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Il Gioiello nel Rinascimento l’interpretazione degli artigiani orafi contemporanei

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Il Gioiello

nel Rinascimento

l’interpretazione

degli artigiani orafi

contemporanei

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Il Gioiello

nel Rinascimento

2014

l’interpretazione degli artigiani orafi contemporanei

a cura

dell’Associazione di Mestiere Oreficeria Artistica

di Confartigianato Imprese Arezzo

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Il progetto della Mostra è promosso dal Museo Civico di Sansepolcro e dalla Consulta Provinciale dei Produttori Orafi e Argentieri di Arezzo

è stato realizzato a cura dell’Associazione di Mestiere Oreficeria Artistica di Confartigianato Imprese Arezzo

Si ringraziano inoltre per la collaborazione:

Soprintendenza Archeologica della Toscana

Camera di Commercio di Arezzo

Banca di Anghiari e Stia

Arezzo Fiere e Congressi

Comune di Sansepolcro

Università degli Studi di Siena

Liceo Artistico “G. Giovagnoli”

Fondazione “Piero della Francesca”

Comitato d’onore

Daniela Frullani, Sindaco di Sansepolcro

Chiara Andreini, Assessore Attività Produttive Comune di Sansepolcro

Andrea Sereni, Presidente Camera di commercio di Arezzo

Paolo Sestini, Presidente Banca di Anghiari e Stia

Ferrer Vannetti, Presidente Confartigianato Imprese Arezzo

Mauro Giovagnoli, Segretario Generale Confartigianato Imprese Arezzo

Andrea Boldi, Pres. Arezzo Fiere e Congressi e Pres. Fed. Orafi e Argentieri Confart. Imprese Arezzo

Ivana Ciabatti, Presidente sezione orafi Confindustria Arezzo

Alessia Gualdani, Presidente Unione Orafi Confapi Arezzo

Nicola Tacchini, Presidente Federazione Orafi-argentieri CNA Arezzo

Andrea Pessina, Soprintendenza Archeologica della Toscana

Claudio Tomoli, Preside Liceo Artistico “G.Giovagnoli” Sansepolcro

Coordinamento del progetto

Mariangela Betti, Museo Civico di Sansepolcro

Chiara Andreini, Assessore Attività Produttive Comune di Sansepolcro

Paolo Frusone, Federazioni Orafi e Argentieri e Artistico, Confartigianato Imprese Arezzo

Vittorio Alessandrini, Liceo Artistico Sansepolcro

Allestimento

EPA design: Elisa Tacconi, Paola Rojas, Leonardo Poncia

Paolo Frusone, Federazioni Orafi e Argentieri e Artistico, Confartigianato Imprese Arezzo

ABB di Bruschini Bruno

DEI Elettroimpianti

Testi

Mariangela Betti, Museo Civico di Sansepolcro

Paolo Torriti, Università di Siena, dipartimento di scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale, Arezzo

Paolo Frusone, Federazioni Orafi e Argentieri e Artistico, Confartigianato Imprese Arezzo

Vittorio Alessandrini, Liceo Artistico Sansepolcro

Foto

Tiphys Srl

Grafica e Stampa

Stabilimento Arti Grafiche S.r.l. - Sansepolcro (Ar) - Finito di stampare nell’Agosto 2014

Ufficio Stampa

Silvia Roberti, Confartigianato Imprese Arezzo

Corinne Minore, Comune di Sansepolcro

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Sono lieta di portare il saluto dell’Amministrazione comunale alla Mostra orafa “Il gioiello nel

Rinascimento: l’interpretazione degli artigiani-orafi contemporanei”.

Abbiamo accolto molto volentieri la richiesta di realizzare questo evento nel nostro Museo civico,

nel Salone delle Pietre dove è esposta una selezione del Tesoro della Cattedrale

Si tratta di uno luogo ricco di suggestione nel quale gli artisti-orafi contemporanei esporranno le

loro opere in omaggio a quell’età dell’oro per la cultura italiana ed anche per la nostra città rappre-

sentata dal Rinascimento.

L’omaggio conferma la continuità di un artigianato- artistico che, se da sempre qualifica la nostra

realtà economica sia nel settore orafo che nel settore del legno o della trina a spilli, trova oggi

difficoltà ad essere riconosciuto e tutelato in nome di quel made in Italy che sempre più farà la

differenza in un mercato globalizzato, in cui tutte le tipicità e le tradizioni rischiano di essere omo-

logate.

Per questi motivi riteniamo importanti momenti come questi con i quali si vuol promuovere e far

conoscere al grande pubblico una realtà artistico - artigianale di alto livello per qualità e creatività.

Il nostro Museo conserva capolavori assoluti che hanno segnato la cultura italiana e in molti di

questi si rende omaggio alla raffinatezza raggiunta dagli artigiani, siano essi orafi, produttori di

tessuti, intagliatori, immortalando i loro manufatti.

Spero che molti giovani riscoprano il valore della tradizione manifatturiera e vi si avvicinino per

continuare il viaggio creativo ed entusiasmante dell’artigianato - artistico italiano.

Compito di chi sarà chiamato a governare nei prossimi anni sarà proprio questo, coinvolgendo la

scuola, la formazione, le imprese.

Con questo auspicio do il benvenuto nel Museo civico di Sansepolcro agli orafi del nostro territorio

affinché con l’impegno di tutti ritorni ad essere leader in questo settore.

Daniela Frullani

Sindaco di Sansepolcro

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La Camera di Commercio di Arezzo ha da sempre promosso e sostenuto quelle manifestazioni,

realizzate in collaborazione con gli enti pubblici territoriali e le associazioni economiche di catego-

ria, che siano in grado di coniugare le eccellenze produttive delle nostre imprese con la storia e ed il

patrimonio artistico del territorio.

E l'esposizione “Il gioiello nel Rinascimento: l'arte orafa rinascimentale nell'interpretazione degli

artigiani orafi contemporanei” presenta proprio tali caratteristiche.

I magnifici gioielli, realizzati dagli artigiani del Distretto Orafo di Arezzo, si richiamano perfetta-

mente alle tendenze artistiche ed ai gusti rinascimentali riuscendo ad inserirsi in maniera armonica

tra le magnifiche opere pittoriche ospitate nelle sale del Museo Civico di Sansepolcro.

I gioielli realizzati, veri pezzi unici, mostrano come la nostra oreficeria, che costituisce una eccel-

lenza non solamente produttiva ma anche artistica, si ricollega strettamente alle tradizioni orafe

che partendo dagli Etruschi si sono sviluppate fino ad oggi, attraversando ogni periodo storico ed

artistico, compreso quello che, a tutti gli effetti, rappresenta “l'età dell'oro” italiana: il Rinascimen-

to.

Un percorso che prosegue: la nostra oreficeria, mix straordinario fatto di tradizione, abilità tecnica,

stile e design, ha permesso al nostro territorio di divenire il più importante distretto orafo-argentiero

italiano e di essere al vertice della classifica nazionale dei distretti maggiormente orientati all'export.

