Il Mosaiko Kids 2-2009

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pagina 2 pagina 6 pagina 8 Il Mosaiko Oltre Confine via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] Associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale. Anno 6 - n° 2, Giugno - Dicembre 2009. Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004. Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia Soc. Coop., via Giacomo Puccini, 3 - Castelnuovo Scrivia (AL) Associazione Il Mosaiko Kids I l primo aspetto su cui soffermarsi è la capacità di vivere in gruppo, di confrontarsi lealmente con gli al- tri, ottimo antidoto ai naturali istinti egoistici e di prevaricazione cui tende l’indole umana. Fondamentale in tal senso è altresì il rispetto delle regole che caratterizzano le varie discipline sportive. Praticare uno sport è sapersi riconoscere, anche tra chi non si è mai visto, e sapere, anche solo per un momento, di far parte di un “piccolo cosmo” dove si consumano passioni comuni. L’evento sportivo, sia esso un grande successo o una cocente sconfitta, vie- ne vissuto come un pezzo di storia in- dividuale e collettiva, con tutte le emozioni che ne seguono. Per un gio- vane avere successo nello sport signi- fica porsi degli obiettivi, raggiungerli grazie al suo impegno e alla fiducia in se stesso. Vivere le gioie e le amarez- ze della pratica sportiva, significa ap- prendere, senza accorgersene, i prin- cipi più essenziali della civiltà: abi- tuarsi a comprendere che le più diffi- cili imprese si possono compiere quando ci si prepara ad affrontarle con metodo, con tenacia, con pazien- za, a capire, allo stesso modo, il pros- simo attraverso il confronto, a non sottovalutarsi, a non rinunciare a priori, ma neppure a sottovalutare gli altri e a sopravvalutare se stessi. Ad essere "positivi", insomma e a giudica- re l'avversario non dal risultato otte- nuto, ma a seconda di "come" abbia vinto o di "come" abbia perduto. Francesco De Sanctis, insigne intellet- tuale e pioniere dell'educazione fisica nella scuola, in un memorabile discor- so pronunciato alla Camera dei Depu- tati nel 1878, sottolineò che "quando il corpo è sano e forte, nasce nell'uo- mo non solo il coraggio fisico, che è la cosa più comune, ma ciò che è raro, anche il coraggio morale, e la tempra, Mens Sana in Corpore Sano Un detto latino di cui fare tesoro Marta Lamanuzzi Antonella Mariotti segue a pag. 6 ® Lo sport apporta straordinari benefici non solo al corpo, ma anche alla mente di giovani e meno giovani. Per i giovani ha però un’insostituibile valenza formativa. O gni volta che i ragazzi di Mosaiko inventano, pen- sano e realizzano un pro- getto riescono a entrare nel cuo- re e nella mente dei più grandi con facilità. Tutti i progetti per combattere solitudine e difficol- tà che hanno presentato in que- sti anni sono sempre riusciti a raggiungere il successo, quasi senza sforzo, se non quello del- l’impegno che hanno dimostrato sempre. Ora quest’ultimo tra- guardo è davvero eccezionale, da una piccola realtà come quel- la di Castelnuovo Scrivia sono andati oltre confine, saranno al- tri adulti ad apprezzare gli sfor- zi e la notevole capacità dei no- stri ragazzi. E’ una grande soddisfazione per noi, per Mimma Franco, me e tutti gli adulti che in questi anni li hanno accompagnati: chi ha iniziato con noi ha avuto l’enor- me piacere di vederli crescere e di vedere quanti si sono uniti a loro. Rimane un cruccio, quello di capire che altri adulti spesso sono rimasti indifferenti; ora con questo nuovo risultato - il rico- noscimento in Svizzera, la tradu- zione del loro progetto in ingle- se e tedesco - siamo convinti che anche gli adulti più vicini a loro sapranno comprendere e aiutare l’esperienza del Mosaiko, perché le grandi idee hanno bisogno di gambe solide. Complimenti ragazzi! Cecilia Mariotti e Mimma Franco pagine 4 - 5 pagina 7 I ragazzi del Mosaiko di Davide Varni L’esperienza dei nonni al servizio dei giovani di Elisa Setti Cristiana Rossi, campionessa mondiale di Karate Castelnuovo Marziale di Lara Lunaschi e Mimma Franco Basket Club Castelnuovo Scrivia Istruire è importante, educare fondamentale di Fabio Colnaghi Non lasciate soli i ragazzi del Mosaiko di Edoardo Cozzolino La palestra è vuota, solo pallone e canestro... A luci spente di Irene Gavio segue a pag. 3 Presentato a Padova il nuovo progetto del Mosaiko Crescere che fatica! Un tutor - coach molto speciale, un giovane per i giovani... I bambini, ogni volta che ne hanno la possibilità, tendono a sfogarsi con il movimento. Portate un bambino in un ampio spazio aperto, per esempio un grande prato, e lui inizierà per istinto a correre. Quella corsa sarà liberatoria, lo farà sentire felice e sarà un ottimo mezzo per scaricare la tensione accumulata, per esempio, a passare le mattinate costretto in una grigia aula scolastica. Un bambino è inesperto, non riesce ancora a capire bene il mondo che lo circonda, ma possiede una curiosità molto viva, determinata a scoprirlo, ma soprattutto ad ESPLORARLO. E con esso se stesso. Noi Ragazzi di Mosaiko crediamo che la risposta a questa esigenza del bambino di sprigionare l’energia, la carica racchiusi nel proprio corpo possa essere una riforma della scuola e del suo calendario. Per questo motivo per gli alunni di età compresa tra gli otto e i dodici anni, oltre alle ore di lezione prettamente Il potere educativo dello sport

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Il periodico dell'associazione Il Mosaiko Kids

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Il Mosaiko

Oltre Confine

via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Tel. 0131 856018 e-mail: ilmosaiko @tiscali.it Associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale.

Anno 6 - n° 2, Giugno - Dicembre 2009. Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del22/09/2004. Direttore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia Soc. Coop., via Giacomo Puccini, 3 - Castelnuovo Scrivia (AL)

Associazione Il Mosaiko Kids

Il primo aspetto su cui soffermarsi èla capacità di vivere in gruppo, diconfrontarsi lealmente con gli al-

tri, ottimo antidoto ai naturali istintiegoistici e di prevaricazione cui tendel’indole umana. Fondamentale in talsenso è altresì il rispetto delle regoleche caratterizzano le varie disciplinesportive. Praticare uno sport è sapersiriconoscere, anche tra chi non si èmai visto, e sapere, anche solo per unmomento, di far parte di un “piccolocosmo” dove si consumano passionicomuni.L’evento sportivo, sia esso un grandesuccesso o una cocente sconfitta, vie-ne vissuto come un pezzo di storia in-dividuale e collettiva, con tutte leemozioni che ne seguono. Per un gio-vane avere successo nello sport signi-fica porsi degli obiettivi, raggiungerligrazie al suo impegno e alla fiducia in

se stesso. Vivere le gioie e le amarez-ze della pratica sportiva, significa ap-prendere, senza accorgersene, i prin-cipi più essenziali della civiltà: abi-tuarsi a comprendere che le più diffi-cili imprese si possono compierequando ci si prepara ad affrontarlecon metodo, con tenacia, con pazien-za, a capire, allo stesso modo, il pros-simo attraverso il confronto, a nonsottovalutarsi, a non rinunciare apriori, ma neppure a sottovalutare glialtri e a sopravvalutare se stessi. Adessere "positivi", insomma e a giudica-re l'avversario non dal risultato otte-nuto, ma a seconda di "come" abbiavinto o di "come" abbia perduto.Francesco De Sanctis, insigne intellet-tuale e pioniere dell'educazione fisicanella scuola, in un memorabile discor-so pronunciato alla Camera dei Depu-tati nel 1878, sottolineò che "quandoil corpo è sano e forte, nasce nell'uo-mo non solo il coraggio fisico, che è lacosa più comune, ma ciò che è raro,anche il coraggio morale, e la tempra,

