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Il Manuale del candidato
Una guida passo passo su cosa fare in campagna
elettorale
MARCO VENTURINI
www.marcoventurini.org
MARCO VENTURINI
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Copyright © 2019 di Marco Venturini
Codice ISBN: 9781092831567
Seconda edizione 2019
www.marcoventurini.org
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non
autorizzata.
Per contattare l’autore e/o richiedere autorizzazione alla
pubblicazione, duplicazione e riutilizzo dell’opera o di
sue parti scrivere a
A Sonia
MARCO VENTURINI
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CONTENUTI
1 COME ENTRARE IN POLITICA3 strategie valide per ogni caso e gli errori da evitare 2. COME SCRIVERE LO SLOGAN ELETTORALE 3 IL COMIZIO: COME SI SCRIVE UN DISCORSO ELETTORALE 4 COME CONQUISTARE LA FIDUCIA DEGLI ELETTORI: METTICI LA FACCIA 5 COME CREARE I MANIFESTI ELETTORALI 6 COME CREARE VOLANTINI ELETTORALI EFFICACI 7 COME FARE SANTINI ELETTORALI EFFICACI 8 COME VINCERE UN DIBATTITO IN TV 9 COME USARE I SOCIAL NETWORK IN CAMPAGNA ELETTORALE 10 COME USARE FACEBOOK IN CAMPAGNA ELETTORALE 11 COME FARE PUBBLICITÀ SU FACEBOOK IN CAMPAGNA ELETTORALE 12 COME USARE INSTAGRAM IN CAMPAGNA ELETTORALE 13. BLOG: COME CREARE UNA COMMUNITY
ONLINE 14. COME FARE IL PORTA A PORTA IN MODO EFFICACE 15. UN ULTIMO CONSIGLIO MOLTO IMPORTANTE
IL LIBRO
Il Manuale del candidato – una guida passo passo su cosa fare in
campagna elettorale è il primo libro che fornisce ai candidati alle
elezioni di ogni livello (comunali, regionali, parlamentari ed
europee), sia esperti che alle prime armi, tutte le informazioni
necessarie per condurre una campagna elettorale al meglio delle
proprie possibilità, ottenendo il loro miglior risultato possibile.
Spesso non è chi ha più soldi o chi conosce più persone a
vincere le elezioni, ma chi conosce meglio la comunicazione
politica, le strategie e gli strumenti di campagna elettorale.
È proprio ciò di cui parla questo libro. Insieme all’esperto di
comunicazione politica Marco Venturini, il candidato potrà
comprendere le leve psicologiche dietro la scelta dell’elettore,
ed utilizzarle al meglio nei propri comizi e materiali elettorali.
Vedrà come usare insieme sia gli strumenti tradizionali, come i
volantini, i santini, i manifesti, la carta stampata e la tv; sia
quelli digitali, come i social network.
Un’opera ricca di esempi pratici e di dati provenienti da
prestigiose ricerche e dall’esperienza sul campo.
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L’AUTORE
Marco Venturini è un esperto e consulente in comunicazione
politica.
Ha collaborato con tutti i maggiori partiti e movimenti politici
italiani.
Scrive in qualità di esperto di comunicazione politica e
campagne elettorali sui blog di importanti testate come Il Fatto
Quotidiano e l’Huffington Post.
È giornalista pubblicista ed è stato ospite di varie trasmissioni
per analisi sulla comunicazione politica.
È scrittore per Sperling & Kupfer (gruppo Mondadori) e forma
ogni anno centinaia di persone, in privato, online e in aula,
aiutandole a comunicare in modo efficace.
PREFAZIONE DELL’AUTORE
Questo è il 1° manuale italiano per i candidati alle elezioni
politiche. Perché finora non è mai stata pubblicata una guida
passo passo per chi vuole vincere le elezioni politiche?
Il motivo è semplice ed è la storia a dircelo: le informazioni che
permettono di raggiungere il potere vengono sempre nascoste
alle masse.
Almeno all’inizio.
Fin dagli albori della Storia, la Bibbia, i segreti dell’Ermetismo,
la geometria e tutte quelle conoscenze che potevano garantire
un vantaggio a chi ne era in possesso, nei confronti di chi ne
era tenuto all’oscuro, sono state tenute nascoste da piccoli
gruppi elitari attraverso lingue poco note, codici, società
segrete, ordini e albi esclusivi. Alcuni dei quali sopravvivono
ancora oggi.
Tuttavia, ogni volta che uno di questi testi è stato finalmente
rivelato alle masse, reso facilmente accessibile a tutti da qualche
da qualche ribelle all’intero di queste congreghe, gli originali
detentori del potere non hanno perso affatto la loro dominanza
sulle masse.
Com’è possibile?
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Il motivo è che il vero merito delle élite non consiste nel
detenere alcune informazioni esclusive, ma nel comprenderne
il potere.
La massa, pur avendo accesso ad un’enorme quantità di
informazioni, per esempio grazie ad Internet, raramente ne
comprende il valore.
Chi nella Storia ha raggiunto il potere dunque non è chi ha
avuto accesso ad una conoscenza di valore, ma chi ha saputo
riconoscere il valore di quella conoscenza.
Leggendola, studiandola, facendone tesoro e infine mettendola
in pratica.
Sono profondamente convinto di questo. E sono un profondo
sostenitore della condivisione della conoscenza.
Nell’era di Internet mi stupisce che qualcuno confidi ancora
nei segreti. Allo stesso tempo, mi stupisce che così tante
persone non comprendano il potere racchiuso in certe
informazioni facilmente accessibili.
È per questo che ho deciso di scrivere questo libro e di
renderlo facilmente accessibile a tutti.
La verità è che questo manuale sarà letto da migliaia di persone,
ma solo qualche decina di loro ne farà tesoro,
comprendendone il reale valore e mettendolo in pratica.
Tu sarai uno di quelli?
Dipende solo da te. Il fatto che tu stia leggendo questo libro
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gioca a tuo vantaggio.
Infatti solo il 28% delle persone legge un e-book. Di più:
quando un e-book è gratuito, la percentuale di chi ne completa
la lettura crolla drasticamente. È così bassa che non abbiamo
dati precisi.
Quindi, sei già a buon punto. Ora devi solo proseguire e
terminare la lettura.
Prima però voglio darti un avvertimento.
Questo libro ti farà raggiunger il tuo obiettivo alle prossime
elezioni a cui sei candidato solo se non troverai scuse ridicole
per non metterlo in pratica, come: nella mia zona funziona
diversamente.
Devi sapere infatti che tutte le tecniche usate da chi vince le
elezioni in Italia, come negli Stati Uniti d’America, in Francia e
in tutto il resto del mondo, che siano nazionali o comunali,
non sono basate su fattori razionali, ma sull’istinto e
sull’inconscio delle persone.
Attraverso precise leve psicologiche che vedremo nel dettaglio
in questo manuale, i partiti o movimenti conquistano la fiducia
dell’elettore.
Successivamente l’elettore inizia a leggere notizie e a parlare
con altre persone alla ricerca di conferme dell’idea iniziale che
si è fatto.
Alla domanda: perché hai votato per quel candidato? Il
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cittadino risponderà elencando una serie di motivi razionali,
logici, condivisibili. Ma la realtà è che questi motivi li ha cercati
solo dopo aver deciso inconsciamente per chi votare.
Come spiega il premio Nobel per l’economia nel 2012 Daniel
Kahneman e autore del libro Pensieri lenti e veloci, molte
decisioni, comprese quelle elettorali, vengono dalla nostra parte
emotiva, non da quella logica.
Quindi, che tu sia il candidato alle elezioni amministrative di un
piccolo o di una grande città, o il candidato presidente di una
regione, oppure che tu sia candidato in Parlamento o se stai
puntando alla Presidenza del Consiglio sappi che ti stai
rivolgendo ad esseri umani, i quali hanno lo stesso istinto, gli
stessi bisogni e paure che hanno i loro simili in tutto il mondo.
Te compreso.
I principi illustrati in questo manuale sono validi per tutti i
contesti. È la loro applicazione che cambia. È proprio
sull’applicazione delle tecniche che ti illustrerò in questo
manuale che farai la tua parte.
Ma stai tranquillo, per applicare questi principi al tuo contesto
ti guiderò passo passo, attraverso una serie di domande precise
e di analisi che faremo insieme.
Cominciamo.
Marco Venturini,
Roma, 10 maggio 2017
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NOTA DELL’AUTORE ALLA SECONDA EDIZIONE
La comunicazione politica è in continua evoluzione. Il
consiglio che do sempre a candidati e comunicatori politici è
quello di aggiornarsi almeno una volta l’anno sulle evoluzioni
del settore. Ho dato a chi segue il tema della comunicazione
politica la possibilità di farlo gratuitamente iscrivendosi al mio
gruppo Facebook “Élite Communication Project”.
Puoi accedere anche tu da qui:
https://www.facebook.com/groups/elitecommunicationproje
ct/
In questi mesi ho ricevuto centinaia di testimonianze di come
questo libro, “Il Manuale del Candidato” abbia cambiato la
carriera e dunque la vita di molti. Ringrazio tutti i miei lettori
per i graditi complimenti e ringraziamenti che mi hanno
rivolto. Ho pensato quindi che, oltre a pubblicare
aggiornamenti sul gruppo Facebook, era doveroso pubblicare
una nuova edizione, con capitoli aggiuntivi ed aggiornati, di
questo Manuale.
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È quella che hai davanti ai tuoi occhi.
Cosa c’è di nuovo in questa edizione?
• Un capitolo iniziale per coloro che ancora non sono entrati in politica ma stanno pensando di farlo
• Un importante aggiornamento sul porta a porta
• Un nuovo capitolo sulle inserzioni Facebook
• Il ruolo di Instagram nella politica
Nei mesi precedenti a questa ristampa, tutto ciò che è scritto su
questo Manuale si è dimostrato efficace ed attendibile in vari
contesti (elezioni comunali, regionali e nazionali), così come
hanno trovato conferma le mie previsioni postate nel gruppo
Facebook. Dico questo non per autocelebrazione ma per
spronarti a fare tesoro delle informazioni che trovi in queste
pagine.
Non mi resta che augurarti buona lettura ed una soddisfacente
carriera politica, per te e per coloro che amministrerai.
Roma, 12 marzo 2019
L’autore
Marco Venturini
1 COME ENTRARE IN POLITICA
3 STRATEGIE VALIDE PER OGNI CASO E
GLI ERRORI DA EVITARE
Se stai riflettendo sull’eventualità di entrare in politica, sappi
che da come ti comporterai in questa fase dipenderà gran parte
del tuo successo da candidato.
Ciò che molti non sanno infatti è che una candidatura si
prepara mesi, addirittura anni, prima dell’elezione a cui stai
puntando.
Negli Stati Uniti chi medita di candidarsi alla presidenza inizia
la sua campagna due anni prima, ma con ulteriore anticipo
inizia il suo attivismo politico. Sapevi per esempio che Donald
Trump lavora alla sua candidatura dalla fine degli anni ’80?. C’è
un video che trovi online in cui ne parla con la celebre
conduttrice americana Oprah Winfrey. Se, come ho fatto io,
studierai la storia di Trump dagli albori, scoprirai che ad ogni
elezione da allora tastava il terreno per capire se candidarsi o
meno.
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Qui non siamo in America, è vero, ma questo esempio serve a
trasmetterti la mentalità di chi in questo settore vince
veramente.
Quanto tempo prima occorre preparare la propria
candidatura in Italia?
Distinguiamo due momenti distinti che hanno logiche diverse.
La campagna elettorale e la preparazione della candidatura.
Partiamo dalla prima. Poi ci dedicheremo alla seconda.
L’errore più comune che vedo fare è quello di iniziare una
campagna elettorale uno, due, massimo tre mesi prima delle
elezioni.
In base alla mia esperienza a tutti i livelli sul territorio italiano
da Nord a Sud posso darti una tabella precisa del periodo
precedente alle elezioni in cui devi iniziare a fare campagna
elettorale.
I due fattori da considerare sono la tua notorietà e la grandezza
del collegio elettorale.
• Elezioni comunali da sconosciuto: inizia la campagna 6 mesi prima del voto
• Elezioni regionali da sconosciuto: inizia la campagna 12 mesi prima del voto
• Elezioni politiche (nazionali) da sconosciuto: inizia la campagna 2 anni prima del voto
Se sei stato già eletto in passato in un ruolo politico allo stesso
livello al quale ambisci per la rielezione, dunque non sei un
perfetto sconosciuto, puoi dimezzare i tempi descritti sopra.
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Questi sono i tempi relativi alla campagna elettorale, ovvero
alle attività di comunicazione (propaganda) di un soggetto che
ha dichiarato apertamente la sua volontà di candidarsi ad un
determinato ruolo con un determinato schieramento politico
anche se ancora non del tutto definito.
Ma come si fa a venire candidati da una lista?
Trovare un posto di primo piano in una lista politica non è
affatto facile. A ridosso delle elezioni sono in molti a volersi
candidare con le liste favorite. Le liste che al contrario hanno
problemi nel reclutare i candidati e arrivano ad imbarcare
chiunque sono di solito le liste perdenti in partenza, con le
quali ti sconsiglio di candidarti.
Vediamo allora come entrare in una lista vincente in qualità di
candidato di punta.
Le 3 strategie più efficaci per procurarsi una candidatura
Di seguito ti illustro le tre strategie migliori per entrare in
politica, ovvero per essere candidati da un partito o una lista
civica di qualità con ottime possibilità di raggiungere il tuo
obiettivo politico. Ognuna di queste strategie, come vedrai,
richiede delle attività che vanno attuate con mesi o anni di
anticipo rispetto alla campagna elettorale.
Partiamo dalla prima strategia, la più semplice.
1 - Farsi candidare alle elezioni da una lista esistente
Quello di entrare in un partito o movimento (che da ora
chiameremo “lista”) esistente e già operante sul territorio è lo
scenario più ambito dagli aspiranti candidati.
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In questo caso il tuo obiettivo è quello di farti notare dalle liste
locali e farti chiamare, o letteralmente corteggiare, per entrare
da loro.
Partiamo dal primo presupposto: in politica conta il numero di
persone che sei in grado di influenzare.
Per essere scelto come candidato in una lista devi quindi
mostrare di avere numeri più grandi degli altri potenziali
candidati, in termini di persone che sei in grado di raggiungere
ed influenzare con il tuo messaggio.
3 modi per mostrare i tuoi numeri
1. Fai crescere il tuo account social: il modo più semplice per impressionare chi fa le liste è costruire una pagina Facebook che abbia più follower, like e commenti dei tuoi concorrenti all’interno della stessa area politica. Più avanti nel Manuale vedrai come costruire una community in politica.
2. Frequenta associazioni locali, iniziando a farti conoscere come attivista politico. Ricorda che le persone votano solo coloro di cui si fidano. Come dico sempre: ci fidiamo di chi conosciamo, mentre abbiamo timore dello sconosciuto. Partecipando alle iniziative delle associazioni locali il tuo nome girerà e sarai identificato come persona impegnata socialmente. Pubblica foto e video degli eventi a cui partecipi.
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3. Organizza tuoi eventi. Quando avrai una cerchia di persone attive sui temi sociali, inizia ad organizzare eventi come presentazioni di libri o conferenze su quegli stessi temi sociali e pubblica sui social le foto della sala piena. Se chi fa le liste vedrà che sei in grado di mettere un bel numero di persone sedute in una sala, capirà che sei diventato politicamente influente sul territorio e ti corteggerà per entrare in lista.
Veniamo alla seconda strategia.
2 - Iscriversi ad un partito specifico e partire da militante
facendo carriera
Se a differenza del punto precedente non vuoi salire sul carro
del vincitore, qualunque esso sia, ma hai una tua identità
politica precisa, allora non vorrai essere chiamato da chiunque,
ma vorrai entrare in una lista specifica.
La credenza è italiana e non solo è quella che la politica sia un
covo di corrotti e raccomandati. La verità è che, al contrario, la
politica è più meritocratica di quanto si creda. Il motivo non è
la buona fede dei politici, ma il fatto che ciò che conta sono i
voti. E i voti li danno i cittadini, non i politici. Dunque, se vali,
un posto in politica per te ci sarà sempre. Ci sono anche le
raccomandazioni, certo, ma nessun partito farebbe una lista di
soli raccomandati. Servono anche persone carismatiche in
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grado di attrarre voti. Dunque c’è sempre una buona dose di
meritocrazia anche nei partiti più corrotti (come c’è sempre
una dose di raccomandazioni in quelli più onesti).
Dunque evita la via del ruffiano, non cercare di farti amico
qualche politico locale facendogli dei favori. I lacchè sono i
primi ad essere traditi. Inoltre dipendere da qualcun altro in
politica non garantirà la tua libertà e la tua carriera.
La via migliore per essere candidati in un partito o movimento
esistente è quella di fare carriera al suo interno.
Ogni partito è scalabile. Ho fatto centinaia di consulenze a tutti
i partiti italiani e ti assicuro che ogni partito è scalabile, cioè
permette a chi merita veramente e non cerca scorciatoie di
arrivare ai suoi vertici ed essere un candidato.
I 3 passi per scalare un partito dal basso verso i vertici
1 - Iscriviti ad un partito o movimento politico e al relativo
circolo locale: che si tratti di una tessera o di un’iscrizione
online, falla, perché in politica questo conta. Poi cerca online il
circolo o Meetup locale di quel gruppo politico ed iscriviti.
2 - Frequenta assiduamente le riunioni del partito organizzate
dai militanti e partecipa ai banchetti e alle iniziative. Non ce ne
sono? Organizzale tu stesso. Questo ti metterà in luce davanti
ai membri del partito. Non occorre organizzare grandi
manifestazioni. Bastano banchetti in piazza, raccolte firme e
volantinaggi.
