Il crescente ruolo dell’Asia centrale nella guerra al ... · Kazakistan: un nuovo approccio...

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Il crescente ruolo dell’Asia centrale nella guerra al terrorismo Ottobre 2015

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Il crescente ruolo dell’Asia centrale nella guerra al terrorismo

Ottobre 2015

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Indice:

 Introduzione ................................................................................................................................ 3

 

L’Asia centrale dopo l’11 settembre: un aiuto per l’Occidente ................................................. 4  Afghanistan 2015: la sfida che si prospetta ................................................................................ 6  La minaccia IS ............................................................................................................................ 9  Kazakistan: un nuovo approccio contro il terrorismo .............................................................. 10  La comunità internazionale e l’Asia centrale: un fronte unito contro il terrorismo? ............... 13

 

Conclusioni: una regione in allerta ........................................................................................... 15

 

COS’È L’ECFA ........................................................................................................................ 16  

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Il crescente ruolo dell’Asia centrale nella guerra al terrorismo

“La SCO deve contribuire al dialogo tra i membri della comunità internazionale che sono pronti per la lotta contro l’estremismo violento. Sarebbe corretto inserire tale questione nell’agenda dell’Assemblea dell’ONU, al fine di creare una rete globale unificata per combattere il terrorismo.”1

Nursultan Nazarbayev, Presidente del Kazakistan 10 luglio 2015

Introduzione Il terrorismo è stato definito la “piaga” del 21o secolo2. Come Nursultan Nazarbayev, Presidente del Kazakistan, ha riferito al pubblico del 15o summit dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Shanghai Cooperation Organisation - SCO) nel luglio del 2015, nel nostro secolo “150.000 persone sono state vittime del terrorismo e oltre l’80% dei casi si è verificato in Asia, Medio Oriente e Africa. Quasi il 70% dei crimini contro l’umanità è stato commesso da quattro principali organizzazioni: Daish3, Boko Haram, talebani e al-Qaeda”4.

Dagli attentati terroristici dell’11 settembre a New York alle bombe alla maratona di Boston nel 2013, dalle bombe nella metropolitana di Madrid e di Londra fino agli attentati del Movimento islamico dell’Uzbekistan (Islamic Movement of Uzbekistan - IMU) in Uzbekistan e in Tagikistan alla fine degli anni Novanta, numerosi esempi mostrano che il terrorismo è un problema globale e che può essere risolto solo se si hanno risposte internazionali.

L’Asia centrale è una regione colpita dal terrorismo, sia nazionale che internazionale, ed è circondata da territori che sono profondamente scossi dagli attentati estremisti. A sud, la regione confina con l’Afghanistan, un terreno fertile per le milizie religiose radicali dei talebani e che, più recentemente, ha registrato una maggior presenza di gruppi terroristici affiliati allo Stato islamico (IS). A est, l’Asia centrale fiancheggia la provincia cinese di Xinjiang, dove sono attivi i gruppi separatisti uiguri, mentre a ovest la regione guarda verso il Caucaso, dove i gruppi jihadisti combattono per la creazione di un Emirato del Caucaso

                                                                                                                         1 Orazgaliyeva M., Nazarbayev Attends SCO, BRICS Summits in Ufa [Internet]. The Astana Times. [cit. 29 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.astanatimes.com/2015/07/nazarbayev-attends-sco-brics-summits-in-ufa/ 2 http://www.dunya.com/gen-buyukanit-terrorism-is-the-worst-plague-of-the-21st-century-8828h.htm 3 Daish / Daesh sono gli acronimi arabi usati per indicare il gruppo terroristico normalmente definito come Stato islamico (Islamic State - IS), Stato islamico di Iraq e Siria (Islamic State of Iraq and Syria - ISIS) o Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant - ISIL). 4 Kamalova G., Afghanistan Territory Used by Terrorist from Central Asia, China and Russia: Ashraf Ghani Ahmadzai. Politics. Tengrinews.kz [Internet]. Tengrinews.kz. [cit. 29 luglio 2015]. Disponibile su: http://en.tengrinews.kz/politics_sub/Afghanistan-territory-used-by-terrorist-from-Central-Asia-261187/

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settentrionale. Al suo interno la regione presenta formazioni terroristiche autoctone, in particolare il Movimento islamico dell’Uzbekistan (IMU) e Hizb ut-Tahrir al Islami.5

Gli stati dell’Asia centrale non sono meri spettatori quando si tratta di questioni legate alla sicurezza. Già prima degli eventi dell’11 settembre e della guerra al terrorismo condotta dagli Stati Uniti, i leader dell’Asia centrale avevano avvisato l’Occidente delle crescenti tensioni nel vicino Afghanistan, mentre internamente combattevano contro la minaccia del terrorismo. In seguito al ritiro della Forza di assistenza per la sicurezza internazionale (International Security Assistance Force - ISAF) dall’Afghanistan, la regione è più che mai in allerta. Nelle parole di un importante esperto della regione: “Gruppi terroristici internazionali come al-Qaeda e il porto sicuro rappresentato dall’Afghanistan hanno delle implicazioni a lunga gittata sulla sicurezza mondiale ma, per una regione di frontiera come l’Asia centrale, queste minacce diventano immediate”6. A causa della prossimità geografica, il “problema afgano” potrebbe rapidamente diventare un problema dell’Asia centrale.

Questa relazione di ricerca intende presentare gli sforzi passati, presenti e futuri degli stati dell’Asia centrale contro le ormai diffuse minacce del terrorismo e del radicalismo in cooperazione con attori regionali ed esteri, come Russia, Stati Uniti e Cina, con e all’interno di enti internazionali tra cui l’Unione europea (UE), la SCO, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organisation - NATO) e l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Collective Security Treaty Organisation - CSTO). In questa battaglia comune, gli stati dell’Asia centrale non ricevono solo i necessari aiuti e servizi di intelligence ma sono anche partecipanti proattivi. La relazione offre un’analisi delle politiche antiterrorismo, interne ed estere, del Kazakistan come studio di caso di un leader dell’Asia centrale, sostenendo l’idea di raggiungere la sicurezza con l’integrazione di vicini “problematici” come l’Afghanistan. Infine, la relazione studia le risposte dell’Asia centrale alle minacce dei nostri giorni, poste dai combattenti stranieri dell’IS e dall’instabilità in Afghanistan.