Mens Sana in Corpore SanoUn detto latino di cui fare tesoro

Marta Lamanuzzi

Antonella Mariotti

segue a pag. 6

®

Lo sport apporta straordinari benefici non solo al corpo,ma anche alla mente di giovani e meno giovani. Per igiovani ha però un’insostituibile valenza formativa.Ogni volta che i ragazzi di

Mosaiko inventano, pen-sano e realizzano un pro-

getto riescono a entrare nel cuo-re e nella mente dei più grandicon facilità. Tutti i progetti percombattere solitudine e difficol-tà che hanno presentato in que-sti anni sono sempre riusciti araggiungere il successo, quasisenza sforzo, se non quello del-l’impegno che hanno dimostratosempre. Ora quest’ultimo tra-guardo è davvero eccezionale,da una piccola realtà come quel-la di Castelnuovo Scrivia sonoandati oltre confine, saranno al-tri adulti ad apprezzare gli sfor-zi e la notevole capacità dei no-stri ragazzi. E’ una grande soddisfazione pernoi, per Mimma Franco, me etutti gli adulti che in questi annili hanno accompagnati: chi hainiziato con noi ha avuto l’enor-me piacere di vederli crescere edi vedere quanti si sono uniti aloro. Rimane un cruccio, quellodi capire che altri adulti spessosono rimasti indifferenti; ora conquesto nuovo risultato - il rico-noscimento in Svizzera, la tradu-zione del loro progetto in ingle-se e tedesco - siamo convinti cheanche gli adulti più vicini a lorosapranno comprendere e aiutarel’esperienza del Mosaiko, perchéle grandi idee hanno bisogno digambe solide.Complimenti ragazzi!

Cecilia Mariotti e Mimma Francopagine4 - 5

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I ragazzi del Mosaikodi Davide Varni

L’esperienza dei nonni al servizio deigiovani di Elisa Setti

Cristiana Rossi, campionessa mondiale di KarateCastelnuovo Marziale

di Lara Lunaschi e Mimma Franco

Basket Club Castelnuovo ScriviaIstruire è importante, educare fondamentale di Fabio Colnaghi

Non lasciate soli i ragazzi del Mosaiko

di Edoardo Cozzolino

La palestra è vuota, solo pallone e canestro...A luci spente

di Irene Gavio

segue a pag. 3

Presentato a Padova il nuovo progetto del Mosaiko

Crescere che fatica!

Un tutor - coach molto speciale,un giovane per i giovani... Ibambini, ogni volta che ne hanno la possibilità,

tendono a sfogarsi con il movimento. Portate unbambino in un ampio spazio aperto, per

esempio un grande prato, e lui inizierà per istintoa correre. Quella corsa sarà liberatoria, lo faràsentire felice e sarà un ottimo mezzo per scaricarela tensione accumulata, per esempio, a passare lemattinate costretto in una grigia aula scolastica. Un bambino è inesperto, non riesce ancora acapire bene il mondo che lo circonda, ma possiedeuna curiosità molto viva, determinata a scoprirlo,ma soprattutto ad ESPLORARLO. E con esso sestesso. Noi Ragazzi di Mosaiko crediamo che larisposta a questa esigenza del bambino disprigionare l’energia, la carica racchiusi nelproprio corpo possa essere una riforma dellascuola e del suo calendario. Per questo motivo pergli alunni di età compresa tra gli otto e i dodicianni, oltre alle ore di lezione prettamente

I l p o t e r e e d u c a t i v o d e l l o s p o r t

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Si parla spesso, nell’ambito della società odierna, delfenomeno demografico denominato “invecchiamentodella popolazione” e che, secondo le statistiche, farà sì

che nel 2050 sarà presente 1 anziano ogni 3 persone e l’8%della popolazione avrà più di 85 anni. Ci troviamo dunque difronte ad una realtà in cui uomini e donne vivono sempre piùa lungo e che, nonostante l’avanzare del tempo, nascondonoancora un enorme potenziale. Le istituzioni non sono tuttorariuscite a considerare l’ipotesi di un impiego attivo dei“nonni” in strutture che forniscano servizi utili alla comunitàe che prestino la loro azione in maniera gratuita, così da nongravare ulteriormente sui già provati bilanci familiari. Seteniamo conto del fatto che la maggior parte dei genitoriaffida i figli ai nonni, non è difficile concepire l’idea di unastruttura statale, che preferibilmente collabori con la scuola,

gestita da un’associazione di anziani attivi e preparati che sifacciano carico dell’assistenza ai bambini. I membri delgruppo di “nonni” dovranno essere selezionati a seguito di uncolloquio con uno psicologo e possibilmente dopo un corso diformazione gestito dalle scuole e dai Comuni, affinchépossano comprendere a fondo le problematiche dei bambinidi oggi e possano guidarli al meglio nel loro processo dicrescita. All’interno delle strutture predisposte, gli anzianisaranno affiancati da un “tutor”, ossia una figuraprofessionale che si occupi in maniera continua dei bambini eche fornisca loro anche un’adeguata cultura sportiva,indispensabile per una crescita sana, ma anche la necessitàdel rispetto delle regole, dell’altruismo e dello spirito disacrificio, valori che stanno alla base di ciascuno sport disquadra. Un’attività fisica continua è essenziale per laformazione del bambino, soprattutto per quelle età chepossiamo definire “a rischio”, ossia l’arco di tempo checoincide con il quinquennio delle scuole elementari e iltriennio delle medie: è auspicabile una riforma delcalendario scolastico, che consenta ai giovani di svolgereattività sportive o ludiche in strutture specializzate,preferibilmente collegate all’ambiente scolastico. In molticasi, infatti, i ragazzi non hanno la possibilità di praticaresport, per l’impossibilità di raggiungere i luoghi predisposti oper mancanza di tempo, e una norma che preveda lacreazione di spazi appositi dedicati alle più disparate attivitàsportive e la possibilità di praticare sport in modo continuoanche durante l’estate, consentirebbe ai giovani direlazionarsi con gli altri, di divertirsi e di crescere. In questocampo i nonni svolgono un ruolo fondamentale: le loroesperienze di vita costituiscono, infatti, una garanzia dellaloro capacità di trasmettere ai giovani qualità che sembranoessersi perse nel tempo. I nonni, inoltre, sono molto spessoabilissimi in innumerevoli attività manuali oggi svolteinteramente dalle industrie: un esempio esplicativo è quellodel cucito o del ricamo, attività che stanno svanendo colpassare del tempo. Si potrebbero organizzare laboratori,anche durante l’estate, che coinvolgano i bambini nelleattività che più li interessano e scongiurare così quellasolitudine e mancanza di interessi che colpisce molti giovanie che sta poi alla base di problematiche più o meno gravi. Gli anziani di oggi hanno poi vissuto in prima persona eventistorici importanti come le Grandi Guerre mondiali e questopuò essere considerato come un enorme potenziale, inquanto potrebbe risultare più interessante per il bambinoapprendere nozioni storiche dalla viva voce di chi le havissute piuttosto che dalle pagine di un libro. Potrebbedunque trattarsi di una sorta di “nonno-Cicerone”, cheintrattiene i bambini con i racconti delle sue esperienze.

