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Il digitalee la scuola

Il digitalee la scuola

Cultura e Competenze Digitali nella scuola

In collaborazione conIn collaborazione con

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In un quadro generale italiano in cui:• Solo il 10% degli insegnanti dichiara di avere competenze digitali• L’informatica (tantomeno la Cultura e le Competenze digitali) non fa parte dei curriculum delle

scuole secondarie, così come invece avviene nel resto d’Europa • Un istituto scolastico su due non ha un collegamento ad Internet e solo il 20% delle classi è

collegato in Wi-Fi• Vi sono ben oltre 20mila posti di lavoro vacanti per figure con alte competenze tecnologiche

e si prevede si possa arrivare ad 84mila nel 2016 e fino a 176mila nel 2020• Cresce la richiesta di figure con competenze in information technology di alto livello anche in

settori fuori dall’ICT (da 675mila del 2012 agli 808mila previsti per il 2020)• L’87% degli italiani ritiene che le abilità digitali costituiscano sempre di più un requisito fon-

damentale nel mondo del lavoro • L’84% degli italiani reputa fondamentale la formazione digitale continua• Circa il 90% degli italiani ritiene che scuola e mondo del lavoro dovrebbero cooperare di più• L’88% degli italiani ritiene che le aziende private dovrebbero poter finanziare corsi di forma-

zione al digitale all’interno delle stesse strutture educative oggi giudicate sufficientemente pre-parate da solo il 7% degli intervistati

• L’80% dei ragazzi tra i 18 e 30 anni vorrebbe lavorare nella digital economy e lanciare unapropria start-up digitale

È NECESSARIO METTERE AL CENTRO DEL PERCORSO SCOLASTICO DEGLI STUDENTI

CULTURA E COMPETENZE DIGITALIPer recuperare il gap esistente la scuola deve anche introdurre

innovazione digitale a livello di infrastrutture, applicazioni, didattica e formazione dei docenti

Presentazione

Questo documento, elaborato dallo Steering Committee“Cultura e Competenze Digitali” nasce in rispostaalla Consultazione pubblica del MIUR sul piano del Governo “Buona Scuola” e intende riassumere il posizionamento di Confindustria Digitale.

Confindustria Digitale condivide il processo ditrasformazione della scuola, elemento di innovazioneculturale del Paese. È fondamentale agire mettendo al centro lo studente e la formazione delle sue

competenze digitali operando in due direzioniinterconnesse.

Da una parte occorre sviluppare nuove e moderne metodologie di insegnamento,ripensando la formazione dei docenti anche attraverso Partnership pubblico-private;dall’altra, è necessario attuare lo “switch-off” digitale della scuola che riguarda l’ambitoamministrativo, la didattica e le infrastrutture tecnologiche a supporto dell’innovazione.

Tali infrastrutture tecnologiche devono essere basate su sistemi aperti che consentano unatotale interoperabilità e una federazione delle risorse che non gravi le amministrazioni di costiaggiuntivi. Questo scenario permetterà di creare le migliori condizioni per dare realiopportunità di crescita al Paese.

Stefano Venturi

Presidente Steering Committee “Cultura e Competenze Digitali” Confindustria DigitaleVice Presidente Assinform con delega all’Education

