Il messaggio 1 - Lions Club · 2015. 10. 10. · Il nuovo presidente della LCIF sprona i soci pag....

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1 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA Lionismo Settembre-Ottobre 2015 Rivista del distretto Lion 108L Il nuovo presidente della LCIF sprona i soci pag. 14 I Lions del Distreto 108L a Expo 2015 pag. 22 Il messaggio di 45 ragazzi per lo spirito di pace pag. 32 Tommaso Sediari Governatore 2015-16 Distretto 108L

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    LionismoSettembre-Ottobre 2015 Rivista del distretto Lion 108L

    Il nuovopresidente della LCIFsprona i soci

    pag. 14

    I Lions delDistretto108L a Expo 2015

    pag. 22

    Il messaggiodi 45 ragazziper lo spiritodi pace

    pag. 32

    Tommaso Sediari Governatore 2015-16 Distretto 108L

  • Convention Lions 2015-16 Eletti a Honolulu

    Presidente Internazionale Dr. Jitsuihro Yamada(Minokamo Lions Club – Minikamo, Gifu, Giappone)

    Primo Vice Presidente Robert E. Corlew (Murfreesboro Lions Club – Murfreesboro, Tennessee, USA)

    Secondo Vice Presidente Naresh Aggarwal (Batala Smile Lions Club – Batala, Punjab, India)

    Direttore Internazionale Gabriele Sabatosanti Scarpelli (Genova Porto Antico Lions Club – Genova, Liguria, Italia)

    Momenti italiani a Honolulu(foto F. Piroso)

  • Registrazione al tribunale di Perugia n° 20/2013 del 23 settembre 2013.Iscrizione al R.O.C. n° 10853 del 29/11/2004.La rivista viene inviata in abbonamento (€ 2,50) a tutti i soci Lionsdel Distretto 108L (Lazio, Sardegna e Umbria)

    LIONISMO – Bimestrale a cura dell’Associazione Internazionale Lions Club Distretto 108Lsettembre-ottobre 2015, numero 1, anno XLII

    La rivista cura l’informazione sulle attività dei Lions al fine di diffondere l’idea lionisticanei campi del sociale, dell’economia, della scienza e in ogni campo di interesse delleComunità in cui agiscono. In particolare un’informazione che metta in luce valoriimprescindibili, per creare nel socio una maggiore consapevolezza dell’essere Lion.

    Direttore editoriale: Tommaso Sediari - Governatore 2015-2016Direttore responsabile: Fabrizio SciarrettaCondirettore: Mauro BellachiomaDirettore amministrativo: Salvatore Condorelli

    In redazione: Norberto Cacciaglia, Domenico Calì, Maria Patrizia Campanella,Gordana Kaitovic, Deanna Mannaioli, Giampiero Mirabassi, Teresa Orrù, SissiPalmieri, Pierluigi Petrucci, Franca Piroso, Adolfo Puxeddu, Pino Scaccia, TizianaSechi, Giuseppe Tito Sechi, Danilo Tropea.

    Hanno inoltre collaborato a questo numero: Claudia Balduzzi, Loris Baraldi, PaoloBrunetti, Liliana Caruso, Elisabetta Cesarotti, Salvatore Condorelli, Antonio Contu,Giampaolo Coppola, Corrado Costantini, Rocco Falcone, Marco Fantauzzi, BrunoFerraro, Eugenio Ficorilli, Vincenzo Fragolino, Maria Antonietta Lamberti, AntonioMarchetti, Patrizia Marini, Simonetta Mariotti, Vincenzo G.G. Mennella, FrancescoMozzetti, Clara Muggia, Maria Negro, Piero Paccosi, Tommaso Sediari, MicheleSerafini, Roberto Tamburi, Alberto Maria Tarantino.

    Art director: PDG Vincenzo G. G. MennellaImpaginazione: ali&no editriceStampa: Tipolitografia Petruzzi Corrado & C – 06012 Città di Castello (PG)

    Concessionaria esclusiva per la pubblicità:Comitalia srl 10025 Pino Torinese (TO)Via delle Rose, 6 - tel. 011 840232 - fax 011 840791 - [email protected]

    La rivista Lionismo è l’organo di stampa del Lions Clubs International Distretto 108L.Redazione: Corso Italia 83 - RomaGli articoli pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori e non necessariamentequello della redazione.Si ringraziano i soci che inviano articoli e che saranno pubblicati, se rispondenti allalinea editoriale, in ordine alla data di arrivo. A tal fine, si richiede ai soci di voler con-cordare le caratteristiche dell’articolo con la redazione al fine di facilitare l’attività didefinizione del menabò. Si raccomanda inoltre di inviare testi originali e mai pubblicatia stampa o sul web anche se dello stesso autore. Inviare i testi in formato Word a [email protected], articoli e foto ricevuti non vengono restituiti anche se nonpubblicati. La direzione si riserva il diritto di eseguire sui testi pervenuti interventi for-mali, anche di riduzione, per migliorarne la leggibilità nonché decidere in quale rubricaposizionare l’articolo. Il testo deve essere conciso, non deve contenere sottolineature,grassetti e parole in maiuscolo. La lunghezza degli scritti non dovrà superare le 5.500battute (spazi inclusi), ogni testo dovrà avere un titolo e un abstract di quindici righe almassimo ed essere accompagnato da foto in JPEG con risoluzione non inferiore a300 dpi e grandezza non inferiore a 10 cm.

    Tutti gli articoli devono pervenire in redazione entro e non oltreil giorno 5 del mese antecedente l’uscita della rivista.

    Questo numero è stato chiuso in redazione il 10 settembre 2015

    15 aprile 2016

    15 febbraio 2016

    15 giugno 2016

    15 dicembre 2015

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 3

    All’inizio di questo nuovo anno sociale lio-nistico 2015-2016 permettetemi di rivol-gere un particolare grazie ai miei duepast Governatori più immediati Ninetta e Giam-paolo, che con la loro competenza e la loro cor-tesia mi hanno certamente agevolato un com-pito non semplice nel tentare di imparare. Manaturalmente, come si dice, gli errori futuri sa-ranno solo i miei.

    Vi confesso una pur minima emozione, sefino ad ora abbiamo scherzato adesso dob-biamo fare sul serio.

    In quest’anno con me tornerete in terra, te-nendo per buoni sogni e voli, possiamo orascendere alla realtà con progetti concreti cheio auspico possibili da parte nostra.

    Tornare in terra per un economista agroali-mentare non è un problema, anzi è tornare alleorigini, ed ecco quindi il mio motto che ho pre-sentato a Perugia ma che riproponiamo ora: Utsementem feceris, ita metes.

    Il mondo sta cambiando rapidamente. Eccoperché dobbiamo seminare il cambiamento equindi non avere paura del cambiamento.

    Quando i tempi cambiano, dobbiamo cam-biare pure noi. Non serve guardare indietro ela-borando teoremi di decrescita. Ma riscoprire lagioia del futuro, la speranza. E serve pensarea nuove forme di vivere il territorio, di concepireil lavoro, di produrre, di nutrirsi, di governare lasocietà.

    Ma l’efficienza non basta e non fa avanzarela condizione umana.

    Se non ci sono i valori (famiglia, solidarietà,fraternità, reciprocità, associazionismo, ecc.)non si va lontano.

    Noi lions abbiamo un’identità culturale cheviene da lontano e a quella ci dobbiamo richia-mare. Ci servirà ricordare il nostro patrimonio

    ideale che in quasi 100 anni ha saputo rappre-sentare lo strumento per essere utili alla so-cietà.

    In questo impegno, prospetto la valorizza-zione ulteriore del nostro Centro Studi, ricono-sciuto anche nel multidistretto come un preziosolaboratorio di idee.

    Il CS deve aiutarci a ritrovare un respiro cul-turale ed essere quindi un motore di idee.

    Ci dobbiamo sentire impegnati sul versantedella Scuola. Dobbiamo adoperarci per la for-mazione di giovani generazioni che nell’ambitoscolastico possono, grazie anche all’impegnodella scuola, apprendere nozioni di etica e dicomportamenti responsabili. È nella nostra con-sapevolezza che, così operando, si contribuiscead una migliore formazione culturale dei giovaniche in un domani potranno meglio adoperarsiper una società più giusta e più comprensivadei bisogni della persona umana.

    Con riferimento ai Club, che sono la cellulafondamentale del nostro essere Lions, vorrei unClub sempre più immerso nel territorio per esa-minare i problemi e concorrere alla loro solu-zione attraverso risposte valide: abbiamo la pro-fessionalità e le competenze per farlo (pensoagli sportelli Lions aperti che si rivolgono allacomunità locale nel suo insieme e sono pure di-sponibili per il singolo cittadino nel bisogno). Ciòcorrisponde alla concezione di Club fortementelegati alle comunità locali.

    La nostra convinzione è che dobbiamo svi-luppare sempre con forza questo radicamentonei territori; quindi un Club incubatore di solu-zioni, con una presenza sentita perché radicatanel territorio, e un Club che sa lavorare in modocondiviso.

    Tommaso SediariGovernatore 2015-16 Distretto 108L

    Puntiamo sulla qualità dei serviceVince sempre il gioco di squadra: da soli possiamo fare poco,insieme possiamo dare il meglio di noi

    Istituito un comitatoper valutare la validitàdelle iniziative intraprese dai Club

  • Un Club che si preoccupi di rafforzare il le-game con il socio potrà più facilmente sviluppareuna funzione di evoluzione e servirà pure a uncoinvolgimento profondo del socio che non sisentirà abbandonato, escluso e quindi che ma-tura l’idea di lasciare.

    Per tutti noi essere al servizio vuol dire viverei problemi, averli fatti propri, sentirli dentro e

    quindi essere ani-mati dalla pas-sione e dall’ur-genza di risolverlial meglio dellenostre possibilità.Significa interpre-tare le necessità

    dei giovani sui temi del lavoro, della serenità divita, significa affrontare situazioni di crisi delleimprese, significa comprendere i problemi dioggi delle famiglie.

    Siamo altresì consapevoli che soltanto in-sieme come collettività costruita attorno a prin-cipi e valori, potremo fare davvero la differenza.Senza distinzione tra Governatori, senza Presi-denti, senza Officer distrettuali, ma tutti insiemecome soci appartenenti ad un grande movi-mento mondiale da tutti riconosciuto come real-mente internazionale. Prospetto quindi un pas-saggio da una organizzazione verticale ad unaorizzontale.

    Il gioco di squadra implica coinvolgimento,senso di responsabilità, dare motivazioni, nonfunziona quando c’è mancanza di fiducia, conflittiinterni, concentrazione sull’io. Per parte mia cer-cherò di migliorare la capacità di ascolto.

    Ecco perché pur mantenendo alta l’atten-zione alla crescita dimensionale, dobbiamo peròrivolgere la nostra attenzione e anche la nostraconsiderazione a quei Club che si impegnano innumero di service e nella loro qualità: è per que-sto motivo che sarà istituito un comitato appositoper la valutazione della qualità dei service.

    Auspico fortemente che si attivino collabora-zioni con le Istituzioni politiche, sociali, econo-miche; dobbiamo raggiungere la società civile, ilterzo settore, dobbiamo essere negli ambienticulturali, rapportarci con imprenditori e profes-sionisti. A questo riguardo si darà vita ad un Os-servatorio sul territorio che abbia attenzione al-l’analisi delle esigenze della comunità perchédobbiamo essere portatori di proposte attive.

