perdente, come precisato dal

    BONURA.

    MARCIANO’ raccontava al BONURA di avere scritto al

    PROVENZANO di non volere spezzare gli equilibri in quel momento di

    particolare difficoltà, cercando sostanzialmente di guadagnare tempo per

    potere valutare il contenuto delle missive insieme a lui ed al SANSONE

    Gaetano, atteso che egli riteneva che il PROVENZANO non avesse assunto

    una posizione categorica.

    Proseguendo nell’analisi della conversazione, si apprendeva che il

    problema della permanenza sul territorio degli “scappati” non riguardava

    soltanto gli INZERILLO, bensì tutta una serie di soggetti che si trovavano

    nella medesima condizione, alcuni dei quali venivano elencati dal

    MARCIANO’, che chiedeva al BONURA ed al MANNINO se ne

    rammentavano altri:

    MARCIANÒ: (…) Ma qua il discorso è che non è che ci sono solo questi

    qua! A poco a poco, io non lo so, ma qualche riferimento… non lo so, perché il BOSCO è qua, “sicarrieddu”ed è qua, poi chi c’è, ce ne sono altri? Io non lo so, voi siete più vecchi!

    BONURA: C’è Franco…MANNINO: Chi è Franco? BONURA: “u truttaturi”

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 103

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    MARCIANÒ: “u truttaturi” e Sarino…MANNINO: Sarino… BONURA: …e un BOSCO, un BOSCO era da voi MANNINO: Era da noi… alla Noce c’è… MARCIANÒ: “sicarrieddu” MANNINO: Totuccio “u sicarrieddu”, DI MAIO… Totuccio DI MAIO!BONURA: Va bene, a quello non ci pensa nessuno! Avantieri mi ha

    incontrato, ha parlato con me… MANNINO: C’è qualcuno che mette legna al fuoco però! BONURA: Si, ma al di là di questo, la dottrina nostra quella è! (…)

    L’elenco comprendeva quindi, oltre ai fratelli INZERILLO,

    “Franco ù truttaturi” e “Sarino”, altresì tale “BOSCO” e “Totuccio DI

    MAIO, ù sicarreddu”, della “Noce”.

    Quest’ultimo si identifica per DI MAIO Salvatore, “curuzzu”, nato

    a Palermo il 19.11.1932, indicato da numerosi collaboratori di giustizia

    quale “sottocapo” della famiglia mafiosa della Noce, “scappato”, la cui

    presenza, benché saltuaria, era stata effettivamente riscontrata a Palermo

    nel 2005 da quest’Ufficio.

    A dispetto di quanto affermato dal BONURA, le attività di

    indagine hanno permesso di apprendere che ROTOLO Antonino aveva

    dato l’autorizzazione all’omicidio del DI MAIO Salvatore, le cui fasi

    preparatorie, come si avrà modo di vedere, erano già in fase avanzata

    nell’estate del 2005.

    Di grande rilievo era poi la risposta fornita dal BONURA al

    MANNINO quando questi faceva presente che c’era qualcuno che, in

    merito alla vicenda INZERILLO, metteva “legna al fuoco”.

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 104

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    BONURA precisava che quella era “la dottrina” da loro scelta,

    intendendo con tutta probabilità riferirsi allo schieramento “vincente” dei

    c.d. “Corleonesi”.

    Va infatti rammentato che questi è cognato di BUSCEMI

    Salvatore, divenuto “Capomandamento” e componente della

    “Commissione Provinciale” di “Cosa Nostra” a seguito della morte di

    INZERILLO Salvatore, per il cui omicidio, unitamente, tra gli altri, a

    ROTOLO Antonino, è stato condannato alla pena dell’ergastolo.