Amministratore Delegato del gruppo HP in Italia

Il digitalee la scuolaCultura e Competenze Digitali nella scuola

SOMMARIO

2 Presentazione

3 Il digitale e la scuola

4 Introduzione

5 1. CULTURA E COMPETENZE DIGITALI NELLA SCUOLA

5 Favorire le competenze ICT degli studenti per migliorarne l’inserimento nel mondo del lavoro

6 Cultura e Competenze Digitali per i “non specialisti”

7 Cultura e Competenze Digitali per gli specialisti ICT

9 Cultura e Competenze Digitali per gli insegnanti

10 2. LA SCUOLA DIGITALE

10 Lo switch-off dei processi organizzativi della scuola

11 L’infrastruttura digitale

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1.CULTURA E COMPETENZEDIGITALI NELLA SCUOLA

Favorire le competenze ICT degli studenti per migliorarne l’inserimento nel mondo del lavoroCi pare qui opportuno sottolineare l’ampio, ar-ticolato, insieme della “Cultura e CompetenzeDigitali” per il lavoro, dove si ritiene che nessunlavoro potrà più prescindere dall’innovazionedigitale e dal suo tumultuoso invadere tutte ledimensioni, dai lavori nel “manifatturiero”(dove l’Italia ha una tradizione e robustezzada non perdere) ai lavori nei servizi, fino a tuttele attività ad alto contenuto intellettuale. Nulla può più prescindere dal para-digma digitale. Non basta più preoccu-parsi dell’alfabetizzazione e della nuovacittadinanza digitale. Serve di più. Servonoe-skills per il lavoro e, nelle eccellenze, ser-vono attitudini di e-leadership.In tutti i lavori le competenze che lo slogan“e-skills for jobs” invita a diffondere (nonlasciandone l’esclusiva agli specialisti) sonodefinibili come un “subset” delle complessivecompetenze che un lavoratore dovrà posse-dere, necessarie nel suo specifico ambito.Un subset di competenze che deveessere patrimonio di tutti i lavoratori.Lunga la strada, ma dobbiamo cominciaresubito dalla scuola.Sono molte ed importanti le iniziative che pro-muovono il paradigma digitale nella scuola:da una larga diffusione di “competenze al-l’uso” degli strumenti digitali, al “coding”, alcomputational thinking, fino al problem posing and solving. Le diverse iniziative co-prono saperi, familiarità, nuovi approcci in-

dirizzati dalle tecnologie digitali necessari intutte le scuole di ogni ordine e grado.Quello che qui si vuole approfondire è qual-cosa che si pone “con” ed a “cornice” ditutte le valide iniziative fin qui pensate.È qualcosa che parte da un convincimentoforte e cioè che si debba fare “Cultura Digi-tale” in tutte le scuole dando un quadro disenso complessivo al cambiamento che l’in-novazione digitale sta comportando nel quo-tidiano, dal lavoro allo svago.Si deve tornare a parlare di cultura digitaleanche in senso critico e, soprattutto, di con-sapevolezza di ciò che sta accadendo.

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IntroduzioneLe riflessioni maturate all’interno delle im-prese ICT rappresentate da Confindustria Di-gitale e facenti parte dello SteeringCommittee “Cultura e Competenze Digitali”hanno portato ad un contributo più appro-fondito rispetto alla semplice risposta già for-nita alla consultazione on-line su “La BuonaScuola”. Il ragionamento si articola a livello multidimen-sionale ma è centrato su 2 punti fondamentali:1. Cultura e Competenze Digitali nella scuola

(istruzione secondaria, specialistica e“nuova” formazione corpo docenti)

2. La digitalizzazione della scuola (switch-offorganizzativo e nuove infrastrutture)

È evidente che formare Cultura e CompetenzeDigitali negli studenti e realizzare una scuoladigitale rappresenta una sfida impegnativanel breve periodo. Tuttavia, prendendo a rife-rimento il 2020, è possibile realizzare inno-vazioni significative, a partire soprattutto dalriconoscimento della centralità nella didatticadi “Cultura e Competenze Digitali”, intesaquesta definizione come l’insieme di “cono-scenze fondamentali ICT” (conoscere, esserein grado di contestualizzare nel proprio am-biente lavorativo, saper usare le tecnologie di-gitali e le applicazioni legate ad Internet,avere consapevolezza sui temi di sicurezza eprivacy, possedere la capacità di trattamentodei dati e delle informazioni in modo critico,

