Il piacere di essere qua

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Via Parma Via Piacenza Piazza S. G. Bosco Via Milano Via Gutenberg Viale Europa V ia d el R on c o S. G. Bosco Corpus Domini Via Malles V i a G lo re nza Via M o n t e c a s s i n o Via Resia Viale Europ Viale Europa via Sassari Agenda volti e vetrine in mostra volti e vetrine in mostra 1 1 3 3 5 5 7 7 9 9 8 8 6 6 4 4 2 2 37 37 35 35 11 11 13 13 15 15 17 17 19 19 23 23 27 27 29 29 31 31 25 25 33 33 21 21 10 10 12 12 14 14 16 16 18 18 22 22 24 24 26 26 28 28 30 30 32 32 34 34 36 36 20 20 Via Sassari Vicepresidente della Provincia Assessore all’edilizia abitativa, cultura, scuola e formazione professionale in lingua italiana Landeshauptmannstellvertreter Landesrat für Wohnungsbau, italienische Kultur, Schule und Berufsbildung PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL CIRCOLO CULTURALE DON BOSCO Panificio Pancheri, via Sassari 24b Giotto calzature, via Sassari 24c Intimo Valentina, via Sassari 24d Pizzeria Il Portichetto, via Sassari 26b Fiesta Palloncini e Giocattoli, via Sassari 28a Bar Torre, via Sassari 31 Ferramenta Il Bullone, via Sassari 35 Salone Sensual, via Sassari 39 Phoncenter Gujra Trading, via Sassari 41 Tecnovideo, via Sassari 45 Profumeria drogheria Aldina, via Sassari 49 Bar Malù, via Sassari 51 Hair Cosmetic, via Sassari 61 Cartoleria edicola ART & SOL, via Sassari 63 Estetica Brigitte, via Sassari 67 BBG l'occhiale, via Sassari 87 Bar Gardenia, via Sassari 89 Bar Tiziana, via Sassari 97 Arredamenti Casa Mia, via Montecassino 14 Mercerie don Bosco, piazza S. Giovanni Bosco 27 Bottega del Mondo Le Formiche, via Sassari 4a Pulimarket, via Sassari 4d Videoelettronica Vezzù, via Sassari 4e Multiservice, via Sassari 9a Ottica Mirko, via Sassari 13c Coconuda abbigliamento, via Sassari 13b Tabaccheria, via Sassari 13a Kiklos, via Sassari 17a Estetica Etherea, via Sassari 19a ZER8 abbigliamento per bambini , via Sassari 19b Latteria del Sole, via Sassari 21a Salone Etherea, via Sassari 21 Bar Luciano, via Sassari 22a Autoscuola Europa, via Sassari 22b Oasi del Gelato, via Sassari 22c Automazioni Sperandio, via Sassari 22d Salone Pianeta Donna, via Sassari 24a segue elenco sul retro di copertina via Sassari volti e vetrine in mostra Agenda COPIA IN OMAGGIO L'agenda 2011 fa parte del progetto Il piacere di essere qua. In essa sono raccolte le immagini della mostra del Circolo Culturale don Bosco – Fotoclub Bolzano diffuse presso i trentasette esercizi di via Sassari che hanno aderito all'invito del Dipartimento alla Cultura italiana e della Confesercenti.

description

All'interno del progetto "la cultura nei quartieri", "il piacere di essere qua" ha cercato di costruire dei nuovi ponti fra chi si occupa di cultura nel territorio, le rappresentanze di categoria, i commercianti e il quartiere stesso. L'impianto della pubblicazione, distribuita dagli esercenti stessi, sottolinea l'evoluzione culturale del mercato del commercio, l'importanza della dimensione esperienziale, narrativa e relazionale, nonché il ruolo fondamentale svolto dagli esercizi nel governo e nella crescita complessiva del territorio.

Transcript of Il piacere di essere qua

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Via Parma

Via Piacenza

PiazzaS. G. Bosco

Via Milano

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S. G. Bosco

Corpus Domini

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Via Sassari

Vicepresidente della ProvinciaAssessore all’edilizia abitativa, cultura, scuola e formazioneprofessionale in lingua italiana

LandeshauptmannstellvertreterLandesrat für Wohnungsbau, italienische Kultur, Schule

und Berufsbildung

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGEAUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL

CIRCOLO CULTURALE DON BOSCO

Panificio Pancheri, via Sassari 24b

Giotto calzature, via Sassari 24c

Intimo Valentina, via Sassari 24d

Pizzeria Il Portichetto, via Sassari 26b

Fiesta Palloncini e Giocattoli, via Sassari 28a

Bar Torre, via Sassari 31

Ferramenta Il Bullone, via Sassari 35

Salone Sensual, via Sassari 39

Phoncenter Gujra Trading, via Sassari 41

Tecnovideo, via Sassari 45

Profumeria drogheria Aldina, via Sassari 49

Bar Malù, via Sassari 51

Hair Cosmetic, via Sassari 61

Cartoleria edicola ART & SOL, via Sassari 63

Estetica Brigitte, via Sassari 67

BBG l'occhiale, via Sassari 87

Bar Gardenia, via Sassari 89

Bar Tiziana, via Sassari 97

Arredamenti Casa Mia, via Montecassino 14

Mercerie don Bosco, piazza S. Giovanni Bosco 27

Bottega del Mondo Le Formiche, via Sassari 4a

Pulimarket, via Sassari 4d

Videoelettronica Vezzù, via Sassari 4e

Multiservice, via Sassari 9a

Ottica Mirko, via Sassari 13c

Coconuda abbigliamento, via Sassari 13b

Tabaccheria, via Sassari 13a

Kiklos, via Sassari 17a

Estetica Etherea, via Sassari 19a

ZER8 abbigliamento per bambini , via Sassari 19b

Latteria del Sole, via Sassari 21a

Salone Etherea, via Sassari 21

Bar Luciano, via Sassari 22a

Autoscuola Europa, via Sassari 22b

Oasi del Gelato, via Sassari 22c

Automazioni Sperandio, via Sassari 22d

Salone Pianeta Donna, via Sassari 24a

segue elenco sul retro di copertina

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COPIA IN OMAGGIO

L'agenda 2011 fa parte del progetto Il piacere di essere qua.

In essa sono raccolte le immagini della mostra del Circolo

Culturale don Bosco – Fotoclub Bolzano diffuse presso i

trentasette esercizi di via Sassari che hanno aderito all'invito

del Dipartimento alla Cultura italiana e della Confesercenti.

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via Sassari, volti e vetrine in mostra

Agenda

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Circolo Culturale don Bosco

Un progetto del Dipartimento alla Cultura italianain collaborazione con il Circolo Culturale don Bosco e la Confesercenti

Organizzazione

Circolo Culturale don Bosco

a cura di

Denis Isaia

testi

Denis Isaia, Paolo Bill Valente

fotografie

Fotoclub Bolzano

grafica e immagine coordinata

Atelier Grafico di Enrico Visintin, Bolzano

stampa

Litografia Amorth, Trento

Si ringraziano i commercianti di via Sassari per la collaborazione e la disponibilità

Page 4: Il piacere di essere qua

Il piacere di essere qua

è un progetto che inten-

de riconoscere e valoriz-

zare il ruolo dei commer-

cianti nella societá e come

moltiplicatori di cultura.

Una mostra presso il Circolo don Bosco e un’agenda

rappresentano la prima fase di un progetto innovativo

che ha coinvolto direttamente anche la Confesercenti.

Sono convinto che la costruzione di una nuova rete fra

istituzioni del territorio, commercianti e consumatori,

contribuirà allo sviluppo economico, sociale e culturale

della nostra provincia. Vogliamo costruire un’alleanza

con i commercianti perché crediamo che possano es-

sere nostri partner nella promozione e sviluppo di una

cittadinanza attiva attraverso l’investimento in cultura.

Buon 2011 a tutti!

Christian Tommasini

Vicepresidente della Provincia Assessore alla Cultura italiana

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Abbiamo accolto con

vero piacere la pro-

posta del Vicepresidente

della Giunta Provinciale ed

Assessore alla Cultura italiana Christian Tommasini

di realizzare una alleanza per diffondere la cultura

nei quartieri della città di Bolzano e, nel contempo,

valorizzare il ruolo dei negozi e delle attività econo-

miche diffusi sul territorio, nelle vie e nelle piazze. È

una scelta, questa, che assume un carattere strategico

fondamentale, crea un rapporto nuovo tra politica e

cittadini ai quali si chiede di non essere solo spettatori,

ma divulgatori e sostenitori della crescita del proprio

territorio.

La mostra e l’agenda sui volti e le storie di via Sassari è

il primo progetto messo in cantiere (realizzato dal Cir-

colo Culturale don Bosco, al quale va il nostro sentito

ringraziamento) ed altri ne seguiranno. Per Confeser-

centi si tratta di una grande opportunità, ma anche di

una sfida, un impegno importante per promuovere il

commercio di vicinato e valorizzarne il profondo lega-

me con il territorio e l’attivismo sociale.

