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Anno XX • Numero 4 Novembre/Dicembre 2004 Aderente alla FAIP - Federazione Associazioni Italiane Paraplegici ASSOCIAZIONE PARAPLEGICI DI ROMA E DEL LAZIO - ONLUS tra le scommesse che tengono banco nel mondo della riabilitazione, ve ne è una che ci riguarda direttamente, sia in qualità di soci dell' associ azione Paraplegici che di lesionati midollari: l'Unità spinale Unipolare del cto riaprirà o no? il dilemma porta con sé una serie di interrogativi, leciti o speciosi, a seconda di chi li formula. abbi amo avuto modo di sentire e leggere di tutto, voci che riescono persino a contraddirsi fra loro. Un primo esempio: l' ap è complice della chiusura tanto che manda i degenti al santa Lucia e non al cpo. Dall'altra parte: la asl ha chiuso l'Usu senza concordare alcunché con l'associ azione perché non intende riaprirla. Un altro esempio: l' associ azione se ne infischia dell'andamento dell'Usu perché bada solo ai suoi contratti. Dall'altra parte: i vertici dell'ap non sono interessati al vil denaro, si curano solo del potere personale che deriva dall'Usu, con politici, dirigenti e primari, e trasformano l'Usu ed il centro nel loro fortino. Di certo, c'è solo che l'esperienza dell'Usu si è andata spegnendo nonostante il tentativo di rianimarla da parte dell' ap, l a quale ha messo e continua a mettere in gioco tutto quanto nelle sue possibilità pur di mantenere viva la speranza di una struttura in grado di curare interamente la persona con lesione al midollo spinale. i colpevoli? Beh, bisognerebbe richiamare fra noi andrea alesini e Volkmar Paeslack per far ripetere loro le parole che abbiamo avuto modo di ascoltare. ciò che potrebbe ferire al cuore l'Usu, a Roma come altrove, è in realtà ben altro: il mormorio che sta prendendo piede sul fallimento dell'esperienza dell'unipolarità, che insinua dubbi sulla scientificità del modello, unita ad un abbassamento del livello di attenzione delle associazioni e della loro volontà di ricorrere a qualunque mezzo democratico di lotta, a partire dalla piazza. ecco qual è l'unica garanzia: la capacità di indignarsi che è presente fra noi, vecchi di associazione, ma soprattutto i nuovi che, con più energia e determinazione, non mostrano segni di cedimento. a Roma, per quanto abbiamo potuto osservare, di queste persone ce ne sono molte. Una speranza allora esiste. "extra ecclesiam nulla salus"… sa- rebbe pura idiozia sostenere che fuori dalle mura della capitale le realtà che riguardano la piena in- tegrazione delle persone con dis- abilità sul territorio siano lasciate al totale degrado, ed in un ambien- te che culturalmente non accetta di farsi carico come comunità dei "bisogni particolari" (?! inserimen- to lavorativo, integrazione scola- stica, diritto alla salute e alla mobi- lità… particolari?) delle persone con disabilità. in più nella stessa roma, che dovrebbe essere avan- guardia ed esempio, ma non termi- ne di paragone per altri centri, a fronte dei passi in avanti fatti negli ultimi anni se andassimo a chiede- re a chi vi abita, o magari ci si spo- sta regolarmente per studio o lavoro, cosa ne pensa della reale fruibilità dei servizi, non baste- rebbe tutto il gior- nale per soddisfare lo spazio richiesto dai cahiers de dolèance dei cittadini capitolini. ma il problema di un gap significati- vo tra la "metropoli", nella quale siamo abituati ad operare, e le zo- ne più decentrate del territorio la- ziale esiste sul serio, e ci teniamo ad evidenziarlo non "per piangerci addosso", come un nostro socio che ringraziamo del contributo ci ha scritto di recente, ma per pun- tare l'attenzione su delle situazioni che vanno assolutamente migliora- te, e su cui bisogna lavorare. nel- l'ultimo anno sono emerse diverse questioni meritevoli di considera- zione, e forse più gravi (penso ad esempio a casi dove l'assistenza domiciliare diretta o indiretta o un insegnante di sostegno sono un vero un miraggio) della realtà su cui ci concentriamo in questo arti- colo, che è però emblematica di una condizione di disagio diffusa- mente avvertita non solo dalle persone con disabilità di Viterbo. nella città di Viterbo appunto, che con i suoi circa 60mila abitanti proprio un piccolo centro non è, lo stato del trasporto pubblico ri- ferito alla mobilità delle persone con disabilità, almeno nel momen- to in cui scrivo, si può a ben ragio- ne definire critico: delle 32 vetture che coprono quotidianamente il territorio comunale solamente tre sono accessibili alle persone con disabilità, non adibite al trasporto di carrozzine elettriche, e per giun- ta coprono tutte la tratta relativa alla linea 1, lasciando tagliati fuori i cittadini residenti in altre zone del- la città. solita mancanza di fondi, fanno sapere dal comune, bisogna aspettare i nuovi bus accessibili che la co.tral s ta già mettendo su strada, e i 5 nuovi mezzi accessibili per i quali la regio- ne lazio sembra avere già stanziato circa due miliardi delle vecchie lire. Vista questa carenza, che di fatto vieta alle persone con disabilità di viaggiare su un mezzo urbano o extraurbano come tutti gli altri cittadini, ancora più inquietante ri- sulta il modo in cui è stata trattata in città la questione del trasporto gratuito a chiamata per disabili, un servizio gestito fino allo scorso anno dalla cooperativa " città aperta" - da tempo attiva sul ter- ritorio e con un'ottima conoscen- za delle problematiche legate alla disabilità - e recentemente asse- gnato alla mgg ital ia (mgg sta per mobilità garantita gratuita- mente); l'amministrazione comu- nale con questa mossa non solo ha fatto scattare un condivisibile ricorso al tribunale amministrati- vo del lazio - i l procedimento è ancora in corso - da parte della cooperativa "città aperta", ma an- che, a detta di molti "fruitori", un sostanziale peggioramento del servizio. il progetto, presentato dalla mgg (una srl) e approvato dal comune, prevede da parte dell'azienda la consegna in comodato d'uso di mezzi attrezzati, ora 2 ma per la prima fase è stata operativa a Viter- bo una singola vettura, con una contratto di 4 anni tacitamente rin- novabile per altri quattro a costo zero per le casse dell'amministra- zione, essendo le spese per l'acqui- sto del mezzo, il bollo, l'assicurazio- ne, etc. a carico della società; i costi del gasolio e per gli stipendi degli autisti rimangono però a carico del comune. un bell'e- sempio di solidarie- tà sembrerebbe, ma non è proprio co- sì… i mezz i della mgg sono caratteri- stici, molto colorati e a ben guarda- re il curioso patchwork risulta il prodotto finale di un decoro for- mato dalla pubblicità di aziende (97 quelle di Viterbo) che pagano alla mgg per questa sponsorizzazione ambulante 50 euro al mese; questa copertura pubblicitaria, natural- mente, è la condizione sine qua non affinché il progetto in un determi- nato comune possa partire. nel sito della mgg italia è scritto "la pubblicità: anima della solidarietà", ma a Viterbo a qualcuno è venuto un brivido nel sentir parlare di "soli- darietà", e si è fatto due conti… ri- sultato: su un ducato possono star- ci 100 pubblicità; 50 euro per 100 spazi fanno 5mila euro al mese, che moltiplicati per gli otto anni della durata del progetto fanno 480mila euro. Quindi, se un ducato accessi- bile può arrivare a costare sui 40mi- la euro, l'utile della società sarà po- co meno di 440 mila euro. sembre- rebbe un po' più business che solida- rietà, e dato che inoltre i due mezzi messi a disposizio- ne, con orari fissi e spostamenti legati ad esigenze essen- ziali, non coprono assolutamente il fabbisogno delle persone con dis- abilità viterbesi, e che comunque il comune viene ad affrontare una spesa non indifferente per stipendi e carburante, sarebbe il caso che chi è preposto a farlo trovasse ri- sposte più soddisfacenti per una si- tuazione così seria. A Viterbo, dove i mezzi pubblici accessibili sono ancora pochissimi, il Comune ha affidato il servizio di trasporto a chiamata gratuito alla società MGG. I risultati, aldilà di considerazioni etiche, non sono soddisfacenti per gli utenti mobilità garantita? Pietro V. Barbieri l’usu chiude I XII Giochi Paraolimpici si sono svolti ad Atene dal 17 al 28 settembre scorsi, un mese dopo le Olimpiadi “normali”. Hanno partecipato oltre 3800 atleti (75 gli italiani) di 136 paesi, gareggiando in 19 discipline. L’Italia ha portato a casa 19 medaglie, 8 in meno degli atleti di Sidney 2000 e ben poca cosa rispetto alla prima edizione dei Giochi a Roma nel 1960: 82 medaglie! Per la prima volta i Giochi estivi Olimpici e Paraolimpici sono stati organizzati da un singolo Comitato, grazie ad un accordo tra CIO e CIP. Lo stesso avverrà per i giochi invernali di Torino 2006. Altri record superati sono stati il numero di paesi partecipanti, gli sport disputati e le ore di diretta televisiva: 300. Inoltre è stata la prima edizione delle Paraolimpiadi nella quale gli atleti non hanno pagato per la loro partecipazione. Nuove discpline hanno debuttato: Judo e Pallavolo Seduti femminili, Calcio a 5 e Handbike. pag. 4/5 Giuliano Giovinazzo AP IL NOTIZIARIO Autorizzazione Tribunale di Roma n. 136/85 Spedizione in abbonamento postale, 45% - Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96- Roma Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Un pulmino della MGG per il trasporto di persone in sedia a ruote inchiesta paraolimpiadi 2004 “Delle 32 vetture solamente 3 sono accessibili” “Risposte più soddisfacenti per una situazione così seria”

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Anno XX • Numero 4 Novembre/Dicembre 2004

Aderente alla FAIP - Federazione Associazioni Italiane Paraplegici

ASSOCIAZIONE PARAPLEGICI DI ROMA E DEL LAZIO - ONLUS

tra le scommesse che tengonobanco nel mondo dellariabilitazione, ve ne è una che ciriguarda direttamente, sia inqualità di soci dell'associazioneParaplegici che di lesionatimidollari: l'Unità spinaleUnipolare del cto riaprirà o no?il dilemma porta con sé unaserie di interrogativi, leciti ospeciosi, a seconda di chi liformula.abbiamo avuto modo di sentiree leggere di tutto, voci cheriescono persino a contraddirsifra loro. Un primo esempio: l'apè complice della chiusura tantoche manda i degenti al santaLucia e non al cpo. Dall'altraparte: la asl ha chiuso l'Ususenza concordare alcunché conl'associazione perché nonintende riaprirla.Un altro esempio: l'associazionese ne infischia dell'andamentodell'Usu perché bada solo ai suoicontratti. Dall'altra parte: i verticidell'ap non sono interessati al vildenaro, si curano solo del poterepersonale che deriva dall'Usu,con politici, dirigenti e primari, etrasformano l'Usu ed il centronel loro fortino.Di certo, c'è solo che l'esperienzadell'Usu si è andata spegnendononostante il tentativo dirianimarla da parte dell'ap, laquale ha messo e continua amettere in gioco tutto quantonelle sue possibilità pur dimantenere viva la speranza diuna struttura in grado di curareinteramente la persona conlesione al midollo spinale. icolpevoli? Beh, bisognerebberichiamare fra noi andrea alesinie Volkmar Paeslack per farripetere loro le parole cheabbiamo avuto modo diascoltare.ciò che potrebbe ferire al cuorel'Usu, a Roma come altrove, è inrealtà ben altro: il mormorio chesta prendendo piede sulfallimento dell'esperienzadell'unipolarità, che insinua dubbisulla scientificità del modello,unita ad un abbassamento dellivello di attenzione delleassociazioni e della loro volontàdi ricorrere a qualunque mezzodemocratico di lotta, a partiredalla piazza.ecco qual è l'unica garanzia: lacapacità di indignarsi che èpresente fra noi, vecchi diassociazione, ma soprattutto inuovi che, con più energia edeterminazione, non mostranosegni di cedimento. a Roma, perquanto abbiamo potutoosservare, di queste persone cene sono molte. Una speranzaallora esiste.

