Il nome divino
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8/14/2019 Il nome divino
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Giuseppe Guarino
IL NOME DIVINONELLA TRADUZIONE DELLE SACRE SCRITTURE
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UNA RICERCA
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INDICE
Prefazione
IntroduzioneCapitolo 1 Il nome personale di Dio rivelato a Mos
Capitolo 2 Lalfabeto ebraico
Capitolo 3 La vocalizzazione del Tetragramma
Capitolo 4 Le possibili letture del Tetragramma
Capitolo 5 Dio ha un un Nome o si presenta con un nome?
Capitolo 6 La parola nome nellAntico Testamento
Capitolo 7 Lellenizzazione del mondo antico e la diffusione della lingua grecaCapitolo 8 La lingua originale del Nuovo Testamento I: i Sinottici e gli Atti degli Apostoli
Capitolo 9 La lingua originale del N. T. II: quarto Vangelo, epistole e Apocalisse
Capitolo 10 La parola nome nel Nuovo TestamentoCapitolo 11 Il Tetragramma nella versione dei SettantaCapitolo 12 Il Tetragramma nel Nuovo Testamento?
Capitolo 13 Il testo ebraico di Matteo e le conclusioni di George Howard
Capitolo 14 Evidenze interne nel Nuovo Testamento contro la presenza del Tetragramma
Conclusione
Appendice I Mos: incontro o scontro di due culture?
Appendice II Radici ebraiche della fede cristiana
Appendice III Ges o ?
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Prefazione
La questione che riguarda il nome che Dio ha rivelato a Mos sul Sinai e la sua
presenza, nella sua forma originale o traslitterata, largomento di questo studio.Che vi sia bisogno di unindagine in questo senso un dato oggettivo, dimostrato dal
pullulare di tentativi di ripristino del nome divino nelle traduzioni sia delle Scritture
dellAntico Testamento che in quelle del Nuovo.
E noto il tentativo della Traduzione del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova che
inserisce Geova tanto nellAntico quanto nel Nuovo Testamento (disponibile adesso anche
online: http://www.jw.org/en, in inglese e su http://www.jw.org/itin italiano). Altri tentativi
recenti in lingua inglese sono The Book of Yahwehe della King James Bible(che, nella suarevisione del 1769, una traduzione tuttora in voga fra gli evangelici americani
conservatori) della quale stata approntata recentemente una versione che inserisce
Jehovah, chiamataThe Divine Name(versione in inglese soltanto, ovviamente, disponibilesu http://www.dnkjb.net/faq_dnkjb_online.htm ).
Ma al di l della semplificazione dei problemi di traduzione, traslitterazione o
inserimento del nome divino di Esodo 3:14-16 anche nelle versioni della Bibbia non in
lingua originale o nel Nuovo Testamento, quali sono le vere problematiche connesse a
questi tentativi?
In questo mio lavoro mi ripropongo di partire da zero, di resettare questaproblematica e provare ad affrontarla dallinizio, passo passo, per poi poter serenamente
valutare la possibilit di inserimento del Nome divino nelle versioni non ebraiche dellaSacra Scrittura.
Non mi propongo di evitare i punti pi spinosi e tecnici della questione. Considero
troppo spiccia la semplificazione, per motivi di mera propaganda alle proprie convinzioni
religiose, fatta ormai da diversi movimenti religiosi o pseudo religiosi su questa tematicache mira in realt solo a coinvolgere per trascinare pi persone possibile a sostenere questa
o quella convinzione.
Allo stesso tempo far di tutto per rendere il pi accessibile possibile la mia
discussione, non evitando le citazioni in lingua originale, ebraico soprattutto, ma anche in
greco; ma proponendo sempre ampie spiegazioni e traslitterazioni nel nostro alfabeto che
permetteranno a chi ama una lettura complessa ma non impossibile di seguire il filo del
discorso.Chi cerca qui polemica, rimarr deluso. Chi ama invece la ricerca e la Parola di Dio
sia il benvenuto in questo viaggio difficile che io stesso mi accingo, non senza un certo
timore riverenziale, ad intraprendere.
C un ultima nota. Quando avevo gi completato la prima stesura del mio libro, ho
trovato online un interessantissimo testo anonimo e senza copyright intitolato TheTetragrammaton and the Christian Greek Scriptures. In alcuni punti siamo cos in accordocon questo autore ed utilizziamo schemi talmente simili che potrebbe persino sembrare che
io mi sia pi che ispirato a questo lavoro. Non ci sarebbe nulla di male, ma non stato cos.
In parole povere, non ho copiato da lui, nonostante le incredibili coincidenze su quello che
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diciamo e come lo diciamo. Questo testo disponibile gratuitamente sul sito
www.tetragrammaton.org
Possa il Signore, , assistermi in questo tanto affascinante quanto serio compitoche mi sono prefissato.
Giuseppe Guarino
Catania, 07 Maggio 2013
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Introduzione
La questione riguardante le problematiche connesse al Nome divino personale di Dio
rivelato a Mos (Esodo capitolo 3) un problema antico quanto la necessit di dover
tradurre lAntico Testamento.
La pi antica versione che conosciamo della Bibbia ebraica la traduzione in greco,
la cosiddetta LXX (Settanta) o Septuaginta. Questa versione originariamente delPentateuco soltanto venne sponsorizzata nel III secolo a.C. dal sovrano egiziano Tolomeo
Filadelfo per arricchire la biblioteca di Alessandria. Il nome Settanta deriva dal numero
originale dei traduttori impegnati in questopera.
Vi sono idee controverse su quale fosse la scelta adottata da questa antica versione.
Alcuni sostengono che i traduttori preferirono mantenere il Tetragramma, il nome di Dio
nella sua forma originaria ebraica, e semplicemente inserirlo nel testo greco. Altri
sostengono che fu preferito inserire Kyrios (cio Signore). Qualunque sia stata la sceltainiziale di quei traduttori, evidente la difficolt di trasporre un termine tanto delicato come
il Nome personale di Dio.
Quale scelta la migliore?
Vediamo brevemente loriginale ebraico. Quando Dio apparve a Mos, quegli gli
disse: "Io sono colui che sono". Poi disse: "Dirai cos ai figli d'Israele: "l'IO SONO mi ha
mandato da voi". Ma se Dio dice in prima persona di essere: lIO SONO, gli altri sidovranno rivolgere a lui chiamandolo: , il Dio dei vostri padri, il Dio d'Abraamo, ilDio d'Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi. il modo in cui viene rappresentato in alfabeto ebraico il nome con il qualeviene detto a Mos di identificare al popolo chi il Dio che lha mandato per far uscireIsraele dallEgitto.
Lebraico si legge da destra verso sinistra. Quindi volendo identificare con il nostro
alfabeto le lettere ebraiche avremo: Y H W HQueste quattro lettere che compongono il nome di Dio per eccellenza nellAntico
Testamento vengono comunemente definite Tetragramma (dal greco Tetra Grammaton).Nellalfabeto ebraico (diremo per semplicit) mancano le vocali ed formato
soltanto da 22 consonanti. Il disagio che ne pu seguire facilmente comprensibile e lacorretta pronuncia delle parole legata allinsegnamento di una generazione a quella
successiva. Proprio per ovviare a questa problematica, allinizio dellera cristiana, i
masoreti, dei sapienti ebrei, aggiunsero dei simboli al testo ebraico per fissarne la lettura.
Il Tetragramma divenne vocalizzato nel seguente modo: Mentre nella stragrande maggioranza dei casi i simboli fornivano al lettore le vocali
da aggiungere alle consonanti del testo, onde fissare la pronuncia dei vocaboli, per il
Tetragramma gli studiosi parlano di qere perpetuum, cio di correzioni permanenti, nonriportate al margine ma inserite nel testo mediante una vocalizzazione anomala (citazione
tratta da: Giovanni Deiana e Ambrogio Spreafico, Guida allo studio dellebraico biblico,
Urbaniana University Press e Societ Biblica Britannica e Forestiera, pag. 20). Infatti,
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quando i masoreti aggiunsero la loro vocalizzazione al testo, gli ebrei ortodossi da tempo
non leggevano pi il Tetragramma, preferendo pronunciare al suo posto la parola Adonai,corrispondente allitaliano Signore. Alle consonanti del nome divino vennero, quindi,
aggiunte le vocali diAdonai.Nel XVI secolo uno scriba tedesco che stava traslitterando la Bibbia in alfabeto latino
per il Papa, intercal semplicemente le vocali alle consonanti ottenendo la lettura Iehovah.(fonte: http://www.jewfaq.org/name.htm)
Pi tardi (nel 1611) la King James Version della Bibbia, famosissima versione
inglese in uso ancora oggi in molte chiese tradizionaliste, introdusse la lettura Iehovah.Questa, con levoluzione della lingua inglese, divenneJehovah(si legge: Gehouva, dove lh corrisponde alla c aspirata del dialetto toscano), vocabolo in voga in molte chiese
evangeliche di lingua inglese, dove considerato a tutti gli effetti il nome di Dio.
Laffetto che lega i cristiani anglo-americani a Jehovahha generato diversi tentatividi traduzione che lo inseriscono nel loro testo.
Nel 1901 la American Standard Version inser Jehovah in tutti i punti doveloriginale ebraico aveva il Tetragramma. Negli anni 60 i Testimoni di Geova produssero la
loro traduzione della Bibbia che introduceva Jehovah sia nellAntico che nel NuovoTestamento. Di recente apparsa una variante della traduzione in inglese della King JamesVersion che riprende Jehovah in tutto lAntico Testamento. Diverse le altre versioni ininglese che utilizzano questo termine in modo pi o meno sistematico.
In Italia la Traduzione del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova, facendo eco alla
sua versione inglese, della quale fondamentalmente e servilmente la trasposizione in
lingua italiana, utilizza Geova sia nellAntico che nel Nuovo Testamento. (Della opportunit
e persino possibilit del recupero del Tetragramma nel Nuovo Testamento ne parler in unaltro articolo a Dio piacendo).
Vi sono state delle versioni italiane che hanno inserito, nel testo o nelle note, le
lettureJavhe,Jahweh, Yahv,Iavh, Geova,Iehova,Iehovah.La Riveduta Luzzi ha preferito indicare il termine Eterno ogni volta che occorre il
Tetragramma nel testo originale dellAntico Testamento. Un tempo ritenevo questa
soluzione incomprensibile. Ma con una migliore conoscenza delloriginale mi sono
senzaltro ricreduto. Le motivazioni le spiega benissimo Asher Intrater, nel suo libro Chi
ha pranzato con Abrahamo? edito da Perciballi (se non lavete fatto: COMPRATELO. E
reperibile nelle librerie CLC e sul sito internet delleditore www.perciballieditore.com):
Aggiungendo le vocali e, o, a alle consonanti YHVH, si ottiene il nome YeHoVaH.
In questa struttura verbale, la e (shva) indica il tempo versale futuro, la o (holom) ilpresente e la a (patach) il passato, dando al nome YeHoVaH il significato di Egli sar,
Egli , Egli era: in altre parole, lEterno, pag. 102. Visto che Intrater ebreo la sua
testimonianza piuttosto autorevole.