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In una società che sembra dare sempre più spazio al-

l’egoismo e all’individualismo ed in cui i legami sociali

incontrano maggiori difficoltà, intendiamo difendere

e sviluppare presidi di vita e comunicazione, dove non

solo si compra e si vende, ma ci si scambiano relazioni,

valori, sensibilità, punti di vista. In una frase: si vive.

Guardate questi visi, leggete i brevi testi di accompa-

gnamento. C’è un microcosmo incredibile, commercianti

“storici” e nuovi arrivati anche da posti lontani, donne

uomini, persone di ogni età. Ecco, a noi piace pensare il

commercio come qualcosa di molto caldo e molto uma-

no, esattamente quello che avviene in via Sassari.

Paolo PavanDirettore Confesercenti Alto Adige

La nostra associazione è

nata nel quartiere don

Bosco nell’immediato dopo-

guerra e fin dalla sua costitu-

zione si è sempre impegnata nella promozione della

cultura intesa come momento di aggregazione e di

crescita, vivendo e cercando di comprendere le molte

trasformazioni avvenute nel quartiere.

La “via Sassari”, da sempre asse portante del quar-

tiere, è il luogo in cui si affacciano numerose attività

commerciali, che un tempo avevano la peculiarità di

essere il punto di riferimento per molti abitanti della

zona, in gran parte operai. Il rapporto con i negozian-

ti era stretto, a volte anche fiduciario, tanto da per-

mettere l’annotazione su di un apposito libretto della

spesa che sarebbe stata saldata a fine mese. Come

dimenticare quei tempi.

Ed è proprio partendo da questa memoria che abbiamo

colto con grande soddisfazione l’opportunità di seguire

il progetto Il piacere di essere qua. Via Sassari, volti e

vetrine in mostra, certi che questo permetta di offrire

uno spaccato sulla realtà del quartiere. La scelta può

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Circolo Culturale don Bosco

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Care lettrici, gentili lettori, l’agenda che state sfoglian-

do è il compendio del progetto il piacere di essere

qua. Essa raccoglie in unico strumento le immagini

della mostra del Circolo Culturale don Bosco, la mostra

diffusa presso i trentasette esercizi che hanno aderito

all’invito del Dipartimento alla Cultura italiana e della

Confesercenti e la campagna promozionale che ha ac-

compagnato il lancio del progetto stesso.

Unitamente alle immagini, al suo interno troverete un

inserto sulla storia di via Sassari a firma dello scrittore

Paolo Valente e un breve memorandum per orientarvi

nelle vostre scelte alimentari.

Lo scorrere delle pagine è accompagnato da alcune

citazioni tratte dalla interviste con i commercianti del

quartiere. Esse sono lo strumento per addentrarci gior-

no dopo giorno nelle questioni che il commercio di vi-

cinato affronta e un modo per far emergere le vere e le

presunte problematiche del quartiere don Bosco.

Da quando vivo da queste parti, via Sassari mi è stata

descritta come il peggio che potessi incontrare a Bol-

zano. Shanghai e Bronx italiano sono solo due degli

epiteti che nella mia testa hanno marchiato il quar-

Il piacere di essere quaappunti per una società qualitativa

sembrare tardiva, ma va comunque colta per riuscire a

documentare una evoluzione storico-culturale e sociale

dell’essere cittadini di quella parte della città.

Ci auguriamo che l’attuazione di questo progetto,

voluto e condiviso con il Dipartimento alla Cultura

italiana e la Confesercenti, serva a far emergere gli

elementi che contraddistinguono il commercio inteso

come servizio di vicinato e al tempo stesso a mante-

nere quel legame con il territorio creatosi nel corso

del tempo.

Emo MagossoPresidente del Circolo Culturale don Bosco

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tiere don Bosco. Bene, in questo caso la cattiva fama

ha fatto un buon lavoro! Come curatore del proget-

to, dopo aver intervistato tutti i negozianti aderenti,

posso affermare che non solo, in termini generali, la

situazione economica e sociale della via è buona, ma

il rapporto proporzionale fra i prezzi delle locazioni e

l’alto passaggio, garantisce buoni guadagni e - cosa

ancor più importante - regala a chi lo desidera, ma

non ha grandi mezzi, l’opportunità di provarci. “Prima

stavamo in centro, ma lì si hanno delle difficoltà a far

fronte agli affitti. Quello che guadagni lo devi lasciare

al proprietario delle mura. Qua abbiamo più spazio

e più soddisfazione”. Le parole di un commerciante

visualizzano in maniera piuttosto chiara un equilibrio

che altrove sembra raro. Non è una questione solo di

prezzi degli affitti dei locali. “Qua ho ritrovato uno

spirito popolare. I clienti mi portano la torta o la frut-

ta. Sono cose che in una città non è semplice trova-

re. Fa piacere.”, mi ha detto un altro negoziante. E la

sicurezza? “Dicono tanto, ma noi qua stiamo bene”.

Infatti: “A me capita spesso di scaricare la merce di

notte, a volte alle 11, altre alle 2, ma non ho mai avuto

la sensazione di essere in pericolo”. “Certo anche qua

ci sono stati piccoli atti di vandalismo. Danno fastidio,

però succedono ovunque: in città fra bottiglie spacca-

te e schiamazzi è peggio”. Allora in via Sassari si può

perché il tessuto sociale e commerciale è forte, si può

perché i prezzi sono accessibili, ma si può anche per-

ché molti fra i commercianti che ho incontrato, hanno

mostrato un’ottima capacità di leggere il presente e

orientare le proprie strategie commerciali.

Conviene entrare nei dettagli: il panorama economico

generale e anche quello della Via, rivela delle criticità:

a fronte di una situazione mediamente buona, alcune

classi merceologiche sono in sofferenza perché sotto-

poste a dinamiche sfavorevoli. La pressione esercitata

dalla grande distribuzione si fa sentire. Così come si

fanno sentire gli effetti regressivi della crisi economi-

ca. In particolare si segnalano: l’ascesa di nuovi com-

mercianti che fanno leva esclusivamente sul prezzo

e la tendenza del consumatore ad orientarsi verso il

risparmio a tutti i costi. L’insieme di questi ingredienti

rappresenta il rischio più grave per la qualità del tes-

suto culturale, sociale e commerciale. “Noi svolgiamo

un ruolo sociale nel quartiere. Se un cliente viene a

chiedermi da bere quando è ormai evidentemente

ubriaco, io mi rifiuto. Altri invece lo fanno… diciamo

che alcune categorie di commercianti guardano solo

al profitto immediato, senza pensare alle conseguenze

per il tutto”. Di fronte a questa realtà molti commer-

cianti si trovano davanti ad una scelta: o lanciarsi in

una concorrenza spietata a somma zero, o ingegnarsi

Page 9: Il piacere di essere qua

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per ricalibrare l’approccio del consumatore verso una

vita qualitativamente migliore.

Facile da dire, ma difficile da fare. Eppure questa è la

sfida che attende il commercio di vicinato nel futuro.

È un lavoro complesso che i commercianti da soli non

possono affrontare e che ha evidentemente bisogno di

progetti come questo che uniscono alla promozione, un

approccio culturale, incentrato sulla responsabilità del-

l’offerta e della domanda.

“Noi ancora non siamo usciti mentalmente dal periodo

delle vacche grasse. In giro c’è molta improvvisazione”.

Sembra un paradosso, ma le parole di uno dei commer-

cianti più avveduti sono uno sguardo ficcante sul nostro

presente: se la floridezza del sistema favorisce anche lo

sviluppo di competenze improvvisate e economie di sca-

la a bassa qualità, la crisi, per converso, dovrebbe essere

l’occasione per ripensare il senso del valore.

Tirare in ballo la qualità significa fare i conti con la

questione del valore. Tutti noi vorremmo avere una

vita qualitativamente migliore, ma come fare, se ba-

nalmente non ce lo possiamo permettere? La doman-

da è spontanea, ma mal posta. Quello che dovremmo

chiederci è piuttosto: quando pensiamo di risparmia-

re, stiamo effettivamente risparmiando? Abbiamo fat-

to bene i conti? In base a cosa stiamo misurando il

nostro benessere? La qualità del sistema migliora o

peggiora? Stiamo dando valore all’invenzione e alla

cura, oppure favoriamo chi ci guarda come uno fra

i molti possibili numeri? La qualità della nostra vita,

ovvero la nostra capacità di avere relazioni e conosce-

re, è migliorata o peggiorata? Durante un’intervista

un commerciante mi ha fatto notare: “...quando vai

in un grande magazzino entri con l’idea di spendere

10 euro ed esci con 40 o 50 euro di roba..”. Inoltre

conosciamo ciò che stiamo comperando? Che valo-

re educativo ha per un bambino come per noi, una

passeggiata nel supermercato, rispetto al saluto del

gelataio o all’illustrazione paziente della produzione

di un prodotto da parte del commerciante di fiducia?

I commercianti di quartiere, o la maggior parte di essi,

conoscono bene i prodotti che vendono, a volte ne

sono loro stessi produttori e sanno i benefici che han-

no avuto su altri consumatori. Affidarsi a chi persegue

la qualità e la conoscenza del proprio prodotto e/o

servizio, equivale ad avere una consulenza gratuita di

uno specialista sotto casa. Riconoscerlo è un contri-

buto fondamentale per dare corpo al futuro che vo-

gliamo, cioè un sistema in cui competenze e meriti

ottengano i giusti riscontri.