"extra ecclesiam nulla salus"… sa-rebbe pura idiozia sostenere chefuori dalle mura della capitale lerealtà che riguardano la piena in-tegrazione delle persone con dis-abilità sul territorio siano lasciateal totale degrado, ed in un ambien-te che culturalmente non accettadi farsi carico come comunità dei"bisogni particolari" (?! inserimen-to lavorativo, integrazione scola-stica, diritto alla salute e alla mobi-lità… particolari?) delle personecon disabilità. in più nella stessaroma, che dovrebbe essere avan-guardia ed esempio, ma non termi-ne di paragone per altri centri, afronte dei passi in avanti fatti negliultimi anni se andassimo a chiede-re a chi vi abita, o magari ci si spo-sta regolarmenteper studio o lavoro,cosa ne pensa dellareale fruibilità deiservizi, non baste-rebbe tutto il gior-nale per soddisfarelo spazio richiesto dai cahiers dedolèance dei cittadini capitolini.ma il problema di un gap significati-vo tra la "metropoli", nella qualesiamo abituati ad operare, e le zo-ne più decentrate del territorio la-ziale esiste sul serio, e ci teniamoad evidenziarlo non "per piangerciaddosso", come un nostro socioche ringraziamo del contributo ciha scritto di recente, ma per pun-tare l'attenzione su delle situazioniche vanno assolutamente migliora-te, e su cui bisogna lavorare. nel-l'ultimo anno sono emerse diversequestioni meritevoli di considera-zione, e forse più gravi (penso adesempio a casi dove l'assistenzadomiciliare diretta o indiretta o uninsegnante di sostegno sono unvero un miraggio) della realtà sucui ci concentriamo in questo arti-colo, che è però emblematica diuna condizione di disagio diffusa-mente avvertita non solo dalle

persone con disabilità di Viterbo.nella città di Viterbo appunto, checon i suoi circa 60mila abitantiproprio un piccolo centro non è,lo stato del trasporto pubblico ri-ferito alla mobilità delle personecon disabilità, almeno nel momen-to in cui scrivo, si può a ben ragio-ne definire critico: delle 32 vettureche coprono quotidianamente ilterritorio comunale solamente tresono accessibili alle persone condisabilità, non adibite al trasportodi carrozzine elettriche, e per giun-ta coprono tutte la tratta relativaalla linea 1, lasciando tagliati fuori icittadini residenti in altre zone del-la città. solita mancanza di fondi,fanno sapere dal comune, bisognaaspettare i nuovi bus accessibili

che la co.tral stagià mettendo sustrada, e i 5 nuovimezzi accessibiliper i quali la regio-ne lazio sembraavere già stanziato

circa due miliardi delle vecchie lire.Vista questa carenza, che di fattovieta alle persone con disabilità diviaggiare su un mezzo urbano oextraurbano come tutti gli altricittadini, ancora più inquietante ri-sulta il modo in cui è stata trattatain città la questione del trasportogratuito a chiamata per disabili, unservizio gestito fino allo scorsoanno dalla cooperativa "cittàaperta" - da tempo attiva sul ter-ritorio e con un'ottima conoscen-za delle problematiche legate alladisabilità - e recentemente asse-gnato alla mgg italia (mgg staper mobilità garantita gratuita-mente); l'amministrazione comu-nale con questa mossa non soloha fatto scattare un condivisibilericorso al tribunale amministrati-vo del lazio - il procedimento èancora in corso - da parte dellacooperativa "città aperta", ma an-che, a detta di molti "fruitori", un

sostanziale peggioramento delservizio.il progetto, presentato dalla mgg(una srl) e approvato dal comune,prevede da parte dell'azienda laconsegna in comodato d'uso dimezzi attrezzati, ora 2 ma per laprima fase è stata operativa a Viter-bo una singola vettura, con unacontratto di 4 anni tacitamente rin-novabile per altri quattro a costozero per le casse dell'amministra-zione, essendo le spese per l'acqui-sto del mezzo, il bollo, l'assicurazio-ne, etc. a carico della società; i costidel gasolio e per gli stipendi degliautisti rimangonoperò a carico delcomune. un bell'e-sempio di solidarie-tà sembrerebbe, manon è proprio co-sì… i mezzi dellamgg sono caratteri-stici, molto colorati e a ben guarda-re il curioso patchwork risulta ilprodotto finale di un decoro for-mato dalla pubblicità di aziende (97quelle di Viterbo) che pagano allamgg per questa sponsorizzazioneambulante 50 euro al mese; questacopertura pubblicitaria, natural-mente, è la condizione sine qua non

affinché il progetto in un determi-nato comune possa partire.nel sito della mgg italia è scritto "lapubblicità: anima della solidarietà",ma a Viterbo a qualcuno è venutoun brivido nel sentir parlare di "soli-darietà", e si è fatto due conti… ri-sultato: su un ducato possono star-ci 100 pubblicità; 50 euro per 100spazi fanno 5mila euro al mese, chemoltiplicati per gli otto anni delladurata del progetto fanno 480milaeuro. Quindi, se un ducato accessi-bile può arrivare a costare sui 40mi-la euro, l'utile della società sarà po-co meno di 440 mila euro. sembre-

rebbe un po' piùbusiness che solida-rietà, e dato cheinoltre i due mezzimessi a disposizio-ne, con orari fissi espostamenti legatiad esigenze essen-

ziali, non coprono assolutamente ilfabbisogno delle persone con dis-abilità viterbesi, e che comunque ilcomune viene ad affrontare unaspesa non indifferente per stipendie carburante, sarebbe il caso chechi è preposto a farlo trovasse ri-sposte più soddisfacenti per una si-tuazione così seria.

A Viterbo, dove i mezzi pubblici accessibili sono ancora pochissimi, il Comune ha affidato il servizio ditrasporto a chiamata gratuito alla società MGG.

I risultati, aldilà di considerazioni etiche, non sono soddisfacenti per gli utenti

mobilità garantita?Pietro V. Barbieri

l’usuchiude

I XII Giochi Paraolimpici si sono svolti ad Atene dal 17 al 28

settembre scorsi, un mese dopo le Olimpiadi “normali”.

Hanno partecipato oltre 3800 atleti (75 gli italiani) di 136

paesi, gareggiando in 19 discipline.

L’Italia ha portato a casa 19 medaglie, 8 in meno degli atleti

di Sidney 2000 e ben poca cosa rispetto alla prima edizione

dei Giochi a Roma nel 1960: 82 medaglie!

Per la prima volta i Giochi estivi Olimpici e Paraolimpici

sono stati organizzati da un singolo Comitato, grazie ad un

accordo tra CIO e CIP. Lo stesso avverrà per i giochi

invernali di Torino 2006.

Altri record superati sono stati il numero di paesi partecipanti,

gli sport disputati e le ore di diretta televisiva: 300.

Inoltre è stata la prima edizione delle Paraolimpiadi nella

quale gli atleti non hanno pagato per la loro partecipazione.

Nuove discpline hanno debuttato: Judo e Pallavolo Seduti

femminili, Calcio a 5 e Handbike.pag. 4/5

Giuliano Giovinazzo

AP

IL NOTIZIARIOAutorizzazione Tribunale di Roma n. 136/85

Spedizione in abbonamento postale, 45% - Art. 2 Comma20/B Legge 662/96- Roma Questo periodico è associato

all’Unione StampaPeriodica Italiana

Un pulmino della MGG per il trasporto di persone in sedia a ruote

inchiesta

paraolimpiadi 2004

“Delle 32 vetture solamente 3sono accessibili”

“Risposte piùsoddisfacenti peruna situazionecosì seria”

nello scorso numero abbiamopubblicato un articolo che siproponeva di mettere indiscussione il progetto a causa delrestringimento dei marciapiedidove sarebbero stati impiantati ipali per sostenere la linea elettricache dovrà alimentare i filobus conla conseguenza di limitare omeglio ostacolare pesantemente lacircolazione dei pedoni e tanto piùdi tutti coloro che, per muoversi,utilizzano una sedia a ruote.conclusione: la filovia 90 si farà.tuttavia la commissione consiliaretrasporti del comune di Roma,grazie anche alla mobilitazioneoperata dai cittadini residenti sulterritorio, ha deciso di venireincontro alle esigenze espresse,apportando qualche modifica alprogetto originario.Fra gli impegni assunti pare ci siaanche l’allargamento deimarciapiedi di via titina de Filippo,divenuti inaccessibili a causa deisuddetti pali di sostegno.

Virginia Pisani

Filobus 90:modiFicheal Via?

è stato indetto dalla camera dei deputati un “concorso perprogetti di riqualificazione delle opere architettoniche volti afavorire l’accessibilità e la fruibilità ad un’utenza ampliata”. (decretodel Presidente della camera dei deputati del 14 luglio 2004 n. 1165,pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 58 del 23luglio 2004).l’iniziativa è il frutto di una giornata di studio svoltasi presso lacamera dei deputati “ri-progettare per tutti – un patrimonioarchitettonico proiettato nel futuro”, che ha rappresentato unaprima importante iniziativa da parte della camera a favore dellavalorizzazione del patrimonio storico-architettonico nazionale,attraverso una più consapevole e piena applicazione dei principi difruibilità e di accessibilità nella progettazione di interventi diconservazione dei beni immobili.il concorso è rivolto a giovani progettisti che abbiano un’etàinferiore a trenta anni e che risultino iscritti agli albi professionalidegli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori o agli albiprofessionali degli ingegneri. la domanda di partecipazione alconcorso, accompagnata da un progetto, illustrato attraverso unarelazione tecnico-descrittiva e tre elaborati grafici, e da uncurriculum vitae, dovrà essere spedita alla camera dei deputatientro e non oltre il 31 dicembre 2004. i progetti vincitori,saranno pubblicati, a cura della camera dei deputati, all’interno diuna specifica collana.

Virginia Pisani

concorso per gioVaniprogettisti

dicembre 2004IL NOTIZIARIO

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REDAZIONEvia Giuseppe cerbara, 20 - 00147 Romatel. 06 5122666, fax 06 5160517, e-mail [email protected], c.c.p. n. 81954000

Direttore responsabilecesare Milaneschi

Direttore editorialePietro V. BarbieriCoordinatore redazionaleVirginia PisaniRedazioneFederico Gabriele (senior), Paola Fioravanti, GiulianoGiovinazzo, sergio spadi, Gabriele torcigliani

Progetto grafico simona Petrella

Referenze fotografichearchivio ap, atleticom, Oms, internet

Hanno collaboratoadriano anselmi, enzo Berardi, silvia cutrera,Marco espa, John Fischetti, catia Giolito,Piergiorgio Maggiorotti, Giulio nardone,Luca Pancalli, Giusi Valtorta