essere in grado di capire cos’è e come si faun progetto di innovazione digitale) che si de-vono coniugare con fondamentali “soft skill”(curiosità, pensiero laterale, pensiero compu-tazionale, capacità di comunicare efficace-mente, di coinvolgere le persone, di lavorarein team e imparare dagli altri, di promuovereil cambiamento e l’imprenditorialità).Per favorire la diffusione di “Cultura e Com-petenze Digitali” è importante il ricorso all’e-Competence Framework (norma UNI11506:2013). L’e-CF – che riteniamo debbaentrare a pieno titolo nel patrimonio della di-dattica che si occupa di digitale – fornisce unastruttura e dei contenuti applicabili a differentiattori, dai professionisti IT, a coloro che l’IT lopromuovono (gli “e-leader”), ai semplici utenti. Infine, dopo aver dotato gli studenti dei fon-damenti di “Cultura e Competenze Digitali”,è altrettanto importante che il sistema scola-stico riconosca le certificazioni di mercato rilasciate al sistema dell’offerta ICT (vendor/non vendor) per formare compe-tenze tecniche e specialistiche riconosciutedal mercato e favorire l’apprendistato e l’in-serimento nel mondo del lavoro. L’obiettivo del documento è mettere al centrodell’attenzione lo studente e la formazionedelle sue competenze digitali, sia generaliche tecniche, auspicando in un prossimo fu-turo una forte collaborazione pubblico-pri-vata anche su questi temi. In un’economiasempre più complessa, competitiva, fatta diinnovazioni e continue sfide, il compito diformare nuove generazioni di lavoratori, im-prenditori, decisori pubblici e privati, nonpuò pesare soltanto sul nostro sistema edu-cativo ma deve diventare riconosciuto impe-gno di tutti e collaborazione strutturale.

LA SCUOLAE LE COMPETENZE DIGITALI

Medie - Licei - IT - IP1° biennio

Rischio esclusione

LavoroLavoro specialistico ICT

Cittadinanza

Licei - IT - IP2° biennio e 5° anno

ITT inf. e tel.ITE - AFM SIA - ITS

CULT

URA

COM

PETE

NZA

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li aiuta ad immaginare il cambiamento, sa-pendolo contestualizzare con le principali ten-denze tecnologiche, valutandone opportunitàe rischi, con consapevolezza e senso critico.La proposta, in buona sostanza, parte dalle40 competenze professionali dello standarde-CF, scegliendo tra queste quelle a mag-giore contenuto culturale (non tecnicistico) fa-cendone un syllabus di cultura e conoscenzacontestualizzabile nei diversi ambiti, conprobabili declinazioni diverse tra forma-zione tecnica (non informatica) e liceale.Pensiamo ad un itinerario tra le fondamentadel mondo digitale, tra cultura e conoscenza,con approfondimenti su tecnologie e para-digmi emergenti. In definitiva una vista suquello che nell’immaginario collettivoè ancora uno spazio rigorosamenteriservato agli addetti ai lavori, cer-cando al contempo di rendere evidente comeil mondo digitale sia affascinante e promet-tente per nuove opportunità e nuovi lavori.A puro titolo indicativo i temi che si proponedi trattare sono:• Competenze Digitali come fattore d’inno-

vazione del servizio o del business • Progetti di innovazione digitale: i fattori

