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Il modello di protezione Civile Il modello di protezione Civile della Regione Emilia della Regione Emilia-Romagna Romagna Agenzia Regionale di Protezione Civile Corso di formazione per la gestione tecnica dell'emergenza Corso di formazione per la gestione tecnica dell'emergenza sismica sismica IMOLA 30 gennaio 2013 IMOLA 30 gennaio 2013 Antonio Monni Agenzia regionale di Protezione Civile

Transcript of Il modello di protezione Civile della Regione Emilia ... Protezione Civile Emilia... ·...

Il modello di protezione Civile Il modello di protezione Civile della Regione Emiliadella Regione Emilia--RomagnaRomagna

Agenzia Regionale di Protezione Civile

Corso di formazione per la gestione tecnica dell'emergenza Corso di formazione per la gestione tecnica dell'emergenza sismicasismica

IMOLA 30 gennaio 2013IMOLA 30 gennaio 2013

Antonio Monni Agenzia regionale di Protezione Civile

Contenuti

�� Il Sistema regionale di Protezione CivileIl Sistema regionale di Protezione Civile�� L’Agenzia regionale di Protezione CivileL’Agenzia regionale di Protezione Civile�� Previsione, Prevenzione, Preparazione Previsione, Prevenzione, Preparazione �� Previsione, Prevenzione, Preparazione Previsione, Prevenzione, Preparazione �� Il Volontariato di Protezione CivileIl Volontariato di Protezione Civile

Il Sistema Regionale di Protezione Civile

� Nato nel 1995 con l’emanazione della Legge Regionale n.45

� Rinnovato/modificato nel 2005 attraverso l’emanazione della Legge Regionale n.1

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Garantire la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini, la tutela dell’ambiente, del patrimonio culturale ed artistico e degli insediamenti civili e produttivi dai danni o dal pericolo di

danni derivanti da eventi calamitosiIstituzione “Agenzia di protezione civile della Reg ione

Emilia-Romagna”

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Capisaldi del Sistema

COORDINAMENTO

PIANIFICAZIONE

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FORZA COMPOSTA DI UOMINI E MEZZI CHE INTERAGISCE E COOPERA IN BASE A REGOLE

CHIARE, RESPONSABILITÀ PREDEFINITE E PROCEDURE

COMUNI DI INTERVENTO NELLE EMERGENZE

COORDINAMENTO

INNOVAZIONE

INTEGRAZIONE

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Componenti del Sistema

� Regione� Uffici Territoriali del

Governo� Province

� Agenzia regionale Protezione Civile e strutture tecniche collegate

� Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato,

COMPONENTI ISTITUZIONALI STRUTTURE OPERATIVE

� Province� Comuni

Corpo Forestale dello Stato, Capitanerie di Porto

� Forze dell’Ordine, Polizia Municipale

� Sanità regionale, 118� ARPA, AIPO,

Consorzi di Bonifica� Volontariato, CRI,

Corpo Nazionale Soccorso Alpino

� Comunità Scientifica � Aziende di Servizi

L’Agenzia regionale di Protezione Civile

AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

PRESIDENTE GIUNTAREGIONALE

DIPARTIMENTO NAZIONALE PROTEZIONE CIVILE

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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PROTEZIONE CIVILEDIRETTORE

COR Centro Operativo

Regionale

Commissione regionaleprevisione e prevenzione

grandi rischi

COREMComitato Operativo

Regionale per l’EMergenza

Colonna Mobile regionaledi Protezione Civile

Strutture OperativeRegionali

Volontariato

REGIONALE

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AGENZIA PROTEZIONE

CIVILE

COREMComitato

Regionale per l’emergenza

COMMISSIONE REGIONALE

GRANDI RISCHI

CORARPASIMC

L’Agenzia regionale di Protezione Civile

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SALA OPERATIVA

CENTRO MULTIRISCHIO

DIFFUSO

Strutture Operative

Strutture Tecniche di presidio Territoriale

(STB, CB, AIPO)

SIMCCentro

Funzionale

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� Reperibilità integrata� un servizio di reperibilità/presenza H24 anche con la integrazione di altre strutture tecniche regionali

� SEZIONI del Centro Multirischio� Per tipologia di rischio:

� Idraulica ed idrogeologica� Sismica e crisi delle grandi infrastrutture

Modello organizzativo funzionale

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� Sismica e crisi delle grandi infrastrutture� Antincendio boschivo� Incidenti industriali e trasporto sostanze pericolose. Crisi meteorologiche ed ambientali acute.

