Il piede del bambino

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Rotary Club Loreto DISTRETTO 2090 IL PIEDE DEL BAMBINO A cura di: Dott. Francesco Lattanzi Ortopedico Dott.ssa Bianca Lattanzi Dott.ssa Roberta Mengarelli Pediatra Podologa

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Opuscolo informativo ortopedico

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Rotary Club LoretoDISTRETTO 2090

IL PIEDE DEL BAMBINO

A cura di:

Dott. Francesco LattanziOrtopedico

Dott.ssa Bianca Lattanzi Dott.ssa Roberta MengarelliPediatra Podologa

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SALUTO DEL GOVERNATORE ROTARY DISTRETTO 2090

Cari amici,

un termine che esprime il piacere del Governatore del Distretto 2090 del Rotary International per immaginarvi impegnati nella lettura della pub-blicazione che vi è stata fornita, in omaggio.

Una pubblicazione importante realizzata dal Rotary club di Loreto per confermare che la salute è un bene prezioso, ancora di più quando ri-guarda i giovani.

Attenzione rivolta ai giovani ma innanzitutto deciso impegno a fa-vorire la prevenzione, questa è, in sintesi, l’iniziativa ideata con un docu-mento, agile nel suo complesso, ma di grande valore, sociale e culturale.

A voi tutti dico che il Rotary di Loreto ha deciso di destinare al pro-getto risorse economiche ma innanzitutto la professionalità dei suoi soci, nella consapevolezza di quanto signifi cativo sia prevenire e valutare, con largo anticipo, un problema fi sico.

La considerazione è anche per sostenere come sia basilare valutare con attenzione in modo da non sovraccaricare la struttura sanitaria im-ponendo inutili attese ed appuntamenti caratterizzati da lunghe liste di attesa.

Il messaggio è rivolto ai genitori, a loro suggeriamo di intervenire - con attenzione - sulla salute dei fi gli: per noi Rotariani i giovani rappre-sentano il tema prioritario cui indirizzare risorse, attenzione ed affetto.

Nei giovani risiede il nostro futuro: con l’auspicio che principi, valori e attese possano rappresentare l’asse portante di un mondo nuovo, in cui l’azione positiva prevalga su ogni comportamento.

Giuseppe Ferruccio SquarciaGovernatore 2009/2010

Distretto 2090 Rotary International

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PRESENTAZIONE

In un era in cui la sanità è affl itta dalla necessità di abbattere le liste di attesa, ben pochi cercano di affrontare il problema alle sue radici, cer-care di aumentare la cultura dei genitori per evitare che i falsi problemi si creino e per far capire alle famiglie quando ci sono dei veri problemi al piede.

Questo agile e simpatico volumetto sarà soprattutto utile ai pediatri di famiglia e ai genitori: ne potranno trarre competenze e consigli evitando così di ricorrere troppo presto se non inutilmente allo specialista.

I contenuti che vanno dalla normalità del piede, alla sua igiene, ai tempi dello sviluppo, all’uso delle scarpe danno chiare indicazioni su cosa fare o non fare e vengono infi ne riassunte in una tavola sinottica.

Alla fi ne della sua scorrevole lettura, confortati da una iconografi a semplice e divertente, sicuramente si saranno ottenute le risposte alla maggior parte dei problemi, evitando di sovraccaricare le strutture pre-poste alla risoluzione delle vere patologie.

Solitamente le prefazioni vengono scritte da persone importanti al-meno quanto gli autori. Non è questo il nostro caso e pertanto ringrazia-mo Francesco e Bianca Lattanzi e Roberta Mengarelli per averci fornito questo strumento di lavoro e per la stima e fi ducia che ci hanno concesso.

