Il Giornale dell’AMMI - n. 1 - 2010 • Aut. Tribunale di ... · pensato di cambiare...

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Il giornale dell’ Il Giornale dell’AMMI - n. 1 - 2010 • Aut. Tribunale di Bari n. reg. gen. 3907/2009 • n. reg. stampa 35 • Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/c Legge 662/96 • Filiale di Bari Nuovo giornale, nuovi traguardi n.1

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Il giornale dell’Il Giornale dell’AMMI - n. 1 - 2010 • Aut. Tribunale di Bari n. reg. gen. 3907/2009 • n. reg. stampa 35 • Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/c Legge 662/96 • Filiale di Bari

Nuovo giornale, nuovi traguardin.1

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Il giornale dell’Il Giornale dell’AMMI - n. 1 - 2010

Il giornale dell’

In questo numero:Editoriali 3In ricordo di Maria Laura Tonelli 4L’articolo del Maestro 4Scienza 6Antiquariato 7Cucina 8 Cultura 10Storia della Medicina 12Arte 13Interregionali 14Relazioni 17Pasqua 18

Il Giornale dell’AMMIRegistrazione al Tribunale di Barin. reg. gen. 3907/2009n. reg. stampa 35

Il giornale dell’AMMI è edito a cura dell’Esecutivo Nazionale che ne costituisce il Comitato di Redazione

Sede RedazioneVia Dante, 51 - 70121 BariTel 080.523.94.33e-mail: [email protected]

Direttore ResponsabileNicola Simonetti

Direttore EditorialePresidente NazionaleLilia Tatòe-mail: [email protected]

Vice DirettoreSegretaria NazionaleAlba Maspero

Progetto gra� co: Quorum ItaliaPrestampa: Fotolito 38Stampa: Sedit Servizi Editoriali- Bari

Il Giornale dell’AMMI

1) 1-2 Ottobre 2010 si svolgerà a Firenze il XVII Seminario dell’A.M.M.I. dal titolo “Le nuove s� de della medicina cardiovascolare nel 3° millennio”.2) La F.I.R.M.O. contatterà 10 nostre sezioni per delle conferenze sull’osteoporosi grave da organizzare insieme3) Si pregano tutte le sezioni di inviare relazioni su quanto trattato di carattere sanitario alla dr.ssa Anna Maria Sulla – Crotone 3479110251 e alla dr.ssa Marinella Russo – Foggia 3338837625Si pregano tutte le sezioni di usare il sito internet www.ammi-italia.orgResponsabile: [email protected] – Cell. 348 7264356

L’angolo della SolidarietàIl mio più vivo apprezzamento alle sezioni che spontaneamente si sono attivate “Pro Haiti” raccogliendo un discreto contributo; fra le tante cito la sezione di Parma che è riuscita a far parte del Comitato forma-to dal Comune, dalla Protezione Civile e dalla Fondazione RAVA.

La sezione di Mantova ha deciso di adottare un bambino di Haiti tramite la Fondazione RAVA.

In occasione del XVI Congresso Nazionale a Palermo sarà devoluto quanto raccolto dall’A.M.M.I. in favore di Messina.

Comunicazioni della Presidente

Avvisi per le Associate

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Editoriali

Carissime, permettetemi di rivolgermi dapprima alle presidenti Guida

De Santi Benvenuti, Guia Izzo Conti e Marta Rossi Giobba e ai rispettivi di-rettivi per un doveroso ringraziamento per la professionalità, non disgiunta da eleganza, con cui hanno preparato gli interregionali. Un sentito grazie anche alle tante pre-sidenti di sezione che vi hanno par-tecipato spinte da un grande senso di responsabilità, unitamente ad un de-siderio, condiviso anche da me, di co-noscenza personale e di confronto. Le relazioni delle Fiduciarie presentano una realtà di e� cienza perché poche sono le sezioni con problemi di rinno-vamento delle cariche e ne discuteremo insieme al Congresso di Palermo, dove dovremo a� rontare anche il problema di alcuni ritocchi cautelativi del nostro

statuto nell’ottica della nuova normativa imposta alle associazioni da parte della L. 28/01/09 n. 2.Anche il Fondo Orfani Ammi avrà bi-sogno di un regolamento per un più sereno intervento in aiuto delle socie che ne facciano richiesta. Per quanto attiene al Concorso Letterario Nazio-nale, essendo stato pubblicato sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione grazie al patrocinio concesso dal mini-stro signora Gelmini, c’è stata una no-tevolissima risposta ed è stata un’ottima iniziativa per farci conoscere a livello nazionale. A tale scopo, inoltre, vi sot-tolineo in maniera davvero pressante, che il tema nazionale deve essere svolto il 18 Ottobre. Questa desidero che sia la giornata dell’A.M.M.I., come c’è quel-la delle arance dell’A.I.L., delle stelle di Natale della LILT ecc. Finora avete dato importanza alla scelta dei relatori, al bel cartoncino d’invito ma non avete colto l’importanza di celebrare inderogabil-mente (tranne se capita di domenica) la giornata di San Luca, protettore dei medici. Non abbiamo i mezzi per gli spot pubblicitari, ma se tutte le sezioni in contemporanea fanno un comunica-to al giornale locale e, laddove sia pos-sibile, anche alla televisione del luogo, noi copriamo ugualmente l’intero ter-ritorio nazionale crescendo in visibilità ed incisività. Il tema sarà scelto da voi a Maggio, per cui avrete tutto il tempo

necessario per prenotare la sala ed invi-tare i relatori. Siamo una splendida as-sociazione e meritiamo di essere cono-sciute di più. Questo anno festeggiamo a Mantova i quarant’anni e con profon-do orgoglio dobbiamo riconoscere che abbiamo saputo evolverci con i tempi.Nata per essere di sostegno alle richieste pensionistiche di quante collaboravano fattivamente negli studi dei mariti, è diventata una protagonista nel campo dell’associazionismo su base socio-sa-nitaria. Oggi che la salute è l’argomento più trattato da tutte le associazioni, ri-vendichiamo il diritto di primogenitu-ra. A quante poi sottolineano che l’in-titolazione è un po’ superata ribadiamo che si tratta di una intitolazione storica che rispecchia il momento in cui si è costituita, per cui ci si deve so� ermare a valutare i contenuti, le � nalità ed il prestigio conquistato. Inoltre citiamo la Corona d’Inghilterra che non ha mai pensato di cambiare l’intitolazione della sua maggiore onori� cenza “Ordine del-la Giarrettiera”, per il semplice motivo che oggi l’indumento non è molto in uso, né il giornale “Il Resto del Carli-no” è mai passato al Resto della Lira o dell’Euro. Continuiamo dunque a crescere insie-me.Un abbraccio

La PresidenteLilia Tatò

L’orgoglio di sentirsi partecipi

Carissime, amiche,ringrazio Lilia per avermi chie-sto di rivolgere in questo se-

condo numero del nuovo giornale, un

mio saluto a voi tutte. L’inizio di questo triennio è stato molto positivo. Tale da annullare tutti i timori conseguenti all’incognita di una nuova Presidente e di un nuovo direttivo. Il grande a� et-to per Rosanna per quanto ha saputo costruire con noi tutte per l’AMMI su-scitava riserve legittime. Ebbene siamo ripartite con nuove speranze.Animate dal bagaglio ricco di armo-nia e unione, Lilia ha già dato un se-gno molto concreto agli interregionali, dell’impronta positiva e costruttiva del-la sua presidenza.“Impegno e passione è quanto l’AM-MI ci richiede. Personalmente sono sempre stata motivata da ciò in una

continua crescita di spirito associativo tenendo presente il nostro motto”Unite per unire”.Per il suo prezioso valore e per i presti-giosi obiettivi attraverso i quali l’imma-gine dell’AMMI può emergere sempre più postiva unita alla grande forza della categoria a cui apparteniamo. Non se-condario ma, in primis, il valore im-portante che distingue l’AMMI: il rap-porto umano che è possibile costruire fra tutte noi con la certezza di avere tante amiche attraverso l’Italia. Ma an-cor più signi� cativo esenderlo agli altri e alle istituzioni suscitando in ognuno una grande stima per l’AMMI.

Vicepresidente Mariagrazia Tatti

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L’articolo del Maestro

Il mio Maestro e amico, Um-berto Veronesi, sottolinea sovente che la battaglia per

la salute � sica e mentale delle donne si è a� ermata nel mondo grazie alle donne stesse. E’ una grande verità. Sono state le donne, ad esempio, a comprendere – anche grazie a cam-pagne serie d’informazione che si so-no sviluppate soprattutto negli Stati Uniti - che l’intervento conservativo forniva le stesse chances di vita e di salute dell’intervento radicale demo-litivo per il tumore alla mammella. Saranno ancora una volta le donne a far comprendere a chi deve decidere che è necessario, per vincere il can-cro alla mammella, garantire lo scre-ening gratuito, con una mammogra-� a all’anno, a tutte le donne over 40 e non solo nella fascia di età che va dai 50 ai 69 anni e, peraltro, ogni due anni, così come oggi è previsto. Lo screening attraverso la mammo-

gra� a, infatti – insieme all’autopal-pazione ed all’ecogra� a - è il mezzo più sicuro per arrivare opportunata-mente ad una diagnosi precoce del tumore alla mammella. Vi è da tenere presente che scoprire un cancro e doverlo curare, soprat-tutto se si arriva in ritardo, comporta anche un costo economico rilevante: è stato calcolato che il costo medio che viene a� rontato da una donna che si ammali di tumore al seno è di 25 mila euro e di questa cifra la parte più rilevante, legata alla diagnosi ed alla cura, è sostenuta dal Servizio Sa-nitario Nazionale, che spende circa 15 mila euro. La prevenzione, quindi, fa diminuire i costi economici oltre quelli sociali, legati all’insorgenza della malattia ed alla sua cura.La mammogra� a, eseguita sin dall’età di quarant’anni, permette di scoprire lesioni sempre più piccole, di garan-tirne il successo e la guaribilità.

La prevenzione, quindi, come primo tema da a� rontare, in particolare per quanto riguarda il Sud, dove, nono-stante una diminuzione dei nuovi ca-si di cancro alla mammella, le donne muoiono di più proprio perché le diagnosi sono più tardive.E’ necessario di� ondere sempre più la cultura della prevenzione, sin dal-la scuola. Attraverso le giovani e le giovanissime, si può di� ondere di-rettamente quest’appello alle fami-glie, alle loro madri, alle loro nonne.La diagnosi precoce deve diventa-re un fattore culturale, un impegno operativo, un gesto abituale, perché solo se praticata con regolarità risul-terà validamente e� cace. L’autoesame del seno permette alle ragazze di co-noscere la struttura della ghiandola mammaria, di acquisire familiarietà con essa e, quindi, di individuare tem-pestivamente eventuali anomalie o alterazioni rispetto al mese o ai mesi precedenti. Questa tecnica educativa è

In ricordo di Maria Laura TonelliMaria Laura Tonelli, socia fondatrice della nostra sezione, ci ha lasciato il 15 Dicembre 2009.Era una donna straordinaria, non so-lo per la sua umanità, signorilità, ma per tutto ciò che emanava da lei.Il suo primo impegno da Presidente della sezione di Firenze, fu l’aiuto per i nostri orfani e per le amiche rimaste sole, in silenzio, con discre-zione per non o� endere la sensibilità di alcuno.Ideò il Tè di bene� cenza per portare un aiuto in tanti casi dolorosi che le venivano segnalati. Ormai sono più di trenta anni che la nostra sezione organizza il tè degli auguri “ Il tè del-le mogli dei medici, , divenuto una tradizione nell’ambito cittadino. Mi ricordo quando nella primavera del lontano 1976 ci riunì nella sua bella ed antica casa di via Borgo San

Lorenzo e ci parlò di questa nuova associazione. Noi, mogli di medi-ci, unite per un impegno comune: ONAOSI – ENPAM , parole nuove per noi !.Ci impegnò in una vera battaglia per salvare l’ONAOSI e mantenere inal-terato lo statuto dell’Ente in sostegno degli orfani dei sanitari italiani . Ci riuscimmo. Purtroppo oggi l’ONAO-SI è nuovamente a rischio.Le sono stata vicina per tanti anni e posso dire di averla conosciuta bene.Era una donna non comune, con un grande carisma sia come Presidente di sezione ed ancora di più come Pre-sidente Nazionale. Seppe dare un’im-pronta non solo di e� cienza e sensibi-lità , ma anche di grande signorilità. La sua lezione umana rimarrà sempre con noi e la conserveremo come uno dei più gelosi segreti, così come il ricordo

di una donna che con il suo esempio ci ha indicato la strada da percorrere nel-la nostra avventura umana.