Sanità� Trasversali� Organizzazione a Matrice

� Per attività trasversali:� Risorse umane e materiali e logistica � Sistema informativo di protezione civile� Comunicazione e Telecomunicazioni

� Organizzazione a matrice� Alcuni collaboratori svolgono attività di referenti in uno specifico campo specialistico (connesso alle loro

primarie competenze) e contemporaneamente devono portare il loro contributo ad altre attività coordinate da altri colleghiA

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Organi a supporto

� Assicurare coordinamento tecnico-operativo regionale:� CENTRO OPERATIVO REGIONALE (organizzato in Sala

Operativa e Centro Multirischio)� COREM (Comitato Operativo Regionale per l‘Emergenza)

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� COREM (Comitato Operativo Regionale per l‘Emergenza) Direttore dell’agenzia ed i responsabili delle varie Strutture Operative (VVF, SANITA’, CFS, CAPITANERIE DI PORTO, ARPA…ecc)

� COMMISSIONE REGIONALE PER LA PREVISIONE E LA PREVENZIONE DEI GRANDI RISCHI con funzioni consultive, propositive e di supporto tecnico-scientifico in materia di previsione e prevenzione delle principali tipologie di rischio presenti sul territorio regionale

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Centro Operativo Regionale

� LEGGE 1/2005 � (art. 23) il Centro Operativo Regionale (COR) è costituito

presso l'Agenzia regionale di Protezione Civile quale presidio permanente della Regione preposto alle attività e ai compiti di Sala OperativaAssicura l’operatività nell’arco delle 24 ore

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� Assicura l’operatività nell’arco delle 24 ore� Presidio organizzato in turni (08.00-20.00)� Servizio di reperibilità (20.00-08.00)

� Determinazioni Dirigenziali� n.9320 del 05/08/2008 “Attivazione delle procedure per

l'operatività del Centro Multirischio di protezione civile”� n.50 del 03/03/2009 “Integrazioni e modifiche alle

procedure per l'operatività del Centro multirischio di protezione civile. Determinazione n.9320/2008” e successive modificheA

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Struttura del COR

� SALA OPERATIVA - SALA MULTIRISCHIO:� presidia le funzioni ed i compiti della Regione in materia di preparazione,

allertamento e gestione di situazioni di crisi e di emergenza� di supporto agli organi decisionali (Direttore, COREM e Commissione

regionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi)

� SERVIZIO DI REPERIBILITA’:

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� personale tecnico dell’Agenzia Protezione Civile, organizzato in turni settimanali da squadre composte da un referente e tre coadiutori

� CENTRI DI PRONTO INTERVENTO:� CERPIC: Centro di Pronto Intervento idraulico� CREMM: Centro Regionale Logistica Mezzi e Materiali (modulo assistenza alla

popolazione)

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SALA OPERATIVA

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Schema organizzativo

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COR - attività ordinaria

� Attività a presidio della sicurezza territoriale� Raccolta dati� Attività di monitoraggio

� Contatti con altre sale operative

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� Contatti con altre sale operative � Predisposizione procedure� Esercitazioni� Formazione� Aggiornamento in materia di protezione civile

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COR - attività in emergenza

� Allertamento di Protezione Civile: attivazione e cessazione delle fasi previste dal modello di intervento (ATTENZIONE, PREALLARME e ALLARME)

� Raccolta di informazioni al fine di valutare gli eventi calamitosi e le eventuali conseguenze

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calamitosi e le eventuali conseguenze � Elaborazione ed aggiornamento scenari di rischio � Coordinamento e gestione interventi urgenti� Gestione risorse umane e materiali per fronteggiare le

emergenze:� Volontari (9 Coordinamenti provinciali del volontariato ed

Associazioni Regionali/Nazionali)� Attrezzature (Cerpic, CREMM)

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Centro Multirischio

Il Centro Multirischio è strutturato in sezioni specialistiche così individuate:

Sezioni per tipologia di rischio� sezione idraulica ed idrogeologica e pianificazione dell’emergenza� sezione sismica e crisi delle grandi infrastrutture

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� sezione sismica e crisi delle grandi infrastrutture� sezione antincendio boschivo� sezione incidenti industriali e trasporto sostanze pericolose. Crisi

meteorologiche ed ambientali acute. Sanità.

