Il gioco del calcio come allegria e strumento educativo…. PROGETTO SCUOLA CALCIO... · SCUOLA...

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SETTORE GIOVANILE ATTIVITA’ DI BASE E AGONISTICA “OBIETTIVO SCUOLA CALCIO” STAGIONE 2011/2012 I I l l g g i i o o c c o o d d e e l l c c a a l l c c i i o o c c o o m m e e a a l l l l e e g g r r i i a a e e s s t t r r u u m m e e n n t t o o e e d d u u c c a a t t i i v v o o . .

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SETTORE GIOVANILE

ATTIVITA’ DI BASE

E AGONISTICA

“OBIETTIVO

SCUOLA CALCIO”

STAGIONE

2011/2012

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PREFAZIONE Anche quest’anno il Settore Giovanile e' pronto a rispondere, se possibile in maniera ancora più incisiva, alle specifiche esigenze che nascono dagli ambiziosi programmi delineati dal Consiglio Direttivo della Società A.C. CASALMAIOCCO A.S.D..

Tutti gli obiettivi che ci eravamo debitamente prefissati in questi ultimi anni sono stati ottenuti e con soddisfazione possiamo affermare di essere ormai pronti (in quanto dotati Della maggior parte dei requisiti) affinché la Federazione Italiana Giuoco Calcio ci possa riconoscere, entro e non oltre i prossimi due anni, come ‘ SCUOLA CALCIO QUALIFICATA’ del Lodigiano.

Pressoché completamente confermato lo Staff di Collaboratori, sia interni che esterni; abbiamo ulteriormente potenziato lo Staff Tecnico con l'inserimento di nuovi e competenti istruttori, sempre con il comune intento di sviluppare una “Scuola Calcio” che sia in grado di offrire adeguate garanzie rispetto agli obiettivi fissati, ma soprattutto basata, in maniera prioritaria, su quanto riportato dalla “CARTA DEI DIRITTI DEI RAGAZZI ALLO SPORT ” stilata nel 1992 a Ginevra.

Responsabile organizzativo sarà il Sig. Luciano Bersani che si avvarrà della collaborazione, per ogni singola categoria, di uno o più Dirigenti che avranno la responsabilità, di concerto con lo Staff Tecnico, di pianificare la stagione agonistica e di assicurarne la logistica.

Complessivamente il Settore Giovanile sarà organizzato in tutte le categorie previste dalla Federazione: Piccoli Amici (2004/05/06), Pulcini (2001/2002/2003), Esordienti (1999/2000), due squadre pure di Giovanissimi Provinciali (1997 e 1998), Allievi Regionali “fascia B” (1995/1996) e Juniores Regionali “fascia A”.

La Responsabilità tecnica del Settore Giovanile di Base sarà affidato all’esperienza ed alla preparazione dei Sigg. Agostino ROSSI e Francesco FIORENZA che si avvarranno di Allenatori con patentino rilasciato dalla F.I.G.C., di Istruttori di base per giovani calciatori e collaboratori con pratica pluriennale nel calcio giovanile. Queste persone avranno il compito di far eseguire, agli Atleti, il percorso tecnico-formativo stabilito. Lo Staff della scuola calcio sarà composto dai Sigg.: Agostino ROSSI, Francesco FIORENZA, Luca BODINI INICCO, Marco FALCONE, Roberto CALAMUNERI, Marco VALENZIANO, Davide Luigi ANTONIOLI, Raffaele PAVESI, Alessandro SPANO, Emanuele ROSI, Pierluigi CORSI e Cristian BECCARIA. Il coordinamento delle categorie agonistiche, giovanissimi, allievi e Juniores, è affidato ad interim al Direttore Sportivo Sig. Sergio MARIANI , che sarà anche l’anello di collegamento con l’attività dei Dilettanti e quella del Settore di Base.

Cercheremo di continuare ad organizzare momenti partecipativi sia per gli Atleti che per i loro Familiari, al fine di rafforzare quello spirito di appartenenza che rappresenta la forza principale di qualsiasi associazione sportiva.

….e per i futuri “campioncini”, la Società prosegue le “collaborazioni tecniche” con le principali compagini professionistiche della zona, quali: FC INTERNAZIONALE , AC MILAN , PIACENZA CALCIO, MONZABRIANZA, CREMONESE E PAVIA.

Con questa nostra prima “brochure” vogliamo riproporre, oltre alle principali notizie organizzative, il programma di lavoro che verrà svolto durante la stagione.

Concludiamo con l’augurio che ogni squadra raggiunga i propri obiettivi, ma anche con una raccomandazione ai nostri Atleti:

“ il calcio è uno sport bellissimo. Disciplina, impegno, spirito di squadra e divertimento sono i suoi ingredienti, ma non dimenticate che l’onore sul campo viene sempre prima del risultato”.

I Responsabili del SETTORE TECNICO

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ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ SPORTIVA GIOVANILE C ON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PROTOCOLLI CON IL MINIST ERO DELLA

PUBBLICA ISTRUZIONE ED ALLO SPORT PER TUTTI:

� L’attività calcistica giovanile è regolata tenendo presente in maniera prioritaria quanto riportato dalla “CARTA DEI DIRITTI DEI RAGAZZI ALLO SPORT” (G inevra 1992).

� Ecco in dettaglio, con un breve commento, i dieci punti di riferimento nella pratica quotidiana della Carta:

� Diritto di divertirsi e di giocare: si tratta di rispettare il modo in cui si gioca a questa età, dove si

inventano magari regole personali di gioco, tanto per cambiare, dove i ritmi di lavoro sono diversi, dove si è spesso alla ricerca dell’aspetto ludico. Sovente quando un ragazzo abbandona lo sport lo attribuisce alla troppa serietà dell’ambiente sportivo e alla noia che prova durante gli allenamenti. E’ bene qui ricordare che nell’origine stessa della parola sport (dal francese antico “desportes”) c’è la nozione di divertimento.

� Diritto di fare sport: ciò vuol dire che se un ragazzo desidera avvicinarsi alla disciplina sportiva di sua

scelta, l’adulto non può negargli questa possibilità, ma deve offrire al giovane le condizioni che più si adattano al suo livello. Quanti ragazzi obesi, poco abili, caratteriali o indisciplinati sono stati così allontanati dallo sport?

