Il mondo magico del Medio Evo Comunicato stampa · “O valioso tempo dos maduros” Mário de...

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Informativo bimestrale del Consolato Generale di San Marino per la comunità di lingua italiana in America Latina - Anno XX - Numero 4 - 2010 20 anos Il mondo magico del Medio Evo Il nuovo ambasciatore di San Marino in Italia, Daniela Rotondaro, è stata ricevuta ieri mattina al quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la presentazione delle lettere credenziali. Insieme alla Rotondaro sono stati accreditati ieri da Napolitano anche Romeo L. Manalo, Repubblica delle Filippine; Somsakdi Suriyawongse, regno di Thailandia; Saywan Sabir Mustafa Barzani, repubblica dell’Iraq; Iztok Mirosic, Repubblica di Slovenia. Tutti i nuovi ambasciatori sono stati ricevuti in udienza privata, alla presenza anche del ministro per le Pari Opportunità Maria Rosaria Carfagna. Comunicato stampa La TV nazionale coreana KBS a San Marino La troupe gira un documentario per far conoscere la repubblica a tutto tondo Dopo l’emittente statunitense Wealth TV, l’emittente radiotelevisiva pubblica tedesca Sudwestrundfunk SWR, la TV nazionale giapponese NHK, il canale 414 di SKY Marcopolo-Tv, l’emittente televisiva privata giapponese TBS (Tokyo Broadcasting System), la Tv Nazionale Croata HRT (Hrvatska radiotelevizija), e Rai Uno (“Easy driver”), anche la TV Coreana è salita sul Monte Titano per girare un docu- mentario su San Marino. Si tratta della emittente nazionale pubbli- ca KBS (Korea Educational Broadcasting System) della Corea del Sud. L’iscrizione nella lista del Patrimonio Unesco – è il commento del Segretario di Stato, Fabio Berardi - ha indubbiamente accresciuto il prestigio e l’attrattiva del nostro paese nel palcoscenico interna- zionale e con essi l’interesse dei grandi media. L’attenzione delle televisioni di altri paesi contribuisce a diffondere la conoscenza della nostra realtà in tutto il mondo, con il suo patrimonio ambien- tale, monumentale, istituzionale e storico, ed avrà una ricaduta positiva anche sulla qualità e quantità del flusso turistico. La troupe coreana è a San Marino da sabato scorso e rimarrà fino a sabato31 luglio prossimo. Ha già fatto riprese durante le Giornate medioevali e intervistato il Presidente della Federazione Balestrieri Sammarinese, Paolo Mucci- oli. Durante questa settimana ha in programma la ripresa di monu- menti, musei e luoghi caratteristici, e alcune interviste di approfon- dimento della storia e delle tradizioni particolari. Tra gli altri settori che verranno approfonditi, anche quello dell’enogastronomia tipica e dello sport. Il Network KBS, in tutti I suoi canali: TV, radio, website, Tv via Internet e trasmissioni via satellite e telefoni cellulari, è molto conos- ciuto per i suoi documentari e programmi educativi. Il suo compito principale è infatti quello di promuovere l’istruzione a livello nazio- nale, soprattutto tra i giovani. La grinta di Ornette Coleman sul palco del San Marino Jazz Festival Un evento nell’evento, il grande Ornette Coleman si è esibito ieri sul palco del San Marino Jazz Festival di fronte ad un pubblico elettrizzato ed emozionato. Una platea composta da più di 400 persone, con fans “armati” dei suoi cd, molti dei quali venuti dall’estero pur di poterlo ascoltare, ha applaudito il grande artista, uno dei più grandi e indiscussi protagonisti e innovatori del jazz degli ultimi cinquant’anni. L’Ornette Coleman Two Bass Quartet si è presentata ieri sul palco con la seguente composizione: Ornette Coleman (sax, trumpet and violin), Denardo Coleman (drums), Tony Falanga (bass), Al McDo- well (bass). Il sassofonista e compositore americano Coleman, classe 1930, tra i fondatori del Free Jazz negli anni Sessanta, oggi continua a stupi- re, alla veneranda età di 80 anni, con una grinta e un carisma che inonda chiunque lo ascolti. Ma quello che più stupisce di Coleman è la grande gentilezza ed umiltà con cui si offre ai suoi fans condi- videndo insieme a loro l’amore per la grande musica. L’artista americano ha appassionato ancora una volta gli intendi- tori con le sue improvvisazioni imprevedibili e ha dato con la sua presenza grande lustro a questa prima edizione del San Marino Jazz Festival. Stasera, a chiudere la parata di grandi della musica jazz, saranno gli Yellow Jackets con la loro fusion. “O valioso tempo dos maduros” Mário de Andrade Contei meus anos e descobri que terei menos tempo para viver daqui para a frente do que já vivi até agora. Tenho muito mais passado do que futuro. Sinto-me como aquele menino que recebeu uma bacia de cerejas. As primeiras, ele chupou displicente, mas percebendo que faltam poucas, rói o caroço. Já não tenho tempo para lidar com mediocridades. Não quero estar em reuniões onde desfilam egos inflamados. Inquieto-me com invejosos tentando destruir quem eles admiram, cobiçando seus lugares, talentos e sorte. Já não tenho tempo para conversas intermináveis, para discutir assuntos inúteis sobre vidas alheias que nem fazem parte da minha. Já não tenho tempo para administrar melindres de pessoas, que apesar da idade cronológica, são imaturos. Detesto fazer acareação de desafectos que brigaram pelo majestoso cargo de secretário-geral do coral. ‘As pessoas não debatem conteúdos, apenas os rótulos’. Meu tempo tornou-se escasso para debater rótulos, quero a essência, minha alma tem pressa... Sem muitas cerejas na bacia, quero viver ao lado de gente humana, muito humana; que sabe rir de seus tropeços, não se encanta com triunfos, não se considera eleita antes da hora, não foge de sua mortalidade, Caminhar perto de coisas e pessoas de verdade, O essencial faz a vida valer a pena. E para mim, basta o essencial! Mário de Andrade - (1893-1945) L’Amb. Daniela Rotondaro, presenta le credenziali al Presidente Napolitano. Uma....meditação estiva! Palmeiras, la vittoria è nostra! Ancora un grande evento d’arte dalla ECSO per promuo- vere San Marino attraverso il binomio turismo/cultura Grande afflusso di visitatori per l’inaugurazione della mostra “La fine delle avanguardie, da De Chirico a Guttuso”, che si è aperta ieri alle ore 20,00 nella Galleria Galleria San Marino Palazzo Arzilli, alla presenza del Segretario di Stato per il Turismo, Fabio Berardi, e del Segretario di Stato per la Cultura, Romeo Morri. La mostra, promossa dall’Associazione ECSO, già curatrice lo scor- so anno della esposizione dedicata a Andy Warhol, propone una selezione di 26 opere di 16 grandi artisti italiani del Novecento: da Balla a Casorati, da De Chirico a Sironi, Perilli, Guttuso, prodotte in un arco di tempo dal 1920 al 1960. Opere che sono rimaste come tracce indelebili di un periodo in cui la cultura, l’economia, la poli- tica, la società, gli equilibri tra le potenze , in tutta Europa, sono cambiati profondamente. “L’evento – ha detto il Segretario di Stato Berardi - è tra i più importanti del nostro calendario 2010 e porta un contributo molto apprezzabile al turismo e alla crescita culturale della popolazione. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, gli sponsor importanti, come la Fondazione Cassa di Risparmio, e, in particolare, l’associazione ECSO che torna, un anno dopo Andy Warhol, a proporci un evento di indubbio valore, contribuendo a rinforzare e a dare corpo a quel cambiamento di corso che auspico per qualificare il turismo e per riparametrare le politiche di valori- zzazione del Paese in coerenza col riconoscimento Unesco”.

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Informativo bimestrale del Consolato Generale di San Marino per la comunità di lingua italiana in America Latina - Anno XX - Numero 4 - 2010

20 anos

Il mondo magico del Medio Evo

Il nuovo ambasciatore di San Marino in Italia, Daniela Rotondaro, è stata ricevuta ieri mattina al quirinale dal Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano per la presentazione delle lettere credenziali.Insieme alla Rotondaro sono stati accreditati ieri da Napolitano anche Romeo L. Manalo, Repubblica delle Filippine; SomsakdiSuriyawongse, regno di Thailandia; Saywan Sabir Mustafa Barzani, repubblica dell’Iraq; Iztok Mirosic, Repubblica di Slovenia.Tutti i nuovi ambasciatori sono stati ricevuti in udienza privata, alla presenza anche del ministro per le Pari Opportunità MariaRosaria Carfagna.

Comunicato stampaLa TV nazionale coreana KBS a San MarinoLa troupe gira un documentario per far conoscere

la repubblica a tutto tondoDopo l’emittente statunitense Wealth TV, l’emittenteradiotelevisiva pubblica tedesca SudwestrundfunkSWR, la TV nazionale giapponese NHK, il canale 414di SKY Marcopolo-Tv, l’emittente televisiva privata

giapponese TBS (Tokyo Broadcasting System), la Tv NazionaleCroata HRT (Hrvatska radiotelevizija), e Rai Uno (“Easy driver”),anche la TV Coreana è salita sul Monte Titano per girare un docu-mentario su San Marino. Si tratta della emittente nazionale pubbli-ca KBS (Korea Educational Broadcasting System) della Corea delSud.L’iscrizione nella lista del Patrimonio Unesco – è il commento delSegretario di Stato, Fabio Berardi - ha indubbiamente accresciutoil prestigio e l’attrattiva del nostro paese nel palcoscenico interna-zionale e con essi l’interesse dei grandi media. L’attenzione delletelevisioni di altri paesi contribuisce a diffondere la conoscenzadella nostra realtà in tutto il mondo, con il suo patrimonio ambien-tale, monumentale, istituzionale e storico, ed avrà una ricadutapositiva anche sulla qualità e quantità del flusso turistico.La troupe coreana è a San Marino da sabato scorso e rimarrà finoa sabato31 luglio prossimo.Ha già fatto riprese durante le Giornate medioevali e intervistato ilPresidente della Federazione Balestrieri Sammarinese, Paolo Mucci-oli. Durante questa settimana ha in programma la ripresa di monu-menti, musei e luoghi caratteristici, e alcune interviste di approfon-dimento della storia e delle tradizioni particolari. Tra gli altri settoriche verranno approfonditi, anche quello dell’enogastronomia tipicae dello sport.Il Network KBS, in tutti I suoi canali: TV, radio, website, Tv viaInternet e trasmissioni via satellite e telefoni cellulari, è molto conos-ciuto per i suoi documentari e programmi educativi. Il suo compitoprincipale è infatti quello di promuovere l’istruzione a livello nazio-nale, soprattutto tra i giovani.

