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Provincia di Crotone Assessorato al Mercato del Lavoro Il piano strategico per lo sviluppo dell’ occupazione Partner

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Provincia di CrotoneAssessorato al Mercato del LavoroI

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Articolo 6 FSE Provincia di Crotone – Il piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione

Indice

Capitolo 1 – Il quadro di contesto

1.1 La popolazione provinciale

1.2 Le infrastrutture del territorio crotonese

1.3 Le caratteristiche e le dinamiche del tessuto produttivo

1.4 Il grado di apertura del mercato

1.5 Il “prodotto” culturale della provincia

1.6 Il sistema turistico locale

1.7 Il mercato del lavoro

1.8 Le principali criticità domanda/offerta di lavoro

Capitolo 2 – La partecipazione del territorio

2.1 Premessa

2.2 Il settore turismo

2.3 Il Terzo Settore

2.4 Il settore dei Beni Culturali

Capitolo 3 – I problemi da affrontare

3.1 Le criticità del mercato del lavoro

3.2 Le criticità dell’industria

3.3 Le criticità del turismo e dei beni culturali

3.4 Le criticità del terzo settore

Capitolo 4 – Le esperienze internazionali

4.1 Obiettivo dell’analisi di benchmarking

4.2 I Paesi interessati

Articolo 6 FSE Provincia di Crotone – Il piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione

4.3 La metodologia della ricerca

4.4 La descrizione dei progetti

4.5 Le evidenze emerse

4.6 Un piano di trasferimento delle buone prassi

Capitolo 5 – Le opzioni strategiche

5.1 La metodologia utilizzata

5.2 Una possibile strategia di intervento nel Terzo Settore

5.3 Una possibile strategia di intervento nel Turismo e nei Beni Culturali

5.4 Una possibile strategia di intervento nell’Industria e nel Mercato del Lavoro

Capitolo 6 – La strategia generale

6.1 La situazione di partenza

6.2 Gli obiettivi

Capitolo 7 – Le misure e le azioni

7.1 Gli Assi prioritari di intervento

7.2 Le misure

Capitolo 8 – I progetti pilota

8.1 I progetti pilota da realizzare

Capitolo 9 – Il piano di comunicazione

9.1 Premessa

9.2 Il perché del piano di comunicazione

9.3 Struttura e metodologia

9.4 Linee programmatiche e obiettivi

9.5 La strategia media

Capitolo 10 – Il budget

10.1 Le risorse disponibili

Capitolo 1 Il quadro di contesto

1.1 La popolazione provinciale

La provincia di Crotone comprende 27 comuni e si estende su un’area di 1710,68 Kmq,

per una popolazione totale pari a 173.122 abitanti (figura 1.1).

Figura 1.1 I comuni della provincia

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

CerenziaCastelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

CerenziaCastelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

La densità demografica (abitanti/Kmq) è molto bassa (101,2). Essa, infatti, è nettamente

al di sotto del valore nazionale di 189,1 e di quella del Sud Italia (166,6). Tale dato, in

particolare, è influenzato dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, che

comprende la maggior parte dei comuni in aree interne collinari o di media montagna.

Tabella 1.1 La densità abitativa: confronti territoriali.

Densità demografica

Mezzogiorno 166,6

Italia 189,1

Cosenza 110,3

Reggio Calabria 177,0

Crotone 101,2

Catanzaro 154,4

Vibo Valentia 149,7

Calabria 133,3

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Sulla fascia costiera, infatti, in particolare attorno al comprensorio urbano di Crotone, la

pressione antropica è notevolmente superiore, attestante a un valore pari a 1001,0

abitanti per Kmq.

La maggiore concentrazione abitativa nell’area del capoluogo di provincia deriva

soprattutto dal maggiore sviluppo economico in essa presente e dalla sua posizione

strategica che la pone al crocevia di traffici marittimi sulle rotte mediterranee Oriente-

Occidente.

Tabella 1.2: Numero di comuni per zona altimetrica e provincia - Censimento 2001 (valori assoluti e composizione percentuale di riga) - Province della Regione Calabria

COMUNI COMUNI (COMPOSIZIONE % ) PROVINCE

Montagna Collina Pianura Totale Montagna Collina Pianura Totale

Cosenza 80 68 7 155 51,6 43,9 4,5 100

Crotone 7 14 6 27 25,9 51,9 22,2 100

Catanzaro 23 56 1 80 28,8 70 1,3 100

Vibo Valentia 8 42 0 50 16 84 0 100

Reggio di Calabria 35 54 8 97 36,1 55,7 8,2 100

Totale 153 234 22 409 37,4 57,2 5,4 100

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Crotone è una provincia giovane. Nel territorio provinciale, infatti, la percentuale di

individui tra 0- 14 anni è pari al 18% circa. Le classi senili (oltre 70 anni), invece,

assorbono appena il 9% dei residenti (tabella 1.3). Tale andamento demografico, genera

la necessità di prevedere sistemi di promozione e di sviluppo occupazionale per far fronte

alla grande massa di forza lavoro potenziale che nei prossimi anni il territorio esprimerà.

Tabella 1.3 Percentuali per classi d’età

0-14 15-24 25-29 30-70 71 - 100 e +

Crotone 17,96 15,13 7,84 49,69 9,37

Italia 14,21 10,79 7,18 55,24 12,58

Meridione 16,83 13,42 7,65 51,40 10,70

Italia insulare 16,07 12,98 7,48 52,27 11,19

Fonte:Ns elaborazioni su dati Istat

1.2 Le infrastrutture del territorio crotonese

La provincia di Crotone è collegata al resto della regione e del paese tramite:

• 80km di rete ferroviaria;

• 600km di strade provinciali;

• un porto industriale e commerciale;

• tre porti turistici;

• un aeroporto.

Secondo gli indici elaborati dall’Istituto Tagliacarne sulla dotazione di infrastrutture nelle

province italiane, la provincia di Crotone dispone di un indice generale di

infrastrutture economiche e sociali pari a poco della metà di quello italiano

(55%). La percentuale si alza al 59,2% se si prendono in considerazione solo le

infrastrutture economiche.

Tabella 1.4 La dotazione infrastrutturale nel 2001 (Italia= 100)

La dotazione di infrastrutture (Italia=100) Crotone Calabria Mezzogiorno

Indice di dotazione della rete stradale 84,3 106,9 91,8

Indice di dotazione della rete ferroviaria 33,7 104,9 84,7

Indice di dotazione dei porti (e bacini di utenza)

94,9 126,7 109,2

Indice di dotazione di aeroporti (e bacini di utenza)

92,9 70,7 60,5

Indice di dotazione di impianti e reti energetico-ambientali

45,2 52,8 63,8

Indice di dotazione delle strutture e reti per la telefonia e la telematica

29,6 61,5 65,0

Indice di dotazione delle reti bancarie e servizi vari

33,7 55,1 61,0

Indice generale infrastrutture economiche 59,2 82,7 76,6

Indice generale infrastrutture (economiche e sociali)

55,0 78,0 78,1

Fonte: Istituto Tagliacarne

I ritardi maggiori, rispetto alla media italiana (100) la provincia li registra nella dotazione

di:

• rete ferroviaria (33,7);

• impianti e reti energetico-ambientali (45,2);

• reti bancarie e servizi vari (33,7);

• strutture e reti per la telefonia e la telematica (29,6).

Tali carenze infrastrutturali incidono sia sul sistema produttivo “tradizionale” basato sul

trasporto/scambio di beni materiali, sia sulle imprese della cosiddetta “New economy”,

basata sul trasporto e scambio di beni immateriali (servizi). La bassa dotazione , inoltre,

si impatta negativamente sulle opportunità di sviluppo delle imprese locali, che trovano

difficoltà di accesso a strumenti di finanza innovativa e a servizi reali avanzati.

1.3 Le caratteristiche e le dinamiche del tessuto produttivo

L’analisi della distribuzione percentuale delle imprese attive nella provincia al 2003 mostra

un territorio fortemente caratterizzato in senso agricolo. Crotone, infatti detiene il primato

regionale per quota di imprese (30,5%) assorbite dal settore primario, facendo segnare

un divario superiore di quasi 10 punti percentuali dalla media italiana, una forte presenza

di imprese nel settore del commercio (28,1%), del commercio ingrosso e dettaglio,

dell’industria (24,5%), servizi (12,1%) ed infine del settore turismo (4,3%).

La provincia di Crotone, con 16.435 imprese registrate nel 2003 (1.246 imprese iscritte a

fronte di 1.087 cessazioni, con un saldo complessivo pari a 159), mostra un tessuto

imprenditoriale attivo che dal 1997 ha sempre registrato saldi, tra imprese iscritte e

cessate, positivi. Il livello di crescita complessiva, tuttavia, è contrastato

dall’elevato tasso di mortalità delle imprese (7,7%) tra i più alti a livello

nazionale.

Allo stato attuale, comunque, il tasso di sviluppo, inteso quale differenza tra il tasso di

natalità (Iscritte/media attive nel biennio) e il tasso di mortalità (cessate /media attive nel

biennio) delle imprese, presenta i livelli più alti nei seguenti settori:

• l’intermediazione immobiliare con un tasso costante ma non alto;

• l’istruzione con picchi di sviluppo nel 2001 notevoli;

• il turismo che cresce nel biennio 2002/2003;

• il commercio che cresce nel triennio 2001/2003.

Tale andamento testimonia un progressivo passaggio dalla tradizionali attività

dell’agricoltura verso attività economiche della manifattura e, soprattutto, dei servizi.

La struttura imprenditoriale locale, inoltre, è caratterizzata da imprese di

piccole dimensioni. Circa i tre quarti delle imprese locali, infatti, occupa meno di 10

addetti.

La dinamica imprenditoriale e la dimensione ridotta delle aziende sono sintomatiche di un

territorio in grado di sviluppare nuove iniziative, ma di un tessuto produttivo non ancora

organizzato per supportare la crescita dimensionale, di mercato e di innovazione, delle

attività imprenditoriali locali.

L’indicatore più significativo in grado di spiegare le difficoltà di crescita delle

aziende è dato dalla loro bassa capacità di cooperazione, intesa in questa sede

quale numero di imprese in gruppo localizzate sul territorio. Tali indicatore evidenzia

ovviamente, solo le relazioni esistenti di natura formale e non tiene conto delle reti

informali, che rappresentano la maggior parte delle relazioni esistenti, ma che tuttavia

non permettono di realizzare politiche di sviluppo su larga scala.

La tabella seguente mostra, in particolare, il numero di società di capitale costituite in

gruppo che operano sul territorio regionale.

Tabella 1.5 Imprese in gruppo delle società di capitale

SOCIETA' DI CAPITALE

Imprese

in gruppo*

% sul totale

soc. cap.

% sul totale addetti

% sul totale

fatturato

V.A. provinciale (in milioni di euro)

CS 407 20,7 40,9 43,0 9.065

CZ 98 9,6 18,5 23,5 4.971

RC 127 10,6 30,5 31,2 7.128

KR 69 17,3 50,5 56,2 1.892

VV 40 12,3 17,0 25,2 2.001

Calabria 741 15,1 33,2 35,7 25.057

Nord-Ovest 46.759 28,0 87,5 72,9 370.391,6

Nord-Est 28.616 26,6 67,4 61,7 254.510,7

Centro 26.082 22,5 82,2 65,9 239.368,6

Sud-eIsole 14.023 17,7 47,6 47,6 273.925

ITALIA 115.480 24,6 76,6 66,4 1.140.830

* La colonna si riferisce alle imprese aventi forma giuridica di società di capitale ed inserite in un gruppo d'impresa, come capogruppo o come società partecipata. Si tenga presente che in veste di capo-gruppo si possono avere anche persone fisiche o altre forme giuridiche diverse dalle società di capitale (ditte individuali, società di persona, fondazioni o altre forme).

Fonte: Unioncamere - Osservatorio sui gruppi d'impresa, 2002

La caratteristica dimensionale e la limitata presenza di vere e proprie capacità di

relazione, determina un’impossibilità di sviluppo distretti industriali significativi e

evidenziando la debolezza o filiere produttive o di cluster di imprese. Esistono, tuttavia,

dei “bacini produttivi locali”, cioè di aree di specializzazione produttiva, composte da

raggruppamenti di territori comunali omogenei a livello provinciale, o ancora di

microsistemi a livello comunale con particolari vocazioni produttive. Recenti ricerche di

marketing territoriale hanno permesso di “mappare” tali diverse realtà produttive,

fornendo significativi risultati dal punto di vista della comprensione dei subsistemi

“eccellenti” del territorio crotonese.

Lo sviluppo nel tempo di queste attività è stato possibile grazie propensione naturale del

modo dell’imprenditoria allo sfruttamento di caratteristiche morfologiche del territorio e

alla dotazione di beni storici artistici. Certamente rilevante nelle scelte delle capacità

imprenditoriali sono state i diversi orientamenti programmatori economico-politici ed

urbanistiche adottate nel tempo dagli enti locali.

I sistemi utilizzati per la classificazione delle aree, omogenei dal punto di vista produttivo,

sono stati i seguenti:

• sistema di sviluppo agricolo ed agroindustriale: si contraddistingue per

l’intensa presenza del settore agricolo che in alcune aree si integra a valle

con una industria di trasformazione dei prodotti della terra, basata su un

tessuto di piccole e medie imprese;

• sistema di sviluppo turistico: accanto alle tradizionali aree estive e

balneari, è possibile individuare aree territoriali caratterizzate dal patrimonio

artistico e culturale, aree la cui offerta turistica è basata sulle bellezze

naturalistiche ed ambientali e dai beni storici architettonici. L’aderenza al

modello di sviluppo è stata valutata anche in base alla dotazione e alla

qualità delle strutture ricettive presenti.

• sistema di sviluppo basato sull’industria manifatturiera “leggera”: in

parte in connessione con le tradizioni artigiane radicate sul territorio si è

sviluppata una industria manifatturiera, specificamente nei settori del legno

arredamento, del tessile abbigliamento, della lavorazione dei minerali non

metalliferi, della carta e dell’editoria, cui si aggiunge l’industria chimica, della

gomma e della plastica.

Tale livello di analisi ha consentito, in sostanza, una prima classificazione dei contesti

locali provinciali per caratteri generali, mentre nel seguito sono stati individuati i sistemi

esistenti.

1.3.1 Il Sistema agro-alimentare

Il sistema agroalimentare è particolarmente presente nell’area, dove rilevanti

specializzazioni lo caratterizzano. La provincia è fortemente caratterizzata in senso

agricolo. Crotone detiene, infatti, il primato regionale per quota di imprese (30,5%)

assorbite dal settore primario, facendo segnare un divario superiore di quasi 10 punti

percentuali dalla media italiana.

I seminativi e i cereali, pur essendo le colture meno sviluppate, risultano concentrati in

alcune aree interne del Marchesato, mentre i settori più rappresentati sono le produzioni

agricole-lavorazione carni e il lattiero-caseario. Il primo è presente massicciamente

nell’area costiera a Nord di Crotone. Si tratta in particolare, dei grandi distretti

dell’agroalimentare della produzione vitivinicola della zona di Cirò

Il lattiero-caseario e la zootecnia sono diffusi essenzialmente nelle aree interne della Sila,

nella quali determinano grossi quantitativi di produzione (figura 1.2).

Figura 1.2 Aree di specializzazione produttiva basate sul modello agricolo e agroalimentare

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

Cerenzia

Castelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Produzione agricola e lavorazioni carni

Zootecnica e caseario

Seminativi e cereali

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

Cerenzia

Castelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Produzione agricola e lavorazioni carni

Zootecnica e caseario

Seminativi e cereali

Fonte: Elaborazioni su dati Unità Tecnica per l’Internazionalizzazione, 2003

1.3.2 Il sistema di sviluppo turistico

Il sistema di sviluppo turistico è caratterizzato dalla diversità di sistemi d’offerta, con forte

propensione allo sviluppo di forme più avanzate per la valorizzazione delle numerose

risorse locali (figura 1.3). Convivono sul territorio, infatti, numerose aree che

offrono possibilità di fruizione disparate. La provincia di Crotone, ricca di

potenzialità attrattive turistiche, alcune delle quali valorizzate solo in parte, è

essenzialmente vocata per una fruizione balneare e storico-archeologica, del territorio.

All’interno di essa, infatti, è localizzata la più importante e unica riserva marina regionale

(Isola Capo Rizzuto) e alcune rilevanti testimonianze del periodo magno-greco. In figura

si distinguono oltre al tipo di turismo che accoglie il comune, anche le risorse disponibili,

che sono gli ambiti turistici, intesi come risorse strumentali sfruttabili, le aree

archeologiche, e le risorse ambientali.

Figura 1.3 Tipologia di turismo nella provincia di Crotonese e distribuzione dei siti per tipologia di interesse turistico nella provincia

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

CerenziaCastelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Turismo balneare

Turismo culturale, storico ed artistico

Turismo ambientale e naturalistico

88

8

7

7

8

10

8

Ambiti turistici

4

1

Aree archeologiche

Aree protette

2

4

2

1

1

1

10

10

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

CerenziaCastelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Turismo balneare

Turismo culturale, storico ed artistico

Turismo ambientale e naturalistico

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

CerenziaCastelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Turismo balneare

Turismo culturale, storico ed artistico

Turismo ambientale e naturalistico

88

8

7

7

8

10

8

Ambiti turistici

4

1

Aree archeologiche

Aree protette

2

4

2

1

1

1

10

10

Fonte: ns elaborazione su dati infocamere e Istat e Natura 2000

1.3.3 Il sistema dell’industria manifatturiera leggera

Il sistema dell’industria manifatturiera leggera si caratterizza per un medio sviluppo.

Esistono aree di specializzazione nella chimica e nelle materie plastiche ed

aree a specializzazione della produzione del mobilio.

In generale, dunque, la rispondenza a tale sistema di sviluppo è coerente con le

caratteristiche geo-morfologiche del territorio, particolarmente ricco di aree boschive, da

cui derivano numerose aziende di piccole dimensioni impegnate nelle attività di taglio e

prima lavorazione, a cui si unisce un nucleo di aziende di prodotti finiti, quali sedie e

arredamenti per interni ed esterni, mentre poco sviluppata risulta l’industria della carta,

che è presente in poche aree del catanzarese e a Cosenza.

La figura 1.4 mostra in dettaglio le aree di specializzazione basate sull’industria

manifatturiera leggera.

Figura 1.4 Aree di specializzazione produttiva basate sull’industria manifatturiera leggera

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

Cerenzia

Castelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Chimica, gomma e plasica

Legno

Scandale

San Nicola dell'Alto

Caccuri

Cerenzia

Castelsilano

SavelliVerzino

Pallagorio

Umbriatico

Melissa

Strongoli

Ciro' Marina

Crucoli

Crotone

Cotronei

Cirò

Rocca di Neto

Mesoraca

Petilia Policastro

Cutro

Isola di Capo Rizzuto

San MauroMarchesato

RoccabernardaSanta Severina

Belvederedi Spinello

Casabona

Carfizzi

Chimica, gomma e plasica

Legno

Fonte: Elaborazioni su dati Unità Tecnica per l’Internazionalizzazione, 2003

1.4 Il grado di apertura del mercato

Nel 2002 la provincia di Crotone ha esportato merci per 26,5 milioni di euro sia verso

paesi europei che verso paesi americani e asiatici. Anche le importazioni non sono state

molto cospicue (circa 72 milioni di euro) provenienti maggiormente dall'Europa, ed hanno

determinato un saldo negativo di circa 45,5 milioni di euro.

Emerge, pertanto, una bassa vocazione dell’imprenditoria locale verso gli

scambi commerciali con l'estero e il principale sbocco delle produzioni

provinciali è rappresentato dal mercato domestico. Per valutare appieno la

significatività di tali dati sono stati costruiti due indicatori di sintesi:

• il grado di apertura dell'economia all'interscambio, che è

rappresentato dal rapporto tra l'export provinciale e il valore

aggiunto totale provinciale;

• la propensione all’esportazione, che è il rapporto tra esportazioni

provinciali e PIL provinciale.

La propensione all'esportazione (4,1) è, infatti, tra le più basse d'Italia, la penultima

tra le 103 province, mentre il grado di apertura dell'economia all'interscambio

(1,2) è di poco superiore al dato regionale ma è inferiore di circa il 90% rispetto al tasso

medio nazionale (figura 1.5).

Figura 1.5 Tasso di apertura e propensione all’esportazione

1,24,1 1,2 3,2

10,8

23,723,9

47

05

101520253035404550

Crotone Calabria Sud e Isole Italia

tasso di apertura propensione all'esportazione

Fonte:dati ICE

I preparati e le conserve di frutta, i prodotti chimici di base e le bevande sono i prodotti

principalmente esportati dalla provincia, mentre tra le merci importate ai primi posti

troviamo i prodotti agricoli, lattiero-caseari e chimici.

Per quanto riguarda i mercati di sbocco della produzione locale, Crotone ha scambi di

import-export con paesi europei quale la Germania e con il nord America, a testimonianza

di un ritardo delle aziende nei confronti di processi di apertura verso mercati nuovi non

legati ad un consumo che deriva essenzialmente dalla forte presenza di calabresi emigrati

in tali territori.

In termini assoluti, è da evidenziare come, nel periodo 1995-2002, le esportazioni della

provincia di Crotone abbiano avuto andamenti altalenanti, alternando annate di forte

crescita, ad altre di ribassi consistenti.

Tutto ciò evidenzia ulteriormente come l’approccio all’internazionalizzazione della classe

imprenditoriale crotonese non segua dei percorsi strategici ben definiti, ma sia legato allo

sfruttamento di particolari opportunità periodiche che non garantiscono il consolidamento

delle posizioni competitive internazionali.

1.5 Il “prodotto” culturale della provincia

Crotone è una provincia di grandi contrasti: la più antica della Magna Grecia, ma anche la

più giovane d'Italia. La città capoluogo, è un giacimento di memorie e di cultura, il

paesaggio della provincia è solcato da fiumi e da fiumare e c'è un sommerso archeologico

di insediamenti greci, di necropoli e di ville romane, fino ai calanchi di Altilia.

La fondazione della città di Crotone risale all’VIII secolo A.C. ed è opera di coloni Achei

che le attribuirono il nome di Kroton. Nell’Alto Medioevo il territorio assunse il nome di

Marchesato Crotonese, che rimase tale fino ai giorni nostri. La città offre diverse

possibilità di visita turistica: la Cattedrale, i Palazzi Nobiliari, il Castello Fortezza

comunemente chiamato Castello di Carlo V, nasce come una rudimentale fortezza

sull'antica Acropoli greca, per difendere il territorio dalle invasioni straniere. Nel corso

degli anni, successive dominazioni apportarono modifiche per migliorarne la difesa, ma la

costruzione attuale è opera degli Spagnoli, che ne fecero una delle più possenti fortezze

militari d'Italia.

L’area balneare di maggiore interesse ha uno sviluppo costiero di circa 40 Km, da Parco

Archeologico Capo Colonna a isola-fortezza Le Castella, (frazione del comune di isola

capo Rizzuto) dove la linea di costa si frastaglia, fuoriuscendo con numerose lingue di

terra che costituiscono importanti promontori.

Per ciò che riguarda l’offerta di centri per la fruizione della cultura, il livello qualitativo

dell’offerta dei musei crotonesi, in termini di servizi accessori, è molto basso. In base ai

dettami della Legge 4/93, che ha introdotto i servizi accessori nelle strutture museali,

infatti, i musei provinciali non sono ancora in linea con gli standard dei più importanti

musei regionali e nazionali.

Di tutti i servizi attivabili, allo stato attuale, risultano presenti in maniera diffusa

esclusivamente le visite guidate (72,7%) e la possibilità di dare accesso ai disabili (45,5%

delle strutture) (figura 1.6). Sono quasi del tutto assenti servizi ritenuti strategici

nell’ottica di incrementare i tempi di permanenza dei visitatori presso le strutture e la

diffusione del patrimonio culturale provinciale. Si tratta, in particolare, dei servizi di

mediateca (9,1%) di biblioteca e di caffetteria/punto ristoro, che sono completamente

assenti.

È ancora da potenziare, inoltre, l’offerta di servizi quali le attività didattiche (36,4%) e,

soprattutto, l’archivio storico e fotografico (27,3%), che rappresentano uno degli

elementi chiave nell’ottica della diffusione della conoscenza della storia e delle tradizioni

locali.

Figura 1.6 I servizi offerti dai musei crotonesi

27,327,3

36,4

27,3

9,1

45,5

72,7

Archivio fo tografico

Archivio storico

Attività didattiche

Bookshop

M ediateca

Accesso ai disabili

Visite guidate

Fonte: Dipartimento beni culturali

La presenza di “eventi” a matrice culturale (manifestazioni teatrali, musicali e

cinematografiche), del resto è, nella provincia di Crotone, limitata. Tale situazione è

dovuta all’assenza sul territorio di teatri e sale cinematografiche, ciò determina

significative conseguenze sulla numerosità dell’offerta presente e sugli introiti

determinati.

Tabella 1.6 Le rappresentazioni teatrali e musicali

Rappresentazioni Biglietti venduti Spesa PROVINCE REGIONI

N. per 100.000 abitanti

N. per 100.000 abitanti

Totale (migliaia di

euro)

per abitante (in euro)

Catanzaro 344 90,1 67.961 17.803 465 1,22

Cosenza 861 115,5 176.803 23.719 1.526 2,05

Crotone 147 84,4 40.994 23.538 166 0,95

Reggio Calabria 603 105,3 146.014 25.503 994 1,74

Vibo Valentia 73 41,3 16.801 9.512 135 0,76

Calabria 2.028 98,9 448.573 21.877 3.285 1,60

Sud 27.959 134,0 6.829.707 32.726 65.710 3,15

ITALIA 123.610 214,3 32.264.214 55.937 402.235 6,97

Fonte: Istat, 2000

Notevoli possibilità di sviluppo sono connesse alla valorizzazione del

patrimonio enogastronomico della provincia, ricco di numerosi elementi di

“eccellenza”, la cui qualità intrinseca è ampiamente riconosciuta dagli attuali consumatori.

In particolare, nell’area crotonese è molto diffuso il consumo della carne di maiale e del

peperoncino rosso, mentre le “eccellenze” enogastronomiche sono rappresentate dalle

produzioni di formaggi e di vino.

Altri prodotti tipici del patrimonio gastronomico locale sono il pecorino crotonese, la

sardella di Crucoli, il finocchio di Isola Capo Rizzuto ed il salato di Crotone; che da un

recente studio curato dall’Assessorato all’Agricoltura risultano essere tra i 207 “tesori” di

golosità della Calabria. L’area, inoltre, può vantare nel comune di Cerenzia, ai piedi della

Sila, una qualificatissima produzione di liquirizia, utilizzata nell'industria dolciaria,

nell'erboristeria e per la preparazione di liquori (figura 1.7).

Figura 1.7 Le aree di produzione delle tipicità agroalimentari nella provincia di Crotone

In sintesi, dunque, l’analisi della rete del turismo culturale mostra la necessità di

sostanziali interventi che favoriscano lo sviluppo integrato di questa particolare tipologia

di turismo. Sono assenti dal network, come già evidenziato, importanti “nodi” strategici,

quali auditorium musicali, parchi letterari e siti archeologici, mentre è da potenziare la

presenza di musei, teatri e centri congressi.

L’attuale sistema d’offerta si caratterizza, quindi, per una sostanziale

connotazione turistica tradizionale, evidenziando una consapevolezza ancora

latente dell’eccellenza dei fenomeni culturali calabresi e crotonesi.

Tali considerazioni sono confermate dalla presenza sul territorio di operatori di

complemento impegnati in attività legate alla fruizione di risorse tipiche del turismo

regionale (alberghi, ristoranti, bar) piuttosto che nella realizzazione e gestione di parchi

letterari, sale d’ascolto, negozi di dischi, teatri, promoter musicali, librerie e biblioteche.

Un network d’offerta integrato, quindi, per questa tipologia turistica è la sintesi di un

potenziale ancora inespresso, anche a causa dello scarso supporto degli enti di

promozione turistica istituzionali (APT, Pro Loco, enti locali). Rispetto a tale ultimo

elemento, l’attività degli enti di promozione a volte risulta poco efficace poiché esistono

sul territorio diversi esempi di divergenze tra le risorse e la fruibilità comunicata e

l’effettiva qualità dell’offerta, a causa della mancanza di interventi strutturali mirati.

1.6 Il sistema turistico locale

La provincia di Crotone ha registrato, nel 2003, un numero di arrivi turistici pari a

102.691, per un complessivo di presenze pari a 602.757. La permanenza media è,

dunque, pari a 5,9 giorni, a testimonianza di un fenomeno turistico legato essenzialmente

alla fruizione della risorsa mare nei mesi estivi, che coincidono con il periodo di ferie degli

italiani.

L’analisi storica dei flussi turistici evidenzia, inoltre, un andamento altalenante, tipico di

un “prodotto” ancora debole, non adeguatamente supportato da politiche di sviluppo

coerenti con le risorse territoriali. Anche la principale risorsa sfruttata

turisticamente, il mare, ha notevoli potenzialità ancora non adeguatamente

valorizzate.

L’analisi degli arrivi per kmq di costa, infatti, un notevole divario tra Crotone, le altre

province calabresi e altre regioni, come la Puglia, la Liguria e l’Abruzzo, che per

caratteristiche geomorfologiche e patrimonio artistico, risultano similari al territorio

provinciale (tabella 1.7).

Tabella 1.7 Densità turistica delle spiagge

Km costa Arrivi Arrivi per Km di costa

Cosenza 227,9 519.468 2.279

Catanzaro 102,6 222.484 2.168

Crotone 113,9 102.691 902

Reggio Calabria 202,9 203.212 1.002

Vibo Valentia 68,4 244.799 3.579

Calabria 715,7 1.292.654 1.806

Puglia 865 2.254.043 2.606

Liguria 349,3 1.963.579 5.621

Abruzzo 125,8 1.613.845 12.829

Fonte: Ministero dell’ambiente e Osservatorio turistico calabrese

La dotazione delle strutture alberghiere nella provincia è costituita prevalentemente da

alberghi “tre stelle”, con un’incidenza di strutture di alta categoria molto bassa (8,2%)

(figura 1.8). L’offerta extralberghiera, inoltre, è caratterizzata essenzialmente dalla

presenza di campeggi. Tale elemento strutturale determina la necessità, nel medio

termine, di indirizzare l’offerta turistica territoriale verso target di utenti, quali famiglie e

giovani, con esigenze coerenti al sistema d’offerta ricettiva tipico di tali tipologia di

strutture.

Figura 1.8 Incidenza delle categorie d’albergo per provincia

0,9 0,0 0,0 2,1 1,1 0,9

15,3

9,3 8,2 9,4 11,0 11,8

43,7 44,4

55,1

40,6 40,743,8

24,7

35,2

26,5

36,534,1

30,4

15,311,1 10,2 11,5 13,2 13,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Cosenza Catanzaro Crotone Reggio Vibo Calabria

5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella

Fonte: ns elaborazione su dati Nomisma

1.7 Il mercato del lavoro

Le Forze Di Lavoro (FDL) attualmente presenti in provincia di Crotone ammontano,

complessivamente, a 56mila unità (Forze di lavoro- Media 2003, Istat) pari al 39,16% del

totale della popolazione residente nella provincia di 15 anni e oltre. Il numero di Forze

di Lavoro provinciali è, dunque, basso. Sul territorio regionale, infatti, in media, su

100 persone residenti di 15 anni e/o oltre 44,83 appartengono alle forze di lavoro.

Tale dato di sintesi risulta ancora più critico in considerazione della composizione della

Non Forze Di Lavoro (NFDL). L’analisi di quest’ultimo aggregato, infatti, evidenzia come il

peso dei soggetti anziani sul totale delle NFDL non rappresenti l’elemento critico in grado

di spiegare il basso numero di soggetti che si “offrono” sul mercato del lavoro. Su 60

soggetti appartenenti alle NFDL crotonesi, infatti, solo 20 hanno 65 anni o oltre mentre

gli altri 40 hanno tra i 15 ed i 64 anni (sono cioè soggetti in età lavorativa) (tabella 1.8).

Emerge, in sintesi che la parte preponderante delle NFDL del crotonese è

rappresentata da persone in età da lavoro non attivi.

Tabella 1.8 Incidenza percentuale dei 2 aggregati delle NFDL sulla popolazione della provincia di Crotone, della Calabria e dell’Italia nell’anno 2003

Aree NFDL età lavorativa/ popolazione

NFDL età non

lavorativa/ popolazione

Totale

Italia 26,05 31,93 57,98

Calabria 35,57 19,60 55,17

KR 40,56 20,28 60,84

Fonte: Elaborazione su dati Istat

Alla luce di tali evidenze, emerge dunque che la provincia di Crotone ha un elevato

bacino di potenziali FDL non collocate sul mercato.

Ai fini di un ulteriore confronto delle dinamiche in atto è stato considerato il tasso di

attività, inteso quale rapporto tra le forze di lavoro ed i soggetti in età lavorativa (tabella

1.9). Esso misura, quindi, il peso della popolazione che si colloca sul mercato del lavoro

sul totale della popolazione in età lavorativa. Esprime, pertanto, la percentuale della

popolazione che offre la propria mano d’opera rispetto al totale delle persone che

potenzialmente potrebbero farlo (persone in età lavorativa), costituendo, pertanto, un

indicatore della forza di lavoro potenziale.

Tabella 1.9 Tassi di attività della provincia di Crotone, della Calabria e dell’Italia nel 2003 (valori in migliaia)

Aree Soggetti in età

lavorativa Forze di lavoro Tassi di attività (%)

Italia 39124 24150 61,73

Calabria 1354 755 55,76

KR 114 56 49,12

Fonte: Elaborazione su dati Istat

A Crotone tale valore è pari al 49,12%, contro un dato calabrese del 55,76% e un dato

nazionale del 61,73%. In valore assoluto in provincia di Crotone esiste una massa critica

di potenziali lavoratori disponibili per il sistema produttivo pari a 58mila unità.

Rispetto alle caratteristiche socio-demografiche il tasso di attività maschile è pari al

67,86%, mentre quello femminile ammonta al 31,03%. Ciò significa che su 10

maschi in età lavorativa circa 7 si presentano sul mercato del lavoro, mentre su 10

femmine in età lavorativa solo 3 si offrono sul mercato del lavoro.

Esaminando la dinamica del mercato del lavoro nella provincia di Crotone tra il 1995 (la

provincia è stata costituita nel 1994) e il 2003, emerge che al 2003 43mila sono gli

occupati (+5mila posti di lavoro rispetto al 1995) e 13mila sono i disoccupati (-3mila

persone in cerca di occupazione rispetto al 1995).

In termini generali, quindi, la provincia di Crotone ha visto migliorare, dalla data della sua

costituzione, la propria situazione occupazionale. Peraltro ciò è accaduto in misura più

accentuata rispetto a quanto verificatosi nella regione Calabria.

Si registra, inoltre, un incremento dell’occupazione dei soggetti compresi nella fascia di

età 15-24 anni, a differenza della media nazionale che è in diminuzione.

Nella provincia è in aumento il numero di coloro che non proseguono gli studi

al di là delle scuole dell’obbligo o del conseguimento del diploma superiore.

I dati del censimento 2001 dell’Istat evidenziano, in effetti, che nella provincia di Crotone

solo il 2,53% della popolazione è in possesso della laurea, contro un 3,43% a livello

regionale ed un 3,83% nazionale. Nel complesso, ancora, considerando anche i diplomati,

i possessori di un titolo di studio di medio-alto livello nella provincia di Crotone sono il

17,16% della popolazione, contro una media regionale del 19,82% ed una nazionale del

22,41%.

In estrema sintesi, l’analisi occupazionale dei diversi settori in provincia di Crotone mostra

una sostanziale aderenza con il modello di sviluppo economico in atto nel territorio

regionale. I principali elementi di fondo sono, infatti:

• Quasi i due terzi dell’occupazione è concentrata nei servizi;

• I comparti del terziario con le dinamiche di crescita occupazionale

più interessanti sono quelli legati all’intermediazione monetaria e

finanziaria, alle attività immobiliari ed agli altri servizi;

• L’occupazione nelle attività dei settori primari (agricoltura,

silvicoltura e pesca) è in diminuzione;

• L’occupazione nell’industria è stabile, con una leggera crescita solo

nel settore delle costruzioni.

1.8 Le principali criticità domanda/offerta di lavoro

Il mercato lavoro della provincia di Crotone è fortemente caratterizzato da

elementi di divergenza tra le aspettative e la percezioni degli imprenditori e

quelle dei lavoratori, attuali o potenziali.

In termini generali, infatti, solo per le tematiche che attengono al mercato del lavoro

esistono delle traiettorie comuni di sviluppo. In particolare, si ritiene necessario, per la

crescita occupazionale, realizzare interventi di:

• potenziamento delle occasioni di incontro tra domanda e offerta di

lavoro;

• qualificazione del sistema formativo provinciale, orientandolo

maggiormente verso lo sviluppo di competenze tecniche

specializzate;

• promozione della “cultura” imprenditoriale per lo sviluppo di nuove

iniziative private.

Di contro,emerge il basso livello di fiducia dei lavoratori nei confronti del settore privato,

che si traduce in maggiori aspirazioni di lavoro all’interno di Enti Pubblici.

Tra i settori privati, solo il turismo è considerato da entrambe le categorie un settore con

buone prospettive di crescita e bisognoso, in tal senso, di interventi mirati per la crescita

di competitività.

L’elemento di maggiore criticità si riscontra nelle aree funzionali di impiego, come

evidenziato nella tabella seguente.

Tabella 1.10 Le aree funzionali maggiormente richieste

IMPRESE LAVORATORI

commerciale amministrazione

informatica comunicazione/pubblicità

progettazione gestione del personale

progettazione

Emerge, dunque, come la domanda di lavoro abbia un’aspettativa d’impiego

maggiormente orientata verso aree più innovative della gestione di impresa, quali ad

esempio la comunicazione, la pubblicità, la gestione del personale e la progettazione, a

fronte di una classe imprenditoriale che privilegia la selezione di persone da impiegare in

ruoli di natura commerciale, intesi quali agenti di vendita, e di informatizzazione,

soprattutto per le esigenze di gestione dei dati e di amministrazione aziendale.

In sostanza, l’imprenditore crotonese è poco orientato all’investimento in risorse umane

di alto profilo, preferendo gestire in proprio le aree strategiche di indirizzo direzionale e

operativo. Tutto ciò si traduce, pertanto, in un’offerta di lavoro concentrata

essenzialmente in aree “a basso valore aggiunto”, che non investono le tematiche

strategiche e direzionali.

Infine, dalle analisi effettuate risulta evidente il basso ricorso che le aziende fanno

all’attività dei Centri per l’Impiego (CpI). I servizi da essi offerti vengono, infatti,

giudicati di poca o nulla validità, a fronte di un giudizio molto positivo da parte dei

lavoratori.

In tale contesto diventa, pertanto, strategico analizzare il livello qualitativo dei servizi che

i CpI offrono alle imprese e attivare piani strategici di “avvicinamento” delle imprese ai

CpI, per favorire lo sviluppo di aree di incontro tra domanda e offerta di lavoro, così

come richiesto da tutti gli attori coinvolti nel mercato del lavoro.

Capitolo 2 La partecipazione del territorio

2.1 Premessa

Nel Quadro del progetto “Un Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione”,

finanziato nell’ambito dell’art. 6 del FSE – Azioni a carattere innovativo – la Provincia di

Crotone, ha inteso promuovere la concertazione locale per la condivisione di obiettivi e

strategie di intervento atte ad impattare positivamente sugli indicatori occupazionali nei

prossimi anni.

Tali attività concertative sono state attuate attraverso una serie di sessioni di

moderazione tematiche sulle opportunità di creare nuova occupazione, in particolare nei

settori:

• Turismo;

• Risorse Culturali;

• Terzo Settore.

Ciò al fine di trovare risposte ai problemi che gli operatori locali riscontrano

quotidianamente nel territorio. Alle sessioni di moderazione e all’analisi dei contributi

pervenuti dagli attori locali coinvolti, per singolo settori di intervento, sono dedicati i

paragrafi seguenti.

2.2 Il settore turismo

2.2.1 Prima riunione del 17/09/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di confronto del 17 settembre 2004

Nome Cognome Ente /Associazione/Azienda

Rossin Tiziana Area Marina Protetta Capo Rizzuto

Ferdinando Verardi Conf. Cooperative Crotone

Salvatore Barresi PIT 12 sila crotonese

Lino Fazio Turismo S.c.P.A.

Massimo Zappia UIL – Crotone

Aristide Fazio Consorzio turistico Conca D’oro

Daniela Reperti Assindustria

Francesco Pugliano Provincia

Sculco Vincenzo Provincia - CPI

Alfonso Russo Camera di commercio

Maria Monti Camera di commercio

Cesare Spanò Confcommercio

In tale incontro vengono stabilite le linee guida. Un approccio multidisciplinare, teso a

favorire, secondo il nuovo programma di governo dell’ente intermedio, politiche di

sviluppo integrato e sistemico.

Coerentemente con il modello strategico ricorrente nelle esperienze dei “patti territoriali”,

si intende infrastrutturare un nuovo ambiente operativo caratterizzato da relazioni stabili

tra le istituzioni, le parti sociali, gli imprenditori, le organizzazioni dei cittadini, all’interno

del quale possano essere pianificati e sottoscritti accordi quadro, azioni strategiche e

percorsi di sviluppo, funzionali allo sviluppo del turismo, della cultura e dei servizi alle

persone e a garantire contestualmente significative e durature ricadute occupazionali

In evidenza la necessità di creare una banca dati delle risorse disponibili; in parte la

mappatura delle risorse è già stata effettuata, ma va eventualmente integrata con gli

elementi che sono stati tralasciati dalle ricerche precedenti. Si necessita quindi:

• censimento delle strutture ricettive (alberghi, villaggi, residence, campeggi, ecc.)

• censimento delle altre strutture d’accoglienza (agriturismi, ristoranti, ecc.)

• censimento degli operatori che forniscono servizi ai turisti (noleggio

auto/pullman, guide, escursioni guidate, negozi di artigianato tipico, produttori di

eno-gastronomia tipica, ecc.)

• censimento delle risorse naturalistiche e ambientali, con eventuale

predisposizione dei azioni di pulitura e recupero dei siti, predisposizione e

manutenzione di sentieri, ecc.)

• censimento delle risorse storico-culturali (chiese, palazzi, castelli, scavi

archeologici, musei, ecc.); potrebbe essere utile individuare gli eventuali siti che

presentino situazioni di emergenza storica e architettonica, con la predisposizione

di azioni di recupero e restauro degli stessi

Inoltre, le risorse storico-culturali così individuate devono essere rese fruibili

turisticamente attraverso:

• coinvolgimento dei vettori turistici per favorire l’arrivo dei turisti nella provincia di

Crotone mediante voli a prezzi speciali, o con la predisposizione di opportuni

servizi navetta dai principali scali aereoportuali della zona (S. Anna, ma anche

Lamezia e Bari)

• analisi della rete stradale locale, con eventuale realizzazione di opere di

manutenzione e abbellimento delle strade che rientrano nei percorsi turistici

• predisposizione di una rete adeguata di mezzi di trasporto interna (creazione di

nuove aziende di noleggio mezzi)

• potenziamento e miglioramento della rete di accoglienza (formazione degli

operatori per una migliore qualità del servizio offerto, diffusione della conoscenza

delle lingue per il personale di alberghi e ristoranti, creazione di un servizio di

prenotazione integrato e informatizzato tra i vari alberghi)

• formazione di personale per l’accompagnamento (guide turistiche, guide per le

escursioni ambientalistiche, istruttori per le attività sportive e ricreative,

animatori, ecc.)

• predisposizione di punti informativi per la distribuzione di informazioni e materiale

(già presenti)

• le varie risorse vanno collegate tra loro con la creazione di pacchetti organizzati,

predisponendo percorsi artistici e ambientali con il coinvolgimento di tutti gli

operatori interessati (per i mezzi di trasporto, le guide, gli istruttori per le attività

che è possibile svolgere nei luoghi visitati, ecc.)

• le attività e i percorsi offerti devono essere adeguatamente pubblicizzati con il

coinvolgimento delle agenzie di viaggio e con varie iniziative di promozione del

territorio (creazione di stand espositivi in convegni e fiere del settore, come già

avviene).

2.2.2 Seconda riunione del 21/09/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 21 settembre 2004

Cognome Ente /Associazione/Azienda

Dott. De Masi Vicepresidente della Provincia di Crotone

Avv. Guerra Assessore Provinciale

Dott. Pugliano Assessore Provinciale

Dott. Sculco Responsabile del Centro Provinciale per l’Impiego

Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL

Dott. Venneri Segretario Provinciale della CISL

Dott.ssa Rossin Rappresentante dell’Area Marina Protetta

Dott.ssa Reperti Segretaria dell’Associazione Provinciale Industriali

Dott.ssa Monti Ufficio Promozione della CCIAA

Sig. Russo Rappresentante della CCIAA per il settore Turismo

Dott. Spanò Dirigente della Confcommercio

Dott. Mazzà Responsabile Provinciale della Lega Cooperative

Ing. Veraldi Presidente di Confcooperative

Prof. L. Fazio Presidente del Consorzio Turismo SCPA

Dott. A. Fazio Presidente del Consorzio Conca d’Oro

Dott. Barresi Responsabile Unico di Progetto del PIT 12 Crotone

Dott. Sulla Presidente del PIT 13 Crotone

Dott. Iannuzzi Responsabile di Progetto del PIT 13 Crotone

Ing. Bombardieri Rappresentante dell’APT

Dott. Carvello Rappresentante della GAL Kroton

L’Ass. al Lavoro e alla Formazione Professionale, Avv. Guerra, apre l’incontro e dopo aver

ringraziato per la massiccia partecipazione i convenuti delinea gli obiettivi della sessione

odierna di lavoro che si configura come un incontro preliminare. Ha sottolineato

l’importanza del ruolo che le parti-sociali svolgeranno nell’ambito del progetto, in quanto

saranno chiamate a individuare alcune figure professionali di cui le imprese lamentino la

carenza e i possibili percorsi integrati di sviluppo a rilevante impatto occupazionale, in

modo che sia possibile programmare una conseguente opera di formazione per la quale

sia poi garantito l’assorbimento delle risorse formate da parte del mondo del lavoro

locale.

Il dott. Misiti, senior partner della PSM-Associati s.r.l., sottolinea che l’obiettivo finale sarà

quello di pervenire ad un piano di sviluppo occupazionale che possa essere condiviso

anche dalle aziende dei tre settori oggetto delle sessioni. Viene quindi espressa la

richiesta di collaborazione da parte delle imprese e delle associazioni per far emergere

l’esigenza di particolari figure professionali e a definire nuove linee programmatiche che

permettano di sfruttare in maniera efficace l’opportunità offerta dai fondi di cui è prevista

l’erogazione nei prossimi 6 anni.

Il prof. Fazio, Presidente del Consorzio Turismo SCPA, concorda sulla necessità che un

piano occupazionale valido debba prendere le mosse dalle esigenze espresse dalle

imprese: una analisi superficiale permette già di individuare la carenza di personale

qualificato a tutti i livelli, dagli addetti al management alberghiero, agli animatori, alle

donne al piano, alle guide turistiche. Per tutte queste figure attualmente è necessario

attingere a personale proveniente da fuori provincia, poiché la manodopera locale si

configura come poco qualificata, sia nelle conoscenze culturali che nella conoscenza delle

lingue straniere, elementi di base indispensabili per operare nel settore turistico. Viene

altresì auspicata una qualche forma di formazione imprenditoriale, in considerazione del

fatto che molti operatori del settore provengono da altri ambiti e non possiedono quindi

una vera professionalità nell’ambito del turismo. Altra priorità segnalata è quella di creare

un coordinamento fra le tre “zone” del turismo crotonese, Sila, riserva marina e parco

eno-gastronomico.

Il dott. Misiti sottolinea come, nell’ambito della formazione, possa essere rilevante il

coinvolgimento delle scuole, che ormai offrono un’ampia gamma di progetti formativi:

importante sarebbe poter coordinare tale impegno formativo con le esigenze

effettivamente espresse dalle imprese locali.

Il dott. Iannuzzi, Responsabile del PIT 13 Crotone, forte anche della propria specifica

esperienza nella progettazione di corsi formativi nell’ambito dello stesso PIT, ribadisce la

necessità di un coordinamento con il mondo delle imprese, per prevenire il rischio di

impiegare le ingenti risorse disponibili nella creazione di figure professionali che il tessuto

provinciale, alquanto debole sul fronte dell’offerta occupazionale, non sia in grado di

assorbire.

Il dott. Mazzà, in rappresentanza della Lega delle Cooperative, concorda con la necessità

di promuovere l’incontro con le imprese perché si creino le condizioni per garantire

l’occupazione delle risorse formate, anche nella forma di un programma di sviluppo di

nuova imprenditorialità.

Il sig. Russo, rappresentante della CCIAA, settore Turismo, conferma le considerazioni sin

qui fatte, dando voce alla difficoltà, comuni a tutti gli imprenditori, di reperire personale

qualificato e propositivo, ad ogni livello professionale.

Il rappresentante di Confcommercio, Cesare Spanò, concordando con la necessità di

interrogare le aziende per definire le effettive necessità di figure professionali qualificate,

esprime la sua piena collaborazione all’iniziativa.

Il dott. Carvello, in rappresentanza della GAL Kroton, suggerisce prudenza nella

definizione degli obiettivi, evitando la scelta di percorsi che si allontanino troppo dalla

realtà oggettiva del tessuto provinciale e cercando invece di investire sulle sue effettive

potenzialità; grande importanza assume il dialogo con le imprese per far sì che la

formazione sia il più possibile specifica, ovvero configurata e programmata sulla base di

effettive esigenze del mercato lavorativo. Viene altresì sottolineato come una promozione

dell’occupazione non possa prescindere dalla definizione di una più efficace strategia di

comunicazione tra i canali privilegiati di scambio tra domanda e offerta, coinvolgendo

quindi anche i centri per l’impiego.

Il dott. Venneri, Segretario Provinciale della CISL, osserva come la situazione attuale sia

una conseguenza della mancanza di coordinamento delle istituzioni verificatasi nel

passato, fonte di dispersioni di risorse materiali e immateriali, ed esprime quindi il suo

apprezzamento per il presente sforzo di una ricerca di concertazione tra le parti,

sottolineando comunque la necessità di accelerare il processo di trasferimento delle

deleghe in materia di formazione e piani occupazionali, perché le strategie possano

essere definite e realizzate da chi ha l’esperienza e la conoscenza diretta delle esigenze

della provincia.

Il dott. Fazio, Presidente del Consorzio Conca d’Oro di Le Castella, ribadisce ancora come

il problema da parte degli imprenditori sia la difficoltà di reperire sul mercato locale figure

dotate di adeguata professionalità, ad ogni livello. Viene sottolineato, ad esempio, come

tali carenze non riguardino solo la fase operativa, ma anche la preliminare fase di

presentazione e valorizzazione dell’offerta turistica della provincia: si suggerisce quindi la

creazione di figure professionali in grado di “vendere” al meglio il prodotto “Provincia di

Crotone”, prodotto per il quale vi è sicuramente un forte interesse, considerando che le

imprese turistiche della provincia hanno registrato un miglioramento delle performance,

sullo sfondo di una stagione estiva che è invece stata fortemente negativa a livello

nazionale e regionale.

La dott.ssa Ruperti, Segretaria dell’Associazione Industriali della Provincia di Crotone,

concorda sulla necessità di una maggiore attenzione al marketing turistico per

un’adeguata promozione delle risorse della Provincia, così come concorda con gli

interventi precedenti per ciò che riguarda la necessità di una maggiore concertazione tra

le parti per la definizione di un solido piano occupazionale, che deve comunque

mantenersi entro linee realistiche e tenere oggettivamente conto della situazione attuale

della Provincia. Vengono comunque ribadite la necessità di una più stabile

comunicazione tra le parti e di un coinvolgimento del mondo scolastico.

Il dott. Barresi, Responsabile Unico di Progetto del PIT 12 Crotone, sottolinea

l’importanza di definire innanzi tutto una strategia per lo sviluppo del territorio, sulla base

della quale sia poi possibile identificare le competenze professionali da creare con

specifici progetti formativi, sfruttando anche una struttura operativa già dotata di una

banca dati sulle risorse umane disponibili, qual è il Centro per l’Impiego.

Il dott. Sulla, Presidente del PIT 13 Crotone, sottolinea ancora l’importanza del dialogo

tra le parti, anche alla luce dell’esperienza dei tre progetti PIT operanti nella provincia di

Crotone, che hanno basato sul dialogo e la concertazione l’ottimizzazione delle loro

attività, al fine di evitare inutili duplicazioni. Si lamenta però che tale dialogo non si

estenda anche alle imprese, che spesso, pur convocate, risultano assenti nella definizione

delle strategie, vanificando così in parte gli sforzi delle istituzioni, in quanto la formazione

non può risultare efficace se resta avulsa dal tessuto industriale del territorio. Viene fatto

notare, inoltre, come il sistema turistico locale sia reso intrinsecamente debole dal basso

numero di imprese operanti sul territorio e dal loro piccolo dimensionamento, il che porta

ad auspicare l’incentivazione di investimenti esterni, soprattutto da parte di grandi

operatori turistici internazionali, che possano creare un esempio d’eccellenza che funga

da guida per le imprese locali.

Il Presidente della Confcooperative, Ing. Veraldi, manifesta l’interesse dell’organizzazione

che egli rappresenta, auspicando che si offra alle risorse formate anche una cultura

imprenditoriale che possa incentivare la creazione di nuove attività, anche in forma

cooperativa, che possono rappresentare una forma di tutela e di garanzia anche per gli

stessi lavoratori, sottolineando come attualmente sul territorio provinciale vi sia una

scarsa presenza di cooperative nel settore turistico.

Il rappresentante dell’APT Crotone comunica i dati dei risultati della stagione appena

conclusa, confermando come vi sia stata una crescita del settore e come vi sia un forte

interesse per la provincia di Crotone da parte del mercato, interesse al quale l’APT

risponde mediante i propri centri informativi sul territorio e, prossimamente, anche con

l’apertura di un sito Web. Viene infine suggerita l’esigenza di agire, oltre che a livello della

diffusione dell’informazione, anche a livello delle aziende, promuovendo una

imprenditorialità più consapevole e fornendo in tal senso assistenza alle imprese

turistiche della provincia.

La dott.ssa Rossin, in rappresentanza dell’Area Marina Protetta, illustra alcune delle

iniziative condotte nella stagione appena conclusa, sottolineandone il successo, segno di

un interesse del mercato turistico in generale verso la provincia di Crotone e in

particolare verso le tematiche ambientali. Si auspica quindi la promozione di iniziative

volte a creare una maggiore coscienza dell’importanza delle risorse ambientali e del loro

possibile sfruttamento nell’ottica di un turismo “ecocompatibile”, partendo anche dalla

sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale in materia di tutela ambientale.

La dott.ssa Monti, dell’Ufficio Promozione della CCIAA, osserva come il dialogo tra le parti

sia fondamentale, ma che sia altrettanto fondamentale che tale dialogo sia a doppio

senso e che le imprese, in risposta alla possibilità di ottenere risorse qualificate che

rispondano alle loro specifiche esigenze, manifestino la volontà di valorizzare e gratificare

adeguatamente tali risorse.

Prima della conclusione dei lavori, gli intervenuti hanno consegnato un form di adesione

al programma di “Sessioni di Moderazione”, contenente, tra l’altro, l’indicazione delle

preferenze tematiche sulle quali si svolgeranno i prossimi tavoli del partenariato locale.

