IL MARE MODELLA LE COSTE -...
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L’azione erosiva del mare sulle falesie può portare alla formazione di grotte; nel caso dei promontori la
roccia può essere scavata da parte a parte; si formano archi naturali che, con il progredire dell’erosione, sono
soggetti a crollo; rimangono allora torrioni di roccia chiamati faraglioni oppure scogli, isolati dalla costa.
Tra le coste alte originate da variazioni del livello del mare si citano:
1. I fiordi, strette e profonde insenature, lunghe anche più di 100
km, che si sono formate per sommersione di antiche valli glaciali
invase dal mare; hanno la tipica forma a "U" e sono numerose in
Norvegia;
2. Le coste a rìas sono tipi di coste notevolmente articolate,
caratterizzate dall'alternarsi di profonde insenature, quali baie,
golfi, cale, prominenze rappresentate da punte, capi e penisole.
Sono frequenti le isole e gli scogli. La causa determinante è una
ingressione marina che penetra negli estuari e nelle valli fluviali
dal tipico profilo trasversale a V. La variabilità delle forme deriva
dalla presenza di tratti di costa facilmente erodibili e di tratti più
resistenti e dall'andamento trasversale o longitudinale delle
strutture tettoniche. Coste di questo tipo sono quelle della
Liguria, della Galizia spagnola, della Corsica occidentale, Grecia
centromeridionale.
LE COSTE BASSE
Le coste basse sono il risultato della deposizione di detriti trasportati dal moto ondoso e dalle correnti; I
detriti comprendono quelli prodotti dall’erosione marina delle coste rocciose e soprattutto quelli trasportati dai
fiumi in corrispondenza dei delta fluviali.
La forma più caratteristica, anche se non esclusiva, delle coste basse è la spiaggia (è frequente la presenza
di spiagge anche tra le insenature delle coste alte, dove I’azione delle onde e delle correnti è più attenuata).
Le spiagge sono costituite da materiale detritico sciolto, formato da sabbia e ghiaia che si muove di
continuo per effetto del moto ondoso e delle correnti litoranee che si generano in seguito a tale moto. ll tratto di
spiaggia dove si frangono le onde è la battigia: qui l’acqua compie un continuo movimento di risalita verso terra
(flutto montante) e uno di discesa verso il mare (risacca).
Le onde non sono quasi mai
perfettamente parallele alla linea di
costa, ma si presentano con una certa
inclinazione: di conseguenza la
direzione del flutto montante è obliqua
rispetto alla spiaggia, mentre quella
della risacca è perpendicolare. La
combinazione dei due moti determina
un trasporto della sabbia (trasporto
litoraneo), con un andamento detto “a
dente di sega".
In pratica la sabbia viene continuamente erosa in un tratto e rideposta in un tratto successivo; inoltre,
sempre a causa dell’inclinazione delle onde, si producono delle deboli correnti parallele alla riva (correnti
litoranee) che trasportano in sospensione particelle di sabbia; infine, quando il moto ondoso è accentuato, si fa
sentire l’effetto anche di correnti dirette verso il largo.
In certe situazioni i sedimenti vengono trasportati in mare e deposti a una certa distanza dalla riva, dove si
accumulano progressivamente fino a emergere formando un cordone litoraneo o lido, una lingua di sabbia
parallela alla linea di costa: se un cordone litoraneo chiude un’insenatura, lasciando solo stretti passaggi di
comunicazione con il mare, si forma una laguna, di cui un esempio molto noto è la laguna di Venezia; se il
cordone litoraneo è ininterrotto, impedendo ogni comunicazione con il mare, si formano laghi costieri (ne sono
esempi i laghi pugliesi di Varano e di Lesina).
In altri casi si sviluppano cordoni sabbiosi, detti tomboli, che uniscono alla terraferma isole vicine alla costa,
trasformandole in penisole.
In generale, le coste basse sono soggette a
una naturale evoluzione nel tempo, risultato
dell’azione combinata del moto ondoso, delle
correnti e dei fiumi i quali riforniscono il mare di
sedimenti.