Sezioni per attività trasversali� sezione risorse umane e materiali e logistica� sezione sistema informativo di protezione civile e telecomunicazioni

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Tempo differito

� Integrazione/collaborazione esperti delle strutture tecniche regionali e territoriali competenti

� Predisposizione di scenari di rischio statici

Idrometro di riferimento

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di rischio statici (informazioni attualmente disponibili)

� Predisposizione di scenari e individuazione di soglie di allertamento per rischi prevedibili

� Realizzazione del sistema informativo integrato di protezione civile

� Predisposizione di piani di messa in sicurezza

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Tempo reale

� Valutazione degli effetti in termini di criticità, vulnerabilità e rischio

� Predisposizione ed emanazione di avvisi ed

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emanazione di avvisi ed allerte di protezione civile

� Comunicazione ed interscambio dati con la rete dei centri funzionali, strutture tecniche e centri di competenza

� Presidio e reperibilità h 24

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Centri di Pronto Intervento� CERPIC: Centro di Pronto Intervento

Idraulico – TRESIGALLO (FE)Gestisce e cura la manutenzione di attrezzature per le emergenze idrauliche: Elettropompe Sommergibili, Motopompe, Potabilizzatori, Torri Faro, Generatori, Tende, Kit Emergenza Idraulica, Kit Emergenza Neve, Cisterne

� CREMM: Centro Regionale Materiali e mezzi –BOLOGNA (BO)Gestisce e cura la manutenzione delle attrezzature per l’assistenza alla

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Idraulica, Kit Emergenza Neve, Cisterne per l’assistenza alla popolazione: (assistenza di circa 250 persone suddiviso in moduli attivabili singolarmente)

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Integrazione tra le attività di protezione

civile e la pianificazione ordinaria

e.g. piani di bacino

� Attività di previsione

- Identificazione quali quantitativa dei rischi

- Identificazione delle aree a rischio

- Definizione degli scenari

- Programmi di previsione e prevenzione

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Le attività di Protezione Civile

� Attività di Prevenzione

- Misure strutturali (Piani di interventi)

- Misure non strutturali (Piani di emergenza)

- Programmi di previsione e prevenzione

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� Attività di preparazione e gestione

dell’emergenza

Sistema integrato per la predisposizione dei Programmi di Previsione e Prevenzione – Piani di Emergenza

• Regional Civil Protection Agency• Provinces• Technical Office of Basin• Soil Safeguard Office• Geological Seismic and Soil Office• University/ Research Institutes• Land reclamation syndicate• National Civil Protection Department • Meteorological Offices• Geophysics and Vulcanology Institute

Gruppi tecnici di lavoro

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Linee guida regionaliper i differenti rischi

Piani di emergenzaprogrammi di previsione e prevenzione

• Geophysics and Vulcanology Institute• Agency of the Po river • National Corp of Forest Rangers

Piani assetto idrogeologico Piani di settore Province Comuni

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è intesa come comprensione dei fenomeni naturali o connessi con l’attività antropica capaci di innescare eventi che possono interessare ed arrecare danno alla pubblica incolumità, al sistema insediativo, e a quello relazionale.

Il programma di previsione:

• definisce lo stato di pericolosità in cui si trova il territorio procedendo alla rielaborazione ed alla sintesi dei documenti di analisi territoriale predisposti nella

La PrevisioneP

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rielaborazione ed alla sintesi dei documenti di analisi territoriale predisposti nella pianificazione di bacino, nella pianificazione di governo del territorio, nonché nei piani di settore e nelle analisi delle criticità presenti nel territorio in esame.

• contiene i risultati quantitativi e qualitativi di indagini studi e ricerche condotte per individuare e caratterizzare le sorgenti ed i meccanismi di innesco dei fenomeni generatori delle condizioni di rischio.

• provvede, qualora possibile, alla determinazione delle soglie di innesco, alla individuazione degli indicatori di evento, alla individuazione dell’evento massimo possibile e dell’evento più probabile per ciascuna tipologia di rischio.

• valuta la riduzione del rischio determinata dagli interventi strutturali e non strutturali realizzati nel territorio in esame definita in termini di riduzione di pericolosità e/o mitigazione della vulnerabilità.

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è intesa come l'insieme delle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la probabilità che si verifichino danni a persone e beni in conseguenza di eventi calamitosi.

Il programma di prevenzione:

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• indica le priorità e individua le risorse per la realizzazione degli interventi strutturali e non strutturali da attuare per la risoluzione delle criticità conclamate nel corso degli eventi, ovvero di quelle già individuate nei piani e programmi di settore e di governo del territorio.

• valuta le più idonee tipologie di intervento di ripristino e di messa in sicurezza del territorio e degli insediamenti. Qualora le risorse disponibili o le particolari condizioni del territorio, non consentano la realizzazione di interventi strutturali a difesa degli insediamenti si possono prendere in esame piani di de-localizzazione, regolamenti, dispositivi di allerta e puntuali piani di evacuazione.