Diritto di beneficiare di un ambiente sano: oggi, nello sport di competizione, la lotta al doping e la

promozione del fair-play sono obiettivi comuni alla grande maggioranza delle federazioni sportive. Questi sono comportamenti che si imparano da giovani e che un ambiente sportivo “sano” deve insegnare. Purtroppo non è sempre il caso, basti pensare a dichiarazioni e azioni di allenatori delle squadre giovanili nei confronti degli arbitri.

� Diritto di essere circondato ed allenato da persone competenti: bisogna riconoscere che chi si occupa

di giovani lo fa investendo tempo e volontà; ciò non toglie tuttavia che egli deve formarsi, conoscere i principi dello sviluppo fisiologico onde evitare grossolani errori.

� Diritto di essere trattato con dignità: il ragazzo non è un essere inferiore e l’autorità non è quella

dell’adulto che urla, punisce, minaccia. Lo sport a livello giovanile non dovrebbe essere fonte di frustrazione o di delusione ma di piacere e di progresso e spetta dunque all’adulto creare le condizioni favorevoli all’ottenimento di questi obiettivi.

� Diritto di misurarsi con giovani di pari forza: è senz’altro interessante per il giovane essere

confrontato all’insuccesso nello sport; tuttavia, se egli viene costantemente messo a confronto con avversari che non hanno le sue stesse probabilità di successo, la sua esperienza potrà essere quella o di sentirsi impotente o di sentirsi imbattibile, ciò che non è molto utile dal punto di vista educativo.

� Diritto di partecipare a competizioni adeguate alla sua età: esistono esempi positivi di come si possa

rispettare questo diritto. In molti sport, infatti, si sono introdotte competizioni specialmente rivolte ai giovani (mini-tennis, mini-basket, mini-calcio, ecc…), gare dunque più consone alle caratteristiche spazio-temporali del bambino e del ragazzo.

� Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza: ancora troppo spesso si constatano incidenti a causa di

negligenze dell’adulto. Bisogna tuttavia riconoscere che in questi ultimi anni molto si è fatto in questo ambito (adattamento delle infrastrutture, assistenza medica).

� Diritto di avere i giusti tempi di riposo: ciò significa proporre un programma di addestramento ben equilibrato che consenta momenti di recupero:

� Diritto di non essere un campione: il ragazzo va considerato non solo in virtù di una buona

competenza sportiva o di una qualsiasi eccellenza dei suoi risultati, ma anche e soprattutto con i sui limiti e la sua inesperienza. Ma è anche diritto di essere un campione, se il giovane ne ha il talento e la voglia, a condizione che non serva unicamente ad appagare l’ambizione dei genitori, allenatori o dirigenti.

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STAFF ORGANIZZATIVO SETTORE GIOVANILE

PRESIDENTE Sig. Rinaldo GOGLIO

DIRETTORE SPORTIVO Sig. Sergio MARIANI Cell. 338 7932432

COORDINATORE PRINCIPALE Sig. Luciano BERSANI Cell. 320 5603007

RESPONSABILI AREA TECNICA “Settore di Base”

Sig. Agostino ROSSI Sig. Francesco FIORENZA

Cell. 347 8973021 Cell. 338 8697778

COORDINATORE SETTORE AGONISTICO

Sig. Luciano BERSANI Cell. 320 5603007

RESPONSABILI SCUOLA CALCIO Sig. Agostino ROSSI Cell. 347 8973021

ISTRUTTORE ISEF Sig.ra Cell.

SEGRETERIA Sig. Daniele IENCARELLI Sig. Lucia UNGARO Sig. Gianni BERTOLI

Cell. 338 7413544 Cell. 339 1398765 Cell. 328 4150959

RESPONSABILE VISITE MEDICHE Sig.ra Lucia UNGARO Cell. 339 1398765

MEDICO SOCIALE Dr. Giordano GEREMIA Cell.

FISIOTERAPISTA - MASSAGGIATORE

Sig. Patrizio ANTONIETTI Cell.

ESPERTO IN PSICO-PEDAGOGIA Dr./D.ssa Cell.

RESPONSABILI PULMINO Sig. Luciano BERSANI Sig. Daniele IENCARELLI

Cell. 320 5603007 Cell. 338 7413544

AUTISTI PULMINO Sig. Tino RUGGERI Sig. Angelo MONTANARI

Cell. 338 4256158 Cell. 333 2002789

RESPONSABILE CAMPI Sig. Giambasilio GOGLIO Cell. 338 8911407

MAGAZZINIERE Sig. Enzo SCOTTI Cell. 338 7644262

CENTRI SPORTIVI

CAMPO COMUNALE A. ORIGONI CAMPO PARROCCHIALE

Via Buonarroti, snc P.zza Roma

Tel-Fax 02 98264265 [email protected]

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Quota di iscrizione stagione 2011-2012

NUOVI ISCRITTI: € 250,00 (duecentocinquanta) VECCHI ISCRITTI: € 180,00 (centottanta)

PULMINO: € 40,00

SCONTO per il secondo e terzo iscritto dello stesso nucleo familiare

modalita’ di pagamento:

- unica soluzione alla firma del cartellino

oppure

- 50% alla firma del cartellino

- 50% entro il 15/02/2012

Ci preme ricordare che il pagamento della quota e’ di vitale

importanza affinché la Societa’ possa garantire

a TUTTI gli Iscritti servizi sempre piu’ efficienti!!

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A TUTTI I GIOVANI CALCIATORI

REGOLE COMPORTAMENTALI PER L’ADESIONE ALLA SOCIETA’ 1. Il calcio non è un obbligo. Se scegli di praticare il gioco più bello del mondo ricordati che oltre

alle regole tecniche di gioco hai degli obblighi so ciali cui attenerti: • Rispetta i tuoi compagni. Un’offesa ad uno di loro è un’offesa alla squadra • Rispetta gli allenatori e dirigenti. Ricordati che ti regalano il loro tempo e la loro esperienza. • Rispetta gli orari, i ritardi sono una mancanza di rispetto per tutti gli altri. • Allenati con gran gioia, serietà ed entusiasmo; questo è il segreto per una migliore crescita sportiva

personale e di gruppo. • Sii sempre orgoglioso della maglia che indossi, sia per il rispetto che merita, sia per la storia che

rappresenta. Comportarsi sempre in maniera educata e corretta è il miglior modo di onorarla. • Abbi cura dei materiali sportivi che ti verranno consegnati.