Concludo con un sincero ringraziamento agli organizzatori, che sono stati in grado di realizzare un

evento in grado di promuovere anche l'offerta turistica provinciale, e sopratutto ai visitatori del-

l'esposizione che potranno apprezzare eccellenze artistiche, contemporanee e antiche, realizzate nel

nostro territorio.

Andrea Sereni

Presidente della Camera di Commercio di Arezzo

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La Mostra “Il Gioiello nel Rinascimento: l’interpretazione degli artigiani contemporanei” si colloca

nel solco della prestigiosa tradizione della Biennale Orafa di Sansepolcro.

Dopo venticinque anni i maestri orafi della Valtiberina ritornano ad esporre le loro esclusive crea-

zioni nella Sala delle Pietre del Museo Civico – questa volta insieme agli altri artisti artigiani della

provincia di Arezzo - sotto l’egida dell’Associazione di Mestiere Oreficeria Artistica di

Confartigianato. Affianco alle botteghe orafe c’è ancora una volta l’Istituto d’Arte di Sansepolcro –

oggi Liceo Artistico - che ha accolto con entusiasmo la proposta di riportare nel borgo biturgense

un’esposizione di arte orafa dedicata all’Idea di bellezza del nostro Rinascimento. Una selezione dei

gioielli realizzati nel corso degli anni dagli allievi dell’istituto sarà presente alla Mostra proprio al

fine di testimoniare il forte legame esistente tra la scuola e le botteghe artigiane del territorio.

Un contributo prezioso è stato prestato poi all’organizzazione della Mostra anche dalla facoltà di

Lettere dell’Università di Siena che ha curato una breve relazione sulla storia del gioiello nel Rina-

scimento.

L’evento ha il merito, a nostro parere, di proporre al visitatore un nuovo punto di vista per accostar-

si alle opere d’arte presenti all’interno del Museo.

Accanto agli splendidi arredi sacri del Tesoro della Cattedrale e alle opere pierfrancescane, tra cui

è impossibile non menzionare quello che è stato definito il quadro più bello del mondo, la Resurre-

zione, troviamo infatti artisti meno rinomati che spesso ci propongono nelle loro opere una rappre-

sentazione del gioiello di straordinaria modernità per cui l’ornamento prezioso è inteso come stru-

mento di valorizzazione del rango sociale, del potere economico o della seduzione femminile.

Il Rinascimento diventa dunque il tema dominante al quale – attingendo ai codici artistici del passa-

to – i 14 artigiani orafi presenti alla Mostra si sono liberamente ispirati con le loro personali crea-

zioni.

Siamo convinti che il progetto della Mostra – associando idealmente il gioiello contemporaneo alle

opere d’Arte custodite nel Museo - riesca a gettare una nuova luce su tutta la produzione orafa del

distretto di Arezzo, valorizzando un giacimento di competenze e conoscenze, ma anche di segni

simboli e forme che si tramanda attraverso le generazioni nel nostro territorio.

Da questo punto di vista la ricerca compiuta dagli artigiani contemporanei sulla storia del gioiello

nel Rinascimento può rappresentare uno spunto prezioso anche per i designer ed i modellisti delle

aziende manifatturiere del nostro made in Italy.

Proprio questi ambiziosi obiettivi hanno determinato l’adesione al progetto di tutti gli attori del

vasto partenariato costituito per la realizzazione della Mostra.

Non solo, dunque, il Museo di Sansepolcro e le rappresentanze delle categorie produttive che aderi-

scono alla Consulta Orafa, ma anche il Comune di Sansepolcro, la Camera di commercio di Arezzo,

la Banca di Anghiari e Stia, Arezzo Fiere e Congressi, l’Università di Siena ed il Liceo Artistico di

Sansepolcro.

A tutti va il nostro sincero e cordiale ringraziamento.

Un ringraziamento particolare va infine agli artigiani orafi dell’Associazione di Mestiere Oreficeria

Artistica di Confartigianato che hanno aderito con entusiasmo al progetto realizzando gioielli di

eccezionale fattura e di straordinaria bellezza.

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Il Presidente

Federazione Orafi e Argentieri

Confartigianato Imprese Arezzo

Andrea Boldi

Il Presidente

sezione Orafi

Confindustria Arezzo

Ivana Ciabatti

Il Presidente

Federazione Orafi-Argentieri

CNA Arezzo

Nicola Tacchini

Il Presidente

Unione Orafi

Confapi Arezzo

Alessia Gualdani

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E’ con piacere e sincero orgoglio che la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo sponsorizza

l’Esposizione di Arte Orafa Rinascimentale nell’interpretazione degli artigiani contemporanei che

sarà allestita presso il Museo Civico di Sansepolcro. La mostra “Il Gioiello nel Rinascimento”

arriva a conclusione di un progetto nato da lontano, è la prosecuzione naturale della prestigiosa

tradizione delle Biennali d’Arte Orafa promosse nella cittadina biturgense, si rivolge al vasto pub-

blico di turisti (stranieri e italiani) che saranno presenti nel nostro territorio durante l’estate e coin-

volge l’intero comparto manifatturiero del distretto orafo della provincia di Arezzo. E’ una mostra

di elevato spessore culturale ed è un progetto che esalta le eccellenze del territorio. Le finalità

dell’esposizione si sposano alla perfezione con quello che è da sempre lo spirito guida del nostro

Istituto. La Banca di Anghiari e Stia sostiene infatti con forza ed impegno fino dalla fondazione

avvenuta nel 1905 (il prossimo anno festeggeremo i centodieci anni) l’artigianato di qualità. In

questo campo rientra ovviamente anche il settore orafo, settore che vanta una tradizione secolare sia

nella Valtiberina che nella provincia di Arezzo. La presenza dei gioielli contemporanei accanto ai

capolavori pittorici del Rinascimento custoditi nel Museo Civico della città Pierfrancescana,

unitamente alla possibilità di ammirare dal vivo le preziose lavorazioni dei maestri artigiani e degli

allievi dell’Istituto d’Arte, rappresenta un elemento di suggestione e di interesse per i visitatori che

durante l’estate vorranno godersi questa bellissima mostra. Il sostegno della Banca di Anghiari e

Stia nei confronti dell’esposizione “Il Gioiello nel Rinascimento” conferma e ribadisce la nostra

vocazione. Essere cioè sempre più presenti nel territorio e fornire un contributo concreto a quelle

realtà imprenditoriali ed artigianali che vi sono insediate e che fanno della qualità il loro marchio di

fabbrica. La mostra di arte orafa rinascimentale allestita presso il Museo Civico di Sansepolcro

esalta questi valori ed è sicuramente motivo di vanto per tutto il territorio.

Paolo Sestini

Presidente Banca di Anghiari e Stia

Credito Cooperativo

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Posta al centro di un vasto anfiteatro montano e collinare,

Sansepolcro ha festeggiato nel 2012 il millenario dalla pro-

pria fondazione.

La tradizione attribuisce infatti a Sansepolcro un’origine per

opera di due Santi pellegrini, Arcano ed Egidio che, di ritor-

no dalla Terra Santa, si fermarono in questa valle dove, per

un segno divino, decisero di restare e costruire una piccola

cappella per custodire le Sacre Reliquie portate da

Gerusalemme.

