Il Notiziario del donatore - Giugno 2015

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IL FUTURO DEL SISTEMA TRASFUSIONALE MODELLI ORGANIZZATIVI A CONFRONTO IL RUOLO DEL VOLONTARIATO INTERVISTA ALL’ASSESSORE PROVINCIALE ILARIA CECOT IL NOTIZIARIO DEL NOTIZIARI DAL DONATÔR KRVODAJALSKI VESTNIK n. 1 - ANNO XVII GIUGNO 2015 Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L . 353 / 2003 ( conv. in L . 27 / 02 / 2004 nº 46 ) art . 1 comma 2 - DCB/Gorizia

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Transcript of Il Notiziario del donatore - Giugno 2015

IL FUTURO DEL SISTEMA TRASFUSIONALEMODELLI ORGANIZZATIVI A CONFRONTO

IL RUOLO DEL VOLONTARIATOINTERVISTA ALL’ASSESSORE PROVINCIALE ILARIA CECOT

IL NOTIZIARIO DEL

NOTIZIARI DAL DONATÔR KRVODAJALSKI VESTNIKn. 1 - ANNO XVII GIUGNO 2015

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Direttore responsabile Feliciano Medeot

Redazione Patrizia Zampi

Grafica Punktone

Impaginazione e stampa Poligrafiche San Marco

IL NOTIZIARIO DEL

NOTIZIARI DAL DONATÔR KRVODAJALSKI VESTNIK

Associazione riconosciuta iscritta al n. 66 del Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura di Gorizia

Iscritta al Registro Generale del volontariato organizzazto di cui all’art. 5 della legge Regionale 23/2012 al n. 497

Hanno collaborato a questo numero:Tiziana Battistutta, Marco Fonzar, Paolo Franz, Roberta Luisa, Baldassarre Medeot, Feliciano Medeot, Giovanni Mucchiut, Alessandro Tirel, Stefano Viotto, Patrizia Zampi

Federata

Associazione DonatoriVolontari Sangue

Gorizia

SedeVia Duca d’Aosta 111 - 34170 GoriziaRecapito PostaleCasella Postale 15 Gorizia Verdi - 34170 GoriziaPosta [email protected] MedeotConsiglieriTiziana Battistutta, Paolo Braini, Daniele Brumat,Stefano Capacchione, Paolo Domini, Marco Fonzar,Federico Franz, Baldassarre Medeot, Enzo Mucchiut,Benito ToffulRevisori dei contiManlio Bregant, Michela Clinec, Adriano DugaroCollegio dei probiviriClaudio Femia, Gianfranco Lorenzut, Renato PortelliSegretarioMauro Turus

Anno XVII Numero 1 - Giugno 2015Registrazione Tribunale di Gorizia n.295 del 20/12/99

SOMMARIO

EDITORIALE ..............................................................3

VITA ASSOCIATIVAIl futuro del sistema trasfusionale .................... 4I servizi di donazione sangue in Austria ............ 6Organizzazione del sistema trasfusionale in Catalogna ....................................................... 7Il futuro della plasmaderivazione Nazionale .... 8Evoluzione del sistema trasfusionale italiano .......................................... 9Il ruolo del volontariato all’interno del sistema trasfusionale:il punto di vista legislativo ......... 12A Viareggio in migliaia per la 34a giornata nazionale del donatore............... 18Nuovo orario per il centro trasfusionale......... 29

Dalle sezioni ...........................................................20

L’INTERVISTAVolontariato: si consolida il valore della relazione. Anche verso gli immigrati? ...................................14

SALUTEIncrementa il numero dei donatori di organi .....30

IL PERSONAGGIOBruno Pizzul Maestro e modello di comunicazione ................31

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 3

Feliciano Medeot | Presidente Advsg Gorizia

Per l’editoriale di questo numero del nostro giornalino, ho pensato di scomodare nientemeno che il titolo di una nota canzone composta dalla rock band tedesca degli Scorpions nel lontano 1989.

“Vento del cambiamento”, questa la traduzione in italiano, all’epoca in cui venne scritta e musicata per ricordare gli sconvolgimenti poli-tici nell’Europa dell’Est culminati con la caduta del muro di Berlino nel novembre di quell’anno.

Meno prosaicamente, il “vento del cambiamento” a cui mi riferisco è il robusto ricambio generazionale che ha interessato numerose sezioni della nostra Associazione: molte hanno un nuovo presidente sezionale,

con diversi volti nuovi e tanti giovani nei rispettivi direttivi. Questa è una bellissima notizia, una grande soddisfazione nel constatare che ci

sono tante persone e tanti giovani che credono e si impegnano per la nostra Associazione e per la promozione del dono del sangue.

Naturalmente, un doveroso ringraziamento va ai dirigenti che hanno passato il testimone: auspico che non mancherà mai da parte loro il consiglio e la piena collaborazione nei confronti dei nuovi dirigenti, a cui auguro un “in bocca al lupo e buon lavoro”. Sì, buon lavoro, perché è sempre tempo di rimboccarsi le maniche, nuove sfide aspettano la nostra Associazione, dirigenti e donatori, il sistema trasfusionale italiano e regionale.

L’opportunità di prenotare la donazione di sangue sta per compiere un anno da quando è stata introdotta nel luglio del 2014 e dovrà sicuramente essere perfezionata. Si dovrà incoraggiare ancora di più la donazione responsabile di sangue e emocomponenti per garantire non solo l’autosufficienza dei servizi trasfusionali dipartimentali, regionali e nazionali, ma anche il funzionamento efficiente e razionale dei centri trasfusionali e delle autoemoteche.

Nella seconda metà del 2015 ci aspettano ulteriori impegni: il 18 ottobre la celebrazione a Capriva del 2° Congresso associativo e il rinnovo degli organi centrali dell’Associazione.

Infine, all’orizzonte, il Congresso nazionale della FIDAS che ospiteremo nella primavera del 2016.

WIND OF CHANGE

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Si è svolto sabato 7 febbraio a Palmanova il con-vegno “Organizzazione del Sistema Trasfusionale. Modelli a confronto”. L’iniziativa, organizzata con-giuntamente dalle associazioni e dalle federazioni dei donatori di sangue, AVIS e FIDAS del Friuli Ve-nezia Giulia, è stato il primo momento di approfon-dimento e di riflessione sulla situazione del sistema trasfusionale dopo la legge di riforma del servizio sanitario regionale, in prospettiva di un possibile nuovo piano regionale sangue.

Presente al convegno anche l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, che ha ricordato la volontà della Amministrazione regionale di dare attuazione alla riforma in tutti i suoi aspetti, compreso quello della medicina trasfusionale.

IL FUTURO DEL SISTEMA TRASFUSIONALEA Palmanova si è svolto il convegno per conoscere i modelli organizzativi della medicina trasfusionale

L’assessore regionale alla salute, Mariasandra Telesca

Il pubblico presente al convegno a Palmanova

I PRINCIPI FONDANTI DEL SISTEMA TRASFUSIONALE ITALIANO

• La donazione del sangue e dei suoi componenti è volontaria, perio-dica, responsabile, anonima e gratuita

• Le associazioni e federazioni di donatori volontari di sangue concor-rono ai fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale attraverso la promozione e lo sviluppo della donazione organizzata di sangue e la tutela dei donatori

• Le attività produttive e assistenziali trasfusionali rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria ed i relativi costi sono a carico del Fondo sanitario nazionale

• Il sangue umano non è fonte di profitto. Le spese sostenute per la produzione e la distribuzione del sangue e dei suoi prodotti, com-prese le cellule staminali emopoietiche, non sono addebitabili al ri-cevente ed escludono comunque addebiti accessori ed oneri fiscali, compresa la partecipazione alla spesa sanitaria.

• La gestione del processo trasfusionale è unitaria e “indivisibile” sot-to uno specifico ambito autorizzativo / di accreditamento conforme alle norme europee di settore, a governo esclusivamente pubblico

GLI OBIETTIVI DEL SISTEMA TRASFUSIONALE ITALIANO

• Autosufficienza quantitativa e qualitativa di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati: obiettivo strategico del SSN a valenza sovra-aziendale e sovra-regionale

• Garanzia di qualità e sicurezza dei prodotti e delle prestazioni trasfu-sionali: conformità alle norme nazionali ed europee di settore

• Appropriatezza organizzativa e clinica della gestione e utilizzo della risorsa sangue

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 5

All’incontro ha portato il proprio saluto anche il presidente del consiglio regionale, Franco Iacop. I relatori hanno illustrato i modelli organizzativi della medicina trasfusionale della Catalogna (Miguel Lo-zano Molero, Hospital Clinic di Barcellona) e del Ti-rolo (HaraldSchennach, Istituto centrale di medicina trasfusionale e immunologia di Innsbruck), nonché le prospettive future del sistema trasfusionale (Giu-liano Grazzini, Centro Nazionale Sangue di Roma) e della lavorazione del plasma per la produzione di emocomponenti (Antonio Breda, Coordinamento Regionale delle Attività Trasfusionali del Veneto). Inoltre, gli illustri relatori hanno voluto sottolineare il ruolo strategico delle associazioni del volontaria-to all’interno del sistema trasfusionale italiano, dal punto di vista legale (Aldo Ozino Caligaris, Presiden-te nazionale FIDAS, e funzionale (Alberto Argentoni, Vicepresidente nazionale AVIS).

“L’organizzazione congiunta di questo incontro da parte delle associazioni e federazioni dei dona-tori di sangue del Friuli Venezia Giulia, è una as-soluta novità - ha precisato Lisa Pivetta, presidente regionale AVIS -

L’impegno su temi importanti come l’organizzazione del sistema trasfusionale regionale, deve e sarà congiunto, a prescindere dai numeri delle donazioni e dei donatori di ognuna delle nostre associazioni”

IL CONCETTO DI AUTOSUFFICIENZA IN PLASMADERIVATI

Rapporto bidirezionale in equilibrio (trade off) tra esigenza sanitaria delle pratiche mediche e approvigionamento dei farmaci (2 vie):- da c/lavorazione- dal mercato commerciale

• Appropriatezza di utilizzo dei farmaci• Limitazione della disponibilità plasma source• Disallineamento tra rese dei prodotti del c/lavorazione e

domanda• Vincoli normativi nazionali nella gestione delle eccellenze• Architettura decisionale del percorso autosufficienza

(dimensione regionale e nazionale; sovra nazionale?)• Le opportunità dell’offerta di prodotto commerciale

Sostenibilitàeconomica Sostenibilità

sociale

SviluppoSostenibile Sostenibilitàambientale

Sostenibilità

istituziona

le

Avendo a riferimento:la dimensione dello sviluppo sostenibile

Il presidente regionale FIDAS, Feliciano Medeot, ha ricordato gli aspetti qualificanti che dovrà avere il prossimo piano sangue:

“Come dirigenti associativi chiediamo all’Amministrazione regionale che il prossimo piano sangue garantisca l’autonomia del servizio trasfusionale nell’organizzazione ospedaliera e, nel contempo, che vengano mantenuti, se non migliorati, i livelli di eccellenza raggiunti grazie alla positiva cooperazione tra tutti gli attori del sistema.”