Denis Isaiacuratore del progetto

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1sabato / capodanno

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“Di via Sassari sono il parroco, il confessore, il poliziotto, l’infermiere…”

Roberto Polli – Bar Tiziana

Roberto Polli, Edera Spada, Cristina Bovo

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“I negozi di quartiere sonoil vero sale della città.”

Fabrizio Leonardi – ferramenta Il Bullone

Edelgard Maria Knoll, Fabrizio Leonardi

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“Se mi offrissero di cambiare zona non saprei dove andare. Qua la gente è tran-quilla, ma allo stesso tempo è viva.”

Elmar Webber – autoscuola Europa

Elmar WebberElmar Webber

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Via Sassari, una breccia nel confine

Anno 1957. Il comune di Bolzano impegna 13 mi-

lioni di lire per realizzare il tratto di via Sassari

che da via Alessandria porta a via Resia1. La città si

espande e nel farlo segue un percorso che appare

scontato e naturale: dal centro alla periferia, dai vecchi

quartieri alla campagna. Naturale ovunque, ma non

nel capoluogo altoatesino, dove ogni luogo è ricolmo

di valenze simboliche e segnato dagli sfregi del passa-

to. I frutteti si oppongono alla città al pari di una verde

invalicabile trincea.

La via Resia si presenta come un confine tra un “den-

tro” ostaggio del caos della storia ed un “fuori” senza

tempo. Un “fuori” che appartiene ad una dimensione

atemporale che difficilmente riesce ad interloquire con

la quotidianità di un centro urbano che prima di esse-

re tale è esso stesso un intreccio di ritmi. Le caden-

ze vagamente frenetiche della città operaia, il tempo

scandito dalle attività parrocchiali, gli orari lunghi del

commercio al dettaglio che popola ed anima la vita di

una strada. Al di là di quella frontiera, via Resia, i ritmi

circolari delle stagioni, della preparazione dei campi,

della loro cura meticolosa, del sospirato raccolto e del

silenzioso riposo.

1martedì

2mercoledì

3giovedì

“…la gente vuole i grandi centri commerciali, ma

vuole anche che non si chiudano i negozi di vicinato.

Ad un certo punto bisogna decidersi. Se tutti i nego-

zi chiudessero il quartiere sarebbe un deserto.”1. Bolzano. Attività amministrativa 1957-1961, a cura dell’Ufficio Stampa del Comune di

Bolzano, 1961, “I lavori pubblici”, p. 73.

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32 33

C’è vita dentro e c’è vita fuori. Ma sono vite che non si

incontrano. Non hanno appreso un linguaggio comune.

Si guardano con diffidenza, a volte con rabbia. Non san-

no nulla l’una dell’altra. E ciò che l’una crede di conosce-

re dell’altra è inquinato da decenni di soprusi e violenze,

dalla guerra e dai suoi effetti ancora ben visibili.

Nell’anno del Los von Trient la via Sassari si pone come

un varco, un canale sterrato che conduce diretto dalla

chiesa di don Bosco e dal quartiere delle semirurali al-

l’aperta campagna. Attraversa isolati che stanno anco-

ra sulla carta e zone prive di urbanizzazione, apre una

breccia tra quel “dentro” e quel “fuori”. È una sorta di

via Gluck che anno per anno si trasforma radicalmente,

però senza il rimpianto di un idillio che si rompe.

Se c’è qualcosa che ca-ratterizza Bolzano fin dalla sua nascita è il commercio. La città si sviluppa a partire dal XII secolo come borgo mercantile ad opera dei vescovi di Trento e delle famiglie nobili che divi-dono il potere tempo-rale sulla contea. Una potestà controversa, so-

prattutto al farsi avanti dei signori di Tirolo. La contesa ruota proprio attorno a Bolzano, alle sue chiese, ai suoi palazzi e alle sue mura.Il conflitto si risolve alla fine del XIII secolo a favore di Mainardo II di Tirolo-Gorizia, duca di Carinzia, la cui pre-ziosa eredità passa agli Asburgo nel 1363. Dopo l’istitu-zione di un consiglio comunale ad opera di re Federico III (1442), col duca Sigismondo e re Massimiliano, Bolzano diviene, per la “Terra tra i monti”, un centro economico di rilievo. Nello stesso periodo il potere politico si trasfe-risce di fatto ad Innsbruck. Merano, l’antica capitale, ri-mane privata delle sue prerogative languendo per secoli anche sotto il profilo del commercio, che ora transita

lungo l’asse del Brennero.

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34 35

L’importanza della città del Talvera cresce nel corso del

Cinquecento e del Seicento. L’arciduchessa Claudia de’

Medici consacra la sua vocazione agli scambi coll’istitu-

zione di un Magistrato Mercantile negli anni 1633/35.

Già in questi secoli si profila quell’antinomia tra città e

campagna, borgata commerciale e contado, che disegna

due realtà tra le quali si innescano tensioni, pur restan-

do sempre un certo grado di scambio e comunicazione.

Nobili, commercianti, artigiani, contadini, servi agricoli

appartengono a mondi diversi e tuttavia non possono

prescindere gli uni dagli altri. La comunità urbana si dà

le sue regole e si mostra di volta in volta più chiusa o più

aperta nei confronti di chi vive “fuori” o viene da lonta-

no. Ma è un fenomeno comune a molti altri centri.

Il rione delle casette semirurali appartiene ad un’epoca

tutta nuova. Il grande cambiamento urbanistico che

interessa il quartiere don Bosco avviene a seguito della

creazione della Zona Industriale a partire dalla metà degli

anni Trenta del Novecento. Tra Ottocento e Novecento

alle tradizionali dinamiche che animano il territorio, si

sono aggiunti lo sviluppo industriale e le questioni in-

nescate dai nazionalismi che nascono ed esplodono in

tutta Europa con le conseguenze marcanti che perdu-

rano tuttora.

In quest’area di Bolzano prende forma un quartiere ope-

raio che è una città nella città. Un segmento intermedio

tra il centro storico e la campagna. Un pezzo di storia ca-

lato lì chissà da dove. La cui identità è oscura sia a chi lo

abita che a chi lo guarda sospettoso dall’esterno. E tutta-

via sono un luogo, le semirurali, in cui nascono relazioni,

si crea spirito comunitario e solidale. Lontano dalla monu-

mentalità di regime e dagli antichi portici, vicino alle fab-

briche e ai campi. Periferia, ma pur sempre cuore pulsante

di tante piccole storie e di una miriade di attività.

Partire dal centro di Bolzano, varcare il fiume, raggiun-

gere i rioni attorno alla chiesa di don Bosco e prose-

guire, lungo la via Sassari, per raggiungere il “confine”

di via Resia, significa compiere un viaggio nel tempo e

nella storia complessa e complicata di questa terra.

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Il fatto che durante la guerra oltre il “confine” ci fosse

anche un lager dice come vicinanza e lontananza siano

concetti relativi. Il campo di concentramento è lontano,

invisibile dal centro di Bolzano, ma vicino, prossimo alle

casette operaie. In comunicazione con chi le abita.

Nazionalismi e dittature hanno camminato lungo quel-

la strada, la via Sassari, ancor prima che essa fosse con-

cepita. Ma vi hanno pure trovato una falla, una pietra

d’inciampo, poiché là dove si sarebbe voluto il silenzio,

il passaparola tra le persone ha reso vana, di fatto, la

frontiera.

Fino alla fine degli anni Cinquanta le semirurali continuano

ad essere Heimat per migliaia di persone2. Siamo ancora ai

margini della città. Il Piano Urbanistico comunale del 1964

prevede il rifacimento di tutta la zona. Poiché pesa forte-

mente il problema della carenza abitativa, nel frattempo si

è continuato a costruire. Ma i progetti di nuove case sono

motivo di scontro. L’adunata di Castelfirmiano del 1957

è convocata proprio per protestare contro l’espansione

edilizia, vissuta in modo antitetico da parte di chi guida le

sorti dei due gruppi linguistici. Ed uno dei primi attentati

dinamitardi, nell’aprile del 1959, colpisce proprio un edifi-

cio in costruzione nella nuova via Sassari.

Le scelte urbanistiche sono motivo di confronto serrato,

di scontro e di crisi. Gli amministratori comunali ne sono

ben consapevoli. La politica urbanistica, affermano, deve

“tendere a disciplinare e a coordinare l’espansione della

città, non solo, ma deve preoccuparsi di sostituire ciò

che non ha più significato, di occupare spazi nuovi con

criteri di economicità e di salvaguardia del paesaggio, di

individuare le zone degli insediamenti, affinché tutto ri-

sulti legato razionalmente come fatto interno cittadino e

diventi allo stesso tempo una componente, una forza del

piano intercomunale. La politica urbanistica è dunque un

fatto complesso, che si presenta – ancor prima di essere

proiezione, di essere futuro – come continuazione del 2. Cfr. Gruppo di lavoro Per un Museo delle Semirurali (a cura di), Semirurali e dintorni, Città

di Bolzano 2004: Carlo Azzolini, “Appunti per una storia urbanistica delle Semirurali”, pp. 116-127; Martha Verdorfer, “Bolzano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ai giorni nostri”, pp. 162-179; Ennio Marcelli, “Le Semirurali di Bolzano”, pp. 206-233.