La grinta di Ornette Coleman sul palco delSan Marino Jazz Festival

Un evento nell’evento, il grande Ornette Coleman si è esibito ierisul palco del San Marino Jazz Festival di fronte ad un pubblicoelettrizzato ed emozionato.Una platea composta da più di 400 persone, con fans “armati” deisuoi cd, molti dei quali venuti dall’estero pur di poterlo ascoltare,ha applaudito il grande artista, uno dei più grandi e indiscussiprotagonisti e innovatori del jazz degli ultimi cinquant’anni.L’Ornette Coleman Two Bass Quartet si è presentata ieri sul palcocon la seguente composizione: Ornette Coleman (sax, trumpet andviolin), Denardo Coleman (drums), Tony Falanga (bass), Al McDo-well (bass).Il sassofonista e compositore americano Coleman, classe 1930, trai fondatori del Free Jazz negli anni Sessanta, oggi continua a stupi-re, alla veneranda età di 80 anni, con una grinta e un carisma cheinonda chiunque lo ascolti. Ma quello che più stupisce di Colemanè la grande gentilezza ed umiltà con cui si offre ai suoi fans condi-videndo insieme a loro l’amore per la grande musica.L’artista americano ha appassionato ancora una volta gli intendi-tori con le sue improvvisazioni imprevedibili e ha dato con la suapresenza grande lustro a questa prima edizione del San MarinoJazz Festival.Stasera, a chiudere la parata di grandi della musica jazz, saranno gliYellow Jackets con la loro fusion.

“O valioso tempo dos maduros”Mário de Andrade

Contei meus anos e descobri que terei menos tempo para viver daqui para a frente do que já vivi até agora.Tenho muito mais passado do que futuro.Sinto-me como aquele menino que recebeu uma bacia de cerejas.As primeiras, ele chupou displicente, mas percebendo que faltam poucas, rói o caroço.Já não tenho tempo para lidar com mediocridades.Não quero estar em reuniões onde desfilam egos inflamados.Inquieto-me com invejosos tentando destruir quem eles admiram, cobiçando seus lugares, talentos e sorte.Já não tenho tempo para conversas intermináveis, para discutir assuntos inúteis sobre vidas alheias que nemfazem parte da minha.Já não tenho tempo para administrar melindres de pessoas, que apesar da idade cronológica, são imaturos.

Detesto fazer acareação de desafectos que brigaram pelo majestoso cargo de secretário-geral do coral.‘As pessoas não debatem conteúdos, apenas os rótulos’.Meu tempo tornou-se escasso para debater rótulos, quero a essência, minha alma tem pressa...Sem muitas cerejas na bacia, quero viver ao lado de gente humana, muito humana; que sabe rir de seus tropeços, não se encanta comtriunfos, não se considera eleita antes da hora, não foge de sua mortalidade, Caminhar perto de coisas e pessoas de verdade, O essencialfaz a vida valer a pena.E para mim, basta o essencial!

Mário de Andrade - (1893-1945)

L’Amb. Daniela Rotondaro, presenta le credenziali al Presidente Napolitano.

Uma....meditação estiva!

Palmeiras,la vittoria è nostra!

Ancora un grande evento d’arte dalla ECSO per promuo-vere San Marino attraverso il binomio turismo/cultura

Grande afflusso di visitatori per l’inaugurazione della mostra “Lafine delle avanguardie, da De Chirico a Guttuso”, che si è apertaieri alle ore 20,00 nella Galleria Galleria San Marino Palazzo Arzilli,alla presenza del Segretario di Stato per il Turismo, Fabio Berardi,e del Segretario di Stato per la Cultura, Romeo Morri.La mostra, promossa dall’Associazione ECSO, già curatrice lo scor-so anno della esposizione dedicata a Andy Warhol, propone unaselezione di 26 opere di 16 grandi artisti italiani del Novecento: daBalla a Casorati, da De Chirico a Sironi, Perilli, Guttuso, prodotte inun arco di tempo dal 1920 al 1960. Opere che sono rimaste cometracce indelebili di un periodo in cui la cultura, l’economia, la poli-tica, la società, gli equilibri tra le potenze , in tutta Europa, sonocambiati profondamente.“L’evento – ha detto il Segretario di Stato Berardi - è tra i piùimportanti del nostro calendario 2010 e porta un contributo moltoapprezzabile al turismo e alla crescita culturale della popolazione.Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, glisponsor importanti, come la Fondazione Cassa di Risparmio, e, inparticolare, l’associazione ECSO che torna, un anno dopo AndyWarhol, a proporci un evento di indubbio valore, contribuendo arinforzare e a dare corpo a quel cambiamento di corso che auspicoper qualificare il turismo e per riparametrare le politiche di valori-zzazione del Paese in coerenza col riconoscimento Unesco”.

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Un’intensa, intima tempesta dell’anima che abbiamo vissuto nel riserbotradizionale dei piemontesi sempre attenti a non rivelare troppo cosa siagita loro dentro...A Frossasco, un ridente, ordinatissimo paese non lontano da Torinosi • tenuta la riunione de “I Piemontesi nel Mondo”, storica associa-zione che ha nello splendido Museo dell’Emigrazione la sua sede pi•naturale.

“L’attivissimo attento Presidente, ha fatto da anfitrione, insieme alSindaco di Frossasco, e nell’atrio del Museo stesso è sta inauguratauna bellissima targa dal profondo significato evocativo, di un artistapiemontese, sulle cui opere ritorneremo nel prossimo articolo’’.

La visita alle diverse sale del Museo, ora luminose e ora rischiarate daun’opportuna luce attenuata ha visto momenti di allegra curiositˆ alter-nati ad altri nei quali la nostra commozione era tangibile, perch• le fedeliricostruzioni degli ambienti relativi alla vita dei nostri emigranti nonpoteva certo lasciare indifferenti.

Un filmato dell’imbarco, dall’insistito fluire delle onde fino al compariredell’agonata e sconosciuta meta ha via via affievolito i commenti degliastanti per lasciare il posto a un corposo e quasi assoluto silenzio.

Le numerose foto hanno aggiunto altri tasselli a frammenti di una storiache pi• o meno direttamente riguardava tutti i presenti e alla cui memo-ria • bello e giusto che si riservi quell’attenzione per valori e testimoni-anze che non debbono andare perduti.

Chi scrive ha visto con emozione il realistico modello di una trebbiatricea vapore, le foto dei “gauchos” e le montagne di sacchi di grano di cuiaveva sentito parlare dal padre, nato in Argentina da emigranti piemon-tesi dell’800.

Raccolti poi nella sala conferenza, i presenti sono stati salutati concalore da autoritˆ italiane e straniere, tra le quali il Console Generaledell’Argentina, che con numerosi interventi hanno ripreso e sottoline-ato il valore della memoria e la memoria dei valori esportati, testimoniati

e affermati da tanti nostri emigranti.

Un messaggio di saluto di Roberto Cota, Presidente della Regione Pie-monte ha aperto la fase ufficiale dell’incontro nel quale sono state distri-buite targhe d’onore a piemontesi distintisi nel tenere alta la bandieradella nostra regione con un silenzioso e magnifico lavoro all’estero:nell’impossibilit ̂di farne un elenco completo ricorderemo il dott. Giuse-ppe Lantermo di Montelupo, da vari lustri in Brasile dove ricopre, tra lealtre, la carica di Direttore del Desk delle Camere di Commercio Piemon-tesi, una splendida fanciulla Ufficiale dei Carabinieri di ritorno da unlungo servizio all’estero, e un combattivo giovanotto “over 80” chefiero del cappello da alpino, ha affermato con forza il rispetto che i nostriemigranti hanno sempre dimostrato per le leggi dei Paesi ospitanti.

Naturale il rammaricato paragone con l’odierna situazione nostrana,paragone accolto con uno spontaneo e scrosciante applauso da tutti ipresenti.

La parte ufficiale della cerimonia terminava con la citazione di emigrantidi ieri e di oggi affermatisi ovunque ai massimi livelli, e molti dei presentisi saranno certo ripromessi o almeno augurati una visita del pi• famosoristorante italiano di New York, oggi sede locale dell’Associazione.

L’atmosfera per˜ era quella giusta e il Sindaco di Frossasco si impegna-va a fondo con grande simpatia per guidare i presenti nella visitaall’annesso Museo del Gusto e annessa esposizione di vini e prodottitipici nostrani:quale migliore anteprima per il seguente pranzo, che ha letteralmentedeliziato i fortunati che ne hanno potuto assaporare le numerose egustose raffinatezze.

Se mai l’espressione “il tempo fugge” ha avuto un significato, a Fros-sasco abbiamo tutti lamentato il momento del rientro perch• arrivati dasconosciuti siamo poi ripartiti lasciando degli amici che abbiamo sentitoprofondamente vicini.

Gente “di noi”, che ricorderemo e che vorremo rivedere.

Non era una riunione: era un’emozione.Testo di Gianfranco Lenti

Republica de San MarinoA Sereníssima República de San Marino (tambémconhecido como São Marinho e São Marino – emitaliano: Serenissima Repubblica di San Marino) éum país situado nas Montanhas Apeninas. Ele éum enclave encravado, completamente envoltopela Itália. Seu tamanho é de apenas 61 km² comuma população estimada em 30 000 hab, das quais99% segue a religião Católica. Sua capital é a Cida-de de San Marino. Um dos microestados euro-peus, junto com Liechtenstein, Vaticano, Mônaco,Andorra, e Malta, San Marino tem a menor popu-lação de todos os membros do Conselho da Europa.San Marino é o mais antigo Estado soberano e república constitucionaldo mundo, tendo sido fundada em 3 de setembro de 301 por Marinus deRab. Diz a lenda que Marinus deixou Rab, então uma colônia romana,em 257, quando o futuro imperador, Diocleciano, emitiu um decretosolicitando a reconstrução dos muros da cidade de Rimini, que haviasido destruída por piratas Libúrnios.A Constituição de San Marino, promulgada em 1600, é a mais velhaconstituição do mundo ainda em exercício. Ela estabelece uma formaparlamentar de governo. O parlamento, chamado de Grande e GeralConselho, possui sessenta membros e é presidido por dois capitães-regentes, que são Chefes de Estado por um prazo de seis meses. Opoder executivo é exercido pelo Congresso de Estado, formado dedez conselheiros escolhidos entre os membros do Grande e GeralConselho.Apesar de não ser muito industrializado, San Marino tem uma dasmaiores rendas per capita da Europa. O turismo é a principal fonte derenda do país, devido sua proximidade com o porto de Rimini, no marAdriático. Outras fontes de renda são os bancos, produtos eletrôni-cos e cerâmicas. Cultivam-se vinhas e cereais e criam-se ovinos noscampos.O país destaca-se também por realizar uma das etapas do Grande Prêmiode Fórmula 1, o Grande Prêmio de San Marino, e da mundial de MotoGP,o Grande Prêmio de San Marino de MotoGP. O primeiro evento foi feitode 1963, e a partir de 1981, passou a ser disputado regularmente. Em1994, houve um famoso incidente, onde os pilotos Ayrton Senna eRoland Ratzenberger morreram em dias consecutivos.São Marinho tem uma das menores forças armadas do mundo. Seusdiferentes ramos têm variadas funções, incluindo: desempenho cerimo-nial, patrulhamento das fronteiras, montar guarda em prédios do gover-

no, da polícia e de assistêncianos principais processos pe-nais. Existe também uma polí-cia, que é tecnicamente partedas forças militares da Repúbli-ca Sereníssima.