La Nuova Diodati riprende la prassi della Riveduta Luzzi ed adotta la lettura
Eterno a discapito della scelta della vecchia Diodati che traduceva Signore ogni
occorrenza del Tetragramma in ossequio alla vocalizzazione ed alla lettura del giudaismo
ortodosso.
La Nuova Riveduta, riprendendo luso di alcune versioni inglesi, propone, come sua
alternativa, SIGNORE, tutto in maiuscolo.
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La lettura Jehovah (n le sue varianti pi prossime ad una corretta traslitterazionedallebraico: Yehovah o Yehowah) non ritenuta originale, proprio perch vocalizzatasecondo la parolaAdonai.
Altre possibili letture sono state proposte. Fra le quali Yahweh, che sembra godere dimaggior credito. Tanto che in inglese sono comparse delle versioni contenenti Yahwehconla stessa sistematicit con la quale altre versioni avevano utilizzato Jehovah.
Sostanzialmente cosa fare in una traduzione della Bibbia quando si incontra il Nome
divino di Esodo 3 una ferita aperta. Pensare di aver trovato una soluzione definitiva
possibile solo semplificando al massimo le problematiche che abbiamo descritto.
Tagliando la testa al toro, quindi, alcune traduzioni hanno pensato di proporre il
Tetragramma nella versione della Bibbia inserendolo cos com, in ebraico. E la stessa
prassi dellantica versione greca dei Settanta. La domanda che sorge spontanea : come
leggerlo?
Nessuna traduzione da una lingua ad unaltra e di un qualsiasi testo, riuscir, in
diversi punti, a rendere perfettamente tutte le sfumature delloriginale nella lingua in cui si
traduce. Questo vero anche per il Nome rivelato da Dio a Mos.
Lidea stessa del Nome di una persona o di una cosa in ebraico non la stessa che
trasmette il termine nome nella nostra lingua. Molti se non la stragrande maggioranza
di coloro che parlano di Jehovah (anche evangelici, la mia non polemica ma una
discussione) lo fanno con in mente lidea occidentale di nome. Per questo sono infastiditi
soltanto incidentalmente dal fatto che Jehovah non il nome di Dio, non il modo in cui si
pronunciava il Tetragramma, non pu ricondursi al senso del termine originale. Se questo
non li scoraggia da persistere, cosa potr farlo?
La semplice sebbene per noi Gentili, stranieri, cruda verit che patrimonio esclusivo del testo originale del Tanakh, fenomeno imprescindibile dalla culturae lingua ebraiche.
I vari tentativi di recuperare nelle traduzioni la grandezza delloriginale biblico di
Esodo 3 e degli altri riferimenti al Tetragramma, hanno tutti dei meriti, ma non riescono perch non possono trasmettere linterezza del senso delloriginale al lettore che non andr
ad approfondire in prima persona le lingue originali delle Scritture ebraiche. Chiamare Dio
Jehovah significa dargli un altro nome proprio che non di nessuno e questo pu essere
un merito. Se lo definiamo Yehowah, siamo un tantino pi aderenti alla realt dellalfabeto
ebraico e della traslitterazione secondo il testo masoretico. Se lo chiamiamo Yahweh
avremo dalla nostra un certo consenso degli studiosi e buone probabilit filologiche di
essere nel giusto. Se preferiremo dire Eterno ci ricordiamo che in Esodo Dio voleva farcomprendere come Egli sia un essere senza inizio e senza vincoli con la realt fisica di
questo mondo, dettata fondamentalmente dal trascorrere del tempo. Se utilizziamo
Signore o SIGNORE diamo credito alla scelta fatta dagli ebrei, che, per rispetto del
Nome santo di Dio ne evitano la pronuncia (chi siamo noi Gentili per giudicarli?), seguiamo
luso della antica traduzione biblica dei Settanta e ci richiamiamo a TUTTE le copie
manoscritte esistenti del Nuovo Testamento.
In questo pullulare di teorie, di una cosa posso rassicurare il lettore attento a seguire
il pi possibile linsegnamento della Sacra Scrittura: chiunque avr invocato il nome del
Signore sar salvato (Romani 1013). Grazie a Dio la risposta del nostro meraviglioso
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Signore non dipende dalla qualit della nostra pronuncia, o dalla lingua nel quale lo
invochiamo, ma dalla sincerit del cuore che eleva a Lui il suo grido.
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Capitolo 1
Il nome personale di Dio rivelato a Mos
Lebraico rappresenta un fenomeno linguistico senza uguali nella storia dellumanit.
Se riteniamo il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, opera di Mos ed io sono di
questa opinione ci troviamo davanti ad una lingua che ha viaggiato quasi indenne per oltre
3500 anni!
Litaliano di appena 100 o meno anni fa ci sembra strano. Quello di Dante ci a
malapena comprensibile. E 2000 anni fa nella nostra terra si parlavano il latino, il greco e
chiss quali altri dialetti.
Legiziano non sopravvissuto al crollo della civilt faraonica. Si evoluto nel
copto, la lingua parlata ormai soltanto dalla minoranza cristiana egiziana ed ha abbandonato
duemila e pi anni fa la sua famosa scrittura in geroglifici a favore di una variante
dellalfabeto greco, al quale sono stati aggiunti alcuni segni per rappresentare dei suoni
tipici di questa lingua.
La lingua pi antica della quale rimane traccia nella storia il sumero. Questa non
sopravvisse allinvasione sociale e culturale degli accadi, un popolo semita che prese il
sopravvento nei luoghi dellantico stanziamento mesopotamico. A sua volta laccadico,
lingua dellantica Babilonia, dellAssiria e dialetto internazionale dellantico oriente,dovette cedere il passo allaramaico, portato dalla lenta ma inesorabile invasione culturale
del popolo degli aramei. Nel VI secolo a.C. quando i giudei vennero deportati in Babilonia
dal re Nabucodonosor, vennero in contatto con laramaico e questo quasi prese il posto della
lingua natia degli ebrei.Ma lebraico scritto da Mos e dai profeti secoli e secoli prima echeggiava ancora
nelle sinagoghe al tempo di Ges, come in quelle di oggi.
Lebraico una lingua semitica. E la lingua nella quale Mos scrisse la Torah, laLegge di Dio, perch il suo popolo la tramandasse e conservasse.
Ma come la scrisse? A quali mezzi pratici attinse per unopera tanto importante da
riuscire a viaggiare pressoch indenne nel fiume dei 3500 anni che ormai ci separano dalla
sua composizione? Non sono mancati nel passato coloro che ritenevano impossibile che ilMos biblico fosse realmente lautore della Torah, la Legge. Ma nuove e relativamente pirecenti scoperte archeologiche hanno rivelato un mondo antico pervaso da un grande
fermento culturale gi secoli prima la nascita del grande legislatore ebreo. Se si riteneva un
tempo che il codice di Hammurabi fosse il primo tentativo di legiferare, la scoperta del
codice di Ur-Nammu, re della III dinastia sumera di Ur, ci ha costretti a rivedere tale idea.
La biblioteca riportata alla luce ad Ebla, antichissimo insediamento, da una spedizione
italiana, risale a circa il 2700 a.C. ed annovera ogni tipo di testi, dalle grammatiche
comparate agli atti di vendita, a testi narrativi. Mos venne poi agevolato rispetto ai suoi
contemporanei. La Bibbia ci spiega come.
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Mos, per via delle rocambolesche vicende narrate nel libro biblico dellEsodo,
crebbe e visse per i suoi primi quarantanni di vita allinterno della corte egiziana. Qui egli
venne certamente istruito, quale figlio adottivo della stessa figlia del Faraone, nella lingua e
cultura egiziana. Gi in quel periodo gli egizi avevano alle spalle una tradizione millenaria
ed una cultura che vantava approfondite conoscenze astronomiche, matematiche, mediche,
ecc Lambiente della corte egiziana doveva essere colto, poliglotta visto che lEgittointratteneva rapporti con tutte le altre potenze di allora (vedi la copiosa corrispondenza di
Amarna) ed era di sicuro il luogo pi adatto dove poter imparare le basi del diritto, il
senso della giustizia, le necessit amministrative di un popolo. Daltra parte Mos rimaneva
pur sempre un ebreo, discendente di Abramo e la sua cultura lo accompagnava e certamente
lo caratterizzava in maniera pi intima di quella della terra adottiva egiziana, che mai poteva
riguardarlo del tutto.
Ad un certo punto della sua rocambolesca vita Mos fugge dallEgitto. Si rifugia nel
deserto per fuggire ad un crimine commesso in patria. Qui entra in contatto con i Madianiti
e sposa una di loro. Vive facendo il pastore, una vita semplice e ci per i secondi
quarantanni della sua esistenza.
Poi accade a Mos qualcosa di ancora pi straordinario: egli incontra Dio. La Bibbia
ci narra di un vero e proprio incontro personale con il Dio degli ebrei, dei suoi avi, di
Abraamo, Isacco e Giacobbe, sui antenati: Mos ritrova la sua identit ed il suo Dio.
Mos pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e,guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb.
L'angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a unpruno. Mos guard, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non siconsumava. Mos disse: "Ora voglio andare da quella parte a vedere questa
grande visione e come mai il pruno non si consuma!" Il SIGNORE vide cheegli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiam di mezzo al prunoe disse: "Mos! Mos!" Ed egli rispose: "Eccomi". Dio disse: "Non tiavvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perch il luogo sul quale stai suolosacro". Poi aggiunse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d'Abraamo, il Diod'Isacco e il Dio di Giacobbe". Mos allora si nascose la faccia, perch aveva
paura di guardare Dio. (Esodo 3:1-6 Nuova Riveduta)
Mos non potr pi essere lo pi lo stesso uomo. Da figlio di schiavi ebrei era
divenuto principe dEgitto e poi un umile pastore al servizio di suo suocero. Ma da questo
momento in avanti diviene luomo che Dio sceglie per liberare il suo popolo e il tramite perpromulgare le sue leggi.
E proprio durante questo incontro che Dio rivela a Mos il suo nome.
Continuiamo a leggere da Esodo 2, ma saltando i versi da 7 a 12 perch in questo contesto
ininfluenti per la nostra discussione.
Mos disse a Dio: "Ecco, quando sar andato dai figli d'Israele e avr dettoloro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi", se essi dicono: "Qual ilsuo nome?" che cosa risponder loro?" Dio disse a Mos: "Io sono colui chesono". Poi disse: "Dirai cos ai figli d'Israele: "l'IO SONO mi ha mandato davoi"". Dio disse ancora a Mos: "Dirai cos ai figli d'Israele: "Il SIGNORE, il
Dio dei vostri padri, il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe mi
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ha mandato da voi". Tale il mio nome in eterno; cos sar invocato digenerazione in generazione. (Esodo 3:13-15 Nuova Riveduta)
Mos chiede il nome a Dio, per poterlo identificare, per rispondere a chi fra il popolo gli
avrebbe chiesto chi lo mandava. Gli egiziani adoravano Ra, Amon e tanti altri dei. Vi fu
anche una rivoluzione intellettuale con il monoteismo del culto professato dal faraoneAkhenaton per il dio Aton. Nulla di pi normale che Mos cercasse di identificare il suo
Dio, il Dio della sua apparizione con un nome. E Dio gli spiega: Io sono colui che sono. Il
Dio degli ebrei mostra subito la sua peculiarit. Nella risposta data a Mos Egli spiega di se
che trascende il tempo, il linguaggio, lui misura di ogni cosa e non possibile misurarlo o
contenerlo, tantomeno con il linguaggio umano; nessun nome pu quindi perfettamente
definirlo.