Page 21: Il piacere di essere qua

38 39

passato, della storia, della tradizione, del folclore, dello

stesso sentimento religioso, della cultura in senso lato”3.

Il rifacimento sistematico dei rioni attorno a via Sassari

e la creazione del quartiere Europa sarebbero stati pos-

sibili solo nel diverso quadro normativo e istituzionale

stabilito col nuovo Statuto di autonomia del 1972. La

storica tensione tra città e campagna, in altri termini tra

Bolzano e provincia, segue fino ad oggi gli eventi come

un filo che non si interrompe.

Tuttavia dove la politica arranca, le persone non ces-sano di intrecciare relazioni. Come racconta il vecchio fotografo: “Venivano da me anche dalla campagna, persone di lingua tedesca. Si trovavano bene, ritorna-vano”. E il commerciante di elettrodomestici: “Vendo anche a gente di lingua tedesca… vengono dai paesi a comperare da me”. E confida: “Una volta, quando vendevamo degli elettrodomestici nei paesini, dove-vamo andarli a consegnare di notte per evitare che i vicini o i negozianti del posto sapessero che aveva-no comperato da altri…” Il commercio, da sempre, è

luogo di incontro. Una zona franca dove si può svi-

luppare un linguaggio comune, capace di sciogliere le

contraddizioni ambientali.

Del resto via Sassari anche oggi è uno spicchio di mon-

do. “Vengono persone di tutte le nazionalità e ognu-

no ha il suo stile e le sue esigenze”, si dice al call center.

È una piccola scuola di pazienza e di tolleranza. Così

anche per chi si rivolge alla scuola guida: “Nel quar-

tiere c’è un bel flusso di persone. Ci sono negozi che

attirano clienti anche da fuori…” O alla parrucchiera:

“C’è mescolanza di persone, insomma c’è un po’ di

tutto, ma c’è tutto quello che serve, sia come attività

commerciali che come servizi alla persona”. Una me-

scolanza che può anche preoccupare. Però al bar ti di-

cono che “questo è un bel rione, la gente è tranquilla

e non ci sono grandi problemi”. E che i nuovi arrivati si

integreranno in fretta. “D’altra parte ogni venticinque

anni qua c’è l’invasione e è extracomunitaria. Io – spie-

ga il titolare – cerco di aiutarli. Vengono qua con le liste

della cartoleria e proviamo a completarle.3. 1961-1964, Bolzano-Bozen, pubblicazione edita dal Comune di Bolzano, 1964, “I

presupposti del Piano regolatore e della politica di quartiere”, p. 59.

Page 22: Il piacere di essere qua

40 41

Via Sassari non è vissuta affatto come periferia. “È una buona zona di lavoro”, si dice all’autoscuola. “C’è tutto e si è a metà della città. Se mi offrissero di cam-biare zona non so dove potrei andare per migliora-re… Questo è un posto dove si sta bene, la gente è tranquilla, ma allo stesso tempo è gente viva. Nella via ci sono molte attività artigianali, c’è gente che sa lavorare, che offre cose interessanti, è una via viva…”. E il titolare della pizzeria: “Ho scelto di stare in via Sassari perché è il mio quartiere e mi trovo bene con questa gente”. Ha lavorato anche in centro, ma non tornerebbe indietro. E se l’ente pubblico non interviene con sue iniziative ci si dà comunque da fare. “Quello che fai te lo devi inventare tu, così ci si arrangia”. Del resto, si dice, “il quartiere si è rinnovato molto. È una zona piena di luce e molto vivibile. Ci sono tutti i servizi commerciali… Poi da quando negli ultimi decenni hanno aggiunto anche gli uffici pubblici, allora l’offerta si è completata”. Tra negozianti e clienti c’è un rapporto umano e ami-chevole. In cartoleria: “Qua ho ritrovato uno spirito popolare. I clienti mi portano la torta o la frutta. Sono cose che in una città non è semplice trovare. Fa pia-cere”. Al bar: “Il mio rapporto con i clienti è splendi-do. Abito qua vicino, conosco tutti. Mi piace quando i miei clienti stanno bene. Chi entra al bar si vuole ri-lassare dieci minuti, se poi li vedo anche allegri, allora

la cosa mi soddisfa ancor di più”. Oppure: “Quando

lavori in un bar all’interno di un quartiere popolare è

come stare in famiglia. La gente ti vuole bene, auten-

ticamente bene”. In drogheria: “Il mio rapporto con i

clienti è buonissimo. Se ho mal di pancia mi portano la

camomilla, oppure se mi vedono in difficoltà vanno a

farmi la spesa”. Al negozio di calzature: “La gente del

quartiere viene sempre da me. È un po’ come andare

in latteria… Vendo cose basilari, in cui però c’è ancora

bisogno del consiglio. Via Sassari è una buona via, è

molto frequentata e ci sono tantissime famiglie con

bambini. In via Sassari c’è una tradizione del commer-

cio. È una via che funziona. Il rapporto con i clienti è

bellissimo. Scendere di casa e salutare la gente è un

valore a cui non rinuncerei”.

I commercianti percepiscono bene l’importanza del

loro ruolo. “All’interno del quartiere facciamo un ser-

vizio quasi sociale. Se non ci fossero i negozi la strada

morirebbe, la gente non andrebbe in giro, il quartiere

stesso morirebbe. Se mancano i negozi la gente non

esce per strada. Otterremmo l’effetto dei vari quartieri

dormitorio, senza comunità. I negozi sotto casa non

sono solo comodi, sono anche belli, perché animano

i quartieri, danno un senso alle città”. Lo vede anche

chi è arrivato da poco: “È un quartiere che bisogna

conoscere. È un quartiere popolare, ci sono persone

Page 23: Il piacere di essere qua

42 43

senza troppi grilli per la testa… Dopo un po’ dei clienti

sai tutto”.

È chiaro che i problemi non mancano. Gli orizzonti della clientela si allargano e la mobilità aumenta. La concor-renza della grande distribuzione mette in crisi i “picco-li”. La merceria “cinquant’anni fa era un riferimento. Se si doveva comperare delle stoffe, un bottone o quan-t’altro, non c’era neanche il dubbio su dove andare. Ora invece la gente va in giro, si sposta”. Al bar si sostiene che “i megastore disintegrano l’economia di un quar-tiere. Quel modello di sviluppo basato solo sui numeri e sul marketing distrugge il tessuto sociale”. La nuova situazione può essere affrontata con l’inventi-va dei singoli e con nuove idee. Alla Bottega del Mondo si sente, per il rione, “la mancanza di un’area pedonale in cui le persone possano passeggiare… Quando la via viene chiusa al traffico il quartiere si rianima… Anche le iniziative culturali da queste parti latitano, peccato, perché quando ci sono la gente partecipa volentieri”. C’è un sentire comune: “Bisogna cercare di far cam-minare la gente nei propri quartieri. Insegne, luci nelle vie, marciapiedi accoglienti. La via deve essere un luogo di ritrovo. Dovremmo tutti cercare di fare più aggrega-zione nella via, collaborare fra di noi ed invogliare la gente a stare nella via”. Ed è necessario puntare sulla qualità. “Ognuno di noi deve essere un piccolo grande professionista nel suo lavoro”, si sente dire alla latteria.

Il senso di appartenenza ad una comunità è condizione necessaria: “Se hai un prodotto di qualità non c’è biso-gno di fare pubblicità. Nel nostro settore se sei capace di fare il tuo lavoro ed hai una buona offerta, la pubbli-cità lavora da sola e meglio con le persone”. Si può trarre vantaggio persino dalla presenza di un su-permercato. È il caso del panificio. “Se hai un prodotto di qualità, il pane e il latte la gente lo compera qua, non al supermercato. La gente è affezionata alla qualità del pane”. Infine: “Crescere troppo non va bene, bisogna sapersi misurare e accontentare, se hai un buon rap-porto fra lavoro e soddisfazione allora il più è fatto e c’è da stare tranquilli”. In definitiva “questa è un’ottima via. Può ancora migliorare, ma per funzionare bene ha bi-sogno di collaborazione fra i commercianti. Dobbiamo scambiarci le idee, moltiplicare e diversificare i servizi... Se fra i commercianti c’è simpatia e collaborazione allo-ra la gente si affeziona alla via”4.

Via Sassari: una strada che pare quasi una piazza, luo-go di scambio, di partecipazione e di comunicazione. Una breccia nel confine che le persone hanno ormai

imparato a varcare.

Paolo Bill Valente

4. Le interviste ai commercianti sono state raccolte da Denis Isaia, 2010.

Page 24: Il piacere di essere qua

“Quando lavori in un quartiere popolare la gente ti vuole autenticamente bene.”