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3 – Sii costante negli anni. La politica attira molti, il lavoro no.
La maggior parte di coloro che tenta la scalata rinuncia nel giro
di un anno. Vorrebbero tutto e subito, ma non è così che
funziona negli ambienti che hanno un reale impatto nella
società. Io ti assicuro che se continuerai anche solo per un
anno a frequentare gli incontri e a partecipare alle iniziative sul
territorio rientrerai sicuramente fra i candidati alle elezioni del
tuo partito.
Veniamo al terzo metodo, il più duro.
3 - Fonda il tuo partito
Se non ci sono liste che ti convincono sul tuo territorio o se
sono loro a non volerti, l’ultima strada è quella di fondare la tua
di lista.
Questa è la più difficile ma, soprattutto in piccole realtà, è
percorribile. Richiede le capacità e la costanza descritti sopra,
con tre differenze importanti.
1 – Verifica il tuo posizionamento
In politica non esistono vuoti, ma non esistono neanche
sovrapposizioni. In parole semplici significa che due partiti che
parlano degli stessi problemi, alle stesse persone, non hanno
ragione di esistere perché si ruberanno voti a vicenda
rimanendo entrambi secondari. Se invece individui un vuoto
nella tua zona, ovvero la mancanza di una realtà politica che
risolva specifici problemi molto sentiti dai cittadini del
territorio, allora può avere senso fondare un nuovo partito che
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parli proprio di quei temi.
2 – Dovrai rendere famosa la tua lista oltre a te stesso
La seconda difficoltà insita nel fondare una propria lista sta
nella notorietà di cui la stessa ha bisogno per essere degna di
fiducia da parte degli elettori. Se ti candidi con una lista famosa,
dovrai occuparti solo della tua notorietà. Ma se fondi un partito
da zero, allora dovrai dare una struttura ideologica ed una fama
al suo simbolo tale da essere considerato un progetto su cui
investire il proprio voto.
3 – Dovrai trovare dei candidati
La credibilità della tua lista ti servirà anche per il terzo punto
fondamentale, ovvero quello di reclutare altri candidati per
completare la tua lista. Le persone accettano di mettere la
faccia e raccogliere voti solo all’interno di progetti che
considerano solidi. Non sottovalutare questo aspetto o ti
troverai ad avere lavorato molti mesi scoprendo, solo poco
prima delle elezioni, di non essere in grado di presentarti
perché non hai abbastanza membri in lista.
Queste sono le tre strategie per entrare in politica.
Adesso che conosci il lavoro da fare prima della tua
candidatura, procediamo con il resto del nostro Manuale per
scoprire in che modo riuscirai ad attrarre i voti necessari ad
entrare nelle istituzioni e completare il tuo obiettivo.
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2. COME SCRIVERE LO SLOGAN ELETTORALE
Trovare il giusto slogan politico per una campagna
elettorale comunale, nazionale, regionale o di qualunque sorta
può fare letteralmente impazzire candidati e staff. Perché tutti
sanno che lo slogan elettorale giusto può portare al successo in
campagna, mentre sbagliare slogan condanna in molti casi alla
sconfitta.
In realtà esiste un preciso metodo per trovare il migliore
slogan elettorale per la tua campagna. Un metodo
utilizzato ai grandi tavoli delle campagne elettorali e dai migliori
comunicatori politici.
Non seguire il metodo giusto, oltre a far perdere tempo, porta
sempre a commettere l’errore principale di chi cerca uno
slogan per la propria campagna: i giochi di parole.
Ho collaborato a diverse campagne elettorali nel mio lavoro
di consulente in comunicazione politica, inoltre frequento altri
comunicatori che collaborano con ogni partito, a tutti i livelli.
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Ne abbiamo viste di tutti i colori.
Le assurdità che ho sentito durante i brainstorming alla ricerca
dello slogan magico mi hanno fatto venire spesso voglia di
alzarmi e abbandonare la stanza.
Sono duro? È per il tuo bene: uno slogan elettorale non si
trova attraverso un brainstorming, ma attraverso l’analisi. Non
con la fantasia, ma con i dati.
Certo, un po’ di creatività ci vuole, ma solo alla fine, quando
avrai tutti gli indizi che ti permetteranno di andare sul sicuro
e di trovare il tuo slogan vincente, sia che tu stia correndo
per le elezioni amministrative o per elezioni di altro tipo.
Perché ce l’ho tanto con i giochi di parole? Perché i giochi di
parole che hanno a che fare col nome del candidato, oppure
con doppi sensi a sfondo sessuale, oppure in rima, sono slogan
perdenti. È la storia a dircelo.
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Esempio di un gioco di parole con allusione sessuale
Molti – anche giornalisti - che di comunicazione politica non
sanno (legittimamente e senza alcuna colpa) nulla, si sono
entusiasmati per esempio per lo slogan di Bernie Sanders, il
candidato democratico che sfidava Hillary Clitnon.
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Lo slogan del candidato di sinistra Bernie Sanders era: feel the bern,
in italiano “Senti che brucia”.
Il gioco di parole è tra Burn e Bern(ie), che in inglese si
pronunciano uguale.
Un gioco di parole, sì, simpatico, ok, ma stiamo partecipando
ad una gara a chi fa più sorridere o a chi convince di più?
Lo slogan è piaciuto a tutti. Ma nessuno ha votato per
Sanders. Un fallimento totale.
Gli slogan di maggior successo nella storia non sono frasi
simpatiche, in rima o giochi di parole col proprio nome.
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Vediamo nelle prossime pagine alcuni slogan politici di
successo, poi ti svelerò il metodo che hanno usato quegli spin
doctor per arrivare a formularli. Così, anche tu potrai fare
altrettanto.
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Obama slogan: Yes we can
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Concorderai con me che Yes we can (Sì, possiamo), lo slogan di
Obama è splendido.
Perché questa frase è perfetta per la campagna elettorale di
Obama?
Perché lui è il primo nero ad essere eletto presidente degli Stati
Uniti.
Fino a ieri tutti credevano che fosse impossibile per un uomo
di colore diventare presidente. Lui ha dimostrato e detto che
invece tutto è possibile, Yes we can.
Quindi in una breve frase dice: non abbiamo limiti e io ne
sono l’esempio vivente.
Obama con quello slogan racconta una storia personale e
una storia collettiva, quella di milioni di americani senza
speranza, perché immigrati e poveri, che invece ce la fanno.
Stai capendo già qualcosa di più sugli slogan elettorali efficaci?
Dopo faremo un riepilogo tecnico, ti svelerò la formula
matematica per lo slogan perfetto. Andiamo avanti.
Un altro slogan che, al contrario dell’esser creativo e simpatico
è copiato è Make America great again. Lo slogan di Trump?
No, di Reagan.
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O meglio, sia di Reagan che di Trump. Donald l’ha copiato da
Reagan, quindi siamo al copiare che è l’opposto della creatività, e
ha funzionato benissimo.
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Certo, perché segue un’analisi precisa.
Trump infatti ha vinto e la sua analisi è la stessa che fece
Reagan, perché in un periodo simile.
Gli Stati Uniti nell’ultima campagna venivano da un momento
in cui la classe più bassa della popolazione si sentiva
abbandonata, senza speranze; la politica estera andava male,
nessuno rispettava più l’America come una volta; la percezione
di sicurezza era svanita a causa del terrorismo.
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Serviva un uomo forte, non più il buonismo di Obama (e della
Clinton), gli americani volevano una reazione: volevano che
l’America tornasse grande come una volta. Make America great
again. Perfetto.
Ma Reagan (o meglio i suoi consulenti per la campagna
elettorale) non è il protagonista di un solo slogan eccezionale.
Nella campagna elettorale per il mandato successivo Reagan
chiese agli elettori: stavate meglio prima di me? La risposta era No.
Gli americani stavano molto meglio prima del suo arrivo.
Allora Reagan lanciò lo slogan It’s morning in America (è l’alba in
America), come a dire che finalmente, grazie a lui, era tornata
la luce dopo una buia notte.
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Reagan ricordava così a tutti gli elettori i suoi successi e
sull’onda emotiva vinse ancora. Nessun gioco di parole.
Avrebbero potuto scegliere un gioco di parole come ReAgain.
Again significa “ancora”, come a dire “ancora Reagan”.
Ma quale emozione avrebbe suscitato? Nessuna. In tanti
avrebbero sorriso, avrebbero apprezzato il gioco di parole, ma
sarebbe stato un fallimento.
Bene, adesso che hai capito che uno slogan deve seguire
logiche diverse dal gioco di parole per essere vincente in
campagna elettorale, ti sto per rivelare la formula che hanno
usato questi e migliaia di altri grandi politici e spin doctor e che
uso io con i candidati che mi chiedono una consulenza.
La formula per uno slogan politico perfetto
Per trovare lo slogan perfetto in campagna elettorale devi
rispondere a due domande.
E alla fine devi usare le due risposte a queste domande per
rispondere ad una terza e ultima domanda.
Al termine, avrai il tuo slogan.
La prima domanda che devi farti come candidato (o che devi
fare al tuo candidato se sei un suo collaboratore) è:
• A chi ti rivolgi? Non dire “mi rivolgo a tutti”, questo è un altro tipico errore.
Devi scegliere un target preciso.
Obama si rivolgeva agli immigrati e ai buonisti, Trump agli
arrabbiati e ai bianchi, Berlusconi agli imprenditori e ai
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sognatori, Grillo a chi aveva smesso di votare perché sfiduciato
dalla politica.
Tu, a chi vuoi parlare? Rispondi a questa prima domanda.
La seconda domanda a cui devi rispondere è:
• Chi sei? Non il tuo nome e cognome, ma la tua storia personale.
Obama è nero, quindi era un esempio del fatto che Sì, possiamo
fare qualsiasi cosa; Trump è un imprenditore di successo, quindi è
credibile quando dice Make America great again, lui ha già
costruito cose grandi (anche nel vero senso della parola,
guardiamo i suoi grattacieli e la Trump Tower).
Anche Renzi, essendo giovane ed energico, in un primo
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momento ha convinto tutti con la sua parola “rottamazione”.
Allo stesso modo Grillo, non essendo mai entrato in politica
ed avendola sempre attaccata, era coerente nel dire “tutti a
casa”.
Quindi, la tua storia è coerente con quale messaggio?
Riflettici con attenzione. Prenditi del tempo. Poi, passa alla fase
finale.
La domanda chiave per arrivare al tuo slogan elettorale
vincente
Tenendo a mente le risposte alle due domande precedenti,
mettiti nei panni di un elettore rispondi alla domanda chiave:
• Perché devo votare per te? Una volta che hai trovato la risposta, che può essere anche di
un paio di righe, riassumila in una frase.
Quello è il tuo slogan.
Dunque, pensa ad una risposta a questa domanda: perché un
elettore dovrebbe votare per te?
Non riesci a rispondere? Sei confuso? E’ normale. Riflettici,
parlane anche con altri.
Per questo è difficile trovare uno slogan, ma una volta trovata
la risposta a questa domanda e quando l’avrai riassunta in una
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frase, avrai il tuo slogan.
Se lo slogan perfetto viene da domande personale, è dunque
scontato che ancor più dei giochi di parole è assurdo prendere
slogan politici già pronti, da scaricare, da siti che ne elencano
una dozzina.
Il tuo slogan, se sarà trovato secondo il metodo che ti ho
appena illustrato e non con da stupidi giochi di parole,
potrà fare la differenza nella tua campagna elettorale ed essere
determinante per la tua vittoria.
Ora vediamo un altro momento creativo che mette in crisi
molti candidati: il comizio.
3 IL COMIZIO: COME SI SCRIVE UN DISCORSO ELETTORALE
In questo capitolo ti spiegherò passo passo come si scrive un
discorso elettorale per un comizio.
Se lo seguirai dall’inizio alla fine, al termine della lettura avrai
un discorso pronto, su misura per te.
In fondo al capitolo troverai anche uno schema riepilogativo,
un template, che vale molto più di un discorso pronto da
copiare, perché ti permetterà di scrivere nuovi discorsi
personalizzati e quindi molto più efficaci per prendere voti, in
pochi minuti ogni volta che vuoi.
Questo è un tema che mi sta molto a cuore, dato che nella mia
carriera di consulente in comunicazione politica ho scritto
più di mille discorsi.
Sono infatti uno dei principali speechwriter (scrittori di
discorsi) professionisti in Italia.
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Vengo contattato ogni anno da politici e professionisti per scrivere i loro discorsi e svolgo corsi di formazione per insegnare a scrivere discorsi efficaci. Ho anche creato il primo corso in Italia per chi vuole fare il lavoro dello speechwriter. Leggendo questa guida fino alla fine imparerai a scrivere il tuo
discorso elettorale, per il tuo prossimo comizio.
Tutti i candidati alle elezioni comunali, regionali o nazionali si
trovano ad un certo punto della campagna elettorale a dover
parlare in pubblico, a fare quello che viene ancora oggi
chiamato un comizio elettorale.
Questo momento provoca forte stress e preoccupazione nei candidati. Lo vedo ad ogni tornata elettorale. Le emozioni più comuni di chi deve pronunciare un
discorso in pubblico sono:
• Paura di fare brutta figura • Paura di dimenticarsi dei passaggi del discorso e bloccarsi • Paura di dire qualcosa di sbagliato, danneggiando la propria
reputazione e quella del partito • Paura dei giudizi negativi da parte di chi ascolta o addirittura
di essere contestato • Ansia nel parlare in pubblico, perché non si è abituati
Sono le principali cause di frustrazione che incontro ogni volta e che forse anche tu stai provando.
Come superare la paura di parlare in pubblico?
IL MANUALE DEL CANDIDATO
25
Preparare un discorso di sicura efficacia ti renderà già più
tranquillo.
Puoi dimezzare l’ansia di parlare in pubblico, già essendo
sicuro di fare bella figura e di comunicare in modo efficace al
tuo prossimo discorso. Vediamo come.
Per fare un comizio elettorale efficace bisogna partire
dall’obiettivo.
Quale deve essere l’obiettivo del tuo discorso politico
Ogni discorso deve avere un obiettivo preciso. L’obiettivo dei
comizi elettorali è sempre e solo uno:
persuadere.
Nello specifico, l’obiettivo del tuo discorso, deve essere quello
di persuadere chi ti ascolta a votare per te.
Avere l’obiettivo chiaro in mente ci permette di scrivere
l’intero discorso al servizio di esso. Partendo già col piede
giusto verso il pieno sfruttamento dell’opportunità che
abbiamo di parlare in pubblico.
Devi sapere infatti che, anche se è contro-intuitivo, i discorsi
si scrivono dal finale.
Si parte dall’obiettivo, che pone le basi per la conclusione del
discorso. Poi si va al corpo e infine all’introduzione.
Conclusione del discorso: la call to action
Un finale, per essere efficace, deve avere all’interno un invito
MARCO VENTURINI
26
all’azione (call to action).
L’invito all’azione, dato il nostro obiettivo di farci votare, potrà
essere di due tipi.
Se il nostro pubblico è formato solo dagli iscritti o
militanti del nostro partito diremo:
Per questi motivi (i motivi elencati nel corpo del
discorso, come vedremo dopo):
– Informiamo tutti i nostri cari, i nostri amici, i nostri colleghi
della necessità di votare per [nome partito]
Se invece ci rivolgiamo ad una piazza formata da gente di
passaggio, quindi non necessariamente appartenente al
nostro partito diremo qualcosa del tipo:
Per questi motivi (i motivi elencati nel corpo del
discorso, come vedremo dopo):
– È importante che domenica andiamo tutti a votare per [nome partito]
Sembra fin troppo facile, vero?
Il punto qui non sono le parole. Ma tutto quello che viene
prima.
Questa frase finale può produrre uno sbadiglio, oppure può
IL MANUALE DEL CANDIDATO
27
provocare la reazione entusiastica di una folla che corre a
parlare con amici e parenti di te e del tuo progetto politico,
andando a votare il giorno delle elezioni e portando ai seggi i
propri cari con la chiara indicazione di votare per te, facendoti
ottenere una fragorosa vittoria, o comunque facendoti
raggiungere il tuo obiettivo.
Affinché tu ottenga questo secondo tipo di reazione, devi
costruire un buon corpo del discorso, ovvero la parte
intermedia: quella dopo l’introduzione e prima della
conclusione.
Il corpo del discorso: dai una giusta motivazione per
votarti
Il corpo del discorso è la tua argomentazione, ovvero la parte
in cui spieghi perché è necessario votare per te.
La motivazione che devi dare agli elettori durante il comizio
non deve essere orientata a te stesso.
Il motivo per cui dovrebbero votarti non deve essere collegato
ad un tuo bisogno, ad una tua voglia o desiderio.
A volte, nel mio lavoro di consulente in comunicazione
politica, ascolto discorsi che dicono cose del tipo: “sarebbe un
sogno che si avvera per me”, oppure “per me è molto
importante arrivare alla guida di questa città”.
Questo è un grave errore.
MARCO VENTURINI
28
Devi sapere infatti che le persone agiscono per soddisfare i
propri bisogni, per risolvere i loro problemi. Non per
realizzare i tuoi sogni.
Ciò che devi far capire è che votando per te risolveranno i loro
problemi.
Perché il tuo programma politico combacia alla perfezione con
le soluzioni ai loro problemi.
Cosa dire nel corpo del discorso
Compreso che tu devi proporti come la soluzione ai loro
problemi, e non chiedere il voto per risolvere i tuoi, vediamo
cosa scrivere nel corpo del discorso.
Per capire quali concetti inserire nella parte principale del
discorso devi rispondere a queste domande.
• Da chi è composto il tuo pubblico al prossimo comizio?
• Pensa all’età media e all’estrazione sociale (magari dipende dalla zona).
• Sono già tuoi elettori o non è detto che lo siano?
• Qual è il loro problema principale?