Il presidente del consiglio regionale, Franco Iacop, e la presidente regionale di AVIS, Lisa Pivetta

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L’Austria è un paese composto da nove sta-ti federali, i Länder con oltre 8,5 milioni di abitanti. Il 95% delle donazioni di sangue sono svolte dalla Croce Rossa e, in misura minore, da altre istituzioni. L’Austria ha più di 10 siti per la produzione di plasma aferesi commerciale organizzati da diverse aziende. La plasmaferesi commerciale è stata regolamentata dal 1975.

L’Agenzia federale austriaca per la sicurezza della salute (BundesamtfürSicherheitimGesundheitswe-sen, Basg) ha specifici compiti di medicina trasfu-sionale, tra questi valutare la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei medicinali, autorizzandone la vendi-ta in Austria; valutare e autorizzare i produttori di prodotti farmaceutici per uso umano e veterinario; monitorare e garantire il rispetto delle procedure di produzione.

Lo scopo principale di centri ematologici austriaci è il reclutamento dei donatori, la produzione di una quantità sufficiente di prodotti ematici per la cura del paziente negli ospedali. Diverse sono le funzioni

I SERVIZI DI DONAZIONE SANGUE IN AUSTRIAHarald Schennach | Direttore dell’Istituto Centrale per Trasfusionale e di Immunologia (ZIB), Innsbruck

assegnate ai centri ematologici: oltre a gestire i do-natori, le donazioni e il processo di preparazione e test di screening di donazioni di sangue, molti centri ematologici hanno ulteriori funzioni (immunogene-tica, genetica, immunologia, test prenatale, test per le malattie infettive e, più recentemente, banche di tessuti e dell’ingegneria dei tessuti).

In Austria non esiste una associazione dei donatori di sangue. La promozione per la donazione di sangue non retribuita volontaria e la sicurezza dei donatori di sangue sono la zona centrale dei servizi di donazione del sangue della Croce Rossa.

Circa il 3-4% della popolazione sono donatori di sangue regolari, che donano in media 1,5 volte all’anno. Circa il 10% di tutti i donatori sono donato-ri alla prima donazione. 40 donazioni / sono neces-sari 1000 abitanti per una fornitura sufficiente.

Dal 1952 al 2005, il coordinamento dei direttori dei centri ematologici era organizzato attraverso il Comitato dei direttori dei servizi trasfusionali della croce rossa austriaca (DirektoriumfürdasBlutspen-dewesendesÖsterreichischenRotenKreuzes). Que-sta organizzazione è stata recentemente sostituita dalla Commissione dei servizi trasfusionali della Cro-ce Rossa (KommissionBlutspendewesen), un nuovo organismo creato in risposta alle attività commer-ciali di importazione dei prodotti emoderivati da do-nazioni remunerate e per sottolineare l’importanza della donazione volontaria non remunerata.

Harald Schennach

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 7

ca del sangue e dei tessuti” (BST). L’obiettivo era quello di coordinare le diverse banche del sangue ospedaliere che esistevano in Catalogna fino alla fu-sione in un’unica struttura, nel 2006.

Anche se non previsto nella riforma del 2006, la Banca del Sangue e dei Tessuti ha iniziato ad acqui-sire i servizi trasfusionali ospedalieri:

Il principio cardine del sistema prevede che il personale medico, infermieristico e tecnico del BST lavorino presso il servizio trasfusionale ospedaliero applicando il modello “dalla vena alla vena”.

Attualmente, solo due dei nove ospedali univer-sitari della Catalogna hanno servizi trasfusionali ospedalieri autonomi. La maggior parte dei centri trasfusionali non universitari, hanno un servizio trasfusionale gestito da proprio personale, in alcu-ni di questi centri la direzione medica è affidata ad un medico ematologo della BST. Questi centri sono diverse decine in tutta la Catalogna, ma trasfon-dono solamente circa il 10% dei componenti del sangue.

Nel 2013 in Catalogna sono stati distribuiti ai ser-vizi trasfusionali ospedalieri 247.910 unità di globuli rossi, 36.681 concentrati piastrinici e 33.745 unità di plasma.

ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA TRASFUSIONALE IN CATALOGNA Miguel Lozano Molero | Dipartimento di emoterapia e emostasi. University Hospital Clinic, Barcellona

La Catalogna è una regione autonoma situa-ta nel nord-est della Spagna, con una superficie di 32.000 km2 e una popolazione di 7,5 milioni di persone. Come nelle altre 17 regioni autonome del-la Spagna, il sistema sanitario è stato trasferito dal governo centrale al governo della regione autono-ma, che in Catalogna si chiama Generalitat. Tra le competenze trasferite nel settore sanitario, è stata inclusa la gestione delle donazioni di sangue.

Nel 2006, la Generalitat della Catalogna con un decreto ha organizzato la rete di emoterapia e il si-stema di emovigilanza della Catalogna. È stato stabi-lito che un centro regionale unico avrebbe raccolto tutte le donazioni di sangue della Catalogna, pre-parato tutti gli emocomponenti da fornire ai servizi trasfusionali ospedalieri, servizi trasfusionali ospe-dalieri monitorati dal centro regionale.

Il consolidamento della donazione di sangue in Catalogna era iniziata molto prima, nel 1993, con la creazione di una società pubblica denominata “Ban-

Miguel Lozano Molero

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L’obiettivo dell’autosufficienza in sangue ed in plasmaderivati da donatori volontari non remu-nerati è principio ribadito sia dal WHO, sia dai paesi aderenti all’Unione Europea. La legislazione nazio-nale rafforza tale concetto fondamentale ma, al mo-mento, non risultano del tutto chiariti i momenti at-traverso i quali tale obiettivo possa essere raggiunto e soprattutto se, tenuto conto della dinamicità e complessità del tema, ciò sia in effetti possibile.

La relazione sviluppa una serie di analisi e previsio-ni che portano alla conclusione che, in buona sostan-za, nessun paese che fonda questa materia sull’etica della donazione e sull’utilizzo etico dei prodotti, ha una “sostenibile” possibilità di raggiungere l’auto-sufficienza in plasmaderivati attraverso il contract-manufactoring proprio per il fatto che rincorrere la domanda di un unico prodotto carente determina ec-cedenze in allocabili, o quasi, per tutti gli altri. Vanno dunque sviluppati modelli previsionali a medio-lungo termine con l’obiettivo di sviluppare strategie nazio-nali di approvvigionamento di farmaci per garantire i bisogni clinici appropriati attraverso sia il contractma-nufactoring, sia l’acquisto commerciale di prodotti.

IL FUTURO DELLA PLASMADERIVAZIONE NAZIONALEAntonio Breda | Direttore del Coordinamento Regionale Attività Trasfusionali (CRAT), Regione Veneto Direttore Ufficio di Coordinamento Accordo Interregionale per la Plasmaderivazione (AIP)

Il concetto di “autosufficienza” va dunque meglio definito, precisando che lo stesso sottende un uso etico della donazione e dei suoi prodotti, una raccolta del plasma efficiente, un utilizzo appropriato dei prodotti farmaceutici, la capacità dei sistemi di cogliere i segnali che arrivano dalla comunità scientifica sia in termini di nuove strategie terapeutiche, sia di analoghi prodotti di sintesi che potrebbero in prospettiva rivoluzionare lo scenario terapeutico.

La pianificazione nazionale/regionale deve dun-que intervenire, cosciente del fatto che ha a dispo-sizione due opportunità per raggiungere l’obiettivo predefinito (contractmanufactoring e acquisto di prodotto commerciale), per riscontrare il “punto di sostenibilità” nei volumi di raccolta del plasma na-zionale inserito in un contesto organizzativo nuovo dove la “misura” dell’efficienza deve essere elemen-to portante per le scelte strategiche.

L’iter per le nuove gare della plasmaderivazione nazionale, purtroppo, non è ancora concluso dopo oltre 10 anni dalla legge 219/05. Dieci anni di attesa sono lunghi, speriamo ora di poter procedere senza indugio per guardare al futuro con speranza e inse-riti a tutto tondo nel contesto europeo, senza voler ricercare “terze vie nazionali” per temi quali cellule, tessuti, organi e sangue che sono, per definizione, transnazionali. Antonio Breda

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 9

Nel suo complesso, il Sistema trasfusionale italiano presenta una disomogeneità dei modelli organizzativi regionali, vista la carenza di standard di riferimento dimensionali e di funzionalità, da applicare uniformemente a livello nazionale. Considerando la notevole disomogeneità, il Sistema trasfusionale italiano risulta più vulnerabile di altri in termini di garanzia di qualità e sicurezza dei prodotti.

In poche realtà regionali tali prerogative sono sta-te esercitate con una visione che ha generato mo-delli organizzativi virtuosi allineati alle esigenze di un razionale, efficace e sostenibile governo in rete, sia

Il Sistema trasfusionale italiano è caratterizzato da Servizi Trasfusionali (ST) concepiti come servizi specialistici ospedalieri, a tutti gli effetti integrati e operanti nelle Aziende sanitarie di appartenenza. Ad oggi, in Italia sono censiti 283 ST, con 1000 ar-ticolazioni organizzative; di queste, 855 effettuano solo raccolta di sangue ed emocomponenti, 127 effettuano anche altre attività, 18 non effettuano raccolta. Inoltre, sono censite 231 Unità di raccolta gestite dalle associazioni e federazioni dei donato-ri di sangue (UdR), con 1261 articolazioni organiz-zative sul territorio, di cui 1166 siti fissi e 95 unità mobili.

Al 1° dicembre 2014, risulta che circa il 95% dei ST ancora gestisce al proprio interno il processo di lavorazione degli emocomponenti, con una me-dia per singolo ST di 9180 unità di sangue intero trattate; 153 ST (54% di 283) ancora effettuano il testing sierologico di qualificazione biologica delle donazioni (media: 20.000 donazioni/ST) e 76 (27% di 283) effettuano il NAT testing (media: 40.000 donazioni/ST). Al riguardo, è opportuno ricordare che le Linee Guida per l’accreditamento dei ST e UdR approvate dalla Conferenza Stato-Regioni il 25 luglio 2012 prevedono standard minimi di 40.000 unità per il processing e 70.000-100.000 per il te-sting. Pertanto, il Sistema continua a presentare una forte dispersione delle attività di processing e testing, che le evidenze ottenibili dalla letteratura scientifica e dal benchmarking internazionale at-testano essere, sotto il profilo della qualità, stan-dardizzazione ed economia di scala, proficuamente concentrabili in un numero molto limitato di labo-ratori trasfusionali.

