Il personalismo nella prassi educativa di don Lorenzo · PDF fileLa persona, anche per...

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    Il personalismo nella prassi educativa

    di don Lorenzo Milani

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    Che posto occupa don Lorenzo Milani nella storia della pedagogia contemporanea? E possibile ridurre tutto il suo pensiero alla sola pars destruens, cio alla critica della scuola borghese e alle istanze sociali e libertarie? Non v in esso un respiro pi ampio ed universale, una pars costruens, una proposta educativa che fa di don Milani un autorevole rappresentante dello spiritualismo cattolico contemporaneo?

    Sono le domande a cui opporremo semplici riflessioni, senza alcuna pretesa sistemica, ma con lunico obiettivo di tentare di rileggere la vita del priore da unangolatura che non sia interessata e di parte, come lo fu negli anni a ridos-so della sua scomparsa.

    Don Milani, s detto ripetutamente, non fu un teorico, almeno nel senso classico che si d al termine teoria, vista come sforzo di riflessione, razionalizzazione e sistemazio-ne dei risultati della ricerca nel campo di indagine scelto. Lassenza di motivazione prettamente speculativa non de-ve indurre a pensare che il priore, pedagogicamente, si muovesse per in termini pratici senza riferimenti teoretici precisi. Tuttaltro. Egli ha ben presente che leducazione richiede una filosofia, precisamente una filosofia delleducazione, che sappia indicare ruolo e fini al proces-so educativo, in rapporto alla concezione delluomo. Luomo, il primo elemento di confronto tra la prassi mila-niana e le concezioni spiritualiste e personalistiche. Il priore, accusato di comunismo, ha un concetto diame-tralmente opposto a quello marxista, che considera la spiri-tualit delluomo come componente sovra-strutturale, del tutto accessoria e funzionale alla sua materialit.

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    Luomo, afferma invece il priore, sintesi di materia e spi-rito, volto umano e imago dei, anche quando le due imma-gini sono seppellite sotto secoli di chiusura ermetica, e linsegnamento di Cristo resta un vuoto, retorico accenno alla solidariet, almeno fin quando non riscopriremo real-mente comunanza di interessi (esser fratelli in Cristo) e non potremo parlare la stessa lingua (la carit vicendevo-le). Luomo, infatti

    Non vive di solo pane. C dei beni che sono mag-giori del pane e della casa e il mancare di questi beni miseria pi profonda che il mancare di pane e di casa.

    Questo tipo di beni chiamer ora per comodit di di-scorso istruzione ma vorrei che tu prendessi questa parola in senso pi largo, comprensivo di tutto ci che elevazione interiore.170.

    Emerge chiaramente, in questo accenno milaniano alle due immagini, una precisa consonanza col pensiero maritania-no, secondo cui luomo, essere della trascendenza, si con-nota persona umana nella facolt di aderire liberamente al disegno di Dio e al comandamento cristiano dellamore, nella sua totalit di materia e spirito e nella sua indipen-denza che lo rende libero e non servo. Ma anche con lidea di Giuseppe Catalfamo, esponente del personalismo pedagogico cattolico italiano contemporane-o, secondo cui

    170 LETTERA AL DIRETTORE DEL GIORNALE DEL MATTI-NO in Op. cit., p. 61

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    La persona non lIo con la maiuscola degli ideali-sti, che in fondo Dio; [] il fragile e minuscolo io che di ciascuno di noi; il fragile io che aspira allinfinito e si dibatte nel finito 171.

    Sulla distinzione tra materialit e trascendenza insiste,

    anche, una altro pensatore francese, Emanuele Mounier. Mounier legge la persona in termini prospettici. Solo la persona supera lindividuo chiuso in s stesso, in quanto prospettiva aperta. Da un lato, con movimento orizzonta-le verso la storia e la societ, dallaltro con movimento a-scenzionale verso la trascendenza. La persona, anche per Mounier, si realizza nellincontro con lAssoluto che Dio, e secondo un legame di recipro-cit con il prossimo.

    Non pu essere certamente trascurato lisomorfismo metodologico tra il metodo della coscientizzazione adotta-to dal priore che mira a risvegliare

    dal fondo dellanima quella naturale sete di sapere che spesso seppellita negli infelici e che la premessa necessaria per il loro ritorno alla fede.

