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Il ruolo del volontariato ieri oggi e domani Laboratori itineranti di riflessione. (Tai di Cadore, Cencenighe Agordino, Mugnai Feltre, Belluno)

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Il ruolo del volontariato ieri oggi e domani

Laboratori itineranti di riflessione. (Tai di Cadore, Cencenighe Agordino,

Mugnai Feltre, Belluno)

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Gruppo di lavoro

• Diego Cason• Paolo Capraro

• Rosanna Canova• Angelo Paganin

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Con la partecipazione delle associazioni:

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Vita senza DoloreAda CadoreAuser Pieve di CadoreVolontari PC AntelaoVIP Anteas Pelego GAVAuser El Broi Cucchini AgordinoCoordinamento Agordno e Zoldano Volontari AmbulanzeAFDVSAFDVS CoordinamentoAnteas VitaAnteas Il FocolareLILTAMA DolomitiADOSAssociazione Astronomi Feltrina

Mano AmicaProtezione CivileAnteas CometaVola AmbulanzeFamiglia FeltrinaLions ClubAuser Al CastelloAuser Stella AlpinaADMOAIDO SFCSGiacche VerdiComitato d'IntesaAntenna AnzianiCasa TuaPapiriaGiovanni ConzBelluno Donna

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Obiettivi

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Conoscere:

- qual è il grado di consapevolezza delle associazioni e dei volontari del ruolo del volontariato nella società che cambia;

- lo stato dell'arte delle soluzioni/risposte ai nuovi problemi/bisogni individuati dal volontariato.

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Nuclei di discussione

1. Il ruolo politico del volontariatoa) Lo stato delle relazioni con istituzioni e altre

associazioni di volontariato

2. La questione della gratuità e della gratificazione

a) Carattere valori e i limiti dei servizi erogati dall’associazione

b) Compatibilità con l’aspetto economico

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Aspetti critici della società emersi

1. L’invecchiamento della popolazione.2. L’aumento dell’età pensionabile.3. L’instabilità del lavoro.4. Il ritardo del matrimonio e nella nascita del primo figlio.5. Le famiglie sono sempre più piccole.6. La pubblica amministrazione locale ha sempre meno risorse.

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Punti di forza e

punti di debolezza delle associazioni

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Punti di forza1.Le associazioni a volte sono intese solamente come soggetti che erogano servizi a costi inferiori rispetto alla pubblica amministrazione e ai soggetti privati.2.Accettano la delega della cura delle comunità solo sulla base della propria generosa disponibilità.3.Non valutano attentamente se e come assumere incarichi sostitutivi e integrativi del servizio pubblico.

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1.L’attività delle associazioni produce cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva e costruisce l’identità delle comunità locali.2.I volontari curano la qualità delle prestazioni, la relazione con i fruitori, che non sono clienti o utenti, ma cittadini con i quali costruiscono relazioni significative e affettive, basate sul reciproco aiuto. 3.Fare il volontario è una scelta gioiosa che fa bene a chi lo pratica e a chi lo riceve.

Punti di debolezza

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Nodi del cambiamento..

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Emerge la consapevolezza che lei istituzioni non sempre mettono in grado il volontariato di partecipare ai momenti di concertazione e/o programmazione.

Preoccupazione per l’indebolimento dei valori fondanti il volontariato.

Necessità della promozione della cittadinanza attiva e della partecipazione, insieme alla tutela dei diritti delle persone più deboli.

Importanza dell’autonomia della propria organizzazione così come di quella economica e finanziaria

Difficoltà di coinvolgere i giovani, attribuita spesso a carenze della scuola, che non promuove la partecipazione a esperienze di volontariato

Necessità di dotarsi di formazione per accedere con competenza alla promozione dell’associazione.Cresce il bisogno di coinvolgere, curare e valorizzare i volontari.

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Nodi del cambiamento ...

Si avverte il pericolo di strumentalizzazione in particolare, il rischio di un utilizzo finalizzato a ridurre i costi dei servizi e di un’eccessiva importanza attribuita all’efficienza da parte delle istituzioni(a vantaggio delle grandi organizzazioni di volontariato e a scapito dei piccoli gruppi).

É avvertito il peso della burocrazia (privacy, sicurezza, rendicontazione) a volte eccessiva che soffoca le organizzazioni di volontariato, in particolare quelle di piccole dimensioni.

Necessità di riqualificazione dei rapporti con la PA per stabilire rapporti di partnership e non di dipendenza.

Opportunità di individuare i meccanismi di mediazione fra il processo partecipativo e quello decisionale.

