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P. Basile, A. Chianese, V. Moscato: Il mondo di Internet Il mondo di Internet 1. Una ragnatela di connessioni La comunicazione interpersonale, intesa principalmente come scambio di informazioni, è sempre stato uno degli scopi primari di molte attività dell’uomo. Col tempo la comunicazione si è evoluta dallo scambio di beni materiali e quindi aventi consistenza atomica, come le lettere tradizionali, allo scambio di segnali fisici, come i suoni sulla linea telefonica, e infine alla trasmissione di bit, basata sull’utilizzo di calcolatori e sullo sfruttamento di servizi. Nel mondo moderno un calcolatore non lavora da solo, ma può utilizzare i servizi messi a disposizione da altri calcolatori diffusi nel mondo. Tutto ciò è reso possibile grazie alla presenza di una fitta rete di connessioni in grado di collegare tra loro tutte queste entità, meglio conosciuta col nome di Internet. Internet, anche nota come rete delle reti, può essere così vista in prima istanza come un mezzo potentissimo che consente la comunicazione tra i computer (host) di tutto il mondo. Se si desidera, ad esempio, effettuare una ricerca su Dante Alighieri, e, non si hanno a disposizione fonti tradizionali come i libri, è possibile, tramite apposite applicazioni pensate per Internet, reperire facilmente tutte le informazioni di interesse da calcolatori che si trovano in luoghi anche lontani. Un ulteriore esempio è costituito dai contesti aziendali, dove i calcolatori sono collegati per lo scambio veloce di documenti condivisi sia tra loro attraverso apposite reti di piccole dimensioni sia verso il mondo esterno attraverso Internet. Per comprendere l’entità di un fenomeno che continua a crescere si possono osservare i dati riportati in molte pubblicazioni, anche se, è importante sottolineare che la rilevazione della dimensione del fenomeno e le previsioni del suo sviluppo si basano su metodi che non forniscono dati certi e assoluti sia per l’assenza di un sistema di registrazione unico degli utenti ma soprattutto per il tumultuoso sviluppo della rete. Alcune pubblicazioni riportano che agli inizi del 2000 gli utenti di Internet attivi nel mondo erano circa 260 milioni. Circa 9,5 milioni erano gli utenti italiani con l’85% di essi dotati di una connessione da casa, mentre il 37% si collegava dall’ufficio. Nel sito http://www.isc.org dell’Internet Software Consortium si trovano informazioni sul numero di host presenti nella rete e sulla modalità di correlare tale numero a quello degli utilizzatori Internet. Recenti stime riportano che i sistemi host presenti in Internet sono passati da 1,7 milioni del gennaio 1993 ai 170 milioni dello stesso mese del 2003. Una crescita che ha visto raddoppiare di anno in anno il numero di sistemi erogatori di servizi sulla rete. Con una buona approssimazione si può calcolare il numero di utenti moltiplicando il numero di host per un valore compreso tra tre e sei a seconda della diffusione in un paese di Internet. Comunque in passato le più ottimistiche previsioni si sono dimostrate eccessivamente prudenti ed è un dato di fatto che la crescita degli utenti di Internet è in continuo aumento. Internet è quindi una enorme rete di reti di calcolatori, ed utilizzandola è possibile usufruire dei servizi e delle informazioni messe a disposizione da Università, laboratori di ricerca, banche dati, società private, strutture scientifiche, etc. E tutto questo è possibile su scala mondiale, senza tenere conto dei confini fisici e culturali. Essa può essere vista come un insieme di collegamenti (e di apparecchiature dedicate alla loro gestione) specificamente progettati per creare un efficiente sistema di comunicazione tra calcolatori. Questa rete, concepita, originariamente con intenti militari, non possiede alcun centro nevralgico, ed un messaggio (in termini tecnici: un pacchetto) spedito da un calcolatore ad un altro, in caso di interruzione di un percorso ne sceglierà un altro aggirando così l'ostacolo. La comunicazione fisica tra i vari host della rete avviene mediante i più disparati mezzi: reti telefoniche, reti locali, cavi sottomarini, collegamenti via satellite, trasmissioni via radio, etc. Internet è anche l'informazione che viaggia su questi cavi.

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P. Basile, A. Chianese, V. Moscato: Il mondo di Internet

Il mondo di Internet

1. Una ragnatela di connessioni

La comunicazione interpersonale, intesa principalmente come scambio di informazioni, è sempre stato uno degli scopi

primari di molte attività dell’uomo.

Col tempo la comunicazione si è evoluta dallo scambio di beni materiali e quindi aventi consistenza atomica, come le

lettere tradizionali, allo scambio di segnali fisici, come i suoni sulla linea telefonica, e infine alla trasmissione di bit,

basata sull’utilizzo di calcolatori e sullo sfruttamento di servizi.

Nel mondo moderno un calcolatore non lavora da solo, ma può utilizzare i servizi messi a disposizione da altri calcolatori

diffusi nel mondo. Tutto ciò è reso possibile grazie alla presenza di una fitta rete di connessioni in grado di collegare tra

loro tutte queste entità, meglio conosciuta col nome di Internet. Internet, anche nota come rete delle reti, può essere così vista in prima istanza come un mezzo potentissimo che

consente la comunicazione tra i computer (host) di tutto il mondo.

Se si desidera, ad esempio, effettuare una ricerca su Dante Alighieri, e, non si hanno a disposizione fonti tradizionali

come i libri, è possibile, tramite apposite applicazioni pensate per Internet, reperire facilmente tutte le informazioni di

interesse da calcolatori che si trovano in luoghi anche lontani. Un ulteriore esempio è costituito dai contesti aziendali,

dove i calcolatori sono collegati per lo scambio veloce di documenti condivisi sia tra loro attraverso apposite reti di

piccole dimensioni sia verso il mondo esterno attraverso Internet.

Per comprendere l’entità di un fenomeno che continua a crescere si possono osservare i dati riportati in molte

pubblicazioni, anche se, è importante sottolineare che la rilevazione della dimensione del fenomeno e le previsioni del

suo sviluppo si basano su metodi che non forniscono dati certi e assoluti sia per l’assenza di un sistema di registrazione

unico degli utenti ma soprattutto per il tumultuoso sviluppo della rete.

Alcune pubblicazioni riportano che agli inizi del 2000 gli utenti di Internet attivi nel mondo erano circa 260 milioni. Circa

9,5 milioni erano gli utenti italiani con l’85% di essi dotati di una connessione da casa, mentre il 37% si collegava

dall’ufficio. Nel sito http://www.isc.org dell’Internet Software Consortium si trovano informazioni sul numero di host

presenti nella rete e sulla modalità di correlare tale numero a quello degli utilizzatori Internet. Recenti stime riportano che

i sistemi host presenti in Internet sono passati da 1,7 milioni del gennaio 1993 ai 170 milioni dello stesso mese del 2003.

Una crescita che ha visto raddoppiare di anno in anno il numero di sistemi erogatori di servizi sulla rete. Con una buona

approssimazione si può calcolare il numero di utenti moltiplicando il numero di host per un valore compreso tra tre e sei

a seconda della diffusione in un paese di Internet. Comunque in passato le più ottimistiche previsioni si sono dimostrate

eccessivamente prudenti ed è un dato di fatto che la crescita degli utenti di Internet è in continuo aumento.

Internet è quindi una enorme rete di reti di calcolatori, ed utilizzandola è possibile usufruire dei servizi e delle

informazioni messe a disposizione da Università, laboratori di ricerca, banche dati, società private, strutture scientifiche,

etc. E tutto questo è possibile su scala mondiale, senza tenere conto dei confini fisici e culturali.

Essa può essere vista come un insieme di collegamenti (e di apparecchiature dedicate alla loro gestione) specificamente

progettati per creare un efficiente sistema di comunicazione tra calcolatori. Questa rete, concepita, originariamente con

intenti militari, non possiede alcun centro nevralgico, ed un messaggio (in termini tecnici: un pacchetto) spedito da un

calcolatore ad un altro, in caso di interruzione di un percorso ne sceglierà un altro aggirando così l'ostacolo.

La comunicazione fisica tra i vari host della rete avviene mediante i più disparati mezzi: reti telefoniche, reti locali, cavi

sottomarini, collegamenti via satellite, trasmissioni via radio, etc. Internet è anche l'informazione che viaggia su questi

cavi.

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Per spiegare l’infrastruttura tecnologica che sorregge Internet possiamo usare la metafora delle autostrade: i cavi sono le

autostrade e le informazioni che viaggiano sono le auto. Come accade sulle autostrade, anche in Internet si possono

avere rallentamenti se in un dato istante sono molte le informazioni che transitano per un tratto della rete. Come la rete

stradale anche l’infrastruttura su cui si poggia Internet è una maglia di connessioni per cui tra due nodi non esiste un

unico cammino. Anche l’accesso alla rete è regolata da sistemi di accesso simili ai caselli autostradali necessari a

stabilire il sistema di pagamento per l’uso della rete.

Ma più in generale l’infrastruttura tecnologica su cui si basa Internet è simile a tutte le altre di cui si è dotata la società

moderna: da quella idrica a quelle elettrica e telefonica. Tutte infrastrutture nelle quali si identificano i seguenti elementi

principali:

• l’insieme di sistemi che erogano un servizio sulla infrastruttura quali ad esempio:

1. le centrali elettriche (nucleari, a carbone, eoliche, idriche, etc.) che producono l’energia elettrica;

2. i bacini idrici che alimentano gli acquedotti;

3. le centrali telefoniche pubbliche che provvedono alla distribuzione delle telefonate;

• l’insieme di sistemi che utilizzano quanto prodotto dai primi, quali ad esempio;

1. le macchine elettriche quali lavatrici, televisori, etc,

2. il rubinetto dal quale sgorga l’acqua;

3. i telefoni dai quali si avvia una conversazione dopo aver composto il numero;

• e l’infrastruttura, fatta di fili, tubi, che serve a collegare i primi sistemi ai secondi per trasportare;

1. la corrente elettrica;

2. l’acqua;

3. il segnale telefonico.

I primi sistemi, quelli che erogano un servizio vengono detti server, mentre quelli che sono fruitori del servizio sono detti

client. La figura seguente mostra l’architettura di riferimento per tutte le infrastrutture riportate.

Figura 1: Architettura di riferimento di un’infrastruttura di rete

Più in generale, la stessa architettura si può far discendere da un modello molto utilizzato nell’informatica, nel quale si

distinguono due entità ben distinte: quella del produttore di un servizio e quella del consumatore dello stesso servizio. È

evidente che in Internet, dove viaggiano informazioni in formato digitale, il consumatore può ricevere il servizio prodotto

se sussistono tre precise condizioni:

• le due entità sono collegate da una infrastruttura per il trasporto di quanto prodotto;

• le due entità devono parlare uno stesso linguaggio perché avvenga tra loro una comunicazione;

• le due entità, pur condividendo lo stesso linguaggio, devono comprendersi.

