Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli...

14

Click here to load reader

Transcript of Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli...

Page 1: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

Il mito dell’acqua

Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le

cosmologie antiche: l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra, porta in sé, intimamente radicate,

delle immagini. Si tratta di immagini della materia, immagini dirette della materia.

Immagini spesso bellissime, belle di una bellezza interna.

Qualsiasi immagine sostanziale per fiorire, deve riempirsi di ornamenti,

soccombere all’esuberanza della bellezza formale. Noi siamo soliti coltivare l’immagine

formale, l’immagine chiara. Dietro le immagini formali, cangianti e vane, se ne

nascondono, però, altre di una profondità tale da apparire eccezionali, quelle originarie

ed eterne della materia.

L’immagine più mobile, più metamorfosante, conserva, sempre, una densità, un

cuore, un nucleo di germinazione immaginativa: l’invariabilità della materia. Colta nella

prospettiva della profondità, la materia è l’origine di qualsiasi slancio immaginativo, è il

principio di ogni forma. Per questo dobbiamo eliminare i suffissi della bellezza formale,

scoprire le immagini che si celano dietro le immagini che si mostrano, raggiungere la

fonte stessa del potere immaginante, la sorgente che è sorgente: la materia stessa.

Fatte queste debite premesse vediamo come l’acqua1, elemento femminile,

persistente e mutevole, evochi forze umane nascoste, semplici, semplificanti. Sotto le

immagini superficiali dell’acqua ne appaiono altre più profonde e tenaci, è come se

all’immaginazione delle forme facesse eco quella della sostanza, una sostanza

vivificante, strutturante.

L’immaginazione materiale dell’acqua è una specie particolare di

immaginazione. La sostanza acqua, porta iscritto in sé un tipo di destino, un destino

importante. Essa scorre sempre, sempre cade, in un movimento rotondo e fluido che

dona mutevolezza e pienezza all’essere, che lo trasforma incessantemente. E’ un

danzare voluttuoso tra nascita e morte.

Colui che si vota all’acqua è preso nella vertigine. Egli muore ogni istante,

qualcosa della sua essenza inesorabilmente sprofonda nel ventre materno per rinascere.

E’ in questo scorrere che si compie il destino dell’acqua e dell’essere; l’acqua e l’essere,

1 Cfr., in proposito, G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, trad. it., Como, 1992.

1

Page 2: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

fluendo, si trasformano e, trasformandosi, fluiscono. L’acqua è veramente l’elemento

transeunte, l’emblema della metamorfosi ontologica.

Essa ci fa comprendere in modo simpatetico e doloroso uno dei caratteri

dell’eraclitismo, il mobilismo, il perenne fluire2. Non un fluire caotico ma uno scorrere

verso gli opposti, un tendere ai contrari. Niente rimane e perdura qual è inizialmente,

ciò che è freddo si riscalda e ciò che è caldo si raffredda, l’umido si asciuga e il secco si

inumidisce, in un processo infinito che contrappone ad ogni cosa il suo opposto. E’ la

legge enantiodromica del divenire. In essa i contrari non si eliminano, né si conciliano,

sono indissolubilmente legati, dipendono gli uni dagli altri, stanno in una tensione

continua, in una guerra che genera armonia.

L’essere umano vive questo principio eracliteo perché ha in sé, iscritto nel

profondo, il destino dell’acqua che scorre. Questa immaginazione aperta, la percezione

di qualcosa che continua, qualcosa di incompleto, che bisogna completare, un’acqua

viva. In uno specchio naturale3, in un’immagine riflessa più reale del reale perché più

pura, l’uomo vede la sua vera identità: la catena ininterrotta di morti e rinascite, il suo

incessante fluire. Il riflesso, infatti, nella sua vaghezza, nel suo correggere la realtà, nel

suo eliminarne le sbavature, le imperfezioni, le conferisce solennità, idealità platonica.

E’ come se sistematicamente la idealizzasse.

Una volta richiamata l’attenzione sull’immagine sostanziale dell’acqua,

sull’azione metamorfosante che esercita sull’essenza dell’essere, possiamo

abbandonarci alle immagini formali dei suoi contrari: la vita e la morte. Le immagini

che incontreremo ci parleranno del suo essere a un tempo vivificante e mortifera, del

suo essere acqua che nutre, sostiene, culla, al pari di una madre tenera e premurosa ma

che, altresì, uccide, colei che accompagna nell’ultimo viaggio, quello nel regno dei

morti dal quale si fa ritorno sempre rafforzati e arricchiti nella propria essenza.