• Una volta individuato il tuo target, ovvero da chi è composto il tuo pubblico, rifletti su quale può essere il suo problema principale.
Inserisci al massimo fino a tre problemi.
A volte c’è la tentazione di elencare tutto il proprio
programma, ma questo è sbagliato. Annoierebbe a
morte il pubblico. Il tuo pubblico sarà interessato solo
IL MANUALE DEL CANDIDATO
29
ai punti che risolvono i loro problemi.
• Che soluzioni offri?
• Appuntati le soluzioni ai problemi che hai individuato
• Perché quella che proponi è una soluzione credibile per risolvere quei problemi?
• Qui elenca i motivi per cui grazie a questa soluzione saresti in grado di risolvere quei problemi: dati, studi, casi reali già avvenuti altrove. Se ci sono, elenca i risultati che tu hai già portato nel risolvere problemi simili.
Molto bene. Adesso hai tutti gli elementi che ti servono per
scrivere il corpo del tuo discorso.
Facciamo un esempio di come dovresti preparare il corpo di
un discorso se ti rivolgessi ad un pubblico la cui analisi ci
restituisce le seguenti informazioni.
Analisi del pubblico
• Pubblico composto da padri e madri di famiglia • Quartiere popolare, ceto basso • Problema principale: sicurezza • Secondo problema: degrado Soluzioni proposte da te (motivo per cui votarti)
• Installazione di telecamere di sorveglianza nel quartiere • Invio di forze di polizia giorno e notte a sorvegliare il
quartiere • Pulizia straordinaria della zona
MARCO VENTURINI
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• Più illuminazione
Perché dovrebbero crederti? Spiega, per esempio
• Prima di candidarmi a queste elezioni regionali, quando ero assessore di [Nome Città], grazie ai miei interventi mirati ho ridotto la criminalità del 30%
• Ho già realizzato insieme ad una squadra di tecnici un progetto per installare nuovi punti di illuminazione. I nostri dati (elencarli) dimostrano che senza alcuna spesa in più, ma ottimizzando le risorse e tagliando gli sprechi, potremo avere più luce allo stesso prezzo.
Una volta che avrai una struttura così completa, ti resterà facile
armonizzare il tutto in modo discorsivo, secondo il tuo stile di
comunicazione.
Vediamo adesso una parte molto importante del discorso
elettorale, che spesso mette in difficoltà i candidati.
L’introduzione del discorso elettorale
Tante volte avrai sentito comizi di una noia mortale. Questo
dipende nella maggior parte dalla scrittura sbagliata
dell’introduzione.
Molti iniziano in modo prolisso e istituzionale, facendo
preamboli lunghi e vuoti.
L’introduzione deve durare solo il 10% del tempo totale a
tua disposizione.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Affinché il tuo discorso elettrizzi il pubblico anziché
addormentarlo deve iniziare subito in modo scoppiettante.
Vediamo come iniziare nel modo migliore un discorso.
Devi prima di tutto avere chiaro in mente un fattore. Ovvero
lo scopo dalla parte iniziale del tuo comizio
Con le prime parole devi raggiungere due obiettivi:
• Catturare l’attenzione • Costruire la tua credibilità
Come si ottiene l’attenzione del pubblico durante un discorso
Per avere immediatamente tutti gli occhi puntati su di te
e le orecchie ben aperte ai tre modi.
1 Inizia con una domanda 2 Racconta una storia o un aneddoto 3 Suscita curiosità
Vediamolo con l’esempio fatto prima.
1 [Domanda] Sapete quanti furti e rapine ci sono stati nell’ultimo mese nel vostro quartiere? Con una domanda del genere è inevitabile che tutta
l’attenzione sia su di te.
2 [Aneddoto] Mentre arrivavo qui ho assistito ad una scena sconcertante: una signora era a terra, sotto choc, mentre una moto sfrecciava davanti a lei con la sua borsetta. Era stata
MARCO VENTURINI
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scippata. Probabilmente non sapremo mai da chi. E lei non
avrà mai giustizia. Tutto questo deve cambiare.Da qui,
introdurre la proposta delle telecamere.
3 [ Curiosità] Sapete cos’è questo? (Mostrare un mazzetto di fogli). È lo strumento grazie al quale potremo risolvere il problema dell’illuminazione in questo quartiere, e che io ho già
sperimentato.Sul finale spiegare che è il progetto
realizzato col team di tecnici per l’illuminazione.
Adesso vediamo il secondo punto.
Come costruire la propria credibilità nell’introduzione del
comizio
Se rispondendo alle domande iniziali hai concluso che il
pubblico non ti conosce, allora racconta brevemente alcuni
elementi del tuo lavoro e della tua vita che dimostrano la
tua competenza.
Esempio: Io sono Mario Rossi, mi candido al consiglio regionale, ma sono
già stato sindaco di un comune di 10mila abitanti, in cui grazie alle
proposte di cui parleremo fra poco, ho fatto scendere la criminalità del
30%.
Forse hai ottenuto tanti altri risultati, o fatto altre esperienze,
ma parlando solo del singolo aspetto legato al problema che
col tuo discorso vuoi trattare, apparirai davanti agli occhi di
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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tutti come un esperto del tema.
Elenca quindi brevemente, lo ripeto: brevemente, alcuni
• Risultati in settori simili • Esperienze nel settore • Studi nel settore • Provenienza da ambienti simili a quelli del tuo pubblico
Facciamo un altro esempio, per qualcuno che non ha
esperienze o risultati da elencare:
Vengo anche io da un quartiere simile al vostro, forse lo conoscete
(nominarlo). Quindi posso capire perfettamente il senso di disagio che
provate. Ma ho deciso di non arrendermi a questo sentimento. Ed è il
motivo per cui sono qui. Quindi ho iniziato a studiare tutte le possibili
soluzioni al problema, ho parlato con esperti, letto libri, partecipato a
conferenze. Ho deciso di mettere a vostra disposizione la mia conoscenza.
Le tecniche riportate nel mio programma sono già usate in paesi dell’estero,
in quartieri come questo, con grandi risultati.
A questo punto della guida ti sembra già tutto più chiaro vero?
Un conto è mettersi davanti ad un foglio bianco ed iniziare
a scrivere. Un altro è avere uno schema ben preciso da
seguire.
Proprio per farti ottenere il massimo da questa guida, ho deciso
di allegare un template per scrivere i tuoi discorsi per i
comizi che dovrai fare.
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4 COME CONQUISTARE LA FIDUCIA DEGLI ELETTORI: METTICI LA FACCIA
Programmi elettorali che sembrano scritti pensando ai tuoi
problemi, campagne da milioni di euro, sondaggi, statistiche,
talk show, stampa e discorsi da brivido. No, non è su tutto
questo che scegli per chi votare. Il motivo è molto più
superficiale e potresti rimanere turbato dallo scoprirlo.
Studiando e mettendo insieme diversi esperimenti,
principalmente quelli del Prof. John Antonakis dell'Università
di Losanna e di Alexander Todorov, psicologo dell'Università
di Princeton, scopriamo che giudichiamo la competenza e
l'affidabilità di un politico da un fattore molto superficiale: la
sua faccia.
Partendo dal presupposto piuttosto ovvio, ma basato su studi
specifici, che preferiamo votare il candidato più affidabile e
competente, da alcuni test emerge che uno sguardo di una
frazione di secondo alla faccia di due candidati è spesso
MARCO VENTURINI
36
sufficiente a prevedere quale dei due vincerà le elezioni.
Todorov e Charles C. Ballew hanno svolto tre esperimenti in
cui diverse decine di partecipanti dovevano dare di scatto,
giudizi su alcune facce.
Ai partecipanti sono state mostrate una serie di foto, ognuna
contenente una coppia di volti, e chiesto di scegliere, basandosi
esclusivamente sul proprio istinto, quale faccia gli trasmettesse
più competenza e affidabilità.
Ai partecipanti non era stato detto che quelle facce erano di
candidati a cariche politiche. Fu chiesto loro solo di dare una
risposta istintiva su quale dei due appariva più affidabile e
competente. Nei casi in cui un osservatore riconosceva una
delle due facce, i ricercatori hanno rimosso la selezione dei dati.
Come è andata? Due settimane più tardi si sono tenute le
elezioni, ed i ricercatori hanno confrontato i giudizi sulle facce
con i risultati delle elezioni.
I partecipanti all'esperimento hanno predetto i vincitori nel
72,4 per cento per le corse senatoriali e nel 68,6 per cento
nelle corse governatoriali.
L'esperimento è stato ripetuto con studenti americani per le
elezioni in Messico restituendo le stesse percentuali di
previsioni corrette.
I risultati suggeriscono che veloci giudizi basati sul volto di un
candidato sono in grado di influenzare le decisioni di voto.
Todorov tranquillizza: "Ovviamente, alcune persone votano in base ai
loro valori, ma molti altri sono disinformati sulle decisioni politiche dei
IL MANUALE DEL CANDIDATO
37
candidati" per questo, secondo lo studioso, questi ultimi si
baserebbero sul volto.
Ti immagino già, avido lettore di giornali, sospirare di sollievo
pensando "bene, io mi informo, quindi non voto per la faccia". Ne sei
proprio sicuro?
Todorov ha svolto un lavoro illuminante, ma nella sua ultima
affermazione trascura un fattore fondamentale: la maggior
parte di noi quando si informa lo fa per rafforzare le proprie
convinzioni precedenti.
È stato riscontrato che le notizie che andiamo a cercare su
internet e sui giornali sono principalmente quelle a favore dei
nostri candidati e contro gli avversari. Questo per evitare un
processo molto doloroso chiamato dissonanza cognitiva che
scatta quando le nostre convinzioni di base non trovano
riscontro nella realtà.
Quindi è molto probabile che seppur oggi siamo informati sui
programmi elettorali e sulla vita dei nostri politici preferiti, in
principio ad attrarci fu proprio un dettaglio superficiale, come
la faccia.
Ma quali sono le caratteristiche di una faccia competente?
Anche a questo gli psicologi in questione non sanno
rispondere. In effetti non ce n'è bisogno, dato che la previsione
era più accurata quanto più istintiva. L'esposizione della foto
del volto per un solo decimo di secondo ha prodotto i migliori
risultati.
Comunque, in base ad altri studi, posso dirvi che un tratto di
un volto considerato non competente sono gli occhi molto
MARCO VENTURINI
38
grandi. In termini evolutivi, la tendenza a giudicare le persone
al primo sguardo deriva probabilmente dalla necessità di
capirne subito l'età e lo stato di salute. Di conseguenza
pensiamo che gli adulti con la faccia da bambino, caratterizzata
appunto da grandi occhi, abbiano anche le stesse caratteristiche
dei bambini, che siano cioè ingenui, deboli e sottomessi.
La percezione di affidabilità invece è spesso correlata
all'attrattività del volto. Per questo i volti maschili erano in
media giudicati come meno affidabili dei volti femminili.
Alla luce di queste scoperte capirai che mettere la tua faccia sui
materiali elettorali è fondamentale per conquistare la fiducia
degli elettori.
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5 COME CREARE I MANIFESTI ELETTORALI
In questo capitolo ti spiegherò passo passo come creare
manifesti elettorali vincenti per le elezioni politiche, siano
esse comunali, regionali o nazionali.
Vedremo anche alcuni errori tipici che vedo fare in tutta Italia
nel mio lavoro di consulente in comunicazione politica.
Dato che abbiamo molto da dire e ti mostrerò numerosi
esempi, iniziamo subito.
Perché fare un manifesto elettorale
Anche oggi, nell’era del digitale, le città vengono puntualmente
tappezzate di manifesti in occasione delle campagne elettorali.
Oggi è ancora necessario stampare e affiggere manifesti
politici?
MARCO VENTURINI
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Certamente.
Nella mia professione di consulente per le campagne
elettorali mi capita spesso di parlare con candidati che non
vorrebbero creare ed attaccare manifesti.
I motivi che danno sono di vario tipo, dal rispetto per
l’ambiente all’intenzione di manifestare una differenza dagli
avversari.
Ciò che rispondo e che dico anche te se sei contrario ai
manifesti è: se vuoi dimostrare di essere diverso, non candidarti
affatto.
La differenza fra gli altri politici la si manifesta dopo che si viene
eletti, con le azioni, non in campagna elettorale.
Perché? Perché se non fai i manifesti, nella mente delle persone
non esisti. E quindi è inutile che tu corra per le elezioni.
Anche i movimenti dal forte credo ambientalista, come il
MoVimento 5 Stelle infatti fanno manifesti.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
41
Se vuoi mostrare la differenza già dal tuo rapporto coi
manifesti, allora inizia col non attaccare manifesti abusivi. Il
rispetto della legge in questo ti porrà già in buona luce, dato
che la maggior parte dei partiti invece viola i regolamenti sulle
affissioni.
Ma perché fare i manifesti è così importante?
I manifesti elettorali vanno fatti per 2 motivi:
• Far sapere che partecipi alle elezioni
Non credere mai che per il solo fatto che tu sia
candidato, e che lo sappiano le persone intorno a te
(parenti, amici, militanti della lista), allora lo sappiano
tutti gli elettori.
Non è affatto così. Ogni volta che giro l’Italia per fare
consulenze in comunicazione politica ai candidati di
MARCO VENTURINI
42
vari schieramenti, la realtà che emerge facendo un
minimo di analisi è che la maggior parte delle persone
non conosce tutti i partiti o liste, e i candidati che
corrono alle elezioni.
Il motivo è semplice: a differenza mia e tua, i cittadini
non sono molto interessati alla politica, non leggono i
giornali e su Internet guardano cose diverse dalla
propaganda elettorale.
L’unico modo che hai quindi per informare tutti del
fatto che alle prossime elezioni è possibile votare
anche per te, è quello di farti vedere nel posto in cui da
sempre sono abituati a vedere i candidati: sui muri e
sui cartelli della città.
• Diventare familiare agli elettori (aumentando la fiducia in te) È stato ampiamente dimostrato da centinaia di
sondaggi in diversi anni e nazioni del mondo, che il
primo fattore in base al quale un elettore decide a chi
dare il proprio voto è la fiducia che ripone in lui.
Per questo oltre ai sondaggi sulle intenzioni di voto,
vediamo spesso sondaggi che misurano la “fiducia” del
candidato.
Come si trasmette fiducia? È la scienza a dircelo, come
abbiamo visto nell’introduzione di questo capitolo.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
43
Il nostro cervello si comporta in modo istintivo
quando si tratta di scegliere per chi votare.
Come abbiamo visto, la prima cosa su cui basiamo la
nostra fiducia nei confronti di un’altra persona è: la
faccia.Sì, è dalla faccia che decidiamo se fidarci o
meno di una persona (e di un candidato). E scegliamo
sempre di votare per la persona che ci ispira più
fiducia.Per questo è importante mostrare la nostra
faccia al più alto numero di elettori. E il miglior
modo per farlo sono i cartelloni elettorali.
Bene, oltre ad aver capito che è fondamentale fare manifesti
elettorali se si vogliono vincere le elezioni, o si vuole
comunque fare il miglior risultato possibile, abbiamo anche
visto il primo elemento che deve essere presente in un
manifesto elettorale perfetto.
Mettici la faccia
Per i motivi che abbiamo appena detto, dunque, nei manifesti
metti la tua faccia in primo piano.
Basta una frazione di secondo all’occhio e al cervello umani
per farsi un’opinione su di te guardandoti in faccia. Quindi sarà
possibile farlo anche passando velocemente con l’auto davanti
al tuo cartellone. Purché ovviamente la foto sia ben visibile.
MARCO VENTURINI
44
Quindi la foto della tua faccia deve essere molto grande e
in primo piano.
Questo esclude le foto di gruppo e le foto a figura intera.
Basta un mezzo busto, meglio ancora un primo piano.
John F. Kennedy
Veniamo al secondo elemento.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
45
Inserisci il tuo slogan
Lo slogan è la sintesi del tuo messaggio. Se ben costruito, come
abbiamo visto prima, uno slogan può fare la differenza e
farti entrare nei cuori e nella mente degli elettori.
Anche lo slogan ovviamente dovrà essere scritto in grande,
perché deve essere visibile con un colpo d’occhio mentre si
passa in velocità
Poco testo e ben leggibile
Oltre allo slogan devi scrivere
• il tuo nome • la data delle elezioni • il ruolo a cui ti candidi
Nient’altro. Non inserire troppo testo nel manifesto, oppure
sarà piccolo e poco leggibile, impedendo a chi lo vede di
sfuggita di capirlo.
MARCO VENTURINI
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Con troppo testo, il tuo manifesto sarà inefficace.
In alcuni casi, pensa che personaggi estremamente noti come
George W. Bush e Barack Obama non hanno scritto quasi
nulla nei propri manifesti.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Manifesto di Barack Obama
MARCO VENTURINI
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Poster elettorale di Bush
Il contrario di un manifesto elettorale semplice è un manifesto
elettorale troppo creativo, magari con filastrocche, oppure
divertente e fuori dagli schemi.
Non essere creativo
Cosa significa? Consigliandoti di non essere creativo intendo:
• Non fare manifesti “divertenti” • Non fare cose fuori dagli schemi
Se i manifesti elettorali vincenti, ovvero quelli dei grandi
presidenti della storia, hanno tutti lo stesso schema è perché
quello è lo schema che funziona.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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La sua efficacia è dovuta da fattori psicologici (come abbiamo
visto prima, parlando della fiducia), ovvero dal funzionamento
del cervello umano, il quale funziona allo stesso modo in Italia
come dall’altra parte del mondo, e funziona nel medesimo
modo oggi come uno o due secoli fa.
La prima tentazione per un candidato alle elezioni è quello di
fare qualcosa di divertente (almeno secondo lui) o fuori
dagli schemi, per distinguersi, colpire o farsi ricordare.
MARCO VENTURINI
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Vuoi essere ricordato per un sedere?