Albertina Tinacci

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auspicabile che venga praticata � n dai 16-18 anni, ovvero dagli ultimi due anni della scuola media-superiore. In questo modo, le ragazze impareranno subito e meglio a conoscere il proprio seno, acquisendo la buona abitudine alla prevenzione. Dai 25 anni in poi, invece, è importante sottoporsi a pe-riodici controlli clinici ed ad esami diagnostici speci� ci, diversi� cati a se-condo dell’età ed a giudizio del medi-co, come la visita senologica, l’ecogra-� a mammaria e la mammogra� a. Un altro aspetto fondamentale della prevenzione da tener presente è quel-lo legato all’alimentazione. Mangiare sano è il modo migliore per preve-nire ogni forma di cancro e, quindi, anche quello della mammella. Secon-do l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, circa il 40% delle oltre dieci milioni di persone che ogni anno si ammalano di cancro in tutto il mon-do avrebbe potuto evitare la malattia se solo avesse seguito un’alimenta-zione corretta. Va sottolineato che gli alimenti in quanto tali non sono necessariamente causa di tumori, ma l’abitudine all’assunzione di quanti-tà eccessive o errate metodologie di cottura possono trasformare un buon alimento in un “cattivo” alimento. È il caso, per esempio, dei grassi conte-nuti nella carne, ma anche della car-ne stessa, che, come lo zucchero, se consumati in quantità eccessiva po-trebbero favorire l’insorgere di diver-si tipi di carcinomi, tra i quali quello del seno. Un buon e� etto protettivo sul tumore al seno viene invece dalla frutta fresca, dai legumi e dalle ver-dure, soprattutto carote e cavoli. Anche lo sport e l’attività � sica gio-cano un ruolo importante a favore della buona salute. Recenti indagini scienti� che hanno dimostrato come siano necessarie 20-25 ore di di-spendio metabolico per ottenere un e� etto preventivo sul cancro. Que-sta dose,in termini di attività � sica, equivale a circa 2,5 ore settimanali di esercizio � sico intenso (che produca un aumento, cioè, della respirazione e della sudorazione, come durante la corsa o durante un’attività aerobi-

ca) o a 4-6 ore settimanali di attivi-tà � sica moderata (che produca un modesto aumento della frequenza respiratoria e della sudorazione mo-desto, come durante le passeggiate a passo sostenuto). Inoltre, è stato di-mostrato che un’attività � sica mode-rata migliori il sistema immunitario, e questo potrebbe essere un ulteriore meccanismo per prevenire alcune forme di tumore. Per i soggetti con stile di vita seden-tario è opportuno, oltre allo svolgi-mento di un’attività � sica regolare, anche una particolare attenzione per mantenere un peso corporeo nei limi-ti della norma. In termini generali, si de� nisce in sovrappeso chi superi del 10% il proprio peso corporeo, obeso chi lo supera del 20%. La prevenzione contro l’aumento di peso e l’obesità e la promozione dell’esercizio � sico dovrebbero, inoltre, iniziare sin dalla giovane età. Uno stile di vita che in-cluda un’alimentazione corretta, un esercizio � sico moderato-sostenuto e il controllo del peso è fondamentale, infatti, non solo per la prevenzione del tumore alla mammella, ma anche rispetto al rischio di altre malattie, in primo luogo quelle cardiovascolari, che, insieme al cancro, rappresenta-no oltre il 60% delle cause di morte. Attualmente, i programmi comples-sivi di screening raggiungono circa il

40% della popolazione femminile del nostro Paese, mentre la percentuale di donne, tra i 55 e i 69 anni, che ha realmente e� ettuato una mammo-gra� a non tocca purtroppo la quota del 20%. Eppure, più della metà delle morti per cancro potrebbero essere evitate se solo si riservasse più attenzione alla prevenzione. In Italia una donna su quattro ha la probabilità di am-malarsi di cancro al seno, mentre il rischio di morire riguarda una don-na su undici. Delle 150 mila persone che muoiono ogni anno di cancro nel nostro Paese, oltre 85 mila potrebbe-ro salvarsi se diventassero protago-niste del proprio stato di salute.Il tasso di guaribilità dal tumore alla mammella potrebbe superare il 90% se si cominciassero ad adottare stili di vita corretti e se le donne si sot-toponessero con regolare periodici-tà a controlli clinico – strumentali. Prevenzione e diagnosi precoce che trovano la loro ragion d’essere anche nei confronti dei tumori del polmone, prostata, colon-retto, cute, cavo ora-le e collo dell’utero. Se oggi si muore meno lo si deve grazie alla diagnostica più so� sticata, a nuove e mirate terapie farmacologiche. Ma è fondamentale, in una storia di tumore, la diagnosi: più è precoce, maggiori sono le possi-bilità di guarire. Per questo, dovrem-

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In un mondo dove la realtà virtuale, tridimensionale e spettacolare, si insinua

e confonde sempre più con la real-tà vera, anche la medicina è al passo con i tempi, per garantire un approc-cio sempre più e� ciente al malato e fornire al medico strumenti sempre più so� sticati per lavorare al meglio. In questa ottica si colloca il progetto EndoCAS (Center for Computer As-sisted Surgery) che nasce a Pisa dalla collaborazione di medici, ingegneri ed informatici che hanno collaborato per creare macchinari e congegni per la ricerca ed il training dei giovani me-dici. Un salto dal futuro direttamente al presente. Per i giovani chirurghi in particolare sono stati creati manichi-ni perfettamente umani, o quasi, che riproducono con precisione la com-plessa anatomia umana rispondendo agli stimoli e simulando situazioni di emergenza nelle quali il giovane chi-rurgo si troverà a prendere decisioni rapide con lo stesso impegno e lo stes-so risultato che avrebbe sul paziente reale. Un po’ più a cuor leggero forse, perché il paziente virtuale torna subi-to in forma ed è subito pronto per il prossimo intervento.EndoCAS è uno dei principali centri di eccellenza internazionali nel cam-po della chirurgia minimante invasiva (MIS per gli addetti ai lavori) assistita da computer. Si tratta della prima e unica struttura del genere esistente nel nostro Paese, frutto della collaborazione tra Regione Toscana, Università, Scuola Superiore Sant’Anna e Cnr di Pisa.EndoCAS è stato presentato u� cial-

mente il 21 ottobre del 2006, ma il suo progetto si era iniziato a delineare già nel 2003, da una stretta collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera Pisana ed il Polo tecnologico Sant’Anna Valdera che si occupa di robotica.La struttura si trova nell’ospedale di Cisanello ed al suo interno lavorano più di 20 persone tra medici, inge-gneri, informatici, economisti e � sici. EndoCAS è costituito da una sezione “ricerca” e una “educazione”. La prima si occupa delle sviluppo di so� ware informatici � nalizzati ad assistere il chirurgo durante un’operazione, i cosiddetti CAS (Computer Assisted Surgery). Questi programmi utiliz-zano delle immagini radiologiche per creare dei modelli 3D degli organi del paziente, permettendo al chirurgo di avere un’idea dell’anatomia del pa-ziente ancora prima di operarlo.Inoltre l’utilizzo di programmi di simu-lazione, controller simili ai reali stru-menti operatori e manichini permette al chirurgo di simulare al computer l’intero esame chirurgico (Fig. 1), come

se fosse realmente in sala operatoria . Un altro progetto di ricerca di Endo-CAS è quello di realizzare un sistema che sia in grado di fondere le immagi-ni virtuali con l’anatomia reale del pa-ziente, infatti il chirurgo tramite l’uti-lizzo di speciali occhiali può vedere le immagini elaborate al computer pro-iettate sul paziente, tutto questo allo scopo di agevolare il medico nell’ese-cuzione del suo atto. In� ne, nel centro si trova anche un si-stema robotico per le biopsie video-as-sistite, che opera in sinergia con il chi-rurgo in modo da rendere le procedure il più accurate possibile.La sezione “educazione” si occupa in-vece della formazione dei chirurghi in maniera totalmente interattiva. Tutto è basato sull’utilizzo degli stru-menti tecnologici prima descritti, i so� ware CAS permettono di simula-re al computer una vera operazione chirurgica, è possibile persino ricre-are delle situazioni impreviste o delle emergenze che a volte si veri� cano in sala operatoria. Il sistema è basato

A Pisa: Chirurgia mininvasiva assistita da computer – Realtà oltre l’immaginazione

Figura 1 Esempi di strumenti chirurgici virtuali collegati ad un computer con so� ware di rielaborazione virtuale

Scienza

mo disporre di ambulatori diagnostici in ogni quartiere, ove sottoporre i cit-tadini alla prevenzione, responsabiliz-zando la sanità territoriale e lasciando

agli ospedali il solo compito di curare, con il coinvolgimento in questa s� da anche delle strutture sanitarie conven-zionate e private.

Francesco Schittulli,senologo-chirurgo, oncologo

presidente nazionale Lega Italiana Lotta ai Tumori

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inoltre sull’utilizzo di manichini con caratteristiche anatomiche incredibil-mente realistiche, dall’anatomia delle vie aeree superiori alla capacità di comunicare. Questi manichini sono in grado di mimare rumori cardiaci e respiratori udibili con lo stetoscopio, polmoni ventilabili in maniera selet-tiva, polsi periferici palpabili, tutti queste caratteristiche permettono al medico di acquisire esperienza anche senza operare sul campo.EndoCAS è anche dotato di un siste-

ma di teleassistenza che consente ai chirurghi alle prime esperienze di ve-nire assistiti durante la simulazione dell’operazione da un collega esperto, collegato da una postazione remota, il quale tramite un programma chia-mato “GHOST” (Guidance Help for Operating Surgical Trainees) fa vede-re sul monitor del computer del gio-vane collega come va eseguito il gesto operatorio. Il centro dispone inoltre di un sistema di monitoraggio e analisi del gesto, ca-

pace di valutare l’abilità del chirurgo e l’ergonomia degli strumenti. In conclusione si tratta di un proget-to d’altissimo livello, di fondamentale importanza per mettere al servizio del medico tutta la tecnologia neces-saria, al � ne di migliorare, senza mai sostituire, le sue attitudini e capacità.

Nuccia Calderazzi (con la collaborazione del dr Dario

Lauretti) gall. Don Sturzo, 2 Pisa - Tel.

050/501703

Una vittoria in campo oncologico

È stato inaugurato, il 16 Feb-braio 2010 a Pavia il CNAO (CENTRO NAZIONALE DI

ADROTERAPIA ONCOLOGICA) nell’ambito del Policlinico di San Mat-teo, realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare. La Sezione dell’AMMI di Genova – presieduta da Marisa Berti Riboli – ha organizzato un incontro in collabora-zione con la Socia e Consigliera Maria Messeni Nemagna Leone (professore emerito di Istologia e Embriologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Genova e membro della new York Academy of Science). Relatore il Professore Mario Conte – � sico di fama internazionale, già Do-cente all’Università di Genova – uno dei ricercatori che con passione, com-petenza e dedizione ha frequentato e collaborato con Centri di eccellenza in tutto il mondo.Il tema è stato: “IL RUOLO DEGLI ACCELERATORI DI PARTICELLE NELLA TERAPIA ONCOLOGICA”. Il Professore ha descritto, la so� stica-

ta apparecchiatura impiegata per l’uso degli adroni. Vengono de� nite adro-niche, dal greco adros (forte), le par-ticelle sub-atomiche che interagiscono con le forze nucleari, o “forti” secondo la terminologia scienti� ca. Adroni di particolare interesse per la terapia on-cologica sono i protoni, vale a dire dei nuclei di idrogeno, e i nuclei di carbo-nio 12. La loro importanza è data dal fatto che, quando attraversano la ma-teria, perdono energia in modo non graduale: in un primo tratto ne perdo-no pochissima, e così non danneggia-no i tessuti attraversati, dopo di che la rilasciano pressochè tutta nelle cellule tumorali, provocandone la distruzio-ne. Poichè questo processo è comple-tamente governabile, possiamo a� er-masre che questa terapia è e� cace e non invasiva. È però di fondamentale importanza che il fascio di particelle accellerate sia molto stabile in energia, che la sua struttura temporale sia pro-grammabile e che la sua intensità non subisca variazioni, in quanto questo parametro coincide praticamente con

la dose da depositare nelle neoplasie.Maria Messeni Nemagna Leone ha sot-tolineato l’impegno profuso per la lotta contro i tumori dei medici, di genetisti, biologi, ingegneri e � sici. Ha chiarito all’Uditorio che l’adroterapia non sosti-tuisce le tradizionali terapie consolida-te (radioterapia e chemioterapia), bensì viene utilizzata per i casi inoperabili e per quel tipo di tumori (sarcomi, tumo-ri del sistema nervoso centrale, tumori della testa e del collo, melanomi dell’oc-chio) resistenti alle terapie suddette. È sempre l’oncologo che valuta il tipo di terapia più idonea al singolo caso.Il Servizio Sani costo delle cure che di-ventano, così, accessibili a tutti.Un diritto, non un privilegio.