chiave• Il mondo delle applicazioni

• Il mondo dei dati• Sicurezza ICTLa conoscenza seppure sintetica di questi temirappresenta un subset di competenze chedovrà essere patrimonio comune a tutti i futurilavoratori (schematizzata in 17 competenze,cerchiate in rosso, nella tabella per i tecnicispecialisti ICT, rappresentata nel paragrafosuccessivo) e renderà consapevoli di checos’è un progetto di Innovazione Digitale,quali sono le opportunità ed i rischi, qualisono gli impegni ed i tempi del cambiamento. Con un taglio più culturale, critico e certa-mente non tecnico, una “cassetta degli at-trezzi” posseduta da tutti gli studenti, di tuttigli indirizzi scolastici, NON professionaliICT, e che rappresenta: “la cultura digi-tale per il lavoro”.Non ultimo arricchisce le opportunità versonuovi mestieri e professionalità, nuove inizia-tive, nuove prospettive senza perdere il va-lore tecnico/scientifico/culturale nei cuiindirizzi ci si è cimentati, ma aggiungendo“strumenti digitali”.È il primo passo offerto a tutti gli studenti,per consentire, a coloro che ne avranno leattitudini, di diventare “e-leader”.L’arricchimento didattico fin qui descritto nonsembra eccessivamente oneroso, stimabilein 70 ore distribuite su 3 anni di scuola su-periore, e quindi decisamente percorribile.

Cultura e Competenze Digitali per gli specialisti ICT Il secondo ambito, quello dell’istruzione tec-nica per studenti di indirizzo profes-sionale ICT, è relativamente piùidentificabile: si tratta di dare agli studenti(con adattamenti diversi per quelli degli Isti-

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L’elemento di assoluta novità rispettoal passato è che i temi che intendiamoproporre alla riflessione sono indiriz-zati a tutti gli studenti, di tutte le scuolesuperiori, di tutti gli indirizzi scolastici.Dagli studenti dei Licei Classico, Scientifico, Ar-tistico, agli studenti dell’Istruzione Tecnica e Pro-fessionale, per finire naturalmente agli studentidei corsi che formano tecnici e specialisti ICT.Va da sé che gli studenti dell’Istruzione Tec-nica Superiore (ITS), in qualsiasi indirizzo siapplichino, sono pienamente coinvolti inquesto arricchimento didattico.Tutti gli ambiti – dagli specialisti ICT, ai TecniciSuperiori, ai diplomati dell’Istruzione Tecnicae dei Licei – cui si propone un arricchimentoin termini di Cultura e Competenze Digitali,seppur nelle diverse declinazioni, sono sostan-zialmente accomunati dal Modello DescrittivoEuropeo delle Competenze Digitali Professio-nali: e-CF, in Italia Norma UNI11506.Il modello consente di descrivere “Cultura eCompetenze Digitali” a diversi livelli, ambiti,orientamenti didattici, di tipo culturale, didat-tico d’aula o laboratoriale, secondo descrit-tori riconosciuti dal mercato, validabili consistemi di accreditamento e certificazionediffusi nel mercato stesso.Questa cultura si deve diffondere nellescuole di ogni ordine e grado, dotando tuttigli studenti di strumenti di comprensionedelle molteplici opportunità e dei rischi of-ferti dal digitale.Tuttavia, fatti salvi i “Fondamenti di Culturae Competenze Digitali”, occorre ricordareche anche nelle scuole specialistiche manca,rispetto ad altri Paesi (europei e non), uncollegamento forte con i player ICT. Percorsidi formazione e certificazioni dei maggiori

player ICT riconosciuti dalla scuola italiana,soprattutto a vantaggio della formazione tec-nica e professionale, sono una grande op-portunità sia per rafforzare il ricorso adapprendistato e tirocinio che per migliorareil tasso di occupazione giovanile.A questo proposito è importante promuoverealtresì le attività di tutoraggio extracurricolari, a cura di manager e im-prenditori digitali, realizzate attraversoincontri fuori dall’orario di lezione, strutturatianche in una logica bottom-up, per valoriz-zare gli input forniti dagli studenti stessi, acui riconoscere crediti formativi.

