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a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico Il glossario della nuova scuola Abilità Indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how (sapere come o competenza) per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti )” (EQF). Accoglienza L'ambientamento e l'accoglienza rappresentano due momenti essenziali e preliminari a un'integrazione non problematica di bambine e bambini nel contesto scolastico. Sono un momento privilegiato di incontro tra la scuola e la famiglia, di reciproca presentazione, conoscenza, scambio informativo e, soprattutto, di consapevole collaborazione. È compito degli insegnanti e della scuola accogliere in modo personalizzato le bambine e i bambini e "farsi carico delle emozioni loro e dei loro familiari". La transizione dall'ambiente domestico a un ambiente come la scuola propone problemi di riorganizzazione dell'esperienza di bambine e bambini, di ricostruzione delle reti relazionali con altri compagni e con altri adulti. È un momento nel quale il soggetto acquisisce nuove consapevolezze e comincia a costruire il suo "io scolastico". Ancora più importante è l'accoglienza delle bambine e dei bambini, provenienti da famiglie difficili, che non possono avvalersi del sostegno dei genitori. Il loro vissuto più problematico vincola la scuola a una maggiore attenzione e a non rinunciare mai alla possibilità di stabilire una relazione di dialogo con i membri della famiglia più sensibili. Abilità trasversali Abilità comuni a più discipline curricolari. Esse possono essere distinte in 3 gruppi principali: abilità cognitive, abilità affettive e abilità sociali. Tra le abilità cognitive sono da collocare la comprensione del linguaggio, la capacità di scrittura e quella di lettura, come pure l'acquisizione di metodo di studio; le abilità affettive sono legate alla sfera dei sentimenti; le abilità sociali sono quelle connesse con l'interazione con altri individui. Aggiornamento È un diritto/dovere per tutto il personale della scuola. I criteri per la partecipazione alle attività di formazione sono oggetto di relazioni sindacali (art. 6 comma 2 lettera d del CCNL/ 07). Il piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione è deliberato dal Collegio docenti coerentemente con gli obiettivi e i tempi del POF, considerando anche le esigenze e le opzioni individuali (art. 66 c. 1 del CCNL/07). Gli insegnanti hanno diritto a fruire di 5 g l’anno per partecipare a iniziative di formazione (con esonero dal servizio e sostituzione, art. 64 c. 5), previa autorizzazione da parte del DS e compatibilmente con le esigenze di servizio. Il DSGA predispone il piano di formazione del personale ATA. Per questo personale la formazione, cui si accede previa autorizzazione del DS, è servizio a tutti gli effetti e rientra, quindi, nelle 36 ore settimanali. Il piano complessivo si avvale delle offerte di formazione promosse dall’amministrazione e/o da soggetti, pubblici o privati, qualificati o accreditati.

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� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Il glossario della nuova scuola

Abilità

Indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how (sapere come o competenza) per

portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità

sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche

(comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti )” (EQF).

Accoglienza

L'ambientamento e l'accoglienza rappresentano due momenti essenziali e preliminari a un'integrazione non

problematica di bambine e bambini nel contesto scolastico. Sono un momento privilegiato di incontro tra la

scuola e la famiglia, di reciproca presentazione, conoscenza, scambio informativo e, soprattutto, di

consapevole collaborazione. È compito degli insegnanti e della scuola accogliere in modo personalizzato le

bambine e i bambini e "farsi carico delle emozioni loro e dei loro familiari". La transizione dall'ambiente

domestico a un ambiente come la scuola propone problemi di riorganizzazione dell'esperienza di bambine e

bambini, di ricostruzione delle reti relazionali con altri compagni e con altri adulti. È un momento nel quale il

soggetto acquisisce nuove consapevolezze e comincia a costruire il suo "io scolastico". Ancora più

importante è l'accoglienza delle bambine e dei bambini, provenienti da famiglie difficili, che non possono

avvalersi del sostegno dei genitori. Il loro vissuto più problematico vincola la scuola a una maggiore

attenzione e a non rinunciare mai alla possibilità di stabilire una relazione di dialogo con i membri della

famiglia più sensibili.

Abilità trasversali

Abilità comuni a più discipline curricolari. Esse possono essere distinte in 3 gruppi principali: abilità cognitive,

abilità affettive e abilità sociali. Tra le abilità cognitive sono da collocare la comprensione del linguaggio, la

capacità di scrittura e quella di lettura, come pure l'acquisizione di metodo di studio; le abilità affettive sono

legate alla sfera dei sentimenti; le abilità sociali sono quelle connesse con l'interazione con altri individui.

Aggiornamento

È un diritto/dovere per tutto il personale della scuola. I criteri per la partecipazione alle attività di formazione

sono oggetto di relazioni sindacali (art. 6 comma 2 lettera d del CCNL/ 07). Il piano annuale delle attività di

aggiornamento e formazione è deliberato dal Collegio docenti coerentemente con gli obiettivi e i tempi del

POF, considerando anche le esigenze e le opzioni individuali (art. 66 c. 1 del CCNL/07). Gli insegnanti

hanno diritto a fruire di 5 g l’anno per partecipare a iniziative di formazione (con esonero dal servizio e

sostituzione, art. 64 c. 5), previa autorizzazione da parte del DS e compatibilmente con le esigenze di

servizio. Il DSGA predispone il piano di formazione del personale ATA. Per questo personale la formazione,

cui si accede previa autorizzazione del DS, è servizio a tutti gli effetti e rientra, quindi, nelle 36 ore

settimanali. Il piano complessivo si avvale delle offerte di formazione promosse dall’amministrazione e/o da

soggetti, pubblici o privati, qualificati o accreditati.

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Alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche

Le tecnologie informatiche (definite TIC, Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) consentono

una partecipazione efficace ed economica a ogni tipo di scambio comunicativo. Permettono poi di avvalersi,

tramite il personal computer, di una pluralità di veicoli comunicativi anche mescolandoli tra loro. Attraverso

l'affermazione via via più imponente di Internet - la rete telematica mondiale - le TIC consentono anche di

comunicare con interlocutori di ogni parte della Terra e di accedere a una enorme quantità di informazioni.

Poiché la scuola è il luogo dove si impara a comunicare in maniera man mano più approfondita, è inevitabile

che includa le TIC nella sfera dei suoi interessi, avviando processi di alfabetizzazione, graduale e

progressiva, poi sempre più consapevole e specializzata, fin dalla scuola dell'infanzia.

Alternanza scuola-lavoro

È una novità della riforma Moratti prevista per gli alunni della scuola superiore che hanno compiuto i 15 anni.

L’alternanza prevede che gli studenti dell’istruzione e dell’istruzione/formazione professionale possano

richiedere di svolgere una parte dell’attività formativa presso aziende private o statali; tali attività verranno

programmate dalla scuola insieme all’azienda e saranno valutate e certificate come competenze acquisite

dall’alunno.

Andragogia

Termine che indica l'insegnamento agli adulti (che si contrappone a pedagogia, o insegnamento a bambini e

ragazzi).

Secondo uno dei maggiori teorici del modello andragogico, l'americano Malcom Knowles , i principali

elementi che distinguono l'andragogia dalla pedagogia possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

1. L'apprendimento adulto si realizza compiutamente quando il soggetto avverte dentro di sé il bisogno

di conoscere.

2. L'apprendimento adulto deve avere come base di partenza l'esperienza del soggetto.

3. L'educatore deve rispettare il concetto di sé e il bisogno di autonomia del discente.

4. L'apprendimento degli adulti fa riferimento alla vita reale.

5. Le motivazioni più importanti nell'apprendimento adulto sono quelle che hanno origine dall'interno,

come il desiderio di una maggior soddisfazione nel lavoro, il bisogno di accrescere la propria

autostima, l'aspirazione a migliorare la qualità della vita, ecc.

Anno di formazione

L’anno di formazione ha inizio con l’anno scolastico dal quale decorrono le nomine e termina con la fine delle

lezioni; per la sua validità è richiesto il servizio minimo di 180 giorni. La conferma dell’assunzione si

consegue con il superamento favorevole dell’anno di formazione e di un’attività seminariale di formazione di

40 ore. Ad ogni neoimmesso in ruolo è assegnato un tutor, docente esperto con il compito di armonizzare la

formazione sul lavoro e l’apprendimento teorico.

Al termine dell’anno di formazione, il docente discute con il comitato per la valutazione del servizio dei

docenti una relazione sulle esperienze e sulle attività svolte.

Il rinvio ai successivi anni scolastici per numero insufficiente di giorni di servizio (meno di 180) può avvenire

più volte senza limitazioni.

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ANSAS

Abbreviazione Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica. È il soggetto promotore di

ricerca educativa ed innovazione didattica.

L’ANSAS si occupa di formazione del personale docente, ata e dirigente scolastico, prevede attività per

sviluppare la collaborazione internazionale di scuole e università, realizza attività di monitoraggio dei

principali fenomeni del sistema scolastico nazionale, documentando i processi e le esperienze di

innovazione, collabora con le Direzioni generali del Ministero al fine di realizzare, in particolare, le attività di

formazione in ingresso e in servizio del personale scolastico, i progetti di cooperazione internazionale e

comunitaria, la banca dati dell’istruzione per gli adulti.

Apprendimento

consiste nell'acquisizione o nella modifica di conoscenze, comportamenti, abilità, valori o preferenze e può

riguardare la sintesi di diversi tipi di informazione. è un cambiamento relativamente permanente che deriva

da nuova esperienza o dalla pratica di nuovi comportamenti, ovvero una modificazione di un

comportamento complesso, abbastanza stabile nel tempo, derivante dalle esperienze di vita e/o dalle attività

dal soggetto. Esso è dunque un processo "esperienziale": le nostre esperienze, compresa l'attuazione di

nuove attività, possono infatti influenzare significativamente le nostre connessioni neuronali e quindi le

nostre strutture cerebrali.

Dal punto di vista psicologico, l'apprendimento è, dunque, una funzione dell'adattamento di un soggetto

risultante dall'esperienza di un problema o contesto nuovo, ovvero un processo attivo di acquisizione di

comportamenti stabili in funzione dell'adattamento ai cambiamenti nell'ambiente (o contesto), che

costituiscono per il soggetto problemi da risolvere. In sostanza, dunque, apprendere vuol dire acquisire

nuove modalità di agire o reagire, per adattarsi ai cambiamenti dei contesti ambientali.

Apprendimento in tutto l'arco della vita

La legge di riforma assume come principio direttivo l 'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, finalizzato al

raggiungimento di elevati livelli di istruzione per tutti e alla realizzazione delle attitudini e delle scelte

personali.

Tale principio riconosce il cambiamento avvenuto nella "società della conoscenza". Schematicamente il ciclo

di vita tradizionale si basava su tre fasi:

• il tempo della formazione iniziale, di durata variabile (la scuola); • il tempo della vita attiva (il lavoro); • il tempo del riposo (la pensione).

Tale suddivisione non è più così netta:

• gli apprendimenti della parte iniziale della vita non bastano per sempre, occorre rinnovarli con una continua formazione;

• il lavoro inizia in forme flessibili e procede, con alternanze e rientri, tra formazione e lavoro, fino a età diverse;

• la fase di vita della pensione è caratterizzata da impegno attivo in molteplici settori della vita associata.

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La scuola non esaurisce la formazione, deve anzi suscitare l'interesse e la motivazione ad accedere, in

qualunque momento della vita, alla rete di opportunità che la scuola stessa e il sistema formativo pubblico e

privato offrono, per aggiornare le conoscenze in funzione professionale, ma anche per migliorare la qualità

della vita.

Apprendimento cooperativo (Cooperative learning)

È un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito dalla cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei

quali mette a disposizione del gruppo il suo sapere e le sue competenze. Apprendere in gruppo si rivela

molto efficace non solo sul piano cognitivo, ma anche per quanto riguarda l’attivazione di processi socio-

relazionali positivi; ciascun componente, infatti, accresce la propria autostima, si responsabilizza nei processi

di apprendimento, cresce nelle abilità sociali, imparando a cooperare per il conseguimento di un obiettivo

comune.

Apprendimento significativo

Il concetto di apprendimento significativo di Novak e Ausubel è concentrato su dei processi attraverso i quali

le nuove informazioni, nuove conoscenze, nuovi elementi interagiscono con concetti già presenti nella

struttura cognitiva del soggetto. Chi può decidere le fasi del processo di apprendimento è solo l’individuo,

mentre l’insegnante/Istruttore/Formatore può solo incoraggiare tale decisione attraverso suggerimenti,

incoraggiamenti, mappe concettuali, ecc. Per arrivare all’apprendimento significativo, lo studente, sotto la

sua volontà, dovrà relazionare gli elementi di conoscenza provenienti dall’esterno con quelli già preesistenti

nella sua struttura. Tale processo comporta senza dubbio uno sforzo non indifferente da parte dell’individuo,

a favore di un considerevole aumento delle modalità di apprendimento in maniera significativa e alla

permanenza delle informazioni per lungo tempo ed a volte anche per tutta la vita. Novak, sostenendo che

l’educazione deve considerare cinque elementi base - l’insegnante, l’alunno, le conoscenze, il contesto, la

valutazione- che insieme interagiscono per costruire il significato dell’esperienza che può condurre a

empowerment [potenziamento], evidenzia che l’insegnamento/apprendimento è un processo

essenzialmente cooperativo, un’azione condivisa che coinvolge pensieri, sentimenti e azioni sia del docente

che dell’alunno: quando l’attività educativa. Ruolo del docente nell’apprendimento significativo: In

quest’ottica, compito del docente / insegnante / formatore, sarà quello di incoraggiare l’apprendimento

significativo a scapito del tipo meccanico attraverso la selezione di materiale significativo, rappresentato

principalmente, da mappe concettuali, circuiti audiovisivi, lastrine, testi e dispense, grafici, video, ma,

soprattutto, verificare le preconoscenze interne dell’allievo stesso e quindi modulare un linguaggio idoneo

alla comprensione delle nuove conoscenze formulate e indirizzate al discente.

Apprendistato cognitivo (cognitive apprenticeship )

è una metodologia didattica sviluppata dai ricercatori americani Allan Collins, John Seely Brown e Susan

Newman, sostenitori della teoria pedagogica del costruttivismo sociale. Si tratta di una proposta di

organizzazione delle attività didattiche che riprende i principi dell'apprendistato tradizionale, della cosiddetta

"bottega artigiana" di un tempo, della didattica basata sulle competenze, della "concettualizzazione della

pratica" e si concretizza in un approccio che riserva maggiore attenzione agli aspetti metacognitivi e ai

diversi contesti di applicazione del processo di apprendimento. L'apprendistato è una pratica formativa che

consiste nella partecipazione alle attività proprie di contesti lavorativi.

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L'apprendistato cognitivo si rifà, per alcuni aspetti, ai concetti espressi da Vygotskij sull'interiorizzazione e

sulla zona di sviluppo prossimale, concetti che indicano quanto nel processo di apprendimento dell'individuo

siano rilevanti l'interazione con gli altri e l'aiuto degli altri. Lo sviluppo delle funzioni cognitive più complesse

in un individuo emergono, secondo l'apprendistato cognitivo, con la collaborazione di individui "esperti", che

fungono per il soggetto come modelli: l'esperto esibisce la propria prestazione, guida, orienta e conduce

l'apprendista verso nuove competenze. Il modellamento (modelling ) permette all'apprendista di appropriarsi

di saperi e procedure utili a situazioni specifiche o più largamente a contesti sociali e di realizzare quella che

viene definita: partecipazione guidata. Il concetto di partecipazione guidat sostanzia il processo educativo

come atto reciproco in cui l'alunno, l'apprendista, acquisisce conoscenze attraverso la collaborazione con il

tutor e attivamente contribuisce alla risoluzione di problemi muovendosi all'interno di contesti di interazione

casuali e informali.

Il funzionamento cognitivo si modifica giorno per giorno grazie ai rapporti di apprendistato, che consistono in

allenamenti e assistenza da parte dell'esperto (coaching ); in un sostegno e appoggio continuo attraverso

indicazioni e feedback (scaffolding ); in una graduale riduzione dell'assistenza (fading ) man mano che

l'apprendista diviene più competente ad articolare ciò che sta svolgendo e ad esporre a voce alta

l'esperienza di cui ha maturato consapevolezza; in una riflessione ponderata sulle sue prestazioni e nel

confronto di queste con quelle dei pari o degli esperti, confronto che potenzia le abilità di autocorrezione e di

autoregolazione; infine, nell'esplorare e risolvere problemi in maniera autonoma e scegliendo percorsi e

soluzioni nuove.

Un esempio di apprendistato cognitivo sono le comunità di pratica, contesti di apprendimento basati sulla

condivisione, collaborazione e aiuto reciproco in cui si genera conoscenza. In esse l'apprendente matura

quella particolare energia psichica che sostiene il processo di apprendimento, la motivazione, soprattutto se

le situazioni di problem solving a lui prospettate sono reali. Le modalità sociali e di apprendistato in tali

ambienti di apprendimento si sono sviluppate maggiormente con l'avvento delle tecnologie multimediali.

L'interazione che si intesse è tra gli esperti, gli apprendisti e gli strumenti tecnologici culturalmente

determinati. La conoscenza è distribuita tra le persone, le fonti di informazioni, i dati raccolti, le tecnologie

che ne sostengono l'organizzazione, tra gli interlocutori, esperti e pari, con cui si comunica.

