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Trimestrale - N. 4/2016 - Poste Italiane SPA - Sped. in abb. Post. D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 NE/VE 30125 Venezia, S. Polo 135 - tel. 041.5224745 - c/c post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: Tipografia Editgraf, Venezia - info@editgraf.com Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Lun/Sab 9-12 Un aiuto agli anziani Lun/Ven 9-12 - 16-18 Giovedì 15-16.30 SQUADRA PRIMO SOCCORSO AMBULATORIO per visite di medicina di base e specialistiche gratuite su prenotazione telefonica 3408225318 e e- -m ma ai il l: : p pr ri im mo os so oc cc co or rs so om mi is se er ri ic co or rd di ia a@g gm ma ai il l. .c co om m 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 0 04 41 1 2 24 41 10 03 34 47 7 Lun/Sab 9-12 Un sorriso per i bambini SEZ. «ARCOBALENO» 0 04 41 1 5 52 22 24 47 74 45 5 IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA

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Trimestrale - N. 4/2016 - Poste Italiane SPA - Sped. in abb. Post. D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 NE/VE30125 Venezia, S. Polo 135 - tel. 041.5224745 - c/c post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

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sommario n. 4-2016

NEWS SODALIZIO- SABATO 10 E SABATO 24 SETTEMBRE 2016: ESERCITAZIONIDI PRIMO SOCCORSO IN CAMPO S. MARGHERITA pag. 5

- LUNEDI’ 3 OTTOBRE 2016 E’ PARTITO IL 12° CORSO DI PRIMO SOCCORSO pag. 7- Calendario delle Liturgie per la Festività di “TUTTI I SANTI” ela “COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI” pag. 14

- SABATO 8 OTTOBRE 2016 “MISERICORDIA DAY” – Festa del Volontariato della Misericordia di Venezia: a partire dal mattino con l’apertura dell’Ambulatorio per controlli gratuiti glicemici e misurazione parametri vitali alla cittadinanza; dimostrazioni simulate di primo soccorso; alle 18,00: SOLENNE CELEBRAZIONE LITURGICA ALLA PRESENZA DI AUTORITA’ RELIGIOSE, CIVILI E MILITARI pag. 16

NEWS SEZIONI INTERNE- Consuntivi 3° trimestre 2016 sezioni interne: “Filo d’Argento”, “Arcobaleno”, “Ambulatorio” e “Squadra di Primo Soccorso pag. 17

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IN QUESTO NUMERO:- L’uomo e il terremoto di Maurizio Del Maschio pag. 20- Omologazione estrema di Francesco Bergamo pag. 22- L’angolo dello spritz di Giampaolo Contemori pag. 26- Si ritorna al 1989? di Giuseppe Mazzariol pag. 28- La nostra storia per l’arte a rischio una diplomazia a difesa del patrimonio di M. Chiara Klinger Mazzarino pag. 30

- Ci penserà qualcun altro di A. Debora Turchetto pag. 32- Istruire la mente per educare il cuore di Giuseppe Mazzariol pag. 33- L’angolo del geriatra: I pericoli della scarsa attività motoria del vecchio di Giancarlo Bottecchia pag. 35

- Andar per “Mostre e Festival”: 73° Mostra del Cinema e 44° Festival del Teatro di M.M. pag. 38

- Rapporti famigliari di M.M. pag. 40- Ri-parliamone sottovoce di Luigi Ricci pag. 42- Misericordia e verità: Dio, padre e madre di don Diego Sartorelli pag. 43- L’angolo della poesia: Venezia di Diego Valeri pag. 45- Le ricette di Nonna Silvana di S. M. B. pag. 46- Motti e proverbi veneziani a cura di G.M. pag. 46

L’ostacolo più grande è la paura, il sentimento più brutto è il rancore, l’errore più grande è rinunciare, ilregalo più bello è il perdono, la forza più grande è la fede, la cosa più bella del mondo è l’amore.

Santa Madre Teresa di Calcutta

Editore: Arciconfraternita di S. Cristoforo e della MisericordiaS. Polo, 135 - 30125 Venezia

Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaboratori e grafici di redazione: ROBERTA FALCIER, MARINA MUSACCO

Direzione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745 e-mail: [email protected]: www.misericordiavenezia.org

Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

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4 IL MESSAGGIO N. 4 -2016

NEWS sodalizio

CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2016)BULLO Alessandra

CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° luglio al 30 settembre 2016) -

NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO(“Dona a loro, Signore, la pace della tua compagnia”)

CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° luglio al 30 settembre 2016) ZOLLI Mario – PENSO Virgilio – DUCA Tonino – FACCHIN Alessandro –NOVELLO Renato – VIANINI Carlo – MAZZUCATO Giovanni –

CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2016) TOFFOLUTTI Pierina – CAMUFFO Valeria – LAZZARO Maria – ZANONPaola – ZANIN Guerina – BRIANESE Liliana – SCABELLO Dina – BRUSEGAN Liliana –

CONFRATELLI ISCRITTI IN MORTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2016) ZOLLI Mario

OFFERTE(dal 1° luglio al 30 settembre 2016)

BECCEGATO Leonardo in memoria di Jole e Lino – VEGGIAN MULLER Mattea – BARTO-LINI Rolando e SALVIATO Gabriella – IVE Marcello – PEDANI Margherita pro sez.“Arcobaleno” - TRANQUILLIN Michela – MANZONI Carla – DE MARTIN Carla – TRAMEAttilio – SCARPA Iva – ZANETTI Annamaria -

SI PREGANO LE PERSONE ISCRITTE CHE HANNO CAMBIATO INDIRIZZO DI COMUNICARLO IN SEGRETERIA

DELLA MISERICORDIA (tel. 041.5224745)

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NEWS sodalizio

BUON COMPLEANNO!

L’8 AGOSTO 2016, una nostra consorella, la Signora Maria CARINI, ved. POLI, hafesteggiato assieme alle nostre volontarie della sezione “Filo d’Argento” il traguardo dei100 ANNI !!! Abbiamo consegnato, come di consueto in queste circostanze, che ultima-mente sono abbastanza frequenti, una MEDAGLIA D’ORO e un bel mazzo di fiori.Auguroni dunque a Maria e altri 100 di questi giorni !!!

ESERCITAZIONI DI PRIMO SOCCORSOCAMPO S. MARGHERITA 10 E 24 SETTEMBRE 2016

La nostra SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO, SABATO 10 SET-TEMBRE E SABATO 24 SETTEMBRE, in campo SantaMargherita, presso la “Vetrina del Volontariato”, ha svolto delle eser-citazioni di primo soccorso con manovre di rianimazione cardio-pol-monare, gratuite e aperte a tutta la cittadinanza.Ancora una volta la nostra Misericordia è attenta alle problematiche dei cittadini. E’importante portare a conoscenza più persone possibili relativamente alle manovre salva-vita.

IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 5

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6 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

NEWS sodalizio

VENERDI’ 30 SETTEMBRE 2016 – ORE 17.00CONVEGNO DELLE SCUOLE STORICHE DI VENEZIA. L’ATTIVITA’ SOCIALE, CULTURALE E ASSISTENZIALE.

Ospitate nella sala capitolaredella Scuola Grande deiCarmini, si sono riunite lecinque Scuole Grandi el’Arciconfraternita dellaMisericordia per illustrare alpubblico le loro origini e leloro attività attualmentesvolte. Per la Scuola dei Carmini erapresente il Guardian GrandoFranco Campiutti; per laScuola Grande di S. Teodoro,il Guardian Grando, Roberta

Di Mambro; per la Scuola Grande diS. Giovanni Evangelista, il GuardianGrando, Antonio Cecchini, per laScuola Dalmata dei S.S. Giorgio eTrifone, il Guardian Grando, AldoSigovini, per la ScuolaGrande di S.Rocco, il Guardian Grando, FrancoPosocco e per l’Arciconfraternitadella Misericordia, il PresidenteGiuseppe Mazzariol.Presiedeva la riunione Gian Andrea

Simeone. Erano presenti per ilPatriarca di Venezia, Mons. OrlandoBarbaro e per il Sindaco,l’Assessore Paola Mar.Dopo i vari interventi dei Guardianie del Presidente della Misericordia,ha concluso il Convegno GianPietro Casadoro che ha letto peral-tro un documento stilato dalle seiConfraternite.

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 7

titolo articolo di Nome Cognome autoreNEWS sodalizio

Chiesa S. Giacometto di RialtoSI RENDE NOTO CHE

DA LUNEDI’ 12 SETTEMBRE 2016,

LA S. MESSA VESPERTINA VERRA’ CELEBRATA ALLE ORE 17.30

12° EDIZIONE DEL CORSO DI PRIMO SOCCORSO

Lunedì 3 ottobre 2016 è iniziata la dodicesi-ma edizione del Corso di Primo Soccorso,con più di cinquanta iscritti, di cui il 90%costituito da giovani. Il corso, di venti lezioni(teoriche e pratiche) terminerà il 7 dicembrecon un test scritto. Direttore del corso il Dr.Lodovico Pietrosanti, CoordinatoreSanitario, il Dr. Franco Osti. Martedì 13dicembre, presso la Sala Capitolare dellaScuola Grande di S. Teodoro, avrà luogo laconsegna degli attestati, alla presenza diautorità civili e militari.

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Cannaregio, 2665/A30121 Venezia

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8 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

NEWS sodalizio

I MEDICI DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA OFFRONO VISITE SPECIA-LISTICHE GRATUITE ANCHE A PENSIONATI VENEZIANI IN DIFFICOLTA’ECONOMICHE ELIMINANDO TEMPI LUNGHISSIMI DI ATTESA.

E’ noto che la città di Venezia, pur essendo prevalentemente una città ricca per le atti-vità turistiche e l’attività del terziario, presenta sacche di povertà che le istituzioni pub-bliche e di volontariato stentano a controllare dal punto di vista sanitario. D’altra parteè elevato il numero di anziani con pensioni minime che non riescono ad accedere aiservizi sanitari specialistici per vari motivi, uno dei quali è principalmente il tempo diattesa tra prenotazione ed esecuzione della visita. Pertanto, il gruppo di MediciVolontari dell’Ambulatorio di San Giacometto, costituito per lo più da medici specia-

listi o polispecialisti è disponibile ad offrire consulenze specialistiche per i casi di pazienti venezianio in difficoltà economica. L’aiuto offerto potrà, per il momento, essere dato per le seguenti specialità:• Cardiologia• Diabetologia• Endocrinologia• Gastroenterologia• Geriatria• Ginecologia. • Malattie infettive• Medicina interna• Neurologia• Otorinolaringoiatria• Pediatria.• Reumatologia• Urologia

Il servizio di consulenza sarà organizzato come segue: le visite dovranno essere prenotate telefo-nando alla segreteria della Misericordia e verranno eseguite nell’ambulatorio sito a S. Giacomettoconcordando data ed ora. Casi di pazienti particolari, valutati caso per caso, potranno essere visita-ti nell’ambiente del paziente stesso.NON E’ NECESSARIO PRESENTARE DICHIARAZIONE DEI REDDITI O ALTRADOCUMENTAZIONE COMPROVANTE CHE UNA PERSONA NON E’ RICCA !!!ORMAI “POVERI” SIAMO UN PO’ TUTTI !!!

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 9

IMPORTO QUOTA ASSOCIATIVAPER IL 2016 € 30,00

Il Consiglio dell’Arciconfraternita, nella riu-nione del 23 settembre 2015, ha deliberatoall’unanimità di aumentare la quota associa-tiva degli iscritti, a far luogo dal 01.01.2016,da € 25,00 a € 30,00 (trenta).Come potete constatare, l’aumento di € 5,00annui è davvero modesto, tenendo conto,peraltro, che l’importo di € 25,00 era fermodal 2011.Ad ogni buon conto, se ci fossero delle per-sone che hanno difficoltà di pagare questi € 5

annui in più, l’Arciconfraternita è pronta a venir loro incontro.

NEWS sodalizio

ASSISTENZA FISCALEA TARIFFE CONVENZIONATE

IL DOTT. ALBERTO BARADEL – Commercialista,Revisore Contabile e Curatore fallimentare

con studio a Venezia, Giudecca n. 187 – Tel. 349.1277065e-mail: [email protected]

è a disposizione per la compilazione e pre-sentazione, a tariffe convenzionate, delleDichiarazioni Fiscali 2015 (Modello 730 –Modello Unico) e per i conteggi e predispo-sizioni dei modelli di pagamento dei tributi

comunali (IMU – TASI). Nei mesi di aprile, maggio e giugno potrannoessere concordati appositi giorni di ricevimento presso la sededell’Arciconfraternita.