L’Asia centrale dopo l’11 settembre: un aiuto per l’Occidente

Molto è stato scritto su come gli eventi dell’11 settembre abbiano immediatamente trasformato gli interessi statunitensi nell’Asia centrale, una regione che “negli anni Novanta [era stata] una zona remota e a bassa priorità... [ed] è poi diventata un fronte strategico per le operazioni militari statunitensi in Afghanistan”.7 Tuttavia, poco è stato scritto sul contributo dato dagli stati dell’Asia centrale alla lotta internazionale contro il terrorismo: tali stati non sono divenuti solo meri beneficiari della guerra al terrorismo, bensì alleati attivi.

I paesi dell’Asia centrale hanno cooperato con gli Stati Uniti offrendo il loro pieno impegno all’interno della coalizione internazionale a supporto della campagna per l’Operazione Enduring Freedom (OEF). Tuttavia, è da ben prima di tale operazione che i presidenti dell’Uzbekistan, del Kirghizistan e del Tagikistan facevano pressione per ottenere un qualsiasi tipo di intervento internazionale in Afghanistan.

La cooperazione militare tra l’Uzbekistan e gli Stati Uniti è aumentata dopo l’attentato a Tashkent nel febbraio del 1999: l’attentato pare avesse come obiettivo il Presidente                                                                                                                          5 Comunemente conosciuto come Hizb ut-Tahrir, le attività di questo gruppo sono vietate in quasi tutte le repubbliche dell’Asia centrale. 6 Cummings S., Understanding Central Asia. New York: Routledge. 2012, p.147. 7 Cooley A., Great Games, Local Rules. Oxford: Oxford University Press. 2012.

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dell’Uzbekistan, Islam Karimov, e fu organizzato da estremisti religiosi legati all’IMU 8, un gruppo militante islamico che ha stretto legami con al-Qaeda durante l’ascesa dei talebani in Afghanistan.9

Dal 1999 le Forze speciali statunitensi hanno contribuito alla formazione e all’equipaggiamento delle loro equivalenti uzbeke, e nel 2000 Tashkent ha garantito alla CIA il permesso di lanciare segretamente voli di droni Predator in Afghanistan dai suoi campi d’aviazione. Perciò, quando nell’ottobre del 2001 gli Stati Uniti hanno chiesto di poter usare il territorio uzbeko per importanti operazioni di combattimento ai danni dei talebani, Tashkent ha immediatamente risposto alla richiesta, sebbene il Presidente Karimov abbia limitato l’uso statunitense del territorio kazako alle “forze per operazioni di ricerca e soccorso” e abbia richiesto la condivisione delle informazioni di intelligence tra i due stati.10

Il derivante accordo ha garantito all’esercito statunitense l’uso dell’antica base aerea sovietica situata nei pressi delle città meridionali di Karshi e Khanabad, a sole 90 miglia dal confine afgano. Inoltre, agli Stati Uniti è stata data l’autorizzazione per transitare nello spazio aereo uzbeko e per accedere ai campi di aviazione ausiliari. Nel dicembre del 2001, il campo Stronghold Freedom a Karshi-Khanabad fungeva da hub logistico a scopi umanitari. Il nuovo partenariato per la sicurezza USA-Uzbekistan è stato formalizzato nel marzo del 2002, quando i presidenti Bush e Karimov hanno firmato una Dichiarazione sul partenariato strategico a Washington, che aveva come obiettivo l’IMU e prevedeva lo scambio di informazioni di intelligence relative alle reti di militanti regionali.

Anche i governi tagico e kirghiso hanno proposto all’esercito statunitense l’uso di infrastrutture nei loro territori, non solo per l’indotto che una base statunitense avrebbe creato per l’economia locale, ma anche per fornire assistenza alla lotta al terrorismo e alle reti per il traffico di stupefacenti, un’importante fonte di reddito per i gruppi terroristici.11 L’aeroporto di Dushanbe in Tagikistan è stato usato dagli Stati Uniti e dalla Francia come base di rifornimento durante le varie fasi delle operazioni militari in Afghanistan, mentre gli Stati Uniti hanno creato una base a tutti gli effetti nel principale aeroporto commerciale del Kirghizistan, vicino Bishkek. Inoltre, gli Stati Uniti hanno ottenuto diritti di atterraggio limitati nei tre campi d’aviazione in Kazakistan. Solo il Turkmenistan ha imposto stretti limiti alla cooperazione militare con gli Stati Uniti, rimanendo fedele alla “neutralità positiva” della sua politica estera. Tuttavia, il Paese è stato un importante punto di transito per l’assistenza umanitaria diretta in Afghanistan.12

L’impegno militare statunitense negli stati dell’Asia centrale ha raggiunto il picco nel 2008. Per un certo periodo, è stata presa in considerazione l’apertura della cosiddetta “rotta settentrionale” per il trasporto di approvvigionamenti per le forze USA e NATO in Afghanistan, idea che è poi diventata una priorità dato che la rotta meridionale (che passa attraverso il Pakistan) era sempre più esposta ad attacchi militari. Una serie di negoziati con i governi dell’Asia centrale a favore della Rete di distribuzione settentrionale (Northern Distribution Network - NDN) ha contribuito alla creazione di un corridoio sicuro per                                                                                                                          8 Olcott M., Central Asia’s Second Chance. Washington, D.C.: Carnegie Endowment for International Peace. 2005. 9 ICG. The IMU and the Hizb-ut-Tahrir: Implications of the Afghanistan Campaign - International Crisis Group [Internet]. Crisisgroup.org. 2002 [cit. 29 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.crisisgroup.org/en/regions/asia/central-asia/b011-the-imu-and-the-hizb-ut-tahrir-implications-of-the-afghanistan-campaign.aspx 10 Cooley A., Great Games, Local Rules. Oxford: Oxford University Press. 2012, p.31. 11 Cummings S., Understanding Central Asia. New York: Routledge. 2012. 12 Olcott M., Central Asia’s Second Chance. Washington, D.C.: Carnegie Endowment for International Peace. 2005.