EVOLUZIONE DEL SISTEMA TRASFUSIONALE ITALIANOGiuliano Grazzini | Direttore Centro Nazionale Sangue Istituto Superiore di Sanità

Giuliano Grazzini

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di MT un ospedale di ASL che tratta, fra l’altro, 8-10 mila trasfusioni e 300 aferesi terapeutiche all’anno o persino un’azienda ospedaliero-universitaria ad alta domanda di prodotti e prestazioni trasfusionali, semplicemente perché si è demandato le attività di processing e testing dei relativi ST ad un servizio di lavorazione e testing centralizzato, dipartimentale o di area vasta. Relativamente ai bisogni trasfusiona-li di realtà ospedaliere a bassa domanda trasfusio-nale, le predette strutture complesse, nell’ottica di rete, dovrebbero rappresentare gli hub di un siste-ma hub&spoke che, in ogni caso, possa garantire il complessivo governo delle attività di MT, al cui ver-tice funzionale dovrebbe essere posta la struttura regionale di coordinamento per le attività trasfusio-nali, come prevista dalla L. 291/2005 e dall’Accordo Stato-Regioni del 13 ottobre 2011. Questo aspetto è di fondamentale rilievo, in particolare per il governo dell’appropriatezza della gestione e dell’utilizzo cli-nico della risorsa sangue, elemento strategico che le evidenze dimostrano perdersi sistematicamente dove si attribuisca la funzione di MT a strutture “vi-carianti” prive delle specifiche competenze profes-sionali.

Sotto il profilo della formazione delle risorse umane, in Italia la MT è una disciplina concorsua-le ospedaliera riservata ai medici. Nell’ordinamento accademico nazionale non è prevista una specifica scuola di specializzazione universitaria in MT e non sono previsti indirizzi specifici fino ad alcuni anni fa esistenti all’interno di alcune specialità.

A tutt’oggi permane la diffusa carenza sostanziale di una “maternità” accademica della disciplina, che rappresenta un elemento di rilevante criticità per il futuro dei ST, in termini di spinta motivazionale per i giovani medici e di ricambio generazionale.

Il Sistema trasfusionale italiano sta vivendo un periodo di intensa riqualificazione tecnica finaliz-zata alla rispondenza alle norme europee di set-tore, per quanto faticosamente e con un rilevante grado di disomogeneità fra le 21 regioni in termini applicativi e operativi nonché, come evidenziato al 31 dicembre 2014, di risultati. L’attuazione di

regionale sia nazionale, mentre nella maggior parte delle regioni ancora esistono ampi margini di mi-glioramento. D’altra parte, il governo centrale, per molteplici motivi, di fatto ha in qualche modo asse-condato questa “deriva”, in particolare non eserci-tando a pieno le proprie, esclusive, prerogative per quanto concerne la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Appare indispensabile promuovere la piena consapevolezza che gli assetti organizzativi regionali, unitamente all’autoreferenzialità dei sistemi autorizzativi e di accreditamento, ispettivi e di controllo, possono rappresentare il principale punto critico del sistema trasfusionale.

Per quanto concerne le attività propriamente “as-sistenziali” erogate dai ST, anche per queste risulta essenziale adottare modelli organizzativi di governo regionale in rete, che garantiscano la presenza della specifica funzione di MT. Al riguardo, occorre segna-lare che oggi, in alcune realtà regionali che si cimen-tano con una riorganizzazione della propria rete tra-sfusionale, si assiste ad una discutibile interpreta-zione delle indicazioni relative alla concentrazione delle attività di processing e testing, che si traduce nel ritenere che la complessità di una struttura tra-sfusionale si identifichi con tali attività, per cui si arri-verebbe a deprivare della unità operativa complessa

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 11

un processo di queste dimensioni ed impegno, in particolare nel presente lungo periodo di crisi eco-nomica, non può non risultare di per sé difficile e, per alcuni aspetti, contraddittorio, se si considera che il percorso si stratifica in 21 realtà regionali diverse, disomogenee per realtà epidemiologica, territoriale, infrastrutture, grado di efficienza e per impostazione delle politiche locali per la salute; non ultimo, alcune di esse sono pesantemente im-pegnate nei piani di rientro dal deficit economico-finanziario.

Le diversità sopra descritte, senza un incisivo in-tervento unificante condiviso, rappresentano ciò che di meno favorevole si può auspicare per lo svi-luppo di un Sistema trasfusionale regionale e nazio-nale in rete efficace e sostenibile, che deve rispon-dere al mandato di svolgere, al contempo, funzioni “farmaceutiche” di produzione di prodotti terapeu-tici di origine umana (con il carico di rischio biologi-co potenziale che li caratterizza inevitabilmente) e funzioni clinico-assistenziali, nonché di conformarsi ai rigorosi standard europei, sulla cui soddisfazione lo Stato è tenuto a fornire garanzie tangibili e verifi-cabili alla stessa Unione Europea.

L’ineludibile confronto attuale e futuro con il “new deal” europeo (se “new” può essere definito un percorso legiferato dall’Europa nel 2003!), da un lato ha creato e sta creando momenti di importante criticità nel Sistema trasfusionale italiano, ma dall’altro rappresenta un’occasione di crescita qualitativa e di formidabile sviluppo tecnico del settore, certamente il più importante della sua storia.

Affinché il Sistema possa cogliere a pieno il va-lore aggiunto di questo storico cambiamento e porsi concretamente al passo con i Paesi più evo-luti d’Europa in termini di qualità, sicurezza e ca-pacità di consegnare ai cittadini assistiti standard di prodotto e di servizio certi e trasparenti (non solo, quindi, con provvedimenti “burocratici” di accreditamento), risulta necessario ed opportu-no ipotizzare e promuovere un’azione di riordino della configurazione, organizzazione e governance delle reti trasfusionali regionali e della rete nazio-

nale, in particolare per quanto concerne: a) ruolo e funzioni degli organismi centrali di coordinamen-to, regionali e nazionali; b) modelli organizzativi regionali delle strutture trasfusionali; c) standard dimensionali e funzionali delle strutture trasfusio-nali centrati sulla razionalizzazione delle attività produttive e sulla domanda di prodotti e servizi; d) sistema di autorizzazione e accreditamento e delle verifiche ispettive e misure di controllo; e) forma-zione degli specialisti di settore.

Al contempo, restano aperte, all’interno del Si-stema, ma in forte correlazione con la sua evoluzio-ne e con le predette ipotesi di riordino, numerose sfide, fra cui: a) il mantenimento del principio della donazione volontaria, non remunerata, consapevo-le, periodica; b) il consolidamento e la sostenibili-tà dell’autosufficienza quantitativa e qualitativa di emocomponenti labili; c) il perseguimento dell’au-tosufficienza regionale e nazionale di medicinali plasmaderivati con garanzia di disponibilità di un adeguato portafoglio di prodotti e di continuità terapeutica per i pazienti, considerando anche la necessaria complementarietà della sfera commer-ciale; d) la sostenibilità della produzione di plasma e medicinali plasmaderivati in un sistema pubblico e la definizione del break even point del sistema di “conto lavorazione” e la sua evoluzione futura; e) i costi e la sostenibilità delle attività produttive del Si-stema, compresa, non ultima, la raccolta di plasma da aferesi; f) la prossima introduzione di ulteriori, più impegnative, norme europee per la gestione dei sistemi qualità.

Vincenzo De Angelis

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Il Sistema Trasfusionale in Italia deve garanti-re il rispetto della normativa nazionale ed europea e tutte le attività trasfusionali devono rispondere ad uno specifico sistema regolatorio prescritti-vo, il quale si basa sui requisiti stabiliti dalle nor-me vigenti. Il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione hanno emanato il 27 gennaio 2003 la Direttiva 2002/98/CE che stabilisce norme di qua-lità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la la-vorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti, recepita dal Parlamento Italiano con l’emanazione del Decreto Legislativo 20 dicembre 2007, n. 261.

In applicazione a questa Direttiva la Commissio-ne europea ha emanato, il 30 settembre 2005, le Direttive 2005/61/CE e 2005/62/CE che rispettiva-mente dispongono “le prescrizioni in tema di rin-tracciabilità e la notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi” e “le norme e le specifiche comu-nitarie relative ad un sistema di qualità per i ser-vizi trasfusionali”, anch’esse recepite ed applicate rispettivamente con l’emanazione dei Decreti Legi-slativi del 9 dicembre 2007, n. 207 e 208.

Tra le disposizioni dei suddetti decreti legislati-vi hanno particolare rilievo i requisiti e i percorsi di autorizzazione e accreditamento delle strutture

IL RUOLO DEL VOLONTARIATO ALL’INTERNO DEL SISTEMA TRASFUSIONALE:IL PUNTO DI VISTA LEGISLATIVOAldo Ozino Caligaris | Presidente nazionale FIDAS

trasfusionali al fine di assicurare livelli uniformi a quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Il Decreto Legislativo 9 novembre 2007, n. 208, inoltre, nel definire le norme relative ad un siste-ma di qualità dei servizi trasfusionali e alla garanzia e al miglioramento costante della stessa, prevede principi riguardanti il personale, i locali e l’attrezza-tura, la documentazione, la raccolta, il controllo e la lavorazione, la conservazione, la distribuzione, il controllo della qualità, il ritiro degli emocompo-nenti, gli audit esterni ed interni, la gestione dei contratti, la non conformità e l’autocontrollo.

Tutti i processi devono essere presentati detta-gliatamente con istruzioni appropriate e realizzati in conformità con la normativa vigente. Responsa-bili dei singoli processi, per le rispettive competen-ze, sono tutti coloro che prestano la loro attività nei Servizi Trasfusionali e nelle Unità di Raccolta.

Il Parlamento Italiano il 21 ottobre 2005 ha pro-mulgato la legge n. 219 “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati” in sostituzione della legge n. 107 del 4 maggio 1990. Questa legge ha ridisegna-to il Sistema Trasfusionale del Paese secondo una logica federalista mantenendo un coordinamento

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 13

centrale, il Centro Nazionale Sangue e la Consulta Tecnica Permanente, in stretta collaborazione con le Strutture regionali di Coordinamento al fine di assicurare al S.S.N. l’autosufficienza per emocom-ponenti e per emoderivati secondo una program-mazione nazionale, regionale e locale.

Importanti sono state l’introduzione, per l’organizzazione del sistema, della definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria in materia di attività trasfusionale e la conferma della centralità del volontariato dei donatori di sangue sia come fondamento delle attività trasfusionali sia come soggetto partecipe alla definizione della programmazione per il raggiungimento dell’autosufficienza.

Sostanziali le norme previste a garanzia della qualità e della sicurezza del sangue e dei suoi pro-dotti e quelle relative ai percorsi di autorizzazione e accreditamento delle strutture trasfusionali.