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NEWS sodalizio

10 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

CORSI BLS-DLa scrivente “MISERICORDIA” diVenezia organizza, presso la propria sede,in accordo con il Centro di Formazionedell’Azienda ULSS 12 Veneziana

CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS-D) per il personaleappartenente a varie categorie. Detti corsi hanno lo scopo di fornire le competenze ela capacità di portare soccorso efficace a persone colpite da arresto cardio-respirato-rio improvviso, contemplando l’uso del defibrillatore semiautomatico e scongiurandoquindi un sicuro decesso. L’invito è rivolto ad associazioni sportive, enti e istituti sco-lastici in quanto è importante la presenza di persone che abbiano questo brevetto,nella considerazione che spesso vi possono essere circostanze in cui chiunque, incon-sapevolmente può trovarsi seriamente coinvolto. I corsi, della durata di CINQUEORE, sono diretti dal Dr. Lodovico Pietrosanti, già Direttore del Servizio 118 SUEMdi Venezia. Il costo di partecipazione è di € 100,00= (cento/00) a persona. Verrà rila-sciato regolare certificato a norma di legge. Se siete interessati, si può contattare laMisericordia al seguente numero: 041.5224745, tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 12 – e-mail: [email protected]

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 11

NEWS sodalizio

FUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIA

SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA PER I CONFRATELLI ISCRITTI.

L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contratto sot-toscritto negli uffici amministrativi della sede di Rialto, S. Polo N. 135,dei FUNERALI, una volta che viene a mancare un confratello. Daanni ormai, appoggiata ad un’impresa di pompe funebri cittadine, siprende cura dell’accompagnamento funebre, del funerale nella chiesa

parrocchiale o nella Cappella del cimitero di S. Michele, della cassa, dei fiori, delle epi-grafi, e a seconda della scelta se a terra o in manufatto, viene fatta poi la croce, la pie-tra tombale o le iscrizioni per chi ha già in concessione una nicchia, un ossario o un cine-rario. Possiamo inoltre assegnare uncinerario per chi desidera farsi cre-mare. Il contratto viene sottoscritto INVITA e l’importo non subirà modi-ficazioni fino a quando verrà a man-care il confratello o consorella. Perinformazioni invitiamo gli iscrittiinteressati, ma soprattutto tutti colo-ro che sono soli e che non desidera-no dare incombenze a parenti dopoil decesso, a contattare i nostri ufficidal lunedì al sabato dalle 9.00 alle12.00. Tale contratto vale anche pergli iscritti che abitano fuori città eche dovranno essere trasportati nelcamposanto di Venezia.

COMUNICATO PER GLI ISCRITTI IN CASO DI MORTEORATORIO S. CRISTOFORO – CIMITERO

I PARENTI DEGLI ISCRITTI CHE DESIDERASSEROCELEBRARE IL FUNERALE NELL’ORATORIO DI SANCRISTOFORO IN CIMITERO, SONO PREGATI DI PREN-DERE CONTATTI CON GLI UFFICI DELL’ARCICONFRA-TERNITA APPENA AVVENUTO IL DECESSO DELLA PER-SONA ISCRITTA (MATTINO: DALLE 8.30 ALLE 12.30).

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12 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

NEWS sodalizio

OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA

PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LENOSTRE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO, RICOR-DIAMO I NOSTRI C/C BANCARI E POSTALE:

UNICREDIT IBAN: IT65X0200802030000104112756VENETO BANCA IBAN: IT16Q0503502001084570176956BANCO S. MARCO IBAN: IT09W0518802070000000039153BANCA PROSSIMA IBAN: IT08G033590160010000069033POSTE ITALIANE c/c 18513309 - IBAN: IT35 V 07601 02000 000018513309Intestando le offerte all’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLAMISERICORDIA DI VENEZIA – S. POLO, 135 – 30125 VENEZIA

L’IMPORTANZA DI UN TESTAMENTO O LASCITOA FAVORE DELLA MISERICORDIA

Fare testamento o predisporre un lascito è sempre un atto di grande responsabilitàed umanità. Non è incompatibile con la tutela degli eredi legittimi: ognuno di noipuò lasciare una cifra modesta, un locale, un magazzino, un alloggio che, “passandoa miglior vita” non verrebbe utilizzato da nessuno e andrebbe magari all’asta ! Perla Misericordia, potrebbe essere utile e determinante per la realizzazione di un pro-getto sociale (alloggi per persone non abbienti o senza fissa dimora, mense per dise-redati, ecc.). Lasciti e donazioni dunque, anche se modesti, possono contribuire aportare a termine dei progetti e far progredire le iniziative sociali in atto.

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ACCOMPAGNAMENTO FUNEBREUN NOSTRO INCARICATO SARA’ SEMPRE PRESENTE

A TUTTI I FUNERALI CHE SI SVOLGERANNO NELLE CHIESE DIVENEZIA CON IL LABARO DELL’ARCICONFRATERNITA.

AVRA’ CURA INOLTRE DI ACCOMPAGNARE I PARENTI AL CAMPO A TERRA OAL MANUFATTO DOVE VERRA’ SEPOLTO IL LORO CARO DEFUNTO.

IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 13

NEWS sodalizio

ORATORIO S. CRISTOFORO CIMITEROSI AVVISA

CHE LA S. MESSA DOMENICALEVIENE CELEBRATA ALLE ORE 11.15.

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14 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

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FESTIVITA’ DI TUTTI I SANTI– Martedì 1° Novembre 2016 eCOMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI–Mercoledì 2 Novembre 2016

CALENDARIO DELLE LITURGIE

MARTEDI’ 1° NOVEMBRE 2016

Cappella S. Cristoforo (CIMITERO)

Ore 9.30: S. Messa celebrata in suffragio dei Padri defunti dell’Istituto Cavanis, sepol-ti nella Cappella di S. Cristoforo e degli ex allievi e congregati marianidefunti;

Ore 11.15: S. Messa per i confratelli viventi e defunti;Ore 15.30: S. Messa per i confratelli viventi e defunti.

Chiesa S. Giacometto di Rialto

Ore 10.00 S. Messa per i confratelli viventi e defunti.

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MERCOLEDI’ 2 NOVEMBRE 2016COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Chiesa di S. Michele in Isola

Ore 10.00: S. Messa presieduta da S.Ecc. Mons. Francesco Moraglia, Patriarca diVenezia, alla presenza di autorità civili e militari cittadine e dei confratellidell'Arciconfraternita. Al termine della S. Messa il Patriarca si recherà coni rappresentanti della Misericordia alla Cappella di S. Cristoforo e dall'altodel pronao impartirà la tradizionale benedizione “AI CAMPI”.

Cappella S. Cristoforo (CIMITERO)

Ore 15.30: S. Messa in suffragio dei confratelli defunti.

Chiesa S. Giacometto di Rialto

Ore 17.30: S. Messa in suffragio dei confratelli defunti.

Il ponte di barche che fino a fine Ottocento consentiva ai veneziani di arrivare in cimitero a piedi

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 15

AMMINISTRATOREDI SOSTEGNOL'Amministratore di sostegno è unafigura istituita nel nostro Ordinamentoper tutelare le persone prive, in tutto o inparte, della loro autonomia.

NATURA DELL'ISTITUTOLa capacità d'agire del beneficiario non

viene meno, ma subisce solo una limitazione.L'amministratore può operare solo nei limiti del decreto di nomina delGiudice Tutelare, il quale ha sempre la funzione di controllare l'operatodell'amministratore di sostegno.

CHI NE PUO' BENEFICIARETutte le persone che per effetto di una menomazione psichica o fisica si trovino nelle condizioni dinon poter provvedere, temporaneamente o permanentemente, ai propri interessi e che non abbianoquindi, la piena autonomia nella gestione della loro vita quotidiana (anziani, disabili fisici o psichici,tossicodipendenti, alcolisti etc.)

FUNZIONI DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOL'amministratore di sostegno tutela il beneficiario con interventi permanenti o temporanei, coadiu-vandolo nella gestione del patrimonio e nella risoluzione di problemi concreti e quotidiani (venditaimmobili, pagamento e riscossione somme, gestione titoli etc.).

CHI PUO' PRESENTARE IL RICORSO Per richiedere la nomina dell'amministratore di sostegno è necessario proporre ricorso al GiudiceTutelare presso il Tribunale nel quale ha la residenza del beneficiario.Possono presentare ricorso: beneficiario, figli, genitori, nipoti e comunque tutti i familiari entro il 4°grado; affini entro il 2°(cognati, suoceri, genero, nuora); Pubblico Ministero e Servizi Sociali

CHI PUO’ SVOLGERE LA FUNZIONE DI AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOIl Giudice Tutelare incarica per la funzione, laddove disponibili, uno dei familiari del beneficiario. Qualoraciò non sia possibile, avvocati, commercialisti o persone espressamente designate dal beneficiario.

AVVOCATO NICOLETTA BORTOLUZZIVenezia Fond.ta Ca' Rizzi Santa Croce 312/A tel. 041 2777904 fax 041 2411803Procedimenti per la nomina di amministratore di sostegno, diritti successori, diritti della persona.

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16 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

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SABATO 8 OTTOBRE 2016

“MISERICORDIA DAY”

Festa del Volontariato per:

23° ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “FILO D'ARGENTO”18° ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SEZIONE “ARCOBALENO”

15° ANNO DI COSTITUZIONE DELL'AMBULATORIO6° ANNO DI COSTITUZIONE DELLA SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO

PROGRAMMA

Ore 10,00 – 12.00 e 15,30 – 17,00:Apertura dell’Ambulatorio in Campo S. Giacometto alla popolazione per controlli gra-tuiti glicemici e misurazione parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca erespiratoria);

Ore 16,30: Dimostrazioni simulate di primo soccorso da parte dei volontari;

Ore 18,00: S. Messa solenne per i volontari, presieduta dal Can. Mons.Angelo Pagan, VicarioGenerale del Patriarcato di Venezia che presenterà il nuovo Cappellano (Correttore)nella persona di Mons. Giovanni Favaretto, in concelebrazione con il Rettore Sac. AldoMarangoni, alla presenza di autorità civili e militari. La celebrazione liturgica sarà accom-pagnata dalla corale “V. Broccardo” di Venezia, diretta dal M° Mario Vianello.

Al termine della liturgia saranno consegnati diplomi di benemerenza e medaglie ai volontari.

Seguirà il consueto cocktail.

CHI SEMINA CARITÀ, RACCOGLIE AMORE

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 17

NEWS sezioni interne

Sezione “ARCOBALENO” Consuntivo 3° Trimestre 2016

A - DIVISIONE PEDIATRICA - OSPEDALE CIVILE DI VENEZIAAssistenza ai bambini in divisione pediatrica ore n. 140Assistenza per Emergenze ore n. 40

B - CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE - GIUDECCAIntrattenimento con i bambini delle detenute ore n. 010

C - CASA FAMIGLIA AURORA Assistenza ai bambini ore n. 090

D - ISTITUTO PROV. S.M. DELLA PIETÀ Assistenza ai bambini in comunità ore n. 095

Sezione “FILO D’ARGENTO” Consuntivo 3° Trimestre 2016

A - PUNTO DI ASCOLTO presenze n. 1391. Richieste di informazioni, assistenza e compagnia n. 1562. Telefonate effettuate per comunicazioni e compagnia n. 272

B - SERVIZI EFFETTUATI1. Assistenza e compagnia a domicilio n. 1292. Spese a domicilio n. 0573. Accompagnamento a visite mediche n. 0394. Espletamento pratiche amministrative n. 030

C - ATTIVITÀ PRESSO STRUTTURE PUBBLICHE1. Ospedale Civile – vari reparti presenze n. 6412. Fatebenefratelli: R.S.A. presenze n. 0923. Fatebenefratelli: Hospice presenze n. 424. Case di Riposo presenze n. 030

AMBULATORIO Consuntivo 3° Trimestre 2016

Visite ambulatoriali generiche: n. 15Richiesta visite specialistiche: n. 2Richiesta esami radiologici: n. 6

SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA su appuntamentopresso l’AMBULATORIO, telefonando al mattino al 041.5224745.