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2. Internet e il modello Client/Server

L’utilizzo di Internet consiste, normalmente, nell’utilizzo di varie funzionalità messe a disposizione da opportuni server e

percepite dall’utente come servizi erogati da questi ultimi.

Un server, in questa accezione, è una macchina che mette a disposizione tali funzionalità. In realtà ili termine server è a

volte ambiguo in quanto identifica sia la macchina, ossia l’host, che il software che consente di erogare il servizio stesso.

In generale tale ambiguità non è un problema se si tiene presente il fatto che una macchina può essere server di più

servizi contemporaneamente.

Gli utenti accedono alle funzionalità offerte dai server mediante degli appositi programmi, denominati client, installati

sulla propria macchina. I client trasmettono delle richieste ai server i quali trasmettono le risposte secondo delle regole

prestabilite.

Questo modello di erogazione di funzionalità e servizi viene denominato modello client/server e la motivazione della sua

affermazione sta soprattutto nel mettere a disposizione un sistema efficiente per l’erogazione dei servizi in rete a molti

utenti: la connessione di rete, infatti, viene effettuata soltanto per un breve periodo di tempo, giusto il necessario per

trasmettere la richiesta e recuperare la riposta dal server. È proprio la mancanza di connessioni “continua”, e quindi di un

impegno non costante delle linee di trasmissione, il vero motivo dell’efficienza della rete.

Più precisamente, nel modello client/server, i processi di elaborazione sono suddivisi tra il client e il server e la

comunicazione si basa su una sequenza di richieste e risposte secondo i ruoli previsti:

• Client: Richiede servizi o informazioni a un altro computer (il server).

• Server: Risponde alla richiesta del client inviandogli i “risultati” della richiesta

La figura seguente schematizza il meccanismo di comunicazione client/server:

Figura 2: Modello Client/Server

Il client, sulla base di quanto specificato dall’utente, prepara una richiesta – in un formato opportuno che dipende sia dal

tipo di servizio sia da altri fattori – che successivamente trasmette al server.

Il server analizza la richiesta del client e la elabora al fine di soddisfarla. Qualora l’elaborazione non presenta problemi,

confeziona la risposta e la invia al client.

Il client, infine, riceva la riposta e la “formatta” in maniera tale che sia disponibile, o leggibile se si tratta di un servizio

come il web ad esempio, all’utente.

È ovvio che le richieste e le risposte devono essere “confezionate” in maniera tale che esse risultino comprensibili ai vari

server e ai vari clienti disponibili in commercio. Questo presuppone la presenza di regole che disciplinano questi aspetti

della comunicazione. Il capitolo successivo affronta tale aspetto che è di estrema importanza.

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3. Le caratteristiche della comunicazione sulla rete: i protocolli di Internet

Internet è una rete che collega calcolatori di tutto il mondo. Ma a differenza di altre reti essa utilizza sistemi

programmabili e di uso generale, è in grado di trasportare tipi di informazioni diverse, supporta un’ampia, e sempre

crescente, gamma di applicazioni. Come tutte le altre reti di calcolatori essa permette la condivisione delle risorse con un

aumento dell’affidabilità dell’intero sistema e la comunicazione tra utenti sia per lo scambio di informazioni che per la

collaborazione a distanza.

Anche Internet è caratterizzato da sistemi server e sistemi client collegati tra loro da una infrastruttura di comunicazione

fatta da una fitta rete di collegamenti di fili di rame, di fibre ottiche e anche di aria.

Figura 3: Architettura di Internet

La comunicazione su Internet si svolge secondo precise regole chiamate protocollo. I protocolli stabiliscono pertanto

che due entità tra di loro comunicanti condividano non solo uno stesso linguaggio di comunicazione ma anche

comprendano il tipo di informazioni scambiate secondo uno schema a strati nel quale si individuano:

• l’infrastruttura di comunicazione;

• il protocollo di comunicazione o di base;

• protocollo applicativo, ossia il possesso di competenze comuni per trattare le informazioni da parte dei diversi

contesti applicativi (il web, la posta elettronica, lo scambio di file).

Il protocollo di base che caratterizza Internet è il protocollo TCP/IP (Transmission Control Protocol/ Internet Protocol).

Tale protocollo consente l’invio affidabile dei dati sulla rete. In particolare ogni dato spedito sulla rete viene tagliato in

piccole parti dette “pacchetti” e poi ricostruito all’atto della ricezione. Quando si richiede, ad esempio, un'immagine da un

computer remoto, questa viene spedita nel modo seguente: prima viene divisa in pacchetti (ad esempio 1000) tutti di

uguale dimensione e poi ogni pacchetto viene inserito in una busta con indicato tra l'altro, l'indirizzo del mittente, del

destinatario e un numero d'ordine. Le 1000 buste viaggiano in piena autonomia, e se ci fossero 1000 cammini diversi tra

mittente e destinatario, potrebbero viaggiare ognuna per un diverso cammino. All'arrivo, che può avvenire in un ordine

qualsiasi, i pezzi vengono ricomposti ottenendo così l’immagine di partenza.

I pacchetti possono trasportare informazioni di qualsiasi tipo: parti di una immagine, di un messaggio, di una pagina di

testo.

I protocolli applicativi servono per consentire a due sistemi capaci di comunicare con il TCP/IP di comprendere le

informazioni scambiate. Tra di essi si ricordano i protocolli:

• http (hypertext transfer protocol), per il trasferimento di ipertesti;

• SMTP (simple mail transfer protocol), per l’invio e la ricezione della posta elettronica;

• ftp (file transfer protocol), per il trasferimento di file.

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Figura 4: Protocolli di Internet

In ultima analisi Internet non è solo un’infrastruttura di comunicazione, ma anche un mega-contenitore di informazioni e

servizi distribuiti nel mondo a cui l’utente può facilmente accedere.

4. La storia di Internet

L’idea di una rete Internet fu proposta per la prima volta da J.C.R. Licklider del Massachusetts Institute of Technology

(MIT) nel 1962. Licklider immaginava un insieme di computer interconnessi attraverso i quali tutti potessero accedere

facilmente e velocemente a dati e programmi da ogni luogo. Contemporaneamente, in quegli stessi anni, venne

pubblicato il primo lavoro sul metodo (packet switching) usato per muovere dati su una rete dividendoli in pacchetti

che viaggiano indipendentemente l'uno dall'altro e che si ricompongono una volta raggiunta la destinazione finale.

Intorno alla fine degli anni 60 l’ARPA (Advanced Research Projects Agency del Ministero della Difesa Statunitense)

istituì rapidamente un programma di ricerca e pose Licklider alla sua testa. Vista poi l’importanza del progetto e la sua

utilità per fine bellici, ARPA passò al Ministero della Difesa statunitense: la sua missione divenne quella di applicare lo

stato dell’arte della tecnologia alla difesa statunitense e di evitare di restare sorpresi dai progressi tecnologici dei

nemici.

Nel 1969 nacque Internet con il nome di ARPANET, mediante il collegamento di quattro calcolatori che utilizzavano un

modo di parlare (protocollo) innovativo per l'epoca chiamato Network Control Protocol (NCP). Il concetto base era

quello di suddividere la comunicazione in unità di informazione relativamente piccole (pacchetti) e tali da poter essere

efficientemente trasmesse anche su linee di comunicazione inefficienti.

Tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni '70, altri centri di elaborazione iniziarono ad usare l'innovativa

tecnologia del packet switching di ARPANET per collegare i propri sistemi. Un numero sempre maggiore di computer

iniziò così ad esserere collegato rapidamente alla rete ARPANET nel corso di tali anni. Nel 1971 già si contavano 23

host nella rete, mentre nel 1980 erano diventati più di 200 con i primi collegamenti internazionali.

Nel 1972 si svolge la prima vera dimostrazione pubblica di ARPANET all’International Computer Communication

Conference (ICCC). Sempre intorno a quegli anni vennero sviluppati i primi applicatici software per la rete ARPANET

tra cui l’electronic mail, o email come è ora comunemente conosciuta.

A causa delle limitazioni in alcuni dei programmi appena sviluppati, Robert Kahn e Vint Cerf cominciarono lo sviluppo di

una nuova versione del protocollo NPC in modo da consentire packet switching in grado di soddisfare le esigenze di un

ambiente ad architettura aperta, nel quale le informazioni potessero essere inviate da un computer ad un altro fino al

raggiungimento della loro destinazione.

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Questo protocollo sarebbe stato successivamente chiamato Transmission Control Protocol/Internet Protocol (TCP/IP). Ed in virtù della definizione di “Internet Protocol”, Vint Cerf e Bob Khan furono riconosciuti come i “padri” di

Internet.

Intanto il Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) degli Stati Uniti diede il via ad un programma di

ricerca per investigare tecnologie e tecniche idonee a collegare reti di vario tipo. L’obiettivo era lo sviluppo di un

protocollo di comunicazione in grado di far interagire i computer in rete, in modo trasparente e immediato. Tale

programma venne chiamato Internetting Project e il sistema di reti che emerse dalla ricerca come Internet. Il sistema

di protocolli che fu sviluppato nel corso di questa ricerca diede vita al TCP/IP Protocol Suite, in omaggio ai due primi

protocolli sviluppati: Transmission Control Protocol (TCP) e Internet Protocol (IP). Nel 1979 finalmente la rete ARPANET fu trasferita dal DARPA alla Defense Communications Agency come rete

operativa. I vantaggi dell'interconnessione tra reti divennero sempre più popolari grazie alla fortunata invenzione di

servizi di rete davvero molto utili (posta elettronica, newsgroup, etc…).

Come conseguenza di questo successo, nacquero durante gli anni '80 tre reti principali: BITNET (Because It's Time

Network), CSNET (Computer Science Network) e NSFNET (National Science Foundation Network). NSFnet divenne la

principale rete portante di Internet (definita backbone o spina dorsale) grazie ad una linea a 56Kbps.

Nel 1983 avvenne la transizione del protocollo ospite di ARPANET da NCP a TCP/IP. ARPANET da quel momento

utilizzato da un numero significativo di dipartimenti ricerca e sviluppo della Difesa e da organizzazioni operative. Mentre

nel 1984 fu introdotto il Domain Name System (DNS) a causa dell’aumento degli host connessi alla rete, al fine di

facilitarne la ricerca.

Nella metà degli anni 80 Internet era considerata la tecnologia in grado di mettere in contatto una larga comunità di

ricercatori e sviluppatori, ed altre comunità cominciarono ad usarlo per comunicazioni giornaliere via computer. Lo

strumento email cominciava ad essere utilizzato in vari paesi, spesso con sistemi differenti. Ma solo alla fine degli anni

80, Internet ebbe il suo primo momento di grande attenzione da parte dei mass-media poiché il primo mitico virus

(verme o "worm") inventato da Robert J. Morris causò il blocco di alcune migliaia di calcolatori presenti nel network.

Entro la fine del 1986, erano già presenti alcune migliaia di hosts (calcolatori che fungono da nodi della rete) connessi.