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Il programma di prevenzione:

• individua i fabbisogni in termini di mezzi, macchinari, materiali, dotazioni individuali ed attrezzature tenuto conto del parco mezzi eventualmente esistente e messo a disposizione e delle necessità di continuo rinnovamento e potenziamento, sia della propria dotazione sia di quella degli organismi di protezione civile chiamati ad intervenire

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propria dotazione sia di quella degli organismi di protezione civile chiamati ad intervenire nelle fasi di sorveglianza del territorio e di emergenza.

• predispone di azioni di formazione, aggiornamento e specializzazione del personale e degli operatori degli organismi di protezione civile che sono chiamati ad intervenire in maniera continuativa o temporanea.

• cura l’informazione sistematica e diffusa alla popolazione sulla natura dei rischi, sul livello di esposizione, sui comportamenti e sulle misure di auto protezione da adottare rispetto alle diverse sorgenti/ipotesi di rischio.

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PIANO REGIONALE DI EMERGENZA

PIANI PROVINCIALI DI EMERGENZA

PIANI COMUNALI DI EMERGENZA

A) PARTE PRINCIPALE:SCENARI ATTESI PRECURSORI – INDICATORI DI EVENTO

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C) MODELLO DI INTERVENTORESPONSABILITA’ E CATENA DI COMANDO CONTROLLOPROCEDURE STANDARD

B) PIANIFICAZIONE CENSIMENTO AREE A RISCHIO

CENSIMENTO DEGLI OGGETTI ESPOSTICENSIMENTO DELLE RISORSE DISPONIBILI

PRECURSORI – INDICATORI DI EVENTOFASI DI ALLERTA

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MODELLO MODELLO DIDI INTERVENTO COORDINATO INTERVENTO COORDINATO DIDI PROTEZIONE CIVILEPROTEZIONE CIVILE

Firma protocollo di intesa 15 ottobre 2004

• Regione

• Uffici territoriali del Governo

• Province

• Direzione Regionale Vigili del Fuoco

Linee guida regionali per la pianificazione d’emergenza

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• Direzione Regionale Vigili del Fuoco

• Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia

• Unione nazionale dei Comuni delle Comunità e degli Enti Locali

• Agenzia Interregionale per il fiume Po

• Unione regionale delle Bonifiche

Obiettivi

Fornire agli Enti Locali un quadro di riferimento omogeneo per l’elaborazione dei Piani di Emergenza nel proprio ambito territoriale, favorendo altresì l’integrazione e la collaborazione con gli Uffici Territoriali del Governo e gli Organi statali sul territorio

Favorire una gestione coordinata delle emergenze, assicurando interventi più efficaci e tempestivi in caso di alluvioni, terremoti, eventi idrogeologici, incendi boschivi o incidenti di tipo chimico-industriale

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Il Rischio sismico (R) è espresso quantitativamente come prodotto/combinazione di più fattori (PERICOLOSITA’ DI BASE, PERICOLOSITA’ LOCALE, ESPOSIZIONE, VULNERABILITA’)

Si esprime attraverso la relazione

R = PVE

•Severità dell’azione

L’Italia è un paese ad elevato rischio sismico:

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•Severità dell’azione

P rappresenta la pericolositàPb = (pericolosità di base) frequenza e magnitudo probabilisticamente

predibili degli eventi che interesseranno in futuro il territorioPl = (effetti di sito) variazioni di pericolosità per condizioni locali

-non modificabili, conoscenza, organizzazione degli insediamenti, qualità strutturale

•Severità delle conseguenze

V = (rappresenta la vulnerabilità) propensione al danneggiamento E = (rappresenta l’esposizione) distribuzione della popolazione edifici infrastrutture

-modificabili densità pianificazione, qualità edifici e infrastrutture

Catastrofe naturale???

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• terremoti espressione di una deformazione fragile

• si verificano negli strati a maggiore competenza

• l’energia si propaga come onde elastiche

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• l’energia si propaga come onde elastiche

• determinano il rapido scuotimento del suolo

• durata da pochi secondi a oltre un minuto

• effetti da impercettibili - severi danni alle persone e cose

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• 200 terremoti disastrosi negli ultimi 1000 anni

• 120.000 vittime nel secolo scorso

L’Italia è un paese ad elevato rischio sismico:

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• 120.000 vittime nel secolo scorso

• 75 miliardi di euro di danni nel periodo 1980 - 2005

• 40% della popolazione vive in aree a rischio

• dove il 65% degli edifici non è costruito secondo norme antisismiche

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•Questi numeri significano che il terremoto è il più grave evento naturale che può colpire il territorio italiano per la severità del suo impatto soprattutto in termini di perdita di vite umane.