Maria Messeni Nemagna Leone

AntiquariatoLa doratura nel mobile

L’uso di dorare i mobili ebbe origine sin dal Medio Evo. In Italia si dorarono mobili già

dall’epoca gotica e rinascimentale, al-lora si doravano e dipingevano me-ravigliosi cassoni nuziali, i più famosi

erano toscani, che venivano dorati a base di pastiglia, una mistura di gesso e colla, che formando una pasta densa

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Strepitosa cornice in oro � no (Napoli � ne del XVII sec.) Euro 25.000,00

Consolle dorata a mecca ( Napoli metà del XVIII sec.) Euro 18.000,00

Divanetto sempre in oro � no (manifattura genovese della metà del 700)

Euro 16.000,00

Cucina

Ogni famiglia conserva almeno il ricordo delle preparazioni casalinghe che, in materia di

dolci, caratterizzavano le ricorrenze festive. Un tempo le donne di casa si dedicavano con calibrato anticipo alla

confezione di dolci che poi apparivano, graditi ed attesi, sulla tavola nei giorni deputati. Oggi le cose sono notevol-

I dolci delle feste

e cremosa, lasciata indurire, formava la base da dorare e da dipingervi su scene di vita quotidiana o paesaggi, questo tipo di fondo era anche usato in ca-polavori d’arte, come le pale d’altare di Giotto o le Natività del Pinturicchio, o altri grandi, che avendo come colore di fondo “ l’oro ”... enfatizzavano le loro già magni� che ra� gurazioni. L’Italia

in� uenzò gli stati vicini, da qui l’uso passò prima in Francia, poi in Inghil-terra. In questo paese la doratura dei mobili si di� use solo dal 1660 circa, e anche allora fu riservata ai pezzi più � ni. In Francia l’uso di dorare i mo-bili fu molto di moda durante i regni di Luigi XIV, XV, e XVI, uno dei più illustri creatori fu Georges Jacob (1739-1814), nel suo atelier si creavano mo-bili che ritroveremo sovente ra� gurati in quadri dell’epoca. Ma il dorato non era solo nel legno, come dicevo, spesso venivano inseriti nella costruzione dei ra� natissimi mobili d’alta ebanisteria, anche fregi in bronzo dorato, degni di nota i famosi” bureaux plats di Charles Cressent nello stile Reggenza. In Italia la doratura continuò a di� ondersi so-prattutto nel barocco, dove si sono af-fermati due metodi di dorare il mobilio: quello ad “ oro � no” e quello a “mec-ca”. Il primo ad oro � no è stato usato in prevalenza in quegli stati del nord e centro della penisola, dove i commit-tenti avevano grandi risorse e capitali per poter ordinare ai maestri ebanisti ed intagliatori quei mobili che rispec-chiassero il loro potere e opulenza, la

mecca invece è stata usata in quelle regioni e province più povere del meridione dove le risorse dei committenti e delle maestranze erano più esigue. A proposito della doratura a mecca è necessario aprire una breve parentesi esplicativa, si tratta di una tecnica eco-nomica, consistente nel so-stituire alla foglia oro, quella d’argento, in e� etti è una vera e propria argentatura ,poi si stendeva una vernice (mec-ca) a base di lacca trasparente dalla tonalità giallo oro ed ec-co ottenuto un e� etto verosi-

milmente a oro � no.In Italia i maestri che hanno in� uenza-to gli stili e le forme dalla � ne del 600 in poi, furono: nella Repubblica di Vene-zia Andrea Brustolon che spadroneg-giava nel mobilio delle più importanti famiglie venete e veneziane, a Genova cera Filippo Parodi, nello Stato della Chiesa Giovan Antonio Muggetti con la sua bottega creava mobili per i più bei palazzi romani, nel Regno di Napo-li, Gennaro di Fiore disegnava e creava, supportato dal Vanvitelli mobili per la

reggia di Caserta... se ne potrebbero elencarne ancora tanti ma non vorrei essere tedioso... Parlando di mercato antiquario, è chiaro che un mobile nato nella bottega di uno dei maestri prima citati, se lo si trova, spunterebbe prezzi altisonanti, quindi andando alla ricerca di qualcosa di meno museale, ma di più facile reperibilità, si possono trovare pezzi di bella fattura, qualità ed epoca a prezzi più accessibili l’importante è saperli cercare...e ovviamente un bel mobile come un bel quadro o scultu-ra, potrà poi essere interpretato e letto soggettivamente a prescindere dalla qualità e importanza dell’oggetto.

Eustachio Ventura

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mente cambiate. Un po’ perché manca il tempo e anche perché mancano gli “aiuti” che permettevano alle padrone di casa, di far rivivere le ricette tramanda-te con appunti stilati sugli indimenticati quadernetti – preziosi, ove fosse possi-bile recuperarli – e tramandati di madre in � glia. Pasticcerie e pani� ci, peraltro, aiutano a mantenere vive le tradizio-ni, approntando per tempo, in qualche caso troppo per tempo!, i dolci delle feste. Troppo per tempo si è detto ed in e� etti, se si fa attenzione, si potrà ri-levare che molti dolci legati appunto a precise ricorrenze, sono disponibili con anticipo, a volte esagerato, sul preciso giorno di ricorrenza. Un esempio, o meglio qualche esempio? In Puglia, per il Natale fra le altre preparazioni stori-che, si consumano, fra gli altri dolci, le “cartellate” – chiamate a seconda delle zone anche crustoli, frinzele, scarole, ncartiddati, scartagghiate – ebbene una attenta indagine in pasticcerie o panet-terie (quelle che approntano i cosiddetti “dolci da forno”) permetterà di accerta-re che le “cartellate” sono disponibili con molto anticipo sul periodo natali-zio: spesso sin da novembre (nelle varie versioni: fritte o al forno, ed irrorate di vincotto oppure di miele o ancora, co-me accade da un po’ di tempo, di gela-tina di melecotogne). Altro dolce tipico sono le “zeppole”, tradizionalmente pre-parate nella ricorrenza di S.Giuseppe, e che invece diventano disponibili sin dai primi giorni dopo le festività natalizie, per non parlare delle “chiacchiere” , dette anche “cenci” un tempo caratteri-stiche del Carnevale e che subito dopo il periodo natalizio fanno bella mostra di sé o in versione artigianale o – ac-cade anche questo – in preparazioni industriali. La “destagionalizzazione” dolciaria è perciò uno degli aspetti più vistosi della globalizzazione gastrono-mica, che invece da molto più tempo ha messo alla portata di tutti, dolci creati e tipici di alcune regioni ben determina-te. Basti pensare al lombardo panettone o al pandoro, ormai assurti a notorietà che non è esagerato de� nire mondiale, e che anch’essi tipici del periodo natali-zio, non solo, sia pure con minore inci-denza sono disponibili per tutto l’ arco dell’anno ovunque, e spesso realizzati –

con esiti a volte più che felici – anche al difuori delle regioni tradizionali. D’altra parte la mutazione da regione a regione, se non addirittura da nazione a nazione, di alcuni dolci è cosa piuttosto antica. Si pensi appunto alle succitate “cartellate”. Il noto storico della gastro-nomia pugliese Luigi Sada, rivendicava la assoluta pugliesità di questa prepa-razione. In realtà, per esperienza per-sonale possiamo dire che preparazioni più o meno analoghe, le abbiamo tro-vate anche altrove. Un paio di esempi: in Sardegna un dolce formalmente e sostanzialmente analogo si ritrova con nome “caschettas”. Si tratta di dolci un tempo o� erti fra � danzati. La forma ti-pica di pasta modellata a rosetta è iden-tica, vengono però cotte al forno, arric-chite di pasta di mandorle e anch’esse irrorate con vincotto (altrimenti detto “sapa”). Ma nella più lontana Grecia nelle pasticcerie appaiono dolci identici a quelli pugliesi le dimensioni sono più ampie, ma la preparazione è pratica-mente la stessa: pasta sottile, modella-ta a rosa, fritta ed irrorata di miele con una spruzzata, anziché di confettini colorati, come avviene in qualche caso in Puglia, con sesamo tostato; in Gre-cia peraltro le “diples” – questo il nome del dolce – non hanno legame alcune con ricorrenze festive. La mutazione da regione a regione, specie se si tratta di regioni con� nanti – ad es. Puglia e Campania – è ancora più frequente e antica. E’ il caso innanzitutto delle “zep-pole” e poi di un’altra preparazione, che in Campania viene chiamata “strufoli” (si tratta di tocchetti di pasta dolce fritti

e compattati, insieme a mandorle, con miele) e che in Salento assume il nome di “porcidduzzi”. Ad ogni buon conto, chi intendesse realizzare in proprio le “cartellate” può seguire la seguente ricetta. Ingredienti: un chilo di farina, 200 gr. di vino bianco secco, 100 gr. di olio d’oliva extravergi-ne (per l’impasto, occorre poi altro olio per friggere), una bottiglia di vincotto, polvere di cannella e chiodi di garofa-no. Si impasta la farina con l’olio ed il vino, si può aggiungere un po’ di ac-qua tiepida se l’impasto è troppo duro. Dall’impasto vanno ricavate delle pic-cole parti che vanno stese � no a dive-nire quasi trasparenti; con la rotellina a smerli si devono ricavare delle strisce larghe circa 4 cm. e, lunghe una trenti-na. La striscia di pasta va unita con le dita ogni 3 cm. in modo da avere alcune conchette; quindi la pasta va arrotola-ta su se stessa in modo da formare una corolla di almeno 5 cm. di diametro. Le cartellate vanno fatte asciugare per al-meno dodici ore e quindi fritte in olio bollente per qualche minuto: devono restare chiare. Vanno scolate per be-ne e quindi quando sono tutte pronte vanno calate in un tegame nel quale si è posto a riscaldare – ma senza che ar-rivi a cottura - il vincotto. Vanno tolte dal tegame dopo pochi minuti e poste in un piatto e spolverizzate, se si vuole, con cannella o chiodi di garofano smi-nuzzato. Si mantengono bene per mol-ti giorni. Per preparare le zeppole – di piccole dimensioni – occorrono invece 300 gr. di farina, 10 gr. di burro (un tempo si usava la sugna, alias strutto),