Mirco Grugnetti e Paolo SenesiPediatri di Famiglia

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PREFAZIONE

Da molti anni chi scrive s’interessa solo di patologia dell’apparato locomotore dei bambini.Ogni anno si osservano, in numero sempre maggiore, bambini con impaccio motorio che presentano problemi strutturali agli arti inferiori ed ai piedi.Le cause di queste condizioni sono ovviamente molteplici, una di queste è sicuramente l’assoluta incapacità degli adulti di considerare i piedi come strutture anatomiche fondamentali per il benessere generale.Si è perso completamente di vista il ruolo dei piedi come sonde esploranti il terreno e fonte d’informazione per migliorare la capacità di equilibrio e di deambulazione.Istintivamente i bambini sono portati a togliersi le scarpe e a giocare con i loro piedi: questa pratica dovrebbe essere la regola per i primi due anni di vita, purtroppo è disincentivata o addirittura colpevolizzata. Mettere calzature troppo precocemente impedisce al piede di “prendere coscienza” del suolo, e vengono a mancare le indispensabili stimolazioni dei muscoli del piede, predisponendolo ad uno sviluppo alterato.Oggi è più importante, o più comodo, pensare a comprare scarpe alla moda, o comunque chiuse, per accelerare i tempi della deambulazione autonoma. Tuttavia, così facendo, non si fa altro che nascondere il problema o addirittura farlo insorgere.La cultura sulla cura dei piedi si limita al lavaggio e al taglio delle unghie!

Tutto ciò ci ha portato a pensare queste istruzioni per l’uso

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INTRODUZIONE

Il piede è una struttura molto complessa, i cui problemi solitamente hanno ripercussioni su tutto l’organismo e non deve essere quindi considerato una semplice appendice dell’arto inferiore, ma piuttosto uno strumento che lavora all’unisono con il resto del corpo.

Non dobbiamo, quindi, aspettare che esso diventi doloroso o determini danni irreparabili ai segmenti superiori ma, sin dai primi anni di vita, occorre dedicargli la giusta attenzione seguendo norme preventive. Avere cura del piede non vuol dire solo scegliere la calzatura più bella ma anche adottare tutta una serie di comportamenti che vanno dall’igiene quotidiana sino al ricorso dei consigli degli specialisti del settore.È importante, quindi, sapere quando rivolgersi all’esperto, per avere tutte quelle informazioni che ci aiutino ad affrontare nel modo migliore il diffi cile compito di Genitori.

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COME SI PRESENTA IL PIEDE?

L’aspetto del piede del bambino varia profondamente con il variare dell’età, la sua forma defi nitiva viene raggiunta solo dopo la pubertà, è impensabile perciò separare l’aspetto clinico dallo stadio maturativo del soggetto.Nel neonato il piede si presenta, solitamente, con la pianta rivolta verso l’interno ed il calcagno

abbassato rispetto l’avampiede (talismo-supinazione). Questo atteggiamento scompare dopo alcune settimane di vita. E’ presente anche una tendenza a portare la punta del piede verso la linea mediana del corpo (adduzione), accentuata dal persistere della torsione verso l’interno della gamba (intratorsione tibiale).Alla fi ne del primo anno di vita il piede ruota verso l’esterno e la pianta guarda all’infuori (pronazione).Medialmente si evidenzia la sporgenza astragalo-scafoidea, mentre la volta plantare appare appiattita, complice anche l’ipertrofi a del tessuto adiposo.In questa fase, secondo il quadro di lassità e di sovrappeso, si possono osservare aspetti clinici mutevoli di varismo (gambe a cavallerizzo o a parentesi) o valgismo (gambe ad X) delle ginocchia. Nella maggior parte questi quadri sono compatibili con l’età ed avranno un’evoluzione spontanea verso la normalità.Intorno ai tre anni, peraltro con un ampia variabilità individuale, si ha la “maturazione” del piede con la comparsa della volta plantare, la stabilizzazione del valgo fi siologico del calcagno e la riduzione progressiva della pronazione della sotto-astragalica, tutto ciò porta alla formazione di quella che viene considerata l’impronta normale.