Ma luomo ha bisogno di identificare le cose, di catalogarle, di dar loro un nome per
attribuire unidentit, quasi per voler sintetizzare i ruoli di una persona o una o pi
caratteristiche peculiari che la riguardano. Ci tipico dellintelletto razionale che ci
caratterizza. Anche in ci siamo fatti ad immagine e somiglianza del nostro Creatore. Eglistesso, allalba del tempo, ci dice la Scrittura, chiam la luce "giorno" e le tenebre "notte".
(Genesi 1:5 Nuova Riveduta). Allo stesso modo anche noi abbiamo bisogno di chiamare
le cose in qualche modo per poterle identificare. Non a caso che nellantichit il nome, inun qualche modo, era descrittivo di chi lo portava. Samuele venne chiamato cos perch fu
un dono di Dio. Il nome di Ges legato al significato salvifico della sua nascita. Se non
bastavano i nomi a descrivere la persona (perch attribuiti troppo presto) vennero i
soprannomi ad assumere questa funzione non si fa anche oggi cos in molti ambienti? CosGiacomo e Giovanni vennero chiamati i figli del tuono. Ges venne chiamato Nazareno,
perch veniva dalla citt di Nazareth. Per segnare il cambiamento radicale della sua
esistenza, Saul divenne Paolo. E cos via. Cito esempi biblici soltanto perch ci ci tienevicini alla mentalit biblica, che quella che pi ci interessa in questo studio.
La maniera principale di comunicare per gli esseri umani il linguaggio. Esistono
tantissime lingue al mondo. Come ho gi detto ne esistevano alcune nellantichit che oggi
non esistono pi. Altre si sono evolute, sono cambiate. Il latino divenuto italiano,
spagnolo, francese. Se vi una caratteristica del linguaggio umano il suo essere in
continuo cambiamento.
La lingua dellAntico Testamento lebraico. Questa era la lingua del popolo di Dio.
In questa lingua Dio si rivela, in questa lingua egli manifesta se stesso al suo popolo. Perch
abbia un senso ci che Egli dice, Dio lo deve dire in modo comprensibile a coloro cui
indirizza il suo parlare. E questo il primo esempio concreto di Dio che si fa uomo, che
abbandona la sua grandezza per rimpicciolirsi allinterno dei confini dellesperienza umana,
della nostra lingua, di ci che sappiamo e possiamo sapere: linfinito veste il finito per
amore nostro, Colui che inspiegabile si fa comprensibile e definibile per rivelarsi, per farsi
conoscere e riconoscere dalla sua creatura.
Facciamo adesso il primo accenno alla lingua ebraica e vediamo in concreto, in
quella lingua, come appare, sui testi originali oggi comunemente utilizzati, il nome che Diorivela a Mos.
Riprendiamo il testo in italiano e inseriamo tra parentesi la parola ebraica originale
corrispondente al nome di Dio.
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Mos disse a Dio: "Ecco, quando sar andato dai figli d'Israele e avr dettoloro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi", se essi dicono: "Qual ilsuo nome?" che cosa risponder loro?" Dio disse a Mos: "Io sono ( )colui che sono ( )". Poi disse: "Dirai cos ai figli d'Israele: "l'IO SONO) ) mi ha mandato da voi"". Dio disse ancora a Mos: "Dirai cos ai figlid'Israele: "Il SIGNORE ( ), il Dio dei vostri padri, il Dio d'Abraamo, il Diod'Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi". Tale il mio nome ineterno; cos sar invocato di generazione in generazione. (Esodo 3:13-15 Nuova Riveduta)
Ecco come appare il nome divino di Esodo 3:15 nel testo originale ebraico
dellAntico Testamento che viene comunemente tradotto nelle nostre Bibbie: composto da quattro consonanti, da qui il nome di Tetragramma, dal grecotetra, cio quattro, grammaton, cio lettere vediamo gi quanto facile per unadefinizione divenire un nome.
Diciamo subito che la lingua ebraica non ha vocali, con le ovvie difficolt che neconseguono. Volendo traslitterare le quattro consonanti del nome divino nel nostro alfabeto,
esse corrispondono grossomodo a: I H V H. Dico grossomodo, perch mentre la valenza
fonetica della (in ebraico si chiama iod) variamente descritta con quella di una y o diuna J, con valenza di i lunga latina, o con una i (ma in ebraico pur sempre una
consonante), quella della non corrisponde a nessun suono delle lingue occidentali, marappresenta un suono tipico della lingua ebraica, appartenente (come larabo) al cosiddetto
ceppo delle lingue semitiche. La migliore maniera per rappresentare nel nostro alfabeto con una h. La stata descritta con il suono di una v o pi impropriamente, in
particolare negli ambienti anglosassoni, da una w.
Trovarsi davanti alle consonanti di una parola significa, senza laiuto delle vocali,significa, se non la si mai sentita pronunciare, essere in serie difficolt sul modo in cui
leggerla. Le vocali, infatti, proprio a questo fine, posso risultare pi indispensabili che utili.
Sebbene ci non sia sempre vero. Ad esempio nella lingua inglese essere in presenza di
vocali e consonanti, anche in una quantit notevole, non significa riuscire a leggere una
parola con successo se non la si sentita pronunciare almeno una volta e questo succede
anche ai madrelingua. Vi sono poi alcuni suoni in certe lingue che non possono
efficacemente rappresentarsi in alcun modo. A buona sostanza, non dico nulla che non sia
ovvio, le lingua nascono fondamentalmente per essere parlate e solo per comodit o
necessit vengono in qualche modo messe per iscritto.
Lo stesso problema dellebraico riguarda legiziano antico. Forse poco noto, ma ilprimo alfabeto della storia rappresentato da 22 segni geroglifici ai quali venne attribuita la
valenza fonetica di altrettante consonanti. Studiosi del calibro di Albright e il nostro
contemporaneo David Rohl da tale coincidenza, fra lalfabeto ebraico e quello egiziano,
hanno tratto delle conclusioni che personalmente trovo molto interessanti. Ma questo apre
una parentesi importante ed meglio parlarne nel prossimo capitolo, riservando al terzo il
prosieguo della discussione sul Tetragramma.
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Capitolo 2
Lalfabeto ebraico
La forma di scrittura antica pi suggestiva certamente quella egiziana, rappresentata
mediante i cosiddetti geroglifici, di sicuro impatto visivo ed indubbio valore decorativo. I
geroglifici assumevano valenza di ideogrammi, fonogrammi, ma anche e soprattutto, alcuni
di essi, vennero utilizzati dagli egiziani come un vero e proprio alfabeto. Infatti 22
geroglifici venivano utilizzati con valenza consonantica. Ci era perfettamente in armonia
con i requisiti della lingua per la quale questo alfabeto era stato concepito. Esso era poi
oltremodo utile per poter trascrivere parole, in particolare nomi, non di lingua egiziana che,
grazie alla potenzialit di un alfabeto, potevano essere riprodotti senza eccessive difficolt.
Il limite dellalfabeto egiziano, come quello ebraico, era lassenza delle vocali. E per
questo che non sappiamo come le parole venissero realmente pronunciate in quella che
purtroppo ormai da millenni una lingua morta che sopravvive soltanto nel copto parlato
dalle minoranze cristiane dEgitto.
gli scribi egiziani scrivevano ignorando le vocali. Scrive cos Alan Gardiner,
nella sua Egyptian Grammar; Being an Introduction to the Study of Hieroglyphs, pag.7.Ci permetteva che entrambi questi segni continua cos commentando in concreto alcuni
geroglifici potessero essere utilizzati in un molto pi grande numero di parole. Poco pi inl aggiunge: Una simile omissione delle vocali la troviamo nel fenicio, nellebraico e
nellarabo, sebbene in alcune altre scritture semitiche (babilonesi ed etiopi) la
vocalizzazione sempre indicata. La motivazione per lomissione delle vocali nellegiziano
non difficile da comprendere. E caratteristica della famiglia delle lingue cui appartienelegiziano che la medesima parola presenta differenti vocalizzazioni secondo la forma che
assume ed il contesto nel quale compare.
Mos crebbe nella corte egiziana dove certamente gli venne insegnata la scrittura. L
ebbe ampio accesso alla copiosa letteratura egiziana e ci lo rese un uomo istruito. Ma non
solo, istruito con quella che era la pi antica e prestigiosa cultura del tempo.
ci vollero le capacit poliglotte di un colto principe dEgitto ebreo per
trasformare queste prime semplici incisioni in una scrittura funzionale, capace di veicolareidee complesse e un racconto fluente. I Dieci Comandamenti e le Leggi di Mos erano
scritte in lingua protosinaitica. Il profeta di Yahweh, che aveva dimestichezza sia con la
letteratura epica egizia, sia con quella mesopotamica, non fu solo il padre fondatore del
Giudaismo, della Cristianit e, attraverso le tradizioni iraniche, dellIslam, ma fu il
progenitore delle scritture alfabetiche ebraica, cananea, fenicia, greca e, quindi, del moderno
mondo occidentale. David Rohl, Il Testamento Perduto, Newton & Compton Editori,pag. 222- 223.
Le argomentazioni di Rohl, trovano ampie evidenze archeologiche. Nelle miniere del
Sinai sono state ritrovate delle iscrizioni in un alfabeto definito protosinaitico.
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Gli ebrei del primo te
protoebraico. E un alfabeto c
Come ha notato il let
abbiamo riportato per rappres
lesilio babilonese che gli eb
prestito dallaramaico.
