Il mondo dei bambini e lo sport - Sporting Club Oleggio · chiaramente. per i bambini impulsivi, un...

SAMANTHA VITANZA istruttore 2° dan

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Il mondo dei bambini e lo sport

I L M O N D O D E I B A M B I N I E L O S P O R T

IInnddiiccee

C A P I T O L O 1

Introduzione

Quadro generale del comportamento

infantile

I tipi psicologici

Il bambino timido

Il bambino aggressivo

Il bambino oppositivo

Il bambino pigro

C A P I T O L O 2

Quale attività scegliere

Gli sport da combattimento

L’età giusta per iniziare

C A P I T O L O 3

Il processo di apprendimento

L’area motoria

L’area affettiva

L’area sociale

L’area cognitiva

C A P I T O L O 4

L’approccio didattico

C A P I T O L O 5

La guida al lavoro

La formazione

C A P I TO L O 6

Gli aspetti motori generali

Le capacità condizionali

Le capacità coordinate

Le capacità motorie miste

C A P I T O L O 7

Gli aspetti motori applicati al karate

Il bambino

Il bambino-giovane

L’atleta

C A P I T O L O 8

Conclusioni

La carta dei diritti del bambino nello

sport


INTRODUZIONE

SETTE ANNI FA NELLA MIA ULTIMA TESI CONCLUDEVO

PROMETTENDOMI CHE DA QUEL MOMENTO MI SAREI DEDICATA

CON SACRIFICIO E COSTANZA ALLO STUDIO DEL KARATE E

SOPRATTUTTO AL SUO INSEGNAMENTO. L’HO FATTO E NON HO PIU’

SMESSO. QUESTI ANNI D’ESPERIENZA MI HANNO REGALATO MOLTO

NONOSTANTE NON SIANO ANCORA TANTISSIMI A CONFRONTO DI

QUELLI DI ALTRI MAESTRI. MA GIORNO DOPO GIORNO, ANNO DOPO

ANNO AVVERTO DENTRO DI ME UN’ENORME CRESCITA. UNA

RICCHEZZA DI UN VALORE INCOMMENSURABILE. E MI SENTO

FORTUNATA DI ESSERCI CAPITATA IN MEZZO ANCHE SE A VOLTE

TUTTO QUESTO E’ COSTATO E COSTA VERAMENTE SACRIFICIO E

FATICA.

L’ESPERIENZA PIU’ APPAGANTE, PER QUANTO MI RIGUARDA, E’

QUELLA CON I BAMBINI. HO INIZIATO PROPRIO CON LORO IL MIO

PERCORSO DA INSEGNANTE. LA SODDISFAZIONE CHE SCATURISCE

NEL CERCARE DI EDUCARLI, NEL CERCARE DI TRASMETTERGLI

Capitolo

1

1


QUALCOSA E’ VERAMENTE NOTEVOLE ED UNICA COSI’ COME

OSSERVARLI MENTRE SVOLGONO UNA TECNICA, CON TUTTA LA

LORO SIMPATICA GOFFAGGINE. QUEL GESTO, RAPIDO E BREVE, A

VOLTE RACCHIUDE ORE E ORE DI PAZIENZA, DI ARRABBIATURE, MA

ALLA FINE IL RISULTATO COMPENSA. GLI ADULTI, IN QUANTO TALI,

ESEGUONO QUELLO CHE DICI, MA I BAMBINI….I BAMBINI NO….,

NON SONO COSI’ RICETTIVI O PER LO MENO NON TUTTI ALLO

STESSO MODO. E’ VERO OGNI INDIVIDUO E’ UN MONDO A SE MA

LORO LO MANIFESTANO SEMPRE IN QUALSIASI SITUAZIONE. UN

BRAVO INSEGNANTE SI RICONOSCE PER LE CAPACITA’ DI RIUSCIRE

AD UNIFORMARE UNA LEZIONE CHE SI ADATTI AD OGNI TIPO DI

BAMBINO. VEDREMO DI SEGUITO DOPO UNA BREVE INTRODUZIONE

GENERALE SUL COMPORTAMENTO INFANTILE I DIFFERENTI TIPI

PSICOLOGICI CHE POSSIAMO INCONTRARE NELLE NOSTRE PALESTRE

E IL COME AFFRONTARLI.

QUADRO GENERALE DEL

COMPORTAMENTO INFANTILE

I COMPORTAMENTI INFANTILI SPESSO NON RISPECCHIANO IN

REALTA’ LA VERA INDOLE DEL BAMBINO, IL SUO MONDO

INTERIORE. COSI’ ACCADE CHE VENGANO CLASSIFICATI

ASSEGNANDOGLI UN’ETICHETTA BASATA SU IMPRESSIONI E GIUDIZI

CHE NON CORRISPONDONO AL VERO. IN QUESTO MODO A FORZA DI

SENTIRSI DIRE CHE E’ “TIMIDO”, “PAUROSO”, “TESTARDO” E VIA

DICENDO SI SENTIRA’ TALE. COSI’ AD UGUAL MODO ANCHE PER

QUANTO RIGUARDA GLI ASPETTI POSITIVI, PERCHE’ PESANO COME

UN MACIGNO SUL BAMBINO, COSTRINGENDOLO SEMPRE A DAR

PROVA DELLE QUALITA’ CHE GLI SONO ATTRIBUITE PER NON

DELUDERE LE ASPETTATIVE DI GENITORI ED INSEGNANTI. BISOGNA

CERCARE DI CAPIRE COSA LO SPINGE A COMPORTARSI IN UN CERTO

MODO, ENTRARE IN SINTONIA CON LUI, AIUTARLO A CONOSCERE SE

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STESSO, INCORAGGIANDOLO A POTENZIARE LE SUE QUALITA’ E A

CORREGGERE I SUOI DIFETTI SENZA SNATURARE LA SUA INDOLE. A

VOLTE I CONDIZIONAMENTI SBAGLIATI O ECCESSIVI ACCENTUANO

LE DIFESE INFANTILI, CREANDO SCOMPENSI NEL CARATTERE. ED

ECCO COSI’ I BAMBINI “DIFFICILI” CHE NON SI SA COME TRATTARE :

QUELLI CHE AMANO LA SFIDA, L’OPPOSIZIONE A TUTTI I COSTI, MA

ANCHE QUELLI CHE INVECE SONO BLOCCATI DALLA TIMIDEZZA, O

APPAIONO COSI’ CHIUSI IN SE STESSI CHE E’ DIFFICILE CAPIRE COSA

PENSINO, COSA VOGLIONO. QUELLI TROPPO SENSIBILI CHE SPESSO SI

RISCHIA DI FERIRE SENZA ACCORGERSENE. CI SONO POI QUELLI

LENTI, POCO REATTIVI, UN PO’ APATICI CHE SI CULLANO NEL LORO

TORPORE. E POI NON DIMENTICHIAMO QUELLI SUPERDOTATI CHE

PUNTANO TUTTO SULL’INTELLIGENZA A SCAPITO DELLE LORO

EMOZIONI PIU’ PROFONDE. AD OGNI MODO BAMBINI DIFFICILI O

FACILI, LA MIA GIOVANE ESPERIENZA D’INSEGNANTE MI DICE

COMUNQUE CHE HANNO TUTTI BISOGNO DI PARTICOLARE

ATTENZIONE.

IL BAMBINO TIMIDO

SICURAMENTE FIN DA PICCOLO ERA PIU’ SENSIBILE ED AFFETTUOSO

DI ALTRI BAMBINI E COSI’ PIU’ TIMOROSO ED INCERTO. E’ SPESSO DI

UMORE INSTABILE E PASSA FACILMENTE DA MOMENTI DI ALLEGRIA

A SCOPPI DI PIANTO. CRESCENDO E TROVANDOSI AD AFFRONTARE

NUOVE CONDIZIONI SI MOSTRERA’SCHIVOI E RISERVATO E SPESSO

SE NE STARA’ IN DISPARTE PREFERENDO LO STUDIO E IL GIOCO

INDIVIDUALE. NON GLI PIACE SENTIRSI OSSERVATO ED ESSERE AL

CENTRO DELL’ATTENZIONE. SI VERGOGNA FACILMENTE. E A VOLTE

SEMBRA AVERE TIMORE DI SE STESSO E DEGLI ALTRI. PURTROPPO IN

UNA SOCIETA’ COME LA NOSTRA, SEMPRE PIU’ COMPETITIVA SOTTO

OGNI ASPETTO COME SI FA A SOPRAVVIVERE SENZA UNA CERTA

DOSE DI DETERMINAZIONE,DI GRINTA? LA TIMIDEZZA E’ UN

SENTIMENTO UNIVERSALE CHE TUTTI ABBIAMO PROVATO SULLA

NOSTRA PELLE E CHE TUTTORA DI FRONTE A CERTE SITUAZIONI

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CONOSCIAMO BENE. IL TUTTO STA NEL NON FAR PREVALERE

QUESTO SENTIMENTO, NEL NON RENDERLO UN DIFETTO

CONCRETO CHE POSSA POI CONDIZIONARCI LA VITA. LA PRIMA

TIMIDEZZA E’ QUELLA NATURALE NEI CONFRONTI DEI GENITORI.