I paesi connessi al NSFNET alla fine degli anni 80 sono: Australia, Germania, Israele, Italia, Giappone , Messico,

Olanda, Nuova Zelanda, Porto Rico, Regno Unito.

Nel 1990 ARPANET cessò di esistere e venne sostituito da NSFNET, tutto il mondo era “online” e world.std.com

diventò il primo provider commerciale per l’accesso telefonico ad Internet.

Tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, Internet iniziò a subire alcune radicali trasformazioni. Nel 1989, il

canale di comunicazione principale (backbone) venne potenziato con il passaggio ad una linea ad alta velocità (1,544

Mbps) dal momento che il numero di hosts connessi aveva superato le 100.000 unità. Inoltre, per superare il limite

costituito dal fatto che il backbone NFSNET vietava ai suoi utilizzatori qualsiasi uso commerciale della rete, ARPANET

venne eliminato e fu creato il Commercial Internet Exchange (CIX) dando così il via definitivo ad utilizzi a fini di lucro

della rete stessa. Dopo questa scelta, in breve Internet si ritrovò ad avere più di 700.000 hosts collegati.

Nel contempo il fenomeno di diffusione della rete impose l’esigenza di uno standard dei protocolli usati e delle modalità

di connessione di nuove organizzazioni al network, con la conseguente istituzione dell’Internet Society (1992).

Nello stesso anno, il CERN di Ginevra, Svizzera, introdusse la prima realizzazione di uno dei programmi più usati sulla

rete: un sistema multimediale ad ipertesto con tecnologia client/server chiamato World-Wide-Web. Poco dopo, nel 1993,

il National Center for Supercomputing Application (NCSA) presso la University of Illinois a Urbana-Champaign negli USA

diffuse un programma client (browser) con l'interfaccia utente, Mosaic, per utilizzare il World-Wide Web.

Lo sviluppo dei browser significa che non solo chi sta all’interno delle università o dei dipartimenti di ricerca può

accedere a documenti su Internet, ma questi documenti possono essere accessibili in tutto il Paese, e anche in tutto il

Mondo, da chiunque abbia accesso ad un computer e ad un modem. Le semplici operazioni di un browser Web

rendono inoltre possibile l’accesso a documenti sul Web da parte di utenti privi di conoscenze tecniche. Il World Wide

Web viene così aperto al pubblico.

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Nella prima metà degli anni 90 i media cominciarono a prendere notizie da Internet; la Casa Bianca e le Nazioni Unite

erano oramai online. Nel dicembre del 1993 si contavano 623 siti Web nel mondo.

Nel 1994 uscì sul mercato il browser Netscape Navigator per il download attraverso Internet, mentre

ARPANET/Internet celebrava il suo venticinquesimo anniversario.

Nella seconda metà degli anni 90 furono fondati i primi fornitori di accesso ad Internet (Provider) quali CompuServe,

AOL e Prodigy.

Dalla fine degli anni 90 ai giorni nostri, Internet subisce una crescita esponenziale, sia per quel concerne le dimensioni,

sia per l’utilizzo divenendo un fenomeno mondiale capace di rivoluzionare la vita di ogni giorno.

5. Il World Wide Web: un esempio per comprendere l’organizzazione della rete Internet

Alle soglie degli anni '90, Internet si afferma come un fenomeno di dimensioni mondiali anche se riservato ai soli addetti

ai lavori in quanto l’uso delle sue funzionalità, la ricerca delle informazioni sui suoi nodi, rimangono compiti difficili.

Nel 1989 presso i laboratori del CERN di Ginevra, un ricercatore di nome Tim Berners Lee sviluppò il primo esempio di

una applicazione che avrebbe rivoluzionato il modo di concepire Internet. Tale applicazione venne chiamata World Wide Web (che letteralmente significa la "ragnatela mondiale") o più semplicemente Web o WWW. Pochi anni dopo, nel 1992,

uno strumento di lavoro elaborato per gruppi di ricerca specializzati (i fisici del CERN ed i loro collaboratori sparsi per il

mondo) fu presentato invece come una soluzione "general purpose" alle esigenze di semplificazione d'uso della rete.

L'anno successivo, il 1993, l'idea del Web, venne consacrata al definitivo successo dall'introduzione da parte del NCSA

(National Center for SuperComputing Applications) di una interfaccia utente specificamente progettata: Mosaic.

L'idea geniale del WWW risiede nella organizzazione delle informazioni sulla rete in formato ipertestuale e nella loro

presentazione all'utente in maniera semplice e multimediale. L’organizzazione ipertestuale implica l'esistenza di

collegamenti non lineari (i cosiddetti link ipertestuali) tra le varie informazioni strutturate in pagine web individuate in

maniera univoca dal concetto di indirizzo. Le pagine sono distribuite sui sistemi presenti in Internet, e possono essere

localizzate facilmente grazie ai collegamenti ipertestuali in maniera trasparente all'utente. L'utilizzatore Web, infatti,

esegue esattamente le stesse azioni (tipicamente selezionare con il mouse uno tra i possibili link) sia se la pagina in

questione è localizzata sul suo stesso computer sia se invece è localizzata altrove. Ogni computer, collegato ad internet,

deve avere un indirizzo univoco chiamato indirizzo IP consistente in uno strano numero formato da una sequenza di

quattro numeri, compresi tra 0 e 255, separati da un punto. L'assegnazione di questo numero è l'unica burocrazia

esistente su Internet.

Tempi di risposta della rete permettendo, si ha in questo modo accesso semplice ed istantaneo ad un insieme di

informazioni di dimensioni planetarie. Se poi le informazioni sono organizzate in maniera multimediale, l'efficacia della

comunicazione è altissima e l’uso del sistema diventa molto piacevole.

Nel mondo del Web è netta la distinzione del modello client-server tra chi svolge il ruolo di fornitore di informazioni

(server) e di chi ne fa richiesta risultando cliente dei servizi offerti dai primi.

La parte client dell'applicazione Web costituisce l'interfaccia verso l'utente finale e viene anche detta browser. Il suo

scopo consiste nel presentare le pagine web, interpretando opportunamente la descrizione del contenuto di tali pagine

effettuata mediante uno specifico linguaggio detto HTML (HyperText Markup Language, il quale utilizza dei cosiddetti

tag per l’organizzazione delle informazioni in una pagina web).

Le pagine web sono organizzate in modo da contenere collegamenti con altre pagine (iperlink), e, possono contenere

informazioni multimediali quali testo, grafica, suono, immagini, video realizzando così un ipermedia. I link possono

essere associati ad una qualsiasi delle forme dell'informazione contenuta nella pagine.

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I browser più famosi in circolazione sono Netscape, realizzato dall'inventore dell'interfaccia Mosaic, Marc Andreessen, e

Microsoft Internet Explorer, oggi fornito come corredo standard al più diffuso sistema operativo Windows. I browser sono

stati fin dall'inizio progettati in modo da esaltare da un lato la semplicità d'uso delle loro funzionalità (facendo largo

ricorso a concetti come quelli di “bottone”, “menù a tendina”, ecc.), e, dall'altro le caratteristiche tipiche della

multimedialità.

Il lato server dell'applicazione Web ha il compito di essere sempre in ascolto sulla rete, in attesa di richieste provenienti

dai browser, e di rispondere a tali richieste (tipicamente relative alla necessità di fornire o “scaricare” una data pagina).

I link, in sostanza, contengono l'opportuno indirizzo di una data pagina Web o, più in generale, di una risorsa Web.

Questo indirizzo, ancora una volta una derivazione ed estensione degli indirizzi Tcp/Ip, viene detto URL (Uniform

Resource Locator). Un indirizzo URL contiene tipicamente una porzione che specifica il linguaggio (protocollo) che si sta

usando per reperire la risorsa, l'indirizzo IP dell'host che la contiene, e, l'indicazione (tipicamente data fornendo il

percorso nell'albero delle directory) di dove si trova la risorsa sull'host.

Un esempio di questo tipo di indirizzo è il seguente: http://www.dol.unina.it/index.html, dove “http:” identifica il protocollo, “www.dol.unina.it” il nome dell' host e “index.html” il file che contiene la pagina

cercata.

Il protocollo indica come il documento viene “servito” dal computer che fornisce l'informazione. Per quanto concerne

invece il nome dell’host, è possibile notare che in effetti ogni computer collegato a Internet può avere un nome (oltre ad

un numero) e talvolta anche più di uno. Questo nome viene in parte assegnato come il numero, seguendo certi criteri, ed

è deciso in maniera arbitraria dal possessore del computer.

Il vantaggio nell’utilizzare nomi testuali anziché numeri deriva dalla facilità con cui i primi si possono ricordare rispetto ai

secondi. Esiste un particolare servizio noto come DNS (domain name service) che consente di tradurre gli indirizzi

testuali delle macchine nei corrispettivi indirizzi IP, così come avviene consultando un normale elenco telefonico.

In effetti i nomi andrebbero letti al contrario perchè l'ultima parte è quella più importante ed è una sigla che indica la

nazione (it). Il secondo nome è il dominio vero e proprio (unina, questo deve essere richiesto). Successivamente si ha

nell’ordine un sottodominio, e infine l'ultima parola (quasi sempre www).

Basandosi sui nomi e i numeri assegnati è possibile fare un censimento automatico di Internet che viene ripetuto ogni 6

mesi .

Le altre informazioni che si danno nell’URL, se presenti, servono a localizzare il documento sul disco del computer che

contiene altri documenti, idicando il nome del file ed il percorso per arrivare allo stesso.

Quando dunque l'utente seleziona un determinato link, tipicamente cliccando su di esso con il mouse, viene attivata una

connessione TCP/IP con il nodo Internet che ospita la pagina richiesta, e si richiede che il lato server dell'applicazione

web localizzi e fornisca al browser richiedente la pagina in questione.

Naturalmente, anche la pagina appena ottenuta può contenere link con altre pagine situate su nodi localizzati ovunque.

Questo procedimento di visite successive, che può essere progressivamente ripetuto fino a coinvolgere centinaia o

migliaia di pagine e relative macchine, viene denominato “navigare sulla rete”.

Il protocollo che stabilisce le regole con le quali i browser ed i server web dialogano tra loro viene detto HTTP (HyperText

Transfer Protocol).

Naturalmente, la capacità di trattare informazioni e link multimediali (l'ipermedialità, appunto) nasce proprio dal fatto che

sia l'HTML che l'HTTP sono rispettivamente un linguaggio ed un protocollo specificamente progettati per consentire un

esplicito ed efficiente trattamento di queste classi di informazioni.

Un ulteriore punto di forza del WWW consiste nel fatto che esso consente di inglobare, in una forma molto più attraente

ed accessibile all'utente non informatizzato, molti altri servizi fondamentali di Internet quali la posta elettronica, l'FTP e le

News. Esso arricchisce inoltre questi servizi dell'aspetto multimediale. Ad esempio, è oggi possibile mandare e-mail che

contengano messaggi vocali o video, e visionarle in un unico ambiente; effettuare uno scambio di file mediante FTP

associando ai file degli iperlink ottenendo il trasferimento con un semplice "click" sul nome del file; leggere le News

all'interno del browser stesso, etc.