    Come già aveva fatto in passato, MANNINO Calogero faceva

    presente che la scarcerazione di INZERILLO Tommaso avrebbe

    complicato ulteriormente la situazione, considerata l’avversione che

    “Nino” ROTOLO aveva nei suoi confronti dopo aver appreso dell’esistenza

    di un progetto per la sua eliminazione, e ciò a dispetto del fatto che egli

    fosse considerato “a posto” nei confronti dell’organizzazione:

    MANNINO: (…) Ora… ora se è vero, si aspetta che dovrebbe uscire

    Masino e la cosa comincia a diventare complicata per tutti! BONURA: Anche perché Masino è a posto!MANNINO: A posto con noi, ma no con loro, perché quello ce l’ha, il

    Nino ce l’ha… BONURA: Ah? MANNINO: Nino ce l’ha con Masino! (…)

    MARCIANO’ rinnovava quindi al BONURA la sua richiesta di

    rileggere con attenzione le missive, porgendogli i saluti del latitante LO

    PICCOLO Salvatore, il quale lo aveva indicato nel pizzino come “mio

    fratello Franco B.”.

    MARCIANÒ: (…) Ci sediamo e ce li leggiamo questi pizzini per valutare?

    Altrimenti io scherzo ancora, o cercate di dargli spiegazioni o vedere di mediare, che dici?

    BONURA: Certo, che ti devo dire? Vediamoli, li facciamo vedere pure ad altri!

    MANNINO: Comunque, se la cosa si discute…

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 105

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    MARCIANÒ: Quello ha mandato (incomprensibile) e mi dice sempre: “saluti…” perché Franco B, Franco B solo tu puoi essere!

    BONURA: Certo! MARCIANÒ: “saluti per mio fratello Franco B, salutamelo eee!”MANNINO: Aspetta un minuto, non è che si allontanava assai la

    buonanima di tuo padre! Questa fratellanza? (ironicamente n.d.t.)

    BONURA: (incomprensibile), certe volte pure per Tanino manda i saluti!

    MARCIANÒ: Eh, ma quello Tanino si chiama! MANNINO: Il fratello tu sei!BONURA: Quando mi arrivava qualche pizzino… MARCIANÒ: Ma Franco B tu sei, io non posso decifrare in altri!BONURA: Si, si, si! (…)

    Mafioso di consumata esperienza, il BONURA metteva in guardia

    il MARCIANO’ sui rischi che la sua scelta attendista comportava,

    facendogli presente che, nel caso in cui fosse accaduto qualcosa, la

    responsabilità sarebbe ricaduta su di loro in quanto esponenti di vertice del

    mandamento e la vicenda andava chiusa il prima possibile:

    MANNINO: (…) Comunque io penso che se qualcuno (incomprensibile),

    perché io… come li guardo io gli INZERILLO che io ci sto vicino, a fianco, perché abitiamo a duecento metri, non si sono messi in mezzo ai piedi completamente! Se vedono che lui non si sente…

    BONURA: Ascoltami un minuto, tu hai ragione fratello mio, però queste cose valgono e non valgono, non siamo noi che dobbiamo decidere e se ci dobbiamo mettere mano e meglio che ci mettiamo mano e ce ne usciamo, nel senso che… perché questa non finirà mai questa storia!

    MARCIANÒ: Possiamo perdere tempo… BONURA: Ma non finisce, finisce male! E sempre (incomprensibile) e

    se Dio ce ne scansi succede qualche cosa i responsabili siamo noi perché ci siamo disinteressati. Picciotti io sono stanco, se i discorsi sono questi non è che…

    MARCIANÒ: Perché c’è quello che è accanito, ROTOLO, perché lì (incomprensibile) io pensavo che era solo Tanino che lo poteva…

    BONURA: C’è una cosa… MARCIANÒ: Però ultimamente Tanino mi ha detto: “va bene…” a

    tipo…(…)

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 106

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    MARCIANO’ indicava pertanto in ROTOLO Antonino il più

    “accanito” oppositore alla permanenza degli “scappati” sul suolo

    palermitano, lasciando intendere di aver sperato invano che l’intervento di

    “Tanino” nella vicenda avrebbe potuto mitigarne la posizione.

