Il fascino del Brooklyn Bridge
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Il Fascino del Brooklyn Bridge
John Augustus Roebling fece davvero un bel lavoro quando, nel tardo Ottocento, progettò l'affascinante ponte
di Brooklyn. Dopo oltre centoventi anni di intemperie, guerre e fatti storici che hanno cambiato il mondo, il
Brooklyn Bridge, assorto nella sua maestosità, svolge ancora egregiamente il vecchio compito per cui è stato
creato: quello di collegare, scavalcando l'East River, Brooklyn all'isola di Manhattan. La bellezza che lo
contraddistingue va di pari passo con l'assoluta perfezione tecnica che ne è alla base. Considerato che è il ponte
sospeso più vecchio della storia si capisce benissimo che all'epoca, la progettazione, a colpi di matita e righello,
non doveva essere affatto semplice, neanche per un genio come Roebling che in fatto di ponti non era certo a
digiuno. La struttura in acciaio, rivestita di mattoni scuri, lo rende piacevolmente retrò, contrapponendosi alla
vivacità del Golden Gate Bridge di San Francisco. Due mastodontici piloni in granito, alti 89 metri e caratterizzati
da una doppia arcata neogotica, lo mantengono sospeso ad un'altezza di circa 40 metri a livello del fiume.
Nell'estremità superiore, dai grossi piloni portanti, partono quattro cavi d'acciaio dal diametro di 28 centimetri e
caratterizzati da 5700 fili ciascuno. Cifre grosse, imponenti, ma doverose per sostenere una mega struttura
altrettanto colossale. La storia, per certi versi complicata, ha un fascino tutto singolare che parte da lontano.
Il Brooklin Bridge ha ufficialmente aperto i battenti il 24 Maggio 1883 e la sua costruzione è iniziata solo tredici
anni prima, nel 1870. John Augustus Roebling era un progettista di origine tedesca, arrivato negli Stati Uniti nel
1831 in cerca di fortuna. Nacque nella tranquilla cittadina di Mublhausen e dopo aver frequentato il politecnico di
Berlino, e intrapreso qualche lavoro temporaneo, partì alla volta dell'America del Nord, prassi comune all'epoca.
La realizzazione del ponte fu possibile grazie ai suoi studi sui cavi metallici applicati ai ponti sospesi. Con gli anni,
infatti, Roebling riuscì a mettere a punto un interessante sistema che aveva la caratteristica di sfruttare la
resistenza di un grosso cavo da applicare a tutta la lunghezza di un ponte, in grado, quindi, di sopportarne sia
l'enorme peso e sia le forze gravanti su di esso. Dopo aver egregiamente sperimentato i suoi principi con due
ponti più piccoli, il Roebling's Delaware Aqueduct in Pennsylvania e il John A.Roebling Suspension
Bridge nell'Ohio, pensò bene, nel 1841, di brevettare l'ingegnoso metodo. Soltanto più tardi, grazie ad anni di
esperienze accumulate e dimostrazioni in giro per gli Stati Uniti, la validità delle sue teorie venne confermata e
universalmente riconosciuta dai costruttori del tempo. Roebling aveva fatto proprio una bella cosa, ma quella che
stava per partire da lì a poco sarebbe addirittura passata alla storia.
Il Brooklyn Bridge, infatti, non era un semplice ponticello di periferia, ma un enorme costruzione di 1825 metri
che all'epoca non aveva rivali. Una sfida epocale contro la natura nei confronti della quale Roebling sapeva già di
uscire vincitore. Il primo "mattone" venne ufficialmente posato il 3 Gennaio 1870. L'ingente opera richiese il
lavoro simultaneo di circa seicento uomini per un costo totale di quasi 16 milioni di dollari: una somma enorme
per l'epoca.
Durante i lavori ventisette operai persero la vita, quasi sempre per embolia polmonare dovuta ai doverosi
tentativi di immergersi nelle camere di scavo piene d'acqua. Anche John Roebling rimase vittima di un incidente.