HistóriaPor volta do século XII, SanMarino já tinha uma configura-ção política, com seus estatu-tos e cônsules, e devido ao iso-lamento geográfico conseguiu

manter-se independente, apesar da rivalidade en-tre nobres e bispos vizinhos. Em meados do sécu-lo XV, San Marino era uma república regida por umconselho de sessenta membros. No século XVI,foi ocupada temporariamente por César Bórgia.Tentativas de anexação aos Estados Pontifícios,no século XVIII, marcaram o declínio da república.Quando Napoleão invadiu a Itália, respeitou a in-dependência da República de São Marino e che-gou a propor a extensão de seu território em 1797.Mais tarde, o Congresso de Viena (1815), no final

das guerras napoleônicas, reconheceu a soberania do país. Durante omovimento de unificação da Itália, São Marino ofereceu asilo a revolu-cionários, entre os quais Giuseppe Garibaldi. Depois que a Itália seunificou, uma série de tratados — o primeiro deles em 1862 — confir-mou a sua independência.A república adotou o regime fascista, em consonância com a políticaitaliana, e em 1944 foi invadida por soldados alemães, bombardeada eocupada pelas forças aliadas. Recuperada a independência, San Mari-no foi governado por uma coligação de comunistas e socialistas até1957, quando chegou ao poder uma aliança entre o Partido DemocráticoCristão e o Partido da Democracia Socialista. Em 1978, comunistas esocialistas voltaram ao governo, no qual se mantiveram depois daseleições de 1983.Em julho de 1986, a crise política resultante de um escândalo financeiroque envolveu socialistas levou à formação de uma nova coligação entredemocrata-cristãos e comunistas. Em 1990, o Partido Comunista pas-sou a se chamar Partido Democrático Progressista. Dois anos depois,os democrata-cristãos aceitaram formar um governo conjunto com ossocialistas e decidiram não fazer novas alianças com os progressistas,devido à derrocada do comunismo na Europa.

GeografiaSan Marino é um pequeno país localizado no sul da Europa, um enclaveno centro da Itália. Está situado entre as regiões de Emília-Romagna eMarche. Até a independência de Nauru em 1968, San Marino era omenor Estado republicano do mundo. Seu território é montanhoso,incrustado no Monte Titano, ramificação oriental dos Apeninos. O Picode la Rocca (749 m) é o ponto mais alto do país. San Marino possui climamediterrânico.

Demografia· Composição étnica: samarinenses, italianos e outros.· Religião: · Catolicismo (90%).· Idiomas: · italiano (oficial) e dialeto romanholo.

PolíticaA constituição de San Marino tem origem nos estatutos de 1600 eestabelece a forma parlamentar de governo. Com sessenta mem-bros, o Grande e Geral Conselho (Parlamento) é presidido por doiscapitães-regentes que são chefes de estado por um prazo de seismeses. O poder executivo é exercido pelo Congresso de Estado,formado de dez conselheiros escolhidos entre os membros do Gran-de e Geral Conselho.

L’attivissimo Presidente “Storico” dei Piemontesi nel mondo, Grand Ufficiale Michele Colombino, è stato come sempre uneccezionale anfitrione, insieme al Sindaco di Frossasco.

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“Oggi è in visita uf.ciale a San Marino, Jaume Bartumeu, primoministro del Principato di Andorra ed è questa certamenteun’occasione per meditare sul ruolo dei Piccoli Stati”. Lo scriveEpifanio Troina, dell’Usl che spiega come “Oltre la metà dei Paesidell’Onu sono piccoli Stati e possono avere un importantissimoruolo nel contesto internazionale purché coordinino le loro poli-tiche ed agiscano all’unisono per aumentare insieme il loro pesointernazionale. La capacità di mediazione di un piccolo Paese suitemi fondamentali è, rispetto a quella dei grandi Paesi, certamen-te superiore e lo testimonia la storia degli stessi e questo permet-te il dialogo interculturale, interreligioso, interetnico, intersoci-ale. I piccoli Stati faticano a vedere riconosciuto, da parte deipropri grandi vicini, il diritto ad avere una propria sovranità e unproprio spazio economico, nonostante sia stata scelta la stradadel rispetto delle norme internazionali. Da San Marino ad Andor-ra, da Monaco a Macao, Nauru e Belau, Liechtenstein e Monte-negro, dalla .scalità ai diritti umani, dalla cultura all’arte contem-poranea, dallo sport alla televisione, occorre costruire la Policy,questa è la via da percorrere, individuare la strategia comune chepermetta la valorizzazione del ruolo dei Piccoli nel contesto inter-nazionale, perché, a dispetto delle loro dimensioni, possano di-venire grandi protagonisti”.

Considerato uno dei Piccoli Stati d’Europa, San Marino ha tutta-via delle particolarità che lo rendonounico. Grazie a dati e informazioni reperiti da alcuni esperti siamo ingrado di offrire un paragone dialcuni indicatori della realtà sammarinese paragonati agli altri sta-terelli europei.Iniziamo subito dalla storia. San Marino con la sua fondazione nel301 d.C. è lo stato indipendente piùantico del mondo.Città del Vaticano (il più piccolo) è indipendente dal 1929, il princi-pato di Andorra dal 1278 (ma è una sorta di duplice protettorato), ilprincipato di Monaco dal 1338, il principato del Liechtenstein dal1866 e il Gran Ducato del Lussemburgo dall’anno dopo. Il Titano èuno stato enclave, al pari della Città del Vaticano e di Montecarlo,mentre il Liechtenstein ad esempio non lo è.Con i sui 61,5 chilometri quadrati è il terzo più piccolo dopo i 0,5kmq di Città del Vaticano e i 5 kmq delprincipato di Monaco (il Liechtenstein ne misura 160 e Andorraben 468 kmq).Attraverso i dati del Forum Ambrosetti2009, la crescita della popolazione èpressoché dovuta all’immigrazione an-ziché alle nascite. La densità di popola-zione del Titano, con circa 500 abitantiper km q lo fa simile ad Andorra, anchese a differenza del paese tra Spagna eFrancia, San Marino ha una popolazio-ne di stranieri residenti pari al 14,4%mentre ad Andorra raggiunge il 63,6%(nel Liechtenstein si ferma al 33,6%).Ma è analizzando gli indicatori econo-mici che si notano le differenze: a SanMarino la Pa pesa per il 18% come tota-

Piccoli Stati:San Marino è unico

le dei lavoratori impiegati, mentre nel Liechtenstein il dato scendeal 5% e ad Andorra si ferma al 12%. Analizzando la forza lavoro siscopre che i “frontalieri” a San Marino sono circa il 30% dei lavo-ratori, mentre nel Liechtenstein arrivano .no al 50% e ad Andorrainvece si fermano al 6%.Il dato però più difforme lo si registra sul numero delle imprese e laloro grandezza e forza occupazionale.San Marino ha una media di una impresa ogni 5 abitanti, il doppiodi Liechtenstein o Andorra (rispettivamente una ogni 10 e unaogni 11 abitanti). Delle imprese presenti a San Marino il 95% occu-pa meno di 10 dipendenti, mentre in Liechtenstein ad esempio,sono presenti oltre 18 multinazionali con 250 dipendenti ciascuna.Il dato bancario in.ne mostra come sul Titano (nel 2008) con 12banche la raccolta ammontava a 13,8 miliardi di euro (una media di1 miliardo per banca), ad Andorra con solo 5 banche la raccoltaraggiungeva i 20 miliardi (4 per banca), mentre in Liechtenstein con15 banche la raccolta superava i 105 miliardi (con una media di 7 perbanca).

Venerdì scorso la Guardia di Rocca-Compagnia di Artiglieria, rappre-sentata dal tenente Marco Ciacci hapartecipato alla base militare USAdi Vicenza alle celebrazioni del234esimo anniversario della dichia-razione di indipendenza degli StatiUniti d’America, anticipate di duegiorni rispetto alla data del 4 luglio,per quanto attiene l’aspetto milita-re. L’invito è arrivato direttamentedal colonnello Erik Daiga, coman-

dante della base ‘Ederle’ di Vicenza, amico della Repubblica diSan Marino e già ospite della Guardia di Rocca-Artiglieria inoccasione della Festa di Santa Barbara, patrona degli Artiglieri,che ogni 4 dicembre si celebra al Piano dei Mortai della PrimaTorre.La cerimonia è consistita nello schieramento delle bandi-ere dei 50 Stati che compongono gli Stati Uniti d’America, nellapreghiera del cappellano militare, nell’esecuzione degli inni na-zionali, nella consegna di riconoscimenti ad alcuni militi delCorpo degli Alpini e nel discorso che il comandante dellabase. Al termine della cerimonia, l’uf.ciale sammarinese è statoricevuto dall’alto comando americano, provvedendo al tradizi-onale scambio dei doni.Nell’occasione, il comandante Daiga ha rinnovato sentimentidi amicizia e simpatia verso le istituzioni militari sammarinesiaccettando l’invito a recarsi presto a San Marino.

La popolazione sammarinese sale a quota 31.794 residenti. Il dipar-timento Affari Interni attraverso i servizi demogra- .ci dello StatoCivile ha infatti pubblicato i dati aggiornati al mese di giugno sulmovimento della popolazione.Dati che evidenziano un aumento di 16 individui riguardo i resi-denti e di 24 le nascite, 14 delle quali femmine.Inoltre sono 25 le persone immigrate da oltre con.ne.18 decessi, e il triste primato spetta ancora una volta alle donne: 12quelle morte a giugno (mentre sono stati tre gli uomini. Sono inve-ce 15 gli abitanti emigrati. Sul territorio il totale dei residenti èquindi di 31.794 residenti. Solo a giugno celebrati 37 matrimoni.Nati occasionalmente 2 individui: un maschio e una femmina. De-ceduta, sempre occasionalmente, una persona.

Popolazionesale a quota 31.794: 24

nuovi nati

Guardia di Roccain visita alla base

militare Usa

Il ruolodei Piccoli

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Fedeli al giuramentoed al servizio del Re

Leggendo la sua rievocazione dei fat-ti di Corfù del 1923, mi è tornato allamente che molti anni addietro trovainella libreria di famiglia un libro dimemorie (molto voluminoso)dell’ambasciatore Raffaele Guari-glia, che all’epoca dei fatti era pro-babilmente un uomo di punta dellanostra diplomazia e che raccontavacome da diplomatico sudò le famose“sette camicie” per sistemare le in-temperanze del primo Mussolini checi teneva ad effettuare una prova diforza militare. Mi sembra di ricorda-re che poi Guariglia fu ministro de-gli Esteri del governo Badoglio dopo1’8 settembre 1943. Lei potrebbeaverlo conosciuto oppure aver avu-to consuetudini di lavoro con colle-

ghi più anziani. Potrebbe aggiungere qualche cosa ai mieisbiaditi ricordi?