L’acqua viva, portatrice di vita, contiene in sé in potenza i germi di qualsiasi

manifestazione. E’ la fons et origo di tutte le possibili esistenze. Essa precede le forme e

2 “Tutto scorre. Il fiume in cui entrano è lo stesso, ma sempre altre sono le acque che” vengono loro incontro, Eraclito (Diels-Kranz), fr. 12. Nel Cratilo di Platone si trova scritto: “Eraclito afferma, […] che tutto scorre e nulla permane e, paragonando gli enti alla corrente di un fiume, sostiene che non ci si può immergere due volte nello stesso fiume”, Platone, Cratilo, 402 a.3 E’ curioso come gli specchi di vetro, o meglio, la geometricità della forma e la fissità del materiale di cui sono fatti, diano un’immagine statica dell’oggetto. Torneranno ad essere vivi e naturali quando potranno essere paragonati a un’acqua tranquilla nel suo scorrere. Cfr. G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, op. cit., pp. 35-37.

2

Page 3: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

fa da supporto ad ogni creazione4. E’ l’acqua che genera il mondo. Un’acqua

immensamente espansa, eterna, inesauribile. Un’acqua nutriente, l’alimento tiepido e

fecondo che la terra prepara nel suo ventre oscuro. Un’acqua semplice o composta.

Vale la pena di soffermarsi, seppure brevemente, sul significato di immagine

sostanziale semplice e composta5 per meglio comprendere i principi della causa

materiale.

Qualsiasi immaginazione formale per essere vitale, per avere vigore e forza, per

riuscire ad evocare energie primigenie, deve racchiudere, nel suo intimo,

un’immaginazione materiale. L’immaginazione materiale, l’immaginazione dei quattro

elementi, normalmente ne privilegia uno. Il suo elemento prediletto impregna tutto,

diventa l’unica sostanza di un mondo. Ama, però, anche giocare con loro, le piace

combinarli insieme. Un aspetto di tali combinazioni colpisce immediatamente, esse

uniscono sempre due elementi, mai tre. Un’unione ternaria di sostanze non è pensabile,

si tratterebbe di un’immagine artificiosa, figlia delle idee non della materia.

Le immagini vere, le immagini ardenti, palpitanti di vita, sono, sempre, unitarie

o binarie. Partecipano della monotonia di una sostanza o della giocosa combinazione di

due elementi.

Ritorniamo, adesso, alle immagini di acqua semplice, di acqua gravida di vita, e

vediamo quali sono i suoi attributi.

Da sempre l’acqua rappresenta per l’uomo uno dei maggiori e costanti simboli

materni, della madre e del suo latte, della creatura-cibo che lo ha nutrito con la sua

stessa sostanza6.

Le acque naturali, le acque dei fiumi, dei laghi, dei mari, assumono sembianze

lattiginose, diventano metafore lattee. L’acqua si maternizza, diviene nutriente e densa,

abbondante e salvifica, il latte di Madre natura.

Si tratta dell’attuazione del principio fondamentale dell’immaginazione

materiale che mette alla base di ogni immagine formale uno degli elementi primitivi.

Per l’immaginazione tutto ciò che scorre è acqua. Il colore, la consistenza, poco

importano, si traducono solo in un aggettivo. Il latte materno, la bevanda felice, fluisce.

Fluendo partecipa della natura dell’acqua, diventa acqua e l’acqua, latte.

4 Cfr. M. Eliade, Immagini e simboli, trad. it., Milano, 1981, p. 135.5 Cfr. G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, op. cit., pp. 113-116.6 Cfr. op. cit., pp. 137-157.

3

Page 4: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

In tutte le tradizioni antiche le immagini acquatiche semplici sono associate alla

vita, alla nascita del cosmo. Pensiamo al mito cosmogonico indù di cui si trova traccia

nei Rig-Veda7, al terribile combattimento tra la divinità ctonia Vrtra e quella solare

Indra. Il serpente primordiale che imprigiona le acque nelle viscere della montagna,

impedendo al mondo di essere e di durare e il dio generoso armato di vajra8 che lo

folgora, liberandole, generando, così, il creato.