Sono semprestata abituataa pensare che

le prime esperienze siano le più critiche, le piùdifficoltose da affrontare e potrei citare innumerevoliesempi anche molto banali: il primo giorno di scuola o leprime difficoltà con cui la vita ci mette alla prova.Ma la mia prima esperienza tra i ragazzi del Mosaiko Kidspuò essere definita tutt’altro che negativa.“Crescere insieme per un mondo migliore!”Forse sono proprio queste le parole che possonoaiutarmi a raccontare anche a voi tutti l’esperienzavissuta a Padova con queste splendide persone.

L’esperienza dei nonnial servizio dei giovani

di Elisa Setti

L’attività del Mosaiko Kids è una realtà unica e pre-ziosa nel sottostimato mondo delle politiche gio-vanili, così sterile di iniziative di rilievo. Non

avremmo mai pensavo che i nostri incarichi si sarebberopotuti spingere verso lidi lontani e ambiziosi come inveceè avvenuto.

Cinque anni fa – sembra ieri! - è iniziato il nostroappassionante viaggio tra quei problemi che afflig-gono molti nostri coetanei e che i più, per quietovivere o rassegnazione, preferiscono ignorare. Il 18ottobre 2004 abbiamo presentato il nostro proget-to dal titolo “Alcool e canne. Aggrediamo il pro-blema con la sua aggressività. Nella tana del lu-po”, al congresso medico - scientifico (di carattereinternazionale) organizzato dalla Federserd nel Pa-lazzo dei congressi di Firenze. Un primo timido ap-proccio con queste tematiche, ma, -chi l’avrebbemai detto? - ci siamo aggiudicati il primo posto. In-coraggiati dall’insperato successo non potevamofermarci e il 27 ottobre 2007 abbiamo conquistatola vetta anche al congresso Nazionale Federserd te-nutosi a Sorrento con il progetto: “Un silenzio pe-ricoloso“. Terza tappa e per la terza volta primi il26 settembre 2008 al congresso nazionale Feder-serd di Roma con “Genitori in pillole? Non puòfunzionare...Per educare i figli occorre essere di-ventati adulti. Oggi non è facile.” I risultati parla-

no chiaro: l’impegno disinteressato e la fantasia, messi aservizio di una nobile causa, non possono che produrrefrutti meravigliosi, anche partendo da una piccola realtàdi provincia come Castelnuovo Scrivia. E’ bene sottolinea-re che l’ultimo dei 3 progetti è risultato il migliore in as-soluto dopo una dura selezione preventiva. Oltre ad esse-re nominato vincitore, da questo momento abbiamo potu-to gestire uno spazio giovani in tutti i congressi. Il 5 no-vembre 2009 abbiamo partecipato ad un Congresso Nazio-nale Federserd a Padova, col progetto: “Crescere che fa-tica! Il potere educativo dello sport. The Truck Project,tutor, sport e nonni: giovani a scuola di saggezza.” In-

dovinate con quali risultati? Non solo siamo arriva-ti primi, ma siamo anche stati invitati nella Svizze-ra Tedesca, a BASILEA, per illustrare le nostre espe-rienze. Si tratta di un prestigioso congresso orga-nizzato dal “Scientific council of SSAM (Swiss So-ciety of Addiction Medicine)”. Premiando anche glisforzi per presentare il materiale in inglese e tede-sco, i medici svizzeri ci hanno inoltre hanno fattosapere (scrivendo in italiano) di essere molto inte-ressati ai nostri progetti e alle nostre idee. Oramai abbiamo un curriculum di tutto rispetto,che ci permetterà ulteriori (floridi!) sviluppi nel2010.

Unica nota dolente, tra le nostre squisite vittorie,è l’assoluta mancanza di sponsor che credano inquello che facciamo e diffondiamo. Abbiamo datempo superato la fase in cui bisogna dimostrare ilproprio impegno – i nostri risultati parlano per noi –ma nonostante il sudore versato, in nome della so-cietà e del suo miglioramento, nessuno si è fattoavanti…

I ragazzi del Mosaiko

un curriculumdi tutto rispetto…Davide Varni

Crescere insieme per unmondo migliore

Lara Lunaschi

segue a pag. 7

Dall’alto inbasso:

Elisa Setti,PaoloCazzini,LaraLunaschi,FrancescoValle,DavideVarni, IreneGavio,MartaLamanuzzi.