Emilio Cherubini

Caro Cherubini, Conosco le memorie di Raffaele Guariglia e lesegnalo che ne esiste anche una edizione francese apparsanel 1955, particolarmente interessante perché preceduta dauna prefazione di Georges Bonnet, ministro degli Esteri dellaIII Repubblica nel periodo, dall’ottobre del 1938 al giugno1939, durante il quale l’autore fu ambasciatore a Parigi. Bon-net gli riconosce il merito di avere fatto del suo meglio perevitare l’ingresso dell’Italia nel conflitto. Anche allora, comedurante la crisi italo-greca provocata dall’occupazione italia-na di Corfù, Guariglia cercò di spegnere i bellicosi bollori diMussolini.Quando misi piede per la prima volta a Palazzo Chigi, allorasede del ministero degli Esteri, Guariglia era dal 1948 senatoredel Partito monarchico per il collegio di Salerno. Aveva servi-to il re negli anni di Mussolini, lo servì come ministro degliEsteri nel governo Badoglio dopo il 25 luglio e avrebbe conti-nuato a servire la monarchia se il referendum del 2 giugno1946 non avesse dato alla repubblica un contestato marginedi maggioranza. Non appena ne apprese il risultato scrisse adAlcide De Gasperi una lettera in cui disse che avrebbe rispet-tato la decisione del popolo italiano, pur considerandola “sto-ricamente ingiusta e contraria agli interessi della nazione”.Aggiunse che sarebbe stato pronto a servire ancora il Paese,se il governo lo avesse ritenuto opportuno. Ma non comeambasciatore.Aveva ricoperto quelle funzioni in nome del re in quattro capi-tali (Madrid, Buenos Aires, Parigi, Ankara) e riteneva che unaltro incarico in nome della repubblica sarebbe stato “contra-rio alla sua nozione della dignità di un cittadino e di un funzi-onario”. So che questi atteggiamenti possono sembrare oggiun po’ ampollosi e anacronistici. Ma in un’epoca in cui tuttivogliono ricordare qualcosa e celebrare “giorni della memo-ria”, sarebbe forse giusto riservare qualche minuto anche aquei funzionari e ufficiali che decisero di restare fedeli allamonarchia. Conobbi allora alcuni ufficiali di marina che feceroquella scelta.Qualcuno andò all’estero, soprattutto in America Latina, altritrovarono impiego in aziende private. Non erano fanatica-mente monarchici e furono a tutti gli effetti, negli anni seguen-ti, ottimi repubblicani. Ma non volevano provare l’imbarazzodi un nuovo giuramento. Come tutti i diplomatici Guariglia fu,secondo una famosa definizione inglese, un galantuomo man-dato all’estero per mentire nell’interesse del suo Paese. Mapreferiva vivere l’ultima fase della sua vita (morì nel 1970)senza doversi rimproverare di avere mentito a se stesso.

Amb. Sergio Romano - Tricolore - Agenzia Stampa

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Tel.: 5687.7250 / 5521.8387www.tomatto.com.br

Desde 1983

O melhor pontode encontro da zona Sul

A lavare la testa dell’asino si spreca tempo e sapo-ne.Expression italienne, de la région de Naples. Littéra-lement: “Quand on lave la tête d’un âne, on perd sontemps et son savon.” Une autre façon d’affirmer quec’est gaspiller son temps et ses moyens pour uneactivité aberrante.

Expression chinoise. Littéralement: “Jouer duluth à une vache” – Quiconque donne l’aubadeà une vache, n’a aucune chance d’éveiller sonintérêt ou sa compréhension et gaspille ainsison art, de la même façon que celui “qui jettedes perles aux pourceaux”.

Expressions familières en septlangues et cultures

Ces expressions, souvent imagées, confèrent à chaque langue son coloris spécifique. Elles témoignent de la richesse de la langue et,dès qu’on tente de les traduire, des disparités culturelles. Car, la plupart du temps, elles ne se laissent pas traduire mot à mot, il fautrecourir à des expressions équivalentes dans la langue-cible. Voici quelques indications sur l’origine des expressions photographi-ées, leur signification et leurs correspondances.

Perlen vor die Säue werfen.Expression fréquente dans l’espace germano-phone, mais connue dans tous les pays euro-péens, car elle a pour source une phrase bibli-que. Quiconque jette des perles aux pourceaux,

dilapide quelque chose de précieux et en fait don à un être incapa-ble de l’apprécier, de la même façon que celui qui “joue du luth àune vache”.

Gdyby babcia miala wasy to by byla dziadkiem.Expression polonaise. Littéralement: “Si grand-mèreavait une moustache, elle serait grand-père” – Cetteexpression fait référence à une éventualité irréaliste,inadmissible. Les Français disent: “Avec des ‘si’,on mettrait Paris en bouteille”.

Avec des “si” on mettrait Paris en bouteille.Expression française. Une expression qui faitréférence à un événement qui tient del’impossible. Elle correspond à l’expressionpolonaise “Si grand-mère avait une moustache,

elle serait grand-père”.

To be left holding the baby ou encore to leave so-meone holding the baby.Expression anglaise. Littéralement: “Abandonnerquelqu’un avec le bébé sur les bras”, c’est-à-direse défausser d’une responsabilité ou d’un devoirdésagréable sur quelqu’un d’autre ou, comme le ditle romanche: “Refiler le Pierre noir à quelqu’un”.

Dar vinavant il Peder nair.Expression rhéto-romane, également assezrépandue dans l’espace germanophone. Litté-ralement: “Refiler le Pierre noir à quelqu’un”,ce qui signifie faire porter le chapeau d’une

action à quelqu’un. Cette expression a pour origine le jeu de cartedu Pierre noir (pouilleux ou Mistigri), dans lequel le perdant estcelui qui reste avec cette carte en main à la fin du jeu. Elle fait doncla paire avec l’anglais “Abandonner quelqu’un avec le bébé surles bras”.

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A besta (pronuncia-se bésta) ou balestra é uma armacom a aparência de uma espingarda, com um arco deflechas, acoplado na ponta da coronha, accionadapor gatilho, que projecta setas, dardos similares aflechas. Ela foi bastante usada no século XVI e che-gou a coexistir com e depois foi substituída pelosmosquetes, primeiras armas de fogo. Hoje, continuaa ser fabricada, pois é usada, em algumas partes domundo, por caçadores. A palavra besta teria sido sin-copada da italiano balestra, que por sua vez derivado latim tardio ballistra.O lendário suíço Guilherme Tell, para se livrar da pri-são, teve que atirar uma flecha numa maçã colocadasobre a cabeça do próprio filho. Tratava-se de umaordália, ou prova divina de sua inocência (caso acer-tasse) ou culpa (se errasse), no conceito do direito medieval euro-peu.Acredita-se que a besta foi criada muito antes da era cristã peloschineses. Desde o século III a.C., que a besta (nÔ, )_) está total-mente desenvolvida e o seu uso difundido na China[4]. Encontra-ram-se em Xi’an bestas entre os soldados do exército de terracotano túmulo do imperador Qin Shi Huangdi (260 a.C.-210 a.C.)[5].Leonardo da Vinci chegou a desenhar a besta, porém não a fabri-cou. As verdadeiras origens desta arma são controversas e dedifícil conclusão já que muitos povos a utilizaram em pequena egrande escala. A besta tinha diversas variações e tamanhos paradiferentes projécteis que podiam ser atirados sendo os mais co-muns as próprias flechas e o quadradelo de aço que continha umaponta semelhante a uma pirâmide que facilitava a entrada na carneou armadura inimiga.A besta chinesa tem uma variante bastante interessante, a que foichamada besta de repetição, e que consistia em uma única armacapaz de lançar de cinco a dez projécteis de uma só vez, mas erauma arma para grandes exércitos pois necessitava de, no mínimo,dois homens para carregá-la e armá-la (um homem sentado nochão esticando a corda com os pés para o alto enquanto o segun-do carregava e orientava para a execução do tiro). Era uma arma

para grandes quantidades de tiros e muitoútil contra exércitos, onde eram atiradasmilhares de flechas no ar que caiam so-bre o campo inimigo, que podia estar até350 metros do tiro e, após a violência doataque das bestas, podiam fazer os ata-ques por terra já com os exércitos inimi-gos praticamente derrotados pelo imen-so poder da rajada desta arma.Já havia registos desta arma na RomaAntiga antes e depois da era cristã, comoarma de caça ou de guerra. Na Europa,também há vários registos, inclusive naGuerra dos Cem Anos onde os besteiros

genoveses deram apoio à França contra a invasão da Inglaterra,porém foi mal sucedida pela fraca estratégia usada pelos francesese pelo baixo número de guerreiros que utilizavam a arma. Nestaépoca, entre os século XIV e século XVI, as bestas tinham umalcance considerável, entre 230 e 250 metros de distância, e pesa-vam cerca de cinco a sete quilogramas enquanto o arco longoinglês tinha um alcance entre 180 e 200 metros, o que apresentavavantagem da besta, porém a mesma tinha um intervalo muito gran-de entre os disparos: o besteiro tinha de colocar um novo quadra-delo na haste, enrolar, então, a corda com uma alavanca, que seencontrava na parte anterior da arma, até ao ponto certo para onovo tiro, o que, além de requerer muita força física, ainda demora-va cerca de dois a cinco minutos, tempo de que não se tinha naguerra contra os arqueiros ingleses que eram apelidados de Arle-quim, que significa demónio, e os mesmos conseguiam atirar facil-mente cerca de cinco flechas no curto espaço de vinte segundos;além disto, o besteiro sempre estava acompanhado de um segun-do homem que carregava um pavês que é um escudo compridofeito de carvalho e salgueiro que era usado para defender o bestei-ro dos ataques de flechas inimigas nos momentos em que ele esta-va carregando sua besta que era sempre feito atrás deste escudo.A besta tinha uma força suficiente para atravessar a maioria dasarmaduras da época como cotas de malha e algumas armadurasleves de placas a uma boa distancia, porém havia outras bestaschamadas leves que não tinham o mesmo alcance e potência, sen-do usadas principalmente na caça.Uma variação da besta de repetição chinesa foi criada na Europapor volta do século XIII, consistia numa besta maior com cerca dequinze a 25 quilos que continha um encaixe para até sete quadra-delos que eram atirados com um pequeno intervalo de dez a qua-renta segundos o que a tornava bas-tante preciosa. Porém ficou obsoletalogo em seguida devido ao peso e aogrande tamanho que dificultava muitoo transporte e uso da mesma que de-morava também de cinco a dez minutospara recarregar, tinha muitos defeitosmecânicos, emperrava muito facilmen-te, tinha um alcance muito pequenomenos de trinta metros, necessitava dedois ou mais ajudantes para transpor-tar, apontar, recarregar etc e pouca for-ça contra as armaduras da época, foidesconsiderada logo após a criaçãocomo muitas armas, virou uma arma mais

A História da Balestrade decoração para ficar pendurada em paredes oupequenas competições de tiro ao alvo não sendouma arma para batalhas ou guerras pelo seu desem-penho ruim e dificuldade de uso e transporte.A besta de repetição teve uma nova chance no sé-culo XVII com a melhoria considerável da mecânicae dos ferreiros, porém foi novamente descartada peloauge das armas de fogo que estavam bastante avan-çadas comparadas com as primeiras criadas, sendonovamente apenas produto de decoração ou com-petições e caça.· A besta tem esse nome por causa da proibi-ção papal de utilizá-la contra outro cristão. Em regi-ões onde essa ordem não foi ouvida, ela tem outrosnomes (como o inglês crossbow, literalmente “arco

em cruz”).· No armeiro anexo ao Arsenal de Veneza, está exposto umbelo e raríssimo exemplar da besta-garrucha.· Os projécteis das Besta eram dardos comuns, mas muitofrequentemente, eram ainda flechas de cabeça quadrangular (comoo ferro em pirâmide) ou botão, com pontas e excrescências; algu-mas vezes, também, eram lançadas setas incendiárias.· Naturalmente, cada besta eracarregada de maneira diferente e, as-sim havia vários tipos dessa arma.· A besta de gancho é assimdefinida por causa do gancho pen-dente do pulso do besteiro. Com issoele puxava a corda até conseguiresticá-la o quanto necessário.· As manuais ou portáteis, queeram carregadas e manejadas por umsó homem, a pé ou a cavalo, distin-guiam-se das “pesadas”, que eramposta sobre bancos ou cavaletes,para a defesa das muralhas ou para serem usadas nos campos de

batalha.· A arma é dotada, ainda de uma espécie de coronha que o

besteiro apoia ao encontro deombro, quando faz a mira e,na extremidade oposta, de umestribo, ou gancho, para po-der prender a besta à sela ouà cintura, e facilitar o porte daarma.· Durante um certo perí-odo, bestas e arcabuzes figu-raram lado a lado até que, em

1630, num edital de Urbino, aparece a última e melancólica referên-cia à arma que assinalara uma época com a qual estava destinadaa desaparecer.