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un pizzico di sale ed olio per friggere q.b. In una pentola con sei decilitri di acqua si mettono il burro ed il pizzico di sale. Si porta ad ebollizione e si ver-sa velocemente la farina, mescolando energicamente a � amma abbassata. La-vorare con un cucchiaio di legno � no a quando l’impasto si stacca dalle pareti della pentola. Poggiare l’impasto su un piano oliato staccarne pezzetti e lavo-rarli a mano come salamini, e chiudere ogni salamino a ciambella. Friggere in olio molto caldo poco per volta, facen-do gon� are per bene le ciambelle, che una volta fritte vanno poggiate su carta assorbente. C’è chi preferisce, specie se l’impasto è su� cientemente morbido, ricavare le ciambelle usando la siringa con bocchetta stellata. Una volta pronte le ciambelle o – secondo l’uso napole-tano vanno irrorate di miele oppure spolverizzate con zucchero e cannella mescolati. La zeppola verace è questa. Tuttavia per ragioni commerciali, le pasticcerie usano invece arricchire le ciambelle di un � occo di crema pastic-ciera e di una ciliegia o amarena. La ricetta partenopea degli “strufoli” (o stru� oli), è invece la seguente: occorro-no 400 gr. di farina, sei uova, mezzo etto di burro, sale, un liquore molto aroma-tico (va bene anche un liquore all’aran-cia, e poi mandorle sgusciate, pezzetti di frutta candita. La farina va disposta a fontana e al centro vanno versati il sale, il liquore, il burro e tante uova neces-sarie ad ottenere un impasto morbido che ben lavorato. Dall’impasto si rica-vano dei salamini che vanno poi tagliati a tocchetti e quindi fritti in padella in olio ben caldo evitando con cura che si attacchino fra di loro. I pezzetti di pasta vanno disposti su carta assorbente. In una padella va fatto sciogliere il miele

e vanno quindi messi poco alla volta i tocchetti di pasta fritta, rigirandolo per bene con un cucchiaio di legno. Tutti i pezzetti di pasta vanno quindi com-pattati in un piatto � no a formare una ciambella, e ricoperti con le mandorle spezzettate, i pezzi di candito ed even-tuali confettini colorati nonché pezzetti di scorza di arancia. C’è chi preferisce impastare con i tocchetti di pasta le mandorle ed i canditi. La ricetta salentina dei “porcidduzzi” invece è la seguente: occorrono un chi-lo di farina, 200 gr. di olio, due uova, 200 gr. di vino bianco cui va aggiunto un bicchierino di brandy, un’arancia, buccia e succo, una bustina di lievito per dolci, miele, cannella e pinoli. Si impasta la farina con i diversi ingre-dienti e si lavora a lungo. Dalla pasta vanno ricavati dei pezzetti non più lun-ghi di un paio di centimetri. Si fanno friggere in olio caldo � no a che non so-no ben dorati. Si passano quindi in una casseruola nella quale si è fatto scioglie-re il miele � no a che si sono ben imbe-vuti, poi si posizionano in un piatto e si ricoprono con i pinoli, spolverizzando con la cannella. C’è anche una versione de� nita “morettini”, che prevede l’ag-giunta all’impasto di polvere di cacao. Per realizzare la “chiacchiere” o “cenci” invece occorrono 350 gr. di farina, 3° gr. di burro, 30 gr. di zucchero, due uova, mezzo bicchierino di grappa ed un piz-zico di sale. Il tutto va lavorato per bene, e l’impasto va fatto riposare coperto per circa mezz’ora. Va quindi steso a sfo-glia non molto sottile che va ripiegata e pressata. Con la rotella a smerli vanno ricavate delle strisce di circa 2 cm. per 15 che vanno annodate senza stringere. Vanno poi fritte poco alla volta per evi-tare che si attacchino. Dopo averle fatte

asciugare vanno spolverizzate di zuc-chero a velo. C’è chi preferisce invece di fare le strisce annodate di ritagliare la pasta a losanga lunga non più di die-ci cm. Inoltre si possono spolverizzare con zucchero misto a cannella. Ed in� ne la Pasqua. Vale la pena ricor-dare una preparazione tipica pugliese: la “scarcella”, dolce tipico che spesso nelle confezioni casalinghe assume for-me evocative in quanto è un dolce che si scambia fra � danzati. Per prepararla oc-corrono: mezzo chilo di farina, un etto e mezzo di zucchero, un uovo 100 gr. di olio d’oliva extravergine, 100 gr. di latte, la buccia grattugiata di un limone, mez-zo bustina di lievito in polvere; per la guarnizione due etti di zucchero a velo, due uova intere più un albume, qualche goccia di succo di limone e una mancia-ta di confettini colorati (anicini). La la-vorazione è questa. Mescolare la farina col lievito quindi aggiungere zucchero e scorza di limone. Disporre il tutto a fontana e porre al centro l’ olio, l’uovo ed un po’ di latte tiepido. Impastare (se serve aggiungere ancora un po’ di latte). Quando l’impasto è pronto modellarlo a piacere (un pupazzo, un gallo o una semplice ciambella o una treccia). Sul-la pasta modellata vanno poi inserite le due uova) Si mette la scarcella in una teglia da forno oliata ed infarinata e si cuoce � no a che la pasta appare dorata. Si fa ra� reddare e si procede alla glas-satura. La glassa si ottiene lavorando in una terrina l’ albume, il succo di limo-ne e aggiungendo alla � ne lo zucchero a velo, evitando che si formino grumi. L’impasto deve essere denso ma al tem-po stesso � uido. Si ricopre la scarcella (ma non le uova) e prima che la glassa si ra� reddi, vanno cosparsi i confettini.

Nicola Sbisà

Bicentenario della nascita (Varsavia 1810 – Parigi 1849)

Il Poeta del pianoforte: Frédéric Chopin

In un momento storico, come il nostro, in cui la musica sembra considerata quasi

un elemento super� ciale per la cre-scita di una società,fa particolarmen-te piacere scoprire invece che,in tanti

teatri del nostro paese,si sta solenniz-zando con concerti,incontri e mani-festazioni varie,il bicentenario della

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nascita del compositore polacco-francese Frèdèric Chopin “il poeta del pianoforte”.Frédéric Chopin nacque vicino a Varsavia il 22 febbraio 1810 da pa-dre francese e madre polacca. Una famiglia,la sua,in cui la cultura del pa-dre (insegnante di francese ) e quella della madre, contribuirono a creare in lui quella doppia sensibilità,quella personalità artistica sempre divisa tra la parte francese della sua anima e il profondo legame con la patria d’ori-gine.La musica, entrata nella sua vita � n da bambino,divenne la ragione della sua esistenza,il suo modo più auten-tico per comunicare con gli altri e con se stesso. A Varsavia,dove compì i suoi studi alla Scuola Superiore di Musica,ricevette i primi applausi esi-bendosi nei salotti aristocratici locali. Ma a Vienna ottenne successi inter-nazionali e si cominciò a parlare di lui come di un promettente pianista-compositore.Nel 1831 si trasferì a Parigi, sua meta artistica ideale che si era pre� sso � n da ragazzo. Qui,da lontano,assistette impotente all’insurrezione di Varsa-via contro l’oppressione zarista,alla sua caduta,alla successiva repres-sione che non gli permise di tornare più in Polonia. Queste vicende tro-varono un’eco commossa in alcune delle sue composizioni patriottiche (Polacche,Mazurche).Quando appena terminati gli studi,era impaziente di

lasciare la Polonia,per inseguire suc-cesso internazionale,non avrebbe mai immaginato di rimanere per sempre imprigionato in un forzato esilio in quella Francia di cui era � glio per me-tà e che diverrà sua seconda patria.La sua musica,intessuta di nostalgici richiami al folklore e alle tradizio-ni popolari della sua terra,è tutta-via una musica che parla anche un linguaggio dal respiro cosmopolita non riconducibile solo ad angusti con� ni territoriali. Mentre in Polo-nia Frédéric Chopin e la sua musica ben presto divennero nel sentimento nazionale,la più intensa espressione di lotta per l’indipendenza,anche da lui condivisa,altrove venne intesa co-me la voce del cuore e del sentire più intimo delle emozioni. Fu apprezzato dai grandi musicisti contemporanei come Lizst e Berlioz,ma fu,con un concerto alla Salle Pleyel di Parigi. in cui con il suo pianoforte entusiasmò il pubblico francese, che si guadagnò l’ammirazione della critica musicale, che lo incoronò tra i più importanti pianisti e compositori di Francia.E’ questo il momento della sua vi-ta in cui tutto sembra sorridere alla carriera,alla ispirazione ed alla sua sto-ria d’amore con una giovane compa-triota. Ma è proprio adesso che si ma-nifestano i sintomi di quella che sarà la malattia che segnerà il suo percorso di artista e di uomo. Il pallore che lo rende particolarmente a� ascinante insieme a quell’aria sempre stanca,le dita sempre più a� usolate che carezzano la tastiera regalando dolcissime emozioni……quei secchi colpi di tosse che sempre più spesso seguono alle esecuzioni,ben presto si rivelano annunci di una inci-piente tubercolosi polmonare. Era lo spettro di questa malattia che all’epoca atterriva le società e mieteva migliaia di vittime.Solo pochi anni dopo lo scienziato prussiano Robert Koch (1843-1910) ne avrebbe individuato la causa nel bacillo che da lui prenderà il nome.Ma è ancora lontana la scoperta della streptomicina che, con altri antibio-tici mirati,contribuirà a debellarla.La consapevolezza di essere stato col-pito da un morbo tanto crudele ed

incurabile, ma anche la � ne del te-nero idillio, Chopin li traduce e ce li comunica in alcune delle sue più a� ascinanti composizioni. Nell’am-biente artistico di una Parigi capitale internazionale della cultura,incontrò George Sand (1804-1876) scrittrice e poetessa,il personaggio più in vista e contradittorio dell’epoca,celebre per i suoi atteggiamenti anticonformisti. Il loro rapporto di amore possessivo e tormentato che durò 11 anni,fu sicu-ramente per lui il legame sentimen-tale più importante anche per la sua creatività. Il loro soggiorno a Maior-ca non fu solo una meta d’amore,ma anche una scelta fatta nella speranza che il sole del Mediterraneo,il mite clima dell’isola,la quiete,potessero giovare alla salute di Frédéric. Il pe-riodo qui trascorso con George Sand fu per il compositore un momento di alta ispirazione e dal suo pianoforte sgorgarono armonie che divennero eterne (notturni, preludi).Purtroppo le aspettative furono deluse,la malattia si aggravò e la tosse divenne sempre più violenta. Il ten-tativo di una vacanza nella salubre campagna francese nella casa estiva di G.Sand a Nohant,il buon cibo e la tranquillità,sembrarono operare il miracolo per la salute del composito-re. Quando la loro travolgente storia d’amore entrò in crisi e � nì,Chopin cadde di nuovo gravemente amma-lato.Con un grande concerto, nel feb-braio 1848,che fu il suo ultimo a Parigi,esaltò il pubblico e partì per l’Inghilterra e la Scozia,dove ven-ne applaudito in tutte le sue esibi-zioni. Ma fu nell’ultima, quella te-nuta a Londra,in favore degli esuli polacchi,che poté sentire ancora una volta, più forte che mai, l’abbraccio caloroso dei suoi compatrioti e del pubblico inglese in delirio. Tornato a Parigi le sue condizioni,per gli sforzi dei concerti e le fatiche del viaggio,si aggravano. La tosse e la febbre non lo abbandonano. Ormai è l’ombra di se stesso. E’ solo, con la sua musica e col suo pianoforte,che considera il più fedele con� dente. Mentre nel mon-do si suonano,si ascoltano,si amano

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S.Luca (I° sec. DC) il cui nome,dal greco LUKAS si-gni� ca “nato alle prime luci

dell’alba”, è l’evangelista autore del Ter-zo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, il più importante contributo individuale al Nuovo Testamento.Nato in Siria, ad Antiochia,studioso di medicina si convertì al Cristianesimo, conobbe l’apostolo Paolo da lui curato e guarito da una grave malattia e ne divenne fedelissimo seguace,tanto da accompagnarlo anche a Roma dove quest’ultimo fu processato. Proprio nella lettera di S.Paolo ai Colossensi (col.4-14) si trova la prima asserzione della professione medica di S.Luca.Infatti l’Apostolo dice :”Vi saluta Luca, medico carissimo”.Da questa a� ermazione nasce la tradi-zione della qualità di “medicus” attribu-ita all’evangelista,che fa sua anche Dan-te Alighieri citandolo nel canto XXIX -136 del Purgatorio. Dunque “medicus” sia nel signi� cato allegorico di medico delle anime,che spesso si dava a colo-ro che prestavano la loro opera per la propagazione della fede,sia di medico � sico nel senso reale della parola. La sua professione di medico presuppone che egli abbia dedicato molti anni allo studio e la sua cultura appare anche dallo stile dei suoi libri: il suo vangelo è scritto in greco scorrevole,ricco di vo-caboli precisi e con grande capacità di descrizione. Infatti Luca è l’evangelista che più degli altri ci ha dipinto l’umana � sionomia del Redentore,la sua atten-zione verso i poveri,i derelitti,i pecca-tori pentiti.Luca è biografo della Madonna e dell’infanzia di Gesù. Inoltre la leggen-da vuole che sia stato il primo pittore

e scultore a rappresentare la beata Ver-gine. All’Accademia di S.Luca a Roma (così battezzata da Papa Gregorio XIII nel 1577) un quadro attribuito a Raf-faello che ra� gura l’evangelista in atto di ritrarre su una tela la Madonna col Bambino,rispecchia questa antica leg-gendaria tradizione che lo vuole quale autore della prima immagine pittorica della Vergine che sarebbe poi divenuta modello di tante Madonne Nere. Per questo suo talento di pittore, S.Luca nel Medio Evo era stato scelto come Patro-no dell’Università,delle arti,della pittu-ra e della scultura.Comunque S.Luca è � n dall’antichità (dal VII dC) rappresentato in veste di medico,con la caratteristica toga bianca e con nella mano sinistra una borsa ed un rotolo : la borsa quella dei medici-nali e dei ferri chirurgici, il rotolo sta a rappresentare un trattato dell’epoca o il Vangelo.La comunità degli storici,gli scrittori della Cristianità interpretarono il no-me di “medicus” riferito a S.Luca come l’attributo di chi si dedica a curare le infermità del corpo e in questo senso lo scelsero come Santo protettore dei Medici e dei Chirurghi.Le facoltà di Medicina di Montreal, Beyruth e Lovanio hanno S.Luca come loro patrono.S.Luca si festeggia il 18 ottobre,nel suo “dies natalis” ovvero il giorno in cui,in Bitinia,”dopo aver so� erto il martirio nel nome di Cristo,morì nella gloria dello Spirito Santo”.(Dal Martiriologio Romano)Le reliquie di S.Luca avventurosa-mente arrivate in Italia da Costanti-nopoli sono venerate nella chiesa di Santa.Giustina a Padova.