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foto

Ade

lina

Cacc

iola

teoriche, che rappresentano un assaggio dellaresponsabilità che servirà crescendo e della necessitàdi sapersi controllare, un bambino avrebbe bisognodegli spazi per esplorare, cioè per SPERIMENTARE. Igesti sono forse il modo migliore di esprimersi per ibambini. In effetti fin da neonati iniziano a scoprirsiosservando i propri pugnetti stretti, muovendo gambee braccia ed è proprio attraverso questi innatimovimenti che iniziano a raccontarsi e ad entrare invivo contatto con la realtà e con i genitori. Lo sportaiuta a comunicare con il proprio corpo e adascoltarlo. Il corpo può trasmettere moltiinsegnamenti pratici e intuitivi (pensiamo ai riflessiinvolontari, allo stimolo della fame, del sonno…). Losport dovrebbe essere vissuto come una forma diaggregazione con le regole di convivenzaindispensabili per vivere in un gruppo e che, unavolta apprese, si riveleranno utili anche nella vitaquotidiana, come stimolo a quel sano agonismo chefa amare il proprio corpo, ma soprattutto cheinsegna a rispettarlo, che permette di conoscere icampanelli dall’allarme da esso lanciati, ma troppospesso ignorati o incompresi. Lo sport allora si riveladavvero una grande opportunità per provare ascoprirsi oltre che una forma di divertimentospontanea e ricercata, ma non sempre soddisfatta,dai bambini. Bisogna pensare quindi a una riformadello sport perché ad esso venga attribuito lo stessovalore educativo che si è soliti associare soltanto allelezioni teoriche. E quale luogo se non la scuola puòlanciare al meglio questo messaggio? I genitori vedononella scuola un luogo in cui i loro figli sono protetti; ifigli la vedono troppo spesso come una prigione e nonpossono sopportare di trascorrervi cinque ore ognimattina praticamente seduti e controllati. La scuolasarebbe molto più stimolante se i bambini potesseroassociarla anche al divertimento che di solito ricercanofuori dalle sue aule. Allora perché non portare il verosport all’interno della struttura scolastica?Innanzitutto bisognerebbe suddividere gli alunni indiversi gruppi così da creare in loro uno spirito dicondivisione:il GRUPPO è un insieme di individui cheimparano l’uno dall’altro a vivere insieme nelrispetto reciproco, aiutandosi e sostenendosi avicenda. È più facile apprendere in compagnia; ilgruppo permette di sentirsi protetti esaltando lecaratteristiche del singolo e a sentirsi importantiall’interno della propria comunità. Questo grupposportivo, ovvero la SQUADRA, spinge chi ne fa parte adimpegnarsi affinchè essa abbia successo e rappresentaper questo un grande elemento di coinvolgimento peri bambini. Le squadre dovrebbero essere create apartire dagli interessi comuni (basket, pallavolo,calcio…) e le loro attività potrebbero svolgersiall’interno dell’orario scolastico durante l’inverno enei pomeriggi quasi sempre vuoti e improduttividell’estate. A capo della squadra un COACH moltospeciale: un giovane per i giovani. I bambini sisentono meno imbarazzati a contatto con unragazzo/a più vicino a loro dal punto di vista dell’età.Questa figura non sarà soltanto un allenatore, ma unvero e proprio maestro di vita. I bambini, si sa, spessopossono avere difficoltà a rapportarsi con gli adulti inconsiderazione della grande differenza di età che lidivide. I bambini vivono in un loro mondo,impenetrabile per gli adulti troppo legati a vincoliquali la logica, le aspirazioni, il lavoro, l’ottenere unposto nella società. Per i bimbi tutto ciò èincomprensibile: il mondo è una grande giostra dallaquale loro non vogliono scendere perchè è il loro giocopreferito. Essi hanno bisogno di qualcuno più vicinoa loro, che possa capirli con più facilità e aiutarli arisolvere le prime grandi difficoltà, banali per unadulto, ma enormemente problematiche per i piùpiccoli. In sostanza necessitano di un giovane per igiovani. Questa figura dovrebbe accompagnare ibambini dagli 8 ai 12 anni in modo discreto e costante,offrendosi volontario per trasmettere messaggiimportanti per la vita e per una buona crescita. Iragazzi interessati ad adempire a questo compitosociale dovrebbero frequentare dei corsi organizzatidai medici del SERT per imparare a lavorare con ibambini e per acquisire nozioni base utili per metterliin guardia di fronte ai veri rischi della vita. Laprevenzione è la base per una società più sana econsapevole, e senza prima conoscere non si puòtrovarsi preparati ad affrontare la vita vera che tiaspetta fuori dalle quattro pareti dell’aula scolastica.Durante l’anno quello dei coach potrebbe essere unruolo di riferimento per il gruppo di bambini con i qualidevono lavorare, un semplice aiuto magari per fare icompiti, un “fratello maggiore” con il quale

confidarsi, il collante dell’entità gruppo. Durante lastagione estiva, invece, potrebbero affiancare gliallenatori, per supportare il messaggio già di per séeducativo lanciato dallo sport. Potrebbero porsi comegaranti della qualità dello sport a misura dibambino, arbitrando per esempio le partite eanimando lo spirito di squadra. Ancora una volta losport è la linea guida per la nuova scuola e nerappresenta l’aspetto più ludico ma allo stessotempo quello più altamente educativo. Perstimolare un maggior numero di giovani a dedicarsi aquesta attività di volontariato si potrebbero crearedei corsi per diventare arbitri professionisti: veriarbitri che conoscono le regole e ne riconoscononon solo il valore tecnico ma anche formativo. Aciò si potrebbe aggiungere la possibilità per glistudenti di ottenere crediti in vista dell’esame dimaturità. Insomma una nuova figura, complessa ecaratterizzata da molteplici sfaccettature che larendono giocosa, simpatica, ma allo stesso temporesponsabile ed educativa: un insegnante checonserva la capacità di osservare il mondo dalpunto di vista di un bambino che ha tanta voglia ditrascorrere il tempo con gli amici praticando ilproprio sport preferito e perché no impegnandosia fondo anche nei doveri scolastici. Attraverso leattività sportive da lui organizzate i bambinidovranno poter conoscere le tentazioni che dovrannofronteggiare come dipendenze da alcool o droghe, ildoping e apprenderne i rischi, magari attraversosemplici lezioni di anatomia supportate da video chemostrino i drammatici effetti di queste sostanze sulcorpo. I medici della FEDERSERD potrebberooccuparsi della formazione di questi coach,selezionandoli in base alla loro idoneità e creando uncorso che li prepari ad affrontare al meglio questoincarico tanto importante quanto oneroso perché digrande responsabilità. Durante la stagione invernalei coach potrebbero essere impiegati per aiutare ibambini a fare i compiti nel primo pomeriggio in casose ne presentasse la necessità. E saranno proprio isuoi amici, i bambini, a valutarlo. A loro spettal’importante compito di giudicare se il coach è adattooppure no a far loro da guida. Per questo dovrannoperiodicamente compilare un pagellino diviso in varieparti indicanti i vari aspetti del lavoro del coach(simpatia, disponibilità, capacità comunicative,correttezza….) attribuendo a ciascuna un voto e soloi coach che avranno ottenuti i voti più alti potrannoessere riconfermati nel loro ruolo perché sceltiespressamente dai bambini. Una scuola in cui ibambini sono i veri protagonisti: in fondo sono loroa frequentarla e perciò deve essere un luogo daloro amato e da loro rinnovato. Lo sport èsicuramente un grande aiuto per la formazione deibambini, ma la loro educazione in questa fase habisogno di essere supportata anche da altre figure,per esempio i nonni. Da recenti stime risulta che nel2050 ci sarà un anziano ogni tre persone: è giunto ilmomento di dare un ruolo formativo a loro che sonouna grande risorsa. Si potrebbe creare uno spazio“NONNO ASCOLTAMI”/”NONNO PRENDIMI PER MANO”nel quale l’esperienza dei nonni venga messa adisposizione dei bambini perché essi nondimentichino le tradizioni al giorno d’oggipraticamente sconosciute dai più giovani. Ci sonodavvero tantissime tradizioni, conoscenze, antichimestieri, leggende che hanno costruito la società incui viviamo, ma che non abbiamo il tempo dirispolverare, che ignoriamo e che purtropposprofondano nel dimenticatoio. Compito di questinonni, anch’essi selezionati e adeguatamentepreparati, creare un’associazione di anziani volontarideterminati a trasmettere le loro conoscenze inlaboratori dalle diverse attività: per esempio, lastoria raccontata dalla viva voce di chi l’ha vissutasulla propria pelle, il ricamo, le feste e le tradizionipopolari, i vecchi strumenti per il lavoro dei campi,oggi forse superati ma che hanno in ogni casorappresentato un anello nella catena del progresso.Insomma la nuova ricetta per far crescere adulti didomani consapevoli e responsabili richiamal’attenzione sul valore dello sport e dello stareinsieme, una meta interiore e comunitaria daraggiungere, il propellente di idealità per viverlo,e sul valore della tradizione, che accrescel’identità culturale e stimola l’idea di appartenenzaad una comunità più ampia impegnata asalvaguardare ciò che l’ha costruita.

il tutor coachdalla prima

Cecilia Mariotti e Mimma Franco

Castelnuovo Scrivia, Estate Ragazzi 2009

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Prima di gettarci nella conoscenza del Karate, partiamo dal principio, innanzitutto leichi è?