2.2.3 Terza riunione del 12/10/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 12 ottobre 2004

Cognome Ente

Dott. A. Fazio Presidente del Consorzio Conca d’Oro

Raffaele Gareri Responsabile dell’Area Marina Protetta

Sig. Francesco Vignis Rappresentante UIL

Sig. Massimo Zappia Rappresentante UIL

Dott. Enzo Facente Provincia KR

Dott. Russo Alfonso Camera di Commercio

Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL

Sig Paonessa Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali

Il tavolo si apre con l’invito rivolto agli attori del tavolo, da parte di Enzo Facente, di

presentare le attività in campo, le iniziative svolte ed in programma. Il primo a prendere

la parola è Sig. Pasquale Mazza, Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone. Si

sottolinea attraverso il suo intervento il problema della “Conoscenza”, della scarsa

popolarità delle potenzialità del territorio, e suggerisce pratiche atte a far risaltare le

risorse a disposizione. Ciò, asserisce Mazzà, consentirebbe agli imprenditori di “fare la

loro parte”, e attraverso una connessione più efficace tra pubblico e privato si creerebbe

occupazione. Enzo Facente sottolinea il problema della stagionalizzazione del fenomeno

come problema che rende gli imprenditori più cauti, chiede quali attività potrebbero

arginare il fenomeno. Il presidente della comunità montana prende la parola descrivendo

le attività che si svolgono per la produzione e la promozione del vino Cirò che crea

occupazione certa e sottolinea il bisogno di creare nuove leve attraverso la formazione

(es. guide turistiche, arte orafa ecc.). Sig. Massimo Zappia, Rappresentante UIL, focalizza

l’attenzione sulla riqualificazione dei beni già presenti sul territorio spiegando che

innanzitutto bisognerebbe creare “impresa” prima valorizzandoli. Il Sig Paonessa,

presenta i lavori che ha promosso in passato riguardanti la cultura letteraria ed artistica e

lamenta la poca sensibilità della popolazione a riguardo, suggerisce anche l’informativa

nelle scuole sugli eventi presenti nel territorio. Fa notare inoltre le potenzialità di sviluppo

che il turismo scolastico può apportare al turismo in generale, facendo notare che gli

studenti del sud vanno a nord per visitare mete di attrattiva culturale, cosa che non

avviene al contrario per le poche strutture ricettive e prezzi troppo alti. Suggerisce infine

di fare “sistema” per contravvenire. Dott. Aprigliano, Segretario Provinciale della CGIL,

propone uno studio sui Beni Culturali per le potenzialità, in sinergia, con tutte le attività

monitorate sul territorio. Dott. Tedesco, Parco Archeologico, illustra le iniziative svolte e

sottolinea la necessità di mettere a conoscenza la popolazione affinché le risorse esistenti

vengano valorizzate. Suggerisce un piano di sviluppo provinciale per i beni culturali in

modo da tutelarli e valorizzarli.

Le tematiche affrontate sul tema del Turismo hanno evidenziato le seguenti carenze:

• La necessità di avere una banca dati delle risorse disponibili sul territorio in modo

da renderle maggiormente fruibili;

• Censimento delle struttre ricettive;

• Censimento delle strutture di accoglienza (agriturismi ecc.);

• Censimento degli operatori che forniscono servizi ai turisti;

• Censimento delle risorse naturalistiche;

• Censimento delle risorse storico-culturali

• La creazione di pacchetti organizzati per rendere fruibili tali risorse nel loro

complesso;

• L’esigenza di particolari figure professionali

• Predisposizione di percorsi artistici ed ambientali con il coinvolgimento degli

operatori del territorio per l’organizzazione dei trasporti, guide, istruttori ecc.

• Pubblicizzazione delle attività.

2.3 Il Terzo Settore

Il Terzo Settore è inserito nel progetto “ Un piano strategico per lo sviluppo

dell’occupazione” il quale fa riferimento all’art. 6 del FSE che riguarda le azioni innovative

da utilizzare nei territori dove il livello occupazionale è molto basso. I tre incontri che si

sono svolti fino ad ora, hanno fornito importanti risposte, generando una serie di

proposte che dovrebbero essere aderenti alle problematiche affrontate. In questo elenco

metteremo in evidenza le fasi salienti e le proposte relative alle discussioni avute.

2.3.1 Prima riunione del 24/09/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 24 settembre 2004.

Cognome Ente

Salvatore Barresi Arcidiocesi di Crotone S.Severina

Francesco Cortese Camera di Commercio di Crotone

Pino De Lucia Forum III settore KR

Alessandra Infante Copross Consorzio provinciale dei servizi locali

Pasquale Mazzà Legacoop Kr

Dott. Enzo Facente Provincia KR

Michele Sculco Caritas Diocesana di Crotone S.Severina

Filippo Sestito Aurora Centroservizi per il volontario

Santo Vezzano Cooperativa Orizzonti Nuovi

Ferdinando Verardi Confcooperative

Francesco Vignis UIL

Massimo Zappia UIL

Avv.Guerra Ass. Prov. Per il lavoro e la formazione professionale

In data 24/09/04 presso il Centro per l’Impiego di Crotone si è tenuto il primo incontro

che ha avuto come tema il Terzo Settore. Al tavolo hanno partecipato diversi esponenti e

rappresentanti di Enti, Associazioni, Aziende e Sindacati. Il convegno è iniziato con

l’Intervento del neo assessore Avv. Guerra la quale ha sottolineato come la paternità del

progetto sia ovviamente dell’assessorato al lavoro e che gli incontri con gli attori invitati,

verteranno sullo sviluppo dell’occupazione nel nostro territorio cercando di esplicare

soluzioni ed idee per tematizzare in modo costruttivo ed eloquente i successivi tavoli.

Il progetto “ Un piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione” sviluppa le proprie

dinamiche tramite l’art. 6 del FSE che riguarda le azioni innovative da applicare nei

territori dove il bisogno occupazionale è rilevante. Da questa affermazione l’ass. Guerra

ha continuato i lavori dell’incontro, affermando come sia indispensabile avere in questo

momento una vera concertazione con la quale enucleare le azioni più valide per

determinare la sconfitta del problema “disoccupazione”.

Il Dr. Facente proseguendo nel dibattito, ha spiegato come la richiesta di società di servizi

nella nostra zona, sia realmente notevole e come bisognerebbe facilitare la realizzazione

di queste. Il Vice Presidente dell’Agorà sig. Riganello ha parlato di nuove figure

professionali intermedie, che non sono garantite come per es. l’animatore o il mediatore,

data la mancanza di formazione; di conseguenza esistono molti casi nei quali questi

operatori del sociale vengano sottopagati e non posseggano una figura professionale

riconosciuta.

Il portavoce dell’Associazione Forum terzo settore nonché Presidente Agorà Pino De

Lucia, ha spiegato come l’assistenza alle persone abbia la capacità di creare un valore

aggiunto all’occupazione e che purtroppo nel nostro territorio non sia certa la presenza di

figure atte alla professione sociale. Le cooperative che lavorano nel sociale –spiega

ancora De Lucia – nascono intorno ad un “bisogno” e che intorno a queste si sviluppano.

Gli Interventi successivi – Orizzonti Nuovi, Uil, Legacoop. Crotone, Confcooperative,

Copross, hanno sviluppato i temi del settore evidenziando le diverse problematiche.

Nella discussione si è parlato della mancanza di riqualificazione del personale, della

difficoltà di reperire risorse utilizzabili ai fini sociali, alla possibilità di accrescere le

condizioni ideali per incrementare l’inserimento di nuove forze lavoro nel sociale, alla

necessità di incentivare le imprese che operano già da diversi anni con profitto nel

settore. Il Dr. Barresi Responsabile Diocesano delle Politiche Sociali ha spiegato come sia

d’uopo costruire un percorso che edifichi una rete di relazioni tra le associazioni e

cooperative esistenti ed a questo proposito risulterebbe significativo la creazione di una

consulta nel sociale che rafforzi ancora ulteriormente l’idea del sociale. Le conclusioni

tratte hanno fortemente chiarito i problemi e le necessità del tema proposto. I presenti

hanno comunque confermato come la concertazione ed un piano adatto siano i cardini di

un miglioramento della situazione in un prossimo futuro, che dovrebbe dare una

funzionale risposta logica e coerente alle problematiche del settore.

2.3.2 Seconda riunione del 14/10/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 14 ottobre 2004.

Cognome Ente

Francesco Vignis UIL

Pino De Lucia Presidente della Coop. Agorà Kroton

Fabio Riganello Rappresentante del CSV

Massimo Zappia UIL

Il secondo tavolo sul III settore, si è tenuto in data 14/10/04 presso il Centro per

l’Impiego di Crotone.

L’incontro ha avuto inizio con un’introduzione del dr. Facente, il quale ha cercato di

esporre gli scopi dell’incontro. Ha illustrato ai convenuti la necessità di segnalare le

risorse utili per incentivare l’occupazione sociale, specificando l’importanza di individuare

le azioni di supporto al problema. Durante l’incontro le proposte e le idee sono state

molteplici. Si è parlato per esempio, di un “manifesto” che dovrebbe, contenere tutte le

regole ed i principi da far sottoscrivere sia alle aziende che alle amministrazioni. Uno

strumento così strutturato nella propria fattispecie, potrebbe dare anche la possibilità di

indirizzare verso il mercato del lavoro le persone svantaggiate, promovendo l’applicazione

della L.R. 5 e le Coop. Sociali di Tipo B. Ovviamente l’utilizzo del “manifesto”, darebbe più

regolarità ed efficacia alla comunicazione.

Il presidente della Coop. Agorà Kroton, Pino De Lucia, intervenendo, porta l’attenzione

verso una mancanza di analisi nel nostro territorio, riguardo la presenza delle cooperative

che si occupano del sociale. Molte di queste, infatti, esistono solo nella carta e comunque

negli anni non hanno mai assunto personale, usando forme di lavoro occasionale o

alimentando il lavoro sommerso. Le cooperative oltre a fornire aiuto umano, dovrebbero

creare anche posti di lavoro. La formazione, in effetti, di talune figure professionali, non

fornisce titoli riconosciuti anche al di fuori del proprio territorio. In tal senso ricollegandosi

a quest’ultimo problema Fabio Riganello rappresentante del CSV, ha rilevato come la

legge 23 non sia riuscita a definire le nuove figure professionali.

Le cooperative che operano hanno attualmente diverse problematiche da affrontare, una

di queste è la difficoltà incontrata nell’amministrare e rendicontare progetti, rischiando

così di perdere dei finanziamenti.

Durante la discussione si è pensato al rilancio del turismo al sociale. Quest’ultima

potrebbe essere una comunione di intenti,capace di arricchire due problematiche quali

sono lo sviluppo del turismo ed il miglioramento occupazionale, attenta nel creare nuovi

posti di lavoro e maturare un concetto nuovo ed importante del turismo culturale ed

itinerante. Il Dott. Zappia, rappresentante della UIL, rileva come questa operazione deve

essere studiata, coinvolgendo e sensibilizzando tutti gli attori, in modo da non far fallire

questa esperienza. Il Dott. Vignis, sempre della UIL suggerisce la creazione di una borsa

del turismo sociale. A questo proposito, è utile creare una rete di collegamenti atti a

condividere le finalità del progetto. Questa nuova applicazione del turismo al sociale,

dona a quest’ultimo un ampio raggio di applicazione, non soffermandosi quindi solo nel

recupero di persone svantaggiate, ma dando a queste la possibilità di trovare inserimenti

lavorativi. Durante la discussione sono emerse altre proposte che possono utili per il

lancio delle Coop. di tipo B, quali, la raccolta differenziata e l’utilizzo dei beni confiscati

alla mafia.

2.3.3 Terza riunione del 26/10/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 26 ottobre 2004.

Cognome Ente

Francesco Vignis UIL

Sergio Trollio Direttore della Coop. Kroton

Enzo Facente Provincia KR

Introduce alla riunione Enzo Facente Spiegando che il tema da affrontare riguarda

l’immigrazione, problema molto sentito nella provincia, ed a livello nazionale. È presente

Sergio Trollio direttore della cooperativa Kroton spiega come l’accoglienza nel centro di

S.Anna viene effettuata. Spiega inoltre la modifica dei flussi di immigrazione, e del

problema della richiesta del permesso di soggiorno molto sentito a livello burocratico in

quanto sul territorio se ne occupa solo la questura.

Durante la riunione vengono proposti diverse iniziative per favorire l’integrazione degli

extracomunitari regolarizzati e non attraverso tirocini retribuiti con i quali dare la

possibilità agli extracomunitari di avere in futuro un inserimento più semplice e meno

traumatico nel nostro mercato del lavoro, la costituzione di un “Tavolo di coordinamento

permanente tra i Comuni” capace di creare centri informativi per gli immigrati e si avverte

la necessità di effettuare un censimento degli immigrati comprese le stime sui clandestini

al fine di conoscere ed affrontare il problema con cognizione di causa.

Inoltre si ritiene necessario fornire strutture di prima accoglienza e di permanenza ai

rifugiati. Il Centro d’Identificazione non è sufficiente ed i capannoni, ove risiedono

attualmente gli immigrati, non permettono loro di vivere in modo soddisfacente.

Le tematiche affrontate sul tema del Terzo settore hanno evidenziato i seguenti punti:

• Creazione di una “rete di collegamenti” tra le varie associazioni, aziende ed

amministrazioni, che dovrebbero dar vita ad una consulta del sociale.

• Vi sono figure professionali che hanno bisogno di un riconoscimento del proprio

titolo, anche al di fuori della propria regione.

• Mancano nel nostro territorio, figure professionali intermedie come il mediatore e

l’animatore.

• Dar vita ad un “manifesto” che sia contenitore e raccoglitore di regole e principi

da far sottoscrivere alle aziende e alle amministrazioni. Questo strumento nella

sua fattispecie, dovrebbe garantire una continuità comunicativa e potrebbe

indirizzare verso il mercato del lavoro le persone svantaggiate.

• Una “analisi” dettagliata della presenza di aziende del sociale nel nostro territorio,

permetterebbe di determinare dati sensibili sul fabbisogno di finanziamenti,

personale e formazione..

• La mancanza della “rendicontazione” non permette l’acquisizione regolare di

personale e la pianificazione di progetti con conseguente perdita di finanziamenti.

• “Tirocini” retribuiti e formativi con i quali dare la possibilità agli extracomunitari di

avere in futuro un inserimento più semplice e meno traumatico nel nostro

mercato del lavoro.

• Formazione di un “Tavolo di coordinamento permanente tra i Comuni” capace di

creare centri informativi per gli immigrati.

• La necessità di effettuare un “censimento” con il quale capire le dinamiche del

fenomeno fornendo dati statistici sulla presenza degli immigrati.

• E’ necessario fornire strutture di prima accoglienza e di permanenza ai rifugiati.

Nella nostra zona il Centro d’Identificazione non è sufficiente ed i capannoni, ove

risiedono attualmente gli immigrati, non permettono loro di vivere in modo

soddisfacente.

2.4 Il settore dei Beni Culturali

2.4 1 Prima riunione del 28/09/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 28 settembre 2004.

Cognome Ente

Avv. Guerra Assessore Provinciale per il Lavoro e la Formazione

Professionale

Dott. Facente Coordinatore del Progetto

Dott. De Santis Partner PSM Associati

Prof. Paonessa Presidente Associazione “I Cutrunisi”

Avv. Meo Vice Presidente Vicario Confcooperative KR/CZ

Dott.ssa Gualtieri Crotone Sviluppo PIT di Crotone

Sig. Vignis Collaboratore UIL

Dott. Barresi Responsabile Unico di Progetto/Cons. Ec. Soc.

Dott. Pesavento Responsabile CGIL

Dott. Zappia Responasabile UIL

Dott. Carvelli APT

Il dott. Facente apre l’incontro facendo riferimento agli aspetti normativi – finanziari

dell’art. 6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo, che consentono di finanziare

azioni a carattere innovativo per promuovere nuove strategie per lo sviluppo

dell’occupazione.

Si richiede al territorio, quindi agli attori, uno sforzo notevole poichè è un settore nuovo,

con la consapevolezza dell’aggravata situazione territoriale e la ricerca di nuove strategie

per creare nuovi posti di lavoro.

L’Ass. al Lavoro e alla Formazione Professionale, avv. Guerra, delinea gli obiettivi per

stabilre le linee guida per gli incontri tematici successivi.

Rileva che nelle risorse culturali bisogna parlare anche delle chiese.

Ingiusto è il trattenimento delle deleghe da parte della Regione, tipo l’imprenditoria

femminile.

Per la Provincia è necessario promuovere la qualificazione dei soggetti che possono poi

eseguire delle vere e proprie attività. Ci sono degli elementi che vanno tra di loro ben

collegati per arrivare a dei risultati positivi.

Il dott. De Santis, Partners PSM, sottolinea che l’incontro, è finalizzato a ricevere un

contributo dai diversi attori, per giungere ad un piano positivo di organizzazione. Il

progetto ha già vissuto una prima fase di studio del territorio, come seconda fase richiede

un’analisi più dettagliata, una fase di sviluppo per il perfezionamento dello stesso. Non è

solo un piano di formazione, ma è pronto a recepire tutte le istanze di cui necessita il

progetto. Lo strumento per le parti sociali deve essere compreso in modo chiaro.

La dott.ssa Gualtieri, Crotone Sviluppo, PIT di Crotone, consiglia l’intervento ad un tavolo

di tutti gli interessati a collaborare, per valutare i progetti culturali realizzati in passato,

integrare con proposte nuove che mirino a sanare le parti mancanti dei programmi

precedenti, per realizzare progetti futuri più completi, sviluppare il territorio per creare

occupazione.

Il prof. Paonessa, Presidente dell’Associazione “I Cutrunisi”racconta di una sua esperienza

personale, come guida volontaria della RAI, in occasione delle esibizioni di Maiorca nella

nostra città e sottolinea l’esigenza di attivare degli operatori specializzati nel settore per

poter garantire guide turistiche adeguate nel nostro territorio. Impronta il discorso su

musica, folklore, recite e poesie e attirare turismo scolastico, senile e in categorie.

L’avv. Meo, Vice Presidente Vicario Confcooperative KR/CZ, esprime il parere di dover

indagare oltre i dati forniti dalla Camera di Commercio, poiché non tutte le Associazioni

Culturali sono disposte ad iscriversi alle organizzazioni Cooperativistiche. Bisogna quindi

formare delle cooperative finanziando i progetti di cultura.

Il dott. Vignis, collaboratore UIL, espone l’importanza della fruibilità del sito internet per

meglio pubblicizzare su vasta scala le grandi risorse del nostro patrimonio culturale.

Il dott. Barresi, Responsabile Unico di Progetto/Cons. Ec. Soc. invita a riflettere su

questioni che nella Provincia di Crotone sono affrontate in modo superficiale. La Legge

Ronchey 236 art. 1, dà un contributo notevole rivoluzionando la possibilità di sfruttare al

meglio le risorse culturali, facendo impresa e microimpresa, partendo da una situazione

culturale già esistente. I due importanti elementi sono i beni culturali e le risorse per lo

sviluppo locale. La Chiesa è la più grossa industria culturale del crotonese, ma i beni

ecclesiastici sono chiusi, non esiste un’organizzazione per la fruibilità dei beni. Propone

quindi:

• Ingegnerizzazione finanziaria (legare in pratica i beni culturali al privato);

• Messa in rete dei beni, rete civica, digitalizzazione dei beni in modo da poterne

fruire;

• Parco storico archeologico ambientale (che esiste ma non è fruibile);

• creare occupazione;

• rafforzare il rapporto con il polo didattico di Crotone.

Spiega inoltre l’importanza di nuovi finanziamenti.

Il dott. Pesavento Responsabile CGIL, interviene dicendo che la formazione professionale

è diventata un mercato, ma spesso i giovani formati non hanno sbocco nella società. Non

serve inventare nuove figure se poi non esiste un mercato di sbocco adeguato. I beni

storici e culturali non sono stati ben monitorati, nonostante finanziamenti. Importante è

creare le reti tra tutti i settori, ma è chiaro però che bisogna poi mettere in atto le risorse

umane per far nascere quel meccanismo necessario. La CGIL ha fatto un’indagine nel

settore alberghiero che si sente poco rappresentato, c’è un cattivo funzionamento delle

infrastrutture, una difficile realtà territoriale.

Menziona l’ottima idea che hanno avuto a Montagna (VE), dove un gruppo di persone si

sono messe in rete e si sono organizzati a ricevere turisti alla stazione e portarli in giro in

visita per il paese.

Il Partner PSM, (dott. De Santis), interviene ancora focalizzando l’attenzione fra l’art. 6 e

gli strumenti di programmazione. Con l’art. 6 bisogna mettere insieme tutte le parti

sociali, non è solo un monitoraggio per la creazione per la figura formativa, ma occorre

individuare gli strumenti attraverso i PIT e i PIS, delle richieste, creare un’offerta nel

settore culturale e creare una risposta positiva. Importante è capire gli strumenti che

prevedono d’istruire e sviluppare a livello regionale o nazionale.

Il dott. Barresi interviene ancora chiedendo che l’Assessore Provinciale alla Cultura,

provveda alla stesura di libri riguardanti i beni culturali. Fa notare ancora, che purtroppo

nella nostra Provincia i beni culturali sono fruibili in parte dal Comune e in parte da

privati, bisogna quindi inventare qualcosa per attirare turismo, sia nel pubblico che nel

privato. Propone un determinato tipo di collaborazione tra Ente Pubblico e Chiesa.

Il dott. Facente interviene ancora, rilevando che non bisogna fare di questi vari progetti

un fatto stagionale, ma bisogna creare un qualcosa che duri dodici mesi l’anno.

Il dott. Carvelli rappresentante dell’Assessore Provinciale alla Cultura dott. Poerio, in

risposta alla richiesta di monitoraggio fatta dal dott. Barresi, informa che lo stesso è stato

avviato da poco e che esistono dei problemi di tipo organizzativo. La Provincia ha gia

provveduto all’attuazione di parchi culturali nel territorio, ma le risorse sono però irrisorie

e ribadisce che una certa collaborazione tra Provincia e Comune potrebbe sicuramente

portare a risultati vantaggiosi.

Prima della conclusione il dott. De Santis e il dott. Facente, invitano i soggetti individuati

a fornire ogni contributo utile al fine di identificare i percorsi di sviluppo più

realisticamente traducibili in azioni per lo sviluppo dell’occupazione, oltre alla sintetica

presentazione delle attività progettuali in corso d’opera.

2.4.2 Seconda riunione del 19/10/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 19 ottobre 2004.

Cognome Ente

Sig. Carlo Rizzo Presidente comunità montana Alto Crotonese

Dott. Tedesco Parco Archeologico

Sig. Massimo Zappia Rappresentante UIL

Sig. Francesco Vignis Rappresentante UIL

Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL

Sig Paonessa Giuseppe Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali

Sig. Pasquale Mazza Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone

Arch. Luigi Gambardella Comunità Montana Alto Crotonese

Il tavolo si apre con l’invito rivolto agli attori del tavolo, da parte di Enzo Facente, di

presentare le attività in campo, le iniziative svolte ed in programma. Il primo a prendere

la parola è Sig. Pasquale Mazza, Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone.

Si sottolinea attraverso il suo intervento il problema della “Conoscenza”, della scarsa

popolarità delle potenzialità del territorio, e suggerisce pratiche atte a far risaltare le

risorse a disposizione. Ciò, asserisce Mazzà, consentirebbe agli imprenditori di “fare la

loro parte”, e attraverso una connessione più efficace tra pubblico e privato si creerebbe

occupazione. Enzo Facente sottolinea il problema della stagionalizzazione del fenomeno

come problema che rende gli imprenditori più cauti, chiede quali attività potrebbero

arginare il fenomeno.

Il presidente della comunità montana prende la parola descrivendo le attività che si

svolgono per la produzione e la promozione del vino Cirò che crea occupazione certa e

sottolinea il bisogno di creare nuove leve attraverso la formazione (es. guide turistiche,

arte orafa ecc.). Sig. Massimo Zappia, Rappresentante UIL, focalizza l’attenzione sulla

riqualificazione dei beni già presenti sul territorio spiegando che innanzitutto

bisognerebbe creare “impresa” prima valorizzandoli.

Il Sig Paonessa, presenta i lavori che ha promosso in passato riguardanti la cultura

letteraria ed artistica e lamenta la poca sensibilità della popolazione a riguardo,

suggerisce anche l’informativa nelle scuole sugli eventi presenti nel territorio. Fa notare

inoltre le potenzialità di sviluppo che il turismo scolastico può apportare al turismo in

generale, facendo notare che gli studenti del sud vanno a nord per visitare mete di

attrattiva culturale, cosa che non avviene al contrario per le poche strutture ricettive e

prezzi troppo alti. Suggerisce infine di fare “sistema” per contravvenire.

Dott. Aprigliano, Segretario Provinciale della CGIL, propone uno studio sui Beni Culturali

per le potenzialità, in sinergia, con tutte le attività monitorate sul territorio. Dott.

Tedesco, Parco Archeologico, illustra le iniziative svolte e sottolinea la necessità di

mettere a conoscenza la popolazione affinché le risorse esistenti vengano valorizzate.

Suggerisce un piano di sviluppo provinciale per i beni culturali in modo da tutelarli e

valorizzarli.

2.4.3 Terza riunione del 28/10/04

Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 28 ottobre 2004.

Cognome Ente

Sig. Vignis Rappresentante UIL

Sig Paonessa Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali

Sig. Enzo Facente Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone

Il 28 ottobre 2004 presso il Centro per l’Impiego sito in Via delle Nazioni Unite alla

presenza di vari operatori si è svolto l’incontro specifico sul tema risorse culturali ed

eventi.

Il Dott. Facente ha aperto la discussione sottolineando l’importanza che riveste

l’organizzazione di eventi a carattere culturale ed artistico, nonché la realizzazione di

manifestazioni legate alla tradizione culturale per la valorizzazione del bene culturale. E’

necessario tuttavia che gli eventi siano significativi, per essere capaci di attrarre pubblico,

attirare turismo e dare contributi non scontati alla crescita del dibattito e del confronto

nel mondo dei beni culturali.

Molto si potrebbe fare partendo dalle risorse che appartengono al territorio recuperando

manifestazioni folkloriche e popolari, sforzandoci poi di immaginare come tutto questo

possa creare azioni per favorire l’occupazione. Si sono poi susseguiti gli interventi degli

operatori presenti i quali hanno proposto azioni ribadendo carenze e punti di debolezza

del settore quali: cattiva gestione e conservazione del patrimonio artistico- culturale;

scarsa diffusione di una cultura industriale nell’offerta dei servizi culturali; debolezza

gestionale e manageriale delle istituzioni preposte alla tutela del patrimonio, mancata

integrazione fra politiche di sviluppo ed iniziative di valorizzazione dei beni culturali.

Ecco alcuni degli interventi: Operatore Confindustria:

“Ogni anno si organizzano eventi ma sono “ mordi e fuggi” che lasciano più problemi che

non azioni. Abbiamo bisogno di recuperare la memoria storica di questo territorio. Per

fare questo oltre a valorizzare i resti è necessario essere anche culturalmente preparati.”

Operatore UIL:

“ Io partirei proprio dalla definizione di evento. L’evento può essere qualcosa che nasce e

muore in un breve periodo (es. manifestazioni miss.); oppure decidi che l’evento sia da

un lato la finalizzazione di un percorso che non solo pubblicizza ma che poi ti

accompagna durante tutto il percorso. Ad esempio si potrebbe creare un evento che

accompagni e materializzi la memoria storica di Crotone.

Allargare la conoscenza degli eventi già presenti sul territorio magari telematicamente. Si

deve poi superare il criterio di presentare le cose solo perché esistono, si potrebbe

pensare di riscoprire vecchi mestieri, la Provincia potrebbe creare un cd che presenti le

caratteristiche di ogni singolo comune.”

Operatore non identificato

“ Il problema è la promozione perché se la gente non sa, non conosce. Se non c’è

sinergia, unione tra coloro che operano nell’ambito del settore. Sollecitare la presenza

delle istituzioni per creare tavoli operativi.”

Operatore Crotone Sviluppo:

“ secondo me si perde di vista il cliente, bisogna capire effettivamente attraverso indagini

cosa vuole il cliente. Vuole una villeggiatura al mare? Oppure esiste un target di cliente

che preferisce un itinerario gastronomico o culturale? Solo dopo avere analizzato

l’esigenza del cliente si può discutere sulle modalità di come e cosa attuare.

Il progetto dell’art. 6 FSE prevede la fase dell’analisi dei fabbisogni. Quindi tale progetto

così come predisposto potrebbe essere utile sia per conoscere il fabbisogno del territorio

e sia successivamente per creare in base alle risultanze azioni a favore dell’occupazione.”

Dott. Facente

“Concludendo, dalla discussione è emerso che uno dei problemi è sulla tipologia degli

eventi e sulla loro sistematizzazione.

Bisogna poi sviluppare una cultura dell’evento sul territorio che là dove sviluppata diventa

cultura essa stessa. Arrivare in un posto per vivere esperienze, sensazioni ma è

necessario che ci siano persone in grado di crearle.

E’ fondamentale infine un’analisi dei fabbisogni per indirizzare meglio le azioni di

intervento.”

Il dott. Facente ha aperto le sessioni di moderazione nell’ambito delle Risorse Culturali

facendo riferimento agli aspetti normativi – finanziari dell’art. 6 del Regolamento del

Fondo Sociale Europeo, che consentono di finanziare azioni a carattere innovativo per

promuovere nuove strategie per lo sviluppo dell’occupazione.

Si richiede al territorio, quindi agli attori, uno sforzo notevole poiché è un settore nuovo,

con la consapevolezza dell’aggravata situazione territoriale e la ricerca di nuove strategie

per creare nuovi posti di lavoro. Inoltre ha sottolineato che si tratta di un settore

inesplorato e solo potenzialmente attrattivo in cui vi è poca conoscenza e consistenza del

livello di conservazione del patrimonio ma nel quale si poterebbe fare tanto proprio

perché si parte da zero, quindi è possibile definire un percorso di sviluppo territoriale.

Nel corso delle riunioni sono emerse numerose problematiche che hanno trovato

riscontro nei numerosi operatori presenti nelle riunioni:

Le principali problematiche emerse ed affrontate nel corso dell’incontri hanno riguardato:

• La necessità di richiedere un contributo concreto agli operatori presenti nel

settore per predisporre un adeguata pianificazione degli interventi;

• L’Esistenza di una forte criticità nell’area dell’animazione di contatto. La maggior

parte degli animatori, infatti, disponibili in loco è rappresentato da figure

professionali specializzate;

• La necessità di sviluppare un più forte partenariato tra associazioni culturali e

strutture ricettive;

• La necessità di predisporre degli incentivi finanziari finalizzati alla trasformazione

delle associazioni no-profit in attività imprenditoriali;

• l’integrazione del piano sull’occupazione con quanto previsto dagli altri strumenti

di programmazione concertata (PIT – PIS);

• la necessità di un programma di recupero del patrimonio culturale che lo renda

fruibile pubblicizzandone la sua unicità;

• la predisposizione degli adeguati strumenti di ingegnerizzazione finanziaria al fine

di mettere insieme operatori pubblici e privati e garantire una gestione efficace

della risorsa culturale;

• il ricorso alle nuove tecnologie per rendere maggiormente innovativa la proposta

nel settore (creazione di un parco storico archeologico e ambientale);

• la necessità di sviluppare un adeguato sistema di monitoraggio dei beni culturali

(affidandolo magari agli operatori del settore);

• La mancanza di un adeguato sistema infrastrutturale capace di rendere fruibili le

risorse presenti nell’area in oggetto;

• Lo sviluppo di una cultura d’impresa capace di destagionalizzare l’attività del

settore;

• Incentivazione della cooperazione tra gli operatori del settore, incentivando la

nascita di associazioni di scopo;

• cattiva gestione e conservazione del patrimonio artistico- culturale;

• scarsa diffusione di una cultura industriale nell’offerta dei servizi culturali;

• debolezza gestionale e manageriale delle istituzioni preposte alla tutela del

patrimonio

• mancata integrazione fra politiche di sviluppo ed iniziative di valorizzazione dei

beni culturali.

Proposte

• Ingegnerizzazione finanziaria (legare in pratica i beni culturali al privato);

• Messa in rete dei beni, rete civica, digitalizzazione dei beni in modo da poterne

usufruire;

• Parco storico archeologico ambientale

• Rafforzare il rapporto con il polo didattico di Crotone.

• Recuperare manifestazioni folkloriche e popolari

• Destagionalizzazione

• Creare un analisi dei fabbisogni per indirizzare meglio le azioni di intervento.

Capitolo 3 I problemi da affrontare

3.1 Le criticità del mercato del lavoro

Il mercato del lavoro in Provincia di Crotone si caratterizza, in generale, per una bassa

numerosità della forza lavoro (39,16% della popolazione), che pone evidenti problemi di

reperibilità di risorse lavorative alle imprese e agli Enti locali.

In generale, tuttavia, tale indicatore non è frutto di un’età media elevata della

popolazione (la provincia di Crotone ha un’età media della popolazione tra le più giovani

d’Italia), bensì di una bassa propensione al lavoro da parte dei soggetti in età lavorativa.

Le ragioni vanno ricercate essenzialmente nella scarsa fiducia nei confronti del sistema

lavorativo, soprattutto nel settore privato, che non viene considerato in grado di garantire

sbocchi professionali adeguati alle competenze e, soprattutto, stabili.

Tale elemento di criticità risulta molto più marcato nella popolazione femminile, la quale,

del resto, risulta occupata in misura nettamente inferiore rispetto alla popolazione

maschile (16,2% vs. 44,9%). In sostanza, fattori culturali e politiche del lavoro poco

coerenti con le reali esigenze delle donne, determinano un apporto marginale

dell’occupazione femminile al mercato del lavoro locale, con evidenti problemi in termini

di pari opportunità.

È da evidenziare, tuttavia, come negli ultimi anni il numero di persone attivamente in

cerca di lavoro sia incrementato, ma in una misura non ancora sufficiente a colmare il

gap accumulato nel tempo. Gli ultimi dati disponibili sulla disoccupazione nell’area (Istat,

2003), infatti, mostrano con chiarezza un aumento del tasso di disoccupazione non

determinato dalla reale perdita di posti di lavoro, ma piuttosto dalla progressiva crescita

della forza di lavoro presente a livello provinciale, alla quale non sono stati offerti ancora

validi strumenti di impiego per la creazione di nuovi posti di lavoro.

Tale elemento strutturale amplia notevolmente il potenziale bacino di lavoratori che

possono arricchire il patrimonio di conoscenze/competenze territoriali. La riforma del

mercato del lavoro (D.Lgs. n°469 del 23/12/97), che ha trasferito alle Province compiti e

funzioni in materia di collocamento e politiche attive del lavoro ha, di fatto, trasformato i

vecchi “uffici di collocamento” in “Centri per l’Impiego”, ossia strutture nelle quali si

erogano, gratuitamente, i servizi pubblici per l’impiego, in risposta ai principali bisogni

espressi dall’utenza (persone e aziende) a livello territoriale, quali, ad esempio, avere

informazioni qualificate, trovare un lavoro o scegliere un percorso professionale, trovare

la persona professionalmente più appropriata per la propria azienda, ecc.

Tutto ciò ha ulteriormente rafforzato la centralità di tali strutture nel processo di crescita

e razionalizzazione del mercato del lavoro, attraendo un numero sempre crescente di

utenti in cerca di occupazione. In provincia di Crotone, in particolare, circa un quarto

della popolazione risulta iscritta ai due Centri per l’Impiego (Crotone e Cirò Marina) che,

del resto, hanno attivato tutti i servizi che la Legge prevede. Allo stato attuale, tuttavia,

tali strutture non sembrano in grado di fungere da veri propulsori della crescita

occupazionale, in quanto il ricorso che le aziende fanno dei loro servizi è ancora

marginale, preferendo selezionare i lavoratori attraverso la conoscenza diretta o la

segnalazione di un amico.

Risultano, pertanto, limitate le occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, a

tutto danno di una armonizzazione del processo di selezione del personale, che, invece,

permetterebbe di inserire in organico risorse umane con qualifiche professionali

maggiormente aderenti ai compiti richiesti.

In tale contesto, importanti criticità che nel futuro sarà necessario affrontare riguardano

le opportunità di lavoro che il territorio è in grado di offrire alla popolazione. Attualmente,

infatti, lo scenario occupazionale locale è caratterizzato da:

• Un limitato ricorso a figure manageriali di alto profilo;

• Un elevato ricorso a forme di lavoro “atipiche”, quali soprattutto

collaborazioni coordinate e continuative e contratti a progetto;

• Un’elevata presenza di forme di lavoro “sommerse”.

Il potenziamento delle occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro rappresenta,

dunque, una priorità fondamentale per lo sviluppo delle politiche del lavoro future, anche

in considerazione del ruolo centrale che può svolgere, in tale ambito, la formazione

professionale. La programmazione di attività formative coerenti alle esigenze del tessuto

produttivo locale, infatti, può rappresentare il punto di svolta nell’ottica di una crescita

occupazionale e produttiva basata sulle reali competenze presenti a livello provinciale.

Il problema principale in tale ambito è quello della concertazione tra Enti pubblici e

imprenditori, che deve rappresentare l’elemento nuovo “di rottura” rispetto ai precedenti

periodi di programmazione.

La debolezza del sistema “lavoro” nella provincia di Crotone è testimoniata anche dai dati

relativi alle classi d’età degli occupati e ai titoli di studio posseduti. Circa il 14% dei

giovani tra i 15 e i 24 anni, infatti, risulta occupato. Emerge, dunque, una realtà nella

quale un numero sempre crescente di giovani non prosegue gli studi, o lo fa in maniera

discontinua, e inizia a lavorare prima, a scapito probabilmente dell’acquisizione di titoli di

livello più alto e di maggiori possibilità di carriera. Per tali ragioni, in generale, i titoli di

studio posseduti dai residenti sono di livello medio-basso, fermandosi essenzialmente al

diploma di scuola superiore.

Per coloro i quali decidono di intraprendere gli studi universitari (sono attualmente circa

5.800 gli studenti universitari crotonesi, la maggior parte dei quali studia in un ateneo

fuori regione) esistono, comunque, oggettive difficoltà a collocarsi nel mercato del lavoro

locale, come testimoniano i dati sul numero di laureati che lavora continuativamente nei

tre anni successivi alla laurea (43,9%)

3.2 Le criticità dell’Industria

Il territorio della provincia di Crotone è fortemente orientato verso un modello di sviluppo

agricolo, sia delle attività primarie, sia dell’industria derivata. I dati sulla composizione del

tessuto produttivo locale (Movimprese, 2003) evidenziano, infatti, un numero di imprese

attive nel settore primario pari al 30,5% del totale, a fronte di una specializzazione nel

terziario (Servizi e Commercio) che interessa appena il 44% delle imprese. La

connotazione agricola provinciale, inoltre, risulta ancora più evidente in considerazione

dell’elevato numero di aziende della manifattura che sono specializzate nella produzione

di conserve alimentari e prodotti derivati dall’agricoltura locale.

In tal senso diventa cruciale la conservazione e lo sviluppo del know how territoriale, in

grado, tra l’altro, di produrre 3 vini DOC, 2 vini IGT, 2 produzioni DOP (Caciocavallo

Silano e olio Alto Crotonese). Uno dei principali problemi che affliggono la provincia di

Crotone è, infatti, la progressiva riduzione di manodopera specializzata nel settore

agricolo, che potrebbe in futuro, in mancanza di politiche di sviluppo mirate, far

disperdere l’enorme capitale di conoscenze, sul quale si fonda la qualità delle produzioni

agricole locali.

Il tessuto produttivo locale, ancora, si caratterizza per la totale dominanza di

microimprese, tanto nel settore industriale, quanto in quello dei servizi (il 98% delle

imprese ha meno di 9 dipendenti e il 75% è costituito in forma di ditta individuale). Tale

elemento, unito alla bassa propensione alla cooperazione della classe imprenditoriale

crotonese, ostacola fortemente lo sviluppo dei mercati di destinazione, soprattutto di

quelli esteri.

Le esportazioni rappresentano, infatti, appena il 4,1% del PIL della provincia che, del

resto, presenta un valore pro-capite più basso anche del dato regionale.

L’eccessiva polverizzazione delle imprese rende anche problematico lo sviluppo di progetti

di ricerca innovativi, in grado di favorire lo sviluppo delle opportunità di business

attraverso la sperimentazione di nuove combinazioni prodotto/tecnologia/mercati (Aree

Strategiche d’Affari). Il tessuto imprenditoriale, dunque, pur in un contesto dinamico che

presenta un numero di imprese attive in linea con le medie nazionali, evidenzia notevoli

gap di cultura manageriale, testimoniati dalla vita media delle imprese, che è molto

bassa, e dall’elevato tasso di mortalità, soprattutto delle ditte individuali (8,5% nel 2002).

In tale ottica è possibile, inoltre, analizzare la ridotta incidenza, rispetto alla tendenza

nazionale e regionale, delle attività del settore terziario, soprattutto di quello avanzato

(servizi alle imprese). La presenza di una tale tipologia di servizi, infatti, appare

fortemente legata alle caratteristiche del tessuto produttivo, in quanto imprese con bassa

complessità gestionale e di piccole dimensioni, non avvertono la necessità di acquistare

servizi reali avanzati nelle aree, ad esempio, del marketing, della direzione strategica, del

controllo di gestione, ecc. In sostanza, in mancanza di una domanda a elevato potenziale

di sviluppo e di una cospicua disponibilità di figure professionali specializzate, per le

ragioni già esposte nel paragrafo precedente, ostacola la crescita dell’offerta di servizi

reali avanzati, strategici per lo sviluppo dimensionale delle imprese.

In sintesi, per potenziare la presenza dei prodotti del territorio negli attuali mercati di

destinazione, ampliare il numero dei mercati di sbocco e render maggiormente

competitività l’offerta delle produzioni locali, è necessario programmare interventi

nell’ambito:

• Della cooperazione territoriale, sia tra privati che tra privati ed Enti

pubblici, finalizzata alla nascita di consorzi e marchi unici;

• Delle integrazioni “di filiera” tra imprese;

• Dello sviluppo di progetti di ricerca scientifica e tecnologica;

• Della promozione e del marketing;

• Dello sviluppo dell’offerta di servizi reali avanzati alle imprese.

Ulteriore fattore di ostacolo allo sviluppo di competitività, sia dell’industria tradizionale sia

del settore terziario avanzato, è l’attuale dotazione complessiva di infrastrutture. Il

territorio provinciale, infatti, soffre di un ritardo considerevole soprattutto in (Base Italia

= 100):

• rete ferroviaria (33,7);

• impianti e reti energetico-ambientali (45,2);

• reti bancarie e servizi vari (33,7);

• strutture e reti per la telefonia e la telematica (29,6).

Le infrastrutture stradali e aeroportuali, inoltre, che quantitativamente sarebbero in grado

di supportare lo sviluppo economico provinciale, presentano tuttavia standard di qualità

assolutamente non adeguati a garantire la facile accessibilità del territorio.

In termini generali, dunque, tutti i futuri progetti di sviluppo dell’area non dovranno

prescindere da un potenziamento delle infrastrutture locali, che rappresentano il

maggiore fattore d’influenza per tutti i settori e comparti economici che operano

attivamente nel territorio.

La provincia di Crotone soffre, infine, di un costo del denaro elevato, che ostacola

l’accesso al credito, in misura ancora più rilevanti in un’area nella quale, come già

evidenziato, la quasi totalità delle imprese sono di piccole dimensioni. Le ridotte

dimensioni aziendali, infatti, sono indice anche di minori disponibilità finanziarie,

fondamentali per la realizzazione di progetti di sviluppo tecnologico, produttivo e di

marketing. Tale elemento strutturale è presente, in misura ancora più rilevante, su tutto il

territorio regionale, come evidenziato nella tabella seguente.

CZ CS RC VV KR Calabria Italia

Tasso di interesse 9,2 10,5 10,2 8,8 9,2 9,9 6,6

Sofferenze bancarie / Impieghi clientela ordinaria

19,94 33,82 36,62 35,83 21,09 29,44 6,68

Fonte: Banca d’I talia

Il tasso di interesse attivo che deve pagare la clientela alle banche che operano in

provincia di Crotone è pari al 9,2%, contro una media nazionale del 6,6%.

L’elemento critico che determina tale differenza di tassi praticati sono le sofferenze

bancarie che, in generale su tutto il territorio provinciale, sono elevate. In provincia di

Crotone l’indice di insolvenza bancaria si attesta al 21,09 %, più basso della media

regionale, ma, comunque, molto più alto rispetto alla media italiana (6,68%).

3.3 Le criticità del turismo e dei Beni Culturali

Il “prodotto” turistico della provincia di Crotone soffre attualmente di un posizionamento

dell’offerta incentrato quasi esclusivamente verso lo sfruttamento della risorsa balneare e

di una conseguente eccessiva stagionalità dei flussi turistici e standardizzazione del target

di fruitori/turisti.

Gli ultimi dati sul turismo disponibili (Osservatorio turistico Calabria, 2004) evidenziano

uno sfruttamento delle risorse territoriali ancora ad uno stato embrionale. Gli arrivi e le

presenza turistiche sono, infatti, molto ridotte rispetto alle potenzialità dell’area. Nel

2003, in particolare, gli arrivi provinciali sono stati 102.691 e le presenze 602.757, per

una permanenza media di 5,9 giorni, tipica del turismo balneare.

Confrontando i dati generali rispetto ai km di costa che l’area possiede (tabella seguente)

emerge, tuttavia, come il territorio non sfrutti adeguatamente neanche le potenzialità del

principale “prodotto” turistico che commercializza nei mercati di destinazione.

Km costa Arrivi Arrivi per Km di costa

Crotone 113,9 102.691 902

Calabria 715,7 1.292.654 1.806

Puglia 865 2.254.043 2.606

Liguria 349,3 1.963.579 5.621

Abruzzo 125,8 1.613.845 12.829

Gli arrivi per km di costa sono, infatti, 902 contro un dato regionale, ad esempio, di

1.806. Prodotti turistici similari, per caratteristiche e risorse territoriali, quali ad esempio

la Puglia e la Liguria registrano, rispettivamente, 2.606 e 5.621 arrivi per km di costa.

L’eccessiva dipendenza del settore turistico dalla risorsa mare determina una ridotta

capacità dell’offerta locale di differenziare le forme di turismo praticabili, attraverso la

costruzione di “pacchetti” di turismo culturale, naturalistico, sportivo, ecc. o anche

semplicemente integrando l’attuale sistema d’offerta con le aree interne del territorio e

con un sistema di servizi periferici strutturati “ad hoc”.

Uno dei principali problemi allo sviluppo turistico è, infatti, proprio quello relativo alla

commerciabilità del prodotto, in quanto sono poco presenti forme di offerta “a pacchetto”

che, invece, rappresentano un elemento strategico in grado di garantire l’inserimento

dell’offerta territoriale nei cataloghi dei tour operator, nazionali e soprattutto

internazionali. Non a caso attualmente l’area risulta poco conosciuta, sia perché poco

veicolata attraverso il canale dei tour operator, che spesso rappresentano i veri

“influenzatori” delle scelte di viaggio dei turisti; sia perché non sono state realizzate

politiche promozionali e di marketing territoriale specifiche per i mercati e i segmenti di

consumo potenzialmente più interessanti per l’offerta locale.

La realizzazione di un sistema integrato passa necessariamente attraverso un percorso

strategico e operativo condiviso dagli Enti locali e dagli imprenditori del settore, che,

invece, avvertono una mancanza di dialogo con il settore pubblico proprio sulle tematiche

relative alla programmazione settoriale, percepita quale strumento di indirizzo “calato

dall’alto” che spesso non coglie appieno le problematiche e le esigenze di coloro i quali

sono gli erogatori del servizio al turista.

In tale ambito, dunque, risulta critico lo sviluppo di attività promozionali e di servizi

coerenti con il sistema di offerta presente a livello locale e indirizzate a target ben definiti,

selezionati sulla base di analisi sui modelli dei consumo turistici. Si ritiene, infatti, che solo

attraverso interventi mirati sarà possibile attirare flussi turistici numerosi in segmenti

nuovi, quali gli anziani, gli stranieri, le scolaresche, gli escursionisti, ecc. che offrono le

maggiori opportunità di destagionalizzazione.

Lo sviluppo turistico di un territorio, del resto, passa anche attraverso il potenziamento

dei servizi e delle infrastrutture specifiche. In particolare, l’esigenza di intercettare flussi

turistici che attualmente visitano altre aree similari e target di utenti differenziati per

provenienza e condizioni socio-economiche, determina la necessità di riprogettare il

sistema di erogazione attuale e di potenziarlo attraverso la realizzazione di nuovi servizi.

Attualmente la provincia di Crotone soffre di una limitata offerta strutturale di:

• Eventi e manifestazioni culturali;

• Servizi periferici per il turismo;

• Centri per la fruizione della cultura;

• Strutture sportive;

• Strutture congressuali;

• Beni culturali e architettonici fruibili.

Le analisi condotte sull’offerta turistica locale (Rapporto Economico-Produttivo, 2004)

hanno evidenziato, inoltre, la bassa attrattività che le strutture esistenti hanno nei

confronti dei visitatori dell’area. Le strutture museali provinciali, ad esempio, al di là del

servizio di guida, non sono ancora allineate ai dettami della Legge 4/93 che ha introdotto

e regolato l’esercizio dei “servizi aggiuntivi” nei siti museali di Stato, risultando, pertanto,

poco competitivi rispetto anche ad altri musei della regione Calabria. Sono poco

sviluppate, inoltre, le nuove tecnologie, multimediali e non, per la fruizione del patrimonio

culturale (audioguide, visualizzazioni in 3D, acquisto ticket online, ecc.), che, invece,

rappresentano i punti di forza dei principali centri per la fruizione della cultura in Italia e

nel mondo.

Tutto ciò, in un territorio che fu patria della Magna Grecia (Kroton fu una delle colonie più

grandi e importanti) e che ospita 16 siti archeologici, 14 castelli e uno dei borghi più belli

del Sud Italia (Santa Severina) inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, rappresenta

un fattore di ostacolo alla crescita qualitativa dell’offerta, con evidenti ricadute dal punto

di vista della soddisfazione e del tasso di ritorno dei fruitori/turisti.

Il patrimonio enogastronomico locale, ricco di produzioni di “eccellenza” (vini DOC e IGT,

olio DOP, salumi e formaggi in fase di certificazione) risulta al momento poco valorizzato,

sia dal punto di vista commerciale (cfr. par. 3.2) sia dal punto di vista dell’attrazione di

flussi di turismo enogastronomico, che rappresenta un segmento di mercato in forte

crescita negli ultimi anni. Lo sviluppo di tale segmento, tuttavia, necessita di una serie di

interventi “materiali” che consentano l’effettiva fruibilità delle risorse. In tale contesto si

inserisce, ad esempio, il progetto delle “Strade del vino”, regolate dalla Legge Quadro

n°268/99, che la Regione Calabria ha identificato, per la provincia di Crotone, nel

percorso denominato “Strada dei vino, dei saperi e dei sapori” che gravita nell’area di

Torre Melissa. A tutt’oggi, purtroppo, di tale strada esiste solo l’organismo di gestione, il

tracciato di massima, la descrizione dei vini e dei prodotti inseriti, il disciplinare e il logo,

mentre manca totalmente sul territorio la segnaletica informativa e, soprattutto, tale

strada non è presente in nessun catalogo nazionale e internazionale.

In proposito, è da evidenziare come tutto il territorio, ma in particolare le aree interne,

soffrano di evidenti difficoltà di accesso e fruibilità delle risorse, a causa anche di un

sistema di connessioni fisiche, intese quali strade e mezzi di trasporto, ancora poco

sviluppato e/o da migliorare per ciò che riguarda i tracciati e la manutenzione. Tutto ciò

non permette, al momento, di ampliare la portata del business turistico in maniera

capillare in tutta la provincia e rende problematico lo sviluppo e la promozione di

iniziative progettuali specifiche.

La “rete” territoriale manca, ancora, di un sistema di uffici informativi per il turismo

integrati e diffusi in tutto il territorio e, soprattutto, in grado di fungere da veri e propri

centri servizi per rispondere a tutte le necessità dei turisti (informazioni, prenotazioni,

materiale informativo, vendita ticket, ecc.).

Le nuove e mutate esigenze della domanda turistica, sempre più attenta al rapporto

qualità/prezzo e desiderosa di conoscere appieno le ricchezze che un territorio sa offrire,

rappresentano importanti sfide dal punto di vista della professionalità che il settore

richiede. In tale ambito, a causa essenzialmente dei limitati ritorni economici complessivi

che il settore genera, il territorio non esprime ancora delle professionalità specializzate

nell’erogazione di servizi turistici in grado di supporto lo sviluppo integrato. Risultano

attualmente iscritti all’albo regionale delle professioni turistiche, infatti, solo 11 persone

tra guide, interpreti, accompagnatori e direttori tecnici di agenzia di viaggi, mentre è

totalmente assente la figura delle guide ambientali ed escursionistiche.

La ricettività dell’area, infine, risulta sufficientemente dotata per quanto riguarda il

comparto alberghiero, mentre è necessariamente da potenziare in quello extralberghiero,

soprattutto nell’offerta agrituristica e nell’ospitalità diffusa. Tali ultime tipologie, in

particolare, sono poco sviluppate sul territorio provinciale, ma presentano interessanti

potenzialità di sviluppo, in considerazione della notevole presenza di casolari e di centri

storici abbandonati o, comunque, in stato di evidente degrado, che potrebbero essere

ristrutturati e adibiti a ricettività turistica.

Rispetto all’offerta alberghiera, invece, l’elemento cruciale sul quale orientare gli

interventi futuri deve essere quello del miglioramento qualitativo, più che dell’incremento

dei posti letto disponibili. In termini generali, infatti, i posti letto attualmente disponibili

sono sfruttati meno degli altri contesti nazionali (l’indice di utilizzazione lordo, inteso

quale rapporto tra le presenze registrate nell’anno e il totale delle presenze potenziali,

ossia posti letto complessivi X 365 giorni, è pari al 19% contro una media nazionale del

34%). L’offerta alberghiera provinciale è tuttora di medio-basso livello, poiché oltre un

terzo delle strutture (36,7%) è di categorie 1-2 stelle, mentre le strutture 4-5 stelle

rappresentano solo l’8,2% del totale. Alcuni fondamentali servizi di un’offerta alberghiera

standard per le località turistiche, quali ad esempio l’accompagnamento dei gruppi, l’aria

condizionata, la spiaggia privata, la piscina e le strutture sportive sono, inoltre, offerti

solo da un numero marginale di strutture ricettive.

3.4 Le criticità del Terzo Settore

Il settore dell’assistenza e delle cooperative sociali è presente nel territorio provinciale

grazie all’impegno di quanti hanno deciso di dedicarsi all’assistenza nei confronti di

persone svantaggiate a rischio di esclusione sociale (immigrati, minori a rischio, disabili,

anziani, ecc.), pur in un contesto attualmente non regolamentato e carente di un piano di

programmazione specifico.

Il processo di qualificazione dell’offerta deve, infatti, necessariamente passare attraverso

una maggiore tutela e riconoscimento degli operatori specializzati, anche per prevenire

fenomeni di esercizio dell’attività in mancanza di specifiche competenze professionali,

che, ovviamente, abbassano gli standard qualitativi dei servizi erogati agli utenti.

I titoli professionali conseguiti a livello provinciale non sono, ad oggi, riconosciuti a livello

nazionale, non consentendo ai possessori di esercitare attività in maniera continua e con

prospettive economiche tali da garantire un tenore di vita adeguato.

Per tali ragioni, il territorio provinciale non è ancora in grado di esprimere professionalità

adeguate per lo sviluppo qualitativo del settore, soprattutto nelle figure intermedie, quali

ad esempio il mediatore e l’animatore.

I pochi operatori specializzati presenti, inoltre, non hanno ancora attivato una “rete” forte

di relazioni, tale da consentire una maggiore efficienza ed efficacia del processo di

erogazione dei servizi. Anche nel terzo settore, in sostanza, il territorio sconta la bassa

propensione alla cooperazione della popolazione locale, che si traduce in un insieme di

servizi alla persona spesso poco differenziati e con standard qualitativi appena sufficienti

rispetto ai bisogni dei fruitori.