UN CONFRONTO IMPARI DAL QUALE A VOLTE IL BAMBINO RISCHIA

DI SENTIRSI SCHIACCIATO. E QUI E’ LA CAPACITA’ DEL GENITORE

NEL COMPRENDERE QUESTA SITUAZIONE SPRONANDOLO IN MODO

EDUCATIVO SENZA SOLLECITARLO CON INCITAZIONI DIRETTE CHE

POTREBBERO PROPRIO OTTENERE L’EFFETTO CONTRARIO. LA

PROVA DI REALTA’ SI PRESENTERA’ QUANDO DOVRA’

CONFRONTARSI CON IL MONDO ESTERNO. QUANDO SI TROVERA’A

SOCIALIZZARE CON PERSONE DIVERSE DAI COMPONENTI DELLA

FAMIGLIA DOVE NON SI SENTIRA’ PIU’ PROTETTO MA

SARA’UN’IDENTITA’ A SE’,SCOPERTA. E’ UN BAMBINO CHE HA

BISOGNO DI ESSERE RASSICURATO E RAFFORZATO NELLA SUA

AUTOSTIMA, METTENDO IN RILIEVO LE SUE QUALITA’ E NELLO

STESSO TEMPO ACCETTANDO I SUOI LIMITI IN MODO DA

SPRONARLO A FARE ALTRETTANTO. E’ DEL TUTTO INUTILE INVECE

CRITICARLO PER LA SUA TIMIDEZZA E SOLLECITARLO A SCROLLARSI

DI DOSSO QUESTO SUO DIFETTO PERCHE’ SI ACCENTUERA’ IL SENSO

DI INCAPACITA’ E DI INADEGUATEZZA.

IL BAMBINO AGGRESSIVO

NON SI PRESENTA SOLO INTRAPRENDENTE, ESTROVERSO,

IMPULSIVO SEMPRE IN AZIONE, SPESSO E’ INCLINE MOLTO DI PIU’ DI

ALTRI BAMBINI AGLI SCOPPI DI COLLERA E AI COMPORTAMENTI

VIOLENTI. NON OCCORRE DIVENTI MANESCO, LA SUA

AGGRESSIVITA’ TRASPARE ANCHE DAI SEMPLICI GESTI.

SOLITAMENTE NON SE LA PRENDE, NON HA ALCUNA PROPENSIONE

A FARE LA VITTIMA MA TRASPARE QUASI UNA SORTA DI

MENEFREGHISMO. FA IN FRETTA AD ARRABBIARSI MA DIMENTICA

ALTRETTANTO IN FRETTA. COSI’ DOPO UNA SGRIDATA ECCO CHE

RIDE E SCHERZA COME SE NULLA FOSSE. BISOGNA CERCARE DI

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COMPRENDERLO E DI INDIRIZZARE QUESTE TENDENZE

AGGRESSIVE TRASFORMANDOLE DA QUESTI IMPULSI IN EMOZIONI.

DI FRONTE A DETERMINATE SITUAZIONI SPESSO CI SI FA COGLIERE

DALLA RABBIA REAGENDO CON SGRIDATE, PUNIZIONI

ACCOMPAGNATE DA TONI E SGUARDI MOLTO IRRUENTI E QUESTO

POTREBBE CONFONDERE IL BAMBINO. E’ PROPRIO IN QUESTE

CIRCOSTANZE CHE E’ IMPORTANTE MANTENERE LA CALMA IN

MODO DA CONTENERE LA SUA IRRUENZA. QUESTA TIPOLOGIA DI

BAMBINO POSSIEDE UNA FORTE DOSE DI ENERGIA, CHE SPESSO NON

RIESCE AD ESPRIMERE PIENAMENTE COSI’ RICORRERE AD UNA

ATTIVITA’ SPORTIVA DOVE POSSA CANALIZZARE LE SUE FRENESIE

ATTRAVERSO UN SISTEMA DI REGOLE POTREBBE ESSERGLI D’AIUTO.

IL BAMBINO OPPOSITIVO

ANCHE QUESTO MODELLO DI ASPETTO PSICOLOGICO E’ FACILE DA

INCONTRARE NELLE NOSTRE PALESTRE. IL BAMBINO CHE PIU’ DI

ALTRI RIESCE A FAR PERDERE LA PAZIENZA. OSTINATO, DECISO,

INTRANSIGENTE QUASI VIENE DA SCRIVERE COME UN PICCOLO

FILOSOFO DAL PENSIERO NEGATIVO. IL “NO” E’ LA MAGICA PAROLA

CHE CONSENTE AL BAMBINO DI PASSARE DA UNA CONDIZIONE

PSICHICA DI PASSICITA’ E DIPENDENZA AD UNA POSIZIONE PIU’

EVOLUTA DI ATTIVITA’ E AUTONOMIA. IL “NO” DIVENTA UN MODO

PER RAFFORZARE SE STESSO E PER CONTENERE LE PAURE CHE

SONO LEGATE AL SENSO DI INFERIORITA’, DIMOSTRANDO DI AVERE

LE PROPRIE IDEE E DI SAPER FAR VALERE LE SUE RAGIONI. IL SUO

CONTRADDIRE SEMBRA PROPRIO FATTO APPOSTA PER SNERVARE

CHIUNQUE STIA IN QUALCHE MODO COMUNICANDO CON LUI, COME

NEL NOSTRO CASO DURANTE LA SPIEGAZIONE DI UNA TECNICA. UN

SUO MODO PER PREVALERE SUL GRUPPO DI LAVORO POTREBBE

ESSERE QUELLO DI INNESTARE UNA SORTA DI BRACCIO DI FERRO

CON IL MAESTRO PUR TRATTANDOSI DI UNA SCONFITTA

ANNUNCIATA, MA LO FAREBBE SEMPLICEMENTE PER IL PIACERE DI

METTERSI IN DISCUSSIONE CON UN ADULTO. ALLORA COSA FARE?

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COME REAGIRE? ME LO SONO DOMANDATO MOLTE VOLTE! E MOLTE

VOLTE HO DOVUTO CONTARE FINO A 1000! CERCARE DI

ASSECONDARLO PER EVITARE INUTILI CONFLITTI!! UN BAMBINO DI

QUESTO TIPO, MOLTO SICURO DI SE, DECISO, DETERMINATO, IN

REALTA’ DENTRO DI SE NUTRE MOLTE INSICUREZZE.

L’INTRANSIGENZA E LA CAPACITA’ DI CRITICA NON RISPARMIA

NEANCHE LUI. I SUOI RISULTATI SPESSO GLI SEMBRANO DEGLI

INSUCCESSI, DOVE COMUNQUE POTEVA FARE DI MEGLIO. E’

IMPORTANTE ARMARSI DI PAZIENZA E CERCARE DI ASSUMERE UN

ATTEGGIAMENTO OPPOSTO AL SUO IN MODO DA CREARGLI

ATTORNO UN CLIMA PIU’ FIDUCIOSO.

IL BAMBINO PIGRO

IL BAMBINO PIGRO HA NECESSITÀ MOLTO PIU’ DI ALTRI SUOI

COETANEI DI ESSERE CONTINUAMENTE STIMOLATO AD USCIRE DAL

SUO GUSCIO SENZA AVER PAURA DI ESSERE INVADENTI. SPESSO

PERO’ ACCADE CHE SPESSO CON QUESTI BAMBINI SI TENDE AD

AVERE UN ATTEGGIAMENTO MENO STIMOLANTE E COINVOLGENTE.

REAGISCE POCO AGLI STIMOLI, ALLO SFORZO PER SUSCITARE IL SUO

INTERESSE E SPESSO SI PREFERISCE LASCIARE PERDERE PERCHE’

TANTO FASTIDIO NON DA’.

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2 Capitolo

QUALE ATTIVITA’ SCEGLIERE

QUANDO SI SCEGLIE UN’ATTIVITA’ SPORTIVA PER I BAMBINI NON E’

SEMPLICE E BISOGNA TENER CONTO DI DIVERSI FATTORI A MENO

CHE NON CI SIA GIA’ LA PREDISPOSIZIONE E IL DESIDERIO DEL

BIMBO STESSO A PRATICARE QUALCOSA DI CUI E’ GIA’ A

CONOSCENZA. NON E’ POSSIBILE FARE UN SUNTO DI TUTTE LE

CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DEGLI ALLIEVI DI QUESTA FASCIA

DI ETA’ ED UNIFICARLE PERCHE’ VI SONO VERAMENTE SENSIBILI

DIFFERENZE.

