Il fatto. DI RIAVVIO Mattarella: subito L la legge elettorale · Il presidente Mattarella chie-de...

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Informazione M5S sotto accusa per gli attacchi Ma Grillo non ci sta MARCELLI A PAGINA 10 Armi da guerra Quasi raddoppiato il nostro export Record di missili SCAVO A PAGINA 12 Stati Uniti Trump dimezza le tasse sulle imprese Sgravi per le famiglie ALFIERI A PAGINA 15 Quotidiano di ispirazione cattolica www.avvenire.it ANNO L n° 99 1,50 Giovedì 27 aprile 2017 San Liberale Opportunità di acquisto in edicola: Avvenire + Luoghi dell’Infinito 4,20 Il fatto. Il Capo dello Stato sollecita il Parlamento a nominare un giudice alla Consulta e varare norme omogenee per Camera e Senato Mattarella: subito la legge elettorale In Aula a fine maggio, ma è sempre scontro EDITORIALE LA PARTITA SULLE REGOLE FISCHIO DI RIAVVIO MARCO TARQUINIO arbitro ha detto basta, e la meli- na è finita. L’intervento, morbido ma deciso, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato ieri lo stop al deludente e sterile ti–tic–ti–toc che sinora aveva fatto seguito alla sconfitta referendaria della riforma costitu- zionale su cui Matteo Renzi aveva politicamen- te messo firma e faccia e alla sentenza della Cor- te costituzionale che aveva smontato l’originario meccanismo maggioritario (a potenziale doppio turno) della legge elettorale chiamata Italicum dopo aver bocciato senza scampo quello che a- veva caratterizzato, dal 2006 al 2013, la legge chia- mata Porcellum. Due Consultellum, però, non fanno una legge come si deve. E sino a ieri sem- brava che l’avessero chiaro tutti, tranne i signori dei partiti e dei movimenti. Ma adesso, grazie al capo dello Stato, è chiaro che la melina è finita, proprio come la pazienza del pubblico – gli elettori – che da anni non chiedo- no astruserie al legislatore, ma risposte che so- stanzialmente si riducono a due: se potranno o no scegliere loro, e non il sinedrio dei capiparti- to, il proprio deputato o senatore; se potranno o no votare per una coalizione e un programma di governo dichiarati prima delle elezioni e non negoziati faticosamente dopo la prova delle ur- ne. La melina è finita, e l’arbitro – chiedendo an- che di sanare l’altra ferita istituzionale ancora a- perta, la paralisi del processo di elezione del 15° giudice della Consulta – ha fischiato il riavvio della partita. Ed essa, ora, deve necessariamen- te entrare nel vivo. Per dare vita a norme eletto- rali utili ad accompagnare la ricostruzione di un decente rapporto di fiducia e di corretta rappre- sentanza tra il popolo italiano e i suoi parla- mentari. Le reazioni delle diverse forze politiche – se si rie- sce a resistere al disincanto e a fare la tara delle polemiche – risultano tutto sommato incorag- gianti. Vedremo. Abbiamo già udito impegni si- mili e applausi altrettanto concordi in replica al persino accorato stimolo riformatore dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano. I mortifi- canti esiti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tut- ti. Il presidente Mattarella adesso indica un nuo- vo, limitato ma cruciale e inevitabile obiettivo. Antidoto alla disastrosa tentazione di paralizza- re il sistema, lungo la china del tanto peggio tan- to meglio. I presidenti delle Camere hanno subito rimesso la palla in gioco, con istituzionale tempestività. E partiti e movimenti sono tenuti a fare la propria parte, e ad avere la lungimiranza e il coraggio di lavorare assieme proprio mentre i casi elettorali di mezza Europa continuano a dimostrare che le regole del voto possono “servire” vecchie e nuo- ve offerte politiche, ma non perdonano il vuoto della politica. Proprio per questo l’obiettivo di u- na legge buona per tutti (o quasi) e soprattutto amica degli unici padroni del voto, i cittadini– elettori, non può e non deve essere mancato. © RIPRODUZIONE RISERVATA L Il presidente Mattarella chie- de alle Camere di rompere gli indugi e di varare al più presto una legge elettorale. Con la formula soft di un pranzo (ma il messaggio è preciso) con i presidenti dei due rami del Parlamento, Grasso e Boldrini, il capo dello Stato ha sollecitato la riforma contro l’instabilità. Necessaria anche l’elezione di un giudice della Consulta. La risposta dei capigruppo dei partiti arriva in poche o- re: un testo andrà in aula al- la Camera il 29 di maggio. IL PAPA: PURE IO EMIGRATO, TRA GLI SCARTATI I figli dei soccorsi nati sulle navi della speranza LUCIA