Importanza dell’autonomia della propria organizzazione così come di quella economica e finanziaria

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Conseguenze

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Le associazioni risentono in modo diretto e quasi immediato delle trasformazioni

che avvengono nelle comunità in cui operano.

1.La percezione del cambiamento è asincrona, in ritardo sull’evento.

2. La percezione è sincrona e talvolta anticipa gli effetti degli eventi.

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Effetti del cambiamento sul volontariato

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Per i singoli volontari: 1. permette di mettere a frutto le proprie

capacità, valorizzare le competenze;

2. produce apprendimento continuo;

3. amplia le proprie reti sociali.

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La figura del volontario emersa

I volontari sono quelle persone che lavorano senza contropartita monetaria 

Modelli di volontario emersi:1. dilettante armato solo di buone intenzioni (fondamentali, ma parziali )

1. rappresentante dell’associazione (coerente con le sue motivazioni, con il suo stile, in possesso delle competenze necessarie…)

Tipologie emerse:

1. Per competenze: volontari generici e specializzati

2. Per coinvolgimento: volontari del centro e della periferia

3. Per resistenza: volontari di lungo e di breve periodo

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Cosa influenza il volontario a partecipare1. Aiutare gli altri: altruismo puro, appagamento delle proprie spinte altruistiche,

assolvimento di un dovere morale, egoismo illuminato, esigenze di auto-realizzazione2. Avere contatti sociali:convivialità, qualità dei rapporti umani, soddisfazione dell’esigenza di avere relazioni condivisione, valori di riferimento comuni da condividere, esigenze di prestigio3. Promuovere gli obiettivi dell'organizzazione:interesse per la causa per esperienza diretta, per affinità, passione …

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Il profilo del volontario Deve essere delineato in base a:1. esigenze legate ai compiti

Competenze di baseDoveri e responsabilitàScopoFormazione e supervisione

2. specificità personali utiliEsperienzaQualificazioneAbilitàCircostanze personali

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La gestione dei volontari

Si basa su:1. la formazione2. l’organizzazione del lavoro3. la valutazione4. la “carriera”5. l’uscita

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Esigenze di formazione emerse…

1. in senso ampio: tutto ciò che aiuta le persone a crescere,

percorso continuo, punteggiato da momenti privilegiati e preparati

2. in senso stretto: addestramento e formazione (formalizzata,

tecnica...es. protezione civile)

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Cosa stanno facendo le associazioni per affrontare il

cambiamento?

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1. Sono custodi della complessità

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Le associazioni agiscono con strutture organizzative, strumenti, procedure, obiettivi e relazioni molto differenti tra loro. Queste differenze sono un valore anche se qualche volta creano dei problemi.

Non c’è bisogno di avere un modello unitario o standard dell’agire del volontariato.

La complessità è una garanzia di vitalità e adattamento.

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2. Sono custodi della libertà

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Le loro motivazioni restano individuali, estranee alla logica economica, legate alla propria disponibilità e alle proprie libere decisioni, pur riconoscono la necessità dell’efficienza nella loro attività.

Questa radice spontanea non va recisa, la pianta può essere potata e governata, ma se si

tagliano le radici il volontariato muore.

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3. Perseguono relazioni consapevoli

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I volontari non hanno il compito di garantire diritti Praticare la carità non significa fare beneficienza semmai perseguire il bene.

Bisogna imparare anche a dire: no

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4. Il volontariato fa ciò che può

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Migliorano la propria capacità operativa:

1. usano bene la fatica, l’impegno e il tempo dedicato, aiutandosi gli uni con gli altri;

2. rendono più semplice il trasferimento delle informazioni e delle competenze;

3. creano un terreno favorevole alla cooperazione;

4. migliorando il clima di fiducia reciproca nelle intense relazioni che le caratterizzano.

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5. Il volontariato fa ciò che sa fare

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E’ necessario non perdere di vista i tratti fondanti del dono volontario: - esso non è dovuto;- è elargito nei modi che le associazioni conoscono;- i gruppi di volontari hanno fragilità e i limiti umani del fare quel che possono e sanno.

Questi limiti, non dimentichiamolo, sono anche punti di forza della gratuità.

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6. Ciò che muove è il dono

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La motivazione ideale che sorregge il volontariato è il dono e l’aiuto reciproco. Come coniugare queste motivazioni con la necessità di risorse per affrontare le inevitabili spese assunte per produrre e distribuire i servizi?

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7. Costruiscono relazioni personali

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Le Reti servono a tre scopi:

1. migliorare i servizi; 2. diffondere le buone pratiche; 3. dare rappresentanza agli interessi del volontariato.