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GLI SPORT DA COMBATTIMENTO

CONSIDERANDO GLI ESEMPI SOPRA DESCRITTI EMERGE COME

DISCIPLINE QUALI LE ARTI MARZIALI, LA SCHERMA E GLI SPORT DA

COMBATTIMENTO SIANO COMPLETE E INDICATE PER OGNI

MODELLO DI BAMBINO. QUESTE DISCIPLINE PERMETTONO DI

SVILUPPARE ALCUNI ASPETTI MOLTO IMPORTANTI PER LA LORO

FORMAZIONE DAL PUNTO DI VISTO PSICOLOGICO OLTRE CHE FISICO

CHIARAMENTE. PER I BAMBINI IMPULSIVI, UN PO’ GOFFI NEI

MOVIMENTI CHE DEVONO IMPARARE A CONTROLLARE I PROPRI

SLANCI SEGUENDO LE REGOLE DEL GIOCO SENZA FAR MALE AI

COMPAGNI E/O A SE STESSI. PER MOTIVI DEL TUTTO OPPOSTI

QUESTE ATTIVITA’ POSSONO ESSERE DI AIUTO PER QUEI BAMBINI LA

CUI TIMIDEZZA LI PORTA AD EVITARE ED AD AVERE TIMORE DEL

CONTATTO FISICO CON GLI ALTRI. INOLTRE ESIGONO UNA FORTE

CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE. SONO INFATTI ATTIVITA’ MOLTO

IMPORTANTI PER IMPARARE A DECIDERE RAPIDAMENTE, OGNI

ESITAZIONE E’ FATALE PER L’INCONTRO. QUINDI TUTTI QUEI

BAMBINI POCO RIFLESSIVI OPPURE TROPPO LENTI TROVANO UN

EFFETTIVO GIOVAMENTO DA QUESTO TIPO DI AZIONE. IMPARARE A

COMPORTARSI IN QUESTO MODO SIGNIFICA RIDURRE

NOTEVOLMENTE LA TENDENZA DI ALCUNI BAMBINI AD AGIRE

SENZA PRIMA AVER PENSATO O AD ASPETTARE TROPPO PRIMA DI

AGIRE. SE PRATICATI SECONDO QUESTE ASPETTATIVE QUESTI SPORT

POSSONO CONTRIBUIRE A SVILUPPARE LA STIMA DI SE’ E LA

SICUREZZA COMPLESSIVA DEL PICCOLO ATLETA. PRATICARE QUESTE

DISCIPLINE E’ UN’ATTIVITA’ CHE SI ADATTA MOLTO BENE ALLE

CARATTERISTICHE FISICHE DI OGNI BAMBINO, MALGRADO SIANO

TECNICAMENTE DIFFICILI E FISICAMENTE IMPEGNATIVE. INFATTI A

PRESCINDRE DAL GRADO DI ENERGIA E DI POTENZA MUSCOLARE

RICHIESTI, SONO MOLTO TECNICHE ED ESIGONO GRANDI CAPACITA’

DI COORDINAZIONE MOTORIA. QUESTE CAPACITA’, ARGOMENTO

CHE AMPLIERO’ PIU’ AVANTI, RAGGIUNGONO IL LORO MASSIMO

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SVILUPPO NEL PERIODO TRA I 5 E GLI 11 ANNI, POI SONO

MIGLIORABILI MA PARZIALMENTE. E’ CONSIGLIABILE QUINDI LA

PRATICA PROPRIO IN QUESTO PERIODO QUANDO DOVREBBE ESSERE

PIU’ SEMPLICE APPRENDERE TECNICHE ANCHE COMPLESSE.

PURTROPPO SONO ATTIVITA’ SPESSO MALVISTE DAI GENITORI CHE

TEMONO PER L’INCOLUMITA’ DEI LORO PARGOLETTI. I MEDIA, I FILM

E ALCUNI SHOW, MOSTRANO ESCLUSIVAMENTE QUESTE DISCIPLINE

SOTTO UN ASPETTO AGGRESSIVO E VIOLENTO. SPESSO POI ACCADE

CHE IL KARATE VENGA VISTO COME UN’ATTIVITA’ IN CUI SI CHIEDE

IMPEGNO E FATICA E COSI’ I GENITORI SI SCORAGGIANO. PARLANDO

DALLA MIA ESPERIENZA POSSO CONFERMARE CHE I PICCOLI

PRATICANTI POSSONO INVECE SOPPORTARE BENISSIMO L’IMPEGNO

FISICO TRAENDO ANCHE DEI VANTAGGI; IN REALTA’ SE BEN

GESTITE SONO UTILISSIME ALLO SVILUPPO DEI BAMBINI, IL PERCHE’

LO TRATTERO’ SUCCESSIVAMENTE, CHE SI TROVANO COSI’ A

LAVORARE SULLA COORDINAZIONE, SULLA MOBILITA’ ARTICOLARE,

ENTRANDO IN CONTATTO CON LA PROPRIA AGGRESSIVITA’

IMPARANDO A CONOSCERLA. IL PRINCIPIO FONDAMENTALE E’

BASATO SUL CONTROLLO. PROPRIO QUESTO E’ UNO DEGLI ASPETTI

EDUCATIVI PIU’ IMPORTANTI DELLA NOSTRA DISCIPLINA DOVE

L’ORIENTAMENTO DELLA CARICA AGGRESSIVA ASSUME

IMPORTANZA TERAPEUTICA IN QUANTO TUTTE LE POTENZIALITA’

DELL’INDIVIDUO HANNO COME TRAGUARDO L’AUTOCONTROLLO E

L’EQUILIBRIO PSICOLOGICO. CERTO PARLARE DI UN CONCETTO

COSI’ COMPLESSO E’ UN PO’ PRECOCE IN QUESTA ETA’ MA INTANTO

INIZIANO AD ASSORBIRE SEGNALI POSITIVI. IN TAL SENSO COME

INSEGNANTI DI KARATE DOBBIAMO CONTRIBUIRE AD AIUTARE I

PIU’ GIOVANI A REALIZZARE UN RAPPORTO SANO CON LA PROPRIA

AGGRESSIVITA’.

CI SONO PERSONE ANCORA OGGI CHE CRITICANO GLI SPORT DA

COMBATTIMENTO PERCHE’ TRATTASI DI PRATICHE VIOLENTE? NOI

GIUSTAMENTE RISPONDIAMO CHE NEL KARATE NON SI PROSEGUE

L’OBIETTIVO DI PROVOCARE DANNI FISICI ALL’AVVERSARIO E CHE

ANZI CHI DANNEGGIA L’INCOLUMITA’ DELL’AVVERSARIO VIENE

PENALIZZATO. PROPRIO PER QUESTO DOBBIAMO ESSERE IN GRADO

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DI ABBATTERE I LUOGHI COMUNI E DOBBIAMO INVECE PROFERIRE

CHE LA PRATICA DEL KARATE PUO’ AVERE UNA FUNZIONE

EDUCATIVA NEL PROMUOVERE UN RAPPORTO PIU’ SANO TRA I

GIOVANI E L’AGGRESSIVITA’.

QUAL E’ IL NOSTRO RUOLO IN TUTTO QUESTO? EDUCARE! PORTARE I

PICCOLI SAMURAI AD ESPRIMERE LE LORO POTENZIALITA’ MA IN UN

MODO CHE CONOSCA EQUILIBRIO, MISURA E CONSAPEVOLEZZA

DELLA PRESENZA DEGLI ALTRI. L’AGGRESSIVITA’ IN ETA’

EVOLUTIVA SCATURISCE DAL DESIDERIO DI RENDERSI AUTONOMI E

INDIPENDENTI DAL MONDO ADULTO. IL TUTTO PERO’ DEVE ESSERE

LIMITATO SECONDO DETERMINATE REGOLE ALTRIMENTI C’E’ IL

RISCHIO CHE PRENDA DIREZIONI PATOLOGICHE PER L’INDIVIDUO,

PER LE PERSONE CHE LO CIRCONDANO E LA SOCIETA’. A VOLTE

QUESTO FALLIMENTO EDUCATIVO SI CONCRETIZZA IN UNA CRITICA

INCAPACITA’ DEL MONDO ADULTO DI OFFRIRE ALLA NASCENTE

AGGRESSIVITA’ ADOLESCENZIALE UNA MODALITA’ DI ESPRESSIONE

CHE NON LA REPRIMA MA CHE AL TEMPO STESSO NON LE

CONSENTA DI DILAGARE.