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rifornimenti e materiali non letali.13 In quest’ampia rete, l’Uzbekistan si è rivelato un punto di transito cruciale, poiché due delle tre rotte principali che compongono la NDN comprendono l’Uzbekistan come destinazione finale prima dell’ingresso in Afghanistan. Attualmente, gli Stati Uniti hanno spedizioni ridotte sulla NDN14, in particolare sulla cosiddetta rotta “NDN-Sud”, che nasce nel porto di Poti sul Mar Nero in Georgia, attraversa la Georgia e l’Azerbaigian in treno, e raggiunge Aktau, il principale porto del Kazakistan sul Mar Caspio, prima di entrare in Uzbekistan e Afghanistan.

Le stesse rotte usate per inviare rifornimenti in Afghanistan sono servite per il ritiro degli equipaggiamenti delle forze dell’ISAF dalla regione, ritiro che ha rappresentato la fine ufficiale della guerra e l’inizio di una nuova era di “insicurezza” sia per l’Afghanistan sia per l’Asia centrale.

Afghanistan 2015: la sfida che si prospetta

Al momento della redazione della presente relazione di ricerca, sono passati solo sei mesi dal ritiro ufficiale delle forze di combattimento dell’ISAF dall’Afghanistan. Durante tali mesi, la situazione nelle province afgane settentrionali confinanti con l’Asia centrale è notevolmente peggiorata, in particolare nella regione di Badakhshan.15 L’importante ruolo presumibilmente ricoperto dai militanti dell’Asia centrale in questi assalti alle forze governative afgane rappresenta una grande preoccupazione per i leader della regione.16

La sostituzione delle truppe dell’ISAF con le Forze di sicurezza nazionale afgane ha portato a una parziale perdita di controllo da parte delle autorità a Kabul. L’insurrezione dei talebani continua in diverse province e il Paese è molto lontano dall’essere sicuro. Alla 68a Assemblea generale dell’ONU nel settembre del 2013, l’Uzbekistan e il Kazakistan hanno ufficialmente esternato le loro preoccupazioni, mettendo in guardia sulle minacce alla sicurezza regionale associate allo scenario post-2014 in Afghanistan.17

                                                                                                                         13 Cooley A., Great Games, Local Rules. Oxford: Oxford University Press. 2012. 14 Kucera J., On Afghan Transit, NATO And Russia Part Ways - This Time, Amicably [Internet]. EurasiaNet.org. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.eurasianet.org/node/73561 15 Rferl.org. [Internet]. Rferl.org. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.rferl.org/fullinfographics/infographics/27013992.html?nocache=0#4 16 Pannier B., Roundtable: Afghanistan’s Central Asian Security Spillover [Internet]. RadioFreeEurope/RadioLiberty. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.rferl.org/content/afghanistan-northern-taliban-kunduz-central-asia/27120453.html 17 Dettoni J., Chian the Grandmaster of Great Game II [Internet]. 1st ed. bne intellinews. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://bne-static-production.s3.amazonaws.com/dispatch-pdf/bne_magazine_june_2015.pdf

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Mappa 1: Le regioni settentrionali dell’Afghanistan confinanti con tre stati dell’Asia centrale: Tagikistan,

Uzbekistan e Turkmenistan. Fonte: http://www.rferl.org/fullinfographics/infographics/27013992.html?nocache=0#4

Data di accesso: 30 luglio 2015.

Il Kazakistan non confina con l’Afghanistan – riducendo così il rischio che l’instabilità si diffonda a macchia d’olio rispetto ad altri paesi dell’Asia centrale – perciò l’approccio di Astana agli sviluppi politici e in materia di sicurezza dell’Afghanistan è senza dubbio più obiettivo, se paragonato a quello dei suoi vicini.18 Ciononostante, il ritiro delle forze dell’ISAF da un Afghanistan ancora fragile è motivo di forte apprensione. L’argomento ha ricevuto molta attenzione dal governo e dai media kazaki, mentre le autorità hanno fatto presente ai partner internazionali, tramite piattaforme multilaterali e bilaterali, le preoccupazioni del Kazakistan circa l’Afghanistan.

I diplomatici kazaki hanno sottolineato i rischi posti dal diffondersi dell’instabilità oltre i confini afgani ai summit CSTO e SCO19, nonché durante i colloqui bilaterali con gli Stati Uniti20 – soprattutto alla luce della nascita di numerose formazioni apparentemente legate all’IS tra i gruppi ribelli che combattono nell’Afghanistan settentrionale.21 Inoltre, il                                                                                                                          18 Kassenova N., Relations between Afghanistan and Central Asian States after 2014 Incentives, Constraints and Prospects [Internet]. SIPRI. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://books.sipri.org/files/misc/SIPRI14wcaNK.pdf 19 Sputnik News. SCO Discuss Afghan Security as Tensions in Middle East Grow / Sputnik International [Internet]. Sputniknews.com. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://sputniknews.com/politics/20150711/1024483679.html 20 Nurbekov A., Bupezhanova D., FM Idrissov’s Visit to Washington Solidifies Kazakhstan-U.S. Partnership - The Astana Times [Internet]. The Astana Times. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.astanatimes.com/2014/12/fm-idrissovs-visit-washington-solidifies-kazakhstan-u-s-partnership/ 21 Latifi A., Bengali S., Afghan Officials Acknowledge Islamic State Presence in Their Country [Internet]. latimes.com. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.latimes.com/world/asia/la-fg-afghanistan-islamic-state-20150317-story.html

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Kazakistan sostiene fermamente la decisione dei membri della CSTO di fornire attrezzature militari gratuite al Tagikistan, al fine di rafforzare le capacità difensive dello stato, che condivide un’ampia porzione dei suoi confini con l’Afghanistan e fa fronte al massimo rischio di infiltrazioni da parte di gruppi ribelli radicali22 e di violenze interne, come evidenziato dalla serie di attentati del 4 settembre 2015, che hanno causato diverse decine di morti tra gli agenti di polizia23.