Le evidenze manoscri
maggior parte il Tetragramma Fra i manoscritti di Qu
fede ebraica, troviamo il Temanoscritti in alfabeto aramai
Il nome divino stat
contenenti la traduzione in gre
Per quanto attiene alla
noi pi familiare, , ndelloriginario alfabeto utilizz
Parola di Dio alle generazi
immortalare, non complicare
luomo ai suoi contemporanei
mpio, quello di Salomone, scrivevano
e ritroveremo anche pi avanti nella nost
ore attento qui non abbiamo finora tr
ntare il cosiddetto Tetragramma. Ci pe
ei adottarono lalfabeto tuttoggi in uso
te dellAntico Testamento in ebraico
in alfabeto aramaico, nella forma in cui
ran, dove si mirava ad ottenere una ma
ragramma scritto nellalfabeto proto eo.
rinvenuto in alfabeto proto ebraico
o dellAntico Testamento, la cosiddetta
ostra discussione utilizzeremo il Tetrag
n ritenendo necessaria o fruttuosa la ri
to da Mos. Esso era l a sua disposizio
oni a venire. Esso era un mezzo c
ens semplificare la comprensione di Di
ed alle generazioni a venire. Qualunque t
n un alfabeto detto
ra discussione.
ovato le lettere che
ch fu soltanto dopo
in Israele, preso in
i tramandano nella
labbiamo gi visto:
ggiore purezza della
raico allinterno di
nche in manoscritti
eptuaginta.
amma nella forma a
cerca o il ripristino
ne per tramandare la
e voleva spiegare,
e dei suoi piani per
entativo compiuto in
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nome della ricerca di una purezza ideologica, di un utopistico senso del magico riferito a
questo o quel simbolismo utilizzato per esprimere il pensiero umano, ma anche quello
divino, rinnega quei principi, rinnega lessenza stessa di Dio che incontra luomo sul suo
stesso piano, antropomorfizzandosi in ogni senso pur di rendersi comprensibile, parlando
con luomo, nella la lingua e con le idee delluomo, per spiegare il divino e rendere
accessibile alla sua creatura verit eterne. Quale grande atto damore del nostro Dio!Perch necessario tracciare il percorso storico della forma scritta della lingua
ebraica? Forse perch a molti la lingua ebraica, cos come la scrittura che la rappresenta,
appare come qualcosa di magico e sacro. Ci troviamo invece davanti ad un fenomeno
linguistico meraviglioso che ha caratterizzato il linguaggio ed ha espresso il fondamento del
pensiero religioso dei credenti monoteisti per millenni. Ma nulla di magico legato a quelle
lettere di un alfabeto, nulla di sacro vi in loro e per loro. Ma sacre sono le parole che Dio
ha pronunciato e messo per iscritto tramite questo veicolo di comunicazione. E se qualche
altro uomo, dotato di qualsiasi altra lingua e cultura avesse risposto come Abraamo alla
voce di Dio, Dio non avrebbe avuto problemi a parlare a quelluomo o a quegli uomini con
una lingua e ad esprimersi con dei concetti che per loro avrebbero avuto un senso. Come
possiamo del resto testimoniare tutti noi credenti che, per la Grazia in Ges Cristo, abbiamo
creduto al Dio degli ebrei, di Abramo, Isacco e Giacobbe, sebbene la nostra cultura e la
nostra lingua non siano ebraiche. E la grandezza del nostro Dio che da assoluto ed
immenso sa farsi relativo e piccolo per poter prendere la nostra mano e condurci per i
sentieri delle sue eterne verit.
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Capitolo 3
La vocalizzazione del Tetragramma
Come adesso chiaro, il nome divino tramandato dalle Scritture ebraiche viene scritto da quattro consonanti, senza vocali.
Per altri vocaboli della Bibbia ebraica, la vocalizzazione stata tramandata oralmente
con una ragionevole certezza della pronuncia originaria. Bisogna inoltre dire che anche
qualora la pronuncia fosse in un certo senso mutata rispetto a quella originale, una volta
fissata la nuova pronuncia il significato sarebbe comunque preservato. Porto un esempio
concreto. Nella nostra lingua la parola Canada viene oggi regolarmente pronunciata Cnada;
ma originariamente essa veniva pronunciata Canad, prima che linfluenza della lingua
inglese ne mutasse luso. La diversa pronuncia non cambia il significato della parola e oggi,
sebbene con una pronuncia leggermente diversa, intendiamo la stessa nazione cui faceva
riferimento un italiano nel 1940.
Qualcosa di unico per accaduta proprio alla pronuncia del nome di Dio di Esodo
3:15. E opinione diffusa che unadesione troppo letterale al terzo comandamento ha portato
ad un certo punto gli ebrei a non pronunciare il nome di Dio persino durante la consueta
lettura della Parola di Dio, privata o in sinagoga.
Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perch ilSIGNORE non riterr innocente chi pronuncia il suo nome invano.(Esodo 20:7)
Ci, condusse inevitabilmente alla perdita della pronuncia originale del nome divino.
Ritengo davvero molto istruttivo il sito internet www.jewfaq.orgcurato da un laicoebreo di nome Tracey R. Rich, il quale espone ai non ebrei il credo ortodosso del giudaismo
ufficiale. Egli sostiene (nella sezione The Name of G-d) che la posizione ebraica sul perchla pronuncia del Tetragramma sia andata perduta sia tuttaltra. Ed io gli credo: Niente nella
Torah proibisce ad una persona di pronunciare il Nome di Dio. Egli aggiunge: Il Nome
veniva pronunciato durante i servizi quotidiani nel Tempio [] Con la distruzione del
Tempio e la proibizione di pronunciare il Nome al di fuori del Tempio, la pronuncia del
Nome cadde in disuso. Trovo le motivazioni del sig. Rich degne della massimaconsiderazione, visto che, secondo quanto discute lui, il rispetto per Dio che spinge gli
ebrei a non pronunciare o utilizzare per iscritto i Suoi nomi e non solo il Tetragramma
con leggerezza. In merito a ci mi sento di aggiungere che noi gentili abbiamo molto da
imparare da questa prassi giudaica: faremmo bene anche noi ad avere maggior rispetto per il
Nome ed i nomi di Dio. Anzi, dir di pi: sono contento che non ci sia nota la pronuncia
originale del Nome, cos da non essere totalmente colpevoli delluso continuo e improprio
che ne facciamo.
La prassi ebraica comune, in uso fino al giorno doggi, quella di pronunciare
Adonai ogni occorrenza del nome divino. Adonai (in alfabeto ebraico, ) corrisponde,pi o meno, allitaliano Signore.
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Ad un certo punto della storia della trasmissione dellAntico Testamento, il popolo di
Dio sent linderogabile necessit che la lettura del testo venisse accertata. Il testo originale
ebraico aveva raggiunto un livello di sacralit tale da non permettere agli scribi ebrei di
innovare a tal punto lalfabeto da aggiungervi delle vocali. Furono degli studiosi ebrei, i
cosiddetti masoreti che aggiunsero dei simboli che, in maniera convenzionale,
esprimevano i vari modi di pronuncia delle vocali mancanti nel testo.Fino a questo punto del mio studio ho volontariamente omesso di riportare queste
annotazioni sulla vocalizzazione dellebraico. Ci perch in realt esso fornisce delle
indicazioni per la lettura al testo biblico, ma non ne modifica lalfabeto dal quale esso
composto. Ne facilita soltanto la lettura.
Vediamo in concreto cosa accade al Tetragramma quando i masoreti dovettero
aiutare il loro ipotetico lettore ad interpretare il suono di questo vocabolo.
Visto che per loro chi legge deve pronunciare il vocabolo Adonai e non il nome
divino, sembra che essi abbiano preferito aggiungere le vocali di quella parola al
Tetragramma. Vediamo in concreto cosa succede.
Questo il vocabolo Adonai in ebraico senza vocali: . Ricordo che lebraico silegge da destra verso sinistra. Nel nostro alfabeto, translitterando le lettere in modo da
leggerle da sinistra verso destra, otterremo sostanzialmente H D N I.
Aggiunte le vocali, o meglio, i simboli convenzionali per indicare i suoni vocalici,
otteniamo: Come si vede le consonanti rimangono e nulla le intacca. Compaiono soltanto dei
puntini e dei trattini ad indicare quei suoni che, semplicisticamente, per comodit,
associamo a quelli delle vocali del nostro alfabeto. In realt il simbolismo masoretico, con la
sua variet, permette di descrivere non solo la vocale in s, ma anche alcune sfumature dellapronuncia della stessa ad esempio se breve, o meno breve.
Torniamo adesso al Tetragramma nella sua forma originaria: Vediamo cosa accade quando i masoreti aggiungono le vocali, le vocali di Adonai: Siamo in presenza di un fenomeno grammaticale chiamato qere perpetuum, termine
che indica le correzioni permanenti, non riportate al margine ma inserite nel testo mediante
una vocalizzazione anomala (citazione tratta da: Giovanni Deiana e Ambrogio Spreafico,
Guida allo studio dellebraico biblico, Urbaniana University Press e Societ Biblica
Britannica e Forestiera, pag. 20). Lanomale vocalizzazione del Tetragamma ricordava al
lettore che quando lo rinveniva nel testo doveva leggereAdonai, Signore.Vi unaltra vocalizzazione possibile per. Quando infatti si trova accanto alla
parola (Adonai), esso non prende pi le vocali di questultimo vocabolo, per evitare laripetizione, bens la vocalizzazione della parola ebraica (Elohim), tradotta in italianoDio.
La parola ebraica vocalizzata dai masoreti nel seguente modo: Il Tetragramma compare cos con le vocali di Elohim e cos si legger: A mente serena bisogna quindi ammettere che purtroppo non si certi di come
venisse originariamente pronunciato il nome di Dio. Non sappiamo quale esatto suono
associare alle quattro consonanti che rimangono fondamentalmente lunica certezza del
nome divino udito da Mos.
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Se posso gi dire la mia personalissima opinione, a me sembra che Dio abbia voluto
far scomparire lesatta pronuncia del suo Nome per lo stesso motivo per il quale Egli non ha
permesso agli ebrei di sapere il luogo della sepoltura di Mos.
Mos, servo del SIGNORE, mor l nel paese di Moab, come il SIGNORE
aveva comandato. E il SIGNORE lo seppell nella valle, nel paese di Moab, difronte a Bet-Peor; e nessuno fino a oggi ha mai saputo dove la sua tomba.(Deuteronomio 34:5-6 Nuova Riveduta)
Il nome divino, il Tetragramma l nella Bibbia originale ebraica tramandata fino ai
giorni nostri, ma non siamo certi della sua pronuncia originale. Da qui nascono le diverse
tendenze ed opinioni sulla pronuncia del Nome sacro. Da una parte gli ebrei, in segno di
rispetto nei confronti di Dio, non lo pronunciano ma si limitano ad utilizzare delle
circonlocuzioni, come la parola Adonai o Elohim. Dallaltra parte sembra crescere, inparticolare negli ambienti anglosassoni, un cieco non so come meglio definirlo bisogno
di ridurre ai minimi termini la grandezza del testo biblico in chi vuole ad ogni costorecuperare ed onorare il nome udito da Mos.
Prima di continuare la nostra discussione, per, ritengo utile porre qualche domandaal lettore che vorrei esaminasse attentamente, che vorrei stimolasse il senso critico di chi
interessato a questa delicata questione.
In che senso il nome di Dio?Se consideriamo il nome di Dio, esso lo a prescindere dalle circostanze e dalla
rivelazione che Dio ha dato di s a Mos ed ai Patriarchi, e persino indipendentemente dalla
lingua ebraica perch questo deve essere il caso se Dio risponde e risponder sempre e
solo al nome di ? Se questo veramente ed assolutamente il suo Nome ci implica che a qualsiasi
uomo, in qualunque circostanza, a prescindere dalla lingua del suo interlocutore, Egli
avrebbe espresso il medesimo suono rappresentato da nellalfabeto adottato dalla linguaebraica?