· A besta é citada em um documento estipulando a aliançaentre Génova e Alexandria, datado de 21 de Fevereiro de 1181.· Durante o Segundo Concílio de Latrão, foi emanado umdispositivo, mediante o qual ficou severamente proibido o uso daBesta entre adversários cristãos, ao passo que continuava permi-tido, de parte destes, contra os infiéis.· Tal proibição foi tranquilamente ignorada por Ricardo Co-ração de Leão, que dotou os seus exércitos de infantaria, em 1198,infringindo, também, o “breve” (ato pontifício) de Inocêncio III,que apoiava as precedentes providências, definindo como “mici-dial” (mortífera) a arma em questão.· Ricardo Coração de Leão, quando explorava as muralhas docastelo de Limoges, que ele estava sitiando, em 1199, morreu apósum ferimento recebido no braço direito, causado por um besteiro.· As bestas utilizadas pelos chineses, na maioria das vezes,eram feitas de prata.· A Besta Gigante sobre Rodas foi um projeto de Leonardoda Vinci. Ele chegou a desenhar a besta, porém não a fabricou. Abesta gigante era um desenho de tanque de guerra futurista, sóque se usavam como munição flechas ou similares.

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A Índia poderá alcançar um crescimento de dois dígitos nos dois últimos anos do 11 º Plano Quinquenal se a tendência atual decrescimento continuar, declarou o Ministro das Finanças, Pranab Mukherjee, em Calcutá, no dia 12 de junho.A economia indiana cresceu 6,7 pontos percentuais em 2008-09 e 7,4 pontos percentuais em 2009-10. A última pesquisa econômicaprojetou uma taxa de crescimento de cerca de 8,5 pontos percentuais para o corrente fiscal. “Se esta tendência se mantiver, teremos umcrescimento de dois dígitos até o final do 11 º Plano, que é em 2012,” disse Mukherjee aos jornalistas à margem de uma cerimônia.“Meu objetivo é romper a barreira do crescimento de dois dígitos. É uma exigência. Para mim, o crescimento não é apenas uma porcenta-gem de estatística.Significa mais empregos, riqueza e acesso,” disse ele. Afirmando que tem havido uma mudança de paradigma na abordagem econômicada Índia e na atitude, Mukherjee disse que “ela está numa direção positiva”.

A Índia pode alcançarum crescimento de dois dígitos

A produção industrial da Índia cresceu no sétimo mês conse-cutivo em abril com 17,6 pontos percentuais comparado aoano anterior devido ao aumento dos gastos com infra-estru-tura e à melhora das exportações, conforme os dados oficiaisdivulgados em 11 de junho.Este é o maior aumento desde dezembro de 2009, quando oíndice de produção industrial (IIP) cresceu 17,7 pontos per-centuais. O setor manufatureiro, o maior componente do índi-ce, subiu 19,4 pontos percentuais em abril em comparaçãocom o mesmo mês do último ano fiscal, enquanto a produçãomineira foi de 11,4 pontos percentuais e a geração de energiacresceu 6 pontos percentuais.A produção de bens de consumo duráveis cresceu 37 pontos,em comparação com um aumento de 32 pontos em março de2010.A produção de bens de capital subiu 72,8 pontos percentuais,devido a uma menor base no mesmo período do ano passado.O Ministro das Finanças, Pranab Mukherjee, disse que o cres-cimento da produção industrial foi mais animador.

A produção industrialcresce17,6

Giuramento del Cancellior e del Consolato Generale di San Pao-lo, Mario Antonio Tesrnaturi, nella mani degli Ecc. CapitaniReggenti. Presente il Segretario di Stato Esteri Antonella Mula-roni, il Console Generale ed il suo collaboratore Marco Carletti.

Mala Diplomatica

Report dell’Aea su gennaio

Alitalia prima perpuntualità in Europa

ROMA – Alitalia primaper puntualità fra i vet-tori europei, a gennaio,in partenza. Non è un“pesce d’aprile” tardivo,ma l’effetto della riorga-nizzazione della compag-nia guidata da RoccoSabelli. Il traguardo haancora più rilievo, dal

momento che fra le prime dieci su 22 non ci sono le grandi compagnie:Lufthansa è al 21º posto, Swiss al 19º, Air France e Iberia, a pari merito,al 13º. È quanto emerge da un report riservato dell’Aea (l’associazioneeuropea che raggruppa 22 aviolinee). Il tasso di puntualità dei 18.300voli Alitalia in partenza a gennaio è stato dell’84,3%, superiore di puntirispetto alla media Aea. Seconda, Austrian Airlines (82,4%) poi lascandinava Sas (82,4%). Sarebbe interessante conoscere anche il datodella puntualità in arrivo, spesso condizionata dal livello dei servizi aterra. Intanto migliora anche la riconsegna del bagagli, nel primo tri-mestre, il numero di quelli consegnati in ritardo si è dimezzato. Cautoentusiasmo da parte del direttore operative di Alitalia, Giancarlo Schi-sano, secondo il quale “la puntualità dei nostri voli oggi è decisamen-te buona”. Anche febbraio, ha concluso, è andato bene: “Puntualitàdell’82% e andamento molto soddisfacente, ottimo su Milano-Roma eTorino-Roma superiore a 90%”.

A gennaio l’Alitalia è stato il primo vettoreeuropeo per puntualità (l’84,3% dei voli)

Panorama El mundoen imágenes

La princesa Lalla Salma de Marruecos preside la apertura delFestival de Fez. – La princesa Lalla Salma, esposa del ReyMohamed VI de Marruecos, asistió a la ceremonia de aperturadel Festival de Músicas Sacras del Mundo, popularmente co-nocido como Festival de Fez, que este año celebra su decimo-sexta edición. La princesa, que lució una espléndida imagencon un traje típico marroquí y su larga cabellera, pudo disfru-tar del espectáculo ofrecido por el Real Ballet Clásico de Cam-boya, acompañada por Bernadette Chirac, ex primera damafrancesa.

Sant’Agata 2010An UnforgettableNight Una SerataIndimenticabile

Speech by the President of the Fratellanza Sammarinese ofNY Sanzio Vagnini

It is an honor for me asPresident to representthis great organization.Our forefathers immi-grated to America withlittle more than a dreamfor creating a better lifefor their families.They arrived here notknowing the languageor the culture, but withhard work, dedication,

honesty, and love for their families, their dream was realized.Eventually, the Sammarinese people established this organiza-tion, the Fratellanza Sammarinese. It was a place where theycould meet – a home away from home – where they could speaktheir language, share experiences, help one another, socializewith other families, and keep their traditions alive, while beco-ming adjusted to their new lives in America.Today, as Sammarinese, we are extremely proud of our forefa-thers. Although times have changed since they started theirjourney to America, we still have many things in common. Weare all proud of our heritage, and want to continue to share itwith our children, grandchildren, and great-grandchildren, sothey too, will know their families’ legacy in San Marino. TheSammarinese immigrants are an asset not only in America, butalso to San Marino because of their love, dedication, and pridefor both nations. The Sammarinese here today value their heri-tage, and will never forget the vision and courage their forefa-thers.È un grande onore nelle vesti di Presidente rappresentare ques-ta magnifica organizzazione.I nostri antenati arrivarono negli Stati Uniti con poco più di unsogno per creare una migliore vita per i loro famigliari, nonsapendo la lingua o la cultura, ma hanno saputo raggiungere illoro sogno con duro lavoro, con grande onestà nel loro viveree amore nelle loro famiglie.Nel tempo, crearono quest’organizzazione, la Fratellanza Sam-marinese. Un luogo d’incontro, una seconda casa dove pote-vano parlare la madre lingua, condividere idee, aiutandosi nellevicissitudine, scambiandosi notizie tanto ricevute dalla lontanaPatria quanto di eventi famigliari, in tal modo conservaronovive le tradizioni della nostra etnia, mentre si integravano nelnuovo mondo.Tutt’oggi, in questa nuova Terra, siamo orgogliosi dei nostripadri e sebbene i tempi sono cambiati dal loro arrivo, molto ciravvicina: l’essere fieri della nostra eredità, viverla nelle nostrefamiglie e tramandarla ai nostri figli, nipoti, pronipoti così por-tarli a conoscenza oltre alla storia delle proprie famiglie, anchel’attaccamento che si deve alla nostra madre Terra.Oggi non solo siamo un bene per questa Terra che ci ha ospita-to ma così anche, siamo e possiamo esserlo per la nostra picco-la Repubblica. I Sammarinesi qui residenti sono orgogliosi dellaloro eredità e mai dimenticheranno la visione ed il coraggio deiloro Padri.

A Art Invest, com o apoio do Consulado deLuxemburgo, tem organizou o próximo con-certo da série “Musica no MASP Internacio-nal”, que foi realizado em 30 de junho de 2010,

quarta-feira, com a Orquestra Tallinn Chamber Orchestra,da Estônia.O concerto aconteceu, no Grande Auditório do MASP, apóso tradicional coquetel de recepção.

O Embaixador dos Estados Unidos da Améri-ca, Thomas A. Shannon, e o Cônsul GeralThomas J. White convidou o Sr.(a): GiuseppeDi Montelupo para celebrar o 234º Aniversá-

rio da Independência dos Estados Unidos da América.Dia 08 de julho das 12:30h às 14:30h na Câmara Americanade Comércio – Amcham

O Instituto Norberto Bobbio – Cultura,Democracia e Direitos Humanos foi criadoem 2005, sob o nome de Centro de EstudosNorberto Bobbio. Essa foi uma iniciativada Bolsa de Valores de São Paulo, maisespecificamente de seu presidente à épo-ca, Raymundo Magliano Filho, um grande

admirador do trabalho e da obra do pensador italiano.O Instituto foi idealizado para pesquisar e divulgar no Brasil olegado de Norberto Bobbio, que dedicou sua vida a reflexõesfundamentais sobre democracia, direitos humanos, sociedade ci-vil e a relação dos indivíduos com o Estado.Para cumprir essa importante missão, o Instituto patrocina e editalivros, realiza eventos, organiza grupos de estudos, mantém umabiblioteca de acesso público e promove o debate com instituiçõesdo mundo jurídico, do mundo acadêmico e da sociedade civil.Ele atua em parceria com o Centro Studi Piero Gobetti, de Turim,instituição que cuida do legado acadêmico de Bobbio na Itália.

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ISTITUTO DELLA REALE CASA DI SAVOIA ONLUS - IL CENTRO STUDI COMUNICA

Otto settembre, non morì la PatriaFranco Malnati - 9ª parte

Sulla tragedia dell´otto settembre sono stati scritti volumi di articoli de tutti i versanti politici. Per la prima volta si sprono gli archivi riservati G.L.M.

