Il genocidio armeno

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Il genocidio armeno

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Il genocidio armeno_Fare memoria e ricordo oggi. Di Giacomo Colaneri, IIIA, a.s. 2013-2014, Ist. Compr. "San Vito", San Vito Romano (Rm)

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Il genocidio armeno

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Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) si compie, nell’area dell’ex impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 – 1923), il primo del XX secolo. Il governo dei Giovani Turchi, preso il potere nel 1908, attua l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica fin dal 7° secolo a.C.

Dove e quando

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Cause

Le ragioni profonde del crimine sono ancora presenti e attive. Queste cause sono essenzialmente due. Una è nazionale. Nato come grande impero multinazionale e multietnico, anche se frutto di una serie selvaggia di invasioni e conquiste militari, l'impero ottomano si ritrovò alla fine della Prima Guerra mondiale ridotto alla grandezza di uno stato normale, espulso dai Balcani e dal Medio Oriente - ma ancora multietnico. I turchi erano una piccola minoranza nel loro stato e ancora sono ben lontani da una solida maggioranza. Invece di accettare le differenze e perseguire una linea federatrice, scelsero la strada della pulizia etnica e della repressione. Cercarono di cancellare gli armeni dalla faccia della terra . Il nuovo regime di Erdogan cerca di recuperare il più possibile l'influenza di un tempo, secondo una pericolosa politica neo-ottomana. Ricordare il genocidio armeno vuol dire anche aver presente questo grave problema di intolleranza culturale e espansionismo, che toccherebbe direttamente l'Europa se la Turchia entrasse nell'Unione, come molti per miope calcolo economico vorrebbero. La seconda ragione è più vasta. Il genocidio fisico o culturale è un modo di operare caratteristico dell'Islam. Il progetto di distruzione degli armeni fu seguito alla scomparsa delle comunità cristiane e dei diversi popoli che le sostenevano. Spesso si dimentica che buona parte di quello che oggi si chiama mondo islamico e in particolare arabo è il frutto di una politica di distruzione delle resistenze e di assimilazione che progressivamente spazza via i popoli che conquista o in cui si insinua.

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Cause:

stato razziale, formato completamente da turchi senza altre etnie;

Conversione degli armeni al cristianesimo

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Modalità

I documenti, anche di fonte turca, in particolare dei primi processi tenuti prima dell'instaurazione del regime nazionalista di Atatürk, e le testimonianze dell'epoca mostrano che non si è trattato affatto di una serie di incidenti e di maltrattamenti più o meno casuali, come sostengono ancora oggi i turchi, ma di un, l'Anatolia orientale, il territorio fra la valle dell'Eufrate e la Siria settentrionale e dpiano deliberato, ben organizzato, con un uso pianificato delle risorse, che aveva lo scopo della distruzione del popolo armeno dalle sue terre d'origine come il Caucaso meridionale al resto dell'impero ottomano. Furono prima eliminati intellettuali e leader politici, poi la popolazione fu rastrellata, in parte uccisa sul posto, in parte distrutta in "marce della morte" verso il deserto, che furono imitate dai nazisti nella fase finale della Shoah. Del resto al genocidio degli armeni parteciparono anche ufficiali tedeschi che utilizzarono l'esperienza venticinque anni dopo contro il popolo ebraico, quanto soldati arabi che la ripeterono in seguito in terra d'Israele. Le responsabilità dell’ideazione e dell’attuazione del progetto genocidario vanno individuate all’interno del partito dei Giovani Turchi. L’ala più intransigente del Comitato Centrale del Partito pianificò il genocidio, realizzato attraverso una struttura paramilitare, l’Organizzazione Speciale (O.S.), diretta da due medici, Nazim e Chakir. L’O.S. dipendeva dal Ministero della Guerra e attuò il genocidio con la supervisione del Ministero dell’Interno e la collaborazione del Ministero della Giustizia. I politici responsabili dell’esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. Mustafa Kemal, detto Ataturk, ha completato e avallato l’opera dei Giovani Turchi, sia con nuovi massacri, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi.

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Modalità di sterminio:

-marce della morte;

-uccisioni subito dopo la deportazione;

-impiccagioni

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Le “marce della morte” usate anche dai tedeschi nello sterminio ebreo

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Uccisioni subito dopo la deportazione

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Fasi

Il 24 aprile del 1915 intellettuali, studiosi e poeti armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. Poi, sistematicamente, il massacro andò avanti più a Oriente, nelle terre abitate da millenni dal popolo armeno. Uccidendo gli uomini e deportando i bambini e le donne nel deserto siriano, dove morirono per la fame e per la sete, abbandonati. I beni sequestrati andarono ad arricchire alcune famiglie turche. A partire dal gennaio del 1915 i turchi intrapresero un’opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-Es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal parlamento.

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Fasi dello sterminio

durante la deportazione marce della morte

-I fase: sterminio di intellettuali;

-II fase: sterminio di tutta la popolazione;

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Le prime deportazioni nel 1915, dopo essere stato approvato il decreto di deportazione

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Vittime L'esatto numero di morti è controverso. Le fonti turche tendono a minimizzare la cifra, quelle armene a gonfiarla. Nel 1896 il governo ottomano registrava in 1.440.000 gli Armeni residenti in Anatolia. Secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000. Le stime variano da un minimo di 950.000 secondo le fonti scritte turche fino a 3.500.000 secondo le ipotesi degli Armeni. Lo storico Arnold J.Toynbee, che fu ufficiale dell'intelligence britannica in Anatolia nella prima guerra mondiale, stima in 1.800.000 il numero complessivo degli Armeni di quel paese. L‘Enciclopedia Britannica indica come probabile il numero di 1.750.000. Il numero degli armeni morti nel secondo massacro è ancora più controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000, mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato. Furono sterminati sono i due terzi degli armeni presenti nell’ impero ottimano. Inizialmente furono deportati intellettuali, poi il resto della popolazione armena, tra cui bambini e donne che morirono di fame nel deserto.

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A cura di: Giacomo Colaneri