Sono Sergio Zambarbieri, istruttore di Karate nella Palestra Dojo Kaisho, in cui “Dojo” pren-de il significato di “scuola” e “Kaisho” è una tecnica praticata all’interno delle arti marziali.La scuola nacque 12 anni fa e continua a riscuotere consensi e apprezzamenti tra bambini, ra-gazzi ed adulti.Il Karate è una delle discipline più antiche delle Arti Marziali d’origine giapponese.Nella nostra palestra sono presenti un buon numero di atleti che si impegnano nel settore ago-nistico del Karate. Sono giovani e adulti già inseriti nella nazionale italiana o che in ogni mo-do partecipano alle Gare organizzate sia a livello regionale e nazionale, che europeo e mon-diale. Possiamo quindi vantare atleti che si sono meritati titoli a livello mondiale e, addirit-tura, bambini che hanno già conquistato medaglie europee.

Ha parlato di bambini, lei considera il Karate uno sport adatto anche ai più piccoli?

Certo, se nel passato non era così, oggi i bambini sono parte integrante di questa disciplina:il Karate si propone come un gioco educativo, quindi ideale dal punto di vista psicomotorio,poiché unisce una parte ludica all’insegnamento delle regole. Trattandosi di una “scuola dikarate” i ragazzi devono imparare a rispettarne le norme, proprio come avviene negli istitu-ti scolastici.Tengo a precisare che la violenza è totalmente assente all’interno di questa disciplina, non-ostante sia un luogo comune credere che si tratti di uno sport rude.

A che età considera sia giusto iniziare un bambino al Karate?

L’età minima solitamente parte dai 6 anni, ma si tratta comunque di dati indicativi dipendentida una scelta personale, che può quindi variare da individuo ad individuo. In alcuni casi l’etàpuò scendere a 4 – 5 anni. È importante ricordare che in ogni caso in queste fasce d’età è pre-sente in modo prevalente solo un’iniziazione al Karate, quindi solo una conoscenza di base enon tecnica. Ovviamente è compito dell’insegnante imparare a conoscere il bambino e com-prendere come aiutarlo a crescere, in particolare dal punto di vista psicologico in un’età im-portantissima per la formazione del carattere.

Si tratta quindi di uno sport, o meglio di una disciplina, che fornisce un aiuto per quan-to riguarda la formazione del carattere dell’individuo. Può fornirci degli esempi prati-ci?

Certo. Abbiamo notato che molti ragazzi con caratteri apparentemente indomabili hanno su-bito un soddisfacente mutamento, diventando molto più calmi e rilassati, grazie alla valvoladi sfogo che il Karate fornisce. Allo stesso modo ragazzi timidi e molto riservati hanno impa-rato ad acquisire più forza e ad essere più espansivi, per merito dell’ambiente sereno e edu-cativo della palestra.

Quali sono i caratteri fondamentali di questa disciplina?

Alla base degli insegnamenti oltre al rispetto, che ab-biamo già citato e deve essere presente sia nel rap-porto insegnante-allievo che in quello tra gli allievistessi, è messa l’autostima; punto fondamentale peruna buona convivenza all’interno del gruppo, in cuiogni individuo è importante. Altro carattere che si vuo-le trasmettere è l’altruismo, ogni allievo deve saperaiutare un compagno.

Se ci fosse un’ipotetica riforma del calendario sco-lastico, con le discipline sportive ad occupare unruolo di maggiore rilievo all’interno dell’orario del-le lezioni o nel calendario estivo, come vedrebbe in-serito il Karate?

Molto ben collocato, perché comunque fornisce unabase per qualunque attività sportiva e ha grande va-lenza educativa per la vita dei ragazzi. Credo che nonci sia nulla di più bello dell’imparare giocando!

Per concludere e riassumere, ci dica tre motivi percui i giovani dovrebbero avvicinarsi al Karate.

Innanzitutto perché si tratta di una disciplina, e trami-te esso oltre alle capacità motorie si acquisisce moltaautostima e si rafforza il carattere. Per secondo puntociterei la socializzazione che uno sport come questopuò dare, in particolare grazie al fatto che è basato sudi un rispetto reciproco. E terzo punto, ma non meno importante, è l’autodife-sa. Mai come al giorno d’oggi i ragazzi devono sapereche il ricorso alla violenza è solo l’ultima delle risorseda mettere in gioco per fermare un’aggressione. Maoccorre sapersi muovere con sicurezza e nel modo giu-sto. Nonostante si speri sempre di non essere aggredi-ti, sapersi difendere è un passo avanti per ragionare inmodo più sano e pulito.

Durante il week end del 22/11si sono svolte in Messico lefasi finali del campionato del

mondo di karate.Motivo di enorme orgoglio di tutti icastelnovesi è stata la vittoria diCRISTIANA ROSSI, che haconseguito il titolo mondiale nellasezione “kata” SENIOR.Si è svolta, nella cornice dellesplendide sale del castellopodestarile in piazza V. EmanueleII a Castelnuovo Scrivia, al terminedella seduta del ConsiglioComunale, una singolarepremiazione.Alla presenza del Sindaco Taglianie dell’Assessore Provinciale alloSport Breglia, il Prefetto ed ilQuestore di Alessandria hannoelogiato la diciannovenne per averonorato la provincia conl’ennesima eccellenza, in questocaso nello sport, portando cosìulteriore lustro al territorio.

Beppe Sacco

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Cristiana Rossi,

CastelnIntervista a Sergio Zambarbieri,

il MaestroA scuola

di Lara Lunaschi

d’Oriente

L’orgoglio deiCastelnovesi

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Dunque, ho cominciato all’età di nove anni, è stato mio padre a propormelo, tra l’al-tro conoscevo dei miei amici che frequentavano già da tempo la palestra di SergioZambarbieri. Quindi è stato uno stimolo in più... Ho cominciato per gioco, poi colpassare del tempo ho scoperto che questo sarebbe stato l’unico sport della mia vi-ta. Ho iniziato ad allenarmi in palestra prima nell’orario dei bambini poi, presa dal-la curiosità di imparare e migliorare, mi fermavo anche nella lezione dei più gran-di. Quando sono diventata cintura gialla, ho cominciato a fare delle gare; nella pri-ma mi sono classificata quarta... ma non mi sono disperata e non mi sono fermata,

ho continuato a fare gare su gare, allenamenti su allenamenti. Non mi sono limitata a frequentaresolo la mia palestra, ma ho partecipato anche a stage organizzati dalla Federazione o da maestri dialto livello. Così il mio bagaglio tecnico è migliorato sempre di più fino a permettermi di arrivare innazionale. Credo che questo sia stato il momento più bello in assoluto, non solo per il fatto di avervinto ma perché ho trovato amici fantastici e perché mi sono resa conto che tutti questi anni di sa-crifici, di discussioni con le amiche per i tanti no, di litigate con i genitori e anche con il maestro,di lacrime, di paura di non farcela, hanno infine prodotto questo risultato straordinario...