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6. I principali servizi di Internet

Inizialmente, ai tempi dello sviluppo di Arpanet, l'unico servizio previsto era la possibilità di un login su un sistema remoto

con la conseguente possibilità di esecuzione di programmi residenti, ovviamente, sempre sul sistema remoto. I limiti di

un simile servizio dovrebbero risultare abbastanza evidenti anche ad un utente medio: la semplice necessità di un

trasferimento veloce di uno o più file o l'invio di informazioni sotto forma di messaggi risultano essere operazioni piuttosto

tediose da effettuare mediante un login remoto.

In breve tempo sono stati quindi elaborati degli standard per una serie di servizi fondamentali che, negli ultimi anni, sono

stati affiancati da servizi che permettono di saltare da un host all'altro della rete in maniera estremamente intuitiva e di

recuperare informazioni non solo sotto forma di file ma in un formato ipertestuale e multimediale complesso quanto

semplice.

Di seguito è riportata una descrizione dei principali servizi offerti dalla rete Internet.

La Posta Elettronica

La posta elettronica o e-mail realizza la versione elettronica del tradizionale sistema postale. Come in tutti gli altri casi,

per poter utilizzare un servizio di Internet, occorre disporre di due cose: un calcolatore connesso alla rete che parli in

Tcp/Ip, ed un prodotto software che aderendo ad un protocollo applicativo fornisca l'interfaccia utente per utilizzare lo

specifico servizio TCP/IP. Nella fattispecie della posta elettronica il prodotto software di e-mail deve consentire, dal punto

di vista del mittente, di:

• scrivere una lettera in formato elettronico;

• specificare un destinatario su una sorta di "busta elettronica";

• consegnare il messaggio alla rete per la trasmissione.

Dal punto di vista del destinatario dovrà consentire di:

• ricevere dalla rete il messaggio;

• leggere la lettera.

Queste operazioni devono avvenire in maniera asincrona tra i due attori della comunicazione (ovvero, il mittente deve

poter scrivere e spedire la lettera senza preoccuparsi di cosa sta facendo il destinatario in quel momento e viceversa).

Un buon programma di gestione della posta (mailer) consente di creare e gestire automaticamente indirizzari, liste di

destinatari, etc.. Il vantaggio principale della e-mail è certamente quello di aggiungere ai tradizionali pregi della

comunicazione scritta l'estrema rapidità: in condizioni di buon funzionamento della rete, una "mail" viene consegnata in

qualunque parte del mondo nel giro di pochi minuti. Inoltre, data la natura di Internet, il costo del servizio è totalmente

indipendente dalla distanza. Accennando infine ai difetti, possiamo dire che l'e-mail è un sistema di comunicazione

senza garanzia di consegna: il mittente rimarrà incerto dell'avvenuta consegna del messaggio fino a quando il

destinatario non replicherà con un’altra e-mail.

La posta elettronica inoltre è subordinata al mondo dell'informatica e delle telecomunicazioni, con tutti i lori inconvenienti.

In ogni caso, i vantaggi sono di gran lunga superiori ai difetti e la posta elettronica conta oggi circa milioni di utenti in tutto

mondo. Si noti che il servizio di e-mail si basa sul concetto di indirizzo del mittente e del destinatario. Gli indirizzi di posta

elettronica sono una estensione degli indirizzi Tcp/Ip ottenuta giustapponendo un nome simbolico di utente (ad esempio,

una abbreviazione del cognome) all'indirizzo dell'host che ospita il programma di mail. Tra queste due parti dell'indirizzo

di un utente viene interposto il simbolo @. Tali indirizzi presentano un formato del tipo: [email protected],

ovvero [email protected] in cui si possono facilmente riconoscere le abbreviazioni it (italia) ed unina (che indica

l’Università di Napoli).

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Il File Transfer Protocol (FTP)

Nel mondo dei calcolatori il concetto principale con cui confrontarsi è probabilmente quello di file. Un file è un contenitore

generalizzato di informazioni individuato da un suo nome. Qualsiasi documento, relazione, disegno, messaggio, da

convertire in formato elettronico, assumerà prima o poi la forma di un file. La condivisione tra due generici utenti di

computer di un’informazione consiste certamente nella possibilità di "scambiarsi dei file". Prima dell'avvento della rete ed

ancora oggi per molte situazioni quotidiane, questo scambio di file avveniva ed avviene mediante l'uso di supporti

magnetici removibili (dischetti, nastri, cd-rom, ecc.). Pensiamo per un attimo ad utenti localizzati in parti differenti del

globo, allora forse riusciamo effettivamente a stimare l’importanza dell’introduzione su Internet di un servizio per il

trasferimento di un generico file da un nodo all'altro della rete. Il servizio di file transfer è stato progettato in modo da

essere simile al sistema telefonico piuttosto che a quello postale: per scambiarsi un file occorre che il mittente ed il

destinatario siano "sincronizzati", ovvero contemporaneamente disponibili ed è possibile seguire istante per istante lo

scambio avendo l'immediata garanzia dell'avvenuto trasferimento di informazioni. Oltre alle innumerevoli agevolazioni di

questo tipo di servizio nel mondo scientifico ed industriale (relative allo scambio efficiente di informazioni e quindi alla

effettiva possibilità di una collaborazione a distanza a bassissimo costo), è interessante riflettere sul fatto che la

combinazione dell'FTP e della e-mail ha consentito lo sviluppo di moltissime attività .

Il Terminale Remoto (Telnet)

Il servizio di "terminale remoto virtuale" è forse il più tecnico tra i tools storici di Internet e quello maggiormente superato

dalla evoluzione delle tecnologie informatiche. Il telnet consentiva al generico utente di un certo calcolatore, nodo della

rete, di utilizzare la propria postazione di lavoro come terminale di un altro qualsiasi nodo. In un mondo di Personal

Computer l'utilità di questo servizio risulta poco comprensibile, se tuttavia si immagina invece un mondo di mini e

mainframe spesso incompatibili tra loro la possibilità di usare il terminale di un Vax per programmare un mainframe IBM

non è cosa da poco. In realtà l'avvento delle tecnologie client-server e la diffusione di stazioni di lavoro universali e

standardizzate come i Pc hanno drasticamente ridotto l'interesse per questo servizio. Esso, tuttavia, ha letteralmente

salvato la vita di una generazione di ricercatori ed addetti ai lavori del mondo dei computer.

Le News o “Usenet”

“Usenet è “una fiera, un cocktail, un incontro mondano, note di una cabala segreta, chiacchiere di corridoio durante una

conferenza, una grigliata tra amici, una conversazione durante un viaggio aereo e molte altre cose...”, dice l'inventore

delle News. Se, infatti, Telnet rappresenta il più tecnico dei tools di Internet, le News rappresentano invece il più

"culturale", quello che ha per primo ha connotato il mondo della rete come un nuovo "media" di comunicazione tra le

persone, oltre che un comodo strumento di lavoro. Il servizio News costituisce la versione elettronica del concetto di

Bacheca: gli utenti del servizio possono utilizzare un area comune per affiggere messaggi che poi tutti potranno leggere.

All'interno della bacheca si potranno scegliere diverse rubriche. In questo modo, si crea il concetto di gruppo di interesse

- Newsgroup. La cosa veramente esaltante è che la bacheca ha dimensioni mondiali e che i tempi di interazione (rete

permettendo) sono istantanei. Per la natura volontaristica di Internet, queste bacheche sono libere da ogni controllo.

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I motori di ricerca

L’intera storia dell’uomo è caratterizzata dal desiderio di organizzare le informazioni per renderle fruibili ed accessibili in

maniera facile ed immediata. Le biblioteche sono la testimonianza più evidente del grande lavoro di raccolta e

classificazione delle informazioni necessarie ad alimentare la trasmissione del sapere. Il web è diventato negli ultimi anni

il mezzo principale per pubblicare e rendere disponibili grandissime quantità di informazioni e i motori di ricerca sono

oggi lo strumento per reperirle facilmente e in fretta. Può sembrare paradossale, ma disporre di tantissima informazione

equivale a non possederne alcuna se non si posseggono metodi efficaci di ricerca. I motori di ricerca (Google, Virgilio,

Altavista, etc…) sono dei particolari strumenti software che consentono la ricerca sulla rete di informazioni di interesse,

dapprima sulla base di criteri semplici basati sul nome del file e successivamente sempre più complessi riguardanti il

contenuto dei file. I motori di ricerca per agevolare la ricerca di informazioni devono preventivamente provvedere a

classificare tutto ciò che esiste in Internet. Devono pertanto in grado di conoscere gli indirizzi degli host che ospitano le

informazioni; tenere un elenco delle informazioni che è possibile reperire; fornire una risposta veloce ed esauriente alle

più svariate richieste. Le modalità di ricerca cambiano da motore a motore, così come la precisione delle risposte. Anche

l’ordinamento dei siti nella lista restituita dopo una ricerca, dipende dall’importanza con la quale il motore considera gli

altri siti. Il motore attualmente più popolare e più utilizzato è Google, che, grazie al suo sofisticatissimo meccanismo di

analisi delle pagine (detto “Page Ranking”) per individuare le parole necessarie alla classificazione, è divenuto uno dei

più importanti strumenti presenti nel mondo del web. I motori di ricerca sono una delle applicazioni più complesse del

mondo dell’informatica se si pensa alle risorse hardware e software necessarie per far funzionare correttamente uno

strumento che deve indicizzare, archiviare e mantenere aggiornate decine (a volte centinaia) di milioni di pagine Web

che devono essere messe a disposizione del richiedente in poche frazioni di secondo. Ma il problema più complesso è

legato all’efficacia della ricerca, ossia alla rilevanza e coerenza dei risultati restituiti. La bontà di un motore di ricerca è

legata alla rispondenza della risposta alle nostre richieste e alla semplificazione di lunghi e faticosi processi di selezione

di un gran numero di pagine con inutili contenuti.

Tutti i motori di ricerca presentano un’architettura che deve provvedere al reperimento delle pagine web, alla

indicizzazione dei contenuti in esse presenti e infine alla creazione delle liste in risposta alle interrogazioni. Si comprende

che la qualità delle risposte dipende dalle modalità di analisi e classificazione delle informazioni. E due sono le principali

modalità di catalogazione. Quella manuale prevede che l’autore della pagina sottometta la propria opera ad un motore di

ricerca mediante il form di inserimento disponibile - sotto diverse condizioni di utilizzo e a titolo più o meno gratuito -

presso tutti i motori. La catalogazione automatica, a cura dei gestori dei motori, viene invece effettuata attraverso spider

(letteralmente ragni), così chiamati per il loro zampettare (crawling) in giro per la Rete, a trovare e catalogare pagine

Web, monitorandone poi le eventuali variazioni. Gli spider possono essere comunque tenuti alla larga dal proprio sito

inserendo determinati codici all’interno della pagina, così come altri codici possono rendere il nostro sito più facilmente

ritrovabile. I motori di ricerca catalogano non solo le pagine Web, ma anche documenti di ogni tipo e addirittura i

messaggi di mailing list e newsgroup archiviati in rete. Quando si pubblica un documento su Web, dopo qualche giorno

si riceverà qualche “visitatore” che leggerà il documento classificandolo opportunamente.