    In conclusione ci aspetta un anno meravi-glioso ed impegnativo: Expo deve continuarenelle scuole come educazione alimentare, il Cen-tenario a Roma vedrà protagonista il nostro viceFicorilli ma noi dobbiamo prepararlo per aiutarloa fare benissimo e il Centro Studi è già mobilitatoal riguardo sui 4 temi fondamentali che ci ven-gono dalla sede centrale. E poi la Conventiondel 2019, è lontana ma arriva velocemente.

    Il percorso è ambizioso e, se condiviso, nonpuò essere svolto in solitudine. Da soli poco pos-siamo fare, insieme possiamo dare il meglio dinoi stessi.

    Sarò io capace? No, e sicuramente non dasolo, ma tutti insieme, remando nello stessoverso e non controcorrente, potremo portare ilnostro contributo.

    Facciamo squadra nella quale il Governatorenon è un capo, ma una guida che aiuta i soci. �

    4 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Essere al servizio vuol dire vivere i problemie risolverli al meglio

    Qualità dei service: un momento della consegna di 25 defibrillatori da parte del Club Perugia Concordia

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 5

    Anche il 2015-2016 vedrà noi Lions tuttiimpegnati, come in ogni anno, ad operarecon la massima dedizione, per tener fedeal nostro motto: quel We Serve che guida le no-stre azioni da ormai quasi un secolo. Dunque,come Presidente del Consiglio dei Governatori,non posso che iniziare con l’augurare a tutti voi,soci del 108L, e a me stessa, di raggiungerequei traguardi, certamente ambiziosi, che cisiamo posti da qui a giugno prossimo.

    Ma quali sono le priorità alle quali dovremoispirare la nostra azione? Quali gli obiettivi danon perdere mai di vista? Per quanto riguarda ilConsiglio dei Governatori, il primo obiettivo èquello di ottenere una maggiore coesione all’in-terno del Multidistretto affinché tutti i Distrettipossano lavorare all’unisono, individuandoquelle che possono le essere priorità generali ele priorità specifiche del Distretto.

    Guardando allo scenario generale in cui simuove il Lions Clubs Interna-tional, come nostra priorità as-soluta si pongono le indicazionidel Presidente Internazionale,in particolar modo relativa-mente alla “Sfida di service delCentenario” con le quattro areeche la compongono: lotta allafame, difesa dell’ambiente, tu-tela della vista, sostegno ai giovani e in partico-lar modo ai bambini.

    Infatti, a tal proposito, dobbiamo riflettere so-prattutto sul contenuto del tema che il nostroPresidente Internazionale Jitsuhiro Yamada cipone. Parla di dignità, di armonia, e di umanitàe, in particolar modo, ci invita a tutelare la di-gnità delle persone più deboli, quindi, in primis,

    proprio dei bambini e degli anziani, a cui dob-biamo rivolgere la nostra cura e la nostra tutela.

    Alle grandi sfide del Centenario, che ogniClub saprà affrontare al meglio in relazione alleesigenze del proprio territorio o di ambiti territo-riali limitrofi più ampi, si affiancano poi quelli chesono i temi e i service del nostro Multidistretto.Il Congresso Nazionale di Bologna, ci ha vistoinfatti ribadire, da un lato, attraverso il nuovoservice nazionale, l’impegno per fronteggiare lapiaga della disoccupazione e in particolar mododi quella giovanile, che in alcune aree del nostropaese, ha dimensioni di assoluta tragicità. Dal-l’altro, attraverso il Tema di Studio, ci rivolge l’in-vito ad approfondire il complesso argomentodella donazione del midollo osseo che potrebbedivenire un’area di service qualificante per LCI.

    Ci sono, quindi, i grandi service che appar-tengono alla tradizione del lionismo italiano.

    Dobbiamo dedicarci in particolare a quellache sarà la grande sfida tutta italiana: la Con-vention Internazionale 2019 che si terrà a Mi-lano. Non è retorico dire che, attraverso la Con-vention, presenteremo il Lionismo italiano almondo. Dunque è argomento sul quale lavorareinsieme ad ogni livello.

    L’ultimo argomento – noncerto ultimo per importanza –sul quale vorrei richiamare lavostra attenzione, è quello dellacomunicazione.

    Noi Lions operiamo congrande efficacia in molte aree,ma dobbiamo anche assicurarciche i risultati delle nostre azioni

    siano conosciuti dalla società nel suo com-plesso. In questo modo riusciremo a diffondere ivalori di LCI e potremo essere attrattivi verso po-tenziali nuovi soci. Nuovi soci significano nuoveidee, nuove professionalità, nuovi entusiasmi,service più numerosi e significativi: una accre-sciuta ricchezza di competenze e capacità perrendere attuale il nostro We Serve. �

    PDG Liliana CarusoPresidente

    del Consiglio dei Governatori

    Ecco priorità e obiettivi ricordando l’invito del Presidente Internazionale Jitsuhiro Yamadaa tutelare la dignità delle persone più deboli

    ’I Distrettidevono lavorareall’unisonosu tutti i nostrigrandi temi

    Servicedel Centenario,pronti alla sfida

  • 03/ Puntiamo sulla qualità dei service

    di Tommaso Sediari

    05/ Service del Centenario,pronti alla sfida

    di Liliana Caruso

    08/ Lions, gente capace di cambiare il mondo

    di Fabrizio Sciarretta

    09/ Il nuovo corso dei giovani nel Lions

    di Eugenio Ficorilli

    11/ I giovani nella società di oggi

    di Rocco Falcone

    13/ Rapporti Leo-Lions: una tela da tessere

    di Elisabetta Cesarotti

    14/ Preston: la lotta al morbillo dimostra che siamo in gradodi aiutare il mondo

    Intervista al Presidentedella LCIF

    16/ LCIF: l’Italia tra i donatori più attivi, ma l’imperativo è continuare a crescere

    di Claudia Balduzzi

    18/ Aiutare il Madagascar:Lions senza frontiere

    di Danilo Tropea

    20/ Raccolta occhiali usati, restituire la gioia di vivere con un gesto semplice

    di Antonio Contu

    22/ Tutela dell’ambiente e alimentazione sostenibile: i Lions del Distretto 108L a Expo 2015

    di Deanna Mannaioli

    25/ Nasce a Terni il Lions InternationalDiabetes ResearchCenter

    di Paolo Brunetti

    27/ ALC, lionismo d’avanguardia nell’integrazione tra i popoli

    di Michele Serafini

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    166 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 7

    29/ Un’emozione sempre forte, un ricordo sempre vivo

    di Maria Antonietta LambertiSimonetta Mariotti Corrado Costantini

    32/ Campo Italia, serata da pelle d’oca

    di Loris Baraldi

    35/ Dal CEP le linee guida per i service

    di Antonio Marchetti

    37/ Global LeadershipTeam: formare per innovare

    di Piero Paccosi

    39/ Nuovi soci: riflettiamo!di Francesco Mozzetti

    41/ I Lions sardi e la Brigata SassariUna corrispondenza di storia e affetti

    di Teresa Orrù

    44/ I Lions restaurano l’edicola sacra di Gerardo Dottori

    di Deanna Mannaioli

    46/ Cyber Bullismo: i Lions e la difesa eticadei giovani sui social network

    di Vincenzo Fragolino

    48/ Luce a tutti i non vedenti d’Italia

    di Maria Negro

    50/ 108 Italy: serve una scossa e qualcosa di innovativo

    di Giampaolo Coppola

    52/ Libertà e solidarietàdi Vincenzo G.G. Mennella

    54/ La pratica dell’etica lionistica di Alberto Maria Tarantino

    56/ Sondaggi via internet: nuovo sistema per “ascoltare” i soci

    di Roberto Tamburi

    57/ Buoni auspici nel discorso del Governatore per l’anno 2015-2016

    di Bruno Ferraro

    58/ Sarà l’Africa il futuro centro del mondo?

    di Salvatore Condorelli

    59/ La riforma della scuola cambia le modalità di programmazione dell’attività organizzativa

    di Patrizia Marini

    61/ Fare squadra sul territorio, a confronto PubblicheAmministrazioni e Lions

    di Marco Fantauzzi

    63/ Convenzioni stipulate,ecco l’elenco

    a cura di Clara Muggia

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  • 8 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    L’aggettivo “internazionale” posto al ter-mine del nome dell’associazione nellaquale militiamo, il Lions Clubs Interna-tional, non sta lì né per caso né per far scena.Sta lì perché noi siamo presenti in 208 nazionie questa invidiabile capacità di diffonderci nelmondo nasce dalla grande qualità di quantofacciamo.

    Rubo le parole a Joe Preston, dicendo: iLions sono persone capaci di cambiare ilmondo. E credo che voi vi sentiate fieri comeme di essere tali.

    Ma perché lo siamo? E cosa ha a che ve-dere la nostra capacità di cambiare il mondocon l’aggettivo “internazionale”? È semplice, sevi fermate a pensarci un attimo. La ragione stanel fatto che in un secolo di appassionato ser-vizio siamo diventati sufficientemente grandi dapoter attuare azioni e progetti che fanno la dif-ferenza, che cambiano il mondo.

    Questo è il caso dei nostri progetti per lavista. Questo è il caso della nostra lotta al mor-billo (e alla rosolia). Tra due anni, sotto questoaspetto, potremmo aver cambiato il mondo.

    Con chi dovremo congratularci: con cia-scuno di noi. Con ciascuno di noi, che con undollaro ha vaccinato un bambino, e con la LCIFche ha materialmente reso tutto ciò possibile.Si abbrevia LCIF, si legge Lions Club Interna-tional Foundation. Io sono fiero di sostenerla ese c’è tra di noi qualcuno che non lo è (e chenon lo fa), bene, è un problema suo.

    La LCIF siamo noi e noi sconfiggeremo ilmorbillo. Per questo lo “speciale” di questo nu-mero è dedicato alla Fondazione, alla lotta almorbillo e al racconto appassionato della no-

    stra azione in Nepal. Con noi c’è un ospited’eccezione: Joe Preston. E una testarda far-macista piemontese che ci ha portato sul tettodel mondo. In realtà, questo Claudia Balduzzimi ha detto di non dirlo. Perché i Lions italiani,nell’anno domini 2014-2015 sono stati perl’LCIF il più grande donor d’Europa, e non delmondo, a ruota dei grandissimi donor del-l’Estremo Oriente. Ma, per quanto mi riguarda,siamo sul tetto del mondo lo stesso. Noi: il Mul-tidistretto 108 Italy. Sì proprio noi. Un milione ecentotrenta mila dollari sono partiti dai nostriClub alla volta dell’LCIF. Un dollaro un vaccino.Un dollaro un bambino. Anche se a scuola lamatematica non era il vostro forte, il conto èsemplice

    Ma sappiamo e dobbiamo fare di più. Per-ché i Lions sono global e local. Dunque, mentreci tuffiamo nei service a favore delle nostre co-munità, non dobbiamo dimenticare che la no-stra comunità è il mondo.

    Non dobbiamo dimenticare che i nostrigrandi service internazionali ci qualificanoanche agli occhi delle nostre comunità, accre-scono la nostra credibilità, ci rendono donne euomini capaci di cambiare il mondo. Non solo,ma come i numeri dimostrano inconfutabil-mente, l’entusiasmo e l’immagine generati daigrandi progetti internazionali (Sight First I e II,Morbillo) hanno ogni volta generato una cre-scita nella nostra base associativa.

    Ho quasi finito. Nell’articolo di Claudia Bal-duzzi troverete una tabella: ci dice quanto ogniClub del 108L ha contribuito l’anno scorso al-l’LCIF. Pensate sia possibile raddoppiare? Im-pegnarsi a versare ogni Club 1.000 dollari?Con 136.000 dollari saremmo, probabilmente,il primo Distretto italiano in termini di donazioni.Vaccineremo 136.000 bambini. Vogliamo pro-varci tutti insieme?