2. Al ritrovo e prima della partita devi sempre:

• Aver consumato una corretta e leggera alimentazione. • Indossare la tuta di rappresentanza bene in ordine. • Non lasciare le borse sparse, ma allinearle in un unico posto. • Comportati con sobrietà senza schiamazzare. • Fare un ordinato riscaldamento in gruppo. • Rispondere con educazione all’appello dell’arbitro e ricordati che le sue decisioni in campo vanno

sempre rispettate. • Non urlare nello spogliatoio.

3. Per la partita devi sempre:

• Accettare il ruolo che ti assegna l’allenatore senza polemizzare, non sempre le tue aspirazioni coincidono con l’interesse della squadra.

• Ricordare che andare in panchina non è una punizione, bensì una necessità ed una componente importante del gioco del calcio. Se bene accettata contribuirà ad offrire migliori stimoli alla tua maturazione e alla crescita sportiva.

• In campo è giusto inseguire il risultato sportivo migliore non è corretto, invece, anteporlo alle regole della correttezza. La sconfitta va accettata senza drammatizzare la vittoria non deve essere umiliazione per gli avversari.

• Al termine della partita stringi la mano all’arbitro ed agli avversari e ricordati di salutare gli spettatori intervenuti.

4. Ricorda ai TUOI Genitori:

•••• Che durante la partita, sono le indicazioni tecnic he dell’Allenatore che devi Ascoltare, il loro suggerimento ti creerà solo con fusione .

• Contestare a voce alta le scelte dell’allenatore è grave scorrettezza. La società A.C. Casalmaiocco ASD sarà a disposizione quando richiesto per qualsiasi chiarimento.

• La società A.C. Casalmaiocco ASD accetta sempre di buon grado l’aiuto che ogni Genitore presterà alla squadra. Questo tuttavia non darà alcun diritto ad interferire nelle decisioni tecniche.

5. E’ sempre vietato :

Bestemmiare: è da stupido ; Dire parolacce: é inutile; Sputare: è gravissimo ; Fare male agli avversari: é gravissimo.

IMPORTANTE!!!

La Società A.C. Casalmaiocco ASD si riserva la poss ibilità di prendere provvedimenti disciplinari fino all’allontanamento definitivo, ne i confronti dei giovani calciatori non rispettosi delle sopra descritte regole minime di b uona decenza e del giusto convivere.

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IL CORREDO DEL CALCIATORE (**) La società metterà a disposizione di ciascun atleta un corredo (*) costituito da: � N. 1 borsone � N. 1 tuta di rappresentanza invernale � N. 1 tuta di allenamento � N. 1 divisa estiva � N. 1 K-way � N. 1 pantaloncini per allenamenti � N. 1 maglietta per allenamenti � N. 1 Giaccone invernale (*) borsone, tuta rappresentanza, giaccone invernale verranno forniti ai nuovi iscritti o a chi ne ha fatto debita richiesta (tramite la modulistica consegnata a fine stagione) che verrà valutata dal magazziniere; (**) tempi di consegna in base alle disponibilità del fornitore. Ciascun atleta provvederà a procurarsi il seguente materiale: N. 1 paio di scarpe da tennis; N. 1 paio di scarpe da calcio; N. 1 paio di parastinchi; N. 1 accappatoio; Shampoo e doccia schiuma; Ciabatte per doccia E’ necessario che gli Atleti pongano la massima attenzione nella cura e nella pulizia del proprio corredo, ricordando che gli indumenti bagnati lasciati nella borsa producono muffe e funghi particolarmente nocivi per l’igiene della persona.

Lo staff tecnico della Società è in grado di fornir e indicazioni e consigli sul tipo di abbigliamento più idoneo (es. tipo di s carpe, parastinchi, ecc.).

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P R O G R A M M A D I L A V O R O

“CATEGORIA PICCOLI AMICI”

Nella stagione agonistica 2011/2012, relativamente alla categoria PICCOLI AMICI, l’organico delle DUE squadre sarà composto da Atleti nati nel 2004, 2005 e 2006 (5 anni compiuti).

STAFF TECNICO PICCOLI AMICI

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ISTRUTTORE RESPONSABILE ISTRUTTORE RESPONSABILE ISTRUTTORE ISTRUTTORE ISTRUTTORE

SIG. ROSSI AGOSTINO SIG. FIORENZA FRANCESCO SIG. BODINI INICCO LUCA SIG. FALCONE MARCO SIG. ANTONIOLI DAVIDE LUIGI

347 8973021 338 8697778 338 1617555 333 1303323 335 1440582

Dal punto di vista psico-sociale i bambini di questa età, sono portati a considerare solo se stessi, rispetto all’ambiente che li circonda. Dal punto di vista fisico, sono portati ad effettuare dei movimenti guidati esclusivamente dall’istinto. Quindi giocare con il calcio, senza ruolo e con poche regole.

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OBIETTIVI MOTORI schema corporeo (conoscenza e percezione del proprio corpo) schemi motori di base, con particolare riguardo a correre,saltare,rotolarsi,calciare ed afferrare) dominanza e lateralizzazione (sviluppo dell'arto inferiore dominante e utilizzo di quello non dominante capacita' sensomotorie con particolare riguardo alla reattivita' per lo sviluppo della quale saranno utilizzati

principalmente stimoli ottici anziche' acustici capacita' coordinative generali (controllo motorio ed adattamento - trasformazione) e speciali (con particolare

riguardo all'equilibrio, l'orientamento ed il ritmo) capacita' condizionali con particolare riguardo alla mobilita' articolare ed alla rapidita'

OBIETTIVI TECNICI � sensibilità palla/piede � dominio e protezione della palla � modi di conduzione della palla � modi di calciare ("piatto ed interno collo) � ricezione interno piede � abilità combinate OBIETTIVI TATTICI � situazioni di gioco di 1 contro 1, 2 contro 1 e 3 contro 1 � giochi collettivi anche di altri sport � calcio a 5 OBIETTIVI EDUCATIVI Aspetti legati all'educazione sociale e cognitiva degli atleti: � Rispetto delle regole basi, del comportamento, cura delle attrezzature e rispetto verso tutti i componenti della

Società � Creazione di uno spogliatoio unito, anche attraverso l'istituto del contratto formativo. � Sviluppo della cultura dei valori extracalcistici (scolastici, familiari, sociali) � Sviluppo della competizione

VALUTAZIONE

Per valutare l’apprendimento dei ragazzi e controllare l’obiettivo finale, occorre una valutazione oggettiva e soggettiva. Periodicamente i nostri istruttori valuteranno lo stato di apprendimento dei ragazzi dal punto di vista tecnico, agonistico, comportamentale , cercando di correggere eventuali anomalie , e di conseguenza lo stato di avanzamento del programma in base agli obiettivi iniziali.