In conseguenza di ciò, 2.000 truppe della CSTO sono arrivate in Tagikistan per controllare la prontezza al combattimento delle Forze di reazione rapida collettiva (Collective Rapid Reaction Forces - CRRF). La Russia da sola si è impegnata a fornire al Tagikistan assistenza militare per un valore pari a 1,14 miliardi di Euro, rafforzandone la capacità di gestire la sicurezza ai confini e quella interna. L’esempio più recente dell’assistenza internazionale per consolidare la sicurezza delle frontiere in Tagikistan è quello dell’8 luglio 2015, quando gli Stati Uniti hanno donato circa 80 ATV (veicoli adatti a tutti i terreni) alle forze di sicurezza tagiche per il pattugliamento delle remote aree montuose. Questi si aggiungono ai 300 veicoli MRAP (resistenti alle mine e agli ordigni esplosivi improvvisati) precedentemente forniti24, ma tutto ciò potrebbe non bastare.

La lotta al terrorismo avviene non solo attraverso misure di sicurezza pratiche, ma anche affrontando le cause a lungo termine della radicalizzazione che derivano da un ridotto sviluppo socio-economico. In questo ambito, gli stati dell’Asia centrale hanno contribuito allo sviluppo dell’Afghanistan con una serie di progetti. Il Kazakistan ha destinato 50 milioni di dollari statunitensi all’istruzione e alla formazione degli studenti afgani, e Astana ha offerto altri 2 milioni di dollari statunitensi come aiuto finanziario alle Forze di sicurezza afgane.25 L’Uzbekistan ha costruito una linea ferroviaria da Hairaton a Mazar-e-Sharif in Afghanistan, fornendo maggiori opzioni per il collegamento con Kabul e un notevole vantaggio economico per l’economia afgana.26 Non solo il Turkmenistan sostiene fermamente il progetto TAPI (gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India), ma Ashgabat ha anche aumentato la capacità delle linee di trasmissione elettrica esistenti con l’Afghanistan e ha cominciato a costruire una linea ferrovia che collegherà Turkmenistan, Afghanistan e Tagikistan. Il Tagikistan e il Kirghizistan, con il sostegno della Banca mondiale, hanno promosso il progetto CASA-1000, consentendo la trasmissione di elettricità da questi paesi all’Afghanistan e al Pakistan.27

Tutti i cinque paesi dell’Asia centrale sono membri del Processo di Istanbul, un meccanismo di cooperazione politica tra gli stati ampiamente confinanti con l’Afghanistan che mira ad attuare misure di rafforzamento della fiducia, al fine di rendere sicuri i confini e di favorire lo sviluppo dell’Afghanistan. Il Governo del Kazakistan, insieme all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (International Organization of Migration - OIM) e all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (United Nations High Commissioner for

                                                                                                                         22 http://en.tengrinews.kz/military/CSTO-to-supply-weapons-to-Tajikistan-to-protect-Afghan-22829/ 23 http://www.bbc.com/news/world-asia-34157441 24 Pannier B., Tagikistan: The Far Outpost Of Great Powers [Internet]. RadioFreeEurope/RadioLiberty. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.rferl.org/content/tajikistan-far-outpost-of-great-powers/27141036.html 25 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 26 3. Andrewgrantham.co.uk. Hairatan to Mazar-i-Sharif Railway | Railways of Afghanistan [Internet]. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.andrewgrantham.co.uk/afghanistan/railways/hairatan-to-mazar-i-sharif/ 27 EastWest Institute. [Internet]. Ewi.info. 2014 [cit. 29 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.ewi.info/idea/afghanistan-reconnected-regional-economic-security-beyond-2014

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Refugees - UNHCR), ha inoltre lanciato il Processo di Almaty, un’iniziativa consultiva regionale che affronta le questioni dei rifugiati e degli emigranti nell’Asia centrale. Il focus principale della piattaforma è il potenziale flusso di rifugiati dall’Afghanistan all’Asia centrale.28

La minaccia IS

L’eventualità che i combattenti dell’Asia centrale che hanno ingrossato le file militari in Afghanistan o dell’IS in Iraq e Siria possano cercare di tornare nella regione, una volta formati per poter realizzare degli attacchi terroristici e forse incaricati di tale compito, è fonte di grandi preoccupazioni tra le autorità governative delle repubbliche dell’Asia centrale. Secondo una recente relazione dell’International Crisis Group, sono tra i 2.000 e i 4.000 i cittadini dell’Asia centrale che stanno combattendo nelle file dell’IS in Medio Oriente. La relazione aggiunge che la crescita dell’Islam radicale è esacerbata da un’insufficiente istruzione religiosa e dalle recriminazioni contro i governi secolari della regione.29

In realtà, sembra che i cittadini centro-asiatici che sostengono l’IS abbiano scarse conoscenze dell’Islam come religione, ma che a essa si rivolgano alla ricerca di un’identità che offra solidarietà, un senso di appartenenza e una spiegazione per le difficoltà economiche e per le discriminazioni che hanno sofferto.30

La radicalizzazione è una minaccia particolarmente forte in Tagikistan. Molti emigranti tagichi che hanno perso il loro lavoro in una Russia colpita dalla recessione e che sono tornati a casa per trovare ad attenderli scarse opportunità di impiego, sono sempre più vulnerabili al reclutamento da parte di gruppi radicali come l’IS. I reclutatori estremisti offrono ai disoccupati ingenti somme di denaro contante per andare a combattere in Siria e Iraq, e oggi molti di loro, a causa della mancanza di alternative a loro disposizione, stanno rispondendo alla chiamata.31 Ultimamente l’IS sta usando contingenti russofoni e non russofoni per esercitare la propria influenza nell’ex spazio sovietico, mediante la propaganda tramite social media. È stato recentemente lanciato un canale russofono dell’IS, Furat Media, per aumentare la portata della propaganda dell’IS in tutto il mondo russofono.32

Le autorità dell’Asia centrale hanno reagito fermamente a questi sviluppi, ponendo dei blocchi all’uso dei social media estremisti e revocando la cittadinanza a quanti si sono uniti alle file dell’IS. È stato, però, il Kazakistan a lanciare il contrattacco più efficace agli sforzi dell’IS, nell’ambito della nuova strategia antiterrorismo del Paese.