    Il “Tanino”, anche sulla base di quanto sarebbe in seguito accaduto,

    si identifica in SANSONE Gaetano, nato a Palermo il 23.03.1941,

    “Capofamiglia” di Uditore, già condannato per il favoreggiamento di

    RIINA Salvatore, cugino di ROTOLO Antonino.

    BONURA suggeriva infine al MARCIANO’ di contattare il “Vicè

    BRUSCA”, il quale, a suo dire, tramite LO PICCOLO Salvatore, aveva

    ricevuto un messaggio del PROVENZANO che lo autorizzava ad “andare

    avanti”.

    MARCIANO’ replicava che le cose stavano in modo diverso, e

    che era stato il BRUSCA a prendere l’iniziativa di scrivere al

    PROVENZANO per informarlo che, in merito alla vicenda, esisteva un

    precedente accordo con “Angelo”.

    BONURA: (…)C’è una cosa però… stavo dicendo una sciocchezza MANNINO: (tossisce) MARCIANÒ: Prenditi un poco d’acqua, bevitela! BONURA: Vicè… aveva pure un messaggio diciamo, vedendo quello

    che stiamo… MARCIANÒ: Aveva un messaggio? (Incomprensibile) BONURA: Io… MARCIANÒ: Non mi risulta questa discussione! BONURA: Vicè BRUSCA aveva un messaggio, di potere andare avanti,

    tramite il LO PICCOLO. Ti puoi fare ricostruire questa versione?

    MARCIANÒ: Lui ha preso il contatto, spiegandogli la discussione che c’era già un discorso iniziato da Angelo

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 107

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    BONURA: E poi lui ha avuto la rispostaMANNINO: Quello di (incomprensibile) BONURA: E non ci penso (incomprensibile), io mi ricordo… MARCIANÒ: Vabbè, Vicè qua è… BONURA: …qualche cosa di questo genere, ti ricordi tu o non ti ricordi? MANNINO: Addirittura la risposta mi pare che sia venuta dal vecchio… BONURA: Ma perché a lui chi gli scrive, non gli scrive il vecchio a

    lui!? È così o non è cosi? MARCIANÒ: Si MANNINO: A lui gli scrivono tutti e due BONURA: Sempre quello è che scrive diciamoMARCIANÒ: Il torto ce l’ha quello, però, quello u Binu aveva come

    tramite il Nicola e il Ciccio… BONURA: PASTOIA. Si, però a Vicè qualcuno di… lui gli ha scritto! MARCIANÒ: E gli ha scritto… BONURA: Eh! E quello se l’è letta la storia! E questo, eventualmente,

    lo puoi mandare a dire, gli dici: “c’è stato così, così, così, così, così, gli dici, non so, io sono a disposizione!” Punto e basta! Però rinfreschiamoci le idee! (…)

    Il “Vicè BRUSCA” cui si faceva riferimento nella conversazione si

    identifica in BRUSCA Vincenzo, nato a Torretta il 01.01.1944,

    “Capofamiglia” di Torretta, personaggio vicinissimo sia al LO PICCOLO

    che al BONURA, in favore del quale, già nel 1983, rendeva una falsa

    dichiarazione alla polizia giudiziaria al fine di depistare le indagini in corso

    per un duplice omicidio avvenuto all’interno di una autofficina in Via E. Di

    Blasi, per il quale era stato tratto in arresto il BONURA.

    Per quanto invece riguarda l’identificazione di “Angelo” che, in

    merito alla vicenda, aveva “iniziato un discorso”, le intercettazioni a carico

    di ROTOLO Antonino hanno consentito di identificarlo per LA

    BARBERA Michelangelo, inteso Angelo, nato a Palermo il 10.09.1943,

    successore di BUSCEMI Salvatore alla guida del mandamento di “Passo di

    Rigano – Boccadifalco” e componente della “Commissione Provinciale” di

    Cosa Nostra dopo il 1992.