NON TRALASCIAMO I NUMEROSI CAMBIAMENTI CHE SI

MANIFESTANO IN QUESTA FASCIA DI ETA’, FISICI, PSICOLOGICI,

ORMONALI. GLI ADOLESCENTI SONO “NATURALMENTE” AGGRESSIVI

ED E’ PER QUESTO CHE BISOGNA AIUTARLI A GESTIRE QUESTA

CARICA.

ECCO PERCHE’ LE NOSTRE PALESTRE POSSONO ESSERE UNA

RISPOSTA. I RAGAZZI POSSONO SFOGARE QUESTA CARICA MA IN

MANIERA DISCIPLINATA, POSSONO ESPRIMERSI. IL COMBATTIMENTO

CHE SI PROPONE INSEGNA AD AGIRE CORRETTAMENTE E

LEALMENTE. EDUCA CHE IL NEMICO NUMERO UNO E’ DENTRO DI

SE’. CHI INSEGNA KARATE INSEGNA A PRATICARE SECONDO REGOLE

PRECISE SIA A LIVELLO FISICO CHE PSICOLOGICO. SECONDO IL

SAHO. SECONDO L’ETICHETTA.

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L’ETA’ GIUSTA PER INIZIARE

SU QUESTO ARGOMENTO SI CONTINUANO A SPENDERE FIUMI DI

INCHIOSTRO. CHI OPERA NELL’AMBITO SPORTIVO SA CHE UNA

DELLE PREOCCUPAZIONI PIU’ SENTITE DAI GENITORI E’ QUELLA DI

TROVARE LO SPORT PIU’ ADATTO PER I PROPRI FIGLI, QUALE SIA

QUELLO PIU’ COMPLETO IN ASSOLUTO E A QUALE ETA’.

LA PRIMA INDICAZIONE DA DARE E’ CHE IL BAMBINO SI DEVE

DIVERTIRE A FARE QUELLO CHE FA. BISOGNA ELIMINARE IL

PRECONCETTO MOLTO DIFFUSO DI CONSIDERARE IL BAMBINO

COME UN ADULTO IN MINIATURA, UN “PICCOLO ADULTO” CHE SI

DIFFERENZIA SOLO PER PARAMETRI QUANTITATIVI. EGLI E’

UN’ENTITA’ A SE’ BEN PIU’ COMPLESSA E ARTICOLATA CHE RICHIEDE

ATTENZIONI ADEGUATE PERCHE’ NON SI PUO’ PENSARE DI

IMPARTIRE LA STESSA ATTIVITA’ PROPOSTA AD UN ADULTO

RIDUCENDO SOLAMENTE L’ENTITA’ DEL CARICO. E’ INDISPENSABILE

UNA METODOLOGIA CHE PREVEDA UNA PREVALENTE DOSE LUDICA

A DISCAPITO DELLA TECNICA. IL GIOCO E’ PER IL BAMBINO

L’ESPERIENZA MOTORIA PIU’ NATURALE E INSITA. IL MOVIMENTO E’

INFATTI NATURALMENTE ASSOCIATO AL GIOCO E COSTITUISCE LA

POSSIBILITA’ DI GIOCARE, NE E’ STRUMENTO DI REALIZZAZIONE. I

FATTORI PRIMARI CHE AGISCONO DA MOLLA NELLO SPORT SONO IL

GIOCO E L’AGONISMO. QUEST’ULTIMO NON VA SOTTOVALUTATO

PERCHE’ IN QUESTA ETA’ E’ UN COADIUVANTE PER POTER

INCANALARE QUELL’ AGGRESSIVITA’ DI CUI SI PARLAVA PRIMA E

SVILUPPARE COSI’ UNA CERTA DOSE DI AUTOAFFERMAZIONE, STIMA

VERSO SE STESSI. IL TUTTO CERTAMENTE DEVE ESSERE BEN

GESTITO E ORGANIZZATO DA UN TECNICO PREPARATO CHE

FAVORISCA LA CRESCITA PSICHICA ED EMOTIVA DEL PICCOLO

ALLIEVO. QUINDI ISCRIVERE UN BAMBINO AD UN CORSO SIGNIFICA

AGIRE ANCHE SUL SUO SVILUPPO PSICHICO OLTRE CHE FISICO.

L’IMPORTANTE E’ CHE L’ATTIVITA’ SCELTA SIA DIVERTENTE, SIA

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DILETTEVOLE DA FARE PER EVITARE DI INCORRERE IN QUELLA CHE

SI PUO’ DEFINIRE COME SINDROME DA PAURA DELL’INSUCCESSO. LO

STRESS AGONISTICO DEVE ESSERE DEL TUTTO EVITATO, IL BAMBINO

DEVE DIVERTIRSI A FARE SPORT NON DEVE ALLENARSI IN

FUNZIONE DEL RISULTATO.

L’ATTIVITA’ SPORTIVA DEVE ESSERE ORIENTATA A FINI “FISICO-

FORMATIVI” CONSIDERANDO QUATTRO FATTORI FONDAMENTALI :

1) AUXOLOGICO

2) PSICOLOGICO-SOCIALE

3) NEUROFISIOLOGICO

4) APPRENDIMENTO MOTORIO

E’ CHIARO CHE LA DELICATEZZA DELLA STRUTTURA OSSEA, IN

CONTINUA EVOLUZIONE, PIU’ ELASTICA E MENO ROBUSTA DI

QUELLA DI UN ADULTO, PORTA AD ESCLUDERE OGNI ATTIVITA’ DI

FORZA O CARICHI INTENSI DI LAVORO. LO SCHELETRO AUMENTA DI

PESO, LE LEVE OSSEE SI ALLUNGANO SENZA CHE VI SIA UN

ADEGUAMENTO DELLA FORZA MUSCOLARE. NEL DETERMINARE LA

SOMMINISTRAZIONE DEI CARICHI DI LAVORO BISOGNA TENER

CONTO DEL METABOLISMO ENERGETICO. I MECCANISMI

ENERGETICI CHIARAMENTE AGISCONO E SI COMPORTANO IN MODO

TOTALMENTE DIFFERENTE RISPETTO A QUELLI DI UN ADULTO. LA

SUA PICCOLA STRUTTURA MUSCOLARE DISPONE DI MENO ENERGIA

PRONTA ALL’USO. PERCHE’ IL MODO DI PRODURRE ENERGIA IN

ANAEROBIA LO SVILUPPA SOLO A PARTIRE DALLA PUBERTA’ IN SU.

MENTRE PER QUANTO RIGUARDA IL PROCESSO AEROBICO E’

ALTRATTANTO SVILUPPATO CHE IN UN ADULTO. IL BAMBINO

INFATTI HA UNA BUONA RESISTENZA.

DOPO QUANTO ESPOSTO POSSIAMO RISPONDERE CHE L’ATTIVITA’

IDEALE E’ QUELLA CHE RISPECCHIA QUESTI PUNTI ESSENZIALI:

• CHE SIA COORDINATA DA UN INSEGNANTE PREPARATO

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• CHE VENGA ORGANIZZATA NEL RISPETTO DEI 4 FATTORI

DESCRITTI BREVEMENTE SOPRA

• STIMOLI LO SVILUPPO DELLE CAPACITA’ AD ESSI LEGATE

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3 Capitolo

IL PROCESSO DI

APPRENDIMENTO

VEDIAMO DA VICINO IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO. QUALSIASI

PROGRAMMA PEDAGOGICO, COME AD ESEMPIO L’INSEGNAMENTO

DI UN’ARTE COME IL KARATE, DEVE SEMPRE ESSERE IN RELAZIONE

CON LE PERSONALITA’ DEL BAMBINO NEL SUO INSIEME. INFATTI

L’ABILITA’ TECNICA DEL PICCOLO ALLIEVO POTRA’ SVILUPPARSI

ADEGUATAMENTE SE TUTTE LE AREE DELLA PERSONALITA’ SON

BEN INQUADRATE. ALCUNI ASPETTI LI ABBIAMO GIA’ DESCRITTI

PRIMA, ORA METTIAMOLI IN RELAZIONE CON LA PRATICA.