Cenni bibliogra� ci.Attwater T.: “Santi”, Ed.Piemme, Alessandria 1993Brown P. : “Il culto dei Santi”, Tradu-zione italiana,Torino 1983Cattabiani A.: “Santi d’Italia”, Ed.Rizzolo,Milano 1993Da Varagine J.:”Legganda Aurea”, Ed.Florentia,Firenze 1985Duchet G. e Pastoureau M. :”La Bible et les Saints”,Flammarion,Paris . Pazzini A.:“I Santi nella storia della me-dicina” Ed.Mediterranea,Roma 1973Sgarbossa S.e Giovannini L :”Il santo del giorno”, Ed.S.Paolo1986.

a cura di Mariangela Rinaldi

Storia del Santo Protettore dei Medici: S. Luca

Storia della Medicina

le sue armonie,proiettando la sua anima,la sua arte,il suo genio oltre la morte,Frédéric Chopin si spegne il 17 ottobre 1849.

Al suo funerale, per suo espresso desiderio, fu eseguito il Requiem di Mozart.Il suo corpo riposa nel cimitero di

Père Lachais a Parigi,ma il suo cuore è custodito nella Chiesa di Santa Cro-ce a Varsavia.

Mariangela Rinaldi

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Arte

Napoli celebra il “suo” Baroc-co <come metafora o meglio, come condizione permanen-

te, nel bene e nel male>, della città <tra luci e ombre, vizi e virtù, fatti e misfatti>. Così scrive Nicola Spinosa, presentando la megarassegna che oc-cupa sei spazi museali eccellenti, da Capodimonte a Palazzo Reale. Vi sono sciorinate oltre 500 opere di arte e di arti del secolo e mezzo – dal Seicento a metà del Settecento – di cui fu prota-gonista quella che era la metropoli più grande di Europa dopo Parigi, capitale prima del vicereame spagnolo nel Mez-zogiorno d’Italia, poi dell’autonomo Regno borbonico. S’intitola ““Ritorno al barocco” perché Spinosa, ideatore-curatore dell’evento, lasciando dopo 25 anni la Soprintendenza campana, ha voluto ricollegarsi alle rassegne sullo stesso tema promosse sin dal 1979 dal suo predecessore Ra� aello Causa. Così riassumendo un ciclo fervido di ricerca e di rilancio di una cultura che segnò l’identità e il destino di Napoli. Di qui l’invito a non fermarsi solo nelle sedi di esposizione, ma a scegliere itinerari fra strade, vicoli, piazze, chiese e palaz-zi: il “gran teatro del mondo”, Il teatro barocco di Napoli, in tensione costante tra vita e arte, in immagini che esaltano le contraddizioni dell’esistenza. Avven-tura diuna città combattuta fra miseria e nobiltà, fra Tommaso Campanella e Masaniello, che si avvia con l’arrivo a Napoli nel 1606 del Caravaggio. La sua “Flagellazione” dipinta per la chiesa di san Domenico, collocata all’inizio del-la mostra a Capodimonte, segna col

contrasto possente e dolente fra luci e ombra di corpi popolani, un cambia-mento nell’arte del grande lombardo. Cambia con lui la pittura napoletana, e si a� erma come naturalismo vigoroso e teatrale. Raggiunge picchi di scavata drammaticità nei quadri di Jusepe de Ribera, giunto anche lui a Napoli via Roma, nel 1616, e di intensa concen-trazione nel Maestro dell’Adorazione dei Pastori, di ancora discussa identità. Ma è una storia a� ollata di protagoni-sti, che la peste del 1656 scandisce in almeno due fasi Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Bernardo Caval-lino, Andrea Vaccaro, Micco Spadaro, Mattia Preti, Salvator Rosa, Luca Gior-dano, sino al Settecento di Solimena e De Mura (resta fuori Corrado Gia-quinto). Pittori che mettono in scena sia la vita quotidiana che le storie di una religione vissuta come passione di corpi, fra apologia e tragedia. La mostra si dispiega – anche con co-spicua serie di disegni - a� ancando alle opere di proprietà del Museo uno stuolo di prestiti importanti dall’este-ro e da collezioni private. Il panorama della pittura si completa nel Museo Pignatelli con l’opulento capitolo delle “nature morte”, carni e pesci, frutta e � ori, composti con vivezza meridio-

nale e nitidezza � amminga, da Luca Forte ai vari Ruoppolo e Recco. Le sculture devozionali in legni dipinti e cartapeste argentate popolano di vir-tuosi illusionismi gli spazi suggestivi della Certosa di San Martino, aperta sugli incanti del Golfo.Ma per capire il Barocco come espe-rienza di arte totale bisogna inerpi-carsi nel poderoso Castel Sant’Elmo. Qui si para la trionfale Macchina delle Quaranta Ore: l’ostensorio incoronato da una sfolgorante raggiera, vegliato da angeli, illuminato da bracci di can-delieri con mille � ammelle, che veniva esposto in San Domenico fra concerti di musiche e canti nel tempo intercor-rente fra la deposizione e la resurre-zione di Cristo (le “quaranta ore”) ma anche a Carnevale, come spettacolo sacro contrapposto alla festa profa-na. Poi conviene discendere ai piaceri domestici di porcellane, ceramiche, argenti, coralli, alzate, del museo del Duca di Martina immerso nel verde languido del parco della Floridiana. Ritornati nel cuore della città, in piaz-za del Plebiscito, si può a� rontare la luminosa scalea di Palazzo Reale (do-ve è anche di scena l’architettura, sino a Vanvitelli, il grande ideatore della Reggia di Caserta). Nell’estasi vertigi-

Mostra a Napoli

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nosa della Cappella Palatina possiamo sostare per il colpo di scena � nale: vi campeggia uno dei più a� ollati e spet-

tacolari Presepi del Settecento napole-tano (insieme col Presepe Cuciniello a San Martino). Sintesi e metafora di

quel presepe globale che è Napoli. Ieri come oggi.

Pietro Marino

Inizio dei lavori 9,30 con il saluto della Presidente della sezione di Guida De Santi, il saluto del Presidente Ordi-ne dei medici Dott.. Umberto Quiriconi ed il saluto della Presidente nazionale Lilia Tatò FortunatoViene sottolineato dalla Presidente Lilia Tatò che ha vo-luto inserire due nuove commissioni Federspev e Rap-porti Esterni per essere sempre più informate ed avere visibilità.Il concorso letterario è una fonte di pubblicità in quan-to è rintracciabile sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione.Un esempio per poter essere più visibili è trattare tutte insieme nello stesso giorno il 18 ottobre 2010 il tema nazionale cercando di dare risalto tramite la stampa sia locale che nazionale. La data deve essere considerata “giornata nazionale dell’ammi” così come c’è la giornata delle arance di AIRC o del telefono azzurro ecc, Inoltre viene evidenziato che il motto “unite per uni-re” è da sfruttare e da mettere in pratica senza invidia e gelosia.Le componenti della Giunta nazionale relazionano:- Alba Maspero Casorati – segretaria invita ad inviare

tutti gli indirizzi delle varie sezioni - Mariella Piras –Tesoriera – sollecita il versamento del-

le quote entro il 31 marzo speci� cando nella causale la città ed il numero. Inoltre sollecita il contributo per Messina.

- Mastrangelo Rosanna riferisce per Onaosi sottoline-ando che la data di inaugurazione il 6.11.2000 ha visto la presenza del presidente del Senato, On. Schifani.

- Per la commissione emendamenti viene sottolinea-

to che ci sarà lo statuto da cambiare in base al nuovo prospetto che tutte le sezioni hanno compilato il mod. EAS

- Per la commissione orfani viene suggerito stendere un regolamento con le caratteristiche dei richiedenti

- Commissione Enpam – Angela Grasso relaziona - Commissione Tesseramento: verranno inviate le tesse-

re alle socie per identi� carsi ed ottenere sconti nei ne-gozi convenzionati – Convenzioni che verranno fatte a livello di ogni singola sezione

- Commissione sanità: Maria Antonietta Pintus sugge-risce un libretto per il tutor valutatore per il nuovo medico giovanel

- Commissione rapporti esterni: proposta di patrocinio o collaborazione con le varie associazioni della città di appartenenza

- Per Federspev relaziona Carmen Marini SpaneddaViene descritto il sito internet www.ammi-italia.org che vuole essere uno strumento che deve dare ampia visibili-tà, ma anche vedere cosa fanno le varie sezioni. Pertan-to sono invitate tutte le Presidenti a fornire il loro sito internet per poter mettere il link oppure i loro recapiti principali o le iniziative più importanti che le singole se-zioni propongono.Per la votazione del tema nazionale viene fatto l’appello e su 18 sezioni ne sono presenti 12.I 3 temi che verranno portati a Palermo sono:- Curare l’ambiente per curare la salute- Dalle malattie della povertà alle malattie dell’abbon-

danza: fame ed obesità un contrasto insopportabile del mondo contemporaneo

- il cuore e la mente benessere � sico e mentale. Come combattere e prevenire lo stress e le patologie ad esso collegate

Viene proposto per il prossimo anno che l’Interregionale si tenga a Perugia.Il seminario Nazionale verrà e� ettuato il 1-2 ottobre a Firenze.Interventi da parte delle � duciarie:- Anna Maria Santoni per Marche e Umbria- Antonietta Cervelli per il Lazio- Maria Antonietta Pintus per la sardegna- Anna Maria Ungar per la Toscana

Interregionali Lucca 27- 28 Gennaio 2010 Palazzo Bernardini – Associazione Industriali

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Intervengono al termine le presidenti di - FIRENZE Anna Grazia Parenti presentando le varie

iniziative intraprese: sostegno ass, ragazzi disabili, in-contri con la Croce Rossa, serata di moda a favore ass, di bimbi nati prematuri. Inotre ha ricordato una socia scomparsa Maria Laura Tonelli

- PRATO Ivana Ferretti che ha ricordato la conferen-za sull’in� uenza e il concerto per la raccolta fondi per contribuire all’aquisto arredamento di una sala di ac-coglienza malati oncologici

- PADOVA Marta Giobba Rossi invita all’interregionale del 12-13 marzo a Padova

- SIENA Andreina Scaglione Correale sottolinea l’ac-

cordo con la LILT - PISA Nuccia Calderazzi responsabile del giornale del

centro sollecita di inviare indirizzi corretti ed articoli da pubblicare

Al termine interviene per illustrare lo stato dell’ospedale de L’Aquila la d.sssa dirigente di neonatologia Di Fabio Sandra.Descrive quanto è stato fatto dal 6 aprile ad oggi e quan-to ancora si sta facendo per riportare alla normalità. E’ ben lieta della donazione che andremo a fare e che ser-virà molto probabilmente per l’acquisto dell’attrezzatura per il parto a domicilio. Di questo ne saremo più certe quando si saprà esattamente l’esigenza.