Stampatipografia eUROsia, piazza s.eurosia, 3 - Roma

ho avuto modo dì vedere nei tele-giornali il grosso spazio che è statodedicato alla 2ª giornata perl'abbattimento delle barrierearchitettoniche indetta dal Fiaba edho avuto anche modo di venire aconoscenza del dissenso manifesta-to dal presidente della Fish, barbieri. navigando su internet, si viene aconoscenza dell'esistenza di uncomitato d'onore composto danomi tra i più prestigiosi del firma-mento politico e da alte caricheistituzionali (presidente del senato,presidente del consiglio, ecc.). Quando si parla della "missione"del Fiaba si legge: "cerchiamo diimpedire il sorgere e la diffusionedi nuove barriere culturali e fisichecercando di diffondere una culturadiffusa di pari opportunità.stimoliamo quando necessario gliorgani preposti a prevenire il sor-gere di nuove barriere rafforzandola vigilanza per il rispetto dellanormativa esistente. attuiamo insinergia azioni atte adiffondere la culturadella diversità comericchezza della socie-tà. organizziamogiornate di eventi eraccolta fondi e pro-mozione dell'attivitàsvolta. promuoviamocorsi di info-formazione al fine distimolare la sensibilità dei proget-tisti o di tutte quelle figure profes-sionali che con il loro operatohanno una ricaduta diretta sull'am-biente… le nostre parole chiavequindi sono: impedire, stimolare,prevenire, attuare, Formare,organizzare." Viene da chiedersi: impedire...come, quando? stimolare… a checosa? prevenire... come? attuare...quali programmi, come? Formare...chi? organizzare...?! tra gli enti che hanno sottoscritto ilprotocollo d'intesa c'e' il 1municipio

di roma: non credo proprio cheabbiamo mai passeggiato per ilcentro i personaggi del comitatod'onore. per loro il problema nonesiste: arrivano con la vettura blu,scendono, salgono in ufficio e la vet-tura aspetta sotto in doppia fila, sulmarciapiede, dove capita. in via dell'umiltà ha la propria sedeun "movimento" politico il cui mag-gior rappresentante fa parte delmagnifico comitato. la strada ètransennata ed impedisce il passag-gio dei pedoni, le macchine parcheg-giano come e quando vogliono epoliziotti ed autisti trascorrono pia-cevoli minuti in conversazione men-tre la gente si destreggia fra auto insosta (le loro) che ben si guardanodi spostare o parcheggiare meglio. un noto personaggio televisivo chefa parte di detto movimento politi-co, sorella di altra nota presentatri-ce tv, parcheggia sovente una dellesue vetture tra via dell'umiltà e viadi s.Vincenzo quasi attaccata al

muro. una volta,passeggiando conun amico disabile,siamo dovuti torna-re indietro di circa50 m per poterscendere dal mar-ciapiede. ai passag-gio di una coppia di

vigili, abbiamo fatto notare la circo-stanza. i Vigili hanno raggiunto lavettura, hanno visto i vari "passi",hanno detto "è di persona di rilie-vo" e se ne sono andati lasciandocicosì, visto che tanto noi eravamosolo due cittadini che cercavano dicamminare.come si fa a parlare di "abbatti-mento delle barriere" se regnal'indifferenza per gli altri, la prepo-tenza, l'arroganza, proprio tracoloro che dovrebbero abbattere,impedire, ecc.?(la lettera completa sul sito internetwww.automobilita.it)

Il Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche hacelebrato il 3 ottobre il “Fiaba Day”. Pubblichiamo la lettera

alla Fish di un comune cittadino

barriere eipocrisia politica

“Eravamo solodue cittadiniche cercavanodi camminare”

Adriano Anselmi

nel corso di quest’anno ha inizia-to a funzionare presso ladirezione regionale trasporti dellaregione lazio la “commissionepermanente per la mobilità ditutte le persone disabili”, con loscopo di promuovere il coordina-mento delle azioni da intraprende-re e di valutare quelle in corso direalizzazione, onde facilitare glispostamenti autonomi di tutti icittadini. in realtà nella denomina-zione della commissione si parladi “disabili”, tuttavia nel corso deilavori si è ritenuto opportunoconsiderare i problemi di un’uten-za allargata, non restringendo ilcampo alle disabilità definite dallanormativa in mate-ria, ma tenendoconto del fatto chela mobilità puòessere condizionatada situazioni contin-genti e temporanee,come anche dall’an-zianità o da altre dif-ficoltà non ricondu-cibili al concetto didisabilità.nell’atto istitutivosono indicati comescopi specifici: impe-dire la costruzionedi nuove barrierearchitettoniche, garantire l’osser-vanza della normativa vigente raf-forzando la vigilanza degli organipreposti, promuovere lo snelli-mento della normativa sulle bar-riere architettoniche e censire lasituazione esistente, oltre a svol-gere attività di sensibilizzazionedell’opinione pubblica sul tema.della commissione fanno parte ildirettore regionale trasporti, ildirettore regionale infrastrutture,tre rappresentanti della Fand lazio

e tre della Fish lazio, la Fiaba el’anglat.l’attività delle prime sedute èstata concentrata sulla situazionedi emergenza venuta in evidenza aseguito della tragica morte delnon vedente giampiero cassio,travolto dalla metropolitana nellastazione garbatella, sprovvistadelle segnalazioni tattili per i dis-abili visivi e in particolare di quelladi pericolo sul bordo della banchi-na. in una seduta, cui hanno parte-cipato anche i tecnici dellametropolitana, è stato previsto l’a-deguamento della segnaletica tatti-le e la chiusura degli spazi fravagone e vagone, onde impedire il

ripetersi di similiincidenti, verificatisianche negli anni pre-cedenti, anche senon con conseguen-ze così gravi. ildirettore deitrasporti, l’ing.d’armini, ha comu-nicato che laregione pretenderàche tutte le nuovelinee della metropo-litana romana sianototalmente sicure,adottando il sistemadella “parete di ban-

china” che separa la banchina stes-sa dal treno, con un sistema diporte in coincidenza sul tipo diquelle interne ed esterne di unascensore automatico.nelle successive riunioni si dovràaffrontare il tema generale e pro-grammare le azioni che la regioneintende svolgere nel prossimoanno con riferimento a tutti i tipidi disabilità, in conformità con gliscopi enunciati nell’atto istitutivodella commissione.

La Regione ha istituito una commissione per la mobilità dellepersone disabili, con le associazioni di categoria.

Si impegnerà su accessibilità e sicurezza

mobilità sicuranel lazio

“Facilitare gli spostamentiautonomi di tutti i cittadini...garantirel’osservanzadella normativavigente”

Giulio Nardone

Un autobus per il trasporto urbano dotato di pedana elevatrice perpasseggeri in carrozzina. Modello esposto in una fiera di settore in Inghilterra.

Lo scorso 15 luglio Giampierocassio rimaneva ucciso cadendonello spazio vuoto tra due vagonidi un treno della linea B dellametro. tale tragedia ha riportatoall'attenzione dell'opinionepubblica la questione relativa allasicurezza dei mezzi pubblici ancheper le persone con disabilità visiva.a seguito dell'accaduto il comunedi Roma ha provveduto a istituireun'apposita commissione, volutadal consigliere delegato per lepolitiche dell'handicap, ileanaargentin, e con la partecipazionedi uno dei figli di Giampiero cassio,con l'obiettivo di eliminare lebarriere sensoriali dalle fermatebus e metro di Roma entro il 30settembre.Oggi, alla scadenza fissata dallacommissione, ci troviamo di frontea un'ipotesi di soluzione chedovrebbe essere attuata neiprossimi mesi sui convogli dellalinea B: sarà chiestal'autorizzazione alle autoritàcompetenti, ad eliminare gli spazivuoti fra i vagoni, montando suiconvogli dei teloni simili a quelliche coprono gli snodi dei jumbo-bus. "comune, atac e MetRo sonopronti ad intervenire con fondi allamano" ha affermato la argentin "ecredo che riusciremo a risponderein tempi ragionevoli alle necessitàdei passeggeri non vedenti".tra gli interventi previsti anchel'ultimazione dei percorsi tattili intutte le stazioni della Roma B.

sicurezzain metro bVirginia Pisani

I pali della linea elettrica per lanuova linea di filobus.

in questo ultimo periodo molteparole sono state spese suchristopher Reeve, prima eroecinematografico e poi nella battagliaper la cura di gravi lesioni spinali,scomparso il 15 ottobre dopo noveanni da tetraplegico.Grande è stato l'impegno di Reevenella campagna per la ricerca conle cellule staminali embrionali.convinto che un giorno sarebbetornato a camminare, ha lavoratostrenuamente per sensibilizzarel'opinione pubblica, partecipando aiforum, sfruttando le sue conoscenzee sottoponendosi a terapiesperimentali che gli hannopermesso di ottenere piccoliprogressi, come muovere unafalange, o parlare per unamanciata di minuti senza ilrespiratore.Ma ciò che più ci sta a cuore èl'impegno dimostrato attraverso lasua Fondazione per raccoglierefondi a favore della ricerca sullelesioni midollari e molto di piùl'azione mediatica che ha svolto abeneficio di coloro che non voglionocapire che determinate questioniriguardano tutti, compresi isupereroi.Luca coscioni, che come lui da anniè impegnato con la suaassociazione per la libertà di ricercaha dichiarato: "Voglio ricordare di lui"i poteri speciali" indossati per labattaglia per la libertà di ricercascientifica". Un discorsoestremamente attuale nel nostroPaese, diviso fra le diverse opinioniriguardo a una legge che, di fatto,rischia di chiudere nuove eimportanti frontiere verso la cura digravi patologie.

Virginia Pisani

la sFida dell’eroe caduto

dicembre 2004IL NOTIZIARIO

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il 3 settembre si è conclusa al Palaz-zo di Vetro di new York la quartasessione dell'ad hoc committee del-le nazioni Unite con l'impegno so-lenne e storico di approvare la nor-ma internazionale per il 60° anni-versario della fondazione dell'Orga-nizzazione.

come Funziona la "adhoc committee"al contrario delle commissioniparlamentari del nostro parlamen-to, essa non è uno strumento per-manente e viene insediata per pre-cise questioni da affrontare e risol-vere. infatti termina la propria esi-stenza una volta approvato un te-sto definitivo dell'oggetto per ilquale è stata nominata. nel nostrocaso la commissione è stata isti-tuita il 19 dicembre 2001 dall'as-semblea generale con la risoluzio-ne 56/168 su sollecitazione dellacommissione per i diritti umani edella commissione per lo svilupposociale. il 23 dicembre 2003, l'as-semblea generale ha persino ac-celerato il passo decidendo chel'ad hoc committee avrebbe do-vuto incontrarsi ben due volte nel2004, fatto non proprio sempliceper la provenienza delle delegazio-ni. a proposito di ciò, è stato isti-tuito un fondo per permettere lapartecipazione delle associazionidei paesi in via di sviluppo.dal 1975 le nazioni unite hannoiniziato un percorso di presa in ca-rico delle discrimi-nazioni che le per-sone con disabilitàvivono in tutto ilmondo a partiredalla violazione deidiritti civili e politi-ci, persone che perlegge, perché inter-dette, rinchiusenella propria abita-zioni o segregate inun istituto, veniva-no private persino del diritto alvoto. l'iniziativa si sostanziò nelladichiarazione dei diritti delle per-sone con disabilità alla quale fece-ro seguito azioni di sensibilizzazio-ne dell'anno specificatamente de-dicato (1981) e di politiche attivedel decennio '83-'92. tali iniziativeprovocarono la crescita interna-zionale del movimento delle per-sone con disabilità che culminònell'ottenimento delle regolestandard.alcuni paesi membri, con a capo il

messico, percepirono che il quadrodei principi era sancito e che vi erail bisogno di passare a strumentinormativi più articolati. invitaronola segreteria generale dell'onu adattivarsi perporre all'ordinedel giorno del-l'assembleagenerale unarisoluzione peravviare il per-corso direttoad una più am-pia convenzio-ne, consapevolidel fatto chenon vi fosse ta-le sensibilitàperché il qua-dro di dirittointernazionalesui diritti umanisi era esauritodopo le con-venzioni sulledonne e suibambini.la commissio-ne è formatada circa la metàdei 191 mem-bri dell'onu, rappresentativi di tut-ti i continenti, delle diverse etnie,religioni e ispirazioni politiche. par-tecipano con pieni diritti anchemembri senza diritto di voto comela santa sede, la commissione eu-ropea e la lega araba, oltre alle

agenzie dell'onuquali l'organizza-zione mondialedella sanità, la ban-ca mondiale e l'or-ganizzazione inter-nazionale del lavo-ro. grande enfasi èdata alla partecipa-zione di organizza-zioni governativecome le istituzioninazionali sui diritti

umani ed alle associazioni dei dis-abili, sebbene nella seconda setti-mana non sia stato possibile inter-venire.i lavori si svolgono seguendo uncalendario basato sull'incrocio traordine numerico degli articoli e diimportanza. nell'ultima sessione, siè passato in rassegna generale dalprimo articolo al 15°, per poi scen-dere nel dettaglio in uno specificogruppo di lavoro guidato da "facili-tatori" che ha analizzato parola perparola gli articoli più complessi cheriguardano gli obblighi generali(art. 4), la promozione di un ap-proccio positivo (art. 5), statistichee privacy (art. 6), uguaglianza e nondiscriminazione (art. 7) e monito-raggio (art. 25). le parti scelte inrealtà condizionano tutto il resto epertanto vi si è dedicato maggioreaccortezza.il metodo per una convenzione èfondato sul dialogo e sul consenso.d'altro canto non è un parlamentodove siedono opinioni politiche di-verse bensì la rappresentanza dellaquasi totalità degli esseri umani vi-venti sul pianeta terra. pertantoovviamente non si ricorre al voto. itoni sono miti anche se esprimonoposizioni differenti e non si lesina-no i convenevoli. anche in caso di

radicale dissenso, come per la de-legazione di cuba, le intonazioni sifanno più accese ed enfatiche manon oltrepassano mai un limiteben preciso.

il moderatore ha un ruolo fonda-mentale specie nel gruppo di la-voro. esso ha il compito di scre-mare le proposte di emendamen-to dai formalismi per identificareil nocciolo del dissenso tra dele-gazioni, fino a formulare egli stes-so delle proposte da sottoporreal gruppo ed in special modo alle

delegazioni più divise sul punto.deve possedere indubbie capaci-tà di mediazione e di conoscenzadella lingua inglese (il testo è re-datto in inglese anche se le lingue

ufficiali sono sei). purtroppo ab-biamo goduto dell'esperto amba-sciatore neozelandese mcKineypoco tempo, sostituito per ragio-ni cencelliniane (ebbene sì, ancheall'onu) da quello argentino e daquello della sierra leone chehanno rallentato pesantemente ilavori.