Se complessivamente l’erosione prevale sulla
deposizione si avrà un arretramento della spiaggia;
viceversa si avrà un suo avanzamento. L’attività
umana può influenzare in modo rilevante
l’equilibrio tra accumulo ed erosione, soprattutto
favorendo quest’ultimo processo.
Un tipo particolare di coste basse sono le scogliere coralline, presenti nelle calde acque tropicali poco
profonde. Sono, come sappiamo, imponenti costruzioni formate dall’accumulo degli scheletri costituiti da
carbonato di calcio di coralli, cementati dalle secrezioni di alcuni tipi di alghe che li trasformano in strutture
calcaree rigide, in grado di resistere all’impatto delle onde.
Si distinguono in:
• frange coralline o scogliere marginali, quando sono molto vicine o direttamente unite alla costa,
come accade spesso intorno a isole oceaniche;
• barriere coralline quando si formano parallelamente alla costa, separate da questa da lagune: la più
estesa è la Grande Barriera lungo le coste orientali dell’Australia;
• atolli, che sono scogliere coralline dalla tipica forma ad anello che racchiude al proprio interno una
laguna poco profonda; la spiegazione dell’origine degli atolli si basa su un’ipotesi, tuttora ritenuta
valida, proposta da Charles Darwin nel 1840. Gli atolli deriverebbero da frange coralline formatesi
intorno a isole vulcaniche, una volta cessata l’attività eruttiva; in seguito allo svuotamento della
camera magmatica, l’isola sprofonderebbe gradualmente nel corso di millenni, fino a inabissarsi
completamente, mentre i coralli continuerebbero a crescere verso l’alto formando una scogliera
emergente a forma di anello, intorno a una laguna bassa centrale.
EVOLUZIONE DI UNA COSTA FRASTAGLIATA
Possiamo riassumere l’azione che il
mare esercita sulla configurazione delle coste
con un modello rappresentato nella figura,
che mostra le principali modificazioni che
subisce una costa che inizialmente si presenti
irregolare, cioè molto frastagliata.
Mentre l’azione erosiva delle onde sui
promontori dà origine a falesie, i sedimenti,
anche quelli di provenienza fluviale, sono
trasportati lungo la costa: questo materiale in
parte viene depositato nelle baie formando
spiagge, in parte va a formare frecce
litoranee e cordoni litoranei.
Si osservi come la linea di costa tenda a una certa “rettificazione”; proseguendo nel processo, la costa verrà
alla fine ad assumere un profilo lineare.
L’EROSIONE DELLE SPIAGGE IN ITALIA
Le coste italiane, tra terraferma e isole, hanno uno sviluppo di circa 8350 km; di queste, circa 3600 km sono
costituite da spiagge, che per un terzo, circa 1200 km, sono decisamente in erosione, con arretramenti medi
superiori ai 25 m negli ultimi 50 anni; a questa stima, che pone l’Italia tra i Paesi a più alto rischio di erosione
costiera in Europa, è giunto il Servizio di Difesa delle Coste, attivo nell’ambito dell’Agenzia per la Protezione
dell’Ambiente.
Le regioni più colpite sono la Sicilia, con 313 km di coste in erosione, la Calabria, con 208 km, la Puglia (127 km), la
Sardegna (107 km), il Lazio e la Toscana con rispettivamente 63 km e 60 km. Rispetto alla lunghezza delle coste, la
maggiore percentuale di arenili in arretramento è quella delle Marche con il 39% dei litorali regionali, seguita
dalla Basilicata (38%), Molise (35%), Calabria (32%).
Al danno ambientale si aggiunge quello economico, per centinaia di milioni di euro l’anno, legati alla perdita di
attività turistiche. Sempre negli ultimi 50 anni, in Italia ben 54 km2 sono stati soggetti a erosione significativa e il
bilancio complessivo tra le aree in arretramento e quelle in avanzamento è negativo, con una perdita definitiva di
territorio costiero di circa 5 km2. Interi arenili sono scomparsi o sono fortemente arretrati e il fenomeno
dell’erosione appare destinato ad aggravarsi nel futuro.