Nella cultura greca uno dei racconti più antichi delle origini, al quale allude

anche Omero nell’Iliade9, un racconto diffuso soprattutto tra le genti della costa, narra

di Oceano e Teti. Oceano, dio delle acque, principio generante maschile, raffigurato

come un fiume di grande portata che scaturisce da sé e a sé ritorna, fluendo in un circolo

ininterrotto, e Teti, divinità acquatica, rappresentante il principio fecondante femminile.

Dalla loro sacra unione tutto ha origine, gli dei e il mondo.

Ci occupiamo, ora, di alcuni miscugli, di alcune mescolanze di elementi in cui

l’acqua ha un ruolo preponderante. Esamineremo in successione l’unione dell’acqua con

il suo contrario, il fuoco, dell’acqua con la terra, dell’acqua con l’aria.

Per quanto riguarda la combinazione dell’acqua e del fuoco, di un elemento

passivo femminile con uno attivo maschile, una delle immagini formali più ricorrenti è

quella della pioggia. Una pioggia di luce, una pioggia d’oro, una pioggia vivicante e

fecondante. Essa veicola forze spirituali, permette agli influssi celesti di discendere sulla

terra.

Non è un caso che la luce e la pioggia siano associate al sole10, ciò è

perfettamente conforme alla natura dei fenomeni fisici corrispondenti. Il sole è

realmente la sorgente diretta di luce del nostro mondo e colui che, facendo evaporare le

acque, le aspira verso l’alto, nelle regioni superiori dell’atmosfera, da cui ridiscendono

sotto forma di pioggia. Va sottolineato come questa azione sia esercitata dal calore del

sole. Appaiono, così, i due termini complementari in cui, solitamente, si polarizza

l’elemento igneo: la luce e il calore. Questa spiegazione ci aiuta a comprendere meglio

come mai esistano, nelle diverse epoche storiche, immagini simboliche uguali del sole

e dell’acqua.

7 Cfr. Rig-Veda, I, 32.8 Arma simile al fulmine, affilata e con molte punte, solitamente di ferro o d’oro, che quando viene lanciata sibila.9 Cfr. Omero, Iliade, 14, 246.10 Cfr. R. Guénon, Simboli della Scienza sacra, trad.it., Milano, 1997, pp. 313-316.

4

Page 5: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

Spesso, in tempi e luoghi diversissimi, e in Occidente fino al Medioevo, il sole è

stato raffigurato con raggi rettilinei e ondulati, un sole raggiante e fiammeggiante. La

linea retta rappresenta la luce, quella ondulata il calore. La linea ondulata è, però,

ovunque il simbolo dell’acqua. Se pensiamo a quanto abbiamo detto non c’è alcuna

contraddizione. La pioggia procede dal sole. Essa è un effetto del suo calore, per questo

la sua raffigurazione può confondersi con quella del calore stesso. Allo stesso modo la

duplice radiazione del sole di luce e calore può essere vista come luce e pioggia.

Numerosi sono i racconti mitologici che parlano della pioggia di stelle, della

pioggia di luce, della pioggia d’oro. Nella cultura classica, in quella greca, uno dei più

conosciuti è quello di Danae11, figlia di Acrisio, re di Argo, e Euridice, che il padre fa

rinchiudere in una torre di bronzo a causa di una profezia: uno dei figli di Danae gli darà

la morte. Zeus, invaghitosi di lei e deciso a non lasciarsela scappare, penetra nella torre

sotto forma di pioggia d’oro. Dalla loro unione nasce Perseo, l’eroe che compirà la

predizione. A Larissa, durante una gara di piastrella a cui prenderà parte, sbaglierà mira,

uccidendo proprio Acrisio.

Gli abitanti dell’isola di Rodi raccontano che qualcosa di simile è accaduto alla

nascita di Atena. Al balzar fuori della dea dalla testa del padre, egli fa cadere una

pioggia d’oro12.