    Proviamoci, noi che siamo Lions e Leo:gente capace di cambiare il mondo. �

    Fabrizio SciarrettaDirettore responsabile

    di Lionismo

    Lions,gente capace

    di cambiareil mondo

    Un dollaro un vaccino. Un dollaro un bambinoE nel 2017 il morbillo potrebbe non uccidere più

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 9

    Il nuovo corso dei giovani nel Lions

    “…Credo nell’Associazione come l’unico mezzoper attuare sulla terra quel progresso al qualetutti aspiriamo; siffatta associazione può esserefeconda solamente in quanto esista tra individuiliberi, tra nazioni libere, che sappiano entrambidi possedere una speciale missione da compirenel lavoro comune.L’uomo individuo è debole: l’uomo collettivo èonnipotente sulla terra che ei calca, e l’Associa-zione moltiplica le sue forze a termine indefinito”.

    Mazzini

    Nell’attuale momento della storia della so-cietà, il tema dei giovani è di assolutapriorità; infatti vediamo ogni giorno suigiornali, in televisione, nei social network, le il-lusioni di false ideologie, la difficoltà di trovarelavoro, i paradisi artificiali, la crisi della politicache influenzano e frustrano le nuove genera-zioni.

    In questo quadro sociale il fenomeno asso-ciativo dei giovani coinvolge tutte le società oc-cidentali; l’uso delle nuove tecnologie, l’incre-mento della mobilità mondiale e la nascita dinuovi strumenti interattivi di comunicazionehanno portato con sé tante e tali trasformazioniche si stenta a riconoscere il quadro sociale,economico e politico al quale eravamo abituati.

    Nell’attuale momento di crisi della societàdove ci si rinchiude sempre più nel privato, igiovani debbono impegnarsi nella propria rea-lizzazione e ciò comporta il sempre minoretempo per interagire con l’altro.

    In tale contesto, per stimolare la partecipa-zione alla vita associativa è necessario indivi-duare forme e contesti diversi per raggiungerelo scopo di formare nuovi cittadini che abbianonel loro bagaglio culturale i nostri valori e futurisoci di qualità.

    Come si pongono i Lions verso i giovani eperché la costituzione dei Leo Club?

    La costituzione dei Leo Club risponde a variemotivazioni: da un lato favorisce la crescita mo-rale dei giovani, ne sviluppa la socialità e cercadi fornire valori etici che siano la base dei citta-dini di domani; se poi crescendo diventano Lionsè un successo dei singoli Club sponsor.

    Da un esame dei dati emerge che dopo unprimo periodo d’entusiasmo vi è per alcuni unafase in cui prevale la demotivazione: questo è ilpunto su cui dobbiamo stare molto vigili; se sa-premo stimolare e supportare le loro aspettativeriusciremo a fidelizzarli altrimenti li vedremo an-dare via. Solo di fronte a motivazioni di studio olavoro dovre mo fare un pas so indietro mante-nendo però sempre un canale di collegamento.

    Grave invece è quando le motivazioni ven-gono individuate neirapporti con i Lions.

    I Club per lavo-rare con i Leo deb-bono individuaremodalità di azioneche siano più con-facenti ai giovani:stimolarne le motivazioni, ottenere visibilità neirapporti con le istituzioni, adottare modalità ope-rative più rispondenti alle nuove sfide della so-cietà moderna creando all’interno dei Leo Clubmodi e forme che garantiscano le migliori mo-dalità di partecipazione.

    I giovani devono poter interagire con formenuove nel comunicare idee e temi, aumentandoin modo significativo la scoperta di intuizioni in-novatrici; per far ciò dovremo cercare il sociopartendo dall’assunto che essi hanno già in séle doti richieste per essere al servizio degli altri

    Tra le iniziative di Lions International vi sonogli scambi giovanili, una formula di successoche consente a giovani di tutto il mondo di co-noscere altre realtà, vivendo con famiglie e ra-gazzi dei più diversi paesi; questo è uno deimodi per stimolare la partecipazione dei giovaniall’associazione, perché chi ha vissuto con en-

    Eugenio FicorilliPrimo vice Governatore

    Il modo per allontanarei giovani è sentirsisuperiori a loro

    Destinare ai ragazzi uno spazio dove incontrarsi,aprirsi a loro, collaborare nei service. Sono questi

    alcuni dei fattori che, attraverso i Leo Club, ci consentiranno di avvicinare la gioventù al Lionismo

  • 10 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    tusiasmo questa realtà è un sicuro portatore deinostri valori.

    Ma queste cose, i giovani le sanno? Cosafanno i Lions per farle sapere?

    Dare visibilità ai Lions è una pratica ormaiconsolidata con il Lions Day e, in questa circo-stanza, i Leo sono in prima linea con un impegnoentusiasta che spesso manca ai Lions: bastaguardare coloro che indossano il giubbino giallo.

    Mi sembranecessario ga-rantire che lastessa visibilitàsia assicurata aiLeo all’internod e l l ’ a s s o c i a -zione, fornendo

    loro un ambito esclusivo – di spazio e di tempo– nel corso degli eventi distrettuali o di Club,non limitandone la partecipazione al solo salutoformale ma consentendo loro di fare proposte eillustrare i programmi e gli obiettivi raggiunti.

    Particolare importanza assume il Leo Advi-sor, al quale è attribuito un importante com pitocome è chiaramente emerso dalla tavola ro-tonda di due anni fa su “Associazionismo e Cit-tadinanza: Laboratorio di idee, progettualità econoscenza”. In quell’occasione, Vincenzo Fra-golino, nel suo intervento “Per un maggior coin-volgimento dei giovani nel Lionismo”, aveva

    detto: “Proporre nuove modalità di socializza-zione, soprattutto con i Lions; costruire occasionidi incontro, aprirsi ad altri, predisporre il terrenodove rimettere in gioco i propri modelli. Un mo-dello particolare, centrale per il Leo Club, è co-stituito dalla progettualità: si elaborano progettiin comune, si avviano le azioni per realizzarli esi valutano i risultati raggiunti. Questa attivitàapre ai giovani la possibilità di ripetere l’espe-rienza nel mondo del lavoro, dove possono pro-durre nuove realtà culturali, innovative e crea-tive. È ora evidente che il Leo Club deve essereun luogo di partecipazione, dove i giovani nonsono fruitori ma protagonisti; è uno spazio ovenon basta essere presenti, ma in cui ci si eser-cita a partecipare, cioè a fare la propria partenella costruzione di un evento collettivo, nellapiena attuazione della democrazia interna”.

    Concludendo, ci dobbiamo impegnare a sti-molare l’interesse dei giovani per inserirli nel lio-nismo: poiché per i giovani è essenziale potersiincontrare, sentirsi considerati come compo-nente importante del lionismo, dobbiamo garan-tire una collaborazione entusiasta, costante eparitaria partecipando con loro alla formulazionee alla realizzazione delle loro iniziative.

    Al contrario, il comportamento che moltevolte abbiamo comunica loro che noi ci “sen-tiamo superiori a loro” e questo è un modo avolte tartufesco per allontanare i giovani. �

    Bisogna offrire una “Festa delle idee”ai Leo per farli sentire davveroprotagonisti

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 11

    I giovani nellasocietà di oggi

    Iragazzi del terzo millennio sono più flessibili,più dinamici, più aperti a diversità e cambia-menti, ma si caratterizzano per essere sfidu-ciati, incerti ed entrati in stato di precarietà esi-stenziale.

    Afflitti dall’incertezza – che non consente lorodi prendere decisioni neppure a medio termine– si sono appartati e sono entrati in conflitto conle precedenti generazioni che non li capiscono edai quali non si fanno capire.

    La nostra società negli ultimi venti anni ècambiata radicalmente e parte di questo cam-biamento lo dobbiamo proprio ai nostri giovani:noi, generazione post guerra,frequentavamo il dancing,oggi i giovani prediligono ladiscoteca, rappresentata damusica ad alto volume e damolta gente che crea un’at-mosfera esuberante, unluogo in cui ci si libera daogni inibizione e ci si dà allo sballo, fine ultimodel divertimento che spesso sfocia in episodidalle conseguenze tragiche.

    Altro cambiamento è rappresentato dal la-voro.

    Il lavoro fisso ha rappresentato per intere ge-nerazioni il porto sicuro nel quale coltivare sognie fare progetti; oggi, invece, i posti di lavoro atempo indeterminato sono appena uno su sei.

    Questo stato di fatto impedisce ai giovani diessere autonomi e autosufficienti, li costringe aprolungare la loro residenza nella famiglia di ori-gine, dove vivono rassegnati e frustrati, in attesadi un miracolo nel quale non credono più.

    Non si possono neppure sottacere le ricadutenegative sulla società, gravissime se si considerache il matrimonio viene sostituito con la convi-venza, che la procreazione viene rinviata se non

    esclusa, che l’inattività interrompe il circuito vir-tuoso dei consumi e dell’economia in generale.

    Anche le istituzioni appaiono distanti e inca-paci di risolvere o solamente capire i problemidei giovani, per cui la loro filosofia è quella di vi-vere alla giornata, senza più fare progetti a lungotermine; per questa ragione, i giovani cercanocompagni con gli stessi problemi con cui comu-nicare e che li possano aiutare a vivere e nonpiù a sopravvivere.

    Un aiuto – non indifferente ma virtuale – èdato dalle nuove tecnologie: la banda larga, ilwireless, i cellulari, i notebook, i tablet sono or-mai alla portata di molti e attraverso questimezzi i giovani riescono a comunicare; fra lorosoltanto, però, appartandosi in un mondochiuso, con un proprio linguaggio, incompren-sibile per gli anziani.

    In questo mondo i giovani si sentono prota-gonisti, consapevoli che sono i piùinnovativi e capaci di rinnovare ilsistema; ma proprio questo pro-tagonismo è causa del gap gene-razionale che li separa dagli an-ziani; in altri termini, le differentiesperienze, opinioni, abitudini ecomportamenti danno luogo ad un

    disimpegno continuo di genitori e figli di giungeread un dialogo.

    Quali sono quindi i bisogni dei giovani? Inprimis, il lavoro. A partire dalla fine degli anni’90, il mercato del lavoro ha vissuto un’evoluzionenella direzione di una progressiva flessibilità: lapresenza di mercati sempre più concorrenziali,la crisi della pianificazione di medio e lungo ter-mine, l’accorciamento dei cicli di vita e dei pro-dotti, insieme ad altre molteplici cause, hannomesso in crisi le logiche tradizionali di gestioneaziendale, richiedendo alle imprese la capacitàdi sviluppare modalità gestionali che consentanodi adattarsi continuamente al mercato.

    Queste modalità hanno impattato fortementesugli strumenti di lavoro e sul modo di lavorare,esigendo nuove professionalità e riducendol’esigenza di manodopera, con la conseguenza

    Rocco FalconeSecondo vice Governatore

    Ai Lions spetta il compito, attraverso l’esempio,di mettere a disposizione delle nuove generazioni

    esperienza e conoscenze per supportare l’inserimento

    La difficoltà di trovare lavoroporta alla non autosufficienzae alla frustrazione

  • che la scuola non riesce a formare i giovani el’impresa sfrutta le capacità a scapito della sta-bilità.

    Un secondo bisogno riguarda la famiglia, cherappresenta un valorecondiviso ma anche illuogo ove si espri-mono divergenze econflittualità, amplifi-cate dalla progressivadilatazione dello statodi dipendenza dai ge-nitori.