                                                                                                                         28 UNHCR. Almaty Process [Internet]. Unhcr.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.unhcr.kz/eng/almatyprocess/ 29 ICG. Syria Calling: Radicalisation in Central Asia [Internet]. 1st ed. Bishkek/Brussels: International Crisis Group. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.crisisgroup.org/~/media/Files/asia/central-asia/b072-syria-calling-radicalisation-in-central-asia.pdf 30 Heathershaw J., Montgomery D., Exeter Central Asian Studies Network | Why do Central Asians join ISIS? [Internet]. Blogs.exeter.ac.uk. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://blogs.exeter.ac.uk/excas/2015/07/17/isis/ 31 Demirjian K., How Russia’s Labor Migration Policy Is Fuelling the Islamic State [Internet]. The Washington Post. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.washingtonpost.com/rweb/world/how-russias-labor-migration-policy-is-fueling-the-islamic-state/2015/07/10/15b9300e-1141-11e5-a0fe-dccfea4653ee_story.html?tid=kindle-app 32 Paraszczuk J., How To Recruit Militants & Influence People: IS’s First-Ever Kyrgyz Recruitment Video [Internet]. RadioFreeEurope/RadioLiberty. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.rferl.org/content/islamic-state-kyrgyz-recruitment-video/27155247.html

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Kazakistan: un nuovo approccio contro il terrorismo

La strategia antiterrorismo del Kazakistan potrebbe fungere da modello per tutta l’Asia centrale, dimostrando così l’importanza di politiche antiterrorismo aggiornate in virtù di nuove sfide e minacce. In seguito a una serie di episodi violenti nel 2011-2012, il Kazakistan ha reagito in maniera coesa, evitando di diffondere il panico, e il Governo ha tempestivamente adottato delle misure per aumentare le difese del Paese contro la minaccia del terrorismo, riformando le forze dell’ordine impegnate nelle operazioni antiterrorismo.

Il nuovo approccio del Kazakistan, che implica il coinvolgimento della società civile e la modernizzazione delle tattiche antiterrorismo conformemente alle migliori pratiche internazionali, è in costante evoluzione e si è rivelata molto efficace: non sono stati registrati attentati terroristici nel Paese dal 2013, anno in cui il Kazakistan ha riformato la propria strategia antiterrorismo. Secondo gli analisti, il cambiamento nella strategia mette il Kazakistan “in un’ottima posizione per gestire il rischio di potenziali emigranti radicali che ritornano in patria dalla Siria o dall’Iraq”.33

Il Kazakistan, un paese profondamente multi-etnico che ospita più di 100 gruppi etnici, ha adottato un efficace modello di dialogo interreligioso, favorendo la tolleranza e la non discriminazione. Come parte del suo messaggio di tolleranza, ogni tre anni ad Astana il Paese organizza il Congress of Leaders of World and Traditional Religions (Congresso dei leader mondiali e delle religioni tradizionali), un summit internazionale che vede la presenza dei rappresentanti di organizzazioni religiose mondiali.

La natura pacifica delle relazioni interreligiose in Kazakistan è stata minacciata da una serie di incidenti tra il 2011 e il 2012. Una serie di attentati ha colpito le città di Aktobe, Atyrau, Astana, Taraz e Almaty, uccidendo 21 persone34. Le forze dell’ordine del Kazakistan sono state criticate sulla scia degli attentati, al pari dell’approccio del Paese per fronteggiare il terrorismo e così come il Presidente Nazarbayev, il quale ha richiesto riforme immediate, affermando che le forze di sicurezza nazionali stavano “agendo sempre post factum”.35

Nel 2013, il governo ha adottato la legge Emendamenti e aggiunte agli atti legislativi per la lotta al terrorismo, che ha mostrato “chiari sforzi volti a modernizzare l’approccio del Paese nel definire e combattere il terrorismo”.36 Gli emendamenti sono stati sviluppati prendendo in considerazione le migliori pratiche internazionali e gli accordi siglati dal Kazakistan in seno alle organizzazioni per la sicurezza regionale, come la Convenzione della SCO per la lotta al terrorismo, adottata nel 2009. I centri regionali antiterrorismo sono stati fondati sotto l’autorità del Comitato di sicurezza nazionale del Kazakistan (KNB).37

                                                                                                                         33 McDermott R., Kazakhstan’s Evolving CounterTerrorist Strategy: Domestic Roots [Internet]. 1st ed. Central Asia Program. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://liportal.giz.de/fileadmin/user_upload/oeffentlich/Kasachstan/20_geschichte-staat/Policy_Brief_18__December_2014__1_.pdf 34 Kosolapova E., Special Services Prevent 9 Terrorist Attacks in Kazakhstan in 2013-2014 [Internet]. Trend. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://en.trend.az/casia/kazakhstan/2315746.html 35 McDermott R., Kazakhstan Introduces New Counter-Terrorism Strategy [Internet]. The Jamestown Foundation. 2013 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.jamestown.org/programs/edm/single/?tx_ttnews%5Btt_news%5D=40708&cHash=4f21a07a96c15e61d2ff9c24abf386aa#.VbpJmPntmkp 36 Ibid. 37 McDermott R., Kazakhstan’s Evolving CounterTerrorist Strategy: Domestic Roots [Internet]. 1st ed. Central Asia Program. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su:

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L’approccio del Kazakistan, che vede la società civile come partner fondamentale nella lotta al terrorismo, rende le misure antiterrorismo del Paese “uniche all’interno dell’Asia centrale”.38 La legge del 2013 mira ad aiutare i cittadini, sensibilizzare ai problemi posti dalle interpretazioni radicali dell’Islam e creare un “asse di cooperazione” tra la società civile e le forze di sicurezza, al fine di prevenire la radicalizzazione e di combattere il terrorismo.

Conformemente a questo nuovo approccio, un apposito sito Web, counter-terror.kz39, è stato lanciato40 e un programma quadriennale per combattere il terrorismo interno è stato approvato dal Presidente Nazarbayev nell’ottobre 2013.