L’unione fra l’acqua e la terra, fra due elementi passivi femminili, fra le sostanze

che più rappresentano la materializzazione, il divenire delle forme, è un connubio

speciale. E lo è per due ordini di motivi. In primo luogo esso implica un processo

ulteriore di sessualizzazione di uno degli elementi13. Quando materie tendenzialmente

femminili, come l’acqua e la terra, si mescolano, una di esse deve leggermente

mascolinizzarsi per dominare l’altra. Solo così la combinazione risulta solida e duratura,

solo così crea immagini reali e vive.

In secondo luogo questo miscuglio rende, nell’intimo, lo schema della causa

materiale14. Acqua e terra insieme producono un impasto. L’impasto fornisce

un’esperienza primaria della materia. Libera la mente dal problema delle forme. In esso

la forma viene cancellata, dissolta, esclusa per poi rinascere. Nell’impasto l’azione 11 Cfr. A. M. Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, 2001, p. 70 e pp. 244-245 e K. Kerényi, Gli dei della Grecia, trad. it., Milano, 1998, p. 112.12 Cfr. Pindaro, Le Olimpiche, 7, 34.13 Cfr. G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, op. cit., pp. 115-116.14 Cfr. op. cit., pp. 125-135.

5

Page 6: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

dell’acqua è evidente. Essa tempera gli elementi e quando è davvero penetrata nella

terra, quando ha divorato la terra, quando ha portato alla terra il principio stesso della

fecondità calma, lenta, sicura, solamente allora l’esperienza del legamento ha inizio e la

forma comincia a emergere dalla vegetazione sognante dell’amorfo. L’acqua,

nell’impasto, è vissuta nella sua ambivalenza attiva, nel suo ruolo emolliente e

agglomerante, nel suo essere potenza dissolvente ed aggregante.

Una delle immagini formali più antiche e potenti di questa unione che ricorre in

quasi tutte le tradizioni, è quella dell’uomo. Un uomo fatto d’argilla. Una sostanza che

contiene, o dovrebbe contenere, in giuste proporzioni, acqua e terra e che il poeta e

romanziere polacco, Milosz, fa derivare dal connubio di lacrime e terra. Egli scrive: “La

mancanza di dolore […] rende l’uomo asciutto, povero, maledetto. Troppe lacrime,

privo di coraggio […] di presa […] un’altra sventura”15.

Della combinazione di acqua e aria, di un elemento femminile passivo con uno

maschile attivo, stranamente, Bachelard non parla, nemmeno un accenno. Al potere

materializzante e fecondante dell’acqua si unisce quello spiritualizzante e trasfigurante

dell’aria.

La sostanza aria, volatile e eterea, solitamente, è associata al vento, al soffio16. E’

il messaggero alato fra il mondo celeste e quello terreno, l’icona sensibile della vita

invisibile. La mescolanza di acqua e aria è gravida di frutti. L’acqua della loro unione, è

fluida, leggera, trasparente, aerea. Essa nutre più l’anima che il corpo.

Un’immagine formale molto conosciuta di questa combinazione è quella

dell’Acquario, l’undicesimo segno dello Zodiaco17. Un uomo a figura intera con tratti da

vecchio saggio che porta sulle braccia o sulle spalle una o due anfore inclinate dalle

quali esce un fiotto d’acqua. Un’acqua lieve e limpida che riunisce in sé il carattere

instabile dell’aria e quello morbido dell’acqua. Un’acqua a metà tra gli spruzzi diffusi

dalle onde e l’oceano gassoso in cui ci bagniamo. Un cibo per l’anima, per i suoi taciti

bisogni.

Torniamo, ora, al carattere ambivalente dell’acqua, al suo partecipare sia della

vita che della morte. L’acqua, come ciascun elemento materiale, contiene in sé il germe

15 Citato in G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, op. cit., p. 133.16 Cfr. G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario. Introduzione all’archetipologia generale, trad. it., Bari, 1991, p. 152 e pp. 175-176.17 Cfr. J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, vol. I, trad. it., Milano, 1994, pp. 10-11.

6

Page 7: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

della distruzione. Si tratta, però, di una distruzione particolare: la dissoluzione delle

forme.