BELLASPIGA Salvatore si chiama così perché è nato la notte di Natale. Era a bordo di Etna, la nave della Marina Militare che lo aveva salvato giusto in tem- po: a un soffio dal travaglio sua mamma Kate, nigeriana di 28 anni, gal- leggiava ancora su un barcone stringendo a sé la piccola Destiny di 15 mesi, in balìa delle onde gelate. Era il 2014 e Salvatore era solo uno tra i tanti bambini che fino a oggi sarebbero venuti al mondo solo perché una nave si è trovata a passare nel posto giusto al momento giusto. Il governo nega di volere u- no «spezzatino» della com- pagnia aerea. Il M5S: trop- po rischioso fare interveni- re Fs per il salvataggio. Diffuso il messaggio della Conferenza episcopale per il 1° maggio. Il segretario Ga- lantino: «Lavoro emergenza nazionale, un sfida da vince- re insieme». Nel testo, propo- ste per una via di uscita: «La finanziarizzazione dell’eco- nomia ha reso il lavoro quasi un inutile corollario. Vanno combattute tutte le forme di sfruttamento». Il vescovo Santoro: «Nel mio cassetto tanti curriculum di giovani che non trovano un posto». D’ANGELO E PICARIELLO A PAGINA 11 MAZZA A PAGINA 21 PRIMOPIANO PAGINE 8 E 9 Alitalia M5S cambia rotta: no al salvataggio di Stato Occupazione. Messaggio Cei per il Primo Maggio «Lavoro, la sfida si vince insieme» Ue: nuovi pilastri L’analisi L’Egitto che guarda al suo passato oggi ha solo i militari GIORGIO FERRARI L’Egitto è tornato a riaccomodarsi nell’u- nica forma di governo che è in grado di so- stenere: quella della democrazia autori- taria dietro cui si cela senza troppo im- barazzo la casta militare, con i suoi privi- legi, le sue immense ricchezze, la capilla- re presenza in ogni ganglio dello Stato. A PAGINA 3 La proposta Un sussidio europeo per costruire fiducia e l’inclusione attiva LEONARDO BECCHETTI È bene, perciò, non farsi illusioni e non c’è tempo da perdere se vogliamo evitare che ogni tornata elettorale in un Paese euro- peo diventi un batticuore dobbiamo fare presto per cambiare l’idea e la pratica di Europa. E i fronti di lavoro sono due: quel- lo politico e quello culturale. A PAGINA 3 Il colloquio Minniti: non lascerò sola San Luca forza al cambiamento ANTONIO MARIA MIRA «Non lasceremo sola San Luca e i suoi cittadini. Seguiremo con attenzione le prossime elezioni amministrative e so- sterremo la voglia di cambiamento e- spressa dai cittadini». Così il ministro dell’Interno, Marco Minniti, risponde all’editoriale di “Avvenire” di ieri. A PAGINA 13 I NOSTRI TEMI Testimoni Juan Martín Guevara: «Io, sbattuto in prigione per mio fratello il Che» MICHELUCCI A PAGINA 23 Spettacoli Clementino l’eclettico Il rapper del Vesuvio tra musica e teatro CALVINI A PAGINA 26 Sport Stefano Tonut, il “doge” del basket lancia Venezia GIULIANO A PAGINA 27 è Vita EUTANASIA IN OLANDA IN UN ANNO PIÙ 10% ORA ANCHE PER CIECHI DEMENTI E DEPRESSI CAPUZZI, FASSINI E GALLI ALLE PAGINE 4 E 5 l limite ipendesse da me saprei bene che cosa fare. Denuncerei l’orrendo sfruttatore, farei in modo di incontrarlo, di guardarlo dritto negli occhi. Che la smettesse di sentirsi l’impunito che è. Lo dico a quella ragazza che ho così cara, ar- rivata qui come tante in cerca di pane da un posto del mondo così lontano, e che sta su- bendo un sopruso da un ridicolo e vigliac- co encantador de chicas. Lui ha fatto il danno ed è sparito. Toccherà a lei pagare. Ogni mese, di qui all’eternità, un quinto trattenuto sul suo povero sti- pendio. Sono furiosa. Lei si schermisce. Come se dovesse difendersi da me e non da lui. Quante ce ne sono tra noi di queste don- ne, venute qui a spaccarsi la schiena, pron- te a scattare e a vuotarsi le tasche agli or- dini di uomini che passano le loro inutili giornate in qualche bar, litri di cerveza, salsa, marimba e ragazze da sedurre e ab- bandonare. Le dico: "Dovresti fare così. E poi così". Lei abbassa gli occhi, in attesa che la buriana passi. Non farà niente di ciò che le consiglio. Quella violenza l’ha già accettata come un destino. Devo sbatterci il muso per capire che la libertà non si insegna - come per la democrazia, che non si esporta -. È libertà anche che lei decida come e quando esse- re libera, nei suoi modi e nei suoi tempi. Abbasso gli occhi anch’io e le prendo una mano. © RIPRODUZIONE RISERVATA D Marina Terragni ENCANTADOR DE CHICAS NAPOLI OFFESA CHIEDE I DANNI DENUNCE ONLINE E QUERELE PER CHI CALUNNIA Previsioni Istat L’Italia nel 2065: 7 milioni in meno e molti più anziani SERVIZI PAG. 7. BLANGIARDO PAG. 2