Lega Nord, Mario Turrini
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Vuoi consigliare di non votarti, pensando di essere fuori dagli
schemi?
MARCO VENTURINI
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Ti affidi ai doppi sensi?
Forse farai parlare di te, ma non come un potenziale leader,
piuttosto per un buffone oppure come un tipo strambo.
Questo è il contrario del trasmettere fiducia, che è invece il
tuo obiettivo principale.
Inoltre saranno cartelli poco leggibili o comprensibili al volo,
IL MANUALE DEL CANDIDATO
53
perché sono con testi pasticciati oppure con ragionamenti e
giochi di parole contorti.
L’originalità che sconsiglio può essere anche meno volgare.
Le foto di gruppo per esempio, una tentazione comune, sono
poco utili ad uno degli scopi di un manifesto elettorale, che è
quello di far vedere il volto del candidato.
Un altro consiglio avanzato che ti do è questo.
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Usa colori sgargianti
Per i tuoi poster elettorali non cercare di essere elegante, usa
invece colori sgargianti, shock, fluorescenti, accesi o
comunque dal forte contrasto con i colori della città (che sono
grigio, bianco, azzurro chiaro e colori chiari in generale).
Zaia ha usato colori fluorescenti per la sua campagna di affissioni
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Quando parliamo di cartelloni su strada, eleganza significa
invisibilità.
Usando colori che risaltano rispetto all’ambiente sarai visibile a
chi passa ed eviterai la cecità selettiva che usiamo come difesa
ai milioni di stimoli visivi da cui veniamo bombardati ogni
giorno (cartelloni pubblicitari, segnali stradali, maxi-schermi).
L’ultima cosa che devi sapere per fare una campagna
elettorale visiva perfetta è che non devi parlare solo di te.
Negative campaigning
C’è un dato che molti non conoscono, anche se è davanti ai
nostri occhi ad ogni campagna politica: parlar male degli
avversari costituisce circa il 50% della comunicazione di
un candidato.
Fare dichiarazioni, volantini, spot e cartelloni elencando le
malefatte degli avversari o, più genericamente, parlandone male
si chiama negative campaigning.
Prima dell’ultima campagna per le elezioni americane fra
Hillary Clinton e Donald Trump, la percentuale di campagna in
cui si scredita l’avversario era del 60%. Credo che con
quest’ultima saremo arrivati almeno all’80%.
MARCO VENTURINI
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L’Italia non è da meno, basta vedere i ripetuti attacchi fra Pd,
M5S e Lega.
È molto importante che anche tu faccia volantini e
manifesti per criticare il tuo avversario principale.
In questi manifesti di negative campaigning puoi elencare i
suoi errori politici nel dettaglio, come in questo caso.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Campagna dei conservatori inglesi contro l’ex primo ministro del Partito Laburista
MARCO VENTURINI
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Oppure puoi essere più generico, chiedendo di cambiare.
Se il tuo avversario ha commesso reati, il consiglio è di puntare
su quelli più che sui suoi errori politici.
Dato che la fiducia è il primo presupposto per ottenere voti, se
un politico o un partito hanno tradito gli elettori, punta su
questo.
Dopo i manifesti, passiamo ai volantini. Altro materiale molto
efficace, ma solo se usato bene.
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6 COME CREARE VOLANTINI ELETTORALI EFFICACI
Tra il materiale elettorale da preparare in campagna, ci sono
ovviamente anche i volantini elettorali.
In questo capitolo vedremo come realizzare volantini elettorali
efficaci, che aiutino un candidato alle elezioni comunali,
regionali o nazionali ad ottenere il miglior risultato possibile.
Vedremo anche i 4 volantini che deve creare in campagna
elettorale ogni lista, partito o movimento.
Ma, prima di tutto, rispondiamo ad una domanda che come
consulente in comunicazione politica mi sento rivolgere
spesso:
Oggi, anche se siamo nell’era digitale, i volantini in campagna
elettorale servono ancora?
La risposta è Sì. Per due motivi.
Ma attenzione, ti sto per rivelare qualcosa di contro-intuitivo
ma estremamente importante: i volantini non portano voti.
Eppure servono.
MARCO VENTURINI
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Direttamente, il foglietto di carta non fa nulla, ma è
fondamentale farli per 2 motivi importanti.
I 2 motivi per cui devi fare i volantini elettorali
Abbiamo detto che il volantino in sé non porta voti, eppure è
importante farlo. Vediamo perché.
1. I volantini elettorali compattano la base
Stampare e distribuire presso i militanti del partito i volantini
elettorali, permette a tutti gli attivisti di fare la propria parte in
campagna elettorale.
Indipendentemente dalla loro preparazione – e sappiamo che la
maggior parte di loro non è del tutto informata e non sa
rispondere bene a tutte le domande -, se hanno un volantino
che parla al loro posto, posso tutti partecipare attivamente alla
campagna elettorale.
Grazie al volantino, anche chi non sa argomentare o svolgere
compiti avanzati, può andare al gazebo e fare campagna per il
candidato in cui crede.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Oggi più che mai l’apporto dei militanti del partito alla
campagna è fondamentale. Uno studio fatto in Italia
dall’istituto Nielsen spiega che il 74% degli italiani
considera credibili i consigli di conoscenti diretti (il
cosiddetto “passaparola”).
In piccoli comuni al voto o nei quartieri, in cui ci si conosce
quasi tutti, è bene avere attivisti in giro, che portino le idee del
partito politico o del movimento fra la gente.
Il secondo motivo per cui è fondamentale creare e stampare
volantini elettorali è per:
2 Far vedere che ci sei.
Col volantino non prenderai voti agli avversari, facendo
cambiare idea agli elettori degli altri schieramenti, ma grazie ai
volantini elettorali farai vedere a tutti che ci sei, che anche
tu sei candidato alle elezioni.
MARCO VENTURINI
62
In questo modo, chi è del tuo partito e magari lo vota a livello
nazionale ma non sa che la stessa lista corre pure a livello
locale, verrà informato e molto probabilmente voterà per te.
Questo vale soprattutto nei comuni, dove sono spesso presenti
liste civiche senza simboli di partito e non si dà per scontato
che tutti i partiti principali corrano.
Inoltre, nelle piccole realtà non ci sono le tv, oppure le tv locali
non partecipano alla campagna elettorali date le difficoltà
burocratiche causate dalla par condicio. Le televisioni più
grandi, quelle nazionali, non parlano dei candidati minori e
neanche i giornali.
In questi contesti, che sono la maggior parte, il volantino
diventa indispensabile.
In contesti invece più grandi, dove vai in tv e sei uno dei
candidati principali, il volantino elettorale ti servirà solo per il
punto uno, ovvero a far lavorare i militanti dandogli uno
strumento (ed un pretesto) per andare in giro e contattare
persone.
Fra i miei servizi per le campagne elettorali ce n’è uno molto
importante, che è quello della formazione dei militanti.
Svolgo sessioni di una giornata, in aula, con decine di attivisti,
durante le quali li formo su come rispondere alle domande e su
come approcciare in modo giusto le persone.
Durante queste riunioni che svolgo in tutta Italia posso vedere
che l’idea di non stampare i volantini elettorali ha un effetto
demoralizzante sulla base del partito o del movimento. I
militanti li vogliono, perché scontentarli?
IL MANUALE DEL CANDIDATO
63
Inoltre, come detto, la distribuzione di volantini aumenterà la
tua notorietà e farà sapere a tutti che ci sei anche tu nella corsa.
Appurato quindi che i volantini elettorali vanno fatti, veniamo
alla parte di questa guida relativa al:
Come creare volantini elettorali efficaci
Vediamo adesso cosa scrivere in un volantino affinché sia
efficace.
Un volantino non dovrebbe avere troppe informazioni, deve
essere monotematico.
Per questo creeremo più volantini elettorali, una serie di 4
volantini.
I 4 volantini elettorali che ogni candidato dovrebbe creare
Il primo concetto contro-intuitivo, e per questo efficace, che ti
do è questo: fai uno dei volantini principali pensando non solo
all’elettore, ma anche al tuo militante. Questo, perché come ti
ho detto nella prima parte, sono i militanti i primi destinatari
del volantino.
Il primo dei 4 volantini
Per sapere cosa devi inserire sul tuo primo volantino per la
campagna, pensa quindi a chi dovrà avere entusiasmo nel
distribuirli quindi, ovvero agli attivisti, e chiediti:
• Cosa sta più a cuore al mio militante?
MARCO VENTURINI
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• Di quale argomento ha piacere di parlare? Anche se sono temi che interessano poco alla massa, ma interessano molto alla base (come i temi ambientali o i problemi locali sconosciuti a molti), allora fai un volantino su questi soggetti.
Esempio di volantino che interessa molto alla base del partito, ma poco al
pubblico
Il secondo volantino
Il secondo volantino che devi fare sarà un volantino con la
faccia del candidato principale (candidato sindaco o
candidato presidente).
Come hai visto, il volto umano è la prima cosa che
guardiamo per farci un’opinione su qualcuno. Se la faccia
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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ci ispira fiducia, allora siamo disposti ad ascoltarlo.
Quindi fai girare la tua faccia anche sui volantini.
Ovviamente nel volantino col tuo volto, metti anche il tuo
nome, la data delle elezioni, il ruolo al quale ti candidi e il
simbolo del partito. In questo volantino inserisci pure il tuo
slogan.
Veniamo al terzo volantino
• Se sei lo sfidante del sindaco o del presidente uscente – e quindi sei di un partito di opposizione – allora fai un
MARCO VENTURINI
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volantino contro il tuo avversario principale. In questo volantino elencherai i suoi errori, le sue malefatte (se ce ne sono) ed eventuali scandali, le leggi scomode che ha fatto (aumento di tasse, cementificazione, inquinamento, regali a qualche amico), insomma ciò per cui lo attaccheresti.
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•
Esempio di un volantino contro un avversario
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• Se invece sei il sindaco o il presidente uscente, questo terzo volantino fallo con i risultati che hai conseguito, invitando la cittadinanza ad aiutarti a continuare il tuo operato soddisfacente.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Esempio di un volantino elettorale sui risultati ottenuti
Il quarto volantino è dedicato al programma elettorale
L’ultimo volantino fallo con i punti principali del
programma. Parliamoci chiaro: nessuno legge il programma di
un partito. Eppure tutti vogliono il volantino con il
programma del partito (o movimento).
Perché? Perché il solo fatto di sapere che tu hai un programma
dà sicurezza, tranquillità, all’elettore.
Non gli interessa poi, veramente, cosa ci sia dentro. Ma
all’occorrenza gli piace sapere di poterlo consultare.
Quindi il quarto ed ultimo volantino deve riportare il tuo
programma politico. Essendoci molto testo, puoi stampare su
una facciata il simbolo del partito o della lista, e sul retro il
programma per esteso, come in questo esempio.
MARCO VENTURINI
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7 COME FARE SANTINI ELETTORALI EFFICACI
Anche nell’era di Internet e della comunicazione online, i
santini elettorali sono fra il materiale più utilizzato durante
una campagna elettorale. Migliaia di biglietti elettorali con facce
e nomi di politici vengono stampati e finiscono nelle nostre
tasche durante elezioni amministrative, comunali, regionali e
politiche che siano.
In questo capitolo vedremo come realizzare un santino
elettorale efficace.
Ma prima spiegheremo perché è necessario fare un
bigliettino elettorale anche in questa epoca, e alla fine
vedremo come usarlo nel modo più efficace possibile.
Iniziamo.
MARCO VENTURINI
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La prima domanda che mi fanno in tanti, mentre si prepara una
campagna elettorale è “Marco, ma i santini elettorali servono
veramente oggi? Portano voti, oppure sono un mezzo antico
che non è più efficace?”
Ebbene, anche se il marketing politico è cambiato radicalmente
negli ultimi elettorali, la mia risposta basata sui dati è che i
santini elettorali sono ancora indispensabili in campagna
elettorale!
E il motivo è importantissimo: i santini elettorali sono lo
strumento più efficace per prendere preferenze alle
elezioni.
Con le leggi elettorali che abbiamo in Italia, sia per elezioni
comunali, che regionali, europee e finalmente anche per quelle
nazionali, l’elettore è chiamato ad esprimere una preferenza
durante il voto, ovvero a scrivere il nome di un candidato alle
elezioni mentre esprime il suo voto al partito.
Se l’elettore sbarra il simbolo del tuo partito, ma non
scrive il tuo nome, nella maggior parte dei casi il partito
vince ma tu non vieni eletto.
Che rabbia vero? Ho visto candidati disperarsi in casi del
genere e pentirsi di non aver realizzato un santino elettorale
efficace o di non averlo utilizzato nel modo migliore. Continua
a leggere questa guida e vedrai qual è questo modo efficace.
I candidati sono migliaia, in piccole realtà sono centinaia, e le
liste sono sempre troppe.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Parliamoci chiaro, anche se hai preso il caffè con un elettore e
ci hai parlato un’ora, è molto probabile che presto
dimenticherà il tuo nome. Alla fine sai cosa farà? O voterà
l’ultimo candidato con cui ha parlato, di cui quindi non ha
scordato il nome, oppure sbarrerà il simbolo senza scrivere
preferenze, per non scontentare nessuno.
Se invece avrà in tasca il tuo biglietto elettorale, allora gli
basterà leggerlo per ricordarsi il tuo nome e non sbagliare.
Questo deve essere l’unico scopo di un santino elettorale.
L’obiettivo, la funzione di un santino elettorale è quella di
portarti preferenze.
Non deve far conoscere il partito o il programma. Per questo ci
sono altri materiali e ho scritto altre guide. Il santino serve a
portare preferenze durante elezioni politiche, comunali e di
ogni livello.
Ma affinché il biglietto elettorale sia veramente utile a questo
scopo deve avere delle caratteristiche. Vediamole.
Come creare un santino elettorale perfetto
Nel tuo santino elettorale devono essere presenti i seguenti
elementi. Partiamo dalla parte davanti, dal fronte.
• Una foto della tua faccia, in primo piano. Il primo motivo è che, guardando la tua faccia le persone si ricorderanno chi sei molto più facilmente di quanto farebbero semplicemente leggendo il tuo nome. Quanti nomi dimentichiamo di persone appena conosciute? Invece le facce le ricordiamo. Mettere la foto del tuo volto sul santino per le elezioni è quindi fondamentale. Il secondo motivo, di cui abbiamo già parlato, è che la
MARCO VENTURINI
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faccia di un candidato politico è uno dei fattori principali che spingono un elettore a votarti. Ebbene sì, avere un’espressione che ispira fiducia aumenta notevolmente la tua percentuale di voti
• Il secondo elemento che non deve mancare, ovviamente è il tuo nome e cognome. Con il cognome in grande. Questo è l’elemento di testo che deve saltare di più all’occhio, deve essere riconoscibile con uno sguardo, quindi deve avere una dimensione del testo che sia più grande di ogni altra scritta sul bigliettino.
Inoltre non devono mancare
• Il simbolo del tuo partito. Questo aiuterà l’operazione di voto e ancora la memoria. Il simbolo non deve necessariamente essere enorme. I simboli contano sempre meno nella comunicazione politica in
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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campagna elettorale, quindi fallo anche piccolo.
• Il tipo di elezioni e la posizione per cui si corre. Se si andrà al voto durante un election day, quindi mentre si svolgono più elezioni contemporaneamente, per esempio elezioni comunali e municipali, elezioni politiche e amministrative eccetera, è importante specificare a quale elezione sei candidato e a quale ruolo. Altrimenti gli elettori potrebbero scrivere il tuo nome sulla scheda sbagliata. Ho conosciuto candidati che sono rimasti a casa per pochissimi voti. Se nessuno dei loro elettori avesse sbagliato, avrebbero raggiunto l’obiettivo di venire eletti. Quindi scrivi sempre, per esempio: “alle elezioni comunali,” poi sotto al nome scrivi a quale ruolo sei candidato, esempio: sindaco, presidente, consigliere.
• Lo slogan (non obbligatorio). Non è affatto obbligatorio mettere lo slogan della campagna elettorale, a differenza dei punti inseriti sopra. Lo scopo del santino è quello di portare preferenze favorendo la
MARCO VENTURINI
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memoria, non quello di persuadere, ovvero di convincere qualcuno a votare per te. In ogni caso, se proprio vuoi mettere uno slogan, mettilo con un carattere di scrittura piccolo. Più piccolo del nome e del cognome.
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Veniamo al retro del santino politico
Data la complessità delle modalità di voto in ogni elezione, è
bene dedicare la parte dietro di un biglietto politico alle
istruzioni di voto.
Ecco quindi gli elementi che non devono mancare sulla
parte dietro del biglietto
• Colore della scheda
• Puoi specificare il colore della scheda, oppure puoi creare un fac simile (scrivendo chiaramente “fac simile”), del colore giusto. Eviterai molti errori.
• La data delle elezioni. Il fatto che tu sia in campagna elettorale da mesi non significa che tutti sappiano che in quella data si voterà. Moltissimi cittadini dimenticano il giorno del voto o non sanno la data precisa. Specificala nel santino. Se non lo scrivi davanti, scrivilo almeno sul retro.
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• Il simbolo barrato del partito. Ricorda così in modo grafico che il simbolo deve essere barrato.
• Il tuo nome sulla riga delle preferenze. Scrivi il tuo nome in corsivo (in questo modo comunicherai inconsciamente che il nome deve essere scritto dall’elettore a mano), accanto al simbolo, creando un fac simile del risultato finale scheda.
• Ma le nostre leggi elettorali sono molto complesse e abbiamo
anche la doppia preferenza.
Se gli elettori vorranno indicare una seconda preferenza per
esser valida dovrà indicare un candidato o una candidata
di genere diverso dalla prima opzione. Ovvero, se voti un
uomo devi scrivere il nome di una donna sotto, e
viceversa.