Entro il 2005 ci sarà la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità. Proseguiamo il resocontodell’incontro che si è svolto l’estate scorsa al Palazzo di vetro di New York tra i rappresentanti dei vari paesi

delle Nazioni Unite. Continueremo sul prossimo numero

dossier diritti umaniPietro V. Barbieri

“è stato istituito un fondo perpermettere la partecipazionedelle associazionidei paesi in via di sviluppo”

Una banda di ragazzi disabili (perlopiù amputati da mine) a Kabul, in Afghanistan. Si muovono grazie a rudimentali handbike. (dal sito internet dell’Oms)

Il Palazzo di Vetro a New York, unadelle sedi delle Nazioni Unite.

IL NOTIZIARIO

L'ultima edizione dei GiochiParaolimpici di atene 2004, havisto all'opera oltre 70 atleti ita-liani con diverse disabilità.La redazione ha avvicinato lasquadra italiana di basket in car-rozzina, chiedendo ad alcuniatleti di raccontare la loro espe-rienza olimpica. Dai loro com-menti è emersa tutta la soddisfa-zione nell'aver preso parte al piùimportante appuntamento nellacarriera di un atleta, seppure conun pizzico di amarezza per nonessere riusciti ad andare oltre ilsesto posto. Particolarmente

apprezzata è stata la partitacon la nazionale britannica (poigiunta terza) vinta 51 a 48. Molto meglio è andata adandrea Pellegrini, che oltre adessere pivot della squadra dibasket si è aggiudicato una meri-tatissima medaglia d'oro nellascherma (sciabola), frutto deisacrifici di una vita dedicata allosport.Ma la mente di tutti è già proiet-tata verso il futuro e uno degliobiettivi è sicuramente riconferma-re il titolo di campioni d'europa.La sfida è stata lanciata.

Sull'onda della recente spedizione azzurra alle Paraolimpiadi di Atene, abbiamo voluto rivolgere qualche domanda a Luca Pancalli, Presidente del Comitato ItalianoParaolimpico e della Federazione Italiana Sport Disabili (oltre che ex campione olimpico), nonché socio ed amico dell'Associazione Paraplegici.

A Luca ci rivolgiamo per cercare di scoprire se e come è cambiato il rapporto fra sport e disabilità negli ultimi anni e per sondare le iniziative che il Cipsi avvia ad intraprendere. Restando in ambito sportivo, pubblichiamo l’annuncio per le adesioni alla prossima Maratona di Roma

gli azzurri da ateneVerso altre Vittorie

dicembre 2004

L'avventura Paraolimpica di Atene 2004 ha chiusoi battenti e ha visto gli atleti italiani aggiudicarsicomplessivamente 19 medaglie. Sei soddisfatto deirisultati ottenuti?sicuramente sono più che soddisfatto anche perché la pre-visione che avevo fatto delle 25 medaglie è stata rispettata,nel senso che se si considerano le mancate medaglie del-l'atletica leggera, (vedi lorenzo ricci che si è strappato enon ha potuto accedere alle finali dei 100 metri piani, econseguentemente ha messo in discussione anche la staf-fetta non vedenti che si presentava ad atene come prima-tista mondiale) e se si considera anche qualche altro scivo-lone nella scherma, obiettivamente avremmo potuto rag-giungere le 25 medaglie. è chiaro che sono soddisfatto, ol-tre che per queste valutazioni anche in relazione a quelloche ho visto ad atene, cioè un livello tecnico e agonisticospaventosamente alto che ovviamente però deve indurci adelle riflessioni per il futuro.Puoi dirci se c'è stato un incremento del numerodegli atleti partecipanti nell'edizionedi Atene 2004 rispetto al passato?considera che in ogni edizione para-olimpica viene dato un numero massimodi atleti sulla base del quale poi vengonofatte le qualificazioni per accedere, que-sto per evidenti problemi logistici edorganizzativi, quindi non si può direse è aumentato o diminuito, dipendedalle capacità organizzative dellecittà ospitanti. cosa diversa è direche in base a quello che abbiamovisto e soprattutto alle delegazionipresenti (c'erano 15 paesi nuovi), si-curamente il movimento paraolimpi-co a livello internazionale sta cre-scendo notevolmente, anche perchéaltrimenti non avrebbe avuto quel tipo dirisposta dal punto di vista tecnico e agonistico:laddove si ha una grossa crescita tecnica e agonistica, signi-fica che sta crescendo un buon movimento di base.Una menzione per un atleta o per una squadra cheha raccolto meriti particolari?non mi sento di valutare più di altre alcune medaglie, tut-te per me sono uguali perché tutte rappresentano il risul-tato di sacrifici compiuti per anni. certo ce ne sono alcu-ne che mi soddisfano particolarmente perché sono la car-tina di tornasole di un'attività che ha reso i frutti dal pun-to di vista della politica federale. intendo riferirmi alle me-daglie del nuoto, dove non vincevamo dal 1996; intendoriferirmi, anche se non è una medaglia, alsesto posto del basket in carrozzina.Quindi medaglie che comunque rappre-sentano il risultato di una politica che hapremiato alcune discipline.Quindi la crescita di una disciplinache in passato aveva raggiunto tra-guardi meno importanti…esattamente. poi è chiaro che le medaglied'oro di pellegrini, di imma cerasuolo e dialvise de Vidi (che mi ha entusiasmatoparticolarmente, perché una medaglia inuna maratona nella paraolimpiade è comequella di baldini alla maratona olimpica) e l'oro della Fan-tato sono particolarmente entusiasmanti. però ritengo dipoter dire che tutte rappresentano qualcosa di importan-

te. ripeto: ciò nontoglie che delle ri-flessioni e delle au-tocritiche vanno fat-te, anche con la Fe-derazione, per co-struire un percorsomigliore.Quanto è difficileoggi per un giova-ne atleta, motiva-to e prometten-te, arrivare a con-frontarsi in com-petizioni così adalto livello?

è difficilissimo, se lo è per un atleta "abile" lo è anco-ra di più per un atleta disabile. per tutta una se-rie di motivazioni che io ho messo in evidenzanel corso della spedizione ad atene, legateal fatto che i nostri atleti purtroppo posso-no godere di una serie di aiuti, siano essieconomici che organizzativi, che non han-no nulla a che vedere con quelli di cui pos-sono godere gli atleti "abili". il 70% degliatleti "abili", appartiene ai gruppi sportivimilitari, il che vuol dire che si possono tran-quillamente allenare godendo anche degliappannaggi economici che gli arrivanoda questo rapporto, ma anche dalfatto che godono di borse di stu-dio, borse lavoro e quant'altro. inostri lo fanno per puro attacca-mento alla maglia azzurra, spesso con tremilaproblemi legati all'accessibilità degli impianti,non solo in termini di barriere architettoniche esensoriali ma nel senso di indisponibilità dell'impianti-

stica sportiva nelle ore che sono lepiù normali per un atleta, e quindispesso sono costretti ad allenarsi

in ore improbe, perché ovviamente lavo-rano e sono costretti ad allenarsi magari di se-

ra tardi o anche in condi-zioni sia climatiche che dal unpunto di vista della preparazio-ne non ottimali. Quindi mi viene di pensa-

re che una persona dis-abile, qualora decida

di avvicinarsi allosport, non necessa-riamente a livelli co-

sì alti, probabilmentetroverà delle difficoltàmaggiori, proprio perchémanca un'adeguata rete dicollegamento.è chiaro che la rete ancora man-ca, nonostante il grandissimo la-voro di cui va dato merito allesocietà sportive sul territorio.però siamo ancora ben lungi dalcreare quella rete di sinergie, so-prattutto fra le nostre e le altresocietà, che possa aiutare i ragazzi ad avvicinarsi e a prati-

care un'attività sportiva.Credi che nel nostro paese si riusciràa passare da un livello dilettantisticoad un livello professionistico?io credo di sì. anzitutto partiamo dalla con-sapevolezza che il professionismo non è so-lo quello dagli aspetti negativi. io il profes-sionismo lo intendo in termini di qualità,non legato a introiti economici. come tuttele cose credo ci si arriverà sempre di più; infondo gli atleti che sono arrivati ad atene,nel loro piccolo, sono tutti professionisti,nel senso che sono tutti atleti che lavorano

seriamente, con caparbietà, con tecnici, medici e quant'al-tro per arrivare all'appuntamento più importante della lo-ro carriera sportiva. il problema è un altro, cioè garantireche questo tipo di accesso "professionistico" possa pianpiano permeare tutta la realtà sportiva, perché in realtà ilprofessionismo, inteso come serietà di accesso e di praticasportiva, deve essere qualcosa che riguarda tutti i livellidello sport praticato; poi chi più e chi meno in base al livel-lo, però la serietà dell'approccio deve esistere dal momen-to dell'avviamento allo sport al successivo momento pre-agonistico, al momento agonistico a livello sia nazionaleche internazionale. è chiaro che per arrivare a questo biso-gna che anche la Federazione, oggi comitato paraolimpi-co, sia messa nelle condizioni di portare avanti dei progettiformativi dei tecnici, dei medici, del mondo del volontaria-to che ruota intorno a noi, per promuovere una culturadella pratica sportiva che abbandoni un po' il volontarismodegli anni passati.Tu che sei stato protagonista dei giochi in passato,

ritieni che l'approccio sociale e culturaleverso la manifestazione sia cambiato in

senso positivo?sicuramente è cambiato. mi è capitato divedere dei filmati in bianco e nero sbiaditodei primordi dell'attività sportiva dei dis-abili e vedendo questi e passando per lamia esperienza di vent'anni, e arrivando aquella di oggi, posso dire che la dirigenzasportiva è cambiata moltissimo, che ècresciuto dal punto di vi-

sta soprattutto qualita-tivo, più che quanti-

tativo, l'approcciodei media neiconfronti dell'at-

tività sportiva deidisabili. è cresciuto anche il

senso di responsabilità degli at-leti, delle società, dei tecnici. è

chiaro che si sta imponendo semprepiù il movimento paraolimpico per quelloche è, cioè un movimento sportivo e nulla più, un movi-mento nel quale viene esaltato, a mio parere, lo sport nonsolo come strumento di inclusione sociale, ma soprattuttoil movimento sportivo come diritto, come lo è per tutte le

persone "abili".Dunque non un discorsolegato esclusivamente alleolimpiadi ma che abbrac-cia in maniera globale an-che tutti coloro che voglio-no ottenere il proprio di-ritto allo sport…sicuramente. Quando si affron-ta il discorso dello sport con lepersone disabili, necessaria-mente lo si affianca a un discor-so para-riabilitativo, e credo siauna cosa giusta da fare, ma cheè giusta anche per gli "abili". ionon stigmatizzo negativamentequesto atteggiamento, perchéparto da un altro presupposto:che lo sport è uno strumentodi benessere per tutti, quindicosì come lo è per una personadisabile, lo è anche per la per-

sona "abile". se vai a vedere nei paesi del nord europa, do-ve l'attività motoria viene utilizzata nella terza e quarta età,si è dimostrato che ilcosto a carico del ser-vizio sanitario nazio-nale si è abbassato, poi-ché attraverso l'attivitàmotoria si è limitata oritardata l'insorgenza dipatologie che sono le-gate alla terza e quartaetà. per cui anche il fat-to che spesso si leghil'attività sportiva prati-cata da persone disabiliall'attività riabilitativa,non è negativo, è sba-gliato il non estenderloa tutti gli altri. nellostesso tempo si è sem-pre di più andata affer-mando la cultura dellosport come diritto eopportunità e comemodo di occupare ilproprio tempo libero.Per finire una do-manda sul Cip (Co-mitato ItalianoParaolimpico). Conil Decreto attuati-vo della Presidenzadel Consiglio dei

