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IL CONTENUTO DELL’INFORMATIVA DI BILANCIO
La prospettiva del redattore e la prospettiva del legislatore
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INDICE DELLA LEZIONE
Il contenuto (lo scopo) delle informazioni riportate nel bilancio
La prospettiva del redattore del bilancio (imprenditore)
La prospettiva dei destinatari del bilancio
Le due prospettive e i fini teoricamente assegnabili al bilancio
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Il contenuto dell’informativa di bilancio
Nella precedente videolezione abbiamo evidenziato come il bilancio sia il principale
strumento di informazione per i diversi soggetti interessati a conoscere l’andamento
economico-finanziario e patrimoniale della società.
Occorre ora approfondire lo scopo che l’informativa di bilancio persegue. In tal senso, si
distinguono due finalità distinte e inconciliabili:
Finalità ALFA) Io scopo del bilancio di esercizio consiste nel fornire agli stakeholder
informazioni neutrali, il più possibile oggettive che permettano di valutare l’operato degli
amministratori;
oppure;
Finalità BETA) lo scopo del bilancio di esercizio consiste nel permettere agli amministratori di
determinare il comportamento e le decisioni economiche assunte dai portatori di interesse.
Il bilancio secondo ALFA Il bilancio secondo BETA
Strumento di controllo Strumento di politica aziendale
Resa di conto neutrale Strumento di comportamento
Strumento passivo di informazione Strumento attivo di informazione
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Bilancio come strumento attivo di informazione
È bene sin da ora puntualizzare che ai giorni d’oggi il bilancio è concepito
prevalentemente come uno strumento neutrale di informazioni che consenta agli
stakeholder di assumere decisioni consapevoli sulla base di informazioni esaustive
e attendibili.
Ciò chiarito, è fondamentale capire perché il bilancio può costituire uno strumento
attivo di informazione. Gli amministratori (il vertice aziendale) sono –almeno in
linea teorica - in grado di indirizzare i comportamenti degli stakeholder incidendo
sulle seguenti variabili:
Il reddito di esercizio (inteso come il saldo finale del conto economico che
esprime la differenza tra ricavi e costi di competenza dell’esercizio);
I dividendi, ossia la frazione di reddito di esercizio assegnata ai proprietari
dell’impresa ;
L’autofinanziamento (la quota di utile trattenuta nell’impresa e non assegnata ai
proprietari);
La struttura finanziaria dell’impresa, ovvero sul rapporto tra capitale di credito e
capitale proprio (leverage);
Valore di mercato dell’impresa (Capitalizzazione di borsa)
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Le relazioni tra le variabili
Il reddito di esercizio influenza:
- l’entità dei dividendi (la remunerazione assegnabile periodicamente ai proprietari
dell’impresa);
- l’autofinanziamento che costituisce una delle tre forme di copertura degli
investimenti. Le altre sono rappresentate dal capitale di credito (sottoscrizione di nuovi
finanziamenti) e dal capitale proprio (aumenti di capitale sociale).
Il reddito dell’impresa deve essere tale da consentire la distribuzione di dividendi normali
(rispetto alle società concorrenti) e consueti (in linea con il passato). Se ciò non avviene, è
forte il rischio che il valore di mercato dell’impresa diminuisca poichè gli azionisti potrebbero
disinvestire le partecipazioni nella società per indirizzare le proprie risorse di liquidità verso
investimenti più remunerativi. La diminuzione del valore di mercato dell’impresa mette a
rischio la sopravvivenza dell’impresa e comunque espone al rischio di scalate societarie con
rischio di perdita del controllo dell’impresa (mutamento del soggetto economico).
Un peggioramento del valore di mercato dell’impresa genera evidenti difficoltà nella raccolta
di nuovo capitale proprio. Tale situazione, aggravata da ridotte possibilità di
autofinanziamento, comporta che gli investimenti indispensabili saranno finanziamenti
pressoché esclusivamente tramite capitale di credito con un leverage che si attesterà oltre il
livello di sicurezza.
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Il punto di vista degli imprenditori
Secondo autorevole dottrina, gli imprenditori (e gli amministratori) assegnano all’impresa gli
obiettivi idonei a realizzare le proprie motivazioni.
Tali motivazioni possono essere così ordinate:
Motivazioni fisiologiche (mangiare, bere, dormire). Dette motivazioni non influenzano gli
obiettivi dell’impresa poiché si presume vengano soddisfatti a prescindere dall’attività
imprenditoriale;
Motivazioni di sicurezza intesa come sopravvivenza dell’impresa e come conservazione del
potere all’interno della stessa. Gli obiettivi aziendali che permettono di realizzare tale
motivazione sono:
•l’assegnazione di dividendi normali e consueti;
•realizzare gli investimenti indispensabili mantenendo il rapporto di indebitamento a livello
di sicurezza
Motivazioni di ordine superiore (prestigio sociale, autostima). Tali motivazioni sono raggiunte
aumentando la redditività dell’impresa (oltre le aspettative iniziali) e la dimensione
dell’impresa.