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InformazioneM5S sotto accusaper gli attacchiMa Grillo non ci sta

MARCELLI A PAGINA 10

Armi da guerraQuasi raddoppiatoil nostro exportRecord di missili

SCAVO A PAGINA 12

Stati UnitiTrump dimezzale tasse sulle impreseSgravi per le famiglie

ALFIERI A PAGINA 15

Quot id iano d i isp i raz ione catto l ica www.avvenire . i t

ANNO L n° 991,50 €

Giovedì 27 aprile 2017

San Liberale

Opportunità di acquistoin edicola:Avvenire+ Luoghi dell’Infinito4,20 €

Il fatto. Il Capo dello Stato sollecita il Parlamento a nominare ungiudice alla Consulta e varare norme omogenee per Camera e Senato

Mattarella: subitola legge elettoraleIn Aula a fine maggio, ma è sempre scontro

E D I T O R I A L E

LA PARTITA SULLE REGOLE

FISCHIODI RIAVVIO

MARCO TARQUINIO

arbitro ha detto basta, e la meli-na è finita. L’intervento, morbidoma deciso, del presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella hadato ieri lo stop al deludente e

sterile ti–tic–ti–toc che sinora aveva fatto seguitoalla sconfitta referendaria della riforma costitu-zionale su cui Matteo Renzi aveva politicamen-te messo firma e faccia e alla sentenza della Cor-te costituzionale che aveva smontato l’originariomeccanismo maggioritario (a potenziale doppioturno) della legge elettorale chiamata Italicumdopo aver bocciato senza scampo quello che a-veva caratterizzato, dal 2006 al 2013, la legge chia-mata Porcellum. Due Consultellum, però, nonfanno una legge come si deve. E sino a ieri sem-brava che l’avessero chiaro tutti, tranne i signoridei partiti e dei movimenti. Ma adesso, grazie al capo dello Stato, è chiaro chela melina è finita, proprio come la pazienza delpubblico – gli elettori – che da anni non chiedo-no astruserie al legislatore, ma risposte che so-stanzialmente si riducono a due: se potranno ono scegliere loro, e non il sinedrio dei capiparti-to, il proprio deputato o senatore; se potranno ono votare per una coalizione e un programmadi governo dichiarati prima delle elezioni e nonnegoziati faticosamente dopo la prova delle ur-ne. La melina è finita, e l’arbitro – chiedendo an-che di sanare l’altra ferita istituzionale ancora a-perta, la paralisi del processo di elezione del 15°giudice della Consulta – ha fischiato il riavviodella partita. Ed essa, ora, deve necessariamen-te entrare nel vivo. Per dare vita a norme eletto-rali utili ad accompagnare la ricostruzione di undecente rapporto di fiducia e di corretta rappre-sentanza tra il popolo italiano e i suoi parla-mentari.Le reazioni delle diverse forze politiche – se si rie-sce a resistere al disincanto e a fare la tara dellepolemiche – risultano tutto sommato incorag-gianti. Vedremo. Abbiamo già udito impegni si-mili e applausi altrettanto concordi in replica alpersino accorato stimolo riformatore dell’alloracapo dello Stato Giorgio Napolitano. I mortifi-canti esiti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tut-ti. Il presidente Mattarella adesso indica un nuo-vo, limitato ma cruciale e inevitabile obiettivo.Antidoto alla disastrosa tentazione di paralizza-re il sistema, lungo la china del tanto peggio tan-to meglio.I presidenti delle Camere hanno subito rimessola palla in gioco, con istituzionale tempestività. Epartiti e movimenti sono tenuti a fare la propriaparte, e ad avere la lungimiranza e il coraggio dilavorare assieme proprio mentre i casi elettoralidi mezza Europa continuano a dimostrare che leregole del voto possono “servire” vecchie e nuo-ve offerte politiche, ma non perdonano il vuotodella politica. Proprio per questo l’obiettivo di u-na legge buona per tutti (o quasi) e soprattuttoamica degli unici padroni del voto, i cittadini–elettori, non può e non deve essere mancato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

’LIl presidente Mattarella chie-de alle Camere di romperegli indugi e di varare al piùpresto una legge elettorale.Con la formula soft di unpranzo (ma il messaggio èpreciso) con i presidenti deidue rami del Parlamento,Grasso e Boldrini, il capodello Stato ha sollecitato lariforma contro l’instabilità.Necessaria anche l’elezionedi un giudice della Consulta.La risposta dei capigruppodei partiti arriva in poche o-re: un testo andrà in aula al-la Camera il 29 di maggio.

IL PAPA: PURE IO EMIGRATO, TRA GLI SCARTATI

I figli dei soccorsinati sulle navidella speranza

LUCIA BELLASPIGA

Salvatore si chiama così perché è nato la notte di Natale. Era a bordo diEtna, la nave della Marina Militare che lo aveva salvato giusto in tem-po: a un soffio dal travaglio sua mamma Kate, nigeriana di 28 anni, gal-leggiava ancora su un barcone stringendo a sé la piccola Destiny di 15mesi, in balìa delle onde gelate. Era il 2014 e Salvatore era solo uno trai tanti bambini che fino a oggi sarebbero venuti al mondo solo perchéuna nave si è trovata a passare nel posto giusto al momento giusto.