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IL CAMMINO E IL MOVIMENTO

I Genitori troppo spesso sono angustiati da presunti difetti deambulatori dei loro bambini. Sempre più frequentemente giungono a visita ortopedica bambini, persino di 10-11 mesi, che “camminano male” o “buttano male” un piede. E’ fondamentale ricordare che il bambino deve scegliere da solo il momento e lo stile della camminata. Il modo di camminare

in particolare rispecchierà, nelle fasi iniziali, la personalità del bambino e la sua particolare ricerca d’equilibrio, è perciò impossibile standardizzare l’età della camminata defi nitiva. Molti genitori si spaventano quando il bambino è incerto, cade spesso e cammina male, ma questo sovente è la conseguenza di un comportamento sbagliato di noi adulti che non rispettiamo la sua necessità di affrontare con gradualità le diffi coltà.

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IL CAMMINO

Normalmente, nel succedersi dei passi, i piedi non si pongono parallelamente alla linea di marcia, bensì obliquamente. Fra l’asse di ciascun piede e la linea di marcia, che si incontrano posteriormente, si viene così a formare un angolo i cui valori di normalità oscillano fra 15° ed i 18°.

Angolo del passo

Se invece si osserva il retropiede, si può notare che durante la stazione eretta, l’asse del calcagno forma, con quello della gamba, un angolo aperto verso l’esterno i cui valori di normalità oscillano fra 0° e 8° (valgo fi siologico). Questi valori tendono ad essere più elevati nei bambini fi no a 7/8 anni, maggiormente nelle femmine rispetto ai maschi.

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DEAMBULAZIONI DIVERSE

ANDATURA A ROTAZIONE INTERNA

Questa andatura può essere la conseguenza di patologie segmentarie diverse.Essa può essere dovuta ad una persistente antiversione femorale cioè alla rotazione, sul proprio asse, della testa del femore rispetto al collo. In questo caso il bambino cammina con le ginocchia ed i piedi rivolti verso l’interno e vi associa spesso alcune abitudini, come il dormire sul ventre o giocare seduto con le gambe a “W”.

Altre volte può dipendere dalla torsione verso l’interno dello scheletro della gamba (intratorsione tibiale), per cui il ginocchio si presenta normalmente in asse, mentre il piede assume un atteggiamento di varo supinazione. Infi ne, può essere l’espressione di un meccanismo di compenso del piede piatto: il bambino per compensare la pronazione dell’articolazione sotto-astragalica adduce e supina l’avampiede.L’unico caso che necessita di un trattamento ortesico correttivo (plantare) è quello conseguente al meccanismo di compenso del piede piatto.Nelle altre situazioni, infatti, l’utilizzo di un’ortesi plantare non andrebbe ad agire direttamente sul segmento interessato ma creerebbe un compenso fi ttizio responsabile di ulteriori squilibri.

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ANDATURA A ROTAZIONE ESTERNA

È dovuta generalmente ad una retroversione del collo femorale, ma si può osservare anche in bambini obesi con scarso tono muscolare, i quali tendono a deambulare con le anche, le ginocchia ed i piedi rivolti verso l’esterno.

Se l’esame ortopedico è normale e non risulta un precoce valgismo o piattismo plantare, questa malposizione scompare nel tempo.

ANDATURA SULLE PUNTE

Può dipendere da cause primitive o secondarie.Fra le prime rientrano i vizi posturali dovuti ad esempio all’uso del girello nel secondo semestre di vita. In questi casi l’alterazione è indice di un buon tono muscolare che può scomparire spontaneamente nel giro di pochi mesi, o, se eccessivo, può evolvere in piede cavo.Nel secondo caso la deambulazione sulle punte è un sintomo, le cause più frequenti sono le malattie muscolari e neurologiche.

Altre volte l’andatura sulle punte si manifesta quando il bambino cammina a piedi nudi o corre, mentre appoggia bene il tallone quando è in ortostasi. In questi casi è perfettamente normale.

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DEAMBULAZIONE DI EMULAZIONE

Il bambino è il più grande mimo che esista al mondo: spesso si diverte ad imitare la deambulazione anomala di coloro che gli sono vicini. Questo, in mancanza di una anamnesi accurata, può portare ad incertezze diagnostiche.

LE CADUTE FREQUENTI

Generalmente quando un bambino di due o più anni cade mentre cammina, è sano ma maldestro o turbolento.Altre volte può essere la conseguenza di ginocchia valghe che, toccandosi durante la corsa o la marcia, lo portano a cadere.In questo caso l’ortesi plantare di correzione è utile.