•La classificazione sismica del territorio italiano è intervenuta con grave ritardo.

•Solo nel 2003 l’intero territorio nazionale è stato classificato sismico.

L’Italia è un paese ad elevato rischio sismico:

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•La vulnerabilità del patrimonio edilizio italiano è così elevata che nel futuro sono ancora possibili terremoti disastrosi di enormi dimensioni.

•L’elevato rischio dipende soprattutto dall’elevata fragilità dell’edificato a causa della sua vetustà e delle scadenti caratteristiche costruttive.

•22.000 centri storici.

•11.000 centri storici situati nei comuni a più elevata pericolosità sismica.

•nelle sole zone classificate nel 1984 (45 % del territorio nazionale) (14 % le abitazioni costruite secondo norme antisismiche) si stima ci siano 7 milioni di abitazioni “pre-classificazione”150 miliardi di euro le risorse necessarie al miglioramento sismico; somma enorme ma…

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«Art. 11. - (Interventi per la prevenzione del rischio sismico). - 1. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un Fondo per la prevenzione del rischio sismico. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 44 milioni per l'anno 2010, di euro 145,1 milioni per l'anno 2011, di euro 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di euro 145,1 milioni per l'anno 2015 e di euro 44 milioni per l'anno 2016

Il 1° dicembre 2010 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’ordinanza 3907, che disciplina i contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico previsti dall’art.11 della legge 77 del 24 giugno 2009 relativamente ai fondi disponibili per l’annualità 2010.

•L’ordinanza stabilisce che la quota stanziata per il 2010, pari a 42,504 milioni di euro sia ripartita tra le Regioni

Fondo di Prevenzione del rischio sismico

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•L’ordinanza stabilisce che la quota stanziata per il 2010, pari a 42,504 milioni di euro sia ripartita tra le Regioni per:

•a) studi di microzonazione sismica (4 milioni di euro);

•b) interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o demolizione e ricostruzione di edifici ed opere pubbliche di interesse strategico per finalità di protezione civile. Sono esclusi dai contributi gli edifici scolastici, ad eccezione di quelli che ospitano funzioni strategiche e sono individuati nei piani di emergenza di protezione civile (34 milioni di euro);

•c) interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici privati;

•d) altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione (4 milioni di euro);

•Le Regioni possono finanziare gli interventi di tipo b) fino al 40% delle disponibilità complessive.

•I finanziamenti riguardano interventi di prevenzione del rischio sismico nei Comuni in cui l’accelerazione al suolo

“ag” non sia inferiore a 0,125g.

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Attività di prevenzione in Emilia-Romagna

Regione con D.G.936/2008:� Ha approvato un programma di verifiche tecniche e interventi di adeguamento e

miglioramento sismico in attuazione dell’art. 1, comma 4, lettera c) dell’OPCM 3362/2004

� ha individuato 675 edifici municipi ospedali scuole palestre � ha stanziato Euro 5.500.000 circa (4.600.000 – 900.000)

� con D.G. n. 1661/2009 ha approvato:- all’Allegato A l’elenco di Categorie di edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali la

cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di

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cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile;

- all’Allegato B l’elenco di Categorie di edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso;

� con D.G. n. 1154/2010 ha:- Assegnato a favore delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna e dello I.O.R

Euro 3.000.000 “Contributi a favore delle Aziende Sanitarie per l’esecuzione di verifiche tecniche di vulnerabilità sismica delle strutture sanitarie (art. 33 L.R. 22 dicembre 2009, n. 24)“

� OPCM 3879/2010 è stato approvato il piano di interventi della regione che interventi su 2 scuole per euro 1.600.000

� Interventi di prevenzione del rischio in attuazione dell’art 11 del D.L 28 aprile 2009 , n 39 disciplinati con O.P.C.M. 3907/2010 - Microzonazione sismica- interventi strutturali di riduzione del rischioP

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Strumenti per la previsione degli eventi

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• La previsione dei terremoti in senso deterministico non è possibile;non sono ad oggi disponibili strumenti, modelli o metodi scientifici in grado di definire in anticipo il momento la magnitudo ed il luogo preciso di accadimento di un evento sismico.