    È ovvio che in questo contesto la tanto ago-gnata autonomia diventa una meta sempre piùirraggiungibile.

    Tutto ciò premesso, cosa possiamo fare noiLions per aiutare i giovani a crescere eridare loro quei punti di riferimento checostituiscono solidi valori ideali suiquali fondare la speranzaper un futuro digni-toso?

    Innanzitutto

    con il nostro esempio e comportamento, facendoloro intravedere la possibilità, senza alcuna im-posizione, che possiamo mettere a disposizionela nostra esperienza e le nostre conoscenze per

    aiutarli a inserirsi nella so-cietà.

    Inoltre, facendo lorocapire che esistono nobiliideali che ci spingono adaiutare il nostro prossimoper procurarsi ciò di cui habisogno: in tal modo, conil loro coinvolgimento, uti-

    lizzando anche le potenzialità e l’entusiasmotipici della condizione giovanile, si possono per-seguire obiettivi comuni che consentano la paci-fica convivenza tra generazioni diverse e il rag-

    giungimento di quella intensa soddisfazioneper essere stati utili al nostro prossimo.

    E di questo dovremo tener contoogni qualvolta ci accingeremo a dise-

    gnare l’organizzazio -ne del nostro

    Di stretto. �

    12 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    ’La famiglia diventaluogo di divergenze e conflittualità amplificatedalla crescentedipendenza dai genitoriIl Leo Club Fiuggi Hernicus al lavoro

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 13

    ILeo sono il nostro futuro. I Leo sono il nostropresente. I Leo sono questo. I Leo sonoquello.Se i Leo davvero sono tutte le cose splen-

    dide di cui ci riempiamo la bocca, perché allorasiamo solamente intorno all’8% di former Leoche entrano nelle fila dei Lions?

    I Leo nascono in Italia e nel 108L a Civita-vecchia, primo Club italiano, nel 1968. Nasconoper appassionare al servizio i giovani fra i 12 edi 30 anni di età.

    In tutti questi anni il passaggio da Leo aLions è sempre stato difficoltoso, soprattutto perle ragazze.

    Perché i Lions sono così restii all’inserimentodi giovani in generale e quindi degli ex Leo?Anche qui si sono sviscerati tutti gli aspetti dellaquestione: poca conoscenza del mondo Leo, di-vario di età, problemi economici, metodi opera-tivi differenti.

    Senza cadere nella polemica, vorrei esserepropositiva. Per prima cosa non parlerei solo diLeo, ma di giovani in generale. Certo i Leo sonoi giovani cresciuti in casa, secondo i nostri prin-cipi dell’etica, seguendo i loro e i nostri service,che conoscono i nostri pregi e difetti.

    Noi Lions spesso ci nascondiamo dietro ilproblema delle quote sociali elevate. Per i Leo isoldi non sono un problema. Certo le quote de-vono oramai essere solo quote che servono perla gestione stretta del Club e l’organizzazionedei service. Non devono più essere l’unica fontedi denaro da devolvere ai service. I Lions de-vono fare service operativi, fra la gente, renden-dosi riconoscibili e catturando l’attenzione dellasocietà. Questo i Leo lo fanno da sempre. Per-ché non riusciamo allora ad essere umili abba-stanza da coinvolgerli, magari dandogli laresponsabilità dell’organizzazione diretta delservice? Non dobbiamo temere il confronto con

    le nuove generazioni, non ci toglieranno nulla,ci arricchiranno di voglia di fare cose nuove inmodo nuovo. Noi d’altro canto potremo trasferirea loro la nostra esperienza lionistica e umana.

    Le alternative per l’inserimento nel mondoLions sono molteplici.

    Accoglierli nel Lions Club padrino è auspica-bile, ma se questo non fosse possibile non la-sciamo i Leo in uscita dai nostri Club vagare dasoli. Proponiamo loro di entrare in un Club limi-trofo che magari ha una fascia di età inferiore,oppure più idoneo alle loro aspettative. Avvici-niamoli all’idea della costituzione un Club Lions

    creato da exLeo e da gio-vani amici,dove loro sa-rebbero liberidi operaresecondo mo-dalità diffe-

    renti dalle nostre. Invitiamoli a partecipare alleattività di un Club Leo-Lions che magari ha pro-getti e soci più vicini a loro.

    Tutto ciò per dire cosa? Che non dobbiamoperderli, a qualsiasi costo. Sono forze esperte,capaci, profondi conoscitori della nostra asso-ciazione, propositivi, abili organizzatori, comu-nicatori, avvezzi all’uso delle tecnologie nuove.

    Non dobbiamo temere il confronto, il conta-gio delle idee. Nessuna generazione si può per-mettere il lusso di non affiancarsi a quelle piùgiovani. Senza di loro risulteremo molto prestofuori dal tempo e non attraenti. La fusione diidee e metodi ma soprattutto di cuori permetteràa noi di proseguire ad operare nell’Associa-zione, ma in modo che la società ci riconoscacome interlocutori, ascoltatori, risolutori.

    Se non riusciremo ad entrare davvero nelTerzo Millennio avremo mandato in fumo 100anni di Lionismo.

    Bando alla paura, apriamo cuori, braccia,menti e Club ai giovani, Leo e non.

    Sono loro l’unico mezzo che noi abbiamo perpoter sopravvivere alla velocità dei tempi mo-derni. �

    Elisabetta CesarottiChairperson Leo MD Lions 108

    Rapporti Leo-Lions:una tela da tessere

    Sebbene il primo Leo Club italiano sia nato nel 108L,dopo quasi 40 anni c’è ancora da disegnare

    un percorso di integrazione efficace. Ecco le proposte

    I Leoncinipassati nei Lionspossono arricchircicon la voglia di fare cose nuove

  • 14 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Joe Preston ha assunto dal 1° luglio la pre-sidenza della Lions Clubs InternationalFoundation e in questa veste lo abbiamointervistato in un’appassionante telefonata men-tre si trovava ad Oak Brook.Joe, la tua annata quale Chairman di LCIF èda poco iniziata: quali sono i tuoi obiettivi ecosa chiederai di fare a tutti i Club Lions delmondo per raggiungerli?

    “Il Board di LCIF mi ha assegnato l’obiettivodi raccogliere 41.3 milioni di dollari nell’anno fi-scale 2015-16 in modo tale da poter raggiun-gere il nostro goal di 50milioni di dollari di dona-zioni nel 2017. È senzadubbio un obiettivo im-portante, ma sono certoche se ci impegniamotutti insieme ce la fa-remo. Quello che chiedoai miei amici Lions è di tenere l’LCIF nei lorocuori e nei programmi dei loro Club. Il Multidi-stretto 108 Italy ha fatto un gran lavoro nel 2014-15: un milione di dollari di donazioni all’LCIF, ilmigliore in Europa. Vi incoraggio a fare ancorameglio quest’anno”.La lotta al morbillo è probabilmente il più vi-sibile tra i nostri service del Centenario.Stiamo rispettando la tabella di marcia?Quali risultati stiamo conseguendo?

    “Ad oggi, LCIF ha erogato 10 milioni di dollaridei 30 promessi a Gavi, The Vaccine Alliance.Da quando abbiamo avviato il nostro impegnocontro il morbillo nel 2010, i Lions hanno resopossibile l’erogazione complessiva di 29 milionidi dollari che sono andati a finanziare le campa-gne contro morbillo e rosolia attraverso il Pro-getto Morbillo e Rosolia e Gavi e a supportarel’azione dei Lions in quelle nazioni che svilup-

    pano per queste malattie azioni di mobilitazionesociale. In aggiunta, la Bill & Melinda GatesFoundation ha apportato 5 milioni di dollari eGavi 10 milioni per un totale ad oggi di 15 milionidi dollari. Credo che la nostra battaglia contromorbillo e rosolia sarà coronata dal successo di-mostrando ancora una volta come i Lions sianopersone capaci di cambiare il mondo”.Il 25 aprile di quest’anno il Nepal è stato col-pito da un terremoto di dimensioni terribilicon oltre 8.000 vittime. Il Lions Club Interna-tional e la LCIF come hanno organizzato illoro intervento di soccorso umanitario?

    “Il primo dato che vorrei evidenziare è cheLCIF si è mossa immediatamente grazie allapossibilità di impiegare lo specifico fondo per lecalamità naturali: il giorno dopo il terremoto ave-vamo già approvato un’erogazione di 100.000

    dollari. A giugno abbiamo ap-provato altri tre finanziamentidi 100.000 dollari l’uno a sup-porto di progetti nei settoridelle microimprese, della sa-lute e della case di riposo. Intutto il mondo i Lions hannodonato a favore del Nepal 4.7

    milioni di dollari che impiegheremo per finan-ziare progetti di medio-lungo periodo. Vorreianche sottolineare come i Lions del Nepal sisiano subito attivati in modo formidabile distri-buendo cibo, acqua, coperte, occupandosi dei

    Il nuovo presidente della LCIF, sprona i soci:“Nella mia annata dobbiamo raccogliere 41,3 milioni di dollari”

    Preston: la lotta al morbillodimostra che siamo in grado

    di aiutare il mondo

    Fabrizio SciarrettaDirettore responsabile

    di Lionismo

    Le significative donazioni dei Club di India e Bangladesh hanno permesso fin da subitodi fronteggiare in Nepall’emergenza-terremoto

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 15

    feriti. Ora abbiamo iniziato a lavorare sulla rico-struzione e sui progetti di lungo periodo”.Come sono stati coordinati gli interventi traLCI, LCIF e i Lions del Nepal e quali sonostate le rispettive responsabilità?

    “Va detto subito che il Nepal è un paese adalta densità di Lions: infatti vi sono circa 17.000soci, ovvero una rete particolarmente forte attra-verso la quale operare. Così, abbiamo immedia-tamente costituito un Relief and ReconstructionCommittee a livello di Multidistretto con a capoil Direttore Internazionale Sanjay Khetan che ènepalese. Il comitato ha la responsabilità di svi-luppare i progetti per la ricostruzione in collabo-razione con il Governo del Nepal e le ONGattive sul territorio per le competenze tecnichenecessarie. LCIF, dal canto suo, non solo forni-sce finanziamenti ma anche supporto tecnico alcomitato grazie all’esperienze che le provienedall’essere stata coinvolta in diverse ricostru-zioni post catastrofe. Ad oggi, stiamo valutandoprogetti nelle aree della ricostruzione di alloggirurali e di scuole.”I Lions di tutto il mondo hanno raccolto fondie organizzato varie forme di supporto a fa-vore del Nepal…

    “Ci sono due cose che ho imparato nella miavita di Lions: la prima è che tra Lions ci si aiutasempre reciprocamente; la seconda è che incaso di grandi calamità come in Nepal l’azionedei Lions acquisisce un valore speciale perchéloro si prendono cura del proprio paese, sono lìper restarci, non se ne andranno dopo un po’come invece normalmente fanno le altre ONG.I Lions di tutto il mondo si sono dimostrati moltogenerosi, non solo per i fondi raccolti ma anchenel portare direttamente in Nepal le loro compe-tenze in campi quali quello della purificazionedell’acqua, dell’assistenza medica, dell’exper-tise tecnico. Sono probabilmente stati i rapportidiretti tra Club e Club a fare la differenza nelcaso del Nepal: le significative donazioni in ge-neri di prima necessità arrivate dai Club dell’In-dia e del Bangladesh hanno reso possibile difronteggiare l’emergenza anche a fronte di unadisponibilità di fondi limitata. Ora, grazie alla ge-nerosità dei Lions di tutto il mondo, LCIF è ingrado di sostenere l’azione del Lions del Nepalnella fase di ricostruzione.”I giorni immediatamente dopo il terremotodevono essere stati giorni terribili, con diffi-coltà di ogni tipo da affrontare...