Nell’art. 12 della L. 219/’05, si istituisce e si de-lineano i compiti del CNS: programmazione, auto-

sufficienza, coordinamento, organizzazione, qua-lità e sicurezza, appropriatezza, emovigilanza e ricerca.

La legge 219/’05 prevede, per l’autorizzazione delle strutture trasfusionali, all’art. 19 l’emanazio-ne di un Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome sancito dalla Conferenza permanente Stato/Regioni ove siano definiti i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle strut-ture trasfusionali (Servizi Trasfusionali e Unità di Raccolta). Questi dovranno essere periodicamente aggiornati in base all’evoluzione delle esigenze or-ganizzative ed la progresso scientifico e tecnologi-co del settore.

Per l’accreditamento delle strutture trasfusio-nali, l’art. 20 della legge 219/’05 stabilisce che le Regioni definiscano, sulla base di quanto previsto dall’art. 19, i requisiti per l’accreditamento delle medesime strutture, nonché le procedure per la richiesta, la verifica dei requisiti previsti e la con-cessione dell’accreditamento, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie e tenendo con-to delle linee guida fornite dal Centro Nazionale Sangue.

Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale FIDAS Feliciano Medeot, presidente regionale FIDAS

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La città di Gorizia e la sua provincia, per tradi-zione e atteggiamento culturale, sono sempre più orientate al volontariato. Lo dicono anche le cifre: quasi 1000 associazioni censite sul territorio. Il Ter-zo settore e il mondo del volontariato in generale, infatti, sono cresciuti in maniera massiccia, anche in termini economici, per compensare il disimpe-gno da parte dello Stato. Tuttavia, è altresì evidente come l’estrema frammentazione delle associazioni che operano nel settore, tende ad inficiare illoro sforzo e, di conseguenza,a sopperire solo in parte e in modo meno efficiente ed efficace alle caren-zedello Stato verso i bisogni sociali degli Italiani. La Legge regionale 23/2012, nello specifico, disciplina i rapporti delle istituzioni pubbliche con le organizza-zioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le altre associazioni al fine di sostenere e promuovere la loro attività e di favorire il loro coor-dinamento. Con Ilaria Cecot, assessore della Provincia di Gori-zia con deleghe al volontariato, istruzione, lavoro, welfare e pari opportunità, facciamo un bilancio dei suoi primi due anni di mandato.Dopo due anni posso sicuramente affermare di es-sere una persona fortunata, per due diversi moti-vi. Sono fortunata perché per chi, come me, crede nelle istituzioni e nella centralità dell’azione politica

volta alla crescita sociale e culturale, avere l’oppor-tunità di dare il proprio contributo è una cosa emo-zionante e straordinaria che mi riveste, ovviamen-te, anche di enormi responsabilità. Responsabilità che affronto con determinazione e caparbietà ogni giorno. Inoltre sono fortunata perché ho trovato una “macchina” che funziona, bel collaudata. Gli uffici della mia direzione, Lavoro e Welfare, sono ricchi di professionalità e passione grazie ai dipen-denti dell’amministrazione. Oggi, data la riorganiz-zazione istituzionale in atto, essere un dipendente della Provincia non è cosa semplice. Ma i miei col-laboratori vanno avanti dando anche più di ciò che dovrebbero e lo fanno per una forte dedizione al loro lavoro.

VOLONTARIATO:SI CONSOLIDA IL VALORE DELLA RELAZIONE. ANCHE VERSO GLI IMMIGRATI?di Patrizia Zampi

Il bilancio dell’assessore provinciale Ilaria Cecot a due anni dal suo mandato. Pro e contro della Legge regionale 23/2012 che disciplina i rapporti delle Istituzioni pubbliche con le organizzazioni di volontariato. Il tema scottante dell’immigrazione

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 15

Tra i contenuti della Legge regionale 23/2012 sul volontariato, l’assessore regionale Gianni Torrenti promuove i “tavoli di rete”, forme organizzative di carattere tecnico alle quali partecipano le organiz-zazioni di volontariato iscritte nel registro regionale e il coordinamento regionale. Lei cosa ne pensa?Di tavoli di rete noi ne abbiamo sempre fatti, quindi per noi non è una novità. Quello che, a mio avviso, deve cambiare è che non è sufficiente una norma ma la mentalità del lavorare assieme, cercando, ove possibile, di razionalizzare le spese, considerando che le risorse a disposizione sono sempre meno.

Quali possono essere le strategie che le associazio-ni di volontariato dovrebbero mettere in campo, magari anche promosse e sostenute dal CSV (Cen-tro Servizi Volontariato)?Prima di tutto, il CSV andrebbe potenziato ed è per questo che stiamo lavorando per aprire altri due sportelli in provincia. Oltre a quelli di Gorizia e Mon-falcone dovremmo riuscire ad aprire Cormons e Gra-do. Le strategie da mettere in campo, oltre ad im-plementare quanto più possibile la comunicazione, non possono non riguardare l’Europa. Partecipare a progetti europei, oggi come oggi, è forse il modo più probabile di attingere a canali di finanziamento.

D - Come vede il futuro del volontariato, anche alla luce dei tagli alle risorse da parte di soggetti pubbli-ci ed Istituzioni?Come detto in precedenza il volontariato deve guar-dare all’Europa, per ciò che concerne i canali di fi-nanziamento. La cosa che mi lascia un po’ perples-sa, devo dirlo francamente, è che da una parte si tagliano le risorse destinate al volontariato, dall’al-tra il volontariato è chiamato ad assumere un ruolo sempre più centrale, sostituendosi di fatto, ad un welfare impoverito e spesso assente, basti pensare ad alcune delicate tematiche quali l’accoglienza, la disabilità, la sanità stessa.

Quale è il ruolo dei giovani nel panorama del volon-tariato provinciale?È banale dire che i giovani sono il futuro ma è per questo che cerchiamo di promuovere il volontaria-to, come stile di vita positivo e solidale, nelle nostre scuole. I ragazzi devono capire, fin da giovanissimi che non si può vivere solo per se stessi e per i pro-pri, legittimi, egoismi. Donare il proprio tempo agli altri, soprattutto ai meno fortunati, porta ricchezza interiore e ci aiuta a guardare il mondo in modo em-patico e solidale. Riprendendo il titolo di un progetto della Provincia di qualche anno fa, fare volontariato, dedicarsi agli altri, aiuta a vivere nella prospettiva del NON SOLO IO. Inoltre, credo che sia importantissimo trasmettere ai nostri ragazzi il patrimonio di espe-rienze e di conoscenze di cui il mondo del volontaria-to isontino è ricco. Un patrimonio da non disperdere ma da tramandare e potenziare. I nostri ragazzi, pur trovandosi a vivere in un contesto significativamente diverso, sono sicura, sapranno ottimizzare gli sforzi e i sacrifici fatti fino ad oggi.

Quali sono i prossimi obiettivi della Provincia su un territorio, come quello isontino, che vanta una tra-dizione sociale molto importante?Il primo obbiettivo che mi pongo, dato il riassetto istituzionale in atto, è proprio quello di non disper-dere il bagaglio di esperienze e progettualità costru-ite in tanti anni dall’Amministrazione. Quindi, in un ideale passaggio di consegne, voglio assicurarmi che sia chiaro dove siamo arrivati e che da lì è fon-

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damentale non tornare indietro. Alcuni esempi: il teatro sociale con “Altre Espressività”; il CISI, scelta politica fatta tantissimi anni fa, che affronta il tema della disabilità non come una questione sanitaria ma come un’opportunità sociale; le Pari Opportu-nità, in cui noi siamo davvero i primi a livello regio-nale, con progetti e servizi strutturati come “Una casa per Ricominciare” (strutture per l’accoglienza protetta delle donne vittime di violenza” ed “il Codi-ce Rosa” attivato nel 2014 sia al Pronto Soccorso di Gorizia che in quello di Monfalcone).

D - Cambiando argomento, tra le deleghe di sua competenza c’è quella alle politiche del lavoro. So-stegno del lavoro e rilancio del tessuto produttivo dell’Isontino. Sono queste le priorità in una delle aree della regione che sta subendo maggiormente la crisi economica. Come rafforzare la competitività e l’attrattività del territorio?

R - Intanto nelle ultime settimane l’Amministrazio-ne regionale ha inserito l’isontino nelle aree a crisi diffusa. Questo “riconoscimento” delle nostre dif-ficoltà ci permetterà di accedere al alcuni canali di finanziamento che potranno risultare determinanti per iniziare un lento cammino di ripresa e di rinasci-ta del tessuto produttivo provinciale. Dal 2008 ad oggi il tessuto produttivo isontino ha praticamente dimezzato il proprio potenziale. Senza industria non c’è lavoro, sarà quindi fondamentale trovare il siste-ma per attrarre capitali, per rendere appetibile agli investitori il nostro territorio. A dire il vero, io credo, ma è un’opinione personale, che a livello infrastrut-turale il nostro territorio sia ben attrezzato, ciò che un po’ ci manca è la mentalità imprenditoriale, la capacità di promuoverci e di fare sistema. Siamo an-cora troppo rigidi verso i cambiamenti e l’innovazio-ne. Oggi come oggi è indispensabile guardare all’in-novazione, in primis, insegnando ai nostri ragazzi ad essere un po’ imprenditori di se stessi.

D - Dal primo gennaio al 31 dicembre 2014 gli ac-cessi agli Uffici per l’Impiego sono stati complessi-vamente 40.718 nelle tre sedi di Gorizia, Monfalco-ne e Grado.

R - Si, un numero di persone impressionante, il chiaro termometro di una crisi che morde ancora. Devo ammettere che, forse, questa è, umanamen-te, la parte più difficile da affrontare, in questa mia esperienza politico–amministrativa. Quotidiana-mente ricevo persone disperate, in cerca di rispo-

ste, in cerca di lavoro, di un lavoro che non c’è. Mi si stringe il cuore ogni volta e cerco di fare quello che posso con i pochi strumenti che abbiamo a disposi-zione e quando non posso fare nulla, ascolto e tento di confortare queste persone, creando un rapporto con loro, cercando di non farle sentire sole. Il senti-mento di impotenza che si genera, però, credetemi, è devastante. A breve la giunta regionale dovrebbe licenziare il reddito di povertà e ritengo che questa misura sia un importante segnale di civiltà. Che cosa è? Nient’altro che un sostegno economico per chi è senza occupazione e privo di ammortizzatori sociali, un sostegno per tirare avanti preservando almeno la propria dignità. Perdere il lavoro è un dramma vero e proprio che colpisce duramente la dignità di una persona, che la sveste del suo abito sociale ed almeno questo va evitato, in ogni modo.