Intorno a questo primo oratorio si sviluppò il Borgo che fu

detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro; dalla

stessa tradizione deriva l’appellativo con cui gli storici ne-

gli annali del Comune, si riferiscono a Borgo Sansepolcro,

chiamandola “novella Gerusalemme”.

Feudo degli Abati camaldolesi nell’Alto Medioevo,

Sansepolcro fu libero Comune dal 1269.

Terra di confine, difese la propria libertà lottando contro

Castellani, Perugini, e Aretini.

Passò dalla Signoria di Uguccione della Faggiola a quella

dei Tarlati e a quella, poi, dei Malatesta.

Fu per un breve periodo sotto il dominio dei papi per poi

passare, dal 1441, sotto Firenze, dai Medici ai Lorena, fino

all’unità d’Italia.

Nel 1520 Sansepolcro fu fatta città e nominata sede vescovile

da Papa Leone X.

Dal ‘300 al ‘500 Sansepolcro ebbe il periodo di massimo

splendore.

Di quei secoli ricchi di commerci (dal guado ai panni), di

arte e cultura, ne è testimonianza il centro storico della cit-

tà.

Chiuso al suo interno da una cinta muraria delimitata dalle

cannoniere di Bernardo Buontalenti e dalla pregevole For-

tezza di Giuliano da Sangallo, il centro storico di Sansepolcro

si caratterizza per un succedersi di palazzi medioevali, con

le caratteristiche torri, oggi mozze, e rinascimentali (Palaz-

zo delle Laudi, Palazzo Alberti, Palazzo Aggiunti, Palazzo

Graziani, Palazzo Ducci - Del Rosso,…); per le sue Chiese

(dalla Cattedrale romanica, alla Chiesa gotica di S. France-

sco) con i loro caratteristici campanili; per l’eleganza e la

raffinatezza degli elementi architettonici.

Un centro storico colpito da una lunga storia di terremoti, di

attacchi esterni e di lotte tra le varie fazioni cittadine, ma

che ha conservato sino ai giorni nostri i caratteri di un cen-

tro d’autore, profondamente legato al massimo figlio di que-

sta terra: Piero della Francesca.

L’Artista, che si firmava “Pietro dal Borgo”, ha immortala-

to la città nelle sue opere, esaltandone i caratteri, così da

Sansepolcro città d’arte e d’autore

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Statua reliquiario della Madonna del SS Rosario

Secolo XVI - Museo Civico

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avvicinarla a quella città ideale di cui allora si discuteva

nelle corti italiane.

Se poche sono le notizie personali su Piero della Francesca

- conosciamo solo la data della sua morte, il 12 ottobre 1492

- molte sono invece la notizie d’archivio che documentano

una sua attiva vita cittadina, ora come testimone di contrat-

ti, ora lui stesso soggetto di compravendite, ora eletto a ruo-

li pubblici - soprintendente alle mura, al Palazzo di Resi-

denza, titolare di balestra per la difesa cittadina, ...

E’ al Borgo infatti che ritorna dopo le permanenze nelle più

importanti Corti dell’epoca che lo chiamano a lavorare e nei

cui Palazzi lascia importanti capolavori.

A Sansepolcro Piero costruisce la propria casa e ne segue

probabilmente i lavori, come testimoniano alcuni riferimen-

ti architettonici al Palazzo ducale di Urbino.

Oggi è possibile ripercorrere i luoghi legati al nome di Piero

della Francesca a partire dalla città nel suo insieme. Parten-

do dal centro storico, scenario scelto per le tavole della

Natività, del San Girolamo e del Battesimo di Cristo, fino

alle colline in cui viene ambientata la Resurrezione di Cri-

sto.

Ed è proprio intorno alla Resurrezione, simbolo ed emble-

ma della città, commissionata a Piero della Francesca per

celebrare l’identità cittadina in occasione di una maggiore

autonomia concessa da Firenze, simbolo dunque religioso e

civico di rinascita, che si è sviluppato il Museo civico.

Un Museo dalla doppia identità: museo d’autore, legato a

Piero della Francesca di cui conserva 4 opere, l’affresco,

appunto della Resurrezione, il Polittico della Misericordia e

gli affreschi staccati del San Giuliano e del San Ludovico e

museo civico, che racconta la storia artistica della città at-

traverso le opere d’arte provenienti da Chiese e Conventi

dopo le soppressioni degli anni 60 dell’800.

Ma Sansepolcro non è solo la patria di Piero della France-

sca: la sua ricca storia artistica e culturale si lega ai nomi di

Dionisio Roberti, Luca Pacioli (uno dei massimi matemati-

ci del Rinascimento, allievo di Piero della Francesca e ami-

co di Leonardo da Vinci), Matteo di Giovanni, Raffaellino

dal Colle, gli Alberti, Santi di Tito, ...

Così oltre alle sale dedicate a Piero della Francesca, la sto-

ria della città è testimoniata da presenze artistiche quali il

Pontormo, Raffaellino del Colle, i Della Robbia, il Cungi,

Giovanni de’ Vecchi e Santi di Tito, a conferma di una viva-

cità artistica troppo spesso tenuta in ombra dalle opere di

Piero della Francesca e che oggi merita una rinnovata atten-

zione critica.

In questo catalogo il Museo civico di Sansepolcro è presen-

te per aver aperto il Salone delle Pietre che ospita il Tesoro

della Cattedrale alla Mostra orafa “Il gioiello nel Rinasci-

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Reliquiario del velo della Madonna e del pallio di San Giuseppe

Secolo XVII - Museo Civico

Reliquiario ad altarolo - Secolo XVI - Museo Civico

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mento: l’interpretazione degli artigiani-orafi contemporanei”.

In questo suggestivo spazio si troveranno a convivere e si

confronteranno le testimonianze dell’artigianato orafo quattro

- cinquecentesco presente a Sansepolcro, attraverso gli og-

getti sacri della nostra Cattedrale con le creazioni di orafi

contemporanei che si sono lasciati influenzare e hanno dato

la loro personale interpretazione di una delle più fertili e

creative stagioni artistiche italiane: il Rinascimento.

La sezione dedicata all’oreficeria sacra nel Museo confer-

ma l’esistenza di una tradizione orafa cittadina e lo stesso

Piero ce ne dà conferma con i numerosi gioielli che attenta-

mente descrive in molte sue opere e che probabilmente non

aveva ammirato solo nella corti prestigiose dove lavorava,

ma anche tra le nobili famiglie nella sua città.

Come scrive Silvia Pichi nell’introduzione al bel volume

“Sansepolcro. Oreficeria dal Medioevo al cinquecento”, a

cui si rimanda per chi vuole approfondire il tema, “si può

parlare di arte orafa biturgense non solo come espressione

della più ampia realtà aretina ma come compagine artistica

che spesso ne è avulsa e che partecipa di una complessa

eterogeneità di apporti culturali e stilistici”.

La realtà di terra di confine contraddistingue anche questa

tradizione manifatturiera.

Tra il Trecento e il Cinquecento Sansepolcro poteva vantare

una vera e propria tradizione orafa tramandata di bottega in

bottega.