Inizio dei lavori 9,30 con il saluto della Presidente della sezione di Benevento Guia Conti Izzo ed il saluto della Presidente nazionale Lilia Tatò FortunatoSeguono le relazioni delle � duciarie:- Maria Rosaria Setola per la Campania- Rossella Cicco per la Puglia- Franca Vena per la CalabriaAssente la Sicilia che comunque ha spedito la relazione.Segue la relazione dei vari componenti della giunta na-zionale.Viene descritto il sito internet www.ammi-italia.org che vuole essere uno strumento che deve dare ampia visibili-tà, ma anche vedere cosa fanno le varie sezioni, Pertanto sono invitate tutte le Presidenti a fornire o il loro sito internet per poter mettere il link oppure i loro recapiti principali o le iniziative più importanti che le singole se-zioni propongono.La Presidente Lilia Tatò Fortunato suggerisce e sottoli-nea che:- il 18 ottobre deve essere considerata “giornata nazionale

dell’AMMI” ed in quella data tutte le sezioni devono svol-gere il tema nazionale con ampia di� usione sulla stampa

- contattare le mogli degli odontoiatri che sono tante e giovani

- allacciare i rapporti con altre associazioni con patroci-ni, collaborazioni per avere maggior visibilità

- l’intitolazione della nostra associazione può sembrare obsoleta, mentre invece è solo storica ed è attuale per e� etto delle iniziative importanti e costanti che vengo-no portate avanti

- il 22 maggio Mantova festeggerà il 40^ compleanno della fondazione della ns. associazione

- Durante l’assemblea nazionale dovranno essere cam-biate alcune parole del ns, statuto per e� etto di quel modulo EAS che è stato compilato da tutte le sezioni

Viene fatta la relazione della segretaria Alba Maspero Castrati che procede anche all’appello delle sezioni: su 30 presenti 18 di cui 2 con delega.Viene proposto ed accolto all’unanimità la richiesta di quelle sezioni doppie di potersi rendere singolarmente autonome.Viene letta la relazione della tesoriera Mariella Piras.In seguito Rosanna Mastrangelo relazione su Onaosi, mentre Lilly Cavallaro sulla commissione Enpam. Per quanto riguarda la Federspev prende la parola Liset-ta Corniola, per il proselitismo Marisa di Biase, per la commissione orfani Marcella Quaranta.La Presidente Lilia Tatò informa che alle varie iscritte ar-riveranno e tessere per ottenere sconti in negozi. Le con-venzioni dovranno essere attivate dalle singole sezioni.Il prossimo anno l’interregionale si terrà a San Severo di Foggia, molto pubblicizzato dalla Presidente della sezio-ne medesima,I 3 temi maggiormente votati che arriveranno a Palermo sono:- Come tutelare un bene essenziale quale è l’acqua- La donna oggi ed il suo diritto alla libertà. Analisi del-

le varie forme di violenza

Benevento 26- 27- 28 Febbraio 2010 Hotel Villa Traiano

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Inizio dei lavori ore 9,30 con il saluto della Presidente di Padova Marta Giobba Rossi e il saluto della Presidente Nazionale Lilia Tatò Fortunato.Viene fatto l’appello delle sezioni del nord: risultano pre-senti su 24 sezioni, ben 19 sezioni di cui 2 con delega.Alle Presidenti presenti viene consegnato il programma per Palermo e la convocazione del XVI congresso Nazio-nale 7-8 maggio e la convocazione dell’assemblea nazio-nale che si terrà a Palermo l’8 maggio 2010.Votata all’unanimità la proposta che le comunicazioni verranno inviate solo alle Presidenti delle Sezioni. Sarà loro cura trasmettere l’informazione alla Segretaria ed alla Giunta: in ottica di riduzione dei costi, come pure l’invio delle comunicazioni tramite mail.La Presidente Nazionale invita a trattare il tema nazio-nale il 18 ottobre sottolineandc che tale giornata deve considerarsi “GIORNATA NAZIONALE DELL’AMMI”– Solo così in tutta Italia si riuscirà a dare maggiore visi-bilità all’Associazione e cercando di informare gli organi di stampa dell’evento trattato su tutto il territorio in contemporanea.Viene descritto il sito internet: www.ammi-italia.org che non sostituisce il giornale, ma è uno strumento per essere a contatto con tutti coloro che fanno di internet uno mez-zo di comunicazione o di supporto all’informazione.Il concorso letterario, che vedrà la premiazione a Pa-lermo, è stato un evento molto importante. Grazie alla pubblicazione del medesimo sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione, si è visto un incremento delle par-tecipazioni.Si suggerisce, in ottica di maggior appeal della nostra as-sociazione, di cercare di ottenere sconti nei negozi per le iscritte.Si ribadisce che nonostante il nome AMMI possa sem-brare datato, di fatto siamo una bella associazione che

opera nel campo della prevenzione e dell’informazione sanitaria.La Presidente, Lilia Tatò Fortunato, informa che il 40^ compleanno dell’AMMI verrà festeggiato anche in occa-sione del Congresso Nazionale di Palermo ed in tale data ci sarà a disposizione un nuovo gadget pubblicitario da acquistare.La sezione di Mantova, la prima costituitasi in Italia 40 anni fa e che ha dato inizio al proliferare delle sezioni, festeggerà l’importante anniversario sabato 22 maggio e domenica 23 maggio.Viene proposto per il futuro anno Genova come sede del prossimo Intereggionale del Nord.Seguono le varie relazioni della Giunta nazionale:Maria Grazia Tatti Citi – vice presidenteAlba Maspero Castrati – segretariaMariella Mantovani Piras – tesorieraAngela Grasso – Past President riferisce su Enpam.Lilia Tatò Fortunato riferisce sulle commissioni orfani, sanità e rapporti esterni. In particolare sottolinea che le � duciarie devono riferire su come si muove l’associazio-ne AMMI in ogni sezione, in particolare sulla visibilità e la collorazione con le altre associazioni.Si sottolinea in particolare l’accordo con LILT e AIRC: LILT è il presente, AIRC è il futuro Intervengono le varie � duciarie:Nella Dardani per la sezioni dell’Emilia RomagnaFrancesca Chiavinato per le sezioni del VenetoAdele Loiacono per le sezioni della LombardiaAriella Giuricin per le sezioni del Friuli Venezia GiuliaViene votata la terna per il tema nazionale ed in � nale da portare a Palermo arrivano:- la musicoterapia, nobile interazione tra musica e cer-

vello- La depressione male oscuro in agguato a tutte le età- Movimento+alimentazione=elisir di lunga vitaSeguono gli interventi di :- Maria Cristina Longo per il Fondo Orfani, - Antonella Filippini di Mantova che invita al 40^ anni-

versario, - Antonella Candeli Presidente di Modena che propone

la vacanza collettiva per tutto l’AMMI, - Adele Quintavalla Presidente di Parma che illustra la

fattiva collaborazione con l’Università di Parma ed il premio Musa 2010 che hanno ricevuto in occasione della festa della donna e del concerto organizzato per

Padova 12-13 Marzo 2010 Hotel Plaza

- La nascita di un bambino è una gioia così grande che può fare anche paura.

Intervengono al termine le presidenti di Catanzaro –

Nuccia Cagliotti, di Napoli Clara Possennato Gallerani – Messina Rosanna Morabito ed inoltre la futura fonda-trice di S.Agata Militello Maria Franca Giuliani.

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Carissime amiche, come già sapete, sono state nominate nella Commissio-ne ONAOSI, le seguenti componenti:

Andreina Correale – Siena, Lucia Moggi – Perugina, Alessandra Crucitti – Roma, Caterina Fumante di Mo-naco – Caserta, Letizia Cozza – Catanzaro, Giusy Giam-morcaro Arena – Caltanissetta.Su 300.000 sanitari liberi professionisti solo circa 13.000, ad oggi, sono iscritti volontari all’ONAOSI.L’ONAOSI, attualmente eroga prestazioni in favore di oltre 4000 assistiti a domicilio e nelle proprie strutture, Collegi, Convitti e Centri Formativi ospita circa 300 as-sistiti e, come da Statuto e a condizioni regolamentate, 500 paganti.

I miei complimenti alla Presidente di Ferrara Anna Pol-tronieri Grillo che ha promosso l’incontro “Parliamo di ONAOSI” e alla componente Commissione ONAOSI di Caserta, Caterina Fumante di Monaco che ha promosso “Il giovane medico e l’ONAOSI, itinerario possibile?” in collaborazione con il Segretariato Italiano Giovani Me-dici Campania.Il 6 Novembre u.s. c’è stata l’inaugurazione dell’Anno Accademico. Vi ho partecipato con la nostra Presidente Lilia. Nell’ambito delle iniziative umanitarie, è stata toc-cante la consegna, a ciascuna delle vedove dei due parà caduti nell’attentato di Kabul, di euro 15.000,00 (borse di studio per i due bambini di 2 e 6 anni rimasti orfani).

Rosanna Fain Binda MastrangeloResponsabile Commissione ONAOSI

Relazioni ONAOSI

ENPAM

La regressione economica mondiale ha portato a note-vole perdite di capitali e riserve negli istituti gestori della � nanza in tutto il mondo.ENPAM grazie all’accurata gestione previdenziale, assisten-ziale e amministrativa ha contenuto tali perdite ed è l’ente previdenziale che ha avuto negatività misnori nel paese. Anzi vi è già stato un buon recupero e si pro� lano recuperi totali. La Legge ha imposto che vi siano riserve tecniche che

possano garantire pensioni per 30 anni.E l’ENPAM sta prendendo le giuste misure per ottempera-re a questa richiesta. Si è in attesa dell’assenso ministerilae per aumentare la quota destinata all’assistenza e al riguardo è noto che molto è sttao fatto per i medici dell’Aquila e le loro famiglie.

Angela GrassoResponsabile Nazionale Commissione ENPAM

FEDERSPEV

FEDER.SP.eV. (federazione nazionale sanitari pensionati e vedove) ha come obiettivi basilari FED- tutela dei diritti acquisiti;- disponibilità per l’assistenza pensionistica e legale e

tutela degli interessi economici e giuridici dei propri iscritti;

- volontà di coinvolgere con iniziative socio-culturali i pensionati e le vedove di medici, farmacisti e veteri-nari;

- l’istituzione di un fondo di solidarietà, cioè di un aiuto materiale in caso d’indigenza ai propri iscritti.

Attraverso contatti politici e lotte sindacali la FEDER.SP.eV. ha realizzato sinora:- estensione della pensione � no alla laurea per i � gli or-

fani dei sanitari dipendenti da un Ente Pubblico;- la scomparsa della incompatibilità pensione-lavoro;- una Polizza Sanitaria EMPAM / Unisalute per tutti gli

eventi morbosi a prezzi convenienti;

la raccolta fondi Pro-Haiti- Anna Poltronieri Presidente di Ferrara- Dora Polacco Presidente di Trieste - Serena Salvestroni di Verona che ha descritto la devo-

zione della past president nazionale della nostra asso-ciazione che è venuta a mancare.

- Luciana Ruaro Presidente di Vicenza e referente feder-spev.

- Carmen Spanedda Marini Presidente di Rimini che dichiara di essere ottimista nel trovare un seguito alla sua sezione.

Antonella Bigarelli

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Pasqua

Il culto verso la Madonna Ad-dolorata ha le sue manife-stazioni più interessanti e

maggiormente visibili durante i riti della Settimana Santa; nel corso delle processioni, che caratterizzano la vita

religiosa di moltissimi centri di tante città e molti paesi italiani, si assiste alla s� lata di singole immagini o di gruppi statuari formati da più per-sonaggi che hanno preso parte agli ultimi momenti della vita terrena di

Cristo e alla Sua Croci� ssione. Una statua, in modo particolare, at-tira l’attenzione dei devoti per l’atteg-giamento di grande so� erenza che si legge sul suo viso e per l’abbiglia-mento e gli attributi iconogra� ci che

L’Addolorata nelle processioni pasquali

A Parmala presidente dr.ssa Adele Quintaval-la ha ricevuto il Premio MUSA 2010 ideato e promosso dal Gruppo Comu-nicare con il Patrocinio del Comune e della Provincia con la seguente mo-tivazione: l’Associazione A.M.M.I. è da sempre impegnata nella di� usione dell’informazione sanitaria e nella so-lidarietà a sostegno della categoria più debole.