D - Molte sono le difficoltà di un disabile a trova-re un posto di lavoro, benché esista una normativa sul “collocamento mirato” che dovrebbe tutelare il suo diritto (aziende che, in virtù della legge 68 del 1999 e se con almeno 15 dipendenti, dovrebbero assumere un disabile, usufruendo in cambio di in-centivi e di agevolazioni fiscali, ma che, al contra-rio, preferiscono pagare le sanzioni previste dalla stessa legge). Le cifre parlano di circa 700 mila euro di contributi per il collocamento mirato che restano congelati. Secondo lei, manca una adeguata infor-mazione/comunicazione?R - Nella domanda che lei mi pone vengono affronta-ti due argomenti sostanzialmente diversi. Mi spiego. Per quello che riguarda le aziende con più di 15 di-pendenti, per cui ricorre l’obbligo di assunzione del disabile, va precisato che, se la stessa azienda ricorre alla cassa integrazione, entra in vigore la sospensione

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 17

D - Mancanza di una gestione pubblica della prima accoglienza? Difficoltà di coordinamento e dialogo tra gli enti pubblici? Perché non si riesce ad attivare un’accoglienza diffusa sui territori dei comuni pro-vinciali?R - L’accoglienza diffusa è un bellissimo progetto che richiede tempo per diventare realtà ed è ben diversa dalla prima accoglienza. I comuni isontini, non tutti ma tanti, hanno dato la loro disponibili-tà ma c’è bisogno di conoscere le norme, che non sono immediate, di portare a compimento una vera rivoluzione culturale che per fortuna è cominciata. La prima accoglienza invece è cosa diversa. La com-petenza primaria è della Prefettura e posso dire, con cognizione di causa, che la nostra Prefettura non ha certo dimostrato una capacità di reazione immediata. Abbiamo più volte, come amministra-zioni locali, teso la mano allo Stato, cercando di dare risposte operative anche nell’emergenza, ma il più delle volte ci siamo visti brutalmente sbattere la porta in faccia.

dell’obbligo ed è il caso, ad esempio, di Fincantieri. Poi possiamo discutere sulla necessità di effettivo ricorso alla cassa integrazione e ci sarebbe molto da dire. Per farla breve, tante grandi aziende hanno utilizzato la cassa integrazione e, quindi, sono in so-spensione degli obblighi previsti dalla Legge 68. Cer-to è anche vero che molti, invece, vista la crisi di cui non si vede ancora la fine, preferiscono, se in obbligo di assunzione, pagare la sanzione prevista per legge piuttosto che assumere, ritenendo la sanzione meno onerosa e vincolante dell’assunzione. Sono poi pro-prio le sanzioni che alimentano il fondo di cui lei par-la. Confermo che si, ci sono circa 700 mila euro sulla Legge 68 ma qualcosa si sta muovendo. La Provincia ha messo a bando circa 120 mila euro per progetti sperimentali che favoriscono l’inserimento lavorativo di disabili e, diversamente dallo scorso anno, stanno arrivando domande per l’erogazione di contributi per le assunzioni di disabili. Il meccanismo di funziona-mento del fondo è, comunque, complesso e sarebbe lungo da spiegare ma per rispondere alla domanda, a mio avviso, la Legge 68, che è del 1999, andrebbe adeguata e resa meno rigida rispetto ad un mercato del lavoro che è significativamente cambiato.

D - Uno degli argomenti più dibattuti in questo periodo è il tema scottante dell’immigrazione che coinvolge da vicino Gorizia e la sua provincia.R - Si, l’immigrazione è un tema che ci riguarda da vicino e non da oggi. La nostra è una stupenda ter-ra di confine che dovrebbe essere, per definizione, multiculturale, ma purtroppo non è così. La propa-ganda politica, di bassa “lega” - mi permetta la bat-tuta - sta tentando di parlare alla pancia della gente, alla disperazione di chi soffre e in un momento di crisi economica non è difficile. Strumentalmente si sta tentando di scatenare la guerra tra i poveri, il proletariato contro il sub proletariato, si sarebbe detto qualche decennio fa. Il perché è abbastanza semplice da comprendere, meglio mettere gli uni contro gli altri perché, se si coalizzassero, potreb-bero chiedere il rispetto di leggi e diritti che sono di tutti, come è scritto esplicitamente nella nostra Costituzione. Più che cambiare la Costituzione, io credo, sarebbe sufficiente applicarla alla lettera ed allora, diritto al lavoro, all’asilo politico, alla tutela delle minoranze, all’istruzione pubblica, degna di questo nome, non sarebbero oggetto di discussione e di scontro politico ma semplicemente una realtà, concreta, a beneficio diretto delle persone.

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Si è svolto a Viareggio, dal 30 aprile al 3 mag-gio, il 54° Congresso Nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (FIDAS) che ha visto riuniti, al Gran teatro Puccini di Torre del Lago, i delegati delle 73 associazioni federate presenti sul territorio nazionale. Il Congresso si è aperto con un messaggio del ministro della salute Beatrice Lorenzin. A seguire gli interventi di Giulia-no Grazzini, direttore del Centro Nazionale Sangue, di Claudio Velati, presidente nazionale SIMTI e di Valentina Molese, direttore del Centro Regionale Sangue della regione Toscana che hanno voluto sottolineare il ruolo fondamentale del volontariato del dono, ma anche il compito di collaborare con le istituzioni per garantire un trattamento uniforme

A VIAREGGIO IN MIGLIAIA PER LA 34a GIORNATA NAZIONALE DEL DONATORE

Si è svolto nel centro toscano il 54° Congresso Nazionale FIDAS

a livello nazionale del donatore e del ricevente. “Il 2014 ha visto un aumento dei donatori di sangue del 4,3%, con una crescita significativa (+ 8%) dei donatori periodici, ma con un sensibile calo delle unità raccolte (meno 3%) – ha rilevato il presiden-te nazionale FIDAS, Aldo Ozino Caligaris. Non solo per una minor richiesta di sangue conseguente ad un sempre migliore utilizzo degli emocomponen-ti, ma anche in seguito alle problematiche conse-guenti l’accreditamento dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta che hanno evidenziato una notevole difformità tra le varie Regioni italiane che viaggiano a diverse velocità.”

Nel corso della prima giornata di lavori è stato consegnato il V Premio Giornalistico “FIDAS-Isabella

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 19

Domenica 3 maggio si è svolta, invece, la 34a Giornata Nazionale del donatore. Viareggio ha ac-colto 10mila donatori che hanno sfilato lungo il via-le a mare per ritrovarsi nel piazzale Belvedere Delle Maschere, dove è stata celebrata la messa dall’arci-vescovo di Lucca, mons. Italo Castellani.

Ad Aprile 2016 il prossimo congresso Nazionale FIDAS sarà ospitato da ADVS Gorizia.La scelta di Gorizia non è casuale. Sono numerose le motivazioni per ospitare questo importante appuntamento: il centenario della Grande Guerra, con l’anniversario della conquista italiana del capoluogo isontino avvenuta il 9 agosto 1916 ma, soprattutto, c’è la forte e commossa volontà di ricordare il nostro amico Egidio Bragagnolo. L’attività assembleare si svolgerà a Grado dal 22 al 23 aprile, mentre Gorizia sarà protagonista della 35ª Giornata Nazionale del Donatore, con un grande corteo che vedrà sfilare attraverso il centro cittadino circa 20 mila donatori provenienti da tutta Italia .

Sturvi”, riconoscimento nazionale riservato ai temi del volontariato e della donazione del sangue, pa-trocinato dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa, dal Centro Na-zionale Sangue e dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia.

Ad aggiudicarsi il premio Donatella Barbetta de “Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno” e Ales-sandro Graziadei di “Unimondo.org” per la sezione stampa/web, mentre Giuseppe Guglielmo di Rai 3 Calabria ha ricevuto il premio per la sezione TV/Ra-dio. A consegnare i riconoscimenti Maria Rita Tam-burrini, Dirigente dell’ufficio VIII Sangue e Trapianti del Ministero della Salute, già stretta collaboratrice di Isabella Sturvi.

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Dopo l’assemblea del 15 marzo scorso, il di-rettivo sì è riunito riconfermando il presidente Ales-sandro Tirel alla guida della sezione caprivese. Ven-gono riconfermati 9 consiglieri su 10, con un solo nuovo entrato, il 20enne Giulio Tirel. Va a sostituire Mario Del Bene che, dopo una lunghissima carriera nel direttivo, entra a far parte del collegio dei revi-sori dei conti.

Il nuovo assetto sezionale, quindi, comprende il presidente Alessandro Tirel, i suoi vice Alessandra Tensi e Alessio Cuzzit, il segretario Christian Piani e i seguenti consiglieri: Marino Drigo, Guido Badin, An-drea Cuzzit, Luciano Tirel, Andrea Sturm e la new entry, Giulio Tirel. Fanno parte, invece, del collegio dei revisori dei conti Benito Tofful, Mario Del Bene e Luca Camuffo.

L’assemblea dei soci, quindi, ha confermato il di-rettivo uscente con una scelta all’insegna della con-tinuità e della fattiva operosità. Nella relazione mo-rale, il presidente Alessandro Tirel ha evidenziato come, in un momento di generalizzata difficoltà, la sezione di Capriva continui ad avere un trend positi-vo sia di donazioni che di nuovi donatori. Nel primo quadriennio di presidenza Tirel, le donazioni sono costantemente cresciute, con il record del 2013 (275) e 270 nel 2014 per un totale di 1046 sacche donate. Numeri di tutto rispetto per una piccola se-zione come quella di Capriva.

Inoltre, in questi anni il numero dei donatori attivi è andato via via crescendo grazie al coinvolgimento di nuovi donatori e alla volontà di riavvicinare alla donazione coloro che negli anni si erano allontanati. Va sicuramente sottolineato che, in questo, ha gio-

Capriva

ALL’INSEGNA DELLA CONTINUITÀ

cato un ruolo fondamentale la presenza dell’autoe-moteca che rafforza l’attaccamento della sezione al territorio caprivese.

Il presidente ha voluto ringraziare tutto il diretti-vo per il grande lavoro svolto, evidenziando che la sinergia, il rispetto e l’affiatamento all’interno del di-rettivo è divenuto lo spirito e la forza trainante della sezione. Il presidente ha concluso la sua relazione ringraziando l’Amministrazione comunale per il con-tinuo supporto, sia economico che logistico, la Cas-sa Rurale Artigiana BCC di Lucinico Farra e Capriva e tutte le associazioni paesane. Anche il sindaco Ser-gon ha voluto rendere merito alla sezione perché “i donatori di sangue rappresentano un motore di entusiasmo e di sani principi per tutta la comunità di Capriva Del Friuli”.

di Alessandro Tirel

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 21

I primi sei mesi del 2015 sono iniziati alla gran-de per la sezione di Cormòns.

Il 28 febbraio durante l’assemblea abbiamo rin-novato il Direttivo sezionale, composto dal nuovo presidente Maurizio Tomba e dai consiglieri Tiziana Battistutta, Laura Brandolin, Maurizio Brumat, Aldo Durante, Elena Fumo, Massimo Grattoni, Bruno Mauro, Francesca Pulz, Edi Samar, Antonio Ventu-rini, Elisabetta Waldner. Revisori dei conti: Massimo Bragagnolo e Claudio Femia.