Il governo nega di volere u-no «spezzatino» della com-pagnia aerea. Il M5S: trop-po rischioso fare interveni-re Fs per il salvataggio.

Diffuso il messaggio dellaConferenza episcopale per il1° maggio. Il segretario Ga-lantino: «Lavoro emergenzanazionale, un sfida da vince-re insieme». Nel testo, propo-ste per una via di uscita: «Lafinanziarizzazione dell’eco-nomia ha reso il lavoro quasiun inutile corollario. Vannocombattute tutte le forme disfruttamento». Il vescovoSantoro: «Nel mio cassettotanti curriculum di giovaniche non trovano un posto».

D’ANGELO E PICARIELLO A PAGINA 11

MAZZA A PAGINA 21PRIMOPIANO PAGINE 8 E 9

Alitalia

M5S cambiarotta: noal salvataggiodi Stato

Occupazione. Messaggio Cei per il Primo Maggio

«Lavoro, la sfidasi vince insieme»Ue: nuovi pilastri

L’analisiL’Egitto che guarda al suo passatooggi ha solo i militari

GIORGIO FERRARI

L’Egitto è tornato a riaccomodarsi nell’u-nica forma di governo che è in grado di so-stenere: quella della democrazia autori-taria dietro cui si cela senza troppo im-barazzo la casta militare, con i suoi privi-legi, le sue immense ricchezze, la capilla-re presenza in ogni ganglio dello Stato.

A PAGINA 3

La propostaUn sussidio europeoper costruire fiduciae l’inclusione attiva

LEONARDO BECCHETTI

È bene, perciò, non farsi illusioni e non c’ètempo da perdere se vogliamo evitare cheogni tornata elettorale in un Paese euro-peo diventi un batticuore dobbiamo farepresto per cambiare l’idea e la pratica diEuropa. E i fronti di lavoro sono due: quel-lo politico e quello culturale.

A PAGINA 3

Il colloquioMinniti: non lasceròsola San Lucaforza al cambiamento

ANTONIO MARIA MIRA

«Non lasceremo sola San Luca e i suoicittadini. Seguiremo con attenzione leprossime elezioni amministrative e so-sterremo la voglia di cambiamento e-spressa dai cittadini». Così il ministrodell’Interno, Marco Minniti, rispondeall’editoriale di “Avvenire” di ieri.

A PAGINA 13

I NOSTRI TEMI

TestimoniJuan Martín Guevara:«Io, sbattuto in prigioneper mio fratello il Che»

MICHELUCCI A PAGINA 23

SpettacoliClementino l’ecletticoIl rapper del Vesuviotra musica e teatro

CALVINI A PAGINA 26

SportStefano Tonut,il “doge” del basketlancia Venezia

GIULIANO A PAGINA 27

èVita

EUTANASIA IN OLANDAIN UN ANNO PIÙ 10%ORA ANCHE PER CIECHI DEMENTI E DEPRESSI

CAPUZZI, FASSINI E GALLI ALLE PAGINE 4 E 5

l limite

ipendesse da me saprei bene checosa fare. Denuncerei l’orrendosfruttatore, farei in modo di

incontrarlo, di guardarlo dritto negliocchi. Che la smettesse di sentirsil’impunito che è. Lo dico a quella ragazza che ho così cara, ar-rivata qui come tante in cerca di pane da unposto del mondo così lontano, e che sta su-bendo un sopruso da un ridicolo e vigliac-co encantador de chicas. Lui ha fatto il danno ed è sparito. Toccheràa lei pagare. Ogni mese, di qui all’eternità,un quinto trattenuto sul suo povero sti-pendio.Sono furiosa. Lei si schermisce. Come sedovesse difendersi da me e non da lui. Quante ce ne sono tra noi di queste don-

ne, venute qui a spaccarsi la schiena, pron-te a scattare e a vuotarsi le tasche agli or-dini di uomini che passano le loro inutiligiornate in qualche bar, litri di cerveza,salsa, marimba e ragazze da sedurre e ab-bandonare.Le dico: "Dovresti fare così. E poi così". Leiabbassa gli occhi, in attesa che la burianapassi. Non farà niente di ciò che le consiglio.Quella violenza l’ha già accettata come undestino. Devo sbatterci il muso per capireche la libertà non si insegna - come per lademocrazia, che non si esporta -. È libertàanche che lei decida come e quando esse-re libera, nei suoi modi e nei suoi tempi. Abbasso gli occhi anch’io e le prendo unamano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DMarina TerragniENCANTADOR DE CHICAS NAPOLI OFFESA

CHIEDE I DANNIDENUNCE ONLINEE QUERELE PER CHI CALUNNIA

Previsioni IstatL’Italia nel 2065:7 milioni in menoe molti più anzianiSERVIZI PAG. 7. BLANGIARDO PAG. 2