Così, quando noi inseriamo una o più parole per la nostra ricerca, esse vengono individuate nei documenti catalogati,

che ci vengono quindi sottoposti.

Facciamo l’esempio della ricerca di siti che parlano di sport. In questo caso il computer client è il nostro computer di casa

attraverso cui ci colleghiamo ad Internet, il servizio che richiediamo è l’elencazione dei siti web che parlano di sport,

mentre il computer server è inizialmente il motore di ricerca selezionato.

Ogni motore di ricerca, riesce ad aggiornare la propria base di dati tenendo conto di documenti non più esistenti, nuovi o

con indirizzo cambiato. Questi motori classificano il Web creando una copia di tutto il testo contenuto nei documenti

inclusi i comandi HTML. I documenti in formato non HTML non sono di solito classificati.

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7. Internet ed il mondo del business

La diffusione a macchia d’olio di Internet degli ultimi anni ha, per così dire, contagiato anche il mondo del “business”.

Con lo sviluppo delle reti di trasmissione e del web, con l’emergere di concetti quali connettività e convergenza, le

imprese hanno la possibilità di modificare le proprie strategie ed attività commerciali per sfruttare appieno le opportunità

offerte dalle tecnologie ICT ed, in particolare, dalla rete Internet.

Le sfide imposte dalla globalizzazione richiedono alle aziende di operare in un mercato dove velocità e efficienza sono

condizioni irrinunciabili, si fa strada quindi il concetto di “connessione continua” con clienti, fornitori, partner e si impone il

modello di un’impresa “estesa”. In un tale contesto, la rete Internet diventata l’unica e più importante piattaforma su cui

progettare l’impresa, poiché rappresenta l’elemento in grado di mettere in comunicazione facilmente tutti gli attori in

gioco: sono sempre maggiori i casi aziendali di successo, che indicano come attraverso il web le imprese possono

migliorare ed aumentare il proprio business, raggiungendo buoni risultati in campo economico.

Oggi si parla correntemente di e-business o “Net Economy”, proprio a testimonianza del fatto che parte dei volumi di

affari di un gran numero di aziende si svolgono oramai su Internet, che diventa così sia una primaria infrastruttura di

comunicazione sia uno strumento di business utile a migliorare l’efficienza di alcuni processi aziendali

(commercializzazione e approvvigionamento) e, in prospettiva, a sviluppare nuove opportunità di business (incremento

del numero di clienti).

Grazie poi alle ultime innovazione tecnologiche nel campo dell’informatica, l’e-business ha superato la fase di

scetticismo iniziale, dovuta a problemi quali, la “scarsità di banda” e la “sicurezza e affidabilità su rete”, imponendosi

come soluzione globale e investendo anche i settori e le aziende “tradizionali”, legati alla cosiddetta “Old Economy”.

Negli ultimi tempi è stato appositamente coniato il termine “B2B” (business to business) per indicare e caratterizzare il

modello su cui si basano tutte le transazioni economiche tra imprese che si svolgono mediante l’utilizzo della rete

Internet.

Non più dunque ambienti fisici bensì virtuali sono i nuovi depositari delle relazioni tra clienti e fornitori, delle attività di

commercializzazione e dell'approvvigionamento e dell'incrocio tra la domanda e l'offerta. Il tutto nella prospettiva di

accedere ad informazioni generaliste e/o di settore, ricercare nuovi partners di business, condividere tutta una serie di

servizi comuni da quelli finanziari a quelli logisitici, sino alla consulenza. Quindi nell’attuale mercato, caratterizzato da

una continua innovazione e da una concorrenza sempre maggiore (dovuto all’allargamento geografico dei confini di

operatività delle aziende), l’adozione di soluzioni e-business diviene un fattore necessario per le aziende che intendono

aprirsi verso il Web e verso Internet.

In un così ampio e complesso scenario, le applicazioni di e-business più diffuse in ambito aziendale e all’interno delle

Pubbliche Amministrazioni, che si sono fatte strada nel caotico universo della rete, sono l’e-commerce, l’e-banking, l’e-trading e l’e-procurement.

- Per commercio elettronico (e-commerce) si intende più in dettaglio la vendita tramite sito Web. (dell’azienda o di

terzi) di prodotti e servizi sia all’utenza finale (individui, aziende) che ai rivenditori, distributori. Perché sia

possibile parlare di commercio elettronico è necessario che almeno l’ordine di acquisto debba essere compilato

online, il pagamento può essere invece effettuato tramite canali tradizionali (bonifico,assegni, contante ecc.) o

via Web mediante l’utilizzo di carta di credito. I progressi compiuti soprattutto nella campo della sicurezza su

rete (crittografia, firma digitale, etc…), e, la contemporanea nascita di enti che “certificano” la sicurezza di un

portale di e-commerce, hanno abbattuto l’iniziale diffidenza nei confronti di questa tecnologia (soprattutto per

quel che riguardava la privacy del cliente, che doveva immettere sulla rete i propri dati, e, i pagamenti, ritenuti

rischiosi, con carta di credito) e hanno fatto sì che essa diventasse una realtà per tutti: per le aziende che

possono ora ordinare merci “on time”, acquistare materiali da fornitori, o vendere beni/servizi, e, per i privati,

che ora, comodamente da casa, possono acquistare libri, biglietti, musica, etc.. I vantaggi legati all’adozione

delle moderne soluzione di e-commerce sono duplici. Da un lato esse offrono alle aziende una sempre più

variegata gamma di prodotti e strategie di web marketing attraverso cui definire proficuamente la propria

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presenza in rete: le aziende che attivano portali di e-commerce possono vendere i loro prodotti in un negozio

virtuale accessibile a tutti, facile da gestire, sicuro, e, portare il proprio marchio on-line. Dall’altro lato i clienti

possono acquistare merci (riempiendo il proprio “carrello elettronico”) in negozi sempre aperti, con offerte e

prezzi convenienti, indipendentemente dalla loro collocazione geografica.

- L’e-banking permette ai correntisti di una banca di operare per mezzo di applicazioni gestite online, relative a:

interrogazione di conti correnti, visualizzazione movimenti, possibilità di eseguire bonifici e pagamenti, etc…

L'e-banking per uso personale consente anche di effettuare on line, oltre alle normali operazioni bancarie,

anche il pagamento di tasse e bollettini postali, di accedere e operare sui principali mercati finanziari e di

cogliere le occasioni nell'area shopping.

- L’e-trading o “on line trading” rappresenta quell’insieme di procedure telematiche che consente la negoziazione

di valori mobiliari realizzabile attraverso la rete Internet. La compravendita riguarda prima di tutto azioni e

“covered warrant” negoziati al mercato azionario.

- Il termine e-procurement indica quell’ insieme di tecnologie, procedure, operazioni, e modalita’ organizzative

che consentono l’acquisizione di beni e servizi on line, grazie alle possibilita’ offerte dallo sviluppo della rete

Internet e del commercio elettronico. L’e-procurement permette di fatto alle imprese di gestire completamente il

rapporto con i fornitori dalla conduzione della trattativa all'approvvigionamento, dall'ordine a fornitore, fino alle

consegne. Vengono inoltre soddisfatte tutte le necessità relative alla gestione dei rapporti con i terzisti. Una

migliore gestione delle scorte, la diminuzione del numero di errori che avvengono nella fase di gestione degli

ordini, il risparmio sul costo dei beni acquisiti, la possibilità di pianificare in maniera ottimale la gestione della

propria “supply chain” (flussi di materiali, delle informazioni e dei mezzi di pagamento), di effettuare il “tracking”

degli ordini in tempo reale, la diminuzione dei tempi di gestione, sono i principali vantaggi dell'e-procurement.

Tra le modalita’ di attuazione dell’e-procurement rientrano, infine, anche le cosiddette dette “Aste on line”, che

rappresentano delle procedure telematiche per acquisti di beni e servizi secondo le norme regolanti le normali

gare e licitazioni pubbliche o private.

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8. Internet e la Pubblica Amministrazione: il piano di e-governement

Anche il mondo della Pubblica Amministrazione, negli ultimi anni, ha risentito della diffusione di Internet ed ha avvertito

come l’utilizzo della rete potesse portare ad un miglioramento qualitativo dei propri servizi, soprattutto per quanto

riguarda la comunicazione tra amministrazioni nello scambio di documenti o informazioni, e, per quanto concerne la

fruizione dei servizi da parte del cittadino/impresa. A tale proposito è stato introdotto il termine di e-government per

indicare l’insieme di tuue quelle iniziative atte a favorire il cambiamento della Pubblica Amministrazione, attraverso

l’utilizzo delle moderne tecnologie ICT e l’apertura verso la rete Internet. Tra le azioni previste nel paino di e-government

ricordiamo:

- azioni dirette ad informatizzare la erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese che spesso implicano una

integrazione tra i servizi di diverse amministrazioni;

- azioni dirette a consentire l’accesso telematico degli utilizzatori finali ai servizi della pubblica amministrazione e

alle sue informazioni;

- azioni di informatizzazione dirette a migliorare la efficienza operativa interna delle singole amministrazioni;

In un’ottica di rete, in cui tutte le amministrazioni centrali e locali sono abilitate per una cooperazione informatica

paritetica, viene assegnato un ruolo particolare alle amministrazioni locali, le quali dovranno assumere in un modello

distribuito sempre più il ruolo operativo di front-office del servizio pubblico, mentre le amministrazioni centrali sono

destinate a svolgere un ruolo di back-office e coordinamento. In questo disegno il cittadino/impresa potrà ottenere ogni

servizio pubblico, cui ha titolo, rivolgendosi ad una qualsiasi amministrazione di front-office abilitata al servizio,

indipendentemente da ogni vincolo di competenza territoriale o di residenza.

Per l’attuazione delle azioni e dei progetti previsti, si identificano tre strumenti fondamentali:

- la rete nazionale, cioè la rete che connette tra loro tutte le reti centrali, regionali, locali, di categoria e di settore

amministrativo, quelle già esistenti e quelle in via di attivazione;

- la carta d’identità elettronica, come sistema unificato di accesso alle rete e che darà al cittadino il diritto

all’accesso a tutti i servizi della Pubblica amministrazione erogati on-line;

- la firma digitale, che servirà per dare validità giuridica a tutti quei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i

privati che la richiedono .

In tale contesto i portali web per l’erogazione servizi consentiranno, oltre all’accesso alle informazioni, anche la

formulazione interattiva di richieste di servizio o la esecuzione di transazioni. L’accesso ai portali di servizi richiederà

anche l’uso della firma digitale come meccanismo di convalida legale delle dichiarazioni trasmesse e la carta di identità

elettronica, come mezzo di identificazione per l’accesso ai servizi dei portali.