AREA MOTORIA

E’ L’AREA CHE RIGUARDA LE CAPACITA’ DEL BAMBINO DI MUOVERSI

SEGUENDO UN ADEGUATO ORIENTAMENTO DELLO SCHEMA

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CORPOREO ED UNA BUONA PERCEZIONE DEL PROPRIO CORPO. GIA’

CON UN APPROCCIO LUDICO AL COMBATTIMENTO, ALLA LOTTA,

IMPARA A VALUTARE LE DISTANZE, A STUDIARE IL MOMENTO PIU’

OPPORTUNO IN CUI TIRARE LA TECNICA PER EVITARE DI COLPIRE IL

COMPAGNO, CONTROLLARE IL PROPRIO EQUILIBRIO E GLI SQUILIBRI

IMPOSTI DALLE AZIONI DINAMICHE. TROVIAMO GLI ASPETTI

IMPORTANTI COME LA PERCEZIONE DELLO SPAZIO, LA

COORDINAZIONE, LA STRUTTURA SPAZIO-TEMPO, L’EQUILIBRIO

STATIO E DINAMICO.

AREA AFFETTIVA

LA SFERA AFFETTIVA GIOCA UN RUOLO NOTEVOLE NELLA PRATICA

MOTORIA. LA COMPRENSIONE DELLE DIVERSE MANIFESTAZIONI

GIUOCA UN RUOLO PRIMARIO PER NOI INSEGNANTI PERCHE’

DOBBIAMO CERCARE DI RENDERE INTERESSANTE OGNI LIVELLO DI

ASPETTATTIVA DA PARTE DEL BAMBINO IN MODO CHE QUESTO SI

POSSA ESPRIMERE AL MEGLIO SENZA ESSERE SOFFOCATO DALLE

SUE STESSE REAZIONI EMOTIVE. INOLTRE DOBBIAMO ESSERE

SENSIBILI DI CREARE UN CLIMA POSITIVO, ATTRAVERSO FRASI O

GESTI DI GRATIFICAZIONE, CHE PERMETTANO LA BUONA RIUSCITA

DI UNA LEZIONE IN UNA CLASSE COMPOSTA DA PERSONALITA’

MISTE.

AREA SOCIALE

L’APPROCCIO AD UNA NUOVA DISCIPLINA, COME QUELLA DEL

KARATE AD ESEMPIO, COMPORTA ANCHE UN’INTEGRAZIONE PSICO-

SOCIALE. SI MANIFESTA IL DESIDERIO DI CONFRONTO CON I PROPRI

COMPAGNI, IL PIACERE DI FAR PREVALERE LE PROPRIE CAPACITA’,

SONO MOTIVAZIONI MOLTO SENTITE DAI BAMBINI. L’ESISTENZA DI

ALCUNE REGOLE, IL RIGUARDO PER ESSE, IL RISPETTO VERSO IL

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PROPRIO COMPAGNO DI LAVORO, SONO PREMESSE BASILARI PER

STABILIRE RAPPORTI DI COMUNICAZIONE. UN BUON MAESTRO DEVE

SEMPRE SAPERE VALUTARE LA CLASSE CHE HA DI FRONTE PER FAR SI

CHE TUTTI SI SENTANO ACCETTATI, ANCHE QUELLI MENO BRAVI E

CAPACI DI ALTRI E POSSANO ESSERE VALORIZZATI PER IL LORO

IMPEGNO E PER LA LORO COSTANZA.

SCHEMA RELAZIONE TRA APPRENDIMENTO ED EMOZIONE

Y = APPRENDIMENTO

DEBOLE MEDIA ELEVATA

X = EMOZIONE

ELEVATO

MEDIO

BASSO

AREA COGNITIVA

L’ASPETTO COGNITIVO E’ IMPORTANTE PERCHE’ CI PERMETTE DI

CAPIRE COSE ACCADE O COME REAGISCE LA MENTE DI UN ALLIEVO

DURANTE L’APPRENDIMENTO O L’ESECUZIONE DEL GESTO. IL

BAMBINO NON DEVE SOLO GIOCARE PERCHE’ ALTRIMENTI SI

ANNOIEREBBE. UN BUON PROCESSO PEDAGOGICO BEN

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STRUTTURATO NON E’ SEMPRE SINONIMO DI PESANTEZZA. CERTO

ESERCITARE SIGNIFICA RIPETERE, FARE UN MOVIMENTO PER

COMPRENDERNE E STUDIARNE L’EFFETTO E AVERE UNA BUONA

PADRONANZA DEL GESTO. SE STRUTTURATO IN MODO BRILLANTE IL

MAESTRO LO PUO’ SOTTOPORRE SENZA CHE IL PICCOLO ALLIEVO SI

ANNOI.

17


4 Capitolo

L’APPROCCIO DIDATTICO

PRECEDENTEMENTE ACCENNATO CI SIAMO RESI CONTO QUANTO IL

GIOCO E’ MPORTANTE E DETERMINANTE NELL’APPROCCIO

DIDATTICO CON LA PICCOLA UTENZA. SIA SUL LATO PSICHICO CHE

MOTORIO. QUINDI L’ELEVATO VALORE CHE HA ACQUISITO PORTA

AD INVERTIRE L’ORDINE DEL PROCESSO PEDAGOGICO : UTILIZZARE

IL GIOCO AL FINE DI SVILUPPARE IL MOVIMENTO ED IN

PARTICOLARE LE CAPACITA’ COORDINATIVE, QUEI PREREQUISITI

COSI’ IMPORTANTI ANCHE PER L’APPRENDIMENTO DEL KARATE. IN

QUESTO MODO SARA’ SEMPLICE APPLICARE QUEI PROCESSI PRATICI

CHE PORTANO ALLE CAPACITA’ DI RIPETERE UN MOVIMENTO

NUOVO E ALLA POSSIBILITA’ DI APPLICARLO STABILMENTE. SI PARLA

DI ABILITA’ E DESTREZZA, DUE ELEMENTI STRETTAMENTE

COMPLEMENTARI IN CUI VI E’ UNA CONTINUA INTERAZIONE. SI HA

UN AUMENTO DELLE CAPACITA’ MOTORIE E UN POTENZIAMENTO

18


DI QUELLE MENTALI. IL GIOCO SICURAMENTE CON REGOLE BEN

PRECISE FAVORISCE TUTTO QUESTO. C’E’ L’ASPETTO COGNITIVO-

ESECUTIVO (MENTALE-MOTORIO) CHE RISPECCHIA LA FASE

DELL’APPRENDIMENTO, FINO ALLA COSTRUZIONE FINALE DEL

MOVIMENTO (ATTO MOTORIO). IL TEMPO RAPPRESENTA UNA

VARIABILE DI FONDAMENTALE IMPORTANZA. E’ UNA DELLE

VARIABILI DI BASE CHE RENDONO UNA SITUAZIONE AFFRONTABILE

DA TUTTI GLI ALLIEVI. CERTO ORGANIZZARE IL TEMPO NON

SIGNIFICA RISPETTARE I RITMI DI OGNUNO RALLENTANDO LA

PROGRESSIONE DIDATTICA DI TUTTI. MA PROPORRE SITUAZIONI

NELLE QUALI OGNUNO POSSA SPERIMENTARE IL PROPRIO LIMITE,

LE PROPRIE DIFFICOLTA’.

19


5 Capitolo

LA GUIDA AL LAVORO

LA FORMAZIONE

TUTTI I METODI DI APPRENDIMENTO NECESSITANO DI UNA LINEA

SCRUPOLOSA, DI UNA VERA E PROPRIA ORGANIZZAZIONE.

LE PRINCIPALI FASI POSSONO ESSERE COSI’ SUDDIVISE :

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI (FASE PRIMARIA)

SELEZIONE DEI METODI E DELLE SEQUENZE DI

APPRENDIMENTO

REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO DIDATTICO

VERIFICA E VALUTAZIONE

20


CONSIDERIAMO ORA FASE PER FASE E IL COME APPLICARE

CIASCUNA DI ESSE.

LA PRIMA FASE E’ QUELLA PIU’ RILEVANTE PERCHE’ CONCERNE LA

PIANIFICAZIONE. SI DIFFERENZIANO 3 LIVELLI :

• OBIETTIVI GENERALI

• OBIETTIVI SPECIFICI

• OBIETTIVI OPERATIVI

GLI OBIETTIVI GENERALI STABILISCONO I RISULTATI CHE SI

INTENDONO FAR CONSEGUIRE AGLI ALLIEVI ALLA FINE

DELL’INTERO PERCORSO DIDATTICO. A LORO VOLTA QUESTI SONO

RIPARTITI IN QUELLI SPECIFICI, CHE COINCIDONO CON LE SINGOLE

UNITA’ DIDATTICHE PREORGANIZZATE. PER SVILUPPARE IL

PROGETTO SUBENTRANO GLI OBIETTIVI OPERATIVI CHE

STABILISCONO UNA LINEA DI LAVORO. PER RAGGIUNGERE GLI

OBIETTIVI FINALI E’ BENE SUDDIVIDERE I CONTENUTI IN

SEQUENZE DI APPRENDIMENTO O UNITA’ DIDATTICHE, PER AVERE

UN FILO CONDUTTORE LOGICO. PER QUANTO RIGUARDA IL

METODO NON ESISTE UN VERO E PROPRIO METODO “STANDARD”,

MA L’INSIEME DI STRATEGIE DIFFERENTI CHE VENGONO

COMBINATE E PREFERITE IN RELAZIONE ALLA PROPOSTA, AGLI

OBIETTIVI E ALLA TIPOLOGIA DELLA CLASSE.