La questione che sto sollevando : il Nome di Dio rivelato nellAntico Testamento
lunico suono da eternit ad eternit che contraddistingue Dio e lo identifica o il suono
intellegibile e la maniera migliore per sintetizzare la somma dei suoi attributi in lingua
ebraica?
Ne discuter dopo il prossimo capitolo.
Per adesso continuiamo a cercare di capire se c una qualche speranza di riuscire a
recuperare la lettura originale del Tetragramma.
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Capitolo 4
Le possibili letture del Tetragramma
Abbiamo gi detto che il popolo ebraico, nella lettura biblica, leggeva Adonai
(Signore) ogni volta che si presentava nel testo. A meno che non fosse proprioaccanto alla parola (Adonai); in quel caso lo si leggeva Elohim (Dio).
Vista la scrupolosit con la quale questa prassi venne osservata e grazie al fatto che il
testo ebraico in s non possedeva delle vocali, la lettura autentica del Tetragramma fin per
venire dimenticata.
Se supponiamo che laggiunta delle vocali di Adonai a sia stata semplicemente mirata a suggerire la lettura alloccorrenza del nome divino, capiremo che non sar
possibile, come invece facciamo per le altre parole del testo Masoretico, aggiungere le
vocalizzazioni alle consonanti, traslitterare nel nostro alfabeto ed ottenere la lettura originale
della parola.
Vediamo in concreto di cosa parlo.
Prendiamo come esempio il primo verso della Bibbia ebraica, Genesi 1:1. Si legge
sempre da destra verso sinistra. Se trasformiamo i segni dellalfabeto ebraico nelle lettere del nostro avremo (si legge
da sinistra verso destra):B R H SC I T B R H H L H I M H T H SC M I M V H T H H R Z
Come vediamo, lunico aiuto che abbiamo per la lettura la consonante
sostanzialmente corrispondente al suono della nostra vocale i. Lunica speranza di leggere
il testo con successo, se si hanno a disposizione solo le consonanti, averlo sentitopronunciare in precedenza.
Ora andiamo al testo Masoretico. Grazie alle annotazioni vocaliche al testo, adesso abbiamo la possibilit di possedere
una maggiore probabilit di avvicinarci alla pronuncia originale.
La nostra traslitterazione, aggiungendo le vocali fornite dai masoreti, diverr molto
pi accessibile.BeReHSCIT BaRaH HeLoHIM HeT HaSCIaMaIM VeHeT HaHaReZ
Sebbene alcuni elementi dellalfabeto ebraico corrispondano a suoni gutturali o
aspirati tipici delle lingue semitiche che non hanno un suono corrispondente nelle lingue
occidentali, la lettura possibile del testo diviene comunque sostanzialmente possibile.
Ebbene, per identificare la pronuncia di in tempi remoti si pensatosemplicemente di aggiungere alle quattro consonanti le vocali fornite dal testo masoretico
non tenendo in debito conto che le vocali erano invece quelle di , Adonai. Lerrore difondo in questo tentativo, come evidente, considerare i simboli vocalici aggiunti al
Tetragramma un aiuto per il recupero della pronuncia originale della parola. Cos non .
Infatti i simboli aggiungi dai masoreti erano l a confermare la prassi della lettura diAdonai
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alloccorrenza del nome divino. Semplice prova di questo fatto che quando il
Tetragramma compariva accanto alla parola Adonai, per evitare la ripetizione, esso venivavocalizzato come Elohim, per incoraggiarne la lettura alternativa in questo altro modo.
La vocalizzazione del Tetragramma un fenomeno grammaticale definito qereperpetuum ed ha lo scopo non di fornire la semplice vocalizzazione della parola, bens didirottare il lettore sul modo in cui leggere la parola, a prescindere dalle consonanti con lequali essa sia scritta nel testo che, comunque, per la sua sacralit, non viene modificato
nellortografia.
Aggiungendo la vocalizzazione dei masoreti, stato traslitterato:IEHOVAH, ovvero JEHOVAH, ovvero YEHOVAH.
Tracey R. Rich (sul suo sito www.jewfaq.org) sostiene che Durante il sedicesimo
secolo, uno scriba cristiano tedesco, mentre traslitterava la Bibbia in latino per il Papa,
scrisse il Nome come compariva nei suoi testi, con le consonanti di YHWH e le vocali di
Adonai, ottenendo la parola JeHoVaH (la J si pronuncia Y in tedesco), e il nome
rimase.
Dobbiamo alla King James Version della Bibbia ed alla mentalit anglosassone la
grande diffusione del nome divino secondo questa possibile pronuncia.
La King James Version della Bibbia, chiamata anche Authorized Version, vennepubblicata nel 1611 per volont di Giacomo I, re dInghilterra. La fortuna di questa versione
della Bibbia legata a moltissimi fattori esterni, sicuramente, ma anche al valore intrinseco
della traduzione stessa. Con gli anni per la lingua inglese cambiava e per mantenere
comprensibile la lingua di questa versione biblica, essa venne sottoposta, nel XVIII secolo,
ad una revisione linguistica. Ci apport dei cambiamenti che ci interessano.
Apro subito una parentesi. Perch dovrebbe interessarci sapere cosa dice la Bibbiainglese su questargomento? Perch fondamentalmente il dibattito sullimportanza delluso
del nome personale di Dio origina dalla mentalit anglo-sassone applicata
nellinterpretazione di alcuni brani dellAntico e del Nuovo Testamento. Il pensiero del
lettore correr subito al movimento dei Testimoni di Geova. Ma, come dir pi avanti, neipaesi di lingua inglese il fenomeno non limitato a questa organizzazione, ma riguarda
molte entit religiose (come quello della House of Yahweh, in Texasad esempio) e forsesoprattutto luso frequente del nome di Dio nella forma traslitterata dalla KJVnelle chieseevangeliche di lingua inglese. Se nella mia discussione non tenessi conto di questi fatti, il
mio lavoro non potrebbe essere completo.
La King Jamesinseriva in alcuni punti dellAntico Testamento la lettura del nome diDio che seguiva la lezione vocalica masoretica.
And I appeared unto Abraham, unto Isaac, and unto Jacob, by the name ofGod Almighty, but by my name JEHOVAH was I not known to them. (Esodo6:3)That menmay know that thou, whose name alone isJEHOVAH, artthe mosthigh over all the earth. (Salmi 83:18)Behold, God ismy salvation; I will trust, and not be afraid: for the LORD
JEHOVAH is my strength and my song; he also is become my salvation.(Isaia 12:2)Trust ye in the LORD for ever: for in the LORD JEHOVAH is everlasting
strength. (Isaia 26.4)
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Ora doveroso aggiungere che la KJVoriginale non leggevaJehovah, bensIehovahed stata levoluzione della lingua inglese a far si che la pronuncia di una i divenisse
quella di una g che praticamente il suono moderno della j inglese.
La King James Versionnello spelling originale del 1611 leggeva cos:
And I appeared vnto Abraham, vnto Isaac, and vnto Iacob, by the Name ofGod Almighty, but by my name IEHOVAH was I not knowen to them. (Esodo6:3)
Nella nostra lingua la j, la cosiddetta i lunga, mantiene la valenza di i, come in
Juventus. Ma non nella lingua inglese ed il cambiamento nellortografia da Iehovah inJehovah. Oggi la pronuncia inglese diffusa di Jehovah grossomodo gehuva, dove l hcorrisponde al suono aspirato della c in dialetto toscano.
Scriva cos Arno C. Gaebelein nel suo Concise Commentary on the Whole Bible,
pag. 57, In risposta ad unaltra domanda Dio rivela il suo nome. E Dio disse a Mos, IOSONO COLUI CHE SONO e egli disse, tu dirai ai figli di Israele, IO SONO mi ha
mandato a voi Dio si era gi presentato ad Abraamo come Jehovah. I patriarchi
conoscevano il nome Jehovah, ma il significato benedetto di quel nome non era conosciuto
da loro. Egli si rivela come Colui che ha esistenza in se stesso, lIo sono Colui che sono.
Egli Colui che , che era e che dovr venire (Apocalisse 1:4).
Sono ormai decenni che frequento chiese evangeliche di lingua inglese e che per varimotivi sono affezionato alla King James Version della Bibbia. Nei nostri canti, nelleriunioni, nei commenti, negli studi e nei sermoni lutilizzo del nomeJehovah, come nomepersonale di Dio una costante che non trova nessuna corrispondenza nella prassi delle
chiese evangeliche italiane.I movimenti caratterizzati da un costante utilizzo del nome di Dio nella forma
proposta dalla KJV, ma anche in altre forme di lettura, nascono dallestremizzazione di un
sentimento diffuso nella cristianit di lingua inglese, dove lattaccamento al nomeJehovahpiuttosto sentito.
Ci dimostrato dalle varie versioni che inseriscono questa popolare pronuncia del
Tetragramma. Nel 1901 venne pubblicata laAmerican Standard Versione pi recentementeuna versione della KJVche lo ripristinano in tutto lAntico Testamento.
LaNew World Translation(in italiano, Traduzione del Nuovo Mondo) ha inseritola lettura anglo-americana di tanto nellAntico quanto nel Nuovo Testamento e le suetraduzioni in altre lingue si impegnano invariabilmente ad adottare e diffondere, nelle variecomunit di Testimoni di Geova nel mondo, la lettura anglosassone del Tetragramma. In
Italia Jehovah divenuto Geova, mantenendo lerrore anglosassone della i letta g, inossequio alla poca (per non dire assenza di) autonomia che lorganizzazione centrale di
questo movimento consente alle sue filiali periferiche.
Dire: ormai s fatto cos, non dovrebbe aver senso per un movimento che fa dellaricerca della purezza dei dati della fede la sua stessa ragion dessere, che parte dal
presupposto di dover rimuovere ogni errore dovuto alla tradizione umana a favore di una
migliore adesione alla verit biblica. La verit invece che, inevitabilmente, dopo ormai
quasi cento anni, anche il movimento dei Testimoni di Geova divenuto portatore di una
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sua identit religiosa, divenuto fermo nelle sue posizioni come i movimenti religiosi che
esso contestava immobile, perch esse rappresentano la propria identit; chiede apertura a
chi si avvicina ad esso, ma chiuso a guscio sulle sue posizioni tradizionali, dalle quali non
riesce pi a svincolarsi.
Molto credito gode unaltra possibile pronuncia del Tetragramma: Yahweh.Svariati i motivi per sostenere questa lettura possibile. Antiche iscrizioni in greco e la
pronuncia samaritana di la rendono probabile. Eminenti studiosi la sostengono. Parole o nomi ebraici come Alleluiah, Geremia, Isaia, ecc, supporterebbero la preferenza per la
vocalizzazione in Yah del Tetragramma.
Come ci ricorda Intrater: Molti studiosi optano per la pronuncia YaHWeH, poich
in ebraico significa colui che ha causato lesistenza; rappresenta infatti la forma
causativa, pag. 162.