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9. Internet ed il mondo della formazione: l’e-learning

Internet e il World Wide Web hanno spinto il mondo della formazione verso radicali cambiamenti metodologici,

tecnologici ed organizzativi. In particolare i progressi compiuti nell’area delle nuove tecnologie della comunicazione, delle

reti telematiche, della multimedialità, della simulazione e della realtà virtuale, costituiscono un arricchimento dei mezzi

messi a disposizione delle strategie formative e possono offrire potenzialità rinnovate alle modalità di apprendimento.

La conoscenza non è più privilegio di pochi dato che, ormai, un’enorme quantità di informazioni e risorse è accessibile in

maniera semplice e rapida tramite il web. In particolare, gli strumenti forniti dalle nuove tecnologie hanno permesso, da

un lato, la creazione e divulgazione di materiale didattico innovativo e fortemente interattivo, dall’altro hanno reso più

pervasivo l’utilizzo delle nuove metodologie per la formazione a distanza di terza generazione , meglio nota con il nome

di e-learning o “on line education”.

Essa è fortemente basata sull’uso delle già descritte tecnologie informatiche e telematiche rendendo possibile creare

nuove metodologie di apprendimento nelle quali l'interazione tra i partecipanti attiva la condivisione delle esperienze per

l’acquisizione di nuove conoscenze e per la realizzazione degli obiettivi prefissati.

La “on line education” si rivela consona in particolare a progetti di formazione per i quali la condivisione del vissuto

personale e la possibilità di sviluppare una situazione di apprendimento non rigidamente eterodiretto, ma orientato e

collaborativo, diventano fattori determinanti di successo. Inoltre essa diventa necessaria quando i tempi a disposizione

sono brevi e l’utenza è numerosa.

Oggetto dell’e-learning è dunque accrescere l’impegno nella formazione ad ogni livello, in particolare promuovendo una

"cultura digitale" per tutti e generalizzando modelli formativi fondati sulla gestione dei mutamenti. L’attenzione si

concentra sempre più su “colui che impara” superando la compartimentazione tra i diversi settori e livelli di istruzione. Si

è quindi giunti ad un modello educativo incentrato sulla figura del discente che può ora interagire in maniera autonoma e

personale con i contenuti didattici reperibili sulla rete.

La particolare flessibilità del mezzo adoperato - che comporta non solo l’annullamento delle distanze tra i partecipanti al

corso, ma anche la possibilità di comunicare con tempi e in momenti diversi, a seconda delle proprie esigenze – fa della

comunicazione in rete uno strumento particolarmente funzionale ai progetti di

formazione on the work.

L’e-learning si è diffuso dapprima in ambito aziendale come strumento per l’aggiornamento degli “skill” professionali: a

tale scopo sono nate le prime piattaforme di e-learning attraverso le quali era possibile erogare corsi digitali per il

personale dipendente di un azienda che tramite il proprio PC poteva seguire comodamente le lezioni o dall’ufficio o da

casa. Tali piattaforme si sono poi evolute nel tempo per venire incontro alle esigenze di realtà differenti da quella

aziendale come quella universitaria, dove necessità e caratteristiche dei processi formativi sono molto distanti da quello

che è un semplice aggiornamento professionale.

Attualmente, sul mercato, esiste una vasta gamma di piattaforme, sia commerciali che “open-source”, ognuna con le

proprie peculiarità: tutte le piattaforme più recenti, spinte anche da ragioni di mercato, tentano, in realtà, a loro modo, di

venire incontro alle esigenze del mondo universitario, fornendo innovativi tools di supporto delle attività didattiche e

avanzati strumenti collaborativi; chat, lavagne virtuali, bacheche elettroniche, test di valutazione, forum, web-conference,

sono orami servizi consolidati delle moderne piattaforme di e-learning.

Oramai circa il 70% della aziende europee e delle Università italiane ha attivato al proprio interno esperienze di e-

learning, che vanno da una semplice erogazione di corsi web-based alle più avanzate modalità di apprendimento a

distanza. Il diffondersi dell’e-learning testimonia essenzialmente il fatto che l’esplosione della rete Internet ha reso

possibile strutturare ambienti in cui apprendere senza vincoli di tempo, di spazio ma anche, e, soprattutto, senza vincoli

di appartenenza sociale.

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10. L’accesso alla rete Internet

L’accesso alla rete Internet può avvenire in due situazioni distinte: la prima riguarda la connessione dall’ambiente

domestico, la seconda quella da un ambiente di lavoro caratterizzato dalla presenza di una rete locale. Con riferimento

alla prima situazione, per potersi connettere ad INTERNET da casa sono necessari:

• Un calcolatore;

• Un modem;

• Una linea telefonica;

• Un abbonamento con tutti i dati per potersi collegare (User-id, Password, Numero telefonico del Provider, etc…).

Il MODEM (MODulator/DEModulator), come già visto, permette ai segnali che “viaggiano” all'interno del calcolatore,

che sono di tipo digitale, di passare sulla linea telefonica che, di contro, accetta segnali di tipo sinusoidale o analogici;

esso effettua anche l'operazione inversa, converte cioè i segnali provenienti dalla linea telefonica in segnali digitali adatti

al calcolatore.

Come già anticipato nei capitoli precedenti il tipo e la velocità di trasmissione di un di modem variano a seconda della

linea telefonica disponibile (Standard, ISDN, ADSL).

Quando ci si connette mediante modem, l’indirizzo IP associato della macchina è assegnato dinamicamente dal

provider della compagnia con la quale si stipula l’abbonamento.

I provider delle più grandi e famose compagnie devono essere in grado di gestire, durante tutto l’arco della giornata,

migliaia di connessioni contemporanee ad Internet da parte degli utenti che vogliono accedere al servizio.

Con riferimento alla seconda tipologia di accesso ad Internet, bisogna fare notare che i vari computer, in un contesto

quale quello aziendale, sono collegati tra loro per formare vere e proprie reti di calcolatori al fine di facilitare lo scambio

“locale” dei documenti .

Le reti più diffuse in un tale ambito sono sicuramente quelle di estensione locale, note anche come LAN (Local Area Network). I computer di una LAN per potere comunicare tra loro devono essere dotati di una scheda di rete (NIC: network interface card) e di un cavo di rete. Essi vengono poi fisicamente collegati tra loro all’interno dei vari uffici mediante

degli HUB/SWITCH, che rappresentano una sorta di fulcro centrale o accumulatori di rete, su cui arrivano i cavi in uscita

dai vari computer. Esiste infine un cavo in uscita che, da tale apparato centrale, si collega sulla linea principale (dorsale o backbone) della specifica LAN o sottorete aziendale. I dispositivi che consentono ai vari computer aziendali di uscire

fuori dalle LAN e connettersi ad Internet o ad altre sottoreti sono detti ROUTER. Un router può essere visto come un

dispositivo (anche esso identificato da un indirizzo IP) capace di instradare i messaggi provenienti dai vari host nella

giusta direzione. I router eseguono il loro compito di “instradatori di pacchetti” grazie ad apposite tabelle di instradamento o di routing. Dall’analisi di tali tabelle e dell’indirizzo IP dell’host di destinazione, un router è in grado di

scegliere su quale linea di uscita (verso una rete o verso un altro router) fare viaggiare i messaggi in maniera tale che

essi possano raggiungere nella maniera più veloce possibile la destinazione.

Quando si configura la propria macchina su una LAN per connettersi ad Internet risulta quindi obbligatorio settare i

seguenti parametri (di norma assegnati dall’amministratore di rete):

• l’indirizzo IP della macchina

• l’indirizzo IP del DNS

• l’indirizzo IP del router-gateway

Nelle più moderne reti WLAN (Wireless LAN), il collegamento alla rete avviene senza l’utilizzo di cavi, mediante apposite

schede di rete wireless. I computer si connettono via etere ad una sorta di HUB/SWITCH detto ACCESS POINT che

funge, a sua volta, da ponte verso la rete Internet.

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11. Le reti di computer

Abbiamo visto che molto spesso, all’interno di uffici, laboratori, centri di calcolo, non si trovano calcolatori “isolati” che

accedono alla rete Internet, ma insiemi di calcolatori, opportunamente collegati tra loro in quelle che comunemente

vengono definite reti di computer. Le reti di computer o computer network rappresentano l’evoluzione tecnologica, sia

software sia hardware, dei primi sistemi informatici e nascono dall’esigenza sempre più spinta di permettere agli utenti

che operano su diversi elaboratori di “comunicare” fra di loro.

Nell’accezione più propria del termine, rete di computer sta ad indicare un insieme interconnesso di computer autonomi.

Il termine interconnesso, quando applicato ad un insieme di elaboratori, sta ad indicare che questi esibiscono la

possibilità di scambiare, in qualche modo, informazioni in un formato comune. L’autonomia si riferisce, invece, sia alla

capacità intrinseca di elaborazione locale, cioè alla possibilità di ogni singola macchina di lavorare con il proprio software

senza far riferimento alla connessione in rete, sia alla possibilità di ogni utente di amministrare il proprio computer

secondo criteri personali.

Tramite una rete, gli utenti condividono: programmi, dati, risorse di calcolo, dispositivi hardware indipendentemente dalla

loro allocazione fisica. Lo scopo primario di una rete è quello di migliorare le comunicazioni fra i vari utenti che vi

afferiscono. Questa affermazione, così come enunciata, potrebbe sembrare del tutto generica e superficiale. Le

potenzialità di quanto detto si esplicano, invece, nelle modalità in cui una rete consente agli utenti di comunicare

reciprocamente e, soprattutto, negli effetti pratici di questo che l’introduzione di questi nuovi metodi di comunicazione

hanno su diversi aspetti dell’organizzazione del lavoro a qualunque livello. Citeremo, a titolo di esemplificazione,

qualcuno dei motivi, spesso non strettamente separati o separabili, che spingono o possono spingere all’adozione di un

sistema di rete, magari in alternativa ad un sistema centralizzato.

• Riduzione dei costi. Sono diversi i settori in cui l’adozione di un’adeguata struttura di rete permette una

consistente riduzione dei costi, sia come effetto diretto che come conseguenza dell’aumento di efficienza e

della diminuzione dei tempi di alcune procedure. Si pensi, per fissare le idee, ad un sistema di posta elettronica

(e-mail): questo permette, da un lato, di ridurre drasticamente i costi telefonici e, dall’altro, di ridurre

parallelamente i tempi di trasferimento di documenti tra gruppi di utenti dislocati a grande distanza.