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 108

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    BONURA suggeriva quindi al MARCIANO’ di mettere a

    conoscenza il PROVENZANO anche del ruolo svolto dal BRUSCA e dal

    LA BARBERA, rinnovando ulteriormente la propria disponibilità ad

    ottemperare a quanto venisse poi stabilito.

    L’esame delle ultime due conversazioni forniva un dato

    estremamente utile per comprendere gli assetti attuali dell’organizzazione

    criminale, e cioè la vicinanza tra il latitante LO PICCOLO Salvatore ed il

    capo di “Cosa Nostra” PROVENZANO Bernardo, il quale aveva inviato le

    missive per il “Capomandamento di Boccadifalco” e quelle per il

    “Capofamiglia” di Torretta proprio attraverso il LO PICCOLO Salvatore.

    Se dalla conversazione sopra riportata emergeva il ruolo di

    ROTOLO Antonino, quale “accanito” sostenitore dell’allontanamento

    degli “scappati” presenti a Palermo, l’incontro intercettato alle ore 09.53

    del 23.06.2005 (cfr. all.to n. 19), cristallizzava il ruolo attivo svolto dal

    latitante LO PICCOLO Salvatore sul fronte opposto.

    MARCIANO’ raccontava infatti al BONURA di aver incontrato il

    LO PICCOLO, il quale lo aveva pregato di insistere sia con il BONURA

    che con il PROVENZANO affinché perorassero la causa degli

    INZERILLO “scappati”, anche in ragione del fatto che esponenti di rilievo

    della famiglia mafiosa di Torretta erano disposti ad assumersi la

    responsabilità in prima persona, offrendo a garanzia la propria vita .

    Il BONURA tuttavia, che nel frattempo aveva letto le missive

    indirizzate al MARCIANO’, non aveva alcuna intenzione di avallare la tesi

    della presunta ambiguità della lettera del PROVENZANO, anche perché la

    riteneva “più chiara della luce”:

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 109

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    Trascrizione del 23.06.2005 ore 09,53

    INTERLOCUTORI: BONURA Francesco, “Franco”; MANNINO Calogero, “Caluzzu”; MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;

    MARCIANO': (…) Dunque andiamo alle cose nostre! Perché giustamente

    questo mi viene a dire: “vedi che Franco è rimasto contrariato!” “Franco è rimasto contrariato… io giustamente non è che …”

    BONURA: No, Franco non è affatto contrariato … MANNINO: Franco non è d’accordo! MARCIANO': … è contrariato!” BONURA: Perché ti debbo dire contrariato … MARCIANO': … ma alle volte come si presentano i discorsi, uno alle volte… BONURA: Si, d’accordo, ma noi … siccome tu hai avuto una lettera… MARCIANO': Si! BONURA: …e la lettera per me era più… più chiara della luce!MARCIANO': D’accordo! BONURA: E allora quella chiarezza, se un altro si vuole immischiare,

    dice: io debbo fare così, se poi mi arriva un'altra cosa… però a questo punto io non mi posso muovere da questo!!

    MARCIANO': D’accordo! BONURA: Quindi per il bene nostro e di tutti, noi questo dobbiamo …

    (…)

    In assenza di altra ulteriore indicazione il BONURA, “per il bene

    nostro e di tutti”, avrebbe fatto rispettare la decisione comunicata dal

    PROVENZANO.

    La conversazione dava altresì prova che l’influenza del BONURA

    era di portata ben più ampia rispetto alla carica di “sottocapo” da egli

    rivestita in seno alla famiglia mafiosa di Uditore, circostanza che avrebbe

    trovato una plausibile spiegazione nel corso di successive conversazioni

    intercettate nei pressi dell’abitazione del ROTOLO, dalle quali si

    apprendeva che egli aveva scelto di mantenere un profilo basso, che gli

    desse minore visibilità, e peraltro minori rischi, rifiutando di assumere la

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 110

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    carica di “Capomandamento”, in quanto sentiva il dovere di occuparsi degli

    interessi e della famiglia del di lui cognato “Totuccio” BUSCEMI,

    condannato alla pena dell’ergastolo, tra l’altro, proprio per l’omicidio di

    “Totuccio” INZERILLO.