In questo modo chiamare Dio Yahwehequivale in buona sostanza a riferirsi a lui conun nome che indica colui che chiama se stesso Io sono.
Molti ritengono sicura questa lettura. Ma doveroso precisare che non per nulla
certo che Yahweh sia veramente corrispondente alla forma originale della pronuncia delTetragramma.
Vi chi difende la traslitterazione ottenuta seguendo la vocalizzazione masoretica
e, o, a, che da origine alla pronuncia YeHoVaH. Viene utilizzata la y e non la i
perch la () yod ebraica, come la y una consonante con suono vocalico.Di questa opinione Asher Intrater, che ho gi citato prima, il quale spiega cos le
motivazioni delle sue convinzioni:
Nomi come Yeyoyachin, Yehoshua, Yehoyada o Yehoshaphat contengono la stessa
radice YHWH nella medesima struttura sillabica. Tutti i nomi strutturati secondo questomodello presentano le vocali nella sequenza e, o, a. Se unidentica struttura vocalica
collocata nelle lettere YHWH, il nome risulter sempre Yehovah. Nelle Scritture ebraiche
non c un solo caso in cui un nome di tre sillabe contenente la radice YHVH non utilizzi la
struttura vocalica e, o, a.Perch ritengo interessante la testimonianza di Intrater?
Perch ebreo e come tale ha una conoscenza delloriginale sia linguistica che
tradizionale, culturale.
Perch un credente in Ges come Messia.
Perch ha i titoli sufficienti a far ritenere che sappia di ci che parla: ha studiato adHarvad, alBaltimore Hebrew Collegeed alMessiah Biblical Institute.
Ed in ultimo perch ha cultura e conoscenza sufficiente da poter fare dueaffermazioni che ritengo fondamentali nellapproccio ad una problematica cos delicata:
1. Il problema legato alla comprensione del Tetragramma non una questione di
pronuncia ma di rivelazione.
2. Perch ha il coraggio di informare il lettore sul fatto che la lettura Yahweh sia una
possibilit da tenere in considerazione, mentre sostiene con convinzione comunque che ci
sono altre ragioni grammaticali che, a mio avviso, rendono preferibile la pronuncia
YeHoVaH.
Chi va di casa in casa o si propone in diretta via satellite proclamando le proprie
certezze sulla pronuncia esatta del nome di Dio e linderogabile necessit di chiamarlo a
quel modo come se facendo altrimenti il nostro Dio non capisca che invochiamo Lui
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distribuisce soltanto false certezze. E facile ridurre ai minimi termini una problematica
invece cos complessa come quella che stiamo esaminando e convincersi di avere ragione
sulle proprie conclusioni liquidando con un colpo di spugna gli onesti, seri tentativi di chi
alla ricerca di una verit non solo religiosa, ma anche storica, linguistica e paleontologica.
Mi si perdoni se ora svesto i panni dello studioso ed indosso quelli del credente.
Il nostro meraviglioso Dio non ha rivelato il suo Nome a Mos perch lumanit siscervellasse da l in avanti sul come pronunciarlo, bens perch comprendesse quanto Egli
sia grande e meraviglioso, desideroso di incontrare la sua creatura.
Ci spiega sempre Intrater: Dio ha manifestato il Suo nome (le Sue qualit personali)
allumanit attraverso una rivelazione progressiva e grandiosa. Inizialmente era conosciuto
come Elohim, in seguito si fatto conoscere come Yehovah, oggi si pu conoscere in
Yeshua, cio in Ges.
Il Signore ci ha dato un chiaro mandato nella Sua Parola:
E disse loro: "Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
(Marco 16:15)
Se la Buona notizia che in Ges, siamo salvati non basta, ma occorre anche
rintracciare la corretta pronuncia del Tetragramma, siamo davvero perduti, senza speranza esenza certezze!
Ma se invece il Signore ci ha inviati nel mondo per essere suoi testimoni.
Se veramente nel nome di Yeshua la salvezza, allora concludiamo che in Lui che
si compie quanto promesso nella Sacra Scrittura e cio che mediante lui Yehovah salva.
In nessun altro la salvezza; perch non vi sotto il cielo nessun altro nome
che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo esseresalvati. (Atti 4:12)
Alla luce di una maggiore conoscenza del testo originale, comprendiamo che,qualunque sia la pronuncia corretta del Tetragramma, in Ges, Yeshua (diminutivo di
Yehoshua, cio Yehovah salva) che Dio ha attivamente e perfettamente provveduto la
salvezza per il suo popolo e per ognuno che riporr la fede nel Suo Unigenito Figlio e nella
perfetta opera di redenzione che egli ha compiuto per lumanit intera sulla croce e che DioPadre ha sigillato con la sua gloriosa resurrezione.
Se un compito Dio ci ha affidato quello di annunciare questa Verit al mondo e non
delle improbabili conclusioni sulla pronuncia corretta del nome rivelato a Mos millenniaddietro.
Ges disse chiaramente:
Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verr su di voi, e mi saretetestimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremitdella terra. (Atti 1:8)
E Paolo sapeva benissimo qual era il suo compito. Era forse (lui avrebbe potuto, da
erudito ebreo quale era) quello di spiegare come leggere il Tetragramma? Lui sembra avesse
ricevuto tuttaltro incarico:
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Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur dicondurre a termine [con gioia] la mia corsa e il servizio affidatomi dal SignoreGes, cio di testimoniare del vangelo della grazia di Dio. (Atti 20:24)
Sembra che invece di assicurarsi che tutti invocassero nella maniera corretta, eglisi sforzasse di far conoscere il nome di Cristo dove era sconosciuto.
Cos da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria ho predicato dappertutto ilvangelo di Cristo, avendo l'ambizione di predicare il vangelo l dove non eraancora stato portato il nome di Cristo (Romani 15:19-20)
E questo il compito che ci ha dato il Signore ed questo il vero compito che deve
animare lesistenza dellautentico cristiano.Sono state proposte altre possibili letture che cercano di riportare alla luce lautentica
lettura del Tetragramma. Ma come deve purtroppo ammettere ogni studioso serio e onesto,
allo stato attuale delle nostre conoscenze come dimostrano ampiamente le divergenze diopinioni fra gli studiosi non vi certezza sulla pronuncia esatta del nome divino rivelato a
Mos.
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Capitolo 5
Dio ha un Nome o si presenta con un Nome?
In questo capitolo discuteremo di unapparentemente semplice questione, ma che in
realt forse alla base stessa del dibattere sul nome di Dio. E cio: Dio ha un nome o si
presenta ad Israele con un nome?
Lo dico subito al lettore, io sono convinto della seconda cosa e, ritengo, ogni essere
umano ragionevole che consideri seriamente questa problematica debba arrendersi
allevidenza che gli antropomorfismi di Dio nellAntico Testamento, cio i suoi attributi e le
sue qualit, le sue motivazioni e le sue azioni, definiti in maniera cos simile a quelli degli
uomini, sono soltanto una manifestazione e preludono allincarnazione del logos nellapersona di Ges di Nazareth, sono evidenza del grande amore di Dio per luomo, perch
sono intesi per darci una maggiore comprensione di Dio con concetti e parole a noi
comprensibili, e non sono certo unespressione dei suoi limiti.
Vi mai capitato che un pensiero molto bello, molto grande, non siate riusciti ad
esprimerlo appieno con delle parole? Il pensiero rimane immutato, ma la pochezza del
linguaggio umano a non riuscire ad esprimerlo appieno. Lamore stesso un sentimento
talmente grande da frustrare ogni scrittore e filosofo che prova a descriverlo e di tentativi
ve ne sono dallalba dei tempi ad oggi.Tanto pi la Persona Eterna ed Infinita di Dio!
Come possiamo pretendere di contenere il mare in un bicchiere? Allo stesso modo il
linguaggio e la cultura umana non pu mai appieno descrivere perfettamente la Persona di
Dio.E per questo che parliamo di Rivelazione di Dio. Perch Dio stesso che trova i
mezzi dellesperienza umana per poter rivelare di s ci che la mente umana pu riuscire a
comprendere di Lui.
Provo un timore riverenziale nei confronti di Filone Alessandrino, filosofo ebreo
vissuto ad Alessandria dEgitto a cavallo fra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. Le sue opere
sono molte e la sua difesa del credo ebraico in un mondo intriso di filosofia greca
intelligente e sempre diretta ad affermare il valore della Legge mosaica.Mi piace ci che scrive sul nome di Dio e lo leggo con grande interesse, visto che un
ebreo cos erudito sulla Parola di Dio ma anche cos ferrato nella lingua e cultura greche (il
suo greco davvero elegante e complesso, degno di scritti filosofici).
Egli scrive cos sul nome di Dio:
E quindi piuttosto ragionevole ritenere che non si pu con successo assegnare un
nome proprio a colui che veramente il Dio vivente. Vedete che al profeta che veramente
desideroso di indagare con sincerit circa la verit e chiede quale risposta dovr dare a
coloro che lo interrogheranno sul nome di colui che lo ha mandato, Egli dice: Io sono colui
che sono, che equivale a dire proprio della mia natura essere e non essere descritto da un
nome. Ma perch la razza umana non fosse totalmente sprovvista di un appellativo che
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potessero riferire al pi eccellente degli esseri, vi autorizzo ad utilizzare la parola Signore
come nome. (dalDe Mutatione Nominum ).Nel suo trattato su Abraamo scrive: Dio non ha bisogno di alcun nome. Ma
sebbene egli non abbia questa necessit, comunque egli mette a disposizione il suo titolo a
favore della razza umana, affinch questa possa avere un rifugio al quale rivolgersi con
suppliche e preghiere, cos da non vivere senza speranza.In parole povere concordo con Filone, per questo lho citato Dio non ha in s e
per s un nome, perch non ne ha bisogno. Molto semplicemente: Egli . E questo il
senso della sua affermazione in Esodo 3. Egli definito e chiamato Dio, ma la parola Dio
non pu racchiudere la sua immensit. Lo chiamiamo Signore, ma solo per stabilire in
maniera comprensibile nel nostro linguaggio umano la sua signoria, ma la mente umana non
pu nemmeno sfiorare lidea di qualcosa di tanto grande! Lo chiamiamo Creatore, Padre,
ma tutti gli aggettivi ed i nomi che luomo ha a sua disposizione per descriverlo servono a
noi e non a Lui, non per definirlo bens per aiutarci ad invocarlo. E stato quindi necessario
per una pi intellegibile rivelazione di Lui che Dio ha dovuto vestirsi di un nome proprio,
per rendersi pi raggiungibile dalla sua creatura. Attribuirsi un nome da parte di Dio lo
possiamo associare al resto degli antropomorfismi che rinveniamo nella Parola di Dio tesi a
darci di Lui dei contorni pi prossimi allesperienza di noi essere umani e quindi pi
comprensibili.
Per concludere questa riflessione iniziata con le parole di Filone, direi che Dio non ha
un Nome, piuttosto si presenta allumanit con un Nome. E una differenza sottile, ma
essenziale.