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18 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

NEWS sezioni interne

SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO Consuntivo 3° Trimestre 2016

Presenze: - Tutti i sabati dalle h. 21.00 alle 01.00 SAP – Squadra a piedi - zona Rialto-S. Polo,

Campo S. Bortolo e dintorni;- tutte le domeniche dalle ore 10 alle ore 18 SAP – Squadra a piedi – zona Rialto – S.

Polo, Campo S. Bortolo e dintorni;- Ragata storica04.09.2016- Esercitazioni di primo soccorso in Campo Santa Margherita-Venezia, sabato 10 e

sabato 24 settembre 2016

CODICE FISCALE: 80007840277

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 19

NUMERI TELEFONICI DI PUBBLICA UTILITA’ E DI EMERGENZA

SOCCORSO SANITARIO (SUEM – PER CASI URGENTI) 118EMERGENZA SANITARIA (Ospedale Civile) 041.5294111GUARDIA MEDICA 041.2385600GUARDIA MEDICA PEDIATRICA 041.5295800CARABINIERI 112POLIZIA DI STATO 113POLIZIA MUNICIPALE 041.2747070VIGILI DEL FUOCO 115GUARDIA DI FINANZA 117ACQUA-GUASTI 800.896.960ENEL-GUASTI 803.500GAS-GUASTI:ENEL-GAS 800.900.806GAS-POWER 800.900.700ITALGAS 800.900.999DONNA-SERVIZIO ANTIVIOLENZA 15.22INFANZIA-EMERGENZA 114

NEWS sodalizio

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20 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

L'UOMO E IL TERREMOTO di Maurizio Del Maschio

“Come l'erba sono i giorni dell'Uomo,come il fiore del campo, in tal modo eglifiorisce. Lo investe il vento e più non esi-ste”. Così ammonisce il salmo biblico n. 8.Ma l'Uomo facilmente se ne dimentica: piùo meno coscientemente si sforza per dive-nire onnipotente e immortale. Tragediecome quella che ha colpito una ridotta areadell'Appennino centrale inducono a riflet-tere. Noi siamo come un lampo nella nottese confrontiamo la durata della nostra vitacon quella del minuscolo pianeta sul qualeci è toccato di vivere. Eppure, siamo cosìattaccati alle nostre radici che anche quan-do siamo indotti per diverse ragioni alasciarle, sentiamo il nostalgico desiderio diritornare. Luoghi come Amatrice,Accumoli, Arquata e Pescara del Trontonon sono nuovi ad eventi sismici. L'ultimomolto simile a quello attuale è del 1639. Lecronache del tempo ci hanno tramandato,con dovizia di dettagli, l'eco di una tragedianon dissimile a quella odierna. La differen-za è che allora la gara di solidarietà non fuglobale, perché le notizie non si propagava-no con la velocità di oggi. Eppure, quella

tragedia è stata cancellata dalla nostramente, il suo ricordo è sbiadito. I paesi sonorisorti sui medesimi luoghi ed è auspicabile,laddove è fisicamente possibile, che ciòaccada anche questa volta, anzi le popola-zioni giustamente lo pretendono, perchél'Uomo è legato alla terra, alla sua terra. Èdel tutto inutile e infantile porsi domandecome: Perché accadono simili fenomeni?Perché qualcuno muore e qualcun altrono? Dov'è Dio in questi frangenti? Noisiamo una parte infinitesimale di un cosmoche ha le sue leggi e non possiamo preten-dere di dare risposte a tutto. Anche ilmicrocosmo in cui viviamo obbedisce allemedesime leggi, leggi che non passano,leggi di natura che ci sovrastano. Noi abbia-mo i nostri piccoli ed effimeri progetti, mala natura opera in grande e non tiene contodei nostri piani. Certo, non si poteva preve-dere che, a distanza circa sette anni dal ter-remoto che ha sconvolto l'Aquilano, potes-se ancora manifestarsi un evento di taliproporzioni nella medesima zona. I motividel terribile sisma che ha colpito il CentroItalia vanno ricercati nella microplacca tet-tonica adriatica che coincide a Ovest con ladorsale appenninica, si spinge a Nord sulleAlpi orientali e ridiscende verso Sud lungoi Balcani e la Grecia occidentale. Questasorta di promontorio, facente parte dellaplacca africana, preme contro la placcaeuropea e l'attrito genera fenomeni comequello che ora ha colpito il Reatino el'Ascolano, analogo a quello che ha inte-ressato l'Aquila nel 2009 e Colfiorito nel1997. Il territorio colpito fa parte di unazona sismica ben nota, al più alto livello dipericolosità. In essa tutti gli edifici devonoessere costruiti con criteri antisismici. Ilproblema consiste nel fatto che in quelle

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 21

zone di edifici nuovi ce ne sono ben pochi eaddirittura il 50% delle scuole è statocostruito prima del 1980, quindi senzaalcun criterio antisismico. Perciò, l'unicomodo per evitare i danni è la prevenzione.Ma anche edifici costruiti dopo sono mise-ramente crollati. Soprattutto edifici pubbli-ci celano gravissime responsabilità nonsolo sul capo di chi li ha costruiti, ma anchesu quello di chi doveva controllare e nonl'ha fatto come doveva. Si spera che unagiusta punizione venga comminata ai col-pevoli. Una cosa è certa: la vicinanza delloStato è sospetta, come la ricostruzionedell'Aquila induce a ritenere. Per contro,l'organizzazione degli aiuti è apparsa subi-to efficiente. È commovente vedere soccor-ritori israeliani dell'IsraAid, giunti fra iprimi sul luogo del disastro, operare fiancoa fianco con volontari dell'Islamic Relief

residenti in Italia, con buddisti del SupremeMaster King e con il Corpo Italiano diSoccorso dell'Ordine di Malta, la modernaversione dei medievali Cavalieri Ospitalieridi San Giovanni di Gerusalemme che ifanatici musulmani definiscono “crociati”.La vera solidarietà umana non fa distinzio-ni religiose e non è animata da pregiudizi.Rispetto alle grandi faglie dei terremoti disubduzione, come quelle dell'Anello diFuoco del Pacifico, dove si manifestanosismi di grado 9 della scala Richter o addi-rittura superiori e dove insistono faglie lun-ghe centinaia o migliaia di chilometri, quel-le che caratterizzano l'Appennino sono didimensioni molto più ridotte ma non perquesto meno pericolose. Perciò, occorreche il nostro tessuto edilizio, che purtroppoè molto fragile e vulnerabile, sia messo incondizione di resistere, perché oggi, con le

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22 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

progredite conoscenze scientifiche acquisi-te e con la tecnologia moderna di cui disponiamo, siamo in gradodi prevenire tragedie come questa, perchése ci si può difendere da terremoti deva-stanti come quelli che ogni anno colpisconoil Giappone, a maggior ragione si può tute-lare la nostra popolazione da questo tipo diterremoti che interessano aree a scalaridotta. Ogni volta i sismologi mettono inguardia, esortano non a ricostruire sempli-cemente, ma a porre mano ad un program-ma di prevenzione operando su tutti gli edi-fici insistenti nelle aree a rischio e non solosu quelli danneggiati. È vero, l'Italia è quasitutta a rischio, ma se lo ha fatto ilGiappone, anche noi possiamo pianificarela messa a norma degli edifici con pianiannuali, cominciando proprio dalle zone apiù alto rischio e caratterizzate da edificipiù vulnerabili. Proprio perché abituati aconvivere con eventi catastrofici, un tempoi Giapponese costruivano gli edifici inlegno e carta. Ora, invece, i grattacieli e ipalazzi moderni sono costruiti con criteriantisismici che resistono anche alle scossepiù tremende. I nostri borghi di montagnacostruiti con malta e pietre sono caratteri-stici, ma sono anche insidiosi. Occorreimparare la lezione anche da un altro Paesesoggetto a simili calamità: Israele. Lì le abi-tazioni e i palazzi sembrano costruiti con lapietra locale, perché sono solo rivestiti conessa, mentre il loro scheletro è in cementoarmato antisismico. Così si possono conci-liare due esigenze: la sicurezza e l'estetica.Di fronte a tante morti e a tanto dolore neisopravvissuti, due sono le risposte che ciurgono: il silenzio, che in questi casi è forsela risposta più dignitosa e certamente piùsincera di molte parole di circostanza vuotee inefficaci, e l'aiuto concreto nei confrontidi chi improvvisamente si trova privato ditutto. L'affetto delle persone scomparsenessuno può restituirlo, ma il sollievo difronte al buio della cancellazione dei propri

beni, spesso frutto di una vita di sacrifici, èil doveroso conforto che solo l'umanità è ingrado di donare attraverso gesti di solida-rietà, non importa se piccoli o grandi, com-misurati alle proprie possibilità. La mortedi bambini, addormentati nel silenzio not-turno delle proprie case o di un'accoglientestanza d'albergo e l'improvvisa distruzionedi famiglie riunite nei paesi dai quali pro-venivano o nei quali desideravano trascor-rere un periodo di meritato riposo, rendo-no più crudele e inaccettabile il drammavissuto da quei nostri connazionali. Potevacapitare a chiunque, anche a noi; perciò lasolidarietà è doverosa, istintiva in chi con-serva intatto il senso della propria umanità.In fondo, apparteniamo pur sempre adun'unica “famiglia”, alla medesima specie,anche se vi è chi dimentica e rifiuta questaineludibile realtà. La fede, come la man-canza di fede, non dà risposte e, in se stessa,non è una risposta. Il credente sperimentada un lato l'apparente assenza di Dio e ilsuo silenzio e dall'altro l’interiore percezio-ne che, nonostante l’orrore di fronte a simi-li tragedie, Dio è misteriosamente vicino epartecipe della sofferenza delle sue creatu-re. Nei casi di devastazioni fisiche e spiri-tuali e di prostrazione interiore, i rimprove-ri nei confronti di Dio e persino ciò che incondizioni normali definiremmo bestem-mia, sono autentiche risposte religiose,quantunque estreme, che esprimono para-dossalmente la fede anziché negarla. Lastoria è piena di persone che hanno vissutosimili esperienze di buio interiore, daAbramo a Giuseppe, da Davide aGeremia, da Siddharta Gautama a Gesù,da Gandhi a madre Teresa di Calcutta, soloper citare alcuni esempi. Quando, nella nar-razione biblica della creazione, Dio ha rico-nosciuto buono e molto buono l'esito del-l'opera creativa, occorre ricordare che sonotali nella prospettiva divina e non necessa-riamente in quella umana. Noi sperimen-tiamo la natura come la definì Giacomo

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 23

Leopardi: muta e incurante, madre e matri-gna. La durezza della realtà dovrebbe met-tere in guardia teologi sdolcinati e ideologiambientalisti che immaginano una naturairreale da mantenere intatta nella suaespressione. Quando la terra trema e mietevittime, appare chiaro l’esigente comandodivino di dominarla e soggiogarla. Ma cosasignifica “dominarla” e “soggiogarla”? Nonsignifica certo sfruttarla a proprio piaci-mento o sfidarla in una tenzone impossibi-le che vede l'Uomo sempre perdente. Laconformazione dell’Italia ci obbliga a con-siderare seriamente questo imperativo e anutrire stima e fiducia nella saggezza diquegli scienziati che cercano di rendere piùsicura la nostra esistenza a contatto con leforze naturali, sia pure a prezzo del supera-mento di ostacoli, difficoltà e limiti. Le vocidegli onesti studiosi, inascoltate dalla castapolitica, esortano ad assumere i necessariprovvedimenti per limitare, se non evitare,i danni causati dal “respiro” della terra. Difronte ai morti provocati da un attentato siprova rabbia, desiderio di reagire, di com-

battere, anche di vendicarsi, ma di fronte aquelli provocati dalla natura si resta attoni-ti, deboli, inermi. La specie umana e le altrespecie oggi esistenti sul nostro pianeta sonosolo una parte di tutte le specie esistite,scomparse, spazzate via dalla natura in unacontinua metamorfosi. La Terra, negli ulti-mi quattro miliardi di anni, è stata caratte-rizzata non solo da terremoti, ma pure dainondazioni, maremoti, frane, impatti conmeteoriti, glaciazioni, inversione dei polimagnetici e piogge di asteroidi. Noi abbia-mo la sensazione che sia passato moltotempo da quando l'Uomo scoprì che ilfuoco, illuminando la notte tenebrosa, nonsolo dà luce e riscalda, ma attenua anche lapaura. Eppure, è cosa di ieri nell'arco evo-lutivo della Terra. Un lampo, come quelloben descritto da Giovanni Pascoli: “Laterra ansante, livida, in sussulto; il cieloingombro, tragico, disfatto: bianca biancanel tacito tumulto una casa apparì sparìd'un tratto; come un occhio, che, largo,esterrefatto, s'aprì si chiuse, nella nottenera”.