Nel 2014, il Parlamento ha adottato emendamenti alla Legge sull’antiterrorismo41 per proibire l’entrata nel Paese a cittadini stranieri che potrebbero essere stati coinvolti in attività terroristiche e per autorizzare un monitoraggio più rigido di ex detenuti per accuse legate al terrorismo. I nuovi codici penali, in vigore dal gennaio 2015, sono stati modificati per introdurre una clausola che ha configurato come reato il combattere all’estero42, con pene più severe che, si spera, abbiano un effetto preventivo e che riducano l’abilità degli estremisti islamici di reclutare i cittadini kazaki. Dall’adozione dei nuovi codici penali, due cittadini kazaki sono stati condannati a 11 e 8 anni di prigione per aver combattuto con gruppi terroristici in Siria.43 Attualmente in Kazakistan sono state bandite 19 organizzazioni terroristiche ed estremiste.44 L’organizzazione internazionale Al-Takfir wal-Hijra è stata l’ultima a essere stata aggiunta alla lista, essendo stata giudicata come organizzazione estremista da un tribunale di Astana nell’ottobre del 2014.45

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     http://liportal.giz.de/fileadmin/user_upload/oeffentlich/Kasachstan/20_geschichte-staat/Policy_Brief_18__December_2014__1_.pdf 38 McDermott R., Kazakhstan Introduces New Counter-Terrorism Strategy [Internet]. The Jamestown Foundation. 2013 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.jamestown.org/programs/edm/single/?tx_ttnews%5Btt_news%5D=40708&cHash=4f21a07a96c15e61d2ff9c24abf386aa#.VbpJmPntmkp 39 Counter-terror.kz. Анти террор [Internet]. Counter-terror.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.counter-terror.kz/ 40 McDermott R., Kazakhstan’s Evolving CounterTerrorist Strategy: Domestic Roots [Internet]. 1st ed. Central Asia Program. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://liportal.giz.de/fileadmin/user_upload/oeffentlich/Kasachstan/20_geschichte-staat/Policy_Brief_18__December_2014__1_.pdf 41 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 42 Normativ.kz. Уголовный кодекс от 3 июля 2014 года № 226-V (вводится в действие с 01.01.2015 года) с изменениями на [Internet]. Normativ.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://normativ.kz/view/109751/ 43 RadioFreeEurope/RadioLiberty. Kazakhstan Jails Two Radical Islamists For Terrorism [Internet]. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.rferl.org/content/kazakhs-jail-two-radical-islamists-for-terrorism/26860302.html 44 Knb.kz. Сайт Комитета национальной безопасности Республики Казахстан [Internet]. Knb.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://knb.kz/ru/antiterror/atc/article.htm?id=10321708@cmsArticle 45 21. Inform.kz. Al-Takfir wal-Hijra Organization Recognized As Extremist in Kazakhstan [Internet]. Inform.kz. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.inform.kz/eng/article/2706531

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Quattro speciali divisioni antiterrorismo operano sotto il Ministero degli Affari interni kazako e un’altra ancora sotto il KNB46: il KNB funge da centro antiterrorismo che coordina tutte le attività statali contro il terrorismo e l’estremismo47. Le statistiche ufficiali indicano 65 casi giuridici legati al terrorismo nel 2013 e 52 nel 2014, e in questi due anni 29 persone sono state condannate per crimini connessi all’estremismo e al terrorismo.48 Sebbene nel 2014 non si siano verificati attentati terroristici sul territorio kazako, l’ufficio del Procuratore generale ha affermato che i servizi di sicurezza kazaki hanno sventato nove piani terroristici nell’anno suddetto.49 Il governo kazako sta facendo passi importanti per tenere a freno la capacità delle organizzazioni terroristiche di usare Internet per diffondere idee estremiste e reclutare seguaci. Nuove modifiche alla legge sull’antiterrorismo autorizzano la chiusura dei siti Web che pubblicano propaganda estremista.50 Astana continua a organizzare e ospitare seminari e conferenze, spesso con il sostegno di partner internazionali, per discutere nuovi approcci contro il terrorismo e nuove tecniche per combattere la radicalizzazione. Tali incontri, che si svolgono alla presenza di un’ampia gamma di esperti internazionali dell’antiterrorismo, forniscono al Kazakistan le competenze e lo slancio per migliorare ulteriormente la propria strategia di lotta al terrorismo. Nel giugno 2015, Astana ha ospitato una conferenza dal titolo Countering Violent Extremism (“Fronteggiare l’estremismo violento”), alla presenza non solo di governi regionali ma anche di rappresentati dell’UE, degli Stati Uniti, dell’OSCE, della SCO e della CSTO.51 I partecipanti alla conferenza – volta a favorire la cooperazione e le iniziative comuni nella regione per combattere la diffusione del radicalismo religioso – hanno proposto di adottare un database mondiale dei siti Web che pubblicano contenuti estremisti online e di promuovere lo sviluppo di meccanismi di prevenzione per fermare il reclutamento da parte dei gruppi terroristici, in particolare tramite i social media. I relatori della conferenza hanno, inoltre, sottolineato che il miglioramento dell’educazione religiosa è un fattore cruciale nella lotta al terrorismo.52

Il Comitato per gli affari religiosi (Committee for Religious Affairs - CRA), che fa capo al Ministero della Cultura e dello Sport, è il principale organismo statale che si occupa di tale questione e che coordina le proprie attività con la principale autorità islamica del Paese, il                                                                                                                          46 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 47 Knb.kz. Сайт Комитета национальной безопасности Республики Казахстан [Internet]. Knb.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://knb.kz/ru/antiterror/atc/article.htm?id=10321708@cmsArticle 48 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 49 Kosolapova E., Special Services Prevent 9 Terrorist Attacks in Kazakhstan in 2013-2014 [Internet]. Trend. 2014 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://en.trend.az/casia/kazakhstan/2315746.html 50 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 51 Fox News Latino. South, Central Asia Tackle Extremism at Astana CVE Conference [Internet]. Fox News Latino. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://latino.foxnews.com/latino/news/2015/06/29/south-central-asia-tackle-extremism-at-astana-cve-conference/ 52 Witte M., Regional Conference Against Violent Extremism Opens With Calls for Broader Cooperation [Internet]. The Astana Times. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.astanatimes.com/2015/06/regional-conference-against-violent-extremism-opens-with-calls-for-broader-cooperation/

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Direttorato spirituale dei musulmani del Kazakistan (Spiritual Directorate of Kazakhstan Muslims - SDKM). Il Comitato ha aperto diversi siti Web, tra cui E-Islam.kz53, per aumentare l’educazione religiosa e per fronteggiare la diffusione di idee radicali. Inoltre, il CRA intende monitorare gli studenti kazaki che studiano all’estero in istituzioni religiose54, mentre l’SDKM ha avviato una campagna per difendere l’Islam tradizionale dalle interpretazioni radicali e ha creato gruppi di monitoraggio composti da teologi per supervisionare l’ambito religioso in Kazakistan.55

I gruppi che gli estremisti cercano di reclutare sono diversi e non omogenei. Tuttavia, il governo del Kazakistan è consapevole del fatto che la radicalizzazione è più probabile quando le disuguaglianze sociali sono più diffuse e le opportunità a disposizione sono ridotte: pertanto, sta lavorando per affrontare le cause più profonde della radicalizzazione, investendo nello sviluppo delle regioni svantaggiate e creando nuove possibilità di lavoro.