Ministri dello scorso aprile, è stato fatto un gros-so passo avanti verso il diritto allo sport delle per-sone con disabilità. Quali sono i prossimi obiettiviche il Cip si propone di raggiungere?l'obiettivo che il comitato italiano paraolimpico oggi sista ponendo è quello ovviamente di riuscire almeno araggiungere un livello, per quanto riguarda la qualità, paria quello dei nostri colleghi più vicini: francesi, spagnoli,inglesi o gli stessi tedeschi. livelli qualitativi per il rag-giungimento dei quali sono indispensabili però maggiori

risorse economiche, proprio per garanti-re quell'approccio iniziale ma anche di svi-luppo che è fondamentale. noi oggi stia-mo pensando di essere riconosciuti qualeente pubblico perché riteniamo che ilproblema dello sport praticato dalle per-sone disabili non debba essere un proble-ma di pochi, ma debba essere condiviso epoliticizzato in senso buono a livello pub-blico. se è vero che lo sport è un formida-bile strumento di benessere, di valori so-ciali, di comunicazione e di integrazione

sociale, se è vero che lo sport è diritto, se è vero che losport è opportunità di occupazione del proprio tempolibero, ebbene tutto questo va fatto assumendo lo stes-so atteggiamento che si è assunto per anni per lo sportdegli "abili". il coni è stato sempre un ente pubblico, aldi-là della privatizzazione attraverso la coni s.p.a., però losport è un pro-blema pubbli-co, se è verotutto quelloche abbiamodetto finora.Allora esten-diamo que-sto discorsoa tutte quellepersone chevogliono av-vicinarsi allosport a pre-scindere dauna condi-zione di dis-abilità…esattamente…ok, grazie perla disponibilitàe buon lavoro.

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Per 2500 anni i disabili sono statiesclusi da uno dei siti archeologicipiù famosi al mondo, ma, comeparte di uno sforzo per rendereatene più accessibile durante leOlimpiadi e le Paraolimpiadi, lepersone con disabilità possonofinalmente visitare l'acropoli graziead un elevatore.Realizzato da una compagnia

svedese, la struttura a forma digabbia, simile agli ascensori usatiper le costruzioni, scorre su unimpalcatura di acciaio attaccato aduna parte delle mura del norddell'acropoli. L'ascensore èalimentato ad elettricità, e includeun freno a mano che può essereusato per arrivare al piano terra incaso di black out elettrico.

tuttavia si tratta di una strutturatemporanea in funzione fino al 28settembre, giorno di chiusura delleParalimpiadi, perchè è già pronto unnuovo e più funzionante progettoper il trasporto delle persone condisabilità, che, assicurano le autoritàgreche, verrà approntato in manieradefinitiva entro la fine dell'anno.

un ascensore per l’acropoli di atene

inchiesta

La partita Italia-Gran Bretagna di basket in carrozzina

Virginia Pisani

Virginia Pisani

Andrea Pellegrini dopo la vittoria nella sciabola

Il vessillo del Comitato Paraolompico alla cerimonia di apertura

Gabriele Torcigliani

“Tutte lemedaglierappresentano ilrisultato disacrifici compiutiper anni”

Anno Città Oro Arg Bronzo Totale

1960 roma (italia) 28 30 24 821964 tokyo (gia) 14 15 14 431968 tel aviv (isr) 12 10 15 371972 heidelberg (ger) 8 6 5 191976 toronto (can) 2 5 11 181980 arhnem (ola) 6 5 9 201984 stoke mandeville (gb) 8 19 13 401988 seoul (Kor) 17 15 27 591992 barcellona (spa) 10 7 18 351996 atlanta (usa) 11 20 14 452000 sydney (aus) 9 8 10 27totale 125 140 160 425

il medagliere italianonella storia delle

paraolimpiadi

atene 2004: azzurri d’oro

IL NOTIZIARIO dicembre 2004

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inchiesta

Sull'onda della recente spedizione azzurra alle Paraolimpiadi di Atene, abbiamo voluto rivolgere qualche domanda a Luca Pancalli, Presidente del Comitato ItalianoParaolimpico e della Federazione Italiana Sport Disabili (oltre che ex campione olimpico), nonché socio ed amico dell'Associazione Paraplegici.

A Luca ci rivolgiamo per cercare di scoprire se e come è cambiato il rapporto fra sport e disabilità negli ultimi anni e per sondare le iniziative che il Cipsi avvia ad intraprendere. Restando in ambito sportivo, pubblichiamo l’annuncio per le adesioni alla prossima Maratona di Roma

L'avventura Paraolimpica di Atene 2004 ha chiusoi battenti e ha visto gli atleti italiani aggiudicarsicomplessivamente 19 medaglie. Sei soddisfatto deirisultati ottenuti?sicuramente sono più che soddisfatto anche perché la pre-visione che avevo fatto delle 25 medaglie è stata rispettata,nel senso che se si considerano le mancate medaglie del-l'atletica leggera, (vedi lorenzo ricci che si è strappato enon ha potuto accedere alle finali dei 100 metri piani, econseguentemente ha messo in discussione anche la staf-fetta non vedenti che si presentava ad atene come prima-tista mondiale) e se si considera anche qualche altro scivo-lone nella scherma, obiettivamente avremmo potuto rag-giungere le 25 medaglie. è chiaro che sono soddisfatto, ol-tre che per queste valutazioni anche in relazione a quelloche ho visto ad atene, cioè un livello tecnico e agonisticospaventosamente alto che ovviamente però deve indurci adelle riflessioni per il futuro.Puoi dirci se c'è stato un incremento del numerodegli atleti partecipanti nell'edizionedi Atene 2004 rispetto al passato?considera che in ogni edizione para-olimpica viene dato un numero massimodi atleti sulla base del quale poi vengonofatte le qualificazioni per accedere, que-sto per evidenti problemi logistici edorganizzativi, quindi non si può direse è aumentato o diminuito, dipendedalle capacità organizzative dellecittà ospitanti. cosa diversa è direche in base a quello che abbiamovisto e soprattutto alle delegazionipresenti (c'erano 15 paesi nuovi), si-curamente il movimento paraolimpi-co a livello internazionale sta cre-scendo notevolmente, anche perchéaltrimenti non avrebbe avuto quel tipo dirisposta dal punto di vista tecnico e agonistico:laddove si ha una grossa crescita tecnica e agonistica, signi-fica che sta crescendo un buon movimento di base.Una menzione per un atleta o per una squadra cheha raccolto meriti particolari?non mi sento di valutare più di altre alcune medaglie, tut-te per me sono uguali perché tutte rappresentano il risul-tato di sacrifici compiuti per anni. certo ce ne sono alcu-ne che mi soddisfano particolarmente perché sono la car-tina di tornasole di un'attività che ha reso i frutti dal pun-to di vista della politica federale. intendo riferirmi alle me-daglie del nuoto, dove non vincevamo dal 1996; intendoriferirmi, anche se non è una medaglia, alsesto posto del basket in carrozzina.Quindi medaglie che comunque rappre-sentano il risultato di una politica che hapremiato alcune discipline.Quindi la crescita di una disciplinache in passato aveva raggiunto tra-guardi meno importanti…esattamente. poi è chiaro che le medaglied'oro di pellegrini, di imma cerasuolo e dialvise de Vidi (che mi ha entusiasmatoparticolarmente, perché una medaglia inuna maratona nella paraolimpiade è comequella di baldini alla maratona olimpica) e l'oro della Fan-tato sono particolarmente entusiasmanti. però ritengo dipoter dire che tutte rappresentano qualcosa di importan-

te. ripeto: ciò nontoglie che delle ri-flessioni e delle au-tocritiche vanno fat-te, anche con la Fe-derazione, per co-struire un percorsomigliore.Quanto è difficileoggi per un giova-ne atleta, motiva-to e prometten-te, arrivare a con-frontarsi in com-petizioni così adalto livello?

è difficilissimo, se lo è per un atleta "abile" lo è anco-ra di più per un atleta disabile. per tutta una se-rie di motivazioni che io ho messo in evidenzanel corso della spedizione ad atene, legateal fatto che i nostri atleti purtroppo posso-no godere di una serie di aiuti, siano essieconomici che organizzativi, che non han-no nulla a che vedere con quelli di cui pos-sono godere gli atleti "abili". il 70% degliatleti "abili", appartiene ai gruppi sportivimilitari, il che vuol dire che si possono tran-quillamente allenare godendo anche degliappannaggi economici che gli arrivanoda questo rapporto, ma anche dalfatto che godono di borse di stu-dio, borse lavoro e quant'altro. inostri lo fanno per puro attacca-mento alla maglia azzurra, spesso con tremilaproblemi legati all'accessibilità degli impianti,non solo in termini di barriere architettoniche esensoriali ma nel senso di indisponibilità dell'impianti-

stica sportiva nelle ore che sono lepiù normali per un atleta, e quindispesso sono costretti ad allenarsi

in ore improbe, perché ovviamente lavo-rano e sono costretti ad allenarsi magari di se-

ra tardi o anche in condi-zioni sia climatiche che dal unpunto di vista della preparazio-ne non ottimali. Quindi mi viene di pensa-

re che una persona dis-abile, qualora decida

di avvicinarsi allosport, non necessa-riamente a livelli co-

sì alti, probabilmentetroverà delle difficoltàmaggiori, proprio perchémanca un'adeguata rete dicollegamento.è chiaro che la rete ancora man-ca, nonostante il grandissimo la-voro di cui va dato merito allesocietà sportive sul territorio.però siamo ancora ben lungi dalcreare quella rete di sinergie, so-prattutto fra le nostre e le altresocietà, che possa aiutare i ragazzi ad avvicinarsi e a prati-

care un'attività sportiva.Credi che nel nostro paese si riusciràa passare da un livello dilettantisticoad un livello professionistico?io credo di sì. anzitutto partiamo dalla con-sapevolezza che il professionismo non è so-lo quello dagli aspetti negativi. io il profes-sionismo lo intendo in termini di qualità,non legato a introiti economici. come tuttele cose credo ci si arriverà sempre di più; infondo gli atleti che sono arrivati ad atene,nel loro piccolo, sono tutti professionisti,nel senso che sono tutti atleti che lavorano

seriamente, con caparbietà, con tecnici, medici e quant'al-tro per arrivare all'appuntamento più importante della lo-ro carriera sportiva. il problema è un altro, cioè garantireche questo tipo di accesso "professionistico" possa pianpiano permeare tutta la realtà sportiva, perché in realtà ilprofessionismo, inteso come serietà di accesso e di praticasportiva, deve essere qualcosa che riguarda tutti i livellidello sport praticato; poi chi più e chi meno in base al livel-lo, però la serietà dell'approccio deve esistere dal momen-to dell'avviamento allo sport al successivo momento pre-agonistico, al momento agonistico a livello sia nazionaleche internazionale. è chiaro che per arrivare a questo biso-gna che anche la Federazione, oggi comitato paraolimpi-co, sia messa nelle condizioni di portare avanti dei progettiformativi dei tecnici, dei medici, del mondo del volontaria-to che ruota intorno a noi, per promuovere una culturadella pratica sportiva che abbandoni un po' il volontarismodegli anni passati.Tu che sei stato protagonista dei giochi in passato,