•La misura per difendersi dai terremoti è quella di intervenire sulle vecchie

Pericolosità e criteri d’intervento

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•La misura per difendersi dai terremoti è quella di intervenire sulle vecchie costruzioni per il preventivo miglioramento o adeguamento sismico mettendole nella condizione di resistere ai futuri terremoti.

criteri•Questi interventi devono essere adottati in modo sistematico sugli edifici sia pubblici sia privati.

• dare la priorità agli edifici strategici (ospedali caserme strutture di soccorso)• dare priorità agli edifici rilevanti per collasso (scuole altri edifici con elevato numero di presenze)

•Migliorare le mappe di pericolosità a scala localePR

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MICROZONAZIONE SISMICA Imcs 6CONDIZIONE LIMITE PER L’EMERGENZA CLE380.000 EURO RISORSE DEL COMMISSARIO

CamposantoCavezzoConcordia sulla SecchiaFinale EmiliaMedollaMirandolaNovi di ModenaSan Felice sul PanaroSan Possidonio

FerraraBondenoCentoMirabelloPoggio RenaticoSant’AgostinoVigarano Mainarda

Bologna Crevalcore

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Pericolosità e criteri d’intervento

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MICROZONAZIONE SISMICA Imcs 6CONDIZIONE LIMITE PER L’EMERGENZA CLE

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DGR 1051/2011 sono stati finanziati studi di microzonazione sismica in 40 COMUNI per un importo di 220.00 EURO

DGR1302/2012 sono stati finanziati studi di microzonazione sismica in 75 comuni e studi per l’analisi delle condizioni limite per l’emergenza 13 COMUNI per un importo complessivo di 585.801 EURO

La pericolosità sismica è lo strumento di previsione delle azioni sismiche attese in un certo sito su base probabilistica. La valutazione della pericolosità è propedeutica a qualsiasi azione di valutazione e mitigazione del rischio sismico.

Severità dell’azione

•Pericolosità (Pb) = frequenza e l’intensità probabilisticamente prevedibili

La pericolosità sismica P

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•Pericolosità (Pb) = frequenza e l’intensità probabilisticamente prevedibili degli eventi che potrebbero interessare in futuro un determinato territorio.

•Effetti di sito (Pl) = variazioni della pericolosità di un determinato territorio per condizioni specifiche del luogo.

Severità delle conseguenze

•Esposizione (E) = distribuzione di persone, attività produttive, risorse ed infrastrutture di un dato territorio.

•Vulnerabilità (V) = propensione di persone, beni o attività a subire danni al verificarsi dell'evento sismico. Essa misura da una parte la perdita o la riduzione di efficienza, dall'altra la capacità residua.

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Schema strutturale aree sismogenetiche

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Comportamento cinematico uniforme / Fascia padano-adriatica in compressione. Meccanismi di rottura attesi: thrust e strike-slip

La zonazione sismogenetica è basata sulla distribuzione spaziale, sulla profondità e sui meccanismi focali prevalenti dei terremoti

Valutazione della probabilità di occorrenza di terremoti medio-forti

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ZONA Accelerazione orizzontale (a/g) con probabilità di superamento

Mappa di pericolosità sismica P

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con probabilità di superamento del 10% in 50 anni

1 > 0,25

2 0,15 – 0,25

3 0,05 – 0,15

4 < 0,05

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Prima dell’emanazione dell’OPCM n. 3274/2003

43 Comuni classificati di II categoria con RDL n. 431 del 1927 confermati con RDL n. 610 del 1935

Storia della classificazione sismica in Emilia-Romagna

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n. 610 del 1935

Tra il 1937 ed il 1938 31 Comuni vengono declassificati

pertanto nel periodo 1937/38 - 1983/84 i comuni classificati in II categoria sono 12.

Solo a seguito del terremoto dell’Irpinia Basilicata del 1980 a seguito della riclassificazione generale del territorio italiano 77 comuni dell’Emilia Romagna (oltre ai precedenti 12) vennero classificati sismici di II categoria.

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Classificazione sismica in Emilia-Romagna

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� Regione a sismicità media

� Terremoti storici con magnitudo max tra 5.5 – 6 Richter

� Intensità massima dell’VIII – IX grado della scala MCS.

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MCS.

� Terremoti frequenti ma mai paragonabili ai maggiori eventi di altre regioni italiane

� I maggiori terremoti storici si sono verificati in Romagna con magnitudo stimata paragonabile a quella (5.9) della scossa principale della crisi sismica 1997-98 in Umbria Marche.