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Si tratta di statistiche importanti percapire la preoccupazione espressa dal-la stessa Commissione nazionalechiamata a esaminare i casi accertati,tenendo conto che all’inizio riguar-davano, per circa l’83%, malati ter-minali di cancro. In seguito sono sta-te "trattate" con l’eutanasia altre pa-tologie non giunte ancora allo stadioterminale: è il caso di Parkinson, scle-rosi multipla, malattie cardiovascola-ri gravi, sino alla demenza (già giun-ta al 2% dei casi di eutanasia nel2016), oltre a cecità e disturbi psichi-ci (questi ultimi ormai all’1%). Va ri-cordato che in Olanda la legge sul-l’eutanasia non è mai stata cambiatase non, nel 2013, per sostituire il far-maco usato per la sedazione inizialecon un altro più efficace.Ma c’è un altro dato importante cheentra da protagonista in questa vicen-da. Un mese fa nei Paesi Bassi si è in-fatti svolta un’importante tornata di e-lezioni politiche, e il governo non èancora stato formato. In Olanda piùche altrove la formazione di un nuo-vo esecutivo avviene soltanto dopo chei partiti di un’eventuale coalizione si so-no messi d’accordo con chiarezza suitemi di discussione fondamentali: u-no di essi, sul quale si registra ancoratotale disaccordo, è proprio quello i-nerente l’eutanasia. Non a caso è sta-to incaricato il ministro della Sanità u-scente, Edith Schippers, di cercare so-luzioni per la configurazione di unnuovo governo. Il Partito di centrosi-

nistra D66, che dovrebbe far parte del-la nuova compagine alla guida del Pae-se, chiede che si concedano l’eutana-sia e il suicidio assistito a chi ha più di75 anni, pur privo di particolari di-sturbi fisici, ma che ha il desiderio diuscire da una vita nella quale non ve-de più alcun senso. Questa proposta era già stata respintadal Parlamento l’anno scorso, rite-nendola inaccettabile sia per i creden-ti sia per qualsiasi persona dotata disenso etico, umano e sociale. La stes-sa Commissione chiamata a vigilare

sull’applicazione della leg-ge sull’eutanasia ha conclu-so il suo rapporto relativoall’anno 2016 con una do-manda: «A cosa è dovutol’aumento dei casi di euta-nasia? Forse al fatto che imedici hanno cominciato acompierla senza tanti scru-poli e con incuria, senza va-lutare, come prescrive la leg-ge, se si tratta veramente disofferenza insopportabile e

di malattia senza possibilità di cura?Oppure i medici si stanno piegando al-la volontà del paziente, arrivato quasia imporre la sua decisione?». Da quil’esplicita richiesta di «un maggior con-trollo e di pene più severe nei casi incui l’eutanasia non sia stata attuata anorma di legge». Attualmente il medico che vìola la nor-mativa sul fine vita se la cava conun’ammenda. Notevole è stata l’azio-ne di un’associazione di medici e far-macisti che si batte contro l’eutanasia,che hanno pagato uno spazio pubbli-citario su alcuni quotidiani, autotas-sandosi per protestare contro questapratica diventata sempre più estrema.La verità è che – pur in presenza di da-ti globali in continua crescita – si va fa-cendo largo nella categoria medica lariflessione sull’opportunità di assu-mersi la drammatica responsabilità didare la morte al proprio paziente, men-tre per professione si era scelto di de-dicarsi a curare e salvare vite umane. Quasi a confermare questa tendenza,tra pochi mesi sarà messa in atto un’ul-teriore forma di controllo sull’eutana-sia da parte del Rte che prenderà il no-me di «Reflectiekamer» («Camera di ri-flessione»). Ne faranno parte due giu-risti, due appartenenti a un comitatoetico, due medici e lo stesso segretariodell’organizzazione. Fra due anni ver-ranno resi pubblici i risultati dello stu-dio di questo nuovo organismo di vi-gilanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Maria Cristina Giongo.

a un’analisi approfondita del-la legge sull’eutanasia e il sui-cidio assistito entrata in vigorein Olanda il 1° aprile 2002 sievince che in questo Paese la si-

tuazione è ormai sfuggita di mano. Èappena stato pubblicato infatti il rap-porto della Commissione di control-lo (Rte) con i dati del 2016, documentoche attesta una crescita delle morti pereutanasia, salite in totale a 6.091, sfon-dando per la prima volta quota seimi-la casi. Nel 2010 i decessi a seguito dirichiesta accolta di accedere all’euta-nasia erano stati 3.136, nel 2011 arri-varono a 3.695, nel 2012 si giunse a4.188 per poi crescere a quota 4.428nel 2013, a 5.306 nel 2014 e infine a5.516 nel 2015, con un aumento dun-que del 10,4% in un solo anno. Neldettaglio, la ripartizione per sesso nel2016 è stata di 3.130 uomini (il 51% )contro 2.961 donne (49%). Leggendo con attenzione i dati, ne e-sce avvalorata la tesi che la legge negliultimi anni sia stata interpretata trop-po liberamente. Ecco alcune cifre elo-quenti: nel 2010 è stata applicata per25 persone affette da demenza e 2 congravi disturbi psichici, nel 2011 i casisono saliti a 49 e 13, raddoppiandonel 2015, quando le due categorie han-no raggiunto quota 109 per i casi didemenza e 56 per le malattie psichiche.Soltanto 10 di questi casi sono stati de-nunciati all’autorità giudiziaria.