Segue proximo numero

Hitler medesimo si era reso conto, ad un certo punto, dellaminaccia. Incontrando Mussolini appena liberato da Skorzeny,lo disse apertamente: la resa italiana, se sfruttata a dovere,poteva attrarre quella tedesca.Il Primo Ministro britannico non nascose mai questa suapropensione, e la sostenne con energia. Ma incontrò subitoforti difficoltà. Gli americani non erano affattoentusiasti, e mettevano avanti mille dubbi. Laverità era che dietro di loro stava Stalin.Stalin sapeva perfettamente che, nonostante ilgrande successo ottenuto nell’inverno 1942-43, prima di sconfiggere definitivamente ungrande esercito come quello tedesco, ricacci-andolo al di là dei confini prebellici, e, peggioancora, prima di potere a sua volta invaderel’Europa Centrale ed Orientale, sarebbero pas-sati non mesi, ma anni. Quindi, una fine dellaguerra in Occidente già nel 1943, con unarapida vittoria anglo-americana e con il conso-lidamento di una serie di Stati conservatori,liberali e democratici sotto tutela anglosasso-ne, lo avrebbe in pratica estromesso dal grande gioco mondi-ale, mettendo forse anche in discussione le conquiste ottenutenel 1939 e 1940 con l’aiuto tedesco. Sarebbero rimaste a suocarico le gravissime perdite umane e le vaste distruzioni subitedurante la guerra dal suo Paese. In altre parole, una vittoria diPirro.L’interesse sovietico era esattamente contrario a quello degliinglesi e degli europei in genere. Bisognava assolutamente chela guerra si prolungasse, e, soprattutto, che cadesse il progettodi colpire il “ventre molle” della Germania. La via maestraconsisteva nel premere affinchè il “secondo fronte” si reali-zzasse, sì, e in misura imponente, tanto da obbligare Hitler aduna grande guerra su due fronti come nella prima guerramondiale, ma nel luogo più lontano possibile dalle zone chel’Armata Rossa sperava di raggiungere in un tempo ragione-vole. Questo luogo era la Francia.Così, la tesi che gli americani filosovietici portarono avanti, inopposizione a quella di Churchill, fu la suggestiva propostadella invasione più diretta e banale, dalla Gran Bretagna versola Francia. Gli inglesi sarebbero ritornati nei luoghi cheavevano dovuto abbandonare nel 1940, a Dunkerque.Certo, gli americani sapevano che l’impresa non era facile. Itedeschi avevano fortificato tutta la costa francese, creando il“Vallo Atlantico”. Per sbarcare, occorreva sfondare tutto unsistema di bunker e casematte accuratamente predisposte. Nonsolo. Poiché la Wehrmacht aveva grosse forze pronte adintervenire nei punti minacciati, sarebbe stato inevitabile stron-care la rete ferroviaria francese, e per farlo doveva essereorganizzata una grandiosa offensiva aerea, con il rischio dimassacrare la popolazione francese (cosa che puntualmenteaccadde).Per preparare una impresa del genere, dunque, prendere tempoera essenziale. Tutto andava rimandato di un anno o pocomeno, dato che uno sbarco prematuro fallito avrebbe avutoeffetti psicologici disastrosi. Inoltre, creare in Francia alcuneteste di ponte, o addirittura un fronte continuativo, o perfino,nella prospettiva più brillante, conquistarla tutta, non portavaalla immediata fine della guerra. I tedeschi avevano ancora, perdifendere il loro territorio nazionale, la vecchia “linea Sigfrido”.Non si poteva abbozzare un piano più dilatorio e disastroso diquesto!La decisione dello scontro non fu immediata. Si andò avantiper almeno un anno con lunghi promemoria e scambi divedute. Ma, innegabilmente, il fatto che le operazioni anglo-americane nello scacchiere europeo si svolgessero nel Mediter-raneo, prima in Egitto, poi in Libia, quindi in Marocco, Algeriae Tunisia, infine in Sicilia, favoriva la visione di Churchill, cheandava realizzandosi in concreto, sul terreno e non sulla carta.Ancora nel luglio e nell’agosto 1943 i risultati ottenuti avevanoraggiunto dimensioni così rilevanti che neppure il più prevenu-to poteva chiudere gli occhi alla possibilità, non prevedibileneppure pochi mesi prima a Casablanca (quando, addirittura,gli americani stavano attraversando, fra Tunisia e Algeria, lagrave crisi del Passo di Kasserine), di una vittoria totale suHitler per la via intrapresa.Il Maresciallo sudafricano Jan Christiaan Smuts espressechiaramente più e più volte a Churchill la sua profondaconvinzione che si dovesse resistere saldamente ad ognipressione americana intesa a cambiare rotta proprio nel mo-

mento decisivo.D’altra parte, Churchill si trovava, a Québec, di fronte ad unmuro invalicabile. Troppo grande era ormai l’influenza america-na per potere insistere. Il gruppo Hopkins-Morgenthau eradeterminato a sciogliere per sempre il nodo. Un energico“stop” venne imposto ad ogni operazione importante nel

Mediterraneo. Furono ufficialmente e per sempreprivilegiati da un lato la futura impresa francese(“Overlord” in Normandia, e “Anvil” in Proven-za), e dall’altro l’Estremo Oriente, in special modola Birmania. La resa italiana diventò un casopolitico senza sbocchi. L’Italia si arrangiasse puresotto il tallone nazista. I Balcani restassero nelloro caos endemico fino a che i tedeschi, bontàloro, avessero deciso di ritirarsi (tanto, eranotruppe scioccamente sottratte al fronte russo, equindi un favore regalato in anticipo a Stalin).Churchill ribolliva dentro di sé. Ma tacque.Smuts, con furibondi esposti in data 31 agosto,3 settembre e 9 settembre, protestò drammatica-mente. Nell’ultimo chiese addirittura che gli accor-

di di Québec venissero annullati. Churchill rispose per iscritto,lasciando chiaramente comprendere che riconosceva le buoneragioni del suo collaboratore, ma, sos-tanzialmente, allargando le braccia.Come chi dicesse: “non ho potuto farenulla”.Tutto questo lo si reperisce nelle me-morie di Churchill, e dunque è Storia,che non poteva, e non può, essereoccultata.Ma la “vulgata” del dopoguerra haadottato, per assicurare copertura agliautori del misfatto, l’abile tattica diraccontare i fatti in modo disinvolto, come fossero naturali edineluttabili, omettendo il commento approfondito sulle conse-guenze vicine e lontane, nella loro enormità.A ben guardare, le conseguenze italiane, di cui dirò subito, nonfurono che una parte, e non la più importante, di quantoaccadde.L’improvviso svuotamento della Quinta e dell’Ottava Armata, lacui forza era quella indicata dal noto libro del generale Jackson,cioè sei divisioni in tutto (una in Calabria, una a Taranto,quattro nel Golfo di Salerno), diede luogo ad una situazionemilitare molto pericolosa. La sola mossa realmente utile fuquella che non era stata compresa nei piani di Eisenhower, eche fu dovuta ad una saggia iniziativa del generale ingleseAlexander: parlo dell’occupazione di Taranto. La divisione diMontgomery sbarcata, già da cinque giorni, in fondo allalunga, stretta e montuosa penisola calabrese, stava avanzandoa gran fatica, disturbata dalle retroguardie tedesche che siritiravano con tutta calma, e il 9 settembre era ancora dalle partidi Catanzaro. Quanto all’operazione “Avalanche” (Valanga!!), lastessa era capitata nella pianura costiera dalle due parti delfiume Sele, dominata da un anfiteatro montano, e stavanaufragando miseramente di fronte ad una violenta controffen-siva tedesca. Essa era stata mal preparata, mal diretta, e,soprattutto, affidata a forze numericamenteinsufficienti. Il luogo era stato prescelto sol-tanto perché si trovava all’estremo limitedell’autonomia dei caccia-bombardieri chedovevano appoggiarla dall’aria, ma era unluogo infelice, malsano, inadatto a sboccarein zone più praticabili.A un certo punto, fra il 13 e il 14 settembre,ci si preparò, nientemeno, ad un possibilereimbarco.La faccia fu salvata proprio dal “colpo” diTaranto, e dal collegamento con gli sviluppimilitari fra italiani e tedeschi nel vicino Salen-to e, in genere, nella Puglia centrale. L’interaarea tra Lecce, Taranto, Brindisi e la Terra diBari era rimasta in possesso degli italiani odegli inglesi. Questo significava, tenuto con-to degli altri combattimenti in corso nellatesta di ponte di Salerno e in Calabria, che le truppe tedeschein Calabria si trovavano teoricamente a rischio di accerchia-mento. Una puntata dalle Puglie verso l’imboccatura dellaCalabria avrebbe chiuso loro ogni via di ritirata.Kesselring, pertanto, si affrettò a dare ordini perché quelleforze si ritirassero di gran carriera verso la Basilicata, in mododa condurle, con una manovra a ventaglio, a coprire la fasciaadriatica (fino ad allora del tutto scoperta).La veloce ritirata diede via libera al sorpreso Montgomery, lecui avanguardie in pochi giorni poterono raggiungere l’estremolato della testa di ponte di Salerno e la sbloccarono, mentre ilproposito di reimbarco rientrava, e la flotta interveniva dal marecon i suoi cannoni per respingere le punte avanzate tedesche,che si erano avvicinate alla costa pronte a tagliare in due ledivisioni sbarcate.Questa la vera storia, che nessun commentatore vi racconta, inquanto tutti si affannano ad attribuire il salvataggio della testadi ponte ad una mirabile e miracolosa impresa della Ottava

Armata britannica……..la quale (giova ripeterlo!) non pensavaneppure lontanamente, ancora il 3 settembre, di spingersi oltreCatanzaro!Ma per gli “alleati”, risolto il problema immediato di sfuggiread una clamorosa batosta militare subito dopo avere celebratoun trionfo politico, si pose un nuovo ed inatteso interrogativo.Infatti, il risultato complessivo era andato al di là dellaprevisione restrittiva voluta a Québec. La ritirata strategica allaquale Kesselring era stato costretto aveva inopinatamentedato luogo ad un fronte continuato, dal Tirreno all’Adriatico,e su questo fronte, ora, bisognava combattere una “battagliad’Italia”. Quella che verrà poi definita, dagli storici, “unaguerra inutile”. Inutile in quanto non contemplata dai piani deigrandi strateghi che avevano preso in mano la guerra, e cheormai si preoccupavano soltanto di come conquistare laFrancia nel 1944. Essa, però, era scaturita dagli eventi, e nonera più possibile ignorarla, sicché i comandi anglo-americani,“obtorto collo”, dovettero prenderne atto, anche di fronte allaloro opinione pubblica, alla quale fu detto che ormai l’obbiettivoera almeno quello di arrivare a Roma.L’intera Italia Meridionale, infatti, era già acquisita alla lorooccupazione. Oltre la Calabria, la Basilicata, le Puglie e granparte della Campania erano state evacuate, sia pure battaglian-

do, dai tedeschi. Si era inol-tre verificato un fenomenoimportante (purtroppo tras-curato, e spesso quasi ig-norato): la spontanea resis-tenza delle popolazioni delSud contro le prepotenzedelle truppe naziste. Gli epi-sodi non furono affatto iso-lati e sporadici, bensì addi-rittura generalizzati. Decine