    E tanto difficile che uno cerchi Dio se non ha sete di conoscere. Quando con la scuola avremo risvegliato nei nostri giovani operai e contadini quella sete sopra

    171 GIUSEPPE CATALFAMO, Personalismo senza dogmi, in LEONE AGNELLO, La struttura polisemica del discorso pedagogico, Sfameni Editore, Messina 1993, p.108

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    ogni altra sete o passione umana, portarli a porsi il problema di religioso sar un giochetto 172,

    e la via dellesplorazione interiore indicata da SantAgostino ne La vera Religione

    Non andare fuori di te, ritorna in te stesso. La veri-t dimora nelluomo interiore. 173,

    e la via del metodo dellimmanenza dello spiritualismo francese

    che conduce la coscienza che analizza se stessa a riconoscere che una esigenza di infinito, unaspirazione di Assoluto, la pervade e la muove; 174,

    le cui ragioni di esistenza possibile cogliere, non con de-duzioni logiche, ma a livello metalogico, come necessit pratica, mediante la testimonianza della sua esistenza stes-sa.

    Si possono legittimamente rintracciare delle analogie, anche, con la metafisica vissuta dello spiritualista tede-sco F.W. Foerster, per il quale luomo arriva al senso di s e dei suoi interiori problemi induttivamente, dal parti-colare, dalla vita e dallanalisi della coscienza.

    La centralit del tema della libert, sia negli spiritualisti cattolici sia in don Milani, conforta ulteriormente questa

    172 DON LORENZO MILANI, Op. cit., p. 247 173 REALE ANTISERI, Storia della filosofia, vol. 1, Editrice La Scuo-la, Brescia 1997, p. 490 174 GIUSEPPE CATALFAMO, Op. cit., p. 52

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    nostra tesi, circa la libert intesa in tutte le sue accezioni, culturali, sociali, economiche e religiose. La libert che don Lorenzo reclama per i suoi parrocchiani la libert dalloppressione e dal condizionamento cultura-le, conseguenza del mancato sviluppo della persona. Come non leggere, ancora, le assonanze nelle concezioni della persona tra il Catalfamo e don Lorenzo. Per il primo la persona

    quella struttura o funzione trascendentale in cui si rivelano sintetizzati e verificati (storicamente o espe-rienzialmente) gli attributi specifici dellindividuo uma-no, in quanto soggetto di intelligenza e libert. 175.

    E lo sviluppo di questi attributi che conferisce alluomo dignit di persona umana. Per don Lorenzo, come per Catalfamo, la libert la ma-trice della fede. Egli lo sintetizza magistralmente in Espe-rienze pastorali:

    Fate conto che qui io mi trovi in un istituto pieno di sordomuti non ancora istruiti. Che ne direste se preten-dessi di evangelizzarli senza prima avere dato loro la parola? []

    Domani poi, tra questi sordomuti ritornati alla luce della parola, ci saranno santi e dannati. E quel giorno la responsabilit della salvezza ricadr su ognuno di loro come nelleconomia normale della Salvezza.176.

    175 LEONE AGNELLO, Op. cit. p. 112 176 DON LORENZO MILANI, Op. cit., p. 200

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    Luomo, posto innanzi al mistero della Salvezza, chiama-to a scegliere la vita come esodo, nella intima relazione con lAltro. Ma a questa chiamata pu rispondere solo luomo libero, luomo fatto persona umana, nei tre attributi fondamentali della fede, dellautoriflessivit, della ragione critica. Non si cristiani, afferma Laberthonnire in Teoria delleducazione, se si subisce la fede, se essa viene impo-sta dalle circostanze e dallambiente. Cristiani lo si quando la fede diventa atto che si compie coscientemente. La libert dunque lessenza della coscienza, essenza della storicit, perch nella storia che si realizza la volont delluomo:

    Luomo sottost allappello del bene. Deve com-pierlo secondo la sua libert; ma questo presuppone che possa anche tralasciarlo, o perfino opporvisi la possibilit quindi di risolversi per Dio o contro Dio. 177.

    Non dissimile la posizione del padre del personalismo

    cattolico contemporaneo italiano Luigi Stefanini. Questi sostiene che la persona un valore in s, non funzione degli istinti, semmai principio che li governa, non del de-terminismo ambientale, non delle strutture economiche, ma sorgente di ci che egli stesso fa. E luomo dello Stefa-nini si realizza nel passaggio dalla singolarit dellindividuo chiuso in s stesso, alla personalit che ri- 177 BRUNO FORTE, Op. cit., p. 147

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    conosce un altro da s, un dippi che si realizza nellincontro con Dio e con gli alt