Contemporaneo di Filone alessandrino, Giuseppe Flavio uno storico ebreo, anche
lui prolifico autore nella sua materia. Nei suoi scritti (Le Antichit Giudaiche) egli perpreferisce non parlare del nome di Dio rivelato a Mos se non con un accenno dal quale si
percepisce lestrema riverenza che egli prova nei confronti del Tetragramma. Probabilmente
il suo silenzio motivato dal fatto che la sua opera era principalmente storica ed
approfondire dettagli religiosi non era il senso del suo lavoro; e, allo stesso tempo,probabilmente la sua ebraicit gli impediva di mettere a disposizione dei suoi lettori pagani
verit tanto care al popolo di Dio come quella che riguarda proprio il nome divino.
Ma al di l della riflessione sul dato biblico e sulla natura di Dio che comprendiamo
dalla contemplazione dellinterezza della Sacra Scrittura, in concreto, nella realt della
lingua nella quale espresso, cosa significa il termine, il vocabolo nome? Chevalenza ha? Quale potere possiede, possiamo dare o attribuire ad un nome?
Tracey R. Rich (www.jewfaq.org) ci spiega cos il significato della cultura ebraica:
Nel pensiero giudaico, un nome non semplicemente una designazione arbitraria, una
combinazione casuale di suoni. Il nome comprende la natura e lessenza della cosa
nominata. Rappresenta la storia e la reputazione dellessere nominato. [] Un esempio di
questo uso lo troviamo in Esodo 3:13-22: Mos chiede a Dio quale sia il Suo nome. Mos
non sta chiedendo: Come ti devo chiamare?; piuttosto sta chiedendo: Chi sei?, Come
sei?, Cosa hai fatto?. Ci chiaro anche dalla risposta di Dio. Dio gli risponde che Egli
eterno, che Egli il Dio dei nostri antenati, che Egli ha visto la nostra afflizione e che ci
avrebbe liberato dalla schiavit.
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Per comprendere quanto il pensiero ebraico, che riflesso ed allo stesso tempo si
riflette nella lingua e cultura ebraiche, possa, in un certo senso, essere lontano dalla nostra
logica comune, basta considerare come il mondo ebraico possa elaborare la riflessione sul
senso del Nome di Dio: Dio, cos com in se stesso, prescindendo da ogni rapporto
con la creazione, possiede un Nome di cui lui solo consapevole, un Nome che, si potrebbe
anche dire, esprime la sua autoconsapevolezza. A questa (concezione, ndt) si contrapponelidea, sostenuta dalla stragrande maggioranza delle fonti cabbalistiche [] che il Deus
Absconditus non abbia un nome. Il Tetragramma non perci [] il Nome essenziale oproprio di Dio, esso esprime lessenza della sua emanazione o manifestazione, e la
riassume in s. Nessun nome pu spingersi oltre. Gershom Scholem, Il Nome di Dio e la
teoria cabbalistica del linguaggio, Piccola Biblioteca 402, Adelphi Edizioni, p. 58-59. Ci
equivarrebbe a dire, in un linguaggio pi prossimo al nostro, in una maniera pi
comprensibile per la nostra mentalit occidentale, che alcuni sostengono che Dio abbia un
nome impenetrabile, del quale lui solo ha consapevolezza. Mentre il Tetragramma il nome
di Dio che egli ha rivelato nella Legge mosaica. In altre parole: 1. Solo Dio conosce
veramente Dio. 2. Dio si rivela comunque in maniera comprensibile alluomo.
Vi sono diversi modi per osservare un fenomeno linguistico. Quello pi semplice
avvalersi di una grammatica e studiarla. Ma la grammatica fondamentalmente soltanto il
risultato della raccolta sistematica di informazioni riguardanti luso di una lingua, in un
determinato momento storico e spesso anche allinterno di determinati confini. Abbiamo
preso nota delle affermazioni di Rich e dobbiamo ritenerle degne di seria considerazione. Ci
siamo stupiti (forse, io si) davanti alla potenzialit delle speculazioni fondate originate in
seno alla cultura e lingua ebraica.Ora mi sento di poter proporre qualcosa di pi avvincente al mio lettore. Lo invito
infatti nel prossimo capitolo ad esaminare con me lAntico Testamento alla ricerca della
parola nome e del significato che le viene attribuito in base alluso ed al contesto nel
quale inserito.
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Capitolo 6
La parola nome nellAntico Testamento
I brani che citer in questo capitolo sono tutti tratti dalla Nuova Riveduta, in quanto
si tratta di una traduzione sufficientemente letterale da consentire questo tipo di indagine.
SIGNORE, tutto in maiuscolo invariabilmente la maniera in cui questa versione traduce il
Tetragramma. Per le ricerche ho utilizzato il software e-sword(disponibile gratuitamenteallindirizzo internet www.e-sword.net).
Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti
gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati,e perch ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato.(Genesi 2:19)
Perch era cos importante che luomo desse un nome agli animali? E perch gli
animali erano soggetti a portare il nome che luomo avrebbe loro dato? Attraverso questo
linguaggio la Scrittura vuole trasmettere il senso di preminenza del ruolo delluomo sulla
creazione. Un ruolo voluto da Dio stesso, com chiaro se leggiamo attentamente. E
questultimo infatti a condurre dalluomo tutte le sue altre creature perch desse loro un
nome.
Anche a Set nacque un figlio, che chiam Enos. Allora si cominci a invocare ilnome del SIGNORE. (Genesi 4:26)
Cosa significa questo brano? Implica che da questo momento Dio cominci ad essere
invocato, o che cominci ad essere invocato utilizzando il suono originario del
Tetragramma?Secondo gran parte dei testi nei quali mi sono imbattuto, il Tetragramma era noto ai
patriarchi prima della rivelazione a Mos, grazie ad affermazioni del tipo che rinveniamo
qui in Genesi 4:26.
Purtroppo non concordo.Intanto diciamo subito che potremo tradurre questo brano biblico altrimenti: Allora
si incominci ad invocare . Mentre non mi sembra di poterlo intendere cos come fannoalcuni: Allora si cominci ad invocare , proprio con questo nome.
In secondo luogo naturale in una narrazione riferirsi ad un individuo con il titolo
pi importante da lui conseguito, anche quando si parla del periodo in cui non laveva
ancora acquisito.
Il terzo anno del regno di Ioiachim re di Giuda, Nabucodonosor, re diBabilonia, marci contro Gerusalemme e l'assedi. (Daniele 1:1)
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Laffermazione di Daniele, se presa alla lettera, errata. Infatti a quel tempo
Nabucodonosor non era ancora re, essendo suo padre ancora in vita. Ma lo sarebbe divenuto
e lo sarebbe stato per 43 anni. Non naturale riferirsi a lui come re anche quando si parla di
eventi che precedevano la sua incoronazione?
Facciamo un esempio pi vicino alla nostra realt quotidiana.
Francesco Cossiga stato presidente della Repubblica italiana dal 1985 al 1992. Per possibile che scrivendo di lui si dica: il Presidente Cossiga nato il 28 luglio 1928 senza
aspettarsi che chi legga o ascolti supponga che Cossiga sia nato gi investito della sua carica
presidenziale!
Quando Genesi 4:26 si esprime utilizzando il Tetragramma, a mio avviso lo fa per
dare la certezza al lettore che colui che allora veniva invocato (perch era Lui ad essere
invocato e non il suo Nome) era lo stesso Dio che pi tardi avrebbe detto a Mos di
chiamarlo .Io far di te una grande nazione, ti benedir e render grande il tuo nome e
tu sarai fonte di benedizione. (Genesi 12:2)
E stato il nome di Abraamo ad essere diventato grande o luomo che portava quel
nome? La sottile differenza che passa fra le due cose ci aiuta a comprendere il sensoautentico dellutilizzo della parola nome e dellidea che essa vuole trasmettere nel testo
biblico.
Di l si spost verso la montagna a oriente di Betel, e piant le sue tende,avendo Betel a occidente e Ai ad oriente; l costru un altare al SIGNORE einvoc il nome del SIGNORE. (Genesi 12:8)
Di nuovo non notiamo come palesemente lespressione ebraica tradotta letteralmente
nel testo biblico con invoc il nome di sia sinonimo di invoc . Se le mie deduzioni sono errate, allora lecito chiedersi come faceva Abraamo ad invocare Dio con
quel nome che egli avrebbe rivelato solo secoli dopo a Mos? La Scrittura ci dice infatti:
Io apparvi ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente ( .( ) ); ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di SIGNORE(Esodo 6:3)
El Shaddai ( ), cio Dio Onnipotente, un altro dei nomi di Dio nellAnticoTestamento.
L'angelo del SIGNORE le disse ancora: "Ecco, tu sei incinta e partorirai unfiglio a cui metterai il nome di Ismaele, perch il SIGNORE ti ha udita nellatua afflizione; (Genesi 16:11)
Ecco qui un esempio di dove il nome un attributo identificativo della persona che lo
porta, ma anche descrittivo di circostanze o fatti che la riguardano.
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E che dire del brano che segue:
"Io mando un angelo davanti a te per proteggerti lungo la via, e per introdurtinel luogo che ho preparato. Davanti a lui comportati con cautela e ubbidiscialla sua voce. Non ribellarti a lui, perch egli non perdoner le vostre
trasgressioni; poich il mio nome in lui. (Esodo 23:20-21)
Siamo davanti ad unaltra espressione idiomatica che intende trasmetterci lidea che
Dio con langelo che precede il cammino di Israele. O dobbiamo intendere che il nome di
Dio, , fosse fisicamente dentro di lui?Il SIGNORE disse ancora a Mos: "Parla ad Aaronne e ai suoi figli e di'loro: "Voi benedirete cos i figli d'Israele; direte loro: "Il SIGNORE tibenedica e ti protegga! Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e tisia propizio! Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!""
Cos metteranno il mio nome sui figli d'Israele e io li benedir. (Numeri6:22-27)
Questa stupenda benedizione comunicata a Mos con tutta la bellezza delle
colorite, quasi poetiche, espressioni idiomatiche tipiche della lingua e cultura ebraiche,talmente forti da sopravvivere nella traduzione del testo nella nostra lingua. Anche qui come
non immaginiamo che lespressione relativa al volto di Dio che splende sia letterale, non
possiamo nemmeno immaginare che lo sia metteranno il mio nome sui figli d'Israele.
Questi sono i nomi degli uomini che Mos mand a esplorare il paese. E
Mos diede a Osea, figlio di Nun, il nome di Giosu. (Numeri 13:16)
Interessantissimo questo passo dove il nome di Osea viene mutato in Giosu. Per
quale motivo era necessario cambiare il nome di colui che avrebbe condotto Israele dentro
la terra promessa? E evidente che il nome pi che il semplice appellativo al quale
risponde un individuo ma racchiude in s il carattere stesso di chi lo porta.
Mangerai, in presenza del SIGNORE tuo Dio, nel luogo che egli avr sceltocome dimora del suo nome. (Deuteronomio 14:23)
Potremmo benissimo tradurre questo brano: nel luogo che egli avr scelto come suadimora.