In tale contesto sociale, sono da potenziare le strutture e i centri di erogazione dei

servizi, diversi per tipologia di utente. È il caso, solo per fare alcuni esempi, delle

strutture di prima accoglienza e di permanenza per i rifugiati, dei centri di aggregazione

per gli anziani, dei centri di recupero per i tossicodipendenti. In particolare, la presenza di

strutture dedicate consentirebbe di aggregare i servizi in spazi unici, con evidenti ricadute

positive in termini di qualità del servizio ed efficienza dei costi.

Le risorse finanziarie attualmente dedicate sono, inoltre, esigue rispetto alle necessità,

soprattutto in considerazione di un disagio sociale crescente, dovuto al ritardo di sviluppo

economico di cui soffre l’area. Il numero di fruitori potenziali dei servizi è, dunque, in

crescita, anche a causa dei continui flussi di extracomunitari in ingresso, anche

clandestino, nel territorio.

Alla luce di tali evidenze, emerge dunque il basso tasso di innovazione nelle modalità di

erogazione dei servizi, che non permette di adeguare il sistema di offerta agli attuali

standard competitivi. Si tratta, in sostanza, di realizzare investimenti, ad esempio, in

nuove attrezzature, in professionalità, in sistemi di accessibilità, al fine di avviare un

percorso finalizzato ad “avvicinare” i servizi alle reali esigenze della domanda e generare

livelli di soddisfazione crescenti tra i fruitori.

La costruzione di un sistema d’offerta orientato alla domanda, inoltre, presuppone una

piena conoscenza del dimensionamento del mercato potenziale e delle necessità dei

fruitori. Un nodo cruciale in tale ambito è quello della realizzazione di un monitoraggio

costante della domanda, attualmente non presente, finalizzato a comprendere problemi

di accessibilità, standard di servizio attesi, bisogni reali, ecc., per poter meglio indirizzare

le politiche e le risorse finanziarie verso le aree di intervento maggiormente critiche.

La necessità di dotare il territorio di un piano programmatico di settore si spiega anche in

ragione delle opportunità di accesso ai fondi comunitari e nazionali ad esso dedicati. A

livello locale, infatti, il numero di progetti di finanziamento presentati ad una Direzione

Generale della Commissione Europea oppure ad un Ministero è molto basso proprio

perché ancora non è ben definito un percorso di sviluppo strategico e operativo in grado

di fissare priorità di intervento e strumenti di realizzazione.

In termini più generali, comunque, nella popolazione locale non è ben presente una reale

“cultura” dell’assistenza alle persone, intesa quale dovere morale di ogni buon cittadino.

Tale atteggiamento distaccato è tipico delle aree in ritardo di sviluppo, nelle quali le

difficoltà economiche portano ad essere più attenti ai propri problemi, piuttosto che

avvicinarsi a quelli degli altri. È anche su questo punto fondamentale che dovranno

incentrarsi gli interventi futuri, al fine di ridurre al minimo i casi di esclusione sociale e,

sotto questo profilo, incentivare la popolazione all’aiuto reciproco e alla cooperazione,

che, come già evidenziato, rappresenta una problematica ricorrente in ogni aspetto

economico e sociale del territorio.

Nella provincia di Crotone, infine, non sono ancora state attivate politiche attive del

lavoro e sbocchi professionali accessibili e idonei a valorizzare le capacità delle persone

svantaggiate che, di conseguenza, hanno poche possibilità di accesso al mondo del

lavoro. In tal modo, dunque, si rischia di aggravare i fenomeni di esclusione sociale già

presenti, accentuando le differenze tra strati della popolazione più ricchi e strati della

popolazione poveri ed emarginati.

Capitolo 4 Le esperienze internazionali

4.1 Obiettivo dell’analisi di benchmarking

L’obiettivo specifico della fase di benchmarking, applicata al progetto “Un piano strategico

per lo sviluppo dell’occupazione nella provincia di Crotone”, consiste nella ricerca in

ambito internazionale delle migliori strategie adottate dai Paesi Europei e delle buone

prassi in materia di occupazione, al fine di prevederne la sperimentazione ed il

trasferimento nell’area della provincia di Crotone.

Dopo avere studiato la situazione economica, occupazionale e sociale della provincia di

Crotone, dove è risultata una popolazione relativamente giovane ma con un tasso di

disoccupazione giovanile (15-29 anni) pari al 44,3%, sono stati analizzati i contenuti ed i

risultati ottenuti nell’ambito dei Tavoli di “animazione e sessioni di moderazione”

organizzati dalla Provincia di Crotone, in collaborazione con gli altri partners, per

individuare fabbisogni, opportunità e criticità nei seguenti settori strategici:

• turismo;

• beni culturali;

• III settore (no-profit).

Dagli incontri avvenuti durante le sessioni di moderazione sono emersi una serie di spunti

utili al fine di orientare la ricerca di benchmarking internazionale verso quelli che sono i

fabbisogni e le esigenze della provincia di Crotone nell’ambito dei tre settori oggetto del

progetto.

In sintesi le criticità riscontrate sono state le seguenti:

• mancanza di un censimento dettagliato delle strutture turistiche ricettive e dei

beni storico-culturali presenti sul territorio provinciale;

• carenza di figure professionali specifiche operanti nell’ambito dei tre settori

considerati, dovendole spesso ricercarle al di fuori del territorio provinciale;

• bassa coesione tra gli operatori presenti.

4.2 I Paesi interessati

La ricerca di benchmarking internazionale è stata condotta analizzando iniziative e buone

prassi nel territorio Comunitario, includendo sia i Paesi del bacino del Mediterraneo

(Portogallo, Spagna e Grecia) che i paesi del Nord (Slovenia, Austria, Germania, Francia,

Gran Bretagna).

In una prima fase è stato studiato il mercato del lavoro dei Paesi considerati passando,

successivamente, allo studio del funzionamento del collocamento dei disoccupati da parte

delle strutture pubbliche e private presenti. Da questo studio è emerso in sintesi che i

servizi preposti ad orientare ed aiutare l’utente nella ricerca del lavoro, nei paesi oggetto

della suddetta ricerca, non presentano notevoli differenze rispetto al territorio nazionale.

Nella maggioranza dei Paesi considerati, sono presenti:

• Centri per l’orientamento professionale e l’impiego pubblici (operanti a livello

locale);

• Agenzie di lavoro interinale;

• Uffici di orientamento e collocamento privati;

• Informagiovani;

• Inserzioni sui giornali.

Le principali differenze sono state riscontrate nei Paesi del Nord Europa dove sono

presenti Agenzie per l’Impiego, sia pubbliche che private, specializzate nel collocamento

settoriale. Dallo studio condotto, sono emersi risultati positivi sulla capacità di favorire il

collocamento delle persone iscritte. Ciò deriva dal fatto che tali strutture, tutte collegate

in rete, hanno una profonda conoscenza dei settori nei quali operano, avendo stretto forti

rapporti con le realtà aziendali esistenti.

Dallo studio sulle modalità di collocamento adottate nei Paesi comunitari, sono state

valutate le relative buone prassi confrontandole con il funzionamento del Centro per

l’Impiego della provincia di Crotone.

4.3 La metodologia della ricerca

Successivamente la ricerca è stata concentrata sullo studio delle iniziative, progetti e

programmi, realizzati nei Paesi europei considerati per contrastare il problema della

disoccupazione.

Il primo passo è stato quello di individuare le fonti informative più adatte per investigare

sulle prassi, in linea con le problematiche occupazionali della Provincia di Crotone. I

progetti con ricadute occupazionali realizzati nel contesto europeo, generalmente,

appartengono alle diverse iniziative finanziate da Fondi Comunitari (FSE, FERS, ecc.).

Di conseguenza, la ricerca è stata condotta nell’ambito delle banche dati dei diversi

programmi comunitari: Equal, Interreg, Leonardo e Nascent., programmi che al momento

rappresentano uno degli strumenti principali proposti dalla Comunità Europea per

promuovere formazione, occupazione e scambio di buone prassi tra i paesi europei. In

particolare sono stati analizzati 776 progetti realizzati nell’ambito dell’Iniziativa

Comunitaria Equal, 298 progetti Interreg e 55 programmi Leonardo.

L’analisi, inoltre, è stata allargata studiando le buone prassi derivanti da altre iniziative,

prescindendo quindi da quelle finanziate dalla Comunità Europea.

Un’altra fonte informativa è stato il contatto con le Camere di Commercio nazionali dei

paesi considerati, dalle quali è stato possibile ottenere informazioni sul mercato del lavoro

locale e sulla presenza eventuale di iniziative progettuali di particolare interesse.

I contenuti delle diverse iniziative comunitarie sono stati approfonditi attraverso l’avvio di

contatti diretti con i soggetti attuatori dei progetti, molti dei quali hanno dato la loro

disponibilità verso lo sviluppo di una futura cooperazione comune.

Il risultato degli oltre 1.000 progetti analizzati è stato quello di individuare le diverse

buone prassi nei tre settori considerati nel progetto (turismo, beni culturali e III settore).

Dall’analisi delle buone prassi internazionali sono stati selezionati i seguenti progetti:

• Cinderella (Austria);

• Pathway to employment and career (Grecia);

• Perspective (Grecia);

• Saber&Arte (Portogallo);

• ISERA (Portogallo);

• Professional skills programme for young drug dependants undergoing social

reintegration (Spagna);

• Socially useful jobs (Spagna);

• Un percorso verso lo sviluppo turistico (Spagna);

• Il Turismo: un settore emergente nel Mojanes (Spagna);

• SEFIA (Francia);

• Development of the curriculum of export in diagnosis and first intervention of

restoration and maintenance of cultural and artistic heritage (Slovenia);

• Socially Insured training and employment (Germania);

• Patience and Partnership: successfully supporting women entrepreneurs in the

United Kingdom;

• Benefit Agency.

Il lavoro di benchmarking è proseguito con la valutazione dei presupposti per una

possibile replicabilità nel territorio della provincia di Crotone dei progetti realizzati nei

Paesi europei considerati. Tale analisi è stata condotta considerando i risultati derivanti

dai “Tavoli di moderazione” realizzati nell’ambito dei tre settori considerati (turismo, beni

culturali e III settore).

4.4 La descrizione dei progetti

4.4.1 Turismo

4.4.1.1 Saber&Arte

Gli obiettivi che il progetto intende realizzare sono:

• promuovere attività di formazione indirizzata a giovani e adulti, gran parte donne

svantaggiate, inerenti le tecniche imprenditoriali utilizzate nei micro-business con

riferimento ai settori del turismo culturale e dell’art&crafts mediante l’uso di

strumenti IT e la formazione in atelier;

• individuare modalità innovative di ricerca e creazione di posti di lavoro puntando

sulla valorizzazione delle opportunità offerte dai settori tradizionali

dell’artigianato, delle produzioni tipiche combinate con le più recenti nozioni di

marketing, tecniche promozionali e management;

• favorire la creazione di reti locali e regionali che consentano la promozione di

artisti, lavori artistici, imprese culturali e la gamma di attività correlate al turismo;

• promuovere la nascita di un Centro per la Promozione di Talenti (CPT) allo scopo

di dare visibilità al progetto Saber&Arte, un centro di servizi integrati finalizzato a

dare impulso ai settori sopra descritti.

4.4.1.2 Un Cammino verso lo sviluppo turistico

Il progetto è stato oggetto di un approfondimento in previsione di una possibile

replicabilità nella Provincia di Crotone. I risultati emersi da tale studio sono stati analizzati

attentamente al fine di valutare le reali possibilità di applicazione nel contesto di

riferimento locale. Dalla suddetta analisi è derivata una proposta di trasferimento della

buona prassi spagnola che costituisce uno dei prodotti realizzati nell’ambito dell’attività di

benchmarking.

4.4.1.3 El turismo: un sector emergente en el Mojanés

Il progetto è il risultato di più di un decennio di accordi tra 10 località. L’attività di

cooperazione ha prodotto la redazione di un piano per rilanciare l’economia del territorio

promuovendo la nascita di attività economiche basate sulle grandi potenzialità del

turismo.

Per facilitare la promozione economica del territorio è stato creato un Consorzio del

Moianés, sorto con l’intento di realizzare un Piano di Gestione dello Sviluppo del

Territorio. Nell’ambito di tale piano sono state definite quattro linee di azione che vedono

nel turismo il settore trainante per la ripresa economica del territorio di riferimento

assicurando l’equilibrio tra diversi settori economici:

1) creazione di infrastrutture di supporto per la promozione turistica (un Ecomuseo,

l’ampliamento dei servizi erogati dall’Ufficio di Promozione Turistica, la creazione di

itinerari tematici;

2) definizione di prodotti turistici classificati in aree tematiche;

3) investire nella formazione delle risorse umane per elevare il livello di professionalità

degli addetti ai servizi turistici favorendo la nascita di iniziative imprenditoriali;

4) promozione e diffusione del marchio commerciale “El Mojanés, regione naturale”.

4.4.2 Beni Culturali

4.4.2.1 Development of the curriculum of expert in diagnosis and first intervention of

restoration and maintenance of cultural and artistic heritage.

Il progetto (sviluppo del curriculum di esperto nella diagnosi e nel primo intervento del

restauro del mantenimento del patrimonio artistico culturale) ha come obiettivo la

creazione di figure professionali nel campo dei beni culturali prevedendo la possibilità di

interventi di prevenzione straordinari legati ad eventi che possono causare gravi danni. Il

progetto forma parte integrante di una strategia europea messa a punto al fine di

rivitalizzare aree a scarsa vocazione imprenditoriale caratterizzate da una forte presenza

di beni culturali e da un alto rischio di calamità naturali. La formazione di personale

specializzato richiede l’acquisizione di una serie di competenze in materia di :

• diagnostica della tipologia di intervento necessario sul bene;

• tecniche di imballaggio e di trasporto;

• utilizzo delle applicazioni tecnologiche ai fini del restauro;

• consolidamento strutturale;

• tecniche di catalogazione e conservazione dei beni;

• sicurezza degli operatori e salvaguardia del patrimonio artistico-culturale;

• certificazione e qualità.

L’elemento di originalità introdotto nel progetto è rappresentato dalla creazione di un

dialogo permanente fra il mondo della ricerca ed il mondo della formazione che intende

promuovere un modello formativo basato sull’apprendimento continuo fatto di studio,

ricerca e sperimentazione.

4.4.2.2 Socially Useful Jobs

Il progetto si rivolge a soggetti che risultano disoccupati, di età superiore a 40 anni,

offrendo loro un’opportunità di collaborazione remunerata per un impiego in attività di

natura sociale avviando un processo di ricerca del lavoro con un atteggiamento pro-

attivo.

Nell’ambito delle attività socialmente utili le iniziative realizzate sono state le seguenti:

• assistenza agli anziani;

• lezioni private a favore dei bambini poveri;

• ricerca di punti di intervento dell’arredo urbano (danni alla proprietà urbana,

marciapiedi rotti e così via);

• segnaletica delle aree turistiche;

• raccolta di vecchi mobili da riciclare;

• intervista agli anziani per evidenziare le carenze della loro condizione sociale;

• attività di sensibilizzazione nei confronti degli animali, l’ambiente, ecc.

I risultati prodotti nell’ambito delle attività previste nel progetto sono stati molto positivi

considerato che il 75% dei partecipanti alle attività socialmente utili ha trovato una

collocazione in ambito lavorativo apportando enormi benefici al tessuto sociale locale.

4.4.3 Terzo Settore

4.4.3.1 Patience and Partnership: Successfully Supporting Women Entrepreneurs in the

United Kingdom

La WBDA (Women’s Business Development Agency), organizzazione non profit, è leader

nell’offerta di servizi a favore delle donne interessate ad avviare un’attività

imprenditoriale favorendo lo sviluppo economico nelle regioni del West Midlands e del

South West.

Al fine di consolidare la crescita dell’imprenditorialità femminile, la WBDA ha realizzato

programmi basati sul cosiddetto “Patience Model”, strumento fondamentale per garantire

una consulenza finalizzata alla realizzazione di iniziative imprenditoriali di successo a

favore delle donne e di tutte le categorie economicamente svantaggiate. Le

caratteristiche principali della metodologia promossa dall’organizzazione può essere

descritta sinteticamente nei seguenti punti:

• le attività poste in essere comprendono il supporto, la formazione e l’assistenza a

tutte le categorie che incontrano enormi difficoltà nell’inserirsi nel tessuto

imprenditoriale del paese;

• un’attenzione particolare rivolta alla valutazione dei bisogni dei soggetti

destinatari dell’iniziativa in modo da individuare le barriere che ostacolano

l’accesso al lavoro nel tentativo di trovare la soluzione più adatta alla loro

eliminazione;

• la tendenza ad applicare le metodologie già consolidate ai singoli progetti;

• un’attività di monitoraggio costante sullo stato di avanzamento del progetto che

consenta di apportare eventuali correttivi in itinere eliminando il rischio di

insuccesso dell’iniziativa posta in essere.

4.4.3.2 Cinderella

II progetto ha lo scopo di creare un impiego qualificato a favore delle donne nel settore

dell’assistenza infantile garantendo la qualità delle strutture preposte all’assistenza

infantile. Gli obiettivi indicati nel progetto possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

• promuovere il reinserimento lavorativo delle donne dopo un periodo di assenza

dal mercato del lavoro per maternità mediante la definizione e qualificazione di

una nuova professione (the Edu-care) specializzata nell’educazione e

nell’assistenza infantile;

• creare strutture (es:cooperative sociali) in grado di accogliere le donne formate

alla gestione di piccoli centri di assistenza infantile nelle proprie case;

• incoraggiare gli edu-carers a stabilire un rapporto personale con ogni bambino ,

• organizzare corsi di formazione per gli edu-carers strutturati in moduli

comprendenti materie come la psicologia evolutiva, la pedagogia, la sociologia

familiare, la comunicazione, l’igiene, il management organizzativo e la

pianificazione imprenditoriale.

4.4.3.3 Perspective

La finalità principale del progetto consiste nell’organizzare, sviluppare e verificare metodi

basati su un approccio integrato allo scopo di migliorare le prospettive di occupazione di

carcerati ed ex carcerati in modo da facilitare il loro inserimento nella società. Altro

obiettivo essenziale è quello di offrire una serie di servizi integrati che contemplino tutte

le esigenze del target di riferimento.

L’assunto di partenza dell’intervento sta nella convinzione che il processo di integrazione

debba iniziare in prigione prendendo in considerazione i bisogni dei detenuti. In concreto,

l’approccio integrato promosso prevede la creazione di un centro pre-rilascio e di un

centro post-rilascio messi a disposizione sia dei detenuti che ex detenuti.

Il carattere innovativo del progetto coincide con l’approccio integrato nei confronti dei

bisogni del gruppo target. Nell’ambito della metodologia promossa, viene predisposto uno

strumento di valutazione efficace al fine di offrire un’occupazione che sia più rispondente

alle esigenze ed aspirazioni dei detenuti.

Altro elemento fondamentale della metodologia è dato dall’empowerment dei partecipanti

da realizzare attraverso le seguenti azioni:

• una volta individuati i loro bisogni, i soggetti target dell’intervento sono messi in

condizione di svolgere un lavoro retribuito all’interno della prigione;

• l’inserimento lavorativo degli ex detenuti è garantito dalla presenza di gruppi di

collegamento destinati a favorire il contatto con i datori di lavoro.

4.4.3.4 Professional Skills Programme for young drug Dependents Undergoing social

reintegration

Il progetto intende sviluppare un programma di formazione finalizzato all’inserimento

sociale ed occupazionale di soggetti con problemi di tossicodipendenza nell’ambito

dell’ARTSANS NETWORK PROGRAMME elaborato appositamente per la messa a punto di

iniziative a favore della categoria target.

La gamma articolata di lavori inseriti nel programma ammonta a 27 e va dalle

applicazioni tecniche di insetticidi, acconciature, elettronica, giardinaggio, arti grafiche,

pittura, addestramento di pesci, alla panetteria, alla lavorazione del marmo, al riciclaggio

di mobili, al lavoro nei vivai.

4.4.3.5 Tip-Spezial

Il progetto si rivolge a giovani tra i 26 ed i 25 anni ex detenuti o che ancora stanno

scontando la pena. Il programma di recupero e di integrazione occupazionale si basa su

diversi metodi di ricerca e sviluppo e su procedure di “learning by doing”.

Gli obiettivi perseguiti tramite l’intervento sono:

• sviluppare una prospettiva di crescita personale che impedisca al soggetto target

di ricadere nel circolo della criminalità,

• raggiungere una situazione di vita e di lavoro regolari;

• sperimentare situazioni lavorative reali;

• creare qualifiche-chiave e competenze sociali.

I risultati prodotti dal progetto sono incoraggianti con una percentuale che raggiunge il

60% di soggetti coinvolti nell’esperimento che hanno trovato un lavoro regolare.

4.4.3.6 Accueil et formation des demandeurs d’asile

Il progetto intende dare una risposta concreta al problema molto sentito che riguarda il

numero di richiedenti asilo. La costante crescita del fenomeno pone seri problemi in

quanto presuppone che il paese si doti di un sistema di accoglienza efficace.

Il progetto mira a dimostrare che mediante un’azione congiunta tra tutti i soggetti che

operano nel settore dell’accoglienza è possibile garantire il rispetto della dignità umana

anche per quelle categorie che per svariati motivi si trovano in una situazione di

precarietà.

L’intervento consiste nell’offrire accoglienza e formazione ad un target di 60 richiedenti

asilo e si articola in una serie di azioni:

• assicurare il supporto legale per tutta la durata della procedura di richiesta di

asilo;

• garantire i servizi sociali di base, l’assistenza sanitaria e l’alloggio, nel tentativo di

preservare l’unità del nucleo familiare;

• offrire corsi di francese finalizzati a facilitare l’inserimento nel tessuto sociale;

• prevedere nel percorso formativo l’inserimento del bilancio delle competenze e

l’elaborazione di un programma professionale;

• favorire l’accesso ad una formazione professionale qualificante nella prospettiva

di un inserimento lavorativo nel paese di accoglienza o di rientro nel paese di

origine, eventualità, quest’ultima, concessa solo su richiesta del beneficiario e

tenuto conto dello status giuridico riconosciuto.

4.4.3.7 Socially Insured Training and Employment

Il progetto si rivolge a soggetti con precedenti condanne giudiziarie,disoccupati di lungo

termine privi di una qualifica professionale, ed adulti svantaggiati con handicaps sociali

(tossicodipendenza, debiti, problemi d’alloggio ed emigrazione).

Gli obiettivi che il progetto intende realizzare sono: la stabilizzazione sociale, la

formazione e l’inserimento professionale dei destinatari dell’iniziativa. E’ previsto, inoltre,

l’elaborazione di un piano di supporto e promozione finalizzato ad individuare e

monitorare gli obiettivi professionali raggiunti nel campo della pittura. Il progetto pone in

essere interventi formativi anche nel settore del restauro e delle riparazioni mediante

l’acquisizione di conoscenze ed abilità basilari richieste dalla pittura, dalla pittura a spray,

dalla tappezzeria, dalla decorazione. L’attività formativa promossa dal progetto viene

completata dall’applicazione pratica e da un tirocinio in azienda.

4.4.4 Progetti o strategie operative rivolte al miglioramento della gestione dei centri

preposti all’inserimento lavorativo

4.4.4.1 Pathway to employment and career

Il progetto mira a sviluppare un sistema innovativo di orientamento professionale ed un

sistema di stimolo al lavoro finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro di

disoccupati, giovani, donne ed altri gruppi sociali a rischio. Il sistema intende collegare i

servizi di formazione allo scopo di aumentare il tasso di occupazione dei gruppi target.

L’elemento di forza del progetto è rappresentato dalla partnership basata sulla

cooperazione tra due potenti organizzazioni professionali a diffusione nazionale come la

Camera di Commercio di Atene e l’Unione delle Camere Elleniche del Commercio e

dell’Industria, in modo che sia garantita la partecipazione dei datori di lavoro al nuovo

sistema di consulenza professionale e promozione occupazionale posto in essere

nell’ambito del progetto.

Gli obiettivi indicati nel progetto sono descritti di seguito:

• sviluppo di un sito internet per la ricerca e registrazione di offerte e domande di

lavoro,

• registrazione e mappatura delle persone disoccupate,

• indagine sulle posizioni offerte dalle aziende al fine di prevedere un adeguamento

delle competenze e conoscenze da acquisire in base alle richieste del mercato;

• creazione di un sistema innovativo per lo sviluppo di curriculum riferiti ad

occupazioni specifiche come strumento messo a disposizione di coloro che

intendono migliorare il proprio profilo professionale;

• sviluppo e applicazione di un sistema integrato di guida ed orientamento

professionale finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro.

4.4.4.2 ISERA

Il progetto è stato promosso dalla delegazione regionale dell’Istituto de Emprego e

Formacao Professional presente nella città di Algarve, ente responsabile della

implementazione delle politiche a favore dell’impiego e formazione professionale definite

ed approvate dal governo centrale. A fronte del persistente squilibrio tra domanda ed

offerta di lavoro, il progetto ISERA mira a fornire sostegno alle imprese avvalendosi delle

tre reti regionali per l’impiego istituite per risolvere i problemi relativi alla disoccupazione

ed alla qualificazione.

L’intervento di sostegno alle imprese si è concretizzato nelle seguenti attività:

• sviluppare un rapporto di fiducia con le imprese fornendo risposte adeguate alle

reali necessità dell’impresa,

• promuovere strategie di sviluppo sulla base di un approccio pro-attivo richieste

alle imprese coinvolte;

• aumentare il tasso di penetrazione dei servizi nel mercato attraverso l’incremento

dei numeri di contatti con le imprese, delle offerte raccolte, del tasso di risposta

alle offerte ricevute.

4.4.4.3 Fusione di employment service e benefit agency

L’esperienza maturata nel Regno Unito ha visto l’accorpamento degli uffici preposti

all’erogazione delle indennità di disoccupazione da un lato, e dall’altro i servizi pubblici

per l’impiego in un unico organismo. La costituzione di un organismo unico ha posto le

premesse per la nascita del concetto di lavoro socialmente utile ossia di attività poste in

essere per il benessere della collettività. La creazione di tale strumento ha permesso di

combattere il fenomeno del ricorso o del prolungamento della condizione di disoccupato

causato dalla convenienza a ricevere il sussidio di disoccupazione. Inoltre la nascita della

suddetta tipologia di lavoro ha consentito di smantellare un sistema distorto dovuto al

fatto che gli occupati illegali percepivano le provvidenze destinate a favore dei “veri”

disoccupati. Come ultimo aspetto innovativo introdotto dai lavori socialmente utili figura

la possibilità di colmare la carenza di domanda di lavoro da parte delle aziende mediante

l’offerta di lavori “fuori mercato” , che, tuttavia, risultano essere utili alla collettività quali:

• assistenza agli anziani;

• servizi alla persona in generale;

• manutenzione dell’ambiente e dei beni culturali;

• recupero urbano;

• protezione civile;

• varie forme di turismo rivolte a categorie particolari (es:il turismo sociale).

4.5 Le evidenze emerse

L’analisi di benchmarking si è inserita all’interno del progetto “Un piano strategico per lo

sviluppo dell’occupazione nella provincia di Crotone”, come fase avente lo scopo la ricerca

di strategie implementabili nel contesto della provincia di Crotone.

L’analisi ha voluto tener conto della scelta dei Paesi europei presi in considerazione, per

questo è stata indirizzata, da un lato, a Paesi che presentono condizioni economiche

occupazionali simili a quelle della Provincia di Crotone, e quindi, problematiche simili –

paesi appunto come la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Slovenia – dall’altro a Paesi del

Nord Europa, quali Austria, Germania, Francia e Gran Bretagna, che rappresentano un

punto di riferimento interessante per le prassi realizzate, avendo avuto un impatto

positivo in termini di inserimento lavorativo dei disoccupati.

Ognuno dei progetti selezionati si inserisce, seppure in maniera non vincolante, all’interno

di uno dei settori oggetto d’interesse del “Piano strategico per lo sviluppo

dell’occupazione”:

• Turismo;

• Beni culturali;

• III settore.

Il terzo settore, in particolare, trova ampio spazio, dal momento che ad esso si è voluto

ricollegare non solo l’insieme di quei progetti finalizzati all’orientamento e all’inserimento

nel mercato del lavoro di gruppi socialmente a rischio o notoriamente discriminati, ma

anche buone prassi adottate in alcuni paesi europei per migliorare l’erogazione dei servizi

offerti dai Centri per l’Impiego, e norme giuridiche emanate nell’ambito dei servizi

assistenziali. Il riferimento in quest’ultimo caso è alla Gran Bretagna, dove, lo ripetiamo,

sono stati fusi in un unico organismo Employment Service e Benefit Agency, strategia già

di per sé presentata come buona prassi.

I progetti trascritti nella presenta ricerca non sono ovviamente esaustivi di tutto il

materiale raccolto e archiviato, tuttavia rappresentano per il tipo di innovazione, il campo

d’intervento, i beneficiari coinvolti e le caratteristiche dell’area all’interno della quale sono

nati, dei punti di riferimento interessanti da segnalare alla Provincia di Crotone per

l’intervento innovativo di politica di sviluppo territoriale che questa intende realizzare.

Ovviamente, le particolarità giuridiche dell’Italia rispetto al resto d’Europa, così come le

differenze territoriali, dei servizi, della gestione degli enti ecc., non rendono possibile una

completa implementabilità delle prassi individuate nel contesto Crotonese, né tuttavia

l’obiettivo della presente ricerca vuol essere questo.

Come si nota nella parte conclusiva dell’analisi, infatti, lo studio di questi progetti offre

solo uno spunto per l’attivazione di nuove strategie da proporre nell’area in questione,

strategie che però possono trarre vantaggio dall’esperienza maturata nel contesto

transnazionale in termini di tipologia di programma, settore d’intervento, strumenti

utilizzati, risultati raggiunti e problematiche riscontrate.

4.6 Un piano di trasferimento delle buone prassi

Il progetto spagnolo “Un Cammino verso lo Sviluppo Turistico” è stato selezionato

come buona prassi per essere replicato nell’ambito della Provincia di Crotone.

Si tratta di un itinerario turistico di circa 200 km che si snoda lungo il percorso legato alle

migrazioni dei Catari dei secoli XIII e XIV. Nonostante le condizioni poco favorevoli del

contesto socio-economico di riferimento (declino dell’attività industriale estrattiva e

tessile), il progetto ha favorito il rilancio economico della regione (la regione del

Berguedà situata nella Catalogna del nord) mediante la riconversione in area turistica del

territorio valorizzando le risorse che presentavano una vocazione turistica.

I risultati ottenuti mediante la realizzazione del progetto possono essere sintetizzati nei

seguenti punti:

- innovazione: il carattere innovativo è legato al fatto che si è trattato di

un’iniziativa pilota senza precedenti per un territorio, come la regione situata

nella Catalogna del nord, caratterizzato da una spiccata vocazione industriale

piuttosto che turistica;

- crescita dell’occupazione in termini di creazione di nuovi posti di lavoro;

- concertazione, come strategia per la pianificazione di interventi finalizzati allo

sviluppo economico del territorio basato sulle sinergie tra ente pubblico e

soggetti privati;

- valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico dell’area

attraversata dal percorso;

- la creazione di un marchio turistico che attribuisca un’identità precisa al

territorio lungo il quale si snoda il percorso.

Dall’approfondimento dell’analisi delle opportunità di sviluppo turistico presenti sul

territorio, è derivata la messa a punto di un altro progetto denominato “Terra dei

Dinosauri” incentrato sul recupero della figura dei dinosauri. Tale iniziativa ha

comportato la creazione di un circuito a tema favorendo la messa in rete di tutte le

località accomunate dalla presenza di tracce o resti che testimoniano l’esistenza degli

animali preistorici.

Scopo dell’iniziativa è stato creare un valido complemento al percorso basato sul binomio

natura- cultura così come proposto con l’itinerario legato alla figura dei Catari.

La realizzazione di tale progetto ha consentito di raggiungere i seguenti obiettivi:

- dare ulteriore impulso all’attività economica;

- favorire la creazione di nuovi posti di lavoro;

- avvalersi dello strumento della cooperazione come metodo efficace di

pianificazione territoriale;

- stimolare lo scambio di esperienze;

- puntare sulla valorizzazione del binomio cultura-natura sulla base delle

caratteristiche del territorio;

- ricercare nuove opportunità di networking a livello europeo.

4.6.1 Gli obiettivi del piano di trasferimento

Gli elementi di seguito riportati sono da annoverarsi tra gli obiettivi che il progetto per la

trasferibilità della buona prassi intende realizzare:

- Innovazione: nell’ambito della elaborazione dell’attività progettuale sono state

individuate una serie di proposte innovative ritenute valide per favorire lo

sviluppo economico del territorio quali ad esempio la creazione di un marchio

territoriale comprensivo delle risorse naturali e storico-culturali da un lato, e

dall’altro, dello standard qualitativo dei servizi presenti sul territorio. Altro

elemento innovativo è rappresentato dalla messa in rete delle località finalizzata

alla definizione di un sistema integrato di risorse e servizi caratterizzato da una

forte connotazione turistica.

- Crescita dell’occupazione e sviluppo economico: l’analisi delle

caratteristiche della provincia di Crotone ha evidenziato l’esigenza di puntare

sullo sviluppo turistico del territorio allo scopo di rilanciare l’economia locale. Da

qui, la ricerca tra i progetti sperimentati in altri contesti europei di una buona

prassi che potesse essere facilmente replicata sul territorio. Considerata la

valenza sociale che il fenomeno turistico, divenuto ormai bisogno irrinunciabile,

ha assunto negli ultimi anni, l’indagine è stata orientata all’individuazione di una

proposta progettuale incentrata sulla valorizzazione turistica di un territorio,

quale quello della Provincia di Crotone, connotato da una forte vocazione

industriale, caratteristica comune alla regione della Catalogna del nord. La

regione spagnola, infatti, ha conosciuto, grazie al progetto, uno sviluppo turistico

che le ha permesso di superare la grave crisi economica che l’aveva investita. E’

fondamentale che qualsiasi strategia di marketing territoriale finalizzata alla

valorizzazione turistica si raccordi e si integri con lo strumento di

programmazione economica di cui la Provincia di Crotone intende dotarsi (Piano

Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione).

- Concertazione: la concertazione, intesa come modus operandi basato sulla

condivisione delle scelte strategiche destinate ad avere una ricaduta sul territorio,

potrebbe rappresentare anche per la provincia calabrese un elemento di forza

che vedrebbe la partecipazione di tutti gli attori, sia soggetti pubblici che

organismi privati, all’attività di pianificazione territoriale.

- Collaborazione e condivisione dei valori identitari di un territorio: tale

iniziativa consentirebbe di sviluppare un’esperienza, senza precedenti per la

provincia di Crotone, di collaborazione tra i diversi soggetti che operano in ambito

locale creando le premesse per la condivisione dei valori con cui il territorio viene

identificato nell’immaginario collettivo.

- Valorizzazione delle risorse naturali e recupero del patrimonio storico-

culturale: la realizzazione della strategia di marketing turistico contenuta nel

progetto comporta la valorizzazione delle risorse naturali esistenti sul territorio ed

al contempo il recupero del patrimonio storico-culturale. Come dimostrato

dall’esperienza spagnola, l’associazione natura-cultura rappresenta un binomio

vincente per una realtà, come la provincia di Crotone, caratterizzata da una forte

connotazione culturale legata all’epoca della Magna Grecia e da un patrimonio

naturalistico dominato da un mare dalle acque cristalline e da un territorio

interno ancora incontaminato.

- Creazione di prodotti differenziati: la varietà delle risorse di cui dispone la

provincia di Crotone renderebbe possibile diversificare l’offerta turistica mediante

la creazione di un ventaglio di proposte quali ed esempio: itinerari a tema

(prodotto culturale, prodotto natura, prodotto basato sul binomio natura-cultura

oppure cultura-enogastronomia, natura-enogastronomia), suddivisi per tipologia

di turista, motivazione del viaggio e durata del soggiorno (se si tratta di

vacanzieri del fine settimana, oppure turisti interessati ad un soggiorno più

lungo). La differenziazione dell’offerta turistica risponde all’esigenza di individuare

nuovi mercati in grado di garantire una presenza costante, e non circoscritta ai

soli mesi estivi, di turisti. Per poter operare efficacemente su diversi mercati è

necessario conoscerne a fondo le caratteristiche e dinamiche per poter

intervenire tempestivamente alle eventuali nuove tendenze che emergono.

- Riconoscimento del titolo di patrimonio dell’umanità da parte

dell’UNESCO: visto l’ingente patrimonio culturale presente nella Provincia di

Crotone, la possibilità di ottenere un tale riconoscimento apporterebbe valore

aggiunto alla valenza culturale del territorio consentendo inoltre l’inserimento

della località nel circuito mondiale. Tale ipotesi potrebbe essere suffragata dalla

storia passata che ha visto la città di Crotone protagonista indiscussa all’epoca

della Magna Grecia e sede della famosa scuola filosofico-matematica legata alla

figura del famoso filosofo- matematico greco Pitagora.

- Unicità della proposta offerta: le risorse, disseminate lungo il percorso, se

valorizzate attraverso una strategia di marketing efficace, possono rendere

l’itinerazione sul territorio un’esperienza unica ed irripetibile tanto da apportare

valore aggiunto e impulso all’affermarsi di nuove destinazioni turistiche. E ciò vale

anche per la promozione turistica della provincia di Crotone.

- Garanzia di uno standard qualitativo elevato dei servizi offerti e

professionalità degli operatori: sulla base delle indicazioni emerse dall’analisi

della buona prassi spagnola si è giunti alla conclusione che non basta disporre di

risorse turistiche. Al contrario la connotazione turistica si determina dal grado di

fruibilità che le risorse ed il territorio presentano. Anche per Crotone, quindi,

risulta indispensabile uniformare la gamma dei servizi offerti (viabilità,

attrezzature, segnaletica….) ad uno standard qualitativo elevato ed omogeneo su

tutto il territorio in modo che l’immagine complessiva della località possa essere

percepita nell’immaginario del turista come sinonimo di qualità, elemento capace

di apportare vantaggio competitivo nella scelta della località di vacanza. La

qualità di un territorio si misura attraverso il livello di professionalità che gli

operatori locali del turismo esprimono. Essi devono essere adeguatamente

formati (giusta conoscenza del territorio e delle competenze tecniche proprie del

mestiere oltre al supporto delle lingue straniere in previsione dell’’apertura ai

mercati esteri).

- Diffusione della cultura dell’accoglienza e condivisione dei valori

identitari legati al territorio: lo sviluppo turistico di un determinato territorio

presuppone la diffusione della cultura dell’accoglienza, elemento essenziale per la

valutazione positiva di un luogo, che non può prescindere dalla conoscenza e

condivisione da parte di tutti gli operatori locali dei valori che contribuiscono a

definire l’identità di una località. Nel caso di Crotone i valori identitari devono

diventare patrimonio dell’intera collettività al fine di rafforzare l’appeal turistico

del territorio.

4.6.2 Lo sviluppo del progetto in provincia di Crotone

Per quanto riguarda i contenuti del progetto si tratta di creare una serie di itinerari che

tocchino i punti considerati più rilevanti dal punto turistico realizzando una sorta di

circuito facilmente percorribile e dotato di tutti i servizi necessari per agevolare la

conoscenza del territorio. La presenza nel territorio provinciale sia del mare che della

montagna rende possibile la diversificazione delle proposte di itinerazione basati sul

binomio mare- montagna. In tale ottica occorre, quindi, curare la realizzazione di

materiale informativo come cartine topografiche, depliant e brochure di presentazione

delle diverse proposte segnalando i punti di interesse e indicando i punti di ristoro.

Una volta presentato l’itinerario nel suo complesso è necessario procedere alla

classificazione delle tipologie di percorso a seconda del mezzo utilizzato (mountain

bike, cavallo, piedi) prevedendo la possibilità di noleggiare un veicolo (macchina,

pulmino, taxi) oppure servendosi del servizio pubblico (autobus-treno).

Un altro elemento di interesse è dato dalla durata del soggiorno che può variare da un

minimo coincidente con il fine settimana, seguito da tre giorni, una settimana fino ad un

massimo di quindici giorni.

Un altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’insieme dei servizi offerti lungo il

percorso: la disponibilità di figure professionali di cui avvalersi per la scoperta del

territorio (guide locali, accompagnatori, guida di montagna); un sistema di prenotazione

informatizzato attivo in diversi punti del percorso e la possibilità di scegliere diverse

tipologie ricettive presenti lungo l’itinerario, servizio trasferimento bagagli, la

predisposizione di pacchetti turistici personalizzati, negozi, punti di ristoro in montagna,

punti informativi, circuito museale).

4.6.2.1 Le fasi del progetto

La gestione risulta essere un aspetto fondamentale per il successo di un progetto di

valorizzazione del territorio, distinto rispetto all’attività amministrativa.

Per la gestione ed organizzazione di tutte le iniziative realizzate in campo turistico, si

potrebbe profilare la possibilità di affidare l’attività di gestione del progetto ad un

organismo ad hoc che abbia la responsabilità del coordinamento ed implementazione

delle diverse fasi del progetto sulla base di specifiche competenze tecniche richieste per

assolvere adeguatamente la funzione di cooordinamento ed implementazione.

Nell’ambito della strategia di marketing territoriale si ricollegano le iniziative finalizzate ad

accrescere la visibilità del territorio provinciale come meta turistica mediante la

realizzazione di un sito web curando la definizione della veste grafica tale da attirare

l’interesse dei potenziali clienti users di internet, oggi sempre più numerosi nel ricorrere

allo strumento informatico invece del canale organizzato delle agenzie di viaggio per

scegliere e pianificare la propria vacanza. Oltre alla veste grafica, è opportuno sviluppare

in maniera adeguata ed esaustiva i testi che devono dare contenuto al sito

differenziandoli a seconda del cliente target al quale è rivolta la comunicazione e del

mercato considerato. Appare utile prevedere una presentazione chiara dell’insieme di

itinerari proposti unitamente alla gamma completa di servizi che il territorio è in grado di

offrire.

A completamento della strategia di comunicazione online risulta indispensabile corredare i

contenuti con un archivio di foto delle località di maggiore interesse dedicando uno spazio

all’interno del sito alle informazioni utili relative ai seguenti aspetti: mezzi di trasporto,

ricettività, ristorazione, elenco dei punti vendita disseminati lungo il percorso, proposte di

visita, con possibilità di degustazioni dei prodotti tipici, delle aziende agroalimentari locali

la cui presenza rende l’enogastronomia punto di forza del territorio.

Per meglio veicolare l’immagine della provincia anche su mercati di lingua straniera, si

rende necessaria la realizzazione di materiale informativo (brochure, depliants,

guide, cataloghi) disponibili almeno nelle due lingue, inglese e tedesca, che si riferiscono

ai principali mercati di provenienza dei turisti stranieri.

Tra gli elementi ritenuti indispensabili al fine della valorizzazione del territorio si prevede

l’elaborazione di un marchio territoriale in grado di dare una connotazione positiva

al territorio capace di sintetizzare tutte le risorse esistenti lungo il percorso ivi compresi i

valori identitari condivisi dalla comunità locale.

4.6.2.2 I risultati attesi dal progetto

Dall’analisi delle caratteristiche del territorio della provincia di Crotone è emerso un dato

importante, che rappresenta il punto di partenza per l’elaborazione di una strategia

finalizzata al rilancio dell’economia locale. Tale elemento è dato dalla vocazione turistica

della provincia calabrese. Una volta individuato il settore sul quale puntare al fine di dare

impulso all’attività economica locale, si è proceduto alla ricerca e selezione della buona

prassi che offrisse opportunità di crescita tali da consentire la replicabilità nella provincia.

Secondo le previsioni i risultati attesi dalla realizzazione del progetto possono essere

sintetizzati nei seguenti punti:

- Creazione di un’immagine turistica che consenta alla provincia di inserirsi,

come valida alternativa alle località turistiche già affermate, nel circuito turistico

internazionale;

- Sviluppo di una serie di attività (ricerca, diffusione, utilizzo) collegate

al turismo culturale mediante una strategia di valorizzazione del territorio

basato sul recupero del patrimonio culturale, storico ed archeologico di cui la

provincia di Crotone dispone;

- Valorizzazione del patrimonio naturalistico mediante la promozione di

forme innovative di turismo che siano rispettose delle risorse e favoriscano la

diffusione delle coscienza e del rispetto per l’ambiente;

- Realizzazione di iniziative mirate alla comunicazione delle risorse

turistiche mediante la elaborazione e pubblicazione di materiale informativo,

didattico allo scopo di sensibilizzare il pubblico alla conoscenza del patrimonio

culturale;

- Diffusione della cultura dell’accoglienza e condivisione dei valori che

contraddistinguono l’identità del territorio;

- Predisposizione di un insieme di pacchetti turistici differenziati per

target, durata del soggiorno e motivazione del viaggio allo scopo di creare

un’offerta articolata che consenta di utilizzare a fini turistici tutte le risorse

presenti sul territorio.

Capitolo 5 Le opzioni strategiche

5.1 La metodologia utilizzata

L’approccio strategico per la costruzione del piano di sviluppo economico e occupazionale

della provincia di Crotone è stato basato, come già evidenziato, sulla condivisione delle

criticità presenti nei settori economici ritenuti a maggiore potenziale di sviluppo, in

termini di capacità e risorse, tecnologiche, ambientali, architettoniche, ecc.

L’insieme delle problematiche emerse (cfr. Capitolo 3) è stato analizzato con l’obiettivo di

individuare misure e azioni di intervento idonee a rimuoverle e a creare i presupposti per

uno sviluppo complessivo del tessuto economico locale. A tal fine la metodologia

progettuale utilizzata è stata quella del PCM (Project Cycle Management), che prevede lo

sviluppo delle seguenti attività:

• Costruzione dell’albero dei problemi. I problemi emersi vengono messi in

relazione di causa/effetto, al fine di individuare il percorso logico di sviluppo

progettuale per il superamento dei problemi di più alto livello;

• Costruzione dell’albero degli obiettivi. I problemi individuati e inseriti nell’albero

vengono riportati in termini di obiettivi da raggiungere e integrati, attraverso il

Forking, da ulteriori obiettivi che completano, dal punto di vista logico-deduttivo,

quelli già individuati;

• Clustering degli obiettivi. Dall’albero degli obiettivi vengono ricavati i possibili

progetti da sviluppare, individuando le tematiche affini che richiedono una

strategia progettuale autonoma;

• Costruzione del quadro logico del progetto. I progetti individuati attraverso il

clustering vengono riportati in termini di quadro logico, ossia attraverso la

specificazione degli obiettivi generali, dell’obiettivo specifico, dei risultati, degli

indicatori di valutazione, delle attività previste e degli elementi esterni da

considerare per la buona riuscita del progetto.

Nel seguito sono descritte alcune possibili ipotesi di intervento costruite sulla convergenza

di opinioni tra operatori istituzionali e imprenditori locali, che rappresentano base

fondamentale di pianificazione degli obiettivi, delle misure e delle linee di intervento del

Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione.

Sono, altresì, considerati alcuni fattori d’influenza esterna che nelle fasi operative

potrebbero ostacolare la buona riuscita degli interventi, dei quali l’Amministrazione

provinciale dovrà monitorare l’andamento e gestire la criticità sui processi di sviluppo

locali. Le opzioni strategiche considerate si riferiscono al Terzo Settore, al Turismo e Beni

Culturali e all’Industria nel suo complesso.

5.2 Una possibile strategia di intervento nel Terzo Settore

I principali problemi di carattere generale che riguardano il Terzo Settore sono rinvenibili

nella bassa competitività del settore, nell’esiguo numero di fruitori dei servizi offerti e in

una qualità delle vita bassa per le persone svantaggiate. In tale contesto, dunque, la

problematica generale, per operatori e fruitori, è la limitata incidenza del settore

sull’economia locale. L’obiettivo generale degli interventi da realizzare nel Terzo Settore

è, dunque: Incrementare l’incidenza del settore sull’economia locale. L’obiettivo

generale è stato declinato in una serie di obiettivi specifici, ognuno dei quali perseguito

attraverso una linea di interventi mirata. Si tratta, in particolare, di:

• Incrementare la competitività del settore (linea d’intervento

“Competitività”);

• Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona (linea

d’intervento (“Conoscenza”);

• Migliorare la qualità della vita delle persone svantaggiate (linea

d’intervento “Integrazione”).

Le figure seguenti evidenziano l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e il clustering

degli interventi progettuali possibili nel Terzo Settore.

Figura 5.1 L’albero dei problemi del Terzo Settore

Il III° settore è poco regolamentato

I titoli professionali acquisiti hanno valenza solo provinciale

I servizi sono scarsamente “certificati”

La presenza di figure professionali intermedie è

limitata

La presenza di figure professionali specializzate è

scarsaL’offerta di lavoro per le persone svantaggiate è

limitata

La presenza di imprese specializzate nel sociale è

limitata

Le possibilità di programmazione di politiche

settoriali sono limitate

La conoscenza del III° settore è limitata

Gli operatori del sociale sono poco integrati

La dimensione dell’utenza potenziale è poco conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è poco

presente

L’offerta di servizi del III°settore è limitata

L’offerta del turismo sociale èlimitata

La cultura dei servizi alla persona è poco diffusa

Il livello di collaborazione territoriale è basso

Il numero di fruitori di servizi è basso

La qualità dei servizi offerti èbassa

L’innovazione nei servizi èlimitata

L’incidenza del settore sull’economia locale è limitata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è bassa

La competitività del settore èbassa

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

limitata

La tipologia di servizi offerti èlimitata

Il III° settore è poco regolamentato

I titoli professionali acquisiti hanno valenza solo provinciale

I servizi sono scarsamente “certificati”

La presenza di figure professionali intermedie è

limitata

La presenza di figure professionali specializzate è

scarsaL’offerta di lavoro per le persone svantaggiate è

limitata

La presenza di imprese specializzate nel sociale è

limitata

Le possibilità di programmazione di politiche

settoriali sono limitate

La conoscenza del III° settore è limitata

Gli operatori del sociale sono poco integrati

La dimensione dell’utenza potenziale è poco conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è poco

presente

L’offerta di servizi del III°settore è limitata

L’offerta del turismo sociale èlimitata

La cultura dei servizi alla persona è poco diffusa

Il livello di collaborazione territoriale è basso

Il numero di fruitori di servizi è basso

La qualità dei servizi offerti èbassa

L’innovazione nei servizi èlimitata

L’incidenza del settore sull’economia locale è limitata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è bassa

La competitività del settore èbassa

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

limitata

La tipologia di servizi offerti èlimitata

Figura 5.2 L’albero degli obiettivi del Terzo Settore

La regolamentazione del III°settore è realizzata

I titoli professionali sono riconosciuti

La certificazione dei servizi èrealizzata

Le figure professionali intermedie sono presenti

Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le

persone svantaggiate èincrementata

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata

La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

L’offerta del turismo sociale èsviluppata

L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona

è realizzatoIl livello di cooperazione

territoriale è incrementato

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è

incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è

migliorata

La competitività del settore èincrementata

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

realizzata

La tipologia di servizi offerti èampliata

La regolamentazione del III°settore è realizzata

I titoli professionali sono riconosciuti

La certificazione dei servizi èrealizzata

Le figure professionali intermedie sono presenti

Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le

persone svantaggiate èincrementata

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata

La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

L’offerta del turismo sociale èsviluppata

L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona

è realizzatoIl livello di cooperazione

territoriale è incrementato

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è

incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è

migliorata

La competitività del settore èincrementata

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

realizzata

La tipologia di servizi offerti èampliata

Figura 5.3 Il clustering del Terzo Settore

La regolamentazione del III°settore è realizzata

I titoli professionali sono riconosciuti

La certificazione dei servizi èrealizzata

Le figure professionali intermedie sono presenti

Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le

persone svantaggiate èincrementata

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata

La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

L’offerta del turismo sociale èsviluppata

L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona

è realizzatoIl livello di cooperazione

territoriale è incrementato

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è

incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è

migliorata

La competitività del settore èincrementata

COMPETITIVITA’CONOSCENZA

INTEGRAZIONE

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

realizzata

La tipologia di servizi offerti èampliata

La regolamentazione del III°settore è realizzata

I titoli professionali sono riconosciuti

La certificazione dei servizi èrealizzata

Le figure professionali intermedie sono presenti

Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le

persone svantaggiate èincrementata

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata

La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta

La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

L’offerta del turismo sociale èsviluppata

L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona

è realizzatoIl livello di cooperazione

territoriale è incrementato

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è

incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è

migliorata

La competitività del settore èincrementata

COMPETITIVITA’CONOSCENZA

INTEGRAZIONE

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è

realizzata

La tipologia di servizi offerti èampliata

La linea di intervento “Competitività” si pone come obiettivo specifico l’incremento della

competitività del settore, verificabile attraverso la crescita del reddito generato per gli

operatori specializzati del 30% nei tre anni dalla data di entrata in vigore del Piano.

La ricerca di una maggiore competitività passa anche attraverso il raggiungimento di

alcuni risultati operativi. Per la linea di intervento tali risultati triennali sono:

• Realizzazione di processi di innovazione nei servizi, attraverso

l’incremento di efficienza del 30% nei processo di erogazione dei

servizi;

• Incremento della qualità dei servizi offerti, misurabile attraverso il

grado di soddisfazione degli utenti. Si prevede di ottenere un

numero di utenti soddisfatti pari al 50% del totale.

Per la verifica degli indicatori di valutazione dell’obiettivo specifico e dei risultati attesi, si

utilizzeranno basi di dati delle cooperative sociali e di altri operatori del settore, e basi di

dati costruite “ad hoc” in studi e ricerche realizzate sui fruitori dei servizi.

La tipologia di attività che saranno realizzate riguarda il riconoscimento dei titoli

professionali acquisiti nel settore, la formazione di figure professionali specializzate e

intermedie, la regolamentazione normativa del settore, la certificazione dei servizi

erogati.

I fattori esterni di maggiore influenza sullo sviluppo degli interventi previsti si riferiscono:

• Alla complessità di utilizzo delle tecnologie necessarie

all’incremento della qualità dei servizi;

• Alla facilità di accesso alle tecnologie necessarie, in termini di costo,

logistica, brevetti esistenti, ecc.;

• Al tasso di innovazione complessivo del settore, che potrebbe

rendere obsolete in poco tempo tecnologie innovative sulle quali si

è investito in ambito locale;

• L’adeguamento della normativa nazionale, necessario per agevolare

anche la mobilità lavorativa e la certificazione della professionalità

delle risorse umane specializzate nel settore.

La figura 5.4 mostra in dettaglio gli interventi del progetto “Competitività”.

Figura 5.4 Il progetto “Competitività”

L’obiettivo specifico della linea di intervento “Conoscenza” riguarda l’incremento del

numero complessivo di fruitori dei servizi, che si prevede possa essere nell’ordine del

40% nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano. Tale obiettivo specifico è stato poi

declinato in una serie di risultati operativi, anch’essi nei tre anni, di seguito descritti:

• Incremento del 20% del numero di imprese specializzate

nell’erogazione di servizi alla persona;

• Realizzazione di una programmazione politica settoriale, attraverso

la predisposizione di un piano di sviluppo settoriale;

• Incremento del livello di conoscenza sugli elementi distintivi della

domanda e dell’offerta settoriale.

Il raggiungimento di tali risultati operativi sarà monitorato attraverso le basi di dati

disponibili presso l’Amministrazione Provinciale e le cooperative sociali, mentre per la

conoscenza degli elementi distintivi di domanda e offerta si realizzerà una ricerca sul

campo.

Le attività previste riguardano, tra l’altro, la realizzazione di ricerche sulla domanda, il

censimento degli operatori esistenti, la promozione delle attività di assistenza alle

persone, gli incentivi alla nascita di nuove imprese specializzate.