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P R O G R A M M A D I L A V O R O

“CATEGORIA PULCINI”

Per la stagione agonistica 2011/2012, relativamente alla categoria PULCINI sono allestite: - una squadra per i nati nel 2001 a 7 giocatori - una squadra per i nati nel 2002 /2003 a 6 giocatori

STAFF TECNICO 2001 (7 giocatori)

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ISTRUTTORE RESPONSABILE AIUTO ISTRUTTORE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

VALENZIANO MARCO GIANBELLUCA ANTONINO IACAPRARO CURTI DOMENICO

339 5415702 338 4369669 339 8599887 338 5089682

STAFF TECNICO 2002/2003 (6 giocatori)

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ISTRUTTORE RESPONSABILE AIUTO ISTRUTTORE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

CALAMUNERI ROBERTO BOCCARDI MATTEO ROSSETTI MASSIMO CURTI DOMENICO

366 6459637 340 6660292 347 8364002 338 5089682

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Giocare per imparare, attività polivalente, stimolare la fantasia, inizio specializzazione. OBIETTIVI MOTORI � capacità coordinative generali (apprendimento motorio, controllo motorio, adattamento e trasferimento) � capacità coordinative speciali (differenziazione spazio-temporale, differenziazione dinamica, ritmizzazione,

anticipazione motoria, fantasia motoria) � capacità condizionali (mobilità articolare, resistenza aerobica, forza rapida, rapidità) OBIETTIVI TECNICI dominio, conduzione, sensibilità modi di calciare (interno collo, collo, esterno collo) modi di ricevere (con tutte le parti del piede) tiro in porta (da fermo ed in movimento) finta e dribbling gioco di testa abilità combinate

OBIETTIVI TATTICI � protezione della palla � marcamento e contrasto � smarcamento � passaggio (dove, come, quando) � situazioni di gioco in soprannumero ed in sottonumero � giochi a tema o di altri sport � calcio a 5,6,7. OBIETTIVI EDUCATIVI Aspetti legati all'educazione sociale e cognitiva degli atleti: � Rispetto delle regole basi, del comportamento, cura delle attrezzature e rispetto verso tutti i componenti della

Società � Creazione di uno spogliatoio unito, anche attraverso l'istituto del contratto formativo. � Sviluppo della cultura dei valori extracalcistici (scolastici, familiari, sociali) � Sviluppo della competizione

VALUTAZIONE

Per valutare l’apprendimento dei ragazzi e controllare l’obiettivo finale, occorre una valutazione oggettiva e soggettiva. Periodicamente i nostri istruttori valuteranno lo stato di apprendimento dei ragazzi dal punto di vista tecnico, agonistico, comportamentale , cercando di correggere eventuali anomalie , e di conseguenza lo stato di avanzamento del programma in base agli obiettivi iniziali.

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P R O G R A M M A D I L A V O R O

“CATEGORIA ESORDIENTI”

Per la stagione agonistica 2011/2012, relativamente alla categoria ESORDIENTI: - una squadra per i nati nel 1999 e 2000 a 11 giocatori

.

STAFF TECNICO Squadra 11 GIOCATORI

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ISTRUTTORE AIUTO ISTRUTTORE DIRIGENTE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

ANTONIOLI DAVIDE ABBIATI PIETRO GIAMBELLUCA GAETANO ARIENTI LUCA CURTI DOMENICO

335 1440582 338 5342907 347 8715442 333 6369740 338 5089682

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Imparare a giocare, conoscenza di tutti i reparti e settori del campo, specializzazione per reparto. OBIETTIVI DELLA STAGIONE Gli obiettivi che si intendono perseguire sono stati fissati in funzione dell'analisi del gruppo ed in considerazione dell'età e delle caratteristiche fisiche e motorie degli atleti. La società intende dare poche e semplici regole facilmente assimilabili, consentendo così ai ragazzi di concentrarsi sugli obiettivi di fondo della stagione agonistica. Si punterà a fare bella figura in tutte le competizioni a cui la squadra parteciperà in modo ed ad ottenere risultati positivi esprimendo un calcio di buon livello agonistico.

OBIETTIVI EDUCATIVI Aspetti legati all'educazione sociale e cognitiva degli atleti: � Rispetto delle regole basi, del comportamento, cura delle attrezzature e rispetto verso tutti i componenti della

Società � Creazione di uno spogliatoio unito, anche attraverso l'istituto del contratto formativo. � Sviluppo della cultura dei valori extracalcistici (scolastici, familiari, sociali) � Sviluppo della competizione OBIETTIVI DIDATTICI- LA TECNICA � capacità' di dominare la palla stimolando l'uso corretto del piede di appoggio � la capacità di guidare la palla (rettilinea, con cambi di direzione, a testa alta, vicina o lanciandosela, fermandosi e

ripartendo) � capacità di difendere la palla, con il corpo e le braccia � capacità' di ricevere la palla per il tiro in porta, per il passaggio, intercettare il passaggio avversario. � Capacità di fintare e superare l'avversario

OBIETTIVI DIDATTICI-LA TATTICA capacità di smarcarsi individualmente per ricevere il passaggio conoscenza dei tipi di passaggio (dai e vai, dai e segui, e 1-2-3) a livello difensivo la capacità di fronteggiare l'1 contro 1 e la capacità di marcare l'avversario senza palla

COORDINAZIONE-CAPACITA' DI RITMIZZAZIONE orientamento spazio-tempo differenziazione reazione accompagnamento e combinazione dei vari gesti adattamento e trasformazione dei gesti tecnici secondo le situazioni CONDIZIONE-LA MOBILITA' ARTICOLARE � velocità � rapidità VALUTAZIONE

Per valutare l’apprendimento dei ragazzi e controllare l’obiettivo finale, occorre una valutazione oggettiva e soggettiva. Periodicamente i nostri istruttori valuteranno lo stato di apprendimento dei ragazzi dal punto di vista tecnico, agonistico, comportamentale , cercando di correggere eventuali anomalie , e di conseguenza lo stato di avanzamento del programma in base agli obiettivi iniziali.