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LA CALZATURA

QUANDO E COME CALZARE IL BAMBINO

Prima dell’ottavo mese di vita l’informazione tattile e esterocettiva sono rilevate dal piede che il neonato usa, oltre alle mani, per esplorare l’ambiente.Questa è anche la fase dello sviluppo psico-motorio in cui il bambino, “sgambettando”, prepara le strutture motorie alla deambulazione che avviene da norma, spontaneamente, fra i 12 ed i 14 mesi.Occorre ribadire, però, che non è così importante che il bambino inizi a camminare forzatamente entro una certa età e sarebbe meglio che esso scegliesse autonomamente il momento adatto per mettersi a camminare.Fino a quel periodo, per non sottrarre al piede quegli stimoli così importanti per lo sviluppo della sua sensibilità propriocettiva, è bene far indossare al bambino solo delle morbide calze di lana o di cotone.Anche i primi passi dovranno essere eseguiti con calze, o al massimo con pedule in morbida pelle senza suola, che lasciano al piede tutta la sua libertà permettendo l’urto del calcagno contro il suolo indispensabile per una corretta stimolazione dei muscoli del piede.Solo quando la stazione eretta è una conquista sorpassata, i passi sono sicuri ed automatici (16-18 mesi) e vi è un allargamento degli orizzonti del bambino è opportuno, anche per difendere il piede da ostacoli potenzialmente lesivi, fornire al piccolo una vera e propria calzatura.Scegliere la scarpa adeguata è un compito importante, che non sempre risulta facile, la sua infl uenza sulla parte che la indossa è notevole: può imporre una caratteristica al passo, può variare la forma del piede ed il suo assetto a terra e con il tempo ripercuotersi sulla globalità della persona.Se un piede normale può essere condizionato e protetto dalla calzatura, un piede che presenta patologie può essere aiutato e compensato attraverso essa.Nell’acquisto, quindi, non ci si deve lasciare infl uenzare dalla pubblicità o dalla moda, ma assicurarsi che la scarpa sia costruita con materiali naturali e morbidi affi nché risulti elastica durante il passo senza deformarsi, ma soprattutto che si adatti al piede e non viceversa.

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Non sempre una scarpa costosa è un buon prodotto, ma diffi cilmente se costa poco sarà valida.Una buona scarpa deve essere inoltre valutata in base alle caratteristiche specifi che delle diversi parti che la compongono:

la suola deve essere piatta, con la parte anteriore estremamente fl essibile, specie a livello delle articolazioni metatarso-falangee, e quella posteriore più rigida

la punta ampia ed alta, per alloggiare comodamente le dita e le teste metatarsali e non ostacolarne il movimento;

posteriormente ed ai lati dovrà esservi un contrafforte rigido per mantenere in asse il calcagno quando il piede prende contatto al suolo; la parte mediale sarà più lunga per sostenere l’arco mediale;

il tacco, nel periodo dei primi passi, deve arrivare al massimo ai 5 mm di altezza; in seguito avrà il compito di consentire l’allineamento del baricentro corporeo con l’arto inferiore per cui dovrà raggiungere un’altezza massima di 10 mm.

Per evitare che il bambino si scalzi, magari per gioco, le scarpe saranno fornite di un gambetto morbido che abbracci dolcemente la caviglia senza superare in altezza i malleoli per non ostacolare i movimenti della tibio-tarsica.

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La scarpa non deve essere né troppo larga, in quanto gli sfregamenti causano vesciche e callosità, né troppo stretta poiché altera la circolazione sanguigna, impedisce i movimenti fi siologici del piede, favorisce la macerazione della cute ed il progressivo instaurarsi di deformità (ricordiamo a questo proposito che una calza stretta può produrre gli stessi effetti della calzatura).

Sarà importante evitare l’uso di scarpe già calzate da fratelli o amici, poiché fanno assumere i difetti della precedente deambulazione.Infi ne, la scarpa, fi no ai tre anni, deve essere priva di qualsiasi plantare perché nel piede di un bambino non vi è nulla da prevenire fi no a quell’età. Solo successivamente se un piede risulta patologico sarà fornito d’ortesi.