Ma servono anche a far “star bene” i volontari.

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8. Diffondono il principio di Cittadinanza attiva

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Trasmettono le virtù civiche attraverso l’assunzione di responsabilità solidali diffuse e la cura dei beni comuni

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Problemi

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Come conciliare disciplina e libertà

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Come gestire la contraddizione tra “anarchia” delle motivazioni e necessità della disciplina e della efficienza organizzativa, specialmente nel rapporto con le istituzioni e nella produzione di servizi frutto di accordi e di convenzioni con l’ente pubblico locale?

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Come evitare l’eccessiva generosità

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Le associazioni e i volontari, indotti dal loro spirito caritatevole e responsabile, assumono compiti e funzioni che non competono loro e che li espongono a rischi economici, giuridici ed etici piuttosto pesanti.

Come regolare l’erogazione di questo tipo di servizi?

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Le questioni in discussione

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Le questioni che abbiamo appena ricordate si possono riassumere nei quattro nuclei di discussione che abbiamo proposto nel secondo giro di incontri a tutte le associazioni del territorio.

Tali oggetti di discussione sono stati: 1 Il ruolo politico del volontariato.2 Lo stato delle relazioni con istituzioni e altre associazioni di volontariato.3 La questione della gratuità e della gratificazione.4 Carattere valori e i limiti dei servizi erogati dall’associazione.

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I livelli del cambiamento del volontariato

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Livello politico-istituzionale

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1. Cambiano l’identità e i valori che fondano la cittadinanza.

2. Emerge il bisogno di connotare in modo forte la «committenza” riguardo il volontariato.

3. È necessario pensare e programmare in maniera intersettoriale (non come barchette isolate).

4. Avere un approccio per setting.

Proposta: costruire alleanze.Creare un buon bilanciamento tra politiche e programmi.

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Proposta: fare ReteChe cos’è una rete:

è una relazione consapevole che impegna soggetti simili ad attuare buone pratiche, tramite la condivisione ed il

confronto, che potenziano le associazioni dal punto di

vista amministrativo, logistico ed anche operativo

Livello Gestionale – Organizzativo

1. Cresce la complessità dei ruoli e delle funzioni organizzative e gestionali.

2. Necessità di condividere con i volontari strumenti

e metodi in maniera strutturata

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1. Occorre ricercare i problemi reali, individuare le influenze di tipo ambientale, fisico, sociale organizzativo e modalità di adattamento ad esso.

2. Occorre capire meglio i livelli di conoscenze, atteggiamenti e capacità pratiche dei volontari.

3. Bisogna trasformare con metodo i programmi in azioni.

Livello Tecnico – OperativoProposte: 1. Partire con azioni che permettano di definire il profilo dell’associazione e le capacità di risposta ai bisogni identificati-2. Definire le linee guida,cioè un documento (preciso e conciso) che elenchi:competenze di base (tecniche, educative, relazionali...) doveri, responsabilità, scopo.3. Attuare un processo di accoglienza e di formazione:a) organizzare il lavorob) verificare!

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Il “ruolo politico”

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FAREPENSARE

PROPORREPROGRAMMARE

Consiste nel farsi carico dei problemi e della responsabilità sociale di questi per individuare mediazioni istituzionali a

soluzioni praticabili.

Porre avanti, presentare qualcosa perché sia esaminato, discusso, deliberato e accettato

Dare notizia pubblica per iscritto, nel quale si espongono i modi e le ragioni di un lavoro

Concepire con la mente le idee ed esaminare i rapporti

Agire, operare, eseguire

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Cosa dice la Costituzione

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...”

Concetto ribadito poi negli artt. 36, 37, 38.

“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

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Dare rappresentanza ai bisogni che il volontariato intercetta

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Ciò può essere realizzato in modi diversi:

a) Tramite la valutazione dell’impatto sociale della legislazione e la proposta di nuove norme a tutela dei diritti sociali di tutti i cittadini, in particolare di quelli più deboli;b) stimolando, promuovendo e sostenendo forme di auto-organizzazione dei soggetti deboli, rendendoli così protagonisti di azione politica, ai fini del riconoscimento dei loro diritti;c) favorendo la partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano direttamente e indirettamente; d) ricercando continuamente il dialogo, lo scambio ed il confronto, al proprio interno e con tutti gli altri soggetti che agiscono nella comunità.

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Costruire alleanze…

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…con altri soggetti pubblici e privati negoziando la strategia di intervento.

