Il piccolo storno

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1 ROSA MARIA PASTORE Antropos in the world Edizioni Collana Fiabe SBN GGKEY:X12BUH0L

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Una bella fiaba dei nostri giorni.

Transcript of Il piccolo storno

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Sabato, tornando dalla spesa, io e Mariarosaria, la ragazza di mio figlio, abbiamo trovato questo piccolo storno ai bordi del marcia-piedi. Per evitare che finisse male, l’ab-biamo raccolto e portato a casa. Avendo tre persiani, che già fanno strage di rondini, abbiamo pensato di tenerlo sul terrazzo, natural-mente libero, in attesa che fosse abbastanza adulto per volare via. È sorto il problema di come nutrirlo, poi siccome abbiamo visto che la sua specie era perlo-più insettivora, gli abbiamo dato dei pezzettini di carne, che sono risultati molto graditi.

Così sei o sette volte al giorno lo im-boccavamo con carne e gli davamo da bere. Aveva imparato a riconoscere il ru-more delle chiavi e della porta che si apriva, allora cominciava a cinguet-tare e a venire addosso in cerca di cibo. Al nostro avvicinarci apriva il becco e ingoiava voracemente i pez-zetti di fino ad averne il gozzo pieno. Allora si rasserenava e si lasciava ac-carezzare. intanto cominciava a fare bre-vi e incerti voli, non sempre co-ronati da successo.

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Lunedì il nostro piccolo storno aveva già un aspetto migliore e ci sembrava anche cresciuto. Mangiava sempre con molto appeti- to e i voli erano leggermente più lun-ghi e mirati. Avevamo ormai conquistato la sua piena fiducia, si lasciava coccolare e mostrava di gradire la nostra presenza. L’avevo sistemato, sempre libero, fra le piante del terrazzo, riparato dal so-le, comunque c’era molto caldo.

Quando martedì sono salita per sfamar-lo, non l’ho trovato al posto solito, tra le piante. Poi ho sentito un cinguettio provenire dallo stanzino, che gli avevo lasciato a-perto, e lui se ne stava là, sui cuscini, forse in cerca di un po’ di frescura. Però, siccome lì dentro faceva ancora più caldo, l’ho riportato nel vaso sulla pianta. Allora con un volo lungo e deciso, è ri-tornato nello stanzino. Poi, non con-tento, è volato sulla finestra. In quel momento ho capito che molto presto ci avrebbe lasciato.

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Mercoledi mi sono alzata molto presto e, visto che ancora tutti dormivano, sono andata sul terrazzo con il solito piattino con i pezzetti di carne. Mentre salivo pensavo che potevo anche non trovare il piccolo storno e cercavo di pconvincermi che era giusto così. Poi , come aprii la porta lo sentii cinguettare e involontariamente mi uscì un sospiro di sollievo. Stava nel vaso e come mi vide volò verso di me. Mi accorsi che era spuntata anche una bella coda. Non andavamo bene, mi stavo affezionando troppo. Comunque passai quasi tutta la giornata sul terrazzo; a sera scesi giù non prima di averlo accarezzato a lun- go.

Ieri mattina, giovedì, appena sveglia, prima ancora di preparare il caffè ho preso il piattino con la carne e sono andata sul terrazzo dal mio piccolo amico. Ho aperto la porta e subito ho notato uno strano silenzio. Ho guardato nello stanzino, sui cuscini, ma il piccolo storno non c’era . Ho fatto allora il giro del terrazzo, poi ho guardato in tutte le piante: il mio piccolo amico aveva preso il volo. Non sapevo se essere triste o felice. In fondo lo tenevo libero proprio perché,

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una volta autonomo, an-dasse per la sua strada. Per tutto il giorno ad ogni cinguettio sono salita su. Magari aveva fame, non aveva trovato nulla da beccare ed era tornato. Ma non è più tornato. Mi piace pensarlo libero e felice di volteggiare nell’aria, planare su un albero e magari chissà trovarsi una compagna.