    MARCIANO': (…) Però il discorso che ho avuto io con quello, l’ho avuto

    io con… ed è stato categorico, pressante, e… e… si sentiva di perdere la faccia, minchia siamo stati due ore!!

    BONURA: Vi siete visti?? MARCIANO': Minchia, mi sono venuti a prendere, ho passato le peripezie,

    un macello… minchia io … io… poi giustamente dico, si, va bene, Franco non è d’accordo però io ho passato, dico per dire, qualche giorno un pochettino scombussolato!! Perché giustamente non è che mi piace a me, contrastarmi con… con quello!!

    BONURA: No, no… MARCIANO': … perché si era messo a disposizione… BONURA: Ma non pensare che io ci sto… MARCIANO': … ma tu… ma tu non pensare… BONURA: … no, no, di fronte a una situazione che… si siamo

    pienamente d’accordo, qua è chiaro il discorso!! MARCIANO': D’accordo! E con lui questo discorso ho avuto!! BONURA: Chiunque, qualunque sia la situazione, se arriva un altra

    lettera da lui… MARCIANO': Il discorso è chiuso completamente! Ma io già… io già

    gliene ho fatto atto io a lui, dice: “ma noi dobbiamo provare perché, dice, tu gli mandi la lettera, dice, io gliene mando un'altra mia, dice, pure a lato, dice…” e ma Franco vedi che si è messo in una maniera che proprio... mi ha disarmato!!!

    BONURA: Io mi debbo attenere a questo, poi se ricevo altre istruzioni sono altre cose, ma io non mi posso…

    MARCIANO': Però io avantieri che cos’è che gli ho mandato a dire a lui al vecchio? Gli ho mandato a dire: “vediamo se la possiamo pilotare, se c’è una via d’uscita, vediamo se… ma insomma cerco di … di… poi alla fin fine, alla fin fine quando vossia, dico per dire, mi… mi stabilisce un discorso, discussione non ne facciamo più! Per me già è esecutivo, perché già i picciotti sono pure stati avvisati!!”

    BONURA: E basta! MARCIANO': Franco, se tu eri là con me, tu… BONURA: Niente, se ero con te, dicevo la stessa cosa! No, scusami che

    ti dico, non è che… MARCIANO': “ma tu scrivigli in questa maniera…”

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 111

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    BONURA: “No, no, scrivici tu, io non ho a chi scrivere!” MARCIANO': Queste sono state le mie parole, gli ho detto: “vedi che… ma

    se già era partito per quello… BONURA: Ascoltami un minuto… MARCIANO': … già è partito! Gli dici: “ ma deve passare da me!” BONURA: …si chiama a questi poveri sfortunati, per dare una via di

    uscita, se hanno fatto in questa maniera, perché non c’era… MARCIANO': C’è un passaggio che lui mi dice: “eh… qualsiasi decisione

    è difficile da prendere…” e io mi vado ad appoggiare là! A dire: vediamo se troviamo una soluzione!

    BONURA: No, no, no, no, no… che c’entra…(…)

    Su pressione del LO PICCOLO, che avrebbe inviato a sua volta

    una missiva di accompagnamento, il MARCIANO’ aveva quindi scritto

    nuovamente al PROVENZANO, chiedendo di potere trovare una via

    d’uscita, poggiando su una frase contenuta nella lettera del Capo di Cosa

    Nostra, nella parte in cui diceva “… qualsiasi decisione è difficile da

    prendere”, contando sul fatto che ciò avrebbe potuto costargli al massimo

    un rimprovero.

