Il Negozio delle Mamme

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Il negozio delle mamme di Alessandro Gilioli

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Dicembre 2013 la favola di Natale per Emma Sofia. illustrazioni: evarin20

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Il negozio delle mammedi Alessandro Gilioli

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a Emma Sofia

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Quando seppi che tu dovevi arrivare fui

molto contento, amore mio, però presto

pensai: non posso fare tutto da solo, pigro

come sono.come sono.

E se sbaglio qualcosa, quando ti preparo

la pappa?

E se poi ti annoi, a stare soltanto

con me? con me?

Non sono neppure tanto bravo

a cambiare i pannolini!

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Pensa e ripensa, pensa e ripensa, alla fine

mi venne un'idea: quasi quasi ti compro

una mamma.

Già, ma dove si comprano le mamme?

Chiesi in giro, ma non lo sapeva nessuno.

Guardai sui giornali e su Internet,

ma non c'era niente. Telefonai perfino al ma non c'era niente. Telefonai perfino al

Parlamento, ma non mi aiutarono

neppure loro.

Ero molto arrabbiato.

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Così mi misi a girare per la città senza meta,

guardando solo i miei piedi avanzare

uno dopo l'altro.

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Camminai tantissimo e a un certo punto

ebbi un po' di freddo.

Allora alzai lo sguardo per vedere dov'ero.

Ma non c'erano più case.

Lontano lontano, però, s'intravedeva

un'edificio alto alto con un cuore rosso

illuminato e una scritta al neon. illuminato e una scritta al neon.

Così mi avvicinai.

Speravo che ci fosse un bar, un ristorante,

un posto in cui prendere qualcosa di caldo.

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Invece, quando arrivai abbastanza vicino

vidi che cosa diceva, quella luce al neon:

“Negozio delle mamme”.

Che fortuna! Nemmeno a farlo apposta,

avevo trovato proprio quello che stavo avevo trovato proprio quello che stavo

cercando!

Entrai subito, tutto contento.

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A pian terreno, era un locale molto grande e

luminoso, ma tutto bianco e senza niente

dentro. Era completamente vuoto.

C'era solo un commesso, con le basette

bianche e una livrea blu, accanto a una scala

mobile che portava ai piani di sopra.

Il commesso mi si avvicinò subito e mi chiese, Il commesso mi si avvicinò subito e mi chiese,

formale: «Il signore desidera?».

Non sapevo come si comprava una mamma.

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Allora gli spiegai un po' intimidito che

stavi arrivando tu: e che io spesso ero

fuori casa per lavoro, e poi più si è più ci si

diverte, no?diverte, no?

Il commesso, gelido, mi rispose: «Non si

preoccupi signore, siamo qui apposta. Le

porto a vedere le nostre mamme».

Lo seguii sulla scala mobile e al piano di

sopra era pieno di mamme.

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Ma l'odore in quella stanza era tremendo:

una via di mezzo tra una palestra e

l'ingresso del Coin.

Insomma, erano mamme puzzolenti!Insomma, erano mamme puzzolenti!

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Mi feci subito portare via, sulla scala mobile

che saliva al secondo piano.

Lì c'erano tante altre mamme, mi Lì c'erano tante altre mamme, mi

spiegò il commesso.

E lì, in effetti, non si sentiva

neppure cattivo odore.

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Ma quando toccai il braccio di una mamma,

mi sembrò una grattugia del formaggio!

E la pelle di un'altra era come il muro

scrostato di una vecchia casa al mare.

Accidenti, erano

mamme ruvide!mamme ruvide!

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Scossi la testa, guardando il commesso, e lui

impassibile mi portò al terzo piano.

Lì c'erano altre mamme che chiacchieravano Lì c'erano altre mamme che chiacchieravano

tra loro, ridacchiando: ma non capivo bene

che cosa dicessero.

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Così mi avvicinai e compresi che stavano

parlando di una trasmissione televisiva che

avevano visto la sera prima.

Era quella di Maria De Filippi.

Allora ho capito: erano mamme stupide!

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Niente,

bisognava

salire ancora.

Così Così

arrivammo

al quarto piano.

Lì le mamme

non puzzavano non puzzavano

e non erano

nemmeno ruvide.

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Ma avevano tutte

i capelli tinti,

due dita di cerone

sul viso e le labbra

gonfie; si stavano gonfie; si stavano

truccando e

parlavano di smalti

guardandosi allo

specchio.

Non mi piacevano

proprio: erano

mamme finte!

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Scossi di nuovo la testa e così il

commesso mi portò al quinto piano.

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Ma proprio mentre stavo arrivando io,

lì due mamme iniziarono

a insultarsi tra loro per via di una borsetta a insultarsi tra loro per via di una borsetta

che volevano tutt'e due,

mentre altre mamme stavano urlando per

mangiarsi una torta.

Quattro o cinque facevano a botte senza Quattro o cinque facevano a botte senza

che si capisse neppure il perché.

Porca miseria se erano mamme litigiose!

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Al settimo piano, invece, c'era un silenzio

assoluto: tutte le mamme avevano vestiti

neri stretti stretti.

Camminavano con la schiena dritta drittaCamminavano con la schiena dritta dritta

come una scopa, il mento all'insù e le

sopracciglia inarcate.

Alcune avevano al guinzaglio un

barboncino bianco, altre avevano le dita barboncino bianco, altre avevano le dita

piene di brillanti.

Erano davvero mamme altezzose!

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Allora il commesso mi portò all'ottavo

piano.

Qui le mamme però erano in tailleur Qui le mamme però erano in tailleur

e stavano preparando presentazioni

in power point, usando parole che non

capivo come “nikkei”.

Aiuto, ero finito tra le mamme manager!

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A quel punto il commesso non sapeva più

cosa fare: «Insomma, si può sapere che

mamma vuole lei?, mi disse piuttosto

scocciato.scocciato.

Io mi fermai un po' a riflettere.

Poi gli dissi:

«Dev'essere una mamma morbida e deve «Dev'essere una mamma morbida e deve

odorare di mare oppure di prato.

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Poi dev'essere autentica, dal cuore puro e

dalla coscienza verticale.

Ah, naturalmente non deve darsi troppe

arie, perché è noioso chi si prende sul arie, perché è noioso chi si prende sul

serio».

Poi aggiunsi, sorridendo: «E un'ultima

cosa, se possibile: dovrebbe avere un

sedere che parla. Sa com'è!».sedere che parla. Sa com'è!».

Il commesso allargò le braccia:

«Guardi in giro, magari trova qualcuna

che le piacerà», mi disse. E se ne andò.

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Così rimasi solo, lì all'ottavo piano.

Mi guardai in giro, mentre attorno le mamme

manager parlavano di business planmanager parlavano di business plan

Guardai verso il soffitto, forse per

disperazione.

E lì vidi una scaletta a pioli che andava E lì vidi una scaletta a pioli che andava

dritta dritta verso una botola buia.

Allora salii, su nel solaio.

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C'era solo una mamma, che stava leggendo

un libro seduta per terra, al lume di una

candela.

Aveva gli orecchini d’oro, la faccia buffa e un

collo lungo come non l’avevo mai visto.

Non so che cosa ci facesse lì, ma era

bellissima.bellissima.

Anzi, perfetta.

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La guardai e capii

in un attimo che

l'avevo trovata.

E sì,

era la tua mamma,

amore mio.

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