D

I dati 2016mostrano unincremento del 10% in unanno, con lacrescita di casinon previstidalla legge

542

La no

tizia

di Francesco Ognibene

e ci si limita ai numeri, non c’è partita:i 326 sì e i 37 no il 21 aprile alla Cameraper la legge che, una volta approvata da

entrambi i rami del Parlamento, introdur-rebbe in Italia le «Disposizioni anticipatedi trattamento» non lasciano molti dubbiquanto ai rapporti di forza tra chi una nor-ma così la vuole e chi invece chiede di cor-reggerla. Premesso tuttavia che a PalazzoMadama il conteggio delle forze in campoè più incerto, va considerato anche un altropeso: quello delle ragioni che militano peruna revisione di alcuni passaggi chiave. E in un caso almeno non si tratta di un’o-pinione che ne fronteggia altre, ma di un benpreciso problema tecnico. «La legge regio-nale del Friuli Venezia Giulia che nel mar-zo 2015 aveva introdotto il biotestamento

su scala regionale è stata dichiarata illegit-tima dalla Corte Costituzionale il 14 di-cembre 2016 – ricorda puntigliosamenteDomenico Menorello, avvocato, deputatoex di Scelta civica e ora vicino a Stefano Pa-risi – per un semplice motivo: la materia, hadetto la Consulta con la sentenza 262, è ri-servata allo Stato, che ha il compito esclu-sivo di organizzare le volontà di fine vita subase nazionale. Si dichiarava così infonda-ta la pretesa di istituire un registro regiona-le dei testamenti biologici affermando cheuna simile raccolta non può essere a caricodegli enti locali ma dello Stato, che se ne de-ve assumere i relativi oneri organizzativi edeconomici. Su questo punto però chi ha vo-luto la legge non ha ascoltato noi che ci sia-mo opposti: e ora all’articolo 6 vengono fat-ti valere tutti i più disparati documenti giàdepositati presso Comuni o notai, senza

prevedere alcun registro nazionale. A mequesta pare una falla clamorosa che andràcolmata al Senato, pena l’incostituzionalitàdella legge. Non credo peraltro che tutte leamministrazioni locali vogliano accollarsiquesta spesa che non gli compete».Ma perché tanti deputati contro pochi nonhanno voluto ciò che la Consulta ha rite-nuto indispensabile appena quattro mesifa? Semplice: un registro nazionale com-porta l’allestimento di una struttura e diun’architettura informatica uniforme per laconsultazione in tempo reale da parte diqualunque medico di ciò che quel pazien-te ha disposto. Ciò significa una spesa, chefarebbe cambiare radicalmente profilo a u-na legge nata "senza oneri". Ci vuole tem-po, e un riesame della legge. Chi avrà l’o-nestà di riconoscerlo?

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SGiovedì,27 aprile

2017

Eutanasia in Olanda? Su ciechi e depressi

l «Journal of American Medical Association»(Jama), la rivista ufficiale dellʼassociazione deimedici statunitensi, ha pubblicato un articolo

dal titolo «Bilancio di 18 anni di legge per la mor-te con dignità in Oregon». Il «Death with dignityAct» ‒ è il titolo della legge ‒ è stato infatti ap-provato nellʼottobre 1997 e le statistiche com-plete sono disponibili dal 1998 al 2015. Le morti causate da eutanasia e suicidio assistito(o meglio, ascrivibili a «Pad-Physician-AidedDying, «morte medicalmente assistita», come vie-ne definita) sono 38,6 ogni 10mila decessi, tra imotivi che causano la richiesta di porre fine allapropria esistenza il cancro è il più diffuso. Per que-sto nel testo si definisce il suicidio assistito comeuna pratica che può portare considerevoli bene-fici a coloro che si trovano ad affrontare la parteterminale della vita. Il contributo evidenzia quan-to più volte già sottolineato ‒ anche su questepagine ‒in merito allʼapplicazione dellʼeutanasia

negli Stati che lʼhanno legalizzata: lʼaumento e-sponenziale delle autorizzazioni, che in Oregonsono passate da 24 (1998) a 215 (2015). Su 1.545prescrizioni mediche di dosi letali per il pazientesono state 991 quelle effettivamente sommini-strate. Tra queste, il 77% ha riguardato pazientioncologici, lʼ8% malati di Sclerosi laterale amio-trofica, su percentuali minori sono patologie pol-monari, cardiache e Hiv. Allʼatto della richiesta no-ve pazienti su dieci hanno dichiarato di voler mo-rire poiché la vita quotidiana non era più dellaqualità desiderata e avevano perso la propria au-tonomia. Otto su dieci hanno aggiunto anche laperdita di dignità. Solo in un caso su quattro la mo-tivazione era da ricercarsi nel dolore fisico insop-portabile. Numeri che fanno riflettere se si pensache la legge era nata per concedere la morte apazienti adulti, capaci di intendere e di volere econ unʼaspettativa di vita di sei mesi.