Regolamentare il III° settore

Riconoscere i titoli professionali

“Certificare” i servizi

Formare figure professionali intermedie

Formare figure professionali specializzate

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata

La competitività del settore è incrementata

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Il reddito generato per gli operatori specializzati è aumentato del 30% in tre anni

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

Numero di fruitori soddisfatti pari al 50% in tre anni

L’efficienza del processo di erogazione dei servizi è

aumentata del 30% in tre anni

Rapporti di ricerca sulla domanda

Dati cooperative sociali

ATTIVITA’

Dati cooperative sociali e altri operatori del settore

Realizzare progetti pilota di innovazione

Tasso di innovazione complessivo del settore

Complessità delle tecnologie necessarie

Facilità di accesso alle tecnologie necessarie

Adeguamento della normativa nazionale

Regolamentare il III° settore

Riconoscere i titoli professionali

“Certificare” i servizi

Formare figure professionali intermedie

Formare figure professionali specializzate

La qualità dei servizi offerti èincrementata

L’innovazione nei servizi èrealizzata

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata

La competitività del settore è incrementata

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Il reddito generato per gli operatori specializzati è aumentato del 30% in tre anni

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

Numero di fruitori soddisfatti pari al 50% in tre anni

L’efficienza del processo di erogazione dei servizi è

aumentata del 30% in tre anni

Rapporti di ricerca sulla domanda

Dati cooperative sociali

ATTIVITA’

Dati cooperative sociali e altri operatori del settore

Realizzare progetti pilota di innovazione

Tasso di innovazione complessivo del settore

Complessità delle tecnologie necessarie

Facilità di accesso alle tecnologie necessarie

Adeguamento della normativa nazionale

Il principale fattore esterno di influenza sulla riuscita delle attività previste riguarda

essenzialmente la numerosità della domanda presente nel territorio provinciale, della

quale non si conosce, al momento, il reale dimensionamento potenziale.

La figura seguente evidenzia il progetto “Conoscenza”.

Figura 5.5 Il progetto “Conoscenza”

La linea di intervento “Integrazione” si pone come obiettivo specifico il miglioramento

complessivo della qualità della vita delle persone svantaggiate attraverso la realizzazione

di attività finalizzate al raggiungimento dei seguenti risultati operativi:

• L’incremento della tipologia di servizi offerti dagli operatori del

settore. Si prevede di aumentare il numero di servizi offerti del 10%

in tre anni;

• La piena integrazione sociale delle persone svantaggiate.

Tale ultimo risultato, in particolare, sarà verificato mediante l’utilizzo di attività di studio e

ricerca indirizzata direttamente ai fruitori dei servizi. Il valore obiettivo programmato è

pari al 50% di soggetti che si ritiene integrato nella società crotonese.

A tale proposito, le attività programmate prevedono la creazione di consorzi tra operatori

del settore, l’individuazione di sbocchi professionali e l’incremento dell’accessibilità ai

servizi territoriali per le persone svantaggiate, la costruzione di “pacchetti” di offerta di

turismo sociale per l’attrazione di flussi dall’esterno, ma anche per promuovere la mobilità

turistica interna al territorio.

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

Realizzare ricerche sulla domanda

Censire gli operatori del settore

Promuovere le attività di assistenza alle persone

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementataOBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTI

I fruitori dei servizi alla persona sono incrementati del 40% in tre anni

Dati operatori del settore

RISULTATI

INDICATORI

FONTI

ATTIVITA’

Gli operatori specializzati sono aumentati del 20% in tre anni

Il piano di sviluppo settoriale è realizzato e applicato

Gli elementi distintivi della domanda e dell’offerta sono

pienamente conosciuti

Dati cooperative sociali Dati Amministrazione provinciale

Rapporti di ricerca

Realizzare ricerche sui servizi erogati e potenziali

Incentivare la nascita di nuove imprese specializzate

Numerosità delle persone svantaggiate presenti sul territorio provinciale

Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate

La programmazione politica settoriale è realizzata

La conoscenza del III° settore è realizzata

Realizzare ricerche sulla domanda

Censire gli operatori del settore

Promuovere le attività di assistenza alle persone

Il numero di fruitori di servizi è incrementato

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementataOBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTI

I fruitori dei servizi alla persona sono incrementati del 40% in tre anni

Dati operatori del settore

RISULTATI

INDICATORI

FONTI

ATTIVITA’

Gli operatori specializzati sono aumentati del 20% in tre anni

Il piano di sviluppo settoriale è realizzato e applicato

Gli elementi distintivi della domanda e dell’offerta sono

pienamente conosciuti

Dati cooperative sociali Dati Amministrazione provinciale

Rapporti di ricerca

Realizzare ricerche sui servizi erogati e potenziali

Incentivare la nascita di nuove imprese specializzate

Numerosità delle persone svantaggiate presenti sul territorio provinciale

La corretta realizzazione degli interventi previsti potrà essere condizionata dai seguenti

fattori esterni:

• L’incremento della qualità della vita complessiva, a seguito di

investimenti in infrastrutture, progetti eco-sostenibili, servizi alle

persone e ai cittadini, ecc.;

• Lo sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni a livello nazionale

e internazionale;

• L’effettiva disponibilità di strutture ricreative sul territorio, da

creare ex novo o attraverso la rifunzionalizzazione di quelle già

esistenti;

• L’attuale complessità delle barriere architettoniche presenti sul

territorio, che potrebbe renderne molto lunga e costosa la

rimozione;

• La capacità di comunicare verbalmente con gli extracomunitari, che

richiede la realizzazione di specifici percorsi di apprendimento per

stranieri.

La figura 5.6 evidenzia in dettaglio gli interventi del progetto “Integrazione”.

Figura 5.6 Il progetto “Integrazione”

Individuare sbocchi professionali per le persone

svantaggiate

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

Costruire “pacchetti” di offerta di turismo sociale

Creare consorzi di settore

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è migliorata

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è realizzata

Incentivare gli investimenti in nuovi servizi

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTI

Il numero di persone svantaggiate che ritiene di aver migliorato la propria condizione di vita è pari al 60% in tre anni

Rapporti di ricerca

RISULTATI

INDICATORI

FONTI

Il numero di persone svantaggiate che si ritiene integrato nella società è pari al

50% in tre anni

La tipologia di servizi offerti èincrementata del 10% in tre

anni

Dati cooperative sociali Rapporti di ricerca

ATTIVITA’

Promuovere l’integrazione tra operatori specializzati e non

Incrementare le opportunità di “accesso” ai servizi per le

persone svantaggiate

Sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni

Incremento della qualità della vita complessiva

Complessità delle barriere architettoniche presenti

Capacità di comunicare con gli extracomunitari

Disponibilità di strutture ricreative

Individuare sbocchi professionali per le persone

svantaggiate

L’offerta di servizi del III°settore è incrementata

Costruire “pacchetti” di offerta di turismo sociale

Creare consorzi di settore

L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata

La qualità della vita delle persone svantaggiate è migliorata

L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è realizzata

Incentivare gli investimenti in nuovi servizi

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTI

Il numero di persone svantaggiate che ritiene di aver migliorato la propria condizione di vita è pari al 60% in tre anni

Rapporti di ricerca

RISULTATI

INDICATORI

FONTI

Il numero di persone svantaggiate che si ritiene integrato nella società è pari al

50% in tre anni

La tipologia di servizi offerti èincrementata del 10% in tre

anni

Dati cooperative sociali Rapporti di ricerca

ATTIVITA’

Promuovere l’integrazione tra operatori specializzati e non

Incrementare le opportunità di “accesso” ai servizi per le

persone svantaggiate

Sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni

Incremento della qualità della vita complessiva

Complessità delle barriere architettoniche presenti

Capacità di comunicare con gli extracomunitari

Disponibilità di strutture ricreative

5.3 Una possibile strategia di intervento nel Turismo e nei Beni Culturali

Le principali problematiche di cui soffre attualmente il settore turistico provinciale

riguardano la limitatezza delle opportunità di lavoro stabile, La bassa incidenza

sull’economia locale, l’eccessiva stagionalità dei flussi turistici, il basso numero di arrivi

complessivi. Per tali ragioni gli interventi settoriali dovranno essere finalizzati al

raggiungimento del seguente obiettivo generale: “incrementare l’incidenza del

settore sull’economia locale per creare opportunità di lavoro stabile e

continuative nel corso dell’anno”, il quale dipende direttamente dal raggiungimento

di alcuni obiettivi specifici:

• Destagionalizzare i flussi turistici in entrata (linea d’intervento

“Potenziamento dell’offerta”);

• Incrementare il numero complessivo degli arrivi turistici (linea

d’intervento “Qualificazione dell’offerta”).

Le figure seguenti mostrano l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e il clustering

relativo agli interventi possibili nel Turismo e nei Beni Culturali.

Figura 5.7 L’albero dei problemi del Turismo e dei Beni Culturali

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

scarsa

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono limitati

La conoscenza delle risorse

culturali è limitata

L’offerta di servizi per la cultura è

limitata

I centri per la fruizione della

cultura locali sono poco attraenti

L’utilizzo di strumenti

innovativi per la promozione dei beni culturali è

limitato

I beni culturali sono poco fruibili

L’offerta di eventi e manifestazioni

culturali è limitata

Le tipicità locali sono poco valorizzate

Il turismo culturale è poco sviluppato

Gli itinerari eno-gastronomici sono

poco fruibili

Le possibilità di diversificazione dell’offerta turistica sono

limitate

L’offerta di strutture sportive

è limitata

Il turismo sportivo è poco sviluppato

La presenza di strutture

congressuali èlimitata

Il turismo business è poco sviluppato

Il turismo è molto concentrato sulla

risorsa mare

L’offerta balneare è poco integrata con il patrimonio delle aree interne

La rete territoriale degli uffici per il turismo è poco

sviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiere

è limitata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èmedio-bassa

Il target di turista è poco

differenziato

I flussi turistici sono stagionali

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

limitate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è limitata

La ricettività nelle aree interne è

limitata

Il sistema dei trasporti è poco

sviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo è limitata

La specializzazione nelle professioni turistiche è bassa

I percorsi turistici sono poco fruibili

L’offerta “a pacchetto” è

limitata

Gli studi sulla domanda turistica

sono limitati

Le risorse territoriali sono poco conosciute

Il sistema della promozione è

poco coordinato

La presenza sui cataloghi

internazionali èlimitata

La presenza sui cataloghi nazionali

è limitata

Gli arrivi internazionali sono limitati

Gli arrivi nazionali sono limitati

Il territorio è poco conosciuto sui

mercati tradizionali

Il numero di arrivi turistici è basso

Il sistema di offerta è poco coerente con le

risorse

Gli Enti di promozione sono poco integrati con

il territorio

Le imprese turistiche sono scarsamente “certificate”

I marchi territoriali sono poco utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo

percepito è basso

Il tasso di ritorno dei turisti è basso

La promozione del patrimonio

culturale è limitata

Il patrimonio culturale è poco

valorizzato

Le produzioni artigianali sono

poco integrate con l’offerta turistica

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

scarsa

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono limitati

La conoscenza delle risorse

culturali è limitata

L’offerta di servizi per la cultura è

limitata

I centri per la fruizione della

cultura locali sono poco attraenti

L’utilizzo di strumenti

innovativi per la promozione dei beni culturali è

limitato

I beni culturali sono poco fruibili

L’offerta di eventi e manifestazioni

culturali è limitata

Le tipicità locali sono poco valorizzate

Il turismo culturale è poco sviluppato

Gli itinerari eno-gastronomici sono

poco fruibili

Le possibilità di diversificazione dell’offerta turistica sono

limitate

L’offerta di strutture sportive

è limitata

Il turismo sportivo è poco sviluppato

La presenza di strutture

congressuali èlimitata

Il turismo business è poco sviluppato

Il turismo è molto concentrato sulla

risorsa mare

L’offerta balneare è poco integrata con il patrimonio delle aree interne

La rete territoriale degli uffici per il turismo è poco

sviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiere

è limitata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èmedio-bassa

Il target di turista è poco

differenziato

I flussi turistici sono stagionali

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

limitate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è limitata

La ricettività nelle aree interne è

limitata

Il sistema dei trasporti è poco

sviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo è limitata

La specializzazione nelle professioni turistiche è bassa

I percorsi turistici sono poco fruibili

L’offerta “a pacchetto” è

limitata

Gli studi sulla domanda turistica

sono limitati

Le risorse territoriali sono poco conosciute

Il sistema della promozione è

poco coordinato

La presenza sui cataloghi

internazionali èlimitata

La presenza sui cataloghi nazionali

è limitata

Gli arrivi internazionali sono limitati

Gli arrivi nazionali sono limitati

Il territorio è poco conosciuto sui

mercati tradizionali

Il numero di arrivi turistici è basso

Il sistema di offerta è poco coerente con le

risorse

Gli Enti di promozione sono poco integrati con

il territorio

Le imprese turistiche sono scarsamente “certificate”

I marchi territoriali sono poco utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo

percepito è basso

Il tasso di ritorno dei turisti è basso

La promozione del patrimonio

culturale è limitata

Il patrimonio culturale è poco

valorizzato

Le produzioni artigianali sono

poco integrate con l’offerta turistica

Figura 5.8 L’albero degli obiettivi del Turismo e dei Beni Culturali

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

realizzata

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono realizzati

La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata

L’offerta di servizi per la cultura è

potenziata

L’attrattività dei centri per la fruizione della

cultura è incrementata

L’utilizzo di strumenti innovativi per la

promozione dei beni culturali è

incrementato

La fruibilità dei beni culturali èincrementata

L’offerta di eventi e manifestazioni culturali

è potenziata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato

La fruibilità degli itinerari eno-

gastronomici èincrementata

La diversificazione dell’offerta turistica è

realizzata

L’offerta di strutture sportive è incrementata

Lo sviluppo del turismo sportivo è

realizzato

Il numero di strutture

congressuali èincrementato

lo sviluppo del turismo business

è realizzato

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente è realizzata

L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle

aree interne

La rete territoriale degli uffici per il

turismo èsviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èincrementata

La differenziazione del target di turista

è realizzata

I flussi turistici sono destagionalizzati

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

incrementate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è incrementata

La ricettività nelle aree interne èincrementata

Il sistema dei trasporti èsviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo èincrementata

La specializzazione nelle professioni

turistiche è realizzata

La fruibilità dei percorsi turistici è

incrementata

L’offerta “a pacchetto” èincrementata

Gli studi sulla domanda turistica

sono realizzati

La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata

Il coordinamento del sistema della promozione

è realizzato

La presenza sui cataloghi

internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali

è incrementata

Gli arrivi internazionali

sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il numero di arrivi turistici è incrementato

Il sistema di offerta è coerente

con le risorse

Gli Enti di promozione sono integrati con il

territorio

Le imprese turistiche sono

“certificate”

I marchi territoriali sono

utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo percepito

è incrementato

Il tasso di ritorno dei turisti è

incrementato

La promozione del patrimonio culturale èrealizzata

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è

realizzata

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

realizzata

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono realizzati

La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata

L’offerta di servizi per la cultura è

potenziata

L’attrattività dei centri per la fruizione della

cultura è incrementata

L’utilizzo di strumenti innovativi per la

promozione dei beni culturali è

incrementato

La fruibilità dei beni culturali èincrementata

L’offerta di eventi e manifestazioni culturali

è potenziata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato

La fruibilità degli itinerari eno-

gastronomici èincrementata

La diversificazione dell’offerta turistica è

realizzata

L’offerta di strutture sportive è incrementata

Lo sviluppo del turismo sportivo è

realizzato

Il numero di strutture

congressuali èincrementato

lo sviluppo del turismo business

è realizzato

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente è realizzata

L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle

aree interne

La rete territoriale degli uffici per il

turismo èsviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èincrementata

La differenziazione del target di turista

è realizzata

I flussi turistici sono destagionalizzati

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

incrementate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è incrementata

La ricettività nelle aree interne èincrementata

Il sistema dei trasporti èsviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo èincrementata

La specializzazione nelle professioni

turistiche è realizzata

La fruibilità dei percorsi turistici è

incrementata

L’offerta “a pacchetto” èincrementata

Gli studi sulla domanda turistica

sono realizzati

La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata

Il coordinamento del sistema della promozione

è realizzato

La presenza sui cataloghi

internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali

è incrementata

Gli arrivi internazionali

sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il numero di arrivi turistici è incrementato

Il sistema di offerta è coerente

con le risorse

Gli Enti di promozione sono integrati con il

territorio

Le imprese turistiche sono

“certificate”

I marchi territoriali sono

utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo percepito

è incrementato

Il tasso di ritorno dei turisti è

incrementato

La promozione del patrimonio culturale èrealizzata

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è

realizzata

Figura 5.9 Il clustering del Turismo e dei Beni Culturali

POTENZIAMENTO

DELL’OFFE

RTA

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

realizzata

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono realizzati

La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata

L’offerta di servizi per la cultura è

potenziata

L’attrattività dei centri per la fruizione della

cultura è incrementata

L’utilizzo di strumenti innovativi per la

promozione dei beni culturali è

incrementato

La fruibilità dei beni culturali èincrementata

L’offerta di eventi e manifestazioni culturali

è potenziata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato

La fruibilità degli itinerari eno-

gastronomici èincrementata

La diversificazione dell’offerta turistica è

realizzata

L’offerta di strutture sportive è incrementata

Lo sviluppo del turismo sportivo è

realizzato

Il numero di strutture

congressuali èincrementato

lo sviluppo del turismo business

è realizzato

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente è realizzata

L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle

aree interne

La rete territoriale degli uffici per il

turismo èsviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èincrementata

La differenziazione del target di turista

è realizzata

I flussi turistici sono destagionalizzati

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

incrementate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è incrementata

La ricettività nelle aree interne èincrementata

Il sistema dei trasporti èsviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo èincrementata

La specializzazione nelle professioni

turistiche è realizzata

La fruibilità dei percorsi turistici è

incrementata

L’offerta “a pacchetto” èincrementata

Gli studi sulla domanda turistica

sono realizzati

La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata

Il coordinamento del sistema della promozione

è realizzato

La presenza sui cataloghi

internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali

è incrementata

Gli arrivi internazionali

sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il numero di arrivi turistici è incrementato

Il sistema di offerta è coerente

con le risorse

Gli Enti di promozione sono integrati con il

territorio

Le imprese turistiche sono

“certificate”

I marchi territoriali sono

utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo percepito

è incrementato

Il tasso di ritorno dei turisti è

incrementato

La promozione del patrimonio culturale èrealizzata

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è

realizzata

QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA

POTENZIAMENTO

DELL’OFFE

RTA

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

realizzata

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono realizzati

La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata

L’offerta di servizi per la cultura è

potenziata

L’attrattività dei centri per la fruizione della

cultura è incrementata

L’utilizzo di strumenti innovativi per la

promozione dei beni culturali è

incrementato

La fruibilità dei beni culturali èincrementata

L’offerta di eventi e manifestazioni culturali

è potenziata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato

La fruibilità degli itinerari eno-

gastronomici èincrementata

La diversificazione dell’offerta turistica è

realizzata

L’offerta di strutture sportive è incrementata

Lo sviluppo del turismo sportivo è

realizzato

Il numero di strutture

congressuali èincrementato

lo sviluppo del turismo business

è realizzato

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente è realizzata

L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle

aree interne

La rete territoriale degli uffici per il

turismo èsviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èincrementata

La differenziazione del target di turista

è realizzata

I flussi turistici sono destagionalizzati

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

incrementate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è incrementata

La ricettività nelle aree interne èincrementata

Il sistema dei trasporti èsviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo èincrementata

La specializzazione nelle professioni

turistiche è realizzata

La fruibilità dei percorsi turistici è

incrementata

L’offerta “a pacchetto” èincrementata

Gli studi sulla domanda turistica

sono realizzati

La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata

Il coordinamento del sistema della promozione

è realizzato

La presenza sui cataloghi

internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali

è incrementata

Gli arrivi internazionali

sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il numero di arrivi turistici è incrementato

Il sistema di offerta è coerente

con le risorse

Gli Enti di promozione sono integrati con il

territorio

Le imprese turistiche sono

“certificate”

I marchi territoriali sono

utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo percepito

è incrementato

Il tasso di ritorno dei turisti è

incrementato

La promozione del patrimonio culturale èrealizzata

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è

realizzata

L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è

realizzata

Gli interventi di recupero del patrimonio

culturale sono realizzati

La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata

L’offerta di servizi per la cultura è

potenziata

L’attrattività dei centri per la fruizione della

cultura è incrementata

L’utilizzo di strumenti innovativi per la

promozione dei beni culturali è

incrementato

La fruibilità dei beni culturali èincrementata

L’offerta di eventi e manifestazioni culturali

è potenziata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato

La fruibilità degli itinerari eno-

gastronomici èincrementata

La diversificazione dell’offerta turistica è

realizzata

L’offerta di strutture sportive è incrementata

Lo sviluppo del turismo sportivo è

realizzato

Il numero di strutture

congressuali èincrementato

lo sviluppo del turismo business

è realizzato

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente è realizzata

L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle

aree interne

La rete territoriale degli uffici per il

turismo èsviluppata

La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata

La qualitàdell’offerta ricettiva

alberghiera èincrementata

La differenziazione del target di turista

è realizzata

I flussi turistici sono destagionalizzati

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono

incrementate

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale

è incrementata

La ricettività nelle aree interne èincrementata

Il sistema dei trasporti èsviluppato

L’offerta di servizi periferici per il

turismo èincrementata

La specializzazione nelle professioni

turistiche è realizzata

La fruibilità dei percorsi turistici è

incrementata

L’offerta “a pacchetto” èincrementata

Gli studi sulla domanda turistica

sono realizzati

La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata

Il coordinamento del sistema della promozione

è realizzato

La presenza sui cataloghi

internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali

è incrementata

Gli arrivi internazionali

sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il numero di arrivi turistici è incrementato

Il sistema di offerta è coerente

con le risorse

Gli Enti di promozione sono integrati con il

territorio

Le imprese turistiche sono

“certificate”

I marchi territoriali sono

utilizzati

Il rapporto qualità/prezzo percepito

è incrementato

Il tasso di ritorno dei turisti è

incrementato

La promozione del patrimonio culturale èrealizzata

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è

realizzata

QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA

La linea d’intervento “potenziamento dell’offerta” (figura 5.10) si pone come obiettivo

specifico la destagionalizzazione dei flussi turistici, attraverso la realizzazione di attività di

potenziamento di sistemi di offerta finalizzati alla valorizzazione di risorse turistiche

alternative al balneare. In particolare, si intende distribuire maggiormente gli arrivi

turistici nell’arco dei 12 mesi e verificare tale trend degli arrivi attraverso l’analisi dei dati

di accesso alle strutture ricettive provinciali.

I risultati attesi dalle attività, e gli indicatori di valutazione nei tre anni dall’entrata in

vigore del Piano, sono:

• La diversificazione dell’offerta turistica, attraverso l’incremento

degli arrivi nelle località interne del 20%;

• La differenziazione delle risorse sfruttate turisticamente, attraverso

l’incremento dei visitatori delle attrattive turistiche diverse dal

balneare del 20%;

• La differenziazione del target di turista, mediante la crescita degli

arrivi di giovani e di scolaresche del 10%;

• Lo sviluppo del turismo business, attraverso l’incremento degli

eventi congressuali del 20%;

• Lo sviluppo del turismo sportivo, misurato attraverso la crescita dei

flussi di turismo specifico del 10%;

• Lo sviluppo del turismo culturale, misurato attraverso la crescita dei

flussi di turismo specifico del 15%;

• La valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso l’incremento

di patrimonio culturale fruibile del 20%;

• L’incremento di attrattività dei centri per la fruizione della cultura,

misurato dal numero di visitatori (+40%);

• La valorizzazione delle tipicità locali, attraverso l’incremento di

acquisti dei prodotti tipici del 40%.

Le fonti dalle quali trarre il dimensionamento degli indicatori nel tempo riguarderanno

sistemi di monitoraggio approntati “ad hoc” quali ricerche sulla domanda, biglietti di

ingresso alle strutture museali e sportive, dati di vendita delle imprese di prodotti tipici,

registri presenza delle strutture ricettive.

Il raggiungimento dei risultati sarà perseguito attraverso la realizzazione di attività quali,

ad esempio, il potenziamento dell’offerta di strutture congressuali e sportive, l’utilizzo di

strumenti innovativi per la fruizione del patrimonio culturale, l’incremento della rete di

uffici territoriali per il turismo, la realizzazione di studi e ricerche sul mercato del turismo

culturale, il recupero e la rifunzionalizzazione di elementi di pregio del patrimonio

culturale.

Il corretto sviluppo delle attività previste, dipende, ovviamente, da fattori esterni che

condizionano, o potrebbero condizionare, l’effettiva possibilità di conseguire i risultati

previsti. Tali fattori esterni riguardano:

• Lo sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni, ossia

l’evoluzione nei modelli di consumo turistici verso la fruizione di

tipologie turistiche alternative rispetto alle tradizionali offerte di

turismo “di massa”;

• La concorrenza di altri contesti locali con vocazioni turistiche e

sistemi di offerta similari, che potrebbero incidere sui risultati

complessivi in termini di prezzi praticati, innovazione tecnologica,

competitività distributiva, capacità di incoming;

• La disponibilità di risorse finanziarie per la realizzazione delle

attività di recupero dei beni culturali, che potrebbero non essere

sufficienti a rendere fruibile una quantità di patrimonio artistico,

storico, architettonico, tale da giustificare la costruzione di un

sistema di offerta basato proprio sul tali elementi di pregio;

• Lo sviluppo dell’eno-gastronomia di qualità nel territorio

provinciale, intesa quale mission degli imprenditori del settore

verso l’innovazione di prodotto e di processo orientata all’alta

qualità;

• La qualità delle acque balneari, che devono essere salvaguardate da

scarichi abusivi sia da terra sia direttamente in mare;

• La qualificazione e lo sviluppo del settore artigiano nei prossimi

anni.

Figura 5.10 Il progetto “Potenziamento dell’offerta”

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata

I flussi turistici sono destagionalizzati

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Gli arrivi turistici sono distribuiti lungo tutti i 12 mesi dell’anno

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

ATTIVITA’

Dati sugli arrivi mensili delle strutture ricettive

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate

La diversificazione dell’offerta turistica èrealizzata

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente èrealizzata

La differenziazione del target di

turista è realizzata

Lo sviluppo del turismo business

è realizzato

Lo sviluppo del turismo sportivo

è realizzato

Lo sviluppo del turismo culturale

è realizzato

Gli arrivi nelle località interne

sono incrementati del 20% in

tre anni

I visitatori delle attrattive diverse dal balneare sono incrementati del 20% in tre anni

Gli arrivi dei giovani e delle

scolaresche sono incrementati del 10% in tre anni

Gli eventi congressuali sono

aumentati del 20% in tre anni

I flussi turistici sportivi sono

incrementati del 10% in tre anni

I flussi turistici culturali sono aumentati del

15% in tre anni

Dati delle strutture ricettive

Numero di ingressi registrati

Dati delle strutture ricettive

Dati delle strutture congressuali

Ricerche sulla domanda

Ricerche sulla domanda

Realizzare attivitàdi promozione del

patrimonio culturale

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’attrattività dei centri per la fruizione

della cultura èincrementata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Incrementare l’offerta di servizi

per la cultura

Integrare gli operatori della cultura e del

balneare

Realizzare studi sulle risorse

culturali

Realizzare interventi di recupero del patrimonio culturale

Utilizzare strumenti

innovativi per la promozione/valoriz

zazione

Incrementare l’offerta di eventi e manifestazioni

culturali

Il patrimonio culturale fruibile èincrementato del 20% in tre anni

Il numero di visitatori è incrementato del

40% in tre anni

Gli acquisti di prodotti tipici sono incrementati del 40% in tre anni

Rapporti di ricerca Numero di ingressi registrati

Dati aziende di settore

Integrare le produzioni

artigianali con l’offerta turistica

Incrementare la fruibilità degli itinerari eno-gastronomici

Incrementare l’offerta di strutture

sportive

Incrementare l’offerta di strutture

congressuali

Incrementare la rete territoriali

degli uffici informativi turistici

Incrementare la presenza di strutture

extralberghiere

Incrementare la qualità dell’offerta

alberghiera

Disponibilità di risorse per il

recupero dei beni culturali

Sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni

Concorrenza di altri contesti locali

Qualificazione del settore artigiano nei prossimi anni

Sviluppo dell’eno-gastronomia di

qualità

Qualità delle acque balneari

Cambiamento dei modelli di consumo turistici

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata

I flussi turistici sono destagionalizzati

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Gli arrivi turistici sono distribuiti lungo tutti i 12 mesi dell’anno

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

ATTIVITA’

Dati sugli arrivi mensili delle strutture ricettive

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate

La diversificazione dell’offerta turistica èrealizzata

La differenziazione delle risorse sfruttate

turisticamente èrealizzata

La differenziazione del target di

turista è realizzata

Lo sviluppo del turismo business

è realizzato

Lo sviluppo del turismo sportivo

è realizzato

Lo sviluppo del turismo culturale

è realizzato

Gli arrivi nelle località interne

sono incrementati del 20% in

tre anni

I visitatori delle attrattive diverse dal balneare sono incrementati del 20% in tre anni

Gli arrivi dei giovani e delle

scolaresche sono incrementati del 10% in tre anni

Gli eventi congressuali sono

aumentati del 20% in tre anni

I flussi turistici sportivi sono

incrementati del 10% in tre anni

I flussi turistici culturali sono aumentati del

15% in tre anni

Dati delle strutture ricettive

Numero di ingressi registrati

Dati delle strutture ricettive

Dati delle strutture congressuali

Ricerche sulla domanda

Ricerche sulla domanda

Realizzare attivitàdi promozione del

patrimonio culturale

La valorizzazione del patrimonio

culturale èrealizzata

L’attrattività dei centri per la fruizione

della cultura èincrementata

La valorizzazione delle tipicità locali

è realizzata

Incrementare l’offerta di servizi

per la cultura

Integrare gli operatori della cultura e del

balneare

Realizzare studi sulle risorse

culturali

Realizzare interventi di recupero del patrimonio culturale

Utilizzare strumenti

innovativi per la promozione/valoriz

zazione

Incrementare l’offerta di eventi e manifestazioni

culturali

Il patrimonio culturale fruibile èincrementato del 20% in tre anni

Il numero di visitatori è incrementato del

40% in tre anni

Gli acquisti di prodotti tipici sono incrementati del 40% in tre anni

Rapporti di ricerca Numero di ingressi registrati

Dati aziende di settore

Integrare le produzioni

artigianali con l’offerta turistica

Incrementare la fruibilità degli itinerari eno-gastronomici

Incrementare l’offerta di strutture

sportive

Incrementare l’offerta di strutture

congressuali

Incrementare la rete territoriali

degli uffici informativi turistici

Incrementare la presenza di strutture

extralberghiere

Incrementare la qualità dell’offerta

alberghiera

Disponibilità di risorse per il

recupero dei beni culturali

Sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni

Concorrenza di altri contesti locali

Qualificazione del settore artigiano nei prossimi anni

Sviluppo dell’eno-gastronomia di

qualità

Qualità delle acque balneari

Cambiamento dei modelli di consumo turistici

L’obiettivo specifico della linea di intervento “qualificazione dell’offerta” riguarda

l’incremento del numero di arrivi turistici, che si prevede possano aumentare del 20%

complessivamente nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano. Il raggiungimento di tale

obiettivo presuppone il perseguimento di una serie di risultati operativi intermedi, che

sono di seguito descritti insieme ai relativi indicatori di valutazione triennali:

• Incremento degli arrivi internazionali del 30%;

• Incremento degli arrivi nazionali del 15%;

• Incremento del tasso di ritorno dei turisti, misurato in termini del

30% di arrivi turistici rappresentati da turisti che ritornano;

• Incremento del 40% della presenza dell’offerta provinciale sui

cataloghi dei tour operator internazionali;

• Incremento del 30% della presenza dell’offerta provinciale sui

cataloghi dei tour operator nazionali;

• Ampliamento del livello di conoscenza del territorio presso i tour

operator nazionali (20% dei tour operator conosce la provincia di

Crotone);

• Incremento del rapporto qualità/prezzo percepito, attraverso

specifiche indagini sui turisti dell’area.

Tali risultati operativi saranno perseguiti attraverso un insieme di attività quali, ad

esempio, la realizzazione di offerte “a pacchetto”, la mappatura delle risorse turistiche

locali, l’incremento di offerta ricettiva delle aree interne, la formazione di figure

professionali specializzate, la realizzazione di “marchi” territoriali.

I fattori di influenza esterni considerati critici per la riuscita delle attività sono:

• La disponibilità della spesa turistica globale nei prossimi anni,

intesa quale quota del reddito che la popolazione mondale destinerà

ai consumi turistici, variabile critica in un contesto di difficoltà

economiche, soprattutto dei Paesi di area Euro;

• La situazione economica nei Paesi obiettivo, che potrebbe ridurre le

disponibilità finanziarie dei potenziali target di clienti;

• Lo sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione, la cui implementazione

potrebbe rendere poco competitivo il ricorso ai classici canali

intermediati dai tour operator;

• Il rapporto di cambio dell’euro con le altre monete, che potrebbe

rendere troppo costosa l’offerta provinciale per i turisti non UE;

• La competitività del “prodotto” turistico Calabria, in quanto

elemento di scelta primario nella selezione della destinazione

turistica. In tale ambito appare cruciale l’integrazione con le attività

promozionali istituzionali poste in essere dall’organismo regionale;

• Il potenziamento del sistema delle infrastrutture, necessario per

permettere una reale integrazione del territorio valorizzando

pienamente i “pacchetti” turistici che la programmazione

provinciale saprà realizzare.

La figura seguente evidenzia in dettaglio il sistema degli interventi del progetto

“qualificazione dell’offerta”, definendo con chiarezza il quadro delle fonti da cui trarre

indicazioni circa il livello di raggiungimento dei risultati programmati.

Figura 5.11 Il progetto “Qualificazione dell’offerta”

Gli arrivi nazionali sono incrementati

Gli arrivi internazionali sono incrementati

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata

Il numero degli arrivi turistici è incrementato

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Gli arrivi turistici sono cresciuti del 20% in tre anni

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

ATTIVITA’

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate

Il tasso di ritorno dei turisti è incrementato

La presenza sui cataloghi internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali è incrementata

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il rapporto qualità/prezzo percepito è incrementato

Gli arrivi internazionali sono cresciuti del 30% in

tre anni

Gli arrivi nazionali sono cresciuti del 15% in tre

anni

Il 30% dei turisti ritorna nei tre anni

La presenza èincrementata del 40% in

tre anni

La presenza èincrementata del 30% in

tre anni

Il 20% dei tour operator nazionali conosce la provincia di Crotone

I turisti reputano il rapporto qualità/prezzo di

buon livello

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Indagini presso i tour operator internazionali

Indagini presso i tour operator nazionali

Indagini presso i tour operator

Indagini presso i turisti

Realizzare offerte “a pacchetto”

Realizzare piani integrati di promozione turistica

Costruire sistemi di offerta coerenti con le risorse

Realizzare marchi territoriali

Incrementare l’offerta ricettiva delle aree interne

Sviluppare il sistema dei trasporti

Incrementare l’offerta di servizi periferici per il

turismo

Formare operatori specializzati nelle

professioni turistiche

Realizzare studi sulla domanda turistica

Mappare le risorse turistiche territoriali

Integrare gli enti di promozione con gli

operatori privati

“Certificare” le imprese turistiche

Potenziamento del sistema delle infrastrutture

Competitività del “prodotto turistico”

Calabria

Rapporto di cambio dell’euro

Disponibilità della spesa turistica nei prossimi anni

Situazione economica nei Paesi obiettivo

Sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione

Gli arrivi nazionali sono incrementati

Gli arrivi internazionali sono incrementati

L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata

Il numero degli arrivi turistici è incrementato

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Gli arrivi turistici sono cresciuti del 20% in tre anni

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

ATTIVITA’

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate

Il tasso di ritorno dei turisti è incrementato

La presenza sui cataloghi internazionali èincrementata

La presenza sui cataloghi nazionali è incrementata

La conoscenza del territorio sui mercati

tradizionali è realizzata

Il rapporto qualità/prezzo percepito è incrementato

Gli arrivi internazionali sono cresciuti del 30% in

tre anni

Gli arrivi nazionali sono cresciuti del 15% in tre

anni

Il 30% dei turisti ritorna nei tre anni

La presenza èincrementata del 40% in

tre anni

La presenza èincrementata del 30% in

tre anni

Il 20% dei tour operator nazionali conosce la provincia di Crotone

I turisti reputano il rapporto qualità/prezzo di

buon livello

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Dati ufficiali delle strutture ricettive

Indagini presso i tour operator internazionali

Indagini presso i tour operator nazionali

Indagini presso i tour operator

Indagini presso i turisti

Realizzare offerte “a pacchetto”

Realizzare piani integrati di promozione turistica

Costruire sistemi di offerta coerenti con le risorse

Realizzare marchi territoriali

Incrementare l’offerta ricettiva delle aree interne

Sviluppare il sistema dei trasporti

Incrementare l’offerta di servizi periferici per il

turismo

Formare operatori specializzati nelle

professioni turistiche

Realizzare studi sulla domanda turistica

Mappare le risorse turistiche territoriali

Integrare gli enti di promozione con gli

operatori privati

“Certificare” le imprese turistiche

Potenziamento del sistema delle infrastrutture

Competitività del “prodotto turistico”

Calabria

Rapporto di cambio dell’euro

Disponibilità della spesa turistica nei prossimi anni

Situazione economica nei Paesi obiettivo

Sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione

5.4 Una possibile strategia di intervento nell’industria e nel mercato del lavoro

Gli interventi da programmare nei settori industriali della Provincia dovranno tenere conto

delle attuali criticità presenti e, dunque, perseguire il seguente obiettivo generale

“fortificare il tessuto produttivo locale, in termini di capacità di attrarre

investitori dall’esterno, espansione dimensionale delle imprese, valorizzazione

del know how e innovazione, per garantire opportunità di lavoro più coerenti

con i titoli e le capacità professionali presenti sul territorio”.

Il perseguimento dell’obiettivo generale necessita, poi, di una convergenza verso obiettivi

specifici in grado di garantire o meno il successo della strategia. Tali obiettivi specifici

sono:

• Sviluppare nuove opportunità di business per le imprese locali

(linea d’intervento “Innovazione”);

• Incrementare il livello complessivo di appeal del territorio verso

nuovi potenziali investitori (linea d’intervento “Cooperazione”);

• Armonizzare gli interventi della formazione professionali con le reali

esigenze delle imprese locali (linea d’intervento “Lavoro”).

Nel seguito sono rappresentati graficamente l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e

il clustering degli interventi relativi ai settori industriali e al mercato del lavoro.

Figura 5.12 L’albero dei problemi delle attività produttive

Il livello di cooperazione territoriale è basso

Le reti tra imprese sono poco presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èlimitata

Le integrazioni di “filiera”sono poco presenti

Il ricorso delle aziende ai CpIè limitato

La dotazione complessiva di infrastrutture è bassa

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è

difficile

L’offerta produttiva territoriale è poco

competitivaL’incontro tra domanda e offerta di lavoro è limitato

La coerenza tra le esigenze delle imprese e la formazione

è limitata

La vita media delle imprese èbassa

Il livello di appeal del territorio è basso

Le opportunità di business sono poco sviluppate

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è bassa

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono poco

sviluppati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile è basso

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è basso

Il ricorso a figure manageriali è limitato

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è elevato

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è elevata

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-basso

La dimensione media delle imprese è ridotta

La numerosità della forza di lavoro è bassa

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”

territoriale è in calo

L’incidenza delle donne sugli occupati è ridotta

L’età in cui si inizia a lavorare è bassa

L’accesso al credito èdifficoltoso

Le politiche locali sul lavoro sono poco condivise

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

limitata

Il tessuto produttivo è debole

Il livello di cooperazione territoriale è basso

Le reti tra imprese sono poco presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èlimitata

Le integrazioni di “filiera”sono poco presenti

Il ricorso delle aziende ai CpIè limitato

La dotazione complessiva di infrastrutture è bassa

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è

difficile

L’offerta produttiva territoriale è poco

competitivaL’incontro tra domanda e offerta di lavoro è limitato

La coerenza tra le esigenze delle imprese e la formazione

è limitata

La vita media delle imprese èbassa

Il livello di appeal del territorio è basso

Le opportunità di business sono poco sviluppate

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è bassa

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono poco

sviluppati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile è basso

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è basso

Il ricorso a figure manageriali è limitato

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è elevato

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è elevata

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-basso

La dimensione media delle imprese è ridotta

La numerosità della forza di lavoro è bassa

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”

territoriale è in calo

L’incidenza delle donne sugli occupati è ridotta

L’età in cui si inizia a lavorare è bassa

L’accesso al credito èdifficoltoso

Le politiche locali sul lavoro sono poco condivise

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

limitata

Il tessuto produttivo è debole

Figura 5.13 L’albero degli obiettivi delle attività produttive

Il livello di cooperazione territoriale è alto

Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èrealizzata

Le integrazioni di “filiera”sono incrementate

Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato

La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali

è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

L’espansione del business èrealizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Le figure manageriali sono presenti

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto

La dimensione media delle imprese è incrementata

La numerosità della forza di lavoro è elevata

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta

L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata

L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata

L’accesso al credito è piùsemplice

La condivisione delle politiche locali è realizzata

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

realizzata

Il tessuto produttivo è forte

Il livello di cooperazione territoriale è alto

Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èrealizzata

Le integrazioni di “filiera”sono incrementate

Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato

La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali

è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

L’espansione del business èrealizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Le figure manageriali sono presenti

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto

La dimensione media delle imprese è incrementata

La numerosità della forza di lavoro è elevata

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta

L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata

L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata

L’accesso al credito è piùsemplice

La condivisione delle politiche locali è realizzata

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

realizzata

Il tessuto produttivo è forte

Figura 5.14 Il clustering delle attività produttive

Il livello di cooperazione territoriale è alto

Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èrealizzata

Le integrazioni di “filiera”sono incrementate

Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato

La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali

è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

L’espansione del business èrealizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Le figure manageriali sono presenti

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto

La dimensione media delle imprese è incrementata

La numerosità della forza di lavoro è elevata

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta

L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata

L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata

L’accesso al credito è piùsemplice

La condivisione delle politiche locali è realizzata

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

realizzata

Il tessuto produttivo è forte

LAVOROCO

OPERAZ

IONE

INNOVAZIONE

Il livello di cooperazione territoriale è alto

Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èrealizzata

Le integrazioni di “filiera”sono incrementate

Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato

La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali

è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

L’espansione del business èrealizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Le figure manageriali sono presenti

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto

La dimensione media delle imprese è incrementata

La numerosità della forza di lavoro è elevata

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta

L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata

L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata

L’accesso al credito è piùsemplice

La condivisione delle politiche locali è realizzata

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

realizzata

Il tessuto produttivo è forte

Il livello di cooperazione territoriale è alto

Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra

Istituzioni e operatori èrealizzata

Le integrazioni di “filiera”sono incrementate

Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato

La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali

è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

L’espansione del business èrealizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Le figure manageriali sono presenti

Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto

La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta

I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto

La dimensione media delle imprese è incrementata

La numerosità della forza di lavoro è elevata

L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta

L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata

L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata

L’accesso al credito è piùsemplice

La condivisione delle politiche locali è realizzata

La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è

realizzata

Il tessuto produttivo è forte

LAVOROCO

OPERAZ

IONE

INNOVAZIONE

Obiettivo specifico della linea di intervento “Lavoro” è rendere coerenti i percorsi di

formazione e qualificazione professionali con le reali esigenze delle aziende territoriali.

Indicatore diretto del raggiungimento di un tale obiettivo è, infatti, l’incremento del 30%

del numero di allievi di corsi di formazione professionale assunti da aziende operanti nel

territorio della provincia di Crotone nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano.

In tale ottica, la linea di intervento propone attività finalizzate, nei tre anni, a:

• Incrementare le occasioni di incontro tra domanda e offerta di

lavoro, misurato attraverso la crescita del 30% dei contatti diretti

tra aziende e soggetti in cerca di occupazione;

• Incrementare il numero di aziende che ricorre ai Centri per

l’Impiego provinciale (+20%).

Il raggiungimento di questi risultati operativi sarà immediatamente verificabile attraverso

i dati a disposizione dei due Centri per l’Impiego provinciali. In termini generali,

comunque, le attività previste, il cui dettaglio analitico è descritto nel capitolo 6,

riguardano la condivisione delle politiche di sviluppo locale tra enti e operatori privati, la

promozione delle attività dei Centri per l’Impiego, l’armonizzazione delle politiche del

lavoro con le esigenze del territorio, la realizzazione di percorsi formativi per gli operatori

del settore pubblico.

Lo sviluppo delle attività previste, tuttavia, dovrà tenere conto di alcuni fattori esterni che

possono influenzare negativamente i risultati operativi programmati. A tale proposito,

infatti, il processo di armonizzazione tra le politiche e le esigenze del territorio richiede un

rafforzamento del partenariato locale possibile solo in presenza di stabilità politica di

governo a livello provinciale. La maggiore capacità di risposta degli Enti alle esigenze

degli operatori privati, inoltre, necessita di nuovi investimenti in tecnologie informatiche

in grado di creare un network informativo di gestione delle politiche attive del lavoro.

Il dettaglio di obiettivi, risultati e attività previste è riportato nella figura seguente.

Figura 5.15 Il progetto “Lavoro”

La linea di intervento “Cooperazione” è finalizzata, attraverso un processo di

rafforzamento delle “reti” territoriali, all’incremento del livello di appeal del territorio,

soprattutto in termini di nuovi investimenti produttivi attirati dall’esterno. In tale ottica,

indicatore chiave per la valutazione della riuscita degli interventi programmati sarà il

numero di aziende esogene che si saranno localizzate nel territorio. Il valore atteso è pari

ad un incremento del 10% nei tre anni dall’avvio del piano.

L’obiettivo specifico sarà perseguito attraverso una serie di risultati operativi, misurabili

anch’essi nei tre anni, di seguito descritti:

• la maggiore competitività dell’offerta territoriale, valutata quale

capacità di esportare i prodotti locali. In tale ambito si stima un

incremento del 10%;

• la semplificazione dei processi di commercializzazione dei

prodotti/servizi locali, attraverso la creazione di forme di offerta

integrata in grado di garantire quantità e qualità in linea con gli

Attivare processi di comunicazione pubblico-

privato costanti

Il ricorso delle aziende ai CpIè aumentato

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Condividere le politiche di sviluppo locali con gli operatori privati

Armonizzare le politiche del lavoro con le esigenze del

territorio

Il tessuto produttivo è forte

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

RISULTATI

INDICATORI I contatti diretti tra aziende e soggetti in cerca di lavoro sono aumentati del 30%

in tre anni

Il numero delle aziende che si rivolgono ai CpI è

incrementato del 20% in tre anni

Dati CpIDati CpI e aziendeFONTE

ATTIVITA’

Potenziare le occasioni di incontro tra domanda

e offerta di lavoro

Promuovere le attività dei Centri per l’Impiego

Il numero di allievi dei corsi assunti è incrementato del 30% in tre anni

Dati CpI e aziende

Realizzare percorsi formativi degli operatori pubblici

Stabilità politica di amministrazione del territorio

Investimenti in nuove tecnologie informatiche degli

Enti pubblici

Attivare processi di comunicazione pubblico-

privato costanti

Il ricorso delle aziende ai CpIè aumentato

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato

Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti

La vita media delle imprese èaumentata

Condividere le politiche di sviluppo locali con gli operatori privati

Armonizzare le politiche del lavoro con le esigenze del

territorio

Il tessuto produttivo è forte

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

RISULTATI

INDICATORI I contatti diretti tra aziende e soggetti in cerca di lavoro sono aumentati del 30%

in tre anni

Il numero delle aziende che si rivolgono ai CpI è

incrementato del 20% in tre anni

Dati CpIDati CpI e aziendeFONTE

ATTIVITA’

Potenziare le occasioni di incontro tra domanda

e offerta di lavoro

Promuovere le attività dei Centri per l’Impiego

Il numero di allievi dei corsi assunti è incrementato del 30% in tre anni

Dati CpI e aziende

Realizzare percorsi formativi degli operatori pubblici

Stabilità politica di amministrazione del territorio

Investimenti in nuove tecnologie informatiche degli

Enti pubblici

standard dei maggiori brand distributivi. Si stima una crescita dei

consorzi tra privati del 20%.

Le attività da realizzare nell’ambito della linea di intervento saranno indirizzate, tra le

altre, a incentivare le integrazioni di “filiera”, a creare marchi comuni, a promuovere la

localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici per lo

sviluppo locale.

I fattori esterni che hanno influenza sulla buona riuscita delle attività e, dunque, sul

raggiungimento dei risultati previsti possono essere così sintetizzati:

• sviluppo economico dei Paesi obiettivo, che determina il volume

complessivo di consumi;

• rapporto di cambio dell’euro, che influenza la competitività

dell’offerta nei Paesi extra UE;

• dotazione complessiva di infrastrutture a livello locale, intesa anche

quale dotazione di servizi nelle aree urbane e produttive, che può

ostacolare la “trasferibilità” di merci e servizi in tempi rapidi;

• capitale sociale territoriale, inteso quale sintesi del finalismo

convergente, della fiducia reciproca, del rispetto degli accordi e

della competenza presenti nel contesto economico locale. analisi

macroeconomiche hanno, infatti, dimostrato che le aree in ritardo di

sviluppo presentano una dotazione di capitale sociale molto bassa;

• barriere all’entrata presenti nei nuovi mercati obiettivo, sia a livello

di contesto economico, sia a livello di singolo comparto produttivo.

Forti barriere all’entrata possono, infatti, rendere poco conveniente

l’investimento per la penetrazione di uno o più mercato

potenzialmente appetibili.

La figura seguente evidenzia in dettaglio tutti gli elementi di analisi considerati nella

definizione del progetto “Cooperazione”.

Figura 5.16 Il quadro logico “Cooperazione”

La linea di intervento “Innovazione” si pone come obiettivo specifico l’espansione delle

opportunità di business per le aziende operanti nel territorio, attraverso lo sviluppo

dell’innovazione, intesa quale capacità di competere offrendo nuove combinazioni di

prodotto/tecnologia/mercato (Aree Strategiche d’Affari). Si stima di incrementare del

20%, nei tre anni dall’avvio del Piano, le ASA nelle quali sono presenti le imprese locali,

dati misurabile attraverso specifiche indagini presso le aziende.

In tale ambito i risultati operativi attesi dalla realizzazione delle attività previste, nei tre

anni, riguardano:

• l’incremento del 15% del numero di imprese specializzate

nell’erogazione di servizi reali avanzati alle imprese;

• l’avviamento di 3 progetti di ricerca scientifica e tecnologica a

impatto diretto sul territorio provinciale;

• l’incremento del 10% del numero di laureati che trova un lavoro

stabile nell’ambito locale;

• l’incremento del 15% del numero di neolaureati che rimane nel

territorio in cerca di una occupazione

il raggiungimento di tali risultati sarà verificato attraverso il monitoraggio costante dei

dati in possesso dei Centri per l’Impiego, della Camera di Commercio, di Movimprese,

Creare marchi comuni

Promuovere accordi cooperativi tra imprese

Incentivare le integrazioni di “filiera”

Incremento della dotazione complessiva di infrastrutture

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

Il tessuto produttivo è forte

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Il numero di aziende esogene è incrementato del 10% in tre anni

RISULTATI

FONTE Dati ISTAT sull’export

Incremento delle esportazioni del 10% in tre anni

INDICATORI

ATTIVITA’

Determinare standard di accesso alla cooperazione

Il numero di consorzi locali è incrementato del 20% in tre anni

Dati Camere di Commercio

Promuovere la localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici

Dati movimprese

Incremento del capitale sociale territoriale

Potenziamento delle barriere all’entrata in nuovi mercati

Sviluppo economico dei Paesi obiettivo

Potenziamento dei servizi nelle aree urbane e industriali

Rapporto di cambio dell’euro

Creare marchi comuni

Promuovere accordi cooperativi tra imprese

Incentivare le integrazioni di “filiera”

Incremento della dotazione complessiva di infrastrutture

La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è più semplice

L’offerta produttiva territoriale è competitiva

La vita media delle imprese èaumentata

Il livello di appeal del territorio è aumentato

Il tessuto produttivo è forte

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

INDICATORI

FONTE

Il numero di aziende esogene è incrementato del 10% in tre anni

RISULTATI

FONTE Dati ISTAT sull’export

Incremento delle esportazioni del 10% in tre anni

INDICATORI

ATTIVITA’

Determinare standard di accesso alla cooperazione

Il numero di consorzi locali è incrementato del 20% in tre anni

Dati Camere di Commercio

Promuovere la localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici

Dati movimprese

Incremento del capitale sociale territoriale

Potenziamento delle barriere all’entrata in nuovi mercati

Sviluppo economico dei Paesi obiettivo

Potenziamento dei servizi nelle aree urbane e industriali

Rapporto di cambio dell’euro

degli Istituti di Ricerca e degli Enti Locali, per quanto riguarda il numero di laureati e

neolaureati residenti.

In estrema sintesi, alcune tra le attività da realizzare riguardano la semplificazione

dell’accesso al credito, l’incentivo all’assunzione di figure manageriali nel settore privato,

la promozione dell’occupazione femminile, la creazione di Centri di ricerca per

l’innovazione, l’attivazione di percorsi di Alta formazione per imprenditori, la realizzazione

di attività di assistenza tecnica alle imprese.

Il quadro dei fattori critici di influenza esterna sulle attività e sui risultati di progetto è

riconducibile a:

• la pressione competitiva esercitata da imprese localizzate in altri

territori regionali, nazionali e internazionali;

• le barriere all’accesso di nuove tecnologie. Si potrebbe trattare, ad

esempio, di costi molto elevati, di complessità logistica di

localizzazione, di complessità di know how necessario, ecc.;

• le risorse finanziarie da destinare a incentivi agli investimenti

produttivi in nuove tecnologie;

• le possibilità di incremento dell’offerta di strutture scolastiche e

universitarie;

• il sistema dei servizi locali alle famiglie, che devono consentire

anche alle donne madri un facile accesso al mercato del lavoro;

• il potenziamento dei controlli da parte della guardia di finanza sulla

regolarità delle assunzioni e sulle risorse umane impiegate nel

settore privato;

• l’impatto dei fenomeni malavitosi sui processi di sviluppo e

investimento delle aziende;

• le politiche per il lavoro a livello di Governo centrale.

La figura 5.17 evidenzia l’insieme di interventi del progetto “Innovazione”.