Mentre stava lavorando nel cantiere, ai margini di un porticciolo, uno dei suoi piedi venne letteralmente
schiacciato da un traghetto che stava ormeggiando da quelle parti. Dopo l'inevitabile amputazione, e a causa
della sua volontà di non usare nessun tipo di medicinale, le infezioni lo fecero morire di tetano nel giro di pochi
giorni. Era il 1869. Il giovane progettista non vide mai la creatura da lui tanto desiderata, anche se nella sua
mente il Brooklyn Bridge era finito e funzionale già da un bel pezzo. A portare avanti i lavori ci pensò il figlio
Washington, il quale, a sua volta, fu vittima di un altro incidente, per fortuna senza grosse complicazioni.
Una sfida travagliata quella del Brooklyn Bridge ma che, alla fine dei conti, ha saputo riscattarsi debitamente,
trasformando i sogni e le ambizioni di un emigrante tedesco in un lavoro tecnicamente perfetto.
La lunghezza totale del ponte è di 1825 metri per 25 di larghezza. L'altezza massima, invece, raggiunge
gli 84metri. Le automobili hanno a disposizione sei corsie, tre per ogni senso di marcia, mentre nella zona
centrale un'unica pista ciclabile, lungo la quale si possono trovare numerose panchine e punti di osservazione di
grande fascino, è riservata sia ai pedoni che ai ciclisti. Il ponte, infine, è anche attraversato da una linea della
metropolitana.
Nel corso degli anni, proprio per via del traffico che, inesorabilmente, aumentava in maniera esponenziale, sono
state effettuate molte modifiche, senza, però, alterarne il fascino originario. Ogni giorno sono quasi 130 mila i
veicoli che sfrecciano avanti e indietro lungo il Brooklyn Bridge e oggi sarebbe impensabile parlare di New York
senza questo affascinante e avveniristico pezzo di storia americana.
Cosa sarebbe la Grande Mela senza il suo ponte? Non è difficile immaginarlo. È un po' quello che è successo con
la caduta delle Twin Towers, seppur costruite in epoche recenti, o quello che succederebbe se, improvvisamente,
crollasse la statua della libertà. New York, cambiando irrimediabilmente il suo Skyline, perderebbe l'identità che
la contraddistingue. Senza i capisaldi che ne caratterizzano il promontorio e la rendono unica, autoctona, non
sarebbe più la stessa e non apparirebbe come la storia del cinema ce l'ha fatta ammirare, ed amare, nel corso
degli anni.
Curiosità
La prima traversata del ponte fu effettuata nel 1876 da un operaio di nome E. F. Farrington, per mezzo
di una teleferica spinta da un motore a vapore. Il tragitto richiese poco più di venti minuti per essere
effettuato. Il Brooklyn Bridge non era ancora aperto al pubblico.
Fra i tantissimi libri che ripercorrono la storia del Brooklyn Bridge va sicuramente menzionato The
Great Bridge, di David McCullough, scritto nel 1978. Sul fronte video, invece, è da citare Brooklyn
Bridge, un documentario realizzato da Ken Burns nel 1981.
Il primo uomo a gettarsi dal ponte, non nel tentativo di suicidarsi, ma, evidentemente, per finire nelle
prime pagine dei giornali locali, è stato Robert E. Odlum il 19 Maggio 1885. Morì qualche giorno dopo
a causa di un'emorragia interna.
Nel 2006, in uno dei grossi piloni del ponte, venne rinvenuto un bunker risalente alla guerra fredda,
ancora pieno di cibo e materiali di prima necessità che sarebbero serviti in caso di attacco nucleare.
La scoperta è stata fatta casualmente da alcuni addetti alla manutenzione.
Entro il 2010 dovrebbero partire - ma considerato che siamo in Settembre è probabile che siano già
iniziati - alcuni lavori di restauro, sia strutturali ed estetici che, fra le altre cose, hanno in programma
la completa riverniciatura di tutta la struttura. Il costo totale dell'opera supererà i 500 milioni di
dollari. I lavori, come ha assicurato il sindaco della città "saranno effettuati principalmente nelle ore
notturne, e non in quelle di punta, in modo tale da limitare al massimo i problemi legati al traffico".
Il Brooklyn Bridge, al pari del Golden Gate, è tristemente famoso per i tanti suicidi che lo hanno
interessato nel corso degli anni. Anche in questo caso le autorità non sono riuscite a risolvere
definitivamente il problema.