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24 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

Omologazione estrema di Francesco Bergamo

Ci sono paesi dove tutto viene omolo-gato, altri invece non lo sono ancora mala strada potrebbe essere già tracciata.Sarà il futuro dell'Italia?Prendiamo la pubblicità di una notaazienda internazionale che parla dellacameretta del figlio di genitori separati.La pubblicità mostra il padre che va aprendere il figlio a casa della ex moglie.Il bimbo prende il suo borsone e i pen-narelli, guarda la sua cameretta ed esce.Arrivati all'appartamento del padre, ilbambino entra nella sua cameretta.Sorpresa: è identica a quella che aveva acasa della madre. Il bimbo appoggia ipennarelli sulla stessa scrivania. Il mes-

saggio è nobile: creare un punto di rife-rimento certo. In America moltissimi chiedono di esse-re seppelliti nei campus universitari chehanno frequentato in gioventù. Il per-ché di questa stravagante richiesta èpresto chiarito: è il luogo che più aluogo sono rimasti, visto e consideratoche la loro vita lavorativa li porta aduna continua migrazione da una cittàall'altra. Il bravo regista Italo-svedese ErikGandini ha fatto uno studio accuratodella società svedese e l'ha descritta neldocu-film “La teoria svedese dell'amo-re”. Gandini mette così in evidenza

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 25

alcuni dati veramente interessanti nellaloro negatività: 50% delle persone nonha affetti; 25% degli anziani muore dasola e un quarto delle madri ha fatto laprole senza partner, ovvero rivolgendo-si alla banca del seme.Secondo il regista, che meriterebbe unalaurea ad honorem in sociologia, lasocietà svedese si trova in questo statoperché il Piano famigliare socialdemo-cratico del 1972 è fondamentalmente unpiano che porta all'esasperazione dellaindipendenza ed autonomia. In virtù diquesto si assiste ad un isolamento dellapersona che non ha uguali nella storiadel Paese. Si arriva dunque a poter ordi-nare i figli, quasi fosse il catalogo dellescarpe. La mancanza di punti certi dovuti alcontinuo frammentarsi del nucleo fami-gliare e alla precarietà del lavoro, cheinduce il singolo a spostarsi sempre dipiù dal suo luogo di origine, creano unaserie di circostanze che vanno a gravare

sull'organizzazione della società. Il pro-blema di dove lasciare i figli, delle fami-glie separate, della precaria permanen-za in un determinato luogo creano unostato di stress alle persone che vivonoquesta situazione. E questo stress vagestito incanalandolo in una organizza-zione che si prenda cura di tutto.Questi problemi sfociano poi nellaomologazione sociale: tutti hanno tutto,tutti vogliono tutto, tutto viene gestitoda qualcuno. Il singolo cittadino vienecosì inglobato in una società omologatadove si esalta il senso del singolo a sca-pito della vita in comunità. Gli indivi-dualismi vengono portati così all'estre-mo. Non è stato un caso se dopo l'attac-co dell'11 settembre a New York, cittàaggressiva ed individualista per eccel-lenza, la condivisione e la collaborazio-ne siano ritornate prepotentemente agalla per un certo periodo.L'Italia è a rischio di omologazione? Almomento ancora no, per fortuna.

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26 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

L’ANGOLO DELLO SPRITZ di Giampaolo Contemori

Spritz dell’11 settembreDue anni fa èmorto il vecchioGuerrino, Rigo,per me suo figlioe sua moglie.Scusate questoattimo di com-

mozione. Se fossimo in un campo da calcio, chie-derei un minuto di silenzio.Mia moglie mi accusa di dissacrare

tutto, anche la morte. E’ la sola manieraper esorcizzarlaSempre 11 settembre: Leggo una dellerare cose intelligenti che appaiono suFacebook . Ve la propongo, anche se è unpo’ lunghetta, ma sono di ritorno daun’estate di vacanza con i nipoti. Non hoavuto con loro un dialogo a causa diquell’Internet maledetto e gli ultimo tra-gici fatti di stalking tramite i social mihanno depresso.“ Esorterei i professori a usare meno ilcomputer. A che serve? Gli studenti,nativi digitali, ne sanno più di chi deveinsegnare loro l’informatica. Ai ragazziInternet fornisce, dopo anni di guerra alnozionismo, un’infinità di informazionislegate fra loro, ma non regala senso cri-tico, connessione dei dati, quindi cono-scenza.I maestri hanno il compito di sviluppareil senso critico e mettere in connessione

i dati. Questi ragazzi bisogna educarli alsentimento per evitare l’analfabetismoemotivo: la base emotiva è fondamenta-le per distinguere tra bene e male, tracosa è grave e cosa non lo è.E bisogna farli parlare in classe. Il lin-guaggio si è impoverito, Si stima che unginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600parole, oggi non più di 500. Numeri che silegano alla diminuzione del pensiero,perché non si può pensare al di là delleparole che conosciamo. E la scuola è illuogo dove attivare il pensiero… U.Galimberti.”La RETE, così com’è, è un pericolocostante per le maturità dei nostri ragaz-zi e per le loro relazioni.Abbiamo inventato il porto d’armi, lalicenza di pesca , la patente automobili-stica, quella nautica appena ci siamoaccorti che usare un fucile, un’automobi-le, un aereo era pericoloso per gente ine-sperta e lasciamo che i nostri figli adope-rino internet senza esserne moralmentee criticamente preparati? E’ la nostra lagenerazione colpevole.Spritz del 13 settembreAvete capito che ce l’ho con la reteeppure ci sguazzo dentro . Se andate avedere il mio profilo ci troverete poco oniente, tanto sono restio, ma mi piacecuriosare e , talora, esprimere un giudi-zio ( premo il tasto Commenta e via). Lofaccio ad amici intimi, di lunga data, disolito una battutina; eppure mi sonoaccorto che Facebook ha tolto anche insenso dell’umorismo, dell’ironia , vienepreso tremendamente sul serio, come sel’esporsi non ammettesse critiche obonarie prese per i fondelli.Così mi sono trovato in serio imbarazzoa fine d’agosto quando, a commento di

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 27

una delle stupidate (tante) dell’amicoBertinotti che asserisce di aver trovato inComunione e Liberazione un popolo ,due cari amici si lasciano sfuggire deicommenti da sessantottini: il primo asse-rendo di avere ancora in tasca la scatoladi fiammiferi per accendere le miccedelle molotov, il secondo scendendonella tecnica della preparazione spiegan-do che i fiammiferi devono essere anti-vento e legati a tre per volta scalando lacapocchia.Io sono un pò tardo di comprendonio e ,siccome i miei amici, nel tempo ,a questomondo capitalista di m. si sono cosi benadeguati da percorrere una carriera digrande risalto, pensavo che una battutinapoteva essere accolta con una risata, ecosì scrivo sul micidiale Facebook:” cari amici abbiamo perso una guerracon i fiammiferi. Gli Alleati avevano leZippo”Mal me ne incolse!! Uno non mi hanemmeno risposto, L’altro è partito inquarta: “ veramente i miei, , mio padre, imiei zii, la guerra l’hanno vinta per maree sulle montagne contro il Fascismo, ifigli hanno continuato con i fiammiferi (assieme a olio e benzina) purtroppo conminori risultati.” .Siamo di origini toscane tutti e duequindi non potevo stare zitto ,:Sottacendo che l’ 8 settembre abbiamofirmato un armistizio e che nel 45 siamostati trattati come nazione sconfitta,invio tramite facebook:“ Caro, vedi che mi dai ragione? Quandoi nostri nonni e padri hanno combattutogiustamente contro la dittatura , sonostati forniti di Zippo dagli Alleati. Mipiacciono le Zippo!”Risposta: “ e vabbè, ma per le Zippo civuole la benzina!” La frase è così sibillina e forse con accen-ni reconditi alla Guerra del Golfo, aiconflitti Arabo –Israeliani , all’ISIS, alla

Libia, che ancora sto pensando allarisposta.Spritz del 20 settembreSono un tifoso del Venezia. Il mio era ilVenezia dei Cini e dei Volpi, Di TesconiCarantini Frascoli Ardizzon, delle bian-che galline liberate sul prato del PierLuigi Penzo , dei Veneziani e deiPadovani mescolati nelle tribune popo-lari e nelle curve , liberi sfottò estempo-ranei , non tifosi organizzati e tornelli dicontrollo. I Presidenti delle squadresedevano in tribuna , si stringevano lamano. Laudator temporis acti, Adesso il nostro Presidente non parlaitaliano, e neanche quello precedente. Ilrusso pareva un contadino uzbeko ,appena uscito dal suo trattore nelKolkoz, l’americano è molto elegante,impomatato al giusto, appena uscito dabroKKolino. La sua prima promessa èstata di prendere a calci in c. i padovani,poi gli hanno spiegato che i padovaninon sono un’altra nazione , ma sono inostri vicini di casa, che ci passiamo ognigiorno , con la macchina targata VE, perandare a trovare i figli e i nipoti. L’unico che ci ha creduto è Bitonci.Forse metterà al bando i veneziani comegli extracomunitari , gli zingari i barboni, le nutrie , i Rom , i topiIl Nostro Presidente e’ così elegante eraffinato da rammentarmi “ i Soprano” ,sapete, quella serie televisiva su “ CosaNostra” . Sono impressioni, cattivi pen-sieri.E’ la vecchiaia che mi incombe e mi facinico e orso, quindi non do e non daròalcuna importanza alla notizia che ilNostro , per le fidejussioni , si sia affida-to ad una imprecisata Gable Holding,compagnia di assicurazioni con sede aVaduz in Liechtenstein e alle isoleCayman. E che il fallimento di questa,già preventivato, non influirà sull’iscri-zione al campionato, ma sugli stipendi

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28 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

dei calciatori. .Tacopina ha assicurato che farà loroun’offerta che non potranno rifiutare!Spritz del 21 settembreVoi sapete quanto io odi l’inglesizzazio-ne della nostra lingua. Soprattutto quan-do non ce n’è bisogno. Non mi interessaperdere le radici. Per quelle ci sono i dia-letti o le nostre “ lingue” locali o regio-nali che siano. E’ la nostra cultura che hacostruito nei millenni questo capolavorodi lingua, ricca di frasi , di significati, disfumature, di aggettivi. Ben venga unpraticume come l’inglese, se ci serve percomunicare “ fuori” ma , tra di noi italia-ni teniamoci e sfruttiamo quanto ci haregalato la nostra storia e la nostra cul-tura.Lo dico perché il fulcro di questa “ dife-sa” del bello linguistico dovrebbe esseresoprattutto nei mezzi di comunicazione,attualmente regno dell’ignoranza e del-

l’incultura. Lasciamo perdere il perso-naggio politico, che non si sa bene se c’èo ci fa , ma il presentatore televisivo, lospeaker radiofonico, il giornalista !Ieri sera Rai due , trasmissione sullamusica leggera. Al nostro conduttoresfugge un “ missing in action” titolo di unfilm, relativa musica. Il Nostro si compia-ce di questo termine che, in italiano,secondo lui, non ha corrispettivi.“DISPERSO” Se solo si fosse guardato intorno, nellasua Italia, nella sua città, nel suo paese,avrebbe visto centinaia, migliaia di lapidicon i nostri morti e i nostri “ dispersi” , inostri missing in action. Disperso : da questo Disperazione :delle madri, dei parenti, delle mogli,, daquesto: disperdere le ceneri i corpi .Perdere la speranza, perdersi nel dolore,perdersi nel male, altro che missing inaction!