Figura 5.17 Il quadro logico “Innovazione”

La vita media delle imprese èaumentata

L’espansione del business è realizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Incentivare l’assunzione di figure manageriali

Ridurre il ricorso a forme di lavoro “atipiche”

Ridurre la presenza di forme di lavoro “sommerso”

Incentivare la prosecuzione degli studi

Incentivi agli investimenti produttivi delle imprese

Realizzare attività di assistenza tecnica alle imprese

Incentivare l’occupazione nei settori primari “di eccellenza”

Promuovere l’occupazione femminile

Ridurre l’impatto dei lavoratori giovanissimi

Semplificare l’accesso al credito

Il tessuto produttivo è forteOBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

Incremento delle Aree Strategiche d’Affari del 20% in tre anni

Dati di vendita aziendali FONTE

INDICATORI

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

Incremento del numero di imprese specializzate del 15%

in tre anni

Numero di progetti di ricerca scientifica e tecnologica pari a

3 in tre anni

I laureati assunti a tempo indeterminato sono aumentati

del 10% in tre anni

I neolaureati che vivono sul territorio sono aumentati del

15% in tre anni

Dati Camera di Commercio e Movimprese

Dati Enti di ricerca Dati CpI Dati Enti comunali

ATTIVITA’

Attivare percorsi di Alta Formazione per imprenditori

Riduzione dell’impatto dei fenomeni malavitosi

Creare Centri di ricerca per l’innovazione

Ampliamento dell’offerta di strutture scolastiche e

universitarie

Potenziamento dei controlli della Guardia di Finanza

Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie

Concorrenza di imprese di altri territori

Politiche per il lavoro a livello di Governo nazionale

Barriere all’accesso di nuove tecnologie

La vita media delle imprese èaumentata

L’espansione del business è realizzata

L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese

è incrementata

I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati

Il numero di laureati che trova lavoro stabile

è incrementato

Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è

incrementato

Incentivare l’assunzione di figure manageriali

Ridurre il ricorso a forme di lavoro “atipiche”

Ridurre la presenza di forme di lavoro “sommerso”

Incentivare la prosecuzione degli studi

Incentivi agli investimenti produttivi delle imprese

Realizzare attività di assistenza tecnica alle imprese

Incentivare l’occupazione nei settori primari “di eccellenza”

Promuovere l’occupazione femminile

Ridurre l’impatto dei lavoratori giovanissimi

Semplificare l’accesso al credito

Il tessuto produttivo è forteOBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVO SPECIFICO

Incremento delle Aree Strategiche d’Affari del 20% in tre anni

Dati di vendita aziendali FONTE

INDICATORI

RISULTATI

INDICATORI

FONTE

Incremento del numero di imprese specializzate del 15%

in tre anni

Numero di progetti di ricerca scientifica e tecnologica pari a

3 in tre anni

I laureati assunti a tempo indeterminato sono aumentati

del 10% in tre anni

I neolaureati che vivono sul territorio sono aumentati del

15% in tre anni

Dati Camera di Commercio e Movimprese

Dati Enti di ricerca Dati CpI Dati Enti comunali

ATTIVITA’

Attivare percorsi di Alta Formazione per imprenditori

Riduzione dell’impatto dei fenomeni malavitosi

Creare Centri di ricerca per l’innovazione

Ampliamento dell’offerta di strutture scolastiche e

universitarie

Potenziamento dei controlli della Guardia di Finanza

Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie

Concorrenza di imprese di altri territori

Politiche per il lavoro a livello di Governo nazionale

Barriere all’accesso di nuove tecnologie

Capitolo 6 La strategia generale

6.1 La situazione di partenza

Il territorio della provincia di Crotone è caratterizzato da alcuni elementi distintivi, in

senso positivo e negativo, tali da determinare, all’interno del più vasto contesto

competitivo tra territori, minacce e opportunità che dall’esterno potrebbero incidere sui

processi di sviluppo futuri.

Una rappresentazione in tal senso è stata operata ricorrendo alla swot analysis, che è

riportata nella matrice che segue.

Tabella 6.1 La swot analysis del territorio crotonese

PUNTI DI FORZA OPPORTUNITA’ • Il patrimonio culturale del territorio riveste grande

importanza storica e artistica; • Sono presenti nel territorio 3 vini DOC, 2 vini IGT e

2 produzioni DOP (Caciocavallo Silano e olio Alto Crotonese);

• La Riserva Marina di Isola Capo Rizzuto attrae un numero sempre crescente di visitatori;

• Esistono bacini di specializzazione, soprattutto nel settore agricolo e dell’agroindustria, che realizzano prodotti di elevata qualità;

• La gastronomia locale offre una grande varietà di piatti e produzioni tipiche;

• Il territorio è caratterizzato da un’elevata densità imprenditoriale (unità locali/popolazione residente);

• Le imprese artigiane rappresentano oltre il 20% della realtà imprenditoriale locale;

• L’offerta ricettiva territoriale nelle aree balneari è adatta a target di clientela numerosi e diversificati;

• Il parco nazionale della Sila è un’area a forte appeal presso un vasto numero di persone;

• Il patrimonio ambientale e floro-faunistico presenta risorse tipiche del territorio;

• Esiste un numero considerevole di scuole di formazione accreditate;

• La popolazione è giovane.

• È in costante aumento la domanda turistica basata sulla fruizione delle risorse eno-gastronomiche;

• Certificazione della qualità dell’offerta; • Incremento dell’offerta di “servizi aggiuntivi” nelle

strutture museali; • La ricchezza di risorse storico-ambientali offre

ampie possibilità di diversificazione e destagionalizzazione dei flussi turistici;

• Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie (banca del tempo, asili condominiali, ecc.);

• Ampliamento dell’offerta delle strutture scolastiche e formative;

• Le nuove forma di lavoro flessibile (Legge Biagi) possono garantire un più facile accesso al lavoro per particolari categorie di persone;

• Il bacino di potenziali lavoratori presenti nel territorio è elevato;

• Sviluppo del comparto del terziario avanzato, in assistenza tecnica alle imprese;

• Sviluppo di progettualità per il reperimento di fonti di finanziamento esterne al territorio (Fondi nazionali e comunitari);

• Creazione di consorzi di settore; • Sviluppo di attività di ricerca scientifica svolta

direttamente nel territorio; • Integrazione degli Enti locali di promozione del

territorio con gli operatori privati; • Maggiore aderenza dell’offerta formativa alle reali

esigenze delle imprese locali; • Integrazione e valorizzazione delle produzioni

artigianali.

PUNTI DI DEBOLEZZA MINACCE • I servizi sono ancora poco accessibili a tutti per la

presenza di barriere architettoniche materiali e immateriali;

• L’attuale dotazione infrastrutturale locale non supporta adeguatamente lo sviluppo economico e sociale;

• Gli investimenti in nuove tecnologie informatiche da parte degli Enti pubblici risultano non in linea con gli standard di servizio richiesti;

• L’attuale dotazione di capitale sociale territoriale è bassa;

• il territorio è poco “aperto” ai mercati esteri, come testimonia il basso tasso di esportazione;

• I beni del patrimonio culturale risultano spesso in stato di abbandono;

• Il reperimento di lavoratori è difficile a causa dell’esiguità della forza lavoro presente;

• Il processo di selezione dei lavoratori avviene spesso per conoscenza personale o segnalazione e non attraverso un percorso di orientamento tra competenze professionali e fabbisogni delle imprese;

• Il tasso di occupazione femminile è molto basso; • I titoli di studio posseduti sono, generalmente, di

livello medio-basso; • Esistono difficoltà di collocamento nel mercato del

lavoro per figure professionali di alto profilo; • La manodopera specializzata nel settore agricolo è

in calo; • La propensione alla cooperazione degli

imprenditori locali e bassa; • Le imprese locali dello stesso settore operano solo

in pochi casi in ottica di “filiera”; • Il costo del denaro è elevato; • Il sistema dei servizi periferici per il turismo e la

cultura è poco sviluppato; • Il livello di specializzazione professionale nel

turismo e nel terzo settore è basso; • La presenza di strutture ricettive nelle aree interne

è limitata; • L’offerta ricettiva extralberghiera è limitata; • Il tasso di mortalità delle imprese è elevato.

• Il mancato adeguamento della normativa nazionale sull’organizzazione del Terzo Settore;

• Lo sviluppo di nuovi modelli di consumo turistici che privilegiano la fruizione di risorse non presenti nel territorio;

• Lo sviluppo di modelli innovativi di offerta turistica da parte di aree turisticamente similari;

• La bassa competitività dell’offerta in relazione al rapporto di cambio dell’euro rispetto alle altre monete;

• La situazione economica complessiva nei Paesi che generano, o potrebbero generare, i maggiori flussi turistici in ingresso;

• La percezione del “prodotto” turistico Calabria non in linea con il posizionamento prescelto a livello locale;

• Le politiche per il lavoro a livello di Governo Centrale non coerenti alle esigenze del territorio;

• La disponibilità di risorse finanziarie non sufficienti a supportare lo sviluppo socio-economico;

• La qualità delle acque balneari minacciata da agenti esterni al territorio (scarichi di navi in mare, scarichi di altri litorali portati dalla corrente, ecc.);

• Lo sviluppo produttivo e competitivo di Paesi con vocazioni agricole similari al territorio crotonese;

• La limitata aderenza dell’offerta formativa al contesto;

• L’esclusione dal mercato interno/estero.

In estrema sintesi, dunque, il territorio crotonese ha i suoi principali punti di forza nelle

risorse naturalistiche, storiche, culturali, enogastronomiche in esso insite, e nell’enorme

potenzialità derivante dalla forte presenza di giovani. Di contro i punti di debolezza

principali sono rinvenibili nelle aree dei servizi e delle infrastrutture, le cui carenze

ostacolano lo sviluppo in tutti i settori economici, oltre che nella presenza di figure

professionali specializzate.

Nel medio-lungo termine le opportunità di sviluppo si presenteranno soprattutto nel

settore turistico, per effetto del crescente interesse verso forme di turismo che sfruttino

risorse diverse dal balneare, di cui il territorio è ricco, oltre che nella creazione di forme di

lavoro flessibili e più adatte alle ridotte dimensioni delle imprese locali e nell’integrazione

tra operatori, nella logica dei distretti e dei consorzi di settore.

Le principali minacce sono inerenti alla concorrenza di altri contesti locali con

caratteristiche simili, alla riduzione di competitività dell’offerta locale per effetto

dell’apprezzamento dell’euro rispetto alle altre monete, alla situazione economica nei

principali mercati di sbocco delle produzioni locali e/o di generazioni di arrivi turistici e,

infine, a un’offerta formativa non coerente alle reali esigenze delle imprese locali.

6.2 Gli obiettivi

Il “Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione” è uno degli strumenti attraverso cui

la Provincia di Crotone intende costruire un modello di programmazione e valutazione

degli interventi/risultati autonomo, incentrato sulla valorizzazione e sul potenziamento del

know how e della capacità di “fare impresa” del territorio locale.

L’obiettivo generale del Piano è quello di “incrementare le opportunità di lavoro

agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei

prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità”.

La strategia che si intende adottare, in coerenza con la nuova strategia per la crescita e

l’occupazione dell’UE che ha rivisitato gli obiettivi di Lisbona, è, dunque, basata sulla

crescita economica indotta da processi di sviluppo endogeni, stimolati attraverso un

progressivo riorientamento del sistema degli incentivi verso i settori con le maggiori

potenzialità di crescita e una maggiore attrazione di persone nel mercato del lavoro, in

particolare con misure dirette a ridurre la disoccupazione giovanile e a modernizzare i

sistemi di protezione sociale.

Le risorse disponibili saranno, ancora, destinate ad accrescere la capacità di

adeguamento dei lavoratori e delle imprese, migliorando l’istruzione, il sistema della

formazione professionale e favorendo l’integrazione con il sistema locale delle nuove

tecnologie dell’informazione e delle comunicazione.

In sostanza, le risorse finanziarie che il Piano metterà a disposizione saranno utilizzate

per incentivare interventi nel campo:

• dello sviluppo dell’autoimprenditorialità, attraverso ad esempio

l’erogazione di servizi reali avanzati, il supporto alla stipula di

accordi commerciali, la formazione specialistica per la gestione

d’impresa, le attività promozionali/pubblicitarie, ecc.;

• del lavoro flessibile, sperimentando nuove forme di lavoro flessibile,

nuove politiche attive per specifici target di lavoratori, realizzando

percorsi formativi ad hoc, ecc.

• dell’innovazione tecnologia, di prodotto, di processo, ecc.

Di contro, tutto l’insieme di interventi di natura materiale, quali ad esempio i nuovi

investimenti in impianti, attrezzature, macchinari, ecc. o di incentivo alle assunzioni, sotto

forma di interventi del tipo PIP, Borse Lavoro, contributi per assunzioni, ecc. non sono

espressamente previsti, ma potranno trovare applicazione attraverso altre fonti di

finanziamento (POR, Leggi nazionali e regionali) che saranno comunque individuate dalle

azioni di sostegno e di assistenza tecnica che il Piano prevede.

La figura seguente evidenzia in dettaglio la logica di fondo che ispira il sistema di

concessione degli incentivi economici previsti nell’ambito degli interventi che il Piano

intende sviluppare.

Figura 6.1 La logica di fondo del sistema degli incentivi previsti dal Piano

Sistema degli incentivi del Piano

Sviluppo dell’autoimprenditorialità

• Servizi reali

• Accordi commerciali

• Formazione specialistica

• Promozione/pubblicità

• ……………….

Lavoro flessibile

• Nuove forme di lavoro flessibile

• Politiche attive per target di lavoratori

• Formazione professionale

• ……………….

Investimenti materiali

• Impianti

• Macchinari

• Attrezzature

• ……………….

Assunzioni

• Contributi per Assunzioni;

• PIP

• Borse Lavoro

• ……….

Sistema degli incentivi non

previsti dal Piano

Aree di in

tervento del Piano

Aree d

i intervento attivabili

attraverso altri strumenti

Innovazione

• Ricerca e sperimentazione

• Nuovi servizi

• Nuove tecnologie

• ……………….

Sistema degli incentivi del Piano

Sviluppo dell’autoimprenditorialità

• Servizi reali

• Accordi commerciali

• Formazione specialistica

• Promozione/pubblicità

• ……………….

Lavoro flessibile

• Nuove forme di lavoro flessibile

• Politiche attive per target di lavoratori

• Formazione professionale

• ……………….

Investimenti materiali

• Impianti

• Macchinari

• Attrezzature

• ……………….

Assunzioni

• Contributi per Assunzioni;

• PIP

• Borse Lavoro

• ……….

Sistema degli incentivi non

previsti dal Piano

Aree di in

tervento del Piano

Aree d

i intervento attivabili

attraverso altri strumenti

Innovazione

• Ricerca e sperimentazione

• Nuovi servizi

• Nuove tecnologie

• ……………….

I settori nei quali appaiono maggiori le possibilità di sviluppo sono il turismo, i beni

culturali, l’agroalimentare e il Terzo Settore, inteso quale servizi alla persona. La scelta di

questi settori primari deriva da considerazioni di fondo basate sull’analisi delle risorse,

delle potenzialità e delle competenze richieste e/o già presenti sul territorio, tutti fattori

che offrono la possibilità di sviluppare progetti innovativi anche senza richiedere ingenti

investimenti.

Il Piano destinerà, dunque, notevole attenzione alle problematiche e alle priorità presenti

nei settori strategici, basando la programmazione degli interventi proprio su tali criticità.

Il tessuto imprenditoriale crotonese è attualmente caratterizzato da un forte dinamismo,

con un numero di imprese attive consistente, in relazione alla popolazione residente, ma

anche da un elevato tasso di mortalità delle stesse. Si registra anche una notevole

polverizzazione delle imprese, il 98% delle quali sono di piccole dimensioni (meno di 9

dipendenti), a testimonianza di un contesto economico-produttivo che, pur vantando

delle riconosciute eccellenze nei comparti agroalimentare e vinicolo, non è ancora riuscito

a organizzarsi in ottica di “filiera” e a offrire prodotti più competitivi per i mercati

internazionali. La crescita di competitività rappresenta, dunque, uno degli obiettivi globali

ai quali il Piano tende per “aprire” l’economia locale ai mercati esterni, sia di livello

nazionale, sia di livello internazionale, attraverso una crescita generalizzata delle

competenze territoriali non solo tecniche, ma anche e soprattutto manageriali e

progettuali.

Il modello di sviluppo occupazionale che il Piano vuole perseguire è fortemente orientato

alla coesione sociale e alla creazione di reti territoriali vaste e articolate. Ci si riferisce

essenzialmente alle reti immateriali, considerate quale sintesi del livello di cooperazione

locale, che rappresenta uno dei fattori critici per il potenziamento delle filiere territoriali,

dalle materie prime alla commercializzazione, e per la creazione di “pacchetti” di offerta

vendibili nel comparto turistico. La strategia di intervento intende, dunque, concentrare la

maggiore enfasi alla costituzione di consorzi tra imprese, alla creazione di marchi

territoriali e di marchi commerciali, alla stipula di accordi con i principali distributori

internazionali. Le reti locali dovranno essere costruite in coerenza con le “eccellenze” che

il territorio esprime e convergere verso un’organizzazione interna flessibile e attenta alle

esigenze dei mercati di consumo. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo sarà anche

necessario attivare un percorso di “avvicinamento” della Pubblica Amministrazione agli

attori locali e creare strutture più snelle ed efficienti, in grado di sviluppare progettualità,

anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e la realizzazione di

azioni di e-government, e ridurre i tempi di risposta alle esigenze del territorio.

La strategia perseguita mira anche a incrementare gli standard qualitativi dei prodotti e

dei servizi erogati dalle imprese crotonesi, oltre che investire sull’immagine complessiva

del territorio, attualmente legata più a elementi tipici delle aree del Mezzogiorno d’Italia,

quali ad esempio la criminalità, il degrado urbano, l’assenza di servizi, ecc. che alle reali

risorse presenti. In quest’ottica, dunque, obiettivo prioritario sarà creare una nuova

immagine positiva del territorio e delle sue risorse, non più percepito esclusivamente

come un’area in forte ritardo di sviluppo, bensì come un’area dotata di elementi peculiari

e di pregio e dalle grandi potenzialità ancora inespresse.

D’altra parte le imprese locali dimostrano poca propensione all’innovazione, preferendo

competere sempre negli stessi mercati geografici e nelle stesse Aree Strategiche d’Affari.

In tale ottica, il Piano vuole sostenere lo sviluppo di innovazione, sia tecnologica, sia

organizzativa e di marketing, per ampliare le opportunità di business delle imprese,

superando la logica degli incentivi diretti, ma creando un sistema di azioni di sostegno,

sotto forma di servizi di assistenza tecnica e di sperimentazione, atte a fornire basi di

conoscenze e supportare il processo decisionale del management aziendale.

È attraverso la crescita dimensionale delle organizzazioni che operano sul territorio, in

sostanza, che il Piano intende ridurre sensibilmente l’impatto di due elementi chiave

attualmente presenti in misura preoccupante nel mercato del lavoro: le forme di lavoro

“sommerse” e le forme di lavoro cosiddette “atipiche”, che sono state recentemente

riformate attraverso la “Legge Biagi”. Tali ultime forme, in particolare, se da un lato

rappresentano una criticità per tutti quei lavoratori impiegati stabilmente presso Enti e

aziende, che non riescono a trovare un’occupazione stabile, dall’altro può rappresentare

un’opportunità per aziende e lavoratori alla ricerca di flessibilità di impiego e di orario di

lavoro.

Più generale, è anche necessario incrementare le opportunità di impiego, e di

autoimpiego, attraverso l’innalzamento del livello medio di istruzione dei lavoratori

crotonesi, che spesso iniziano a lavorare in giovane età e prima di completare un ciclo di

studi dopo la scuola dell’obbligo. La strategia perseguita in tale ambito identifica, dunque,

nell’istruzione, scolastica e specialistica, il nodo fondamentale per attivare processi di

sviluppo qualitativo dell’offerta territoriale. Si punta, in concreto, a creare un’ampia base

sociale dalla quale nasceranno le future classi dirigenti, sia nel settore pubblico sia in

quello privato, partendo da un percorso formativo e didattico più strutturato per

affrontare il contesto competitivo nazionale e internazionale. Si vogliono garantire,

inoltre, opportunità di formazione continua anche agli attuali lavoratori provinciali,

attraverso specifici accordi concertati con i rappresentanti degli imprenditori.

Il Piano punta anche a connettere il sistema della formazione professionale con il mondo

delle imprese, per superare le storiche difficoltà di reperimento di manodopera

specializzata lamentata dagli imprenditori. Obiettivo prioritario è quello di costruire un

sistema della formazione in grado di garantire sbocchi professionali sul territorio,

attraverso la realizzazione di piani formativi concordati con le imprese e strutturati per

garantire occupazione sia nei ruoli operativi, sia nei ruoli manageriali.

Andrà ripensato il sistema locale degli incentivi per il lavoro, superando la logica della

finanziabilità dei progetti sulla base di una mera valutazione quantitativa dei posti di

lavoro generabili, ma sposando un nuovo approccio focalizzato sull’abbattimento dei costi

di avviamento, attraverso il prestito di strutture del patrimonio pubbliche e l’accesso al

credito privilegiato, e su un vincolo di operatività, ad esempio attraverso l’utilizzo di

materie prime locali e/o l’erogazione di servizi gratuiti alle fasce della popolazione più

deboli.

Ulteriore obiettivo del Piano è l’incremento del numero di fruitori dei servizi sociali,

attraverso il potenziamento della quantità e della qualità dei servizi erogati e la crescita

del numero di operatori specializzati, organizzando il sistema in maniera capillare su tutto

il territorio, anche nei comuni più piccoli e dell’entroterra. Si vuole, dunque, combattere

fenomeni di esclusione sociale e di emarginazione che si ripercuotono negativamente su

altre piaghe sociali, purtroppo eccessivamente radicate nel contesto crotonese, quali la

tossicodipendenza e la delinquenza.

Il territorio della Provincia di Crotone, inoltre, è ricco di risorse storiche, culturali,

naturalistiche, enogastronomiche, che offrono ampie possibilità di diversificazione

dell’offerta turistica locale. Proprio in tale ambito il Piano persegue due obiettivi specifici:

la destagionalizzazione dei flussi turistici in ingresso; l’incremento e la diversificazione dei

target di utenti. Lo sviluppo del settore turistico, e di conseguenza delle occasioni di

lavoro stabile all’interno dei singoli comparti, dovrà necessariamente passare attraverso la

valorizzazione delle tipicità locali, intese quale sintesi perfetta di risorse, professionalità,

sistema di incoming, prodotti, ma anche promuovendo specifiche iniziative per la

diffusione della cultura dell’ospitalità presso le popolazioni locali. Il mercato turistico, del

resto, sta sempre più evolvendo verso una fruizione dei territori non più monorisorsa, ma

basata sulla logica dei turismi plurimi, anche di nicchia, che attivano flussi differenziati le

cui motivazioni di viaggio sono le più disparate (risorse naturalistiche, enogastronomia,

cultura, balneare, sport, ecc.).

La strategia generale sarà, dunque, orientata, oltre che alla costruzione delle reti di

offerta territoriale e dei “pacchetti” integrati da offrire ai tour operator, anche verso il

miglioramento complessivo della qualità e della capillarità dei servizi di incoming. Il Piano,

pur non offrendo incentivi diretti al miglioramento delle strutture ricettive alberghiere già

esistenti, favorirà, attraverso apposite azioni di sostegno, la selezione e la conoscenza dei

mercati obiettivo, la promozione dell’offerta territoriale e l’assistenza tecnica per

l’adeguamento degli standard di erogazione dei servizi.

Un ruolo fondamentale, nella strategia generale, riveste l’offerta ricettiva extralberghiera,

attualmente poco sviluppata. L’attrazione di flussi di turisti diversificati necessita, infatti,

di tipologie ricettive diverse dall’alberghiero, nelle quali il turista, a prezzi accessibili,

possa riscoprire pienamente il contatto con la natura e con le popolazioni e le tradizioni

locali. È il caso, ad esempio, di agriturismi, di b&b, di case in affitto, di campeggi, ecc. di

cui il Piano vuole promuovere lo sviluppo, soprattutto nelle aree interne, attraverso le

azioni di sostegno e di assistenza tecnica.

È attraverso tali variabili, in sintesi, che il Piano Strategico per lo Sviluppo

dell’occupazione nella Provincia di Crotone intende porre le basi per uno sviluppo

complessivo dell’economia locale, partendo dalla crescita di consapevolezza del valore e

delle potenzialità delle risorse territoriali e dal capitale sociale, inteso quale sintesi della

capacità degli attori locali di “fidarsi” gli uni degli altri, in termini di rispetto degli accordi,

di competenze tecniche, di affidabilità e di unità d’intenti, convergenti verso un unico

modello di sviluppo condiviso e partecipato da tutti.

La figura seguente mostra la strategia generale del Piano degli interventi declinata per

obiettivo generale, obiettivi globali e obiettivi specifici.

Figura 6.2 La strategia del Piano per lo sviluppo dell’occupazione

Incrementare le opportunità di lavoro agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità

Accrescere la competitivitàdelle imprese locali nei mercati nazionali e internazionali

Sviluppare la coesione sociale e le reti territoriali

Promuovere l’innovazione, tecnologica, organizzativa e di marketing

Accrescere la dimensione media delle imprese locali

Innalzare il livello medio di istruzione dei lavoratori

Connettere il sistema delle formazione professionale con le imprese

Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona

Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso

Incrementare e diversificare i target di turisti del territorio

Migliorare i servizi di incoming turistico

Incrementare il capitale sociale del territorio

Qualificare l’offerta di servizi alla persona del Terzo Settore

Promuovere lo sviluppo turistico del territorio

Incrementare le opportunità di lavoro agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità

Accrescere la competitivitàdelle imprese locali nei mercati nazionali e internazionali

Sviluppare la coesione sociale e le reti territoriali

Promuovere l’innovazione, tecnologica, organizzativa e di marketing

Accrescere la dimensione media delle imprese locali

Innalzare il livello medio di istruzione dei lavoratori

Connettere il sistema delle formazione professionale con le imprese

Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona

Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso

Incrementare e diversificare i target di turisti del territorio

Migliorare i servizi di incoming turistico

Incrementare il capitale sociale del territorio

Qualificare l’offerta di servizi alla persona del Terzo Settore

Promuovere lo sviluppo turistico del territorio

Capitolo 7 Le misure e le azioni

7.1 Gli assi prioritari di intervento

La strategia del Piano Strategico per lo sviluppo dell’occupazione è articolata secondo uno

schema di programmazione che prevede, per il raggiungimento dell’obiettivo generale,

una serie di obiettivi intermedi, quali:

• Gli obiettivi globali, che descrivono le modalità con cui la strategia consegue

l’obiettivo generale

• Gli obiettivi specifici, che descrivono il contributo di ogni linea di intervento,

all’interno degli Assi prioritari, al conseguimento degli obiettivi globali, secondo

nessi causali misurabili e coerenti con la strategia.

Da una visione complessiva dei problemi e delle potenzialità della Provincia di Crotone,

così come emerge dalle analisi della situazione attuale e dall’esame delle esperienze

internazionali di rilievo in contesti socio-economici similari, deriva l’identificazione di 7

Assi prioritari, sui quali concentrare gli sforzi per lo sviluppo occupazionale dell’area nei

prossimi anni:

• Asse 1 – Competitività;

• Asse 2 – Innovazione;

• Asse 3 – Integrazione;

• Asse 4 – Lavoro;

• Asse 5 – Potenziamento dell’offerta;

• Asse 6 – Qualificazione dell’offerta;

• Asse 7 – Azioni di sostegno.

Nei paragrafi seguenti sono presentati sinteticamente, per ciascun Asse prioritario:

• Le priorità e le strategie di intervento;

• Gli obiettivi specifici;

• Le linee di intervento.

Asse 1 – Competitività

L’economia del territorio crotonese soffre attualmente di un gap competitivo nei confronti

delle sfide e degli standard di offerta che la crescente pressione competitiva derivante

dalla globalizzazione dei mercati impone. Tale elemento si traduce in una qualità

complessiva dei servizi territoriali, in termini di capacità di risposta alle esigenze della

domanda, di medio-basso livello, soprattutto nell’area dei servizi alla persona. Le

principali cause di tale situazione di contesto sono ascrivibili ad una “cultura”

imprenditoriale dei servizi ancora da potenziare e ad una specializzazione nelle

professioni specifiche che è presente solo in misura embrionale.

L’Asse “Competitività” è, dunque, finalizzata all’accrescimento competitivo delle imprese e

delle competenze territoriali. Per tali ragioni, la strategia generale è orientata verso

interventi di incremento del valore, reale e percepito, dei servizi e delle professionalità

che gli operatori economici impegnati nei tre settori strategici del piano sono in grado di

offrire. Gli obiettivi specifici perseguiti riguardano, dunque:

• l’incremento del livello di conoscenze specialistiche degli operatori economici;

• lo sviluppo di nuove professionalità nel Terzo Settore;

• la crescita di valore complessivo dei servizi territoriali.

Si intende, in sostanza, intervenire attraverso azioni di “certificazione” dei servizi erogati

nei diversi comparti turistici e nel Terzo Settore, e di formazione/sviluppo di competenze

specialistiche per la creazione di nuove figure professionali nell’ambito socio-assistenziale

e per l’aggiornamento professionale degli imprenditori e dei dipendenti della Pubblica

Amministrazione locale che ricoprono ruoli dirigenziali. Le linee di intervento previste

sono:

• Certificazione dei servizi del Terzo Settore;

• Formazione specialistica;

• Alta formazione;

• Certificazione delle imprese turistiche.

Asse 2 – Innovazione

La realizzazione di un sistema economico sostenibile nel tempo è funzione dello sviluppo

di una capacità di innovare le componenti elementari che ne sono alla base. È il caso, ad

esempio, del know how, della tecnologia, del marketing, ecc. che rappresentano gli

elementi di base sui quali le organizzazioni territoriali possono costruire i propri percorsi

di sviluppo e sperimentare nuovi progetti. La Provincia di Crotone, in tale ambito, esprime

una capacità innovativa bassa, che determina l’esigenza di interventi mirati. L’Asse,

pertanto, ha come obiettivo globale l’incremento della capacità di innovazione del

territorio. Gli obiettivi specifici dell’Asse sono:

• Incremento dei mercati nei quali le organizzazioni locali competono;

• Sviluppo di nuovi prodotti e servizi;

• Incremento del livello di conoscenza sulle nuove tecnologie;

• Potenziamento degli strumenti innovativi per la promozione dei prodotti locali,

soprattutto attraverso il web e le tecnologie multimediali.

Gli interventi previsti riguardano azioni specifiche per lo sviluppo della capacità

manageriale e per la gestione del ricambio generazionale nelle aziende, attraverso la

crescita di figure professionali di alto profilo, interventi diretti per la ricerca e la

sperimentazione da svolgersi direttamente sul territorio e non più acquisita dall’esterno,

iniziative per la crescita delle attività promozionali attraverso l’utilizzo di strumenti

innovativi. In sintesi, le linee di intervento previste sono:

• Sviluppo della managerialità;

• Ricerca e sperimentazione;

• Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione.

Asse 3 – Integrazione

Gli interventi previsti nell’Asse impatteranno sulla capacità degli attori locali di cooperare

e realizzare forme di offerta integrate, che valorizzano al meglio le specifiche competenze

di ognuno. Il livello di cooperazione territoriale è, infatti, basso, caratterizzando lo

scenario competitivo come rappresentato da una moltitudine di aziende che offrono i loro

prodotti sul mercato senza operare strategie commerciali comuni, in grado di consentire

ai prodotti locali di penetrare i canali di intermediazione di grandi volumi, quali ad

esempio la Grande Distribuzione o le grosse Compagnie di import/export. Il basso tasso

di cooperazione influenza negativamente anche il sistema di erogazione dei servizi

territoriali, sia di natura infrastrutturale (trasporti, sanità, telecomunicazioni), sia di

natura immateriale (servizi alla persona), impedendo di fatto una fruizione del territorio

che ne valorizzi tutte le risorse.

La strategia generale sarà basata sulla costruzione di sistemi d’offerta integrati

commercializzati nella logica del “pacchetto” di servizi. L’obiettivo globale dell’Asse è,

dunque, l’espansione dei mercati e dei clienti serviti dalle imprese locali. Gli obiettivi

specifici dell’Asse sono:

• Integrare l’offerta commerciale degli operatori economici locali;

• Costruire “pacchetti” di servizi turistici e non;

• Attivare economie di scale per le imprese aderenti ai network;

• Incrementare le opportunità di fruizione di tutte le risorse territoriali.

In sintesi, gli interventi previsti sono orientati alla costruzione di sistemi d’offerta integrati

frutto di cooperazione non solo settoriale, ma soprattutto intersettoriale. L’Asse prevede

le seguenti linee di interventi:

• Operatori del Terzo Settore;

• Balneare e Cultura;

• Produzioni artigianali.

Asse 4 – Lavoro

La Provincia di Crotone mostra nel mercato del lavoro tutti i caratteri tipici delle economie

con difficoltà di sviluppo, soprattutto nell’area dell’armonizzazione tra le esigenze delle

imprese e le competenze professionali e tecniche offerte dalle risorse umane. In

particolare, si tratta di un mercato del lavoro ancora troppo “rigido” rispetto alle attuali

specificità socio-economiche e al livello di complessità che la concorrenza globale ha

raggiunto. Alla luce di tali evidenze, l’Asse si propone di ampliare le possibilità di accesso

al mercato del lavoro per tutti quei soggetti attualmente esclusi. L’obiettivo globale è

stato, ancora, declinato in una serie di obiettivi specifici:

• Individuare nuovi strumenti flessibili di accesso al mercato del lavoro;

• Agevolare le occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro;

• Semplificare i processi di selezione del personale per le aziende locali;

• Individuare sbocchi professionali per le persone svantaggiate.

L’Asse prevede interventi dal punto di vista dell’incremento dell’accessibilità al mercato

del lavoro, attraverso strumenti formativi e infrastrutturali, e il potenziamento delle

occasioni di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, mediante la creazione di

strumenti di marketplace, da utilizzare su web. Le linee di intervento previste sono:

• Accessibilità;

• Incontro domanda/offerta di lavoro.

Asse 5 – Potenziamento dell’offerta

Il tessuto imprenditoriale crotonese è caratterizzato da una forte presenza di attività

economiche concentrate in settori tradizionali e ormai maturi, quali ad esempio

l’agricoltura, l’industria pesante, l’alberghiero, il commercio. Diviene critico il

potenziamento dell’offerta locale nelle aree più innovative e a maggiore valore aggiunto,

caratterizzate da elevata flessibilità organizzativa e alto valore percepito dal cliente. In

sostanza, nel territorio è da potenziare l’offerta di imprese del settore terziario,

soprattutto nel turismo e nei servizi sociali, e di imprese del settore agricolo orientate a

produzioni tipiche di nicchia, che valorizzino il know how esistente.

Obiettivo globale dell’Asse è, dunque, il potenziamento dell’offerta territoriale di servizi e

di attività a forte contenuto di “tipicità” per creare occasioni di lavoro stabile in settori

strategici per lo sviluppo. Obiettivi specifici sono, in tal senso:

• Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso;

• Diversificare l’offerta turistica ricettiva e di servizi del territorio;

• Incrementare il numero di imprese specializzate nelle produzioni agricole tipiche

e di qualità;

• Differenziare le modalità di fruizione turistica del territorio;

• Ampliare la qualità e a quantità dei servizi alla persona;

L’Asse interviene sulla creazione di nuove imprese e nuovi servizi nel Terzo Settore, sul

potenziamento dell’offerta di servizi specifici per la fruizione della cultura e la creazione di

nuovi sistemi d’offerta mirati a forma di turismo diverse dal balneare (culturale,

ambientale, sportivo, congressuale, ecc.), sulla valorizzazione e la crescita dei “saperi”

tradizionali del territorio nei settori agricoli. Una particolare attenzione è, inoltre, riservata

allo sviluppo della ricettività nelle aree interne del territorio, che attualmente attivano

soltanto flussi escursionistici di passaggio e non di soggiorno. Le linee di intervento

previste sono:

• Nuove imprese nel Terzo Settore;

• Nuove forme di turismo;

• Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività;

• Imprese agricole.

Asse 6 – Qualificazione dell’offerta

Il sistema turistico locale necessita di nuove politiche mirate per lo sviluppo delle

strategie competitive. In particolare, per attirare un numero sempre crescente di visitatori

bisogna investire in attività commerciali e di marketing coerenti con le attrattive che il

territorio è in grado di offrire. Ci si riferisce alle risorse, ai servizi, alle strutture ricettive,

al sistema dei prezzi, ecc. che rappresentano l’insieme di variabili tipiche che determinano

la scelta dei canali di intermediazione, dei target di clienti da servire, delle aree obiettivo.

L’Asse intende proporre un nuovo approccio organizzativo per la gestione del settore a

livello locale e per l’incremento dei standard di servizio attualmente offerti. Obiettivo

globale è, dunque, l’incremento del numero di arrivi turistici nella provincia di Crotone.

Obiettivi specifici dell’Asse sono:

• Potenziare il sistema di informazioni al turista nel territorio;

• Potenziare la presenza dell’offerta territoriale sui cataloghi dei principali tour

operator nazionali e internazionale;

• Penetrare nuovi mercati turistici internazionali;

• Creare organismi e strumenti di coordinamento e di organizzazione generale del

settore a livello locale;

• Promuovere la conoscenza delle risorse e delle attrattive che l’area crotonese

offre nei principali mercati di sbocco nazionali e internazionali;

• Incrementare il livello di soddisfazione percepita dal turista in visita nell’area

crotonese.

Le attività previste riguardano la creazione di strutture territoriali pensate appositamente

per le esigenze del turista e per il coordinamento delle attività, quali Uffici informativi e

Agenzie Locali. L’asse, tuttavia, promuove iniziative anche nel campo della qualificazione

dei servizi periferici per il turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale. In

sintesi le linee di intervento previste sono:

• Uffici informativi turistici;

• Agenzia Locale per il turismo;

• Servizi periferici per il turismo;

• Valorizzazione del patrimonio culturale.

Asse 7 – Azioni di sostegno

L’Asse “Azioni di sostegno” comprende tutte le attività necessarie per la corretta ed

efficace gestione degli interventi del Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione

nella Provincia di Crotone fornendo assistenza tecnica e basi di dati fondamentali per il

supporto decisionale e il controllo delle attività poste in essere da tutti gli altri Assi

Prioritari del Piano. Le tipologie di attività che saranno realizzate nell’ambito dell’Asse

sono le seguenti:

• Ricerche sulla domanda;

• Mappatura degli operatori e delle risorse;

• Promozione dell’assistenza alle persone;

• Ricerche sui servizi del Terzo Settore;

• Sbocchi professionali per persone svantaggiate;

• Condivisione delle politiche di sviluppo;

• Marketing territoriale;

• Marchi locali;

• Assistenza tecnica alle imprese.

7.2 Le misure

Nel seguito sono proposte in dettaglio le schede di misura relative alle singole azioni

previste, con indicazione di: finalità, interventi, soggetti destinatari, procedure di

attuazione, spese ammissibili, indicatori di valutazione.

In termini generali, la tabella 7.1 evidenzia la strutturazione del Piano in Assi Prioritari e

Misure di intervento.

Tabella 7.1 Gli Assi e le Misure del Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione

ASSE MISURE

1 Competitività

1.1 - Certificazione dei servizi del Terzo Settore 1.2 - Formazione specialistica 1.3 - Alta formazione 1.4 - Certificazione delle imprese turistiche

2 Innovazione

2.1 - Sviluppo della managerialità 2.2 - Ricerca e sperimentazione 2.3 - Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione

3 Integrazione

3.1 - Operatori del Terzo Settore 3.2 - Balneare e Cultura 3.3 - Produzioni artigianali

4 Lavoro

4.1 - Accessibilità 4.2 - Incontro domanda/offerta di lavoro

5 Potenziamento

dell’offerta

5.1 - Nuove imprese nel Terzo Settore 5.2 - Nuove forme di turismo 5.3 - Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività 5.4 - Imprese agricole

6 Qualificazione

dell’offerta

6.1 - Uffici informativi turistici 6.2 - Agenzia Locale per il turismo 6.3 - Servizi periferici per il turismo 6.4 - Valorizzazione del patrimonio culturale

7 Azioni di sostegno

7.1 - Ricerche sulla domanda 7.2 - Mappatura degli operatori e delle risorse 7.3 - Promozione dell’assistenza alle persone 7.4 - Ricerche sui servizi del Terzo Settore 7.5 - Sbocchi professionali per persone svantaggiate 7.6 - Condivisione delle politiche di sviluppo 7.7 - Marketing territoriale 7.8 - Marchi locali 7.9 - Assistenza tecnica alle imprese

Asse 1 – Competitività Misura 1.1 – Certificazione dei servizi del Terzo Settore

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene iniziative nel campo della realizzazione di attività di certificazione di

qualità dei servizi erogati dagli operatori del Terzo Settore. Si intende, in sostanza,

incrementare il livello di fiducia che i fruitori, attuali o potenziali, attribuiscono agli

operatori specializzati e innalzare gli standard qualitativi di erogazione dei servizi. Gli

interventi attuati sono finalizzati alla:

• Armonizzazione dei processi di erogazione dei servizi degli operatori del Terzo

Settore;

• Determinazione di standard qualitativi di offerta comuni tra tutti gli operatori;

• Riorganizzazione dei processi di erogazione dei servizi agli utenti.

Tali attività, in particolare, consentiranno di avvicinare le percezioni degli utenti attuali e

potenziali ai reali benefici connessi alla fruizione dei servizi, in virtù della chiara

identificazione di modalità di erogazione e standard qualitativi previsti.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola in una sola azione finalizzata all’ottenimento di una certificazione di

qualità per i servizi erogati dalle imprese che operano nel Terzo Settore. A tal fine

saranno possibili, in ambito aziendale, le seguenti tipologie di intervento:

• Sviluppo della cultura della qualità in tutta l’organizzazione;

• Incremento del livello di efficacia ed efficienza dei processi aziendali;

• Coinvolgimento del personale nei piani di sviluppo della qualità e del

“miglioramento continuo”, attraverso specifiche politiche di addestramento

interno;

• Realizzazione di politiche di CRM (Customer Relationship Management) e SCM

(Supply Chain Management) per l’allineamento dell’offerta alle reali esigenze

della domanda e per il miglioramento della trasparenza e della qualità dei

prodotti acquistati;

• Attività di verifiche ispettive interne finalizzate al monitoraggio

dell’implementazione del Sistema di Qualità.

Le politiche per la qualità e le modalità di implementazione del sistema (contenuti, azioni,

procedure, impatti organizzativi) saranno definite sulla base delle indicazioni contenute

nelle norme specifiche sulla certificazione di qualità.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Operatori del Terzo Settore;

• Cooperative sociali;

• Associazioni e/o Consorzi di operatori del Terzo Settore.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà attraverso il

seguente iter amministrativo.

Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione

L’Amministrazione Provinciale provvederà alla predisposizione di uno o più bandi di gara,

che saranno accompagnati da un’attività informativa specifica, attraverso servizi

generalizzati e di help desk per i soggetti proponenti. In tale fase saranno, dunque,

predisposti:

• Formulari per la presentazione dei progetti;

• Guide alla compilazione dei formulari e agli allegati da presentare;

• Criteri generali di selezione.

La selezione avverrà da parte di apposita Commissione nominata dall’Amministrazione

Provinciale, che valuterà le proposte in base ai seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Rilevanza di giovani e/o donne nella compagine sociale;

• Bacino di utenza servito;

• Esistenza di relazioni formali con altri operatori del settore e non;

• Potenziale di sviluppo dei servizi e/o dell’utenza.

Al termine della fase di selezione sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei

soggetti ammessi al contributo e del relativo importo, mentre sarà data evidenza dei non

ammessi e delle cause di non ammissibilità della domanda.

FASE 2 – Realizzazione interventi

La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

FASE 3 – Monitoraggio e conclusione

In tale fase, che si avvierà contestualmente all’inizio delle attività operative, sarà

costituito un Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività,

attraverso la predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo

svolgimento delle attività. La fase si concluderà con i controlli finali, la certificazione della

spesa e l’erogazione del saldo e/o la revoca/rimodulazione del finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

1.1.a • Spese per lo svolgimento di azioni pubblicitarie, informazione al pubblico e convegni;

• Spese per l’addestramento del personale; • Spese per attività di consulenza; • Spese di Certificazione (a favore degli Enti che

rilasciano la certificazione); • Spese per la progettazione del Sistema di Qualità.

Asse 1 – Competitività Misura 1.2 – Formazione specialistica

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è finalizzata all’accrescimento competitivo delle imprese, degli operatori e più

in generale delle competenze territoriali. La strategia generale individuata mira ad

ampliare il bagaglio di conoscenza presente con il fine comune di elevare il livello di

“servizio” sia erogato che percepito. La formazione specialistica diviene, in tal senso, il

luogo di apprendimento, ricerca e sperimentazione delle competenze utili per superare il

gap competitivo esistente sul territorio e rilevato in fase di svolgimento del Progetto.

Gli obiettivi che si intendono perseguire sono i seguenti:

• adattare o generare nuovi schemi mentali per operare secondo logiche orientate alla

soddisfazione delle esigenze territoriali rilevate;

• creazione di nuovi modelli di intervento locale per lo sviluppo professionale,

utilizzando “le migliori pratiche” rilevate in ambito nazionale ed internazionale;

• costruire una piattaforma culturale, idonea ad elevare la sensibilità

nell’interpretazione dei fatti, dei problemi e degli eventi sotto il profilo economico,

organizzativo ed istituzionale;

• generare e mobilitare energie collettive del territorio;

Gli obiettivi descritti intendono creare le condizioni per realizzare delle identità

professionali; l’idea di fondo è che il ruolo della formazione non può essere predefinito e

“imposto” come modello da seguire, ma piuttosto “costruito”, armonizzando le

caratteristiche specifiche della realtà e le potenzialità professionali di ogni figura da

formare.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola in 1 azione finalizzata all’innalzamento delle conoscenze

specialistiche nell’ambito dei settori individuati nel Piano.

La Formazione ha come fine quello di creare valore aggiunto, con un piano di

coinvolgimento che va al di là dell’apprendimento di discipline, investendone piuttosto il

profilo culturale globale e dunque l’atteggiamento verso le opportunità offerte dal lavoro.

L’approccio è quello del “learning” centrato sull’apprendimento, non solo individuale, ma

collettivo: è il gruppo, l’organizzazione che impara e che a sua volta crea conoscenza. Il

luogo privilegiato di una formazione così orientata è pertanto on the job, in stretto

rapporto con il mondo del lavoro e col mercato del lavoro.

Le due dimensioni fondamentali della formazione saranno allora quella contestuale e

quella comunicativa: gli uomini e le organizzazioni devono saper gestire il contesto locale

(la conoscenza tacita, le relazioni specifiche) e contemporaneamente far comunicare il

sistema locale con i sistemi globali.

La formazione interiorizza gli obiettivi e i metodi della ricerca effettuata sul campo. Non si

può formare partendo da una conoscenza precostituita, se si pensa di confrontarsi con un

mercato in continua evoluzione e innovatività.

A tal fine sono state individuate le seguenti tipologie di intervento:

• Erogazione di percorsi formativi ad hoc rilevati in fase di svolgimento del progetto

• Realizzazione di percorsi di aggiornamento professionale riferito a categorie di

utenti con competenze specifiche.

2. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione provinciale di Crotone;

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Organizzazioni ed Enti no profit;

• Imprese;

• Associazioni e/o Consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura verrà attuata attraverso il seguente iter amministrativo.

Fase 1 – Individuazione delle Figure Professionali

L’Amministrazione Provinciale di concerto con i rappresentanti dei tre settori di

riferimento, provvederanno alla individuazione delle Figure professionali verso le quali

erogare i percorsi formativi individuati in fase di svolgimento del Piano.

Fase 2 – Predisposizione bandi e selezione

L’Amministrazione Provinciale provvederà alla predisposizione di bandi pubblici di

selezione delle figure professionali. I bandi verranno adeguatamente pubblicizzati

coinvolgendo rappresentanti di categorie e settori.

Fase 3 – Realizzazione interventi Formativi

La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:

• Analisi dei fabbisogni formativi

• Taratura dei percorsi formativi

• Individuazione del Personale Docente

• Erogazione degli interventi formativi

FASE 4 – Monitoraggio

La fase consiste nella definizione e monitoraggio dei Piani individuali di apprendimento a

partire da bilanci delle competenze da attivare nella fase iniziale del processo formativo

nei confronti dei soggetti interessati.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

1.2.a • Spese per lo svolgimento di azioni di informazione;

• Spese per il personale docente; • Spese per attività di consulenza; • Spese per la progettazione e realizzazione del

Sistema di Monitoraggio.

Asse 1 – Competitività Misura 1.3 – Alta Formazione

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

Le attività della misura sono rivolte a imprenditori, quadri e dirigenti di Enti locali.

Riguardano temi relativi all'innovazione territoriale, alla valorizzazione del capitale sociale

del territorio, per la costituzione di reti locali che supportino grandi progetti di sviluppo

territoriale. Il tutto con l’intento di aumentare e rafforzare la capacità di accesso, della

Pubblica amministrazione, ai finanziamenti dell'Unione Europea e ai processi di riforma e

modernizzazione in atto.

L'Alta Formazione, è uno strumento in linea con le nuove esigenze della società e del

mercato del lavoro, necessario per valorizzare al meglio la varietà delle competenze

accumulate e per offrire la possibilità di utilizzare nuove metodologie innovative.

Obiettivi della misura sono:

• Utilizzare attraverso la formazione, le esperienze di successo sviluppate in Italia e in

altre parti del mondo, promovendo a tale fine, una intensa sinergia tra il settore

pubblico e quello privato che coinvolga le Amministrazioni, imprese ed i centri di

ricerca (Università).

• Favorire il processo di crescita territoriale

• Consolidare rapporti di collaborazione fra le Imprese ed le Amministrazioni, al fine di

attuare, in modo concertato, interventi di sviluppo.

• Sostenere il trasferimento di competenze e innovazione verso i vari livelli individuati

del sistema locale.

• Attuare le politiche di sviluppo regionale nazionali ed europee al fine di favorire il

benessere delle popolazioni locali e la loro partecipazione al processo di crescita.

2. INTERVENTI PREVISTI

In questi ultimi anni le Istituzioni pubbliche hanno avviato un complesso processo di

modernizzazione, disegnando, tra l’altro, un modello di azione amministrativa fondato

sulla misurazione di costi, rendimenti e sulla valutazione dei risultati dell’azione

amministrativa.

In particolare, per le amministrazioni dello Stato, il processo di programmazione e

controllo ha l'obiettivo di organizzare in modo efficace ed efficiente il complesso delle

attività finalizzate a definire l'indirizzo politico e ad attuarlo mediante concreti atti e

comportamenti amministrativi.

L’obiettivo degli interventi è quello di offrire un aggiornamento in quei campi ritenuti

strategici che vanno dal diritto e le sue più recenti evoluzioni, all’economia, al

management, strumenti di lettura e di valutazione del bilancio, tecniche per la

definizione degli obiettivi e dei risultati raggiunti, la gestione della comunicazione interna

ed esterna, l’accesso ai finanziamenti dell'Unione Europea e ai processi di riforma e

modernizzazione in atto.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione provinciale di Crotone;

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Enti pubblici;

• Organizzazioni ed Enti strumentali;

• Imprese;

• Associazioni e/o Consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Fase 1 – Attività di Bilancio delle Competenze

Realizzazione di apposito studio finalizzato a conoscere il bilancio delle competenze di

Imprenditori, Dirigenti e Quadri e della Pubblica Amministrazione interessati al processo.

FASE 2 – Predisposizione delle Sessioni Formative

Sulla base delle evidenze emerse nella fase precedente, saranno predisposti specifiche

sessioni caratterizzate dal livello di responsabilità/operatività. La selezione degli

imprenditori avverrà in relazione a caratteristiche rilevabili in termini di dimensione

dell’impresa (fatturato, n. dipendenti, ecc.) e attraverso bandi pubblici adeguatamente

pubblicizzati.

FASE 3 – Erogazione dei Percorsi Formativi

Sulla base delle sessioni verranno organizzati percorsi formativi con personale Docente

altamente specializzato. Per le sessioni di Diritto ed Economia, al fine di fornire elementi

sostanziali sulle profonde modifiche effettuate in campo finanziario e contabile che hanno

caratterizzato il sistema ordinamentale italiano negli ultimi anni, anche alla luce della

trasformazione in senso federale dello Stato, potranno essere coinvolti docenti

Universitari.

FASE 4 – Monitoraggio

La fase consiste nelle attività di monitoraggio dei Piani individuali di apprendimento, a

partire da bilanci delle competenze attivati nella fase iniziale del processo formativo nei

confronti dei soggetti interessati.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

• Spese per lo svolgimento di azioni di informazione;

• Spese per il personale docente; • Spese per attività di consulenza; • Spese per la progettazione e realizzazione del

Sistema di Monitoraggio.

Asse 1 – Competitività Misura 1.4 – Certificazione delle imprese turistiche

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene iniziative finalizzate all’ottenimento delle certificazioni di qualità e

ambientale, secondo le Norme UNI EN ISO 9001:2000 e UNI EN ISO 14001:2004, delle

imprese turistiche; favorendo, tra queste, quelle che opteranno per l’implementazione di

un Sistema di Gestione Integrato, contenente cioè, entrambe le Norme suddette.

La certificazione delle imprese, grazie all’ottimizzazione dei processi gestionali ed alla

visibilità internazionale è in grado di accrescere il valore aggiunto di un’azienda turistica

offrendo la massima garanzia di qualità dei servizi offerti e di tutela ambientale a turisti e

cittadini.

Per questo motivo gli strumenti di gestione della qualità e dell’ambiente possono venire

incontro alle nuove frontiere del turismo introducendo un nuovo concetto di “turismo

sostenibile”, in modo di salvaguardare gli interessi comuni e facendo incontrare le

esigenze economiche di settore con le istanze ambientali di turisti e cittadini.

Per tali ragioni, obiettivi specifici della misura sono:

• Qualificare le imprese turistiche e determinare standard qualitativi comuni fra

tutti gli operatori, attraverso l’implementazione di un Sistema di qualità;

• Determinare indicatori ambientali comuni tra tutti gli operatori e valutare gli

aspetti ambientali che hanno impatti significativi sul territorio, attraverso

un’Analisi Ambientale Iniziale;

• Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale del territorio e salvaguardare le

bellezze del paesaggio, delle risorse naturali e, in generale, del territorio,

attraverso l’implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale.

La misura è collegata con gli interventi di assistenza tecnica previsti nella misura 7.9, che

permetteranno di estendere le certificazioni anche alle imprese operanti nei settori

industriali.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione finalizzata all’analisi di tutti gli aspetti ambientali

significativi delle imprese turistiche, attraverso l’individuazione di indicatori ambientali

indispensabili per misurare e monitorare il miglioramento delle prestazioni ambientali e,

infine, progettare e l’implementare un Sistema di Gestione Ambientale.

Per tali ragioni, obiettivi specifici dell’azione sono l’acquisizione di una conoscenza

completa e documentata degli effetti ambientali connessi con le attività d’impresa

specifiche e l’individuazione, tra questi ultimi, di quelli più significativi, su cui concentrare

gli obiettivi di miglioramento delle prestazioni e il sistema di monitoraggio.

Le attività previste saranno, dunque, incentrate su:

• Studi e ricerche per l’analisi ambientale iniziale, finalizzata a comporre il quadro

di riferimento dei rapporti tra l'ambiente e l'attività di una organizzazione;

• Realizzazione di sistemi di monitoraggio per la verifica degli impatti ambientali

generati;

• Implementazione di sistemi di qualità ambientale certificata secondo le nomre

UNI EN ISO 14000.

Le politiche per la qualità e le modalità di implementazione del sistema (contenuti, azioni,

procedure, impatti organizzativi) saranno definite sulla base delle indicazioni contenute

nelle norme specifiche sulla certificazione di qualità ambientale.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese della ricettività turistica (alberghi, villaggi, agriturismi, ecc.);

• Ristoranti;

• Imprese di servizi turistici;

• Associazioni e consorzi di imprese che svolgono attività turistiche.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, chel’attuerà secondo il seguente

iter amministrativo.

FASE 1 – Attività propedeutiche all’attuazione

Realizzazione di appositi studi e analisi finalizzati alla conoscenza del territorio e delle

attività interessate dalla misura. Individuazione degli eventuali soggetti terzi cui affidare

l’attuazione delle azioni preliminari e loro convenzionamento. Tali soggetti terzi dovranno

curare:

o L’assistenza alla pianificazione e realizzazione di tutti gli strumenti informativi,

gestionali, di valutazione necessari per la gestione della qualità e dell’ambiente

nel settore turistico.

o L’attività di promozione, informazione e formazione, supporto tecnico con l’ausilio

di linee guida per l’attuazione dell’azione.

o L’attività di studio sugli impatti ambientali derivanti dall’attività turistica.