• Condivisione delle risorse. È probabilmente la funzionalità più utilizzata nelle reti: la condivisione delle risorse

rende tutti i programmi, i dati e le apparecchiature disponibili all’uso da parte di qualsiasi utente della rete

indipendentemente dalla dislocazione sia di queste che dell’utente. Si può, ad esempio, investire in una

stampante di alta qualità condivisa tra più utenti piuttosto che, a parità di costo, in un certo numero di piccole

stampanti guadagnando sia in prestazioni che in efficienza. La condivisione di un dispositivo di trasmissione fax

permette, come si può facilmente immaginare, di ottimizzare notevolmente il suo sfruttamento e di ridurre, nel

contempo, i costi e le attese. Ancora, un utente potrebbe vedere il disco di un altro utente come se fosse una

risorsa locale utilizzando quindi i dati ed i programmi su quel disco, esattamente come se fossero residenti sul

proprio computer.

• Aumento dell’affidabilità. La possibilità di replicare i dati più importanti ed ai quali hanno necessità di accesso

più di un utente su diverse macchine (i file server) rende una rete molto più affidabile di un sistema ad

elaborazione concentrata. In quest’ultimo caso, infatti, un blocco del sistema centrale renderebbe inservibile

l’intera struttura mentre, nel caso di una rete, esistono - grazie appunto alla possibilità di replicazione - tecniche

automatiche o semiautomatiche di recovering che permettono agli utenti di continuare a lavorare

tranquillamente mentre i tecnici ripristinano la configurazione ordinaria.

• Decentralizzazione del calcolo e distribuzione delle attività al fine di migliorare la produttività ed efficienza

del sistema complessivo.

• Cooperazione tra utenti/programmi nello svolgimento di operazioni.

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12. I componenti di una rete di computer

In questo paragrafo verranno illustrati per grandi linee i componenti essenziali di una rete allo scopo di dare una

panoramica degli aspetti hardware e software che sono essa coinvolge.

Sistema di cablaggio.

In primo luogo bisogna considerare che una rete non può essere tale senza un adeguato sistema di connessione che

permetta il collegamento fisico tra i vari computer componenti la rete stessa. Tale sistema può essere di diversi tipi: si va

dai semplici cavi di rame a due fili ai più complessi cavi a fibre ottiche o, quando le distanze lo richiedono, alla

radiotrasmissione satellitare. Il sistema di cablaggio condiziona in modo a volte determinante le prestazioni “velocistiche”

della rete ma, è bene sottolinearlo fin d’ora, non condiziona in alcun modo le attività dell’utente né le relative modalità

d’uso. In generale il sistema di connessione è del tutto indipendente dai sistemi di gestione e di amministrazione e, ancor

di più, non influenza in alcun modo il funzionamento dei programmi che l’utente utilizza salvo, eventualmente, la velocità

di esecuzione di alcuni comandi che coinvolgono operazioni tra due o più macchine.

Server e Workstation

I servizi utente di una rete sono offerte da macchine che ricoprono ruoli specifici e che sono denominate , come già

ampiamente descritto, server. In particolare i servizi relativi a programmi, dati e file in genere sono offerte dai file server. Su queste macchine risiedono, di norma, le risorse che devono essere condivise da tutti gli utenti. Altri servizi

comunemente disponibili sono i servizi di stampa (print server) e quelli di comunicazione (fax server, communication

server, etc...).

Una singola macchina può offrire più di un servizio per cui, ad esempio, una macchina può essere contemporaneamente

file-server e print-server. L’alta specializzazione dei server, ossia uno per ogni servizio, è giustificabile solo in quelle

installazioni ove il particolare servizio presenta un volume di operazioni nell’unità di tempo talmente elevato da portare

rapidamente alla saturazione un’unica macchina ove coesistano anche altri servizi.

Gli utenti accedono ai servizi offerti dai server dalle proprie stazioni di lavoro (altre denominazioni sono: “workstation”;

“stazioni client” o semplicemente “client”). In linea di principio non c’è nessun motivo per il quale le stazioni di lavoro

siano concettualmente diverse dai server di una rete: entrambi sono computer che possono essere in tutto e per tutto

uguali, salvo che per il loro utilizzo: la differenza tra server e stazioni di lavoro, in linea di principio, sta tutta nel software

di base delle macchine (il sistema operativo, di cui si inizierà a parlare fra breve) . Nella realtà si preferisce - per motivi di

efficienza, prestazioni e sicurezza - che i server siano macchine mediamente più potenti delle relative stazioni di lavoro il

cui carico di elaborazione è inferiore, nelle normali applicazioni, a quello dei server.

Schede di rete

Le stazioni di lavoro ed i server accedono al sistema di connessione (che a sua volta li collega mutuamente) tramite una

o più schede di rete (NIC, Network Interface Card o anche Network Adapter Card). Il compito di tale scheda, per sommi

capi, è quello di interfacciare la particolare macchina al mezzo trasmissivo utilizzato dal sistema di connessione. In altri

termini è quella che si occupa delle opportune trasformazioni elettriche che permettono di trasportare i “bit” in segnali

elettrici, digitali o analogici, o in altro tipo di segnale come, ad esempio, quello luminoso nel caso delle fibre ottiche. Il tipo

di scheda dipende fortemente dall’hardware della macchina sulla quale verrà installata e dall’architettura di rete scelta.

Sistemi Operativi

Qualche parola, infine, sul sistema operativo o sui sistemi operativi presenti su una rete. Iniziamo col dire che le

definizioni fornite finora non implicano, in alcun modo, la presenza su tutte le macchine della rete del medesimo sistema

operativo. Anzi un condizionamento del genere sarebbe estremamente riduttivo per quello che sono gli scopi di una rete.

Nel caso più generale, addirittura, ogni macchina potrebbe avere un proprio sistema operativo diverso dagli altri presenti

sulle restanti macchine o sui server. Tra i due eccessi appena detti esistono diverse soluzioni intermedie dipendenti

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fortemente dal tipo di applicazione della rete: alcune situazioni - ad esempio programmi preesistenti, formazione del

personale, etc... - potrebbero vincolare alcune scelte riguardo ai sistemi operativi client (cioè quelli installati sulle stazioni

di lavoro), mentre in generale il sistema operativo server (quello che gestisce e controlla l’attività di uno o più server) è

generalmente vincolato da considerazioni di efficienza, prestazioni, sicurezza e costi.

il sistema operativo server (spesso chiamato impropriamente sistema operativo di rete) è in generale un s.o. piuttosto

complesso e che richiede, il più delle volte, buone capacità tecniche da parte di chi è preposto alla sua amministrazione.

Esso sovrintende a tutte le attività di rete, controlla che le operazioni richieste non inficino l’integrità dei dati, verifica

l’accesso da parte degli utenti a dati riservati e altro ancora. Il s.o. client interagisce con il s.o. server “rigirando” le

richieste utente a quest’ultimo ogni qualvolta una di queste richieste coinvolga un server della rete (una richiesta di

apertura di file o di inoltro di messaggi, etc...).

Reti peer-to-peer e reti client-server.

A seconda delle modalità operazionali e delle interazioni dei SO delle workstation e dei server si usa classificare le reti

locali in due grandi categorie: peer-to-peer e client-server.

• Reti Client-Server. In questo modello uno o più macchine agiscono da server dedicati a specifiche attività

di condivisione delle risorse. Le stazioni client accedono alle risorse messe a disposizione dai server, ma

risultano impossibilitate a condividere proprie risorse e ad accedere alle risorse delle altre stazioni.

• Reti peer-to-peer (o paritetiche). Ogni macchina della rete può fungere, in qualsiasi momento, sia da

server che da client, mettendo a disposizione delle restanti stazioni le proprie risorse.

Ognuno dei due modelli presenta pregi o difetti di varia natura che manifestano il loro peso principalmente in funzione

delle applicazioni previste.

Figura 5: Esempio di rete Client/Server

In una rete client-server i servizi vitali (sicurezza, file sharing, etc...) sono concentrati, di norma, su poche unità che, di

conseguenza, possono essere controllate con maggiore facilità e con costi ridotti rispetto ad un sistema di protezione

che copra tutte le macchine della rete. Il risultato è una maggiore affidabilità ed una maggiore sicurezza offerta dai

sistemi operativi che sovrintendono le attività di una rete client-server.

Le reti paritetiche sono caratterizzato da un SO che, in generale, è una estensione di quello preesistente sulla stazione

di lavoro. Se da una parte questo modello di rete presenta dei costi ridotti - ma anche una maggiore semplicità d’uso -

rispetto al precedente (un SO con supporto di rete peer-to-peer costa una frazione di un SO client-server ed inoltre

richiede una macchina con minori requisiti hardware) dall’altra esso comporta dei seri problemi di sicurezza globale della

rete. Nelle reti peer-to-peer, infatti, il problema della sicurezza delle risorse è demandato completamente o quasi ai

singoli utenti che quindi sono gravati della responsabilità del controllo dell’integrità delle proprie risorse. Inoltre il corretto

funzionamento della rete (in termini di condivisione delle risorse) dipende da quello di molte altre stazioni con gravi

ripercussioni sull’efficienza del sistema nel caso di caduta di una o più macchine.

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13. Le topologie delle reti

Con il termine topologia si fa riferimento alle strutture architettoniche che rappresentano la disposizione dei cavi della

rete e il conseguente interfacciamento delle postazioni.

Topologia a bus In questo tipo di topologia i computer di una rete sono connessi direttamente ad un unico cavo. Ogni host esamina il

messaggio che sta passando sulla rete controllandone l’indirizzo di destinazione. Se tale indirizzo coincide col proprio

allora il messaggio è prelevato e passato ai protocolli degli strati superiori altrimenti viene lasciato inalterato.

La topologia a bus è una topologia passiva nel senso che le stazioni non concorrono in alcun modo alla trasmissione dei

messaggi lungo la linea: esse rimangono solo in ascolto nell’attesa di un messaggio a loro destinato. Questo porta a

diverse implicazioni di cui due piuttosto importanti: se una stazione va in errore (o viene in ogni caso a mancare) il

funzionamento del resto della rete ne risulta inalterato; se, però, il cavo venisse interrotto in un suo punto qualsiasi la

trasmissione, e quindi la comunicazione, risulterebbe bloccata per l’intera rete. A suo vantaggio va inoltre citato il costo

estremamente basso sia dei cavi che della connessione.

Figura 6: Esempio di topologia a bus

Topologia a stella

Nella topologia a stella, il ruolo centrale della trasmissione è svolto da un dispositivo o insieme di dispositivi chiamati

hub. L’hub permette la comunicazione tra i vari computer fornendo un sistema di connessione comune e localizzato

(“concentrato”). Gli hub possono essere disposti in cascata in modo da espandere la rete in maniera progressiva.

Questa topologia non soffre dei fastidiosi difetti della precedente però introduce un fattore di costo aggiuntivo che,

specialmente per piccole LAN, può diventare facilmente proibitivo. Gli hub comunque, se costruttivamente avanzati,

permetto di centralizzare l’attività di controllo e monitoraggio del buon funzionamento della linea anche se, come

rovescio della medaglia, si introducono dei punti critici nella linea.