Cultura e Competenze Digitali per i “non specialisti”Il primo ambito, che potremmo definire“tutti gli studenti della scuola secon-daria”, raccoglie “Fondamenti di Cultura eCompetenze Digitali” necessari per il la-voro, in qualsiasi contesto esso si esprima.Sono fondamenti di conoscenza delmondo digitale che le imprese ritengononon più opzionali per i giovani che si affac-ciano al mondo del lavoro. Consentono unavisione ragionevolmente esaustiva del mondoracchiuso dall’innovazione digitale ed offronouna cassetta di attrezzi concettuali che

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tuti Tecnici Tecnologici ad indirizzo Informa-tico rispetto a quelli degli Istituti Tecnici Eco-nomici, ad indirizzo Sistemi InformativiAziendali, di ambito tecnico professionaledecisamente più orientato alla gestione d’im-presa), non solo i “Fondamenti di Cultura eCompetenze Digitali” già individuati per inon tecnici, ma, stavolta sì, gli approfondi-menti di natura specialistica, rintracciabilinelle 40 competenze del modello pro-fessionale e-CF.Un occhio di particolare attenzione versoquesti modelli va agli ITS Specialistici delsettore ICT.Si vuole offrire agli studenti – salvi restando

gli approfondimenti tematici che la scuolaè in grado di proporre – una base di cul-tura e soprattutto competenze digitali adampio spettro, primo passo di uno sviluppodi carriera che lo studente proseguirà nellavoro. Le competenze che qui si propongonosono in larga parte già patrimonio dellediverse discipline, ma è l’aggregazione incompetenze, l’insistere sulle stesse dellediverse discipline, il largo uso dell’inglesee del laboratorio che ne valorizzano l’ap-prendimento.La proposta si articola nelle 40 competenzee-CF che il mercato richiede ai professionistiICT, aggregate a diversi gradi di profondità,a seconda dei diversi profili professionali. Ilpossesso di tutte quelle competenze – seppurnon approfondito – deve costituire il baga-glio del sapere degli studenti di indirizzi tec-nico informatico.La possibilità, infine, di effettuare valida-zioni ed accertamenti per competenze rivoluziona la percezione della prepara-zione del ragazzo da parte del mercato ediventa il primo passo perfettamente coe-rente con le aspettative, il lessico e i descrittori, fino all’accertamento delle com-petenze acquisite. Il percorso di professionalizzazione puòtrovare adeguato consolidamento con lerelative certificazioni di aziende ICT (ma-gari con accordi PPP) riconosciute dal mer-cato stesso, le sole – costantementeaggiornate sulle tecnologie emergenti – ingrado di rispondere, nella formazionedello studente, ai mismatch che assillanoun mercato alla perenne, insoddisfatta ri-cerca di giovani talenti.

Cultura e Competenze Digitali per gli insegnanti Naturalmente non si deve tralasciare laformazione dei nuovi insegnanti el’aggiornamento professionale deidocenti già in servizio attraverso speci-fiche certificazioni aziendali ICT o l’uso del-l’e-Competence Framework (norma UNI11506:2013).A tale scopo riteniamo opportuno coinvol-gere i docenti sui temi del digitale pun-tando a formare almeno un insegnante“digital mentor” per ogni istituto, chepossa fungere da figura di riferimento suldigitale (ad esempio per ogni questione le-gata alla sicurezza, al cyber-bullismo, allaprivacy on-line).Il lavoro di adeguamento ai temi della Cul-tura e Competenze Digitali che nei prossimianni interesserà l’intero corpo docente nonè sicuramente facile, né economico, ma rap-presenta un passo inevitabile verso una for-mazione caratterizzata da creatività ecollaborazione. In questo senso va anche la creazione diuna piattaforma nazionale del MIURin ambiente cloud collaborativo ebasato su standard aperti, dove edi-tori e insegnanti potranno caricarecontenuti sia proprietari che aperti,da utilizzare nella nuova didattica, adesempio utilizzando il metodo delle licenzeCreative Commons.A questo proposito giova ricordare chel’utilizzo di materiali didattici digitali nondeve penalizzare economicamente le fami-glie a causa dei differenti livelli di tassa-zione del libro digitale rispetto a quellocartaceo. È quindi fondamentale che il Go-