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Anche questo deve essere illustrato sul retro del santino. Per
evitare confusione, se il tuo partito lo consente, ti consiglio di
trovare un candidato di sesso diverso dal tuo, col quale
stringere un accordo per fare campagna elettorale insieme,
aiutandovi a vicenda, e scrivere direttamente anche il suo nome
sul retro del santino, così non dovrai dare troppe spiegazioni.
Altrimenti se sei un uomo dovrai scrivere “nome donna”, sotto
al tuo, mentre se sei una donna dovrai scrivere “nome uomo”.
Puoi anche specificare, con scritte piccole, ogni azione che
l’elettore dovrà svolgere: “barra il simbolo del Partito X e scrivi
Venturini”.
MARCO VENTURINI
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Cosa non mettere nel santino elettorale
Evita elementi non necessari, come lunghi testi (poetici o meno
che siano), simboli dei social network, siti internet, punti del
programma e altri elementi grafici di “abbellimento”, come
foto della città o simili. Non servono allo scopo.
Puoi, invece, inserire mail e numero di telefono, elementi
che diranno indirettamente che non sei il tipo che
sparisce dopo averti chiesto il voto. Inoltre, per dubbi,
sapranno come contattarti.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Quanto devono essere grandi i santini elettorali?
Il santino deve essere tascabile, ovvero deve entrare
tranquillamente in un portafogli. Non fare quindi santini
pieghevoli o grandi, pensando che siano originali o perché vuoi
scriverci più cose. Le persone li getteranno e quindi il biglietto
non servirà al suo scopo.
Il santino deve essere tascabile. 7,4 cm x 10,5 cm è una
dimensione ideale.
Ok, adesso hai il tuo santino elettorale perfetto. È il momento
di farlo funzionare.
Come spiego durante i miei corsi di comunicazione politica
MARCO VENTURINI
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e le mie consulenze, il santino elettorale non persuade, il
santino ricorda.
Quindi ecco una grande verità per raccogliere tante
preferenze durante una campagna elettorale:
dai il santino elettorale solo a chi ha già deciso di votare
per il tuo partito.
Hai capito bene, non sprecare i tuoi santini dandoli a chi
ancora non ha deciso a chi dare il voto. Un santino non farà
mai cambiare idea su chi votare. Ma grazie ad esso otterrai
preferenze da chi pensa di votare per il tuo partito.
Per convincere gli altri a votare il tuo partito ci sono altre
strategie e strumenti, ma fra questi non c’è il santino.
Quindi, ti illustro una strategia vincente in due mosse per
raccogliere preferenze.
• Quando sei ad un evento di campagna elettorale, ad un banchetto, oppure parli con amici e colleghi durante la campagna, prima di tutto chiedi loro per chi voteranno. Non ho detto “convincili a votare per te”, ma ho detto “chiedi a loro per chi hanno già deciso di votare”.
• Se non votano per te, digli che sei felice che comunque vadano a votare. Non insistere, in questa fase è inutile. Per convincere le persone esistono altri
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strumenti come ti ho detto. Se invece ti rivelano che voteranno per il tuo partito, allora è la tua occasione, presentati e parla delle tue idee.
Per esempio, potresti dirgli: “Mi fa molto piacere che tu
abbia scelto di votare per il Partito X. Sai io sono uno dei
candidati del partito (o movimento o lista).
Mi presento, sono Nome Cognome. Ho deciso di candidarmi
perché come te credo che questa sia la forza politica giusta per
cambiare il nostro comune (o regione, o nazione)”, a questo
punto racconta qualcosa di te e concludi dando a lui
un motivo valido per votare te.
Ricorda, una delle regole della persuasione dice
che ognuno di noi fa qualcosa solo se ne trae
un beneficio per se stesso, non per soddisfare gli altri.
• Quindi, spiegherai quale vantaggio avrà l’elettore nel votare per te. Potresti dire: “Allora, adesso conosci uno dei candidati della lista”, porgi il tuo biglietto e continua “ti invito a scrivere il mio nome dopo aver barrato il simbolo che hai già deciso, in questo modo, se sarò eletto, tu avrai nelle istituzioni una persona che conosci e a cui potrai rivolgerti ogni volta che (tu) ne hai bisogno, per fare domande o per segnalare problemi che ti stanno a cuore da risolvere”.
Questa persona non solo voterà per te, ma andrà dai suoi amici
e parenti a dire di aver conosciuto un candidato, molto
MARCO VENTURINI
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disponibile e disposto a dargli attenzione anche dopo
l’elezione. In questo modo, porterà anche amici e parenti a
votare per te.
Un ultimo avvertimento, nel tuo santino ricorda sempre di
inserire il committente responsabile. Lo stesso vale per tutto
il materiale elettorale che farai.
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8 COME VINCERE UN DIBATTITO IN TV
Un dibattito tv in campagna elettorale, che sia durante talk
show o nelle tribune elettorali, è un momento determinante per
le elezioni politiche.
Nella mia carriera di consulente in comunicazione politica
ho preparato e preparo molti candidati in vista di confronti tv
ed essendo un esperto del campo sono stato fra i pochi ad aver
capito che Trump stava vincendo tutti i confronti con la
Clinton.
In questo capitolo ti spiegherò nel dettaglio come ti puoi
preparare al meglio per un confronto tv con i tuoi avversari in
campagna elettorale e vincerlo.
La televisione è ancora il mezzo più influente
MARCO VENTURINI
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La tv resta ancora il media più usato dall’elettore per scegliere il
candidato per cui votare durante una campagna per le elezioni
politiche, siano esse comunali che regionali o nazionali.
Un sondaggio del 2017 swg in Italia rivela che la tv viene
considerata dai nostri connazionali il mezzo più affidabile sul
quale sentir parlare di politica.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Negli Stati Uniti vale lo stesso. Sia gli elettori di Trump che
quelli della Clinton si sono basati sui due canali tv principali
(Fox news e Cnn) per decidere a chi dare il proprio voto alle
elezioni presidenziali 2016.
Data l’importanza della televisione che ci mostrano questi dati
per vincere le elezioni, ecco la prima lezione.
Fra tutto il resto e la tv, scegli la tv
Anche se in campagna elettorale hai mille impegni, dai la
priorità alla corretta preparazione dei dibattiti televisivi
MARCO VENTURINI
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(fra poco vedremo nel dettaglio come si preparano).
Con una buona performance televisiva conquisterai centinaia,
migliaia o milioni di cittadini (la portata dipende dalle elezioni a
cui partecipi, se sono comunali, regionali o nazionali), mentre
con un incontro dal vivo parlerai solo a qualche decina di
persone.
Molti miei clienti candidati, che assisto in campagna elettorale,
mi chiedono: ma se evito gli incontri dal vivo per andare in tv,
non offendo i cittadini?
È esattamente il contrario. Questo è un concetto contro-
intuitivo, frutto dell’esperienza, che ti consiglio di stamparti in
testa: in realtà, vedendoti in televisione, i cittadini ti
stimeranno ancora di più. E quando ti incontreranno nelle
rare apparizioni dal vivo, ti vedranno come un idolo, vorranno
stringerti la mano, forse ti chiederanno un selfie e, stanne certo,
racconteranno a tutti di averti conosciuto (facendoti altra
pubblicità).
In piazza e agli incontri dal vivo vacci ovviamente, ma solo a
quelli fondamentali e più frequentati, come la chiusura di
campagna elettorale.
Quindi dedica tempo alla preparazione dei confronti tv, anche
a scapito degli appuntamenti dal vivo.
Il secondo concetto che ti do, frutto dei molti dibattiti che ho
preparato a livello nazionale, regionale e comunale come
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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consulente e formatore in comunicazione politica, è questo:
Hai il 100% del controllo solo di ciò che esce dalla tua
bocca, non di quello che ti chiederà il giornalista o che ti
diranno gli avversari durante il confronto tv.
Molti principianti della comunicazione politica sperano di
cavarsela cercando di imporre gli argomenti ai conduttori tv,
oppure chiedendo che non si parli di certi temi.
Si stanno scavando la fossa con le loro mani: la domanda
inaspettata o l’attacco sul tuo punto debole arriveranno
sempre. Farsi trovare impreparati significa perdere il dibattito
e, spesso, le elezioni.
Quindi, dato che hai il pieno controllo solo su ciò che tu
stesso dirai, preoccupati che sia qualcosa di forte, efficace, che
influenzi gli elettori.
La seconda lezione dunque è:
Prepara un messaggio efficace e parla di quello
Come abbiamo detto, non puoi controllare ciò che diranno o
chiederanno gli altri. Ma devi avere il controllo di ciò che dirai
tu.
Se hai un messaggio forte, potrai parlare di quello, qualsiasi sia
la domanda o il tema di cui si parlerà nel dibattito tv.
Questo non significa evitare di rispondere alle domande del
giornalista, ma significa mantenere il controllo del dibattito.
Come rispondere a qualsiasi domanda durante un
MARCO VENTURINI
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dibattito tv
Una risposta deve durare 30 secondi e questi sono i tre
passaggi da fare per rispondere alle domande che ti verranno
poste, senza finire in balia del giornalista o dell’avversario e
inserendo il tuo messaggio migliore, utile a persuadere gli
elettori.
• Rispondi alla domanda entro i primi 10 secondi
• Questo significa non dare eccessiva importanza alla domanda, e quindi non dare il controllo al giornalista. Accenna una risposta (affinché il giornalista non ripeta la domanda) e passa al secondo punto. Vedrai che se il resto del messaggio sarà interessante, nessuno avrà da ridire sulla tua risposta, ma anzi, al contrario, ne verrà conquistato.
• Parla dei tuoi risultati (se sei il sindaco o presidente uscente); oppure parla dei fallimenti dell’avversario o del problema -causato dall’avversario- che tu vuoi risolvere (se sei di un altro partito e ti proponi come cambiamento)
• La tua proposta
• Presenta il punto chiave del tuo programma (se sei l’amministratore uscente), oppure la soluzione al problema accennato nel punto precedente (se sei di un partito di opposizione).
Se preparerai bene il tuo messaggio, saprai sempre rispondere
in modo efficace.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Ho preparato centinaia di messaggi nella mia carriera di
consulente in comunicazione politica.
Come detto, nei primi dieci secondi bisogna rispondere alla
domanda che ci viene posta. Ma quale sarà? I temi di cui si
parla in un dibattito tv durante una campagna elettorale sono
molti.
Come sapere in anticipo i temi di cui si parlerà durante il
confronto televisivo
Ci sono tre metodi per sapere di cosa tu e i tuoi avversari
sarete chiamati a parlare durante il talk show o la tribuna
elettorale.
• Chiederlo alla redazione del programma tv
• Può sembrare banale, ma, al contrario, devi sapere che spesso molti non sanno che le redazioni dei programmi televisivi sono disposte a fornire in anticipo i temi o le domande che faranno durante il dibattito. Il tuo staff deve quindi informarsi in anticipo su questa opportunità di conoscere i temi. In altri casi, le redazioni mantengono un ferreo segreto sui temi che si tratteranno. In queste occasioni usa i due metodi di seguito.
• Fai un brainstorming col tuo staff
• Raccogli tutte le persone del tuo staff e, unendo le menti, metti sul tavolo tutte le possibili domande che potrebbero farti, soprattutto quelle scomode. C’è qualcosa nella tua storia passata che potrebbe essere usata contro di te? Preparati accuratamente per rispondere in modo efficace. C’è qualche accusa che
MARCO VENTURINI
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viene mossa al tuo partito? Preparati su essa. Quali sono i temi principali della campagna? Se nel tuo territorio si parla, per esempio, di sicurezza e disoccupazione, preparati a domande sulle tue proposte per questi punti. Raccogli e cita dati e statistiche. Ci sono alcuni temi che escono sempre, come il lavoro, l’immigrazione, la sicurezza e le tasse. Su questi devi sempre essere pronto.
Prepara delle schede sui temi ricorrenti
Prepara dei documenti di testo (schede) con tutte le
risposte alle domande più frequenti. Su questo documento,
oltre alle risposte, inserirai statistiche e riferimenti specifici
(date e nomi di leggi) difficili da ricordare a memoria.
Le schede sono uno strumento formidabile e indispensabile.
Qualche mio cliente mi chiede: ma se uso le schede con le
risposte scritte, risponderò sempre allo stesso modo a queste
domande.
Certo, e questo è positivo. I grandi comunicatori hanno
pochi, chiari messaggi che ripetono continuamente
durante ogni dibattito televisivo.
Se come me segui le campagne elettorali ogni giorno puoi farci
caso: dopo alcune settimane arriva un punto in cui sai
perfettamente come risponderà il candidato a certe domande,
perché la risposta che dà a quella determinata domanda è
sempre la stessa.
Ecco due verità che devi sapere riguardo il ripetere sempre lo
IL MANUALE DEL CANDIDATO
93
stesso messaggio
• Le persone normali, a differenza mia e forse anche tua, non seguono i dibattiti politici ogni santo giorno. Il tuo messaggio gli arriverà quindi poche volte, non sembrerà mai ripetitivo.
• L’unico modo per far passare un messaggio è ripeterlo. Pensa alle pubblicità: perché credi che vadano in onda più volte al giorno? In un mondo pieno di informazioni e distrazioni, l’unico modo che hai per far capire in modo chiaro come la pensi su un determinato punto è quello di ripetere più volte la stessa risposta
Veniamo al terzo metodo per sapere in anticipo di cosa si
parlerà durante il dibattito tv
Guarda la rassegna stampa del giorno e le notizie
dell’ultima ora
Non dimenticare l’attualità. Se anche poche ora prima del
programma televisivo è successo qualcosa di importante, sappi
che se ne parlerà.
Indipendentemente dai temi programmati e dalle domande
preparate, se succede qualcosa di importante (uno scandalo,
una dichiarazione forte dell’avversario, un attentato, un dato
rilevante sull’economia eccetera) se ne parlerà e tu non puoi
cadere dalle nuvole.
MARCO VENTURINI
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Controlla quindi le ultime notizie, fino a poco prima
dell’inizio del dibattito tv e preparati risposte al riguardo.
Come difendersi dagli attacchi dell’avversario e come
batterlo durante il dibattito tv
Quando preparo un candidato per un confronto tv riesco
sempre a sapere in anticipo quali attacchi gli farà l’avversario.
In questo modo posso formare il mio cliente, che riesce a
parare efficacemente gli attacchi.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Ecco la mia tecnica per sapere in anticipo quali attacchi
riceverai.
Apri Google news e fai queste due ricerche:
• “Nome avversario” + “nome tuo”; poi ripeti la ricerca con il “nome del tuo partito” al posto del tuo. Se lui nelle ultime settimane ha parlato male di te o del tuo partito per qualche motivo (per esempio accusandoti di mentire su un fatto, di essere impreparato o di aver commesso qualcosa di sconveniente) sappi che ripeterà esattamente lo stesso attacco durante il programma.
L’ho sperimentato diverse volte e ti assicuro che è
sempre così.
Verifica tu stesso. Il motivo? Anche loro usano delle
schede, quindi tendono a ripetere sempre anche gli
stessi attacchi.
Dopodiché prepara una risposta efficace all’attacco.
Ma anche tu puoi attaccare l’avversario, e dovresti
farlo.
Per attaccare l’avversario cerca il suo nome su Google
news e verifica se sono uscite notizie scomode su di lui,
da tirare fuori durante il dibattito.
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Se pensiamo ai confronti fra Trump e Clinton, è proprio grazie
ad una preparazione di questo tipo che Trump ha potuto
difendersi dall’accusa di non rispettare le donne, rinviando
l’accusa all’avversario che aveva difeso il marito (Bill Clinton)
quando la tradiva.
Cerca il tuo avversario anche su Wikipedia.
Se è abbastanza noto, sarà presente sull’enciclopedia più grande
del mondo. Da lì potrai vedere se ci sono ombre sul suo
passato, processi in corso, oppure se, per esempio, ha
cambiato diversi partiti nella vita, se svolge un lavoro
incoerente coi suoi ideali e altri dati che puoi usare contro di
lui.
Per vincere il confronto televisivo e convincere gli elettori a
votare per te, devi battere il tuo avversario anche sui temi.
Ecco come:
Fai quest’ultima ricerca: “nome avversario” + “tema”.
Esempio: “Mario Rossi partito X immigrazione”
In questo modo conoscerai le sue posizioni sui vari temi e
saprai regolarti di conseguenza per contrastare le sue
rivelandone i punti deboli ed avanzare le tue, puntando sui
punti forti.
Per effettuare nel modo più efficace quest’ultimo punto
veniamo al consiglio più importante di tutti per prepararsi ad
un dibattito tv in modo perfetto.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Fai simulazioni di domande e risposte
Questo è il segreto dei grandi comunicatori politici in
televisione. La capacità di parlare in pubblico è un muscolo, va
allenata.
Ecco i vantaggi di allenarti al dibattito tv effettuando delle
simulazioni di domande e risposte insieme al tuo staff
• sarai più sicuro di te durante la trasmissione • imparerai bene le risposte (grazie alla ripetizione) • imparerai a gestire lo stress • prenderai confidenza con il parare e sferrare attacchi
Ecco la guida passo passo per effettuare simulazioni di
allenamento prima del confronto tv:
1. prendi i temi di cui si parlerà in tv (oppure quelli usciti dal brainstorming)
2. prendi le relative schede con le risposte che hai preparato
3. prendi la scheda con gli attacchi da fare all’avversario e quelli da cui difendersi
4. convoca uno o due membri del tuo staff, che faranno la parte del conduttore e quella dell’avversario
5. fatti fare una raffica di domande (deve essere una raffica, perché così imparerai a gestire lo stress)
6. rispondi basandoti su ciò che hai preparato. Se sbagli, ripeti la risposta prima di continuare
7. simula gli attacchi da parte dell’avversario
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chiedendo ad un membro dello staff di simularlo. Rispondi nel modo che hai preparato
8. simula gli attacchi all’avversario ogni volta che viene toccato il tema che tu hai individuato come suo punto debole. In questo modo imparerai a farlo in modo automatico e riuscirai ad attaccare anche quando sei in tv.