    MARCIANO': (…) Va bè, è solo una cosa, dico per dire, che mi può dare

    un altro rimprovero! A dire: “ma sei cretino?!” BONURA: No, io ho paura… se ti da il rimprovero perché ti vuole bene,

    se non ti dice niente è quello che mi da fastidio! MANNINO: Eh! (…)

    I timori del BONURA, che dimostrava di non essere d’accordo

    all’iniziativa bilaterale LO PICCOLO - MARCIANO’, si sarebbero

    dimostrati più che fondati atteso che, come si avrà modo di vedere, la

    posizione assunta dal MARCIANO’ in merito alla vicenda INZERILLO gli

    sarebbe costata la destituzione dalla carica di “Capomandamento” di

    “Passo di Rigano – Boccadifalco”

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 112

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    MARCIANO’ raccontava altresì che il LO PICCOLO non voleva

    “perdere la faccia”con dei soggetti che volevano avere “corrispondenza”

    “là in America”, ai quali, con tutta probabilità, era già stato lasciato

    intendere che era stato raggiunto un accordo per la permanenza degli

    INZERILLO nel capoluogo siciliano.

    MARCIANO': (…) Perché lui fa dice: “io non ne sapevo niente di questo

    discorso! Me l’hanno detto!” … nella lettera… io gli ho detto: “però c’è un impegno fatto così, così, così!!” Però questo di andare… che volevano avere corrispondenza là in America, chi era? Perché io non lo ricordo! Minchia, mi ha mandato a prendere, minchia (incomprensibile) “perdiamo la faccia lì…” “si, gli ho detto, ma il discorso è chiaro, non è che … è questo!” (…)

    Ma il dato che, alla luce di quanto sarebbe poi accaduto, si ritiene

    di dovere maggiormente porre in rilievo in questa sede, è quanto riferito dal

    MARCIANO’ al LO PICCOLO in merito alla posizione del

    “Mandamento” sulla permanenza degli INZERILLO, e cioè che esisteva

    l’accordo di tutti, circostanza che non rispecchiava la realtà delle cose:

    MARCIANO': (…) Gli ho detto “noi ne abbiamo parlato…”, dice “ma

    Franco?” “Franco è d’accordo se non ci sono problemi, se non ci sono problemi il discorso è di quello… di…”

    BONURA: No, no, io… MARCIANO': Scusami, va bè! Lui si è visto con il MERENDINO… ecco

    dove fu che lui ha scatenato il discorso dell’urgenza di vederci! Perché loro si sono visti, si sono parlati o si sono scritti, ma c’è stato un contatto! Dicendogli quello, dicendogli: “io sono responsabile, io ci metto la mia testa!” Allora quello fa, dice: “ma una volta che quello si mette responsabile, quello si mette responsabile, dice, perché non farglielo sapere a lui che ci sono queste persone che si…”

    BONURA: Ci stiamo andando ad impelagare in una situazione che è molto più grossa di noi!

    MARCIANO': Si, Franco… BONURA: Forse ci vogliono fare entrare in questo binario e non ci

    hanno fatto entrare e io francamente… MARCIANO': Non ho capito? Non ho capito!? BONURA: No, no, non sono…

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 113

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    MARCIANO': Sei contrariato! Io pure contrariato l’ho fatto il discorso non è che l’ho fatto io di… di… di… si è messo in una maniera che…

    BONURA: Ma ognuno deve rispondere di se stesso! (…)

    BONURA temeva quindi che le parole del MARCIANO’ potessero

    essere utilizzate strumentalmente dai sostenitori della causa degli

    INZERILLO, i quali avrebbero potuto comunicare al PROVENZANO

    l’esistenza di un consenso generale, senza un distinguo sulle posizioni

    assunte.

    Tale concetto emergeva ancor più chiaramente nel successivo

    passo della conversazione, che viene di seguito riportato:

    MARCIANO': (…) E lui si è sentito… lui si è sentito, dico per dire,

    coinvolgere diciamo… ecco il discorso suo di… perché nel frattempo c’è che lui si è visto, o si è visto o si è sentito con il MERENDINO! Dice: “ma io ci metto la testa, io sono… mi metto responsabile, io…” lo stesso discorso che mi ha fatto a me…

    BONURA: Il dottore? MARCIANO': Il Vicè! Enzo BRUSCA pure questo discorso mi fa! BONURA: Per carità, ma perché dipende da te o da me!? Ma insomma,

    signori miei, vedete che… MARCIANO': “E allora ti ripeto che ci sono persone che ritengono, si

    ritengono responsabili e se c’è una via di uscita… se c’è una speranza, dico, fammi… me la faccia sapere, dico per dire, per… di quello che ora lei mi risponde non ci saranno più discorsi da fare!”