Maria Grazia Nardon – Bar Torre

44

4venerdì

5sabato

6domenica

Maria Grazia Nardon, Ringhio, Salvatore LerarioMaria Grazia Nardon, Ringhio, Salvatore Lerario

Page 25: Il piacere di essere qua

“Fare una riparazione o un nuovo paio di occhiali è una soddisfazione.”

Arman Razmjoo Nejad – BBG l’occhiale

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7lunedì

8martedì

9mercoledì

Arman Razmjoo NejadArman Razmjoo Nejad

Page 26: Il piacere di essere qua

48 49

10giovedì

11venerdì

12sabato

13domenica

14lunedì

15martedì

16mercoledì

17giovedì

Page 27: Il piacere di essere qua

“Quando le persone escono felici dal mio negozio so che la giornata è andata bene.”

Barbara Paissan – Salone Etherea

50

18venerdì

19sabato

20domenica

Barbara Paissan, Alessia ZamignanBarbara Paissan, Alessia Zamignan

Page 28: Il piacere di essere qua

52 53

21lunedì

22martedì

23mercoledì

25venerdì

26sabato

27domenica

28lunedì

24giovedì

Page 29: Il piacere di essere qua

“Il giorno del mio compleanno le prime a farmi gli auguri sono le mie clienti.”

Valentina Prezzi – Intimo Valentina

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1martedì

2mercoledì

3giovedì

Valentina Prezzi

Page 30: Il piacere di essere qua

“Quando la gente si lascia andare allora so che ho fatto un buon lavoro.”

Morena Moretto – Estetica Etherea

56

4venerdì

5sabato

6domenica

Giulia Aldegani, Morena Moretto

Page 31: Il piacere di essere qua

58 59

“…qua ho ritrovato uno spirito popolare. I clienti mi

portano la torta o la frutta. Sono cose che non è sem-

plice trovare.”

7lunedì

8martedì

9mercoledì

10giovedì

11venerdì

12sabato

13domenica

Page 32: Il piacere di essere qua

60 61

14lunedì

15martedì

16mercoledì

17giovedì

18venerdì

19sabato

20domenica

“…io avevo l’attività a San Giacomo, ma volevo

cambiare ed allargarmi. Così un giorno mi sono

detta, oggi lo trovo. Sono partita con la bici ed ho

visto questo locale. In questo negozio ho potuto

fare quello che volevo. Sapevo che avrei dovuto

pagare di più rispetto a prima, ma sapevo anche

che avrei aumentato il lavoro.”

Page 33: Il piacere di essere qua

“Qua in via Sassari c’è la giusta visibilità ed è comodo per tutti, clienti e dipendenti.”

Andrea Sperandio – Automazioni Sperandio

62

21lunedì

22martedì

23mercoledì

Andrea Sperandio, Manuela Facinelli, Mattias Carlin

Page 34: Il piacere di essere qua

64 65

24giovedì

25venerdì

26sabato

27domenica

28lunedì

29martedì

30mercoledì

31giovedì

Page 35: Il piacere di essere qua

Giuliana Giordani, Valter Vezzù, Giovanni Vezzù

“…oggi si torna ad essere un laboratorio, com’era all’inizio.”

Giovanni Vezzù – Videoelettronica Vezzù

66

1venerdì

2sabato

3domenica

Page 36: Il piacere di essere qua

68 69

4lunedì

5martedì

6mercoledì

7giovedì

“…anche il consumatore dovrebbe essere più respon-

sabile. Chi compera a basso costo alimenta la bassa

qualità e il lavoro nero; così va tutto in malora: la salu-

te, la qualità della vita, la qualità delle relazioni…”

8venerdì

9sabato

10domenica

Page 37: Il piacere di essere qua

“La nostra mozzarella dura cinque giorni, quella del supermercato venti. Ci sarà una dif-ferenza, o no?”

Stefania Laera – Latteria del Sole

70

11lunedì

12martedì

13mercoledì

Ester Picciarelli, Stefania Laera

Page 38: Il piacere di essere qua

72 73

14giovedì

15venerdì

16sabato

17domenica / le palme

18lunedì

19martedì

20mercoledì

“…noi siamo al limite delle nostre capacità produt-

tive. Possiamo aprire ancora un altro negozio, poi

dobbiamo fermarci, altrimenti la nostra filosofia

andrebbe a farsi benedire.”

Page 39: Il piacere di essere qua

74 75

22venerdì

23sabato

24domenica / pasqua

25lunedì / anniv. della liberazione

26martedì

27mercoledì

“…il segreto è far capire alla gente che deve fare

un passo indietro. Non si può fare la spesa una vol-

ta al mese e pretendere di mangiare prodotti sani

o freschi.”

21giovedì

Page 40: Il piacere di essere qua

“Produciamo 100 tipi di pane fresco, di cui 80 ogni giorno.”

Mauro Pancheri – Panificio Pancheri

76

29venerdì

30sabato

Raissa Costa

28giovedì

Page 41: Il piacere di essere qua

78 79

6venerdì

7sabato

8domenica

2lunedì

3martedì

4mercoledì

5giovedì

1domenica / festa del lavoro

Page 42: Il piacere di essere qua

“… nel negozio divido tutto per colore, così c’è vivacità, ma non confusione.”

Letizia Veronese – Coconuda

80

9lunedì

10martedì

11mercoledì

Roberto Napoletano, Letizia Veronese

Page 43: Il piacere di essere qua

82 83

12giovedì

13venerdì

14sabato

15domenica

16lunedì

17martedì

18mercoledì

19giovedì

Page 44: Il piacere di essere qua

“Venire da noi è un po’ come andare in latteria, vendiamo cose basilari, in cui però c’è ancora bisogno del consiglio.”

Stefano Grezzani – Giotto calzature

84

20venerdì

21sabato

22domenica

Patrizia Filippi, Stefano GrezzaniPatrizia Filippi, Stefano Grezzani

Page 45: Il piacere di essere qua

“Del nostro mestiere ci piace tutto, il contatto con la gente, ordinare la merce, consigliare le persone.”

Cristina Nicolli – ZER8

86

23lunedì

24martedì

25mercoledì

Marina Reffo, Cristina Nicolli

Page 46: Il piacere di essere qua

88 89

26giovedì

27venerdì

28sabato

29domenica

30lunedì

31martedì

“…dovremmo tutti cercare di fare più aggregazio-

ne, collaborare fra di noi ed invogliare la gente a

stare nella via. Non dobbiamo isolarci, non dobbia-

mo andare indietro e chiuderci in noi stessi, abbia-

mo bisogno di confrontarci con il nuovo accanto-

nando pregiudizi e false paure.”

Page 47: Il piacere di essere qua

90 91

1mercoledì

2giovedì / festa della repubblica

3venerdì

4sabato

5domenica

6lunedì

7martedì

8mercoledì

Page 48: Il piacere di essere qua

“Se nel quartiere riesci ad essere il punto di riferimento del tuo settore, allora il lavoro è garantito.”

Davide Galvan – Kiklos

92

9giovedì

10venerdì

11sabato

Davide Galvan, Morena Zancanella, Gabriel GalvanDavide Galvan, Morena Zancanella, Gabriel Galvan

Page 49: Il piacere di essere qua

94 95

12domenica / di pentecoste

13lunedì / di pentecoste

14martedì

15mercoledì

16giovedì

17venerdì

18sabato

19domenica

Page 50: Il piacere di essere qua

“Con il nostro lavoro devi essere calmo. Qua vengono persone di tutte le nazionalità e ognuno ha il suo stile e le sue esigenze.”

Amar Ali Tahir – Phoncenter Gujra Trading

Mohammad Ali Ashraf, Amar Ali Tahir96

20lunedì

21martedì

22mercoledì

Page 51: Il piacere di essere qua

98 99

23giovedì

24venerdì

25sabato

26domenica

27lunedì

28martedì

29mercoledì

30giovedì

Page 52: Il piacere di essere qua

“Quando sono arrivata in Italia non era pensabile trovare un posto come insegnante… mi sono data da fare, ho fatto il corso ed ora ho un bel negozio.”

Bridiza Hasambelli – Estetica Brigitte

Bridiza Hasambelli100

1venerdì

2sabato

3domenica

Page 53: Il piacere di essere qua

“Qua la gente passa e saluta sempre.”

Dongzhu Qiu – Bar Gardenia

Dongzhu Qiu102

4lunedì

5martedì

6mercoledì

Page 54: Il piacere di essere qua

104 105

7giovedì

8venerdì

9sabato

10domenica

11lunedì

12martedì

13mercoledì

14giovedì

Page 55: Il piacere di essere qua

106

“Abbiamo incominciato con i palloncini, poi i giochi ci sono venuti dietro.”

Mesmaide Rodriguez – Fiesta

Massimo Oliana, Gioia Cozza, Debora Zampieri, Mesmaide Rodriguez, Slagia Ostovic

15venerdì

16sabato

17domenica

Massimo Oliana, Gioia Cozza, Debora Zampieri, Mesmaide Rodriguez, Slagia Ostovic

Page 56: Il piacere di essere qua

108 109

18lunedì

19martedì

20mercoledì

21giovedì

22venerdì

23sabato

24domenica

“…l’unica arma che ho per essere competitivo con

la grande distribuzione è essere vicino al cliente.