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P R O G R A M M A D I L A V O R O “CATEGORIA GIOVANISSIMI”

Nella stagione agonistica 2011/2012, relativamente alla categoria GIOVANISSIMI, sono state allestite:

- una squadra per i nati nel 1997 a 11 giocatori - una squadra per i nati nel 1998 a11 giocatori

STAFF TECNICO GIOVANISSIMI 1997

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ALLENATORE RESPONSABILE AIUTO ALLENATORE DIRIGENTE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

SPANO ALESSANDRO GRANATA SIMONE MIANULLI DOMENICO TRINCA ANDREA CURTI DOMENICO

339 8902037 346 0095307 348 8810579 333 5633469 338 5089682

STAFF TECNICO GIOVANISSIMI 1998

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ALLENATORE RESPONSABILE AIUTO ALLENATORE DIRIGENTE DIRIGENTE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

PAVESI RAFFAELE SALARI MARCO PIZZINO GIUSEPPE SPINI ETTORE LANZA BARTOLO CURTI DOMENICO

349 7746091 331 8061742 393 6905085 3356511005 333 4230751 338 5089682

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OBIETTIVI DELLA STAGIONE Gli obiettivi che si intendono perseguire sono stati fissati in funzione dell’analisi del gruppo ed in considerazione dell’età e delle caratteristiche fisiche e motorie dei ragazzi. La Società intende dare poche e semplici regole facilmente assimilabili finalizzati all'imparare a giocare ed alla specializzazione nel reparto (difesa,centrocampo,attacco). COORDINAZIONE Interessare mediante opportune esercitazioni il sistema nervoso e muscolare in modo da incrementare la dinamicità esecutiva dei vari movimenti oltre alle reattività delle risposte sugli aspetti tipici del giuoco del calcio. TECNICA La capacità di eseguire i gesti richiesti dall'abilità sportiva praticata. SPAZIO Inteso come la relazione tra chi osserva e ciò che è osservato, non in concetto di spazio statico ma dinamico. TEMPO Riferito al momento in cui il giocatore deve compiere una determinata azione; tempo non unico ed assoluto ma relativo e molteplice. PROBLEM-SOLVING La capacità di eseguire azioni razionali per raggiungere un obiettivo.

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P R O G R A M M A D I L A V O R O CATEGORIA ALLIEVI REGIONALI

Nella stagione agonistica 2011/2012, relativamente alla categoria ALLIEVI, l’organico della squadra sarà composto da Atleti nati nel 1995 e 1996.

STAFF TECNICO ALLIEVI REGIONALI

CARICA NOMINATIVO TELEFONO ALLENATORE AIUTO ALLENATORE DIRIGENTE DIRIGENTE PREPARATORE PORTIERI

ROSI EMANUELE CAZZULANI LUCA BATTAGLIA MIMMO PEDRINELLI VALTER PARMIGIANI CARLO

320 1760998 347 2702623 348 9000401 329 4107903

OBIETTIVI DELLA STAGIONE Gli obiettivi che si intendono perseguire sono stati fissati in funzione dell’analisi del gruppo ed in considerazione dell’età e delle caratteristiche fisiche e motorie dei ragazzi. La Società intende dare poche e semplici regole facilmente assimilabili finalizzati all'imparare a giocare ed alla specializzazione nel reparto (difesa,centrocampo,attacco). Programma fisico-atletico, tecnico-tattico, socio-psicologico. MANTENERE LA CATEGORIA REGIONALI ‘B’ PROGRAMMA FISICO-ATLETICO Incremento e ripristino della condizione attraverso il miglioramento delle capacita specifiche del calciatore: forza, resistenza, velocità. TECNICA Valutazione e miglioramento delle abilità tecniche individuali ed individuazione delle carenze da recuperare. ASPETTI SOCIO-PSICOLOGICI Incremento della disponibilità reciproca e dell'amicizia nel gruppo, formazione di una mentalità vincente e del senso di sacrificio, il “saper soffrire”.

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ECCO LE SITUAZIONI DA TENERE SOTTO CONTROLLO (da “La Gazzetta dello Sportivo”)

1 IL RAPPORTO CON L’ALLENATORE

Esistono allenatori di tutte le età, personalità, forme e dimensioni e ciascuno di loro ha anche un diverso livello di abilità, proprio come i

giocatori. Succede talvolta di trovarsi in disaccordo su ciò che è meglio per raggiungere determinati obiettivi. Avete il diritto di chiedere

spiegazioni o di confrontarvi con lui sulle soluzioni, ma scegliete il momento giusto. Non fatelo in gara o durante gli allenamenti. Rispettarlo

significa accettare le sue decisioni, ascoltarlo quando parla e rimandare scherzi e schiamazzi al momento opportuno.

2. ILGIOCO DI SQUADRA

Perché una squadra abbia successo, spesso è necessario che il giocatore sacrifichi i propri sogni di gloria. Persino un gruppo di fuoriclasse

potrebbe fallire se ciascuno di essi non lavora per il collettivo. A ognuno piacerebbe segnare il punto della vittoria, ma quando un giocatore

vede un compagno che ha un’opportunità di tiro migliore, deve passargli la palla. Il gioco di squadra non è solo passare la palla e aiutare in

difesa. Significa anche complimentarsi con un compagno che ha eseguito una buona cosa e incoraggiare quello che ha sbagliato.

3. L’AVVERSARIO SCORRETTO

Prima o poi, facendo sport incontrerete un avversario che gioca “sporco”: qualcuno che vi sgambetta o vi spinge. Di solito ci proverà mentre

l’arbitro non guarda. Non c’è molto che possiate fare. Potreste provare a dire all’arbitro di tenerlo d’occhio, ma non è detto che vi dia ascolto.

Se è una gara di paese a cui assistono i genitori di entrambi potreste andare dal suo allenatore e chiedergli di richiamare il suo giocatore.