    BONURA: Io voglio saperlo perché nella vita non si può sapere mai, gli hai detto che siamo tutti d’accordo di nuovo?

    MARCIANO': No! Gli ho detto io: “ci sono delle persone responsa… che si sono responsabilizzate!!”

    BONURA: Gli dovevi fare i (incomprensibile) MARCIANO': Se vuole sapere nome e cognome, poi glieli facciamo sapere

    magari con un altro biglietto! Perché uno quando scrive il biglietto deve pensare pure che il biglietto può cadere nelle mani…

    MANNINO: Lui pensa che sono dentro la “famiglia” le persone che si prendono la responsabilità!

    MARCIANO': Ah? MANNINO: Loro pensano che questa responsabilità viene sempre da

    dentro la “famiglia”! (…)

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 114

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    MARCIANO’ si trovava pertanto nella scomoda posizione di dover

    rappresentare, nella sua qualità di “Capomandamento” di “Passo di Rigano

    – Boccadifalco”, la differente posizione di alcune delle “famiglie” mafiose

    componenti il “mandamento”, e cioè quella di Torretta, in seno alla quale

    BRUSCA Vincenzo e CARUSO Calogero “ ‘u merendino “, si offrivano

    di fare da garanti per gli INZERILLO, e quella di “Uditore”, che voleva

    ottemperare senza ulteriori indugi a quanto disposto dal PROVENZANO.

    In merito all’incontro avuto con il LO PICCOLO, MARCIANO’

    raccontava al BONURA che questo si era svolto alla presenza del figlio,

    verosimilmente il latitante “Sandro”, e di personaggi appartenenti al

    “Mandamento” di “Brancaccio”, uno dei quali, ADAMO Andrea, era stato

    indicato dal LO PICCOLO quale canale privilegiato per le comunicazioni.

    MARCIANO': (…) E allora in questa discussione di lì, mi fa dice: “caso

    mai…dice…” e mi ha presentato a quello, ad Andrea ADAMO! “Caso mai, dice, hai di bisogno… caso mai…” perché c’erano discorsi, magari, iniziati da altri e… corso dei Mille, Roccella… Ciaculli…

    BONURA: E’ sempre il Totuccio? MARCIANO': …corso dei Mille… Brancaccio… qua c’erano questi

    picciotti, qua c’era un altro picciotto e c’era questo Andrea ADAMO… “poi dall’altra parte tu caso mai sei a casa tua…”

    BONURA: Dall’altra parte dove? MARCIANO': Da lui! BONURA: E lui dove? MARCIANO': Dove? Lui da quella parte non è impelagato da tutte le

    parti!? BONURA: Col “dottore” com’è? MARCIANO': Non gli ho chiesto io, non gli ho detto niente! (…)

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 115

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    Andrea ADAMO si identifica per l’omonimo di Gaspare e di

    BONURA Benedetta, nato a Palermo il 25.12.1962, genero del più noto

    SAVOCA Giuseppe, “Pino”, di Gaetano e di CALDARA Francesca, nato a

    Lampedusa il 10.09.1934, “Capomandamento” di “Brancaccio”.

    Tale ultima indicazione, ove necessario, testimoniava ancora una

    volta la grande influenza esercitata dal latitante LO PICCOLO Salvatore

    nel territorio palermitano.