Sono molte informazioni, lo so, è faticoso, ma il premio che
riceverai dal fare tutto questo è molto grande: stiamo parlando
di vincere le elezioni!
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9 COME USARE I SOCIAL NETWORK IN CAMPAGNA ELETTORALE
Usare i social network in campagna elettorale è di
fondamentale importanza.
Anche nelle piccole elezioni? Mi chiedono molti.
Soprattutto.
Infatti, a differenza delle grandi città, delle regioni e delle
nazioni, nei piccoli comuni non ci sono televisioni e giornali
che parlano di politica in modo approfondito e costante.
Se i social media, e Facebook in particolare – dato che è il più
usato – sono importanti nelle grandi campagne, in quelle
piccole sono spesso l’unico strumento per veicolare messaggi
quotidianamente.
In questo capitolo ho deciso di mostrarti il modo in cui uno dei
più grandi comunicatori dei nostri tempi, Donald Trump, ha
usato i social in campagna elettorale.
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L’analisi è stata fatta prima della sua vittoria. Che quindi avevo
già previsto, come puoi verificare anche da diversi articoli che
ho scritto nel 2016 sul Fatto Quotidiano e sul mio sito
marcoventurini.org
Iniziamo.
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è la persona più
potente del mondo. E dati alla mano sappiamo che dei due il
più influente sui social network è Donald.
Analizzando le sue strategie di Marketing Politico possiamo
imparare molto. Ma prima, un avvertimento.
Donald Trump è un personaggio che divide, dunque chiarisco
subito che questo capitolo non parla della qualità delle sue
idee politiche, ma della qualità della sua comunicazione
online. Che è altissima.
Separati quindi dalle ideologie politiche e leggi questo capitolo
al solo scopo di imparare le strategie online di marketing
elettorale usate dall’uomo più discusso di queste elezioni
americane.
Vediamo solo alcuni dati che dimostrano l’efficacia della
comunicazione social di Trump e facciamo qualche paragone
con il marketing politico ed elettorale della Clinton.
Su Twitter, Trump nel momento in cui scrivo ha
12milioni 127mila followers, mentre la Clinton ne ha
9milioni 407mila.
L’efficacia della strategia comunicativa di Trump su Twitter è
IL MANUALE DEL CANDIDATO
101
dimostrata dalla crescita esplosiva che ha avuto rispetto alla
candidata del Partito Democratico, partita in vantaggio ad
inizio campagna.
Ok – dirai – ma questi sono followers, mica voti.
Non proprio. Uno studio dimostra che il 70% dei followers
di Trump sono supporter reali e il 90% di loro sono persone
che vanno a votare (cosa importante negli Usa dove
l’astensionismo è altissimo).
Vediamo altri dati più velocemente a conferma del fatto che la
comunicazione politica social di Trump sia più efficace di
quella della Clinton.
• Dirette YouTube: Trump ha una media di 30,000 spettatori
MARCO VENTURINI
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per stream, Clinton solo 500. • Instagram: Trump: 2.5 milioni di followers, Clinton 2,1
milioni. • Facebook: Trump 10 milioni 772 mila fans, Clinton 6
milioni 171mila.
Anche nel dibattito tv dei record (seguito da più di 100
milioni di persone e che) andato in onda fra i due, e che
secondo il sondaggio CNN è stato vinto dalla Clinton (col 62%
dei voti), il più menzionato su Twitter è stato in realtà Trump.
Adesso sei convinto che fra i due candidati alla Casa
Bianca era Donald Trump la webstar?
Se è così, sei pronto per scoprire i 3 segreti del suo successo
sui social network e imparare come puoi applicarli nella tua
campagna.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Ottenere pubblicità gratuita grazie al Social Media
Marketing Politico (e scalare la catena mediatica)
Senti sempre parlare di Donald Trump in tv. Ma sapevi che
non ha speso neanche un dollaro per pubblicità televisive?
Sembra incredibile, ma è così: a differenza della Clinton, che
produce spot televisivi e compra spazi a profusione, Trump
non ha dato un dollaro a questo media tradizionale, pur
ottenendo su di esso molta più visibilità della Clinton.
Per darti un’idea di quanto spendano i candidati alla presidenza
degli Stati Uniti, sappi che Barack Obama secondo l’istituto di
ricerca indipendente Center for Responsive Politics, ha
speso oltre 6 miliardi di euro in Marketing Politico ed
Elettorale per la sua seconda campagna presidenziale, mentre
nel 2008 ne ha spesi 5,3.
La realtà è che Trump sta spendendo relativamente poco ed
ottiene invece pubblicità gratis. Ecco un conto fatto a marzo.
MARCO VENTURINI
104
Nella colonna di sinistra vediamo quanto spendono i candidati
americani per acquistare spazi pubblicitari sui media.
In quella di destra, vediamo quanto avrebbero dovuto spendere
per comprare la visibilità che hanno ottenuto spontaneamente
su TV, radio e giornali.
È la loro pubblicità gratis!
A Donald Trump sarebbero serviti circa 2 miliardi di dollari
per comprare tutta la copertura mediatica che ha avuto gratis
fino a Marzo. Invece ha speso solo 10 milioni di dollari. E
come vediamo continua sulla stessa linea.
Come organizzare una campagna politica ed ottenere
pubblicità gratis? Ecco il metodo “Donald Trump”
IL MANUALE DEL CANDIDATO
105
Come insegno ai miei clienti e durante i miei corsi, ci sono due
modi per far parlare di sé:
• Pagare per avere visibilità (pubblicità a pagamento) Acquistando spazi su cartelloni, spot tv, campagne a pagamento online e offline, grossi eventi.
• Attirare i media spontaneamente (ovvero gratis) Adottare strategie di comunicazione che portino i media spontaneamente a cercarti, a seguirti, a parlare di te volontariamente e quindi gratuitamente.
Il secondo metodo è il mio preferito ed è quello che uso con i
miei clienti, il cui vantaggio è ovviamente economico: questo
approccio consente di avere visibilità e notorietà gratuiti.
Ma nel marketing elettorale e nel mondo dell’informazione ci
sono alcune differenze fondamentali. Le vediamo di seguito.
Impararle ti darà nuovi spunti da usare insieme alle strategie
che già conosci nel marketing aziendale.
Come fa Donald Trump ad attirare i media?
Trump fa notizia grazie ai suoi tweet e post Facebook, quindi
scala la catena mediatica.
Scalare la catena mediatica significa partire da un media
inferiore (per costi e portata) e finire gradualmente su media
superiori.
MARCO VENTURINI
106
Per esempio: faccio un tweet – il tweet viene ripreso da un
giornale – la notizia del giornale viene ripresa dal telegiornale –
vieni invitato dai talk show televisivi la sera.
Con un tweet ben fatto sei finito in tv. Gratis.
Trump inoltre, quando va in tv, dice cose altrettanto forti e
controverse dei suoi tweet, oppure estremamente argute, che
vengono riprese dai giornali del giorno dopo e dai media
internazionali. E il circolo virtuoso continua.
In tutto il mondo non si può fare a meno di parlare di lui.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
107
Un altro caso interessante è quello che riguarda Trump e
Justin Bieber. L’idolo delle teenager ha messo un like ad un
post di Trump.
L’imprenditore non si è fatto sfuggire l’occasione ed ha invitato
il cantante ad un evento di campagna elettorale, offrendogli,
pensate, 5 milioni di dollari!
Bieber ha accettato? Probabilmente avrebbe voluto, ma il suo
manager glielo ha impedito.
Il concerto quindi non c’è stato, ma la notizia dell’evento
sfumato, soprattutto grazie alla cifra del cachet promesso dal
candidato repubblicano, ha fatto comunque il giro del
mondo.
MARCO VENTURINI
108
Oggi quindi tutti sanno che Bieber è un supporter di
Trump e che la simpatia è reciproca, ma per ottenere
questo mega spot, da un testimonial del genere, il candidato
alla Casa Bianca non ha sganciato un dollaro. Altro che 5
milioni.
Questa è solo una delle tante storie sui modi in cui Trump e
qualsiasi candidato, artista o libero professionista possono
ottenere una visibilità esponenziale sui media col minimo
sforzo, usando le giuste strategie di marketing e
comunicazione.
E quei 10 milioni di dollari spesi da Trump che vediamo nella
tabella, dove sono stati investiti? Eventi a parte, il tycoon
newyorkese ha puntato tutto sull’online.
Per esempio nell’ultimo giorno della convention repubblicana
ha speso circa 200,000 dollari per promuovere hashtag che
hanno raggiunto il pubblico americano su Twitter.
Quella di puntare sulla comunicazione online in campagna
elettorale è una scelta strategica data driven (cioè effettuata
dopo un’analisi dei dati): Google rivela che solo nell’ultimo
anno, le persone hanno guardato 110 milioni di ore di video
YouTube di candidati o temi della campagna.
Gli elettori oggi passano più tempo online, almeno due ore per
ogni ora spesa guardando la tv, ha spiegato il consulente
politico e partner di Google, Frank Luntz.
Trump quindi ha fatto bene. Ricordiamo che è partito quasi
per scherzo e assolutamente sfavorito. Ma poi ha vinto.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
109
Quindi, una lezione nella lezione è: guarda i dati e ottimizza
i costi.
Per riepilogare
• Un rifiuto non è detto che sia una cattiva notizia, nel caso di The Donald è stato un’opportunità.
• Ottimizza i costi, investendo in pubblicità a pagamento solo online.
• Commenta le notizie giuste in modo originale per scalare la catena mediatica. Studia i titoli dei giornali nel tuo settore, cerca di capire cosa gli interessa e usa i social dando tue notizie. Avranno una scadenza breve, è l’opposto della coda lunga che usi sul tuo blog e in generale per il marketing. Aumenterà la tua notorietà, garantendoti voti sul medio periodo.
Ma per fare questo, devi essere veloce. Quindi passiamo alla
seconda strategia.
Velocità: nella campagna online il tempismo è tutto.
Per fare notizia devi stare sul pezzo, come diciamo noi tecnici
della comunicazione (Google invece dice “topical”, quando
incontra noi comunicatori politici.)
Tradotto: sii veloce coi tuoi post e i tuoi tweet.
Ripeto, non parlo di articoli per il blog, i quali saranno validi
anche fra mesi. Parlo di contenuti usa e getta, utili a darti
visibilità nelle prossime ore e notorietà.
MARCO VENTURINI
110
Per esempio, dopo i recenti attentati con bombe a New York e
in Minnesota e gli accoltellamenti in New Jersey, Donald
Trump ha twittato prima che le autorità fornissero i dettagli
dell’attentato.
Per Donald Trump: “E’ una cosa terribile quella che sta
succedendo nel nostro mondo, quello che sta avvenendo nel
nostro Paese. Saremo duri, intelligenti e vigili e metteremo fine
a tutto questo”.
Di diverso avviso, più lenta e prudente, è stata Hillary
Clinton: “Prima di giudicare dovremo capire meglio cosa è
successo, avere informazioni precise, capire i moventi di questi
persone, capire chi si cela dietro questi incidenti”.
“Credo che sia sempre più saggio aspettare fino a quando non
si hanno informazioni precise e dettagliate, siamo appena
all’inizio delle indagini”.
Le indagini confermeranno la matrice terroristica, dando
ragione a Trump, che ha incassato una grande vittoria.
Trump in quell’occasione ha perfino parlato di “bomba” a NY
in un altro intervento, prima che le autorità stesse dessero la
notizia che, in effetti, di una bomba si trattava.
Se non hai le fonti di Trump, tranquillo. Non serve uscire
perfino prima, basta uscire primi.
Consigli tecnici per essere veloci sui social network.
Per essere veloci non fate come Romney (ex candidato
avversario di Obama), i cui tweet dovevano essere controllati
da 17 persone dello staff prima della pubblicazione. Ma non
fare neanche come Hillary.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
111
Come vediamo dalle analisi del suo account, la Clinton twitta
soprattutto da tweetdeck (79,7%), ovvero una piattaforma con
la quale è possibile programmare i tweet (che quindi non
saranno fatti in tempo reale) oppure richiedere l’approvazione
del tweet ai membri dello staff.
Al contrario, Trump twitta quasi esclusivamente da Android e
da iPhone, quindi senza tweet programmati e senza troppe
verifiche da parte dello staff.
Anche io e i miei clienti usiamo soprattutto lo smartphone per
scrivere tweet e post Facebook.
Basta un messaggio per avere o dare l’ok ad un contenuto, non
servono mille controlli.
Altrimenti la notizia la farà qualcun altro.
MARCO VENTURINI
112
A proposito di velocità, un aneddoto divertente.
L’avversario di Trump all’interno del suo partito, Jeb Bush
(fratello di George W.), aveva dimenticato di rinnovare subito
il suo dominio. Indovinate chi lo ha comprato?
La velocità è tutto.
Quindi, commenta ogni fatto rilevante nel tuo settore, dicendo
cose interessanti o comunque fuori dal coro.
Anche nella comunicazione, non nuotare nell’oceano rosso, ma
punta a una nicchia.
Non ci serve qualcun altro che dica le solite banalità. Vogliamo
IL MANUALE DEL CANDIDATO
113
opinioni nuove, ma le vogliamo subito.
Un altro alleato della velocità e della popolarità è la semplicità.
Ecco perché parlare in modo semplice è fondamentale.
Linguaggio semplice: il segreto che sta alla base della
politica online.
Trump parla con una grammatica comprensibile ad un
bambino di sesta elementare. Non è né una battuta né
un’esagerazione, è il risultato di un’analisi della complessità
lessicale e grammaticale dei discorsi dei candidati democratici e
repubblicani, realizzato da un team di ricercatori del Language
Technologies Institute della Carnegie Mellon University.
Trump dal vivo e sui social network usa frasi corte e parole
semplici (come “vittoria”, in inglese win, al posto di “successo”,
successful), evita termini tecnici oppure li spiega. Se si parla di un
”trattato economico con i paesi asiatici”, lui dice “fare affari
con la Cina” e così via.
Sembra assurdo? Non lo è affatto. Questa è un’altra scelta data
driven di Marketing Elettorale.
Gli americani sono un popolo di analfabeti funzionali.
Secondo gli ultimi dati stilati dal Dipartimento per l’educazione
USA ben 32 milioni di americani ha difficoltà nella lettura. Un
americano su sette ha dimostrato di avere un vocabolario
molto limitato, di non capire il significato di molte delle parole
e di non riconoscere i termini dal loro slang.
Solo il 13% della popolazione è autosufficiente in queste tre
aree: la capacità di comparare due punti di vista, come due
editoriali; la capacità di interpretare una tabella della pressione
MARCO VENTURINI
114
del sangue con età e attività fisica; o di comparare il costo
all’etto degli alimenti.
Per parlare agli americani quindi Trump ha capito che deve
usare un linguaggio elementare.
Ok– dirai – ma a noi italiani cosa interessa?
Purtroppo ci interessa eccome:
Nella classifica dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico) gli Stati uniti, dei quali abbiamo
parlato, sono il terzo Paese col più alto tasso di analfabetismo
funzionale, prima di loro il Messico e al primo posto,
paradossalmente, il Paese della cultura, l’Italia con il 47%
di analfabeti funzionali.
Chi sono gli analfabeti funzionali e come influiscono sulle
campagne politiche.
Se sei arrivato fino a qui nella lettura di questo libro, tu non sei
un analfabeta funzionale. Ma forse il tuo vicino e molti di quelli
che conosci sì.
Un analfabeta funzionale, apparentemente, non deve chiedere
aiuto a nessuno per leggere o scrivere qualcosa, come invece
succedeva una volta quando esisteva una vera e propria
professione – lo scrivano – per indicare le persone che, a
pagamento, leggevano o scrivevano le lettere per i parenti
lontani.
Un analfabeta funzionale, però, anche se apparentemente
autonomo, non comprende il senso di un articolo
pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere
IL MANUALE DEL CANDIDATO
115
e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di
interpretare un grafico.
E in Italia ce ne sono più che in America.
Quindi, la terza lezione di comunicazione politica sui social
network che possiamo imparare da Trump è: usa un
linguaggio semplice.
Quanto semplice? Come quello di un bambino di sesta elementare.
Se ti occupi di marketing online per esempio spiega i termini
tecnici, non dare niente per scontato.
Quando usi termini inglesi, se non sono di uso comune (come
“Internet” e “Computer”) spiegali.
Non fare ragionamenti complessi, spezzettali. Così come le
frasi.
Fai post corti su Facebook e cita pochi numeri.
Nel tuo settore sei obbligato di tanto in tanto a pubblicare sui
social ragionamenti più complessi, magari con statistiche e
termini tecnici?
Allora fai un video.
Non fare post lunghi di testo. Il video è passivo per l’utente,
mentre la lettura è cognitivamente attivante (e più faticosa per
un analfabeta funzionale).
Quindi con l’escamotage del video puoi dilungarti qualche
minuto, spiegando dati e nozioni tecniche, ripetendo più volte i
MARCO VENTURINI
116
concetti, senza spremere le meningi del nostro popolo di
analfabeti funzionali.
Probabilmente questo capitolo ti ha fatto riflettere su molte
cose e forse stai comprendendo concetti che prima ti
passavano davanti agli occhi senza capirne il reale scopo.
Nel prossimo capitolo faremo un ulteriore passo avanti sulla
comunicazione online per un politico o candidato.
117
10 COME USARE FACEBOOK IN CAMPAGNA ELETTORALE
Facebook è di gran lunga il social network più utilizzato al
mondo e in Italia. È dunque obbligatorio per un candidato
essere presenti in modo efficace su Facebook.