Assemblea sindacale

È una riunione tra lavoratori in cui si discute di materie di interesse e del lavoro secondo un’o.d.g.

preventivamente comunicato al datore di lavoro. Rientra nei diritti sindacali del lavoratore partecipare

all’assemblea e nei diritti di sindacato e RSU convocarla. L’assemblea sindacale nella singola scuola (sia in

orario di servizio che fuori orario) è regolata direttamente dal CCNL/07 (art. 8). Il contratto di scuola,

sottoscritto da RSU e DS, deve regolare “solo” i minimi ATA, ovvero il numero minimo di collaboratori

scolastici per la vigilanza all’ingresso della scuola (art. 8, comma 9, lett. b) in caso di partecipazione totale

del personale. Nessun minimo va garantito quando c’è la sospensione delle lezioni. La durata delle

assemblee territoriali in orario di servizio (fermo restando il monte ore individuale del singolo lavoratore pari

sempre a 10 ore annue) e le modalità di effettuazione sono regolate dalla contrattazione integrativa

regionale (art. 8 c. 6). Le assemblee sindacali si possono svolgere in locali scolastici, se disponibili,

concordando il loro utilizzo con il DS

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ATA

Abbreviazione personale Amministrativo Tecnico Ausiliario – Assistente Tecnico, Amministrativo e

Collaboratore Scolastico.

Autonomia scolastica

Le istituzioni scolastiche si avvalgono oggi di un 'ampia libertà di iniziativa al fine di rendere il servizio

educativo più rispondente alle esigenze delle allieve e degli allievi, delle famiglie e del territorio.

Tramite l'attività degli organi collegiali, le scuole esercitano:

• una autonomia organizzativa (tesa a valorizzare le risorse del personale, le caratteristiche e la qualità

complessiva del servizio);

• una autonomia didattica (insegnamenti, programmi, articolazione degli interventi formativi);

• una autonomia di ricerca e sviluppo (mirante a fare delle scuole dei laboratori per il rinnovamento della

didattica). Le decisioni e le scelte assunte dalle scuole sono descritte nel Piano dell' Offerta Formativa,

alla costruzione del quale concorrono tutte le componenti scolastiche.

Le caratteristiche e le specificazioni dell'autonomia scolastica sono stabilite nel DPR n. 275/1999

(regolamento dell'autonomia scolastica), che attua e concretizza i principi e i criteri fissati nell'art. 21 della

legge n. 59/1997. La legge costituzionale n. 3/2001 ha incluso nell'art. 117 della Costituzione "l'autonomia

delle istituzioni scolastiche", riconoscendo alla stessa una eccezionale rilevanza giuridica. La legge n.

53/2003 si prefigge di riformare il sistema scolastico italiano "in coerenza con il principio di autonomia delle

istituzioni scolastiche".

Autovalutazione

È l’azione di valutazione che una persona in formazione rivolge su se stessa per prendere consapevolezza

del suo livello di apprendimento, della validità del suo percorso formativo (docente), dell’efficacia e

dell’efficienza didattica e organizzativa (dirigente). Serve per prendere decisioni circa la conferma o il

cambiamento di prestazioni, comportamenti.

Azione didattica

Insieme delle attività progettate e realizzate dai docenti per condurre gli alunni al raggiungimento di traguardi

formativi stabiliti. La didattica è l’arte dell’insegnare, mentre la matetica è l’arte del fare apprendere.

Benchmarking

Processo di confronto con altre organizzazioni per comparare o misurare la propria performance e per

imparare da quanto emerge dal confronto. Processo di misurazione continuo e sistematico dei processi di

una organizzazione a confronto con quelli di organizzazioni leader per ottenere informazioni utili

all’organizzazione stessa per intraprendere azioni volte a migliorare le proprie performance. Può costituire

uno strumento per promuovere la convergenza verso le prassi migliori. Mira alla promozione della qualità

che contribuirà a rinforzare la competitività delle organizzazioni, centrata in particolare sulla promozione

dell'autovalutazione.

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Benchlearning :

Processo di apprendimento dai punti di forza e dalle aree di eccellenza di altre organizzazioni (buone

pratiche), al fine di valutarne l’adattamento alla propria organizzazione. Enfatizza maggiormente il processo

di apprendimento, piuttosto che quello di comparazione. Lo scopo è quello di apprendere dalle altre

organizzazioni ciò che sanno fare meglio, di cercare ispirazione per il proprio lavoro, di imparare dagli errori

degli altri (ambiente di apprendimento). È un processo attivo e continuo che può coinvolgere tutte le aree e

le persone dell’organizzazione (organizzazione che apprende).

Blended learning

modello di formazione “mista” che prevede l’utilizzo di diverse tipologie di formazione integrate tra loro, con

alternanza di momenti di formazione residenziale, momenti di formazione sul campo……

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Biennio

I primi due anni di Scuola Superiore, che costituiscono un periodo scolastico equivalente e orientativo, con

molte materie comuni a diversi tipi di scuole.

Bisogno formativo

Esigenza su cui si struttura la proposta formativa di un’istituzione scolastica. La rilevazione e la lettura dei

bisogni degli alunni serve per individuare la priorità degli obiettivi da conseguire attraverso il curricolo

scolastico.

Brainstorming

Letteralmente “tempesta di cervelli”. Dato un problema da affrontare, ciascuno dei partecipanti, entro

prefissati limiti di tempo, è libero di esprimere la propria idea senza che l’insegnante esprima giudizi sulle

idee emerse. Alla fine tutte le idee sono raccolte e opportunamente analizzate per giungere alla soluzione

del problema

Carta dei servizi È il documento formale con cui la scuola rende noti: gli indirizzi generali cui si ispira l’attività amministrativa e

gestionale (cd. “principi fondamentali”); le caratteristiche di qualità che l’utente si attende (cd. “fattori di

qualità”); i livelli o gli obiettivi quantitativi/qualitativi ai quali tendono le attività della struttura organizzativa (cd:

“standard”); i meccanismi approntati per monitorare e valutare costantemente l’attività svolta (cd.

“valutazione di servizio”); i mezzi o i rimedi messi a disposizione degli utenti per segnalare disfunzioni (cd.

Procedure di reclamo”).

La redazione della Carta dei servizi da parte delle scuole resta un adempimento doveroso che non investe in

alcun modo le prestazioni professionali dei docenti, ma riguarda esclusivamente gli standard di qualità

promessi nell’erogazione dei servizi. L’assenza della Carta dei servizi è una grave lacuna amministrativa da

parte delle scuole.

C.C.N.L.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, sottoscritto dall’ARAN e dalle confederazioni sindacali, regola le

materie relative al rapporto di lavoro ed alle relazioni sindacali.

Cedolino unico È un’unica busta paga in cui vengono riunite le competenze fisse e accessorie previste dai contratti nazionali

di lavoro e dai contratti integrativi. Vengono pagati con il cedolino unico i seguenti compensi accessori: FIS,

incarichi specifici, funzioni strumentali, ore eccedenti prestate dai docenti per i corsi di recupero, per la

sostituzione dei colleghi assenti e per il gruppo sportivo, compensi per gli esami di stato.

Sono esclusi dal cedolino unico i compensi per le attività svolte sui progetti per le aree a rischio e a forte

processo immigratorio (art. 9 del CCNL).

Certificazione

È l’atto che produce il documento attestante il percorso di studi svolto da un alunno, la valutazione eseguita

e le competenze acquisite.

Circle time

Letteralmente “tempo del cerchio”. È considerato una delle metodologie più efficaci nell’educazione socio-

affettiva. I partecipanti si dispongono in cerchio con un conduttore che ha il ruolo di sollecitare e coordinare il

a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

dibattito entro un termine temporale prefissato. La successione degli interventi secondo l’ordine del cerchio

va rigorosamente rispettata. Il conduttore assume il ruolo d’interlocutore privilegiato nel porre domande o nel

fornire risposte. Il circle time facilita e sviluppa la comunicazione circolare, favorisce la conoscenza di sé,

promuove la libera e attiva espressione d’idee, punti di vista, sentimenti e vissuti personali e, infine, crea un

clima di serenità e di condivisione facilitante la costituzione di qualsiasi nuovo gruppo di lavoro o preliminare

a qualunque successiva attività.

Collaboratori deI DS (art. 25 c. 5 del DLGS 165/01; art. 34 del CCNL)

Sono quei docenti, in servizio nella scuola, di cui il Ds può avvalersi, nello svolgimento delle proprie funzioni

organizzative e amministrative, da lui stesso scelti, ai quali delegare specifici compiti. I collaboratori

retribuibili con il FIS sono al massimo due (art. 34 ed 88 c. 2 lett. f).

L’entità del loro compenso è definita dalla contrattazione di scuola. Tale compenso non è cumulabile con

quello spettante a chi svolge l’incarico di funzione strumentale.

Per accedere al Fondo per il pagamento dei compensi a docenti (oltre i due collaboratori) per esigenze

organizzative della scuola è necessaria invece una delibera del Collegio sull’attività affidata (quali, ad es.

responsabilità di plesso, di disciplina, di indirizzo, ecc.

CTP

Acronimo di Centri Territoriali Permanenti.

Istituiti dal Ministero della P. I. insieme ai Comitati Provinciali, tramite gli Uffici Scolastici Regionali

(Ordinanza ministeriale n. 455 del 29 luglio 1997), si configurano come “luoghi di lettura dei bisogni,

progettazione di certificazione, di attivazione e di governo delle iniziative di istruzione e formazione in età

adulta, nonché di raccolta e diffusione della documentazione”. Finora, l’offerta formativa dei CTP ha

riguardato principalmente due tipi di interventi: i corsi di istruzione, per il conseguimento di un titolo di studio

e percorsi di alfabetizzazione funzionale per materie quali l’informatica, la lingua straniera e l’italiano per gli

stranieri.

CFP

Acronimo di Centri di Formazione Professionale, strutture gestite dalla Regione, dai Comuni o da altri enti

convenzionati con le Regioni, dove si svolgono corsi di formazione professionale, al termine dei quali viene

rilasciato un attestato di qualifica professionale triennale, di qualificazione, di specializzazione o di

aggiornamento.

Classi aperte

Rispetto alle classi tradizionali, caratterizzate da un gruppo fisso di alunni, le classi aperte permettono di

spezzare temporaneamente l’unità di tale gruppo, indirizzando gli alunni in classi diverse o appositamente

progettate, tenendo conto delle conoscenze individuali maturate da ciascun alunno e dalle rispettive capacità

di apprendimento.

Competenze

Insieme di risorse (conoscenze, abilità, attitudini) di cui un individuo deve disporre per poter essere inserito

adeguatamente in un contesto lavorativo, e più in generale per affrontare il proprio sviluppo personale e

professionale.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Nel linguaggio comune "competenza" è la "piena capacità di orientarsi in un determinato campo". In ambito

scolastico, invece, questo termine ha un'interpretazione molto sfaccettata. In generale si può dire che le

competenze siano lo sviluppo delle capacità potenziali della persona umana, mediante l'acquisizione di

conoscenze e abilità operative che ogni soggetto in formazione riutilizza per realizzare al meglio il proprio

progetto educativo. La scuola è il luogo privilegiato dove le competenze si consolidano, tramite una offerta

formativa ad alunne e alunni stimolante e produttiva. Una caratteristica delle competenze è la loro

disponibilità a venire certificate, per quanto ne riguarda la presenza, la quantità e la qualità. Affinché ciò

possa accadere, occorre che siano individuate con chiarezza, poi che si riesca a mettere a punto strumenti

in grado di riconoscerne il reale possesso. Una funzionale certificazione delle competenze acquisite è

fondamentale perché consente l'autocontrollo e il controllo dei percorsi formativi in atto, un adattamento degli

interventi didattici, un riconoscimento dei crediti conseguiti. Possesso sicuro di conoscenze, abilità e

atteggiamenti, nonché capacità di trasferirle, modificarle e utilizzarle in contesti diversi. È la conoscenza

contestualizzata, la capacità di mobilitare, orchestrare le proprie risorse interne (cognitive, emotive, volitive)

e quelle esterne per risolvere compiti di realtà.

Conoscenze

Risultato dell'assimilazione di informazioni attraverso l'apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di

fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di studio o di lavoro. Nel contesto del Quadro europeo

delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche” (EQF).

Conoscenza procedurale

Nelle scienze cognitive abbiamo due dimensioni della conoscenza: Conoscenza dichiarativa; Conoscenza

procedurale. La conoscenza procedurale è pratica cioè è un “saper fare ” e “saper come fare ” una certa

cosa. Questa dimensione, di natura intellettuale, è come una specie di manuale tascabile a nostra

disposizione per la soluzione di problemi specifici. Essa rappresenta la totalità delle regole ed azioni che

vengono attivate nel caso che si verifichino determinate condizioni. L’attivazione viene svolta sempre su

base sequenziale (se… allora….) ed avviene velocemente ed automaticamente.

Contenuti

Teorie, tematiche, linguaggi, concetti di cui i docenti si servono per svolgere il percorso formativo

programmato in vista di obiettivi cognitivi.

Consiglio di classe

Nelle scuole medie inferiori è composto da tutti i docenti della classe e da 4 rappresentanti dei genitori; è

presieduto dal dirigente scolastico o da un docente facente parte del consiglio, da lui delegato.

Nelle scuole secondarie superiori, il consiglio di classe è composto da tutti i docenti della classe, da 2

rappresentanti dei genitori e 2 rappresentanti degli studenti; è presieduto dal dirigente scolastico o da un

docente del consiglio da lui delegato.

Consiglio d’Istituto (Dlgs 297/94, art.10, DPR n.275/99; D.I. 44/2001)

Organo collegiale a livello di istituto, l’organo di indirizzo politico della scuola, composto dai rappresentanti di

tutte le componenti della scuola: docenti, personale ATA, genitori, alunni (solo per le scuole superiori) e

Dirigente Scolastico. Il Consiglio d’Istituto è dotato di autonomia amministrativa e ha, principalmente, il

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

potere di deliberare, su proposta della Giunta Esecutiva, per ciò che riguarda l’organizzazione della vita e

dell’attività della scuola, nei limiti delle disponibilità finanziarie.

Il Consiglio di istituto elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le forme di autofinanziamento.

Delibera il programma annuale e il conto consuntivo. Al Consiglio di istituto spetta deliberare i criteri e i limiti

con i quali il dirigente svolge alcune attività negoziali, quali, ad esempio, contratti di sponsorizzazione,

contratti di prestazione d’opera con esperti per particolari attività ed insegnamenti. Il Consiglio di istituto

indica, altresì, i criteri generali per la formazione delle classi, per l’assegnazione ad esse dei singoli docenti,

per l’adattamento dell’orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali e al

coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe. Infine, approva il PTOF

(legge 107/2015).

Continuità educativa

La continuità educativa è l 'esito di una coerenza nell'azione di educazione e di istruzione tra la scuola e la

famiglia e tra le scuole successivamente frequentate da bambine e bambini. La legge n. 53/2003 stabilisce

che la scuola dell'infanzia realizzi la continuità con il complesso dei servizi all'infanzia (asili nido) e con la

scuola primaria, che la scuola primaria si raccordi con la scuola dell'infanzia e con quella secondaria di primo

grado e che quest'ultima si colleghi con la scuola secondaria di secondo grado. La continuità implica un

costante flusso di informazioni su alunne e alunni tra scuola e famiglie, un coordinamento didattico tra gli

insegnanti, azioni di orientamento sul percorso scolastico successivo di allieve e allievi, in grado di

indirizzare le scelte, in ordine agli itinerari formativi da seguire. Uno strumento quale il portfolio è stato

pensato proprio in funzione della continuità, poiché implica la compartecipazione delle famiglie alla sua

messa a punto, ed è in grado di accompagnare il percorso formativo di ciascuno studente.

Convivenza civile

Per la legge n. 53/2003 la convivenza civile è la finalità generale dell'azione scolastica di istruzione e

formazione. Essa offre al comportamento i necessari riferimenti di natura morale. Grazie alla dimensione

morale che lo fonda, il concetto di convivenza civile è idoneo a rappresentare la sintesi di tutte le differenti

"educazioni", e a dare senso compiuto a tutta l 'esperienza scolastica.

Costruttivismo

Secondo le teorie costruttiviste l'apprendimento è il risultato di una attitudine intenzionale alla costruzione del

significato a partire da dati informativi ed esperienziali. L'apprendimento ha natura essenzialmente

strategica, quindi deriva dalle capacità del soggetto di autoregolare la propria condotta conoscitiva, sulla

base di motivazioni ed interessi personali. Specie di fronte a compiti di apprendimento complessi lo studente

ricorre a forme di ragionamento che, aggiungendo informazioni e riorganizzando le informazioni esistenti, lo

fanno pervenire al raggiungimento dell'obiettivo di risolvere situazioni problematiche. Secondo il

costruttivismo l'apprendimento è fortemente condizionato da fattori legati al contesto ambientale in cui

avviene. Assumono, quindi, un ruolo non sussidiario la cultura, la tecnologia, le prassi didattiche, le influenze

del gruppo. Parimenti capaci di influenzare l'apprendimento appaiono le condizioni motivazionali ed emotive

che lo sorreggono. I fattori motivazionali ed emotivi mostrano la capacità di avere un impatto decisivo sulla

disponibilità ad apprendere. Da un punto di vista psicologico, il costruttivismo concepisce il Sé come

un'entità di relazione, contrassegnata dalla continuità della nostra attività di differenziazione e relazione e

dalla intuitiva certezza della attribuibilità a noi della nostra esperienza.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Credito formativo

Attestazione di un percorso formativo che certifica l’acquisizione di una determinata abilità o conoscenza,

che consente di svolgere solo alcuni moduli formativi per il raggiungimento di uno specifico obiettivo

formativo.

CTRH

Acronimo di Centri Territoriale Risorse per l’Handicap.

Curricolo

Piano di studi proprio di ogni scuola. Nel rispetto del monte ore stabilito a livello nazionale, ogni istituzione

scolastica compone il quadro unitario in cui sono indicate le discipline e le attività fondamentali stabilite a

livello nazionale, quelle fondamentali alternative tra loro, quelle integrative e gli spazi di flessibilità.