Lorenzo Schoepflin

I

NEWS

I dementi e chi cambia idea:lʼangoscia dei casi «dubbi»

elle pieghe del rapporto annuale sull’applicazione della leggesull’eutanasia in Olanda emergono storie in grado di far capi-re qual è la china lungo la quale si sta avviando l’applicazionepratica. Ci si imbatte, ad esempio, nel caso di una donna allaquale non erano state iniettate le dosi corrette di narcotico per

indurne il coma, per cui continuava a svegliarsi durante la procedura,chiedendo spaventata «ma come, non sono ancora morta?». Colpisceanche il caso del medico di famiglia di un malato di Parkinson di 55

anni sottoposto alla procedura euta-nasica nonostante il parere contrariodel neurologo e dello psichiatra: que-sti infatti avevano dichiarato che i tre-mori e la depressione di cui il pazien-te soffriva non erano sufficienti per ac-cogliere la sua richiesta di morte pro-curata. Rinviato a giudizio anche unmedico per l’eutanasia di una donna af-fetta da Alzheimer, "terminata" tenen-dola ferma con la forza nonostante almomento della prima iniezione aves-se dato chiari segni di aver cambiato i-dea. In riferimento a questo episodioda film dell’orrore, nel rapporto stila-to dalla commissione di controllo Rtesi legge testualmente: «È importantecapire se, quando un paziente demen-te tira indietro il braccio nell’attimo incui gli viene fatta la prima iniezionequesto sia un esplicito segnale di ri-chiesta a non procedere, oppure unareazione di paura, forse di dolore perla puntura dell’ago in vena».

A questo punto sorge una domanda: ma gli atti di eutanasia del 2016si sono svolti tutti a norma di legge? Secondo la Commissione, sì. Ep-pure non si può fare a meno di notare, ancora una volta, come si stiaallargando lo spettro di applicazione della legge, tenendo conto chenel 2011 e nel 2012 non è stata segnalata alcuna eutanasia su anzianisenza gravi patologie mentre nel 2015 i casi sono stati 183 (il 3%),raggiungendo nel 2016 il 4% dei casi di eutanasia su persone afflittedai classici malanni dovuti all’età. Significativo il caso di un’anzianasofferente di artrosi, artrite reumatoide e maculopatia senile. La don-na aveva già subìto due operazioni al femore e altrettanti inserimen-ti di protesi alle ginocchia. Con il passare del tempo aveva sempre piùmale agli arti, non riusciva più a leggere, scrivere, vedere la tv. Non u-sciva di casa e tra le mura domestiche si muoveva sempre meno perpaura di cadere. Il suo medico ne aveva accolto la richiesta di porre fi-ne a una vita che le pareva non avesse più senso continuare. Altro caso sintomatico è quello di un paziente affetto da Alzheimer,accudito in casa dalla moglie, spesso aggressivo, intrattabile. Duranteil decorso della malattia, in un momento di lucidità in cui «palesavaun’evidente sofferenza e ansia», il medico curante gli chiese se desi-derava che fossero rispettate le sue volontà, espresse in un testamen-to biologico. Rispose affermativamente. In seguito peggiorò, non ri-conosceva più i suoi cari. Fu allora che i medici decisero che per lui e-ra arrivato il tempo di morire. E gli praticarono l’eutanasia.

Maria Cristina Giongo© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Rapporto olandeseraccoglie anche storiedrammatiche conclusein modo più chesospetto. Le domandedella Commissione su paure e tremoridavanti alla morte

Per il cancro la «morte medicalmente assistita»

di Fiorenzo Facchini*

a legge sulle Dat non riguarda soltanto le «di-sposizioni di trattamento» nel fine vita che ilcittadino può indicare, ma si estende al tratta-mento del malato. L’orizzonte è molto più va-sto. Il principio cardine della legge è infatti il

rispetto del consenso informato, stabilito dall’artico-lo 32 della Costituzione. Questo rispetto, oltre a e-sprimersi nelle eventuali disposizioni di trattamento(che comunque non sono un obbligo per il cittadi-no), deve informare il rapporto del medico col pa-ziente e include i vari interventi sul malato (terapie,farmaci, prestazioni del personale sanitario...). Il prin-cipio del consenso richiesto non è solo ispiratore del-la legge ma tende a condizionare ogni intervento,quasi che il paziente sia in grado di conoscere e deci-dere che cosa è più conveniente per lui. Il consensoinformato viene di fatto a coincidere con la libertà discelta delle terapie e di tutto ciò che il malato vuole. Qui si manifesta il grosso limite di una legge che san-cisce come un assoluto la libertà del paziente. Libertàda chi e da che cosa? Dalle terapie necessarie o utili?Libertà di chiedere la cessazione delle cure e quindila morte? Questo principio, se assolutizzato, com-porterebbe la scelta di vivere o di morire, di lasciarsimorire o di chiedere di farla finita, scontrandosi conle finalità intrinseche della medicina e della profes-sione medica, a cui si chiederebbe qualcosa che e-sorbita dai suoi scopi. Nella discussione alla Camera