AD OGNI SCELTA METODOLOGICA DEL MAESTRO CORRISPONDE

UNA TIPOLOGIA DI APPRENDIMENTO DELL’ALLIEVO. (2° FASE)

TIPI DI APPRENDIMENTO

→ Per imitazione

→ Per condizionamento

→ Per prove ed errori

→ Per intuito

→ Per comprensione

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PER IMITAZIONE – SI HA QUANDO IL MAESTRO STIMOLA IN

QUALCHE MODO L’ALLIEVO AD IMITARE IL MAESTRO STESSO O UN

COMPAGNO. L’INSEGNANTE INVITA I PICCOLI ATLETI AD ESEGUIRE

LIBERAMENTE, AD INVENTARE UNA COMBINAZIONE E POI

PRENDENDO SPUNTO NE ESORTA L’IMITAZIONE DA PARTE DEGLI

ALTRI. OPPURE PROPONE DELLE TECNICHE E POI PONE DELLE

DOMANDE AGLI ALLIEVI SPRONANDO LE LORO CURIOSITA’ E

L’ESECUZIONE CORRETTA.

PER CONDIZIONAMENTO – SI HA QUANDO IL MAESTRO LODA IN

MANIERA GRATIFICANTE UN’ESECUZIONE CORRETTA DELLA

TECNICA. VI E’ UNA TRASMISSIONE DIRETTA DA PARTE DEL

MAESTRO VERSO L’ALLIEVO.

PER PROVE ED ERRORI – LA TROVIAMO QUANDO L’ALLIEVO SI

SFORZA A TROVARE LA RISOLUZIONE CORRETTA DOPO VARI

TENTATIVI. IL MAESTRO INCORAGGIA LE LORO CAPACITA’ CON

PROPOSTE DIFFERENTI AD AUTOCORREGGERSI SENZA MOSTRARGLI

GLI ERRORI.

PER INTUITO- SI PRESENTA QUANDO L’ALLIEVO RIESCE A

TRASFERIRE ALCUNE ABILITA’ ACQUISITE IN ESPERIENZE

PRECEDENTI (COME NEI GIOCHI) IN MODO NATURALE DURANTE

L’EFFETTUAZIONE DELLE TECNICHE.

PER COMPRENSIONE – SCATURISCE QUANDO AD ESEMPIO IL

MAESTRO O UN COMPAGNO ESEGUONO UNA TECNICA

COMMETTENDO VOLONTARIAMENTE DEGLI ERRORI STIMOLANDO

COSI’ DEI RAGIONAMENTI .

PER ARRIVARE A PERFEZIONARE ED AD ESEGUIRE DELLE TECNICHE

CORRETTE CI SI PONE DELLE FINALITA’ CHE CONSEGUONO PROPRIO

DAI METODI ADOTTATI. QUELLE SU CUI SI TENDE A LAVORARE DI

PIU’ SONO QUELLE MOTORIE, COME :

• COORDINAZIONE SPAZIO-TEMPO

• CAPACITA’ DI ABBINAMENTO

• COORDINAZIONE DINAMICA GENERALE

• COORDINAZIONE OCULO-MANUALE/OCULO-PODALICA

• CAPACITA’ DI EQUILIBRIO

22


• CAPACITA’ DI DIFFERENZIAZIONE

• CAPACITA’ DI REAZIONE

ORA ANALIZZIAMO COME FAR ACQUISIRE QUESTE CAPACITA’

TRAMITE LA REALIZZAZIONE DIDATTICA. LE FASI E I TEMPI DI UNA

LEZIONE POSSONO SEMPRE VARIARE E MOLTEPLICI SONO LE

VARIABILI PERCUI QUESTO SI PRESENTA. SPESSO ACCADE CHE CI

PREPARIAMO UN PRE-SCHEMA MENTALE DI LEZIONE MA POI UNA

VOLTA IN PALESTRA TUTTO VIENE STRAVOLTO PER DIFFERENTI

MOTIVI. ( 3° FASE )

DI SEGUITO ESPORRO’ UNO STANDARD DI LEZIONE, UNA MATRICE

DA CUI POTER ESTRARRE SEMPRE UNO SCHEMA.

FASE ORGANIZZATIVA ( 5 MIN. CIRCA) = PREVEDE IL SALUTO E

LE VARIE COMUNICAZIONI DI ROUTINE

FASE INTRODUTTIVA (15 MIN. CIRCA) = TAISO = PREVEDE UNA

SERIE DI ESERCIZI CON DIVERSE VARIANTI OPPURE GIOCHI

DI STIMOLAZIONE SENSORIALE E AGILITA’ GENERALE

FASE PRINCIPALE (20 MIN. CIRCA) = E’ L’ANIMA DELLA

LEZIONE. VIENE PROPOSTO UN CONTENUTO NUOVO OPPURE

IL PERFEZIONAMENTO DI QUALCOSA GIA’ FATTO. E’ CERTO

CHE PER NON FAR DIVENTARE I 20 MINUTI I PIU’ NOIOSI PER

UN BAMBINO ANCHE QUESTA FASE DVE ESSERE IN BUONA

PARTE LUDICA

FASE SECONDARIA (15 MIN. CIRCA) = SI INTRODUCONO

ESERCIZIIN CUI STIMOLARE LE CAPACITA’ CONDIZIONALI

(CHE VEDREMO IN SEGUITO) COME LA RAPIDITA’, LA FORZA

RAPIDA, LA RESISTENZA E LA MOBILITA’ARTICOLARE.

FASE CONCLUSIVA (5 MIN. CIRCA) = PUO’ ESSERE UNA FASE

PRETTAMENTE LUDICA SEGUITA O PRECEDUTA DA UNA FASE

COMUNICATICA CON GLI ALLIEVI. SI FA IL SALUTO E SI

CONGEDANO GLI ALLIEVI DALLA LEZIONE.

INFINE LA 4° FASE, QUELLA CHE RAPPRESENTA LA VERIFICA E LA

VALUTAZIONE. SONO ESERCIZI-TEST O PROGRAMMI DI TECNICHE

23


BEN SPECIFICHE A SECONDA DEL GRADO CHE UTILIZZIAMO COME

STRUMENTO DI VERIFICA PER LA VALUTAZIONE FINALE. CI SERVE

PER VEDERE QUANTO L’ALLIEVO HA APPRESO E QUANTO E’

MIGLIORATO. E’ UN PERCORSO PERMANENTE ED ITINERANTE. DAL

MOMENTO CHE STIAMO PARLANDO DI BAMBINI BISOGNA TENER

CONTO DI TUTTI GLI ASPETTI DELLA CONDOTTA MOTORIA (TECNICI,

MOTORI, COGNITIVI, SOCIO-AFFETTIVI).

QUESTI ASPETTI PER UNA ATTENTA VERIFICA SONO:

a) Acquisizione delle tecniche per il passaggio di cintura, osservazione

delle capacità di eseguire i fondamentali tecnici

b) Comportamento socio-affettivo, osservazione dell’accettazione o

rifiuto dell’attività da parte del bambino

c) Evidenziazione dei differenti pre-requisiti motori generali,

osservazione delle capacità dell’allievo ad eseguire le abilità proposte

con un adeguato orientamento dello schema corporeo, della capacità

di percezione del corpo e delle proprie azioni in relazione al modello

tecnico di riferimento e agli esercizi proposti

d) Acquisizione di conoscenze, osservazione del sapere agire e sul

sapere perché si agisce

LA VERIFICA-VALUTAZIONE PUO’ ESSERE COLLOCATA NEL TEMPO.

CI PUO’ ESSERE UNA FASE “INIZIALE” DOVE POSSIAMO ANALIZZARE

LA CLASSE, “MEDIA” DOVE VALUTARE IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI

OBIETTIVI SPECIFICI E ORGANIZZARE COME PROCEDERE O COSA

VARIARE, “FINALE” CHE COINCIDE NATURALMENTE CON L’ESAME DI

PASSAGGIO.