Parlo con il cliente, spiego come funzionano le

cose, ascolto le sue esigenze e se serve vado a casa

per mostrargli come funziona il prodotto.”

Page 57: Il piacere di essere qua

Khan Afteb, Erfan Rashid110

“Nella vita è meglio avere una sola cosa importante e fare quella.”

Erfan Rashid – Pulimarket

25lunedì

26martedì

27mercoledì

Page 58: Il piacere di essere qua

112 113

28giovedì

29venerdì

30sabato

31domenica

1lunedì

2martedì

3mercoledì

4giovedì

Page 59: Il piacere di essere qua

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“Il nostro locale è delle mamme e dei bambini del quartiere.”

Mariano Cristellotti – Oasi del Gelato

5venerdì

6sabato

7domenica

Mariano CristellottiMariano Cristellotti

Page 60: Il piacere di essere qua

116 117

8lunedì

9martedì

10mercoledì

11giovedì

12venerdì

13sabato

14domenica

15lunedì / ferragosto

Page 61: Il piacere di essere qua

Luciano Cassini118

16martedì

17mercoledì

18giovedì

“Nel quartiere gira un detto: Dio li fa e piano piano, li manda da Luciano.”

Luciano Cassini – Bar Luciano

Page 62: Il piacere di essere qua

Ilaria Malafarina, Debora Rotella, Sabrina De SantisIlaria Malafarina, Debora Rotella, Sabrina De Santis120

19venerdì

20sabato

21domenica

“La parrucchiera è il bar delle signore.”

Sabrina De Santis – Salone Pianeta Donna

Page 63: Il piacere di essere qua

122 123

22lunedì

23martedì

24mercoledì

25giovedì

26venerdì

27sabato

28domenica

“…la televisione non corrisponde alla realtà, lì la

bellezza è standard, ma quella non è bellezza. Tutti

dicono che è colpa dei ragazzi d’oggi. Non è vero,

siamo noi che stiamo proponendo ciò che non esiste,

quando anche un difetto può essere intrigante.”

Page 64: Il piacere di essere qua

Yelena Chacon, Anna Marturano, Mattia MorzentiYelena Chacon, Anna Marturano, Mattia Morzenti124

29lunedì

30martedì

31mercoledì

“Le donne dovrebbero fregarsene della te-levisione e coltivare la propria femminilità.”

Anna Marturano – Salone Sensual

Page 65: Il piacere di essere qua

126 127

Se sai cosa mangi vivi meglio

Un tempo difficilmente gli alimenti nascondevano qualcosa. Per scegliere un prodotto bastava guar-

darlo, toccarlo e annusarlo. Quanto alla provenienza, anche in quel caso i dubbi erano pochi. Se non si co-nosceva direttamente il campo in cui i prodotti erano stati coltivati o allevati, poco mancava. Il sistema di pro-duzione industriale alimentare ha aumentato la distanza fra il produttore e il consumatore. Non è solo un fatto di chilometri. Esigenze di conservazione e di trasporto, di economia di mercato e di promozione, hanno pro-fondamente allontanato il prodotto da chi lo sceglie. In poche parole, spesso non sappiamo cosa stiamo man-giando: quando siamo chiamati a leggere un prodotto industriale, il tatto e il fiuto non ci sono d’aiuto e gli occhi possono essere facilmente ingannati. Anche l’agricoltura e l’allevamento si sono allineati ad un sistema di produ-zione di tipo industriale. I frutti sono diventati più grandi, più colorati e più belli, ma non è dato sapere se è meri-to dell’annata, degli additivi o del semplice affinamento delle tecniche di produzione. Seppure il dibattito sui ri-schi della produzione industriale sia vasto, controverso, complesso e difficilmente riassumibile in poche pagine, abbiamo deciso di allegare all’agenda un compendio alimentare, una sorta di ABC dell’alimentazione che, se non frugherà ogni dubbio, ci auguriamo possa essere un utile strumento di introduzione al tema e di primo orientamento nelle scelte alimentari*.

1giovedì

2venerdì

3sabato

4domenica

* I testi che abbiamo usato come riferimento sono I mostri nel mio frigorifero di Stefania Cecchetti, Terre di Mezzo Editore, Milano 2010 e Occhio alle merendine di Gabriele Buracchi, Bracciali Editore, Arezzo 2008.

Page 66: Il piacere di essere qua

L’etichettaL’etichetta è la carta di identità di un prodotto ed è – laboratorio chimico a parte – l’unico strumen-to che ha il consumatore per ave-re maggiori informazioni sul pro-dotto che sta acquistando. Ecco come si legge.

Gli ingredienti sono la parte più ri-levante di una etichetta. Per legge devono essere elencati in ordine decrescente di peso. Non è un fatto da poco. Ad esemio nell’eti-chetta affianco il grasso vegetale compare in seconda posizione, è evidente che il prodotto che stia-mo comperando non è un pro-dotto magro. Allo stesso modo una tavoletta di cioccolato il cui primo ingrediente è lo zucchero andrebbe valutata in maniera dif-ferente rispetto ad una tavoletta il cui primo ingrediente è il cacao. Inoltre nell’etichetta vengono in-dicati eventuali additivi, aggiunti per migliorare la conservazione, garantire il trasporto e la stocca-tura, aumentare la colorazione e il sapore, soddisfare l’occhio o ecci-tare il palato.

“da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro” sono due informazioni differenti. La prima indica il termine minimo di conservazione superata la qua-le, se lo stato di conservazione del prodotto è buono, potrebbe aver mantenuto la sua commestibili-tà, la seconda invece è una vera e propria data di scadenza supe-rata la quale ingerire il prodotto potrebbe costituire un rischio per la salute.

Dop e Igp. Sono Dop (Deno-minazione di Origine Protet-ta) gli alimenti la cui materia prima proviene dal territorio, come ad esempio il Grana Pa-dano, da non confondersi con gli Igp (Indicazione geografi-ca protetta) che invece limita-no il legame con il territorio al fatto che nello stesso avvenga una parte della lavorazione, è il caso, ad esempio dello spe-ck in Alto Adige.

Ogm (Organismo genetica-mente modificato) sono gli alimenti transgenici o deri-vanti da prodotti transgenici. La legge obbliga i produttori ad indicare «contiene Ogm» o «deriva da Ogm» se gli ingredienti sono Ogm o de-rivati da Ogm nella misura superiore allo 0,9%. La legge invece non obbliga i produt-tori a dichiarare la presenza di Ogm nei prodotti derivati da animali nutriti con mangimi transgenici.

Il luogo di produzione può essere un’indicazione pre-ziosa. La prima è relativa alla legislazione. Non tutti i paesi hanno le stesse leggi relative a standard di produzione e garanzie per il consumato-re. Un’altra indicazione è di tipo temporale: se il luogo di produzione è lontano dal luogo di consumo è possibile che possa contenere degli additivi per garantire la conservazione durante il trasporto. La legge europea non prevede l’obbligo di indicare il luogo di origine dei prodotti principali. Per il momento non possiamo sapere se il pomodoro dei sughi pronti proviene dalla Cina o dalla Puglia.

128 129

Page 67: Il piacere di essere qua

130 131

Coloranti, conservanti, edulcoranti e altri additivi. Breve guida per imparare a conoscerli

Un’importante premessa.

L’uso degli additivi è controllato per legge. Ogni pro-

duttore che voglia migliorare il proprio prodotto per

aspetto, gusto, conservazione, può usare una quanti-

tà massima di additivi in base a una “dose giornaliera

accettabile”. Dietro questa tutela si nasconde un pro-

blema. Se l’assunzione giornaliera di un singolo pro-

dotto non è potenzialmente nociva, nessuno tutela il

consumatore dalla somma degli additivi che ingerisce

ogni giorno. Insomma mangiare fresco, da questo

punto di vista, è la migliore scelta.

E100 – E180 Coloranti

Servono a colorare un alimento per renderlo più at-traente. Soddisfano l’occhio, ma nulla hanno a che vedere con il gusto o con la capacità nutritiva.

Alcuni sono stati sospettati di scatenare reazioni aller-

giche e di stimolare l’iperattività nei bambini. In parti-

colare L’E127, colorante rosso usato per le caramelle,

per i gelati e i ghiaccioli è stato vietato negli Stati Uniti

perché sospettato di produrre danni al sistema ner-voso.

E200 – E297 Conservanti

Da sempre l’uomo cerca tecniche di conservazione dei cibi. La chimica ha dato un grosso apporto in

questo senso, ma alcune sostanze risultano dannose per l’organismo. Meglio dunque scegliere cibi che si conservano a lungo anche senza sostanze chimiche, come i cibi surgelati, liofilizzati oppure conservati sottovuoto.

E210, acido benzoico. Usato al posto della più costo-sa ma innocua pastorizzazione, può scatenare reazio-

ni allergiche. L’acido benzoico in alcune situazioni può

dar luogo al benzene, una sostanza cancerogena.