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In questo senso il coinvolgimento delle im-prese, attraverso lo standard e-CF e le certi-ficazioni aziendali ICT, è fondamentale perconsentire una mappatura della do-manda futura di competenze digitaliattraverso cui orientare la formazione e l’in-contro domanda-offerta di lavoro.Gli Istituti Tecnici ad Indirizzo informatico(sia ITT che ITE Sia) possono diventare unarisposta in linea con le attese del mercatoICT. Mentre gli ITS rappresentano delle ot-time scuole di alta specializzazione (il cuiruolo andrebbe rafforzato, ad esempio al-zando il livello dei crediti formativi ricono-sciuti dalle Università ai ragazzi che sidiplomano negli ITS.

Le nostre proposte• Per i NON Tecnici ICT introdurre nel pro-

gramma scolastico un syllabus che raccolgale cinque aree di Cultura e Competenze Di-gitali, articolate nelle 17 classi di compe-tenze (per un totale di 70 ore da distribuirenel secondo biennio e al 5° anno, all’in-terno dei programmi di varie discipline,scientifiche e non) secondo lo standard e-CF

• Per i Tecnici ICT introdurre nel pro-gramma scolastico un syllabus articolatonelle 40 competenze e-CF

• Riconoscere le certificazioni diaziende ICT vendor/non vendor colle-gate ai percorsi scolastici

• Riconoscere le attività di tutorag-gio extra curricolari, a cura di mana-ger e imprenditori digitali, realizzateattraverso incontri fuori dall’orario di le-zione, con crediti formativi agli studenti

• Creare uno strumento di monitorag-gio sull’evoluzione della domandadi e-skills per la revisione efficace deicurriculum scolastici e l’orientamento

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2.LA SCUOLA DIGITALE

Lo switch-off dei processi organizzativi della scuolaÈ necessaria una forte de-materializzazionedella gestione organizzativa della scuola,che prevede l’abbandono della carta e lagestione informatizzata di tutti i processi,anche del personale. Ad esempio solo il 10% delle scuole consenteil pagamento on-line della retta scolastica.Già in alcune scuole sono attive sperimenta-zioni che prevedono la gestione delle as-senze sui registri via SMS, così come ladisponibilità di iscrizioni e pagelle on-line. Le soluzioni tecnologiche necessarie, la loroprogettazione e standardizzazione do-vranno essere acquisite soprattutto attraversoil ricorso a nuove forme di e-procurement.Le stesse famiglie saranno tenute nel prossimofuturo a interagire completamente on-line conle scuole frequentate dai propri figli. Per que-sto sarà importante aprire gli spazi scolastici,fuori dagli orari di lezione, ad iniziative perl’alfabetizzazione digitale dei genitori, orga-nizzati in collaborazione con le aziende ICTe coinvolgendo gli stessi studenti attribuendoin cambio dei crediti formativi.

verno, anche in deroga alle regole comu-nitarie (come hanno fatto già Francia e Lus-semburgo), dia attuazione a tutte le misuree ai provvedimenti normativi affinché l’IVAsugli e-Book resti equiparata a quella deilibri cartacei che godono di un’aliquota ri-dotta al 4%. Non possono esserci discriminazioni a sfa-vore del digitale, soprattutto nella scuola,dove il digitale è una leva strategica per ilfuturo del Paese.Per gestire il cambiamento nella didatticaportato dalle nuove tecnologie (flipped classroom) gli insegnanti devono possedereun rinnovato profilo professionale: chisi appresta ad entrare nel mondo del lavorodeve avere forti competenze di base nel di-gitale acquisite ad esempio attraverso inse-gnamenti basati sull’uso dell’e-CompetenceFramework. Andranno altresì valorizzati i corsi di for-mazione professionale delle aziende ICT(vendor/non vendor) affinché abbianoun riconoscimento nelle graduatorie degliinsegnanti.