FASE 2 – Individuazione delle operazioni da realizzare

Sulla base delle evidenze emerse nella fase precedente, saranno predisposti specifici

bandi di gara, i cui criteri di valutazione generali seguiranno le seguenti priorità:

• Qualità del soggetto proponente;

• Impatto occupazionale generabile;

• Specifico ambito di attività;

• Capacità di potenziamento del network locale.

Saranno in ogni caso preferite le imprese che intendano perseguire già dalla fase

progettuale una particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, adottando criteri

ambientali con disponibilità di spazi verdi, di salvaguardia del territorio, di utilizzo di

nuove tecnologie ecocompatibili e che siano composte da giovani e/o donne.

La fase istruttoria consisterà nell’esame di ammissibilità delle domande e nella selezione

delle stesse, con conseguente pubblicazione della graduatoria. La graduatoria indicherà i

soggetti ammessi al contributo, l’importo concesso ad ognuno, l’elenco degli esclusi e le

cause di esclusione.

FASE 3 – Attuazione, monitoraggio e sorveglianza delle operazioni

Erogazione del 1° anticipo all’avvio dei lavori e di quote per stati di avanzamento lavori.

Attività di osservazione, sorveglianza, verifica e controllo in itinere, da parte di apposita

Commissione nominata dall’Amministrazione Provinciale. Attività di assistenza tecnica e

tutoraggio dei soggetti destinatari, monitoraggio e valutazione della spesa, preparazione

di interventi correttivi e di riprogrammazione dell’azione.

FASE 4 – Conclusione

Controlli finali, certificazione della spesa e conclusione dell’azione.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

1.4.a • Spese per la pianificazione, la ricerca e gli studi sugli aspetti ambientali significativi;

• Spese per la progettazione del Sistema di Gestione Ambientale;

• Spese di Certificazione (a favore degli Enti che rilasciano la certificazione);

• Spese per le attività di Consulenza; • Spese per la formazione del personale; • Spese per la costituzione e la gestione di aree

attrezzate; • Spese per lo svolgimento di azioni pubblicitarie,

informazione al pubblico e convegni.

Asse 2 – Innovazione Misura 2.1 – Sviluppo della managerialità

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è indirizzata allo sviluppo di nuova managerialità all’interno delle

organizzazioni, pubbliche e private, operanti sul territorio. In particolare, sarà possibile

attivare strumenti per la gestione del ricambio generazionale all’interno delle imprese

locali, per consentire un graduale passaggio di competenze gestionali e tecniche dalle

vecchie alle nuove generazioni, anche attraverso la realizzazione di specifici percorsi

formativi. La misura sostiene anche la crescita di competenze manageriali presso gli

attuali agenti locali dello sviluppo, sia pubblici sia privati, attraverso un insieme di

iniziative finalizzate a:

• Incrementare la presenza di figure professionali manageriali nelle organizzazioni

locali;

• Diffondere una nuova cultura manageriale nella gestione delle attività locali;

• Ampliare le opportunità di business e di penetrazione di nuovi mercati per le

organizzazioni locali;

• Orientare le strategie gestionali locali verso criteri di maggiore efficienza ed

efficacia.

Gli interventi previsti avranno carattere intersettoriale, e dovranno essere realizzati

attraverso la predisposizione di piani di attuazione finalizzati alla gestione delle attività e

dei percorsi di crescita professionali per i manager e le figure di alto profilo.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola nelle seguenti azioni:

Azione 2.1.a – Ricambio generazionale

L’azione è mirata a quelle aziende con fabbisogni direzionali legati alla gestione del

ricambio generazionale tra i genitori imprenditori e i loro figli. Si tratta, in sostanza, di

garantire lo sviluppo dell’attività d’impresa attraverso il trasferimento di competenze a

coloro i quali nel futuro rappresenteranno il nuovo management aziendale. In tale

ambito, gli interventi previsti sono:

• Corsi di formazione in azienda;

• Contributi alla partecipazione a Master accreditati per dirigenti d’azienda;

• Interventi di consulenza direzionale per l’affiancamento in azienda.

Azione 2.1.b – Nuove figure manageriali

L’azione è finalizzata alla creazione di situazioni di contesto favorevoli alla crescita di

figure manageriali all’interno delle aziende locali, attraverso interventi indirizzati sia nei

confronti della classe imprenditoriale, sia nei confronti della forza lavoro provinciale. Le

attività previste si pongono, dunque, l’obiettivo di incrementare il fabbisogno di figure

manageriali e, al tempo stesso, l’offerta territoriale di tali figure per effetto di interventi

specifici, quali:

• Piani formativi in aula e in azienda per laureati e dipendenti;

• Stage di approfondimento in azienda;

• Analisi organizzative aziendali;

• Selezione del personale da impiegare in ruoli manageriali, con il coinvolgimento

di imprenditori, lavoratori, sindacati e Amministrazione Provinciale.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese;

• Associazioni e consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata attraverso le seguenti fasi.

Fase 1 – Attività propedeutiche

In questa fase l’Amministrazione Provinciale individuerà soggetti esterni competenti in

materia di formazione professionale e di servizi reali avanzati, la cui selezione avverrà a

seguito di manifestazione d’interessi per la creazione di una check list di strutture

accreditate per l’erogazione dei servizi. La check list potrà essere aggiornata annualmente

su iniziativa dell’Amministrazione Provinciale e attraverso successive Manifestazioni

d’interessi. A tali strutture, in particolare, le imprese selezionate quali destinatarie di

interventi formativi dovranno rivolgersi per l’acquisizione dei servizi.

Fase 2 –Manifestazioni d’interessi e selezione

La selezione delle imprese destinatarie degli interventi avverrà attraverso una o più

manifestazioni di interesse aperte alle PMI del territorio, accompagnate da specifici servizi

informativi e di assistenza per supportare i proponenti.

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta e del soggetto proponente. Al termine,

l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al

contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione delle attività

previste. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando la qualità

dei soggetti proponenti in base ai seguenti criteri di priorità:

• Fabbisogni di professionalità;

• Settore merceologico;

• Politiche di sviluppo future;

• Adesione a network locali formalizzati.

Criterio generale per la selezione delle proposte sarà, comunque, l’impegno formale delle

imprese ammesse al contributo ad impiegare in ruoli di alto profilo le risorse umane

formate in aula e con gli stage aziendali.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e delle modalità d’impiego

delle risorse umane formate. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da

parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di

indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità dei progetti e il

raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o con la revoca e/o la rimodulazione del

finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

2.1.a • Corsi di formazione in azienda; • Master di specializzazione; • Spese per consulenza direzionale.

2.1.b • Spese per consulenza direzionale; • Spese per stage aziendali; • Preparazione moduli formativi; • Preparazione materiale didattico; • Spese per Commissioni di valutazione delle

competenze e dei profili professionali.

Asse 2 – Innovazione Misura 2.2 – Ricerca e sperimentazione

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è attiva nell’ambito del sostegno alla crescita delle attività di ricerca scientifica

e sperimentazione, sul campo e di laboratorio, finalizzate a produrre soluzioni innovative

per il territorio dal punto di vista tecnologico e produttivo. Gli obiettivi che la misura

persegue sono:

• Ridurre il costo di acquisizione delle innovazioni;

• Indirizzare le attività di ricerca scientifica e tecnologica verso gli ambiti di

maggiore interesse per le esigenze del territorio;

• Creare le condizioni di contesto favorevoli allo sviluppo dell’innovazione, anche

attraverso processi indotti nel settore privato;

• Sperimentare soluzioni innovazione nel campo delle nuove tecnologie e

dell’efficienza dei processi produttivi.

Le attività si svilupperanno con il supporto di Istituti di ricerca scientifica e Università, e

risultano interdipendenti a tutte le altre misure che impattano sulle attività economiche

locali, soprattutto nell’area della riorganizzazione dei processi e delle risorse umane.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:

Azione 2.2.a – Nuove tecnologie

L’azione persegue l’obiettivo di sperimentare l’utilizzo di nuove tecnologie da applicare

alle produzioni locali attraverso un processo di ricerca in laboratorio e di testing della

tecnologia direttamente presso le aziende. Le nuove tecnologie da sperimentare potranno

riguardare i macchinari, le attrezzature, i sistemi di gestione informatica, e, in generale,

tutte le componenti del processo produttivo e gestionale delle imprese.

Azione 2.2.b – Metodi di produzione

L’azione è attiva nel campo della sperimentazione di nuovi metodi di produzione per i

prodotti locali, intendendosi la sperimentazione di processi produttivi innovativi che non

richiedano l’utilizzo di nuove tecnologie. In sostanza, l’azione sostiene la ricerca sul

campo di soluzioni produttive innovative, che impattino, ad esempio, sull’organizzazione

del lavoro, sul lay out degli impianti, sulle combinazioni delle materie prime, sulla

struttura organizzativa, ecc. tali da ottimizzare gi indicatori di efficienza e di efficacia

aziendali, senza richiedere investimenti in nuove tecnologie.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione provinciale di Crotone;

• Università e Centri di ricerca.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Associazioni e consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i

Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di

verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i

Beneficiari finali saranno preferibilmente selezionati tra quelli localizzati sul territorio

regionale.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi

informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i

bando/i.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. In

tal senso, al/i bando/i saranno ammessi a partecipare solo imprese locali già costituite in

forme associative o consortili e/o con forme di partenariato create “ad hoc” (ATS, ATI). Al

termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,

la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità dell’attività di ricerca da sviluppare;

• Innovatività della proposta;

• Impatti sul fatturato;

• Impatti occupazionali a medio-lungo termine;

• Potenziale di sviluppo dei mercati serviti;

• Efficienza/efficacia delle soluzioni da sperimentare.

• Impatti di natura ambientale.

Nella domanda di ammissione, inoltre, dovrà già essere indicato il soggetto responsabile

delle attività di ricerca, la cui qualità, in termini di capacità di raggiungere i risultati

previsti, rappresenterà criterio fondamentale per l’ammissione della proposta.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono

superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario

finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento

in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

2.2.a • Ricerca e sperimentazione in laboratorio; • Ricerca e sperimentazione sul campo.

2.2.b • Ricerca e sperimentazione sul campo.

Asse 2 – Innovazione Misura 2.3 – Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è attiva nei confronti dello sviluppo competitivo dell’offerta territoriale,

attraverso la valorizzazione di interventi di implementazione di nuovi strumenti, di natura

info-telematica e non, per la promozione e per la fruizione delle risorse territoriali. In

particolare, la misura persegue i seguenti obiettivi:

• Innovare le procedure e gli strumenti per la fruizione delle risorse del territorio;

• Realizzare piani di promozione verso l’esterno attraverso l’utilizzo di strumenti

innovativi;

• Dotare il territorio di nuovi strumenti tecnologici, il cui utilizzo possa essere

facilmente riproducibile in altri ambiti economici;

• Incrementare il livello di conoscenza tra i residenti delle opportunità di utilizzo di

nuovi strumenti tecnologici e non;

• Delineare un quadro conoscitivo di base per la gestione dell’innovazione in

ambito locale.

La misura è collegata con le misure dell’Asse 6, in quanto offre opportunità di sviluppo

innovative per gli strumenti di promozione/valorizzazione/fruizione attualmente utilizzati

dagli operatori e dagli Enti locali competenti per il turismo e i Beni Culturali. Gli interventi

presti, inoltre, sono collegati alla misura 5.4, in quanto supportano la nascita di network

in nuove forme di offerta turistica alternativa alla tradizionale offerta balneare.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:

Azione 2.3.a – Promozione delle risorse turistiche

L’azione sostiene l’attività specifica finalizzata ad incrementare l’utilizzo di strumenti

innovativi per la promozione delle risorse turistiche locali. L’innovazione potrà riguardare

sia gli strumenti di tipo tradizionale, sia gli strumenti che utilizzano nuove tecnologie

connesse al web, quali ad esempio la multimedialità.

L’attività prevista si estende alla promozione di tutte le risorse turisticamente vendibili e

dovrà essere realizzata tenendo presente la tipologia di risorsa da promuovere e il target

di riferimento. In particolare, gli interventi previsti riguardano:

• La progettazione e il testing di strumenti innovativi;

• L’implementazione di strumenti innovativi di tipo tradizionale e multimediale;

• La realizzazione di siti web totalmente interattivi.

Azione 2.3.b – Fruizione dei Beni culturali

L’azione è mirata allo sviluppo di strumenti innovativi finalizzati all’incremento della

fruibilità dei beni culturali del territorio. Si tratta, dunque, di realizzare interventi

direttamente sui beni culturali che si intendono valorizzare, a supporto di tutte le attività

promozionali previste nell’azione 2.3.a e nelle azioni dell’Asse 6. la tipologia di attività

previste riguarda anche in questo caso:

• La progettazione e il testing di strumenti innovativi;

• L’implementazione di strumenti innovativi di tipo tradizionale e multimediale;

• La realizzazione di siti web totalmente interattivi.

Gli interventi previsti impatteranno sia sull’accessibilità fisica, ad esempio in termini di

nuovi strumenti per particolari utenti, quali disabili, ciechi, neonati, ecc. sia sulla qualità

intrinseca del “prodotto” culturale, in termini di nuovi strumenti audiovisivi di

informazione, di nuovi strumenti multimediali per riproduzioni in 3D, ecc.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione provinciale di Crotone;

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese del settore informatico;

• Università e Centri di ricerca;

• Imprese turistiche, esclusi gli operatori della ricettività;

• Associazioni e consorzi di imprese turistiche, esclusi gli operatori della ricettività;

• Musei;

• Biblioteche;

• Altri operatori della cultura, in forma singola e/o associata.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter attuativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati competenti strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi

informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i

bando/i.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,

la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Innovatività della proposta;

• Tecnologia utilizzata;

• Impatti occupazionali e ambientali generati;

• Ricadute occupazionali per giovani e donne;

• Bacino di utenza interessato dagli interventi;

• Localizzazione degli interventi.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono

superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e della funzionalità tecnica

delle soluzioni tecnologiche. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione che

determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali

verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o la revoca e/o rimodulazione del

contributo concesso.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

2.3.a • Progettazione e studi; • Test degli strumenti; • Siti web; • Implementazione strumenti innovativi multimediali; • Implementazione strumenti innovativi di tipo

tradizionale.

2.3.b • Progettazione e studi; • Test degli strumenti; • Siti web; • Implementazione strumenti innovativi multimediali; • Implementazione strumenti innovativi di tipo

tradizionale.

Asse 3 – Integrazione Misura 3.1 – Operatori del Terzo Settore

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene l’integrazione tra gli operatori specializzati del Terzo Settore attraverso

il coordinamento settoriale e la corretta specifica degli ambiti di attività dei singoli. In

particolare, gli interventi saranno mirati a permettere un migliore coordinamento tra le

attività e i servizi erogati da ogni singolo operatore, per effetto dell’incremento del livello

di cooperazione tra gli operatori e/o del potenziamento delle reti relazionali già esistenti.

Tale maggiore collaborazione è, inoltre, finalizzata a:

• Specializzare l’offerta dei singoli operatori sulla base delle esigenze dei contesti

locali;

• Stabilire regole di accesso al partenariato;

• Diffondere una cultura della cooperazione quale elemento strategico per lo

sviluppo competitivo del settore.

Ulteriore elemento distintivo a cui le attività previste tendono è l’armonizzazione del

sistema di offerta, che dovrà essere organizzato in maniera da garantire l’erogazione di

particolari tipologie di servizi nelle aree di maggiore necessità e da massimizzare

l’efficienza e l’efficacia, evitando “duplicazioni” e “vuoti d’offerta”. Per tali ragioni, la

misura si integra con le azioni previste nelle misure 7.1 e 7.2, in quanto rappresenta uno

strumento operativo per l’organizzazione del settore in base alle criticità che

emergeranno nelle fasi di ricerca, e con la misura 7.8, che sostiene la creazione di marchi

territoriali per sistemi di offerta integrati.

Una prima fase operativa sarà realizzata attraverso le attività previste dai progetti pilota

finalizzati alla determinazione di standard di accesso alla cooperazione e all’integrazione

tra il settore pubblico e i privati, che l’Amministrazione Provinciale intende promuovere e

che supporteranno tutti gli interventi previsti dalla misura.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura prevede lo sviluppo di una sola linea di intervento finalizzata alla costruzione di

reti relazionali stabili e formalizzate tra gli operatori locali del Terzo Settore. Tale obiettivo

generale sarà perseguito attraverso un modello di interventi tipico della costruzione e

della gestione delle partnership, attraverso il quale, in sostanza, saranno selezionati gli

operatori, definiti ruoli, competenze e standard di accesso, identificati sistemi di

monitoraggio e controllo e stabiliti criteri per il trasferimento delle informazioni.

Gli strumenti utilizzati potranno consistere in tavoli permanenti di coordinamento,

protocolli d’intesa, riunioni, attività formative del personale finalizzate al coinvolgimento

intorno allo sviluppo della partnership e campagne promozionali delle reti locali attivate.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Associazioni di categoria del Terzo Settore.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Cooperative sociali;

• Imprese che a vario titolo operano nel Sociale;

• Professionisti che operano nel Sociale.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di

categoria del Terzo Settore. In particolare, ai Beneficiari finali spetterà il compito di

organizzare la concertazione e l’integrazione territoriale, utilizzando tutti gli strumenti

ritenuti idonei e coerenti con gli obiettivi della misura.

In via preliminare, i Beneficiari finali dovranno dotarsi di un Piano Generale di

Coordinamento che stabilisca le regole di accesso alla cooperazione e la strategia

generale di intervento. A tale strumento sarà data ampia rilevanza presso gli operatori del

territorio, attraverso la realizzazione di specifici eventi e campagne promozionali.

In fase attuativa, infine, saranno determinati gli assetti organizzativi per la gestione del

partenariato locale, con la costituzione degli organi e la nomina dei rappresentanti dei

diversi attori sociali.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

3.1.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Formazione del personale sulle tematiche relative

alla gestione della partnership; • Nascita di Consorzi, Cooperative, ecc.; • Spese per la promozione delle reti locali.

Asse 3 – Integrazione Misura 3.2 – Balneare e Cultura

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

Gli interventi della misura sono finalizzati allo sviluppo della cooperazione tra operatori

specializzati nell’erogazione di servizi per lo sfruttamento della “risorsa mare” e operatori

della cultura, intesa quale elemento distintivo del territorio, in termini di beni artistici,

archeologici, enogastronomici, architettonici, ecc. Attraverso le azioni previste si intende,

in sostanza:

• Favorire uno sviluppo integrato delle risorse balneari e culturali;

• Ampliare la durata della stagione turistica oltre i tradizionali mesi estivi;

• Promuovere l’integrazione e la cooperazione nel settore turistico;

• Avviare un processo di riposizionamento dell’offerta turistica locale verso target di

utenza più variegati.

Saranno, dunque, possibili interventi nel campo dell’integrazione delle offerta attraverso

strumenti quali, ad esempio, l’acquisto di ticket unici per lidi balneari e beni culturali, la

stipula di convenzioni tra operatori per beneficiare di sconti particolari, la realizzazione di

campagne promozionali integrate, ecc.

La misura si integra con gli interventi previsti dalle misure 6.3 e 6.4 poiché impatta

direttamente sull’organizzazione del settore turistico e, di conseguenza, sulla nascita di

nuove attività imprenditoriali “di supporto” e sulla valorizzazione del patrimonio culturale.

La misura, ancora, è collegata con gli interventi della misura 7.8, in quanto costruisce

sistemi di offerta integrati che possono richiedere la commercializzazione sotto un unico

marchio. Gli interventi previsti, inoltre, saranno realizzati facendo specifico riferimento ai

risultati, parziali e finali, che il progetto pilota sull’integrazione tra i soggetti pubblici e i

privati otterrà nel corso della sua realizzazione.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola in due linee di intervento di seguito descritte:

Azione 3.2.a – Pacchetti di servizi

L’azione è finalizzata alla costruzione di pacchetti di servizi integrati che permettano

all’offerta turistica balneare e culturale locale di competere con un sistema di prodotto

maggiormente orientato alla valorizzazione sinergica delle risorse di “eccellenza”. La

costruzione di pacchetti di servizi prevede lo sviluppo delle seguenti attività:

• Selezione degli operatori;

• Determinazione di standard di qualità e organizzativi finalizzati al potenziamento

degli operatori nei network già esistenti;

• Programmazione delle politiche di marketing per la gestione della rete;

• Integrazione organizzativa degli operatori coinvolti, anche attraverso la

predisposizione di sistemi informatici integrati.

Azione 3.2.b – Sistemi di promozione

L’azione prevede lo sviluppo di interventi mirati alla promozione dei pacchetti di offerta

attivati e/o già esistenti. In particolare, sarà possibile svolgere le attività strettamente

inerenti all’utilizzo di strumenti promozionali, ossia:

• Pubblicità su mass media;

• Siti web;

• Strumenti promozionali (brochure, manifesti, cartelloni, ecc.);

• Partecipazione e organizzazione di eventi a tema (workshop, fiere di settore,

educational, visite studio per tour operator, ecc.).

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Associazioni di categoria degli operatori balneari e culturali.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Associazioni e Consorzi di imprese, al cui interno siano presenti almeno tre delle

seguenti tipologie di operatori:

o Ricettività turistica (alberghiera ed extralberghiera);

o Ristorazione;

o Lidi balneari;

o Guide turistiche;

o Musei;

o Siti archeologici;

o Vettori di trasporto;

o Associazioni Pro Loco;

o Agenzie di viaggio e/o Tour Operator;

o Altre imprese che operano nei comparti turistici del balneare e della

cultura.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di

categoria degli operatori del balneare e del comparto culturale. L’iter amministrativo per

la realizzazione delle attività previste è composto dalle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara, dei quali sarà

data ampia rilevanza sul territorio attraverso campagne informative specifiche e appositi

servizi di help desk per i proponenti. La fase istruttoria delle domande, a cura di

un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali, consisterà in una preliminare

verifica di ammissibilità (soggetti proponenti, documentazione amministrativa, allegati

richiesti dal bando) e nella procedura di selezione vera e propria, nel corso della quale

saranno valutate le domande in base ai seguenti criteri di priorità:

Per l’azione 3.2.a:

• Qualità del partenariato richiedente;

• Impatti occupazionali generati dal network;

• Mercato potenziale;

• Tipologia dei pacchetti integrati proposti;

• Potenziale di sviluppo del network a livello locale;

• Localizzazione degli interventi.

Per l’azione 3.2.b:

• Qualità del partenariato richiedente;

• Piano di comunicazione proposto;

• Mercati obiettivo;

• Potenziale di flussi turistici attivabili;

• Accordi commerciali esistenti.

Al termine sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei soggetti ammessi e del

contributo concesso ad ognuno, dando comunicazione agli esclusi delle cause di

esclusione.

Fase 2 – Realizzazione degli interventi

La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi. In tale fase sarà anche costituito un

Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività, attraverso la

predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo svolgimento delle

attività.

Fase 3 – Rendiconto e conclusione

L’iter si concluderà con il rendiconto finale della spesa e con l’erogazione del saldo o la

revoca/rimodulazione del finanziamento accordato.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

3.2.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Spese per la stipula di accordi commerciali; • Spese per integrazione di sistemi informatici; • Piani di marketing.

3.2.b • Acquisto spazi pubblicitari sui media; • Progettazione, pubblicazione e manutenzione di

siti web; • Progettazione, realizzazione e diffusione di

materiale promozionale (brochure, cataloghi, manifesti, ecc.)

• Organizzazione eventi a tema (workshop, educationals, ecc.);

• Partecipazione a fiere di settore; • Spese per contatti con tour operator (viaggi,

distribuzione cataloghi, ecc.); • Spese per assunzione di testimonial.

Asse 3 – Integrazione Misura 3.3 – Produzioni artigianali

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è dedicata alla realizzazione di interventi finalizzati alla promozione delle

attività artigianali e alla loro integrazione con il sistema economico locale, soprattutto con

le attività del settore turistico. Priorità di intervento sarà data a quelle iniziative

focalizzate anche sul trasferimento e la diffusione del know-how artigiano nelle produzioni

tipiche del territorio. Gli obiettivi specifici della misura sono:

• Promuovere lo sviluppo delle attività artigianali;

• Consolidare e potenziare il know-how tecnico-produttivo delle attività artigianali

presso la popolazione locale;

• Sviluppare accordi di cooperazione tra il settore artigiano e gli altri settori

produttivi.

L’integrazione sarà perseguita non solo con operatori di altri settori, ma anche tra gli

stessi artigiani, nell’ottica di sviluppare un sistema di offerta integrato e caratterizzato

dalla promozione dell’artigianato locale. La misura, pertanto, è collegata con gli interventi

previsti dalla misura 7.8, in quanto lo sviluppo di marchi locali rappresenta uno degli

elementi critici in grado di incrementare le performances economiche settoriali.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:

Azione 3.3.a – Integrazione con l’offerta turistica

Gli interventi sono finalizzati all’inserimento delle produzioni artigianali all’interno del

prodotto turistico locale e dei programmi di viaggio che si effettuano sul territorio. Sarà

possibile, in sostanza, raccordare le attività tipiche dell’artigianato con le imprese che più

direttamente si occupano di incoming territoriale, vale a dire le imprese della ricettività

turistica, sia alberghiera sia extralberghiera. Tale raccordo potrà effettuarsi sotto diverse

forme, quali, ad esempio:

• Acquisti scontati in negozi convenzionati;

• Inserimento di laboratori artigiani negli itinerari turistici;

• Distribuzione di materiale promozionale delle imprese artigiane nelle strutture

ricettive.

Azione 3.3.b – Valorizzazione del know-how

L’azione è dedicata alla valorizzazione dei “saperi” artigiani del territorio attraverso le

seguenti tipologie di interventi:

• Promozione della formazione on the job per il potenziamento della manodopera

specializzata;

• Realizzazione di manifestazioni d’interessi per il coinvolgimento dei giovani

artigiani sulle tematiche del “fare impresa”;

• Campagne di sensibilizzazione sul valore e le opportunità offerte dall’artigianato;

• Educational sulle tradizioni artigiane locali.

L’azione intende, in sostanza, da un lato stimolare la nascita di nuove iniziative

imprenditoriali tra i giovani che esercitano già attività artigianali; dall’altro, promuovere lo

sviluppo del settore attraverso specifiche campagne di diffusione che facciano avvicinare

un numero crescente di persone alle produzioni artigianali.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Associazioni di categoria degli artigiani e degli operatori turistici.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese artigiane, in forma singola o associata;

• Imprese della ricettività turistica, alberghiera ed extralberghiera;

• Imprese della ristorazione;

• Consorzi e Associazioni di imprese artigiane e imprese turistiche;

• Per l’azione 3.3.b: Imprese della comunicazione e pubblicità; Comuni e altri Enti

Locali.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di

categoria degli artigiani e degli operatori turistici. L’iter amministrativo per la realizzazione

delle attività previste è composto dalle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara, dei quali sarà

data ampia rilevanza sul territorio attraverso campagne informative specifiche e appositi

servizi di help desk per i proponenti. La fase istruttoria delle domande, a cura di

un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali, consisterà in una preliminare

verifica di ammissibilità (soggetti proponenti, documentazione amministrativa, allegati

richiesti dal bando) e nella procedura di selezione vera e propria. Per la selezione delle

domande saranno tenuti presenti i seguenti criteri di priorità:

Per l’azione 3.3.a:

• Qualità del soggetto proponente;

• Impatti occupazionali generati dal network;

• Potenziale di sviluppo del network a livello locale;

• Esistenza di accordi preliminari finalizzati alla nascita di reti formali;

• Localizzazione degli interventi.

Per l’azione 3.3.b:

• Qualità del soggetto proponente;

• Piano di comunicazione proposto;

• Aree di intervento locale;

• Potenziale di nuove iniziative imprenditoriali attivabili;

Al termine sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei soggetti ammessi e del

contributo concesso ad ognuno, dando comunicazione agli esclusi delle cause di

esclusione.

Fase 2 – Realizzazione degli interventi

La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi. In tale fase sarà anche costituito un

Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività, attraverso la

predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo svolgimento delle

attività.

Fase 3 – Rendiconto e conclusione

L’iter si concluderà con il rendiconto finale della spesa e con l’erogazione del saldo o la

revoca/rimodulazione del finanziamento accordato.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

3.3.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Nascita di Consorzi, Cooperative, ecc.; • Stipula di convenzioni per acquisti in promozione; • Spese per la pubblicizzazione dei network locali.

3.3.b • Formazione continua on the job; • Manifestazioni d’interessi per giovani imprenditori

artigiani; • Eventi promozionali (fiere, workshop,

educationals, ecc.); • Realizzazione campagne di sensibilizzazione.

Asse 4 – Lavoro Misura 4.1 - Accessibilità

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

L’obiettivo generale della misura è l’incremento delle opportunità di accesso al mercato

del lavoro, sia in termini di accessibilità fisica ai luoghi di lavoro, sia in termini di nuove

opportunità lavorative, anche per particolari categorie di persone con problemi di

inserimento lavorativo e sociale.

Per tali ragioni, la misura persegue anche i seguenti obiettivi specifici:

• Garantire pari opportunità di accesso al mercato del lavoro;

• Stimolare la crescita di conoscenze specifiche in particolari ambiti lavorativi;

• Attivare iniziative per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di

lavoro;

• Incrementare le opportunità di lavoro flessibile e l’autoimprenditorialità.

Le iniziative previste avranno un primo momento di sperimentazione attraverso la

realizzazione di un progetto pilota relativo alla promozione dell’occupazione femminile,

che rappresenterà base fondamentale per la successiva progettualità esecutiva in tema di

Pari Opportunità.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola in una sola azione che persegue gli obiettivi generali e specifici già

descritti. L’azione verrà attuata attraverso la realizzazione di attività specifiche indirizzate

alle categorie di persone a maggior rischio di esclusione dal mercato del lavoro. In

particolare, gli interventi previsti riguardano:

• L’organizzazione di corsi di formazione gratuiti per tossicodipendenti, per

immigrati e per giovani di famiglie disagiate;

• L’organizzazione di corsi di formazione gratuiti per aspiranti giovani imprenditori

sulle tematiche dell’organizzazione e della gestione di un’attività d’impresa;

• L’organizzazione di stage aperti ai partecipanti dei corsi presso organizzazioni

pubbliche e/o private operanti sul territorio provinciale;

• La realizzazione di attività progettuali finalizzate all’identificazione di interventi nel

campo della maggiore accessibilità al mercato del lavoro;

• La realizzazione di attività promozionali mirate alla diffusione delle problematiche

legate all’accessibilità al mercato del lavoro.

Le attività corsuali saranno propedeutiche alla realizzazione di studi e ricerche sui

potenziali ambiti di lavoro nei quali risulta più semplice l’integrazione e lo sbocco

professionale per le particolari categorie di persone alle quali gli interventi sono

indirizzati.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego;

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Società di ricerca e pubblicità;

• Imprese della formazione professionale;

• Associazioni di categoria;

• Comuni;

• SER.T;

• Associazioni no profit.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà di concerto con i

due Centri per l’Impiego presenti nel territorio attraverso uno o più bandi di gara. A tal

fine, sarà organizzato un tavolo permanente di coordinamento tra le strutture

dell’Amministrazione coinvolte, al fine di indirizzare l’attività attuativa verso quella

tipologia di interventi ritenuti, di volta in volta, coerenti agli obiettivi generali della misura.

Le procedure amministrative di attuazione saranno sviluppate secondo le seguenti fasi.

Fase 1 – Attività propedeutiche

In questa fase saranno realizzati studi e ricerche finalizzati all’individuazione dei percorsi

professionali più idonei all’ingresso nel mercato del lavoro per i soggetti con problemi

sociali e di strumenti flessibili da poter sperimentare per incrementare le occasioni di

lavoro. Per tale tipologia di attività l’Amministrazione Provinciale potrà servirsi da soggetti

esterni, da individuare e selezionare attraverso procedure di evidenza pubblica, con i

quali saranno sottoscritte apposite convenzioni e/o contratti di fornitura di servizi.

In tale fase rientrano anche le attività connesse alla definizione di dettaglio delle

procedure di attuazione della misura, all’informazione preliminare, alla promozione e

all’animazione sul territorio, da effettuarsi anche attraverso la rete di sportelli dei Centri

per l’Impiego, e alla definizione delle linee guida per la predisposizione dei bandi.

Fase 2 – Bandi e selezione

In questa fase si svolgeranno le attività preparatorie del/i bando/i di gara, quale la

stesura, l’approvazione e la pubblicazione, le attività di pubblicizzazione degli interventi

previsti e di assistenza tecnica ai soggetti proponenti e si darà avvio all’istruttoria delle

domande presentate.

Tale fase istruttoria consisterà in un’attività preliminare di verifica di ammissibilità delle

domande rispetto al soggetto proponente, alla documentazione allegata e al rispetto dei

requisiti formali previsti dal/i bando/i. Successivamente si procederà alla selezione delle

domande ammissibili e alla quantificazione dei contributi concessi, pubblicando la

graduatoria e dandone comunicazione ai soggetti ammessi. Saranno privilegiate le

proposte progettuali in grado di dimostrare concreti impatti nei seguenti ambiti di

priorità:

• Pari opportunità di accesso al mercato del lavoro;

• Sviluppo di figure professionali specializzate tra soggetti con problemi sociali;

• Rapporto costi/figure professionali create;

• Coerenza delle figure professionali rispetto alle esigenze delle organizzazioni

locali;

• Qualità dei contenuti formativi proposti.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

L’attuazione delle operazioni da parte dei soggetti ammessi a finanziamento dovrà

avvenire secondo il seguente schema:

• Presentazione del progetto esecutivo e degli allegati richiesti nella delibera di

concessione del contributo;

• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;

• Verifica per stadi di avanzamento lavori e relative erogazioni.

Per l’attività di monitoraggio dei progetti sarà nominata un’apposita Commissione, la

quale avrà il compito di determinare tempi e modalità del monitoraggio, predisponendo la

modulistica da utilizzare. Criterio generale per l’attuazione del controllo sarà quello della

preliminare verifica dei contenuti del materiale didattico proposto e degli stage formativi

(ove previsto).

Fase 4 – Conclusione e chiusura delle operazioni

I progetti si concluderanno con le verifica finale della coerenza delle attività realizzate e

del piano dei costi rispetto al piano di lavoro approvato. A tal fine sarà anche controllata

la modulistica utilizzata per il monitoraggio per l’erogazione del saldo e/o l’eventuale

revoca o riduzione del finanziamento accordato.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

4.1.a • Ricerche tematiche; • Progettazione esecutiva di interventi nel campo

dell’accessibilità al mercato del lavoro; • Progettazione moduli formativi; • Fitti di locali e attrezzature per corsi di

formazione; • Organizzazione di stage presso aziende o Enti; • Attività promozionali (campagne pubblicitarie,

realizzazione materiale promozionale, ecc.); • Organizzazione eventi (seminari, convegni,

dibattiti, ecc.).

Asse 4 – Lavoro Misura 4.2 – Incontro domanda/offerta di lavoro

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è incentrata sul potenziamento delle occasioni di incontro diretto tra la

domanda e l’offerta di lavoro, attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali e innovativi

predisposti “ad hoc”. Gli obiettivi specifici che la misura persegue sono:

• Facilitare i processi di selezione del personale da parte delle imprese locali;

• Ampliare le opportunità di lavoro per i disoccupati crotonesi;

• Rendere più coerenti le offerte di lavoro con i reali profili professionali dei

candidati.

Per facilitare i processi di avvicinamento delle imprese ai lavoratori si ritiene, in sostanza,

necessario creare spazi, fisici e virtuali, nei quali gli scambi di informazioni siano costanti

e permettano di individuare e/o sperimentare nuovi strumenti di reclutamento del

personale, trasferire ai lavoratori notizie di carattere generale sulle aziende, l’ambito di

attività, il modello organizzativo, le proposte di lavoro, ecc.

L’attivazione della misura richiederà l’utilizzo, tra l’altro, di strumenti info-telematici via

web, dei quali l’Amministrazione provinciale dovrà dotarsi in fase iniziale.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola nelle seguenti azioni:

Azione 4.2.a – Marketplace domanda/offerta di lavoro

L’azione supporta il raggiungimento degli obiettivi generali della misura attraverso la

realizzazione di luoghi, fisici e/o virtuali, all’interno dei quali possa effettivamente aversi

l’incontro e lo scambio di informazioni tra la domanda e l’offerta di lavoro. Le attività

dovranno svolgersi con il coordinamento e l’affiancamento dei Centri per l’Impiego

provinciali, i quali potranno anche fornire sedi e strutture per l’erogazione dei servizi

previsti. Gli interventi da realizzare potranno, dunque, riferirsi a:

• Implementazione di un portale web specifico per il marketplace domanda/offerta

di lavoro;

• Realizzazione di studi per l’identificazione degli elementi rilevanti da considerare

per la realizzazione del portale e degli altri strumenti di marketplace;

• Attivazione di servizi diretti presso i Centri per l’Impiego (sale riunioni, agenda

incontri, preselezione candidati, ecc.);

• Realizzazione attività formative dirette al personale dei Centri per l’Impiego sui

nuovi servizi da attivare;

• Promozione degli strumenti e delle iniziative attivate per il potenziamento delle

occasioni di incontro diretto tra la domanda e l’offerta di lavoro attraverso

specifici eventi e/o campagne pubblicitarie.

Azione 4.2.b – Strumenti innovativi

L’azione è finalizzata all’implementazione di strumenti innovativi finalizzati a facilitare il

reclutamento di personale da parte delle aziende e il contatto diretto con le stesse da

parte dei potenziali lavoratori. L’obiettivo specifico sarà perseguito attraverso l’utilizzo di

nuovi strumenti, dei quali sarà testata l’efficacia nelle fasi iniziali, del tipo:

• Telefoni cellulari solo riceventi per contattare direttamente i potenziali lavoratori;

• Invio di sms personali su telefoni cellulari privati e/o di messaggi di posta

elettronica per segnalare le offerte di lavoro coerenti al profilo professionale e

alle competenze dei potenziali lavoratori;

• Invio di sms e/o messaggi di posta elettronica alle aziende per segnalare la

disponibilità lavorativa di risorse umane con competenze idonee a svolgere le

mansioni ricercate;

• Concorsi di idee aperti ai privati promossi dalle aziende, al fine di selezionare le

risorse umane che abbiano proposto le soluzioni più interessanti rispetto

all’oggetto del concorso.

Nell’ambito dell’azione sarà, tuttavia, possibile proporre, da parte dell’Amministrazione

provinciale e degli altri attori locali, e attivare altri strumenti, purché coerenti con gli

obiettivi generali e specifici della misura

Gli interventi previsti saranno comunque realizzati attraverso la partecipazione dei Centri

per l’Impiego, ai quali spetterà il compito di implementare gli strumenti ed erogare i

servizi informativi richiesti.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego provinciali.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Società di ricerca e pubblicità;

• Imprese del settore informatico;

• Associazioni di categoria;

• Imprese;

• Associazioni e Consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà di concerto con i

due Centri per l’Impiego presenti nel territorio attraverso uno o più bandi di gara. A tal

fine, sarà organizzato un tavolo permanente di coordinamento tra le strutture

dell’Amministrazione coinvolte, al fine di indirizzare l’attività attuativa verso quella

tipologia di interventi ritenuti, di volta in volta, coerenti agli obiettivi generali della misura.

Le procedure amministrative di attuazione saranno sviluppate secondo le seguenti fasi.

Fase 1 – Attività propedeutiche

La fase è relativa allo sviluppo delle attività preliminari all’attuazione degli interventi. In

particolare, saranno selezionati dall’Amministrazione Provinciale, attraverso procedure di

evidenza pubblica, soggetti privati da incaricare per le attività di studio e ricerca relative

all’individuazione dei bisogni della domanda e dell’offerta di lavoro per settori economici

e/o caratteri demografici e sociali. Tali attività di studio saranno fondamentali per

indirizzare l’attività amministrativa successiva e individuare eventuali ulteriori tematiche

sulle quali attuare la misura.

Fase 2 – Bando e selezione

In questa fase si procederà alla predisposizione dei bandi di gara, alla loro approvazione

e pubblicazione, e a tutte le attività di comunicazione/assistenza necessarie a fornire una

diffusione generalizzata e un supporto informativo a tutti i soggetti proponenti.

Nei diversi bandi saranno contenute tutte le informazioni relative alle modalità, ai tempi

di consegna, al contenuto tecnico e ai criteri di selezione delle domande. In termini

generali, saranno privilegiate le domande con i maggiori impatti nei seguenti ambiti:

• Contatto diretto tra domanda e offerta di lavoro;

• Innovatività della proposta;

• Tasso di occupazione generale;

• Tasso di occupazione giovanile e femminile;

• Strumenti di lavoro flessibili.

La selezione delle proposte pervenute avverrà per mezzo di apposita Commissione

nominata dall’Amministrazione Provinciale, che vaglierà le domande in base ai criteri di

ammissibilità, di coerenza alle finalità del bando e di qualità del soggetto proponente,

stilando la graduatoria, con indicazione delle domande ammesse e del finanziamento

concesso.

Fase 3 – Realizzazione interventi e controllo

L’attuazione delle operazioni da parte dei soggetti ammessi a finanziamento dovrà

avvenire secondo il seguente schema:

• Presentazione del progetto esecutivo e degli allegati richiesti nella delibera di

concessione del contributo;

• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;

• Verifica per stadi di avanzamento lavori e relative erogazioni.

Per l’attività di monitoraggio dei progetti sarà nominata un’apposita Commissione, la

quale avrà il compito di determinare tempi e modalità del monitoraggio, predisponendo la

modulistica da utilizzare e definendo un sistema di indicatori coerenti con gli obiettivi

prefissati dal bando. La Commissione dovrà , inoltre, evidenziare in corso d’opera

eventuali difformità nelle attività e nelle metodologie utilizzate, indicando le modalità di

riallineamento del progetto, secondo piani di lavoro concordati nelle di aderse fasi

operative.

Fase 4 –Rendiconto e conclusione

In questa fase si svolgeranno le attività conclusive di controllo di tutti gli elaborati e le

relazioni prodotte nel corso della realizzazione dei progetti, oltre che delle relazioni

conclusive per la verifica delle metodologie attuative utilizzate e dei risultati raggiunti.

Sarà, inoltre, verificata la spesa ed erogato il saldo e/o revocato il finanziamento, con

conseguente svincolo delle eventuali fideiussioni versate.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

4.2.a • Studi e ricerche sulla domanda e l’offerta di lavoro;

• Creazione portale web; • Aggiornamento e manutenzione portale web; • Fitto sale riunioni; • Formazione del personale dei CpI; • Progettazione e realizzazione software integrati; • Spese per attività promozionali.

4.2.b • Acquisto di telefoni cellulari solo riceventi; • Realizzazione di concorsi di idee; • Costruzione di banche dati informatiche; • Progettazione e studi; • Qualsiasi altra spesa funzionale alla realizzazione

di strumenti innovativi per l’incontro domanda/offerta di lavoro.

Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.1 – Nuove imprese nel Terzo Settore

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene azioni di ampliamento dell’offerta specializzata nel Terzo Settore,

attraverso un insieme di interventi finalizzati a:

• Incrementare il numero di operatori specializzati nel Terzo Settore;

• Promuovere uno sviluppo capillare sul territorio dei servizi alla persona;

• Sviluppare iniziative innovative nel campo dei servizi alla persona;

• Ampliare la base di utenti che fruiscono dai servizi.

Il conseguimento di tali obiettivi richiede la realizzazione di attività specifiche per lo

sviluppo di progetti, in ambito privato, che siano in grado di ampliare il numero di

operatori presenti, innescare processi innovativi nelle modalità di erogazione dei servizi

attualmente già offerti e introdurre servizi totalmente innovativi. In particolare, la misura

intende sviluppare il sistema d’offerta del Terzo Settore partendo da una maggiore facilità

di accesso ai servizi, per effetto dello sviluppo capillare su tutto il territorio, e dalla

realizzazione di progetti innovativi in grado anche di estendere l’attuale utenza potenziale

verso target attualmente non serviti.

La misura si svilupperà sinergicamente con le attività del progetto pilota sullo sviluppo di

nuovi servizi nel Terzo Settore, che individuerà e avvierà la sperimentazione di nuove

tipologie di servizi, che rappresenteranno la base su cui indirizzare gli interventi di

potenziamento dell’offerta di settore.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola nelle due azioni descritte nel seguito:

Azione 5.1.a – Ampliamento degli operatori specializzati

L’azione prevede interventi finalizzati alla crescita del numero di operatori specializzati

nell’erogazione di servizi alla persona. Si intendono realizzare politiche integrate per

abbattere i costi di avviamento dell’attività imprenditoriale, anche attraverso

l’individuazione di strutture del patrimonio pubblico, provinciale o comunale, da destinare

a sede di imprese specializzate nel sociale.

Le iniziative previste si integrano con le attività della misura 7.9, che prevede l’assistenza

tecnica, da parte di strutture convenzionate con l’Amministrazione provinciale, per la

gestione delle fasi di start-up aziendale.

Azione 5.1.b – Sviluppo dell’offerta di servizi

L’azione sostiene lo sviluppo dell’offerta di servizi, intesa quale innovazione nelle modalità

di erogazione dei servizi e/o implementazione di servizi totalmente innovativi. A tale

scopo, è possibile realizzare interventi nel campo:

• Dell’analisi di benchmarking su tipologie di servizi innovativi implementati con

successo in altri contesti locali;

• Della promozione/divulgazione dei nuovi servizi a livello locale;

• Della sperimentazione preliminare di nuovi servizi prima della messa in opera.

Per progetti particolarmente innovativi e strategici, inoltre, sarà anche possibile la

concessione di contributi per il funzionamento del sistema nel 1° anno di attività.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Associazioni di categoria del Terzo Settore;

• Per l’azione 5.1.b: Comuni e altri Enti Locali.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Cooperative sociali;

• Imprese operanti nel Terzo Settore;

• Consorzi e Associazioni di imprese operanti nel Terzo Settore;

• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i Beneficiari finali

individuati attraverso la realizzazione delle quattro fasi descritte nel seguito.

Fase 1 – Attività preliminari

Studi e ricerche di benchmarking e di mappatura delle risorse del patrimonio pubblico da

poter destinare ai servizi del Terzo Settore. Eventuale identificazione di soggetti terzi, da

selezionare tramite procedure di evidenza pubblica ai sensi della normativa vigente, co-

responsabili dell’attuazione della misura in particolare per le attività di selezione dei

progetti, verifica degli stadi di avanzamento e controllo finale sul rendiconto della spesa.

Fase 2 – Selezione dei progetti

La selezione dei progetti avverrà attraverso uno o più bandi di gara, il cui oggetto

specifico sarà determinato sulla base delle risultanze emerse dalle attività di studio e

ricerca preliminari. Ai bandi realizzati sarà dato ampio risalto utilizzando servizi di help

desk, strumenti di comunicazione tradizionale e informatica e campagne pubblicitarie. I

progetti saranno selezionati utilizzando i seguenti criteri di priorità:

Azione 5.1.a:

• Innovatività delle proposte progettuali;

• Valorizzazione di strutture del patrimonio pubblico;

• Impatto occupazionale;

• Compatibilità ambientale;

• Bacino di utenza potenziale da servire;

• Capacità di sviluppo di networks di offerta a livello locale;

• Rilevanza della componente giovanile e femminile nella compagine sociale del

proponente.

Azione 5.1.b:

• Coerenza dell’offerta alle esigenze della domanda;

• Bacino di utenza potenziale;

• Innovatività della proposta;

• Modalità di implementazione del servizio al termine della fase di sperimentazione;

• Modalità di trasferimento dell’innovazione e di coinvolgimento del territorio;

• Localizzazione dell’iniziativa (preferibilmente nelle aree con gap di offerta rispetto

alla domanda potenziale)

La selezione delle proposte viene effettuata da una Commissione di valutazione nominata

dall’Amministrazione Provinciale. L’Amministrazione Provinciale approva l’elenco delle

imprese ammesse alle agevolazioni e l’elenco delle imprese la cui richiesta è risultata

inammissibile indicandone i motivi e provvede, inoltre, alla pubblicazione delle

graduatorie nelle modalità previste dalle Leggi vigenti.

I soggetti non ammessi possono presentare eventuali ricorsi e controdeduzioni, i cui

termini saranno fissati nel/i bando/i, sulle quali l’Amministrazione Provinciale si esprime

approvando la graduatoria definitiva e notificando agli interessati i relativi provvedimenti

di concessione delle agevolazioni.

Fase 3 – Attuazione e monitoraggio

La realizzazione delle attività inizierà con l’approvazione, da parte dell’Amministrazione

Provinciale o di altro beneficiario finale individuato, del piano esecutivo del progetto, che

deve contenere specifico dettaglio dei tempi, dei costi analitici, delle attività previste, del

sistema di monitoraggio, delle persone responsabili e dei risultati/output del progetto.

Durante lo svolgimento delle attività sarà erogato, in quote, il contributo concesso e

svolta tutta l’attività di monitoraggio e controllo in itinere sulla rispondenza degli

interventi operativi al progetto esecutivo approvato. Sarà anche possibile svolgere attività

di assistenza tecnica e tutoraggio ai soggetti destinatari, direttamente

dall’Amministrazione Provinciale o da altri soggetti selezionati attraverso procedure di

evidenza pubblica.

Fase 4 – Conclusione e rendiconto

Erogazione del saldo (o revoca del contributo) e svincolo di eventuali fideiussioni, attività

amministrative e di “reporting” connesse con la conclusione dei progetti, predisposizione

della relazione finale di rendiconto, certificazione della spesa effettuata e conclusione

dell’azione.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

5.1.a • Assistenza tecnica; • Assegnazione strutture pubbliche per servizi

sociali; • Piani di promozione integrata dei servizi;

5.1.b • Analisi di benchmarking; • Test di nuovi servizi; • Contributi per il 1°anno di attività; • Spese per il trasferimento dell’innovazione a livello

locale; • Piani di promozione integrata dei servizi;

Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.2 – Nuove forme di turismo

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è attiva per lo sviluppo di forme di fruizione turistica del territorio provinciale

diverse dalla tradizionale offerta balneare. Coerentemente alle principali risorse

territoriali, la misura prevede interventi nell’ambito di tre nuove forme di turismo:

sportivo, congressuale, naturalistico-ambientale. Attraverso la valorizzazione di tali nuove

forme di offerta turistica, la misura persegue alcuni importanti obiettivi strategici:

• Ampliare il target di utenti turistici del territorio;

• Attivare processi di destagionalizzazione dei flussi turistici in ingresso;

• Incrementare il numero di arrivi turistici nel territorio;

• Dotare il territorio di strutture e servizi fruibili in tutto l’anno anche dai cittadini;

• Promuovere lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nel settore turistico.

La misura funge da “collettore” fondamentale per gli interventi previsti all’interno

dell’Asse 6 “Qualificazione dell’offerta”, in quanto serve a dotare il territorio delle

infrastrutture e del sistema di servizi di supporto strategici per la costruzione di

“pacchetti” di offerta integrati di tali nuove forme di turismo.

Gli interventi da realizzare, inoltre, potranno essere progettati, in fase esecutiva,

considerando i risultati del progetto pilota che l’Amministrazione Provinciale realizzerà

sullo sviluppo del sistema dei trasporti, che costituiscono elemento primario per drenare

flussi turistici dalle coste alle altre aree del territorio e favorire una fruizione integrata

delle risorse.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è composta da tre azioni, la cui descrizione è riportata nel seguito:

Azione 5.2.a – Turismo sportivo

L’azione prevede la realizzazione di interventi di potenziamento dell’offerta di servizi e

strutture per lo sport, finalizzati all’attrazione di flussi turistici. Le tipologia di interventi

realizzabili sono dunque, coerentemente alla strategia generale del Piano, di incentivo alla

nascita di iniziative imprenditoriali nel campo dello sport, attraverso azioni di sistema,

quali ad esempio l’assegnazione di strutture e/o di spazi da adibire alla pratica dello

sport, organizzazione di eventi sportivi, la stipula di accordi con Tour operator e agenzie

di viaggi.

Lo sviluppo operativo dell’azione avverrà di concerto con gli Enti Locali proprietari di

strutture utili alla destinazione sportiva.

Azione 5.2.b – Turismo congressuale

L’azione prevede interventi mirati alla crescita dell’attività congressuale nel territorio

provinciale, intesa non soltanto in termini di numero di eventi organizzati, ma soprattutto

quale sintesi di un processo di costruzione di reti d’offerta che sappiano, nell’ambito degli

eventi organizzati, ampliare la permanenza dei partecipanti e la loro possibilità di

fruizione delle risorse territoriali.

A tal fine, le tipologie di operazioni previste riguardano:

• La stipula di accordi e convenzioni con altre imprese turistiche del territorio,

ricettive e non;

• La promozione dell’offerta mediante la realizzazione di materiale promozionale;

• L’organizzazione di eventi congressuali di più giorni con visite del territorio;

• La stipula di accordi commerciali con PCO e tour operator.

Azione 5.2.c – Turismo naturalistico-ambientale

L’azione è finalizzata alla realizzazione di interventi per lo sviluppo di un’offerta di turismo

naturalistico-ambientale che possa fungere da fattore di attrazione primario del territorio

e attivare un numero significativo di arrivi turistici. Sono, dunque, previsti interrventi di

valorizzazione e promozione del patrimonio naturalistico-ambientale attraverso:

• Individuazione di strutture da adibire a usi diversi, quali rifugi e casolari;

• Manutenzione e recupero sentieri;

• Organizzazione di eventi a carattere ambientale (corsi di educazione ambientale,

mostre fotografiche, seminari, ecc.);

• Realizzazione di materiale promozionale sulle risorse ambientali locali;

• Stipula di accordi con Parchi naturali, tour operator e altre imprese turistiche del

territorio e non.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• APT;

• PIT;

• Per l’azione 5.2.b: PCO;

• Per l’azione 5.2.c: Comunità Montane

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Strutture congressuali;

• Guide turistiche;

• Tour operator e agenzie di viaggio;

• Imprese di servizi turistici;

• Associazioni sportive;

• Associazioni naturalistiche.

• Ogni altra impresa o associazione che opera nel campo sportivo, congressuale e

ambientale.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’attuazione della misura sarà supportata da uno staff di assistenza per la predisposizione

degli atti che sostanziano le procedure di attuazione. In linea generale, la procedura

attuativa prevede le seguenti fasi principali:

Fase 1 – Attività preparatorie

In questa fase l’Amministrazione Provinciale svolgerà attività informativa e di

pubblicizzazione rivolta sia ai soggetti beneficiari sia a tutti gli attori locali del territorio,

attraverso la pubblicizzazione delle linee guida per l’attuazione delle azioni previste, la

presentazione di manifestazioni d’interesse (eventuale), la pubblicazione dei bandi di

gara.

Fase 2 – Selezione delle proposte

La selezione delle proposte avverrà attraverso una fase di istruttoria finalizzata alla

verifica di ammissibilità e da una fase di selezione vera e propria, nella quale sarà stilata

la graduatoria e notificato agli interessati il provvedimento di concessione del

finanziamento.

I soggetti non ammessi possono presentare eventuali ricorsi, i cui termini saranno

determinati nei bandi, sui quali l’Amministrazione Provinciale si pronuncia e approva la

graduatoria definitiva. Durante tale fase sarà nominata dall’Amministrazione Provinciale

un’apposita Commissione deputata allo svolgimento di tutte le attività di valutazione. Per

la selezione dei progetti saranno utilizzati i seguenti criteri di priorità:

Azione 5.2.a:

• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;

• Natura e localizzazione delle strutture sportive;

• Pratiche sportive da incentivare;

• Studi specifici sulla domanda potenziale;

• Programma dettagliato di eventi a carattere sportivo;

• Piano di comunicazione del progetto;

• Impatti occupazionali previsti;

• Soggetto proponente: giovani e/o donne.