Ricordiamo alcuni nomi:

Bartolo di Matteo orafo di Sansepolcro a fine trecento,

l’orafo fiorentino Michele di Duccio documentato a

Sansepolcro nel 1346, Bartolomeo Todini o di Tondino e

Nello di Giovanni, orafi senesi che stipularono tra loro una

società per esercitare l’arte orafa a Sansepolcro. Nella se-

conda metà del Trecento, sempre a Sansepolcro, esercitano

altri orafi di origine senese, come Francischiello di maestro

Jacopo da Siena; sempre in quegli anni opera a Sansepolcro

Bartolo di Matteo orefice biturgense e Nieri di Barnardo.

Nel Quattrocento abbiamo figure come Andrea di France-

sco e Angelo di Angelo di Nanni orefice o Niccolò d’Ange-

lo di Giannino orefice o Angelo di Antonello o Francesco

di Lorenzo e Lucantonio di Nardo di maestro Paci per arri-

vare a Niccolò di Giovanni da Borgo Sansepolcro al quale

la Fraternità dei Laici di Arezzo commissionò nel 1498 l’ur-

na - reliquario dei santi Lorentino e Pergentino, una delle

più importanti opere di oreficeria realizzate a Sansepolcro.

Nel Cinquecento i documenti ci parlano del maestro

Giuvanfrancescho Genari e si arriva al 1571 quando, in

uno Statuto municipale tra le corporazioni che offrono la

cera per la Festa dei Santi Fondatori Arcano ed Egidio, ap-

pare anche l’arte degli orafi.

Al 1575 risale uno Statuto degli Orafi biturgensi. Per tutto

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Reliquiario ad altarolo - Secolo XVI - Museo Civico

Calice con patena - Secolo XVIII - Museo Civico

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il Cinquecento a Sansepolcro sono attivi orafi come i Polidori, i Norchi, i

Mercati,i Borgoli, i Nuti.

Di questa ricca tradizione restano oggi le testimonianze degli ogget-

ti sacri posseduti dalla Cattedrale, compresi quelli esposti nel Sa-

lone delle pietre del nostro Museo, non tutti realizzati da artigia-

ni locali, ma tutti testimoni del gusto e della cultura raffinata di

questo settore.

Tra le opere che si possono ammirare nel Museo civico segna-

liamo la Corona del Volto Santo, manifattura toscana della

prima metà del XV secolo, in lamina d’argento sbalzato e ce-

sellato; statuette in metallo dorato e applicazioni con pietre

colorate cabochons; la Zona sempre per la vestizione del Volto

Santo con 12 placchette d’argento sbalzato e cesellato; 2 meda-

glioni ovali (manifattura tosco-umbra, XV secolo) tra i quali quello

con incisa la Resurrezione e i Santi fondatori Arcano ed Egidio; la

bellissima Statua reliquiario della Madonna del S.S.Rosario, manifattu-

ra veneta del XVI secolo in argento fuso, lamine d’argento sbalzato e cesellato,

rame dorato sbalzato e cesellato e ornamenti dorati con paste vitree colorate; il

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Zona

del Volto Santo:

particolare con la

Resurrezione e Santi fondatori.

Secolo XV - Museo Civico

Zona del Volto Santo

Secolo XV

Museo Civico

Reliquiario del Velo della Madonna e del Pallio di San Giuseppe, datato 1632, in argento lavorato a sbalzo in parte

dorato, cesellato e inciso, con paste vitree colorate, manifattura romana; il Reliquiario ad altarolo di manifattura

tedesca, fine XVI secolo, di legno ebano, intagliato con applicazioni in argento,lavorato a

sbalzo e cesello con filigrane d’oro e

argento perline, pietre preziose e smal-

ti; infine, il Calice con patena, mani-

fattura romana realizzato da Carlo

Bartolotti nel 1787, in argento, argen-

to dorato, fusto lavorato a sbalzo e ce-

sello, dalla preziosa coppa in oro a 19 carati, ornato da volti di cheru-

bini alati dorati, ricco di decori.

Sono invece perduti i prodotti per le clientele private e per la raffinata borghesia

cittadina, come testimonia ad esempio il Libro di bottega di un orefice anonimo

di Sansepolcro, del 1511-1514, pubblicato da Silvia Pichi.

Per conoscere le mode e i gioielli dell’epoca possiamo ricorrere alle raffigurazioni

artistiche, comprese quelle conservate nel nostro Museo civico.

Se Piero della Francesca dipinge moltissimi gioielli nei suoi capolavori, e nel

nostro Museo possiamo ammirare il gioiello che ferma il manto della Madonna

della Misericordia e la raffinata, nella sua semplicità, collana di corallo e perle

della giovane devota ai suoi piedi, non mancano altri esempi di raffigurazioni

come testimoniano il San Nicola da Tolentino vincitore delle tentazioni di San-

ti di Tito nel particolare della giovane ai piedi del Santo, o la Distruzione degli

idoli di Agostino Ciampelli nei raffinati ricami e gioielli di perle.

Arte e artigianato concorrono così a realizzare quegli ideali di bellezza e armo-

nia, basati sulla continua ricerca di nuove forme di espressione che trovano,

nelle conquiste del passato, l’energia per nuovi traguardi.

Mariangela Betti

Direttore Istituzione culturale Biblioteca Museo Archivi storici

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Il gioiello, da sempre, rappresenta un ingrediente di distin-

zione sociale e, spesso, anche economica. Legato indissolu-

bilmente alla moda, è quindi soggetto ad una diversa incli-

nazione stilistica a seconda delle epoche in cui venne creato.

Per tutto questo nel Rinascimento il gioiello assume un ruo-

lo fondamentale nella società italiana. E’ un periodo di stra-

ordinario splendore per questo tipo di oggetti, dettato sia da

una positiva congiuntura economica (nascita di ricche e ma-

gnifiche corti) sia dalla scoperta di nuovi mondi ricchi di

materie prime. La scoperta dell’America nel 1492, finanzia-

ta dalla corte spagnola, aumentò considerevolmente la dispo-

nibilità sia di pietre preziose, quali ad esempio gli smeraldi,

sia dell’oro provenienti entrambi dal sudamerica. La Spagna

divenne così la nazione guida per la moda del tempo.

Nel 1498 il portoghese Vasco da Gama scopre il passaggio

per l’India attraverso il Capo di Buona Speranza e l’India

diventa il maggiore fornitore di diamanti.

Purtroppo, sia per la sua natura di oggetto prezioso sia per

il legame con i gusti del tempo, pochissimi esemplari quat-

tro-cinquecenteschi sono giunti fino a noi, fusi o smontati

per riadattare le pietre in altri gioielli aggiornati al gusto del

tempo. Fortunatamente numerose testimonianze iconogra-

fiche e documenti di archivio suppliscono a tali perdite. Tali

documenti iconografici sono assai attendibili per lo studio

dei manufatti artistici, anzi, nel caso dei gioielli si trattava

di una dimostrazione pubblica dello status della famiglia ed

era sicuramente la volontà dei committenti ad imporre al

pittore la rappresentazione dei loro gioielli.