e decine di città e paesi fecero registrare scontri sanguinosicon le retroguardie di Kesselring, per mille motivi diversi(requisizioni, arruolamenti forzati, violenze varie), e spesso vifurono vere e proprie stragi di civili. Non ebbero alcuna parte,in questi avvenimenti, i partiti politici antifascisti; si trattò diuna reazione apolitica e anche patriottica, riconducibile allafrattura causata, nei rapporti fra ex alleati, dall’attacco tedesco.Il caso più eclatante fu quello della capitale del Mezzogiorno,Napoli, che esplose in una rivolta popolare infliggendo allaguarnigione tedesca serie perdite, tanto da meritare una men-zione nel bollettino di guerra del Comando germanico (questoriferì che la città era stata abbandonata dalle truppe tedescheper potere reprimere una insurrezione “badogliana” scoppiata alsuo interno). Va detto che il popolino napoletano ebbe,nell’occasione, oltre cinquecento morti.Alcune centinaia di chilometri ad occidente, poi, era accadutoun altro fatto importante: la ritirata tedesca dalla Sardegna edalla Corsica.Non vi era nulla di eccezionale e di anormale. La Wehrmachtera presente, nelle due isole, con forze modeste, e l’ideadell’abbandono di queste posizioni avanzate rientrava nellalogica più elementare, pur nell’incertezza sulle azioni anglo-americane. All’annunzio dell’armistizio, i reparti che si trova-

vano nel nord della Sardegna, fallito il tenta-tivo di occupare la base de La Maddalena,attraversarono le Bocche di Bonifacio e passa-rono in Corsica, dove si accesero aspri com-battimenti con le divisioni italiane che vi sitrovavano e che tentavano di impedire loro diarrivare a Bastia per imbarcarsi verso la Tos-cana.Alla fine, il reimbarco riuscì. Italiani e tedeschiebbero forti perdite. Comunque, in pochi gior-ni entrambe le isole erano libere, a disposizi-one degli anglo-americani, i quali, in esecuzi-one della clausola 8 dell’armistizio, imposeroche gli italiani abbandonassero la Corsica aloro ed ai francesi.Quindi, la sventurata e vilipesa Italia avevaregalato ai superbi vincitori anche due basifondamentali per la prosecuzione della guerra,

basi la cui eventuale conquista non era stata presa neppurein esame durante la fase armistiziale.Fra l’altro, viene naturale osservare che se i grandi generalidelle “Nazioni Unite”, nei colloqui col povero Castellano,avessero tenuto in considerazione la dislocazione delle forzetedesche, carenti proprio ad Occidente (Sardegna e Corsica) ead Oriente (fascia adriatica), dislocazione che era loro bennota, avrebbero cancellato sicuramente gli assurdi piccolisbarchi in Calabria e Campania, limitandosi a riempire i vuotie ad occupare senza colpo ferire le zone scoperte. Dalle basisarde e còrse sarebbe poi partito un appoggio aereo e navaletale da consentire uno sbarco in grande stile in un qualunquepunto delle coste tirreniche italiane, dalla Calabria alla Liguria.In poco tempo, l’intero territorio italiano avrebbe potuto esseresottratto alla triste sorte di diventare campo di battagliaCerto, occorreva la volontà politica di fare ciò. E invece, vi erala volontà politica esattamente opposta.

AutoMotoEsportePor Marcos Alabarse

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O Brasil é o primeiro país da América Latina areceber o novo modelo V8 coupè de motor tra-seiroA mais nova Ferrari V8 coupè de motor traseiro,a 458 Italia, chega hoje ao país. O Brasil é o pri-meiro país da América Latina a receber o superes-portivo que será comercializado no Brasil a partirdo segundo semestre no revendedor oficial damarca no país.A Ferrari 458 é uma homenagem à Italia. Uma sín-tese de estilo, talento criativo, paixão e tecnologiade ponta - características pelas quais este país é bemconhecido. Por esta razão a marca decidiu incluir onome de sua pátria ao tradicional algarismo que repre-senta o número de cilindradas do carro.TecnologiaA Ferrari 458 Italia é um carro completamente novo de todos ospontos de vista: motor, design, aerodinâmica, dirigibilidade, ins-trumentação e ergonomia, apenas para nomear algumas caracte-rísticas. Berlinetta de dois lugares, a máquina, como já é tradiçãopara todos os carros de rua da Ferrari, beneficia-se e muito daexperiência da companhia na Fórmula 1. Isto é particularmenteevidente na velocidade e precisão com a qual o carro respondeaos comandos do motorista e no foco dado à redução do atritointerno do motor, para menor consumo de combustível em relaçãoà F430 - apesar de a cilindrada total e a potência do motor teremaumentado. A 458 Italia tem um inovador espaço interno com novo painel edireção – resultado direto da prática das pistas. Mais uma vez acontribuição de Michael Schumacher – que esteve envolvido des-de o início do projeto – foi muito valiosa.O design Pininfarina evidencia o completo desligamento do pas-

Nova Ferrari 458 Italia é lançada no Brasilsado nas linhas deste carro. A 458 Italia tem um compacto e aerodi-

nâmico perfil, destacando os conceitos de simplicidade, eficiên-cia e leveza que inspiraram o projeto. Como em qualquer

Ferrari, as linhas do carro foram muito influenciadas pe-las exigências da eficiência aerodinâmica. Como pode

ser constatado a pressão aerodonâmica gerada pelonovo modelo é de 140kg a 200km/h. A frente apre-

senta uma abertura única para a grade dianteirae tomadas de ar laterais com apêndices e perfisaerodinâmicos para direcionar o ar aos radiado-res e ao novo fundo plano. A frente apresen-ta, também, pequenas aletas flexíveis que ge-

ram pressão aerodinâmica e, assim que a velo-cidade aumenta, deformam para reduzir a seção

frontal das entradas do radiador e reduzir arrasto ae-rodinâmico.

MotorA nova V8 de 4499 cilindradas é a primeira Ferrari com motor deinjeção direta instalado na parte traseira. A taxa de compressão émuito baixa, típica de motores de corrida, o que contribuiu paraalcançar a taxa de 12.5:1. Equipado com o tradicional virabrequimplano, o motor desenvolve 570 cavalos a 9000 rpm e, com a impres-sionante produção de 127cv/litro, alcança uma nova marca - nãosó para toda a linha Ferrari e a história da companhia, mas tambémpara o inteiro segmento de mercado. O torque máximo é de 540 Nma 6000 rpm, mais de 80% do que está disponível a partir dos 3250rpm. O torque específico é um recorde: 120Nm/litro. Entretanto, oque é realmente impressionante é a quantidade de torque aindadisponível enquanto se mantém altos níveis de potência em baixasrotações.

Villeneuve confirmaparceria com

Durango para 2011Canadense faz aliança em busca de vaga e retorno

Campeão Mundial em 1997,Jacques Villeneuve confirmouem julho a aliança com a equi-pe italiana Durango para ten-tar ingressar na F-1 no próxi-mo ano.A notícia foi confirmada pelopróprio canadense, que ficoupreocupado com algumas es-peculações e decidiu dar al-

guns esclarecimentos ao público.“Existem uma quantidade de rumores circulando no momen-to e queria esclarecer algumas coisas antes que elas fiquemdescontroladas”, afirmou o canadense, em um comunicado.“A equipe será uma operação conjunta com a Durango ebaseada fora da Itália. Para ser bem claro, todo o dinheirovem de patrocinadores corporativos, e não de investidoresparticulares”, completou Villeneuve, fora da F-1 desde o meioda temporada 2006.Depois de se aventurar na GP2, sem muito sucesso, a Duran-go atualmente participa do campeonato Auto GP, que com-pete com os carros da primeira geração da A1 GP e tem obrasileiro Carlos Iaconelli como um de seus representantes.O time possui inscrição para concorrer pela 13ª e última vaga.

Rossi conheceráDucati

antes de previstoContratado pela Ducatipor duas temporadas oitaliano Valentino Rossientrará em contato com amoto da equipe e iniciarseus ajustes para a próxi-ma temporada antes doesperado.

De acordo com a publicação italiana “La Gazzetta delloSport”, o heptacampeão já partirá para o time italiano apósa última prova da temporada, que acontece em 7 de novem-bro, em Valência.Ainda Rossi deve levar cerca de 14 milhões de euros (oequivalente a R$ 31 mi) por temporada na atual equipe deNicky Hayden e Casey Stoner, que já teve sua transferên-cia para a Honda confirmada.O fato de Valentino poder conhecer antecipadamente a motoda Ducati é bem diferente de quando ele foi contratadopela Yamaha, no final de 2003. Na ocasião, Rossi precisouesperar quase dois meses para treinar com a M1.

O golfista Tiger Woods ainda é o atleta mais bem re-munerado do mundo, de acordo com um ranking pu-blicado.Woods atingiu o topo da lista dos 50 atletas mais bempagos do mundo pela 7ª vez consecutiva, embora seulucro total tenha caído 10% em 2010, para US$ 90,5milhões, segundo divulgou a Sports Illustrated emseu site. Os lucros do golfista, um dos maiores detodos os tempos, também decaíram em comparação a2008 (cerca de 40%), quando ganhou US$ 127,9 mi-lhões.De modo geral, os salários médios da lista de atletas norte-ameri-canos subiram 11%, para um recorde de US$ $ 26,2 milhões, en-quanto os ganhos de 20 estrelas internacionais elevaram-se em1,7%, saltando para cerca de US$ 30 milhões. O tenista RogerFederer, que ganha US$ 61,8 milhões, ultrapassou o jogador defutebol David Beckham na liderança dos atletas internacionais,até então mantida pelo craque inglês por dois anos.Kaká ocupa posição de Ronaldinho na lista internacionalDois brasileiros fazem parte da relação de esportistas mais bempagos do mundo: Kaká, em 11º lugar, com US$ 25,1 milhões, eRonaldinho Gaúcho, que antes ocupava a 11ª posição e agora é o16º, com US$ 23 milhões.De acordo com a lista de 2010, os ganhos do número 1 mais bempago, Tiger Woods, são compostos de US$ 20,5 milhões em recei-

Woods ainda é o esportistamais bem pago do mundo

tas e US$ 70 milhões em endossos de patrocinadores,como Nike e Electronic Arts, informou o SI.com.Woods disputou diversos torneios desde sua volta,em abril, após um exílio de cinco meses, mas aindanão conquistou nenhum novo título. Seu rival, PhilMickelson, é o segundo do ranking norte-americano,com US$ 61,7 milhões, e um dos “top 10”, incluídosquatro jogadores da NBA – LeBron James é o número4, com US$ 45,8 milhões.Entre os “10 mais” ainda se incluem o boxeador Floyd

Mayweather Jr (nº 3, com US$ 60,3 milhões), duas estrelas da LigaProfissional de Beisebol – um deles é Alex Rodriguez, em 5º (US$37 milhões) – e o jogador Peyton Manning, do Indianapolis Coltse da National Football League (em 9º lugar, com US$ 30,8 milhões),diz o site.Messi é o 2º entre esportistas internacionaisNa lista internacional, Federer saltou da 9ª posição do ano passa-do para o 1º lugar, já que seus ganhos dobraram; enquanto Be-ckham caiu para o 3º lugar, com US$ 40,5 milhões menos que ojogador de futebol do ano pela FIFA, o argentino Lionel Messi,que acumulou US$ 44 milhões.Logo atrás vêm o craque português Cristiano Ronaldo, com US$40 milhões, e o boxeador Manny Pacquiao (US$ 38 milhões). Atenista Maria Sharapova é a única mulher a compor o ranking, em20ª na lista internacional, com US$ 19,9 milhões.