    “Si è trattato ovviamente di giorni tremendi.Abbiamo però saputo reagire rapidamente congrande efficacia. I fondi della LCIF e la forte pre-senza dei Lions in Nepal hanno reso meno com-plicato radunare i materiali di prima necessità.

    Poi, come ho detto, c’è stato il supporto interna-zionale dei Lions: dall’Europa, ad esempio, lestrumentazioni per il trattamento dell’acqua,dall’India i sistemi di illuminazione solare. Lamaggiore difficoltà è stata quella di trasportare imateriali dai centri logistici ai luoghi del terre-moto: il Nepal è in gran parte montagnoso conaree isolate, muoversi su questi terreni è statoparticolarmente complesso. I Lions hanno im-piegato gli elicotteri per portare i materiali nellearee più remote e sulla via del ritorno gli stessielicotteri sono stati impiegati per trasportare co-loro che avevano bisogno di cure mediche”. �

  • 16 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    La LCIF (Lions Clubs International Founda-tion), che per quanti sforzi si facciano nelladivulgazione e nella promozione, rimaneper troppi un tabù, un frainteso, un obbligo. Al-lora sappiate che la Fondazione nasce nel 1968per sostenere i Lions nel mondo. Come? Sup-portando la metà dell’impegno finanziario di pro-getti targati Lions che rispondano a precise spe-cifiche. Perché questo sia possibile non bastaraccontare la favoletta che LCIF è il nostro brac-cio operativo, la cassaforte che elargisce a pienemani denari e strette di mano, la prima ONG almondo secondo il report del Financial Time. Midispiace per la visione idilliaca e per la versionefalsata della realtà, si parla molto ma i fatti cheseguono non sono così significativi.

    Quali sono i fatti? Senza il nostro versamentoil “piatto piange”, le casse si svuotano e non c’èil reintegro: se manca questo flusso continuo ecostante l’approvvigionamento langue e i pro-getti non decollano. Il Multidistretto 108 Italy loscorso anno ha conseguito un successo senzaprecedenti anche se non posso affermarlo pertutti i Distretti, ma bisogna guardare avanti, ten-dere al bicchiere mezzo pieno, all’ottimismo chedeve permeare la nostra Associazione, al cam-biamento da tutti auspicato, che deve avvenirenella nostra realtà di volontariato. Abbiamo rac-colto 1.130.447,99 dollari, è una progressioneimportante che ha visto aumentare il numero diClub versanti rispetto all’annata precedente (815contro 748), abbiamo raggiunto e superato i no-stri amici europei, abbiamo conquistato il posto,di tutto rispetto, dietro i sostenitori storici Giap-pone e Taiwan. Sono orgogliosa ma lo dovreb-bero essere tutti i Lions italiani.

    La differenza che rende efficace il messaggioe che fa presa sui soci è il lavoro che a monteviene fatto con convinzione e passione. Coloro

    LCIF: l’Italia tra i donatoripiù attivi, ma l’imperativoè continuare a crescere

    Con oltre 1.130.000 dollari versati nell’annata 2014-2015,il nostro Paese è il primo Multidistretto in Europa

    per elargizioni alla Fondazione, subito dietro a Giappone e Taiwan

    Claudia BalduzziLCIF MDC for Italy, San Marino,

    Malta and Vatican City

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 17

    che non hanno contribuito dovrebbero sentirsiun pochino a disagio per non aver colto appienole potenzialità di intervento che sviluppa la no-stra Fondazione. Ma c’è sempre tempo e mododi recuperare. Ciò significa che non bisogna néaccontentarsi né crogiolarsi dei traguardi rag-giunti più o meno con merito e lode. Bisogna in-vece, affinché si possano migliorare i risultati,clonare e adottare quelle strategie che hannoportato a quei livelli, ad esempio:– promozione forte e convinta della LCIF da

    parte dei Governatori;– martellamento a tutto campo mediante comu-

    nicazione su website, stampa e “de visu” daparte dei Coordinatori Distrettuali LCIF;

    – trovare nell’attività per la Fondazione il comunedenominatore che unisce i Lions di tutto ilmondo nella promozione del service intesocome il destinatario che convoglia i nostrifondi.Abbiamo grandi potenzialità da esprimere al

    nostro interno che metterebbero in luce, al no-stro esterno, quanta attività di qualità e di so-stanza siamo in grado di spendere per il pros-simo attraverso proprio la Fondazione, che nondimenticate può affiancarci a realizzare quei “so-gni” che vanno oltre i service ordinari. Ciò no-nostante per moltissimi Club la Fondazione ri-mane ben lustra sul piedistallo del monumentodel già dato e del farò.

    Da qualche anno siamo stati chiamati ad es-

    sere protagonisti di una sfida mondiale, la Cam-pagna Morbillo, malattia esantematica che mietegiornalmente, nei paesi in via di sviluppo, centi-naia di piccole vittime per le sue complicanze.

    Una semplice e chiara uguaglianza: 1 vac-cino = 1 dollaro = 1 vita

    Sfido chiunque ad ammettere che possa es-servi risultato più eclatante, confortante, econo-mico e misurabile (non sono questi i parametriche rendono fattibile ed efficace il service?).

    Siamo chiamati ad essere i protagonisti attividi un’Associa-zione che sideve gioco-for -za adeguare alcambiamentosocio-econo-mico e politico,che deve rico-noscere quali sono i nuovi bisogni delle comu-nità, che deve affrontare con spirito critico la ri-sposta agli Enti pubblici forieri di pletore dirichieste e, non ultimo, che deve tornare a moti-vare entusiasmo, passione e desiderio di farenei soci. Presentiamoci allora con il solo bigliettoda visita che ci ha reso noti nel modo: volontariper servire disinteressatamente il prossimo.

    Guardiamo pertanto a LCIF non come al con-corrente che sottrae denaro ai nostri service lo-cali e territoriali, ma come al destinatario dellanostra solidarietà per e nel mondo. �

    Nella tabella allegata qualche dato sul lavoro del Distretto 108L per la LCIF negli ultimi 5 anni

    Cresce il numero dei Club italiani che sostengono LCIF:siamo a quota 815,oltre il 60 per cento

  • 18 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Più di una dozzina di anni fa, il Club di ValleTiberina incontrò, su segnalazione di unodei suoi soci, una benemerita associa-zione di volontari che si era data il nome di “ArsHumanitate”. Questa era un’associazione di me-dici i quali, a turno, si recavano in Madagascarpresso un villaggio per portare la loro opera aquella comunità che aveva scarsissime possibi-lità di usufruire di assistenza medica. Così il Clubdecise di iniziare a collaborare con lo scopo dialleviare e porre fine a questo stato di cose.

    Mancava di tutto. La prima apparecchiaturache si riuscì ad inviare fu un “contaglobuli” e unafornitura di qualche centinaio di paia di scarpe didiversa misura da donare ai bambini del villaggioi quali, proprio per il fatto che non ne avevano,correvano spesso il rischio di ferirsi ai piedi e dicontrarre delle infezioni che sarebbero state dif-ficili da combattere.

    Successivamente, per continuare la collabo-razione e in accordo con le suore responsabilidella locale Missione si pensò di provvedere alla

    formazione di alcuni infermieri scelti tra la popo-lazione del luogo, affinché l’assistenza medica-ambulatoristica assumesse un andamento piùcostante. Il Club finanziò la formazione qui aRoma di personale infermieristico che tornò su-bito dopo in Madagascar.

    Il fatto che mi ha ispirato il titolo di questopezzo fu che il Valle Tiberina, successivamente,ebbe la fortuna di gemellarsi con un Club fran-cese: il Saint Denis Basilique. Come spesso ac-cade, i due Presidenti si promisero di agire in-sieme e di realizzare qualche service in comune.

    Si trattava di decidere cosa fare e dove farlo.Qui da noi? Lì da loro? Di che entità? E così via,con un numeroso aggrovigliarsi di problemi diopportunità. La soluzione che trovò tutti d’ac-cordo fu di agire in sinergia sì, ma né qui né là,ed ognuno secondo le proprie disponibilità.

    Si era presentata l’opportunità di agire in-sieme in un paese terzo, il Madagascar, con lapossibilità di coinvolgere nel progetto la LCIF.

    Per ottenere questo risultato era necessariocoinvolgere, secondo le regole, un Club locale.Il villaggio di Manazary, che avrebbe dovuto be-neficiare delle azioni dei due Club, ricadeva nelterritorio del Club malgascio di Antananarivo Vo-hitsara. Il Presidente pro tempore di questo Clubfu contattato per ottenerne la “formale” collabo-

    I service dei Club Valle Tiberina e Saint Denis Basilique dimostrano come si possa intervenire a livello internazionale

    insieme a LCIF per migliorare la vita di chi è più disagiato

    Danilo TropeaRedattore di LionismoLions guida certificato

    Aiutareil Madagascar:Lionssenza frontiere

  • razione senza alcuna richiesta di partecipazionefinanziaria. Cosa che avvenne senza alcuna dif-ficoltà.

    Il progetto, formalizzato con la LCIF con ilValle Tiberina capofila, che aveva affidato il co-ordinamento al lion SergioGigli, prevedeva la realiz-zazione di un “dispensa-rio” con annesso serviziodi degenza, fornito di altreapparecchiature mediche,per un totale di 50.000dollari

    Iniziò allora la raccolta fondi che fu estesa atutti coloro che avessero avuto il piacere di par-teciparvi. L’obiettivo venne raggiunto nei dueanni successivi. Il dispensario fu costruito, fornitodei materiali necessari e inaugurato. Il costo to-tale dell’operazione, per quanto riguarda la rac-colta, era stato equivalente a 25.000 dollari. LaLCIF aveva provveduto a integrare il resto.

    Forte di questa esperienza il Valle Tiberinadecise di continuare nella sua opera di “aiuto”della comunità di Manazary. In pratica la adottòfacendosi carico di coinvolgere, di volta in volta,oltre che il Club gemello di Saint Denis Basilique,anche tutti gli altri soggetti che avessero sceltodi partecipare.

    Così, sempre in considerazione delle richiestepervenute dal villaggio, si diede da fare per ilprogetto “acqua per Manazary”, sempre in col-laborazione con la LCIF, che ha visto, come sicapisce dal nome, la realizzazione di un acque-dotto e l’installazione di fontane alle quali la po-

    polazione può finalmente accedere. A questi no-stri lontani fratelli è cambiata la vita con un pro-getto del valore di soli 12.000 dollari, 6.000 rac-colti e 6.000 a carico della Fondazione.

    In seguito a queste benefiche azioni, il piccolocentro di Manazary è di-ventato un “polo di attra-zione” per gli abitanti dellecomunità vicine. Tanto checon una ulteriore azione diraccolta alla quale hannopartecipato in molti si èchiuso l’ultimo progetto

    LCIF del valore complessivo di 16.000 dollaridenominato “Muro di cinta più sedia dentistica”destinato alla fornitura di una sedia odontoiatricaattrezzata e, cosa più importante, alla costru-zione di un muro di cinta da erigere intorno al di-spensario. E ciò per assicurare protezione du-rante la notte alle decine di persone che vi sirecano per usufruire dei servizi che noi Lions,con la nostra perseveranza e il nostro saper fare,abbiamo reso possibili.