QUANDO CAMBIARE LE SCARPE

Il più delle volte, quando un piccolo lamenta dolori da calzatura, si tratta di capricci: quando la scarpa è divenuta veramente troppo corta il bambino non se ne accorge o non lo dice per tempo.La sostituzione della calzatura dipende dalla velocità di crescita del piede del bambino.La lunghezza dovrebbe superare di un dito trasverso l’alluce (circa 13mm), in quanto il piede durante il passo si muove all’interno della calzatura e scivola in avanti: se troppo corta provocherebbe continui microtraumi alle dita; se troppo lunga può indurre il bambino ad atteggiamenti posturali errati con conseguente deformazione scorretta della calzatura. Esistono parametri generali, molto elastici, per sostituire una calzatura: - da 1 a 3 anni, ogni due mesi;- da 3 a 6 anni, ogni quattro mesi;- da 6 a 10 anni, ogni sei mesi;- da 10 a 15 anni, ogni otto mesi.

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USO DELLA CALZATURA

Spesso ci si pone la domanda se il bambino debba camminare o no scalzo.La risposta è no, ad eccezione del periodo dei primi passi o che lo faccia su di un terreno accidentato.

La marcia su un terreno accidentato come la sabbia, il prato e la terra, è ricca di stimoli rifl essogeni che, inducendo ad un vivace gioco la muscolatura del piede, lo rafforzano, con effetti addirittura terapeutici su un piede lasso

Al contrario, il terreno piano e liscio della casa risulta disinformativo poiché non fornisce né sensazioni né stimoli, e può addirittura facilitare l’estrinsecarsi della lassità in un piede predisposto.Occorre inoltre considerare che il bambino in casa percorre una quantità incredibile di cammino, mentre per strada, vuoi per i mezzi di trasporto, vuoi per l’uso del passeggino o perché spesso “trasportato” dai genitori, né percorre molto di meno.È quindi in casa che diviene indispensabile indossare la calzatura, specie se questa contiene delle correzioni ortesiche.

LA SUDORAZIONE

Nel bambino la sudorazione è più abbondante che nell’adulto, poiché i meccanismi della termoregolazione non sono ancora giunti a maturazione. Tutto ciò, unitamente alla concentrazione di ghiandole sudoripare, all’effetto riscaldante del movimento, all’azione occlusiva di alcune calzature e calze, nonché a particolari conformazioni del piede, predispone questa parte del corpo ad una intensa sudorazione (iperidrosi) Anche l’ansia ed il nervosismo possono aggravare o scatenare un attacco di sudorazione.Tale situazione può dare origine a fenomeni macerativi

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ed irritativi e concorrere frequentemente all’instaurarsi d’infezioni microbiche, di micosi e di eczemi.Inoltre il sudore, sia esso normale che eccessivo, a causa della scarsa igiene o di una alimentazione sbagliata (ricca di grassi, di conservanti e di cibi raffi nati), può divenire maleodorante (bromidrosi).In entrambi i casi il trattamento preventivo consiste nell’uso di calzini in fi bre naturali e nell’accurata asciugatura degli spazi interdigitali. Il trattamento sintomatico consiste invece nell’uso di prodotti quali soluzioni per pediluvi, creme specifi che e polveri assorbenti.

ECZEMA

È una malattia allergica che può presentarsi con molteplici espressioni cutanee e sintomatiche, che vanno dal prurito intenso e fastidioso, alla presenza di chiazze di cute arrossata (eritema) e squamosa, fi no alle fi ssurazioni e alle vescicole.A livello dei piedi l’eczema può essere causato dalla sensibilizzazione a determinate sostanze chimiche o materiali sintetici presenti nelle calze o nelle scarpe.La diagnosi dell’eczema è complessa e conseguentemente lo è anche la terapia.Nel bambino, oltre alle cure mediche basate sull’uso di prodotti locali, sono consigliate calze di cotone, preferibilmente di colore bianco, e , quando possibile, scarpe aperte a sandalo.