24


6 Capitolo

GLI ASPETTI MOTORI GENERALI

PRIMA HO PARLATO IN MODO SUPERFICIALE DELLA STIMOLAZIONE

DELLE CAPACITA’ CONDIZIONALI. QUESTE, INSIEME A QUELLE

COORDINATIVE, SONO LE CAPACITA’ MOTORIE DI OGNI SINGOLO

INDIVIDUO. LE PRIME DIPENDONO DAI PROCESSI DI PRODUZIONE

DELL’ENERGIA QUINDI: CAPACITA’ DI FORZA, DI RESISTENZA E DI

RAPIDITA’. MENTRE QUELLE COORDINATIVE DIPENDONO DALLE

FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA NEURO-MUSCOLARE, QUINDI

CAPACITA’ DI CONTROLLO, DI ADATTAMENTO E DI

APPRENDIMENTO.

IN DETTAGLIO:

25


CAPACITA’ CONDIZIONALI

DIPENDONO COME INTRODOTTO DAI SISTEMI DI PRODUZIONE DI

ENERGIA, DALLA STRUTTURA OSSEA E DAI PROCESSI METABOLICI A

CUI L’ORGANISMO E’ LEGATO.

SONO CAPACITA’ INDISPENSABILI PER LO SVILUPPO DI QUALSIASI

ATTIVITA’ MOTORIA E SPORTIVA.

LA RESISTENZA, CONSIDERIAMOLA NELL’AMBITO SPORTIVO, E’ LA

CAPACITA’ DI CONTRASTARE L’AFFATICAMENTO DURANTE TUTTO IL

DURARE DELLA PRESTAZIONE. QUINDI LA MESSA A DISPOSIZIONE DI

ENERGIA AGLI ORGANI COINVOLTI. LA FORZA, LA CAPACITA’ DEI

MUSCOLI DI OPPORSI O SUPERARE DELLE RESISTENZE ESTERNE.

INFINE LA RAPIDITA’, LA CAPACITA’ DI SVOLGERE AZIONI SPORTIVE

NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE.

CAPACITA’ COORDINATIVE

LE CAPACITA’ COORDINATIVE PERMETTONO DI AUMENTARE IL

CONTROLLO E L’ADATTAMENTO DEL MOVIMENTO E SONO:

• Capacità di direzione

• Apprendimento

• Adattamento

• Equilibrio

• Orientamento

• Reazione

• Ritmizzazione

POSSIAMO CLASSIFICARLE COSI’:

1) CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI

• Controllo

26


• Adattamento

• Apprendimento

2) CAPACITA’ COORDINATIVE SPECIALI

• Orientamento e ritmo

• Dinamica generale

• Equilibrio

• Reazione

• Combinazione dei movimenti

• Coordinazione manuale e podalica

IL PERIODO PIÙ FAVOREVOLE PER LO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ

COORDINATIVE È COMPRESO TRA I 7 ED I 12 ANNI: NEI PRIMI ANNI

DI VITA SI SVILUPPANO MAGGIORMENTE LE CAPACITÀ DI

APPRENDIMENTO E CONTROLLO MOTORIO MENTRE COL PASSARE

DEGLI ANNI SI OSSERVA UN NOTEVOLE INCREMENTO DI QUELLE DI

ADATTAMENTO, COMBINAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI

MOVIMENTI. LE CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI STANNO ALLA

BASE DEGLI AUTOMATISMI NECESSARI ALLA PRATICA SPORTIVA. PER

ALLENARE LE CAPACITÀ COORDINATIVE OCCORRE VARIARE SEMPRE

CONTENUTI, MEZZI QUALITÀ ED INTENSITÀ DEGLI STIMOLI,

NONCHÉ IL MODO DI PROPORLI. E’ PIÙ FACILE RECUPERARE IN ETÀ

ADULTA FORZA E VELOCITÀ RISPETTO ALLE CAPACITÀ

COORDINATIVE PROPRIO PERCHÉ QUESTE ULTIME SONO PIÙ

SENSIBILI ALLE ESERCITAZIONI IN DETERMINATE FASI DELLA VITA.

IN PARTICOLARE HANNO PROPOSTO IL SEGUENTE MODELLO DELLE

FASI SENSIBILI DELLE COMPONENTI COORDINATIVE, CONDIZIONALI

E COGNITIVE.

27


ALL’INIZIO DELL’ETÀ PUBERALE, LA PRESTAZIONE MOTORIA

MIGLIORA NOTEVOLMENTE A CAUSA DELLE MODIFICAZIONE

STRUTTURALI A CARICO DEL SISTEMA NEURO-MUSCOLARE. QUESTE

MODIFICAZIONI, PERO’, COMPORTANO INIZIALMENTE UNA

TEMPORANEA SREGOLAZIONE DEI MECCANISMI COORDINATIVI

CHE, QUINDI, DOVRANNO ESSERE RIADATTATI (RISTRUTTURAZIONE

DELLE CAPACITÀ COORDINATIVE) ALLA NUOVA SITUAZIONE

FUNZIONALE E STRUTTURALE. IL PERFEZIONAMENTO DELLA

COORDINAZIONE MOTORIA, CHE IN QUESTA ETÀ ASSUME UNA

NUOVA FUNZIONE, DEVE SERVIRE:

• come aiuto per abituarsi al cambiamento delle proporzioni corporee

• ad accumulare nuove esperienze motorie

• a rendere più precise le esperienze già acquisite.

28


DOPO LA PUBERTÀ, L’IMPORTANZA DELLE CAPACITÀ

E CAPACITA’ MOTORIE MISTE

ONO RAPPRESENTATE DALLA MOBILITA’ ARTICOLARE. VIENE

SCITE

COORDINATIVE DECADE PROGRESSIVAMENTE NELLA

PROGRAMMAZIONE DELL’ALLENAMENTO; A PARTIRE DA QUESTA

ETÀ, INFATTI, LO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ CONDIZIONALI

ASSUME SEMPRE PIÙ RILEVANZA.

L

S

DEFINITA MISTA PERCHE’ DIPENDE SIA DAI PROCESSI NERVOSI CHE

DA QUELLI ORGANICI. LA MOBILITA’ ARTICOLARE E’ LA CAPACITA’ DI

COMPIERE AZIONI CON UN’AMPIEZZA OTTIMALE DI ESECUZIONE.

QUESTA QUALITA’ CONSENTE ALL’ATLETA DI ESPRIMERE UNA

TECNICA PIU’ FLUIDA ED EFFICACE GRAZIE ALLA RIDUZIONE DI

ATTRITI E DI RESISTENZE INTERNE. I SINONIMI PIU’ COMUNI DI

QUESTA CAPACITA’ SONO: ARTICOLARITA’, SCIOLTEZZA, ELASTICITA’,

ESTENSIBILITA’, FLESSIBILITA’, ALLUNGAMENTO, STRETCHING.

L'ETÀ INFANTILE È QUELLA IN CUI SI HANNO CRE

SIGNIFICATIVE DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE, ANCHE SE L'ETÀ

PUBERALE È RITENUTA DA ALCUNI STUDIOSI COME QUELLA DEL

MASSIMO SVILUPPO. RESTA COMUNQUE LA FASCIA DI ETÀ 8/14 ANNI

QUELLA IN CUI BISOGNA MAGGIORMENTE ESERCITARSI.

29


7 Capitolo

GLI ASPETTI MOTORI APPLICATI

AL KARATE

ABBIAMO PARLATO DI CAPACITA’ MOTORIE IL CUI SVILUPPO E’

INDISPENSABILE IN OGNI MOVIMENTO, OGNI GESTUALITA’ NELLO

SPORT COME NEL QUOTIDIANO. ALLO STESSO MODO VALE PER IL

KARATE. PRENDERO’ IN ESAME UN KARATE EDUCATIVO-FORMATIVO

E VEDREMO COME APPLICARE GLI ASPETTI MOTORI CONSIDERANDO

VARIABILI COME AD ESEMPIO L’ETA’.

DALL’EDUCATIVO AL FORMATIVO IL PASSAGGIO E’ PIUTTOSTO

SFUMATO. E’ UNA PROGRESSIONE VERTICALE CHE SEGUE 2 CRITERI :

1) IL PRIMO E’ RELATIVO ALL’ETA’, QUINDI PIU’ L’ATLETA E’

GIOVANE E PIU’ L’APPROCCIO SARA’ LEGATO AL LIVELLO

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EDUCATIVO. E’ UN PASSAGGIO INDISPENSABILE IN QUANTO

LA FORMA LUDICA CI CONSENTE DI INSERIRE

GRADUALMENTE AZIONI FONDAMENTALI DEGLI SPORT DA

COMBATTIMENTO COME IL PRENDERE, LO SCHIVARE,

COLPIRE, PARARE, TROVARE L’EQUILIBRIO, ETC…PER POTER

POI ACCEDERE PIU’ FACILMENTE AI PASSAGGI SUCCESSIVI,

PIU’ SPECIFICI. E’ IMPORTANTE FIN DA SUBITO SODDISFARE

L’ESIGENZA DI MOVIMENTO DEI BAMBINI, DI PRATICARE A

LORO MODO LO SPORT CHE HANNO SCELTO CON ESERCIZI E

GIOCHI PROPEDEUTICI EVITANDO COSI’ CHE LA NOIA

PRENDA IL SOPRAVVENTO.