Celebrerai la Pasqua al SIGNORE tuo Dio, sacrificando vittime delle tuegreggi e dei tuoi armenti, nel luogo che il SIGNORE avr scelto come dimoradel suo nome. (Deuteronomio 16:2)
Sacrificherai l'agnello pasquale soltanto nel luogo che il SIGNORE, il tuoDio, avr scelto come dimora del suo nome; lo sacrificherai la sera, altramontar del sole, nell'ora in cui uscisti dall'Egitto. (Deuteronomio 16:6)
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Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte inquesto libro, se non temi questo nome glorioso e tremendo del SIGNORE tuo
Dio. (Deuteronomio 28:58)
Lutilizzo del termine nome nei brani qui sopra riportati chiaro sinonimo dellapersona. Vediamo altri brani dove ci evidente.
E disse a quegli uomini: "Io so che il SIGNORE vi ha dato il paese, che ilterrore del vostro nome (ovvero: il terrore di voi) ci ha invasi e che tutti gliabitanti del paese hanno perso coraggio davanti a voi. (Giosu 2:9)
Infatti il SIGNORE, per amore del suo grande nome (ovvero: per amore di sestesso), non abbandoner il suo popolo, poich piaciuto al SIGNORE di faredi voi il suo popolo. (1 Samuele 12:22)
Egli costruir una casa al mio nome (ovvero: mi costruir una casa) e iorender stabile per sempre il trono del suo regno. (2 Samuele 7:13)
Perci, o SIGNORE, ti loder tra le nazioni e salmegger al tuo nome(ovvero: ti loder). (2 Samuele 22:50)
Tu sai che Davide, mio padre, non pot costruire una casa al nome delSIGNORE,(ovvero: costruire una casa a )del suo Dio (ovvero: al suo Dio),a causa delle guerre nelle quali fu impegnato da tutte le parti, finch ilSIGNORE non gli mise i suoi nemici sotto i piedi. (1 Re 5:3)
Ho quindi l'intenzione di costruire una casa al nome del SIGNORE mio Dio,secondo la promessa che il SIGNORE fece a Davide mio padre, quando glidisse: "Tuo figlio, che metter sul tuo trono al posto tuo, sar lui che costruiruna casa al mio nome". (1 Re 5:5)
"Dal giorno che feci uscire il mio popolo d'Israele dall'Egitto, io non scelsialcuna citt, fra tutte le trib d'Israele, per costruirvi una casa, dove il mionome dimorasse; ma scelsi Davide per regnare sul mio popolo Israele". (1 Re8:16)
Davide, mio padre, ebbe in cuore di costruire una casa al nome delSIGNORE, Dio d'Israele; (1 Re 8:17)
ma il SIGNORE disse a Davide mio padre: "Tu hai avuto in cuore dicostruire una casa al mio nome, e hai fatto bene ad avere questo pensiero;(1 Re 8:18)
Vedi anche 1Re 8:19, 1Re 8:20, 1Re 18:32, 1Cronache 22:19, 2Cronache 6:5,
2Cronache 6:6.
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Il re di Babilonia fece re al posto di Ioiachin, Mattania, zio di lui al qualecambi il nome chiamandolo Sedechia. (2 Re 24:17)
Il re d'Egitto fece re sopra Giuda e sopra Gerusalemme Eliachim, fratello di
Ioacaz, e gli cambi il nome in Ioiachim. Neco prese Ioacaz, fratello di lui, e locondusse in Egitto. (2 Cronache 36:4)
Il fenomeno linguistico che stiamo osservando non sembra sia esclusivamente legato
alla lingua ebraica ed alla prassi biblica. Il re babilonese Nabucodonosor si premura di
cambiare il nome del re che pone sul trono di Giuda, per sottolineare che da quel momento
in avanti egli si sar sottoposto. Lo stesso far quando Daniele ed i suoi compagni saranno
portati alla sua corte (vedi Daniele 1). E prassi anche di Faraone fare altrettanto. Il cambiodel nome di una persona intende esprimere il cambiamento nella sua condizione.
Non sarai pi chiamato Abramo, ma il tuo nome sar Abraamo, poich io ticostituisco padre di una moltitudine di nazioni. (Genesi 17:5)
Dio cambia il nome di Abramo in Abraamo in maniera che il suo nome porti in s il
segno (ci evidente solo nelloriginale ebraico, ovviamente) dellopera che Dio stava percompiere nella sua vita.
L'altro gli disse: "Qual il tuo nome?" Ed egli rispose: "Giacobbe". Quellodisse: "Il tuo nome non sar pi Giacobbe, ma Israele, perch tu hai lottatocon Dio e con gli uomini e hai vinto". Giacobbe gli chiese: "Ti prego, svelamiil tuo nome". Quello rispose: "Perch chiedi il mio nome? (Genesi 32:27-29)
Su questultimo brano della Scrittura ci si potrebbe scrivere un libro a s. Ma per la
nostra discussione noteremo due cose. La prima: il nome di Giacobbe viene cambiato,
perch dal suo incontro con Dio egli non era pi lo stesso ed il suo nome nuovo descriveva
questo cambiamento. La seconda: Giacobbe chiede il nome allindividuo con il quale lotta,
ma non riceve risposta.
Continuiamo con altri esempi.
SIGNORE, il tuo nome dura per sempre;la memoria di te, o SIGNORE, dura per ogni generazione.(Salmo 135:13)
Qui le due frasi sono dei sinonimi, la prima e la seconda hanno lo stesso significato
sebbene espresse con sfumature linguistiche differenti. Ho scritto questo passo come dei
versi questo sono per poter meglio osservare la prassi tipica ebraica di esprime lo stessoconcetto pi volte, in maniera diversa; prassi simile, in quella lingua, alla nostra rima.
Ecco, il nome del SIGNORE viene da lontano; la sua ira ardente, grande il suo furore; le sue labbra sono piene d'indignazione, la sua lingua come un
fuoco divorante; (Isaia 30:27)
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Questa espressione tradotta in maniera cos letterale quasi sconvolgente.
Io infatti sono il SIGNORE, il tuo Dio. Io sollevo il mare, e ne faccio muggirele onde; il mio nome il SIGNORE degli eserciti. (Isaia 51:15)
A loro non somiglia Colui che la parte di Giacobbe; perch Egli ha formatotutte le cose, e Israele la trib della sua eredit. Il suo nome : il SIGNOREdegli eserciti. (Geremia 10:16)
e io vi far andare in esilio oltre Damasco", dice il SIGNORE, il cui nome Dio degli eserciti. (Amos 5:27)
In questo caso, la lingua ebraica ci fornisce lesempio di un fenomeno linguistico
molto lontano dalla mentalit occidentale. Il meglio che pu fare il traduttore rendere il
brano Il Signore degli eserciti, ma in ebraico questa espressione dice sicuramente di pi. IlSignore degli eserciti ( ) un altro nome-attributo di Dio. Lo stesso nome lotroviamo in Geremia 32:18, 51:19.
Tuttavia, tu sei nostro padre; poich Abraamo non sa chi siamo e Israele nonci riconosce. Tu, SIGNORE, sei nostro padre, il tuo nome, in ogni tempo, Salvatore nostro. (Isaia 63:16)
Non sembra che, come negli altri esempi che ho appena riportato, il testo attribuisca
qui un altro nome a Dio? Invece la parola allinterno di una costruzione idiomatica, che,
come chiaro dal contesto, non si riferisce al nome in maniera letterale, bens alle qualitpersonali che esso vuol descrivere.
Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perch io, il SIGNORE, il tuoDio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquit dei padri sui figli fino alla terza ealla quarta generazione di quelli che mi odiano (Esodo 20:5)
Tu non adorerai altro dio, perch il SIGNORE, che si chiama il Geloso, unDio geloso. (Esodo 34:14)
Vediamo nei due esempi descritti qui sopra come sono un Dio geloso e
lespressione Il SIGNORE, che si chiama il Geloso hanno il medesimo significato.
Concordo perfettamente con Asher Intrater quando afferma: Un nome un termine
che indica una persona. Nella Bibbia, i nomi avevano un significato profetico: descrivevano
il carattere di un individuo, il suo destino, il suo scopo. A volte nel tentativo di ottenere
potenza con la semplice pronuncia di un nome, si finisce per cadere nella superstizione.
Tuttavia, cercare di capire il significato spirituale di un nome vuol dire attingere alla fonte
della sua potenza. Chi ha pranzato con Abrahamo?, Perciballi editore, I edizione, pag. 161.
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Noi siamo diventati come quelli che tu non hai mai governati, come quelli chenon portano il tuo nome! (Isaia 63:9)
Potremmo anche tradurre come quelli che non ti appartengono.
Ancora altri brani biblici:
Io dar loro, nella mia casa e dentro le mie mura, un posto e un nome, cheavranno pi valore di figli e di figlie; dar loro un nome eterno, che non perir
pi. (Isaia 56:5)
Anche qui appare molto interessante lutilizzo idiomatico della parola nome.
tu hai fatto nel paese d'Egitto, in Israele e fra gli altri uomini, fino a questogiorno, miracoli e prodigi, ti sei acquistato un nome qual esso oggi;
(Geremia 32:20)
La parola nome utilizzata come sinonimo di reputazione. Come del resto accade
nella nostra lingua quando utilizziamo lespressione idiomatica essersi fatto un nome
come sinonimo di reputazione.
In quei giorni, Giuda sar salvato e Gerusalemme abiter al sicuro; questo il nome con cui sar chiamata: SIGNORE nostra giustizia. (Geremia 33:16)
Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; ilSIGNORE stato attento e ha ascoltato; un libro stato scritto davanti a lui,
per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suonome.(ovvero: lo temono) (Malachia 3:16)
Rispettiamo un nome, la pronuncia di consonanti e vocali o il nostro cuore volto al
Signore delluniverso, , con timore e riverenza?Nel precedente capitolo ho posto una domanda: Dio ha un nome o si presenta con
un nome?
Se immaginiamo che sia il nome personale di Dio, unico, eterno ed immutabile esolo nome di Dio, dobbiamo anche immaginare che questo non sia vincolato alla rivelazione
ad Israele. Dobbiamo immaginare che anche se Mos non fosse stato di lingua ebraica, ma
accadica o ugaritica, o egiziana, Dio si sarebbe comunque presentato come proferendoil medesimo suono udito da Mos. Purtroppo una tale eventualit dobbiamo scartarla subito
come impossibile.
Ritorniamo nel brano di Esodo.
Dio disse a Mos: "Io sono colui che sono". Poi disse: "Dirai cos ai figlid'Israele: "l'IO SONO mi ha mandato da voi. Dio disse ancora a Mos:"Dirai cos ai figli d'Israele: "Il SIGNORE, il Dio dei vostri padri, il Diod'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi". Tale
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il mio nome in eterno; cos sar invocato di generazione in generazione.(Esodo 3:14-15)
Mos chiede a Dio il suo nome. A quella domanda Egli risponde: Io sono colui che
sono. E questa la risposta! E come se Dio gli dicesse, parlandogli in modo comprensibile,
nella lingua e nel