Infine, se anche i vostri compagni si lamenteranno, è probabile che l’altro tecnico intervenga con il suo giocatore scorretto.

4. L’AVVERSARIO PIU’ GRANDE FISICAMENTE

Vi potrebbe capitare di giocare con un avversario che fisicamente vi sovrasta di molto. Nei giochi di squadra, se siete in difesa, mettetevi sulla

sua strada. Questo lo rallenterà, lo costringerà a cambiare direzione, e gli renderà più difficile il controllo di palla. Allenatevi a rubare palla in

scontri uno contro uno con i vostri amici. Il vostro tecnico vi potrebbe chiedere di giocare a uomo sul giocatore avversario. In questo caso il

vostro lavoro è quello di restargli incollato e intercettare i passaggi prima che arrivino a lui.

5. L’INFORTUNIO

Se vi ferite in allenamento o in gara, non fate gli eroi. Evitate di continuare a giocare, mascherando il dolore. Fermatevi e avvertite l’arbitro o

l’allenatore. Se finite a terra e avete dei capogiri, non cercate di rialzarvi. Restate giù e attendete soccorsi. Potreste causare più danni che

benefici, cercando di muovervi se siete feriti. Se siete reduci da un infortunio, seguite scrupolosamente le prescrizioni del medico e prendetevi

tutto il tempo che occorre per guarire.

6. LA SVISTA ARBITRALE

In una gara capita di sentirsi vittime di un’ingiustizia o di essere protagonisti di una svista arbitrale. Ricordate sempre che anche gli arbitri

sono esseri umani, soggetti a errori. L’arbitro giudica ciò che ha visto, quindi contestare un suo richiamo o infuriarsi, è la peggiore cosa che

possiate fare. Quando una decisione è presa, non sarete certo voi a fargli cambiare opinione.

Demandate l’intervento al vostro tecnico, che è in migliore posizione rispetto a voi. Oppure aspettate la fine della partita per esprimere,

educatamente, le vostre perplessità.

7. IL COMPAGNO CHE NON PASSA MAI LA PALLA

Ogni squadra ha almeno un giocatore “innamorato” della palla, uno che non passa mai, nemmeno se è accerchiato. Un simile giocatore

vorrebbe dribblare l’intera formazione avversaria, ma così facendo finisce per sbagliare un sacco di tiri e di punti. Quando gli avversari

individuano il “pollo”, hanno gioco facile a fargli perdere il possesso di palla. Talvolta non è facile distinguere tra chi si innamora della palla e

chi invece non è in grado di sopportare la pressione del gioco. Non pensiate che la soluzione sia quella di non passare loro la palla.

8. ATTEGGIAMENTO DEI GENITORI

Alcuni genitori, al posto del loro ruolo, ne esercitano almeno altri tre in contemporanea: quelli di capi popolo del tifo, di allenatori in seconda e

di arbitri aggiunti. Se i vostri genitori si fanno trascinare durante una vostra gara e ciò vi secca, fateglielo gentilmente notare. Non arrabbiatevi

con loro, ma parlategli. Esprimetegli ciò che sentite. Altri si comportano in modo esattamente opposto: proprio non riescono ad appassionarsi

ai ragazzi che giocano a calcio. Non prendetevela, probabilmente anche voi vi annoiate a guardare papà che gioca a golf.

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CURIAMO IL NOSTRO CORPO

CAPELLI: I capelli e' consigliabile che siano corti, non per moda o per bellezza, ma perche' e' piu' facile asciugarli dopo li allenamenti. Al termine di ogni allenamento e' necessario un lavaggio con un buon shampoo, massaggiando il cuoio capelluto. Non e' vero che lavaggi troppo frequenti li "secchino"; in realta' i lavaggi stimolano la secrezione delle ghiandole sebacee. OCCHI: Attenzione alla polvere, ai raggi ultravioletti, a sostanze irritanti che venendo a contatto con l'occhio costituiscono le cause esterne di disturbi quali bruciori, prurito, senso di corpo estraneo, lacrimazione, etc. GOLA: I tessuti della gola sono delicati ma contemporaneamente resistentissimi. Percio' non devono essere sottoposti a sbalzi violenti di temperatura soprattutto ricordate di non respirare attraverso la bocca, bensi' attraverso il naso. DENTI: Attenzione agli alimenti ricchi di zuccheri e amidi perche' sono forti corrosivi dello smalto con conseguenti insorgenze di carie. Insegnate a lavare i denti subito dopo ogni pasto, non solo la sera e la mattina. MANI: Le mani meritano di essere trattate con cura, come strumento per imparare, lavorare e comunicare. Possono essere considerate il tramite del pensiero umano. Fate in modo che le unghie siano tagliate ad arco in modo da non far male all'avversario; la pulizia e' d'obbligo. PIEDI: E' buona norma fare almeno un pediluvio almeno una volta al giorno. Non calzare le stesse scarpe e le stesse calze due giorni di seguito. Le sacrpe devono essere cambiate immediatamente ogni volta che i piedi sono bagnati per la pioggia o per la sudorazione (questa norma igienica servira' a prevenire infezioni da fungo che di solita comincia fra le dita). Tagliate sempre diritte le unghie dei piedi per il taglio curvo favorisce le unghie incarnite. Insegnate l'uso costante negli spogliatoi degli zoccoli. PELLE: La pelle attraverso i pori riceve parte delle sostanze vitali e secerne sostanze nocive all'organismo. La pulizia ha lo scopo di mantenere efficienti la permeabilita', la capacita' secretoria, l'elasticita' e la traspirazione della pelle. Dopo una prestazione sportiva e' buona regola fare sempre la doccia. La biancheria intima e' strettamente personale. Insegnate a non indossare mai indumenti precedentemente utilizzati e non lavati, possono essere causa di infezioni.