Siamo subito partiti con grande entusiasmo il 21 marzo con la terza “Cena del Donatore” che ha riscon-trato molti consensi. Subito dopo, il 19 aprile, abbia-mo deciso di partecipare attivamente alla maratona del Trail del Collio organizzando un punto di ristoro. Nell’occasione abbiamo distribuito ai partecipanti più di 500 palloncini. Il 30 aprile, qualche giorno dopo aver compiuto 18 anni, Sabrina Mauro ha fatto la sua prima donazione, seguendo le orme di mamma Lore-dana e papà Bruno, consigliere del direttivo sezionale.

Dal 7 maggio abbiamo ripreso le nostre tradizionali

Cormòns

GRANDE FERMENTO NEI PRIMI SEI MESI

visite nelle scuole locali e abbiamo tenuto un incontro educativo presso la scuola Media “G.Pascoli” di Cor-mòns. La dottoressa Guerci del Centro Trasfusionale ha illustrato agli 83 ragazzi delle classi Prime le carat-teristiche e i componenti del sangue e messo in risalto l’importanza e, soprattutto, quanto sia indispensabile che ogni persona maggiorenne doni il proprio sangue per aiutare le tante persone in difficoltà. I ragazzi han-no potuto anche visitare l’autoemoteca. Il 2 giugno, in occasione della consegna della Costituzione, ab-biamo incontrato i diciottenni cormonesi che hanno ricevuto l’invito alla loro prima donazione, mentre il 12 giugno si è svolta la donazione in piazza XXIV mag-gio. Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti che a Cormons si dona a venerdì alterni con Grado come da calendario sotto riportato e che la donazione di san-gue intero può essere effettuata dalle ore 8 alle ore 10, mentre quella del plasma dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Autoemoteca nell’ex Ospedale di Cormòns (a lato del Laboratorio di analisi). Informazioni e preno-tazioni al 370 3133082 (Brumat Maurizio).

Calendario donazioni a Cormòns• 10 e 24 luglio• 21 agosto• 4 e 18 settembre• 2 e 16 e 30 ottobre• 13 e 27 novembre• 11 dicembre

di Tiziana Battistutta Sabrina Mauro, la nuova donatrice neo diciottenne

• IL NOTIZIARIO DEL DONATORE22

A QUASI 40 ANNI DALLA NOMINA DINO TUZZI LASCIA LA PRESIDENZA

Dolegna

Aria di novità anche a Dolegna. Nel corso dell’assemblea dello scorso 14 marzo, infatti, è stato rinnovato il Consiglio Direttivo di sezione che, suc-cessivamente, ha nominato Sandro Zuppel nuovo presidente.

Dopo quasi quarant’anni di presidenza, Dino Tuz-zi lascia la leadership della sezione. “Anni di grande impegno e dedizione quelli di Dino Tuzzi, sottolinea il presidente entrante Sandro Zuppel . A lui vanno i nostri più sinceri ringraziamenti, con la consapevo-

lezza che rimarrà sempre un punto di riferimento per l’intera sezione”. Il nuovo Direttivo è compo-sto anche dal vice presidente Carlo Bernardis, dal segretario Gabriele Fruscalzo, dai Consiglieri Dario Zuppel e Tiziano Nadalutti e dai Revisori dei conti Stefano Bernardis e Cristiano Tuzzi. L’obiettivo del-la rinnovata compagine sarà quello di mantenere le tradizioni e dar valore al lavoro svolto in 40 anni, cercando di migliorare e guardando al futuro grazie al coinvolgimento di giovani nuovi donatori.

Aria di novità per la sezione “Tullio Vittori” di Gradisca d’Isonzo e Sagrado. Lo scorso 7 marzo, infat-ti, si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Ne è risultata una composizione in gran par-te rinnovata. Nel corso della prima riunione, quindi, si è provveduto alla scelta e alla nomina delle seguenti cariche: presidente Matteo Trevisan; vice presidenti Paola Di Bert e Stefano Capacchione; segretario Tizia-no Zollia; revisore dei conti Denise Fedele.

Di particolare rilievo ed interesse è stata sicu-ramente la nomina di Matteo Trevisan. A dispetto della giovane età (23 anni), Matteo risulta già da tempo impegnato sia nel mondo imprenditoriale che in quello dell’associazionismo ed ha accettato con entusiasmo la sfida che lo vedrà in prima linea per il prossimo mandato. La prima riunione è sta-ta anche l’occasione per confermare l’obiettivo del

nuovo direttivo, quello di una capillare divulgazione della cultura del dono, nelle sue forme più svaria-te e diffuse, in particolare nei confronti dei giova-ni. Auguri di buon lavoro, quindi, a tutto il nuovo consiglio ed in particolare al presidente Trevisan, il quale potrà contare sul sostegno e la collaborazio-ne di una squadra che rappresenta il giusto mix tra esperienza, competenza, volontà e passione. Ingre-dienti che non dovrebbero far rimpiangere quanto di buono ed efficace è stato realizzato negli anni dal precedente consiglio, al quale va rivolto un sentito ringraziamento ed un sincero plauso.

ARIA DI NOVITÀGradisca d’Isonzo

di Paolo Franz

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 23

Il 25 aprile di ogni anno, all’Ara Pacis Mundi di Medea, si celebra, con una breve cerimonia, l’anni-versario della Liberazione. Per l’occasione il sinda-co consegna ai neo diciottenni (quest’anno erano nove) una copia della Costituzione Italiana.

All’evento, da qualche anno, si è inserita la nostra sezione, consegnando ai giovani una maglietta cre-ata per l’occasione, ma soprattutto per parlare dell’ importanza del dono del sangue. I nostri volontari invitano tutti i giovani a prendere contatto con la sezione al fine di arrivare, al compimento del diciot-tesimo anno di età, alla prima donazione di sangue.

LA TRADIZIONE DEL “MAJ”

Medea

Sulla maglietta facciamo riferimento al “Maj”, tra-dizionale albero issato nel centro del paese dai neo-maggiorenni in occasione del primo maggio. Anche in questa occasione, la nostra sezione si rende parte-cipe operativa, grazie alla disponibilità dei soci, presi-dente in testa. Con grande piacere abbiamo consta-tato la ricaduta positiva di queste iniziative, con una costante acquisizione di giovani leve fra i nuovi dona-tori. Motivo di orgoglio e di volontà nel continuare a rinnovare l’appuntamento di anno in anno.

IL NUOVO VOLTO DEL DIRETTIVO

Nicola Moschion è il nuovo presidente del-la sezione di Villesse, prende il posto di Livio Tolloi che, dopo 12 anni, lascia la guida del gruppo. Ad affiancare Moschion, ci saranno il vicepresidente Maurizio Vecchi e il segretario Stefano Viotto. Fa-ranno parte del nuovo Direttivo i consiglieri Daniele Cabass, Lorena Tomasin, Pietro Peressin, Emanuele Viotto, Alessandro Zilli, Thomas Cabass, Mattia Ma-ieron e Luca Montanari. Revisori dei conti Fabrizio Peressin, Damiano Sdrigotti e Livio Tolloi (membri ef-fettivi); Ameris Fonzari e Marino Modonut (membri supplenti) Consigliere aggiunto Lorella Franzot. Un direttivo formato da gente nuova che potrà contri-buire con entusiasmo e impegno alla crescita dell’as-sociazione con l’obiettivo di avvicinare i giovani al dono del sangue. “Un sentito ringraziamento - ha

sottolineato Moschion - va a tutti i consiglieri uscenti e ai collaboratori che hanno so-stenuto la sezione negli ulti-mi anni. L’obiettivo è quello di dare continuità al la-voro svolto, cercando di migliorare i risultati dell’ul-timo anno che hanno visto un aumento del numero dei donatori e delle donazioni con oltre 200 sacche tra sangue intero e plasma”. La sezione ha intenzio-ne di organizzare eventi e manifestazioni allo scopo di favorire la diffusione della cultura della solidarie-tà e stimolare la sensibilità dei compaesani verso il dono del sangue. Sarà essenziale, quindi, proseguire la collaborazione con la scuola primaria e con tutte le associazioni del paese. La festa sezionale è stata programmata per domenica 30 agosto.

Villesse

di Stefano Viotto

Nicola Moschion

• IL NOTIZIARIO DEL DONATORE24

NUOI VOLTI E NUOVA ENERGIA

Farra d’Isonzo

Il lavoro della sezione di Farra d’Isonzo continua senza sosta. Il 3 febbraio scorso, infatti, il gruppo ha ospitato per la prima volta l’autoemoteca “Egidio Bragagnolo”, iniziativa di successo con l’affluenza di ben 28 donatori e tre nuovi iscritti: Alessandro Fab-bro, Renzo Luisa e Carlo Castellan.

Dopo aver festeggiato il carnevale con i bambini, martedì 24 febbraio si è tenuta l’assemblea ordina-ria dei soci della sezione per l’elezione del nuovo direttivo. Nell’occasione, il presidente uscente ha presentato le varie iniziative e i dati che dimostra-no la costante crescita della sezione che nel 2014 è arrivata a quota 283 iscritti. Assieme al numero di iscritti anche il numero delle donazioni sono au-mentate notevolmente. Traguardi che intendiamo migliorare ulteriormente anche grazie ai tanti gio-vani che si stanno avvicinando al mondo della dona-zione di sangue.

Durante la riunione del 3 marzo sono state asse-gnate le cariche del nuovo Consiglio Direttivo sezio-nale: dopo ben 12 anni di presidenza, Daniele Bru-mat passa il testimone a Stefano Ermacora che sarà supportato dall’aiuto di due vicepresidenti: Roberta Luisa e lo stesso Daniele Brumat. Tra le fila dei con-siglieri, tre le giovani new entry: Francesca Ieroncic, Carlo Castellan e Luca Brumat. Julian Cantarutti, in-vece, ha rassegnato le sue dimissioni. A lui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per l’importante collaborazione e l’ottimo lavoro svolto nei tanti anni passati insieme. Ma la macchina organizzativa non si ferma e l’attività della sezione, guidata dal nuovo direttivo, continua il suo percorso. Primo appunta-mento è stata la cena dedicata ai collaboratori della sezione, durante la quale il presidente entrante ha

tenuto il suo primo discorso ufficiale. In quest’oc-casione, il passaggio di consegne del presidente uscente, Daniele Brumat, è stato accompagnato da un caloroso e riconoscente applauso di tutti i pre-senti.

Un altro appuntamento è stato il tradiziona-le scambio di auguri accompagnato dall’aperitivo pasquale presso la sede di via Giuseppe Verdi. Un bellissimo momento di convivialità tra i donatori, le loro famiglie, il nuovo direttivo e i tanti amici della sezione.