I contenuti che funzionano maggiormente sono in ordine (dal
più forte al più debole):
• Dirette
• Video
• Foto
• Cartelli (grafiche)
• Link
• Testi brevi
Se durante il periodo precedente alla campagna elettorale hai
MARCO VENTURINI
118
postato di rado, ti consiglio di aumentare la tua frequenza di
pubblicazione durante la campagna. Pubblica ogni giorno
almeno un post. Se i tuoi avversari ne pubblicano di più,
aumenta anche tu la frequenza per stare al passo con loro.
Cosa pubblicare?
Ti elenco una serie di contenuti che, dopo migliaia di post fatti
per candidati di ogni livello, posso garantirti essere i migliori:
• Dirette di comizi ed incontri sul territorio
• Dirette di risposte a domande degli elettori
• Video sui punti del programma
• Video di commento a fatti rilevanti che accadono durante la campagna
• Foto sul territorio durante incontri e iniziative pubbliche. Puoi fotografare altre persone ed il contesto, ma le foto migliori sono quelle in cui anche tu vieni ritratto.
• Cartelli (grafiche) con punti del programma e citazioni da tuoi interventi
• Link a notizie che ti riguardano o a fatti che vuoi commentare
• Testi brevi con riflessioni che derivano dalla tua ideologia politica
Una volta che farai tutto questo, ti sembrerà di aver fatto
molto, ma la realtà è completamente diversa. Se non sei un
politico di rilievo nazionale che frequenta la televisione
abitualmente, per forza di cose avrai un numero di follower
troppo basso per permettere ai tuoi contenuti di arrivare a tutti
i potenziali elettori.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
119
Proprio per questo Facebook ha creato delle inserzioni
(Facebook ads), ovvero la possibilità di sponsorizzare dei post
per farli arrivare agli abitanti della tua zona anche se non hanno
messo “like” alla tua pagina.
Creare sponsorizzazioni su Facebook non è affatto facile e,
soprattutto in politica, se viene fatto male può produrre
l’effetto contrario a quello desiderato, ovvero può portare un
candidato a ricevere insulti anziché voti.
Ho molta esperienza con le inserzioni Facebook in politica e
posso dire di essere stato uno fra i primi ad utilizzarle in modo
professionale e scientifico in campagne elettorali italiane. Ho
deciso di insegnarti nel prossimo capitolo le preziose strategie
che applico nelle mie campagne su Facebook.
120
11 COME FARE PUBBLICITÀ SU FACEBOOK IN CAMPAGNA
ELETTORALE
In questo capitolo ti mostrerò passo passo in che modo
la pubblicità su Facebook in campagna elettorale può
contribuire in maniera determinante alla vittoria di un
candidato.
Le inserzioni su Facebook funzionano veramente in
campagna elettorale?
Forse nella tua vita, per un’impresa o per altre campagne
elettorali hai utilizzato le inserzioni di Facebook
riscontrando scarsi risultati. Il motivo è che
nella comunicazione politica italiana le Facebook ads
sono state utilizzati finora nel modo sbagliato. Continua a
leggere e ti spiegherò in che modo invece si possono
usare le campagne a pagamento su Facebook per
produrre risultati come quelli ottenuti da chi, proprio
IL MANUALE DEL CANDIDATO
121
grazie alle ads su Facebook, ha ribaltato a suo favore un
risultato elettorale.
“Con Twitter Trump ha parlato alla gente ma è stato
Facebook a farlo vincere” ha ammesso lo spin Doctor
di Donald Trump, Brad Pascale.
Il riferimento è proprio al modo in cui lo staff del
presidente, in collaborazione con un team dello stesso
Facebook, ha utilizzato le Facebook ads per vincere le
elezioni. Un metodo che ti illustro in questa guida per la
prima volta in Italia. La tecnica usata ha il nome
di microtargeting. Il contrario di quanto viene fatto
solitamente nella comunicazione politica italiana su
Facebook. Mi spiego.
Gli errori delle campagne Facebook italiane (e non
solo)
Facebook permette di creare dei post sponsorizzati, ovvero dei
contenuti che raggiungono anche persone che non seguono
la nostra pagina. Per fare questo ovviamente bisogna pagare
(cifre molto basse rispetto al costo dei cartelloni stradali o di
spot televisivi) e soprattutto selezionare il pubblico a cui
mostrare il nostro messaggio. Facciamo un esempio del modo
sbagliato in cui fino ad oggi sono stati buttati soldi in
campagna Facebook non produttive. [Esempio di inserzione
sbagliata]
MARCO VENTURINI
122
• Sono un candidato alle elezioni regionali del Lazio.
• Preparo tre post, uno per ogni punto principale del mio programma.
• Seleziono su Facebook un Target in base a questi requisiti:
o – persone residenti nel Lazio o – Dai 18 anni in su (età di voto)
Molte campagne vengono fatte così. Ma altri, un po’ più
esperti, decidono di inserire altri fattori.
Per esempio, se un punto del programma è dedicato alle
donne, aggiungeranno il parametro “genere: femmina” per il
post del relativo punto.
Cosa accadrà? Il tuo messaggio sarà comunque ignorato.
Perché? Ecco la prima lezione di alto valore.
La segmentazione demografica (età, sesso) oppure
geografica (regione, città, CAP) non basta.
Migliaia di test e centinaia di migliaia di euro buttati nel vuoto
in campagne di questo tipo lo dimostrano chiaramente.
Le pubblicità su Facebook devono essere targettizzate,
cioè non deve arrivare la stessa pubblicità a tutti gli utenti,
ma la targettizzazione che viene fatta solitamente, ovvero
quella demografica e geografica non è affatto
sufficiente.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
123
Parliamo di te. Il fatto che tu sia maschio o femmina, che abiti
nella tua città, anzi nel tuo palazzo, e abbia una fascia di età
compresa fra i 30 e i 40, oppure fra 40 e i 50, significa
automaticamente che hai gli stessi problemi del tuo vicino di
casa? Oppure gli stessi problemi di uno della tua stessa età e del
tuo stesso sesso, nella tua stessa città? Assolutamente no.
Questa è la realtà.
Tu potresti essere una persona interessata alla vita politica,
mentre il tuo coetaneo che abita nel tuo stesso palazzo,
potrebbe essere un astensionista da anni.
Tu potresti essere di centro-destra, mentre il tuo vicino di
centro-sinistra. Tu potresti essere preoccupato per la salute di
un tuo familiare, mentre il tuo vicino (o uno della tua stessa età
nel tuo quartiere) potrebbe essere disoccupato e quindi
preoccupato per il proprio stato economico.
Abbiamo la stessa età, viviamo nella stessa zona, ma abbiamo
vite, bisogni, opinioni completamente diverse. Questo vale
perfino all’interno di stesse famiglie. Non trovi?
Allora qual è il modo giusto di fare campagne Facebook
per vincere le elezioni?
Il metodo usato dallo staff di Trump, consigliato dallo stesso
Facebook, e usato in altre importanti campagne dal colosso dei
big data Cambridge Analytica è basato su una targettizazione
basata non sui dati anagrafici,
ma sociografici e comportamentali.
Detta comunemente microtargeting.
MARCO VENTURINI
124
Cosa significa? Vediamolo.
Come funziona il microtargeting su Facebook
Facciamo alcuni esempi su come utilizzare la strategia efficace
di microtargeting su Facebook in campagna elettorale.
Teniamo l’esempio delle elezioni regionali, ma può essere
applicato a tutti i livelli, dal più grande fino alle elezioni
comunali dato che la targettizazione di pubblico per le
inserzioni Facebook può anche essere fatta per singoli CAP.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
125
[Esempio di inserzione efficace]
• Notizia: Crolla un ponte in una zona della mia regione.
Cosa fare:
MARCO VENTURINI
126
• Preparo un post con la promessa elettorale di aggiustare quel ponte e di rivedere il modo di assegnare gli appalti per costruire ponti e il rispetto delle norme di sicurezza.
• Seleziono la zona specifica coinvolta dal crollo attraverso la funzione “CAP” di Facebook
• Invio il post sponsorizzato SOLO a loro
In questo modo gli elettori della zona si sentiranno
personalmente coinvolti. Non riceveranno un messaggio
generico che non li tocca personalmente. L’attenzione che
avremo da parte loro sul nostro post sponsorizzato riguardo al
ponte sarà massima e probabilmente avvicineremo alcuni
elettori.
Facciamo un altro esempio.
[Esempio di inserzione efficace]
• Uno dei miei punti del programma è un bonus a chi fa figli.
Lo manderò a tutte le donne? Sarebbe uno spreco di soldi, non
sarebbe efficace per chi ha già fatto figli e non vuole farne più,
oppure per chi non è in età.
Chi colpirà maggiormente la mia inserzione? Le donne incinte.
Come individuarle? Su Facebook non esiste la selezione per
donne incinte. Ed è qui che l’abilità dello spin doctor entra in
gioco.
Un consulente in comunicazione politica diventa
IL MANUALE DEL CANDIDATO
127
fondamentale in casi come questo, quando serve unire le
competenze tecniche alla creatività.
Io lo faccio per decine di miei clienti politici e aziendali. In
questo caso ecco cosa farei.
• Messaggio: daremo un bonus per le giovani mamme.
• Target o Età: dai 18 ai 30 o Sesso: donne o Zona: Lazio
E qui veniamo al punto.
• Interessi: selezioneremo le fan di pagine a tema “Premaman”, che leggono siti con consigli come “guida alla gravidanza settimana per settimana” e altri forum sul tema.
Mettiti nei panni di una ragazza in attesa. Un messaggio su un
bonus per lei, la conquisterebbe? Direi di sì.
Se invece non si usasse questo metodo, non si potrebbero
inviare messaggi su tutti i punti del programma o su temi così
specifici. Si sceglierebbero per esempio solo 5 o 10 temi di cui
parlare, da inviare a tutti, senza essere realmente efficaci per
nessuno.
Le possibilità di questo approccio sono infinite e non
riguardano solo i testi, ma anche le immagini.
Scelta delle immagini nelle campagne Facebook per
MARCO VENTURINI
128
le elezioni
Noi esseri umani siamo attratti dai nostri simili e veniamo
conquistati dalle persone che ci somigliano.
Questo lo sanno tutti gli esperti di comunicazione e pubblicità.
Per questo negli spot dedicati ad un determinato target, si
usano attori che rispecchino quel target.
Questo è possibile anche nel caso del microtargeting che
andremo a sviluppare nella nostra campagna elettorale.
La segmentazione chirurgica del messaggio infatti non
deve essere relativa solo i testi, ma anche alle foto.
La maggioranza degli inserzionisti su Facebook, sotto ad un
post, utilizza la stessa foto per tutti quanti. Noi invece
creeremo delle inserzioni con lo stesso testo (se il problema da
risolvere è lo stesso), ma con immagini differenti in base a
chi leggerà la nostra pubblicità.
Per esempio, un post sulle opportunità di lavoro sarà
indirizzato a chi ha perso il lavoro o è disoccupato.
Ma metteremo l’immagine di una donna, per il segmento di
pubblico femminile. E metteremo la foto di un uomo per il
pubblico maschile.
Il testo sarà lo stesso, ma le foto cambieranno per attrarre
IL MANUALE DEL CANDIDATO
129
maggiormente l’attenzione di chi naviga su Facebook.
Lo stesso vale per l’età. Cercheremo di mettere immagini di
persone che abbiano più o meno la stessa età di chi legge.
Se sei una persona di terza età, ti attira di più l’immagine di uno
studente oppure di un tuo coetaneo? Ovviamente ti
coinvolgerà maggiormente la foto di un tuo simile.
Ora che hai capito come utilizzare al meglio le campagne
Facebook durante per vincere le elezioni, possiamo andare ad
un livello ancora più avanzato.
Microtargeting per comportamenti
Dopo testi e foto su misura del singolo utente, parliamo della
segmentazione del pubblico per comportamenti, detta anche
(behavioural).
Io la applico anche a livello aziendale.
Per esempio, vediamo come ha usato il fattore
comportamentale la Colgate per vendere un dentifricio.
MARCO VENTURINI
130
Un messaggio del tipo: questo dentifricio fa i denti più bianchi è
meno efficace di un messaggio micro targettizzato come
questo, che è rivolto a chi si copre la bocca quando ride.
Come fanno a sapere che chi legge quel post si copre la bocca
quando sorride?
In questo caso la Colgate ha selezionato fra i comportamenti
fattori come: consumatore abituale di caffè (che può far
ingiallire i denti).
Lo stesso effetto è prodotto anche il fumo. Oppure potrebbe
essere un lettore di forum sui problemi dentali.
Inoltre se ad aver problemi è una giovane ragazza (25-30 anni
come selezionato nel target e come rappresentato dalla foto),
probabilmente vivrà questo con più disagio rispetto ad altri
target.
Di più: voglio sapere se è una persona sicura di sé, oppure
IL MANUALE DEL CANDIDATO
131
timida? Potrò selezionare interessi come libri sull’autostima, sul
potere degli introversi, su come fare per accettarsi e così via.
Come mettere in pratica tutto questo per la propria
campagna elettorale e quanto costa?
Immagino che a questo punto il tuo cervello starà girando al
massimo, immaginando a come poter utilizzare personalmente
questo strumento per vincere le elezioni o comunque per
ottenere un risultato straordinario.
Come fare?
1. Si parte dall’analisi del tuo bacino elettorale 2. Si segmenta il bacino in piccoli gruppi incrociando i dati
demografici ai comportamenti e alle notizie del momento 3. Si preparano decine, anche centinaia di post da
sponsorizzare con testi e foto diversi, ognuno per un micro-target. Queste inserzioni devono basarsi sui problemi specifici del micro target e sulle tue promesse elettorali. [Parti dal programma] Se hai un punto che parla di sicurezza, a chi rivolgerlo? [Parti dal problema] C’è stato uno stupro nella zona? Programma lì, per il target più sensibile del luogo, un post sul tuo punto relativo alla sicurezza.
4. Si avviano le campagne e si monitorano i risultati, calibrandole giorno per giorno
Se non hai competenze in materia, ti servirà l’assistenza di un
consulente.
Se le grandi agenzie americane come quelle di cui ti ho parlato
hanno costi inaccessibili, nel mio caso essendo un’agenzia
MARCO VENTURINI
132
italiana formata da freelance, il costo sarà decisamente inferiore
rispetto ai grandi risultati che potrai ottenere e rispetto alle
agenzie americane.
Al momento in Italia nessuno utilizza questa strategia in
campagna elettorale, anche se gli costerebbe molto molto
meno rispetto alle campagne tv o alla cartellonistica che molti
fanno.
Utilizzando la strategia che ti ho illustrato, sia livello
nazionale che a livello locale, sarai un passo avanti ai tuoi
avversari.
Questo è il futuro della comunicazione politica nel mondo e in
Italia. I primi che ne hanno fatto o ne faranno uso saranno un
passo avanti rispetto agli avversari.
133
12 COME USARE INSTAGRAM IN CAMPAGNA ELETTORALE
Dopo Facebook, il social network più in voga è Instagram. Ha
un target di età più giovane rispetto a Facebook, anche se
questa differenza negli anni andrà ad attenuarsi visto che su
Facebook ci sono praticamente quasi tutti e che Instagram
cresce vertiginosamente. È in ogni caso il social preferito dai
giovani fino ai 25 anni.
Questo significa che è importante essere attivi anche su questo
social. Instagram è di proprietà di Facebook, ma ci sono alcune
differenze nel tipo di contenuti da pubblicare di cui dobbiamo
tener conto.
Vediamo la differenza di contenuti che devi postare su
Instagram rispetto a Facebook.
• Fai foto solo in cui sei ritratto anche tu. A differenza di Facebook non pubblicare foto di altri o del territorio senza che tu ti veda, o foto prese da internet.
• No grafiche. Le grafiche politiche non funzionano su Instagram.
• Sì alle dirette, esattamente come su Facebook.
• Pochi video (tirano poco), tante storie. Per tante intendo anche 5 – 6 al giorno. A differenza delle
MARCO VENTURINI
134
foto messe nei post, quando fai una storia puoi riprendere il contesto, altre persone, piccoli dettagli. Pensa alle storie come ad un tuo diario, dove raccontare per scatti o brevi video la tua intera giornata da candidato.
Da consulente in comunicazione efficace, oltre che dai politici
e vengo spesso contattato anche dalle aziende. Ho avuto modo
di realizzare molte campagne su Instagram con personaggi
dello spettacolo che non hanno nulla a che fare con la politica.
C’è un’enorme differenza fra il modo di utilizzare
Instagram da parte di un influencer e quello di un
politico.
Fai molta attenzione a questo aspetto: al pubblico piace
conoscere la vita privata di un personaggio dello spettacolo, ma
non vuole che i politici parlino della propria.
Perché questa differenza? Perché a differenza della celebrità
dello spettacolo, il politico è un dipendente pubblico. È pagato
per lavorare, non per divertirsi, ridere e scherzare durante le
cene, vacanze o con amici e partner.
Questo non significa dover rinunciare alla foto durante la cena,
la festa di paese o in momento di svago. Ma a differenza dei
VIP, quando il politico pubblica una foto di questo tipo, deve
sempre inserire nel post un messaggio politico. Se per esempio
stai mangiando un piatto, parla della bontà dei prodotti locali,
del dovere di valorizzarli e di proteggerli dalla concorrenza
estera. Se pubblichi una foto di viaggio, spiega dove stai
andando e perché (ovviamente dovrà essere un viaggio legato
IL MANUALE DEL CANDIDATO
135
alla campagna elettorale o alla tua attività nelle istituzioni). Se
pubblichi una foto in famiglia o in compagnia di amici,
aggiungi un pensiero che combaci coi tuoi ideali e con la tua
visione politica. Insomma, non parlare del tuo privato ma
sempre della tua attività pubblica.