    Interessante, in tal senso, la richiesta sulla natura dei rapporti con il

    “dottore”, CINA’ Antonino, nato a Palermo il 28.04.1945, il quale, all’atto

    della sua scarcerazione, come documentato dalle intercettazioni, aveva

    assunto la carica di “Capomandamento” di San Lorenzo, territorio sul quale

    fino a quel momento si era esteso il controllo del LO PICCOLO.

    BONURA, MANNINO e MARCIANO’ parlavano poi dell’ostilità

    che il “Mandamento” di Porta Nuova, ed in particolare la Famiglia di

    “Palermo Centro”, dimostravano nei loro confronti da un po’ di tempo a

    quella parte, ostilità che si era palesata in particolar modo nelle

    intimidazioni che erano state fatte all’impresa edile di SBEGLIA Francesco

    Paolo, e ciò a dispetto della “messa a posto” che era stata gestita dal

    “Capomandamento” di Boccadifalco per conto del BONURA, il quale

    aveva versato la somma di cinquemila euro alla “competente” famiglia di

    “Palermo Centro”.

    Comprendendo che tali atti ostili potessero avere quale regista

    occulto ROTOLO Antonino, che certamente non aveva visto di buon

    occhio la posizione assunta dal “Capomandamento” di Boccadifalco,

    BONURA invitava il MARCIANO’ a chiedere un incontro con il boss di

    Pagliarelli per un chiarimento sulla vicenda degli INZERILLO:

    - Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 - 116

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    BONURA: (…) Però… te lo voglio dire qua, come se parlassi con me

    stesso questa volta, e tu mi devi ascoltare! Tu devi chiedere un appuntamento con Nino!

    MARCIANO': Vediamo che risposta arriva di là! BONURA: Tu devi chiedere … MARCIANO': … io non ce l’ho questo (incomprensibile) BONURA: E tu ti devi fare fare l’ultima angheria da me! Sennò noi

    non concludiamo mai niente! MARCIANO': Aspettiamo un altro poco! BONURA: Ti prego… MARCIANO': Aspettiamo un altro poco! BONURA: Quando c’è questa possibilità, vi dovete unire tutti e due!

    Sennò leviamo mano e ce ne andiamo a casa tutti perché non…

    MARCIANO': U gettone non si è fatto vedere perché? BONURA: Aveva un appuntamento con te e non si è fatto vedere? MARCIANO': No! BONURA: Ma neanche da me! Io l’ho visto una volta… una volta,

    due volte l’ho visto, ma sporadicamente! (…) Ed ancora: MANNINO: (…) Si, ma io, da quando ha che… per come mi hai detto

    tu io gli ho detto: “vedi che in questa cosa Franco non è d’accordo!”

    MARCIANO': Eh, ma io controvoglia l’ho fatto questo discorso! Perché già è un discorso che era partito! Un discorso che già era partito! Già avevo avvisato e i picciotti già sono avvisati, difatti io quando avevo l’appuntamento io con il MERENDINO che sei venuto pure tu, c’era questo discorso che gli si doveva dire e invece … io mi ero visto, io, la mattina, che poi abbiamo parlato più di due ore, che abbiamo avuto un discorso abbastanza ampio! C’era lui, c’era suo figlio pure!

    BONURA: Io quello che ti ho detto lo penso e sono… MARCIANO': Eh, eh, ti sto dicendo che il mio stato d’animo è contrariato,

    non è… BONURA: E non ha importanza! Meglio fare una brutta figura tra di

    noi, ammesso che la dobbiamo fare, che andare avanti in questa maniera! Perché fra di noi non c’è niente, diciamo, perché poi in fondo poi non credo che ci sia cattiveria di…

    MARCIANO': Ma alla fin fine io cattiveria non ne ho completamente niente, c’è semplicemente, dico per dire, che…

    117

    BONURA: Ascoltami un minuto! Io… io ti farei le radiografie dentro e fuori, io mi sento così presuntuoso, che non lo sono

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    presuntuoso, nei tuoi riguardi che io… lo stesso consiglio glielo darei a mio padre e a mio figlio! Eh… che vuoi che ti dica? Mi devo sbattere la testa al muro per farti