    Mi piace scrivere “noi lions”, senza dimenti-care quelli che, pur non essendo Lion, ricono-scendo la validità delle nostre azioni, ci hannosupportati. In particolare tutti quelli che hannocompreso e riconosciuto l’importanza della no-stra Fondazione e hanno partecipato a finan-ziarla, cosa che ha permesso, anche senza es-serne consapevoli, di migliorare la vita di personemai viste ma delle quali tutti conosciamo gli ele-mentari bisogni.

    We Serve, noi siamo al servizio. �

    Lionismo settembre-ottobre 2015 | 19

    Tre progetti per un valoredi 78mila dollarisono la prova della soliditàdi una collaborazione che supera nazioni e continenti

    L’inaugurazione del Centro Medico di Manazary in Madagascar

  • 20 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Un service in crescita, sono novantasei iClub del Distretto 108L che nell’annata2014/2015 hanno dato il loro contributo.Oltre 28.000 gli occhiali spediti a Chivasso. Unamedia di circa 300 occhiali per Club. Grazie aiLions, chissà quanti bambini, per la prima voltavedranno il volto della loro mamma come nonlo avevano mai visto prima, in una cornice di co-lori che vedranno per la prima volta. Altri bam-bini potranno frequentare la scuola e, tantiadulti finalmente potranno intraprendere un’at-tività lavorativa. Quando tutti prenderanno co-scienza dell’importanza di questo service sonocerto che potremmo raggiungere risultati moltopiù soddisfacenti. Non basta più la cassettanell’androne delle scuole, occorre entrare nelleaule, parlare con i docenti, con gli alunni, congli studenti, spiegare loro, che nel mondo, an-cora milioni di persone non possono permet-tersi di acquistare gli occhiali, senza i quali sonotagliati fuori dalla società.

    Un dramma che noi Lions da anni stiamocercando di arginare, ma quanto facciamo, an-cora non basta per soddisfare i bisogni di tantimeno fortunati. Dovremmo promuovere conve-gni per parlare al cuore della gente, tutti devonosapere, che conservare a casa gli occhiali chenon si usano più o che, peggio ancora si but-tano via, significa far del male a chi di quegli oc-chiali ha tanto bisogno.

    L’impegno di noi Lions, deve essere proprioquello di sensibilizzare la gente perché donare

    occhiali ancora buoni, ma che a loro non ser-vono più, sia sentito da tutti come un doveremorale al quale non si può venire meno. L’obiet-tivo: creare in ogni cittadina, uno o più punti diraccolta, il Club organizzatore si dovrà attivareper il ritiro e per la spedizione a Chivasso. Ca-pisco che richieda un certo impegno, fortunata-

    I Lions affrontanoun problema gravissimo:la mancanza di occhialinei paesi in via di sviluppo.Un service con cui si rafforzail nostro impegno per la vista

    Raccolta occhiali usati,restituire la gioia di viverecon un gesto semplice

    Antonio ContuResponsabile Comitato Distrettuale

    Raccolta occhiali usati

    Con 9mila occhiali uno dietro l’altroil Club di Villacidro detiene il record del mondoper la fila più lunga

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 21

    mente non economico, ma che darà frutti dalvalore incalcolabile. D’altra parte chi altri, senon i Lions, possono avere tanta sensibilità espirito di sacrificio?

    L’ho sempre avvertito ogni volta che ho par-lato con i rappresentanti dei Club, anche se te-lefonicamente, si è instaurato subito unrapporto cordiale con tutti e, da tutti, ho avutotanta collaborazione. Di questo vi ringrazio dicuore anche in nome di quanti coglieranno ifrutti del vostro lavoro. Sono certo che ancheper l’annata 2015/2016non farete mancare lavostra collaborazione.La fantasia è nel Dnadei Lions e questa faràprodurre tante iniziative.

    Mi è gradito ricordarecosa organizzò il LionClub di Villacidro il 17 aprile del 2011 a San Ga-vino Monreale. Quel giorno la cittadina delMedio Campidano visse quello che possiamodefinire “un evento storico”. Alla presenza delNotaio Fausto Puxeddu, che dovette assisteree redigere il verbale all’esperimento della provatendente al superamento del record conseguitodal Lions Club di Chivasso avente per oggettola lunghezza della fila continua di occhiali usati

    disposti in sequenza contigua, Chivasso stabilìil Guinness World Records con 500 metri e 10centimetri.

    Il Club di Villacidro, con la collaborazione ditutti i Club della Sardegna mise insieme oltre9.000 occhiali da formare una fila di 900 metrie 50 cm. Fu una grande festa non solo perl’obiettivo raggiunto ma per l’incontro con iLions di tutti i Club della Sardegna, presenti coni loro labari.

    Nei balconi delle palazzine che si affaccia-vano sulla via Roma, nonpoteva mancare la bandieratricolore e quella dei quattromori, e per la via una grandefolla. Un’insolita opportunitàche il Club di Villacidro colseper dare visibilità ai Lions.

    Forse, anche per questo,Villacidro quest’anno ha spedito ben 7.000 oc-chiali a Chivasso. Il Club è ormai un punto di ri-ferimento del proprio territorio per fare leconsegne e questo dovrà esserlo ogni Club delnostro Distretto per la propria zona. Così fa-cendo, saremo sempre impegnati in una sanacompetizione e a vincere saranno soltanto loro,quelli che riceveranno gli occhiali che noi rac-coglieremo. �

    Oltre il 70% dei Club del distretto 108Lpartecipa al service:l’anno scorso la raccolta ha raggiunto quota 28mila

  • 22 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Esperienza davvero unica quella speri-mentata dai Club Lions a Expo 2015 chepropone un confronto tra i paesi dellaterra per narrare la loro storia proiettata al fu-turo, tesa a risolvere i problemi dell’alimenta-zione sostenibile. Suoni, colori di una mattinaassolata sul decumano che riprende il ritmo fre-netico di sempre insieme all’entusiasmo deiLions che si aprono al mondo multietnico dellafrotta di visitatori.

    E nell’Expo che sperimenta un modello inte-rattivo basato sul dialogo dei paesi, il nostro Di-stretto, nella prima settimana di settembre, èstato presente con le iniziative umanitarie e i

    progetti pertinenti al tema “Nutrire il pianeta:Energia per la vita”.

    In particolare, voglio ricordare l’impegno delClub Marsciano che, insieme a Lioness Cagliarie Roma Host, ha organizzato il 4 settembre aCascina Triulza il workshop “Tutela dell’am-biente e Alimentazione sostenibile – Dalla tra-dizione ai prodotti di nicchia nel recupero diterreni marginali e acque, fino alle future risorsealimentari”.

    Interessante il tema di cui si è occupato ilClub Marsciano con Rosalba M. Farnesi, do-cente dell’Università di Perugia: “La tutela del-l’ambiente rurale e la conservazione dellabiodiversità per uno sviluppo sostenibile. Recu-pero di terreni marginali: esempio emblematicol’Umbria”. Sono stati illustrati gli interventi concui aree marginali del Monte Peglia vengono re-cuperate alle attività agricole con la nascita diaziende a conduzione familiare che riportano laterra alle tradizioni dei prodotti tipici. I risultati

    Tutela dell’ambientee alimentazione sostenibile:i Lions del 108L a Expo 2015Una pluralità di esperienze portate a Milano dai nostri Club guardano al cibo partendo dalle tradizioni per arrivare agli alimenti del futuro

    Deanna Mannaioli Redattore di Lionismo

  • sono positivi sia dal punto di vista ambientale,con salvaguardia della biodiversità e ripristinodi un’agricoltura di tipo biologico integrato, siadal lato economico, con creazione di posti di la-voro grazie alla commercializzazione dei pro-dotti e al turismo rurale-didattico. Il vantaggio siavverte anche sul piano enogastronomico, conla coltivazione di prodotti di nicchia, certificati,della dieta mediterranea come legumi, pianteorticole, vite, olivo, cui si aggiunge la tartuficol-tura con impatto positivo sull’ambiente per ilrimboschimento.

    L’intervento “Oltrepane. Storiedi uomini, luoghi, gusti, suoni e pro-fumi. Storie di Sardegna” di Ma-riella Piras, docente dell’Universitàdi Cagliari, ha illustrato il lavoro diricerca del Club Lioness Cagliari eha messo in evidenza come ilpane, alimento primario di ogni cultura, divengaun mezzo per conoscere la storia di una re-gione. Il territorio della Sardegna, diversificatotra mare, pianura, collina e montagna, è rappre-sentato da altrettante tipologie di pane, colle-gate alle esigenze umane. Interessante come ilpane possa rappresentare il filo conduttore

    nella vita delle persone, assumendo una formadiversa per ogni fase della vita (nascita, matri-monio, morte) o in occasione di festività.

    Oggi vi è l’esigenza di mettere al centro laricerca di un processo di sostenibilità che portia nuovi percorsi e a nuove risorse. Nadia Ab-delhad, docente dell’Università La Sapienza diRoma, nel suo intervento, a cura del ClubRoma Host, ho posto l’accento su “Le future ri-sorse alimentari ed energetiche: le Alghe”. Laricerca apre nuovi orizzonti trovando alternative

    che ci fanno rivedere le abitudinialimentari. Di tutte le piante, lealghe sono quelle che più si av-vicinano alla combinazioneideale di nutrienti perciò costitui-sce l’idea innovativa per nutrirela crescente popolazione del pia-neta.

    L’importanza della Carta di Milano è statasottolineata da Cesara Pasini, soddisfatta del-l’impegno dei Club, che sollecita a promuovereanche nei prossimi anni la sostenibilità alimen-tare nel mondo.

    Nelle conclusioni, il Governatore TommasoSediari ha valutato positivamente la partecipa-

    Lionismo settembre-ottobre 2015 | 23

    Il pane comefilo conduttorenella vitadelle persone

  • zione dei soci allo stand e ha messo in evi-denza come tutti i temi legati alla Carta di Mi-lano siano stati sviluppati. Ha ribadito inoltrel’importanza del lavoro svolto in sinergia tra iClub che rappresentano le tre regioni del di-stretto, presagio di un anno di concordia.

    I temi trattatisono stati propo-sti mediante fil-mati, che tradu-cono i concetti inun linguaggio di-verso in cuiemerge il legametra poesia, naturae arte. Proiettati

    senza sosta nello stand Lions, hanno illustrato inostri progetti a sostegno della comunità e in-cantato i visitatori, in particolare i video sui re-stauri artistici curati dai Club nei borghi ricchi dimonumenti, che declinano la storia.

    Si è parlato di Expo come vetrina delle bel-lezze italiane, che abbiamo ammirato nella mo-stra di Sgarbi e nel Padiglione Italia. Anche noiabbiamo seguito lo stesso percorso partendodalla cultura, dando un contributo alla valorizza-zione del patrimonio artistico delle nostre città,per poi procedere alla ricerca tematica oggettodel convegno per un’alimentazione sostenibile.

    A conclusione della ricca giornata, la degu-stazione dei prodotti di nicchia ha fatto da cor-nice nella piazzetta in cui una folla di visitatoriha gustato le specialità del tartufo e dei salumiumbri, del formaggio e del pane sardo, annaf-

    fiato dal buon vino del vulcano del Peglia e dalmirto di Sardegna, terre che noi vogliamo valo-rizzare. �

    24 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Il Governatore Tommaso Sediari: “Sviluppati tuttii temi legatialla Carta di Milano”

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 25

    Sono trascorsi 25 anni da quando, nel1990, l’Associazione Italiana Lions per ilDiabete (A.I.L.D.) fu fondata dal PDGAldo Villani con il consenso di numerosi sociLions fra i quali il Past Presidente InternazionaleProfessor Giuseppe Grimaldi.L’obiettivo, riconosciuto ufficial-mente dalla sede centrale delLions Club International (Oak-brook, Usa) era di contrastarela crescente diffusione fin daallora evidente del diabete mel-lito a livello planetario. Oggi,quella che allora era apparsa come una lungi-mirante intuizione, è divenuta una preoccupanterealtà. Si calcola che in Italia vi siano circa 5 mi-lioni di soggetti diabetici, di cui 3,5 milioni sannodi esserlo mentre il restante milione e mezzo loignora.