Il Curricolo è l’insieme delle opportunità, dei saperi e delle attività che la scuola intenzionalmente predispone

per i propri alunni al fine di far raggiungere determinati risultati prefigurati e attesi. Esso costituisce il

percorso formativo che uno studente compie dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria; rappresenta

l’esito della riflessione condotta per coniugare le nuove istanze culturali con i bisogni del territorio e mira a

costruire una continuità educativa, metodologica e di apprendimento dei vari ordini di scuola.

Il Curricolo si articola attraverso i campi di esperienza nella scuola dell’infanzia e attraverso le discipline

nella scuola del 1° e 2° ciclo d’istruzione perseguendo finalità specifiche poste in continuità orizzontale con

l’ambiente di vita dell’alunno e verticale fra i vari segmenti scolastici. Esso costruisce le competenze

partendo dalle conoscenze e dalle abilità, individuando percorsi che chiamano in causa i saperi, le abilità

disciplinari, le risorse del territorio e dell’ambiente, le attività laboratoriali e le uscite didattiche per concorrere

allo sviluppo integrale dell’alunno.

Curricolo può essere: 1. l'intero corso degli studi ovvero un suo segmento particolare (scuola primaria,

secondaria o universitaria, media inferiore/superiore, liceo classico/scientifico/ ecc.), costituito dalle discipline

(in una con i tempi a quelle destinati) che, per ogni anno di corso, vengono insegnate; 2. una branca del

"sapere", un territorio della conoscenza, guardato attraverso le sue strutture epistemologiche (oggetto o

interesse di studio, contenuti e argomenti significativi, nuclei concettuali, linguaggi e procedure di studio,

ricerca, ecc.); 3. il cosiddetto "programma" scolastico della medesima disciplina (espresso dal testo

ministeriale, ma anche, nel concreto, dai sussidiari, dai manuali, dai libri di testo); 4. l'insieme organizzato e

articolato delle proposte formative e degli interventi didattici di un istituto, di un gruppo di classi, di una

determinata classe (con l'indicazione dei tempi, dei metodi, dei contenuti d'insegnamento e, secondo alcuni,

anche degli obiettivi di conoscenza, di abilità, di saper essere da far conseguire).

Curricolo verticale

Il percorso di insegnamento e apprendimento di una o più discipline progettato e pensato sull'asse

diacronico che attraversa i diversi gradi e livelli scolari e che consente una progressiva e graduale

acquisizione di conoscenze, abilità e padronanze da parte dello studente. Il curricolo verticale è stato

pensato come composto necessariamente dalla ripetizione ciclica di una disciplina. In tale impostazione una

disciplina della scuola primaria è una clonazione della stessa disciplina della scuola secondaria di I grado e

questa una clonazione della scuola superiore di II grado: non c'è differenziazione dei contenuti e della loro

strutturazione, ma solo una progressiva e forte riduzione delle informazioni e, dunque, della base di dati che

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

rendono comprensibili generalizzazioni e concettualizzazioni. Nella scuola riformata dovrebbe affermarsi un

curricolo verticale capace di assecondare lo sviluppo cognitivo, operativo e affettivo degli scolari mediante la

differenziazione delle conoscenze e della loro strutturazione nei tre segmenti scolastici e mediante la

continuità delle operazioni cognitive.

Curricolo orizzontale

definisce qual è l’apporto di ogni disciplina per lo sviluppo delle competenze. È curricolo disciplinare, che

avviene all’interno dei dipartimenti disciplinari, è legato alla disciplinarità.

Dati Giudiziari

I dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all’articolo 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del

d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni

amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la qualità di imputato o di indagato ai

sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale.

Dati Identificativi

Sono i dati personali che permettono l’identificazione diretta dell’interessato.

Dato Personale

Qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o

identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un

numero di identificazione personale.

Dati Sensibili

I dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro

genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere

religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita

sessuale.

Debito formativo

Valutazione data dal Consiglio di classe riguardante alunni che presentano carenze significative nella

preparazione complessiva. Il debito formativo deve essere saldato mediante opportuni interventi didattici,

educativi ed integrativi, all’inizio e/o nel corso dell’anno scolastico successivo.

Debriefing

Il debriefing consiste in una riflessione autocritica di ciò che si è fatto e appreso relativamente a un

determinato argomento. Si rivolgono agli alunni le seguenti domande: Cosa hai imparato? Come hai

imparato? Quando hai imparato? Che voto daresti a questa attività? E perché? (Valutazione da 1 a 10). La

risposta alla prima domanda manifesta il sapere acquisito in senso di concetti. La seconda comunica la

qualità delle competenze raggiunte. Dalla terza domanda emergono, invece, risposte rivelatrici dei differenti

stili di apprendimento presenti fra gli alunni, in quanto ciascuno di essi indica normalmente diversi momenti e

attività: ciò risulta assai utile all’insegnante per mettere in gioco ogni volta differenti tipologie di lavoro, in

modo da coinvolgere sempre l’intera classe. L’ultima domanda manifesta l’indice di gradimento verso

l’attività svolta e le sue motivazioni.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Descrittore Campo o ambito di giudizio (o di valutazione) determinato dall'interazione di più elementi di quantità-qualità,

detti indicatori; riguarda aspetti osservabili, descrivibili o misurabili del comportamento. La presenza in tali

ambiti di modificazioni positive fa ritenere che il processo di formazione sia in atto relativamente all'aspetto o

al “quadro" di aspetti considerato. Dire che un alunno è timido vuol dire aver rilevato vari aspetti (indicatori)

di tale qualità che, nella loro interazione, confermano la prevalenza di comportamenti non aggressivi.

Didattica

Scienza e arte dell'insegnamento: come tale essa rientra a pieno titolo nella pedagogia come scienza e arte

dell'educazione costituendone una sezione o branca specifica. Secondo le distinzioni usuali, la didattica

appartiene alla metodologia pedagogica; qualche autore identifica senz'altro la metodologia e la didattica,

qualcun altro preferisce chiamare metodologia la considerazione dei criteri o principi direttivi generali, e

didattica piuttosto lo studio speciale dei metodi pertinenti alle singole materie o discipline (per es. la

glottodidattica come d. delle lingue); in questo senso la didattica equivale alla metodica applicata di alcuni

pedagogisti dello scorso secolo (es. Rosmini, Rayneri). La stessa didattica, a sua volta, può distinguersi in

generale e speciale.

Didattica interattiva

Forma di didattica basata sulla reciprocità di azione tra docente e discente. In pratica si realizza stimolando il

discente ad intervenire - nell'ambito dello stesso momento formativo (lezione, seminario ecc.) - esprimendo

pareri, suggerimenti, ipotesi esplicative ecc. Tipico esempio di didattica interattiva è rappresentato dal

problem solving.

Didattica attiva

Insieme articolato di metodologie di insegnamento che pongono l’utente come soggetto attivo e non passivo

del proprio processo di apprendimento. Ci si riferisce ad un ampio repertorio di metodologie didattiche che

tenta di superare quelle modalità tradizionali basate sull’ascolto (per esempio la lezione frontale) o

sull'osservazione ed imitazione (per esempio l’affiancamento addestrativo). Alcuni esempi di didattica attiva:

la simulazione operativa; l’analisi e la risoluzione di casi/problemi, il lavoro di progetto i lavori e le

esercitazioni di gruppo; il gioco psico-pedagogico.

Didattica tutoriale

Metodo di apprendimento attivo, centrato sul discente e basato sull’apprendimento per ricerca e per

scoperta. Si avvale di un docente-majeuta (tutore), che non trasmette informazioni, ma facilita

l’apprendimento e valorizza e motiva sia lo studio individuale che il lavoro di gruppo.

Didattica laboratoriale

Prima di essere “ambiente”, il laboratorio è uno “spazio mentale attrezzato”, una forma mentis, un modo di

interagire con la realtà per comprenderla e/o cambiarla. Con la didattica laboratoriale lo studente domina il

senso del proprio apprendimento, opera concretamente e “facendo” sa, dove vuole arrivare e perché. Le

attività fondamentali proposte nel laboratorio prevedono: 1. manipolazione concreta (non bastano i codici

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

linguistici verbali o simbolici); 2. operazioni cruciali, nel senso che devono essere presenti i passi principali di

una procedura; 3. varie soluzioni (deve dare all’alunno la possibilità di scegliere e di decidere) 4.

“spiazzamento” cognitivo (si scopre qualcosa di nuovo, si mettono in crisi vecchie conoscenze); 5. “giusta

distanza” (il nuovo non deve essere né troppo vicino al conosciuto né troppo distante); 6. diversi livelli

d’interpretazione (pluralità dei punti di vista); 7. valenze metaforiche (deve richiamare esperienze lontane ed

eterogenee); 8. rapporto dello studente con il sapere (nel laboratorio il sapere è conoscenza in azione).

...il laboratorio è soprattutto una scelta metodologica , che coinvolge attivamente insegnanti e studenti in

percorsi di ricerca, attraverso l’uso critico delle fonti.

La didattica laboratoriale si basa sullo scambio intersoggettivo tra studenti e docenti in una modalità paritaria

di lavoro e di cooperazione, coniugando le competenze dei docenti con quelli in formazione degli studenti. E

la ricerca condotta con questo metodo è un percorso didattico, che non soltanto trasmette conoscenza, ma,

molto spesso, apre nuove piste di conoscenza e produce nuove fonti documentarie.

Il percorso laboratoriale non ha come fine quello di produrre una ricerca con esiti scientifici inoppugnabili, ma

quello di far acquisire agli studenti conoscenze, metodologie, competenze e abilità didatticamente misurabili.

È praticabile solo nella scuola, ma fa uscire dalla ristrettezza e della ripetitività dell’insegnamento e

dell’apprendimento tradizionali.

In tale contesto la figura dell’insegnante assume una notevole valorizzazione: dal docente trasmettitore di

conoscenze consolidate all’insegnante ricercatore, che progetta l’attività di ricerca in funzione del processo

educativo e formativo dei suoi allievi. Questa figura di insegnante ricercatore, delineata dall’impegno e dalla

creatività di molti docenti che praticano la sperimentazione, non è assimilabile a quella di insegnanti che

fanno ricerca disciplinare in collaborazione con l’università o altri enti.

Questi insegnanti innovatori ritengono indispensabile perseguire la propria preparazione professionale e

disciplinare alimentando la curiosità intellettuale e l’accrescimento delle proprie competenze, attraverso

progetti di ricerca che abbiano una ricaduta nell’ambito del lavoro scolastico. Scoprono, cioè, una nuova

dimensione del proprio lavoro e sarebbe auspicabile a questo punto che il nuovo profilo dell’insegnante

ricercatore ottenesse un riconoscimento ufficiale nell’ambito dell’istituzione scolastica.

Il laboratorio può dunque essere definito anche come luogo mentale , cioè una pratica del “fare storia”, che

valorizza la centralità dell’apprendimento e mette in stretta relazione l’attività sperimentale degli allievi con le

competenze storiche degli insegnanti. Il laboratorio come costruzione della conoscenza.

Didattica metacognitiva

È una modalità d’insegnamento/apprendimento che mira all’auto-costruzione del bagaglio intellettuale da

parte dell’alunno attraverso domande, investigazioni e problemi da risolvere. Può essere utilizzata sia nelle

normali attività curricolari, sia nelle investigazioni informali, sia negli interventi di recupero e sostegno degli

alunni con difficoltà. Ruolo fondamentale dell’insegnante è di "mediatore didattico" di tutte le attività

d’investigazione e di problem – solving. Punti di forza della metacognizione sono la consapevolezza della

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

propria conoscenza e la relativa regolazione del processo cognitivo. La regolazione si riferisce alla capacità

dello studente di controllare il proprio apprendimento. L’alunno è autoregolato se è in grado di usare sia la

conoscenza sia le relative strategie e possiede pure la volontà a usarle, in altre parole è fortemente

motivato. Essere consapevoli della propria conoscenza vuol dire avere un’esplicita cognizione della propria

memoria, dei saperi di base, del repertorio di strategie posseduto nonché della conoscenza condizionale

ossia della consapevolezza sul come, sul quando e sul perché usare la conoscenza.

Diploma di maturità (ex)

Denominazione non più in uso, sostituita da Esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione

secondaria superiore: è la prova finale che conclude il corso di studi della scuola superiore italiana.

Diritto-dovere all’istruzione e alla formazione (D.Lgs. 15 aprile 2005, n.76)

La riforma del sistema di istruzione e formazione prevista dalla legge 28 marzo 2003, n. 53 ridisegna ed

amplia l’obbligo scolastico (che aveva durata novennale) e l’obbligo formativo, assicurando a tutti il diritto-

dovere all’istruzione ed alla formazione per almeno 12 anni o comunque fino al conseguimento di una

qualifica professionale entro il diciottesimo anno di età.

L’esercizio di tale diritto-dovere ha inizio con l’iscrizione alla prima classe della scuola primaria e prosegue in

uno dei percorsi del secondo ciclo fino al conseguimento del diploma liceale o di un titolo o qualifica

professionale di durata almeno triennale.

Il principio di "diritto-dovere" sancito dalla legge di riforma all'art. 1, comma 3, assomma in sé due aspetti

fondamentali: il diritto personale di ciascuno all'istruzione e allo studio, e il dovere di tutti a concorrere al

bene comune, quello dell'istruzione. Per questo ultimo aspetto, la legge di riforma parla di "dovere

legislativamente sanzionato", intendendo con ciò confermare non soltanto la priorità del diritto individuale,

ma soprattutto il vincolo, per ognuno, di avvalersi delle varie opportunità formative offerte dal sistema di

istruzione e di formazione, pena la imposizione di sanzioni per l'eventuale rifiuto. A integrazione del vecchio

concetto di "obbligo scolastico", la legge amplia il campo in cui il nuovo diritto-dovere si esercita. Dopo il

compimento del primo ciclo di istruzione, che si conclude con l'esame di Stato della scuola secondaria di

primo grado, il diritto-dovere potrà esercitarsi indifferentemente all'interno del percorso dell'istruzione

(sistema dei licei) e in quello parallelo dell'istruzione e formazione professionale regionale.

La durata del nuovo diritto sarà di almeno dodici anni all'interno del sistema di istruzione o fino al

conseguimento di una qualifica all'interno del sistema di istruzione e formazione professionale, comunque

entro il diciottesimo anno di età. Al raggiungimento di tale obiettivo l'Italia si troverà, con il Belgio, al primo

posto in Europa per durata dell'obbligo.

Dirigente scolastico (art. 25 del D.Lgs. 165/01; art. 16 del DPR n.275/99)

È il rappresentante legale della scuola e ne assicura la gestione unitaria. È responsabile della gestione delle

risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi

collegiali, gli spettano autonomi poteri di direzione, di coordinamento e iniziative di valorizzazione delle

risorse umane. Il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia

formative ed è titolare delle relazioni sindacali. Nell’esercizio delle sue competenze promuove interventi per

assicurare la qualità dei processi formativi e stimola la collaborazione delle risorse culturali, professionali,

sociali ed economiche presenti sul territorio. È garante della libertà di insegnamento, intesa anche come

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica, della libertà di scelta educativa delle famiglie e del

diritto all’apprendimento degli alunni. Inoltre, presiede il Collegio dei docenti, il Comitato per la valutazione

dei docenti (Ex art.11 del D. Lgs. 297/94, novellato dal comma 129 dell’art.1 della L. 107/2015), i Consigli di

intersezione, di interclasse o di classe, la giunta esecutiva del Consiglio di istituto. In base al regolamento di

contabilità (DI 44/2001), svolge l’attività negoziale per dare attuazione al programma annuale nel rispetto

delle deliberazioni assunte dal CDI.

Disciplina di studio

L'espressione "disciplina di studio" riguarda l'insegnamento/apprendimento di una disciplina scientifica

nell'ambito di un piano di studio scolastico. Nel campo della scuola per molto tempo si è parlato di "materie"

per indicare l'organizzazione dei contenuti selezionati nell'universo del sapere scientifico, nozioni trasmesse

dall'insegnante con il supporto dei libri di testo. La disciplina di studio fa risaltare, invece, l'attività del

soggetto che apprende, il modo in cui progressivamente acquisisce i punti di vista, le modalità di indagine e

gli specifici linguaggi dei diversi campi del sapere scientifico. Si tratta di un processo graduale, che inizia

nella scuola dell'infanzia, prosegue nella scuola primaria, sviluppando nei primi tre anni forme di

organizzazione delle esperienze e delle conoscenze in base a una prima consapevolezza delle categorie

presenti nelle discipline e negli ultimi due la consapevolezza dei diversi linguaggi disciplinari, finché nella

scuola secondaria si consolida la cura sistematica delle discipline.

Diversificazione didattica e metodologica

L'espressione è rivolta alla scuola secondaria di primo grado (scuola media attuale). La diversificazione

didattica e metodologica è sempre stata presente nella scuola media, in relazione alle modalità di

insegnamento delle discipline che usano linguaggi e strumenti diversi. Nella riforma viene invece

espressamente richiesta "in relazione allo sviluppo della personalità dell'allievo", riconoscendo così la

necessità di prestare attenzione alle questioni dello "sviluppo", che si presentano nella pre-adolescenza. La

diversificazione dei metodi di insegnamento (didattica) riguarda sia le singole allieve e i singoli allievi che la

classe, le cui caratteristiche mutano dalla prima alla terza. I docenti dovranno accettare le differenti

personalità che le bambine e i bambini presentano al passaggio dalla scuola primaria e cogliere le differenze

per orientare al secondo ciclo dell'istruzione e formazione.

Docimologia

Scienza dell’esaminare, del valutare. Si occupa dei criteri e dei metodi di valutazione del profitto scolastico.

Docimastica

Si occupa della tecnica degli esami.