SI RITORNA AL 1989? di Giuseppe Mazzariol

Nel 1989 l'Europa festeggiava l'abbatti-mento del "Berliner Mauer" che dalla finedella seconda guerra mondiale era statoinnalzato sulla vecchia capitale germanica,

impedendo ai tedeschi dell'est di espatriarenel mondo occidentale. Però quello era un"muro di uscita". Ora invece i muri chevengono costruiti in vari Paesi europeisono "muri di entrata", muri che servonoad impedire che persone provenienti dastati del mondo del sud, ove regna la mise-ria, la fame e la guerra, fuggano per intra-prendere lunghissimi viaggi verso unmondo di speranze. Sì, ma soltanto di spe-ranze, perchè al loro arrivo si affaccia unmuro di rifiuto. Purtroppo è finita ormail'illusione del "Berliner Mauer"!!! Dopo ilblocco della Francia che ha chiuso il confi-ne a Ventimiglia per impedire ai migranti diaccedere nel territorio francese e la sceltascellerata di Londra che ha finanziato lacostruzione di barriere a Calais, anche in

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Ungheria si profila il pericolo della costru-zione di una barriera al confine con laSerbia. Il rifiuto di alcuni stati del centronord europeo di accogliere parte dell'onda-ta dei migranti e profughi che arrivano confatiscenti barconi - causando a volte tre-mendi naufragi - sulle coste della Sicilia edelle isole limitrofe, cercando di dirigersiverso la Francia, la Germania, la Svezia ealtri stati del nord, nasce soprattutto da unamancata politica unitaria europea di pren-dere in carico questo esodo o quantomenodi effettuare qualche tentativo atto a risol-vere questo vergognoso problema. Qui inItalia si riscontra che la migrazione arrivanel settentrione ove, purtroppo, succedeuno scaricabarile tra regioni, comuni egoverno, dimenticando che questo "popo-lo" di migranti ha rischiato e vissuto le tra-gedie di guerre, della fame e infine anchequelle del mare. A questo punto nasce unconflitto tra " regioni ricche" del nord e"regioni povere" del sud, dimenticando ofacendo finta di non ricordare che quest'ul-time, per la loro posizione geografica, sonole prime a sopportare il peso degli sbarchi el'iniziale impatto conqueste persone dispe-rate e votate a tuttoper la sopravvivenza.Chi si lamenta di piùin questa insostenibilesituazione sono però ipiù poveri, i disoccu-pati, i senza casa,quelli che pratica-mente godono di unreddito molto basso,quelli che traggono,infine, "termini diparagone" con gliemigrati , paragoniche non hanno unalogica. Questa convin-zione è dovuta soprat-

tutto a causa della propaganda dei mediache produce sulla popolazione uno stato dimalcontento, di disagio che, a sua volta, ori-gina proposte irrazionali e dà vita a quelfenomeno chiamato "populismo" che, lastoria ci insegna, è sempre stato causa diviolenze, di guerre e razzismo. Il problemadi respingere i migranti non si verifica peròsoltanto nella vecchia Europa in declino,ma si è già manifestato anche nel continen-te americano ove un muro di settanta kilo-metri e barriere lunghe circa mille kilome-tri sono state innalzate tra U.S.A. eMessico, per respingere la miseria di que-st'ultimo Paese. Analoghe barriere e murilunghi circa settecento kilometri sorgonoanche in Israele per contrapporsi allamigrazione palestinese. E' auspicabile per-tanto che gli stati europei facciano un saltodi qualità nell'accoglienza dei migranti nelvecchio continente e si riesca effettivamen-te a collocare equamente queste personesventurate all'interno dei ventotto Paesieuropei, superando principi nazionalisticiche non fanno altro che minare l'Unioneeuropea e lo stesso trattato di Schengen.

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LA NOSTRA STORIA PER L’ARTE ARISCHIO UNA DIPLOMAZIA A DIFESADEL PATRIMONIO. di Maria Chiara Klinger Mazzarino

Per me il mese d’agosto è sempre momen-to per ripensare e meditare i temi più variche magari, durante l’anno e presa da altriimpegni più pressanti, lascio come retro-pensiero. Anche se ho già scritto sullegravi perdite subite dal patrimonio artisti-co mondiale, mi piace tornare sull’argo-mento focalizzando il punto sulle azionidi salvaguardia. Sono almeno 25 anni chesi sente parlare di scontro di civiltà: cihanno detto che le religioni e le culturesarebbero state il motore delle nuoveguerre … Non credo sia così: le guerrecontinuano ad esserci per i soliti vecchimotivi, interessi economici, risorse natura-li, sfere di influenza, potere; non c’è alcunaguerra tra culture, ma ci sono molte batta-glie culturali che vale la pena di combatte-re! Lo scontro non è tra civiltà, ma all’in-terno di ciascuna di esse: in Europa la cul-tura è stata per secoli un terreno di scon-tro ed anche oggi ci sono forze nel mondoche cercano di trasformare la cultura inun’arma. Siamo entrati in un tempo chepensavamo di non dover vivere, un’epocain cui monumenti, manoscritti, reperti eresti archeologici vengono ora individuatie colpiti intenzionalmente, spesso conazioni scenografiche immortalate su videoe diffuse in rete; alla distruzione spessosegue poi il saccheggio, come è avvenutoper Palmira e Mosul con la devastazionedei resti dell’antica Ninive. Quando sispengono le telecamere tutto ciò che èsopravvissuto alla devastazione viene tra-fugato e immesso sul mercato clandestino,alimentando un traffico illegale che è statoindividuato come una delle maggiori fontidi finanziamento del terrorismo stesso. Da

qui la necessità di affrontare ciò con tutti imezzi, assicurando il massimo impegnonella difesa dei cittadini e delle nostrecomunità senza dimenticare la tutela delpatrimonio culturale nelle aree di crisi.Prendiamo l’Italia: il nostro Paese ha ere-ditato un immenso patrimonio culturale,frutto delle numerose civiltà fiorite neimillenni sul nostro territorio, e ha cono-sciuto guerre e calamità naturali che nehanno minacciato la sopravvivenza. Sipensi all’opera di prevenzione e alle misu-re di tutela messe in atto durante laSeconda Guerra Mondiale che permiserodi salvare le collezioni dei musei: cito adesempio il coraggio, la lungimiranza e ladeterminazione di Palma Bucarelli chemise in salvo la collezione della GalleriaNazionale d’Arte Moderna, nasconden-dola prima a Palazzo Farnese a Caprarola

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e poi a Castel Sant’Angelo. Ma possiamoricordare ugualmente il recupero delpatrimonio artistico, architettonico e libra-rio colpito dalle alluvioni di Firenze eVenezia nel 1966, dai terremoti del Friulinel 1976, della Campania nel 1980,dell’Umbria nel 1997 e dell’Aquila nel2009 … del Centro Italia nel 2016 …Perquesto motivo abbiamo sviluppato espe-rienze, tecniche e professionalità di altissi-mo livello: penso all’ Opificio delle Pietredure di Firenze, all’Istituto Superiore perla Conservazione e il Restauro, all’ IstitutoCentrale per il Restauro e laConservazione del PatrimonioArchivistico e Librario … si tratta di isti-tuzioni riconosciute ed apprezzate in tuttoil mondo, spesso definite la ‘Nasa delrestauro’, dove si formano e operano tec-nici attivi sia in Italia sia nel mondo,restauratori apprezzati a livello interna-zionale che hanno operato, o ancora ope-rano, in Iraq, Iran, Giordania, IsraeleIndia, Repubblica Popolare Cinese. Anchenell’attività di contrasto al traffico illegaledi beni culturali il nostro Paese vanta unprimato: l’Italia, infatti, è stata la primanazione a costituire un corpo specializza-to nella difesa dei beni storici, artistici earcheologici; militari – Carabinieri – pre-parati, chiamati a combattere la ‘granderazzia’ – come è stata sapientemente defi-nita – che ha sottratto pezzi importantidel patrimonio archeologico, artistico,librario e archivistico della nazione,donne e uomini dell’ Arma che hanno svi-luppato competenze e tecniche d’indagi-ne di altissimo livello, messe a disposizio-ne della comunità internazionale conl’addestramento di diversi corpi di poliziain tutto il mondo. Perché la cultura può edeve essere terreno d’incontro, può edeve essere il luogo in cui le nostre diffe-renze si incontrano e danno vita a qualco-sa di nuovo … questo era lo spirito quan-do è nata l’Unione Europea. Per questo la

cultura dovrebbe essere al centro dellapolitica estera, lavorare in questo campopuò aiutare a combattere e prevenire laradicalizzazione, ma è anche un motoreper la crescita economica: questo elemen-to fondamentale può rafforzare le nostrerelazioni diplomatiche e la comprensionereciproca, ci può aiutare a costruirealleanze tra istituzioni e – più importantein assoluto – fra popoli e persone.Dunque l’Europa ha elaborato una stra-tegia sul ruolo della cultura in politicaestera: sì, una strategia, perché non ci sipuò permettere il lusso dell’improvvisa-zione … E così, prima dell’estate, sonogiunte due buone notizie: la proposta dicelebrare nel 2018 l’anno europeo delpatrimonio culturale, e la creazione dellaprima task force di Caschi Blu della cul-tura, che l’Italia ha messo a disposizionedell’ UNESCO … speriamo che altripaesi seguano lo stesso esempio. E’ undovere morale perché si sta parlando diun patrimonio che, non a caso, l’Unescodefinisce “dell’umanità”: monumenti,opere, testimonianze dell’intelligenza,della sapienza, del lavoro e della sensibi-lità di civiltà del passato che è nostrocompito rispettare e far rispettare perpreservare il senso stesso della nostra sto-ria. A coloro che mettono in dubbio que-sta priorità dobbiamo rispondere comerispose il primo ministro britannicoWinston Churchill a chi gli proponeva ditagliare le risorse per la cultura al fine direperire le risorse necessarie a rinforzareil bilancio della difesa per fronteggiare leforze dell’Asse: ”Ma allora, per che cosacombattiamo?”. Per quanto riguarda la‘Diplomazia Culturale’ l’Italia e l’UnioneEuropea sono a fianco dell’Unesco finan-ziando il restauro dei manoscritti diTimbuktu in Mali o il Progetto Mosul inIraq, dove il patrimonio culturale deva-stato dalla guerra e dal terrorismo rivivegrazie a modelli virtuali. Bisogna pensare

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alla ricostruzione delle meraviglie chesono andate distrutte: esiste un program-ma di condivisione delle immagini satelli-tari per verificare i danni e pianificare irestauri, per mettere in campo finanzia-menti e competenze per dare un futuroalle bellezze del passato. Quando scoppiauna guerra civile, una chiesa o un pontepossono diventare simboli potentissimi:proteggere questi simboli – o ricostruirli –spesso è un passaggio fondamentale in unpercorso di riconciliazione, per ricrearefiducia e rispetto tra comunità e identità

diverse. La ‘Diplomazia Culturale’ è fattadi conservazione, ma anche di innovazio-ne, il nostro impegno – della politica madi tutti noi – per la cultura è fatto di istru-zione, sicurezza, sviluppo umano: ciascunPaese ha un patrimonio culturale inesti-mabile, la cultura appartiene a ciascuno dinoi e ciascuno può contribuire. La‘Diplomazia Culturale’ non è solo un pas-satempo per intellettuali: è architravedelle nostre relazioni con il mondo dioggi, per proteggere i nostri interessi etenere alti i nostri valori.

CI PENSERÀ QUALCUN ALTRO di Antonella Debora Turchetto

La violenza perpetrata anni fa contro lagiovanissima Jara Gambirasio di Bresciami ha colpito e molto addolorato. Hoquindi seguito con una certa attenzioneil resoconto sulle indagini per la ricercadel colpevole. Fu ritrovato del DNAmaschile sulle mutandine della bambinastrangolata e fu arrestato un operaioedile che presentava l’identico profilogenetico. In realtà anche altri elementiavevano indirizzato su di lui l’attenzionedegli inquirenti, cioè il camioncino e iltelefonino documentati in zona almomento del rapimento, pornovideo suminorenni ritrovati sui computer e pal-mari usati dall’imputato. Il sospettatoera un abbronzato operaio edile che gliamici in cantiere chiamavano “il favola”a causa della ridicola e ben conosciutaabitudine di raccontare grosse bugie.Naturalmente, in sede di dibattimento,gli avvocati cercarono in tutti i modi didemolire le prove circostanziali, ma laprova del DNA è rimasta solida e validacome “l’invitato di pietra” che compareaccusando Don Giovanni e trascinando-

lo all’inferno alla fine dell’opera. Lariflessione che vorrei condividere convoi riguarda la dichiarazione finale“spontanea” che l’imputato ha volutopronunziare in aula prima della sentenzafinale. La chiamerei “il Grande Bluff”giocato da ”il favola” per impressionarepsicologicamente e instillare un provvi-denziale seme del dubbio nella giuria:“State per commettere il più grandeerrore della storia giudiziaria!” ha tuona-to” La mia ingiusta condanna sarà persempre un peso sulla vostra coscienza !IlDNA che avete trovato è identico al mioma non è il mio! Sono fuggito al momen-to dell’arresto perché mi sono ricordato

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che dovevo correre ad un appuntamen-to.. ( E neanche il camioncino, i telefoni-ni e i computer…etc)” Nessun pentimen-to, solo ostinata cieca assurda negazionedi incontrovertibili evidenze.Ho pensato che per la giustizia umana lacondanna all’ergastolo sia stata correttis-sima, cioè comminata “oltre ogni ragio-

nevole dubbio”. Noi umani, in scienza ecoscienza, potevamo arrivare solo aquelle conclusioni!Se proprio ci fosse stato quell’infinitesi-male errore nella prova del DNA, aregolare i conti al 100 per 100 , fra moltianni alla morte del condannato, ci pen-serà Qualcun Altro.