Azione 5.2.b:

• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;

• Natura e localizzazione delle strutture congressuali;

• Studi specifici sulla domanda potenziale;

• Programma dettagliato di eventi congressuali;

• Network d’offerta territoriale attivato;

• Piano di comunicazione del progetto;

• Impatti occupazionali previsti;

• Soggetto proponente: giovani e/o donne.

Azione 5.2.c:

• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;

• Natura, localizzazione e destinazione d’uso delle strutture individuate;

• Servizi accessori presenti (pacchetto d’offerta);

• Studi specifici sulla domanda potenziale;

• Programma dettagliato di eventi a carattere ambientale-naturalistico;

• Piano di comunicazione del progetto;

• Impatti occupazionali previsti;

• Soggetto proponente: giovani e/o donne.

Fase 3 – Attuazione e monitoraggio

Le attività previste per l’attuazione dei progetti finanziati sono le seguenti:

• Presentazione da parte del soggetto titolare del finanziamento del progetto

esecutivo e di tutti gli altri allegati richiesti nella delibera di concessione del

contributo;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Attuazione per stadi di avanzamento e successive erogazioni;

• Rendiconto finale ed erogazione saldo (o eventuale revoca del contributo).

I termini di erogazione delle anticipazioni e del saldo, nonché le modalità di rendiconto

della spesa, saranno determinate dai bandi di gara e/o dalle delibere di concessione dei

contributi. Le attività di monitoraggio saranno realizzate da un organismo creato “ad hoc”

e composto da rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, dei soggetti beneficiari e

dei soggetti destinatari, le cui funzioni saranno quelle di individuare un sistema di

indicatori di riferimento, di determinare le modalità di acquisizione delle informazioni per

il monitoraggio e di svolgere le attività di controllo in itinere sui progetti.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

5.2.a • Assegnazione in gestione di strutture sportive; • Assegnazione spazi da adibire alla pratica

sportiva; • Organizzazione di eventi a carattere sportivo; • Studi per la identificazione delle pratiche sportive

da promuovere; • Protocolli e convenzioni con altre imprese

turistiche; • Progettazione e realizzazione di materiale

promozionale (brochure, depliant, ecc.); • Spese per manutenzione degli impianti.

5.2.b • Assegnazione spazi da adibire a strutture congressuali;

• Organizzazione di eventi congressuali; • Studi per la identificazione delle caratteristiche

delle strutture per tipologia di eventi congressuali; • Protocolli e convenzioni con altre imprese

turistiche; • Accordi commerciali con PCO e Tour operator; • Progettazione e realizzazione di materiale

promozionale (brochure, depliant, ecc.).

5.2.c • Assegnazione in gestione di strutture quali rifugi, casolari, ecc. attualmente dismessi;

• Organizzazione di eventi a carattere ambientale; • Protocolli e convenzioni con altre imprese

turistiche; • Protocolli e convenzioni con i Parchi naturali; • Accordi commerciali con Tour operator; • Progettazione e realizzazione di materiale

promozionale (brochure, depliant, ecc.); • Spese per recupero e manutenzione sentieri, siti

ambientali, ecc.

Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.3 – Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene il potenziamento della ricettività turistica delle aree interne del

territorio provinciale e della ricettività diversa dal comparto alberghiero. In tal senso, gli

obiettivi della misura sono:

• Attivare flussi turistici che pernottano nelle aree interne;

• Favorire lo sviluppo dell’indotto economico derivante dal turismo nelle aree

interne;

• Promuovere la conoscenza delle risorse tipiche e di “eccellenza” dell’entroterra

crotonese;

• Sviluppare nuove forme di ricettività turistica a basso impatto ambientale.

Gli interventi previsti sono in generale orientati allo sviluppo di tutte le tipologie ricettive,

sia alberghiere, sia extralberghiere, ma una particolare attenzione sarà dedicata a quelle

iniziative di valorizzazione di forme ricettive più idonee a rappresentare il contesto di

riferimento di aree montane e premontane, quali, ad esempio, residenze storiche, paesi-

albergo, case di privati adibite a ospitalità diffusa, ecc.

Per tali ragioni, la misura potrà essere attivata in maniera integrata con le misure 7.1 e

7.2, le cui attività risultano fondamentali per la mappatura delle risorse e per la

comprensione delle esigenze dei fruitori/turisti.

La realizzazione degli interventi previsti, inoltre, sarà supportata dai risultati di un

progetto pilota sullo sviluppo del sistema dei trasporti, che rappresenta un elemento

critico per l’incremento di accessibilità dei comuni dell’entroterra crotonese.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in tre azioni di seguito descritte:

Azione 5.3.a – Ricettività nei centri storici

L’azione mira all’attivazione di interventi, da parte di privati cittadini proprietari di

immobili siti in centri storici, finalizzati all’incremento delle capacità di ricettività turistica

delle aree dell’entroterra. In particolare, si intende stimolare l’adesione dei privati

attraverso la creazione di strutture, sul modello dei Centri Servizi, in grado di supportare

le attività tipiche di front e back office di una struttura ricettiva, quali ad esempio le

prenotazioni, la pulizia delle stanze, la lavanderia, l’organizzazione di visite guidate sul

territorio, ecc. alla quale i proprietari degli immobili possano aderire, a prezzi

convenzionati, per creare un’offerta integrata.

Per tali ragioni, saranno fissati standard minimi di qualità per avere accesso alla rete e

usufruire di servizi reali in convenzione, tra i quali materiale promozionale, business

planning, gestione amministrativa, ecc.

Azione 5.3.b – Strutture del patrimonio pubblico

L’azione è finalizzata alla creazione di iniziative per favorire il riutilizzo funzionale di

strutture del patrimonio pubblico da adibire a nuova ricettività turistica. Gli interventi, in

particolare, potranno riguardare la progettazione e il business planning per l’ottenimento

di finanziamenti a valere su fondi nazionali, regionali e comunitari, per i quali

l’Amministrazione provinciale fornirà l’assistenza tecnica.

Si potranno, in sostanza, adibire tali strutture, anche da parte di privati, a fini agrituristici,

di bed & breakfast, di ostelli per la gioventù, ecc. beneficiando anche di piani di

promozione integrati cofinanziati dall’Amministrazione provinciale.

Per progetti particolarmente rilevanti sarà possibile affidare a titolo gratuito tali strutture

pubbliche ai privati, purché inseriti in network locali e attraverso la stipula di convenzioni

per l’acqusizione di servizi comuni di incoming, quali ad esempio la gestione delle

prenotazioni, la lavanderia, il trasporto, ecc. La realizzazione degli interventi potrà

avvenire attraverso la cooperazione tra l’Amministrazione provinciale e altre

Amministrazioni locali proprietarie degli immobili.

Azione 5.3.c – Emersione della ricettività sommersa

L’azione prevede interventi mirati a favorire l’emersione della ricettività sommersa

costituita dalle seconde case che, soprattutto nei mesi estivi, ospitano turisti. Si intende

stimolare l’emersione attraverso la nascita, a partire dalle aree a maggiore incidenza del

fenomeno, di servizi di supporto alla ricettività, quali ad esempio, la gestione delle

prenotazioni, la lavanderia, la pulizia delle stanze, ecc. da erogare a prezzi convenzionati,

insieme alla possibilità di avere accesso a cataloghi e campagne promozionali.

Tali servizi saranno erogati in maniera integrata a tutti gli operatori che avranno deciso di

“emergere” costituendo un network locale coordinato dall’Amministrazione provinciale e

dai Comuni interessati.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Comuni.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Privati cittadini;

• Imprese della ricettività turistica;

• Imprese di servizi turistici;

• Associazioni e Consorzi di imprese;

• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le attività della misura saranno realizzate secondo il seguente schema di intervento:

Fase 1 – Individuazione delle operazioni da realizzare

L’Amministrazione Provinciale gestirà direttamente l’attuazione di queste operazioni di

concerto con i Beneficiari finali. Per gli interventi previsti nell’ambito dell’azione 5.3.c

l’Amministrazione Provinciale può anche gestire l’attuazione senza la cooperazione con i

Beneficiari finali. Questi ultimi, in particolare, saranno coinvolti attraverso manifestazioni

d’interesse e selezionati in base alle potenzialità di sviluppo di offerta ricettiva nei centri

storici e alla presenza di beni culturali “di eccellenza”. Tale attività di selezione sarà svolta

riferendosi direttamente alle evidenze emerse da studi e ricerche preliminari sulle risorse

culturali del territorio e sulla domanda turistica, per le quali l’Amministrazione Provinciale

provvederà all’affidamento dei lavori attraverso procedure di evidenza pubblica.

I Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la

documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di

affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione

tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla

concessione dei finanziamenti.

Fase 2 – Selezione delle proposte

I Beneficiari finali dovranno avviare le attività per la selezione delle specifiche tipologie di

operazioni attraverso procedure di evidenza pubblica. La selezione delle operazioni sarà

effettuata attraverso uno o più bandi di gara. Durante il periodo di apertura del bando

saranno attivi servizi di help desk per i proponenti, integrati da specifici servizi di

assistenza telematica e da altre attività di pubblicizzazione dei bandi e degli interventi

previsti.

Il Beneficiario finale, attraverso una propria apposita Commissione, effettua la verifica

amministrativa delle proposte di finanziamento e l’istruttoria per la formulazione della

proposta di ammissibilità e per la determinazione della spesa ritenuta ammissibile. Per la

selezione delle proposte progettuali saranno considerati i seguenti criteri di priorità, la cui

parametrizzazione avverrà a seguito degli studi specifici che saranno effettuati nella fase

1:

Azione 5.3.a:

• Standard di servizio offerti;

• Esistenza di accordi di cooperazione a livello locale;

• Compatibilità ambientale;

• Soluzioni architettoniche e materie prime utilizzate;

• Impatto occupazionale generato;

• Localizzazione della struttura all’interno delle aree comunali selezionate;

• Predominanza della componente femminile e giovanile.

Azione 5.3.b:

• Destinazione d’uso della struttura;

• Innovatività della proposta progettuale;

• Inserimento in network locali d’offerta;

• Compatibilità ambientale;

• Soluzioni architettoniche e materie prime utilizzate;

• Impatto occupazionale generato;

• Localizzazione della struttura all’interno delle aree comunali selezionate;

• Predominanza della componente femminile e giovanile.

Azione 5.3.c:

• Adesione al network locale;

• Standard di servizio erogati;

• Caratteristiche qualitative della struttura;

• Localizzazione della struttura;

• Compatibilità ambientale;

• Impatto occupazionale generato;

• Predominanza della componente femminile e giovanile.

L’Amministrazione Provinciale approva successivamente l’elenco delle proposte ammesse

alle agevolazioni e l’elenco dei Soggetti proponenti la cui richiesta è risultata

inammissibile indicandone i motivi e provvede alla relativa pubblicazione. I soggetti non

ammessi possono presentare eventuali ricorsi e controdeduzioni sulle quali

l’Amministrazione Provinciale si esprime approvando la graduatoria definitiva e

notificando agli interessati i relativi provvedimenti di concessione delle agevolazioni.

Fase 3 – Attuazione, monitoraggio e controllo

In questa fase vengono realizzate dal Beneficiario Finale le seguenti attività tecnico-

amministrative:

• presentazione da parte del soggetto titolare del finanziamento degli allegati

richiesti nella delibera di concessione del contributo;

• avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;

• verifica per stati di avanzamento dei lavori e successive erogazioni;

• rendiconto finale ed erogazione saldo.

I termini di erogazione delle anticipazioni e del saldo, nonché le modalità di rendiconto

della spesa, saranno determinate dai bandi di gara e/o dalle delibere di concessione dei

contributi. Le attività di monitoraggio saranno realizzate da un organismo composto da

rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale e dei soggetti beneficiari, le cui funzioni

saranno quelle di individuare un sistema di indicatori di riferimento, di determinare le

modalità di acquisizione delle informazioni per il monitoraggio e di svolgere le attività di

controllo in itinere sui progetti.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

5.3.a • Studi di fattibilità; • Attivazione Centri Servizi locali; • Acquisizione di servizi reali comuni (prenotazioni,

lavanderia, gestione amministrativa, ecc.); • Business planning; • Realizzazione materiale promozionale; • Manifestazioni d’interessi; • Spese per acquisto di arredi urbani realizzati con

materie prime locali e da imprese locali.

5.3.b • Studi di fattibilità; • Business planning; • Manifestazioni d’interessi per l’assegnazione; • Realizzazione materiale promozionale.

5.3.c • Attivazione Centri Servizi locali; • Acquisizione di servizi reali comuni (prenotazioni,

lavanderia, gestione amministrativa, ecc.); • Realizzazione cataloghi; • Realizzazione materiale promozionale comune; • Convenzioni con altre imprese turistiche; • Stipula di accordi di partenariato tra operatori.

Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.4 –Imprese agricole

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è focalizzata sulla promozione e lo sviluppo delle tradizioni agricole del

territorio crotonese, attraverso interventi di diffusione/trasferimento del sapere tecnico-

produttivo e di promozione di nuove imprenditorialità, soprattutto in quelle produzioni a

carattere fortemente tipico e distintivo del territorio, che attualmente rischiano di essere

completamente abbandonate. Le iniziative da realizzare saranno finalizzate a:

• Promuovere la diffusione dei caratteri di tipicità delle produzioni agricole locali;

• Attivare processi di trasferimento del “sapere” tra vecchie e nuove generazioni;

• Promuovere lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nel settore agricolo;

• Potenziare le iniziative imprenditoriali di valorizzazione delle produzioni tipiche

eccellenti “di nicchia”

La misura è strettamente collegata agli interventi previsti nella misura 7.2, attraverso i

quali si intendono realizzare studi e ricerche per la mappatura delle risorse da valorizzare

e delle produzioni che rischiano di scomparire. Tali interventi potranno essere attivati

congiuntamente a quelli previsti in questa misura. In tal modo sarà possibile indirizzare

gli interventi di sviluppo imprenditoriale verso quei comparti e quelle produzioni che

offrono maggiori potenzialità di crescita nel medio-lungo termine.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si suddivide in due azioni:

Azione 5.4.a – Diffusione del sapere

Le attività previste nell’ambito dell’azione sono finalizzate alla divulgazione e alla

promozione dei “saperi” agricoli del territorio, in un’ottica complessiva di incremento della

base potenziale di soggetti interessati ad investire nelle attività del settore primario. Gli

interventi possibili sono, pertanto:

• Piani di formazione continua per agricoltori;

• Promozione specifica attraverso eventi e campagne di sensibilizzazione;

• Attività divulgative su nuove tecniche colturali.

Azione 5.4.b – Nuove imprese

L’azione mira ad incrementare il numero di imprese agricole che operano sul territorio,

con particolare riferimento a iniziative imprenditoriali promosse da giovani agricoltori,

mediante interventi di sostegno alla progettazione e realizzazione dell’iniziativa (studi di

fattibilità, business plan, ecc.) e di contenimento delle spese di avviamento, per effetto di

accordi e convenzioni per l’assegnazione di terreni agricoli di proprietà pubblica e per la

stipula di contratti di fornitura/vendita con altri operatori locali della filiera.

Sarà, inoltre, possibile realizzare studi per l’individuazione delle colture da privilegiare,

secondo criteri di tipicità, qualità organolettiche e potenziale commerciale. Tale ultima

tipologia di attività potrà essere realizzata in collaborazione con Associazioni locali

impegnate nel campo della promozione dei prodotti tipici.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Associazioni di categoria del settore agricolo.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Centri di sperimentazione e ricerca in Agricoltura;

• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato;

• Imprese agricole;

• Associazioni e Consorzi di imprese agricole.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’Amministrazione Provinciale attuerà la misura di concerto con i Beneficiari finali, che

saranno coinvolti attraverso Manifestazioni d’interessi e selezionati sulla base di criteri di

competenza determinati in sede di bando. Relativamente alle procedure amministrative,

che saranno gestite da apposite Commissioni nominati dall’Amministrazione Provinciale

e/o dai Beneficiari finali, è possibile individuare le quattro fasi descritte nel seguito.

Fase 1 – Informazione e realizzazione bandi di gara

La fase riguarda la realizzazione dei bandi di gara per l’attuazione della misura. Le attività

previste sono, dunque:

• Definizione dei criteri di partecipazione e degli indicatori e parametri di selezione;

• Pubblicizzazione attraverso servizi e strumenti specifici (help desk, assistenza ai

proponenti) e generali (promozione su siti web e media tradizionali);

• Approvazione del bando da parte della Giunta Provinciale e/o di altri Beneficiari

finali;

• Pubblicazione del bando.

Fase 2 – Valutazione e selezione dei progetti

La fase prevede la realizzazione dell’istruttoria per la verifica dell’ammissibilità dei progetti

e per la determinazione della spesa massima ammissibile. In base alle risultanze

dell’attività istruttoria si procederà alla selezione delle proposte e alla definizione della

graduatoria, con l’indicazione dei soggetti ammessi al contributo e di quelli esclusi, con

indicazione delle motivazioni. I soggetti esclusi possono presentare ricorso, sul quale

l’Amministrazione Provinciale e/o gli altri Beneficiari finali si pronunciano. I termini dei

ricorsi e delle pronunce saranno definiti dai bandi. La fase si conclude con la stesura della

graduatoria definitiva e con la notifica del provvedimento di concessione del

finanziamento ai soggetti interessati.

Per la selezione delle proposte saranno tenuti in considerazione i seguenti criteri di

priorità:

Azione 5.4.a:

• Bacino potenziale di nuovi imprenditori;

• Tipologia e qualità delle competenze professionali da sviluppare;

• Localizzazione degli interventi;

• Piano di promozione del progetto;

• Capacità di stimolare integrazioni di filiera a livello locale.

Azione 5.4.b:

• Qualità dell’attività di ricerca e sperimentazione da realizzare;

• Mercato potenziale penetrabile;

• Impatto occupazionale;

• Predominanza di giovani e donne;

• Tipologia delle colture da realizzare;

• Capacità di esportazione della produzione;

• Impatto sull’ambiente.

Fase 3 - Attuazione

Per avviare l’attuazione degli interventi, il destinatario della sovvenzione è tenuto alla

presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo e

all’adozione di un sistema di monitoraggio del progetto basato sugli stadi di avanzamento

lavori. Durante la fase di attuazione i Beneficiari finali provvederanno all’erogazione di

anticipazioni, sulla base di rendiconti e relazioni intermedie delle attività svolte, e

provvederanno a verificare la congruità delle realizzazioni al piano di lavoro approvato.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio si svolgeranno durante tutta la durata del progetto e saranno

basate sulla verifica degli indicatori qualitativi e quantitativi adottati in sede di attuazione

dello stesso. La conclusione delle attività avverrà con le verifica finale degli indicatori e

con la certificazione della spesa, secondo le modalità definite dall’organismo di

monitoraggio.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

5.4.a • Formazione continua on the job; • Eventi promozionali (fiere, workshop,

educationals, ecc.); • Realizzazione campagne di sensibilizzazione; • Attività finalizzate alla diffusione di nuove

tecniche.

5.4.b • Analisi e studi di fattibilità; • Business planning; • Manifestazioni d’interessi per giovani imprenditori

agricoli; • Protocolli e convenzioni per l’assegnazione di

terreni.

Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.1 – Uffici informativi turistici

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

Gli interventi previsti dalla misura sono finalizzati al miglioramento della qualità e quantità

dell’informazione resa ai turisti nei luoghi di soggiorno e su tutto il territorio provinciale.

Tale obiettivo generale sarà perseguito attraverso la creazione di reti territoriali di uffici

informativi turistici, all’interno delle quali sarà possibile, per il turista, tra l’altro, ricevere

informazioni dettagliate su trasporti, manifestazioni, luoghi da visitare, locali notturni,

ecc. La costruzione del network avverrà per mezzo di una intensa attività di

armonizzazione delle informazioni e del materiale promozionale disponibile, al fine di

rendere il servizio informativo omogeneo tra tutti i punti territoriali di contatto con il

turista.

La misura è sinergica a tutte le altre che impattano sul turismo, in quanto richiede uno

sforzo cooperativo a tutti gli attori locali impegnati nel settore, sia a livello pubblico, sia a

livello privato, che devono fornire informazioni tempestive, aggiornate e non difformi

l’una dall’altra sull’offerta territoriale del momento.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura si articola nelle due azioni descritte:

Azione 6.1.a – Reti territoriali

L’azione è finalizzata alla costruzione di reti relazionali a livello territoriale finalizzate al

potenziamento e al coordinamento delle attività di informazione turistica. L’obiettivo è,

dunque, quello di incrementare la qualità dell’informazione offerta al turista, non solo nei

luoghi di soggiorno, ma in maniera capillare su tutto il territorio, attraverso:

• la creazione di sistemi di monitoraggio e controllo delle risorse turistiche;

• la riorganizzazione complessiva del sistema informativo locale, definendo con

chiarezza ruoli, compiti e responsabilità degli attori locali coinvolti;

• la definizione della distribuzione logistica degli uffici sul territorio;

• l’integrazione con altri operatori turistici, per l’erogazione di ulteriori servizi, quali

ad esempio, la vendita di tickets e di materiale promozionale e illustrativo.

Azione 6.1.b – Promozione e diffusione

L’azione è tesa a supportare tutte le attività di promozione e pubblicizzazione degli uffici

informativi per il turismo. Sarà, dunque, possibile realizzare tutti gli interventi

direttamente finalizzati ad incrementare la visibilità e il livello di conoscenza sull’attività

svolta dalla rete territoriali di informazioni al turista. In particolare, gli interventi possibili

sono:

• realizzazione campagne pubblicitaria a mezzo stampa e televisione;

• realizzazione strumenti di comunicazione, quali brochure, manifesti, siti web,

ecc.;

• attivazione di numeri verdi.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• APT;

• Comuni.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Associazioni Pro Loco;

• Enti di gestione di aree protette, siti archeologici, musei e ogni altra attrattiva

turistica;

• Associazioni no profit;

• Imprese che operano nel campo della promozione e pubblicità;

• Comunità Montane.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le attività previste dall’azione 6.1.a saranno attuate sulla base di un Programma specifico

per l’organizzazione del sistema di informazione turistica che sarà approntato

dall’Amministrazione Provinciale. Il Programma dovrà definire ruoli, responsabilità,

organizzazione territoriale, sistemi e modalità di diffusione dell’informazione.

In ogni caso, la realizzazione delle attività avverrà di concerto tra l’Amministrazione

Provinciale e i Beneficiari finali, che saranno selezionati a seguito di Manifestazioni

d’interesse e di verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. I

Beneficiari finali provvederanno a dare attuazione tecnico-amministrativa alla misura

attraverso le seguenti fasi:

Fase 1 – Bando e selezione

L’attuazione della misura avverrà attraverso più bandi di gara specifici. In questa fase i

Beneficiari finali provvederanno a definire le procedure di attuazione, ad approvare e a

pubblicare il bando fornendo tutte le informazioni e le attività di assistenza ai soggetti

proponenti. La procedura di selezione delle domande pervenute sarà realizzata da

un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali e consisterà in:

• una verifica preliminari dei requisiti formali per l’ammissibilità e sull’aderenza

delle proposte alle finalità del bando;

• una valutazione sulla qualità dei progetti presentati;

• la stesura della graduatoria, con indicazione dei soggetti beneficiari e

dell’ammontare dei singoli contributi concessi.

Per la selezione delle domande pervenute saranno considerati quali elementi prioritari i

seguenti:

• bacino di utenza potenziale;

• capacità di potenziamento del network di offerta locale;

• canali e strumenti di comunicazione utilizzati;

• impatti occupazionali generati direttamente e nell’indotto;

Fase 2 – Realizzazione attività

La fase di realizzazione delle attività è composta dalla presentazione degli allegati richiesti

in sede di delibera di concessione del contributo da parte dei soggetti beneficiari, ivi

compreso l’eventuale progetto esecutivo, l’avvio dei lavori e la concessione per contributo

per tranche sulla base della verifica degli stadi di avanzamento lavori. Il monitoraggio

sull’attuazione e sulla conclusione del progetto sarà demandato ad apposita Commissione

nominata dal Beneficiario finale, che si occuperà della costruzione del sistema di indicatori

idonei a verificare la realizzazione delle attività e il raggiungimento dei risultati previsti.

Fase 3 – Rendiconto e conclusione

I progetti finanziati si concluderanno attraverso la stesura di una relazione finale sulle

attività e i risultati conseguiti, la verifica finale del rendiconto, con conseguente

certificazione della spesa ed erogazione del saldo, o eventuale revoca/riduzione del

finanziamento e lo svincolo di eventuali fideiussioni versate a garanzia.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

6.1.a • Acquisto software integrati; • Creazione sistemi di monitoraggio e controllo; • Spese per attività di monitoraggio; • Spese per Comitati di coordinamento della rete; • Stipula di accordi con gli operatori turistici.

6.1.b • Attivazione di numeri verdi; • Realizzazione siti web; • Progettazione e realizzazione materiale

promozionale; • Acquisto spazi pubblicitari; • Realizzazione campagne pubblicitarie.

Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.2 – Agenzia Locale per il turismo

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è dedicata al supporto delle attività dell’Agenzia Locale per il turismo. In tale

ambito sostiene tutti quegli interventi necessari al regolare funzionamento dell’Ente e al

coordinamento a livello territoriale. Obiettivo generale della misura è, dunque, il supporto

alle attività che l’Agenzia Locale dovrà svolgere, al fine di centralizzare il ruolo dell’Ente

nel processo di programmazione strategica e di gestione del settore turistico a livello

provinciale. Saranno privilegiate le iniziative dell’Ente finalizzate a:

• Costruire sistemi di offerta locale coerenti con le risorse esistenti;

• Coordinare le attività di promozione e di valorizzazione del territorio;

• Integrare in ottica di “filiera” le iniziative, pubbliche o private, attive nel settore

turistico;

• Potenziare la presenza dell’offerta territoriale sui cataloghi dei tour operator

nazionali e internazionali.

La misura è sinergica a tutte le altre che impattano sul turismo e sarà supportata dalle

attività di sperimentazione che l’Amministrazione Provinciale realizzerà attraverso il

progetto pilota sulla nascita dei Consorzi di settore, dei quali l’Agenzia di Sviluppo sarà

promotrice per quanto riguarda il settore turistico.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione finalizzata alla realizzazione degli strumenti e delle

politiche necessarie al corretto funzionamento dell’Agenzia Locale per il turismo.

All’interno dell’azione sarà possibile realizzare le seguenti tipologie di interventi:

• Progettazione, strutturazione e gestione di offerte “a pacchetto”;

• Realizzazione di piani integrati di promozione turistica del territorio;

• Stipula di accordi commerciali con tour operator nazionali e internazionali;

• Realizzazione di piani di sviluppo e coordinamento settoriali;

• Stipula di convenzioni, accordi, protocolli per l’aderenza delle offerta dei singoli

operatori agli standard determinati;

• Promozione e organizzazione di Consorzi tra operatori turistici.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Agenzia Locale per il Turismo.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Strutture alberghiere ed extralberghiere;

• Operatori della ristorazione;

• APT;

• Associazioni Pro-Loco;

• Enti locali;

• Enti di gestione di aree protette;

• Imprese di servizi turistici;

• Ogni altro Ente o impresa, in forma singola o associata, che opera nel settore

turistico.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale e dell’Agenzia Locale per il

turismo. Per l’attuazione della stessa l’Amministrazione Provinciale metterà a disposizione

fondi per la costituzione e per il funzionamento della struttura dell’Agenzia e per il

finanziamento di attività progettuali ed economiche di impatto nel settore turistico, che

l’Agenzia dovrà attuare e controllare.

La metodologia di attuazione della misura si avvia mediante una serie di attività

propedeutiche di seguito descritte. In via preliminare, infatti, saranno realizzate tutte le

attività necessarie alla costituzione, alla regolamentazione e alla definizione delle

competenze dell’Agenzia. In tale fase sarà anche possibile realizzare studi specifici di

benchmarking per l’analisi dei modelli organizzativi e delle competenze presenti in altre

realtà nazionali e internazionali similari, che l’Amministrazione Provinciale potrà assegnare

all’esterno attraverso una procedura di evidenza pubblica.

Per l’avvio delle attività operative l’Agenzia dovrà dotarsi di un Piano Strategico di

interventi e di un programma operativo da monitorare e aggiornare annualmente.

L’attuazione degli interventi da parte dell’Agenzia avverrà attraverso una procedura

amministrativa strutturata nelle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi di gara e selezione

L’attuazione dei programmi di intervento annuali avverrà attraverso la predisposizione di

uno o più bandi di gara, per i quali l’Agenzia predisporrà apposita attività informativa sia

di natura generale, sia indirizzata ai soggetti proponenti, attraverso attività di assistenza

tecnica. Nei bandi saranno contenute modalità di presentazione e selezione dei progetti,

criteri di ammissibilità e natura delle operazioni previste.

L’Agenzia provvederà a selezionare le proposte e a stilare la graduatoria, indicando

soggetti beneficiari e ammontare dei contributi concessi. Ai soggetti non ammessi sarà

data motivazione sulle cause di esclusione, con possibilità di ricorrere entro un termine

fissato dal bando. Il bando determinerà, inoltre, anche i tempi e le modalità di risposta ai

ricorsi e per la pubblicazione della graduatoria definitiva.

Saranno privilegiati, in sede di selezione, le proposte progettuali in grado di impattare

positivamente sulle seguenti dimensioni:

• Occupazione giovanile e femminile;

• Rafforzamento e ampliamento del network di offerta locale;

• Realizzazione di attività innovative per il territorio;

Fase 2 – Realizzazione interventi

Le attività di realizzazione degli interventi saranno sviluppate attraverso le seguenti fasi:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte dei soggetti beneficiari;

• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;

• Verifica stadi di avanzamento lavori ed erogazioni ulteriori anticipi.

Sarà cura dell’Agenzia organizzare il sistema di monitoraggio della spesa e realizzare la

modulistica per il rendiconto della spesa e delle attività effettuate. In particolare, per il

monitoraggio sarà costituito un organismo “ad hoc” che dovrà verificare gli stadi di

avanzamento, approvare i piani di lavoro e autorizzare l’erogazione degli anticipi.

Fase 3 – Rendiconto e conclusione

La coerenza delle attività realizzate, dei risultati raggiunti e della spesa sostenuta rispetto

allo schema di progetto approvato sarà verificata in sede di rendiconto finale. Le attività

si concluderanno con la certificazione della spesa sostenute e dei risultati raggiunti,

l’erogazione del saldo e/o la revoca del finanziamento e lo svincolo delle eventuali

fideiussioni aperte a garanzia.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

6.2.a • Progettazione e studi; • Spese per Comitati di controllo e monitoraggio

della rete territoriale; • Spese per promozione e organizzazione di

Consorzi; • Realizzazione materiale e campagne promozionali; • Spese per stipula di accordi commerciali; • Connessione a sistemi di prenotazione; • Definizione standard di qualità per le offerte.

Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.3 – Servizi periferici per il turismo

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura si propone di supportare lo sviluppo dei servizi periferici nel settore turistico,

attraverso interventi di qualificazione delle località di soggiorno e di sostegno alla nascita

di nuove imprese specializzate proprio nell’erogazione di tali servizi. Obiettivo prioritario

della misura è lo sviluppo di tutti quei servizi, al di fuori della ricettività di base

(pernottamento e ristorazione), fondamentali per completare il sistema d’offerta e

ampliare le possibilità di penetrazione di nuovi mercati. Gli obiettivi specifici sono,

dunque, i seguenti:

• Incrementare il valore percepito dal cliente del prodotto turistico “Crotone”;

• Ampliare le opportunità di fruizione del territorio;

• Attrarre nuovi target di utenti, sia nazionali sia internazionali;

• Accrescere il valore dell’indotto generato dai flussi turistici in ingresso.

La misura può essere attivata e integrata con gli interventi della misura 7.1, che fornirà le

basi di dati conoscitive per la valutazione delle preferenze dei turisti e per la costruzione

di cluster sui quali costruire il sistema di prodotto locale, e con gli interventi della misura

7.2, per ciò che riguarda la conoscenza della tipologia di operatori esistenti.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è composta da due azioni d’intervento:

Azione 6.3.a – Qualificazione delle località di soggiorno

L’azione prevede interventi finalizzati ad incrementare complessivamente la qualità dei

servizi urbani e di accoglienza al turista delle località di soggiorno attraverso:

• Miglioramento dei servizi igienici e di pulizia;

• Miglioramento degli arredi urbani;

• Ammodernamento e potenziamento della segnaletica;

• Creazione di percorsi alternativi ai centri abitati per i periodi di maggiore

affollamento;

• Creazione di servizi navetta in ambito comunale;

• Predisposizione di aree pedonali chiuse al traffico.

Azione 6.3.b – Imprese integratrici dell’offerta

L’azione promuove la qualificazione dell’offerta turistica locale attraverso il sostegno alla

nascita di imprese integratrici dell’offerta, intese quali imprese che erogano servizi

turistici finalizzati al completamento delle filiere e delle reti territoriali. In particolare, gli

interventi previsti riguardano:

• L’individuazione della tipologia di imprese da promuovere;

• Lo studio delle reti territoriali esistenti, formali e informali;

• La connessione alle principali strutture ricettive del territorio;

• La promozione attraverso gli Uffici Informativi locali e le pubblicazioni turistiche

del territorio;

• L’attività di business planning per l’attivazione di finanziamenti a valere sul fondi

nazionali, regionali o comunitari.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Per l’azione 6.3.a: Comuni;

• Per l’azione 6.3.b: Agenzia Locale per il Turismo, PIT, Comunità Montane.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese;

• Associazioni no profit;

• Associazioni e Consorzi di imprese;

• Privati cittadini.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i

Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di

verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i

Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la

documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di

affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione

tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla

concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo successivo sarà caratterizzato dallo

sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi

informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i

bando/i.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,

la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Impatti occupazionali e ambientali generati;

• Ricadute occupazionali per giovani e donne;

• Bacino di utenza interessato dagli interventi;

• Localizzazione degli interventi.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono

superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario

finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento

in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

6.3.a • Piani per il traffico; • Ammodernamento segnaletica; • Acquisto arredi urbani; • Realizzazione servizi navetta; • Spese per affidamento di servizi igienici e di

pulizia.

6.3.b • Accordi con strutture ricettive territoriali; • Campagne pubblicitarie; • Realizzazione cataloghi e strumenti di

comunicazione;; • Studi sui network locali esistenti; • Business planning.

Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.4 – Valorizzazione del patrimonio culturale

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura prevede interventi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio culturale, sia in

termini di maggiore fruibilità, sia in termini di promozione delle risorse di “eccellenza”. In

particolare, gli obiettivi che la misura persegue sono i seguenti:

• Realizzare eventi e occasioni di divulgazione del patrimonio culturale locale;

• Incrementare il livello di fruibilità degli elementi di pregio e degli itinerari a

matrice culturale;

• Riutilizzare beni architettonici di proprietà pubblica attualmente abbandonati per

finalità di interesse culturale;

• Promuovere la conoscenza del valore dei beni culturali presenti nel territorio

presso le popolazioni locali;

• Stimolare lo sviluppo di sistemi di offerta incentrati sulla fruizione della cultura

locale.

La misura può essere attivata e integrata con le misure 7.1 e 7.2, in quanto la

realizzazione degli interventi previsti non può prescindere, da un lato, da un’analisi

dettagliata del patrimonio esistente, della sua valenza e delle opportunità di sviluppo

turistico che da esso possono derivare; dall’altro, da un’analisi dei modelli di consumo in

essere presso i potenziali target di utenza turistica interessati alle risorse culturali.

2. INTERVENTI PREVISTI

Le misura è articolata in tre azioni descritte nel seguito:

Azione 6.4.a – Eventi e manifestazioni

L’azione è finalizzata alla realizzazione di eventi e manifestazioni a carattere culturale che

fungano da momenti di attrazione e di contatto tra le peculiarità culturali del territorio e i

pubblici esterni di potenziale interesse. In particolare, gli eventi da realizzare dovranno

avere natura e destinatari diversi, tematiche fortemente legate alle tradizioni e alle

risorse del territorio e rappresentare la “vetrina” per l’offerta culturale crotonese. Saranno

pertanto possibili i seguenti interventi:

• workshop ed educational per operatori;

• sagre e fiere;

• concerti;

• eventi realizzati in ambienti particolari, quali castelli, centri storici, siti

archeologici, ecc.

Azione 6.4.b – Itinerari eno-gastronomici

L’azione mira a realizzare interventi di sistema per la nascita e la promozione di itinerari

eno-gastronomici da fruire 12 mesi all’anno. Obiettivo principale è, infatti, quello di

mettere in rete gli operatori della ristorazione e della filiera vinicola e proporre un’offerta

integrata attraverso cataloghi e pacchetti commercializzati dai principali tour operator

nazionali e internazionali. Le attività da realizzare saranno, dunque:

• Progettazione degli itinerari;

• Stipula di accordi di integrazione tra operatori dell’enogastronomia;

• Realizzazione degli itinerari attraverso interventi di incremento della fruibilità

(segnaletica, strade di accesso, aree di sosta, punti di informazione, ecc.);

• Promozione degli itinerari mediante cataloghi e altri strumenti di comunicazione.

Azione 6.4.c –Funzionalizzazione di beni del patrimonio culturale

L’azione sostiene lo sviluppo di progettualità relativa alla rifunzionalizzazione e al riutilizzo

di beni del patrimonio culturale attualmente in stato di abbandono o non valorizzati a fini

turistici e/o economici. In tale contesto sostiene anche attività di recupero, sotto forma di

restauro, di opere d’arte e oggettistica di pregio del patrimonio archeologico e artistico.

In sostanza, sarà possibile realizzare attività di studio, progettazione e business planning

per l’identificazione delle modalità di riutilizzo dei beni e attività di recupero/restauro di

elementi di pregio del patrimonio culturale.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• Per l’azione 6.4.c: Sovrintendenze ai Beni Culturali;

• Per l’azione 6.4.a: Associazioni Pro-Loco e Comuni;

• Per l’azione 6.4.b: Agenzia Locale per il Turismo.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Per le azioni 6.4.a e 6.4.c: Associazioni no-profit;

• Per l’azione 6.4.a: Promoter musicali e culturali;

• Per l’azione 6.4.b: Imprese, in forma singola o associata, che operano a vario

titolo nel comparto enogastronomico; Imprese di servizi turistici;

• Per l’azione 6.4.c: Imprese, in forma singola o associata, che operano a vario

titolo nel comparto culturale.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i

Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di

verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i

Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la

documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di

affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione

tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla

concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo successivo sarà caratterizzato dallo

sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi

informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i

bando/i.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,

la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Impatti occupazionali e ambientali generati;

• Ricadute occupazionali per giovani e donne;

• Bacino di utenza interessato dagli interventi;

• Localizzazione degli interventi.

Per gli interventi dell’azione 6.4.c saranno utilizzati ulteriori criteri di seguito indicati:

• Qualità delle soluzioni di restauro proposte;

• Tipologia e valore storico delle opere da restaurare;

• Destinazione d’uso delle opere da restaurare.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono

superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario

finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento

in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

6.4.a • Progettazione e realizzazione materiale promozionale;

• Realizzazione campagne promozionali; • Spese per la logistica dell’evento; • Fitto di locali e attrezzature; • Spese per artisti, musicisti, attori, cabarettisti, ecc.

6.4.b • Progettazione; • Stipula di accordi tra operatori; • Segnaletica; • Realizzazione di cataloghi; • Stipula di accordi commerciali con tour operator.

6.4.c • Progettazione e studi; • Business planning; • Spese per restauri.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.1 – Ricerche sulla domanda

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è finalizzata alla realizzazione di attività di ricerca per la comprensione delle

dinamiche in atto nei modelli di consumo e nei gusti della domanda di mercato nei settori

strategici per lo sviluppo economico della provincia di Crotone.

Per tali ragioni, le attività previste possono essere attivate nell’ambito di una qualsiasi

delle misure del Piano, qualora gli interventi da realizzare necessitino di una attività di

ricerca sul campo, preventiva, in itinere o a consuntivo.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione dedicata al sostegno delle attività di ricerca. Sarà

possibile realizzare ricerche specifiche sulla domanda dal punto di vista della

comprensione delle aspettative, dei modelli di consumo (acquisti medi, luoghi di acquisto,

tassi di riacquisto, utilizzo del prodotto, ecc.), della sensibilità al prezzo, ecc., ma anche

test di prodotto per verificare il gradimento di nuovi prodotti da immettere sul mercato

e/o di innovazione su prodotti già in commercio.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese, escluse quelle del Terzo Settore;

• Enti pubblici;

• Associazioni e Consorzi di imprese, esclusi quelli del Terzo Settore.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le fasi attuative saranno realizzate dall’Amministrazione Provinciale, che si avvarrà del

supporto di organizzazioni competenti in materia di ricerche di mercato, la cui selezione

avverrà a seguito di procedura di evidenza pubblica. A tali organizzazioni, in particolare,

spetterà il compito di verificare gli approcci metodologici utilizzati nelle ricerche, di

validare i report prodotti e i risultati raggiunti e di indirizzare gli interventi programmatici

per l’adattamento delle strategie competitive locali alle evidenze emerse. L’iter

amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso più bandi di gara aperti agli imprenditori

operanti nei settori/comparti economici ritenuti più strategici per lo sviluppo locale, sulla

base di scale di priorità definite annualmente dall’Amministrazione Provinciale. In tal

senso, verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di

assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione

delle attività di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà

considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Campione e target di riferimento;

• Metodologie di ricerca utilizzate;

• Finalità specifiche della ricerca;

• Presenza di un piano più complessivo di investimenti in servizi reali e in

innovazioni di prodotto.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore e/o di opportunità competitiva per le

imprese aggiudicatrici. In ogni caso le varianti non possono superare l’importo massimo

del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte

dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori

di riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei

risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.1.a • Ricerche sui modelli di consumo; • Ricerche sui bisogni e le aspettative; • Studi per la clusterizzazione della domanda; • Test di prodotti/servizi presso l’utenza finale.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.2 – Mappatura degli operatori e delle risorse

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene attività di ricerca finalizzate alla mappatura delle risorse territoriali e

degli operatori, soprattutto in settori attualmente poco sviluppati, per i quali non esistono

dati di contesto in grado di supportare il processo di programmazione degli interventi

strutturali.

La misura, dunque, opera a supporto di tutte quelle attività per le quali sarà necessario,

nelle fasi attuative del Piano, costruire mappe particolareggiate necessarie alla maggiore

comprensione delle variabili di stock presenti in un dato settore o contesto locale. Per tali

ragioni, gli interventi previsti potranno essere attuati sinergicamente con le misure degli

Assi 3, 5 e 6, attraverso il coordinamento dei uffici settoriali competenti all’interno

dell’Amministrazione provinciale.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è composta da quattro linee di intervento di seguito descritte.

Azione 7.2.a – Settore turistico

L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel settore turistico.

Azione 7.2.b – Terzo Settore

L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel Terzo Settore.

Azione 7.2.c – Beni culturali

L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel settore dei Beni Culturali.

Azione 7.2.d – Produzioni tipiche in Agricoltura

L’azione riguarda gli studi da realizzare nel settore agricolo, nell’ambito del quale saranno

anche possibili attività di ricerca finalizzate alla realizzazione di studi di fattibilità sulla

valorizzazione e il potenziamento di quelle produzioni tipiche “a rischio” perché poco

praticate pur in presenza di una qualità intrinseca elevata. Le attività previste potranno

essere realizzate in collaborazione con Associazioni attive nel campo della promozione e

della valorizzazione dei prodotti tipici di qualità.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese di servizi turistici;

• Per l’azione 7.2.c: Sovrintendenze ai Beni Culturali;

• Per l’azione 7.2.d: Associazione Slow Food; ARSSA.

• Imprese del Terzo Settore;

• Imprese che operano nel settore della Cultura;

• Imprese agricole;

• Associazioni e Consorzi di imprese turistiche, del Terzo Settore, culturali e

agricole.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso più bandi di gara per affidamento di

servizi per i diversi settori interessati dalla misura. In tal senso, verranno elaborati

strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di

assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto

vincitore dell’appalto di servizi e l’importo relativo. In termini generali, la selezione delle

proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Modalità di acquisizione dei dati;

• Sistema di georeferenziazione utilizzato.

Le proposte progettuali dovranno, inoltre, contenere indicazioni utili atte a favorire una

successiva classificazione delle risorse e degli operatori, in termini di

strategicità/prospettive di breve-medio-lungo periodo, da parte dell’Amministrazione

Provinciale.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento delle attività di studio e ricerca fisserà

il periodo di tempo massimo consentito per la realizzazione delle stesse.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata

un’apposita Commissione che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di

riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei

risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.2.a • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.

7.2.b • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.

7.2.c • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.

7.2.d • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche sui prodotti tipici; • Studi di fattibilità sulle produzioni tipiche da

salvaguardare.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.3 – Promozione dell’assistenza alle persone

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

L’obiettivo prioritario della misura è quello di realizzare interventi coordinati mirati alla

promozione di una “cultura” dell’assistenza, con particolare attenzione alle problematiche

legate a fasce di popolazione con problemi sociali, quali ad esempio, tossicodipendenti,

anziani, immigrati, portatori di handicap, ecc.

In tal senso, gli interventi previsti privilegeranno maggiormente la dimensione

“immateriale” e potranno essere costituiti da campagne di divulgazione, spot pubblicitari,

eventi a tema, ecc. La misura è connessa alle misure 3.1 e 5.1 e potrà attivare interventi

anche contestualmente allo sviluppo delle fasi operative di queste ultime, rappresentando

un elemento strategico per l’incremento della conoscenza del settore e delle sue

problematiche specifiche.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è articolata in una sola azione mirata alla realizzazione di interventi

“immateriali” per la promozione della cultura dell’assistenza. Le attività potranno

consistere in:

• Campagne promozionali;

• Spot pubblicitari;

• Eventi a tema.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese del Terzo Settore;

• Imprese operanti nel campo pubblicitario.

• Cooperative sociali;

• Enti pubblici;

• Associazioni e Consorzi di imprese del Terzo Settore.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara per affidamento

di servizi di comunicazione. In tal senso, verranno elaborati strumenti operativi atti a

definire:

• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di

assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto

aggiudicatore dell’appalto di servizi e l’importo relativo. In termini generali, la selezione

delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Strumenti di comunicazione previsti;

• Qualità del messaggio e della grafica proposti;

• Piano di comunicazione previsto.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il contratto di appalto di servizio fisserà il periodo di tempo massimo consentito per la

realizzazione delle stesse.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione che determinerà, in fase

iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del

progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.3.a • Progettazione materiale promozionale; • Stampa materiale promozionale; • Distribuzione materiale promozionale; • Acquisto spazi pubblicitari; • Spese per organizzazione di eventi (convegni,

seminari, tavoli di discussione, ecc.).

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.4 – Ricerche sui servizi del Terzo Settore

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura offre supporto conoscitivo alle altre misure specifiche per il Terzo Settore (1.1,

3.1, 5.1) in quanto è finalizzata alla realizzazione di studi e ricerche per l’individuazione,

da un lato, di possibili traiettorie di sviluppo nei sistemi di erogazione dei servizi alla

persona, dall’altro, di nuovi servizi in aree di intervento attualmente non ancora

strutturate per le esigenze dei fruitori. La misura prevede, inoltre, interventi trasversali,

finalizzati alla verifica del potenziale numero di fruitori servibili attraverso lo sviluppo dei

nuovi servizi.

Gli interventi previsti, pertanto, saranno realizzati con il supporto degli operatori di

settore, ai quali spetterà il compito di fornire indicazioni riguardo i bisogni e le aspettative

della domanda e di partecipare al processo di identificazione delle possibili soluzioni, in

termini di nuovi servizi da erogare.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è articolata in una sola azione costituita da attività di ricerca finalizzata alla

comprensione delle dinamiche evolutive nelle aspettative, nei bisogni, nelle possibilità di

accesso, ecc. dei target di domanda di servizi sociali, per verificare le opportunità di

implementazione di nuovi servizi e stimarne il potenziale di mercato.

Tali studi potranno anche avere carattere di analisi tendenziali finalizzate alla

elaborazione di previsioni sugli elementi strutturali e le caratteristiche che il Terzo Settore

potrà assumere nel medio-lungo termine.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese del Terzo Settore;

• Cooperative sociali;

• Società di ricerca;

• Associazioni e Consorzi di imprese del Terzo Settore.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di

assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti

ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione

delle attività di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà

considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Metodologie di ricerca utilizzate;

• Utenza potenziale del nuovo servizio;

• Impatti occupazionali generabili;

• Innovatività della proposta;

• Tipologia dei nuovi servizi identificati.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine

tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono

superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata

un’apposita Commissione da parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in

fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del

progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione

del finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.4.a • Studi sui bisogni dell’utenza; • Test sul gradimento dell’utenza verso gli attuali

servizi; • Analisi sul potenziale di mercato; • Studi di fattibilità per nuovi servizi; • Georeferenziazione dell’offerta e della domanda di

servizi per il sociale.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.5 – Sbocchi professionali per persone svantaggiate

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene interventi di identificazione, attraverso la partecipazione di soggetti

pubblici e privati, di sbocchi professionali adatti a valorizzare le capacità di persone con

problemi di inserimento sociale, quali disabili, tossicodipendenti, immigrati, ecc. In

particolare, la misura è finalizzata alla creazione di elementi conoscitivi, da gestire

successivamente attraverso l’applicazione di strumenti specifici attivati nell’ambito delle

politiche per il lavoro realizzate a livello locale.

Si tratta di definire un percorso metodologico di analisi idoneo a delineare un quadro

logico di interventi per l’accesso di tali categorie di persone al mercato del lavoro,

attraverso, ad esempio, l’analisi delle attitudini, l’individuazione di attività lavorative con

carichi di sforzo fisico minimi, la stipula di accordi per la concessione di salari minimi, ecc.

La misura, dunque, si integra con gli interventi previsti dalle misure 4.1 e 4.2, in quanto

impatta direttamente sugli strumenti di accessibilità al mercato del lavoro e di incontro tra

la domanda e l’offerta di lavoro.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione dedicata alla crescita delle opportunità di impiego

per persone con problemi di inserimento sociale. Ai fini del raggiungimento dell’obiettivo

generale, previa la realizzazione delle attività preliminari di conoscenza delle realtà

lavorative e del disagio sociale, sarà possibile attivare interventi integrati nell’ambito di un

Piano per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, da realizzare di concerto tra

tutti gli attori locali del settore, che dovrà definire strumenti e politiche attive per il lavoro

focalizzate sugli utenti dei servizi sociali.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego provinciali.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese del Terzo Settore;

• SER.T;

• Centri per l’accoglienza degli immigrati.

• Imprese;

• Associazioni e Consorzi di imprese;

• Enti pubblici.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’attuazione della misura avverrà secondo il seguente schema di interventi.

Fase 1 – Attività preliminari

In questa fase l’Amministrazione Provinciale dovrà dotare il territorio di un Piano per

l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, nel quale identificare

dettagliatamente gli interventi e le politiche settoriali, nonché gli strumenti operativi da

adottare, per i quali sarà anche possibile avviare azioni pilota di sperimentazione.

In questa fase saranno, pertanto, coinvolti gli attori locali del settore, attraverso la

realizzazione di specifiche attività di comunicazione istituzionale.

Fase 2 – Predisposizione bandi e selezione

La misura sarà attuata attraverso uno o più bandi di gara, per i quali saranno attivati

specifici servizi informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza

generalizzata.

Alla scadenza, le domande pervenute saranno valutate da un’apposita Commissione

nominata dall’Amministrazione Provinciale, che procederà alla fase istruttoria, che

comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, e alla pubblicazione della

graduatoria, indicando i soggetti ammessi al contributo e la quota di contributo concessa

ad ognuno. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando i

seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Innovatività delle soluzioni proposte;

• Impatti occupazionali presso le persone svantaggiate;

• Complessità tecnico-gestionale delle soluzioni proposte;

• Riproducibilità delle soluzioni proposte.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte

dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori

di riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei

risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione del

finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.5.a • Piano per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate;

• Stipula di accordi per la concessione di un salario minimo;

• Definizione di profili professionali; • Studi e ricerche; • Analisi delle opportunità di lavoro.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.6 – Condivisione delle politiche di sviluppo

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura è finalizzata all’adozione di una metodologia di coordinamento delle politiche di

sviluppo del territorio basata sulla piena condivisione tra gli attori sociali interessati ai

diversi ambiti di intervento. Le attività previste sono, dunque, pienamente integrate con

tutte le altre misure del Piano e potranno rappresentare punto di riferimento per

l’adozione delle politiche di coordinamento all’interno delle stesse. A tale proposito,

l’insieme degli interventi da realizzare dovrà essere inserito all’interno di un Piano

Territoriale per la concertazione che definisca obiettivi, competenze, ruoli, tempi e

modalità della comunicazione, regole di funzionamento del partenariato locale, ecc. e alla

cui predisposizione sarà dedicata parte della misura.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione che ne persegue gli obiettivi generali. I possibili

ambiti di applicazione degli interventi, da individuare nelle attività di predisposizione e

attuazione del Piano Territoriale per la concertazione, sono rinvenibili in:

• Tavoli di concertazione;

• Strumenti di comunicazione interpartenariale;

• Piani di coordinamento territoriale;

• Creazione di organismi di controllo e indirizzo del partenariato.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Associazioni di categoria;

• Associazioni sindacali;

• Associazioni e Consorzi di imprese;

• Enti pubblici.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

La misura sarà attuata attraverso la predisposizione, l’adozione e l’applicazione di un

Piano Territoriale per la concertazione, al quale affidare il compito di determinare linee

guida, competenze, ruoli e responsabilità ai diversi attori locali del partenariato coinvolti

nelle attività di concertazione. La verifica di coerenza degli interventi realizzati e la loro

capacità di impattare positivamente sul coordinamento delle politiche di sviluppo del

territorio sarà, dunque, sempre effettuata facendo specifico riferimento alle indicazioni

contenute nel Piano.

Lo stesso, infine, dovrà istituire gli organismi interni di controllo e indirizzo, demandando

agli attori locali coinvolti il compito di nominare i propri rappresentanti interni.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.6.a • Funzionamento organismi di controllo e indirizzo; • Spese per l’organizzazione di eventi (tavoli,

riunioni, ecc.); • Spese per comunicazioni tra i soggetti coinvolti; • Piano per la concertazione territoriale.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.7 – Marketing territoriale

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura si propone di avviare un’attività di marketing per la promozione del territorio,

sia verso gli stakeholders interni, sia verso i potenziali investitori e acquirenti provenienti

da aree esterne. Si tratta, in sostanza, di attivare una serie di interventi integrati, sia a

livello pubblico sia a livello privato, per l’incremento del grado di appeal che il territorio,

nel suo complesso, ha verso gli stessi residenti e attori locali e verso i pubblici esterni,

nazionali e internazionali.

La misura, pertanto, risulta strategica a fini della crescita delle performances del sistema

economico locale e deve integrarsi con le attività previste da tutte le altre misure. Risulta

determinante, infatti, contestualizzare le politiche di marketing agli assets del territorio e

indirizzare gli interventi, sia verso l’interno sia verso l’esterno, alle categorie, imprenditori,

professionisti, privati cittadini, Enti Pubblici, ecc., le cui esigenze e aspettative meglio di

adattano ai sistemi di offerta presenti.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura è articolata negli interventi di seguito descritti.