Dossologia

Si occupa delle funzioni che la valutazione ha nell’educazione scolastica.

Documenti di rito docenti neo-immessi immessi in ru olo

Il docente deve presentare entro il termine di trenta giorni, pena l’annullamento della stipulazione o la

risoluzione del rapporto di lavoro eventualmente già instaurato, la documentazione che certifichi il possesso

dei requisiti generali per l’accesso ai pubblici impieghi e di quelli specifici per l’accesso alla cattedra. In

alternativa alla presentazione della documentazione, è consentito presentare dichiarazioni sostitutive,

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

sottoscritte sotto la propria responsabilità, per attestare fatti, stati o qualità per i quali è ammessa

l’autocertificazione.

• Le attestazioni di carattere sanitario non possono essere autocertificate.

• Per i docenti già di ruolo basta presentare lo stato di servizio o analogo certificato.

• Certificato di nascita rilasciato dal Comune di residenza (non occorre più l’estratto dell’atto di nascita

rilasciato dal Comune di origine).

• Certificato di cittadinanza italiana rilasciato dal comune di origine o di residenza ovvero di cittadinanza di

uno dei paesi dell’Unione Europea.

• Certificato generale del Casellario giudiziale rilasciato dalla Segreteria della Procura della Repubblica in

data non anteriore a 6 mesi.

• Certificato di godimento dei diritti politici rilasciato dal Comune dove si vota, in data non anteriore a 6

mesi.

• Copia del foglio matricolare o certificato di esito di leva.

• Certificato di idoneità al servizio, rilasciato dall’ASL o da un medico militare in data non anteriore a 6 mesi,

con l’indicazione dell’esito dell’accertamento sierologico previsto dall’art. 7 della legge 837/1956

DOS

Acronimo di Dotazione Organica di Sostegno. Docenti con contratto a T.I. titolari, su posto di sostegno nella

scuola secondaria di II grado, nella provincia di titolarità. Per l’assegnazione della sede di servizio

l’interessato presenta ogni anno scolastico domanda di utilizzazione , confermando la sede dell’anno

precedente o richiedendo un’altra sede.

DSGA (art. 25 c. 5 Dlgs 165/01)

Acronimo di Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (Ex Segretario scolastico).

È la figura apicale del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola. Coadiuva il DS nello

svolgimento delle funzioni organizzative e amministrative sovrintendendo, con autonomia operativa e

nell’ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, i servizi amministrativi e i servizi

generali dell’istituzione scolastica, e coordinando il relativo personale.

Presenta al DS la proposta di Piano dell’attività del personale ATA (art. 53 del CCNL/09) e per lo stesso

personale predispone il piano di formazione (art. 66 c. 1 CCNL/09). Affianca il DS nello svolgimento

dell’attività negoziale. È funzionario delegato, ufficiale rogante e consegnatario dei beni mobili. Redige e

aggiorna la scheda finanziaria dei progetti (artt. 2 c. 6 e 7 c. 2 DI n. 44/01); predispone il conto consuntivo

(art. 18 c. 5 DI n. 44/01); elabora la scheda illustrativa finanziaria riferita all’azienda agraria e/o speciale

recante la dimostrazione delle entrate e delle spese delle aziende (art. 20 c. 3 DI n. 44/01). Possono essergli

affidati incarichi ispettivi nell’ambito delle istituzioni scolastiche (tabella A del CCNL/07).

Efficacia

Insieme all'efficienza e all'economicità è considerata una delle tre E costitutive della scuola dell'autonomia.

Mentre il significato dell'economicità è facilmente comprensibile in termini di risparmio, quello di efficacia può

essere spesso scambiato con quello di efficienza. L'insegnante efficace è colui/colei che riesce ad

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

ottimizzare il rapporto realizzando non solo il massimo rispetto alle previsioni, ma il massimo rispetto alle

possibilità (finalità istituzionali e obiettivi programmatici della disciplina di insegnamento). In sintesi, l’efficacia

di un’azione educativa è data dal rapporto tra risultati ottenuti e risultati attesi sul piano degli apprendimenti.

Esprime la capacità di realizzare i traguardi stabiliti attraverso l’azione didattica e l’uso di strategie e

strumenti adeguati allo scopo.

Efficienza

È la capacità di utilizzare in modo ottimale le risorse umane e materiali per il raggiungimento degli obiettivi

prefissati. È data dal rapporto tra risultati ottenuti e l’insieme delle risorse e dei mezzi utilizzati.

E-learning

Metodologia didattica che offre la possibilità di erogare contenuti formativi elettronicamente (e-learning)

attraverso Internet o reti Intranet. Per l’utente rappresenta una soluzione di apprendimento flessibile, in

quanto fortemente personalizzabile e facilmente accessibile.

Elementare scuola (ex)

Ora Scuola primaria.

Epistemologia

è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni per produrre conoscenza scientifica e dei

metodi per raggiungere tale conoscenza, come suggerisce peraltro l'etimologia del termine, il quale deriva

dall'unione delle parole greche episteme ("conoscenza certa", ossia "scienza") e logos (discorso). In

un'accezione più ristretta l'epistemologia può essere identificata con la filosofia della scienza, la disciplina

che si occupa dei fondamenti delle diverse discipline scientifiche.

Esami d’idoneità

Prove scritte e orali strutturati per tutte le materie del corso, per i candidati che provengono da istituti o

scuole non statali e non legalmente riconosciute, i quali si presentano per l’iscrizione a una classe o

all’esame finale. Gli esami di idoneità si svolgono in due sessioni: a giungo e a settembre.

Esami di stato

Esami di stato conclusivi del corso di studi superiore (perché in realtà è esame di stato anche quello alla fine

della scuola media), i quali danno accesso all’Università o al lavoro. Comprendono prove scritte e orali. Le

prove scritte sono fissate dal Ministero dell’Istruzione e sono uguali in tutta Italia per gli stessi tipi di istituti. Si

compone di 3 prove scritte: le prime due, predisposte dal Ministero, la terza elaborata da ciascuna

commissione d’esame:

• Prima prova: analisi di un testo letterario, produzione di un breve saggio o di un articolo di taglio

giornalistico.

• Seconda prova: riguarda una materia che caratterizza il corso di studi.

• Terza prova: verte su non più di 5 discipline; può consistere in una trattazione sintetica di non più di 5

argomenti, in risposte a questionari, in soluzione di problemi scientifici o nell’elaborazione di un progetto.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Flessibilità organizzativa

La flessibilità dell'organizzazione didattica è da tempo considerata come una condizione indispensabile per

poter progettare e realizzare un'offerta formativa calibrata sulle personali esigenze di sviluppo di ciascuna

alunna e ciascun alunno. La normativa sull'autonomia delle istituzioni scolastiche ha ampliato le possibilità di

rendere flessibile l'organizzazione didattica agendo sul calendario scolastico, sulla distribuzione diversificata

del monte orario annuale delle attività didattiche e di quello delle singole discipline, sull'articolazione

modulare dei gruppi di alunne e alunni. La riforma valorizza ulteriormente le opportunità di flessibilizzare

l'organizzazione didattica, mediante i piani di studio personalizzati, le attività laboratoriali, la riorganizzazione

delle classi e delle sezioni, la ristrutturazione degli spazi, la rimodulazione dei tempi, il potenziamento dei

tempi dedicati all'accoglienza, la riorganizzazione del lavoro del gruppo docente in modo da consentire lo

svolgimento delle funzioni di tutorato e coordinamento.

Formazione iniziale e continua dei docenti

La formazione iniziale è costituita dal percorso necessario per diventare docenti. La legge n. 53/2003

richiede una laurea specialistica per tutti i docenti, conseguibile in cinque anni di studio presso le università,

comprendenti "specifiche attività di tirocinio " presso le scuole, volte ad acquisire le competenze pratiche

necessarie a esercitare la professione, e possibilità di stage all'estero. Per fare il docente di sostegno ad

alunne e alunni con disabilità, servirà un'ulteriore specializzazione. Questa scelta immette il docente tra le

figure ad elevata professionalità, la cui qualificazione è garantita da una costante "formazione continua" che

assicurerà, durante la carriera lavorativa, l'adeguamento delle conoscenze disciplinari e l'approfondimento di

teorie e tecniche riguardanti l'apprendimento e l'insegnamento, anche attraverso l'autoaggiornamento. La

formazione continua si svolgerà presso le Università, in "centri di eccellenza" costituiti per permettere uno

scambio costante tra la ricerca e la didattica. Per realizzare la riforma, saranno necessari anche docenti con

particolari competenze nel tutorato, nel coordinamento didattico e gestionale e nella consulenza, che si

formeranno con specifici corsi aggiuntivi presso le strutture universitarie.

Formazione integrale

La formazione integrale è un principio educativo fondante, presente nella legge di riforma n. 53/2003 e

rivolto alle bambine e ai bambini della scuola dell'infanzia. È estensibile e allargabile, tuttavia, a tutto il

percorso di istruzione e formazione. La formazione integrale raccorda in modo unitario le distinte

"formazioni" del soggetto, inserendole in un quadro intenzionale di senso e di significato. Ognuna di queste

formazioni avviene concretamente, attraverso la cooperazione fattiva di persone, linguaggi, ambienti,

percorsi didattici diversi e parziali. La formazione della persona si articola in una molteplicità di ambiti:

• sociale, costituito dalle relazioni con altri soggetti; culturale, che riguarda l'acquisizione degli strumenti di conoscenza e dei modi di vita propri di un ambiente;

• morale, inteso come apprendimento di comportamenti assunti in relazione a norme e valori; • civile, come conoscenza delle regole e dei diritti della vita democratica; • spirituale, definibile in rapporto con la sfera soprannaturale e religiosa; • professionale, che rimanda all'acquisizione delle competenze che servono per operare all'interno del

mondo del lavoro; • sessuale, come identificazione e appartenenza al genere maschile e femminile.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

FIS

Acronimo di Formazione Integrata Superiore – Sistema che si propone di creare un’offerta formativa post-

diploma in grado di rafforzare il rapporto tra la formazione professionale, l’istruzione scolastica post-diploma

e i diplomi universitari, tenendo conto delle esigenze del mercato del lavoro. Si rivolge a giovani studenti e a

lavoratori adulti in possesso di diploma di scuola media superiore; si propone di formare tecnici e

professionisti qualificati nei settori dell’industria e dei servizi, attraverso l’integrazione tra formazione teorica

e pratica, quest’ultima svolta per mezzo di tirocini assistiti da un tutor.

Fondo dell’istituzione scolastica (FIS)

È la dotazione di salario accessorio assegnata annualmente alle scuole sulla base di parametri fissati dal

CCNL. Il FIS retribuisce par te delle prestazioni aggiuntive di tutto il personale docente, educativo e ATA in

servizio in quella scuola. L’articolo 88 del contratto indica le attività che si possono retribuire con il fondo di

istituto. La ripartizione del FIS per le varie tipologie di personale (docenti, educatori ed ATA) è definita dalla

contrattazione di scuola. Tutti i compensi forfetari o alternativi alla misura oraria, non definiti dal CCNL, sono

stabiliti con il contratto integrativo di scuola.

Flessibilità e intensificazione

Per “flessibilità didattica ed organizzativa” si intende tutto ciò che la scuola può decidere nell’ambito della

sua autonomia didattica (artt. 4 e 5 DPR 275/99), ad esempio modificando l’unità oraria di lezione di 60’, e

organizzativa (ad esempio prevedendo rientri pomeridiani o meno, la settimana corta, altro …).

Nel caso del personale ATA per “intensificazione della prestazione” si intende il sovraccarico di lavoro,

nell’ambito dell’orario obbligatorio di servizio, derivante da alcune particolari situazioni. Ad es. quando si

sostituisce un collega assente per pochi giorni, non in orario aggiuntivo (che è pagato), ma nel proprio orario

di servizio con conseguente aggravio di lavoro rispetto all’ordinario.

Gli aspetti economici relativi al “carico di lavoro” possono essere risolti nella contrattazione.

Funzioni strumentali

Si tratta di “funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa” previste dal CCNL vigente (art. 33) allo scopo

di valorizzare il patrimonio professionale dei docenti per la realizzazione e la gestione del Piano dell’offerta

formativa dell’istituto. Spetta al Collegio dei docenti individuarne il numero, la tipologia (ovvero le attività da

svolgere) e i docenti destinatari attraverso una specifica delibera “motivata” che definisca, quindi, criteri di

attribuzione, numero e destinatari con voto nominativo segreto. Il DS non può procedere all’affidamento degli

incarichi prima della delibera del Collegio. L’attribuzione della funzione non può comportare esonero totale

dall’insegnamento. I compensi sono definiti dalla contrattazione d’istituto e le risorse a ciò destinate sono

stabilite dall’art. 37 del CCNI del 31.8.99 e annualmente assegnate dal MIUR.

Giunta esecutiva (D.Lgs. 297/94, art. 10 e DI 44/01).

Prepara i lavori del Consiglio di istituto, fermo restando il diritto di iniziativa del Consiglio stesso, propone il

programma annuale accompagnandolo con una relazione (art. 2, c. 3 DI) e formula proposte di modifica al

programma annuale (art. 6, c. 2 DI). Essa è composta da un docente, un ATA e due genitori (nel 2° grado un

genitore e uno studente maggiorenne) eletti nell’ambito del Consiglio d’istituto; il DS (che ne è il Presidente)

e il DSGA (che ne è il Segretario) ne fanno parte di diritto.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

GP

Acronimo di Graduatorie Permanenti ad esaurimento.

Handicap

La legge n. 53/2003 garantisce "attraverso adeguati interventi, l'integrazione delle persone in situazione di

handicap a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104". Vengono quindi tutelati "il pieno rispetto della dignità

umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata", tramite "la piena integrazione nella

famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società". In campo scolastico la legge n. 104 prevede "provvedimenti

che rendano effettivi il diritto all'informazione e il diritto allo studio della persona handicappata, con

particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi specializzati, alle prove

di valutazione e alla disponibilità di personale qualificato, docente e non docente". Il diritto all'istruzione e alla

formazione professionale dei disabili si qualifica, dunque, come diritto alla frequenza delle scuole in una

situazione di piena integrazione, a cominciare da quella dell'infanzia, al sostegno di insegnanti specializzati e

alla disponibilità di servizi medico-specialistici e assistenziali.

IC

Acronimo di Istituto Comprensivo.

IFTS

Acronimo di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore – Offerta formativa diretta a giovani e adulti,

occupati e non occupati. Vi si accede dopo il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore. I

corsi IFTS sono istituiti con finanziamenti regionali e svolti all’interno degli stessi istituti superiori.

IFP

Acronimo di Istruzione/Formazione professionale.

Il sistema della istruzione professionale prevede un percorso diverso in base alle scelte del singolo alunno.

Al termine dei primi tre anni di istruzione professionale l’alunno consegue un diploma di qualifica. E’ possibile

frequentare un quarto anno, conseguendo il relativo diploma quadriennale. Qualora lo studente diplomato

voglia accedere all’Università, può frequentare un quinto anno e sostenere l’Esame di Stato che ha lo stesso

valore di quello del sistema dei licei e dell’istruzione tecnico/professionale.

IFS

Acronimo di Impresa Formativa Simulata. È un’azienda virtuale che, animata da studenti, svolge attività di

mercato in rete, e-commerce, con il tutoraggio di un’azienda reale che ne è l’azienda madrina e costituisce il

modello di riferimento per ogni fase del ciclo di vita aziendale: dalla business idea al business plan,

dall’iscrizione alla Camera di Commercio e all’Ufficio Registro alle transazioni commerciali, dalle operazioni

finanziarie agli adempimenti fiscali.

L’insieme delle IFS, collegate fra loro tramite internet, costituisce la Rete Telematica Italiana delle Imprese

Formative Simulate.

IIS

Acronimo di Istituto di Istruzione Superiore, inteso come istituto in cui coesistono indirizzi diversi (Liceo –

Tecnico – Professionale).

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Individualizzazione

Consiste nel garantire a tutti gli alunni, attraverso strategie didattiche mirate, il raggiungimento delle

competenze fondamentali del curricolo. Gli obiettivi restano fermi per tutti mentre si diversificano i percorsi, la

gradualità dei contenuti e le modalità di apprendimento. L'individualizzazione nell'insegnamento e

nell'apprendimento consiste nell'adattamento delle metodologie e dei contenuti alle esigenze temporali e

personali di ciascun discente, sia che abbia bisogno di recupero o rinforzo, che per eventuale

potenziamento.

Interdisciplinarietà

È una metodologia didattica che consiste nell’esaminare la realtà nelle interrelazioni di tutti i suoi elementi,

superando in tal modo la tradizionale visione settorializzata delle discipline. Ad esempio, l’analisi di un

ambiente storico-sociale è effettuata coinvolgendo in modo interattivo e dinamico più discipline, come la

storia, la geografia e gli studi sociali in modo tale da favorire nell’alunno una conoscenza globale più ampia e

profonda e, perciò, più significativa. Indica la cooperazione tra discipline diverse legate tra loro da affinità per

una conoscenza ampia e approfondita di una tematica.

INVALSI

L’Istituto Nazionale per la VALutazione del Sistema educativo di istruzione e formazione stila un rapporto

annuale sui risultati degli apprendimenti e provvede alla valutazione degli apprendimenti degli studenti delle

scuole di ogni ordine e grado. Inoltre, l’INVALSI assicura la partecipazione italiana ai progetti di ricerca

internazionali e comunitari (come OCSE-PISA) e predispone i testi da sottoporre al Ministro per la prova

nazionale dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo.

Insegnante di sostegno

È una figura che grazie alla sua formazione specifica affianca l’alunno garantendogli, tramite interventi

individualizzati, un’educazione e un’istruzione adeguata e che ha un ruolo fondamentale nel processo di

integrazione. Viene assegnato dalla Direzione scolastica regionale su richiesta del Dirigente Scolastico in

base all’attestazione di situazione di handicap redatta da uno specialista e alla diagnosi funzionale.