L’estate, invece, sarà all’insegna dello sport con i consueti tornei di calcetto e pallavolo rivolti alle donatrici e ai donatori di sangue delle varie sezio-ni. Il prossimo importante appuntamento è previsto per sabato 18 luglio con la Giornata del Donatore nell’ambito della festa della Madonna del Carmine che venerdì 17 luglio vedrà la presenza della “Ani-mal House Rock Cover Band” e domenica 19 luglio della “Fantasy Orchestra”.

Confidando nella clemenza del tempo, vi aspet-tiamo numerosi!

di Roberta Luisa

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 25

ormai superiore ai 45 anni. Il ricambio generazio-nale è una necessità per i fruitori-pazienti di te-rapie trasfusionali del prossimo futuro. Necessità alla quale faremo fronte avvicinando nuova gio-ventù, sulla scia dell’entusiasmo di questi primi mesi dell’anno.

Il Congresso FIDAS del 2016, in tal senso, sarà la sfida della nostra federata: lavori congressuali a Grado e sfilata a Gorizia nell’aprile del prossimo anno. Pertanto, porte aperte alle proposte dell’u-niverso giovanile, è giunto il momento di dar loro voce e spazio.

RECLUTARE, INSERIRE, ASCOLTARE

Gorizia

di Marco Fonzar

Dopo aver riconfermato (reclutare) nel di-rettivo i nostri quattro giovanissimi Laura, Lucia, Eli-sa e Roberto (85 anni tutti assieme), nei primi quat-tro mesi del 2015 abbiamo dato il benvenuto a tanti nuovi iscritti, ben 44, in larga parte giovanissimi, che hanno contribuito a valorizzare ulteriormente le uscite scolastiche dell’autoemoteca, soprattut-to quelle universitarie in viale Alviano, organizzate dall’instancabile “pilone” Roberto Vidoz.

Attualmente abbiamo delegato loro alcuni incari-chi (inserire) ad ampio respiro in modo da introdurli quanto prima nel vasto mondo del volontariato, ma il ruolo più impegnativo, quello dell’ascolto, spetta ai consiglieri più “esperti”. Saper capire le esigenze dei più giovani permetterà di avvicinare al dono tanti altri coetanei, permettendo il ricambio generazionale già avviato da qualche tempo. Questo è il nostro ruolo, su questo siamo chiamati ad impegnarci sempre di più.

Se ne è parlato molto anche durante il Congres-so FIDAS a Viareggio, nello scorso mese di maggio. Infatti, se da un lato, soprattutto nel nostro territo-rio, le donazioni sono complessivamente sufficien-ti al fabbisogno, dall’altro preoccupa l’inesorabile aumento dell’età media dei nostri donatori attivi,

Elisa Fonzar Lucia e Laura Barbangelo

Rinnovato il consiglio direttivo, ecco la nuova squadra:• Presidente: Patrizia Zampi; • Vice presidenti: Lucia Pianeti e Marco Fonzar; • Consiglieri: Laura Barbangelo, Lucia Barbangelo,

Anna De Giuseppe, Elisa Fonzar, Denis Pavio, Fabio Rosa, Roberto Vidoz, Ermes Fonzar, Aurelio Simonetti, Albert Sosol.

• Collegio dei Revisori dei conti: Presidente Alessandro Culot, Effettivi Tassilo Kristancic e Carlo Maria Rojic.

• IL NOTIZIARIO DEL DONATORE26

I NUOVI LEGAMI SONO LA VERA LINFA DELLA COMUNITÀdi Michele Calligaris

Romans d’Isonzo

Negli ultimi tempi sono state molte le atti-vità che hanno interessato la nostra sezione La se-zione è fiera di aver ospitato, per la seconda volta, l’autoemoteca lo scorso 15 novembre. L’invito alla donazione in piazza è stato accolto da molti donato-ri, provenienti anche dalle sezioni consorelle di Me-dea, Mariano e Villesse La generosità di 10 donne e 16 uomini, età media 38 anni, ha fruttato ben 20 le sacche di sangue intero raccolte e 6 quelle di pla-sma. L’abile équipe, guidata dalla dottoressa Guer-ci, ha accolto i donatori nel migliore dei modi. Il 31 gennaio la disponibilità della dottoressa Guerci si è dimostrata nuovamente preziosa in occasione della presentazione del fumetto, realizzato dall’ADVSG, “Amici per la vita” agli scolari delle classi IV e V della scuola primaria di Romans. Nell’occasione la nostra sezione ha fatto dono alle scuole di un impianto stereo portatile. Nel mese di febbraio, invece, si è svolta l’assemblea con il rinnovo del consiglio diret-tivo. Gianfranco Bernardi, nostro presidente sezio-nale dal 1999 al 2011, ha deciso di non ricandidarsi. Ha saputo trasmettere l’amore per la nostra asso-ciazione ai nuovi arrivati e all’interno del direttivo resterà un punto di riferimento per la sua precisio-ne, correttezza e disponibilità. Escono dal direttivo anche Alessandro Careddu, Chiara Comuzzi e Fulvio De Alessi. Il nuovo direttivo per il quadriennio 2015-2019 è composto da: Michele Calligaris (riconfer-mato presidente), Luca Cidin e Luca Gregorat (vice-presidenti), Matteo Michelag (segretario), Giacomo Sturnig (tesoriere). Revisori dei conti Flavio Baccari e Giulia Nicolausig. Responsabili sportivi Emanuele Donda e Nicol Collaut. Consiglieri: Andrea Bolzan, Alessia Cabas, Marco Cecchin, Thomas Franco, Va-lentino Franco, Beniamino Godeas, Roberto Plani e Gianluca Tuan. Il mio ringraziamento, personale e a nome della sezione, va ai nuovi arrivati a chi ci sa-

luta restando sempre disponibile a dare una mano. Il nuovo direttivo resta un gruppo giovane e nume-roso, con un’età media di soli 31 anni. Un vanto per la nostra sezione, per le forze già in campo e per il futuro dell’associazione. Guai a noi, tuttavia, se tendessimo ad escludere dalla vita associativa chi ha fatto la storia della nostra sezione. Il vero merito sarà lo scambio e il supporto tra le generazioni, per tessere nuovi legami, vera linfa delle nostre piccole comunità.

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 27

Il 10 maggio scorso, la sezione di Mariano-Co-rona ha festeggiato il suo 46esimo anniversario di fondazione. A Mariano del Friuli si sono ritrovati donatori, famigliari, delegazioni delle sezioni conso-relle, autorità civili e religiose. Dopo la Santa Messa officiata dal parroco Don Michele Tomasin, il cor-teo, accompagnato dalla banda Città di Cormons, si è diretto verso la piazza principale del paese per dare inizio alla cerimonia di premiazione. Gli onori di casa sono spettati al neo Presidente Alessio Luisa, affiancato dai precedenti presidenti, Enzo Mucchiut e Amedeo Poiana.

Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Maria-no, Cristina Visintin e il presidente mandamentale dell’associazione Feliciano Medeot, i quali hanno rivolto parole di ringraziamento e di elogio verso la nostra sezione. Quest’anno abbiamo rinnovato il consiglio direttivo, di seguito le cariche: presiden-te Alessio Luisa, vice presidente Diego Celante, se-gretario–tesoriere Giovanni Mucchiut, revisori dei conti Giovanni Cechet e Tommaso Mucchiut, con-siglieri Riccardo Tofful, Federico Luisa, Mattia Mor-san e Paolo Tofful, consigliere mandamentale Enzo Mucchiut.

Un sincero ringraziamento va all’intero consiglio direttivo e a tutte le persone che ci accompagnano ed appoggiano per dare la possibilità alla nostra se-zione di essere sempre presente e attiva nella no-stra comunità. Cogliamo l’occasione per invitarvi ad andare a donare… il sangue non basta mai!

UN ANNO PIENO DI ATTIVITÀ Mariano del Friuli

Da sinistra Amedeo Poiana(ex presidente), Alessio Luisa (presidente), Feliciano Medeot (presidente mandamentale), Cristina Visintin (Sindaco di Mariano), Enzo Mucchiut (ex presidente)

Calendario Manifestazioni 2015• Domenica 27 settembre CORSA CAMPESTRE DEL DONATORE • Domenica 25 ottobre CASTAGNATA DEL DONATORE • Sabato 7 Novembre CENA SOCIALE

di Giovanni Mucchiut

• IL NOTIZIARIO DEL DONATORE28

IL PUNTO DI RIFERIMENTO DEL PAESE

San Lorenzo

Il 23 febbraio si è tenuta la quinta edizione della “Donazione in piazza”. L’autoemoteca “Egidio Braga-gnolo”, che ha sostato nella piazza Montesanto di San Lorenzo Isontino, ha raccolto 21 donazioni, 8 di plasma e 13 di sangue intero, oltre a 2 nuovi donato-ri. In mattinata le classi 4^ e 5^ della scuola primaria hanno fatto visita all’unità mobile, con l’autista Sal-vatore Garau a fare da cicerone. In seguito i ragazzi hanno partecipato all’incontro con la dott.ssa Vero-nica Ileana Guerci che ha illustrato l’importanza del dono del sangue partendo dal fumetto “Amici per la vita”, di cui è stata partecipe alla stesura. Mercoledì 25, invece, si è tenuto l’incontro nella scuola dell’in-fanzia dove il presidente uscente Baldassarre Me-deot, ha incontrato i 19 bambini dell’ultimo anno. Nell’occasione, il presidente ha distribuito il volume “Il paese del dono”, favola entrata a far parte della collana didattica per le scuole, ideata dall’Associa-zione provinciale.

Domenica 8 marzo si è svolto il pranzo sociale con un centinaio di presenze. La giornata è iniziata con la Santa Messa celebrata dal parroco Don Bruno che, nell’omelia, ha ricordato l’importanza del dono del sangue e dell’attività dei soci e del direttivo. Con l’elezione tenutasi il 26 aprile, è iniziata l’avventura del nuovo direttivo. La votazione ha visto l’elezione di Gianluca Franco come successore di Baldassarre

Medeot che ricoprirà l’incarico di segretario. Nono-stante la lieve crisi di donazioni, in controtenden-za, la sezione sanlorenzina si è contraddistinta per l’aumento delle donazioni che superano quota 190. Anche a livello di nuovi donatori, gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un considerevole nume-ro di nuovi iscritti (venti) con una quasi totalità di giovani al di sotto dei 35 anni.