A Reggio Calabria e Catanzarole sezioni dell’A.M.M.I. hanno saputo a� ancare il Sostituto Procuratore del-la Repubblica dr. Francesco Neri nella denuncia del disastro ambientale delle loro belle provincie organizzando in-contri che hanno richiamato un gran-de pubblico.

A Trapani il 2/12/2009 nel salone di rappre-sentanza del Palazzo di Governo l’A.M.M.I. ha organizzato una con-ferenza sulla “Psoriasi”, moderatore

d’eccezione è stato lo stesso prefet-to S.E. dr. Stefano Trotta. L’evento è stato comunicato dalla Prefettura al Ministro degli Interni. Complimenti

alla presidente di sezione dr.ssa Vita Gisone che ha tenuto a battesimo la nascita di una sezione A. di P.so nella sua città.

Vita delle sezioni

- l’erogazione della pensione EMPAM di reversibilità ancora per n.2 anni alle vedove che si risposano;

- l’erogazione della pensione EMPAM che prima era bi-mestrale e posticipata, ora è mensile e posticipata.

Rivendicazioni:difesa del poter d’acquisto;abolizione delle pensioni d’annata;decurtazione delle pensioni di reversibilità in presenza

di redditi del percipiente;alleggerimento della pressione � scale.Prosegue l’azione della FEDER.SP.eV. per estendere an-cor più l’assistenza ONAOSI ai sanitari pensionati ed alle vedove, richiedendo opportune modi� che statutarie e regolamentari che u� cializzino tale diritto.

Luciana Ruaro Elisa Corniola

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la caratterizzano. Si tratta della Ma-donna Addolorata che viene portata in processione sia il venerdì santo sia il venerdì che precede la Settimana Santa, secondo la tradizione dei Ser-viti. Infatti, se nella processione del venerdì prima di Pasqua essa segue la croce nuda del Figlio, quando il dramma della Croci� ssione si è già realizzato, il venerdì precedente esce da sola per cercare il Figlio di cui non ha notizia, incontrando sul percorso i Suoi carne� ci, intenti a preparare gli strumenti della Passione .L’Addolorata viene rappresentata con il volto bianco rigato da un’unica la-crima; indossa abiti lunghi e neri, ar-ricchiti a volte da ricami in argento o in oro, con un ampio velo, anche que-sto rigorosamente nero, che spesso giunge � no ai piedi; in più, all’altezza del cuore, che può anche essere in ar-gento applicato sul vestito o ricamato, compaiono con� ccate sette spade; si tratta dei sette dolori a� rontati dalla Madre di Cristo che, per tradizione, sono stati enucleati dalla lettura dei Vangeli: la Profezia del vecchio Sime-one nel corso della Presentazione di Gesù al Tempio; la fuga in Egitto; la perdita di Gesù nel Tempio; l’incon-tro di Maria e Gesù lungo la Via Cru-cis; Maria ai piedi della croce; Maria che accoglie tra le braccia Gesù mor-to, prima della sepoltura; Maria che vede seppellire Gesù; a ogni dolore corrisponde una lama. La prima festa della Madonna dei Dolori fu istituita a Colonia nel gior-no del Venerdì Santo del 1423, men-tre nel 1490 ebbe origine in Fiandra la Confraternita dell’Addolorata ad opera di Giovanni de Coudenberg, poi di� usasi in tutta Europa ove ha dato origine a numerose altre con-fraternite dell’Addolorata che, a loro volta, dettero grande impulso a pro-cessioni con musiche composte per la circostanza e con testi scritti in cui veniva usata la lingua nazionale.Il culto, però, risulta essere molto più antico; sappiamo infatti che è attesta-to già nel corso dell’XI secolo e che Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) nel sermone 29 descriveva la Madon-na con il cuore tra� tto dalle spade del

dolore; anche San Francesco ne pro-mosse il culto in modo immediato, più vicino al popolo; fu solo intorno al 1260, con la nascita del Movimen-to dei Disciplinati, che la devozione alla Vergine Addolorata si propagò in tutta Europa. In Spagna, ove ancora oggi le proces-sioni del Venerdì Santo richiamano, per la loro complessa e suggestiva coreogra� a e per la partecipazione di moltissime confraternite, una gran quantità di devoti o semplici turi-sti curiosi, il culto dell’Addolorata si sviluppò a seguito dei legami politi-ci esistenti con i Paesi Bassi nel mo-mento in cui regnava Carlo V, nel cui impero rientrava praticamente tutta l’Europa ad esclusione della Francia e dell’Inghilterra, ove però il culto si propagò ugualmente.In Italia la devozione all’Addolorata fu largamente di� usa dall’Ordine dei Servi di Maria, o dei Serviti, fonda-to nel 1233 a Firenze dai Sette Savi, ai quali la Vergine avrebbe rivelato i suoi dolori; l’ordine, che indossava rigorosamente abiti neri in memoria dei dolori sostenuti da Maria nel cor-so della Passione del Figlio, era quin-di contraddistinto da una intensa ve-nerazione per la Madre di Cristo. Al XIII secolo risale anche l’inno dello Stabat Mater, attribuito pur con qual-che perplessità a Jacopone da Todi, preghiera in cui si medita sulle sof-ferenze di Maria nel momento della Passione e Croci� ssione di Cristo.Se nel corso del Medioevo e � no al Cinquecento le rappresentazioni della Passione erano a� date a personaggi viventi con azioni sceniche e proces-sioni, con drammatizzazioni che per-mettevano l’umanizzazione dei per-sonaggi, sulla base di elementi tratti anche dai Vangeli apocri� e da testi popolari, dopo il Concilio di Trento si preferirono processioni con statue in legno o in cartapesta, lasciando però ancora qualche spazio ad alcune tipologie di personaggi, come i bam-bini vestiti da angeli, i soldati romani, il cireneo, presenti ancora oggi in di-verse processioni pugliesi. Sotto il ponti� cato di Paolo III, nel 1539, si vietò alla Confraternita del

Gonfalone a Roma di rappresenta-re processioni con viventi; da alcuni documenti del secolo seguente si sa che questi vennero sostituiti con sta-tue e macchine, utilizzate soprattutto per rappresentare la Pietà: la Madre dolente che, seduta, tiene sulle ginoc-chia il Figlio morto.Sotto il nome dell’Addolorata furono fondate confraternite con scopi as-sistenziali e penitenziali e numerose congregazioni femminili; la prima confraternita in territorio italiano fu quella voluta dai Serviti a Bologna nel 1598, il cui statuto fu approvato da papa Clemente VIII nel 1604; nel giugno del 1668 l’Ordine poteva ce-lebrare, su permesso della Sacra Con-gregazione dei Riti, la messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria; messa che papa Innocenzo XII stabilì u� cialmente che venisse cele-brata la terza domenica di settembre, mentre nel 1814 papa Pio VII istituì la festività della Vergine Addolorata il 15 settembre.Tra le numerose processioni che con-traddistinguono diversi centri, gran-di e piccoli, della Puglia, particolar-mente suggestiva appare quella dei Misteri che si snoda nell’antica città di Taranto partendo dalla chiesa del Carmine il venerdì santo, mentre il giorno prima è quella dell’Addolorata che a mezzanotte prende il via dalla chiesa di San Domenico Maggiore. Un’altra interessante processione vie-ne realizzata a Canosa e si svolge in due momenti diversi: il venerdì di Passione e il sabato santo; nel venerdì la Madonna con un velo nero percor-re le strade seguite da donne vestite di nero che cantano il Miserere; il sa-bato, invece, l’Addolorata, o meglio la Desolata, preceduta da bambine che portano gli strumenti della passione, è accompagnata da una schiera di donne, non solo rigorosamente ve-stite di nero ma con il volto coperto da uno spesso velo nero, che cantano lo Stabat Mater e l’Inno alla Desolata, tenendosi per mano, piangendo e ur-lando. Si tratta della rappresentazio-ne di un dolore universale, del dolore dell’uomo sulla terra, del dolore di una madre che ha perso il � glio, del pian-

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E fu la riscoperta della tradizione � gurativa. Non l’astrattismo ma proprio il � gurativo ha rappre-

sentato il nuovo messaggio dell’arte sacra contemporanea. La s� da è l’ in-ventare gli archetipi della tradizione prettamente cristiana.E Pomodoro, motivando il proprio progetto per la Porta del Re del Duomo di Cefalù, scrive: “Ora, trattandosi qui della divina trasformazione straordi-naria del Cristo, risorgente dalla tomba per ascendere al cielo, alla sfera celeste, all’assoluto, da parte mia, occorreva mostrare come la forza di quest’ascen-sione sublime dissolvesse la terra che lo tratteneva, in forma gloriosa ed esal-tante… ho realizzato il cielo e l’aldilà in una sfera d’oro”.Su questa scia si è posto Pericle Fazzi-ni (1913–1987) nell’elaborare, su com-missione di Paolo VI (La “Gaudium et spes” era stata erroneamente interpre-tata in chiave di confusione, rimescola-mento con il mondo contemporaneo), la “Resurrezione” (1972-77) che, nella sua maestà, compendia il valore stesso e l’apertura alla realtà trascendente del-la Sala Nervi in Vaticano.Un fastoso irraggiamento che, dal Ri-sorto, inebria e riluce tutto il circostan-te. Un messaggio “nuovo” che riunisce, in un solo corpo glorioso, anche la pas-sione, la morte del Cristo.Questo Cristo che mette soggezione, crea imbarazzo, induce timore ma si apre alla gloria, irradia � ducia nel nuo-vo Regno e de� agra di luce e fastosità tutto l’ambiente, è come “se risorgesse – scrive Fazzini – dallo scoppio di que-sto grande uliveto, luogo di pace delle

ultime preghiere, Il Cristo risorge da questo cratere apertosi dalla tomba nu-cleare: un’atroce esplosione, un vortice di violenza e di energia; ulivi divelti, pietre volanti, terra di fuoco, tempe-sta, formata da nuvole e saette, e un gran vento che so� a da sinistra verso destra”. Un compendio – il suo – che esprime il grande ascetismo e la severa spiritualità che permea la sua opera. E’ una � gura eterea ma plasticamente immanente, forte che, per se stessa, vibra, irrompe, riempie gli spazi e parla, trascina, indìa, testimonia la gloria del Cristo che ha vinto la mor-te ma che non ha cancellato la propria passione, il dolore, la morte che redi-me, che esprime un dolore cosmico e, nel contempo, la gloria, il perdono, la vittoria, il mutamento, la rivoluzione per l’uomo. Un linguaggio inconsueto, plastico, a volte, forse, espressionista, libero, � u-ido, dinamico, questo dell’artista po-liedrico di Grottammare, in prov. di Ascoli Piceno (che gli ha dedicato, di recente, un Museo, “Fazzini e arte con-temporanea”), al quale non difettano padronanza della materia e rigorosa coerenza del discorso.E’ lì, in quella sala straordinariamente ampia, quale segno di vittoria, di spe-ranza, ad o� rire � ducia di salvezza, ad invitare all’ascolto, al raccoglimento, al-la preghiera � duciosa, mentre intorno è sconquasso, esplosione della materia, dissoluzione della forma “in un sem-pre più misterioso universo che non si logora mai” (Fazzini).Lo scrosciare delle mani che applau-dono al rappresentante in terra di

quel fastoso Risorto si confondono con le voci, i canti, i cori che proma-nano dall’insieme di terra scoppiata, di raggi, angeli, anime, che lo circon-dano e gli fanno festa.In quella sala, in quel Risorto, un grande bronzo, lungo 20 metri, alto 7 e profondo 3, sono il cosmo, l’uma-nità che, nella Risurrezione, attesa da secoli, ritrova la propria ragion d’essere, di sperare, di aver � ducia, di non aver paura.E’ risorto, per noi. E’ qui, con noi.

Antonella SimonettiStorica dell’arte Soprintendenza per i

Beni Storici Artistici Etnoantropologici della Puglia

La Resurrezione

to funebre di antichissima tradizione interpretato in maniera viscerale in un rito collettivo carico di tensione che coinvolge coralmente tutti i par-tecipanti, anche coloro che si trovano ad intervenire da semplici spettatori;

processioni che, diversi� candosi per alcuni aspetti a seconda delle tradi-zioni locali, sono testimonianza della pietà popolare che, espressa attraver-so la gestualità e la tradizione orale, si stringe attorno alla Chiesa che, pur

ferita dalla morte del Cristo, crede nella Sua Resurrezione.