Il nuovo approccio del Kazakistan si concentra non solo sulla repressione del terrorismo ma anche su efficaci azioni di prevenzione per fermare la radicalizzazione, nonché su programmi di riabilitazione per le persone che sono state coinvolte in attività terroristiche. Discussioni aperte sull’IS e sull’estremismo islamico si tengono regolarmente nelle moschee kazake tra gli Imam e i credenti.56 Le misure di prevenzione e riabilitazione sono state applicate anche nelle prigioni del Kazakistan, ed è stato lanciato un programma per le persone accusate di atti terroristici e propaganda estremista. Nel 2014 il Kazakistan ha inaugurato un Centro repubblicano per la riabilitazione dei detenuti, al cui interno i membri dell’SDKM incontrano i carcerati per discutere questioni religiose. Il Centro opera in collaborazione con 28 sedi regionali.57

La comunità internazionale e l’Asia centrale: un fronte unito contro il terrorismo?

Gli stati dell’Asia centrale continuano a dimostrare il loro impegno nella guerra al terrorismo cercando di entrare a far parte di diversi enti internazionali che lottano contro il terrorismo, tenendo summit bilaterali e multilaterali d’alto profilo sulla questione con le più importanti potenze mondiali, e partecipando ad addestramenti militari tenuti da diverse organizzazioni per la sicurezza regionale. Inoltre, con la firma della Dichiarazione di Ashgabat 58, gli stati dell’Asia centrale hanno ribadito il loro impegno nei confronti del piano d’azione congiunto dell’ONU per l’implementazione della strategia globale delle Nazioni Unite per combattere il terrorismo in Asia centrale.59

La cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo è una priorità per il Kazakistan e gli altri stati dell’Asia centrale. Astana, in linea con la sua politica estera

                                                                                                                         53 23. E-islam.kz. Главная - E-ISLAM [Internet]. E-islam.kz. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://e-islam.kz/ru/ 54 Dipartimento di Stato USA. Capitolo 2. Country Reports: South and Central Asia Overview [Internet]. Dipartimento di Stato USA. 2015 [cit. 30 luglio 2015]. Disponibile su: http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2014/239408.htm 55 Nichols J., Central Asia: Regional Developments and Implications for U.S. Interest. Congressional Research Service. 2014. Disponibile su: https://www.fas.org/sgp/crs/row/RL33458.pdf. 56 Paraszczuk J., Innovative Or Soviet? Central Asian Countries Shift Attitudes To Reporting On IS. RFERL. 2015. Disponibile su: http://www.rferl.org/content/central-asia-shifting-attitudes-reporting-on-islamic-state/27128919.html 57 Dipartimento di Stato USA. Terrorism Country Report 2014 South and Central Asia. 2015. 58 http://www.un.org/en/terrorism/ctitf/pdfs/ashgabad_final_declaration_en.pdf 59 http://www.un.org/en/terrorism/ctitf/pdfs/final_joint_action_plan_en.pdf

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multivettoriale, sta cercando di mobilitare, bilateralmente e multilateralmente, tutti i rilevanti attori regionali, per proteggere la sicurezza nazionale e regionale dalle minacce poste dal terrorismo, dall’estremismo religioso e dal traffico di stupefacenti.60 Come ha affermato il Professor Dubovtsev – docente a contratto presso la National Defence University del Kazakistan – al fine di combattere efficacemente il terrorismo e l’estremismo, ogni paese deve definire nuove modalità di coordinazione della sfera politico-militare e sviluppare un sistema antiterrorismo inter-statale.61

Inoltre, quadri multilaterali e accordi bilaterali sono in fase di adozione da parte degli stati della regione. Nel 2003, la Russia e il Kirghizistan hanno concluso un accordo per aprire una base aerea russa sotto gli auspici della CSTO a Kant, mentre nel 2004 Mosca e Dushanbe hanno legalmente formalizzato la presenza della 201a Divisione motorizzata in Tagikistan, al fine di fronteggiare l’eventuale instabilità proveniente dall’Afghanistan. La divisione russa è stata autorizzata a rimanere nel Paese per altri 49 anni, a seguito di un accordo siglato nel 2011.

Nel frattempo, il Kirghizistan ha portato a termine degli accordi con gli Stati Uniti in relazione a un centro di supporto presso l’aeroporto di Manas; tali accordi sono entrati in vigore nell’agosto del 2015 e sono stati visti soprattutto come il risultato di una politica del “grande gioco” da parte della Russia, che ha cercato di ristabilire la propria influenza in quella che era la sua “sfera d’influenza” tradizionale. Questi accordi mostrano l’estrema necessità di un dialogo e di una cooperazione più aperti, trasparenti e solidi tra tutti gli attori preoccupati per la minaccia dell’estremismo e per il futuro dell’Asia centrale, in particolare per quanto riguarda le sfide provenienti dall’Afghanistan.

In merito al ruolo dell’UE nella regione, i principali strumenti politici usati sono la Strategia dell’UE per l’Asia centrale, che è stata recentemente riveduta, e il Dialogo di alto livello sulla sicurezza (High Level Security Dialogue - HLSD). In seguito al secondo incontro dell’HLSD, che è avvenuto a Dushanbe nel marzo del 2015, la Presidenza lettone della Commissione europea ha programmato un pratico follow-up dell’incontro sotto forma di un seminario, tenutosi a Bruxelles, durante il quale la legislazione antiterrorismo e la lotta contro la radicalizzazione religiosa sono state discusse in profondità.62

Inoltre, l’UE finanzia lo sviluppo di strategie antiterrorismo nazionali in linea con i programmi regionali63 quali il Border Management in Central Asia (BOMCA) per la gestione delle frontiere nella regione e il Central Asia Drug Action Programme (CADAP) contro il traffico di stupefacenti. Infine, il Consiglio europeo sostiene la coordinazione degli sforzi dell’UE per la sicurezza regionale con i partner regionali coinvolti nella prevenzione dei conflitti e nelle attività di sicurezza come l’OSCE e l’ONU, in particolare l’UN Regional Centre for Preventive Diplomacy for Central Asia (UNRCCA) il cui focus è la diplomazia preventiva.