Queste relazioni sono anche fonti di vincolo che non devono indebolire l’autonomia delle associazioni e la capacità critica (stimolo, denuncia, e tutela degli utenti).

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Lo stato delle relazioni istituzionali

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La collaborazione con gli enti pubblici è, generalmente, cosa necessaria e positiva, tuttavia, bisogna fare attenzione che non diventi un legame di dipendenza troppo stretto, tale da impedire alle associazioni di esprimere il controllo e la critica liberamente.

Le associazioni non vedono con particolare benevolenza un rapporto troppo stretto con le amministrazioni pubbliche e con le forze politiche che le governano, perché temono, a ragione, di essere senza strumentalizzate.

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Le convenzioni (atti, protocolli, accordi) sono atti vincolanti che impongono alle associazioni il dovere di garantire determinati servizi, in un certo territorio, per un certo periodo. È da valutare che ciò non irrigidisca l’offerta che l’associazione è in grado di garantire e non entri in contrasto con lo spirito del volontariato.

In certi casi, questi accordi sono indispensabili perché rendono possibili attività che, altrimenti, l’associazione non sarebbe in grado di praticare.

Gli accordi introducono la valutazione economica delle prestazioni che, di per sé, non entra in contrasto con la gratuità del servizio.

L’uso di risorse economiche è indispensabile ma può deteriorare l’immagine dei volontari e confonderli con dei salariati.

Forme delle relazioni istituzionali

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Il rapporto con la pubblica amministrazione fa aumentare il carico di adempimenti burocratici, amministrativi e contabili, che appesantiscono la responsabilità delle leadership delle associazioni, rallentandone l’attività, ostacolandone l’operatività pratica e producendo un diffuso senso di frustrazione tra i volontari.

D’altro canto esse sono strumenti di riconoscimento sociale, di ruolo istituzionale, di costruzione di rapporti di reciproca collaborazione, di esercizio della sussidiarietà ed infine mezzi per ottenere risorse indispensabili.

Rischi delle relazioni istituzionali

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Le relazioni tra le associazioni sono frequenti, di buona qualità, sono esempi di collaborazioni proficue e costanti. Ci sono anche casi in cui diverse associazioni agiscono sullo stesso territorio, in ambiti di servizi simili senza trovare un terreno di collaborazione che sarebbe utile al fine di ridurre gli oneri e condividere gli strumenti gestionali.

La rete di queste relazioni dovrebbe migliorare, acquisendo trasparenza, procedure e metodi adeguati per garantire a ogni associazione autonomia operativa e, contemporaneamente, favorire la condivisione di buone pratiche, l’accesso a servizi comuni, e la condivisione dei progetti.

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Le relazioni tra le associazioni

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Emergono critiche sulla capacità di riflettere sul proprio operato, sulle proprie motivazioni individuali, sulle ragioni strategiche che inducono ad aderire a una associazione.

Assume rilevanza anche un’altra critica, riferita a un eccesso di concentrazione sul fare che, in qualche misura, limita un approfondimento consapevole sulla qualità delle interazioni tra volontari e con le persone che utilizzano i servizi erogati.

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Difficoltà delle relazioni dentro le associazioni

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Difficoltà dei singoli volontari

La scarsa attitudine ad assumere responsabilità dirigenziali, a curare la qualità della comunicazione, ad occuparsi del reclutamento di nuovi associati, particolarmente giovani.

Si ritiene che sia compito di altri trovare o far crescere nuovi leader, promuovere adesioni e migliorare l’immagine delle associazioni. Si pensa che l’unico strumento sia l’esempio.

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Il CSV è uno strumento essenziale per assolvere degli adempimenti tipici delle associazioni di volontariato:

a) sostegno e competenza nella gestione degli adempimenti burocratici;b) guida e nella definizione di progetti, soprattutto se permettono l’accesso a risorse per l’esercizio dell’attività dell’associazione;c) stimolo alla formazione continua che induce alla riflessione sul senso e lo scopo del fare.

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Il Centro di servizio per il volontariato di Belluno

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Il Comitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche

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Una critica è riferita alla capacità del Comitato d’intesa di:a. essere strumento di coesione e di razionalizzazione delle visioni delle varie associazioni; b. migliorare il clima relazionale, lo scambio di esperienze, in particolare delle buone pratiche, la diffusione e l’incremento delle competenze; c. consolidare il processo di assunzione della leadership;d. dare rappresentanza politica agli interessi curati dal volontariato.

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Grazie per la vostra attenzione!

Rosanna CanovaPaolo CapraroDiego Cason

Angelo Paganin

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