Gioia Bertelli Buquicchio ordinario di storia dell’arte

medioevale, università di Bari

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Carissime Ammine, giungano graditi a Voi e a tutti i vostri cari i miei più a� ettuosi auguri per una Pasqua felice.Un abbraccio

Lilia

Assistiamo, ormai da diverso tempo, alla moda dilagante di appro� ttare di qualche insuc-

cesso in campo sanitario per imbasti-re un articolo di stampa o - ancora peggio! - una trasmissione televisiva, con tanto di presunti danneggiati, di avvocati e di sedicenti esperti. Tutto ciò prima che la magistratura si pro-nunci sull’episodio e bollando “tout court” come MALASANITÀ l’evento.Le anomalie di tutto questo sono più che evidenti. È inequivocabile che la sede del processo non è quello me-diatico e che i giornalisti non posso-no ergersi a giudici. È naturale che il pubblico venga indotto a schierarsi dalla parte della presunta vittima, condannando senza appello il medi-co o la struttura sanitaria di turno. Ad una lettrice di un settimanale che chiedeva perchè i giornalisti diano

più risalto alle prime che alle secon-de, Massimo Gramellini rispondeva così: “Se due mac chine si scontrano in autostrada, non è che il telegior-nale può aprire il servizio dicendo = <tre milioni di macchine, meno due, hanno serenamente viaggiato duran-te il weekend>”.A processo ultimato con l’assoluzione degli indagati, nessuno scriverà un ar-ticolo con la stessa evidenza del primo o rifarà la trasmissione televisiva.So perfettamente che questi concetti non sono nuovi e sono stati ampia-mente e ripetutamente esposti; ma io ho voluto riprenderli in questo “Giornale”, al solo scopo di stimola-re l’AMMI a rendersi interprete, con incontri sezionali o meglio, se possi-bile, con interventi televisivi dell’evi-dente disagio che ne deriva al mondo sanitario italiano.

Disagio che non attiene solo ai medici, ma anche e soprattutto ai pazienti.Mi sono fortemente meravigliato di ascoltare, in televisione, una rappre-sentante nazionale del “Tribunale per i diritti del malato”, che, in una di queste trasmissioni, si accaniva a de-nigrare le nostre strutture sanitarie, senza capire che, così facendo, � niva per danneggiare soprattutto i malati che riteneva di rappresentare e difen-dere. Perdere la � ducia nelle terapie o nella loro corretta applicazione è quanto di più deleterio vi possa es-sere per l’e� cacia di un trattamento curativo. Diverso sarebbe il caso se il cronista (lo stesso nome suggerireb-be questo comportamento) desse no-tizie dettagliate su un procedimento già concluso, di� ondendo fatti preci-si e nomi dei condannati.

Prof. Gerardo Giocoli Nacci

Lettera al direttore

I processi mediatici ai medici

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Alcuni consigli per pernottare in centro città a Mantova (costi comprensivi di prima colazione):

indirizzo recapiti costo camera singola (€) costo camera doppia (€)Albergo Rechigi (4 stelle)

Via Calvi 30 tel. 0376.320781, 320782; fax 220291 www. Rechigi.com

80 120

Albergo Broletto (3 stelle)

Via Accademia 1 tel. 0376.326784; fax 221297; www. Hotel bro-letto.com

75 120

San Gervasio (b&b)

Vicolo S. Gervasio 2 tel. 0376.221016, 339.1817730; www. beb-sangervasio.it

65 80(terzo letto 20 €)

Residence Al Corso (b&b)

Corso Umberto I° 48 Tel/fax 0376.355132; www. residencealcorso.it

65 (non c’è colazione)

120 (non c’è colazione)

Albergo Antica Dimora (4 stelle)

C.so Vitt. Emanuele 89 Tel. 0376.322329, 325002; fax 310303

80 121

Le interessate dovranno prenotare personalmente.

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La sezione AM.M.I. di Ragusa è lieta di invitare la S.V. alla festa per il tren-tennale dalla fondazione.

GIOVEDI’ 6 MAGGIO 2010

Alle ore 16,00 accoglienza e cocktail di benvenuto.

Ore 16,30 Passeggiata turistica per Ragusa Ibla per ammirare il magi-co barocco ed i luoghi resi celebri dal “Commissario Montalbano”.

Alle ore 20,00 cena tipica presso un ristorante locale (euro 35,00) L’indomani mattina ci recheremo in-sieme in autopullman a Palermo dove

parteciperemo al Congresso. (transfer euro 20,00)Per chi vuole partecipare sia al no-stro Trentennale che al Congresso è consigliabile la prenotazione del volo di andata per Catania e il ritorno da Palermo.

Per la prenotazione si prega chiamare i numeri 338 9307214 (presidente)338 8996033 (segretaria)

In attesa di accoglierVi numerose Vi abbraccio tutte

Silvana Catania Giudice

Prenotazione hotel:Hotel IL BAROCCO Via Santa Maria La Nuova, n.1 97100 RagusaTel 0932 663105e-mail [email protected]� care convenzione AMMIcamera doppia euro 90,00 colazione compresacamera singola euro 65,00 colazione compresa

La prenotazione dovrà pervenire all’Hotel entro il 30 marzo 2010 e dovrà essere garantita da carta di credito. Il pagamento verrà e� ettuato direttamente all’hotel il giorno della partenza.

TRENTENNALE A.M.M.I.Ragusa 06 Maggio 2010

Presidente nazionaleLilia Tatò Fortunato – Via Dante 61

– 70121 BariTel. e fax 0805237676 - cell.

[email protected]

Vice presidenteMaria Grazia Tatti Citi – Via Fratelli

Giachetti 16 – 59100 Prato

Tal. 0574604796 - cell. [email protected]

Past presidente nazionaleRosanna Mastrangelo Fain Binda –

Via Fregene, 67 – 00183 RomaTel. 0677201357 – Cell. 3498131620

Segretaria nazionaleAlba Maspero Casorati - Via Rovere-

to 10 – 20010 MilanoTel. e Fax 0226148746 - Cell.

[email protected]

Tesoriera nazionaleMariella Mantovani Piras – Via Cata-

lani 1/b - 09128 CagliariTel. 0704131172 - Fax 07051096253 –

Cell. 3386387823

Giunta nazionale

Sezioni che hanno rinnovato il direttivo e nomi nuove presidentiANCONA Lea Diamante ImpigliaANDRIA Isa Furiere FioreBOLOGNA Carla Melchionde PonteBRINDISI Rosalia Rinaldi SannicandroCAGLIARI Elisabetta Puddu AneddaCALTANISSETTA Santina Lauria NotoCASERTA Licia Sabatella BianchiCASTROVILLARI Francai M.Pastorivo MazzottaCATANZARO Nuccia Caglioti CarrozzaCOSENZA Rossella Canonaco CostabileCROTONE Anna Maria Capparelli SullaFIRENZE Anna G.Parenti CascinaiGENOVA Marisa Berti Riboli SotilloLA SPEZIA Graziella Coli GiorgettiMANTOVA Laura Talenti LaganàNEBRODI CAPO D’ORLANDO Linda Sindoni Lotta

PARMA Adele Quintavalla CatelliPISA Maria Antonietta Calderazzi LongoRAGUSA Silvana Giudice CataniaRAVENNA Tina Roversi SerraREGGIO CALABRIA Maria Cutroneo BarbaroREGGIO EMILIA Antonella Ferrari BigarelliRIMINI Carmen Spanedda MariniSALERNO Nietta Crucci PentaSAN SEVERO Amalia Niro AntonacciSASSARI Pasquita Fois PelizzoSAVONA Carla Pessino ZanelliSIRACUSA Marlanneija Talenti Mangia� eoTARANTO Amalia Zinzi LeoneTERNI M. Gabriella Da nielli GaragnaniVERONA Lia Lippi OlivieroVICENZA Luciana Ruaro Pelosio

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Il giornale dell’Il Giornale dell’AMMI - n. 1 - 2010

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Programma

Venerdì, 7 Maggio 2010 14.00 Accoglienza e accettazione ne-

gli alberghi riservati 16.00 Trasferimento in Bus G.T. per

Palazzo dei Normanni 16.30 Cerimonia inaugurale - Sala

Gialla 19.30 Chiusura della Cerimonia

Inaugurale e partenza per la serata inaugurale.

Durante il trasferimento, tour panoramico della città.

20.00 Serata inaugurale

Sabato, 8 maggio 2010 08.00 Trasferimento dagli alberghi

alla Sede Congressuale 08.30 Registrazione ai lavori con-

gressuali 09.00 Inizio dei lavori congressuali a

Palazzo Chiaromonte Steri 10.30 Co� ee break 11.00 Proseguimento dei lavori con-

gressuali CDN 11.00 Per le Socie e per i loro accom-

pagnatori partenza dalla sede congressuale per lÆescursio-ne Monreale e Mondello con pranzo libero

13.30 Colazione di lavoro nella sede congressuale

14.30 Assemblea Nazionale 16.30 Chiusura dei lavori congres-

suali e possibilitα di parteci-pare alla passeggiata ôPalermo Sconosciutaö

20.00 Partenza per la serata sociale

Domenica, 9 Maggio 2010 09.00 Partecipazione alle escursioni

facoltative. Solanto e Bagheria con pranzo

in ristorante e trasferimento diretto allÆaeroporto di Paler-mo (sosta a Piazza Politeama).

Palermo storica e Monreale (mezza giornata)

Info: Spese iscrizione al Congresso 32,00 €Prenotazione Alberghiera Hotel *** in centro città: DUS 78,00 €DOPPIA 98,00 €

Hotel **** in centro città: SBL 96,00 €DUS 114,00 €DBL 138,00 €

Al costo della prenotazione alberghie-ra è da aggiungere la fee dÆagenzia di euro 10,00 per camera. COLAZIONE DI LAVORO 35,00 €SERATA INAUGURALE 7 MAGGIO 70,00 € SERATA SOCIALE 8 MAGGIO 50,00 €

Escursione sabato 8 maggio: (minimo 30 persone) PASSEGGIATA PALERMO SCONO-SCIUTA 20,00 €MONREALE E MONDELLO 40,00 €

Scheda escursioni domenica 9 mag-gio: (minimo 30 persone) BAGHERIA E SOLANTO CON PRANZO 60,00 €PALERMO STORICA E MONREALE 40,00 € N.B.: Sono o� erti dalla Sezione AMMI di Palermo: Servizi Hostess di acco-glienza e assistenza, i trasferimenti in bus G.T. dagli alberghi alle sedi della Cerimonia Inaugurale e dei Lavori Congressuali e vv., il tour panoramico della cittα e il co� ee break.

Allego copia del boni� co bancario.

Vi preghiamo di volere prendere buona nota che le prenotazioni non complete dei dati dellÆavvenuto pa-gamento dellÆacconto non saranno registrate.

Il saldo dovrà avvenire entro 15 gg. prima della data di arrivo esclusiva-mente a mezzo boni� co bancario.EÆ previsto il rimborso della preno-tazione per annullamenti pervenuti entro e non oltre 30 gg prima della data di arrivo.Oltre tale termine saranno applicate le penalitα di cancellazione.

Segreteria Organizzativa BIB a Via Emilia, 38 - 90144 Palermo Tel. 091.527416 - Fax 091.527062 e-mail: [email protected] - www.bibacongressi.it

CONGRESSO NAZIONALE A.M.M.I.Palermo 7-8-9 Maggio 2010

Scheda Prenotazione Congresso

Da inviare via e-mail o fax entro il 30 marzo 2010 a: Segreteria Congressuale Ammi c/o Biba Congressi S.r.l Via Emilia, 38 Palermo - Tel 091 527416 /Fax 091 527062 mail: [email protected] La prenotazione dovrà essere invia-ta unitamente alla copia del boni� co bancario per un importo pari al 50% del totale dei servizi prenotati a: ASSOCIAZIONE NAZIONALE MO-GLI MEDICI ITALIANI AMMI SEZIONE DI PALERMO c/o Banca Popolare di Lodi - Ag n- 7 - Palermo IBAN: IT 66 F 05164 04607 000000 148518

Cognome _____________________Nome ________________________Indirizzo ______________________Città _________________________Quali� ca Ammi ________________Data arrivo ____________________ Data partenza __________________Nr. notti ______________________

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