ritieni che l'approccio sociale e culturaleverso la manifestazione sia cambiato in

senso positivo?sicuramente è cambiato. mi è capitato divedere dei filmati in bianco e nero sbiaditodei primordi dell'attività sportiva dei dis-abili e vedendo questi e passando per lamia esperienza di vent'anni, e arrivando aquella di oggi, posso dire che la dirigenzasportiva è cambiata moltissimo, che ècresciuto dal punto di vi-

sta soprattutto qualita-tivo, più che quanti-

tativo, l'approcciodei media neiconfronti dell'at-

tività sportiva deidisabili. è cresciuto anche il

senso di responsabilità degli at-leti, delle società, dei tecnici. è

chiaro che si sta imponendo semprepiù il movimento paraolimpico per quelloche è, cioè un movimento sportivo e nulla più, un movi-mento nel quale viene esaltato, a mio parere, lo sport nonsolo come strumento di inclusione sociale, ma soprattuttoil movimento sportivo come diritto, come lo è per tutte le

persone "abili".Dunque non un discorsolegato esclusivamente alleolimpiadi ma che abbrac-cia in maniera globale an-che tutti coloro che voglio-no ottenere il proprio di-ritto allo sport…sicuramente. Quando si affron-ta il discorso dello sport con lepersone disabili, necessaria-mente lo si affianca a un discor-so para-riabilitativo, e credo siauna cosa giusta da fare, ma cheè giusta anche per gli "abili". ionon stigmatizzo negativamentequesto atteggiamento, perchéparto da un altro presupposto:che lo sport è uno strumentodi benessere per tutti, quindicosì come lo è per una personadisabile, lo è anche per la per-

sona "abile". se vai a vedere nei paesi del nord europa, do-ve l'attività motoria viene utilizzata nella terza e quarta età,si è dimostrato che ilcosto a carico del ser-vizio sanitario nazio-nale si è abbassato, poi-ché attraverso l'attivitàmotoria si è limitata oritardata l'insorgenza dipatologie che sono le-gate alla terza e quartaetà. per cui anche il fat-to che spesso si leghil'attività sportiva prati-cata da persone disabiliall'attività riabilitativa,non è negativo, è sba-gliato il non estenderloa tutti gli altri. nellostesso tempo si è sem-pre di più andata affer-mando la cultura dellosport come diritto eopportunità e comemodo di occupare ilproprio tempo libero.Per finire una do-manda sul Cip (Co-mitato ItalianoParaolimpico). Conil Decreto attuati-vo della Presidenzadel Consiglio dei

Ministri dello scorso aprile, è stato fatto un gros-so passo avanti verso il diritto allo sport delle per-sone con disabilità. Quali sono i prossimi obiettiviche il Cip si propone di raggiungere?l'obiettivo che il comitato italiano paraolimpico oggi sista ponendo è quello ovviamente di riuscire almeno araggiungere un livello, per quanto riguarda la qualità, paria quello dei nostri colleghi più vicini: francesi, spagnoli,inglesi o gli stessi tedeschi. livelli qualitativi per il rag-giungimento dei quali sono indispensabili però maggiori

risorse economiche, proprio per garanti-re quell'approccio iniziale ma anche di svi-luppo che è fondamentale. noi oggi stia-mo pensando di essere riconosciuti qualeente pubblico perché riteniamo che ilproblema dello sport praticato dalle per-sone disabili non debba essere un proble-ma di pochi, ma debba essere condiviso epoliticizzato in senso buono a livello pub-blico. se è vero che lo sport è un formida-bile strumento di benessere, di valori so-ciali, di comunicazione e di integrazione

sociale, se è vero che lo sport è diritto, se è vero che losport è opportunità di occupazione del proprio tempolibero, ebbene tutto questo va fatto assumendo lo stes-so atteggiamento che si è assunto per anni per lo sportdegli "abili". il coni è stato sempre un ente pubblico, aldi-là della privatizzazione attraverso la coni s.p.a., però losport è un pro-blema pubbli-co, se è verotutto quelloche abbiamodetto finora.Allora esten-diamo que-sto discorsoa tutte quellepersone chevogliono av-vicinarsi allosport a pre-scindere dauna condi-zione di dis-abilità…esattamente…ok, grazie perla disponibilitàe buon lavoro.

Francesca Porcellato alla partenza dellafinale dei 100 metri

Andrea Pellegrini dopo la vittoria nella sciabola

Nazione Oro Argento Bronzo Totale Pos.Tot.

1° cina 63 46 32 141 1°2° gran bretagna 35 30 28 93 3°3° canada 27 19 24 70 7°4° usa 26 22 39 87 4°4° australia 26 36 36 98 2°6° ucraina 24 12 19 55 9°7° spagna 20 26 23 69 8°8° germania 19 28 32 79 5°9° Francia 18 26 30 74 6°

10° giappone 17 15 20 52 11°18° polonia 10 25 19 54 10°31° italia 4 8 7 19 25°

atene 2004

il medagliere

MEDAGLIA D'ORO:Cerasuolo Immacolata - nuoto, 100m Farfalla s8Pellegrini Alberto - scherma, sciabola indiv. masch.Fantato Paola - tiro con l'arco indiv. Femm. De Vidi Alvise - atletica, maratona masch. t51

MEDAGLIA D'ARGENTO:Porcellato Francesca - atletica, 100m t53Porcellato Francesca - atletica, 800m t53Cerasuolo Immacolata - nuoto, 200m misti, sm8Triboli Fabio - ciclismo su strada, combinata strada cronometro masch.La Barbera Roberto - atletica, salto in lungo masch. F44Lippi Stefano - atletica, salto in lungo masch. F42Italia - tiro con l'arco, open Femm.Zorzetto Valeria - tennis tavolo, class. 4 indiv. Femm.

MEDAGLIA DI BRONZO:Piccoli Carlo - nuoto, 200m stile libero, s3Triboli Fabio - ciclismo su pista, inseguimento masch. indiv. (lc1)Macchi Fabrizio - ciclismo su pista, inseguimento masch. indiv. (lc3)De Vidi Alvise - atletica, 200m masch. - t51Cionna Andrea - atletica, 10.000m masch. t11Cionna Andrea - atletica, maratona masch. t11Porcellato Francesca - atletica, 400m indiv. Femm. t53

atene 2004

il medagliere italiano

“Lo sport nonsolo comestrumento diinclusione socialema soprattuttocome diritto”

caro Presidente, caro atleta, caro amico, sono enzo Jamundo, responsabiledel settore Disabili per l'organizzazione della Xi Maratona di Roma, chesi terrà il 13 Marzo 2005.Questa lettera è indirizzata a tutti i presidenti delle società e/o gruppisportivi e/o maratoneti e a tutte le persone disabili che hanno intenzionedi trascorrere una giornata all'insegna dello sport.sull'onda dell'entusiasmo dell'edizione 2004, che ha visto sulla linea dipartenza della maratona 62 atleti disabili, l'italia Marathon cluborganizza il 13 Marzo 2005, la Xi Maratona (km 42,195) e lastracittadina della città di Roma (km. 5). notevoli, anche quest'anno, glisforzi per garantire le iniziative che saranno proposte:Per la stracittadina: - iscrizione gratuitaPer la Maratona: - iscrizione gratuita- Montepremi in denaro categoria uomini, donne, wheelchair ed

handbyke- Possibilità di accompagnatore in bicicletta, se richiesto entro fine

gennaio 2005- Pernotto del 12/03 in hotel accessibile a carico dell'organizzazione

per i primi 100 iscritti- cena sabato 12/3 e pranzo domenica post maratona 13/3 a carico

dell'organizzazione per i primi 100 iscritti- Rimborsi spese chilometrici, secondo la tabella che sarà resa nota

nelle prossime settimane- agevolazioni per un accompagnatore per ogni squadra che iscriverà

un minimo di cinque atletiPer ulteriori dettagli visita il sito www.maratonadiroma.it e troveraiulteriori informazioni.Questa iniziativa conta anche sul forte impegno dell'amministrazionecomunale di Roma - consigliere Delegato per le politiche dell'handicapOn. ileana argentin, della Federazione italiana sport Disabili,dell'associazione Paraplegici di Roma e del Lazio, e della Fondazionenuova italia. certi di una Vostra collaborazione e partecipazione per il successo diquesto evento, Vi invio i miei più cordiali saluti.

Enzo Jamundo

iscrizioni aperte alla ximaratona di roma

Un momento della Maratona di Roma del 2004

atene 2004: azzurri d’oro

abbiamo parlato con Giovanniianniccari dell'esperienza che dal'95 al '03 il tangram - centrodiurno gestito dalla coop ideaPrisma '82 - ha sviluppato con ilWwf nella la Riserva diMacchiagrande che si trova, suomalgrado, a ridosso dell'aeroportodi Fiumicino e in prossimità delmare. Riassumiamo per brevità lachiacchierata: "nel '98, dopoqualche anno di collaborazione,abbiamo pensato di realizzare unpercorso attrezzato sperimentaleche andava dalla Pinetina al BoscoUmido, parliamo di circacentocinquanta metri,preoccupandoci soprattutto dipermettere l'accessibilità alle sediea rotelle. il fatto che il terreno diquesta riserva è sabbioso creamolti problemi di stabilità e anchel'utilizzo della rete elettrosaldata,posata lungo il sentiero, non riescead arginare l'anarchia dei grani disabbia, per cui il vento ha giocofacile nello scavare cunette edaccumulare dossi. Questo fattocrea qualche problema alle sedie arotelle, ma è evidente che senza larete il terreno non sarebbe affattoaccessibile. Vorrei dire che uno degliaspetti più importanti della nostrapartecipazione a questaesperienza è stato il fatto che lepersone disabili che ci hannolavorato sono state i soggetti attividella realizzazione della pistaaccessibile. concludo ricordandoche il nostro rapporto con il Wwfha sviluppato anche un progetto diinserimento al lavoro che haportato all'assunzione di trepersone disabili, da noi seguite,presso i loro uffici di Roma."