                                                                                                                         60 Kirbassov G., Counter-terrorism in Central Asia Requires International Cooperation. The Washington Post. 2014. Disponibile su: http://www.washingtonpost.com/blogs/monkey-cage/wp/2014/12/26/counter-terrorism-in-central-asia-requires-international-cooperation/ 61 Dubovtsev G., On the Improvement of Military-Political Activity for Regional Security from the Threat of Terrorism. 2012. Disponibile su: http://counter-terror.kz/ru/article/view?id=195 62 https://eu2015.lv/news/media-releases/1120-latvian-presidency-organises-first-eu-central-asia-seminar-on-counter-terrorism 63 EC, Joint Staff Working Document. Progress Report on the Implementation of the EU Central Asia Strategy. 2015, p.31. Disponibile su: http://www.parlament.gv.at/PAKT/EU/XXV/EU/05/32/EU_53204/imfname_10524558.pdf.

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Conclusioni: una regione in allerta

La crescente instabilità in Afghanistan e le potenti strategie di reclutamento dello Stato islamico rappresentano delle minacce per l’intera popolazione mondiale. Per affrontare tali questioni è necessaria una cooperazione internazionale rafforzata e a tutto tondo. Abbiamo visto come gli stati dell’Asia centrale hanno efficacemente collaborato con organizzazioni preposte alla sicurezza regionale come la CSTO e la SCO, nonché con potenze globali come gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo. Tuttavia, le forze dell’ordine degli stati dell’Asia centrale sono ancora riluttanti a lavorare insieme e a condividere le informazioni di intelligence. Questa sfiducia reciproca deve essere superata.

I paesi della regione dovrebbero sempre mettere in discussione e aggiornare le proprie misure antiterrorismo interne, al fine di adattarsi a nuove sfide in una regione che è in prima linea nella guerra al terrorismo. In questo ambito, la strategia antiterrorismo del Kazakistan potrebbe rappresentare un utile esempio per l’Asia centrale e, forse, non solo.

Il Kazakistan ha fatto richiesta per un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2017-2018. Se tale richiesta andrà a buon fine, il Paese avrà un’importante opportunità per far sentire la voce di una regione cruciale, all’interno dell’ente leader a livello mondiale per la sicurezza internazionale. In tal modo, inoltre, il Kazakistan rafforzerebbe ulteriormente la cooperazione internazionale in Asia centrale per la lotta al terrorismo.

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COS’È L’ECFA

L’Asia Centrale è una regione più estesa dell’Europa occidentale e al suo interno sono presenti cinque paesi: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Potendo contare su alcune delle risorse più ricche e diversificate al mondo, negli ultimi vent’anni questa regione si è impegnata a fondo per diventare un partner a lungo termine e affidabile dell’Occidente.

Il Kazakistan è il motore della crescita economica dell’Asia Centrale e il Governo del Kazakistan ha assunto un ruolo guida nello sviluppo dei rapporti con l’Unione europea. Nel suo impegno nel processo di approfondimento delle relazioni politiche ed economiche con l’Unione europea, il Kazakistan sta partecipando alla creazione dell’Eurasian Council on Foreign Affairs (ECFA), il nuovo e dinamico think-tank che lavorerà nel cuore dell’Unione europea.

Il primo Presidente Onorario dell’Eurasian Council on Foreign Affairs è Sua Eccellenza Erlan Idrissov, Ministro degli Affari esteri della Repubblica del Kazakistan.

L’Eurasian Council on Foreign Affairs è stato modellato sugli esempi vincenti del Council on Foreign Relations degli Stati Uniti, del Royal Institute of International Affairs del Regno Unito con sede presso la Chatam House, e dell’European Council on Foreign Relations dell’UE. Si prevede che, nel corso del tempo, l’Eurasian Council on Foreign Affairs diventerà una preziosa fonte indipendente di ricerche, pubblicazioni e informazioni di alta qualità, che terrà l’Europa aggiornata sullo sviluppo in rapida evoluzione della regione dell’Asia Centrale. Si tratta di un lavoro ancora in corso che richiederà dedizione e impegno da parte del team di ricercatori e scrittori dell’ECFA.

La sovvenzione per i costi relativi alla creazione dell’ECFA è stata garantita dal Ministro degli Affari esteri della Repubblica del Kazakistan. L’ECFA e il suo staff sono riconoscenti per questa generosa donazione e ringraziano il Ministro degli Affari esteri. Si prevede che, come avviene per gli enti simili di altri paesi, i governi della regione così come gli sponsor aziendali e i privati andranno ad ampliare, sul lungo periodo, la base dei finanziatori dell’ECFA.

Un elenco delle prossime pubblicazioni è disponibile qui. Il lancio formale dell’ECFA è avvenuto nel novembre 2014, alla presenza dei membri onorari del suo Consiglio consultivo. Il primo direttore dell’ECFA, Rauan Kenzhekhanuly, ha fornito regolari aggiornamenti informativi sulla regione nel suo Blog, mentre il nuovo direttore, Zhanbolat Ussenov, è salito in carica all’inizio del 2015 per continuare a gestire la nuova organizzazione e ha incominciato a dare il suo punto di vista. È possibile registrarsi qui per ricevere regolarmente tutti gli aggiornamenti informativi così come le newsletter e i bollettini dell’ECFA.

Disclaimer importante: Ricordiamo che le opinioni espresse nella nostra serie di Occasional Paper non rappresentano l’opinione del Presidente Onorario, Sua Eccellenza Erlan Idrissov, Ministro degli Affari esteri della Repubblica del Kazakistan, né l’opinione di alcun membro del Consiglio consultivo dell’ECFA. Lo scopo di queste relazioni di ricerca è favorire il dibattito e la discussione in merito agli importanti sviluppi che si verificano in

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Asia centrale. Tali relazioni sono pensate per incoraggiare nuovi dibatti e discussioni, favorendo le opinioni di tutte le parti coinvolte.