Devi a qualcuno in particolare questa tua passione per lo sport?

Devo ringraziare i miei genitori a cui voglio un mondo di bene anche se non glielo dimostro sempre.Purtroppo il karate non è uno sport ricco (nel senso materiale), siamo noi atleti a renderlo ricco per-ché ci mettiamo cuore e anima anche se riceviamo in cambio solo coppe e medaglie. La presenzadei genitori, quindi, è fondamentale in tutti i sensi!

Il progetto di Mosaiko Kids prevede l’inserimento dello sport come materia di studio nelle scuo-le, valorizzandone fortemente la valenza formativa e le potenzialità quasi “terapeutiche” neiconfronti di varie forme di disagio giovanile. Sei d’accordo?

Io sono super favorevole all’idea di dare maggior spazio allo sport nelle scuole!!! Bisognerebbe faresemplici paragoni con le scuole all’estero, tutta un’altra realtà... Oggi ci troviamo di fronte a bam-bini pigri che vogliono solo stare davanti al computer.

Quanto è stato importante lo sport per la tua crescita?

Il karate per me è stato ed è ancora uno sport educativo al cento per cento, ha rafforzato il mio ca-rattere aiutandomi a sconfiggere le mie paure, le insicurezze, mi ha insegnato a dire sempre ciò chepenso e a cercare di raggiungere gli obbiettivi che ritengo importanti senza farmi condizionare da-gli altri. Certo, però, ci vuole tanta tanta pazienza e forza di volontà.... E passione!

campionessa mondiale di karate

uovo MarzialeCome sei arrivata al titolo mondialedi karate nella sezione kata senior?Raccontaci in breve il tuo percorsosportivo ... di Mimma Franco

Foto Controluce

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e il carattere, e la sinceritànella condotta, e l'abborrimen-to delle vie oblique (…) Noinon diamo ancora troppa im-portanza a questa ginnasticaeducativa, la quale ai giovanidà forza, grazie e sveltezza almovimento del corpo". Stupefacente è l’attualità diqueste parole: non si dà forseancora oggi poco spazio allosport? Stato e scuola fannoabbastanza leva su di esso co-me strumento educativo,preventivo e correttivo deigiovani?È importante infine mettere inluce che l’attività sportiva rap-presenta un formidabile stru-mento di lotta contro il razzi-smo e contro qualsiasi forma didiscriminazione, come quelladelle persone portatrici di han-dicap.

Mens sana incorpore sano

Marta Lamanuzzisegue dalla prima

L'Associazione Sportiva Dilettantistica Basket Club Castelnuovo Scriviaè affiliata alla Federazione Italiana Pallacanestro (Federazione fa-cente parte del Coni) dal 1985 ed attualmente è presieduta dalla si-gnora Daniel Donatella. Facciamo nostra l’affermazione secondo laquale “istruire sia molto importante, educare è fondamentale, istrui-

re educando, richiede una maturità tale che non si può acquisire in breve tempo,né sui libri ne con la semplice partecipazione ad un corso di formazione e neppu-re assistendo a lezioni svolte da altri Istruttori”. Questa maturità si raggiunge at-traverso l'esperienza, la tenacia, gli errori, l'autocritica e il confronto con gli altri.Per far questo siamo convinti che sia indispensabile il coinvolgimento responsabi-le di tutte le componenti della società, dai dirigenti agli istruttori, ai genitori e gliatleti. Da sempre gli obiettivi e le finalità del BCC sono quelli di dare uno spazioai ragazzi di Castelnuovo e dei paesi vicini dove poter svolgere un’attività sporti-va per farli crescere in un ambiente sano,sereno e amico. Per questo il BasketClub Castelnuovo si è occupato di promuovere lo sport della pallacanestro sia a li-vello giovanile, organizzando corsi di minibasket e basket e partecipando ai rela-tivi campionati, sia a livello senior. Il settore giovanile è motivo di orgoglio per noinon tanto per i risultati sportivi, che pure non sono mancati (ad esempio siamo sta-ti campioni regionali under 13 femminile), quanto per il numero sempre crescen-te di giovani che siamo riusciti ad avvicinare a questo, per noi splendido, sport.Comunque, tanto per fare alcuni esempi, abbiamo due nostre tesserate (in presti-to in questa stagione presso altre società, Alessandra Tava e Giulia Leva, nate nel1991 ) che nonostante la loro ancora giovane età fanno parte stabilmente della ro-sa della nazionale italiana di categoria e partecipano, con le loro squadre di club,a campionati nazionali di serie A2 (rispettivamente a Viterbo e Bologna). Abbiamocirca 80 atleti tesserati per il basket e 50 per quanto riguarda il minibasket. Par-tecipiamo inoltre al campionato regionale di serie D maschile e di serie B femmi-nile, mentre a livello giovanile, prendiamo parte ai campionati under 14 e under 13 maschile e under 15 femminile; disputiamo,inoltre, il campionato 3 contro 3 maschile ed i vari tornei minibasket organizzati dal comitato provinciale. Abbiamo operato an-che nelle scuole primarie offrendo, grazie alla preziosa opera di una nostra istruttrice (Cermelli Desi) ed in collaborazione con leistituzioni scolastiche competenti per territorio, corsi di avvicinamento a basket e minibasket e da quest’anno abbiamo estesoquesta attività (grazie all’aiuto di Michele Meardi) anche nella scuola di un comune vicino, Molino dei Torti. In questi anni abbia-mo sempre cercato di ampliare il nostro bacino di utenza, sia facendo attività di propaganda nei comuni limitrofi sia operando di-rettamente in alcune di queste realtà; abbiamo allacciato contatti con le amministrazioni di Tortona, Sale e Casei Gerola, tantoper citare alcuni esempi, ed in alcuni di questi casi, come a Sale, abbiamo svolto in loco corsi di basket e ginnastica. Da que-st’anno, invece, promuoviamo corsi di basket e minibasket femminile nella città di Tortona. Ci occupiamo, inoltre, anche del-l'organizzazione di corsi di ginnastica per adulti sia mattutini che serali.