    Il diabete incide profondamente sulla salute

    pubblica e sul bilancio della sanità a causa dellegravi complicanze cardiovascolari, renali e ocu-lari che può indurre, nel tempo, in chi ne è por-tatore. In questo contesto, la missionedell’A.I.L.D. è quella di svolgere ogni azione utilealla prevenzione e alla cura del diabete e dellesue complicanze.

    L’A.I.L.D. ha perciò assunto l’impegno di or-ganizzare e promuovere manifestazioni di scree-ning non solo per individuare casi non diagno-sticati di diabete ma anche per stabilire,

    attraverso la rilevazione di una seriedi parametri anamnestici ed antro-pometrici previsti da un programmavalidato sul piano internazionale(Finnish Diabetes Risk Score o FIN-DRISK), il rischio di sviluppare ildiabete negli anni a venire.

    Per estendere l’attività di dia-gnosi precoce e di prevenzione del diabete èstata stipulata una convenzione con Federfarmaper eseguire queste indagini nelle farmacie. Ol-tre 100 farmacie nella regione Umbria hannopartecipato a questo progetto che ci auguriamopossa essere replicato anche nelle regioni vi-cine. Grazie all’intervento di una società infor-

    Nasce a Terni il Lions International Diabetes Research Center

    Cento farmacie umbre in rete per la prevenzione della malattia, 4.200 persone sottoposte a screening tra il 2014 e il 2015. Ecco i numeri dell’AILD, l’Associazione Italiana Lions per il Diabete

    Paolo BrunettiPresidente AILD

    Nasce a Terni il Lions International Diabetes Research Center

    Grazie alla diagnosi precoce sono stati scoperti centinaia di casi

  • 26 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    matica è stato realizzato un sistema gestionaleche consente l’immissione automatica dei datiin un modulo elettronico e l’esclusione del mo-dello cartaceo oltre che l’archiviazione e lapronta elaborazione dei dati.

    Solo nelle ultime tre campagne di screening,eseguite in occasione del Lions Day del 2014 edel 2015 e della Giornata Mondiale del Diabetedel 2015, sono stati esaminati 4.232 soggetti dicui ben 90 erano diabetici senza sapere di es-

    serlo e ben 185avevano un ri-schio molto ele-vato (una proba-bilità su due) disviluppare il dia-bete nei succes-

    sivi 10 anni. I soggetti diabetici neodiagnosticatipossono così essere avviati verso un percorsoterapeutico utile a prevenire le complicanze cro-niche della malattia mentre i soggetti a rischioelevato di contrarre il diabete possono trarre pro-fitto da uno stile di vita più corretto sotto il profiloalimentare e motorio per prevenirne l’insorgenza.

    Dalla ricerca scientifica ci si attendono i ri-sultati più concreti e definitivi sia per quanto ri-guarda la prevenzione che la terapia del diabetedi tipo 1 che di tipo 2. È per questo che l’A.I.L.D.si è prodigata nel fornire un sostegno alla ricercascientifica attraverso l’erogazione di borse distudio e di grant di ricerca, in differenti periodi,a studiosi di varie università e ha coltivato il pro-getto assai ambizioso di un Centro di Ricercatargato Lions specificamente dedicato al diabetesul modello di quanto esiste in altri Paesi e par-ticolarmente negli Stati Uniti. Recentemente èstato raggiunto un accordo con un centro clinico

    e di ricerca, il Centro Demetra, attivo a Terni findal 2008, con un importante programma di atti-vità in ambito clinico e scientifico e una partico-lare vocazione per la medicina rigenerativa e leterapie cellulari avanzate. Su questa linea di ri-cerca è avvenuto l’incontro con il Centro Deme-tra che si è dichiarato disponibile a stipulare unprotocollo d’intesa con l’A.I.L.D. mettendo a di-sposizione dell’associazione tutti gli spazi e lastrumentazione di grande complessità di cui di-spone, necessaria per lo sviluppo di un piano diricerca mirato alla terapia del diabete di tipo 1 edi tipo 2.

    All’interno del Centro Demetra, potrà trovarequindi la sua realizzazione un primo nucleo del“Lions International Diabetes Research Center”affidato alla provata esperienza di Riccardo Ca-lafiore, Professore Associato di Endocrinologiadell’Università di Perugia e membro del Consi-glio Direttivo dell’A.I.L.D. impegnato da tempocon i suoi collaboratori nell’applicazione al dia-bete della terapia cellulare. Il protocollo d’intesacon il Centro Demetra per la costituzione delLions International Diabetes Research Centerverrà siglato il 6 ottobre in occasione di un Con-vegno internazionale organizzato dal Lions Clubdi Narni e che vedrà la partecipazione di BarbaraHansen, Professore di Medicina Interna e di Pe-diatria presso l’Università della South Florida emassima esperta di Diabete di tipo 2 e di Sin-drome Metabolica.

    La costituzione di un Centro di Ricerca tar-gato Lions dedicato al diabete rappresenta unpunto di svolta nella vita dell’A.I.L.D. ma ancheun’acquisizione di rilievo per il Distretto 108L eper lo stesso Multidistretto Italy che, confidiamo,potrà condividere le finalità dell’accordo. �

    Dal grande impegno per la ricercafinalmente un centrotargato Lions

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 27

    Alpine Lions Cooperation è un esempio diquello che il lionismo può fare nel campodella solidarietà, del dialogo e della reci-proca convivenza tra popolazioni di nazioni dif-ferenti. Ho incontrato il PDG Albert Ortner, Se-gretario di questo gruppo di lavoro, al quale hofatto alcune domande.Albert, com’è nata ALC?

    “ALC è nata attraverso un accordo di coope-razione fra sette Distretti Lions di quattro diffe-renti nazioni siti nell’ambito dell’Arco Alpino, conil fine di una collaborazione per la realizzazionedi service sul territorio. Vuole essere un modellopercorribile di solidarietà per prevenire e com-battere i bisogni di oggi e di domani, nel territoriodelle Alpi come anche in quello internazionale.Alla base di questa convenzione sta la voglia deiLions di compiere con successo service comunie promuovere contatti fra i Club. ALC si muovestrettamente entro le regole e gli scopi di LCI:Creare e stimolare uno spirito di comprensionefra i popoli del mondo – Prendere attivo inte-resse al bene civico, culturale, sociale e moraledella comunità – Unire i Club con i vincolidell‘amicizia e della reciproca convivenza. Pin eLogo ALC sono formati dalla stella alpina: unfiore che unisce tutte le nazioni dai cui proven-gono i Distretti Soci dell´ALC. È un simbolo ditenace resistenza in condizioni difficili sulle mon-tagne alpine, simile all’uomo che le abita: fiorepovero in apparenza, ma nobile di sostanza”.Puoi raccontare la storia di questa coopera-zione?

    “ALC è nata negli anni 2010-2011 come pro-posta della Commissione MD per le RelazioniInternazionali, ideata dall’allora Presidente dellaCommissione PCC Luciano Aldo Ferrari e il suoSegretario, cioè il sottoscritto. Nel 2011-2012ALC viene proposta in sede dei relativi Con-gressi nei Distretti MD 111 Germania, 114 Au-stria, 102 Svizzera e 108 Italia. In seguito setteDistretti di queste nazioni deliberano l’adesionee i loro Governatori in carica firmano nell’aprile2012 a Trieste lo statuto e nel maggio 2013 aBressanone (Bolzano) l’atto di fondazione. Lelingue ufficiali sono l’italiano e il tedesco: la sedeè a Bolzano, nel Distretto 108Ta1. Alla fonda-zione di ALC parteciparono i distretti Ta1, Ta2del MD 108 Italy, Austria West e Austria Centrodel MD 114 Austria, Baviera Sud e Baviera Estdel MD 111 Germania, Svizzera Centro del MD

    104 Svizzera.Questi distrettirappresentanooltre 500 LionsClub e 18.000soci. Successi-vamente è en-trato a fareparte di ALC il

    Distretto 108Ta3 e altri Distretti han no chiestodi aderire”.Che cosa avete fatto in questi tre anni?

    “A noi piace essere concreti e ogni anno sup-portiamo un grande progetto, scelto in modo tra-sparente attraverso un concorso annuale fra idistretti membri di ALC. In particolare ogni di-stretto membro sceglie al suo interno un pro-getto/service che sarà proposto all’ALC. Nelcorso della riunione del board di ALC vienescelto a rotazione un progetto vincitore per annofra quelli presentati che viene successivamentesupportato da tutti i sette Distretti membri.

    ALC, lionismod’avanguardianell’integrazione

    tra i popoliOgni anno i sette distretti membri, appartenenti

    a quattro nazioni, supportano un grande progetto di service comune. Ce ne parla Albert Ortner, Segretario di Alpine Lions Cooperation

    Intervista a cura diMichele Serafini

    Past Presidentedel Consiglio dei Governatori

    Le lingue ufficialisono l´italianoe il tedesco,la sede è a Bolzanonel Distretto 108Ta1

  • Puoi indicare i service principali?“Nel 2012 a seguito dell’alluvione che ha col-

    pito la Baviera e l’Austria, ALC ha messo subitoa disposizione tutti i fondi disponibili per aiutarele persone in difficoltà. A seguito del devastanteterremoto del 2012 in Emilia Romagna, nel2013 abbiamo utilizzato il ‘ponte’ ALC tra ilMD108 e altri MD per cercare aiuti e sussidi allapopolazione colpita: un esempio è il service per

    la costruzione dellanuova scuola mediaa Finale Emilia, allaquale hanno parteci-pato Club dei variDistretti aderenti aALC.

    Nell’anno 2014abbiamo realizzato

    un service per giovani, ideato dal Distretto108Ta2. Questo service ha permesso a 14 gio-vani di età fra 18 e 26 anni di partecipare a dueviaggi distinti nel corso dei quali hanno potutovisitare i 7 distretti aderenti a ALC, studiandoaziende alpine all´avanguardia nell´ambito agra-rio-ambientale, raccogliendo idee per fondareun’impresa propria nel territorio, capace dicreare posti di lavoro con pochi mezzi propri, macon tanta fantasia e capacità personale”.