Azione 7.7.a – Marketing territoriale interno

L’azione si articola in una serie di attività finalizzate alla stesura e all’attuazione di un

piano di marketing territoriale per gli stakeholders interni. Sarà possibile realizzare i

seguenti interventi:

• Analisi territoriali sui bisogni della collettività;

• Mappatura delle risorse materiali e immateriali del territorio;

• Misurazione dei gap di offerta percepiti dal pubblico locale;

• Attività di progettazione degli interventi e di coordinamento tra gli attori locali

agenti dello sviluppo;

• Attività operative di attuazione degli interventi previsti nel piano di marketing

Azione 7.7.b – Marketing territoriale esterno

L’azione è finalizzata alla predisposizione e all’attuazione di un piano di marketing

territoriale rivolto ai pubblici esterni, ossia agli attori sociali non residenti sul territorio. Siu

tratta, in sostanza, di turisti, imprese, opinion leader, Associazioni, Enti Pubblici, ecc. a

vario titolo interessati, o potenzialmente interessati, all’offerta locale. Sarà possibile

realizzare le seguenti tipologie di interventi:

• Analisi di contesto del territorio (Attrattive turistiche, servizi logistici, produzioni di

eccellenza, know how, servizi per il tempo libero, ecc.);

• Identificazione delle aree distrettuali e delle loro caratteristiche;

• Analisi dei modelli di sviluppo economico di altre realtà territoriali similari;

• Eventi per i pubblici esterni (workshop, seminari, educational, visite studio, ecc.);

• Campagne di promozione/valorizzazione del territorio attraverso l’utilizzo di

strumenti e media diversificati.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone;

• PIT;

• Comunità Montane.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Enti pubblici;

• Imprese operanti nel campo dei servizi reali avanzati;

• Associazioni e Consorzi di imprese;

• Associazioni di categoria e sindacali;

• Investitori esterni.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i

Beneficiari finali. In via preliminare, i Beneficiari finali dovranno inviare

all’Amministrazione Provinciale la documentazione tecnica ed amministrativa occorrente

per le successive fasi di affidamento delle attività. L’Amministrazione Provinciale

esaminerà la documentazione tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di

valutazione positiva, provvederà alla concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo

successivo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bando

La selezione delle operazioni avverrà attraverso un unico bando di gara per azione di

intervento. In tal senso, verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti

operativi atti a definire:

• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nel periodo di apertura del bando, specifici servizi informativi e

di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al bando.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al

termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto

vincitore dell’appalto di servizi e l’importo di aggiudicazione. In termini generali, la

selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità del proponente;

• Approcci metodologici utilizzati;

• Interventi proposti;

• Bacino di utenza interessato dagli interventi;

• Localizzazione degli interventi.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi. Nella realizzazione delle attività è

ammesso il subappalto di parti di servizio, purché espressamente indicate nel progetto

esecutivo e comunque non oltre il secondo livello.

Sono, inoltre, ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di

ordine tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non

possono superare l’importo massimo del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario

finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento

in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del

rendiconto, e con l’erogazione del saldo.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.7.a • Analisi sui bisogni e i benefici ricercati dai residenti;

• Mappatura delle risorse territoriali; • Analisi di benchmarking; • Analisi swot; • Progettazione esecutiva degli interventi; • Campagne stampa; • Progettazione, stampa e diffusione di materiale

promozionale.

7.7.b • Mappatura delle risorse territoriali; • Analisi di benchmarking tra territori; • Identificazione delle aree distrettuali locali e delle

vocazioni; • Analisi dei profili d’offerta delle principali aziende

che operano nei settori strategici; • Analisi swot; • Progettazione esecutiva degli interventi; • Visite studio e missioni esplorative; • Campagne stampa; • Progettazione, stampa e diffusione di materiale

promozionale; • Eventi promozionali a livello locale ed

extraterritoriale.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.8 – Marchi locali

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura sostiene la creazione di marchi territoriali per la promozione e la

commercializzazione dei prodotti e dei servizi locali. I marchi da realizzare potranno

riguardare filiere produttive, sistemi di erogazione dei servizi, reti di produttori e/o

commercianti, dovranno avere carattere di tipicità ed essere evocativi del territorio.

Gli interventi previsti sono sinergici alle misure dell’Asse 3, in quanto supportano il

processo di integrazione e di networking tra operatori locali fornendo lo strumento

fondamentale per la penetrazione dei mercati e la costruzione di risorse fiduciarie verso i

clienti finali.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione che agisce da “collettore” per tutte le iniziative

finalizzate alla costruzione di network territoriali, nel settore pubblico e nel settore

privato. Gli interventi previsti afferiscono alla creazione di marchi locali per aree

territoriali, prodotti e servizi, sia integrati secondo una logica di “filiera”, sia che operano

allo stesso stadio del ciclo produttivo.

Saranno, pertanto, possibili azioni nel campo della progettazione grafica, della definizione

dell’acronimo, della registrazione del copyright, del restyling di marchi già esistenti.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• PIT;

• Associazioni e Consorzi di imprese manifatturiere e di servizi;

• Associazioni di Comuni e/o di altri Enti pubblici.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Predisposizione bandi

La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,

verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:

• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;

• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;

• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.

Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di

assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.

Fase 2 – Istruttoria e selezione

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto.

Criterio vincolante per l’ammissibilità della proposta è la presenza di soggetti proponenti

associati, in qualsiasi forma tra quelle previste dalle Leggi vigenti. Al termine,

l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al

contributo e la quota di contributo concessa. In termini generali, la selezione delle

proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:

• Qualità dei proponenti;

• Progetto grafico;

• Potenziale di sfruttamento del marchio;

• Valore aggiunto generato;

• Tipologia di produzioni/servizi interessati;

• Localizzazione degli interventi proposti;

• Capacità di impattare sui network locali.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata

un’apposita Commissione da parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in

fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del

progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.

La fase si concluderà con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione

del finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.8.a • Progettazione grafica; • Definizione dell’acronimo; • Registrazione copyright del marchio; • Restyling di marchi già esistenti.

Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.9 – Assistenza tecnica alle imprese

1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA

La misura si propone di creare le condizioni di contesto organizzativo favorevoli allo

sviluppo competitivo delle imprese locali secondo criteri di efficienza e di efficacia. Gli

strumenti attivati in tal senso saranno quelli classici dell’assistenza tecnica, sotto forma di

incentivi per l’acquisto di servizi reali avanzati. Saranno, dunque, possibili interventi

diretti, ad esempio, nel campo del marketing, della certificazione di qualità, della

selezione del personale, della promozione e pubblicità, e, in generale, tutte le attività di

consulenza finalizzate al miglioramento qualitativo dei diversi aspetti della gestione di

un’impresa.

Gli interventi previsti, pertanto, sono collegati a tutte le iniziative che impattano sulle

organizzazioni private che operano nel territorio crotonese e, in particolare, con le misure

degli Assi 3, 4, 5 e 6.

2. INTERVENTI PREVISTI

La misura si articola in una sola azione dedicata alle attività di assistenza tecnica alle

imprese locali, sotto forma di erogazione di servizi reali avanzati. I servizi da acquistare

potranno riguardare tutti gli aspetti gestionali e strategici della gestione aziendale, quali,

ad esempio, il marketing, la selezione del personale, la pubblicità, le ricerche di mercato,

il controllo di gestione, la certificazione di qualità.

3. BENEFICIARI FINALI

• Amministrazione Provinciale di Crotone.

4. SOGGETTI DESTINATARI

• Imprese;

• Associazioni e Consorzi di imprese.

5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI

L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.

Fase 1 – Attività propedeutiche

In questa fase l’Amministrazione Provinciale individuerà soggetti esterni competenti in

materia di assistenza tecnica alle imprese, la cui selezione avverrà a seguito di

manifestazione d’interessi per la creazione di una check list di strutture accreditate per la

fornitura dei servizi. La check list potrà essere aggiornata annualmente su iniziativa

dell’Amministrazione Provinciale e attraverso successive Manifestazioni d’interessi. A tali

strutture, in particolare, le imprese selezionate quali destinatarie di interventi di

assistenza tecnica dovranno rivolgersi per l’acquisizione dei servizi.

Fase 2 –Manifestazioni d’interessi e selezione

La selezione delle imprese destinatarie degli interventi di assistenza tecnica avverrà

attraverso una o più manifestazioni di interesse aperte alle PMI del territorio,

accompagnate da specifici servizi informativi e di assistenza per supportare i proponenti.

La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso

l’analisi della documentazione prodotta e del soggetto proponente. Al termine,

l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al

contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione delle attività

di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando la qualità

dei soggetti proponenti in base ai seguenti criteri di priorità:

• Fabbisogni di servizi reali;

• Settore merceologico;

• Politiche di sviluppo future;

• Tassi di crescita del fatturato e fatturato totale;

• Numero di dipendenti;

• Adesione a network locali formalizzati.

Fase 3 – Attuazione delle operazioni

La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:

• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo

da parte del soggetto titolare del finanziamento;

• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;

• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di

avanzamento lavori;

Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo

massimo consentito per la realizzazione degli stessi.

Sono ammesse varianti in corso d’opera della tipologia di servizi acquistati purché

esistano comprovati motivi di opportunità commerciale, tecnica e/o competitiva per le

imprese aggiudicatrici. In ogni caso le varianti non possono superare l’importo massimo

del contributo.

Fase 4 – Monitoraggio e conclusione

Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto

attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della

spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte

dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori

di riferimento in base ai quali verificare la qualità dei servizi erogati e il raggiungimento

dei risultati previsti.

La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o con la revoca e/o la rimodulazione del

finanziamento.

6. SPESE AMMISSIBILI

Azione Tipologia delle spese ammissibili

7.9.a • Consulenze esterne; • Acquisto basi di dati; • Realizzazione piani di marketing; • Acquisto software personalizzati; • Acquisto servizi di assistenza pre e post vendita; • Spese per la progettazione e la realizzazione di

campagne promozionali; • Spese per la progettazione e la realizzazione di

supporti promozionali (brochure, pieghevoli, gadgets, ecc.);

• Analisi dei costi e dei processi organizzativi; • Analisi dei fabbisogni formativi e tecnologici; • Spese per la selezione del personale; • Progettazione e realizzazione del package di

prodotto; • Spese per l’implementazione di sistemi di controllo

di gestione; • Certificazioni di qualità e ambientali, escluse le

imprese turistiche e del Terzo Settore.

Capitolo 8 I progetti pilota

8.1 I progetti pilota da realizzare

8.1.1 “Titoli professionali del Terzo Settore”

Uno dei principali elementi di criticità presenti nell’ambito dei servizi alla persona in

provincia di Crotone è rappresentato dal basso numero di figure professionali

specializzate e intermedie. Le cause fondamentali risiedono nel ritardo accumulato dal

settore dal punto di vista dell’organizzazione complessiva, intesa quale chiara distinzione

di ruoli e competenze tra gli operatori e, soprattutto, in termini di riconoscimento e

garanzia delle figure professionali presenti.

Chi attualmente è impegnato attivamente nel settore, in sostanza, non può contare su

una legislazione chiara in materia di tutela del lavoro e della professionalità e,

soprattutto, non potrebbe esercitare la professione al di fuori del territorio provinciale, in

quanto i titoli professionali acquisiti non sono riconosciuti in altri contesti locali.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è la realizzazione di un regolamento in grado di

disciplinare il lavoro all’interno del Terzo Settore.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Creare reti di cooperazione tra operatori provati e Enti Pubblici;

• Conoscere le problematiche attuali di regolamentazione del settore;

• Individuare figure professionali in grado di erogare i servizi

maggiormente richiesti dalla domanda;

• Realizzare un sistema di garanzia e di tutela per i lavoratori del

settore;

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.1.

Tabella 8.1 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Analisi e studi 3 mesi

Concertazione 2 mesi

Regolamentazione 2 mesi

Monitoraggio 12 mesi

Durata complessiva dell’intervento 19 mesi

La prima fase consisterà nella realizzazione degli studi conoscitivi della realtà attuale del

settore, in termini di organizzazione, competenze, ruoli e responsabilità degli attori locali

coinvolti.

La fase successiva sarà dedicata alla concertazione, tra Enti pubblici e privati, per

individuare le traiettorie organizzative può idonee a rimuovere gli ostacoli che

attualmente impediscono uno sviluppo armonico del settore.

La Terza Fase “Regolamentazione” sarà dedicata alla realizzazione del regolamento di

riorganizzazione e disciplina del settore e delle figure professionali, condiviso da tutti gli

operatori specializzati.

L’ultima fase, quella di Monitoraggio, servirà a controllare i primi effetti dell’applicazione

del nuovo regolamento e a individuare eventuali criticità che richiedono una ulteriore e

successiva regolamentazione.

I costi previsti

Il costo complessivo del progetto è stimato pari a circa 27.000,00 euro. Di tale costo di

seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse finanziarie per

ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Analisi e studi 10.000,00

Concertazione 3.000,00

Regolamentazione 4.000,00

Monitoraggio 10.000,00

Totale 27.000,00

Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una

continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero

funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.

8.1.2 “Nuovi servizi nel Terzo Settore”

Il settore dei servizi alla persona offre numerose opportunità di sviluppo di nuovi servizi

pensati “ad hoc” sulle esigenze dei diversi target potenziali di utenti (madri, famiglie,

tossicodipendenti, stranieri, immigrati, ecc.), ma tali opportunità necessitano di attività di

sperimentazione e di studio per individuare le tipologie di servizi da implementare.

In tale ambito diviene fondamentale innovare le modalità di erogazione degli attuali

servizi offerti e/o sperimentare l’adozione di servizi totalmente innovativi, per ampliare la

base di fruitori e offrire nuove opportunità di lavoro nel settore a soggetti attualmente

emarginati dal mercato del lavoro. È il caso, ad esempio, degli asili condominiali o della

Banca del Tempo, per le madri che hanno difficoltà a lavorare fuori della propria

abitazione o per i soggetti con disponibilità di tempo limitate per accudire i propri figli.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto

L’obiettivo generale del progetto è l’ampliamento del numero di fruitori dei servizi alla

persona.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Avviare la sperimentazione di nuovi servizi alla persona;

• Ampliare le opportunità di lavoro per i soggetti in situazioni di

disagio;

• Pianificare sistemi di erogazione dei servizi basati sulle esigenze dei

potenziali fruitori;

• Concertare sistemi di accesso ai servizi agevolati per particolari

categorie di utenti potenziali;

• Verificare la fattibilità dei potenziali investimenti da realizzare per

l’implementazione finale dei servizi.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.2.

Tabella 8.2 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Progettazione e bando 1 mese

Selezione delle idee 1 mese

Sperimentazione 6 mesi

Studi e ricerche 4 mesi

Durata complessiva dell’intervento 12 mesi

La prima fase consisterà nella progettazione e realizzazione del bando di gara per la

sperimentazione di nuovi servizi.

La seconda fase riguarda la selezione delle idee progetto pervenute e la stipula delle

convenzioni.

La fase successiva sarà dedicata alla sperimentazione sul campo dei nuovi servizi

progettati. Sarà fondamentale, in questa fase, identificare:

• Criticità;

• Punti di forza;

• Livello di soddisfazione dell’utenza;

• Situazioni di contesto idonee alla replicabilità delle esperienze;

• Impatti generati.

L’ultima fase riguarda la realizzazione di studi per la verifica di fattibilità

dell’implementazione dei nuovi servizi su tutto il territorio provinciale.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 43.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Progettazione e bando 1.000,00

Selezione delle idee 2.000,00

Sperimentazione 30.000,00

Studi e ricerche 10.000,00

Totale 43.000,00

Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una

continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero

funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.

8.1.3 “Consorzi di settore”

Uno dei principali fattori di criticità per lo sviluppo economico del territorio provinciale

risiede nella scarsa capacità di penetrazione dei grandi mercati nazionali e internazionali,

a causa essenzialmente della ridotta dimensione delle imprese e del basso livello di

cooperazione presente. In particolare, gli operatori non attivano percorsi di sviluppo

settoriali incentrati sulla logica della “filiera” produttiva, che, invece, potrebbe generare

significativi vantaggi competitivi dal punto di vista commerciale, tecnologico, qualitativo e

dei prezzi.

La creazione di Consorzi di settore, in tale ottica, rappresenta un tassello fondamentale

per la promozione dei prodotti locali e per lo sviluppo di canali commerciali di

intermediazione di grossi quantitativi di merce, quali ad esempio la GDO e gli importatori

più importanti dei Paesi di destinazione dei prodotti locali.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è la crescita di competitività dei prodotti crotonese sui

mercati nazionali ed esteri attraverso l’incremento dei quantitativi offerti sotto un unico

marchio commerciale.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Adeguare il sistema di prodotto territoriale alle esigenze dei mercati

obiettivo;

• Incrementare gli investimenti in marketing verso i mercati esteri;

• Selezionare i settori strategici sui quali concentrare la

sperimentazione;

• Determinare gli standard di qualità necessari per l’ingresso nei

Consorzi;

• Ridurre i costi sulle materie prime;

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.3.

Tabella 8.3 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Analisi e studi 3 mesi

Progettazione e bando 2 mese

Costituzione Consorzi 3 mesi

Comunicazione e promozione 4 mesi

Monitoraggio Intera durata

Durata complessiva dell’intervento 12 mesi

La prima fase consisterà nella realizzazione degli studi di fattibilità per le analisi

preliminari sul gradimento dei prodotti crotonesi in Italia e all’estero e sul potenziale di

mercato penetrabile al termine delle attività di progetto.

La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di

“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento delle imprese. In linea di massima,

saranno definiti:

• Gli assetti organizzativi dei Consorzi;

• Le politiche di marketing;

• I sistemi di selezione delle aziende.

Durante la terza fase si procederà alla creazione dei Consorzi e alla nomina degli

organismi di gestione.

La quarta fase prevede, invece, le attività di comunicazione e promozione dei Consorzi

attraverso workshop, presenza a fiere specializzate, convegni, ecc.

L’ultima fase, durante la quale si valuteranno i risultati raggiunti, darà la possibilità di

determinare la coerenza di quanto realizzato rispetto agli obiettivi prestabiliti e al

potenziale stimato, in modo da determinare gli elementi di trasferibilità del progetto ad

altri contesti produttivi del territorio crotonese.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 130.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Analisi e studi 30.000,00

Progettazione e bando 15.000,00

Costituzione Consorzi 5.000,00

Comunicazione e promozione 60.000,00

Monitoraggio 20.000,00

Totale 130.000,00

Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una

continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero

funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.

8.1.4 “Accesso alla cooperazione”

Il basso tasso di cooperazione sociale, a tutti i livelli economico-produttivi, rappresenta

uno degli elementi principali in grado di spiegare il ritardo di sviluppo economico nel

quale si trova la Provincia di Crotone.

Il “capitale sociale” del territorio, inteso quale sintesi del grado di fiducia reciproca, di

rispetto degli accordi e di convergenza di obiettivi tra tutti gli attori locali, rappresenta,

infatti, l’elemento fondamentale da rafforzare per incrementare le opportunità di sviluppo

economico e di crescita della qualità della vita per la popolazione crotonese.

Il progetto intende rafforzare il tessuto relazionale dell’area, ponendo particolare

attenzione alla realizzazione di un sistema di regole e di standard condivisi sui quali

costruire i cardini fondamentali della cooperazione sociale.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è la determinazione di un quadro di regolamenti generali

per la promozione e la gestione della cooperazione tra gli attori locali.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Promuovere i vantaggi derivanti dalla cooperazione territoriale;

• Identificare il sistema di relazioni ottimale per il supporto allo

sviluppo locale;

• Mappare l’attuale struttura relazionale presente nel territorio;

• Attivare processi di coinvolgimento degli operatori per la

convergenza verso il network ideale;

• Verificare gli impatti economici derivanti dalle prime fasi di

sperimentazione.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.4.

Tabella 8 4 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Analisi e studi 4 mesi

Animazione e concertazione 4 mesi

Networking 2 mesi

Monitoraggio 6 mesi

Durata complessiva dell’intervento 16 mesi

La prima fase sarà incentrata sulla realizzazione di studi e analisi per la costruzione del

“sistema rete” ideale per lo sviluppo programmatico e socio-economico del territorio.

Focus dell’analisi sarà anche l’identificazione degli operatori chiave (best performer del

territorio) sui quali concentrare gli sforzi di integrazione.

La seconda fase riguarderà le attività di animazione territoriale e di concertazione,

finalizzate al coinvolgimento degli operatori locali e alla prima verifica sulle disponibilità e

sulle modalità di cooperazione che il territorio intende adottare.

La fase successiva, quella del networking, sarà focalizzata sulla costruzione della rete di

relazioni formali, attraverso la stesura di Disciplinari e Protocolli d’intesa per la

regolamentazione degli standard di accesso alle diverse reti locali individuate.

L’ultima fase, infine, riguarderà le attività di monitoraggio dei primi risultati d’impatto che

i network locali avranno generato, sia per gli operatori aderenti, sia nell’indotto.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 65.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Analisi e studi 20.000,00

Animazione e concertazione 20.000,00

Networking 10.000,00

Monitoraggio 15.000,00

Totale 65.000,00

Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una

continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero

funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.

8.1.5 “Nuovi standard di accesso al credito”

La capacità di crescere, innovare e investire in competenze per le imprese dipende dalle

dotazioni finanziarie complessive, sulle quali operare le proprie di allocazione ai diversi

fabbisogni organizzativi. Tale disponibilità finanziaria, in un contesto locale caratterizzato

soprattutto da imprese di piccole dimensioni, è presente solo in misura limitata e non

consente la realizzazione di programmi di sviluppo aderenti alle nuove e mutate esigenze

dei mercati di consumo.

Diventa, pertanto, cruciale l’apporto degli istituti di credito locali, che devono supportare

le aziende nei loro progetti di sviluppo. Attualmente, tuttavia, il costo del denaro in

provincia di Crotone è molto più alto della media nazionale, mentre il totale degli impieghi

rispetto ai depositi è sensibilmente più basso. La stipula di accordi tra l’Amministrazione

provinciale e gli istituti di credito, anche attraverso la creazione di fondi di garanzia, per

la concessione di agevolazioni privilegiate a un insieme di aziende selezionate e certificate

dall’Amministrazione provinciale diventa elemento fondamentale per la valutazione della

capacità di investire efficacemente della classe imprenditoriale locale.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è la sperimentazione di una nuova metodologia di

erogazione di prestiti bancari a tassi agevolati.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Attivare nuovi strumenti finanziari garantiti;

• Verificare la capacità di innovazione delle imprese locali in presenza

di dotazioni finanziarie maggiori;

• Stipulare accordi di cooperazione tra Istituti bancari e

Amministrazione provinciale;

• Incrementare il livello di fiducia reciproca tra Istituti bancari e

operatori privati.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.5.

Tabella 8.5 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Concertazione 3 mesi

Manifestazione d’interessi 3 mesi

Avvio dei programmi 12 mesi

Monitoraggio e controllo 12 mesi

Durata complessiva dell’intervento 18 mesi

La prima fase consisterà nella concertazione tra l’Amministrazione provinciale e gli Istituti

di credito locali per la definizione dello schema di accordo e degli Istituti aderenti

all’iniziativa.

La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di

“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento delle imprese. In linea di massima,

saranno definiti i criteri necessari per l’adesione al progetto e selezionate le aziende

ritenute più meritevoli.

Durante la terza fase si avvierà il programma di finanziamento con l’erogazione dei

prestiti agevolati alle aziende e con la definizione degli indicatori per il monitoraggio e il

controllo dell’iniziativa.

L’ultima fase, che si svilupperà in parallelo con l’erogazione dei prestiti, sarà dedicata alle

attività di monitoraggio e controllo effettuate sulle aziende beneficiarie, in termini di

modalità di utilizzo dei fondi ricevuti, efficacia delle azioni intraprese, rispetto dei tempi di

rimborso dei prestiti, eventuali fattori di ostacolo al corretto sviluppo delle attività

programmate.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 20.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Concertazione 8.000,00

Manifestazione d’interessi 4.000,00

Avvio dei programmi 3.000,00

Monitoraggio e controllo 5.000,00

Totale 20.000,00

8.1.6 “Promozione dell’occupazione femminile”

Il mercato del lavoro in Provincia di Crotone è attualmente caratterizzato da una forte

differenza occupazionale tra gli uomini e le donne. In particolare, il tasso di occupazione

femminile è inferiore di circa tre volte a quello maschile, in un contesto nel quale la

numerosità della Forza Lavoro femminile (Numero di persone che si offrono sul mercato

del lavoro) è, inoltre, molto esigua.

Tale carattere strutturale dell’occupazione provinciale è ascrivibile essenzialmente a un

fattore culturale di discriminazione e alla carenza di progetti specifici per l’inserimento nel

mercato del lavoro delle donne, soprattutto se con figli a carico.

Il progetto mira a realizzare una serie di iniziative di promozione dell’occupazione

femminile, tra le quali convegni, materiale informativo sui possibili sbocchi professionali,

protocolli d’intesa per l’incremento della manodopera femminile, ecc.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è la creazione delle condizioni di contesto favorevoli per

un incremento del tasso di occupazione femminile.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Stipulare protocolli di intesa con le aziende per la crescita

dell’occupazione femminile;

• Promuovere nuove forme di lavoro flessibile adatte alle donne con

figli a carico;

• Valorizzare le competenze femminili attraverso attività di

promozione e comunicazione;

• Sviluppare la cultura delle Pari Opportunità di accesso al mercato

del lavoro.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.6.

Tabella 8.6 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Comunicazione e promozione 6 mesi

Concertazione 2 mesi

Realizzazione degli interventi 3 mesi

Durata complessiva dell’intervento 11 mesi

La prima fase è incentrata sulla realizzazione di campagne di comunicazione sulle Pari

Opportunità, attraverso spot, riunioni, convegni, materiale cartaceo (opuscoli, pieghevoli,

ecc.).

La fase di Concertazione sarà incentrata sugli incontri tra l’Amministrazione Provinciale ei

rappresentanti degli imprenditori, per definire le basi sulle quali costruire le politiche per

le Pari Opportunità nella Provincia.

L’ultima fase riguarda la realizzazione degli interventi programmati, ossia di protocolli

d’intesa, Patti, Codici Etici, ecc. per impegnare gli operatori economici e sociali del

territorio nei confronti delle tematiche legate alle Pari Opportunità.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 65.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Comunicazione e promozione 50.000,00

Concertazione 6.000,00

Realizzazione degli interventi 9.000,00

Totale 65.000,00

Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una

continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero

funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.

8.1.7 “Sviluppo del sistema dei trasporti”

Il territorio provinciale soffre di un gap infrastrutturale notevole, soprattutto per ciò che

riguarda le reti di connessione fisica, ossia strade, autostrade, sistemi di collegamento.

Tale problematica è maggiormente avvertita nelle aree interne, che, invece, sono ricche

di risorse storiche, ambientali, paesaggistiche e architettoniche di sicuro interesse

turistico, per le quali diventa prioritario incrementare il livello di fruizione, a partire dalla

facilità di accesso logistico.

In sostanza, il turista, ma anche il residente, deve potersi spostare con facilità sul

territorio, in modo da avere l’opportunità di visitare e conoscere posti diversi e fungere

esso stesso da veicolo promozionale per le ricchezze ei bacini di tipicità insiti nella

Provincia di Crotone.

Si vuole, dunque, promuovere uno sviluppo del sistema dei trasporti locale attraverso la

concessione privilegiata di tratti di strade a competenza provinciale ai vettori di trasporto,

a fronte di garanzia del servizio in linea con le esigenze di mobilità e di sviluppo turistico

di tutte le arre interne del territorio.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è l’incremento delle possibilità di fruizione delle risorse

territoriali.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Potenziare il sistema locale dei trasporti;

• Incrementare le possibilità di accesso a tutte le aree del territorio,

sia costiere, sia interne;

• Determinare standard minimi di erogazione dei servizi;

• Riprogrammare il sistema delle concessioni delle tratte stradali ai

vettori di trasporto.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.7.

Tabella 8.7 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Analisi e studi 6 mesi

Coordinamento 3 mesi

Progettazione e bando 1 mese

Erogazione del servizio 6 mesi

Monitoraggio Intera durata

Durata complessiva dell’intervento 16 mesi

La prima fase consisterà nella realizzazione di studi mirati a individuare le aree di

maggiore criticità per la mobilità interna e la suddivisione delle competenze tra i diversi

organismi territoriali (Comuni, Provincia, ANAS).

La seconda fase sarà incentrata sulle attività di coordinamento tra i diversi Enti

competenti per le strade, al fine di determinare un modello di trasporti e di standard di

servizio condiviso da tutti.

La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di

“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento dei vettori di trasporto. Le

manifestazioni d’interesse riguarderanno i singoli tratti di strada considerati prioritari per

l’avvio della sperimentazione. In linea di massima, saranno definiti:

• Le modalità e le condizioni economiche di concessione delle tratte stradali;

• Gli standard di erogazione del servizio richiesti;

• I criteri di selezione dei vettori di trasporto.

La quarta fase riguarderà la selezione delle imprese e l’erogazione del servizio da parte

delle imprese aggiudicatici.

L’ultima fase, il monitoraggio, si svilupperà per tutta la durata del progetto e permetterà

di valutare i risultati raggiunti e il livello di coerenza di quanto realizzato rispetto agli

obiettivi prestabiliti, in modo da determinare, se necessari, i dovuti interventi correttivi.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 75.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Analisi e studi 40.000,00

Coordinamento 8.000,00

Progettazione e bando 2.000,00

Erogazione del servizio 5.000,00

Monitoraggio 20.000,00

Totale 75.000,00

8.1.8 “Integrazione pubblico/privato”

La pianificazione strategica territoriale e le scelta di strumenti efficaci e adatti al contesto

locale di riferimento rappresentano i due tasselli fondamentali per la generazione di

processi endogeni di sviluppo socio-economico. Tali strumenti programmatici e operativi,

tuttavia, per risultare effettivamente efficaci, richiedono una piena condivisione da parte

di tutti gli attori locali agenti dello sviluppo.

Ciononostante, la programmazione politica spesso viene effettuata non concertando gli

interventi insieme agli operatori privati, con il risultato che le politiche e gli strumenti

adottati non risultano efficaci in quanto poco utili per le effettive esigenze dei destinatari.

Il progetto da realizzare intende creare i presupposti per una piena integrazione tra gli

Enti pubblici locali e i privati, imprenditori e cittadini, al fine di sperimentare un nuovo

approccio di programmazione politica territoriale, che parte “dal basso” e sia largamente

condiviso.

Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.

L’obiettivo generale del progetto è l’attivazione di percorso di integrazione tra l’azione

politica istituzionale e i rappresentanti degli attori locali privati.

Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi

specifici quali:

• Individuare gli strumenti operativi più idonei a realizzare

l’integrazione;

• Condividere le azioni di governo locale con i principali attori privati

agenti dello sviluppo;

• Promuovere la cooperazione pubblico-privato a tutti i livelli

istituzionali della Provincia;

• Realizzare sistemi di monitoraggio e di ascolto del territorio per la

verifica di coerenza dell’azione amministrativa.

Modalità e tempi di realizzazione

Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una

serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.8.

Tabella 8.8 Fasi e timing del progetto

FASI TEMPI

Coinvolgimento 3 mesi

Concertazione 3 mesi

Monitoraggio e controllo 6 mesi

Durata complessiva dell’intervento 12 mesi

La prima fase sarà dedicata al coinvolgimento degli attori locali attraverso la promozione

del progetto e delle sue finalità, utilizzando gli strumenti tipici della comunicazione

(comunicati stampa, brochure, manifesti, ecc.). Obiettivo prioritario della fase è quello di

ampliare il più possibile la base sociale di riferimento con la quale sperimentare le prime

attività di concertazione.

La fase successiva riguarderà le attività di concertazione territoriale, durante le quali si

pianificheranno le direttrici dello sviluppo locale e si individueranno alcuni strumenti

operativi di attuazione.

L’ultima fase, quella del monitoraggio, sarà demandata ad un Comitato misto pubblico-

privato, che avrà il compito di verificare lo stato d’attuazione delle politiche programmate,

il rispetto degli impegni assunti, gli elementi di criticità e gli ostacoli da rimuovere.

I costi previsti

Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 48.000,00 euro. Di tale

costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse

finanziarie per ogni singola voce di spesa.

Voci di spesa Costi previsti

Coinvolgimento 30.000,00

Concertazione 8.000,00

Monitoraggio e controllo 10.000,00

Totale 48.000,00

Capitolo 9 Il Piano di Comunicazione

9.1 Premessa

Il presente “Piano di Comunicazione” appositamente elaborato per la Provincia di Crotone

nell’ambito del progetto “Un piano strategico per l’occupazione nella provincia di

Crotone”, finanziato attraverso l’art. 6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo riferito

ad azioni a carattere innovativo con cui promuovere nuove strategie per l’occupazione, si

ispira alla legge 150/2000 e alla Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica 7 febbraio

2002, che ha rappresentato un ulteriore riconoscimento della importanza della

comunicazione per le Amministrazioni pubbliche, nonché al Regolamento (CE) n.

1159/2000 della Commissione relativo alla azioni informative e pubblicitarie sugli

interventi dei Fondi Strutturali.

Pertanto esso definisce i principi, gli obiettivi, le strategie e le azioni di comunicazione che

la Provincia di Crotone realizzerà per informare e comunicare le linee e gli obiettivi del

“Piano strategico per l’occupazione della Provincia”, coerentemente con gli obiettivi

generali di trasparenza e di buona amministrazione che l’Ente Provincia intende

perseguire.

9.2 Il perché del piano di comunicazione

“Il silenzio costituisce di per sé una comunicazione e, se si può scegliere se parlare o

restare in silenzio, nessun organismo vivente può in realtà scegliere di non comunicare”.

(Wilden - voce Comunicazione dell’Enciclopedia Einaudi, 1978)

In virtù di questa affermazione, da tempo condivisa nel mondo dell’impresa e adesso

accolta anche nel settore pubblico, si può quindi affermare che, se ogni comportamento

ha una valenza comunicativa, allora è necessario pianificare la comunicazione, in modo

da renderla funzionale ai propri obiettivi ed evitare che azioni comunicative inconsapevoli

possano addirittura danneggiare l’Ente.

L’elaborazione del piano di comunicazione non nasce, quindi, solo dalla necessità di

recepire le norme, ma dalla consapevolezza dell’enorme valore che la comunicazione ha

in una Pubblica Amministrazione che si vuole dire moderna.

Del resto comunicare le linee strategiche di uno strumento di sviluppo socio

economico qual è il “Piano Strategico per l’Occupazione” che vuole

“contribuire allo sviluppo dell’occupazione favorendo l’impiegabilità, lo spirito

imprenditoriale, la capacità di adattamento, le pari opportunità nonché

l’investimento nelle risorse umane” è azione qualificante non solo per l’Ente, ma

anche per chi lo rappresenta.

La comunicazione, infatti, costituisce uno strumento di fondamentale importanza per

realizzare appieno i principi di trasparenza, pubblicità, semplificazione, efficacia e

partecipazione che reggono l’azione amministrativa. In questa prospettiva, la

comunicazione si connota come un’attività di interesse pubblico, una vera e propria

funzione volta a garantire il perseguimento degli scopi dell’amministrazione e la tutela dei

diritti dei cittadini. In particolare, l’attività che l’Ente Provincia svolge attraverso le azioni

di questo piano:

• costituisce un valore aggiunto ai servizi offerti e contribuisce ad orientare le

scelte coerentemente ai reali bisogni ed esigenze della collettività;

• contribuisce a realizzare un modello di amministrazione ‘relazionale’, assicurando

la conoscibilità dell’attività amministrativa e favorendo la partecipazione della

collettività alla gestione della cosa pubblica;

• accresce l’efficienza dell’azione amministrativa e fornisce ausilio per la

realizzazione dei piani e degli obiettivi di governo e della ‘missione’ istituzionale

dell’Ente;

• costituisce elemento imprescindibile del sistema democratico, consentendo agli

amministratori di rendere note le proprie azioni ed ai cittadini di conoscere, e

quindi di valutare con maggiore consapevolezza, le scelte di governo;

• consente lo scambio di informazioni e notizie tra l’Ente Provincia e gli altri Enti

Locali, attivando partecipazione e sinergia;

• consente di promuovere il territorio e le peculiarità locali e rappresenta un

elemento trainante per lo sviluppo e la crescita – culturale, economica e civile –

dell’intera comunità.

Il presente piano di comunicazione, coerentemente con le considerazioni fin qui fatte,

intende pertanto creare un sistema integrato di comunicazione e definire una strategia

unitaria, in base alla quale pianificare ed armonizzare tutte le azioni comunicative, interne

ed esterne, e renderle coerenti non solo con le esigenze di presentazione e informazione

delle linee strategiche emerse nel “Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione” ma

anche con gli obiettivi generali e la missione dell’Ente.

9.3 Struttura e metodologia

Nei punti precedenti il termine comunicazione non è stato utilizzato secondo la definizione

posta dalla legge 150/2000, ma nella sua accezione più vasta, per sottolineare che il

Piano disciplina tanto le attività di informazione che quelle di comunicazione, interna ed

esterna, che verranno realizzate dalla Provincia nell’ambito dello stesso. Nella redazione

del Piano ovviamente si è tenuto conto della distinzione tra informazione e comunicazione

operata dalla legge, anche se, piuttosto che rimarcare i differenti compiti e funzioni, si è

preferito evidenziare i collegamenti e le possibili integrazioni tra le attività di informazione

e quelle di comunicazione e tra queste e gli altri settori dell’Ente.

Il Piano di comunicazione si snoderà lungo il seguente percorso:

• definizione delle linee programmatiche generali;

• definizione degli obiettivi generali;

• definizione degli obiettivi specifici;

• progettazione delle azioni di informazione e comunicazione e pianificazione di

mezzi.

9.4 Linee programmatiche e obiettivi

9.4.1 Il contesto

Definire gli obiettivi di comunicazione non può prescindere da un’analisi della situazione

attuale, che individui le esigenze ed i fattori di criticità cui far fronte e che tenga conto sia

dell’aspetto funzionale-organizzativo sia di quello relativo allo stato delle attività e dei

servizi di comunicazione.

Per quanto riguarda il primo aspetto, va osservato che la Provincia di Crotone è

costantemente impegnata in un processo di aggiornamento della propria struttura

organizzativa e di ridefinizione e adeguamento delle competenze, sia perché è stata

istituita solo da un decennio, sia per la necessità di assicurare la piena attuazione dei

principi che reggono l’azione amministrativa introdotti dalle leggi di riforma degli anni ‘90,

sia per consentire lo svolgimento delle nuove funzioni attribuite all’Ente. Soprattutto

questo terzo elemento risulta di fondamentale importanza ai fini del Piano, in quanto il

cosiddetto federalismo amministrativo ha ridefinito notevolmente le competenze degli

Enti locali, assegnando alla Provincia nuove e fondamentali funzioni in settori, come quelli

del lavoro e dei trasporti, che hanno un impatto diretto sulla vita della collettività.

Da ciò nasce l’esigenza di informare cittadini, enti ed imprese, per orientarli nei

rapporti con l’amministrazione nel nuovo assetto di competenze e, al tempo stesso, per

riaffermare il ruolo di un soggetto istituzionale ancora poco ‘percepito’

all’esterno. Costituisce, infatti, un grave fattore di criticità la scarsa conoscenza del

ruolo e delle funzioni della Provincia, che viene spesso immaginato come ente lontano

dalle problematiche e dalle esigenze reali dei cittadini.

Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente legati alla comunicazione, va notato che

in questi anni la giovane Provincia di Crotone ha realizzato notevoli progressi

nell’attuazione della normativa di settore e nell’ampliamento dell’offerta di attività di

informazione e comunicazione. Oggi l’Ente dispone di un U.R.P., un Ufficio Stampa, un

sito internet abbastanza articolato e aggiornato e per quanto riguarda il Settore

Mercato del Lavoro dispone di sportelli informativi presso i 2 Centri per l’Impiego, 1

Punto Informativo Lavoro sul territorio provinciale (Petilia Policastro?), altri ne sono in via

di definizione, che all’occorrenza danno anche informazioni sull’Ente, e il portale lavoro

(che rientra nel Sistema Informativo Lavoro, il cosiddetto S.I.L.) costantemente

aggiornato e pieno di informazioni utili a chi cerca lavoro e a chi cerca lavoratori. Inoltre,

il Settore ha realizzato e realizza ogni anno diverse pubblicazioni informative o

promozionali per avvicinare i cittadini al nuovo mercato del lavoro.

9.4.2 Linee programmatiche

Il Piano di Comunicazione si ispira ad alcune linee programmatiche che costituiscono una

cornice di riferimento di carattere generale, nell’ambito della quale vengono poi delineati

gli obiettivi specifici e le conseguenti azioni di comunicazione del “Piano Strategico per

l’Occupazione”.

Integrazione. Tutte le attività di informazione e comunicazione devono essere

coordinate tra loro ed integrate in una strategia di comunicazione unitaria e coerente con

gli obiettivi generali dell’Ente. L’insieme dei messaggi e delle informazioni realizzati dalla

Provincia deve offrire un’immagine unitaria sia all’interno che all’esterno dell’Ente e

costituire un’identità condivisa e facilmente riconoscibile.

Programmazione. Le azioni del presente piano non possono essere improvvisate e

slegate dal contesto di riferimento e dagli obiettivi più generali perseguiti dall’Ente. La

programmazione fa riferimento anche all’individuazione di forme, mezzi e contenuti più

adeguati in relazione agli obiettivi prefissati e alle diverse tipologie di pubblico.

Interattività. Le iniziative di comunicazione privilegiano l’interattività e la

pluridirezionalità dei messaggi. Obiettivo è la creazione di un “reticolo” di flussi di

comunicazione tra la Provincia ed i suoi interlocutori, cioè cittadini, imprese, associazioni

ed altri soggetti istituzionali.

Visibilità. Tutte le attività di informazione e comunicazione, anche se poste in essere dal

singolo Settore devono contribuire ad accrescere la visibilità dell’Amministrazione

provinciale sul territorio e farne conoscere le attività ed i compiti. L’Ente dovrà essere

percepito come interlocutore diretto per il soddisfacimento di bisogni concreti.

Accessibilità. La comunicazione costituisce la “porta d’accesso” per l’attività e la vita

istituzionale della Provincia. I messaggi e le informazioni prodotti e, in generale, qualsiasi

forma di interazione con l’utenza devono essere improntati alla semplicità ed alla

chiarezza e devono utilizzare i canali ed i contenuti che consentano la massima

trasparenza su tutto ciò che riguardi l’Ente.

Qualità. La comunicazione, sia interna che esterna, è strumento fondamentale per

accrescere la qualità dei servizi e per garantire l’efficienza della macchina amministrativa.

Ogni iniziativa dovrà quindi essere funzionale al miglioramento delle prestazioni, in

termini di organizzazione e di risultato, e dovrà privilegiare il feed-back per orientare le

attività dell’Ente ai bisogni ed alle esigenze della collettività.

Informazione. L’Ente, attraverso il Settore Mercato del Lavoro diventa un soggetto

erogatore di informazioni a favore di cittadini, imprese, enti ed altre istituzioni, al fine di

favorire lo sviluppo della comunità locale e promuovere all’esterno la realtà provinciale.

9.4.3 Obiettivi generali

Coerentemente con i principi indicati nel paragrafo precedente ed in linea con i

programmi ed i fini istituzionali dell’Ente, sono posti i seguenti obiettivi generali di

comunicazione.

Creazione di un sistema di comunicazione integrata per:

• garantire la coerenza degli obiettivi di comunicazione con i fini ed i programmi

generali dell’Ente, mediante la definizione di una strategia integrata;

• definire un preciso ‘stile’ di comunicazione, che venga utilizzato in ogni iniziativa

e da tutti i servizi del settore, per quanto riguarda le azioni del “Piano

Strategico...”;

• assicurare unitarietà d’immagine e d’identità;

• costituire una “rete territoriale” di comunicazione con gli altri servizi sparsi sul

territorio.

Rafforzare l’immagine della Provincia di Crotone

Rafforzare e diffondere l’immagine istituzionale dell’Ente nella quale prevalgano i seguenti

elementi di connotazione:

• vicinanza ai cittadini e capacità di costituire un interlocutore diretto per il

soddisfacimento di concreti bisogni ed esigenze, soprattutto in seguito

all’attribuzione di nuove funzioni e per settori di particolare impatto sul pubblico,

quale il mercato del lavoro;

• impegno sociale, soprattutto in fase di studio e di sensibilizzazione su particolari

tematiche relative alla crescita economica, sociale e civile della collettività;

• capacità di agire da volano per lo sviluppo economico e per la creazione di

rapporti di scambio tra la realtà locale e partner nazionali ed internazionali, sia

pubblici che privati;

• modernità ed innovazione, sia per l’aspetto organizzativo che per la capacità di

adeguarsi alle esigenze espresse dalla collettività;

• sussidiarietà, intesa come capacità di intervenire ogni volta che gli enti territoriali

minori non siano in grado di raggiungere i loro obiettivi;

• coordinamento, essendo la Provincia non solo e non tanto ente erogatore di

servizi di base, ma soggetto istituzionale di raccordo e programmazione.

Tutte queste componenti dovranno costituire, nel loro insieme, l’immagine della Provincia

di Crotone e definire la “missione” percepita da cittadini, imprese ed associazioni, non

solo nella dimensione locale, ma anche in quella nazionale ed internazionale.

Chiara identità visiva

Obiettivo è anche quello di coordinare “visivamente” i messaggi, le informazioni, i

documenti e qualunque altra forma di interazione con l’esterno o l’interno dell’Ente,

costituendo un’identità unitaria e facilmente riconoscibile mediante l’utilizzo di precisi

elementi di connotazione visiva.

Visibilità e conoscenza dell’Amministrazione provinciale di Crotone

Il Piano, poiché è incentrato sulla presentazione del “Piano Strategico per l’Occupazione”,

tema sicuramente sempre attuale nei nostri contesti territoriali permetterà all’Ente

Provincia di darsi una grande “visibilità” nel contesto locale. Tale obiettivo è certo

prioritario per rispondere alla situazione di non grande visibilità dell’Ente e per assicurare

l’attuazione dei principi di partecipazione, pubblicità e trasparenza dell’azione

amministrativa, soprattutto alla luce del trasferimento di compiti e funzioni amministrative

operato a favore della Provincia negli ultimi anni.

Miglioramento della qualità dell’interazione.

In particolare:

• individuare nuove modalità di interazione, anche mediante l’ausilio di strumenti

informatici e telematici, con l’utenza, modo questo anche per semplificare i

procedimenti amministrativi;

• incrementare, mediante l’ausilio di strumenti informatici e telematici l’efficienza

delle procedure volte a garantire la partecipazione ai procedimenti amministrativi

e il diritto di accesso agli atti;

• privilegiare il feed-back con l’utenza e con i potenziali interlocutori, per rilevarne i

bisogni, le preferenze ed il grado di soddisfazione, oltre che la conoscenza

dell’Ente.

Sviluppo della comunicazione interna

Costituisce un altro obiettivo fondamentale, essenziale non solo per lo sviluppo delle

attività di informazione e comunicazione, ma anche per migliorare l’intera azione

amministrativa. In particolare, sarà necessario:

• creare flussi di informazione tra gli organi burocratici e politici dell’Ente e tra

questi ed i

• Servizi di informazione e comunicazione;

• realizzare prodotti informativi, anche a diffusione telematica, sui compiti ed i

progetti

• dell’Ente, destinati esclusivamente ai dipendenti, per accrescerne la motivazione

ed il senso di appartenenza;

• favorire lo scambi di culture ed esperienze tra i diversi settori

dell’Amministrazione.

9.4.4 Obiettivi specifici e target

Alla luce delle considerazioni fin qui fatte il fine ultimo del piano di comunicazione sarà

riconducibile, in sostanza, alla “pprrooggeettttaazziioonnee ddii uunnaa ccaammppaaggnnaa ddii ccoommuunniiccaazziioonnee

ee ddii iinnffoorrmmaazziioonnee vvoollttaa aa ddeeffiinniirree uunn iinnssiieemmee ddii ssttrruummeennttii ddii iinnffoorrmmaazziioonnee aattttii

aa iinnffoorrmmaarree ii ttaarrggeett ssuullllee ffiinnaalliittàà,, ssuuii ccoonntteennuuttii,, ssuullllee ooppppoorrttuunniittàà ee ssuullllee

aattttiivviittàà,, cchhee ssii aannddrraannnnoo aa rreeaalliizzzzaarree,, pprreevviissttee nneell ““PPiiaannoo SSttrraatteeggiiccoo ppeerr

ll’’OOccccuuppaazziioonnee””.

L’impostazione metodologica dell’intero intervento dovrà essere mirata a soddisfare,

quindi, due obiettivi specifici, di comunicazione istituzionale e specialistica, di seguito

declinati:

• Informare le istituzioni e gli stakeholder presenti nel territorio provinciale su

obiettivi e attività del “Piano Strategico”, di come sia uno strumento di aiuto per

l’occupazione e per la formazione di risorse umane, per attivare atteggiamenti

collaborativi utili al raggiungimento degli obiettivi;

• Informare l’opinione pubblica del territorio provinciale su obiettivi e attività del

“Piano Strategico”, di come sia uno strumento di aiuto per l’occupazione e per la

formazione di risorse umane, per attivare atteggiamenti collaborativi utili al

raggiungimento degli obiettivi.

In termini operativi, saranno anche perseguiti i seguenti obiettivi operativi:

• Posizionare l’Ente come soggetto attento alle problematiche dell’occupazione con

particolare riferimento alle fasce più deboli, mettendo in evidenza il programma e

i servizi che si intendono attuare nell’ambito di tale specifico progetto;

• Costruire una forte brande image dell’Ente Provincia su elementi e valori che

richiamano un suo forte orientamento alla soddisfazione del bisogno di

democrazia partecipativa da parte dei cittadini;

• Progettare servizi e prodotti informativi e comunicativi, editoriali, coerenti con

l’identità visiva proposta e gli obiettivi prefissati;

• Progettare e realizzare eventi tematici per il sostegno all’azione di comunicazione.

I target, o meglio il pubblico di riferimento, destinatari delle azioni di comunicazione

sono:

A. le istituzioni: comuni, CCIAA, GAL, Comunità Montane, etc

B. gli stakeholder: Università, Istituti di formazione, Organizzazioni di orientamento

professionale, Associazioni imprenditoriali di categoria, Sindacati dei lavoratori, Servizi e

strutture per le imprese, Centri studi e società di ricerca sui settori lavoro/formazione,

Opinion leaders aree cultura, economia, mondo giovanile;

C. l’opinione pubblica: Cittadini disoccupati di lunga durata o esposti al rischio di

disoccupazione di lunga durata, Studenti, Giovani laureati in cerca di primo impiego,

Giovani diplomati in cerca di opportunità di qualificazione professionale, Cittadini

appartenenti a fasce deboli, Cittadini interessati agli strumenti esistenti per la creazione di

impresa, Operatori della formazione professionale e del mondo del lavoro interessati ad

avere un aggiornamento continuo, Donne.

9.5 La strategia media

La strategia media, coerentemente alla strategia sopra esposta, utilizzerà un mix di

strumenti, mezzi e veicoli utili al raggiungimento degli obiettivi specifici e operativi

prefissati in relazione ai target da raggiungere, e precisamente:

• annunci stampa, su stampa quotidiana regionale e per raggiungere

gli stakeholders del mondo imprenditoriale anche stampa

quotidiana extraregionale;

• spot su radio locali;

• Affissioni manifesti e poster 6x3.

Annunci stampa

Le pagine pubblicitarie, potrebbero essere pensate come una multi soggetto con una

creatività appositamente pensata, da veicolare sulle principali testate giornalistiche

regionali e provinciali.

Pubblicità su radio

La pubblicità su radio verrà fatta attraverso degli spot appositamente ideati e realizzati,

rispettando tutta l’idea creativa che l’Amministrazione Provinciale deciderà di realizzare

per la promozione del Piano, delle opportunità offerte e dei servizi per l’impiego.

Affissioni

I manifesti saranno rivolti a sensibilizzare l’opinione pubblica. Saranno, dunque, delle

“affiche” che hanno l’obiettivo di incuriosire e di tenere assieme i motivi della campagna.

Il formato delle affiche è di max. cm 70x100. I soggetti richiameranno i temi dalla

strategia creativa scelta.

Per dare continuità e coerenza a tutta la serie delle affissioni i medesimi soggetti dei

manifesti saranno riproposti in versione mt. 6x3.

Capitolo 10 10.1 Le risorse disponibili

RISORSE DISPONIBILI ASSE MISURE 2006 2007 2008

TOTALE

1 Competitività

1.1 - Certificazione dei servizi del Terzo Settore (4.1) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

1.2 - Formazione specialistica (3.7) 200.000 e 200.000 € 200.000 € 600.000 €

1.3 - Alta formazione (3.7) 200.000 € 300.000 € 400.000 € 900.000 €

1.4 - Certificazione delle imprese turistiche (4.1) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €

TOTALE 700.000 € 800.000 € 900.000 € 2.400.000 €

2 Innovazione

2.1 - Sviluppo della managerialità (3.9) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

2.2 - Ricerca e sperimentazione (3.16) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

2.3 - Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione (4.2) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

TOTALE 300.000 € 300.000 € 300.000 € 900.000 €

3 Integrazione

3.1 - Operatori del Terzo Settore (5.2) 150.000 € 150.000 € 200.000 € 500.000 €

3.2 - Balneare e Cultura

3.3 - Produzioni artigianali (4.2) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

TOTALE 250.000 € 250.000 € 300.000 € 800.000 €

4 Lavoro

4.1 – Accessibilità (3.1) 50.000 € 100.000 € 150.000 € 300.000 €

4.2 - Incontro domanda/offerta di lavoro (3.1) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

TOTALE 150.000 € 200.000 € 250.000 € 600.000 €

5 Potenziamento

dell’offerta

5.1 - Nuove imprese nel Terzo Settore (5.2) 100.000 € 100.000 € 200.000 € 400.000 €

5.2 - Nuove forme di turismo (4.4) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €

5.3 - Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività (4.4) 500.000 € 600.000 € 500.000 € 1.600.000 €

5.4 - Imprese agricole (4.5 – 4.6 – 4.7) 1.000.000 € 1.000.000 € 1.000.000 € 3.000.000 €

TOTALE 1.800.000 € 1.900.000 € 1.900.000 € 5.600.000 €

6 Qualificazione

dell’offerta

6.1 - Uffici informativi turistici ( 4.3) 50.000 € 100.000 € 100.000 € 250.000 €

6.2 - Agenzia Locale per il turismo (4.3) 500.000 € 500.000 € 500.000 € 1.500.000 €

6.3 - Servizi periferici per il turismo (4.3) 50.000 € 100.000 € 100.000 € 250.000 €

6.4 - Valorizzazione del patrimonio culturale (2.3) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €

TOTALE 800.000 € 900.000 € 900.000 € 2.600.000 €

7 Azioni di sostegno

7.1 - Ricerche sulla domanda (3.16) 50.000 € 50.000 € 50.000 € 150.000 €

7.2 - Mappatura degli operatori e delle risorse

7.3 - Promozione dell’assistenza alle persone (5.2)

7.4 - Ricerche sui servizi del Terzo Settore (3.16) 50.000 € 60.000 € 60.000 € 170.000 €

7.5 - Sbocchi professionali per persone svantaggiate 50.000 € 60.000 € 60.000 € 170.000 €

7.6 - Condivisione delle politiche di sviluppo 25.000 € 25.000 € 25.000 € 75.000 €

7.7 - Marketing territoriale 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €

7.8 - Marchi locali 30.000 € 30.000 € 30.000 € 90.000 €

7.9 - Assistenza tecnica alle imprese 40.000 € 40.000 € 40.000 € 120.000 €

TOTALE 345.000 € 365.000 € 365.000 € 1.075.000 €

TOTALE GENERALE 4.345.000 € 4.715.000 € 4.915.000 € 13.975.000 €