Figura 7: Esempio di topologia a stella

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Topologia ad anello

In questa topologia, le macchine sono disposte lungo un anello. È questo un tipo di rete nella quale le stazioni hanno un

ruolo attivo in quanto ognuna di loro agisce anche come “trasportatore” di segnale in quanto riceve dati dalla stazione

che la precede e trasmette dati a quella seguente.

In termini stretti, infatti, la topologia ad anello è un continuo punto-punto circolare tra tutte le stazioni della rete. Di

conseguenza l’anello può diventare inutilizzabile in caso di malfunzionamento delle schede d’interfaccia sulle singole

stazioni e di eventuale interruzione della continuità elettrica sul cavo di collegamento.

Figura 8: Esempio di topologia ad anello

Topologia a maglia

In questa topologia, le macchine sono collegate fra loro da un fitta serie di collegamenti o link punto-punto. Questa

configurazione di rete è quella tipica della rete Internate e risulta, data la ridondanza dei collegamenti, molto robusta ai

guasti.

Figura 9: Esempio di topologia a maglia

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14. Dalle LAN alle WAN: la classificazione delle reti

Sulla base della loro estensione geografica le reti vengono tradizionalmente classificate in due grandi categorie:

• Reti locali (LAN, Local Area Network). Si tratta di reti i cui dispositivi componenti sono dislocati su un’area

piuttosto limitata: al più queste coprono l’area relativa ad un edificio singolo o ad un gruppo di edifici

contigui.

• Reti geografiche (WAN, Wide Area Network). Con questa denominazione sono classificate tutte le

restanti reti non classificabili come LAN e quindi si tratta di reti con estensioni che arrivano a coprire intere

regioni, se non nazioni o continenti.

Generalmente una LAN è una rete omogenea soprattutto per quanto riguarda il tipo, e generalmente anche l'interfaccia,

di collegamento fisico tra i vari computer. Inoltre, nei casi di ordinaria amministrazione, c'è anche una certa omogeneità

dell'hardware su cui sono basate le macchine connesse in rete nonché del loro sistema operativo locale (cioè quello che

risiede su ogni singola macchina).

Figura 10: Esempio di LAN

Le topologie più diffuse per le reti LAN sono quelle a bus ed ad anello.

L'ampliamento di una LAN può avvenire secondo una semplice estensione dal punto di vista della dislocazione. Questo

può implicare il ricorso ad un mezzo di collegamento che non sia lo stesso della LAN originaria, qualora le distanze non

permettano l'uso dello stesso tipo di collegamento originario. Tuttavia le altre caratteristiche della rete, di cui al periodo

precedente, rimangono sostanzialmente immutate. Si parla, in questo caso, di LAN-extension. Diverso è invece il caso

della interconnessione di due LAN, spesso completamente diverse tra loro in quanto basate su hardware diverso e su

sistemi operativi diversi, generalmente non direttamente compatibili. In questo caso non è solo il diverso mezzo di

collegamento che differenzia la rete risultante da una semplice LAN ma è anche la presenza di una serie di dispositivi

che devono operare le opportune "traduzioni" bilaterali affinché le due LAN iniziali possano comunicare nel migliore dei

modi (si parla infatti di internetworking).

Spesso le reti geografiche coincidono con insieme di insiemi di reti locali (reti metropolitane) connessi fra di loro

mediante infrastrutture di comunicazione di grandi dimensioni (reti telefoniche, ponti satellitari, etc…) formanti una

struttura topologica a maglia.

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In una rete geografica l’infrastruttura di comunicazione è realizzata con linee di comunicazione che collegano i nodi di

rete (calcolatori specializzati dedicati alla trasmissione, noti anche come router). Da ciascun nodo si diramano poi reti

metropolitane o regionali che si estendono sul territorio.

Figura 11: Esempio di WAN

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15. Lo strato di applicazione nelle reti locali

Molti dei servizi utente, e soprattutto il modo con cui sono presentati all’utente, dipendono non solo dallo stack di

protocolli usati per implementare la LAN ma anche dal sistema operativo usato. Le applicazioni che richiedono i servizi di

rete, e che li rendono visibili ed utilizzabili all’utente, sono costituiti da processi che girano nel contesto del sistema

operativo della macchina sulla quale si utilizzano.

In generale i sistemi operativi “server” implementano questi servizi in maniera indipendente dal modello di s.o. client.

L’utilizzo più o meno efficiente di questi servizi dipende quasi in maniera esclusiva dai sistemi operativi client.

Nondimeno esiste un insieme minimo di servizi che devono essere assicurati e che, salvo deprecabili eccezioni, sono

disponibili su quasi tutti i sistemi operativi utilizzati sui client di rete: è a questo insieme minimo che faremo riferimento

nell’esposizione che segue.

Trasferimento file

Per trasferimento file si intende l’operazione di copia di uno o più file da una macchina ad un’altra della rete.

L’operazione, di norma, dovrebbe prescindere dalla struttura fisica e logica sia del file system locale che di quello

remoto. In altre parole dovrebbe essere possibile copiare un file da un sistema ad un altro indipendentemente dai sistemi

operativi usati o addirittura, ed è il caso che si pone nelle reti geografiche, indipendentemente dalle piattaforme

hardware.

I sistemi operativi per reti client/server forniscono, in genere, strumenti che, in aggiunta al software del client, permettono

di ovviare al problema anche tra piattaforme completamente diverse. I sistemi di reti peer-to-peer, di contro, non offrono

quasi mai strumenti simili per non appesantire troppo il lavoro delle stazioni.

Nella maggior parte dei software client l’operazione di trasferimento avviene con un comando o un’operazione del

sistema operativo nativo quale ad esempio il copy del DOS o il trascinamento di icona del File Manager di Windows.

Questo tipo di implementazione presuppone la condivisione di un disco o di una directory (cfr. più avanti) che il sistema

locale vede come una propria risorsa. Non sempre tale presupposto è realizzabile per cui in altri casi il trasferimento di

file è effettuato mediante opportuni software che implementano appositi protocolli.

Condivisione di dischi o directory

Condividere una directory significa mettere a disposizione della rete uno spazio di memoria di massa utilizzabile dagli

utenti come se fosse una propria risorsa. La macchina che decide di condividere la directory agisce da file server mentre

chi usufruisce della risorsa si comporta come client.

Due ordini di problemi si pongono in questo tipo di servizio: la compatibilità del file system del server con quello dei client

ed il tipo di operazioni che si vogliono far effettuare all’utente.

La compatibilità del file system è, a differenza del caso precedente, un fatto cruciale: il client deve essere in grado di

“vedere” la directory come se fosse una directory o un’unità della propria macchina altrimenti il proprio sistema operativo

non riconoscerebbe in alcun modo la risorsa. Un macchina Windows, per fare un esempio, non sarebbe in grado in

alcun modo di riconoscere un disco su cui è stato installato il file system EXT3 di Linux.

Il problema si risolve o imponendo la compatibilità fisica dei file system, come nel caso delle peer-to-peer, o

introducendo degli strati di protocollo che permettono di effettuare la “traduzione” da un file system ad un altro. Nel caso

citato è il redirector, che a sua volta si “mette d’accordo” con servizio server del remoto, a fornire alla macchina locale il

supporto per file system remoti facendoli vedere come se fossero in tutto e per tutto delle risorse locali.

L’altro problema concerne la sicurezza della risorsa condivisa: il proprietario della risorsa, colui che l’ha condivisa,

potrebbe non gradire, ad esempio, che un utente gli cancelli tutti i file senza alcun tipo di controllo. Il minimo richiesto, in

questo tipo di operazione, è la possibilità di effettuare la condivisione in modalità a sola lettura o, eventualmente,

attribuire i diritti di scrittura in dipendenza di una password fornita dall’utente. Sistemi più complessi, quali Unix e

Windows NT, permettono un ventaglio più ampio di diritti (sola lettura, sola scrittura, sola esecuzione, modifica ma non

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cancellazione, etc..) e di etichettare i diritti anche in funzione dell’utente che accede alla risorsa. Sarà quindi possibile, ad

esempio, attribuire ad un particolare utente tutti i diritti mentre ai rimanenti si attribuiranno solo i diritti di lettura.

Condivisione file

Condividere un file è qualcosa di molto simile al caso precedente con la differenza che, stavolta, c’è la possibilità - ad

esempio in un’applicazione di database multiutente - che più utenti aprano contemporaneamente il file con un

programma applicativo per poterlo aggiornare, effettuare delle elaborazioni, etc...

Intanto per condividere un file è necessario, in generale, condividere per lo meno la directory in cui si trova il file stesso.

Tuttavia stavolta il file non è interessato da operazioni, tipo la copia, che lo coinvolgono nella sua totalità ma da

operazioni che ne modificano solo alcune parti. Entrano quindi in gioco responsabilità che non sono solo del sistema

operativo ma anche del programma applicativo destinato alla gestione del file. L’applicativo deve necessariamente

interagire con il sistema operativo per evitare danni all’integrità del file e, in seconda battuta, cercare di trarne il massimo

delle prestazioni.

Condivisione stampanti

La condivisione di una stampante consente di centralizzare il lavoro di stampa della rete mettendo a disposizione degli

utenti, a parità di costo, una stampante di elevata qualità rispetto a tante stampanti personali di bassa qualità.

Nella maggior parte dei sistemi operativi client la stampante di rete è vista dagli utenti come una stampante locale salvo

il fatto che quest’ultima è connessa, da un’operazione effettuata precedentemente, alla stampante fisica di rete. Più

precisamente la connessione è tra la stampante locale virtuale e la “coda” di stampa a sua volta collegata alla stampante

di rete.

Gli utenti quindi inviano i loro lavoro alla coda di stampa e da questa vengono inviati alla stampante fisica. Dal punto di

vista del server di stampa i lavori che pervengono da tutti gli utenti vengono inseriti in una “coda” e stampati uno alla

volta nello stesso ordine con cui sono pervenuti. L’amministratore del sistema o il proprietario della stampante condivisa

possono alterare, volendo, l’ordine di stampa o eliminare dalla coda dei lavori non desiderati.

Messaggistica leggera

Con il termine messaggistica leggera (o ridotta) si intendono quei brevi messaggi che un utente può inviare ad un altro (o

a tutti gli altri) per brevi notifiche. Un classico esempio sono i messaggi che l’amministratore di sistema invia a tutti gli

utenti (broadcast) per avvertirli di una prossima interruzione dell’attività di un server o della rete, dando così la possibilità

agli utenti di uscire ordinatamente dai propri programmi applicativi o di disconnettersi dalle risorse condivise.

Posta elettronica

La posta elettronica (e-mail) è invece un servizio di messaggistica personale, di norma protetto, che permette di facilitare

le comunicazioni tra gli utenti. Per implementare un servizio simile è necessario che una macchina, generalmente il file

server, agisca da gestore dell’ufficio postale, cui pervengono tutti i messaggi e dal quale sono inoltrati ai rispettivi

destinatari.

In questo tipo di servizio il sistema operativo si limita a fornire il supporto per un mail server e, nelle stazioni, per i mail

client assicurando, quando possibile, la massima segretezza per i messaggi.