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Epicentri dei terremoti storici in Regione (CPTI, 1999)

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Attenzione

Piani di

� Insieme coordinato di tutte le attività e procedure di Protezione Civile

Livelli di allerta della pianificazione di emergenza

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Preallarme

Allarme

Livelli di allerta

Piani di emergenza regionali

provinciali comunali

Civile

� Gestione coordinata delle risorse realmente disponibili

� Azioni di salvaguardia ed assistenza dei cittadini e dei beni

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� I terremoti sono fenomeni che si verificano senza possibilità di preannuncio e pertanto la risposta all’ emergenza riguarderà solo la FASE DI ALLARME per interventi post-

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riguarderà solo la FASE DI ALLARME per interventi post-evento, con magnitudo superiore a M.4

� Convenzione con INGV per la segnalazione tempestivadell’evento e delle caratteristiche (coordinate, intensità, profondità):� SM, short message inviato al Referente n.1 in pronta reperibilità e al

Direttore dell’Agenzia di Protezione Civile� E-mail alla inviato alla posta elettronica del C.O.R.

� Verifica con VVF, Sindaci dei Comuni della zona epicentrale ed U.T.G. delle eventuali segnalazioni di danni e richieste di pronto intervento o soccorsi per la popolazione anche per valori di magnitudo inferiori a 4

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INGV Dipartimento Nazionale di Protezione Civile - Ufficio Servizio Sismico

Segnalazione evento INGV-DPC

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DPC Ufficio Servizio Sismico trasmette i dati accelerometrici e gli scenari

elaborati

Elaborazione ed integrazione dello scenario nel sistema informativo

multirischio

Agenzia regionale di Protezione Civile Centro valutazione

multirischio

Scenari di danno attesoP

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scenario nel sistema informativo regionale

Lo scenario è condiviso in tempo reale con le amministrazioni locali

del territorio interessato dal terremoto

Il sistema informativo di protezione civile consente di aggiornare il primo

scenario grazie alle informazioni provenienti dal territorio

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Scenari di danno attesoP

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RILIEVO SPEDITIVO IN EMERGENZA:

Viene effettuato da squadre di esperti di rilievo macrosismico (vedi), interagendo con le strutture di Protezione Civile, i COM, i Vigili del Fuoco, ecc.

Distribuzione reale del danneggiamento, pianificazione soccorsi;

Stima delle risorse necessarie per l’emergenza e il ripristino.

Attività urgenti post eventoP

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RILIEVO MACROSISMICO:Viene effettuato da squadre di tecnici esperti, con comptetenze sismologiche, geologiche, ingegneristiche, e richiede la valutazione del livello di danneggiamento su ogni singola LOCALITA’ attraverso la compilazione di un questionario calibrato sulla scala macrosismica utilizzataClassificazione effetti macrosismici e stima parametri evento;Comparazione con i dati storici.

VERIFICA DI AGIBILITA’ E RILIEVO DEL DANNO:

Valutazione agibilità singole unità strutturali; viene effettuata da tecnici esperti (ingegneri, architetti), appositamente addestrati, e richiede la compilazione di una scheda tecnica molto dettagliata;

Stima analitica dei costi di ripristino, valutazione vulnerabilità.

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PROVINCIA DI PARMA

TIPOLOGIA EDILIZIA

Richieste Sopralluoghi InagibileAgibile con

provvedimentiParzialmente

inagibile

MCS MCS TOT MCS MCS TOT E B C

> 5 >= 5 Ass > 5 >= 5 E S I TO

Edifici di culto 102 118 224 48 48 112 32 15 19

Riepilogo richieste rilevamento danni ed esito sopralluoghi effettuati

Terremoto PR – RE – MO 23 dicembre 2008

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Edifici di culto 102 118 224 48 48 112 32 15 19

Edifici storico Monumentali 6 6 15 1 1 4 2 1 0

Scuole 50 70 147 42 55 120 0 9 2

Altri edifici pubblici 40 59 91 10 14 27 1 5 3

Edifici privati 823 1136 1335 225 225 305 59 45 45

TOTALE 1021 1389 1812 326 343 568 94 75 69

Legenda agibilità

A Edificio AGIBILE

B Edificio TEMPORANEAMENTE INAGIBILE (tutto o parte) ma AGIBILE con provvedimenti di pronto intervento

C Edificio PARZIALMENTE INAGIBILE

D Edificio TEMPORANEAMENTE INAGIBILE da rivedere con approfondimento

E Edificio INAGIBILE

F Edificio INAGIBILE per rischio esterno

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QUEST terremoto del 23 dicembre 2008 [RPT03]