si è proposto di prevedere l’obiezione di coscienzaper i medici e anche per le strutture ospedaliere pro-mosse da enti religiosi. La legge ha cercato di ovviarein parte al problema limitandosi ad affermare che ilpaziente non può esigere trattamenti sanitari contra-ri a norme di legge, alla deontologia e alle buone pra-tiche clinico-assistenziali (comma 7, articolo 1), pre-cisando che in merito il medico «non ha obblighiprofessionali» (comma 6).La legge si muove nella linea di evitare l’accanimen-to terapeutico (e su ciò la bioetica è d’accordo) madovrebbe essere evitato anche l’abbandono terapeu-tico, che assumerebbe la connotazione di abbando-no eutanasico. Altro scoglio è il problema dell’idra-tazione e nutrizione artificiali dichiarate tout-courttrattamenti sanitari e in quanto tali nella possibilitàdi scelta del paziente. Ma ciò non è vero in assoluto.Essi infatti possono assumere i caratteri di un tratta-mento sanitario quando si associano ad altre pato-logie, ma vi sono situazioni – come negli stati di mi-nima coscienza – in cui la nutrizione assistita rap-presenta una modalità di mantenimento in vita del-

la persona nella speranza di un risveglio o di qual-che percezione di coscienza. Rifiutarla a priori, a di-stanza di tempo, quando non si conoscono neppu-re le condizioni in cui ci si può trovare, non ha sen-so, e diventa la scelta di un suicidio assistito che nonrientra tra gli scopi della medicina, oltre a essere con-tro le leggi vigenti. La norma approvata alla Camera, oltre ad abbraccia-re tutto l’orizzonte del rapporto medico-paziente(molto più vasto del possibile trattamento previsto dauna legge sul fine vita), solleva problemi culturalimolto seri. Prima di tutto il principio dell’autodeter-minazione, che va riconosciuto ma non può diven-tare un assoluto, se non in una società in cui vengo-no sacrificati altri valori, quali la vita e la missione delmedico. In questo quadro si ripropone, oltre al ri-chiamo al valore della vita, il significato della soffe-renza e della morte che contraddistinguono la con-dizione umana e richiedono una consapevolezza e u-na ricerca di altri valori che consentano di affrontarel’evento doloroso della fine serenamente, senza di-sperazione. A questo riguardo possono aprirsi gli o-rizzonti della visione cristiana. E’ un compito parti-colare a cui sono sono chiamate le comunità cristia-ne: l’evangelizzazione della sofferenza e della morte.

*sacerdote, paleontologo e antropologoprofessore emerito dell’Università di Bologna

assistente ecclesiasticodell’Associazione medici cattolici di Bologna

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lneanche un anno dalla legge che, lo scorso giu-

gno, ha introdotto il suicidio assistito in Canadaa livello federale e già si pensa alla sua estensio-

ne a livello provinciale. Particolare è il caso dell’On-tario, la provincia che ha per capoluogo Toronto (lacittà più popolosa del Paese), dove in aggiunta a quel-la federale si sta discutendo una legge locale (Bill 84)per introdurre il suicidio assistito. Il cardinale Tho-mas Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, è in-tervenuto alle audizioni pubbliche affermando che imedici che si rifiutano di uccidere un paziente «han-no bisogno di protezione, in modo che possano agi-re secondo la propria coscienza». Dal mese di mag-gio proprio in Ontario sarà disponibile un «serviziodi coordinamento» per l’assistenza incaricato di for-nire informazioni e indicazioni a coloro che voglio-no richiedere il suicidio assistito. L’annuncio è arri-vato dal ministro della Salute dell’Ontario, Eric Ho-skins. L’obiettivo è quello di bypassare il personalemedico-sanitario che si oppone al suicidio assistitoper motivi di coscienza in quello che appare un ve-ro e proprio braccio di ferro con l’esecutivo. Secon-do i dati forniti dal governo locale di Toronto, dal-l’entrata in vigore della legge federale fino allo scor-so 30 marzo sono state 365 le persone che hanno de-ciso di ottenere la propria morte attraverso l’eutana-sia. Il numero verde, che sarà gratuito, è già stato ri-battezzato la «hot line della morte».

Simona Verrazzo© RIPRODUZIONE RISERVATA

A L’antropologo Facchini: ponendo la sceltadel paziente come un principio assoluto, lalegge sulle Dat svaluta altri valori, comela vita e la missione del medico. E ilconsenso è ridotto a esigere ciò che si vuole

«È il momento di dare nuovo senso al dolore»

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Legge sul fine vita, l̓ inciampo del «registro»?

Ontario, fine a richiestacon il numero verde

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