Indicazioni nazionali per i piani di studio persona lizzati

I piani di studio personalizzati rappresentano un impegno specifico delle scuole e dei docenti, i quali,

progettandoli e realizzandoli, esercitano le attribuzioni loro riconosciute dalle norme sull'autonomia.

Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), nei riguardi dei piani di studio

personalizzati ha una funzione di indirizzo, orientamento e omogeneizzazione, mediante la definizione, tra

l'altro, degli obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento.

Il MIUR organizza i propri contributi ai piani di studio personalizzati proponendo apposite indicazioni

nazionali, delineate con attenzione alle specificità dei diversi livelli scolastici. Le "indicazioni nazionali per i

piani di studio personalizzati" è previsto che sostituiscano i vigenti programmi didattici nazionali per le scuole

di ogni ordine e grado. Esse differiscono dai programmi per la loro minore staticità e, quindi, per la loro

maggiore dinamicità. Per certi loro aspetti (come la definizione degli obiettivi generali e specifici) le

indicazioni nazionali hanno natura prescrittiva, nel senso che le scuole e i docenti sono tenuti a riferirsi a

esse nell'ideazione e nell'attuazione dei piani di studio personalizzati.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Iscrizioni e anticipi

La legge n. 53/2003 sancisce che alla prima classe della scuola primaria devono essere iscritti le bambine e

i bambini che compiono i sei anni entro il 31 agosto precedente l'inizio dell'anno scolastico. Alla scuola

dell'infanzia (non obbligatoria) possono essere iscritti le bambine e i bambini fra i tre e i sei anni.

La legge n. 53/2003 dà inoltre ai genitori la possibilità di chiedere iscrizioni in anticipo: alla scuola

dell'infanzia per le bambine e i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile dell'anno scolastico di

riferimento; alla classe prima per le bambine e i bambini che compiono i sei anni tra l'1 settembre e il 30

aprile dell'anno suddetto (in entrambi i casi, per l 'anno scolastico 2003-04, il termine del 30 aprile è sostituito

da quello del 28 febbraio). La legge n. 53/2003 assicura senz'altro l'ammissione alla classe prima delle

bambine e dei bambini i genitori dei quali lo richiedano. Prevede invece "criteri di gradualità" e "forme di

sperimentazione" per le ammissioni alla scuola dell'infanzia, con subordinazione alla disponibilità dei posti e

all'introduzione di nuove figure professionali e di nuove modalità organizzative. L'attuazione di questa

possibilità è collegata inoltre a specifiche condizioni di fattibilità (dipendenti anche dall'intervento dei

Comuni), cioè da adeguata disponibilità di strutture e dotazioni e di servizi di refezione e trasporto.

ISIS

Acronimo di Istituto Statale di Istruzione Superiore, inteso come istituto in cui coesistono indirizzi diversi

(Liceo – Tecnico – Professionale)

Istituti comprensivi

Possono comprendere scuola dell’infanzia (ex scuola materna), scuola primaria (ex scuola elementare),

scuola secondaria di primo grado (ex scuola media)

Istituti Professionali

Istituti di istruzione secondaria di 2° grado di durata quinquennale. Terminano con un esame di stato che

conferisce il diploma relativo.

L’identità degli istituti professionali si caratterizza per una solida base di istruzione generale e tecnico-

professionale, che consente agli studenti di sviluppare, in una dimensione operativa, saperi e competenze

necessari per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento, considerato nella sua

dimensione sistemica per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l’accesso all’università e

all’istruzione e formazione tecnica superiore.

I percorsi degli istituti professionali si suddividono in:

• settore dei servizi in relazione ai seguenti indirizzi:

1. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale

2. Servizi socio-sanitari

3. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera

4. Servizi commerciali

• settore industria e artigianato in relazione agli indirizzi:

1. Produzioni industriali ed artigianali

2. Manutenzione e assistenza tecnica.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Istituti Tecnici

Istituti di istruzione secondaria di 2° grado di durata quinquennale. Terminano con un esame di stato che

conferisce il diploma relativo.

L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico

in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e

l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato

numero di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese,

con l’obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all’esercizio di professioni tecniche, saperi e

competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e per l’accesso all’università e

all’istruzione e formazione tecnica superiore.

I percorsi degli istituti tecnici si dividono in:

• settore economico in relazione ai seguenti indirizzi:

1. Amministrazione, Finanza e Marketing

2. Turismo.

• settore tecnologico in relazione ai seguenti indirizzi:

1. Meccanica, Meccatronica ed Energia

2. Trasporti e Logistica

3. Elettronica ed Elettrotecnica

4. Informatica e Telecomunicazioni

5. Grafica e Comunicazione

6. Chimica, Materiali e Biotecnologie

7. Sistema Moda

8. Agraria, Agroalimentare e Agroindustria

9. Costruzioni, Ambiente e Territorio.

Istituzione scolastica (sede di Dirigenza scolastic a)

L’istituzione scolastica gestisce a livello amministrativo e didattico uno o più punti di erogazione del servizio

scolastico (scuole dell’infanzia, plessi di scuola primaria, sedi staccate o coordinate di scuola secondaria di

primo e di secondo grado). Ad ogni istituzione scolastica è preposto un dirigente scolastico

Istruzione Secondaria Superiore

Comprende i vari tipi di scuole superiori (licei, istituti tecnici, istituti professionali) che al termine, dopo un

esame di stato, rilasciano un titolo di studio riconosciuto dallo stato.

Lavoro di gruppo

È una metodologia organizzativa fondamentale per la crescita umana e la socializzazione degli alunni. A

seconda dell’attività da svolgere, il docente può formare lui stesso i gruppi che potranno essere di livello, di

compito, elettivi o misti, oppure lasciare liberi i ragazzi di unirsi liberamente in gruppo.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Licei

Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale. Terminano con un esame di stato

che conferisce il diploma relativo.

I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione

approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico,

di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti

con le capacità e le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore,

all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Il sistema dei licei comprende i licei artistico

(articolazioni arti figurative, architettura e ambiente, design, audiovisivo e multimediale, grafica, scenografia),

classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico con la relativa opzione ”scienze applicate”, delle

scienze umane con la relativa opzione economico-sociale.

Le dimensioni dell’apprendimento

Lifelong learning o dimensione verticale

Apprendimento che dura tutta la vita; rappresenta il superamento della dimensione temporale dell’istruzione

e riguarda la lunghezza, la durata della vita. La dimensione del Lifelong Learning evidenzia che l’individuo

impara durante tutta la sua vita.

Lifewide learning: dimensione orizzontale dell’appr endimento

Apprendimento che abbraccia tutti gli aspetti della vita e che può essere di tre tipi: apprendimento formale: si

svolge negli istituti di formazione e porta all’ottenimento di diplomi e di qualifiche riconosciute;

apprendimento non formale: si svolge al di fuori delle principali strutture di formazione e istruzione e può

attivarsi sul luogo di lavoro, presso organizzazioni politiche, culturali o sportive, associazioni; apprendimento

informale: tutto ciò che viene dalla vita quotidiana e che, spesso, non è riconosciuto come tale neppure

dall’individuo interessato. Il Lifewide learning si riferisce alla dimensione orizzontale in quanto fa

riferimento a tutti i contesti di vita e rappresenta il superamento dei luoghi deputati all’apprendimento, per cui

oltre al contesto formale si tende a valorizzare ogni esperienza di vita (informale e non formale). Riguarda la

larghezza o ampiezza della vita, cioè i vari contesti. Pertanto, l’espressione completa diventa lifelong lifewide

learning, con cui tempi e spazi dell’apprendimento si allargano sino a comprendere ogni ambito di vita e ogni

tempo del soggetto (dimensione verticale e orizzontale). La dimensione del Lifewide Learning evidenzia che

l’apprendimento avviene in un’ampia varietà di ambienti e contesti: lavoro, vita sociale, famiglia e non è solo

limitato all’educazione e non è necessariamente intenzionale (Bauman, 2006; Barnett, 2010).

Lifedeep (vita profonda) learning: 3 a dimensione dell’apprendimento

è una terza dimensione di recente discussione. Riguarda credenze, valori e orientamenti per la vita (Banks,

2007; Dewey, 1899), per partecipare pienamente alla vita della comunità. Questa dimensione sposta il focus

dalla competizione economica all’impegno congiunto della comunità e di ciascuna persona, per il suo pieno

sviluppo (dimensione trasformativa , di profondità , apprendimento trasformativo). Riguarda la profondità, i

valori della vita.

Materna scuola (ex)

Ora Scuola dell’infanzia.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Metodo

È l’organizzazione delle tecniche, delle procedure e degli strumenti ritenuti idonei a far conseguire gli

obiettivi di apprendimento programmati. Tecniche = aspetti particolari per la realizzazione complessiva del

metodo. Esse richiedono a volte l’uso dei mezzi quali: penna, quaderno, lavagna e computer. Si indicano le

modalità utilizzate da un docente per attivare i processi formativi e le modalità di comunicazione educativa

tra docente e studenti. Inoltre, può riferirsi alle modalità di indagine di ogni ambito disciplinare.

Metodologia

È lo studio dei metodi della ricerca pedagogica e anche lo studio delle modalità dei processi

d’insegnamento-apprendimento. In sintesi si tratta dell’attuazione pratica di un metodo educativo,

evidentemente resa flessibile dal docente in relazione alle concrete situazioni formative e alle particolari

caratteristiche degli alunni.

Metodo euristico

L’euristica è l’arte della ricerca, cioè quella parte della scienza che si occupa di scoprire i fatti, ciò che

succede. In pedagogia il metodo euristico è anche conosciuto come il metodo della scoperta e consiste nel

condurre gradualmente l’alunno a scoprire da solo ciò che si desidera egli conosca mediante un costante e

attivo suo coinvolgimento nei percorsi di ricerca e d’interpretazione. Così operando, l’alunno padroneggia le

conoscenze acquisite ed è in grado di utilizzarle per le successive fasi di apprendimento.

Metodo sperimentale

Questo metodo introdotto da Galileo Galilei si fonda su alcuni punti fondamentali: 1. l’osservazione accurata

di un fenomeno; 2. la formulazione di un’ipotesi (cioè di una spiegazione ragionevole da verificare); 3. la

verifica della validità dell’ipotesi con uno o più esperimenti (o con altre osservazioni); 4. la conclusione (se i

risultati confermano l’ipotesi fatta, essa si trasforma in una tesi).

Misurazione

Processo attraverso cui si attribuisce un giudizio, una misura alla prestazione degli alunni nelle singole

prove.

Mobilità professionale

Per mobilità professionale si intendono: passaggio di cattedra e passaggio di ruolo.

Passaggio di cattedra: nell’ambito dello stesso ordine di scuola, possedendone i requisiti (abilitazione), da

una classe di concorso ad un’altra (per esempio, dalla classe di concorso A033 alla classe di concorso

A059, oppure da A017 ad A019).

Passaggio di ruolo: possedendone i requisiti, da un ordine di scuola ad un altro (per esempio, dalla scuola

primaria alla classe di concorso A043 della secondaria di I grado oppure dalla A345 (Inglese secondaria di I

grado) alla A346 (Inglese secondaria di II grado).

Modulo

Segmento di percorso che permette di acquisire conoscenze che rientrano nell'ambito di un ruolo

professionale. Gli elementi essenziali che caratterizzano un modulo sono la durata temporale e le finalità

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

formative che si intendono raggiungere. La suddivisione in moduli di un percorso formativo permette una

maggiore flessibilità e di tener conto delle differenze individuali.

MOF: miglioramento offerta formativa

È il “Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa”, destinato a retribuire le prestazioni e gli incarichi

aggiuntivi svolti dal personale (salario accessorio). È costituito dall’insieme delle risorse attribuite alla scuola,

di fonte contrattuale e di altra fonte. Ad esempio i compensi per gli esami di Stato. Quindi, in tutte le scuole, il

MOF assomma: le risorse del FIS + le funzioni strumentali + gli incarichi specifici ATA + il gruppo sportivo

(nella secondaria) + le ore eccedenti + i progetti per le aree a rischio e a forte processo immigratorio + la L.

440/97 + altri eventuali finanziamenti pubblici e privati.

Multidisciplinarietà

Indica il ricorso di una disciplina ad un’altra in un’attività di studio o nella soluzione di problemi. Esempio,

usare la lingua inglese per la comunicazione di una ricerca scientifica.

Obbligo d’istruzione

Il Regolamento pubblicato con il DM 22 Agosto 2007, n. 139 attuativo della Legge n. 296/2006, art 1 c 622

ha innalzato l’obbligo di istruzione a dieci anni. L’obbligo di istruzione può essere assolto, oltre che nei

percorsi scolastici dell’istruzione (licei e istituti tecnici e professionali), anche nei percorsi di istruzione e

formazione professionale triennali della Regione Lombardia

L’adempimento dell’obbligo di istruzione non ha carattere di terminalità, ma è finalizzato al conseguimento di

un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale

entro il 18° anno di età.

Obiettivi generali del processo formativo

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 275/1999, contenente il "Regolamento" dell'autonomia

scolastica, dispone che il Ministro dell'Istruzione definisca, a livello nazionale, "gli obiettivi generali del

processo formativo", cioè mete, traguardi, punti di arrivo ai quali le allieve e gli allievi pervengono,

avvalendosi di tutte le attività educative e didattiche svolte dalla scuola. Gli obiettivi generali si riferiscono

alle dimensioni di sviluppo della persona umana (ambiti cognitivo, relazionale e affettivo, motorio) e non

rientrano in una sola disciplina di studio, ma si avvalgono di tutte per la loro progressiva realizzazione.

Obiettivi specifici di apprendimento (OSA)

Il DPR 275/1999, contenente il regolamento attuativo dell'autonomia scolastica, impegna il Ministro

dell'Istruzione a definire gli "obiettivi generali del processo formativo " e sancisce che lo stesso fissi anche

"gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni". Anche in riferimento alla

letteratura specializzata sull'argomento, con l 'espressione "obiettivi specifici di apprendimento" si possono

intendere le conoscenze, le abilità e le competenze alle quali le allieve e gli allievi pervengono, tramite

l'azione educativa e didattica della scuola, progressivamente appropriandosi dei contenuti, dei metodi

interpretativi, delle regole di funzionamento e dei principi costitutivi delle discipline integrate nei piani di

studio personalizzati. Gli obiettivi specifici di apprendimento sono tendenzialmente misurabili, certificabili e

identificati in base alle "ragioni" intrinseche delle discipline e non in base alle esigenze e motivazioni

psicologiche di allieve e allievi. Per questo non sono immediatamente operativi e non si traducono subito in

azioni didattiche. Per diventare effettivamente operativi, sul versante dell'insegnamento e su quello degli

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

apprendimenti, gli obiettivi specifici vanno concretizzati, per iniziativa delle istituzioni scolastiche e dei

docenti, in obiettivi formativi, cioè conoscenze, abilità e competenze ritenute significative per le alunne e gli

alunni, individuate e scelte riferendosi, da un lato, alle "ragioni" delle discipline, dall'altro, alle esigenze, alle

potenzialità, alle motivazioni, ai desideri (ai diritti alla formazione, per dirla in maniera sintetica) delle allieve e

degli allievi.

Offerta formativa delle istituzioni scolastiche e f ormative

L'offerta formativa è la dichiarazione di ciò che la scuola intende fare per svolgere al meglio la sua funzione

istituzionale, del perché e come intende farlo. Essa viene precisata nel Piano dell'offerta formativa (Pof/Poft),

che è il documento con il quale le istituzioni scolastiche presentano le scelte educative, didattiche e

organizzative che hanno deciso di adottare nell'esercizio delle responsabilità loro conferite dall'autonomia

scolastica.

Il Pof, quindi, illustra l'identità della scuola, i riferimenti culturali e professionali ai quali essa si ispira, i

percorsi formativi comuni che verranno attuati, le sue scelte didattiche, le modalità di utilizzazione delle

risorse disponibili, i criteri per l'autovalutazione. In particolare, l'offerta formativa deve essere coerente con gli

obiettivi generali e specifici determinati a livello nazionale per i diversi tipi di scuola. Nell'ambito dell'offerta

formativa è anche prevista una quota oraria, riservata alla determinazione delle Regioni, per approfondire

aspetti di particolare rilevanza e interesse per le Regioni stesse. Il Pof/Poft costituisce la cornice unitaria per

la definizione dei piani di studio personalizzati a partire dalla situazione di ciascun alunno.

Ora alternativa alla religione cattolica

Si tratta dell’offerta didattica che la scuola mette a disposizione degli studenti che non si avvalgono delle ore

di insegnamento della religione cattolica. L’attività alternativa va assicurata utilizzando prioritariamente tutti i

docenti in soprannumero o con ore a disposizione presenti nella scuola. Oppure affidandola (su delibera del

Collegio docenti) a docenti in servizio nella scuola (sia a tempo indeterminato che determinato) disponibili

come ore eccedenti a pagamento oltre l’orario d’obbligo. In mancanza di disponibilità dei docenti in servizio

nella scuola si ricorre alla nomina dei supplenti.