Il gioiello rappresentato nei dipinti dell’epoca manifesta per

lo più una stessa forma, chiaramente in diverse varianti:

una pietra centrale squadrata, tagliata a tavola, montata su

un gioiello in oro, spesso a forma di fiore. Nella parte infe-

riore pendono di solito tre perle di cui la centrale si presenta

più grande. Il gioiello, di solito un diamante, ha un riflesso

scuro tanto che nei dipinti dell’epoca tali pietre appaiono

quasi nere. Occorrerà attendere l’inizio del XVII secolo quan-

do i tagliatori di pietre inventarono il taglio a rosa che face-

va risaltare meglio il riflesso delle gemme.

Le pietre preziose erano, oltre ai diamanti, i rubini, gli sme-

raldi e gli zaffiri, insieme alle grosse e pregiate perle.

Vi sono anche delle eccezioni, come il così detto “ferronière”

(dal ritratto di Leonardo da Vinci La belle ferronière) un

sottile cordoncino portato sulla sommità della testa al cui

centro spesso è posta una pietra intagliata (un altro esem-

plare è portato da Elisabetta Gonzaga nel ritratto realizzato

da Raffaello).

Il Gioiello nel Rinascimento

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Ritratto di Maddalena Strozzi, Raffaello Sanzio 1506 ca., Galleria Palatina (Firenze).

Ritratto di Battista Sforza, moglie del duca Federico da Montefeltro, Pie-

ro della Francesca 1742 ca., Galleria degli Uffizi (Firenze).

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Anche gli anelli vengono indossa-

ti in abbondanza su tutte le dita

della mano, sia dagli uomini sia

dalle donne. Dall’inventario redat-

to alla morte di Lorenzo de’ Medi-

ci apprendiamo, ad esempio, che

il Magnifico possedeva diciotto

anelli, due con zaffiri, tre con sme-

raldi, tre con diamanti, quattro con

rubini, due con balasci, due con

turchine e due con le perle.

Nel Cinquecento la moda dettava

di indossare, oltre agli anelli e ai

soliti pendenti, anche una cintura

in parure con un magnifico colla-

re realizzato con diamanti o sme-

raldi o rubini, tagliati sempre a

tavola, una grillanda nei capelli e

un paio di orecchini con grandi

perle. Spesso le cinture potevano

portare bottoni riempiti di pasta

odorifera.

Oltre alle pietre preziose, i cam-

mei e le gemme intagliate (mon-

tate in oro per realizzare il gioiel-

lo), rappresentavano certo per gli

umanisti un’importante testimo-

nianza del passato, era come pos-

sedere la “cultura degli antichi”,

ma per la moda del tempo tali gio-

ielli erano anche una forma di or-

namento (di solito erano cammei

antichi montati con una cornice

rinascimentale). Un esempio è il

notissimo ritratto di Simonetta

Vespucci realizzato da Botticelli

intorno al 1480-’85 e conservato

al Stadelsches Museum di

14

Ritratto di Simonetta Vespucci, Sandro Botticelli 1480-'85, Francoforte, Stadelsches Museum.

Francoforte: al collo della gentildonna è appeso infatti il famoso cammeo con Apollo e Marsia.

Nel ritratto della moglie di Federico da Montefeltro, realizzato da Piero della Francesca tra il 1565 e il 1572, Battista

Sforza presenta una fronte altissima, secondo la moda del tempo che prevedeva un’attaccatura molto alta rasando i

capelli sulla fronte. Nel pendente, il gioiello più apprezzato nel Rinascimento, che indossa la gentildonna sembrerebbe

riconoscersi una gemma incisa, o forse un rubino inciso? La collana e il collare sono in oro smaltato, con perle, rubini

e zaffiri. Sui capelli è presente inoltre un elegante broche che ripete lo schema tipico del gioiello rinascimentale: una

grande pietra al centro, in questo caso un rubino, circondato da perle, inserito su una montatura a fiore (una specie di

quadrifoglio).

Paolo Torriti

Università di Siena

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l’interpretazione

degli artigiani orafi contemporanei

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Collana a tre fili di perle coltivate, realizzata con foglie d’argento ottenute con le antiche tecniche della fusione a cera persa, traforo, incisione e cesello.

La chiusura laterale con grande cammeo e rubini è realizzata in argento dorato e invecchiato attraverso il trattamento al rutenio. Il gioiello, ispirato alle

forme dell’arte rinascimentale, è stato realizzato in memoria di Marina e Angelo Baragli.

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ROBERTO BARAGLI

Formatosi all’Istituto d’arte di Sansepolcro Roberto

Baragli perfeziona le tecniche dell’arte orafa attraverso

l’apprendistato nelle botteghe artigiane della Valtiberina.

A vent’anni continua la sua personale ricerca nel campo

dell’oreficeria aprendo un suo laboratorio orafo nel cen-

tro storico biturgense.

Le sue creazioni - ispirate ai modelli formali della tradi-

zione classica - appaiono caratterizzate dalla padronan-

za delle antiche tecniche dell’arte orafa, come ad esem-

pio la fusione a cera persa, l’incisione e il traforo e sono

spesso impreziositi con l’inserimento di cammei o attra-

verso l’incastonatura di pietre dure e preziose.

Anello in oro bianco realizzato con le antiche tecniche della fusione a

cera persa e del traforo con pavè di brillanti.

Bracciale in oro bianco con grande cammeo centrale e fili di onice, realizzato completamente a mano attraverso le tecniche dell’incisione, traforo e

incassatura di brillanti.

Orecchini in oro bianco con brillanti e perle australiane, realizzati con

l’antica tecnica della fusione a cera persa.

Spilla in oro giallo realizzata con la tecnica della fusione a cera persa

con inserimento di un cammeo in agata azzurra e perle coltivate.

La spilla è ispirata ai gioielli raffigurati nella Sacra Conversazione di

Piero della Francesca custodita presso la Pinacoteca di Brera a Milano.

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Tris di bracciali lavorati con telaio a mano a 8 licci in argento diamantato e bagnato in oro e seta.

I bracciali sono ispirati ai pregiati tessuti italiani dell’epoca di Piero della Francesca.

Bracciale rosso:

disegno a nido d’ape

Bracciale verde:

disegno spinato

Bracciale multicolore:

disegno cannellato per trama

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ELENA DONNINI

Dopo gli studi compiuti presso l’Istituto d’Arte di

Sansepolcro, Elena Donnini si dedica con passione al-

l’arte della tessitura attraverso l’impiego di telai antichi

e moderni.

Le sue creazioni - realizzate inizialmente attraverso la

tessitura di filati naturali come lino, cotone e lana - pre-

vedono successivamente anche l’utilizzo di filati in oro e

argento. Attraverso questa originalissima sperimenta-

zione, che coniuga tessitura ed oreficeria, prendono vita

girocolli, bracciali e orecchini, lavorati a telaio, tombo-

lo, uncinetto e ferri.

Gli innovativi e originalissimi gioielli nati nel suo labo-

ratorio aperto nel centro storico di Sansepolcro sono sta-

ti presentati in varie fiere artigiane nazionali ed europee.

Forcella per capelli lavorata ad uncinetto con filo d’argento, perle naturali e cristalli ispirata ai motivi floreali che nel Rinascimento simboleggiavano il tema

del rinnovamento.