Le nostre proposte• Un insegnante “digital mentor” in ogni

scuola• Utilizzare i fondi strutturali europei 2014-

2020 per la formazione dei docenti• Realizzare una piattaforma nazio-

nale dei contenuti didattici – in cloude con standard aperti – coordinata dalMIUR

• Formare Cultura e Competenze Digitalidei docenti secondo lo standard e-CF(norma UNI 11506:2013)

• Crediti formativi ai docenti – rilevanti perle graduatorie – collegati a certificazioniICT vendor/non vendor

Le nostre proposte• Identificazione di un CIO (Chief Information

Officer) in ogni scuola• Creazione di un’anagrafica dello studente e

sulla base di questa un fascicolo dellavita scolastica dello studente da ge-stire in cloud e con applicativi che consen-tano l’uso del registro digitale, della pagella,del rapporto on-line tra scuola e famiglia

• Passaggio al digitale per tutti i processiamministrativi scolastici (es. Gestione delpersonale)

• Creare centri servizi interscolastici per l’ana-lisi dei dati, per il supporto delle carriere ela lotta all’abbandono scolastico

• Creare “laboratori didattici in cloud”

L’infrastruttura digitale Nel nostro Paese, si stima che solo il 20%delle aule scolastiche sia connesso in rete, e,di queste, pochissime possono usufruire diuna connessione a banda ultralarga. Questacondizione rende ancora più difficoltoso ilcambiamento verso una didattica aperta, piùin linea con le modalità di apprendimento deiragazzi di oggi, così fortemente orientate al-l’integrazione di strumenti e contenuti interat-tivi e “digitali”, da realizzare con deviceinteroperabili ed in grado di utilizzare i di-versi linguaggi disponibili. L’obiettivo della“scuola digitale” non è pertanto quello di in-serire una particolare tecnologia o soluzionetecnologica nella scuola, quanto di utilizzaretutte le potenzialità offerte dalle ICT (“neutra-lità tecnologica”) per raggiungere gli obiettividi miglioramento degli apprendimenti, degliambienti e dell’organizzazione didattica.Nuovi spazi educativi adatti alla “didattica percompetenze”, dovranno seguire i criteri di:1. Adattabilità e flessibilità degli spazi di ap-

prendimento, comprensivi di strumenti e in-

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frastrutture per la scuola digitale. È il temadel superamento del concetto diclasse (spazio chiuso) in funzione dellaprospettiva della scuola “senza pareti”

2. Sostenibilità (efficienza energetica, qua-lità degli ambienti, ecc.)

3. Utilizzo multifunzionale – per l’edu-cazione formale e informale – degli spaziscolastici con una fruizione “aperta” du-rante tutto l’arco della giornata, attraversol’integrazione delle attività scolastiche tra-dizionali con le attività sociali. La “buonascuola” deve essere un luogo dove co-struire spazi di apprendimento collabora-tivi fisici, flessibili e dinamici, rivolti nonsolo agli studenti ma anche alla societàcivile, in un’ottica di “life long learning”

Serve quindi un investimento infra-strutturale, da reperire nei fondi europei2014-2020 e/o realizzando forme innovativedi partnership pubblico-private (ad esempio sulmodello di quelle già usate nel “contratto ener-gia” realizzato da Consip), o in concessione,che permettano agli operatori privati di ca-blare in fibra tutti gli edifici scolastici, offrendol’accesso wireless in tutti gli spazi della scuola,cosa che darebbe una forte accelerazioneanche alla filiera digitale connessa.

Le nostre proposte• Scuola come “centro civico” (luogo di ap-

prendimento “aperto” da usare per corsi diformazione al digitale per le famiglie, glianziani e per altre categorie di soggettisvantaggiati come i diversamente abili)

• Partnership pubblico-private o mo-dello in concessione per l’infrastrutturazionein banda ultralarga degli edifici scolastici

• Incentivi alle famiglie meno abbienti perl’acquisto dei dispositivi mobili necessarialla didattica digitale