E220, parte del gruppo dei solfiti (E221 – E227). Inge-

rito in alte dosi procura mal di testa, come nel caso del

vino di bassa qualità, o reazioni allergiche.

Attenzione, i solfiti sono anche naturalmente presenti

nel vino e il produttore è obbligato a segnalarne la pre-

senza se la quantità supera i 10 milligrammi per litro.

Una buona abitudine per abbassare il livello dei solfiti

è quella di far ossigenare il vino prima del consumo,

non bere più di due bicchieri di vino al giorno, cioè la dose corrispondente alla quantità di solfiti giornaliera per un uomo adulto e scegliere vino marchiati Vqprd (l’attuale denominazione comunitaria che sostituisce le precedenti Igt, Doc, Docg) che adottano tecniche di produzione più costose, ma garantiscono un basso li-vello di solfiti.

E240, conservante sospettato di possibili alterazioni al patrimonio genetico.

Page 68: Il piacere di essere qua

132 133

E249 (nitrito di potassio), E250 (nitrito di sodio), E251

(nitrato di sodio), E252 (nitrato di potassio). Usati nel-

le carni in scatola e in alcuni salumi per conservare il

colore rosso della carne, nell’intestino possono for-

mare le mitrosammine, sostanze fortemente cance-

rogene.

E300 – E322 Antiossidanti

E311, E312. Antiossidanti usati in alcuni oli (non in

quelli di oliva). Alcuni studi hanno evidenziato danni

alle mucose e diminuzione delle capacità riproduttive.

Da evitare gli E320 e gli E321. Entrambi sono utilizzati in alcuni tipi di gomma da masticare, nelle margarine e nelle patatine fritte. Sono vietati in molti paesi nei cibi per bambini. Gli E320 (butil-idrossi-anisolo), pos-sono provocare disturbi ai reni e l’aumento del tasso di colesterolo e dei grassi nel sangue. Gli E321, in al-cuni studi sui topi, sono stati accusati di accelerare l’eventuale comparsa di tumori e, a dosi elevate, di disturbi ai nervi e al fegato.

E400 – E499 Addensanti, Emulsionanti, Stabilizzanti

Vengono usati nell’industria alimentare per legare sostanze che altrimenti tenderebbero a separarsi o al posto delle più costose uova.

Quelli con la reputazione peggiore sono i polifosfati E450 e i pirofosfati usati per la produzione di alcuni formaggini e certi tipi di prosciutto cotto. Sono accu-

sati di sfavorire l’assorbimento del calcio soprattutto nei bambini.

E620 – E640 Esaltatori di sapidità

Fa parte di questa categoria il famoso glutammato di sodio, al centro di una controversia medica. Quello che è certo, è che questi esaltatori di sapore contri-buiscono a eliminare le raffinatezze e i piaceri del gu-sto su cui sono cresciute, ad esempio, le eccezionali tradizioni della cucina italiana.

E900 – E 948 Agenti di rivestimento

Servono per far brillare i prodotti. Ad oggi non sono stati accusati di controindicazioni mediche.

E950 – E 969 Edulcoranti artificiali

Sostituiscono nei prodotti dietetici gli zuccheri. In pas-sato soprattutto l’aspartame, i ciclamati e le saccarine, sono stati accusati di causare il cancro, la disputa però è ancora aperta.

E999 – E1518 Amidi modificati

Si tratta di amidi alimentari trattati chimicamente per ottenere determinate caratteristiche. Ad oggi non sono ritenuti dannosi per l’organismo.

Aromi

Si differenziano in aromi naturali e aromi, i primi deri-vano da prodotti naturali trattati i secondi invece sono artificiali. Vengono usati come additivi per restituire

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134 135

gusto a prodotti che hanno subito differenti lavora-

zioni industriali. In entrambi i casi non ci sono ad oggi

sospetti di tossicità, restano però dubbi sulla falsifica-

zione e sulla standardizzazione della cultura del gusto

che necessariamente promuovono.

I cibi Up e i cibi Down

DOWN

Sughi pronti. Contrariamente alle passate di pomo-

doro, nei sughi pronti il produttore può evitare di di-

chiarare la provenienza. È possibile che la base con cui è fatto il sugo pronto sia un economico concentrato di

pomodoro proveniente dalla Cina, cioè un prodotto la

cui coltivazione è fuori dal controllo della nostra legi-

slazione, ad esempio nell’uso dei pesticidi. Se dunque

si vuole condire la pasta con un sugo pronto è bene

controllare l’etichetta e scegliere un sugo pronto fatto

con la polpa di pomodoro, piuttosto di un medesimo

prodotto a base di pomodoro concentrato. I concen-

trati di pomodoro arrivano dalla Cina in fusti da 200

chili e vengono usati da molte aziende per produrre i

sughi, nel solo 2007, le importazioni di pomodoro con-

centrato sono triplicate rispetto all’anno precedente.

Salumi in vaschetta. Per aumentare la conservazio-

ne contengono spesso nitriti e nitrati. L’Associazione

Italiana per la ricerca sul cancro correla il consumo di

nitriti (E249, E250) al rischio di tumore allo stomaco. I

nitrati (E251, E252) sono meno pericolosi, ma possono

diventare nitriti nella flora batterica della saliva. Come

dire… non se ne esce. I polifosfati presenti in alcune

confezioni, invece limitano la capacità di assorbimen-

to del calcio nell’organismo.

Dado con glutammato. Il glutammato, la cui bontà

nutrizionale è ancora tutta in discussione, è un pro-

dotto ingannevole per la capacità del nostro gusto di

riconoscere la qualità.

Wurstel. Come i salumi in vaschetta contengono

spesso nitriti e nitrati che se assunti in alte dosi posso-

no avere effetti dannosi. I wurstel di pollo e tacchino

sono spesso fatti con «carne separata meccanicamen-

te», la dicitura, obbligatoria sull’etichetta (!), indica che

la carne usata è composta dei filamenti rimasti attac-

cati alle ossa e rimossi con una macchina. Dunque per

chi ama i wurstel il miglior consiglio è il solito: leggere

attentamente l’etichetta e comperare il prodotto più

semplice, con la minor quantità di ingredienti.

Bibite. Anche quelle a base di frutta, come ad esem-

pio l’aranciata, contengono una quantità di frutta ir-

Page 70: Il piacere di essere qua

136 137

risoria e molti zuccheri aggiunti: le cosiddette calo-

rie «vuote» che hanno come unico effetto quello di

contribuire all’aumento di peso. Le bibite contengono

inoltre coloranti e conservanti, il più pericoloso è l’aci-

do benzoico che unito alla vitamina C spesso presen-

te come correttore di acidità, dà luogo al benzene,

sostanza cancerogena. Meglio dunque orientarsi sui

succhi di frutta con la maggiore percentuale di frut-

ta o sui nettari di frutta che, malgrado siano meno

nutritivi dei succhi, contengono quantità di correttori

di acidità come l’acido lattico, l’acido citrico o l’acido

ascorbico, non nocive.

Merendine. Accusate di essere una delle maggiori

cause dell’obesità infantile insieme ad uno stile di vita

troppo sedentario, le merendine industriali sono da

evitare per le quantità di zuccheri grassi che conten-

gono e per il rischio, altrettanto alto, di creare consu-

matori passivi abituati a gusti omologati e ipereccitati

dagli zuccheri e dagli aromi.

Patatine. Entrano di diritto nella categorie delle

schifezze. Sono fritte con olio di cocco, palmistro o

palma carichi grassi saturi, gli stessi responsabili del

colesterolo «cattivo». Per garantire la conservazione,

gli oli sono «parzialmente idrogenati» cioè spinti ad

alte temperature e raffinati con un catalizzatore. Con

questo processo una parte dei grassi diventa trans e

aumenta la sua pericolosità. Per migliorare la qualità

alcuni produttori usano il più costoso olio di girasole

che si curano di segnalare in evidenza sulla confezio-

ne. Non bisogna fidarsi invece di chi declama l’uso

dell’olio di oliva. Controllate l’etichetta, molto spesso

la percentuale è molto bassa. Un classico specchietto

per le allodole. Anche le patatine fritte in casa o nei

locali, se non si utilizza olio di oliva, possono svilup-

pare i malaugurati trans che oltre ad alimentare il co-

siddetto “colesterolo cattivo”, abbassano i livelli del

colesterolo “buono” che agisce normalmente come

spazzino delle arterie.

Margarina. Regina dei grassi idrogenati, è da evitarsi.

In base alle restrizioni sempre più stringenti sulla idro-

genazione, alcune case hanno incominciato a produr-

re e a segnalare in etichetta l’uso di tecniche alterna-

tive come il frazionamento o l’interesterificazione. Ma

anche in questi casi la margarina resta un prodotto

nutrizionalmente povero.

UP

Dado senza glutammato o meglio ancora, l’estratto

di carne che non ha sali e grassi aggiunti.

Salumi al banco senza conservanti o polifosfati.

Page 71: Il piacere di essere qua

138 139

I surgelati. Fra tutti i preparati, i surgelati sono quel-

li che mantengono i migliori valori nutrizionali e con

meno aggiunte di additivi. Ottimo il minestrone,

meno bene i surgelati da friggere per l’alto numero

di grassi che contengono (nel caso cuoceteli al forno).