    Quali sono i progetti futuri?“Abbiamo deciso di realizzare un nuovo ser-

    vice: il ‘Cammino di Maria’. Si tratta di un sen-tiero che unisce le regioni delle Alpi e portaattraverso 28 tappe dalla Piazza di Maria a Mo-naco di Baviera fino alla chiesa di Santa Mariadella Salute a Venezia. Il sentiero tocca regionie zone rimaste isolate, con grandi difficoltà le-gate alla cronica mancanza di posti di lavoro edi sviluppo economico, ma anche luoghi digrande spiritualità. Sono zone segnate dallagrande guerra e dalla natura intatta. Le personesul sentiero aiuteranno a far conoscere le zonee i luoghi, portando un turismo rispettoso e unosviluppo sociale. Le persone sul sentiero svilup-peranno per se stessi benessere mentale e fi-sico, camminando secondo la prassi dell’ormainotissimo sentiero di Santiago de Compostela.Come ALC supporteremo grazie ai Lions Clubpresenti sul sentiero la ricerca sulla via e finan-zieremo l’edizione della nuova guida”. �

    Alpine Lions Cooperation – ALCSede e Segreteria: Via Leonardo da Vinci, 16

    39100 BolzanoUlteriori informazioni sono reperibili all’indirizzohttp://www.alpine-lions.org/

    28 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Tra le iniziativefuture unnuovo service: “Il Camminodi Maria”

    Albert Ortner, Segretario dell’ALC, e (a destra) Michele Serafini, Past Presidente del Consiglio dei Governatori

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 29

    L’edizione 2014/2015 del Campo Amicizia“Enrico Cesarotti” si è conclusa il 21 luglio,ed è stata ricca di emozioni. Responsabili,referenti ed officer hanno cercato di far cono-scere ai giovani ospiti i territori più significatividel Distretto 108L, sempretenendo in mente gli obiettivie gli scopi del Lionismo:creare e stimolare, attraversol’amicizia nata fra i parteci-panti, basi solide per la com-prensione fra culture diverse;coinvolgendo i Club nell’or-ganizzazione dell’ospitalità erafforzando i vincoli di collaborazione ed amici-zia fra loro, attraverso la condivisione di un mo-mento di confronto e convergenza nell’attua-zione degli scopi e dell’etica Lionistica.

    Gli officer hanno vissuto l’esperienza congrande trasporto ed entusiasmo dedicandosi to-talmente al service e cercando di lasciare ai ra-gazzi un ricordo affettuoso. In tutti è rimastal’emozione di aver fatto parte di un team vera-mente dinamico, vivace e costruttivo.

    I ragazzi hanno soggiornato in Campo e fa-miglia nelle tre regioni del Distretto; ogni giorno,accompagnati dagli officer–tutor si sono spostatinei luoghi più rappresentativi. Accolti dagli amiciLions sono stati calorosamente ricevuti ed ospi-tati da molti Club, ed hanno potuto ammirare egodere delle eccellenze artistiche, culturali, ar-tigianali e naturali del Distretto.

    Particolarmente significativa, durante tutte leescursioni, la costante presenza dei Club, il cuicontributo non è stato solo economico ma so-prattutto umano e di vicinanza relazionale neiconfronti dei ragazzi e, in alcuni casi, anche co-noscitivo in quanto ha permesso di far “toccarecon mano” le particolari produzioni artigianali ti-piche.

    Il 9 luglio, a Perugia, alla presenza del neo-Governatore Tommaso Se-diari, del PDG FrancescoMigliorini, “padre” e Diret-tore Emerito del Campo, del1° Vice Responsabile, Si-monetta Mariotti, dei Presi-denti dei Club PerugiaConcordia, Perugia Volum-nia, Augusta Perusia, del

    Rettore dell’Università per Stranieri, GiovanniPaciullo, di soci di vari Club, e degli officer, i ra-gazzi sono stati presentati, ciascuno con la pro-pria host family da Simonetta Mariotti, che ha

    Simonetta Mariotti Vice direttore responsabile

    PDG Maria Antonietta LambertiDirettore responsabile

    Campo Amicizia “E. Cesarotti”anno 2014-2015

    Corrado Costantini Responsabile per l’Umbria

    Un’emozionesempre forte, un ricordosempre vivo

    Ricca di pathosl’edizione 2014/2015

    del Campo Amicizia“Enrico Cesarotti”

    Il grande coinvolgimentodei Club delle tre regioniha caratterizzato il percorsodel Campo Giovani

  • 30 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Ragazzi di dodici nazioni hanno sperimentato dal vivocosa significa la comprensione fra culture diverse

  • consegnato loro una t-shirt di Umbria Jazz2015, offerta da Corrado Costantini.

    Il DG Sediari, ha rivolto ai ragazzi un calo-roso saluto, e ha ringraziato lo staff del Campo,i Leo, i Club coinvolti e le famiglie ospitanti che,con il loro impegno, hanno contribuito a realiz-zare uno dei più importanti service lionistici.

    Volati in terra sarda, accolti dai Club della VIe VII Circoscrizione – Selargius, Cagliari Karel,Cagliari Host, Cagliari Villanova, Villacidro,Quartucciu, Sassari Monte Oro e Alghero – i gio-vani ospiti sono stati salutati il 20 luglio duranteuna serata offerta dal neo Segretario Distret-tuale Sardegna, Roberto Targhetta, coadiuvatonella “logistica” dalla Referente della VI Circo-scrizione, Anna Giulia Solinas, alla presenza delDirettore Responsabile, PDG Maria AntoniettaLamberti.

    Anche a Roma molti Club sono stati prota-gonisti attivi e generosi, offrendo visite guidate,cene, pranzi e condividendo con i giovani ilclima di gioiosità ed amicizia che il loro arrivoaveva significato. Prezioso è stato il coordina-mento del Referente regionale Marisa Fusari,coadiuvata dagli officer. Ai ragazzi, tredici, pro-venienti da Brasile, Danimarca, Estonia, Finlan-dia, Inghilterra, Messico, Olanda, Russia,Spagna, Svezia, USA-Arizona e Taiwan, è stato

    consegnato dall’amica Evy Cesarotti un guidon-cino del Campo Amicizia e altri gadget duranteun amichevole e divertente convivio da lei orga-nizzato ed offerto, alla presenza del neo ViceGovernatore Eugenio Ficorilli e del 1° Vice Re-sponsabile.

    Alla fine del Campo, i giovani extra EU chehanno usufruito di un’ulteriore settimana di sog-giorno in famiglia, hanno proseguito il viaggio at-traverso le bellezze della città eterna, che “ognigiorno è luogo di compresenza di soggetti egruppi eterogenei sotto molti profili, caratteristicaesaltata dalla presenza di turisti, rifugiati, con-nazionali (…). Mentre in passato si riteneva chei legami di identità territoriale si potessero stabi-lire con un solo luogo, oggi l’incremento dellamobilità e la circolazione delle immagini ed in-formazioni consentono di entrare in contatto conpiù luoghi. È così possibile che si stabiliscanolegami affettivi multipli (magari diversificati perintensità e qualità emotiva) tra i soggetti e gliambiti territoriali, definendo così delle relazionidi multi-appartenenza” (da pag. 187 di Sociolo-gia delle Città, A. Mela, Ed. Carocci).

    Dalle testimonianze delle famiglie e dei gio-vani ospiti, il team del Comitato Campo Amicizia“Enrico Cesarotti” può ritenersi soddisfatto per ilraggiungimento di tale obiettivo. �

    Lionismo settembre-ottobre 2015 | 31

  • 32 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Campo Italia,seratada pelle d’oca

    Il messaggiodi 45 ragazzidi 40 nazioni diverseper stimolarelo spirito di pacee comprensionetra i popolidel mondo

  • Lionismo settembre-ottobre 2015 | 33

    Èuna domenica sera di fine luglio, in unanno che si annuncia record per le altetemperature raggiunte... Pelle d’oca! Macom’è possibile con questo caldo?

    Forti emozioni fanno reagire il folto pubblicopresente. I ragazzi del Campo Italia Lions 2015vogliono comunicare il proprio messaggio dipace agli intervenuti (Canale YouTube del Mul-tidistretto, guardate il video “2015 Campo ItaliaLions – Campana della pace2”).

    Lo scenario è dav-vero unico: Maria Do-lens, la campanadella pace di Rove-reto, ripristinata a curadei Lions italiani nel 1964,con i suoi rintocchi, ab-braccia e impreziosisce ilmessaggio dei ragazzi.

    Durante gli scampoli ditempo che hanno visto inostri giovani ospiti par-tire da Matera, risalire lapenisola e giungere a Ro-vereto, dove si è conclusala loro attività, sono riu-sciti a mettere inscena una toccantemanifestazione.Hanno lavorato allefigure, alla sceneg-giatura, al messaggioche volevano trasmettere. È que-sto un laboratorio fantastico, dav-vero unico, in cui 45 ragazzi di 40nazioni diverse lavorano assieme,si divertono, discutono, a volte anchein modo acceso, ma riuscendo sempre a trovareun modo semplice ed equilibrato di convivenzae di reciproco rispetto e comprensione.

    E in cabina di regia noi Lions con i nostri prin-cipi che piano piano diventano anche i loro.

    I movimenti cadenzati, il patchwork di colori,formato dalle bandiere degli stati partecipanti, lavoce di Pavarotti che ci rassicura - “all’alba vin-cerà...” – e ci fa sperare che la pace, alla fine,vincerà su tutto e su tutti. Ecco la pelle d’oca…

    È un messaggio tosto e se ci arriva da gio-vani di età compresa tra i 16 e i 21 anni, l’ottimi-smo non può che essere l’unico sentimentopossibile.

    I campi Lions, nati dall’entusiasmo di pochialla fine degli anni ’70, sono andati via via cre-scendo di numero ma soprattutto di importanzanei due decenni successivi. Abbiamo però do-vuto aspettare il Congresso di Trieste del 1999per vedere sancita e regolamentata l’attualestruttura del Campo Italia, che può essere defi-nito il campo dei campi, al quale si ispirano icampi distrettuali, sia estivi che invernali, per di-sabili e normodotati, per Leo o per ragazzi chenulla hanno a che fare con la nostra associa-zione, almeno fino a quel momento. Perché en-trare in contatto con il mondo Lions provoca unareazione spesso fantastica.

    Durante i 10-15 giorni di durata dei varicampi, che si ag-

    giungono ai 10-15giorni trascorsi infamiglia, i parte-cipanti, spesso

    provenienti da cul-ture diverse, abitu-

    dini e religioni diverse,razze diverse, riescono

    a capire quantopossa essere facile la

    convivenza.È proprio dalla con-

    sapevolezza che parte-cipare al programmascambi giovanili e aicampi per la gioventù,

    che la nostra asso-ciazione promuovedal lontano 1961,lascia un segno in-

    delebile nella mag-gior parte dei parteci-

    panti, energia positiva cheoccorre non disperdere.

    I ragazzi, che hanno co-nosciuto il lionismo, parteci-

    pando a queste iniziative, sono unterreno fertilissimo per far nascere nuovi LeoClub o per rinforzare quelli esistenti.

    Se si considera che ogni anno oltre 300 ra-gazzi partono dall’Italia per i 5 continenti e cheda tutto il mondo quasi altrettanti ne arrivano inItalia, ospiti nei 17 campi italiani, sono quasi 600i giovani che annualmente possono diventareambasciatori di valori importanti. Se poi consi-deriamo, che solamente in Italia, attorno a loro,si muove uno stuolo di 400/500 famiglie che col-laborano come host families, accogliendoli incasa propria, il numero delle persone “contami-nate dal lionismo” assume rilievi davvero rile-vanti.

    Loris BaraldiYouth Camp and Exchange Supervisor

    MD 108 Italy

  • 34 | settembre-ottobre 2015 Lionismo

    Sapete qual è la percentuale di partecipa-zione dei soci Lions, dei Leo o dei ragazzi ap-partenenti a famiglie Lions? Siamo al di sottodel 10%.

    Questo significa che gli scambi giovanili e icampi per la gio-ventù sono an -che un veicoloformidabile perfar conoscere lanostra associa-zione al mondoesterno.

    Un’annotazio -ne specifica e una sottolineatura meritano icampi disabili sostenuti dai Lions.

    Forse siamo l’unico paese al mondo che puòannoverare un campo nazionale e due espe-rienze distrettuali. Il Campo Italia Disabili ha ini-ziato quest’anno il proprio triennio di attività in

    Sicilia dopo diversi anni trascorsi a Domodos-sola. L’entusiasmo della “gente del sud” ha con-tam