Enzo Berardi

il centrotangrame il WWF

dicembre 2004IL NOTIZIARIO

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il 18 settembre scorso a macchia-grande (tra Fregene e Fiumicino, inprovincia di roma) il WWF hainaugurato un nuovo sentiero perdisabili. l'inaugurazione e stata fat-ta proprio nel periodo in cui learee naturali tornano a popolarsidi animali che trovano rifugio pertrascorrere l'inverno nel nostropaese o per un breve periodo disosta nel lungo viaggio verso paesipiù caldi. proprio per la sua posi-zione l'oasi di macchiagrande svol-ge una funzione di notevole im-portanza.l'iniziativa si inserisce nel piùvasto programma del Wwf direndere fruibili a tutti le oasi.ricordo che tre anni fa la nostraassociazione andò, con un grup-po di soci, all'oasi di burano (vici-

no caparbio, in toscana) oltre perla piacevolissima gita che si rivelòanche per constatare in chemodo si fosse agito per renderlaaccessibile.con l'oasi di macchiagrande iltotale delle oasi del Wwf accessi-bili sale a 23 su un totale di 123. miviene da dire "ancora poche" maspesso si devono superare, cosi miviene spiegato da un addetto ailavori, molti problemi sia di tipotopografico sia di massima tuteladel luogo. non riesco a saperenemmeno quanto è grande e quin-di a rendermi conto di quale spa-zio sto visitando.il percorso in questione, sponso-rizzato da una società (la tgrproduttrice di apparecchiatureper lo spostamento e il solleva-

mento di persone disabili o conscarsa mobilità ) consta in 260metri di percorso delimitato late-ralmente da un'asta posta a 10 cmda terra che serve ai non vedentie per evitare che le carrozzinenon escano dal tracciato. per ilconsolidamento del fondo è statautilizzata la già sperimentata reteelettrosaldata conmaglie di diversadimensione. infinesono state createdelle stazioni in cuisono visibili delleschede che illustra-no gli animali chepopolano l'oasi e leloro principali caratteristiche.siccome non abbiamo mai rifiuta-to inviti di questo genere abbiamoanche sviluppato un certo sensocritico, in veste di miglioramentonaturalmente, e verificato quantosegue:- la rete elettrosaldata, se nonpulita regolarmente, tende adinterrarsi il che significa che siossida prima e di conseguenzadurerà meno e non serve a crearequel fondo adatto al rotolamentodelle carrozzine;- che il percorso è esclusivamen-te all'interno di un fitto boscodove non si ha la possibilità divedere molto e comunque il per-corso è troppo breve per apprez-zare a pieno la bellezza del posto;- l'oasi e sorvolata a bassissimaquota dagli aerei che atterranoall'aeroporto di Fiumicino (come

fanno gli animali a sopportare tuttoquesto rumore senza scappare?)che a me sembra un limite non dapoco. in fondo io vado in un'oasiper apprezzare anche il silenzio. ultima notazione: esiste un bagnoaccessibile mobile vicino all'ingres-so dove c'è un piccolo prefabbrica-to in legno che ospita una presen-

tazione fotograficadell'oasi stessa. lavisita è solo suappuntamento met-tendosi in contattocon il responsabile.buona Visita

Oasi di Macchiagran-de (superficie 280 ha). nell'Oasi sono state messe a puntouna serie di attività, per le persone nonvedenti e con handicap motori e psi-chici: un quarto della passeggiata èdotata di passerelle che attraversanol'area faunistica e portano direttamen-te alle postazioni sullo stagno, dallequali si possono osservare diverse spe-cie di uccelli. Le visite sono sempreaccompagnate da guide formate, chepossono alternare aspetti puramentedidattici a esperienze sensoriali per chiha problemi a relazionarsi con l'am-biente o per i non vedenti. Lungo il per-corso si potranno quindi trovare piantearomatiche, diversi tipi di cortecce datoccare e riconoscere. Visite: da ottobrea luglio, la domenica alle 10 e alle 14(ora legale 15). Gruppi e scolareschetutti i giorni, su prenotazione pressol'Oasi tel.06 6685487, e-mail: [email protected].

L’associazione ambientalista inaugura un nuovo sentiero per disabili motori e sensoriali nell’oasi diMacchiagrande, nei pressi di Roma.Anche i capanni per osservare gli uccelli sono accessibili alle carrozzine

WWF: un’oasi per tuttiSergio Spadi

“Il programmadel Wwf è direndere fruibilia tutti le oasi”

tempo libero

Lo stagno di Macchiagrande visto attraverso la feritoia di uno dei punti diosservazione. Anche questi capanni sono stati resi accessibili.

le informazioni siamo andate acercarle là dove sapevamo che ciavrebbero risposto volentieri, dachi queste oasi le gestisce quoti-dianamente. si tratta di un funzio-nario del Wwf, barbara mariotti,una di quelle che hanno abbando-nato ciò che avevano pensato difare e si sono dedicate alla lottaper ia salvaguardia della natura. il quadro che ci fornisce non è deimigliori e questo a causa di unaserie di fattori. primo fra tutti loforma sotto cui il Wwf entra nellagestione di ogni singola oasi. spesso si tratta di oasi di proprie-tà di enti pubblici o privati, deiquali il Wwf gestisce la tutela,oppure dove fornisce una consu-lenza scientifica. comunque losituazione è la seguente:Lago Secco (2,6 ha) è un piccololago appenninico nel comune diaccumoli (ri). la sua particolareposizione fa si che sia impossibilearrivarci per via di un sentiero chesi percorre in circa 2 ore. Oasi di Ninfa (1852 ha) in pro-vincia di latina. di proprietà dellaFondazione caetani, il Wwf hasolo una consulenza scientifica. è

quasi totalmente accessibile. Oasi di Tor Caldara (44 ha). diproprietà del comune di anzio(rm) anche qui ii Wwf ha unasupervisione scientifica. Oasi di Vulci (295 ha) in provin-cia di Viterbo. di proprietà di pri-vati; il Wwf è stato, recentemente,estromesso dalla gestione. non èstata fatta nessuna opera per l’ac-cessibiltà, neanche di accoglienza. Monumento Naturale di PianSant'Angelo (600 ha). nei comu-ni di corchiano e ga.llese (Vt); sitratta di un'area collinare incisa davalloni e corsi d'acqua. Qui il Wwfnon ha praticamente voce in quan-to la proprietà è frammentata e icomuni non svolgono una adegua-ta azione di salvaguardia. Rifugio dell'Orto Botanico diCollepardo (1 ha). si tratta diuna ristretta area ai margini delcomune di collepardo (Fr) nelquale si vogliono riprodurre lespecie vegetali tipiche dei montiernici. il Wwf svolge solo una con-sulenza scientifica. info: Wwf italia, via Po 25/c, 00198Roma, tel. 06 844971, www.wwf.it,[email protected]..

Sono sei, oltre Macchiagrande. Ci siamo allorachiesti se anche queste fossero accessibili: le risposte

non sono molto positive

e le altre oasidel lazio?

Sergio Spadi

la prima a lanciare l'idea è stata parigi, ma la nuit blancheha ormai contagiato molte capitali europee. una kermesseall'insegna del divertimento e della cultura che inizia al tra-monto e finisce all'alba. roma, nonostante il blackout delloscorso anno, non ha voluto perdersi l'evento e con due set-timane di anticipo sulla capitale d'oltralpe, il 18 settembreha organizzato la sua notte bianca.Quanto alla fruibilità della manifestazione, abbiamo senti-to il parere di una nostra socia, silvia cutrera: "ho moltoapprezzato il servizio trasporto disabili trambus organiz-zato in occasione della notte bianca perché mi ha per-messo di muovermi liberamente e raggiungere i luoghi delmio personale itinerario. purtroppo ho incontrato alcuniostacoli. al museo etrusco non ho potuto vedere l'apollodi Vejo per la presenza di scale, l'ingresso principale aimusei capitolini presenta barriere e quello riservato allepersone disabili è attualmente interdetto per lavori dimanutenzione; infine nella sala proiezioni della nuovacasa del cinema il posto riservato alla persona disabile èun po' sacrificato, si trova in prima fila, posizione laterale,sotto lo schermo". Questo resoconto mette in evidenzauno scarso raccordo fra i servizi pubblici, in questo casopresenti e accessibili, e i luoghi d'interesse che in realtànon lo sono stati.e così due settimane più tardi la "nuit blanche" è approda-ta a parigi, riservando una particolare attenzione al temadella disabilità."per questa edizione mi sono ripromesso di estendere atutti il piacere della notte bianca - queste le parole spesedal sindaco bertrand dalanoe "per questo ho insistitomolto sull'accesso ai disabili".l'anno prossimo probabilmente si replicherà e speriamocon un attenzione maggiore alle esigenze di chi vuole viverela manifestazione con una partecipazione che non sia soloparziale.

Virginia Pisani

notte bianca: romacome parigi... o Quasi

dicembre 2004IL NOTIZIARIO

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è arrivato ora in redazione l'edi-toriale che troverete nella primapagina di questo numero delnostro notiziario, scritto da p.V.barbieri, e dopo una veloce lettu-ra mi accorgo di riconoscermi"nel nuovo che ha ancora capacitàdi indignarsi"… non capisco comepotrebbe essere altrimenti dopoaver preso parte all'incontro chevi racconterò… ma andiamo concalma, i fatti…il cpo di ostia, come avevamodato notizia in una delle scorsepubblicazioni, è stato finalmenteriaperto dopo un lungo periodo didegrado durante ilquale non era stata poicosì lontana l'ipotesi diuna chiusura definitiva;al suo interno si staportando avanti unaradicale riorganizza-zione che sta interes-sando (ancora incorso i lavori al 3° e 4° piano) nonsolo l'aspetto architettonico-fun-zionale della struttura, ma tutte leattività e le professionalità opera-tive nell'istituto.tra gli artefici di questo rilancioda citare l'impegno profusodall'associazione mielolesi diostia, in particolare dal presiden-te gennaro di rosa, e dal dr.david Flezter, ora qui in veste diprimario. in questo percorso,inoltre, non è loro venuto a man-care il supporto fondamentaledei vari direttori generali dellaasl rm d che si sono avvicenda-

ti negli ultimi anni, ed in generaledella giunta regionale presiedutadall'on. Francesco storace, pre-sente in sala per un breve inter-vento nel corso dell'incontrocitato in apertura. l'augurio quin-di, da parte di tutti, è quello che ilcpo possa diventare sempre piùun polo riabilitativo di fondamen-tale importanza, nella nostraregione e non solo, per poterdare risposte qualificate allenecessità delle persone con lesio-ne midollare.Questi i fatti, dicevamo, di cui era-vamo già a conoscenza e per il

quale, scusate la pigri-zia, non era poi cosìnecessario arrivare adostia in un sabatomattina piovoso perpartecipare il 30 otto-bre scorso al conve-gno "attualità sullapersona con lesione

midollare", organizzato nella strut-tura e presieduto dal dr. Fletzer;molto più interessante il fatto chesi sia trattato, più che di un incon-tro scientifico, di una kermesse dacui far uscire importanti messaggi"politici" (nulla di male, non si capi-sce perché tanta gente si scanda-lizzi e pronunci frasi tipo "lo scio-pero è stato politico", "si è tratta-to di una manifestazione politica",etc… e allora?).non fraintendiamoci, di carne alfuoco ce n'è stata molta, e adintervenire sono stati ottimi rela-tori con esposizioni, anche se

troppo brevi, per la maggior parteinteressanti. in sostanza, a dettare una linea diidee che molti degli autorevoliospiti hanno in seguito condiviso èstato in apertura un particolar-mente determinato prof.alessandro giustini, presidentenazionale del simfer, nella sualezione magistrale. Queste tesi,che probabilmente hanno lasciatoindifferenti molti studenti, ma chehanno fatto saltare dalla sedia ilsottoscritto, sono sostanzialmentedue, e strettamente connesse. laprima riguarda il dipartimentointeraziendale tra la asl rm c e laasl rm d, la cui nascita è stato unrisultato "conseguito nell'estate" efortemente voluto dallo stessogiustini e dal dr. Fletzer (che del

dip. interaziendale è direttore)per rafforzare il cpo, ma chesostanzialmente ancora non hadato alcun frutto. "il dipartimentoc'è, e se non si sviluppa non si svi-luppa neanche il cto e l'usu dellagarbatella", ha spiegato giustini,liquidando in maniera (troppo)semplicistica i motivi per cui que-sta collaborazione stenta a pren-dere il via; il succo, più o meno, èche "dall'altra parte" son solobuoni a chiaccherare.la seconda tesi, invece, è stata unattacco frontale al concetto diunipolarità, ed è superfluo spiega-re ai lettori il perché di un certodisgusto provato ad ascoltare que-sta presa di posizione. solamentequesti due punti evidenziati richie-derebbero un'analisi e delle rispo-