“ISTRUIRE LA MENTE PER EDUCARE IL CUORE” di Giuseppe Mazzariol

Questo motto appartiene ad una presti-giosa Congregazione di religiose che dapiù di quattro secoli svolgono attivitàeducativa a favore di giovani: le suoreDimesse Figlie di Maria Immacolata.Sono religiose che vivono la consacrazio-ne totale a Dio, riunite in fraterna comu-nione di vita, nell’amore dell’Immacolata.Il primo nucleo è sorto nel 1579 aVicenza, sotto il nome di “Compagniadelle Dimesse”. Il fondatore è stato PadreAntonio Pagani, frate minore francesca-no; cofondatrici sono state DeianiraValmarana, nobile vicentina e MariaElisabetta Franceschini. La denominazio-ne “Dimesse”, nello spirito francescano,significa umili, piccole, profughe dal seco-lo, dedite alla vita comunitaria, alla pre-ghiera, ma soprattutto all’educazionedelle giovani. Nel 1614 la nobile venezia-na Morosina Bollani lascia la sua sontuo-sa villa di Padova, residenza delle vacanzedi nobili veneziani, alla Compagnia delleDimesse, affinché venga fondata unacomunità anche a Padova. Nel 1615, gra-zie a questo lascito, Madre MariaAlberghetti parte da Murano con ungruppo di seguaci tra le quali DianaCrivelli, Catarina Tamburini e la nobileveneziana Regina Giustiniani, e realizza ildesiderio della benefattrice. La “prima

pietra” a Padova è quindi di origine vene-ziana! Madre Alberghetti fa recintare laproprietà con delle mura e fa costruireuna Cappella dedicata alla Madonna. Ellaviene riconfermata Superiora dellaComunità di Padova sino al termine dellasua vita; muore il primo gennaio 1664. Lapiccola comunità patavina si organizzavelocemente in fraterna vita in comune,dedicata alla preghiera e alle opere dicarità, ricevendo peraltro la benedizionedi Papa Gregorio XV. Le Dimesse peròsvolgono sin dall’inizio anche un’attivitàeducativa, quale scopo principale e origi-nario, talché vengono definite”Compagnia secolare di educatrici”.Nella seconda metà del Settecento inten-sificano anche l’istruzione scolastica,impegnandosi a trasmettere cultura evalori umani e spirituali. Con la venuta diNapoleone in Italia e la costituzione del

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Regno Italico, il 12 maggio 1810 laComunità delle Dimesse riceve dalGoverno francese un decreto di sciogli-mento della Compagnia. Per precauzionele Dimesse depongono l’abito religioso,sperando di essere risparmiate per la loroattività di educatrici. Il 7 settembre 1810l’Istituto patavino riceve nuovamentel’ordine di soppressione. Il 29 settembredello stesso anno però il decreto napoleo-nico viene revocato grazie all’esplicitointeressamento del Podestà e del Prefettodi Padova e a seguito della visita delMinistro dell’Interno francese cheapprezza non poco l’attività educativadelle Dimesse. L’8 dicembre 1905, Festadell’Immacolata Concezione, le Dimesseesprimono pubblicamente, con i voti reli-giosi, il vincolo di donazione che le lega aCristo, configurandosi comeCongregazione religiosa a tutti gli effetti.Per le dimesse la scuola è uno degli ambi-ti in cui realizzano il loro servizio allaVerità nell’Amore. La loro missione edu-cativa viene svolta soprattutto nella scuo-la dell’infanzia, in quella primaria e

secondaria e nei Collegi universitari. LeDimesse sono aperte a leggere i segni deitempi per rispondere alle necessità dellaChiesa e dell’umanità. L’Istituto patavinoè stato frequentato in questi quattro seco-li da migliaia e migliaia di fanciulle, poiaperto anche ai maschietti, profondendo“una formazione attenta, scrupolosa,sapientemente gestita dal corpo docente,religioso e laico, e incardinata sui valoricristiani di accoglienza e di accompagna-mento nella crescita, in collaborazione conle famiglie”. Il motto delle Dimesse“Istruire la mente per educare il cuore” èsempre valido anche dopo quattro secolie adeguato a tutti i tempi. Attualmente ilCollegio delle Dimesse di Padova, peral-tro “scuola paritaria”, conta più di 500alunni. Le Dimesse, oltre alla loro presen-za in varie città d’Italia, quali Padovacome Casa Madre, Vicenza, Udine,Milano e Roma, hanno esteso la loro reteeducativa anche in Kenya da circa 50anni, in Brasile da 40 anni, in India dal1984 e in Tanzania dal 2005. Nel 2015 leDimesse di Padova hanno solennementecelebrato il loro quattrocentesimo com-pleanno, quattro secoli di storia che siincrociano con quella della città, passan-do attraverso il Risorgimento, l’unitàd’Italia al tempo anticlericale, la domina-zione napoleonica e le due GrandiGuerre.

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I PERICOLI DELLA SCARSA ATTI-VITA’ MOTORIA DEL VECCHIO.

Più frequento, da visitatore, gli ospedali ele case di riposo, più sono costretto a con-statare come, malgrado quanto i verigeriatri e fisiatri continuino a predicare dadecenni, la stragrande maggioranza deidegenti sia quasi costantemente distesa aletto e ciò in particolare per quantoriguarda le persone più avanti con gliaanni, definite generalmente “anziani”, cheperò io mi intestardisco a chiamare “vec-chi”, appartenendo largamente alla cate-goria. E’ noto che la degenza prolungata aletto prolungata a letto porta alla sindro-me da immobilizzazione, che colpisce tuttigli organi e che risulta essere indipenden-te dalla malattia che ha determinato l’i-nattività a letto. Essa è più grave nei vec-chi e in coloro che sono stati sottoposti adinterventi chirurgici di una certa impor-tanza. Il riposo a letto è il primo rimedioche il medico generalmente prescrive permolte patologie acute ed è anche quelloche la maggior parte di noi vorremmo checi fosse prescritto quando ci ammaliamo.Purtroppo lo stare a letto senza reali indi-cazioni, in molte patologie invalidanti cro-niche (quali ictus, varie vasculopatie cere-brali, neuropatie periferiche ecc.) rappre-senta una delle concessioni che non devo-no essere fatte al paziente, che anzi, deveessere invitato, anche se renitente e con-trario, a lasciarsi mobilizzare o a mobiliz-zarsi autonomamente, rimanendo fuoridal letto più ore possibili durante il giorno.La mobilizzazione precoce del paziente èuna delle prime regole che il personalesanitario ed i familiari devono applicareper stimolare il recupero, ridurre il gradodi non autosufficienza e soprattutto per

evitare la pericolosa“sindrome da immobi-lizzazione (o da alletta-mento od ipocinetica)”,che rappresenta lasomma di tutte quellemodificazioni fisiopato-logiche indotte dallo stare a letto. A lungoandare tali modificazioni non solo impedi-ranno al paziente di potersi alzare senzastar male, ma provocheranno la diminu-zione della durata della vita stessa espo-nendolo a gravi e pericolose complicazio-ni, che si instaurano in modo subdolo eche talora sono letali. Le principali causeche favoriscono e vengono usate comegiustificaz ione (non sempre valide) nel-l’immobilizzazione a letto dei vecchi sono:1) artriti, osteoartrosi, osteoporosi, frattu-re e patologie muscolo-scheletriche varie.2)Malattie neurologiche quali: ictus,demenze in fase avanzata, m. diParkinson, neuropatie periferiche.3)Scompenso cardiaco con difficoltàrespiratorie, infarto miocardio acuto, angi-ne ed altre patologie cardiovascolari. 4)Malattie polmonari che provocanodispnea ingravescente. 5) Patologie a cari-co dei piedi. 6) Malattia che provocanodiminuzione del virus. 7) Gravi stati didenutrizione. 8) Malattie neoplastiche. 9)Stati febbrili. 10) Effetti collaterali di alcu-ni farmaci: sedativi, ansiolitici, neuroletti-ci. 11) Situazioni psicologiche come lapaura di cadere, la solitudine, la depressio-ne, il lutto, l’isolamento sociale, l’indigen-za. Naturalmente queste situazioni patolo-giche spesso interagiscono tra di loro ed èda tale interazione che dipende la velocitàcon cui si instaura e progredisce la sindro-me da immobilizzazione. Ad esempio, aparità di condizioni psico-fisiche, l’assenza

L’ANGOLO DEL GERIATRA di Giancarlo Bottecchia

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di un supporto sociale adeguato e la pre-senza di condizioni ambientali sfavorevoli(fattori che in un ambiente di cura nondovrebbero esistere) possono condiziona-re negativamente la performance motoriaostacolando il recupero della motilità. Perquanto riguarda i tempi di evidenziazionedella sindrome, essa si manifesta dopo unpaio di settimane di permanenza a letto,quando il paziente presenta i disturbi rela-tivi alla patologia di base più i sintomilegati all’inattività fisica ed alla protrattapostura orizzontale. Le alterazioni al rego-lare funzionamento dell’organismo che alungo andare si trasformano in vera e pro-pria malattia colpiscono tutti gli organi.Cerchiamo di riassumere: a carico dell’ap-parato digerente tutta l’attività motoriadegli organi interni (esofago, stomaco,intestino) risulta alterata con tendenza alrallentamento. Da qui la cattiva digestio-ne, la stitichezza, la formazione di fecalomie la pseudodiarrea da fermentazioni feca-li. A carico dell’apparato respiratorio si hauna compressione dei polmoni dal bassoverso l’alto per la pressione degli organiaddominali sul diaframma. Ne risulta unadiminuzione della massa polmonare fun-zionante con riduzione dei volumi d’ariain entrata ed in uscita. Tutti i secreti bron-chiali (anche il catarro) ristagnano, favo-rendo così infezioni bronchiali e polmona-

ri. A carico dell’apparato urinario si verifi-ca incontinenza o ritenzione urinaria, spe-cie nei maschi, con frequenti infezioni. Acarico dell’apparato muscolare avvieneche in pochi giorni i muscoli immobilizza-ti non solo perdono forza ma vanno incon-tro ad atrofia che porta alla perdita del50% della massa muscolare in 8 settima-ne. A carico dell’apparato scheletrico sonofrequenti osteoartrosi, blocchi articolaried osteoporosi. Le principali complicazio-ni si riscontrano comunque a carico del-l’apparato cardiocircolatorio. Vi è infattiuna redistribuzione del flusso ematico delflusso venoso con conseguente intolleran-za alle variazioni posturali (da sdraiati aseduti e da seduti in piedi) con episodi diipotensione, svenimenti senso di cardio-palmo: Un evento molto frequente è latrombosi venosa profonda agli arti infe-riore con possibili flebiti e tromboemboliepolmonari, spesso mortali. A carico dellacute, quando questa è sottoposta a forze dipressione, stiramenti, trazione e macera-zione, si instaurano le piaghe (ulcere) dadecubito che sono molto difficili da cura-re. Per quanto riguarda il metabolismogenerale l’allettamento provoca malnutri-zione, ipoalimentazione, ridotta tolleranzaagli zuccheri, alterazioni della eliminazio-ne degli elettroliti, alterazione dei lipidicircolanti ecc. In definitiva, riassumendo,le complicazioni più pericolose dovutealla sindrome da allettamento sono: pia-ghe da decubito, infezioni (polmonari edurinarie), occlusioni intestinali, flebiti agliarti inferiori, tromboembolie pelviche epolmonari, stati confusionali e demenze.In definitiva il paziente deve essere tenutoa letto solamente nei primissimi giorni diuna patologia acuta. Il paziente non deveessere tenuto a letto solo perché lo desi-dera, senza motivazioni fondate, accon-tentandolo con un comportamento pocoumanitario o solo per evitarsi praticheassistenziali o, peggio ancora, solo perché

