IL Corpo e L’Anima -...

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IL Corpo e L’Anima Corso di Antropologia Filosofica Docente: Alfredo Nazareno d’Ecclesia

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IL Corpo e L’Anima

Corso di Antropologia Filosofica

Docente: Alfredo Nazareno d’Ecclesia

Lo spettacolo del corpo umano

Il corpo è la prima dimensione dell’essere umano. Dotato di un corpo non specializzato al momento della nascita, l’uomo riesce a poco a poco a specializzare il suo corpo.

Un elemento che contribuisce alla bellezza e alla singolarità del corpo è la posizione verticale.

Una posizione che consente all’essere umano una padronanza sui propri movimenti e gli conferisce un’agilità ed un’eleganza che nessun altro animale possiede.

Significati Simbolici 1

Ricca di significati simbolici è la posizione eretta che è per l’uomo una necessità fisiologica, pena la morte.

A differenza della posizione distesa, il portamento eretto è segno di vita, di salute,di veglia, di forza, di comando.

Significati Simbolici 2 Le nazioni, le città costruiscono edifici sempre più alti, si

pensi a Dubai negli Emirati Arabi.

I sovrani salgono sul trono e in tutte le religioni i monti

sono sempre stati considerati sedi delle divinità.

Funzione mondanizzante

Una delle principali funzioni della somaticità è quella di mondanizzare il soggetto umano, di fare cioè di lui un essere nel mondo.

Egli si riconosce costituito con gli stessi elementi del mondo, soggetto alle sue stesse sorti e leggi. Questa verità ha acquisito nuova perspicuità grazie agli esistenzialisti.

Come ogni altro corpo anche il nostro si iscrive in una situazione spaziale e deve occupare sempre una determinata porzione dello spazio. Non gli è possibile essere né in qualsiasi posto né in nessun posto. Uscire dallo spazio significa disincarnarsi, cessare di essere nel mondo.

Funzione Epistemologica Che il corpo sia strumento necessario del

conoscere è sempre stato ammesso per quanto concerne la conoscenza sensitiva.

Gli studi recenti hanno dimostrato che la funzione epistemologica della somaticità è molto più vasta.

La somaticità è strumento epistemologico per l’autocoscienza. Cartesio affermava che nell’autocoscienza possiamo disfarci del corpo.

L’autocoscienza si cristallizza sempre nella cinestesi, mediante le condizioni e disposizioni sistematiche: mi sento bene o male, sereno o preoccupato, ecc.. Quanto sia importante la somaticità lo si vede quando siamo incerti, se si tratta di situazioni immaginarie o reali.

Funzione dell’Autocoscienza

Autocoscienza = atto per cui l’essere intelligente conosce se stesso.

Ci sono due specie di autocoscienza: concomitante e riflessa.

La prima ha luogo simultaneamente alla conoscenza di qualsiasi oggetto o evento.

La seconda è diretta, esplicita, si ottiene quando una persona concentra l’attenzione su se stessa, sui propri atti, operazioni sul proprio IO, con lo scopo di rendersi conto di ciò che è o ciò che fa.

Funzione di possesso Il corpo è essenziale per possedere l’esistenza.

Tutta la sfera del possesso passa attraverso il corpo: solo ciò di cui posso avere contatto col mio corpo può essere reclamato come mio.

La mano attua la trasformazione o la formazione delle cose, in essa c’è un movimento ambivalente dell’essere umano verso il mondo.

Funzione Ascetica 1

Filosofi,teologi e scrittori di cose spirituali hanno sempre istituito qualche rapporto tra perfezione morale e spirituale da una parte e uso del proprio corpo dall’altra.

Prima posizione: Platone, Plotino, Epitetto, Agostino hanno pensato che il corpo con le sue passioni, i suoi istinti, le sue debolezze rappresenti un peso, una catena per l’anima e che le impedisca l’ascesa verso il mondo dello spirito e quindi hanno promosso un’ascetica di totale distacco dal corpo.

Funzione Ascetica 2 Seconda posizione: Aristotele, S.Tommaso,

Rosmini e altri hanno creduto che il corpo in quanto costitutivo essenziale del soggetto umano sia direttamente coinvolto nel suo processo di perfezionamento: questo dipende in larga misura dalle abitudini somatiche che una persona riesce ad acquisire.

Possiamo osservare che il nostro corpo è coinvolto sia nelle azioni buone sia in quelle cattive, sia nei vizi sia nelle virtù. L’esperienza ci insegna che l’esercizio di una certa virtù o di un vizio sono dovuti in larga misura alle abitudini che siamo riusciti a far acquisire al nostro corpo.

Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo (Seneca).

Rapporti tra Anima e Corpo Tra i due elementi che costituiscono l’essere

umano, l’anima e il corpo, esiste una distinzione essenziale e allo stesso tempo un legame profondo.

Sono essenzialmente distinti perché uno appartiene alla sfera spirituale e l’altro a quella materiale.

Sono profondamente uniti perché danno origine ad un unico essere, il soggetto umano.

Rapporti tra Anima e Corpo 2 Su questa questione i filosofi si sono trovati profondamente

divisi sin dai tempi di Platone e Aristotele.

Ci sono due soluzioni antitetiche di questo problema.

Soluzione Platonica, seguita da Agostino, Cartesio, Spinoza, ecc….: l’Anima e il Corpo sono due sostanze complete ciascuna per conto proprio e perciò sono unite contingentemente e accidentalmente durante la vita terrena senza formare un’unica sostanza.

L’anima da sola costituisce l’essenza vera dell’uomo. L’eliminazione del corpo è la condizione sine qua non per ricondurre l’anima alla sua perfezione e felicità originarie.

Rapporti tra Anima e Corpo 3 Soluzione aristotelica seguita anche da

S.Tommaso, Alberto Magno, Rosmini, ecc.: l’anima e il corpo sono due sostanze incomplete (come la materia e la forma) ed insieme danno origine ad un’unica sostanza completa, l’uomo, il quale è quindi, essenzialmente anima e corpo.

Da sola l’anima non è l’uomo, ma soltanto insieme al corpo. La saldatura profonda tra i due elementi è causata dal fatto che un unico atto d’essere, quello dell’anima, mantiene in essere anche il corpo.

Rapporti tra Anima e Corpo 4

Nuove soluzioni sono state proposte dai filosofi moderni.

Hume negando ogni valore alla conoscenza umana spiega quelli che sembrano rapporti reali, profondi, metafisici tra l’anima e il corpo come associazioni soggettive tra idee di sensazione e idee di riflessione.

Kant, si chiude entro il più assoluto agnosticismo: sulla situazione obiettiva dell’essere umano, del mondo e di Dio, la ragione umana vincolata com’è alla sfera dei fenomeni non può dire nulla di definitivo.

Rapporti tra Anima e Corpo 5 Dopo Kant, il problema dei rapporti tra anima e corpo è

offuscato dalla riflessione filosofica mediante l’eliminazione di uno dei due elementi: del corpo da parte degli idealisti, dell’anima da parte dei materialisti.

Husserl distingue tre momenti o aspetti costitutivi dell’essere umano: il Leib, che possiamo tradurre con l’espressione corpo vivente; la Seele, (anima) o Psiche (è ciò che costituisce, caratterizza ogni essere umano); Geist, spirito motivazioni libere, è un aspetto superiore dell’anima, qui troviamo la volontà, la decisionalità.

Origine dell’Anima 1 I filosofi hanno proposto le seguenti soluzioni:

Traducianesimo, ossia, derivazione dell’anima dei figli da quella dei genitori, come succede per il corpo. Posizione assunta da Agostino per rendere intelligibile la trasmissione del peccato originale.

Emanazione dall’essere supremo, dal Logos secondo gli stoici, dalla Sostanza secondo Spinoza, dallo Spirito assoluto secondo gli idealisti.

Creazione Simultanea di tutte le anime prima oppure nel momento dell’origine del mondo. Tesi proposta da Platone, Origene, Filone Alessandrino.

Origine dell’Anima 2 Creazione individuale e diretta di ogni singola

anima da parte di Dio nel momento stesso della formazione del corpo. È la tesi più diffusa tra i filosofi cristiani, condivisa anche da quasi tutti i massimi esponenti della filosofia moderna. (Descartes, Vico, Campanella, Locke, Berkeley, Leibniz,ecc.).

Evoluzione della materia è la tesi di tutte le correnti moderne d’ispirazione materialistica.

San Tommaso Per dimostrare che l’anima umana è immateriale,

ossia di natura spirituale, San Tommaso parte dalla considerazione dell’intelletto:

Vi sono in essa più attività: la nutritiva (energia vitale), la sensitiva (percezione sensoriale), l’intellettiva (razionale), gerarchicamente disposte; al sommo sta quest’ultima, che nel suo grado più alto, nella sua perfezione implica e racchiude i gradi inferiori. Con la morte dell’organismo corporeo la virtù nutritiva e la sensitiva periscono, ma nell’anima rimane la virtù intellettiva, capace di rifare le rimanenti. Essa conserva la sua individualità come attitudine a informare un corpo determinato.

Grazie per l’attenzione