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L’ALLENAMENTO (tratto da “Insieme verso il Goal”)

Vi sarete sicuramente accorti che i vostri figli, di questa età, crescono a vista d’occhio. Imparano a conoscere e a padroneggiare il loro corpo e a muoversi con disinvoltura nell’ambiente circostante. A tale proposito l’allenamento di calcio assume un’importanza straordinaria, soprattutto sotto due aspetti: i ragazzi imparano a conoscere loro stessi ed i loro compagni, quindi si abituano a collaborare con altri giovani calciatori della stessa età. Gli allenamenti dei vostri figli allora andranno visti sotto un’altra luce, che non sia quella limitativa, finalizzata solo al gesto tecnico o, peggio, al solo risultato della gara. Vi capita di notare che durante la seduta di allenamento l’allenatore propone esercitazioni che non hanno niente a che vedere con il gioco del calcio che avete voi in mente, cioè quello degli adulti ed enfatizzato dalla televisione. L’allenatore propone di svolgere esercitazioni con palloni di diverse dimensioni, fa eseguire partite su campi ridotti, richiama la partecipazione a giochi tradizionali con compiti precisi; talvolta interrompe il gioco per chiedere la partecipazione attiva dei ragazzi nella soluzione di qualche problema di gioco (posizione, passaggio, dribbling, tiro, etc.), corregge, accetta suggerimenti e varianti al gioco da egli stesso proposto inizialmente, e così via. Tutto ciò dà modo al giovane calciatore di essere più attento e partecipe al gioco, di essere il vero protagonista; la precisione esecutiva sarà un obiettivo da perseguire in una fase successiva, solo dopo che egli avrà acquisito fiducia in sé, sicurezza nelle proprie capacità e affiatamento con i compagni di squadra. Non preoccupatevi! Il gioco del calcio deve essere utilizzato, in questa fascia d’età, come un mezzo di sviluppo globale del giovane atleta che vuole migliorare le sue capacità motorie. L’allenatore si preoccuperà di creare i presupposti per facilitare la qualificazione di tutti i giovani a sua disposizione, tenendo presente comunque che ogni soggetto ha bisogno di un suo tempo di crescita; non tutti gli undicenni per esempio sanno calciare di collo piede con palla ferma a terra, ma ci sarà sicuramente qualcuno di questi ragazzi “normali” che, pur non manifestando particolari doti in questa fascia di età, in tempi successivi, recupererà e possibilmente supererà in abilità i coetanei che oggi sembrano i “migliori”. La seduta di allenamento oggi richiede una programmazione puntuale, che stabilisca a priori i test di valutazione delle capacità motorie iniziali di ciascun ragazzo, che stabilisca i contenuti, i mezzi, i metodi, gli strumenti, gli attrezzi occorrenti, nonché verifichi i miglioramenti – o i peggioramenti – di fine anno. Sì, anche i peggioramenti, perché qualche genitore non sa che, dai dodici ai quattordici anni, i ragazzi crescono in altezza di una decina di centimetri e ciò causa la perdita di agilità, rapidità e precisione dei movimenti. E’ questa l’età in cui bisogna sapere comprendere, incoraggiare e attendere con pazienza i tempi migliori. Il lavoro fisico di ciascun allenamento dovrà essere mirato ed adattato alle diverse età. Esso si baserà prevalentemente sul gioco, e non solo del calcio; deve essere vario: a volte si insisterà più su un lavoro prolungato nel tempo, altre volte sulla rapidità, e/o sulla precisione. Il tutto è deciso dall’allenatore con i ragazzi, il quale è l’unico che li segue in tutti gli allenamenti, sa a che punto sono della preparazione e quali sono gli obiettivi che si erano preventivamente posti. E’ bene ricordare qui che l’attività specialistica precoce può condizionare negativamente, sia l’ulteriore sviluppo motorio, come l’intera personalità del giovane calciatore. L’attività motoria deve essere pertanto ampia e varia, motivata e motivante. I tempi di recupero dopo ogni esercitazione devono essere tanto più lunghi, tanto più sono piccoli gli allievi. E non ci scandalizziamo se durante l’allenamento si svolgono giochi con le mani; questi sono mezzi opportuni per muoversi più rapidamente ed essere più precisi soprattutto sui campi pesanti. Ciò serve anche a meglio adattarsi al gioco con i piedi e di testa.

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UNA ALIMENTAZIONE EQUILIBRATA (tratto da “Insieme verso il Goal”)

Abbiamo avuto modo di constatare come esista nelle famiglie una profonda incertezza nel campo dell’alimentazione. Un’alimentazione corretta può evitare cali di forma e prevenire e rendere minime le reazioni di affaticamento del ragazzo che in occasione delle partire è sottoposto a uno stress psichico e fisico. Veniamo ora al nocciolo della questione: come deve alimentarsi il ragazzo che pratica sport, il calcio nel nostro caso?

Vi indichiamo operativamente come comportarvi nella distribuzione della razione alimentare del vostro ragazzo in rapporto all’allenamento o alla partita in modo che i due sistemi, muscolare e digestivo, non interferiscano tra loro in quanto lo sforzo dell’uno sottrae sangue, principi nutritivi e ossigeno alle funzioni dell’altro e viceversa. L’ultimo pasto va consumato tre ore prima della gara e dovrà presentare le seguenti caratteristiche: � il volume complessivo deve essere ridotto; � gli alimenti devono essere facilmente digeribili, con prevalenza di zuccheri rispetto alle proteine

e ai grassi. Un esempio di pasto pre-gara può essere così determinato: se la gara è al pomeriggio:

� primo piatto - riso o pasta condita possibilmente con olio oppure burro crudo e pomodoro;

� secondo piatto - carne magra ai ferri oppure prosciutto crudo sgrassato; � contorno - patate o carote lesse, al limone; � un panino; � un frutto fresco maturo o una fetta di torta senza crema.

Si consiglia una colazione abbondante al mattino. Se la gara è al mattino:

� una tazza di latte o thé caldo; � pane o fette biscottate con burro, marmellata o miele; oppure una fetta di torta; � un frutto oppure una spremuta d’arancia ben zuccherata.

Si consiglia di terminare la colazione almeno 2 ore prima della gara. Al termine della partita l’organismo deve essere reintegrato di tutte le sostanze perdute, in particolare di acqua e sali che vengono eliminati in grandi quantità con il sudore. Subito dopo la conclusione è opportuno, quindi, equilibrare il bilancio idrico con l’assunzione di bevande alcaline (acque minerali, succhi di frutta); non è opportuna la somministrazione di alimenti solidi in quanto la fatica ne ostacola una regolare digestione. Due ore dopo può essere consumato un pasto leggero e facilmente digeribile, ricco di sali. Tra le pietanze più consigliabili: � piatto di brodo di verdure salato; � qualche fetta di pane; � verdure e legumi a volontà; � frutta fresca. Successivamente, un bicchiere di latte pastorizzato. L’assunzione di cibi carenti è invece sconsigliata in questa prima fase, trattandosi di alimenti sostanzialmente acidificanti e che possono quindi rallentare il recupero. Dal giorno successivo l’alimentazione riprende le caratteristiche consuete.