L’acqua porta lontano, trascina il nostro essere nell’indistinto, lo consegna

temporaneamente all’informe, lo disperde totalmente, per farlo rinascere rafforzato e

arricchito sotto nuove spoglie. L’acqua, infatti, nel suo essere datrice di vita non può

trascendere le condizioni della virtualità, della latenza. Tutto ciò che è forma si

manifesta al di sopra dell’acqua, emerge dall’acqua, staccandosi da essa. Non appena

una forma si è staccata, non appena cessa di essere virtuale, soggiace alla legge del

tempo, si corrompe e finisce per svuotarsi. Una forma da sola non può trasformarsi.

Trasformarsi è contrario alla sua natura.

Dietro ogni trasformazione c’è sempre un’immaginazione materiale, dietro al

gioco delle forme c’è sempre l’acqua. Solo attraverso di lei le immagini formali

tradizionali si rianimano, solamente lei può riportarle in vita, trasformandole.

Ogni acqua originariamente chiara è destinata ad oscurarsi, ad assorbire

materialmente le ombre, ad inghiottirle come uno sciroppo nero. E’ un’acqua in potenza

fonda e oscura, di una profondità insondabile. Un’acqua dormiente. Rapidamente le

voci si smorzano, passando dal mormorio al silenzio. E’ un’acqua che arricchendosi, si

appesantisce. Piena di riflessi e d’ombre diventa pesante. La più pesante di tutte le

acque. Un acqua di morte18.

L’immersione nell’acqua, tanto sul piano cosmologico che su quello

antropologico, equivale a una regressione momentanea nel pre-formale a cui fa seguito

una nuova creazione.

Da un punto di vista strutturale il diluvio, l’affondamento dei continenti e il

battesimo sono equivalenti, aboliscono le forme, le disintegrano, per poi ricostruirle. E’

il destino delle forme quello di dissolversi per riapparire. Se esse non fossero

periodicamente riassorbite dalle acque, da un’acqua che fa vivere nella morte, aldilà

della morte, si frantumerebbero.

Il diluvio19 distrugge quasi tutta l’umanità perché le forme sono oramai logore.

Atlantide20 sprofonda perché si corrompe, perché la forma si svuota della sua sostanza. 18 Cfr. G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, op. cit., pp. 61-87.19 Cfr. J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, vol. I, op. cit., pp. 385-386 e H. Biedermann, Enciclopedia dei simboli, trad. it., Milano, 1991, pp. 158-159.20 Cfr. J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, vol. I, op. cit., pp. 113-114 e H. Biedermann, Enciclopedia dei simboli, op. cit., pp.

7

Page 8: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

Nel battesimo21 l’uomo vecchio muore, l’antica struttura si sgretola per permettere a

un’altra di emergere.

Come non provare, dopo queste poche pagine, un certo disdegno per le forme?

Le forme che sono abiti, linee concluse, quando la materia è feconda, innovatrice,

polivalente? Colui che si abbandona all’immaginazione materiale, intraprende un

viaggio senza fine. Una sostanza non sembrerà mai sufficientemente lavorata, poiché

non smette di generare. Le forme si concludono. La materia no. Essa è la madre dei

sogni indefiniti.

Cinzia Russo

55-56.21 Cfr. J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, vol. I, op. cit., pp. 139-141.

8

Page 9: Il mito dell’acqua - Paulo Borges | Filosofia · Web viewIl mito dell’acqua Ciascuno degli elementi materiali che ha ispirato le filosofie tradizionali e le cosmologie antiche:

Bibliografia

AA. VV., Rig-Veda. Le strofe della sapienza, a cura di S. Sani, trad. it., Venezia, 2000.

G. Bachelard, Psicanalisi delle acque, purificazione, morte e rinascita, trad. it., Como,

1992.

H. Biedermann, Enciclopedia dei simboli, trad. it., Milano, 1991.

A. M. Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, 2001.

J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli. Miti, sogni, costumi, gesti, forme,

figure, colori, numeri, voll. I e II, trad. it., Milano, 1994.

G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario. Introduzione

all’archetipologia generale, trad. it., Bari, 1991.

M. Eliade, Immagini e simboli, trad. it., Milano, 1981.

R. Guénon, Simboli della Scienza sacra, trad. it., Milano, 1997.

K. Kerényi, Gli dei della Grecia, trad. it., Milano, 1998.

Omero, Iliade, trad. it., Milano, 2001.

Pindaro, Le Olimpiche in Le Odi, vol. I, trad. it, Milano, 2000.

Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, trad. it., Milano, 2001.

9