Il 30 ottobre si è tenuto al Centro Paraplegici di Ostia un convegno che avrebbe dovuto affrontare iproblemi del trattamento delle lesioni midollari. Il nostro inviato ci racconta che cosa si è svolto in realtà

cpo e usu: Quale Futuro?Giuliano Giovinazzo

“Un attaccofrontale alconcetto diunipolarità”

a roma e nel lazio

La sede del 13° Municipio ad Ostia Lido

ste più adeguate, e anche se non èescluso che questa possa esserela sede più a adatta, non avrei lospazio per un approfondimento.gioco sporco allora, e mi buttosulla retorica…nel suo intervento giustini hainsistito molto su "modelli soste-nibil dal punto di vista economi-co" e sui "soldi spesi bene"; ma uncontenitore vasto come questodipartimento su riabilitazione emielolesione (dove confluisconotutte le prestazioni riabilitative dicpo, usu, "portuense", ambulato-ri pubblici etc…) è così sicuropossa rappresentare un modello"sostenibile"? stesso procedi-mento sul concetto di unipolari-tà… il presidente della simfer haaffermato: "mai spezzettare, è untorto alle persone etico e mora-le". siamo d'accordo, altroché, mavenendo a cadere il concetto diunipolarità e instaurando conqueste modalità un filo cpo-cto(leggi dipartimento interazien-dale), "palleggiare" le persone dauna struttura di eccellenza perl'acuto ad una di riabilitazionepost-acuzie, con tempi di tratta-mento lunghi e risultati che pri-ma dall'istituzione dell'unita spi-nale unipolare del cto abbiamoconstatato con dolore poco sod-disfacenti, cosa ha a che vederecon il "non spezzettare" e con la"morale"?una volta si citavano gli adagi,nell'era b. ci accontentiamo deglispot. sicuramente avrete presen-te "il consiglio per l’acquisto" diun popolare vino, dove un altret-tanto popolare presentatore tvdice "Qui si scherza su tutto, manon sul vino!"; ecco, parafrasandolo spot possiamo solo dire, inchiusura, che possiamo "scherza-re" su tutto, ma non sulla pelledelle persone con disabilità, e suquesto, che è il nostro unicointeresse, noi non transigiamo.

siamo una cosiddetta "coppia difatto" ormai da otto anni. nulladi strano! Piergiorgio è unapersona con disabilità che haottenuto il riconoscimento dellacondizione di handicap insituazione di gravità. Fino ad ogginon abbiamo avuto l'esigenza difar valere il diritto di fruire deibenefici previsti dalla legge104/92: Piergiorgio perché nonne ha mai sentito né espresso ilbisogno, non ha neppurepresentato richiesta alla aslpresso cui lavora di poter fruiredei permessi; catia perché svolgeun lavoro di tipo liberoprofessionale che le consente diavere una certa autonomia negliorari. Oggi catia sta percambiare la condizionelavorativa: da libera professionistadiventerà una lavoratricedipendente e, inoltre, andrà alavorare in una città diversa.Questa novità ha scatenato unariflessione sulla nostra condizionedi "coppia di fatto". Per fortunaPiergiorgio è una personaautonoma nonostante laparaplegia, ma in situazione dimalattia ha oggettive necessitàassistenziali.ci chiediamo quale soluzione sipossa adottare perché catiapossa continuare a garantire lasua presenza in caso di malattiadi Piergiorgio stante il fatto che ildiritto riconosciuto alle "moglilegittime" di fruire dei permessilavorativi ex lege 104/92 non ègarantito a coloro che, puressendo a tutti gli effetti"coniugi", non lo sono legalmente. Prendere giorni di ferie? Per ovvimotivi non è praticabile. altrasoluzione: avvalersi di una personaesterna alla coppia per assicurarel'assistenza necessaria aPiergiorgio. Questa soluzione catiatenderebbe a scartarla. Piergiorgio, invece, non lascarterebbe a priori, disponendodelle necessarie risorseeconomiche: questo fatto, però, gliha fatto argomentare che nellasocietà in cui viviamo poterdisporre, quando è necessario, diun od una "badante" è un "lusso"che non tutte le coppie di fattopossono permettersi.non ci resta che valutareseriamente l'idea di sposarci dimodo che catia possa avvalersidei benefici legge 104/92. Ma perché dobbiamo compiere unatto di cui non sentiamo il bisognoper poter fruire gratuitamente dibenefici che la legge dovrebbegarantire a tutti coloro che sitrovano in condizione di necessitàassistenziale? e, infine ci chiediamo, prima del1992 le mogli o i mariti dellepersone con disabilità grave comefacevano?

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dicembre 2004IL NOTIZIARIO

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discutiamone

Catia Giolito e Piergiorgio Maggiorotti

parlare in questo momento difecondazione assistita mi lasciafortemente a disagio. mi sembra diessere in iraq…perchè il dibattitosi è trasformato in una guerra conla scusa della religione, dove si fariferimento a valori pseudo reli-giosi per dibattere su una legge.Quello che mi fa impressione èche gli oppositori perdono tempoa dileggiare chiunque parli controil referendum proposto dai radi-cali dandogli addosso come servodei poteri e delle armate vaticane.ma non voglio tirarmi indietro.cercherò di essere provocato-rio. sono totalmente contrarioalla campagna in favore dellapresunta "libertà" della ricercascientifica, che diventerà sempredi più il monopolio del businessdelle imprese, il trionfo del capi-tale contro ogni controllopopolare e che porterà a unnuovo progetto t4 e alla sele-zione della razza.rispetto profondamente l'impe-gno civile di luca coscioni anchese non condivido gli obiettivi; èpositivo per tutti che faccia pub-blicamente la sua battaglia politica,visibilmente. lui può. ma non sop-porto i dirigenti radicali che,mostrando la carrozzella, fannocapire che grazie alla libera ricer-ca scientifica quel malato potràguarire. malato a chi? poi andiamoa scuola con i nostri figli e ci dico-no: ma perché viene a scuola,poverino è malato…le battaglie di 30 anni del movi-mento democratico delle personecon disabilità per non essere con-siderati malati ma cittadini, perso-ne, puff…svanite in un attimo.ricordiamoci tutti: ogni legge èperfettibile e la legge sulla fecon-dazione assistita lo è. per questose ne occupi, civilmente, ilparlamento.mi piacerebbe parlare dei migliaia

di bambini ancora chiusi in istituto,dei centinaia di padri e madri chehanno adottato bambini con dis-abilità, del sistema che rende l'a-dozione un terribile percorso adostacoli che alimenta un bel busi-ness ma non lo farò.dispiace sapere che ci siano per-sone che teorizzano "meglio nes-suna legge", preferiscono il FarWest.

Quello che laici e credenti devo-no e possono fare è il controllodemocratico e laico, non in basealla sola convenienza economicao utilità marginale degli operato-ri, ma la tutela degli interessi col-lettivi e che comunque la ricercae il desiderio della vita non tra-bocchi in procedure disumane,embrioni compresi, o nella forma-zione di mostri. Quelli sì, i mostriselettivi creati dall'uomo, magaritutti con gli occhi azzurri e icapelli biondi alterano il corsodella natura e della vita. ne tolgo-no la diversità. della quale siamotestimoni nella pelle.* Vicepresidente nazionale aBc -associazione Bambini cerebrolesi.

la legge 40/2004 "norme in mate-ria di procreazione medicalmenteassistita" colpisce duramenteaspettative importanti delle per-sone con disabilità. essa incide siasul fronte della procreazione chesu quello della ricerca scientifica.colpire duramente delle aspettati-ve potrebbe essere legittimo, sel'altro piatto della bilancia conte-nesse esigenze altrettanto impor-

tanti. il problema è che questeesigenze sono tali solo per unaminoranza, che ha saputo condi-zionare l'opera del legislatoretanto da fargli produrre una leggeda "stato etico", dove l'ideologia,le credenze religiose e l'idea asso-luta di Vita e di dignità sono piùimportanti della vita stessa.nel nome della "dignità", consi-derare gli embrioni "sovranume-rari" rispetto alle tecniche di pro-creazione assistita come entitàintoccabili e dire che è preferibilelasciarli morire piuttosto cheoffrirli a possibili altre vite produ-ce l'esatto contrario dei valoriche si dichiara di difendere; siimpongono morte e assenza di

Il 30 settembre sono state consegnate oltre 1 milione di firme raccolte per i referendum proposti dai Radicali per l’abrogazionetotale e parziale della legge 40/2004. è accusata di impedire la ricerca con le cellule embrionali, la procreazione assistita di migliaia

di coppie sterili e di mettere in pericolo la salute di donne e nascituri. Quali sono i punti di vista delle persone con disabilità?

Fecondazione assistitaMarco Espa * John Fischetti *

speranza proprio dove c'è piùbisogno di vita. nel nome dellegame di sangue riconosciutocome unico fattore biologico dilegittimità a nascere, ad esistere,si impone l'assenza, la non nascitadettata dalla sterilità del pensieropiù che da quella dei gameti. nelnome della unicità di ogni singolacellula prodotta (ma la clonazio-ne allora cosa c'entra?) si nega esi nasconde che renatodulbecco e tutta la commissioneda lui coordinata hanno stabilitoche la tecnica del trasferimentonucleare, non solo non comportaproblemi di tipo etico, ma forsepuò fornire la cura per moltepatologie addirittura a 10 milionidi persone solo in italia. nelnome del diritto alla Vita si pre-ferisce l'aborto successivo al nonimpianto di un embrione congravi tare genetiche, anzi, ma quila legge 40 non c'entra, si plaudeai genitori che decidono di farnascere questo tipo di bambino,la si chiama prova d'amore, e poisi abbandona quella famiglia alsuo destino, senza servizi degni ditale nome.tanti e tali orrori meritano unasola sentenza. Questa legge è daabrogare. è nata da una bugia:quella della necessità di porre unvincolo al far-west nella riprodu-zione assistita, far-west che nonc'è mai stato. se agli elettori verràconsentito di completare l'operagià iniziata la fine di questa legge èsolo questione di tempo. occorreessere attenti perché le manovredi palazzo per impedire il voto suireferendum sono già iniziate, siada destra che da sinistra, come alsolito unite dalla paura o dal fasti-dio dell'esercizio di un segmentodi democrazia diretta.su questi temi tutte le informa-zioni su www.lucacoscioni.it.* consigliere della Faip

La manipolazione di un ovulo umano

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!inVitiamo i soci e i lettori a

RINNOVARE L’ISCRIZIONE PER L’ANNO 2005.Vi ricordiamo le Quote sociali: Euro 26 per i SOCI ORDINARI

(para e tetraplegici, Familiari)Euro 36 per i SOCI SOSTENITORI

C.C.P. N. 81954000, ap roma e lazio onlus - Via g. cerbara 20, 00147 roma

Dal 1 al 3 ottobre si è svolto aRoma, al cinema azzurro scipioni, ili Festival del cinema Diversamenteabile, curato da elisa Ottaviani eMarino De clemente.il Festival ha presentato cortome-traggi, documentari e film incentra-ti sulla disabilità ed ha sancito lanascita di un archivio per la raccol-ta di materiali sul tema. La peculia-rità più importante della manife-stazione è stata di presentare unaserie di produzioni indipendentiche hanno mostrato dall'interno leproblematiche e le risorse di unarealtà che solitamente viene archi-viata come faccenda riguardanteuna piccola fetta di società. Lo svi-luppo delle nuove tecnologie e lapopolarizzazione degli strumenti,permette oggi l'autoproduzione dimateriali video a costi contenuti,offrendo la possibilità di accesso afasce sociali considerate marginali,le cui storie solitamente sono nar-rate con la retorica spicciola dellacomunicazione commerciale. tre ilavori premiati: "Biglietto di solaandata" di Paolo Boccara e PinoRiefolo, la storia di una ragazza in

lotta con se stessa per trovare laforza di salire su un autobus, perla sezione Fiction; per ilDocumentario il già pluripremiato"i graffiti della mente" di Piernello Manoni, di sicuro il lavoropiù intenso e toccante presentatodalla manifestazione, racconta lastoria di un "romanzo" graffito daun internato lungo cento metri dimuro del cortile del manicomio diVolterra, che ormai sta scompa-rendo cancellato dalle intemperiee dall'insensibilità; Disco Volantetelestreet, di cui abbiamo parlatonello scorso numero delnotiziario, è stata premiata per ilDocumento di attività diintegrazione.Un festival dunque che ha avuto ilmerito di raccogliere voci moltepli-ci e che, affiancatosi ad altre atti-vità del genere, fa sì che una sem-pre crescente attenzione vengarivolta ai temi delle disabilità.Vogliamo dunque segnalare la ras-segna "Diverse Visioni" propostadalla coop. soc. idea Prisma '82, edall'Unicoop tirreno, che si svolge-rà alla metà di dicembre a Roma.

Enzo Berardi

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