L’obiettivo è quello di fare della sezione il punto di riferimento nel paese, grazie alla collaborazione con tutte le associazioni, il Comune, i genitori e gli inse-gnanti delle scuole anche attraverso la promozione del dono. Questa la composizione del nuovo diret-tivo: presidente Gianluca Franco, vicepresidente Cesare Cappuccio, segretario Baldassarre Medeot, tesoriere Domenico Medeot. Consiglieri: Sara Ba-sello, Stefano Boro, Alberto Brumat, Tullio Godeas, Massimo Maurencig e Cristiano Volc. Collegio dei revisori dei conti: Francesco Cristin, Feliciano Me-deot e Giuseppe Piccirillo.

di Baldassarre Medeot

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 29

NUOVO ORARIO PER IL CENTRO TRASFUSIONALEA Gorizia e a Monfalcone ampliata di mezz’ora la possibilità di donare sangue o plasma

In accordo con le associazioni dei donatori di sangue della provincia di Gorizia, il Dipartimento di medicina trasfusionale di area vasta giuliano ison-tina ha deciso di ampliare l’orario per la donazione di sangue e plasma. Dal 3 giugno, infatti, l’orario è stato prolungato fino alle ore 10.45 nei centri tra-sfusionali di Gorizia e di Monfalcone.

Questa modifica sarà soggetta ad un periodo di prova di tre mesi per valutarne l’efficacia e l’impatto sull’organizzazione del servizi. In concomitanza con l’ampliamento dell’orario è stata modificata la cro-nologia degli appuntamenti in modo tale da dilazio-nare gli intervalli tra un appuntamento e l’altro con l’obiettivo di ridurre i tempi d’attesa. Ovviamente, l’accesso dei donatori non prenotati è sempre possi-bile nei suddetto orario, dalle 08.00 alle 10.45.

Così come ormai avviene da molti anni per la donazione di plasma, dal luglio dello scorso anno è possibile donare sangue su prenotazione. È attivo, infatti, il servizio di prenotazione per la donazione di sangue intero. Da gennaio di quest’anno, il servizio di prenotazione della donazione di sangue intero è attivo anche al Centro trasfusionale di Monfalcone.

“Si tratta di una interessante opportunità – com-menta il presidente di ADVS Gorizia, Feliciano Me-deot – per i donatori dei due centri trasfusionali fissi attivi nella nostra provincia. Questa soluzione permetterà anche un perfezionamento degli orari degli appuntamenti per le donazioni prenotate di sangue e plasma che, a livello provinciale a meno di un anno dall’avvio, registra dei valori significativi, una donazione su tre è ormai una donazione pro-grammata.”

L’obiettivo, naturalmente, è quello di aumentare le donazioni di sangue e plasma, soprattutto in vi-sta delle carenze del periodo estivo. Per prenotare è

sufficiente chiamare il numero dedicato alla preno-tazione di sangue: dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 13, allo 0481 592949.

ANCHE IN ESTATE

PRENOTI LA TUA

DONAZIONE

AL CENTRO TRASFUSIONALE

DI GORIZIA E DI MONFALCONE

CHIAMANDO IL NUMERO

0481 592949DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

DALLE ORE 11.00 ALLE 13.00

• IL NOTIZIARIO DEL DONATORE30

INCREMENTA IL NUMERO DEI DONATORI DI ORGANI

Serata sanitaria a Gradisca d’Isonzo per ricordare Valentina Pugliese

Dimostrare la capacità di dare testimonianza di solidarietà e depositare la volontà di donare orga-ni e tessuti al momento del rinnovo del documen-to di identità. Questi i suggerimenti del professor Roberto Peressutti, direttore de Centro Regionale Trapianti (CRT) dell’Azienda Ospedaliera Universita-ria “Santa Maria Misericordia” di Udine all’apertura della serata sanitaria “La donazione di organi e di sangue – il trapianto di fegato. Implicazioni clinico-psicologiche” del 29 maggio scorso a Gradisca d’I-sonzo. L’incontro è stato organizzato dall’Associa-zione Donatori Organi FVG della provincia di Gorizia in collaborazione con la sezione “Tullio Vittori” di Gradisca-Sagrado dell’Associazione Donatori Volon-tari Sangue Gorizia e dall’Associazione Italiana Tra-piantati di Fegato FVG.

La serata è stata anche l’occasione per ricordare Valentina Pugliese, la ragazza gradiscana morta nel dicembre scorso a seguito di un investimento nel pieno centro del paese. I familiari di Valentina, infat-ti, consapevoli della generosità della loro amata fi-glia e consci del fatto che donare è un grande gesto di solidarietà, hanno generosamente acconsentito all’espianto degli organi. L’ultimo prezioso dono di una ragazza generosa ed entusiasta della vita, che Gradisca non dimenticherà mai.

Erano presenti all’appuntamento il sindaco Linda Tomasinsig, il presidente regionale di AITF Antonio D’Alfonso, il presidente della sezione gradiscano dell’ADVSG Matteo Trevisan, alla sua prima usci-ta ufficiale dopo l’elezione dello scorso marzo e Claudio Pittin, vicepresidente di ADO Fvg. Relatori della serata, Maria Teresa Cozzi, dirigente psicolo-ga dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine e Pierluigi Toniutto, responsabile dell’Ambulatorio trapianti Clinica Medica di Udine. Infine, hanno por-tato le proprie testimonianze Lidia Mauro De Anto-

ni, familiare di due donatori e Paolo Stanic, trapiantato di fegato.

Ma parliamo di dati. Il 2014 è stato caratterizza-to, a livello nazionale, da un incremento del numero di donatori utilizzati fino a 19,6 per milione di abitan-ti. Tanto per dare un’idea, in Italia sono stati eseguiti 226 trapianti di cuore, 1586 trapianti di rene, 1056 di fegato e 8256 di ossa. A fronte di 8758 pazienti in lista per un trapianto. Nel solo reparto di rianimazione dell’ospedale “Santa Maria Misericordia” di Udine, per esempio, nel 2014 ci sono stati 192 decessi, di questi, soltanto su 74 si è potuto procedere al prelievo di organi a scopo di trapianto. Questi dati ci aiutano a com-prendere quanto sia necessario conoscere, sapere, capire che il sistema italiano è tra i più garantisti al mondo. A partire proprio dall’accertamento di morte con criteri neurologici, uno stato irreversibi-le e definitivo da non confondere con il coma. È im-portante, quindi, esprimersi in vita sulla donazione di organi e tessuti. Il principio del silenzio-assenso non è in vigore. Punto di riferimento è l’Associazio-ne Donatori Organi del Friuli Venezia Giulia. L’as-sociazione, nata a Udine nel 1976, conta oltre 58 mila iscritti in regione e opera su tutte e quattro le provincie per diffondere la cultura del dono e della solidarietà.

A Gorizia, la sede ADO è in via Duca d’Aosta 111 (Casa delle Associazioni di Volontariato), aperta al pubblico il sabato dalle ore 9.30 alle ore 11, telefo-no 0481 33438.

di Patrizia Zampi

Valentina Pugliese

IL NOTIZIARIO DEL DONATORE • 31

Il 29 aprile scorso, Bruno Pizzul è stato insignito della laurea magistrale honoris causa in Comunica-zione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni. Modello di giornalismo sportivo competente e dai toni civili, interprete e divulgatore della funzione educativa dello sport, ambasciatore nel mondo del Friuli Venezia Giulia e dell’Isontino in particolare, Bruno Pizzul è diventato dottore nel corso di una ce-rimonia svoltasi al polo universitario di Santa Chiara. Presenti il rettore Alberto Felice De Toni, la delegata per la sede di Gorizia dell’Università di Udine Nico-letta Vasta e il direttore del Dipartimento di scienze umane, Mauro Pascolini.

Questa la motivazione: “Per il contributo fornito come giornalista sportivo e radio-telecronista, testi-mone privilegiato di una concezione etica del calcio che valorizza la dignità della persona e rifiuta la vio-lenza enfatizzando il valore educativo dello sport, come promotore dei valori della friulanità e di una cultura sportiva fortemente radicata nel territorio”.

In particolare, il Dipartimento di Scienze Umane e il Senato Accademico hanno evidenziato la compe-tenza tecnica e tattica di Pizzul attestata, fra l’altro, dal suo “Il manuale del calcio moderno” adottato dalla Federazione Nazionale Giuoco Calcio (FGCI) nelle proprie scuole; dalla profonda consapevolezza dei propri obblighi professionali e dalla conoscenza delle conseguenze sociali della comunicazione tele-

BRUNO PIZZUL MAESTRO E MODELLO DI COMUNICAZIONE

Conferita dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Comunicazione Integrata per le Imprese e le rganizzazioni

visiva; dalla perfetta conoscenza dei meccanismi e dell’efficacia comunicazionale del medium televisi-vo; dall’attenzione rivolta all’ascoltatore; dallo stile comunicativo efficace, pacato e competente nel panorama del calcio nazionale e internazionale. La proposta di conferimento della laurea è stata avva-lorata da una commissione composta dai professori Bernardo Cattarinussi (Università di Udine), Giovan-ni Delli Zotti (Università di Trieste) e Stefano Martelli (Università di Bologna).

A fine cerimonia Bruno Pizzul, indossata toga e tocco, ha preso la parola per la lectio doctoralis dal titolo “Terra amata e raccontata”.

p IL PERSONAGGIO

Bruno Pizzul riceve il diploma di laurea dal magnifico rettore dell’Università di Udine, Alberto Felice De Toni

A Gorizia c/o ospedale “San Giovanni di Dio” via Fatebenefratelli, 34 – Gorizia tel. 0481 592990 (per info fino ore 13.00) da lunedì a sabato orario 8.00 -10.45 Prenotazione necessaria per plasmaferesi

A Cormòns c/o distretto sanitario tel. 370 3133082 venerdì (alternato con Grado) orario 8.00-10.00 sangue intero 10.00-12.00 plasma

A Grado c/o distretto sanitario tel. 338 8988930 venerdì (alternato con Cormòns) orario 8.00-10.00 sangue intero 10.00-12.00 plasma

A Monfalcone c/o ospedale “San Polo” via Galvani, 1 - Monfalcone tel. 0481 487658/59 da lunedì a sabato orario 8.00-10.45 Per la prima donazione dal lunedì al venerdì alle 8.00

A Udine c/o ospedale “S. Maria della Misericordia” p.le S. Maria della Misericordia - Udine tel. 0432 552341 prenotazione plasma e piastrine tel. 0432 552346 da lunedì a domenica orario 7.30-11.00 sangue intero 9.00-13.00 plasma

A Cividale c/o ospedale di Cividale via Santa Chiara - Cividale tel. 0432 708333 da lunedì a sabato (no martedì) orario 8.00-10.00

A Palmanova c/o ospedale di Palmanova via Natisone - Jalmicco, Palmanova tel. 0432 921262 prenotazioni plasma tel. 0432 921262 da lunedì a sabato e prima domenica del mese orario 8.00-9.30

A Trieste c/o ospedale “Maggiore”via della Pietà, 2/3 - Trieste tel. 040 3992858 da lunedì a sabato orario 8.00-11.00

c/o ospedale “Burlo Garofolo” via dell’Istria, 54 - Trieste tel. 040 3785274 da lunedì a venerdì orario 8.00-11.00

DOVEDONARE