Girocollo: lavorato ad uncinetto in argento diamantato e rodiato con di-

segno a maglia alta con tulle colorato

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Particolare della collana in argento con elementi microfusi. Il medaglione da parata è realizzato in lastra di argento e oro lavorati a sbalzo e cesello con

smalto a freddo ed ispirato al fregio della tomba medicea realizzata da Michelangelo nella Chiesa di San Lorenzo (Firenze).

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Danilo Fabiani apprende le principali tecniche dell’ore-

ficeria presso l’Istituto Professionale “Margaritone” di

Arezzo. Negli anni successivi approfondisce le sue com-

petenze di incastonatore frequentando corsi di formazio-

ne e compiendo le prime esperienze professionali in al-

cune aziende manifatturiere aretine.

Nella sua bottega artigiana di Castiglion Fiorentino

Danilo Fabiani crea gioielli esclusivi e collabora con im-

portanti aziende del distretto di Arezzo per lo sviluppo di

nuovi campionari.

Nelle sue creazioni, che risentono fortemente dell’influen-

za della tradizione classica ed etrusca, le antiche tecni-

che della fusione a cera persa, dello sbalzo e del cesello,

appaiono quasi sempre valorizzate dalla eccezionale pa-

dronanza delle tecniche dell’incastonatura di pietre dure

o preziose.

DANILO FABIANI

Anello in argento, ottone e oro puro realizzato con l’antica tecnica della fusione

a cera persa ispirato al tesoro ritrovato a Sovana nella Chiesa di San Mamiliano

e composto da 498 monete in oro zecchino risalente al periodo tardo-imperiale.

Le monetine presenti nella parte centrale dell’anello sono coniate in oro puro e

saldate con l’antichissima tecnica della granulazione etrusca.

Il retro del medaglione è in argento lavorato a traforo e inciso a bulino con smalto a freddo. Il giglio è ispirato a quello utilizzato nella moneta in uso nella

Firenze medicea (fiorino).

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Copertina di evangelario realizzata in lastra di rame lavorata a sbalzo e cesello, ispirata ad un particolare della “Resurrezione” di Piero della Francesca,

(Museo Civico di Sansepolcro).

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CARLO GALAURCHI

Formatosi all’Istituto d’Arte di Arezzo, Carlo Galaurchi

da oltre vent’anni svolge la sua opera di designer e

modellista, collaborando con le aziende del distretto ora-

fo di Arezzo.

Le sue personali creazioni sono realizzate a sbalzo e ce-

sello su lastra di rame e si richiamano alla tradizione

classica, medievale e rinascimentale.

Ispirate alle forme essenziali dell’arte antica le opere di

Carlo Galaurchi appaiono sempre informate al principio

dell’immediatezza fra percezione sensibile e rappresen-

tazione artistica.

Formelle in rame sbalzato e cesellato su un piedistallo di terracotta ispi-

rate alla Madonna della Misericordia di Piero della Francesca, Polittico

(Museo Civico di Sansepolcro).

Copertina di evangelario realizzata su lastra di rame lavorata a sbalzo e cesello, ispirata ad un particolare del “Battesimo di Cristo” di Piero della

Francesca, (National Gallery, Londra).

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Collana in oro giallo e rosa realizzata mediante procedimento di microfusione e incisione a bulino con diamanti, perle e pietre preziose naturali.

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Dopo gli anni della formazione scolastica svolta presso

la sezione orafi dell’Istituto Professionale “Margaritone”

di Arezzo, Enzo Isolani approfondisce le tecniche del-

l’incastonatura in gioielleria attraverso alcune esperien-

ze professionali e formative nel distretto di Valenza Po.

Dopo aver collaborato come modellista presso alcune

aziende manifatturiere del distretto orafo di Arezzo, da

oltre vent’anni Enzo Isolani si dedica con passione alla

creazione di oggetti di alta gioielleria nella sua bottega

d’arte orafa di Camucia, alle pendici di Cortona.

Grazie alle sue raffinate competenze gemmologiche Enzo

Isolani è in grado di coniugare le antiche tecniche della

tradizione orafa, come l’incisione e la fusione a cera per-

sa, con l’incastonatura di pietre dure e preziose, dando

vita a gioielli esclusivi e di rara bellezza.

ENZO ISOLANI

Anello in oro bianco e giallo realizzato mediante procedimento di

microfusione con diamanti, zaffiro e smeraldo.

Orecchini in oro bianco e rosa realizzati mediante procedimento di

microfusione con diamanti, kunziti e perle australiane.

Orecchini in oro bianco realizzati mediante procedimento di microfusione

con diamanti e rubelliti.

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Collana in argento e perle di fiume realizzata con elementi in lastra traforata a mano con tormaline cabochon e zirconi.

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Dopo gli anni dell’apprendimento scolastico compiuto

presso la sezione orafi dell’Istituto Professionale

“Margaritone” di Arezzo, Pierluigi Landini affina le sue

competenze artigiane nelle botteghe orafe fiorentine.

Oggi, nel suo laboratorio di Terranuova Bracciolini si

dedica alla creazione di pezzi unici, oltre che alla realiz-

zazione di campionari su commissione per le aziende

manifatturiere del distretto orafo di Arezzo.

I gioielli creati da Pierluigi Landini risentono in modo

evidente dell’influenza della tradizione orafa fiorentina

sia nelle tecniche di lavorazione che nel design.

I suoi gioielli sono realizzati a traforo, sbalzo, cesello e

microfusione con l’incastonatura di pietre semipreziose.

PIERLUIGI LANDINI

Anello realizzato in lastra di argento traforata e curvata a mano con

tormaline e zirconi.

Bracciale realizzato in lastra di argento traforata a mano e

microfusione con tormaline, zirconi e perle di fiume.

Orecchini realizzati in lastra di argento

con tormaline, zirconi e perle di fiume.

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Collana in argento e pirite con perle, peridoti e citrino con chiusure realizzate a mano mediante lavorazione a microfusione. L’apertura delle due chiusure

consente di scomporre la collana ottenendo in tal modo due bracciali.

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Dopo aver appreso le principali tecniche dell’arte orafa

presso l’Istituto d’Arte di Sansepolcro, Gina Lazzerini

avvia il suo laboratorio nel centro storico del borgo

biturgense.

Nelle creazioni di Gina Lazzerini giocano un ruolo da

protagonista i colori delle pietre dure e del corallo, oltre

che la luce dei cristalli e delle perle . Dall’intreccio delle

gemme con il filo di argento prendono vita gioielli origi-

nali che celebrano la gioia e l’amore per la vita.

GINA LAZZERINI

Orecchini in agata verde e pirite intrecciati a mano con il filo di argento.

Pendente in argento realizzato con la tecnica della microfusione e ispi-

rato a “La Resurrezione” di Piero della Francesca.

Braccialetto in perle e granati

con chiusura in argento.

Realizzato completamente a

mano ed ispirato a trine

rinascimentali.

Bracciale in perle, vetro,

abradonite e quarzo fumè.

Bottone in argento realizzato

con la tecnica della

microfusione.