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La formazione nacque quasi cento anni fa con il nome di Pales-tra Itália dall’idea di quattro italiani arrivati a San Paolo. Oggiindossa la maglia azzurra con lo stemma sabaudo. Ma la torcidaè tutta tricolore.

San PaoloCi sono molti angoli, a San Paolo, che sono lì a testimoniare la piùche secolare presenza italiana:potremmo citare l’edificio Itália,l’Edifício Matarazzo – disegnatoda Piacentini –, il Museo d’ArteModerna – opera di Lina Bo Bardi–, gli storici quartieri di Mooca edel Brás, le 15 mila pizzerie. E tan-to altro ancora. Ma se c’è un luo-go dove, più di ogni altro, si respi-ra aria di casa, nonostante i 10 milachilometri di distanza dall’Italia,questo si chiama Palestra Itália. Ilcomplesso sportivo, situato nelquartiere Perdizes, zona ovest de-lla città, è un’oasi di verde e ditranquillità nella frenetica vita pau-listana. Al suo interno ci sono im-pianti sportivi dove si possonopraticare 27 diverse discipline: dalle arti marziali al tennis, dal basketalla ginnastica artistica; ci sono bar, ristoranti e saloni per le festecomunitarie. Ma c’è, soprattutto, uno stadio di calcio da 28 milaspettatori dove gioca uno dei più gloriosi team di tutto il Brasile: ilPalmeiras.Appena varchiamo i cancelli del club, ci viene incontro Jota Chris-tianini, storiografo e responsabile dell’Archivio storico del Pal-meiras, che ci accompagna nel Sancta Sanctorum della Società, isaloni dove sono esposti tutti i trofei – sono decine e decine –conquistati dai Verdi in quasi un secolo di vita.L’avventura di Palestra Itália ebbe inizio nel 1914 su iniziativa diLuigi Cervo, Vincenzo Ragognetti, Luigi Emanuele Marzo ed Eze-quiel Simone, quattro italopaulistani che ebbero l’idea di fondareuna squadra di calcio tutta italiana dopo che una tournée del ProVercelli e del Torino in terra brasiliana, aveva acceso gli entusiasmidella vasta colonia italiana di San Paolo. Lo scopo principaledell’iniziativa, come si legge in un messaggio di Ragognetti pub-blicato sul Fanfulla il 14 agosto1914, era quello di dare vita a unteam tricolore “dal momento chela nostra colonia è la più numero-sa dell’intero Stato di San Paolo,che già esistono altre associazio-ni italiane filodrammatiche e patri-ottiche... ma nessuno ha ancorapensato di fondare una squadradi calcio”.All’appello pubblicato sulle colon-ne del Fanfulla risposero una cin-quantina di giovani (tutti italiani ofigli di italiani) che si riunirono il19 agosto al Salão Alhambra, nelcentro di San Paolo, per costituire la Sociedade Esportiva PalestraItália, cosa che avvenne ufficialmente una settimana più tardi.Nasceva così la più esaltante avventura sportiva italiana fuori daiconfini nazionali.La prima partita ufficiale della formazione in maglia verde fu dispu-tata nel gennaio del 1915 a Sorocaba, a pochi chilometri da SanPaolo. La vittoria per 2 a 0 (reti di Bianco e Alegretti) fu la prima diuna lunga serie di successi. Nel 1916, Palestra Itália partecipa alsuo primo campionato paulista, e l’anno seguente sfiora la vittoriafinale (che arriverà comunque nel 1920), ma soprattutto incontraper la prima volta gli acerrimi rivali del Corinthians battendoli so-noramente sia nella partita di andata che in quella di ritorno.Riassumere in poche righe il secolare percorso sportivo del Pal-meiras è pressoché impossibile, tanti sono gli episodi, le curiosità,i trionfi da elencare, fra i quali una Coppa Libertadores, una CoppaMercosul, quattro campionati brasiliani e ventidue campionatipaulisti.Nel 1942, con il Brasile sceso in guerra a fianco degli Alleati, ilGoverno di Getúlio Vargas proibì a tutte le associazioni, i circoli e lefondazioni brasiliane l’uso di qualsiasi riferimento alle nazionidell’Asse: Germania, Italia e Giappone. Anche Palestra Itália, natu-ralmente, rientrava in queste disposizioni, e il direttivo del club

Calcio. L’avvincente storia di una delle più blasonate squadre brasiliane

Palmeiras, la vittoria è nostra!di Paolo Meneghini - Messaggero di Sant`Antonio

tergiversò per dieci mesi prima di decidere il nuovo nome: alla finefu scelto Palestra de São Paulo. Ma le autorità, argomentando cheanche il nome “Palestra” evocava la nazione italiana (in portoghe-se il termine “palestra” significa “conferenza”), costrinsero la soci-età a cambiare nuovamente nome, pena la cancellazione del club ela confisca del suo patrimonio, stadio compreso, del quale era

pronto a impossessarsi il São Pau-lo Futebol Clube. Durante unaconvulsa riunione notturna, fuMario Minervino a proporre ilnuovo nome: Palmeiras, e lo stes-so Minervino volle che fosse mes-sa a verbale una frase che diven-terà storica: “E allora, se proprionon vogliono che sia ‘Palestra’, cichiameremo ‘Palmeiras’, nati peressere campioni”.Un altro episodio che i tifosi ricor-dano con orgoglio, è quando tut-to il Palmeiras ebbe l’onore – maipiù concesso a nessun altro club– di vestire la maglia della Nazio-nale. Accadde nel 1965 in occasi-one di una partita fra la Nazionale

brasiliana e quella dell’Uruguay, organizzata per l’inaugurazionedello stadio di Belo Horizonte, il Mineirão. La lega calcio brasilia-na, CBF, decise che a vestire la maglia della Nazionale, in quellacircostanza, sarebbe stata la squadra del Palmeiras in blocco. Cosìin quel match, vinto per 3 a 0, i giocatori, l’allenatore, il medico, ilmassaggiatore e perfino il magazziniere dei Verdi rappresentaronocon grande orgoglio l’intero Brasile indossando la maglia dellaSeleção.Passati gli anni della guerra e della dittatura militare, l’anima auten-ticamente italiana del Palmeiras è tornata ad affermarsi come segnodistintivo di un club che rappresenta, in campo sportivo, la grande

Sede do palestra Itália em 1915

Apresentação do uniforme - 1915

Primeiro jogo oficial em 1916 contra o Mackenzie

Lo stadio di Palestra ItáliaUna macchia verde tra i grattacieli di San Paolo. A sinistra, la curva deitifosi del Palmeiras quando la squadra gioca in casa. Sotto, una raraimmagine risalente al 1915: giocatori, soci e dirigenti della Sociedade Es-portiva Palestra Itália.

epopea italiana a San Paolo.Nella stagione 2009-2010 è stata lanciata una nuova maglia:l’Azzurra (in onore della Nazionale italiana), che ha cucito sul pet-to l’antico stemma sabaudo, e che riporta sul fianco un tricolore sucui è ricamato l’antico motto “Sappia che la Vittoria è Nostra”.Anche nelle vene della torcida palmeirense scorre sangue italianoa giudicare dalle coreografie tricolori che i tifosi mettono in scenaquando la squadra gioca in casa. Sono immagini, in tutta sincerità,che fanno venire i brividi.Il centenario della Palestra Itália sarà celebrato nel 2014, lo stessoanno nel quale in Brasile si disputeranno i mondiali di calcio. Ilclub paulistano si sta preparando a questo duplice appuntamentocon una serie di iniziative: la più importante delle quali è la ristrut-turazione del glorioso Estádio Palestra Itália che diventerà – man-tenendone il nome – una moderna arena polifunzionale completa-mente coperta, capace di ospitare 42 mila spettatori.“Sarebbe un sogno – sono le parole di Jota Christianini – se aiMondiali del 2014 la Nazionale italiana decidesse di stabilire qui danoi il suo quartier generale: aspettiamo gli Azzurri a braccia aper-te”.

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Ocrim! Uma história de sucesso

Esta unidade direciona toda asua produção de farinhas paraos vários segmentos industri-ais da Capital do Estado de SãoPaulo, municípios vizinhos eregiões.Em 1953, nascia o terceiro moi-nho do grupo, na cidade deBelém, capital do Estado doPará. Na época o primeiro moi-nho de trigo instalado na regiãonorte do Brasil, onde conquis-tamos um grande universo declientes fidelizados inclusive nointerior e regiões ribeirinhas.São clientes que conhecembem a qualidade dos nossosprodutos, e os utilizam nos va-riados segmentos produtivosque se estendem também aoEstado do Amapá, onde comer-cializamos diretamente e atra-vés de distribuidoras locais.Em 1961, ampliamos nossa atu-ação na região amazônica coma construção do quarto moi-nho, na época, Industria Moa-geira de Trigos Amazonas S.A.,atualmente incorporada como

Filial de Manaus, com a razãosocial do grupo: OCRIM S.A.PRODUTOS ALIMENTÍCIOS,sendo até hoje o único moinhode Trigo no Estado do Amazo-nas.Em 2005 com a aquisição da fa-brica de massas e biscoitos eda marca Ricosa, voltamos aatuar no ramo de fabricação demassas e biscoitos, incremen-tando-a em 2006 com a criaçãoda marca Trigolino e de uma li-nha extensa de produtos.Assim, o grupo OCRIM conti-nua escrevendo a sua históriade tradiçao empresarial, atuan-do em um mercado de risco ealtamente competitivo. Ao lon-go desse período de intensaatividade, investimentos signi-ficativos foram feitos para aconstruçã de mais silos, ampli-ação da capacidade de moageme aquisição de novos equipa-mentos para o aprimoramentoda qualidade e autoatizaçãodos sistemas de embalagem emtodas as unidades moageiras.

Pão do VelhãoIngredientes- 1,5 kg de farinha de trigo- 1 copo americano de açúcar- 1 colher (sopa) de sal- 1 copo americano de óleo- 2 tabletes de fermento- Meio litro de água morna- Queijo e presunto para recheio* Essa receita rende três pães

Modo de preparoColoca em uma bacia o açúcar, o sal, o fermento e o óleo (reservando um pouco para untar depois asformas).Acrescente a água morna e mexa com a mão até dissolver bem o fermento.Em seguida, ponha farinha de trigo e misture.Sove bem. Quanto mais você amassar, mais macio ficará o pão.Quando chegar na consistência desejada, deixe a massa descansar por 30 min, coberta por um pano.Passado esse período, você perceberá que a massa cresceu.Unte as formas com o óleo que sobrou.Separe a massa em três partes.Abra a primeira, passando um pouco de óleo na mesa.Use a mão e depois um rolo.Coloque as fatias de queijo e coloque a massa na forma.Jogue queijo ralado por cima.Repita o processo na segunda parte da massa. Apenas o recheio mudará. Dessa vez, você usarápresunto.Na terceira parte da massa, você pode colocar queijo, presunto ou nada. Fazê-lo puro mesmo.Deixe os pães descansando por uns 15 min e leva para assar.Depois de 20 ou 30 min, os pães estarão prontos.Dica: Coloque uma forma de água no forno na última grade para deixar o pão crocante.