Le cause della continua erosione delle coste vanno ricercate in parte nelle variazioni del livello del mare, risalito di
oltre 100 m negli ultimi 16.000 anni (si sta tuttora innalzando di circa 1 mm all’anno); in parte prevalente,
tuttavia, i fenomeni erosivi sono da collegarsi soprattutto a interventi dell’uomo, spesso dissennati, quali:
• urbanizzazioni lungo i corsi dei fiumi;
• cementificazione degli argini;
• estrazioni ghiaia e sabbia dagli alvei fluviali, in particolare del Po;
• disboscamenti;
• costruzioni di dighe senza senza adeguate valutazioni di impatto ambientale.
Ciò ha fortemente ridotto la capacità dei fiumi di trasportare sedimenti al mare, fondamentale per il
mantenimento del naturale e delicato equilibrio delle aree costiere e soprattutto delle spiagge. Tali cause
primarie sono state aggravate dall’urbanizzazione delle coste spesso incontrollata e dalla costruzione scriteriata di
opere di “difesa” che hanno provocato danni maggiori di quelli che volevano evitare. Inoltre, alcune tecniche di
pesca praticate soprattuto nel recente passato non hanno tenuto conto di alcuni fondamentali ecosistemi marini
tipici del Mediterraneo, come le praterie di posidonia (un’erba tipica dei fondali sabbiosi).
L’uso delle reti a strascico, gettate troppo vicine alle linee di costa, ha distrutto molte di tali praterie che, oltre a
costituire un habitat ideale per molti organismi marini, contribuiscono in modo rilevante a “fissare” i fondali e di
conseguenza a proteggere le spiagge, attenuando il moto ondoso.
Tra gli interventi immediati più efficaci per contrastare l’erosione delle spiagge vi è quello che prevede riporti di
sabbia, ricorrendo prioritariamente all’impiego di sabbia sottomarina e installando barriere di difesa frangiflutti
che tengano conto della dinamica costiera locale.
GU IDA AL LO STUD IO
1. In quale tipo di coste e attraverso quale meccanismo si formano le falesie?
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2. Che cosa sono i fiordi?
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3. In quale tipo di coste e in che modo si originano le spiagge?
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4. Come si forma una laguna?
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5. Che cos’è un tombolo?
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6. Sono classificate come coste basse:
a. fiordi
b. falesie
c. scogliere coralline
d. coste a rias
7. Completa le seguenti frasi scrivendo i termini opportuni.
a. Movimenti del mare non provocati dal vento ...........................................................................................
b. Le onde generate per azione diretta del vento .........................................................................................
c. Si formano quando la cresta di un’onda, a causa del vento, si rovescia
in avanti schiumeggiando ..........................................................................................................................
d. Movimento di ritorno al mare di un’onda dopo che si è rovesciata su una spiaggia ................................
e. La Corrente del Golfo è un esempio di corrente superficiale ....................................................................
f. La direzione di una corrente superficiale è influenzata dalla forza di .......................................................
g. Dislivello tra l’alta e la bassa marea ...........................................................................................................
h. Le maree di massima ampiezza si verificano quando il Sole, la Terra e la Luna
si trovano ...................................................................................................................................................
i. Tratto di spiaggia dove si frangono le onde ...............................................................................................
j. Cordone sabbioso che unisce un’isola alla terraferma ..............................................................................
8. Le acque marine modellano i litorali attraverso tre processi:
a. .............................................. che ha azione distruttiva
b. ..............................................
c. .............................................. che ha azione costruttiva.
9. Le coste si dividono in:
a. .............................................. in genere rocciose
b. .............................................. in genere sabbiose
10. Qual è il principale fattore di erosione delle coste alte? Come viene definito?
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