VERRUCHE

Sono delle lesioni causate da un virus e quindi contagiose!La loro frequenza, specie nei bambini fra i 5 ed i 14 anni, sembra sia direttamente in rapporto con l’aumento del numero dei frequentatori di piscine, centri sportivi e palestre, dove il caldo-umido dilatando i pori, ne facilita senza dubbio la penetrazione.Un ruolo non secondario viene svolto dalla psiche: l’ansia e la paura (l’inizio della scuola, il periodo degli esami, i rapporti con la famiglie

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e con i coetanei, ...) possono essere fattori scatenanti. Il segno più costante e rivelatore è il dolore tipico (vivo, lancinante come quando si viene punti da una spina) che viene risvegliato anche dalle più lievi pressioni ed in particolare il mattino quando si inizia a camminare. Le verruche plantari, infatti, a causa del peso del corpo, si vanno ad insinuare nell’epidermide ed arrivano a comprimere le terminazioni nervose, provocando dolore. Dolore che può essere evocato anche stringendo fra due dita la cute che circonda la verruca.La terapia locale che il medico sceglie si basa su questi elementi: estensione della lesione, sede topografi ca, presumibile profondità, molteplicità o meno della patologia, nonché caratteristiche del paziente (età, atteggiamento mentale, etc...).Se la patologia presenta delle recidive, o compare anche in altre sedi del corpo (es: mani) questo può essere un sintomo che le difese immunitarie del bambino sono carenti. In questo caso il medico può decidere di associare alla terapia locale una terapia immunostimolante.

MICOSI

La cute e l’unghia umana costituiscono un ambiente particolarmente adatto alla crescita dei funghi che trovano nella cheratina in esse contenuta, una fonte di nutrimento. I luoghi ideali per il contagio sono rappresentati dagli ambienti caldo-umidi come i pavimenti delle docce, delle palestre e di altri luoghi di comunità, dove si cammina scalzi.Anche l’uso di scarpe da ginnastica o di plastica, che rendono i piedi umidi e caldi, favoriscono questa infezione.

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Sulla cute si manifesta con macerazione e desquamazione degli spazi fra le dita, cui a volte si accompagnano vescicole ed arrossamenti diffusi su tutta la pianta del piede.Sulle unghie si presenta invece con ispessimento, distaccamento della lamina e alterazione del colorito.Una buona igiene, una accurata asciugatura degli spazi interdigitali dopo il lavaggio e l’utilizzo di scarpe non troppo chiuse e realizzate con materiali naturali, sono validi accorgimenti per prevenire l’infezione.Una volta instauratasi la micosi, è necessario intraprendere un accurato e costante trattamento antimicotico con prodotti specifi ci.Occorre inoltre prestare attenzione agli indumenti personali, calzini ed asciugamani, in quanto l’infezione, non solo può trasmettersi da persona a persona, ma anche estendersi ad altre parti del corpo.

INFEZIONI BATTERICHE

L’impianto di germi patogeni può essere favorito da particolari abitudini o comportamenti, fra questi l’uso di scarpe strette che provocano lesioni microscopiche sulle quali s’instaurano le infezioni batteriche, oppure l’utilizzo costante di un solo paio di scarpe specie se da ginnastica, che macerano la cute.Anche l’eccessiva igiene, che altera la normale fl ora batterica o le calze troppo spesse o strette, possono favorire l’infezione.La cura classica si basa sull’uso di pomate antibiotiche.

GELONI

Roba d’altri tempi, buoni per i racconti della nonna.Niente affatto, i geloni (o eritema pernio secondo il termine scientifi co) esistono ancora. Si manifestano soprattutto alle mani e ai piedi, che si arrossano e diventano doloranti e screpolati.La causa principale è l’esposizione è al freddo e a repentini sbalzi di temperatura.

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Devono essere curati subito e bene poiché, se trascurati, i tessuti possono ulcerarsi e infettarsi.La migliore cura è la prevenzione cercando di tenere coperte le parti che generalmente sono più esposte al freddo con guanti, scarpe asciutte ed impermeabili.