2) IL SECONDO, QUELLO FORMATIVO, LAVORA INVECE IN

FUNZIONE ALLA PADRONANZA DEL GESTO, NEL

PERFEZIONARE E/O APPLICARE UNA TECNICA. PER QUESTO SI

RIVOLGE GIA’ AD UNA FASCIA DELL’ETA’ PIU’ AVANZATA.

TUTTI GLI ASPETTI FINORA ACQUISITI DEVONO PRENDERE

FORMA. OGNI GESTO, LENTAMENTE, DEVE RAGGIUNGERE LA

CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE UNA TECNICA BEN DEFINITA. A

QUESTO PUNTO IL NOSTRO COMPITO, DOPO AVER CREATO

DELLE BASI SOLIDE, E’ QUELLO D SCEGLIERE DEGLI ASPETTI

DEL MOVIMENTO CHE RITENIAMO PIU’ IMPORTANTI E

ACCESSIBILI AGLI ALLIEVI E ATTRAVERSO IL LAVORO DEI

KIHON, KATA E KUMITE COMINCIARE A SVILUPPARLI. AD

ESEMPIO NE CITO ALCUNI FRA I PIU’ COMUNI :

• La continuità del gesto

• Lo sviluppo del ritmo giusto

• La coordinazione tra parte superiore del corpo e quella inferiore

• Il controllo della postura

• La respirazione

• Il tempismo

SPIEGATO QUESTO DICO CHE DURANTE L’ETA’ EVOLUTIVA SIA

BENE NON FORZARE LA MANO E CHE DA PARTE DI NOI INSEGNANTI

E DA PARTE DEI GENITORI NON DOVREBBERO ESISTERE GRANDI

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ASPETTATIVE. NON E’ IMPORTANTE COSTRUIRE SUBITO UNA CASA

PERFETTA NEI DETTAGLI E PRIVA DI FONDAMENTA. I PRIMI ASPETTI

MOTORI SPECIFICI SI APPRENDONO IN MODO GLOBALE, GREZZO E

INCONSAPEVOLE. BISOGNA QUINDI CONCENTRARSI SULLA

PREPARAZIONE DI UN BUON PRODOTTO, FAR APPRENDERE UN

BUON METODO DI LAVORAZIONE ED EDIFICARE UNA STRUTTURA

GREZZA DA RIFINIRE E PERFEZIONARE SUCCESSIVAMENTE. DOPO

AVER ACQUISITO LE CAPACITA’ CONDIZIONALI E COORDINATIVE E’

POSSIBILE RAGGIUNGERE DELLE TECNICHE SEMPRE PIU’

COMPLESSE.

VEDIAMO ORA NELLO SPECIFICO L’APPRENDIMENTO DELLE

ABILITA’ TECNICHE E LE DIFFERENTI FASI.

1° LIVELLO – IL BAMBINO

AL CENTRO DEL TRIANGOLO VIENE SOTTOLINEATO L’OBIETTIVO DI

QUESTO PRIMO LIVELLO “L’APPRENDERE IL COSA FARE”. IN TAL

SENSO IL MAESTRO DEVE:

32


• Offrire un’immagine globale e semplice del movimento

• Non prolungarsi troppo nel tempo con spiegazioni laboriose

• Coinvolgere i bambini stimolando la loro fantasia e curiosità

• Utilizzare delle immagini allegoriche per favorire il riferimento a situazioni già

conosciute

• Concedere momenti di libertà in cui l’allievo si gestisca autonomamente

ESEMPI DI PROPOSTE D’AZIONE POSSONO ESSERE SITUAZIONI TIPO

LANCIARE PALLINE A BERSAGLI FISSI O MOBILI ESEGUENDO UNA

FLESSO-DISTENSIONE DEL BRACCIO COME AVVIENE NELLE

TECNICHE DI PUGNO, OPPURE COLPIRE UN PUNTO DI RIFERIMENTO

TENUTO IN MANO DA UN COMPAGNO CON DIVERSE TECNICHE E

TANTE ALTRE. POI ESEMPI DI PROPOSTE TRAMITE METAFORE COME

PARARE PENSANDO DI COLPIRE UN INSETTO O CALCIARE

IMMAGINANDO DI LIBERARSI DA UN SECCHIO. PIU’ AGGIUNGIAMO

ALTRE PROPOSTE ATTRAVERSO RIFERIMENTI VISIVI, ACUSTICI E

TATTILI.

2° LIVELLO – IL BAMBINO/GIOVANE

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SI AVANZA DI LIVELLO E CAMBIA L’OBIETTIVO, “APPRENDERE IL

COME FARE”. C’E’ LA TRASFORMAZIONE DELLA MATERIA GREZZA IN

RAFFINATA, DELLA TECNICA GOFFA IN TECNICA PULITA, PERFETTA.

QUI IL MAESTRO DEVE:

• Creare nell’allievo un’immagine sempre più precisa

• Agire su un dettaglio per volta durante la ripetizione della tecnica

• Sollecitare la coordinazione inserendo numerose varianti del gesto

• Favorire la verbalizzazione (come il riconoscere un errore)

• Stimolare la propriocezione abbandonando i riferimenti visivi, tattili e

uditivi.(eseguire tecniche a ritmi e intensità diverse)

3° LIVELLO – L’ATLETA

SIAMO GIUNTI ALLA FASE FINALE, AL BAMBINO DIVENTATO ATLETA

CHE SI PONE COME OBIETTIVO “L’APPRENDERE IL QUANDO E IL

PERCHE’ FARE”. E’ LA FASE DEL PERFEZIONAMENTO, DEL

CONSOLIDAMENTO DELL’ABILITA’ TECNICO-TATTICA. SI ENTRA IN

34


SPECIFICO NELLA TECNICA. L’ANALISI DEI DETTAGLI TECNICI DEVE

ESSERE MINUZIOSA E LA CORREZIONE DEGLI ERRORI ALTAMENTE

RIGOROSA. E’ NECESSARIO INCREMENTARE LE CAPACITA’

CONDIZIONALI E COORDINATIVE DEI PROPRI ALLIEVI.

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8 Capitolo

CONCLUSIONI

OGNI MAESTRO POI NELLA SUA PALESTRA LAVORERA’ A MODO SUO

SEGUENDO LE PROPRIE METODOLOGIE D’INSEGNAMENTO,

SEGUIRA’ LE PROPRIE CORRENTI. L’IMPORTANTE E’ CHE NON

DOBBIAMO MAI PERDERE DI VISTA CHI ABBIAMO DI FRONTE, LA

LORO TUTELA E SALVAGUARDIA.

LA CARTA DEI DIRITTI DI GINEVRA

PER QUESTO VOGLIO CONCLUDERE, AVENDO TRATTATO UNA

FASCIA D’ETA’ COSI’ DELICATA, CON UN DOCUMENTO A LORO

DEDICATO E CIOE’ LA CARTA DEI DIRITTI DEL BAMBINO NELLO

SPORT, NATA A GINEVRA PER VOLONTA’ DI UN GRUPPO DI

ALLENATORI E SPECIALISTI, CHE CITA I SEGUENTI PUNTI:

Diritto di divertirsi e gicare

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Diritto di fare lo sport

Diritto di beneficiare di uno spazio sano

Diritto di essere trattato con dignità

Diritto di essere circondato e allenato da persone competenti

Diritto di eseguire allenamenti adeguati ai propri ritmi e di avere giusti tempi

di riposo

Diritto di misurarsi con giovani che abbiamo le stesse possibilità di successo

Diritto di partecipare a competizioni adatte alla propria età

Diritto di praticare lo sport in assoluta sicurezza

Diritto di non essere un campione

ESSA EVIDENZIA COME IL GIOCO, L’INSEGNAMENTO TECNICO,

L’ESERCIZIO, LA GARA, IL MAESTRO CON LE SUE DECISIONI E I SUOI

COMPORTAMENTI, DEVONO COSTITUIRE UN’ESPERIENZA

FORMATIVA, POSITIVA E IMPORTANTE.

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Il mondo dei bambini e lo sport - Sporting Club Oleggio · chiaramente. per i bambini impulsivi, un...

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