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Calice della Passione di Cristo. Coppa in argento realizzata con la tecnica della tiratura a martello, con formelle in argento cesellato raffiguranti scene

della Passione, Deposizione e Resurrezione di Cristo. La coppa è sostenuta da tre chiodi in ottone martellato e rodiato. Il cilindro inserito all’interno del

nodo è in ottone dorato e inciso con figure di tralci di spine. La base triangolare del calice in legno di frassino si richiama al legno della Croce di Cristo.

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Diplomato all’Istituto Professionale Statale “Margari-

tone” nel 1959, Alano Maffucci, sotto la guida di valenti

Maestri Orafi apprende i segreti delle antiche tecniche

artigianali dell’ oreficeria.

Dopo esperienze pluriennali nella manifattura orafa, nel

2005 decide di dedicarsi completamente all’artigianato

artistico attraverso l’apertura della Bottega Artigiana

AULE.

Alcune sue opere di arte sacra sono state donate ai Pon-

tefici Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

Nel 2013 ha ricevuto dalla Regione Toscana la qualifica

di Maestro Artigiano per le lavorazioni orafe e per l’arte

sacra. Il suo laboratorio ha da poco ricevuto l’accredita-

mento come bottega scuola della Regione Toscana.

ALANO MAFFUCCI

La formella della Resurrezione è ispirata all’opera pierfrancescana cu-

stodita presso il Museo Civico di Sansepolcro.

Il nodo del calice è formato da tre croci in argento martellato con inca-

stonatura di granati con taglio cabochon.

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Pendente in oro giallo realizzato con la tecnica della fusione a cera persa con cammeo, conchiglia e brillanti.

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Formatosi presso l’Istituto d’Arte di Sansepolcro, Oriano

Mearini approfondisce la conoscenza dell’arte orafa at-

traverso l’apprendistato nei laboratori artigiani della

Valtiberina.

Dal 1978 crea gioielli esclusivi e di raffinata eleganza nel

suo laboratorio situato nel cuore del centro storico biturgense.

Nelle sue creazioni il metallo prezioso prende forma attra-

verso le tradizionali tecniche dell’artigianato orafo e si

arricchisce con i colori delle pietre preziose e semipreziose;

prendono così vita gioielli unici che traggono la loro ispi-

razione formale dall’antica civiltà etrusca o dal Rinasci-

mento per arrivare sino ai motivi floreali del Liberty.

Da circa 15 anni anche la figlia Silvia si dedica alla realiz-

zazione di monili di grande pregio artistico condividendo

nel laboratorio del padre la stessa passione per l’arte orafa.

ORIANO MEARINI

Girocollo realizzato con la tecnica della fusione a cera persa in oro

giallo e perle.

Orecchini realizzati con la tecnica della fusione a cera persa in oro giallo e perle

“Ornamento per zibellino da collo” realizzato con la tecnica della fusione a cera persa in ottone dorato con pietre di colore.

Girocollo in oro giallo realizzato con l’antica tecnica della fusione a cera

persa con topazio e perle.

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Pendente con filo di argento riportato a mano, con perla e granati. I Gioielli in argento,costruiti intorno ad affascinanti perle Mabè, rammentano i colori e le linee

degli abiti delle dame Rinascimentali.

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Dopo la formazione scolastica all’Istituto professionale

“Margaritone” di Arezzo, Andrea Pollauszach perfezio-

na le tecniche dell’oreficeria attraverso diverse esperien-

ze in aziende manifatturiere del distretto orafo di Arezzo.

Successivamente decide di dedicarsi all’attività di

designer avviando con la compagna di vita Silvia Burzi

una bottega artigiana dedita alla realizzazione di pezzi

unici e piccole serie di gioielleria che propone diretta-

mente al pubblico.

La produzione di Andrea e Silvia, pur ispirandosi alla

tradizione orafa classica, si arricchisce di contaminazio-

ni mutuate dai codici artistici della contemporaneità.

ANDREA POLLAUSZACH

& SILVIA BURZI

Anello realizzato con filo di argento riportato a mano, con perla centrale

e granati.

Tagliacarte in acciaio ed ebano con elsa incastonata con granati cabochon, ispirato al Ritratto di Giovane Donna di Dosso Dossi forse raffigurante

Lucrezia Borgia Duchessa di Ferrara (National Gallery of Victoria, Melbourne).

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Disco in lastra di rame lavorato a sbalzo e cesello con immagine della Gorgone Medusa. L’opera è ispirata allo “Scudo con testa di Medusa “realizzato

da Caravaggio e donato al Granduca Ferdinando I de Medici (Galleria degli Uffizi di Firenze). Il tema della Medusa, ricorrente nel periodo Rinascimentale

e soprattutto nell’ambito della corte medicea, assume un valore simbolico in quanto allegoria della Prudenza e della Sapienza.

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Dopo gli anni della formazione scolastica svolta presso

l’Istituto d’Arte di Sansepolcro, Francesco Puletti si dedi-

ca per alcuni anni all’attività di modellista presso alcune

importanti aziende manifatturiere del distretto di Arezzo.

Successivamente apre nel centro storico di Sansepolcro

il suo atelier d’arte per dedicarsi interamente alla sua

vocazione creativa. Le sue opere, realizzate con le anti-

che tecniche dello sbalzo, del cesello, dello smalto e della

scultura a cera persa, traggono ispirazione dai modelli

formali della tradizione classica e rinascimentale per giun-

gere sino all’arte contemporanea.

Nella sua carriera di artista un ruolo di rilievo riveste la

realizzazione della copertura del Fonte Battesimale del

Duomo di Sansepolcro inaugurata nel Gennaio 2012 in

occasione delle celebrazioni del Millennario della fonda-

zione del Duomo e della città biturgense.

FRANCESCO PULETTI

Il retro del

disco in lastra di rame

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Bassorilievo in gesso, decorato con terre, e pigmenti naturali ispirato ad un particolare dell’opera di Pietro della Francesca, La battaglia di Costantino e

Massenzio conservato presso la Basilica di San Francesco ad Arezzo (La Leggenda della Vera Croce).

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Dal 1979 Guido Sisti svolge con passione la sua attività

di docente di oreficeria e arti applicate presso la sezione

Orafi dell’Istituto “Margaritone” di Arezzo.

Le sue opere traggono ispirazione dai temi naturalistici

della tradizione classica o da quelli religiosi dell’Arte

sacra del Medioevo e del Rinascimento.

L’impiego delle antiche tecniche orafe come l’incisione,

lo sbalzo ed il cesello si accompagna nell’opera di Guido

Sisti alla scultura ed alle lavorazioni plastiche.

Attraverso le sue creazioni Guido Sisti intende trasmet-

tere alle nuove generazioni non solo la conoscenza delle

tecniche antiche e moderne dell’oreficeria, ma anche la

creatività e la continua sperimentazione insite nelle di-

scipline artistiche.

GUIDO SISTI

Bassorilievo in gesso con decorazione con foglia oro e argento a missione ispirato agli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina a Roma (la

creazione di Adamo).

Bassorilievo in gesso con decorazioni ad acquerello e terre, ispirato all’opera di Leonardo da Vinci conservata presso la Chiesa di Santa Maria delle

Grazie a Milano (L’ultima cena).