Organizzazione degli spazi

Lo spazio scolastico non è solo semplice estensione. È varietà infinita di dimensioni, oggetti, simboli, suoni

che disegnano uno scenario ove si svolge una parte rilevante dell'esistenza infantile. Inoltre è sì il luogo della

socializzazione di bambine e bambini, ma è anche quello dove essi prendono coscienza che esiste lo spazio

degli altri che va rispettato. Esso deve essere modulare, scomposto e ricomposto secondo la specificità,

allestito anche con la partecipazione delle bambine e dei bambini. I moduli individuabili possono essere:

• la sezione, spazio individuale e comunitario, scomponibile e ricomponibile; la zona, uno spazio circoscritto da superfici e da arredi-gioco, finalizzato a specifiche esperienze;

• l'angolo, spazio attrezzato con materiali afferenti a una medesima tipologia, a un campo d'esperienza specifica. Può essere il luogo che contiene anche i prodotti e gli oggetti costruiti da bambine e bambini;

• il laboratorio, centro specializzato che richiede un'azione del gruppo dei docenti basata su differenziate competenze professionali, adeguatamente armonizzate.

OD – Organico di diritto

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Acronimo di Organico di diritto. La dotazione di posti per il personale educativo, docente ed Ata assegnata

annualmente alle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in riferimento al numero di alunni iscritti o

previsti e di classi da costituire, tenendo conto delle dotazioni organiche che vengono attribuite a ciascun

Ufficio Scolastico Regionale dal Ministero dell’Istruzione

OF – Organico di fatto

Acronimo di Organico di fatto. La dotazione di posti per il personale educativo, docente ed Ata assegnata

alle Istituzioni scolastiche adeguata, dopo la definizione dell’organico di diritto, con integrazioni o diminuzioni

di posti rispetto alle situazioni di fatto che possono verificarsi come, ad esempio, la necessità di costituire

una nuova sezione per un incremento di alunni

OOSS

Acronimo di Organizzazioni Sindacali.

Organico funzionale di circolo

Dotazione organica, nella scuola dell’infanzia, primaria e personale ATA, assegnata al circolo didattico e/o

istituto. I criteri per l’assegnazione ai diversi plessi delle risorse delle risorse disponibili compete al Dirigente

Scolastico in base ai criteri stabiliti dalla contrattazione d’istituto

PEC

Acronimo di Posta Elettronica Certificata.

Personalizzazione

Consiste nell’assicurare a ogni alunno una propria eccellenza cognitiva attraverso attività elettive che

consentono di coltivare un proprio talento e sviluppare le proprie attitudini. Gli obiettivi, in questo caso, sono

calibrati sull’alunno e vengono negoziati (contratto formativo) con il suo consapevole coinvolgimento.

Percorso operativo per la costruzione della conosce nza

1. Problematizzazione 2. Ricerca dei dati (esperienze laboratoriali, libri di testo, internet, fonti varie.) 3.

Sistemazione dei dati utilizzando modelli logici (grafi, tabelle, ...) 4. Costruzione consapevole del sapere

mediante la produzione scritta, rappresentazione grafica…..

Problem

Con la denominazione complessiva di problem si definiscono alcuni strumenti e tecniche finalizzati a

lavorare per problemi, vale a dire a guidare gli alunni sulla strada della ricerca, ponendosi nei confronti di ciò

che si fa a scuola con la mentalità del ricercatore che coopera con altri ricercatori, e con la chiarezza degli

scopi che s’intendono raggiungere in termini di competenze dichiarate.

Problem posing

La strategia del problem posing si attua quando, dopo aver specificato le proprietà o le caratteristiche di un

oggetto, un problema o una situazione si procede a negarle una alla volta, chiedendosi: “E se non fosse così

… come potrebbe essere?”. Attraverso la negazione di un dato certo s’instaura un processo di

rielaborazione creativa dei problemi.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Problem setting o problem finding

Tecnica che ci permette di far fronte a una situazione problematica confusa, di definire qual è il problema da

affrontare, rispondendo alla domanda: - Che cosa mi si chiede di fare?-. In pratica si tratta di ragionare sulla

priorità in cui vanno inseriti i dati del problema. Si tratta di saper scegliere i dati da utilizzare e quelli da

scartare. Le fasi di quest’analisi sono: 1. identificazione di tutti i problemi; 2. raccolta di informazioni sui

problemi; 3. scelta del problema.

Problem solving

E’ una tecnica didattica che intende l’apprendimento come il risultato di un’attività di scoperta e per soluzione

di problemi. Il problem solving è sempre preceduto dalla fase di problem posing, quella cioè in cui l’alunno è

chiamato a individuare chiaramente i termini della situazione problematica per poi passare all’attuazione di

una strategia risolutiva. Il problem solving è, quindi, una metodologia di analisi utilizzata per individuare,

pianificare e attuare le azioni necessarie alla risoluzione di un problema. Le fasi dell’analisi sono: 1.

definizione del problema; 2. raccolta delle informazioni; 3. identificazione delle cause più probabili; 4.

formulazioni di cause possibili; 5. sviluppo operativo dell’analisi; 6. controllo dei risultati.

POF/POFT

Acronimo di Piano dell’Offerta Formativa (triennale). Documento con cui la singola istituzione scolastica

rende nota la propria proposta formativa, tenendo conto delle aspettative sociali. In esso vengono descritte

le scelte didattiche, culturali, tecniche e organizzative operate dalla scuola.

Oltre alle discipline e alle attività facoltative, nella proposta sono esplicitati gli eventuali accordi di rete e i

percorsi formativi integrati. Con il POF, ogni scuola si propone di stabilire con la propria utenza un contratto,

che deve essere condiviso, trasparente, flessibile, credibile e verificabile.

È la carta di identità della scuola, delle sue scelte educative e organizzative e orienta l’utilizzo delle risorse

professionali. Il POF viene elaborato, sulla base dell’atto d’indirizzo del Dirigente scolastico (L. 107/2015),

per ciò che riguarda gli aspetti generali e l’indirizzo della scuola, dal Collegio dei docenti, per le scelte

didattiche e tecnico professionali, ed è approvato dal Consiglio d’Istituto. Deve tenere conto anche delle

istanze educative e formative espresse dal territorio ed è integrato dal Regolamento d’istituto, dal Piano

annuale delle attività didattiche dei docenti e dal piano delle attività del personale ATA e dal PdM. Esso

costituisce un impegno per l’intera comunità scolastica. L’informazione all’utenza sul PTOF è garantita

mediante pubblicazione sul sito web dell’istituzione scolastica.

Passaggi tra i diversi percorsi

Al termine del primo ciclo dell'istruzione, con il superamento dell'esame di Stato, gli studenti sono chiamati a

scegliere tra il sistema statale dei licei e il sistema dell'istruzione e formazione professionale affidato alle

Regioni.

Una scelta non facile che potrebbe risultare non riuscita. Ma questa scelta non è irreversibile, dato che la

nuova legge di riforma prevede la possibilità per le allieve e gli allievi di passare dal sistema dei licei al

sistema dell'istruzione e formazione professionale e viceversa, oppure di cambiare indirizzo all'interno del

sistema dei licei. In tali casi gli studenti saranno assistiti da apposite iniziative didattiche che li prepareranno

al nuovo passaggio. Nulla si perde del percorso già compiuto, dato che la frequenza con esito positivo di

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

qualsiasi segmento del secondo ciclo comporterà l'acquisizione di crediti che saranno certificati e avranno

valore sia nel caso in cui gli studenti decidano di riprendere gli studi eventualmente interrotti, sia nei

passaggi tra i diversi percorsi.

Piani di studio personalizzati

La nuova legge stabilisce la predisposizione di piani di studio personalizzati, i quali "nel rispetto

dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base

nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l'identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle

Regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali".

I piani di studio personalizzati sono, dunque, i percorsi di insegnamento e di apprendimento che le scuole

sono tenute a preparare e a realizzare, avvalendosi delle facoltà decisionali loro attribuite, partendo dal

"nucleo fondamentale" fissato a livello nazionale e tenendo conto di quanto stabilito dalle Regioni,

nell'ambito della quota loro riservata. Il termine "personalizzati" ne caratterizza la principale specificità,

consistente nell'impegno di riferirsi costantemente, negli orientamenti che li sostanziano, alle persone delle

allieve e degli allievi, alle loro motivazioni. Ciò per altro non significa che occorra predisporre un piano di

studio apposito per ciascun allievo: si possono ritenere adeguate, da parte dei docenti, la progettazione di

piani rientranti in una sorta di "fascia comune" di comportamenti cognitivi e relazionali, con più insistita

caratterizzazione personalizzata nei riguardi di alunne e alunni che si discostano, verso l'insufficienza e

l'eccellenza, dai tratti tipici della fascia comune.

L'esigenza di personalizzare le attività educative non è nuova in pedagogia e ha sempre alimentato il

desiderio dei docenti di qualificare il proprio intervento educativo. Le prassi didattiche personalizzanti,

tuttavia, hanno sempre fatto fatica a tradursi in competenze operative dei docenti. Ribadire, pertanto, con

forza questa necessità e chiederla come specifico compito professionale, deve essere considerato un

elemento di estremo rilievo. Personalizzare l'istruzione è la scelta obbligata di fronte alla singolarità dei

bisogni cognitivi, affettivi e sociali di bambine e bambini, e deve essere una costante dell'impianto didattico

per consentire l'ancoraggio delle risposte educative alle caratteristiche del soggetto che apprende. I piani

personalizzati delle attività educative esigono intelligenza progettuale, competenze relazionali affidabili,

flessibilità nella gestione della risorsa tempo, dell'organico dei docenti, dell'organizzazione delle attività di

sezione e di laboratorio. Occorre, altresì, un uso strategico della valutazione in tutte le sue dimensioni: delle

bambine e dei bambini, del percorso didattico, della scuola.

Pluridisciplinarità

Modalità di lavoro per cui si affrontano tematiche da punti di vista diversi, mediante l’ausilio di più discipline,

ciascuna con le sue metodologie e procedure.

Privacy

È la tutela dei dati personali posta a garanzia dei cittadini (D.LGS 196/2003). Ai fini delle relazioni sindacali,

sia i nominativi sia le cifre corrisposte al personale a titolo di salario accessorio sono nella disponibilità di

trattamento da parte della scuola. Il dirigente scolastico è autorizzato al loro utilizzo ed è tenuto a

consegnarli alle organizzazioni sindacali. Si tratta di un utilizzo mirato per gli scopi dell’istituto (in questo

caso il perseguimento di buone relazioni sindacali a tutela dei lavoratori e dei soggetti interessati). Cosa

diversa dall’informazione alla RSU è l’affissione all’albo della scuola, dove non può essere pubblicato

l’importo dei compensi.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Portfolio

Il portfolio è una raccolta mirata, sistematica, selezionata e organizzata di materiali, che serve a

documentare il percorso formativo di allieve e allievi e i progressi compiuti in relazione al piano di studio

personalizzato.

I materiali inclusi nel portfolio sono organizzati in due principali sezioni, quella dell'"Orientamento" e quella

della "Valutazione", e possono comprendere lavori dell'alunno individuali o in gruppo, prove scolastiche,

osservazioni degli insegnanti, commenti sui lavori formulati dall'alunno o dagli insegnanti, informazioni fornite

dalla famiglia. Il contenitore può avere forme diverse, come, ad esempio, una cartella, una busta, un

raccoglitore ad anelli. Il portfolio viene compilato a cura dell'insegnante tutor, con la collaborazione di tutti i

docenti che svolgono attività educative e didattiche nelle quali l'allieva e l'allievo sono coinvolti, e prevede

nella realizzazione la partecipazione attiva degli allievi stessi e dei genitori. Lo scopo del portfolio è quello di

promuovere una valutazione autentica di ciascun soggetto e i livelli di competenza raggiunti. Il portfolio,

perciò, è un metodo di valutazione coerente con la centralità della persona, consente di responsabilizzare i

protagonisti del processo educativo-didattico favorendo anche forme di autovalutazione, offre nuove

opportunità di dialogo e collaborazione tra la scuola e la famiglia.

Primo ciclo

Il primo ciclo d'istruzione è costituito dalla scuola primaria, della durata di cinque anni, e dalla scuola

secondaria di primo grado, della durata di tre anni. L'articolazione interna è diversa dal passato e segue lo

schema (1+2+2)+(2+1), con due monoenni, uno all'inizio e uno alla fine, e tre bienni centrali. Pur facendo

parte di uno stesso ciclo, l'ex scuola elementare e l'ex scuola media mantengono la loro specificità, sia per

l'ordinamento interno sia per quanto riguarda il profilo formativo. Una importante novità è costituita

dall'introduzione dell'alfabetizzazione in almeno una lingua dell'Unione Europea fin dal primo anno della

scuola primaria, seguita dall'insegnamento di una seconda lingua, sempre dell'Unione Europea, nella scuola

secondaria di primo grado. Ma l 'innovazione più interessante è la possibilità di anticipare le iscrizioni alla

scuola primaria (oltre che alla scuola dell'infanzia) per le bambine e i bambini nati entro il 30 di aprile

dell'anno scolastico di riferimento. Va precisato che l'iscrizione in anticipo non è un obbligo, ma soltanto una

facoltà concessa ai genitori. Da notare che l'obbligo dell'iscrizione riguarda i nati entro il 31 di agosto, non più

i nati entro il 31 di dicembre dell'anno di riferimento. Ciò comporta che, accanto alle bambine e ai bambini

"anticipatari", ci saranno anche i "posticipatari", e che nelle classi prime della scuola primaria riformata la

differenza massima di età tra le allieve e gli allievi può essere anche di un anno e sette mesi. La legge n.

53/2003,oltre a usare l'espressione "obbligo scolastico", parla anche di diritto all'istruzione e alla formazione,

e di dovere legislativamente sanzionato della fruizione della correlativa offerta di istruzione e formazione. La

scelta dei termini è tesa ad affermare una concezione del rapporto del cittadino con i pubblici poteri

rispettosa della sfera di libertà del primo e aliena da impostazioni autoritarie di matrice statalista, in contrasto

col principio di sussidiarietà. Il primo ciclo si conclude con un esame di Stato, il cui superamento costituisce

titolo di accesso al sistema dei licei e al sistema dell'istruzione e della formazione professionale.

Programma annuale

Si tratta di un documento contabile che serve per programmare l’uso e la destinazione delle risorse

finanziarie. È uno strumento della scuola dell’autonomia per destinare risorse ai progetti e agli obiettivi del

POF. Ha sostituto il vecchio “bilancio di previsione” quando a tutte le scuole, per effetto dell’autonomia

scolastica (settembre 2000), è stata riconosciuta la personalità giuridica.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

II Programma annuale viene predisposto dal DS in collaborazione con il DSGA ed è approvato dal Consiglio

d’istituto. Tempi di stesura, approvazione e struttura del programma sono previsti dal regolamento di

contabilità delle istituzioni scolastiche (DI 44/2001).

Programmazione didattica ed educativa

La programmazione didattica ed educativa, elaborata nelle sue linee generali dal Collegio dei docenti e per

aspetti specifici dal Consiglio di classe, riguarda i percorsi formativi correlati agli obiettivi fissati dagli

ordinamenti. Al fine di armonizzare l’attività dei Consigli di classe, individua gli strumenti per l’analisi della

situazione iniziale e finale e per la verifica e la valutazione dei percorsi didattici. Sulla base dei criteri

espressi dal Consiglio d’istituto, il Collegio elabora le attività riguardanti l’orientamento, la formazione

integrata, i corsi di recupero, gli interventi di sostegno. L’informazione all’utenza sulla programmazione

educativa, che è contenuta nel POF, è garantita mediante pubblicazione sul sito web della scuola, durante le

assemblee dei genitori e nei Consigli di classe. Per gli aspetti specifici si delinea il percorso formativo della

classe e del singolo alunno, adeguando ad essi gli interventi operativi. Nella programmazione degli interventi

si utilizza il contributo delle varie aree disciplinari per il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità

educative. È un’attività sottoposta sistematicamente a momenti di verifica e di valutazione dei risultati, al fine

di adeguare l’azione didattica alle esigenze formative che emergono in itinere.

PT – Part Time

Acronimo di rapporto di lavoro a Part Time – Consiste in una forma particolare di contratto di lavoro

subordinato che ha la caratteristica di essere organizzato sulla base di un orario di lavoro ridotto rispetto a

quello fissato dai contratti collettivi di lavoro, con una proporzionale riduzione del compenso del lavoratore.

Regolamento d’istituto

Il Regolamento d’istituto è garanzia di attuazione del Piano dell’offerta formativa. È approvato dal Consiglio

d’istituto e, dunque, con il contributo di tutte le componenti scolastiche: i docenti, gli ATA, i genitori e, nelle

scuole di secondo grado, gli studenti. L’adozione di un Regolamento d’istituto è un obbligo previsto dalla

legge (D.LGS 297/94 e DPR 275/99). Nel Regolamento d’istituto vanno regolati, ad esempio: - la vigilanza

sugli alunni e il loro comportamento; la regolamentazione di ritardi, uscite, assenze, giustificazioni; le

sanzioni disciplinari per gli alunni (nel 1° e 2° grado); - l’uso degli spazi, dei laboratori e della biblioteca; la

conservazione delle strutture e delle dotazioni; - le modalità di comunicazione con studenti e genitori con

riferimento ad incontri con i docenti (ad es. se di mattina odi pomeriggio, se prefissati e/o per appuntamento,

ecc.); - le modalità di convocazione e di svolgimento delle assemblee di classe (organizzate dalla scuola o

richieste dai genitori), dei Consigli di classe/interclasse/intersezione, del Consiglio di istituto; - le modalità di

pubblicizzazione degli atti; - le modalità ed i criteri per l’autovalutazione. L’informazione all’utenza sul

Regolamento d’Istituto va garantita mediante pubblicazione sul sito web scuola.

Relazioni sindacali di scuola

È l’insieme delle regole con cui si esercitano i diritti sindacali. Sono previste e regolate dal CCNL/07 (art. 6).