Mi chiamo Alessandra Tava, sono nata aVoghera 18 anni fa e la mia famiglia èsempre stata accomunata dalla passione

per lo sport e per uno stile di vita sano. Pratico attività sportiva sin da piccola: a 4 anni hoiniziato a giocare a basket e a tennis poi, all'età di10 anni, ho scelto di dedicarmi esclusivamentealla pallacanestro. A 11 anni sono entrata a farparte della selezione regionale piemontese e a 14anni è arrivata la prima convocazione dallanazionale. Ad oggi, ho disputato quattrocampionati europei e ricevuto grandissimesoddisfazioni. Attualmente vivo a Roma, dove misono trasferita tre anni fa per seguire il miosogno, incurante dei rischi e delle perplessitàdegli altri. Nonostante le difficoltà iniziali, orasono una ragazza serena e, nel corso di questianni trascorsi nella capitale, sono cresciuta alivello personale e diventata tre voltecampionessa d'Italia insieme con la mia squadra.La mia carriera sportiva è soltanto all'inizio, maspero che possa riservarmi grandi successi esoddisfazioni anche in futuro: se il mio sogno nondovesse realizzarsi, però, non mi pentirei dellescelte fatte finora, poiché ho tratto grandiinsegnamenti dal basket e non avrei potutoacquisire altrove un così grande bagaglio diesperienza.

Istruire è importante, educare è fondamentale…

Basket Club Castelnuovo Scrivia: l'esperienza, la tenacia,gli errori, l'autocritica e il confronto con gli altri

Fabio Colnaghi

Lo sport regala principi di vita sempre validi,non solo in campo: l'appartenenza ad unasquadra, la necessità di relazionarsi con gli altri,l'umiltà, la volontà di superare i propri limiti, ilsacrificio in nome di ciò in cui si crede. Questivalori sono fondamentali per vivere e diventareun vero uomo o una vera donna,indipendentemente dalla disciplina che sipratica, sia questa basket, calcio o atletica. Nonè necessario cimentarsi nello sport a livelloagonistico per capire quanto possa essere utilenella quotidianità. La passione sportiva è unica,sia a livello agonistico che amatoriale, e leemozioni che si provano in entrambi i casi sonoidentiche. Lo sport è uno stile di vita. La vita elo sport corrono parallelamente e fare sport tieduca a vivere. Si potrebbero riempire pagine epagine descrivendo le sensazioni provate sulcampo, l'importanza di una sconfitta al posto diuna vittoria, il benessere che senti quando, dopouna partita faticosa, puoi concederti un sorsod'acqua, la soddisfazione che deriva dallaconsapevolezza di migliorare giorno per giorno.Ma non solo: le nuove amicizie, i legami profondiche rimarrano nel tempo dopo aver condivisotante emozioni...Il messaggio che voglio lanciare è: vita=sport, sport=salute, salute=felicità,felicità=vita, e, aggiungerei, VITA SERENA.

Il punto di vista

Sport è vitaParla Alessandra Tava, 3 voltecampionessa italiana di Basket

Alessandra Tava, foto Associazione Nazionale Basket

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Progetto grafico eimpaginazione: Associazione Il MosaikoKids Fotografie: ClaudioBertoletti, Beppe Sacco,Studio Controluce,Manuela Gandolfi.

AssociazioneIl Mosaiko Kids ®

Via C. Alberto, 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL)

Vietato riprodurresenza autorizzazionetesti, fotografie eimpostazione grafica

RedazioneDirettore Resp.: AntonellaMariotti.Presidente: Mimma Franco.Marta Lamanuzzi - DavideVarni - Claudio Bertoletti -Manuela Gandolfi - RiccardoTorti - Elisa Setti - ValeriaMilanese - Adelina Cacciola -Katia Ferrari - EmanuelaBarbieri - Paola Olivieri -Cecilia Mariotti - LauraMandirola - Marco Mandirola -Irene Gavio - Chiara Ghibaudi- Beatrice Bianchi - AndreaTava- Lara Lunaschi -Francesco Valle - Paolo Cazzini- Chiara Curone.

SegreteriaMimma Franco, Elisa Setti.

L’inquietudine e la paura verso ciò che nonconoscevo si sono immediatamente dissolte nelmomento in cui mi sono ritrovata all’interno diquesta “grande famiglia”.Una famiglia che davvero cresce insieme a te eche ti offre la possibilità di provare emozioni esituazioni, che senza il loro aiuto non avrei maivissuto, come la partecipazione al CongressoFederSerd tenutosi a Padova, al cui internoabbiamo avuto la possibilità di relazionare emostrare il progetto da noi elaborato e dal titolo:“Crescere che fatica! Il potere educativo dellosport: the truck project”È stato bellissimo ed estremamente costruttivo,un’esperienza che spero di poter rivivere conulteriore entusiasmo.

I ragazzi del Mosaiko

a Padovada pag. 5

Un lodevole contributo

Per la primavolta hoavuto

l'occasione di relazionare ad un congresso inmerito ad un argomento diestrema importanza e attualità, alla presenza diun uditorio composto esclusivamente daprofessionisti del settore.Non solo, ho anche avuto modo di conoscerediverse persone con le quali ho trascorso momentipiacevoli e scambiato opinioni su diversiargomenti. Pertanto sono molto grato a MimmaFranco e a quanti mi hanno reso partecipe diquesta esperienza. Spero vivamente di poterprender parte ad altre iniziative simili di cuiconsidero lodevole il contributo alla diffusione eallo sviluppo della cultura.

Paolo Cazzini

Emozionante vederescorrere le diapositive

Personalmenteho trovatol’esperienza a

Padova positiva. Credo fermamente in questoprogetto e ringrazio molto i miei compagni diviaggio.Nonostante il mio contributo nel corso dellaconferenza sia stato solo di natura tecnica, sonomolto interessato all’argomento trattato perchémi riguarda in prima persona come adolescenteesposto al rischio di cedere a facili e pericolosetentazioni.

Francesco Valle

Tra il vociferare della panchina e del pubblico sugli spalti, sento una mano sulla mia spalla e una voce chedice: “Irene, tocca a te!”. In quell’istante tutto si ferma, una stretta allo stomaco e… un fischio: “Cam-bio”. Quell’attimo infinito, quello vale tutta la partita; mentre mi alzo e il mio piede supera la linea delcampo tra me e me penso: “Sono dentro, devo dare il meglio, per me e per la squadra!!”. Per un istantela paura mi attanaglia e fa da padrona… poi sento le voci delle mie compagne che mi incitano. Comincioa GIOCARE. Questo secondo me è il momento più bello di una partita di basket… Un momento prima pau-

ra di sbagliare e incertezza, un momento dopo sei già sotto canestro e non ti rendi neanche conto di quello che haifatto... Se vuoi tornare indietro ormai è tardi, puoi solo guardare avanti… Intanto passa il tempo e, in men che non sidica, la partita è già finita.Che si vinca o si perda,in conclusione, ogni ragazza esce dallo spogliatoio con un sorriso semplicemente perché siamoriuscite a divertirci giocando insieme.“…Ciao a tutte… ci vediamo martedì ad allenamento!!!!…”.

“La palestraè vuota,solo pallonee canestro,

tiropermisurare lamia altezza,ma la pallacolpisce ilferro.Sconforto edelusione,la miastatura non arriva alcielo”

A luci spente...Irene Gavio

CRESCERE CHE FATICA! Il potere educativo dello sport...