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Foto n. 3 – Barbiano (Felino) Foto n. 8 – Mamiano (Traversetolo)

Piani degli interventi urgenti e di riduzione del rischio

Presidente del Consigliodei MinistriCapo DipartimentoProtezione Civile

Comitato Istituzionale

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Presidente della Regione

Staff Tecnico

Enti attuatoriPiano interventi urgenti

Assessore Difesa del suolo e della costaProtezione Civile

• Agenzia Protezione Civile• Servizi Tecnici Regionali • Province / Comuni• Consorzi di Bonifica• Altre strutture tecniche• Commissione Regionale Grandi RischiP

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• rapporto di evento e individuazione territori colpiti

• attività del Nucleo di Valutazione Regionale

• interventi di prima emergenza e assistenza alla popolazione

• interventi provvisionali urgenti di messa in sicurezza

Articolazione di un piano di interventi

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• interventi provvisionali urgenti di messa in sicurezza

• interventi di riparazione e miglioramento sismico degli edifici pubblici

• interventi di riparazione e miglioramento sismico degli edifici di culto

• disposizioni procedurali per l'attuazione degli interventi di riparazione e miglioramento sismico sugli edifici pubblici e di fruizione pubblica, tra cui gli edifici di culto

• contributi ai soggetti privati danneggiati PR

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Individuazione territori colpitiP

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Richieste A B C D E F Sopralluoghi

Regione Emilia Romagna

Privati 1827 246 71 65 10 95 1 488

Edifici Pubblici 199 66 15 8 1 8 0 98

Scuole 233 166 22 2 0 2 0 192

Chiese 391 113 41 29 3 79 0 265

Edifici

Riepilogo attività di verifica di agibilità

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legenda:•A = agibile•B = agibile con provvedimenti•C = parzialmente inagibile•D = da rivedere•E = inagibile•F = inagibile per rischio esterno

RomagnaEdifici Monumentali

30 2 4 1 0 5 0 12

Infrastrutture 8 0 0 0 0 0 0 0

Fenomeni franosi

16 0 0 0 0 0 0 0

Totale 2704 593 153 105 14 189 1 1055

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Volontariato di Protezione Civile

� 8.000 UOMINI E DONNEDI CUI 3.000 OPERATIVI

� Impiegati per eventi di tipo:� idrogeologico/idraulico� terremoti

incendi boschivi

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� incendi boschivi� assistenza alla popolazione� supporto al soccorso tecnico urgente

� Organizzati in:� 9 coordinamenti e consulte provinciali� 380 associazioni comunali� 9 associazioni regionali� Attraverso: 9 Colonne mobili provinciali, la Colonna mobile

regionale, la Colonna mobile regionale integrata e la Colonna mobile nazionale delle Regioni e Province AutonomeIL

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In applicazione a quanto disposto dalla L.R. 1/2005, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.

Regolamento in materiadi volontariato di protezione civile

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della Giunta Regionale n. 259 del 18 Novembre 2010 è

stato emanato il “Regolamento Regionale in materia di Volontariato di

Protezione Civile dell’Emilia-Romagna”

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� Definisce l’Organizzazione di Volontariato di Protezione Civile� Definisce i livelli operativi in:

� Comunale Gruppi ComunaliAssociazioni LocaliArticolazioni Locali di Ass. Regionali e/o Nazionali

� Provinciale Coordinamenti ProvincialiSezioni / Raggruppamenti di Ass. Reg. e/o Nazionali

Regolamento – NORME PRINCIPALI

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Sezioni / Raggruppamenti di Ass. Reg. e/o Nazionali� Regionale Associazioni Regionali e/o Nazionali

� Istituisce l’ELENCO REGIONALE del Volontariato di Prot. Civile articolato in:

� n. 9 Sezioni Provinciali� n. 1 Sezioni Regionali

� Definisce i requisiti minimi di iscrizione all’ “ELENCO REGIONALE”:

� Operatività e Sede Legale nel territorio regionale� Reperibilità H 24� Formazione di base per tutti gli iscritti� Num. minimo di 10 associati operativi

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CON CADENZA PERIODICA, VENGONO REALIZZATE ESERCITAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE A LIVELLO

I livelli di integrazione tra le varie componenti del sistema di Protezione Civile

LOCALE PROVINCIALE REGIONALE NAZIONALE

AL FINE DI TESTARE:

Le esercitazioniIL

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le procedure operative rispetto alle diverse tipologie di emergenza

le modalità di attivazione eintervento della

Colonna Mobile regionale del Volontariato

Verificare le risorse umane e materiali del volontariato

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