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incontinente. E più breve sarà il tempotrascorso a letto, più breve e meno impe-gnativa sarà la riabilitazione motoria (sicalcola che ogni giorno di permanenza aletto necessiti di 3-4 giorni di intensa tera-pia riabilitativa!)Il problema della motilità dei vecchi ètanto importante che ha travalicato i tra-dizionali metodi della sperimentazionemedica, chiamando in causa anche le pos-sibilità offerte dalla telematica per lo stu-dio dei comportamenti, attraverso unaadeguata monitorizzazione. Il Politecnicodi Milano sta mettendo in atto il progettoCity4Age (finanziato dal programmaHorizon 2020) che monitora dati delleSmart Cities per individuare insorgenza difragilità e lievi disturbi cognitivi nellapopolazione anziana. E’ un supporto ditipo socio-sanitario per migliorare la dia-gnosi precoce dei rischi. Incrociandoinformazioni provenienti da dispositiviindossabili e mobili, gli smartphone, i sen-sori in casa e nelle Smart Cities, City4Agerileva cambiamenti nel comportamentodella popolazione potenzialmente arischio, interpretandoli come spia di unpossibile decadimento. Una volta indivi-duata la fragilità, viene riconosciuta lanecessità di un intervento che consiste nel-l’interazione con l’individuo sempre attra-

verso la tecnologia informatica (dispositi-vi mobili, gli schermi della tv, i robot casa-linghi, la messaggistica di vario tipo)aprendo un vero e proprio canale dicomunicazione che induca il soggetto sor-vegliato a modificare il comportamento inmodo da contrastare l’insorgenza di unrischio. Se monitorando gli spostamenti diun individuo in casa ed in città viene rile-vata una improvvisa diminuzione dellasua mobilità, si interviene con un precisopiano di comunicazione che comprendemessaggi generici come: “dovresti muo-verti di più”, messaggi empatici, ma ancheproposte che tengono conto del contesto in cui l’indivi-duo vive e del suo profilo personale.City4Age si rivolge ai Policy-makers che,grazie al progetto, possono individuaresegmenti di popolazione che necessitanodi monitoraggio. Dal prossimo novembreinizierà la sperimentazione con sei diversigruppi pilota provenienti da vari contesticittadini internazionali: Madrid, Atene,Montpellier, Singapore, Lecce eBirmingham. Come si vede, la medicina,che non è una scienza a sé stante, maun’arte, continua ad approfittare di tuttele acquisizioni derivanti da ogni camposcientifico per adeguarle e metterle al ser-vizio del benessere dell’umanità.

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ANDAR PER MOSTRE E FESTIVAL di M.M.

LEONE D’ORO e LEONE D’ARGENTO“Per la sua profonda fiducia nel testo. Per lasua capacità di avvicinare i testi classici alpubblico contemporaneo. Per aver messo gliattori al centro del suo lavoro. Parlare deglispettacoli di Declan Donnellan è parlare diun immenso lavoro in campo attorale”.Questa la motivazione del Direttore AlexRigola: Il Leone d’Oro alla carriera per ilTeatro è stato conferito al regista ingleseDeclan Donnellan. Parole semplici ma signi-ficative, che tratteggiano una vita spesa per ilteatro. Con amore, passione, competenza. Ilsenso del suo umorismo in scena si è rivela-to anche nella sua chiacchierata al pubblicodurante la cerimonia di consegna che si èsvolta nella Sala delle Colonne di Ca’Giustinian. Portato alla battuta arguta, maanche alla serietà di un discorso importanteper i giovani sulla funzione del teatro: il tea-tro è politica se non è politico è noioso. Natoa Manchester in Inghilterra nel 1953, siforma a Londra, fonda con Nick Ormerod lacompagnia Cheek by Jowl. Ha diretto più di30 spettacoli, con rappresentazioni in circa400 città nei cinque continenti. Ha detto Paolo Baratta: “Celebriamo inquesta giornata l’impegno di Alex che si èdedicato ai giovani. A lui un grazie per comeha saputo interpretare un lavoro importan-te”.

Il Leone d’argento per l’innovazione teatra-le è stato attribuito alla compagnia italianaBabilonia Teatri, diretta da ValeriaRaimondi ed Enrico Castellani. La motiva-zione: per essere sempre alla ricerca di unmessaggio positivo in tempi e situazioni incui sarebbe facile fare il contrario … Per ladifesa verso i più svantaggiati. Per la loroumanità. Perché sono necessari al mondodel teatro. Perché sono necessari al mondo”. Possiamo essere fieri del Teatro italiano e diquesta Compagnia, “Babilonia Teatri”, chelo rappresenta. I fondatori, Castellani eRaimondi sono autori, registi, attori. I lorospettacoli hanno un forte legame con larealtà e portano gli spettatori a riflettere,interrogandosi sulle situazioni problemati-che della società.“Una cosa che certamente appartiene allanatura dell’artista è il piacere di dare” - hasottolineato Alex Rigola - offrire emozioni,idee, domande, racconti …” E in sette anni èriuscito a realizzare un College Teatro in cuigrandi artisti offrono la loro esperienza aigiovani. Con grande umiltà e con malcelatacommozione, Rigola ha ringraziato tutti:Paolo Baratta: “per aver riposto fiducia allamia squadra”; coloro che hanno collabora-to con passione offrendo “il meglio di sé”; ilpubblico che ha presenziato agli spettacoli.“Sono un uomo veramente fortunato”

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BIENNALE 44° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 39

BIENNALE CINEMA73^ Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia.

Dove c’era un buco nero ora c’è un cubo(bastava invertire le lettere della parola…) rosso lucido, splendente, di sera illu-minato che è un piacere a guardarsi. Edimostra soprattutto che certe situazioni sipossono risolvere. “E’ un bel giorno attesoda tempo - ha dichiarato Paolo Baratta, alsuo quarto mandato - un grande esempiodi collaborazione tra Comune eBiennale”. La tensostruttura dotata di tec-nologie avanzate è costata 500mila europer 446 posti.Ed ecco i lustrini, il red carpet, i fan urlan-ti: nella mente di molti, anche in età, lasperanza di essere “colti” da qualcheimportante regista; fotografi scattanomigliaia di foto; giornalisti impazzano; gliautografi concessi da attori e attrici; lemise scandalose con spacchi inguinali. C’èancora l’ingenuità di credere che ciò siaoriginale, certo, un po’ fa parlare. Ma, se ènecessario mettere in mostra le “grazie”che il pudore vorrebbe nascoste, come sipotrà parlare seriamente della recitazio-ne? Siamo alla Mostra del Cinema al Lidodi Venezia. Molto blindata: in campo leForze dell’Ordine. Rimesso a nuovo ilGran Viale, ordinato, piccole piante disiepi e fiori (con la speranza che non se liportino via come accaduto in tempi passa-ti); operatori ecologici al lavoro fin dalmattino. Fata Lidorina ha convinto iLidorini, spiriti un po’ maligni, che viveva-no al Lido da tanto tempo, a convertirsi e,insieme, hanno presentato l’isola al suomeglio con cielo azzurro, sole , sabbiadorata, aiuole fiorite.Ma andiamo insieme nelle Sale dove leproiezioni fervono. Undici giorni “di ten-sione” - li definisce Baratta - perché “laMostra ha un alto tasso di imprevedibi-lità”. Sala Grande, Sala Darsena , Sala

Giardino, Palabiennale. Citiamo un film,proiezione fuori concorso, di cui una parteè stata girata a Venezia, Piazza San Marco. “The Young Pope” di Sorrentino è unPapa fuori dai canoni, primo papa ameri-cano. Fuma, indossa le infradito, beve cocacola “diametralmente opposto aFrancesco. Conservatore” dichiara il regi-sta. E viene in mente il libro di MauroMazza, “Il destino del papa russo”, con-servatore anche lui nonostante propongaalcuni spunti di innovazione nel suo ope-rato. Parlare di papi futuri accende la fan-tasia di scrittori e registi. Gli attori: Jude Law- Pio XIII ; Suor Maryche lo ha allevato, è Diane Keaton; SilvioOrlando il Cardinal Voiello, segretario diStato; Esther, moglie di una guardia sviz-zera, è Ludvine Sagnier; Scott Sheperd - ilCardinale Dussollier; Cécile de France -Sofia , responsabile del marketing.Provocazioni, colpi di scena. Saranno diecile puntate in onda su Sky Atlantic.Il Leone d’oro di Venezia è stato attribui-to a “The woman Who Left” di Lav Diazche lo ha dedicato al “popolo filippino e atutta l’umanità”. E’ in bianco e nero edura quattro ore. Il Gran Premio dellaGiuria è andato a Tom Ford regista di“Nocturnal Animals . Le coppe Volpi per imigliori attori a Emma Stone per “La La

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40 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

LE AVVENTURE DI ZIO ANSELMO. di M.M.

Zio Anselmo nel giro di qualche mese ècaduto tre volte. E ogni volta s’arrabbiacon se stesso e le sue scarpe. La primavolta è inciampato, perché voleva supera-re un “vecchietto che camminava lenta-mente”, - un vecchietto più giovane di lui- rompendosi di brutto il naso. Sanguedappertutto. Alcune crocerossine, pre-senti all’accaduto, si sono prodigate intutti i modi: chi chiamava l’ambulanza,chi lo consolava, chi lo aiutava ad alzar-si. Coccolato e vezzeggiato. Motoscafocon sirena, ospedale in codice verde. ZiaIlde corre a portargli assistenza. AlPronto Soccorso decine di barelle; medi-ci, infermieri, portantini che vanno e ven-gono; un triste ricovero coatto in psichia-tria. Dopo qualche ora chiamano ZioAnselmo e gli cuciono il naso. “Non fac-cia il soldato forte – gli dice una dotto-ressa – se sente male me lo dica”.

Noblesse oblige, zio Anselmo soffre insilenzio. Si sfogherà dopo con zia Ilde.Ora ha un naso più “vissuto”, un po’ stor-to, più gonfio nella pinna nasale destra.Sembra un boxeur. “Eh, via, hai acquista-to fascino” lo rassicura zia Ilde sentendo-lo brontolare mentre si guarda allo spec-chio. Altra tombola in montagna. Il mar-ciapiede è nascosto dall’erba e zioAnselmo inciampa e cade come una peramatura. Colpa delle scarpe, no, il marcia-piede non si notava, colpa degli occhi.Colpa della testa, dice zia Ilde. I figli rac-comandano: “guardate dove mettete ipiedi!” Zia Ilde chiarisce: “non sono io acadere” facendo i debiti scongiuri.Questa volta le cose vanno un po’ meglio.La ferita è sul braccio. Corsa in farmacia:disinfettante, garze, cerotti. Zia Ilde gliregala un bastone, anzi due. “Sono danordic waking. Sembrerai uno sportivo”.Zio Anselmo non ne vuole sapere delbastone.”Non mi serve” insiste e, schienadritta, braccio al collo, un po’ zoppicando,indossa scarpe sportive con la punta alta(ne avrà comprato una decina dicendo:“bisognerebbe averle in prova per unasettimana e poi decidere se tenerle),guardando attentamente dove mette ipiedi. Ma, dopo qualche tempo, guarito edimentico delle disavventure trascorse,

Land” - film che ha aperto la Mostra - e aOscar Martinez per “El ciudadano ilu-stre”. Alla cerimonia di inaugurazione: Leoned’oro alla carriera al regista JerzySkolimowski. Un secondo Leone d’oroalla carriera a Jean-Paul Belmondo, ottua-genario contento e sorridente.All’Excelsior, la Sala della Regione,

l’Italian Pavillon, la Sala Tropicana hannopresentato un programma ricchissimo diincontri per i giovani, conferenze, premi,video.E tutto intorno un mondo cultural-econo-mico che in quei dieci giorni gira vortico-samente cercando di cogliere ogni novitàe ogni opportunità.