Consistono nell’informazione preventiva, nella contrattazione integrativa d’istituto e nell’informazione

successiva. L’informazione, preventiva e successiva, viene fornita dal Ds in appositi incontri, unitamente alla

documentazione sulla specifica materia. L’informazione preventiva riguarda sia materie che non sono

oggetto di contrattazione (ad esempio la proposta di formazione delle classi e organici), sia tutte le materie

oggetto di contrattazione. In questo secondo caso serve a fornire elementi indispensabili al negoziato (come

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

ad esempio il quadro delle risorse). L’informazione successiva ha lo scopo, invece, di fornire elementi per

valutare lo stato di attuazione del contratto di scuola, in particolare per ciò che attiene ai compensi e

all’utilizzo delle risorse contrattuali. Nelle materie oggetto “solo” di informazione preventiva, in quanto non di

competenza della contrattazione, la legge 135/12 (spending review) ha previsto, con un’ulteriore modifica

all’art. 5 co. 2 del D.LGS n. 165/01, che l’amministrazione sia tenuta non solo a dare l’informazione

preventiva, ma anche ad attivare “l’esame congiunto” con il sindacato e la RSU su quella materia. Quindi,

anche su materie non oggetto di contrattazione, la RSU ha diritto a discutere con il DS prima che questi

adotti i provvedimenti di sua competenza. All’art. 7 del CCNL/07 sono indicati i soggetti titolari delle relazioni

sindacali di scuola (ivi compresa la contrattazione): la RSU (come organismo e non come singolo

componente) e i rappresentanti territoriali dei sindacati firmatari del CCNL in vigore.

Responsabilità personale e sociale

La responsabilità personale è un valore fondamentale della nostra civiltà, che affonda le radici nella

concezione del soggetto derivante dalle culture greca, latina e cristiana. Lo "sviluppo della responsabilità

personale e sociale" è una delle finalità del secondo ciclo dell'istruzione, ma passa attraverso una

formazione graduale a esercitare spazi di libertà e di autonomia di scelta, che mettono in condizione bambini

e ragazzi di assumersi dei compiti e di "rispondere " ad altri e alla collettività delle proprie azioni. La

responsabilità è individuale e personale, ma anche sociale, in quanto è la capacità di distinguere tra l 'io e il

noi, condizione per realizzare nella vita pubblica contesti di libertà e democrazia.

Revisori dei conti

È l’organo di controllo interno della scuola. I revisori dei conti (che sono 2, uno indicato dal MIUR e l’altro dal

MEF) sono preposti, per legge (art. 40-bis co. 1 del D.LGS 165/01), al controllo della compatibilità dei costi

dei contratti integrativi di scuola. Dice la legge: “I revisori dei conti controllano la compatibilità dei costi

dell’ipotesi di contratto con i vincoli derivanti dal bilancio, con quelli derivanti dall’applicazione delle norme di

legge, con particolare riferimento alle disposizioni inderogabili che incidono sulla misura e sulla

corresponsione dei trattamenti accessori”. Nessuna competenza hanno i revisori a intervenire sulla legittimità

o meno delle materie oggetto del contratto di scuola ai sensi dell’art. 6 del CCNL/07. I revisori dei conti,

inoltre, non hanno alcuna competenza in materia didattica (D.LGS 286/99).

Ricerca-azione

La ricerca – azione è una metodologia finalizzata a produrre cambiamenti, in termini migliorativi, del

processo di apprendimento/insegnamento. Implica una progettualità che vede coinvolti molti attori: gruppi di

docenti, esperti di settore, singolo docente, alunni. Le procedure della ricerca-azione teorizzate da Lewin

(1946) sono: PIANIFICARE – AGIRE – OSSERVARE per poi RIPIANIFICARE - AGIRE – OSSERVARE,

quindi riflettere di nuovo. Queste fasi richiedono un momento di VALUTAZIONE dopo ciascuna di esse per

decidere se si può passare alla fase successiva. L’azione in classe procede a sua volta per fasi:

1. ricognizione delle conoscenze pregresse degli alunni

2. realizzazione di un’esperienza/attività educativa 3. socializzazione dell’esperienza (conversazioni, mappe

collettive,...) 4. approfondimento e sistematizzazione delle conoscenze (ricerca sui libri, nuove mappe,…) 5.

stabilizzazione delle conoscenze (relazioni, rappresentazioni grafiche e/o multimediali, …).

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Ricostruzione di carriera

Maggiorazione dell’anzianità di ruolo per effetto della valutazione dei servizi pre-ruolo riconoscibili solo dopo

la conferma in ruolo.

Rimodulazione dei tempi

Il tempo è un paradigma che organizza (e "argomenta") le attività e gli eventi dell'esperienza scolastica ed è

risorsa fondamentale della vita didattica di bambini e adulti. Esso va ripartito in sequenze che distribuiscano

in modo vario e ordinato le opportunità nel corso della giornata e non deve mai tradursi in classificazione

delle attività secondo una gerarchia di valore e importanza. Ogni bambina e bambino ha un "proprio" tempo

per le proprie azioni, ha uno stile di organizzazione del tempo del tutto personale. Il tempo, appunto, è

vissuto come entità qualitativa. La previsione temporale delle attività deve considerare queste modalità di

personalizzazione e offrire più percorsi differenziati. Se la disciplina temporale diventa troppo costrittiva,

possono determinarsi reazioni disadattanti, ora aggressive, ora di isolamento e di rifiuto, delle regole

collettive. La graduale interiorizzazione dell'organizzazione della vita quotidiana, consente a bambine e

bambini di capirne e accettarne ritmi, scansioni e cadenze. Così, da una dimensione qualitativa del tempo,

essi entrano nella dimensione quantitativa.

Riorganizzazione delle sezioni

La sezione è il nucleo organizzativo di base previsto dall'ordinamento scolastico, fattore imprescindibile

dell'organizzazione didattica. Per tale ragione va riorganizzata per garantire la migliore accoglienza e

l'adattamento di bambine e bambini "anticipatari" e per assicurare il raccordo con il nido, la famiglia e la

successiva scuola primaria. L'identità organizzativa della sezione è data dalla flessibilità e dal suo scomporsi

e ricomporsi in gruppi di bambine e bambini, dal suo dividersi in angoli e spazi finalizzati e, in particolare, dal

suo aprirsi in quello spazio simbolico e operativo che si chiama "intersezione", per accrescere l'intensità

dello scambio socio-relazionale sia tra bambini, sia tra insegnanti. Va affermata sia la stabilità

dell'organizzazione per sezioni, che la sua flessibilità e apertura a spazi comuni, così da evitare i rischi della

"sezione chiusa". Sezioni così organizzate garantiscono la continuità dei rapporti tra adulti e bambini e fra

coetanei, evitano i disagi affettivi e permettono di superare la storica contrapposizione sezioni miste/sezioni

omogenee, realizzando i vantaggi di entrambi i moduli. La sezione prende vita come grande scenografia

dell'apprendere, dell'esperire e del vivere dell'infanzia; non solo accoglie, ma propone, provoca, offre... si

lascia percorrere, attraversare, esplorare...è uno dei pochi luoghi (oltre la casa, la ludoteca, il gruppo dei

pari...) dove le bambine e i bambini imparano a rappresentare l'esperienza e la conoscenza del mondo.

RLS: il rappresentante dei lavoratori per la sicure zza

Il RLS è la persona eletta o designata all’interno della RSU per rappresentare i lavoratori su quanto

concerne la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. È una figura obbligatoria in tutti i luoghi di lavoro

(D.LGS 81/2008). La legge e il CCNL (art. 71) attribuiscono al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

una serie di compiti e funzioni. Egli gode delle stesse e identiche tutele previste dalla legge per il delegato

sindacale. I diritti fondamentali riconosciuti al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono:

all’informazione; alla formazione; alla consultazione e alla partecipazione; al controllo e alla verifica. Gli

obblighi a cui deve adempiere sono: avvertire il responsabile dell’azienda dei rischi individuati nello

svolgimento del suo ruolo; mantenere il segreto d’ufficio. Per esplicare al meglio e pienamente il proprio

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

mandato, il RLS deve coordinare la sua azione con quella della RSU e può fruire dei permessi previsti dal

CCNL/07 (art.73 comma lettera g).

ROLE PLAYING

Significa gioco di ruolo ( si può applicare a conclusione di un’attività o di un’Unità di Apprendimento). Gli

alunni dovranno mettersi nei panni di uno dei personaggi ed essere capaci di cambiare ruolo, perché

l’aspetto più importante è acquisire punti di vista diversi.

RSU: il rappresentante sindacale unitario

È un organismo sindacale eletto in ogni luogo di lavoro, pubblico e privato, da tutti i lavoratori iscritti e non al

sindacato. RSU vuol dire Rappresentanza sindacale unitaria. La normativa fondamentale di riferimento è

l’Accordo Collettivo Quadro per la costituzione delle Rappresentanza sindacali unitarie per il personale dei

comparti delle Pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo Regolamento elettorale del 7

agosto 1998. Come si forma. La RSU si forma con le elezioni, se partecipa al voto almeno il 50% +1 degli

elettori. In caso contrario la RSU non si costituisce e occorre indire nuove elezioni. L’elezione a suffragio

universale è la sua legittimazione. I componenti delle RSU sono eletti su liste del sindacato, ma possono

anche non essere iscritti a quel sindacato. In ogni caso gli eletti rappresentano tutti i lavoratori e non il

sindacato nella cui lista sono stati eletti. Quale ruolo svolge. I poteri e le competenze contrattuali nei luoghi di

lavoro vengono esercitati dalla RSU e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie

del CCNL di comparto. Chi è eletto nella RSU, tuttavia, non è un funzionario del sindacato, ma una

lavoratrice o un lavoratore che rappresenta le esigenze “collettive” dei lavoratori, senza con ciò diventare un

sindacalista di professione. La RSU, dunque, tutela i lavoratori collettivamente, controllando l’applicazione

del contratto o trasformando in una vertenza un particolare problema. La RSU può anche esercitare una

prima tutela in caso di contrasto tra un singolo lavoratore e il datore di lavoro. Ma è preminente interesse

della RSU mantenere con il DS un buon rapporto ai fini di corrette relazioni sindacali e ai fini della tutela

collettiva. Tra le competenze utili alla RSU vi sono quelle relazionali. La sua forza, infatti, non deriva

solamente dal potere assegnatole dal contratto e dalle leggi, ma anche dalla capacità di creare consenso

intorno alle sue attività e un’ampia condivisione degli obiettivi. La RSU decide a maggioranza la sua linea di

condotta e se firmare o meno un accordo. Quanto dura in carica. Tre anni, alla scadenza dei quali decade

automaticamente e si devono indire nuove elezioni. In caso di dimissioni o decadenza di componenti prima

del termine degli eletti, è prevista la loro sostituzione. La tutela del RSU e l’esercizio dei diritti sindacali.

Nell’esercizio della sua funzione di delegato, il componente RSU non è soggetto a un rapporto gerarchico,

non può essere rimosso dalla sede di servizio a causa della sua attività sindacale senza il consenso della

stessa RSU. Questa tutela (inamovibilità dalla sede di servizio) non si applica quando la mobilità (anche

d’ufficio) sia dovuta non alla sua attività/ruolo sindacale, ma alla contrazione di posti in organico per

diminuzione del numero di classi e alunni (si veda l’accordo integrativo quadro sui diritti sindacali del 1998, e

quello del settembre 2007). I componenti della RSU sono titolari dei diritti sindacali previsti dalle leggi e dai

contratti. Questi spettano alla RSU nel suo insieme (che ne decide, quindi, le modalità di utilizzo) e non ai

singoli componenti.

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Rubrica valutativa

È uno strumento che individua le dimensioni (aspetti importanti) per descrivere una competenza secondo

una scala di qualità. Deve evidenziare ciò che lo studente “sa fare con ciò che sa” e non ciò che gli manca;

esplicita quanto e come si è appreso, utilizzando criteri oggettivi, condivisi e predefiniti.

SA – Supplenza annuale

Acronimo di Supplenza Annuale. Conferita su posto vacante e/o disponibile fino al 31 agosto.

Scuola dell’infanzia (ex scuola materna)

Si rivolge ai bambini dai 3 ai 6 anni d’età e ad essa possono iscriversi i bambini che compiono i tre anni

entro il 30 di aprile dell’anno scolastico a cui si iscrivono. Può essere statale o organizzata da diversi

soggetti: ordini religiosi, comunità locali, privati. La scuola dell’infanzia statale è integrata negli istituti

comprensivi statali, pur mantenendo facoltativa l’iscrizione.

La scuola dell'infanzia ha durata triennale. Concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio,

cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini e ne promuove la potenzialità di relazione,

autonomia, creatività e apprendimento nella prospettiva di una formazione armonica e integrale.

Assicura, altresì, un'effettiva eguaglianza delle opportunità educative, impegnandosi a compensare le

differenze di partenza che, inevitabilmente, bambine e bambini evidenziano con la prima scolarizzazione.

Costituisce il primo gradino del progetto di formazione e autocostruzione che la persona si disegna lungo

tutto il corso della vita e la sua frequenza va assicurata a tutti. La legge di riforma si è impegnata a rendere

accessibile l'opportunità della sua frequenza a quelli che oggi ne sono esclusi. Al fine di migliorare la qualità

della proposta educativa, la scuola dell'infanzia realizza la continuità con il complesso dei servizi all'infanzia

e con la scuola primaria. Alla scuola dell'infanzia possono essere iscritti le bambine e i bambini che

compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.

Scuola primaria (ex scuola elementare)

Rappresenta un anello fondamentale della catena dell’istruzione obbligatoria. Dura cinque anni, segue la

scuola dell’infanzia e precede la scuola secondaria di primo grado (comunemente denominata scuola

media). Da vari anni sono stati introdotti gli istituti comprensivi, che accorpano una o più scuole primarie

solitamente con una scuola secondaria di primo grado. Tali istituzioni scolastiche, dotate di autonomia, sono

dirette da un dirigente scolastico, che ha preso il posto delle precedenti figure del direttore didattico e del

preside di scuola media.

La legge n. 53/2003 chiama scuola primaria l'attuale scuola elementare, così come utilizza solo la

denominazione di scuola dell'infanzia per indicare quella che fino a ieri veniva chiamata anche scuola

materna.

Il termine "primaria" possiede diversi significati, ampiamente illustrati nelle indicazioni nazionali per i piani di

studio personalizzati, documento tecnico di accompagnamento al Dm n. 100/2002 sulla sperimentazione di

nuovi ordinamenti per l'anno scolastico 2002/2003. Vale la pena riassumerli brevemente:

• la scuola primaria è tale in quanto realizza il primo approccio col mondo della cultura;

• la scuola primaria è il luogo in cui ci si abitua a perseguire la vera natura del conoscere, che è quella di

costruire concetti, nessi e significati, collegando tra loro i dati dell'esperienza;

� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

• la scuola primaria, intervenendo a neutralizzare gli ostacoli di natura personale, ambientale e sociale

capaci di bloccare lo sviluppo, favorisce le condizioni dell'uguaglianza educativa fra allieve e allievi;

• la scuola primaria è tale perché propone per prima alle giovani generazioni la pratica della convivenza

civile;

• la scuola primaria, infine, merita di essere chiamata così perché, proseguendo il cammino iniziato nella

famiglia e nella scuola dell'infanzia, aiuta l'allieva e l'allievo nella costruzione e nel rafforzamento della

propria identità personale.

Simulazione d’impresa

Metodologia didattica utilizzata da Istituti Tecnici Commerciali e Professionali con l’obiettivo di applicare nella

pratica operativa le nozioni apprese a livello teorico. L’attività di simulazione comincia con la costituzione

dell’impresa, prendendo come riferimento una impresa (commerciale, industriale o di servizi) realmente

esistente sul territorio, con la quale si intende avviare una collaborazione per tutta la durata dell’intervento

formativo. Da questa impresa si prendono tutte le informazioni necessarie alla ricostruzione di un ambiente

che riproduca esattamente l’organizzazione dell’impresa di riferimento, all’interno della quale presteranno la

loro attività gli allievi, avvicendandosi sui vari ruoli.

Sistema dell'istruzione e formazione professionale

Il ciclo secondario, oltre che del sistema dei licei, si avvale in alternativa di un canale offerto dal sistema di

istruzione e formazione professionale delle Regioni, aventi competenza esclusiva in materia. I regolamenti

richiesti per la determinazione degli standard minimi formativi e la spendibilità dei titoli professionali, sia

nell'ambito nazionale che per il transito dai percorsi formativi a quelli scolastici, vengono stabiliti dal

Governo, d'intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni-Città e Autonomie locali, prevista dall'art. 8 del

decreto legislativo n. 281, del 28 agosto 1997. Uno dei connotati più evidenti del sistema scolastico riformato

è rappresentato dalla accentuazione delle autonomie locali in materia di istruzione e formazione. Il sistema

regionale dell'istruzione e formazione professionale rilascerà titoli e qualifiche al termine di percorsi di tre o

quattro anni. I titoli o le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi di durata quadriennale consentono,

previa frequenza di apposito corso annuale, di sostenere l'esame di Stato, ai fini dell'accesso all' università o

all'Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Il diploma conseguito al termine del percorso di istruzione

e formazione professionale, come pure il superamento del quarto anno di un corso liceale, dà diritto ad

accedere all'istruzione e formazione tecnica superiore, un percorso specialistico, parallelo a quello

universitario, finalizzato alla preparazione di quadri di alta competenza tecnica e professionale.