I perché del nostro progettoL'idea da cui nasce il progetto è in sé semplicissima: ci è parso utile e interessante fotografare le mappe dei sogni di

chi sarà chiamato a costruire il futuro. Ne sono scaturite immagini diverse, apparentemente senza alcun collegamen-to, in realtà tante tessere del mosaico della vita dei ragazzi e degli adulti, della nostra vita. Ci è sembrato doppia-

mente utile farlo proprio in questo momento storico in cui le speranze nate all'inizio del nuovo millennio sono drammatica-mente offuscate dal continuo ricorso alla violenza come unico strumento di risoluzione delle contraddizioni e delle tensionitremende da cui è lacerato il pianeta. C'è da chiedersi se non sarebbe il caso di consegnare il pianeta ai bambini, CHIAVI INMANO... ma la violenza non è l'unico incubo delle nuove generazioni. Su tutti i bambini aleggia l'ombra di un unico nemicoche nessuna ricchezza riesce a sconfiggere: LA SOLITUDINE. In queste pagine abbiamo presentato un estratto del nostro pro-getto quale stimolante lettura per un approfondimento di temi e sentimenti su cui il ritmo vorticoso della nostra esistenzaspesso non ci consente di indugiare.

Mimma Franco

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Il messaggio dellaredazione diMosaiko Kids è

quello che sta scrittonel nostro logo: “Unragazzo che scrive èun ragazzo chepensa”. Il messaggiodella redazione diMosaiko Kids agliadulti è: per educarei figli occorre esserediventati adulti. Oggi non è facile.

Auguri!

Grazie a tutte le persone che permettono a Mosaiko di esistere...

Era il 26 giugno del 2004 quando, invitato co-me rappresentante di FeDerSerD, ho parte-cipato alla serata indetta a CastelnuovoScrivia per la presentazione del mensileMosaiko Kids. In quella circostanza ho in-contrato il Dr Giansisto Garavelli, ho cono-

sciuto il Dr Girardengo e ho avuto il piacere di incon-trare per la prima volta i ragazzi della redazione eMimma Franco (vera anima propulsiva dell’iniziativa edi tutte quelle successive).La serata - era presente il Sindaco di Castelnuovo, ilPrefetto e altre autorità locali - è stata molto parteci-pata e ho apprezzato, da subito, l’evidente attenzionedella popolazione partecipante, e l’impegno dei ragaz-zi. Ho ricevuto, da allora, tutti i numeri di MosaikoKidse posso dire che ho notato una costante crescita dellecompetenze della redazione all’interno di un giornaleche ha acquisito, sempre più, la capacità di proporsicome interlocutore dei giovani, su argomenti a loro ca-ri e con lo stile d’approccio della loro età.Il gruppo ha intrapreso azioni importanti sul versantedella prevenzione del disagio adolescenziale, compren-dendo in questo anche l’uso o abuso delle sostanze stu-pefacenti. Hanno ideato e promosso il Concorso Nazio-nale “Stupefacente è solo la nostra creatività” che pre-vedeva numerose iniziative preventive, tra cui la pro-duzione di slogan e manifesti in cui sono stati coinvol-ti gli studenti delle scuole. Troppo lungo è l’elencodelle iniziative intraprese per poterlo riassumere inqueste poche righe; quello che mi preme è però direa questi giovani che sono consapevole di come il gio-co diventi sempre più pesante man mano che vaavanti. Non dovrà mai mancare il sostegno e l’accompagna-mento degli adulti; i ragazzi non devono essere la-sciati soli, la loro straordinaria capacità e voglia difare (e bene) li spinge su territori sempre più diffici-li da gestire, in cui l’affiancamento di esperti e isti-tuzioni deve essere garantito per poter dare svilup-po e prospettiva (ma anche protezione) al loro im-pegno. La loro maturità e competenza non devono far-ci pensare che siano “come degli adulti”. Non lo dicoin termini riduttivi bensì, con senso di responsabilità eaffetto, per la convinzione che vada tutelato il loro di-ritto di essere giovani e di vivere come tali.Mi spiego. Lo sforzo collettivo della redazione è sempre stato

quello di coniugare le aree d’interesse degli adole-scenti (locali e divertimento, immagine di sé, il gruppodegli amici, frustrazioni scolastiche, rapporto con i ge-nitori, ecologia, informatica, uso del cellulare, rappor-to con l’alcol e le sostanze stupefacenti) con un ap-proccio competente ed esperto derivato, attraverso in-terviste e testimonianze, dal mondo adulto.Si tratta di una grossa assunzione di responsabilità,perché richiede di investire sé stessi in un ruolo di pon-te tra generazioni; tale azione richiede la capacità dimettere da parte (almeno temporaneamente) la pro-pria dimensione giovanile-adolescenziale, per poter in-troiettare e riproporre ai propri pari impostazioni men-tali specifiche di classi d’età a cui non si appartiene(gli adulti).La cosa fondamentale in questo gioco di ruoli è nonperdere la propria identificazione con il mondo degliadolescenti, di non diventaredei “giovani invecchiati”.Di non essere i “portavoce”del pensiero adulto all’internodella propria generazione; dinon essere snaturati nella pro-pria spontaneità, nel propriodiritto ad essere sventati e ir-razionali, di continuare a per-mettersi di vivere la curiosità,la ricerca, le umoralità delmondo giovanile senza esseresempre costretti a dirsi cosa e“giusto” o “sbagliato”.Lo sviluppo delle attività delgiornale e gli incontri che, ne-gli anni, ho avuto con questigiovani mi dicono che le cosestanno procedendo in modocorretto. Insisto comunque nel racco-mandare agli adulti, che li aiu-tano e sostengono, che vengasempre preservato il loro di-ritto ad essere adolescenti equindi portatori di tutte quel-le caratteristiche, potenziali-tà e anche del diritto a com-mettere errori che sono spe-cifici della loro età.

Infine desidero dichiarare a loro e a tutti voi che, al-l’interno degli ambiziosi e numerosi obiettivi di pre-venzione che questo gruppo si è dati, il più importan-te è stato già raggiunto: il lavorare in gruppo, colti-vare ideali, gestire responsabilità ha già permesso aquesti giovani di esercitare un’azione preventiva suloro stessi; questo è il più importante esempio che laloro attività ci consegna e che, spero, possa essereimitato da molti altri loro coetanei.

Con affetto e ammirazione

Dr Edoardo Cozzolino

Presidente FeDerSerD LombardiaDirettore della Struttura Complessa Ser.T. 1ASL di Milano

Il 30 novembre 2009 ènato Filippo, figlio diPaolo Morgavi e SilviaSacco, Vicesindaco delcomune di CastelnuovoScrivia.Caro Filippo, ti aspettiamoin redazione!

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TERESA BENSICasalinghi, Liste Nozze, Bomboniere

I ragazzi del Mosaiko nondevono essere lasciati soli

Grazie dottor Cozzolino! Le sue parole sono per noi un grande sostegno...

Mimma Franco e i ragazzi del Mosaiko