Quando scongelate un prodotto fatelo in frigo, nel

microonde o passatelo sotto l’acqua corrente. Evitate

di scongelare prodotti lasciandoli a temperatura am-

biente, i microrganismi che erano stati eliminati con la

congelatura potrebbero riprendere a moltiplicarsi.

Pane fresco. Comprare pane fresco e artigianale ogni

giorno è garanzia di qualità. Il pane in cassetta e altri

prodotti da forno a lunga conservazione sono neces-

sariamente trattati con conservanti o direttamente

nell’impasto oppure spruzzati sul pane prima che ven-

ga confezionato.

Il gelato. Soprattutto quello artigianale e soprattutto

se quello del vostro gelataio è preparato con prodotti

di qualità. Se il gelato è molto colorato o eccessiva-

mente gonfio è probabile che il preparato di base (di

origine industriale nella grande maggioranza dei casi)

e gli ingredienti aggiunti siano di bassa qualità. Sce-

gliete dei gusti dai colori e dai sapori naturali, il bianco

pannoso del fiordilatte, il marroncino del pistacchio

(non il verde fosforescente!) e non vi sbaglierete.

Lo yogurt. Alimento principe di una alimentazione

sana. Da preferirsi intero per le capacità nutrizionali.

Meno bene gli yogurt alla frutta – che spesso con-

tengono conservanti come l’anidride solforosa o nella

peggiore delle ipotesi coloranti – e quelli cremosi che

spesso sono prodotti con gli addensanti.

Quattro consigli finali

• Leggi sempre le etichette.

• Consuma cibo fresco di stagione e ri-

cordati di lavarlo bene, magari con un

po’ di bicarbonato.

• Verifica il luogo di produzione. Sa-

pere da dove arriva ciò che mangi può

essere un’informazione preziosa.

• Migliora la tua vita! Leggi la nostra

agenda e affidati al tuo negoziante di

quartiere. Lui conosce da vicino il pro-

dotto che ti vende. Se non sarai soddi-

sfatto, almeno saprai con chi prender-

tela.

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140

Emanuele Maglione, Luca Maglione, Alfio Pison, Alexander Contado, Leandro Capasso, Manuel Lodi

5lunedì

6martedì

7mercoledì

Emanuele Maglione, Luca Maglione, Alfio Pison, Alexander Contado, Leandro Capasso, Manuel Lodi

“Ci siamo fatti conoscere con le specialità che ho inventato: la focaccia del Portichetto, il tronchetto cubano, i calzoncini piccanti, il filoncino romagnolo…”

Emanuele Maglione – pizzeria Il Portichetto

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142 143

8giovedì

9venerdì

10sabato

11domenica

12lunedì

13martedì

14mercoledì

15giovedì

Page 74: Il piacere di essere qua

Daniel Magliano, Titty FerreriDaniel Magliano, Titty Ferreri144

16venerdì

17sabato

18domenica

“Far qualcosa di nostro è la soluzione che ci dà più garanzie.”

Daniel Magliano – Bar Malù

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146 147

19lunedì

20martedì

21mercoledì

22giovedì

23venerdì

24sabato

25domenica

26lunedì

Page 76: Il piacere di essere qua

148 149

27martedì

28mercoledì

29giovedì

30venerdì

1sabato

2domenica

3lunedì

4martedì

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150

5mercoledì

6giovedì

7venerdì

“La sincerità è la chiave per avere un rappor-to continuativo con il cliente.”

Giordano Masiero – Hair Cosmetic

David Masiero, Claudia Dal Canto, Rosamarie Lageder, Giordano Masiero

David Masiero, Claudia Dal Canto, Rosamarie Lageder, Giordano Masiero

Page 78: Il piacere di essere qua

152 153

12mercoledì

13giovedì

8sabato

9domenica

10lunedì

11martedì

“…qua in via Sassari non è mai mancato il lavoro.

Sia io che il mio socio abbiamo lavorato tantissimo

senza guardare le ore, ci siamo comperati due ap-

partamenti e abbiamo cresciuto due famiglie.”

Page 79: Il piacere di essere qua

Thomas, Marta e Giorgio Griggio154

16domenica

14venerdì

15sabato

“…stiamo qua molte ore, a volte troppe, ma la cosa bella è la varietà, non ci si annoia mai…”

Thomas Griggio – Tabaccheria

Page 80: Il piacere di essere qua

Adriano Artesini156

17lunedì

18martedì

19mercoledì

“…se l’avessi saputo questo lavoro l’avrei fatto prima.”

Adriano Artesini – cartoleria edicola ART & SOL

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158 159

20giovedì

23domenica

21venerdì

22sabato

26mercoledì

27giovedì

24lunedì

25martedì

Page 82: Il piacere di essere qua

160 161

30domenica

28venerdì

29sabato

31lunedì

1martedì / tutti i santi

2mercoledì / commem. dei defunti

3giovedì

4venerdì

Page 83: Il piacere di essere qua

Anna Pasqualin, Stefania Griggio162

6domenica

5sabato

“Da bambina venivo sempre qua con mia mamma che faceva la sarta.”

Anna Pasqualin – Mercerie don Bosco

Page 84: Il piacere di essere qua

Mariagrazia Danti164

7lunedì

9mercoledì

8martedì

“Ogni tanto qualche cliente quando esce dal negozio mi dice: sa che era un po’ che non parlavo così apertamente con qualcuno…”

Mariagrazia Danti – arredamenti Casa Mia

Page 85: Il piacere di essere qua

166 167

10giovedì

13domenica

11venerdì

12sabato

14lunedì

16mercoledì

15martedì

17giovedì

Page 86: Il piacere di essere qua

Susanna Castellini168

20domenica

18venerdì

19sabato

“Il nostro segreto è dare il massimo del no-stro sapere e insegnarlo ai clienti.”

Susanna Castellini – Ottica Mirko

Page 87: Il piacere di essere qua

170 171

21lunedì

23mercoledì

22martedì

24giovedì

27domenica / prima d’avvento

25venerdì

26sabato

“…oggi vengono prima da me a chiedere consiglio

sui prodotti poi li comperano da altri, d’altro canto

se siamo ancora aperti da così tanti anni è perché

non lesiniamo suggerimenti.”

Page 88: Il piacere di essere qua

“…se ti si rompe la lavatrice e chiami l’assisten-za, probabilmente aspetterai dieci giorni. Noi di solito in due ore risolviamo il problema.”

Adriano Manzelli – Tecnovideo

Luca Moz Nicolussi, Adelina Ruzzon, Claudio Manzelli, Adriano ManzelliLuca Moz Nicolussi, Adelina Ruzzon, Claudio Manzelli, Adriano Manzelli172

28lunedì

30mercoledì

29martedì

Page 89: Il piacere di essere qua

174 175

1giovedì

4domenica / seconda d’avvento

2venerdì

3sabato

5lunedì

7mercoledì

6martedì

8giovedì / immacolata concezione

Page 90: Il piacere di essere qua

Claudio Favali176

11domenica / terza d’avvento

9venerdì

10sabato

“Il negozio è la vetrina che ci fa acquisire nuovi clienti.”

Claudio Favali – Multiservice

Page 91: Il piacere di essere qua

178 179

12lunedì

14mercoledì

13martedì

15giovedì

18domenica / quarta d’avvento

16venerdì

17sabato

“…cerchiamo di trattare gli altri come vorremmo

essere trattati noi, per questo oggi non patiamo la

concorrenza della grande distribuzione e guardia-

mo al futuro con una certa fiducia.”

Page 92: Il piacere di essere qua

“Tutti i nostri prodotti hanno dietro un mondo che vogliamo raccontare ai clienti.”

Monica Gamper – Bottega del Mondo Le FormicheMonica Gamper, Donata Dalzini,

Lidia Dal Bosco, Rosanna Domaschio,Anna Naletto, Laura Passamonti, Augusta Dante

Monica Gamper, Donata Dalzini,Lidia Dal Bosco, Rosanna Domaschio,

Anna Naletto, Laura Passamonti, Augusta Dante180

19lunedì

21mercoledì

20martedì

Page 93: Il piacere di essere qua

182 183

25domenica / natale

23venerdì

24sabato

22giovedì

26lunedì / santo stefano

28mercoledì

27martedì

“Con le nuove case il quartiere è rinato. Qualcuno

dice che ci sono più problemi, ma i problemi uno se

li crea. Ci sarà sempre qualcosa di nuovo… un po’ di

sano spirito di adattamento non guasta.”

Page 94: Il piacere di essere qua

Aldina Perini184

“Sono qua dal 1960, ora il mio sogno è di poter chiudere in bellezza con un bel party e una grande svendita.”

Aldina Perini – profumeria drogheria Aldina

29giovedì

30venerdì

31sabato

Page 95: Il piacere di essere qua

Appunti

Page 96: Il piacere di essere qua

Appunti Appunti

Page 97: Il piacere di essere qua

Appunti Appunti

Page 98: Il piacere di essere qua