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 41

volendo prendere al volo l’autobus chestava partendo (scoprirà dopo non esserequello che andava nella direzione da luivoluta), zio Anselmo va a sbattere controil predellino. Questa volta è la gamba arisentirne. Accolto nella hall di un alber-go, sparge il suo sangue sul pavimento. Dinuovo in ospedale. Sirena, ambulanza.Una dottoressa lo cuce. “Non dovràandare a togliersi i punti, perché il filo siassorbirà”. Ma, il giorno dopo, dolorantee gonfio, torna in Ospedale dove lo scu-ciono “a vivo” - dice zio Anselmo - che siaggrappa al braccio dell’infermiera, quasimordendolo e lamentando un male deldiavolo. Quindi viene fasciata la gambasenza ulteriori punti. Dovrà andare afarsi medicare ogni due o tre giorni. ZioAnselmo disciplinato si presentaall’Ospedale. Un dottore controlla la feri-ta, disinfetta, ricopre. “Cosa ti ha detto ildottore? ” chiede zia Ilde che non puòessere presente. “Non parla, borbotta”risponde zio Anselmo. “Gli hai detto chesei un po’ sordo? Così può ripetere avoce alta”. “No, no. Ci sento bene. Mi ha

detto che ci sarà qualche difficoltà a gua-rire, ma che posso camminare”. Altramedicazione, altro dottore: “Mi ha pulitola ferita. Un dolore tremendo. Stavo permordere il braccio dell’infermiera.Questo dottore mi ha detto che devostare a riposo”. Zia Ilde insiste: “Sei sicu-ro? Hai sentito bene?”. “Ho sentito bene,ma non voglio stare a riposo” soggiunge,ricordando che un medico, ad una visitadi controllo, gli aveva detto di non berevino, mentre un altro gli aveva assicuratoche un bicchiere di vino, meglio rosso, apasto, non poteva che fargli bene. Perciòzio Anselmo fa come gli pare: quando havoglia di camminare, cammina - me l’hadetto il dottore -, e quando ha voglia diriposare si riposa - me l’ha detto il dotto-re -. E, in ospedale, ci va contento e tornasempre dopo pranzo. Come mai? Svelatoil mistero. Anzi, zio Anselmo vuole con-dividere il piacere con zia Ilde e le pro-pone un invito. “Vieni anche tu inOspedale, alla tavola calda c’è un’ ottimaparmigiana di melanzane”.

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RI-PARLIAMONE... SOTTOVOCE di Luigi Ricci

Calzini, scarpe, golf sulle spalle e via: l'e-state è finita e con essa tutte le polemi-che che, di anno in anno, la caratterizza-no. Siamo soprattutto un po' provati dacerto turismo cafone e superficiale, daipanini consumati in piazza, dai signoriuomini che, almeno per senso se non dipudore, di decenza, dovrebbero tenersicanottiere e magliette, invece di propor-ci epe prominenti e disgustose; donne unpo' volgarotte che ricordano la Gerininei film di Verdone, a volte con le carnipiù che abbondanti al vento e bambiniurlanti. Siamo anche un po' seccati daivari saltimbanchi, busker, musicisti dastrapazzo, che tormentano Verdi, Bizet ecolleghi; venditori ambulanti nostrani enon, con le loro cianfrusaglie odiose cheinfestano le nostre strade. Quest'anno, inogni caso, sembra che si sia oltrepassatoil limite: oltre ad essere baracconi, abbia-mo scoperto che i turisti sono consape-volmente maleducati ed esercitano unasorta di diritto alla maleducazione, conun'arroganza poco rassicurante: bagni incanale, se totalmente nudi meglio, oppu-re gentildonne e gentiluomini che scam-biano gli angoli della città, nemmenotanto nascosti, per una latrina.Un certo tipo di turismo 'locale' è perfi-no peggiore: il sabato la città è presad’assalto da orde di giovinastri che arri-vano ad ondate (treni dall'entroterra,ovviamente) per festeggiare i loro addiia celibati e nubilati. Sono orrendi, fasti-diosi, rumorosi e scomposti e poi è notoche vengono soltanto ad ubriacarsi;aggiungerei a questo circo equestre lacategoria dei laureati, che in nome di unagoliardia dozzinale e sciocca fanno risuo-nare le calli con la loro canzonetta

scema: comitive di ragazzetti, col laurea-to in testa, che, sotto lo sguardo orgo-glioso e un po' ottuso di famigliari tipononne, zie, zii e papà impettiti e madrinedi battesimo, bevono come spugne e tor-turano a più non posso il dottore dei varibuchi.L'americano del midwest, magari ancheun po' incolto, che scende da una nave dacrociera e non sa nemmeno dove sitrova, oppure il cinese, il russo (i nuoviricchi che credono di poter compraretutto, che la pensano grossomodo comeil nostro maestro di stile autoctono, chesi distingue per la profondità di pensiero,signor Briatore) e via dicendo, non sonoaffatto da scusare, ma ciò che è più spa-ventoso sono i nostri conterranei italiani,e veneti soprattutto: dovremmo saperequanto preziosa è Venezia, perché lor-darla con simili manifestazioni? Costoro,non potrebbero andare ad ubriacarsi, avomitare e a pisciare davanti casa loro?Oppure essendo veneti, possono arro-garsi l’uso inconsapevole della città? Ciòche è deplorevole è la schiera di coloroche li servono e che ci guadagnano: alcu-ni commercianti in primis; che poi, però,

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sono gli stessi che vanno col carrettodella spesa alla manifestazione 'ocio aegambe' per riappropriarsi della città.Non saranno mica soltanto i cinesi chestanno distruggendo Venezia! Qualcosanon quadra.

MISERICORDIA E VERITA’ di don Diego Sartorelli

Dio, padre e madre

Al termine dell’anno giubilare dedicatoalla Misericordia di Dio ed anche del mioservizio come Assistente spirituale omeglio di Correttoredell’Arciconfraternita, vorrei proporreall’attenzione dei miei due o tre lettori unintervento di papa Luciani che, all’epoca,fece un certo scalpore.Era la seconda domenica di quel lumino-so settembre del 1978 quando GiovanniPaolo I, papa da appena quindici giorni egià amato dalla gente per il suo modo dipresentarsi, si affacciò alla finestra del suostudio verso piazza San Pietro per la reci-ta dell’Angelus. In quei giorni si stavanotenendo degli importanti dialoghi diplo-matici per la pace nel Medio Oriente e ilpapa invitò i fedeli alla preghiera per lapace, perché di essa «hanno fame e setetutti gli uomini, specialmente i poveri chenei turbamenti e nelle guerre pagano dipiù e soffrono di più». Questa sua richiestanasceva dalla constatazione che i cristiani,ma anche gli ebrei e i musulmani, credonoin un Dio compassionevole, che si prendecura delle sue creature: «ha sempre gliocchi aperti su di noi, – disse il papa –anche quando sembra che ci sia notte». Aquesto punto la frase choc: «È papà; piùancora è madre».Da quel lontano 1978 molta acqua è pas-

sata sotto i ponti, e probabilmente quelleparole non ci colpiscono più. I successoridi papa Luciani hanno ripreso in diverseoccasioni questo ragionamento e ci hannoaiutato a capire che Giovanni Paolo I nonaveva inventato nulla, ma solo formulatoin maniera semplice e diretta quello chegià troviamo nella Sacra Scrittura. Neiprimi capitoli del libro della Genesi, infat-ti, ci viene annunciato che Dio ha creatol’uomo a sua immagine e somiglianza,maschio e femmina. Non il solo Adamo,dunque, è creato a immagine di Dio, maanche Eva, che con lui è chiamata a for-mare una carne sola e uno spirito solo. Intal modo si vuol dire che solo la comple-mentarietà di uomo e donna rende visibi-le il volto Dio; né il maschio solo né lafemmina sola (ma neppure due o piùmaschi né due o più femmine insieme)

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44 IL MESSAGGIO N. 4 - 2016

realizzano ciò che veramente l’umanità è.Anche i profeti, nel parlare della miseri-cordia e della compassione di Dio, utiliz-zano un termine che, in ebraico, designal’utero materno; infatti qualche traduttoreinvece di “misericordia” preferisce usarel’espressione “viscere di misericordia”.L’uso di questa terminologia, per noi inso-lita e forse esageratamente antropomorfa,vuole comunicarci che Dio ha generato ilsuo popolo e di conseguenza non lo amaper semplice amicizia o per fedeltà allaparola data, ma di un amore che è sincero,profondo, intimo, viscerale. Anche nei libridei Vangeli, in particolare nella cosiddetta

trilogia lucana della misericordia ovverole parabole della pecorella smarrita, delladramma perduta e del figliol prodigo (Lc15), Gesù paragona Dio sia ad un pastoreo ad un padre sia ad una donna di casa. Ecosì in altre parabole. Non c’è dubbio chedefinire Dio come padre e madre cirimanda all’essenza di Colui che è primadi ogni creatura e dal quale tutto l’univer-so riceve esistenza, energia e vita. Il Diodai capelli bianchi e dalla lunga barba èsolo una rappresentazione molto poveradi Colui che nessuno ha mia veduto, mache il suo unigenito Figlio ci ha rivelatocome il Dio d’amore e di misericordia.

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IL MESSAGGIO N. 4 - 2016 45

Esiste nel mondo, dice il poeta Valeri, unacittà bella e così strana da sembrare un gioco

irreale della fantasia. Risplende di una luce paradisiaca ed è come sospesa tra il mareed il cielo. Ed è cangiante nei toni e nei colori, come appare di un pallore di perla almattino, così è raggiante d’oro al tramonto e piena, la notte, di un fascino che èimpossibile definire. E’ una creatura di sogno, e parrebbe fatta solo di aria e di luce,eppure porta su di sé mille anni di storia e gloriose tradizioni di vita guerriera, duevolte sovrana: e per il dominio sul mare e per il suo fascino regale.

Venezia di Diego ValeriC'è una città di questo mondo,ma così bella, ma così strana,che pare un gioco di fata morganae una visione del cuore profondo.

Avviluppata in un roseo velo,sta con le sue chiese, palazzi, giardini, tutta sospesa tra due turchini,quello del mare, quello del cielo.

Così mutevole! A vederlanella mattina di sole biancosplende d'un riso pallido e stanco,d'un chiuso lume, come la perla:

ma nei tramonti rossi affocatiè un'arca d'oro, ardente, raggiante,nave immensa, veleggiantea lontani lidi incantati.

Quando la luna alta inargentatorri snelle e cupole piene,e serpeggia per cento venel'acqua cupa e sonnolenta,

non si può dire quel ch'ella sia,tanto è nuova mirabile cosa:isola dolce, misteriosa,regno infinito di fantasia...

Cosa di sogno vaga e leggera;eppure porta mill'anni di storia,e si corona della gloriad'una grande vita guerriera.

Cuor di leonessa, viso che ammalia,o tu, Venezia, due volte sovrana:pianta di forte virtù romana, fiore di tutta la grazia d'Italia.

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PANINI ALLO SPECK

Ingredienti per otto panini:

300 gr farina tipo O

200 gr speck a dadini

15 gr lievito per torte salate

100 gr burro

1 cucchiaio di zucchero

Esecuzione:Disponete la farina a fontana, versatevi al cen-tro il lievito sciolto in 2 dl d’acqua, lo zuccheroe un pizzico di sale. impastate bene, formateuna palla e lasciatela lievitare per 10 minuti.Stendete l’impasto, distribuitevi lo speck adadini ed il burro a fiocchetti e impastate ener-gicamente in modo che il burro e lo speck sidistribuiscano uniformemente.Dividete la pasta in 8 parti uguali, impastateleancora. formate 8 palline, appiattitele legger-mente e fatele riposare sulla placca del forno,coperte, per 30 minuti.Cuocete i panini in forno gia’ caldo a 180° percirca 30 minuti, finche’ saranno ben dorati.sfornate a servite.Si consiglia un vino rosso secco tipo il lambru-sco dell’emilia romagna.

Le ricette di nonna Silvana di S.M.B.

COTTO, ASSAGGIATO E POI MANGIATO….

I parenti rompe i denti

Se la vecia no moriva la sarave ancora viva

Nei mesi che ga l' erre no sentarte su le piere

Amarse , ma no busararse

Fioi e colombi smerda le case

Le campane no sona se qualchedun no le tira

I parenti disturbano

Se la vecchia non moriva sarebbe ancora viva

Nei mesi con l' erre non sedersi sulle pietre

Amarsi, ma non fregarsi

Bambini e colombi " sporcano" le case

Le campane non suonano se qualcuno non le tira

PROVERBI E DETTI VENEZIANI a cura di G. M.

Dalla notte dei tempi.....Proverbi e detti veneziani

46 IL MESSAGGIO N. 2 - 2016

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46 IL MESSAGGIO N. 2 - 2016

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telefonare al mattino dalle ore 9 alle ore 12 al numero 0415224745

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AMBULATORIO

FONTEGODEI TEDESCHI

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