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Rapporto genitori-figli-allenatore nel Settore Giovanile Tema quanto mai discusso, il triangolo Genitore-Figlio-Allenatore nel mondo dello sport giovanile (ma non solo), è di rilevanza storica e attuale. Il calcio è uno sport di squadra e come tutti gli sport di squadra si fonda su un gruppo di atleti-giocatori, diretti da uno o più tecnici. Perché un gruppo sia sano è necessario che si basi su delle regole che da tutti devono essere rispettate. In questi anni di militanza nel settore mi sono accorto di ragazzi (anche bravi), che hanno vissuto sin dai primi passi calcistici la culla dei complimenti perpetui dei genitori, parenti e amici (a volte anche di qualche dirigente), vivendo idolatrati all'inverosimile. Il risultato? La totale convinzione del bambino, poi ragazzo, di essere “invincibile”, di avere mezzi tecnici che lo possono proiettare molto presto nel calcio che conta: basta aspettare, perché prima o poi il futuro già disegnato si tramuterà in realtà. Una situazione pericolosa che a volte porta la giovane psiche del ragazzo a dimenticare che per raggiungere il traguardo ci vuole lo sforzo, la fatica, il sacrificio: nessuno regala niente. Il sentirsi superiore ai compagni ed essenziale per il gruppo costituisce un'errata e pericolosa impostazione della figura del ragazzo. Questo un allenatore lo sa. Premetto senza dubbi che se la società si pone come obiettivi e la crescita dei ragazzi e il risultato sportivo, alla domenica schiero in campo la migliore formazione che ho a disposizione. E i ragazzi che non partono tra gli undici o tra i diciotto? • Sono infortunati o malati; • sono squalificati; • hanno “saltato” il 60% delle sedute di allenamento (due su tre); • nel corso della settimana hanno dimostrato poca attenzione, scarso interesse (questi atteggiamenti molti genitori non li vedono!); • hanno mezzi tecnici o condizioni fisiche inferiori rispetto ai loro compagni (a volte non notano neanche questi importanti fattori). Il problema sorge appunto quando, in relazione all’ultimo punto, un padre si convince o convince il figlio del contrario. Molti genitori vivono con il desiderio che i propri figli debbano a tutti i costi diventare quello che essi non sono mai diventati in gioventù. Ho conosciuto ragazzi che soggiogati da queste convinzioni si trovano smarriti alla prima esclusione per scelta tecnica, persi, non trovando spiegazione alcuna e dannatisi l'anima per un po' si trovano isolati e soprattutto mal consigliati, finendo in moltissimi casi, con l’abbandonare l’attività sportiva con probabili sintomi di depressione. Altri, più sportivamente “educati”, vivono il calcio serenamente per come deve essere vissuto; quando i genitori non mettono pressione al figlio, ovvero non gli fanno pesare la maglia dal numero dodici in su, anche il ragazzo saprà vivere la realtà dell’esclusione, la sostituzione nel modo in cui deve essere vissuta, ovvero con delusione ma non con rassegnazione, anzi. In molti casi vengono scatenate delle polemiche tra genitori e società che non hanno motivo di nascere se non dalla rabbia di un padre o di una madre che non si capacitano del fatto che il proprio erede palesa dei limiti rispetto ai compagni di squadra e per questo gioca di meno. (Attenzione: gioca di meno, non ho detto non gioca!). E sono a dir poco inquietanti e ridicole le antipatie che si creano tra nuclei famigliari ai bordi del campo dipendenti unicamente dal fatto che un ragazzo sia più titolare o meno rispetto ad un altro. A volte, sembra paradossale, sono solo i genitori a "soffrire" la panchina del figlio, quando questi se ne sta tranquillamente in panchina a incitare i compagni vivendo lo sport come deve essere vissuto! Senza voler fare di tutta l’erba un fascio intendo affermare che vi sono anche ragazzini "educati" a saper vincere e perdere, a non esaltarsi per le vittorie, ma anche a non abbattersi per delle sconfitte, a "digerire" le esclusioni e a non sentirsi “onnipotente”. E questo tipo di educazione a chi spetta, chi la deve impartire? L'allenatore, coadiuvato dalla società, ha il compito di educare allo sport, a insegnare i comportamenti da assumere in virtù delle attività da svolgere in campo (allenamenti, gare, vittorie, sconfitte, ecc.); egli ha altresì l'obbligo di correggere eventuali poco consoni atteggiamenti che avvengono al di fuori del rettangolo di gioco: in trasferta, all'interno dello spogliatoio, nei mezzi pubblici ecc. Per educazione sportiva s’intende il miglioramento psicologico, tecnico-tattico del giovane atleta, l’insegnamento della sconfitta, della vittoria, dell’esclusione, della sostituzione nonché il rendere il gruppo consapevole che le regole sono uguali per tutti e le scelte le fa esclusivamente l’allenatore. D’altra parte è messo lì per quello, e comunque, da quando il calcio è calcio l’allenatore è sempre stato a disposizione dei giocatori per uno o più eventuali dialoghi di chiarimento che, attenzione, non è detto debbano essere necessariamente di natura tecnico-tattica. Bisogna però ricordare che la crescita di un ragazzo che vuole giocare a calcio o fare qualsiasi sport dipende in modo più che importante dall’educazione di base impartita dalle famiglie sin dal primo giorno di nascita del proprio figlio. Concludo affermando che in una squadra di calcio, ogni domenica ci sono undici ragazzi contenti e sette ragazzi meno contenti; tra questi ultimi sette ce ne saranno sicuramente due o tre anche molto arrabbiati. E’ normale: se non fosse così ci troveremmo a guidare delle squadre prive d’anima. L’importante è prendere l’esclusione come motivo di rivalsa più che come motivo di resa e noi genitori questo abbiamo il dovere di insegnarlo.

A.C. CASALMAIOCCO ASD