UNGHIA INCARNITA

Questa patologia si verifi ca quando un frammento o una porzione dentellata laterale dell’unghia perfora il solco periungueale, penetrando nei tessuti che s’infi ammano e s’infettano con fuoriuscita di pus.La presenza del frammento ungueale impedisce inoltre la normale guarigione della ferita. L’insorgere di questa affezione è favorito da tutte quelle situazioni che rendono più fragili i solchi periungueali o che vanno ad alterare i normali rapporti fra questi ultimi e l’unghia.Sono fra queste la sudorazione abbondante, l’azione compressiva di una calzatura incongrua, i traumi, le unghie dai bordi particolarmente ricurvi ma soprattutto il taglio scorretto dell’unghia.Questa affezione si riscontra più frequentemente nell’alluce degli adolescenti di sesso maschile in quanto un po’ meno attenti all’igiene rispetto alle coetanee e spesso praticanti sports, come il calcio, che procurano continui traumi alle dita e richiedono calzature che comprimono il piede e non lo lasciano respirare. Altro fattore predisponente, questa volta comune ad entrambi i sessi, nel periodo di transizione dall’infanzia all’adolescenza, è la natura dell’unghia, che diviene più robusta, ma ha ancora uno spessore limitato tale da renderla tagliente come una lama.

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IL TAGLIO DELLE UNGHIE

L’accrescimento delle unghie è continuo e massimo nella prima infanzia, periodo dal quale è necessario iniziare una adeguata igiene eseguendo un taglio corretto, cioè diritto, privo di arrotondamenti negli angoli e senza mai esporre il letto ungueale.

Il taglio periodico ed accurato serve ad evitare che urtando contro la scarpa, le unghie si spezzino, s’incarniscano, ovvero che il letto ed i bordi siano più esposti alle infezioni batteriche e fungine.

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SI’ NO

SI - Lavare il piede tutti i giorni

NO - Lavare il piede una volta alla settimana

SI - Cambiare le calze tutti i giorni

NO - Utilizzare calzini per più giorni

SI - Il taglio delle unghie deve essere diritto

NO - Tagliare le unghie arrotondate

SI – Usare solo calze in fi bre naturali

NO – All’uso di calze in fi bre sintetiche

SI - L’inizio del cammino deve essere spontaneo

NO - Forzare il bambino a camminare

SI - L’inizio della deambulazione deve avvenire a piedi nudi

NO – All’uso di calzature all’inizio della deambulazione

SI – Farlo camminare scalzo su superfi ci accidentate

NO - Farlo camminare scalzo su superfi ci lisce

SI - Usare scarpe nuove NO - Usare scarpe già calzate da altri

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LE FIGURE PROFESSIONALI

Quando un genitore è alla sua prima esperienza ha mille dubbi e si pone una infi nità di domande.Non bisogna fi darsi delle esperienze degli altri o dei consigli generici dei libri e delle riviste ma affi darsi ad operatori esperti, in grado di valutare ogni singolo caso, per avere risposte valide ed esaurienti.L’interlocutore istituzionale e più immediato è senza dubbio il Pediatra che, valutato il quadro clinico, sarà in grado di consigliare i Genitori inviando all’ortopedico i casi strettamente specialistici, quelli cioè che potrebbero creare diffi coltà diagnostiche e terapeutiche.Lo Specialista in Ortopedia Pediatrica intervenendo in prima persona e avvalendosi della collaborazione, per la loro pertinenza, del Tecnico Ortopedico e del Podologo potrà dare tutte le risposte del caso.

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Il piede del bimbo

Il piede del bimbo ancora non sa di essere piede,vuol essere farfalla o mela.

Ma poi i vetri e le pietre,le strade, le scale,i sentieri della terra duravanno insegnando al piede che non può volare,che non può essere frutto rotondo sul ramo.Il piede del bimbo alloraFu sconfi tto, caddeNella battaglia,fu prigioniero,condannato a vivere in una scarpa…[…]

Pablo Neruda

Impaginazione: Marco Anconetani - Illustrazioni: Roberta Mengarelli

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