Sistema dei licei

Il secondo ciclo di studi disegnato dalla legge di riforma, offre ai giovani la possibilità di prolungare il loro

processo educativo per almeno dodici anni e di conseguire un titolo che li qualifichi per l' ingresso nel mondo

del lavoro. Tale processo educativo prosegue attraverso due filoni distinti, quello rappresentato dall'insieme

dei licei e l'altro parallelo, o quasi, dell'istruzione e della formazione professionale. I licei curano soprattutto

una educazione a carattere teorico, mentre il canale formativo dirimpettaio accentua la funzione delle

conoscenze e delle abilità di carattere teorico-pratico. La differenza tra i due canali non è però così netta da

privare del tutto i licei di forme e strumenti di apprendimento che completino, in alcuni casi, l'insieme delle

conoscenze teoriche con sia pur brevi e saltuarie applicazioni a esercitazioni pratiche. La legge di riforma

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prevede la istituzione di licei, che, oltre ai già noti classico, scientifico, linguistico e artistico, comprendono

anche i licei: economico, musicale e coreutico (educazione alla danza), tecnologico e delle scienze umane. I

licei, di durata quinquennale, si articolano in due bienni e in un quinto anno che deve assicurare un

approfondimento dei contenuti educativi dell'intero quinquennio. Al termine dei corsi liceali è previsto un

esame di Stato finale, il cui superamento costituisce il titolo indispensabile per l'accesso alla università o

all'Alta formazione, artistica, musicale e coreutica. In considerazione della varietà degli obiettivi educativi che

caratterizza i licei artistico, economico e tecnologico, la legge prefigura l'articolazione di ciascuno di essi in

indirizzi diversi. La organizzazione dei corsi liceali deve prevedere la presenza di iniziative e modalità

operative che consentano agli studenti che lo vogliano di transitare da un indirizzo liceale a un altro o anche

di passare dal sistema dei licei a quello della formazione professionale.

Specialista

titolare di lingua inglese nella scuola primaria che insegna solo inglese in più classi.

Specializzato

titolare di posto comune, nella scuola primaria, che insegna anche inglese nella propria classe.

ST – Supplenza temporanea

Acronimo di Supplenza Temporanea. Conferita su posto disponibile solo di fatto e non di diritto fino al

termine delle attività didattiche (30 giugno).

Staff del dirigente scolastico

Si tratta di quei docenti e del DSGA che lavorano in stretta collaborazione con il DS. Anche se non esiste

nessuna norma che parla di “staff”, in realtà il D.LGS 165/2001 all’art 25 prevede che “nello svolgimento

delle proprie funzioni organizzative e amministrative il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai

quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal responsabile amministrativo, che

sovrintende, con autonomia operativa, nell’ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi

assegnati, ai servizi amministrativi ed ai servizi generali dell’istituzione scolastica, coordinando il relativo

personale”. Nella scuola ci sono i docenti che svolgono una “funzione strumentale” all’attuazione del POF

(previsto dal CCNL/07). Ci sono docenti collaboratori del DS (previsto dal CCNL/07 e dalla legge). I secondi

sono scelti dal DS dal momento che hanno con esso un rapporto fiduciario (svolgono funzioni organizzative

di competenza del DS e da lui delegate). Oltre a queste due tipologie di funzioni, può essere necessario

individuare anche altre “attività da svolgere”, affidandole, quindi, a docenti e ad ATA. Ad esempio si può

decidere che un docente svolga l’attività di referente di plesso, oppure di indirizzo, oppure di laboratorio,

oppure di disciplina, ecc., che un ATA coordini o svolga una certa attività, in aggiunta agli incarichi specifici o

a quelli che si svolgono nell’ambito della prima o seconda posizione economica. Il CCNL/07 prevede, però,

che queste attività siano definite nell’ambito del POF (quindi non decise autonomamente dal DS, né dal

DSGA, ma deliberate dal Collegio docenti o dal Consiglio d’istituto) e che, solo a queste condizioni, si

possano retribuire forfettariamente dal FIS (art. 88 c. 2 lett. k). Su queste attività, la contrattazione stabilisce

non solo il compenso forfettario spettante, ma anche i criteri di individuazione delle persone (art. 6 c. 2 lett. o

del CCNL/07), fermo restando che le eventuali competenze tecnico-professionali necessarie sono stabilite in

Collegio docenti. La scelta delle persone, sulla base di questi criteri, e l’assegnazione degli incarichi è

competenza del DS.

�� a cura di Filippo Quitadamo, dirigente scolastico

Strumenti formativi

Indicano una serie di mediatori didattici finalizzati alla visualizzazione grafica e alla formalizzazione di

operazioni logico-mentali. Si definiscono formativi perché da un lato la scuola pone la formazione della

persona al centro dell’azione didattica e, dall’altro, perché tale formazione non proviene dai contenuti

disciplinari ma da come questi sono organizzati per la maturazione di competenze significative, attraverso

l’uso consapevole di strumenti. Gli strumenti formativi diventano poi strumenti logici o logicoformativi quando

riportano gli indicatori per analizzare un contesto, cioè quando, una volta applicati a un contesto,

rappresentano una conoscenza organizzata. Gli strumenti formativi possono essere articolati in tre

categorie: 1. sistemazione dei dati in contesti spaziali (grafo ad albero, diagramma di Venn, relazioni per

analogia e differenze, tabella a due/ a più colonne, organigramma, etc. ) 2. sistemazione dei dati in contesti

temporali (tabella a più colonne, rappresentazioni statistiche, diagramma di flusso a blocchi decisionali,

diagrammi di flusso lineari) 3. sistemazione dei dati in contesti di relazioni semplici e complesse (tabella a

doppia entrata, diagramma a lisca di pesce, et )

TD (contratto a)

Acronimo di contratto a Tempo Determinato.

Team teaching

Significa letteralmente “insegnamento di gruppo” ed è una metodologia in cui gli insegnanti non lavorano più

isolatamente, ciascuno nella propria classe, ma cooperano con pari dignità e responsabilità professionale

per l’educazione di un gruppo di alunni. Ciascun docente del team si occupa di uno specifico ambito

disciplinare. I tempi della programmazione comune servono per ogni opportuna verifica e valutazione e per

flessibilizzare il curricolo in itinere.

Terminale associativo

È un lavoratore che svolge una funzione sindacale. Il sindacato provinciale di riferimento lo può delegare

quale componente della delegazione trattante di scuola. Il terminale associativo fruisce dei permessi

sindacali di competenza del sindacato (e non della RSU), espleta attività sindacale nelle scuole, ma non è

titolare delle relazioni sindacali di scuola (art. 6, ovvero informazione e contrattazione di scuola). Solo se

espressamente accreditato “anche” a rappresentare il sindacato territoriale, ne assume le stesse prerogative

e quindi può fare parte della delegazione trattante (art. 7 del CCNL). Il sindacato territoriale può nominare un

proprio “terminale associativo” anche se in quel posto di lavoro c’è la RSU.

TFR

Acronimo di Trattamento di Fine Rapporto. Indennità una tantum corrisposta al termine di un rapporto di

lavoro dipendente (pensionamento, dimissioni, licenziamento). È costituito dalla somma di quote della

retribuzione accantonate in ciascun anno. Per i lavoratori di nuova assunzione, in caso di esistenza di un

Fondo pensione, è obbligatorio destinare la totalità del Tfr al finanziamento del fondo stesso.

TI (contratto a)

Acronimo di contratto a Tempo Indeterminato.

TOC

Acronimo di Tentativo Obbligatorio di Conciliazione.

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Transdisciplinarità

Indica l’aggregazione di diverse discipline e la loro integrazione dando luogo ad una nuova disciplina.

Tutor

La parola, di origine latina, significa "colui che dà sicurezza". Tale compito è pertanto proprio a tutti coloro

che svolgono funzioni educative, dai genitori agli insegnanti, e che accompagnano il bambino o l'adolescente

nell'affrontare i problemi che la vita, a seconda dei momenti, presenta. Nell'attuale organizzazione della

scuola non sempre è possibile lo svolgimento di una efficace azione di tutorato: alcuni docenti, infatti,

insegnano per poche ore alla settimana a moltissimi allievi. Nella sperimentazione della riforma nella scuola

primaria, il tutor è una figura docente appositamente individuata, che sta più tempo di altri docenti con le

alunne e gli alunni di un gruppo o di una classe, insegna più discipline e, per questo, conosce le allieve e gli

allievi più a fondo ed è quindi in grado di ascoltarli, orientarli, aiutarli ad apprendere. Tutti i docenti di una

classe costituiscono l'équipe pedagogica o team, che predispone in collaborazione le attività, gli obiettivi di

apprendimento, i piani di studio personalizzati; tutor è il docente che esercita la funzione di coordinamento

dell'équipe, ha maggiori contatti con allieve e allievi e con le famiglie, anche ai fini della costruzione del

portfolio.

UFC

Abbreviazione di Unità Formativa Capitalizzabile

Unità didattica

Parte di un modulo formativo definita dalla durata in ore, contenuti da acquisire, obiettivi da raggiungere,

metodologie da utilizzare, materiali e risorse professionali da impegnare, nonché modalità e strumenti di

verifica dei risultati conseguiti.

Valutazione La legge di riforma prevede due fondamentali tipi di valutazione. Il primo riguarda la valutazione degli

apprendimenti e del comportamento degli studenti, di competenza dei docenti. La metodologia della

progettazione didattica considera la valutazione come una fondamentale funzione che accompagna il

processo di insegnamento/apprendimento: si valuta all'inizio per conoscere la situazione d'ingresso degli

studenti e poter assumere le decisioni migliori per la definizione del loro piano di studio personalizzato; si

valuta in itinere, per monitorare l 'andamento delle attività e individuare gli interventi necessari per superare

eventuali problemi; si valuta alla fine, per poter accertare i risultati conseguiti e certificare le competenze

acquisite. Dall'esito della valutazione finale dipende il passaggio ai periodi didattici successivi. Uno

strumento innovativo per una valutazione completa e attendibile è costituito dal portfolio. Il secondo tipo di

valutazione concerne la qualità complessiva del sistema scolastico ed è affidato all'Istituto Nazionale per la

valutazione del sistema di istruzione (Invalsi). I compiti dell'Istituto, che a tal fine verrà ristrutturato,

prevedono l'effettuazione di verifiche periodiche su:

• gli apprendimenti degli studenti; • la qualità dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative.

Gli elementi di conoscenza così acquisiti costituiscono la base per i confronti con la realtà di altri Paesi,

rappresentano un valido supporto per le decisioni riguardanti le politiche scolastiche e offrono utili stimoli per

l'autovalutazione a livello di singole scuole e di territorio.

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Valutazione ex ante

Valutazione realizzata prima della partenza di un progetto.

Valutazione ex post

Valutazione degli esiti di un progetto effettuata dopo la sua conclusione. L'obiettivo è quello di studiare se e in che modo il progetto abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, nonché di trasferire eventuali soluzioni che hanno avuto successo ad analoghi interventi futuri.

Valutazione in itinere

Detta anche valutazione a medio termine, realizzata mentre il progetto è ancora in corso. Ha la funzione di correggere eventuali deviazioni dal progetto originario a causa di errori di progettazione o di modifiche del contesto intervenute successivamente.

Valutazione autentica o alternativa

consente di esprimere un giudizio più esteso dell’apprendimento e cioè della capacità «di pensiero critico, di

soluzione dei problemi, di metacognizione, di efficienza nelle prove, di lavoro in gruppo, di ragionamento e di

apprendimento permanente» (Arter & Bond,1996). La prospettiva di una “valutazione alternativa” in

sostituzione di quella tradizionale è stata proposta da Grant Wiggins (1993) e sta a indicare una valutazione

che intende verificare non solo ciò che uno studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa” fondata su una

prestazione reale e adeguata dell’apprendimento.

Wiggins (1998, pp. 22.24) indica queste come le caratteristiche della valutazione autentica:

«È realistica Il compito o i compiti replicano i modi nei quali la conoscenza della persona e le abilità sono

“controllate” in situazioni di mondo reale

Richiede giudizio e innovazione, lo studente deve usare la conoscenza e le abilità saggiamente e in modo

efficace per risolvere problemi non strutturati, ad esempio progettare un piano, la cui soluzione richiede di

più che seguire una routine, una procedura stabilita o l’inserimento di una conoscenza

Richiede agli studenti di “costruire” la disciplina Invece di ridire, di riaffermare o di replicare attraverso una

dimostrazione ciò che gli è stato insegnato o ciò che già conosce, lo studente deve portare a termine una

esplorazione e lavora “dentro” la disciplina di scienze, di storia o dentro ogni altra disciplina

Replica o simula i contesti nei quali gli adulti sono “controllati” sul luogo di lavoro, nella vita civile e nella

vita personale I contesti richiedono situazioni specifiche che hanno costrizioni, finalità e spettatori

particolari. I tipici test scolastici sono senza contesto. Gli studenti hanno bisogno di sperimentare che cosa

vuol dire fare un compito in un posto di lavoro e in altri contesti di vita reale che tendono ad essere

disordinati e poco chiari: in altre parole i compiti veri richiedono un buon giudizio. I compiti autentici

capovolgono quella segretezza, quel silenzio che alla fine sono dannosi e quell’assenza di risorse e di

feedback che segnano il testing tradizionale 5) Accerta l’abilità dello studente a usare efficientemente e

realmente un repertorio di conoscenze e di abilità per negoziare un compito complesso La maggior parte

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degli item del test convenzionale sono elementi isolati di una prestazione – simile agli esercizi pre-atletici

svolti dagli atleti prima di entrare in gara piuttosto che l’uso integrato di abilità che una gara richiede.

Anche qui è richiesto un buon giudizio. Sebbene ci sia uno spazio per gli esercizi pre-gara, la prestazione è

sempre più della somma di questi esercizi. 6) Permette appropriate opportunità di ripetere, di praticare, di

consultare risorse e di avere feedback su e di perfezionare la prestazione e i prodotti. Per essere educativa

una valutazione deve tendere a migliorare la prestazione degli studenti. Il classico test convenzionale

manca di questa prerogativa in La “valutazione autentica” - 5 degli studenti. Il classico test convenzionale

manca di questa prerogativa in quanto mantiene le domande segrete e i materiali di risorsa lontani dagli

studenti fino a che dura la prova. Se dobbiamo focalizzarci sull’apprendimento degli studenti attraverso cicli

di prestazione-feedback-revisione-prestazione, sulla produzione di prodotti e di standard conosciuti di

qualità elevata, e se dobbiamo ancora aiutare gli studenti ad apprendere ad usare le informazioni, le risorse

e le annotazioni per eseguire una prestazione reale in un contesto, i testi convenzionali non sono utili allo

scopo»

Valutazione dell’apprendimento o sommativa

Si compie al termine del processo di apprendimento cioè, al momento della valutazione sommativa (oggi

indicata come valutazione dell’apprendimento).

Valutazione per l’apprendimento o formativa

La valutazione formativa (oggi più esplicitamente indicata come valutazione per l’apprendimento) ha una

funzione di miglioramento e deve essere uno strumento di grande valore e potenzialità educativi. Il suo modo

di realizzarsi dovrebbe promuovere un processo di autovalutazione (cioè essere responsabilizzante),

accrescere la stima di sé ed essere motivante.

Sette elementi essenziali di una valutazione format iva

1. Creare in classe una cultura di apprendimento.

2. Chiarificare e condividere le finalità dell’apprendimento all’inizio di ogni unità di apprendimento e di ogni lezione.

3. Coinvolgere gli studenti in una autovalutazione: far riflettere sul proprio apprendimento,

monitorare ciò che sanno e comprendono.

4. Fornire un feedback immediato, chiaro, descrittivo, fondato su criteri.

5. Stabilire il “punto raggiunto e del progresso successivo”: entro un obiettivo ampio, disporre di una sequenza di obiettivi intermedi per poter definire la posizione del progresso.

6. Fare domande opportune e significative.

7. Accrescere la stima di sé dello studente in cui si parla di successo scolastico.

Valutazione come apprendimento Si verifica quando gli studenti riflettono e monitorano il proprio progresso per trarre informazioni su obiettivi

successivi di apprendimento. Avviene in modo regolare, in modo formale o informale (attraverso il feedback

di un compagno o un’autovalutazione formale) e aiuta gli studenti ad assumersi la responsabilità del proprio

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apprendimento precedente e futuro. Sviluppa la metacognizione poiché coinvolge gli studenti nella

comprensione dell’apprendimento che ci si aspetta da loro, invita a stabilire e a monitorare i propri obiettivi di

apprendimento e sviluppa strategie di lavoro per conseguire obiettivi di apprendimento (poiché aiuta a

sviluppare apprendimento è una valutazione formativa). La valutazione per l’apprendimento “è un processo sistematico per raccogliere con continuità informazioni

sull’apprendimento. Le informazioni sono utilizzate per identificare il livello reale di apprendimento e per

adattare le lezioni per aiutare lo studente a conseguire gli obiettivi desiderati. Nella valutazione formativa gli

studenti sono partecipanti attivi con i loro insegnanti della valutazione condividendo con loro gli obiettivi e

la comprensione di come il loro apprendimento si sta sviluppando e di quali sono i passi successivi che

devono essere conseguiti e come li si raggiunge”.

“Quando il cuoco assaggia la minestra, questa è valutazione formativa ; quando il cliente assaggia la

minestra, questa è valutazione sommativa ”. Dopo aver assaggiato e mangiato la minestra, l’uno e l’altro

possono decidere di fare o di prendere in seguito la stessa minestra o di cambiare la ricetta se non è

piaciuta, o di prendere un’altra minestra (valutazione come apprendimento ).

Verifica

Attività propedeutica alla valutazione con lo scopo di raccogliere, confrontare e interpretare i dati forniti dagli

alunni. Consente anche di tenere sotto controllo il processo di insegnamento-apprendimento.

Vigilanza sugli alunni: pre-scuola e post-scuola

La vigilanza consiste nell’accoglienza e sorveglianza degli alunni nei periodi immediatamente antecedenti e

successivi all’orario delle attività didattiche. La scuola è tenuta a garantire l’incolumità e la sicurezza degli

alunni (codice civile art. 2048), sin dal momento in cui essi entrano nella scuola. Cosa diversa dall’attività di

“pre-scuola”, che invece compete all’Ente locale.