Negli anni gli utenti di Instagram cresceranno, anche in termini
di età. Coltivare oggi questo social è una scelta lungimirante i
cui benefici raccoglierai nel tempo.
MARCO VENTURINI
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13. BLOG: COME CREARE UNA COMMUNITY ONLINE
Dopo il successo in Italia di Beppe Grillo e, ancora prima,
quello di Obama negli Usa, sempre più politici hanno tentato
di creare un blog che fosse in grado di attirare una folla di
persone disposte a seguirli anche dal vivo. In piazza e al voto.
Ma nella maggioranza dei casi, questi tentativi sono falliti.
Anche quelli del Pd, che è uno dei principali partiti italiani, con
grandi budget e personale non sono andati a buon fine.
Al contrario, oltre al M5S, anche Salvini è riuscito ad aggregare
attorno a sé una community online molto attiva.
In questo capitolo vediamo per la prima volta in Italia, in modo
specifico sulla politica, cosa deve fare un partito o movimento
per creare una community online.
E vediamo quali sono gli errori comuni che devi evitare.
Questo capitolo è frutto dei miei studi, esperienze e ricerca
nella comunicazione politica e dell’esperienza di Frank
Merenda, esperto di business marketing e creatore di
IL MANUALE DEL CANDIDATO
137
community aziendali. Ho parlato con lui di questo aspetto. Ciò
che ne è uscito è di enorme valore.
I fattori di successo di un blog politico
Focus. La prima cosa da fare è quella di concentrarsi su un
solo argomento e di essere il primo o il più noto a parlarne.
È qualcosa che importiamo dal marketing, si tratta di
posizionamento. Un concetto che si applica perfettamente anche
in politica (non tutti i concetti del marketing aziendale si
applicano alla comunicazione politica).
Un blog deve parlare di un solo tema. Deve essere riconosciuto
per quello. Solo dopo che tutti lo conoscono per quel tema, e
solo secondariamente, può parlare anche di altro.
Se vi chiedessi: di cosa parla il blog di Grillo? Molti, soprattutto
pensando alle origini del blog, quando Grillo ha creato la sua
community, risponderanno: il blog di Grillo parla delle
malefatte della Casta. Quindi dei politici disonesti, delle banche
disoneste, e così via. Le persone lo seguono per informarsi
delle bugie che gli vengono propinate da qualcuno che vuole
ingannarli.
Salvini? Lo associo all’immigrazione. Sul blog e sui social dove
ha costruito un forte seguito parla dell’immigrato che ruba in
casa e del diritto di difendersi da esso, dell’immigrato che
sbarca per colpa dell’Europa, dell’immigrato che causa
degrado, e così via. Un tema, trattato sotto molti aspetti.
E Renzi, di cosa parla? Pensateci.
Non vi viene niente in mente? Questo il motivo per cui non
MARCO VENTURINI
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riesce a costruire una community.
Perché non riesce a trovare un tema? La risposta è nel secondo
punto.
Polarizzazione. Bisogna avere opinioni forti, nette. Nessuna
mezza misura, oppure non si creerà dibattito. Vale nel
marketing (come vi ho accennato dopo gli Oscar) e vale nella
politica.
La comunicazione su Internet è per micro-target, per nicchie.
E una nicchia ha un’opinione specifica, non una mezza
opinione. Chi vuole parlare a tutti non potrà mai riunire
persone attorno ad un’idea stimolando un dibattito.
La Democrazia cristiana col web è morta: se sei un
democristiano moderno, quindi uno che non scontenta
nessuno, con posizioni da equilibrista, non porterai mai
nessuno a seguire un blog o ad interagire su una pagina
Facebook. Per questo il Pd (e anche Forza Italia) che
rappresenta oggi un partito di centro, non riesce ad animare la
sua community.
Ho detto posizioni nette, ferme, non ho detto violente. Non
c’entrano la violenza o il populismo. Per fare l’esempio del Pd,
avrebbe una community più attiva se si mostrasse, per
esempio, fermamente europeista. Questo porterebbe al
dibattito con gli antieuropeisti. Ma se regolarmente il Pd
attacca l’Europa, non facendo capire da che parte sta
realmente, vuole parlare a tutti e quindi non genera questo
effetto.
A dimostrazione di questo, l’unico che nel Pd riuscì a mettere
in piedi per breve tempo una community online, Francesco
IL MANUALE DEL CANDIDATO
139
Nicodemo (poi spostato a Palazzo Chigi), aveva impostato una
comunicazione dalle dichiarazioni nette, dalle prese di posizioni
forti.
Non aveva paura di attaccare il M5S, escludendo a priori -e a
ragione- di poter attirare l’elettorato grillino, e difendeva senza
tentennamenti i punti del programma per le europee, ultimo
risultato glorioso del Pd renziano.
Quindi non bisogna temere di avere haters o troll, anzi,
bisogna preoccuparsi di non averne, perché significa che non si
crea dibattito. E se non c’è dibattito cosa ci vengo a fare in un
luogo creato appositamente per il dibattito, come un blog, una
piattaforma o un gruppo Facebook?
Aggiungo un ultimo punto molto importante, che fa capire il
concetto di pazienza.
La partecipazione attiva è la fine di un percorso di costruzione
della community, non l’inizio. È per questo che il M5S ha
lanciato Rousseau (la piattaforma per far scrivere le leggi a
comuni cittadini) solo nel 2016, quando la community l’aveva
già preparata da un pezzo.
Il cittadino partecipa agli eventi dal vivo e alle votazioni online
perché segue da tempo il blog e le pagine Facebook o i gruppi,
non viceversa: non mi iscrivo al blog per votare online e venire
in piazza e ai banchetti, ma voto online e vengo in piazza e ai
banchetti proprio perché da mesi seguo i canali online del
partito e ormai mi sento legato al progetto.
MARCO VENTURINI
140
Un percorso lungo che richiede un’idea univoca alla quale
venire associati automaticamente, il contrario del copiare i temi
e le idee degli altri; un percorso che richiede quella pazienza
che solo la passione per un tema in cui credi fortemente può
darti, il contrario del voler creare una community solo per non
lasciare il web in mano agli avversari.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
141
14. COME FARE IL PORTA A PORTA IN MODO EFFICACE
Il porta a porta in campagna elettorale ha costituito l’attività principale di ogni candidato alle elezioni politiche negli anni passati in piccoli e grandi comuni.
Anche oggi, benché sia usata soprattutto in piccole città e
paesi, i dati ci dicono che resta l’attività di comunicazione
politica più efficace che un aspirante sindaco o consigliere
comunale e regionale possa fare, come vedremo in questa
guida.
Ma prima facciamo chiarezza.
In cosa consiste di preciso il porta a porta?
Per porta a porta non si intende, come molti pensano, fare
volantinaggio o fare banchetti, nel senso di parlare alle persone
MARCO VENTURINI
142
in strada una ad una.
No, porta a porta significa letteralmente andare a bussare a
casa delle persone e parlarci.
Il porta a porta funziona?
Certamente, funziona eccome! Soprattutto per mobilitare gli
astensionisti.
Ecco cosa ci dicono i dati: i volantini attivano solo un elettore
su centomila; l’invio di cartoline nelle cassette postali mobilita
lo 0,6%; ancora peggio sono le telefonate, si rivelano inefficaci,
in Italia perfino controproducenti.
Il porta a porta invece fa tornare al voto una persona su
dieci.
Questi sono dati francesi (forniti dalla società di
comunicazione Liegey Muller Pons) non americani, quindi più
vicini a noi. Sono relativi alla campagna di Hollande che nel
2012 mise al primo posto, appunto, il porta a porta.
A quante porte devi bussare?
In base a diversi dati che ho raccolto in Italia in campagne a cui
ho collaborato: il 20% delle porte bussate vengono aperte.
Di queste persone disposte ad ascoltarti, porti a casa un voto
ogni 10 contatti nelle città. Mentre nei comuni piccoli e medi
ne puoi portare 2, perché parlano di più con i famigliari.
IL MANUALE DEL CANDIDATO
143
Come fare il porta a porta nel modo corretto
Il porta a porta permette un contatto personale, fondamentale
per svolgere alcune operazioni efficaci come far prendere un
impegno all’elettore affinché il giorno delle elezioni non resti a
casa ma vada alle urne per votarci.
Vediamo una tecnica di comunicazione efficace per farlo.
Chiedi al cittadino se ha intenzione di andare a votare e fatti
riferire la pianificazione della sua giornata con domande come
“a che ora andrai al seggio?”, “da dove?”, “cosa farai prima?”.
Così farai leva sul principio di impegno e coerenza di Robert
Cialdini: se prendiamo pubblicamente un impegno proveremo
un forte disagio interiore nel non mantenerlo.
La paura di essere giudicati come bugiardi e inaffidabili,
persone non di parola, è abbastanza fastidiosa da spingerci a
portare a compimento la promessa. Più l’elettore avrà
programmato nel dettaglio le attività della giornata, più agirà
automaticamente il giorno del voto.
Il principio di coerenza può essere sfruttato ancora meglio
lavorando sui dettagli.
Se il volontario o il candidato che bussa alla porta del
potenziale elettore esordisce con un’affermazione come
“sappiamo che lei ha votato in passato” suggerisce un
comportamento futuro coerente con quello passato; parlando
MARCO VENTURINI
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dell’importanza di essere un elettore -e non semplicemente di
andare a votare-, restituirà a lui l’identità di elettore, alla quale si
sentirà ancorato.
Porta a porta mirato
Un modo efficace di usare il porta a porta – soprattutto se è
poco tempo e poche risorse- è quello di farlo mirato, ovvero
bussando alle porte delle case che sai essere abitate da
potenziali elettori.
Ecco come procedere:
1. Fai una lista dei nomi di amici, colleghi, conoscenti e (se hai buoni rapporti con essi) anche parenti.
2. Chiamali informandoli della tua candidatura e chiedendo un appuntamento con l’intento di parlare insieme del futuro della tua città/regione/nazione.
3. Vai di persona dal tuo conoscente e, dopo aver ascoltato le sue idee per il futuro della tua terra, parlagli delle tue. Alla fine lasciagli il tuo santino elettorale (se ancora non ce l’hai, leggi la mia guida su come realizzarne uno perfetto).
4. Il giorno prima delle elezioni ricordagli l’impegno elettorale attraverso un messaggio su WhatsApp con gli orari e le istruzioni su come votare per te (vedremo dopo perché questo passaggio è così importante)
Forse penserai che tutto questo è molto faticoso. È vero, ma è
proprio per questo che funziona. Mi spiego meglio.
La maggior parte dei politici nei piccoli comuni e nelle grandi
città oggi si limita a mandare un sms ai propri conoscenti,
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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oppure una lettera o, in rari casi, a fare una telefonata.
Andare di persona dimostra impegno ed un’attenzione veri nei
confronti dell’elettore. Richiede più tempo ed è più faticoso,
certo. Ma i risultati che porta non sono paragonabili ad un
contatto freddo.
Sono meglio cinquanta visite di persona nell’arco della
campagna, che mille sms inviati.
Fatti aiutare da alcuni volontari
Se non vuoi limitarti a pochi contatti ma vuoi parlare con tutte
le famiglie dei tuoi potenziali elettori ovviamente non potrai
svolgere da solo l’attività di porta a porta in campagna
elettorale.
I candidati e le squadre meglio organizzarti formano
dei gruppi di militanti (volontari o attivisti, come preferisci
chiamarli) che vanno di casa in casa a prendere voti per la vista
o per un candidato in particolare.
Ma attenzione! Un attivista disorganizzato o impreparato
creerà danni alla tua campagna invece di portarti voti.
Ecco alcuni consigli per evitare questo rischio ed avere
realmente un gruppo di persone che sia una macchina da voti.
1. Organizzazione dei volontari
MARCO VENTURINI
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La maggior parte dei candidati manda in giro i propri attivisti in
modo disorganizzato, lasciando a loro la totale iniziativa su
come comportarsi e su dove andare.
Questo è un grave errore: gli attivisti andranno solo in alcune
zone più volte, tralasciandone altre; non sapranno rispondere
alle obiezioni e non saranno convincenti nei confronti
dell’elettore.
Ho assistito anche a casi di militanti che litigano con il
potenziale elettore perché questo la pensa diversamente da
loro. Questo ovviamente si spargerà nel paese una pessima
voce nei vostri confronti e nessuno vi apriva più la porta.
Ecco cosa fare per organizzare il tuo team per il porta a
porta.
Una settimana prima dell’inizio della campagna di porta a porta
dedicati alla formazione dei tuoi volontari.
Organizza dei corsi in più giorni (affinché tutti riescano a
parteciparvi) e spiega loro:
• Dove andare: inizia da amici, conoscenti e parenti. Poi suddividi il territorio per i vari militanti affinché ogni area venga coperta.
• Il tuo programma: fornisci loro del materiale stampato sul programma elettorale e assicurati che lo conoscano.
• Come rispondere alle obiezioni comuni.
• Le istruzioni di voto: assicurati che il militante spieghi bene al potenziale elettore come si fa a votare per te.
Ma soprattutto: FATE TANTE SIMULAZIONI
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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INSIEME.
La teoria è un conto, la pratica è tutta un’altra cosa. Dopo aver
spiegato i quattro punti detti sopra, dedica tutto il resto del
tempo a fare del training, ovvero delle simulazioni, delle prove
pratiche.
Un partecipante al corso simulerà il padrone di casa, l’altro
interpreterà se stesso, ovvero il volontario. Tu dovrai osservare
cosa avviene e correggere il volontario ogni volta che
commette un errore. Fai fare simulazioni di questo tipo a tutti i
partecipanti.
Se sono molti, allora suddividili in gruppi e fai monitorare le
simulazioni a tuoi uomini e donne di fiducia che sai essere ben
preparati.
2. Usa la tecnologia
Il porta a porta oggi è profondamente cambiato rispetto al
passato. L’abbiamo visto nella campagna di Obama che ha
creato dei complessi software apposta per questa attività. Non
c’è bisogno che tu spenda centinaia di migliaia di euro per
questi programmi. Oggi abbiamo delle applicazioni gratuite che
ci aiutano tantissimo in questa attività.
• Crea un gruppo WhatsApp o Telegram con tutti i volontari. In questo gruppo tu o il tuo campaign manager coordinerete i militanti che vanno di casa in casa.
MARCO VENTURINI
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• Li informerete su come rispondere a nuove obiezioni che stanno sorgendo durante la campagna elettorale.
• Li guiderete nel rispettare il programma di lavoro che avete prestabilito.
• Gestirete eventuali problematiche.
• Riceverete report giornalieri sulle zone coperte e sulle opinioni della cittadinanza.
Mi voglio soffermare su questo ultimo punto. Non pensare di
poter mandare i tuoi aiutanti in giro ed aspettare che il
responso del loro lavoro arrivi solo il giorno del voto. Senza
monitoraggio non esiste alcun successo.
Quella del porta a porta per le elezioni amministrative o
politiche è un’attività molto stressante per i volontari. Dopo
alcune risposte negative i tuoi attivisti potrebbero scoraggiarsi e
smettere di andare in giro.
Non puoi permetterti di scoprire questo solo a fine campagna.
Devi sapere ogni giorno se la copertura delle zone sta
avanzando e, in caso di problemi, tu o lo staff che ti aiuta in
campagna elettorale dovete intervenire tempestivamente.
Avere un rapporto costante da parte della tua squadra ti
permetterà di fare quell’ultimo sforzo che trasformerà un
semplice contatto in un voto. Ovvero…
Ricontattare i potenziali elettori poco
prima del voto
IL MANUALE DEL CANDIDATO
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Non pensare che un impegno preso a parola qualche settimana
prima delle elezioni significhi automaticamente un voto o una
preferenza per te.
Sono molti i fattori che possono subentrare: dopo il passaggio
della tua squadra potrebbe essere passata la squadra
dell’avversario, o il candidato stesso. Oppure col passare dei
giorni il potenziale elettore potrebbe essersi dimenticato di te.
Per questo è necessario ricontattare di persona tutti coloro che
hanno mostrato nel buttarti. Basta anche un messaggio il
giorno prima, come abbiamo detto all’inizio di questa guida. In
piccole realtà potresti anche tornare personalmente da loro.
Affinché tu abbia le informazioni necessarie a fare quest’opera
di ricontato è necessario che nelle settimane prima i volontari ti
abbiano riportato regolarmente tutte le informazioni sulla loro
attività.
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15. UN ULTIMO CONSIGLIO MOLTO IMPORTANTE
Complimenti! Sei arrivato alla conclusione di questa guida.
Hai già dimostrato una determinazione più grande a quella
della maggioranza dei tuoi avversari esterni e concorrenti
interni alla lista.
A questo punto hai due scelte davanti:
1. Chiudere il libro e riporlo in un cassetto o in libreria, sapendo di esserti arricchito di informazioni
2. Oppure iniziare da subito a mettere in pratica tutto ciò che ti ho insegnato. Portando il libro con te e rileggendone parti ogni volta che hai un dubbio.
Ovviamente, solo nel secondo caso otterrai il tuo miglior
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risultato possibile alle prossime elezioni.
In questa guida ti ho spiegato passo passo come effettuare una
campagna elettorale efficace per ricevere voti alle prossime
elezioni.
Spero che ti sia piaciuta e che tu l’abbia trovata utile e pratica.
Nella mia carriera ho aiutato centinaia di candidati di ogni
livello ad essere eletti grazie alle mie consulenze e ogni anno
svolgo corsi di formazione e consulenze per candidati politici e
i loro collaboratori.
Se nella testa hai domande o idee che vorresti sviluppare,
oppure se ti serve una consulenza per creare il tuo
materiale elettorale o in ogni altro ambito della tua
campagna, contattami e ti contatterò in poche ore.
Il mio indirizzo email è: [email protected]
Il mio sito è www.marcoventurini.org
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