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Collana in ottone realizzata con l’antica tecnica della fusione a cera persa, con moduli traforati e smaltati e centrale in argento con pietra di luna e coralli con

rametto di corallo pendente. La collana si ispira alle collane nobiliari da parata del periodo rinascimentale. In particolare il rametto di corallo pendente si richiama

all’ornamento del Bambino Gesù nella “Sacra Conversazione” di Piero della Francesca conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano (Pala di Brera).

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Formatosi presso l’Istituto d’Arte di Sansepolcro Luca

Spinosi apprende i segreti dell’arte orafa dal padre

Arnaldo lavorando nella bottega artigiana di famiglia nel

centro storico di Sansepolcro.

Le sue creazioni coniugano le abilità manuali dell’arti-

gianato orafo, come l’incisione e la fusione a cera persa,

con un design ispirato alle forme dell’oreficeria classica

e rinascimentale.

La passione di Luca Spinosi per le antiche tecniche della

tradizione orafa si manifesta anche nella grande perizia

con cui provvede al restauro di gioielli di antica fattura.

I suoi gioielli sono spesso impreziositi attraverso l’im-

piego di pietre dure e pietre preziose che vengono inca-

stonate nell’oro e nell’argento con raffinata maestria.

LUCA SPINOSI

Collana in ottone realizzata con l’antica tecnica della fusione a cera persa con perle di fiume con centrale in ottone dorato con giada incastonata. La

collana è ispirata all’ornamento dei capelli degli Angeli presenti nella Pala di Brera di Piero della Francesca.

Anello in oro realizzato a traforo a mano con perla Mabè e rosette di

diamanti, ispirato agli anelli nobiliari del periodo rinascimentale.

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Orecchini in argento fatti a mano con l’antica tecnica della fusione a cera persa con incassatura di acquamarina tonda e quarzo giallo ovale.

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Marco Tontini apprende le principali tecniche dell’arte

orafa all’Istituto d’Arte di Sansepolcro. Negli anni suc-

cessivi al diploma perfeziona le sue abilità e le sue com-

petenze manuali attraverso l’apprendistato compiuto nelle

botteghe artigiane della Valtiberina.

Nel suo laboratorio orafo ubicato nel centro storico di

Sansepolcro Marco Tontini si dedica con entusiasmo alla

creazione di gioielli esclusivi realizzati con le antiche

tecniche della tradizione orafa, come la fusione a cera

persa, il traforo e lo sbalzo. Le sue creazioni di arte ora-

fa, pur traendo spunto dalla tradizione etrusca o

rinascimentale, sono fortemente influenzate, nelle forme

e nel design, dalle tendenze artistiche della contempora-

neità.

MARCO TONTINI

Orecchini in argento fatti a mano con l’antica tecnica della fusione a cera persa con incassatura di quarzo honey antichi.

Anello in argento fatto a mano con l’antica tecnica della fusione a cera

persa con incassatura di quarzo honey ovale taglio antico.

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i Gioielli del Liceo Artistico

di Sansepolcro

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Collana in corallo con centrale in oro bianco, oro giallo e zirconi, ispirata alla “Sacra conversazione” di Piero Della Francesca,

conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano

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L’ultima sezione della Mostra è dedicata ad una selezio-

ne dei gioielli realizzati negli anni dagli allievi del Liceo

Artistico “G. Giovagnoli” di Sansepolcro ispirati alle

opere di Piero della Francesca.

Una scuola colta, ben radicata nel territorio fin dal lon-

tano 1837, e nel contempo aperta, ricettiva, propositiva

è l’identità che il Liceo Artistico “G. Giovagnoli” ex Isti-

tuto D’Arte ha voluto costruire in questi decenni, con

tenacia e convinzione, secondo un’idea pedagogica che

vede l’educazione dei giovani come elemento centrale di

sinergie culturali, di tradizioni, di iniziative, di rapporti

fra realtà diverse, dove lo scambio stesso, prima che la

proposta, è già fonte di arricchimento.

Lo specifico ambito didattico dell’Istituto, nelle sue se-

zioni: Designer del Gioiello, Designer del tessuto, Archi-

tettura e ambiente, è collegato fortemente sia allo studio

della tradizione artistica che alla ricerca estetica in sé

per sé. In tal senso produzione e restauro di Manufatti

illustri scaturiscono da un patrimonio di sapere e dal rap-

porto con i soggetti, enti pubblici e privati non che istitu-

zioni, deputati tutti allo sviluppo e alla promozione di

cultura.

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Il ruolo della scuola

nella tradizione orafa della Valtiberina

Spilla in oro sbalzato e traforato con perle, lapislazzuli

e tormalina rossa incastonata

Spilla floreale sbalzata in argento dorato con perle,

lapislazzuli e corniola centrale.

Spilla in argento sbalzata e dorata con elementi micro-fusi,

perle, lapislazzuli e tormalina rossa incastonata.

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Fermacapelli in avorio, oro sbalzato e corallo.

Bracciale micro-fuso in oro e argento con coralli. Croce in argento dorato con perle, lapislazzuli e pietre.

Una scuola con una vocazione ad una relazione viva ed

integrante con il territorio, propulsiva di eventi, destina-

ta alla trasmissione di tecniche artistiche ed all’elabora-

zione di nuove e particolari forme espressive, dimostrando

la volontà di essere in stretto rapporto con il mondo del

lavoro sia a livello artigianale che industriale.

Ed è proprio da questo connubio tra perizia tecnica ed

ispirazione che l’Istituto riesce a superare i confini tra

Arti maggiori e minori, tra Arte e artigianato, in nome di

una bellezza di forme, di un’armonia che traspare in tut-

te le sue creazioni.

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Indice

Introduzione:

Sindaco di Sansepolcro........................................................................................................................................

Camera di Commercio di Arezzo........................................................................................................................

Consulta Orafa Aretina..........................................................................................................................................

Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.....................................................................................................

Sansepolcro città d’arte e d’autore.....................................................................................................................

Il Gioiello nel Rinascimento...............................................................................................................................

L’interpretazione degli artigiani orafi contemporanei..........................................................................................

Roberto Baragli..............................................................................................................................

Elena Donnini.................................................................................................................................

Danilo Fabiani................................................................................................................................

Carlo Galaurchi..............................................................................................................................

Enzo Isolani.....................................................................................................................................

Pierluigi Landini.............................................................................................................................

Gina Lazzerini................................................................................................................................

Alano Maffucci...............................................................................................................................

Oriano Mearini...............................................................................................................................

Andrea Pollauszach & Silvia Burzi.................................................................................................

Francesco Puletti.............................................................................................................................

Guido Sisti.....................................................................................................................................

Luca Spinosi...................................................................................................................................

Marco Tontini..................................................................................................................................

I Gioielli del Liceo Artistico di Sansepolcro.........................................................................................................

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In copertina: particolare “San Nicola da Tolentino vincitore delle tentazioni” Santi di Tito, Museo Civico Sansepolcro

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Provincia di

Arezzo

con il contributo di

Comune di

Sansepolcro

con il patrocinio di si ringrazia per l’allestimento

il progetto della mostra è promosso da

realizzazione a cura della

Associazione di Mestiere

Oreficeria Artistica