Per realizzare gli obiettivi che rispondono alle motivazioni rilevanti (b e c), gli imprenditori possono agire sulle
seguenti variabili:
-Variabile organizzativa (riferita principalmente al personale)
-Variabili di mercato (marketing, relazioni industriali, approvvigionamento di risorse, pubbliche relazioni);
- Variabile finanziaria (dividendi, autofinanziamento, indebitamento, variazioni del capitale sociale)
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Il punto di vista degli stakeholder e del legislatore
La redazione del bilancio incide in modo rilevante sulle variabile finanziaria. Abbiamo visto
che l’ammontare dei dividendi e dell’autofinanziamento dipende dal risultato finale espresso
nel Conto Economico. Allo stesso tempo, è noto che il leverage (rapporto tra capitale di
credito e capitale proprio) può essere ricavato dai valori risultanti dal passivo dello Stato
Patrimoniale.
È chiaro pertanto che l’interesse dell’imprenditore è quello di manovrare i valori di bilancio
(in particolare il reddito di periodo) al fine di realizzare gli obiettivi aziendali e, perciò, le loro
motivazioni di sicurezza e di ordine superiore. Più nel dettaglio, il bilancio dovrebbe costituire
un indicatore dell’economicità aziendale, ovvero dovrebbe evidenziare la capacità
dell’impresa di generare lungo il periodo di programmazione pluriennale un livello di reddito
tale da assicurare la congrua remunerazione del capitale proprio. In base a tale fine (BETA),
il redattore del bilancio è autorizzato a compiere politiche di bilancio indirizzate a mostrare in
Conto Economico la redditività media-prospettica dell’impresa. È evidente infatti che per
realizzare tale obiettivo occorre influenzare la dinamica dei costi e dei ricavi (cd
perequazione dei redditi) nella prospettiva di una loro stabilizzazione.
Ad oggi, i regulator nazionali ed internazionali tendono a concepire il bilancio di esercizio
come un indicatore neutrale e asettico delle condizioni più o meno favorevoli incontrate dalla
gestione nel corso del tempo. Secondo tale fine (ALFA), la discrezionalità del redattore del
bilancio deve essere limitata con il conseguente divieto di realizzare politiche di bilancio. Il
bilancio non è inserito nella programmazione pluriennale e dunque non si tiene conto delle
relazioni tra costi e ricavi nel corso del tempo con la conseguente mancata espressione della
redditività media dell’impresa.
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Esempio fine ALFA e fine BETA
L’Azienda GAMMA, costituita nel 2015, esercita la propria attività attraverso una concessione
triennale. L’importo della tassa di concessione è di 1000 nel 2015, 500 nel 2016 e nel 2017.
L’importo delle tasse complessivamente versate nel triennio 2015-2017 è pari a 2.000
I ricavi per i tre esercizi ammontano a 500 nel 2015 e nel 2016 e a 1.600 nel 2017, per un totale
di 2.600.
Il capitale iniziale della società ammonta a 1.000
La rappresentazione dei ricavi e dei costi secondo la loro manifestazione numeraria (momento in
cui sorge l’obbligo di pagare la tassa e il momento in cui si manifesta il diritto a riscuotere i ricavi di
vendita) è la seguente:
2015 2016 2017 Totale
Ricavi 500 500 1.600 2.600
Costi (1.000) (500) 500 (2.000)
Reddito d’esercizio (500) 0 1.100 600
Il reddito medio, che si ottiene dividendo il reddito complessivo (600) per la durata del periodo
considerato (3), è pari a 200.
Il ROE medio del progetto imprenditoriale (ROE = RN medio /CN) è pari al 20% ( 200/1.000)
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Soluzione attraverso il fine ALFA
Posto che il saldo finale del Conto Economico deve essere espressione delle condizioni più o meno
favorevoli incontrate dalla gestione, il reddito d’esercizio rispecchia la manifestazione finanziaria
dei costi e dei ricavi.
2015 2016 2017
Ricavi di competenza 500 500 1.600
Costi di competenza (1.000) (500) 500
Reddito d’esercizio (500) 0 1.100
Capitale netto all’01.01 1.000 500 (1.000-500) 500
ROE - 50% 0 % 220 %
Il ROE si ottiene dividendo il reddito dell’esercizio con il valore del capitale netto all’inizio del
periodo.
La perdita registrata nel primo periodo implica una riduzione del capitale netto che passa dal
valore iniziale di 1.000 al valore di 500.
Il valore del capitale all’01.01.2017 (da utilizzare per il calcolo del ROE del 2017) coincide con
quello all’inizio del 2016 poiché in tale esercizio i ricavi coincidono con i costi e quindi il bilancio
chiude in pareggio.
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Soluzione attraverso il fine ALFA
Conto Economico 2015
Costo concessione 1.000 Ricavi di vendita 500
Perdita 500
Conto Economico 2016
Costo concessione 500 Ricavi di vendita 500
Conto Economico 2017
Costo concessione 500 Ricavi di vendita 1.600
Utile 1.100
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Soluzione attraverso il fine BETA
Dovendo evidenziare in Conto Economico la redditività media annua del progetto, si rende
necessario operare degli aggiustamenti ai costi registrati secondo la loro manifestazione
finanziaria. Così facendo, il bilancio dei tre esercizi chiude sempre con un utile di 200
2015 2016 2017
Ricavi di competenza 500 500 1.600
Costi di competenza 300 300 1.400
Reddito d’esercizio 200 200 200
Capitale netto all’01.01 1.000 1.000 1.000
ROE 20 % 20 % 20 %
Per far emergere il reddito di 200 nel 2015, è necessario trasferire costi per € 700 (dei 1.000
sostenuti ) al 2016.
Nell’esercizio successivo, tali costi andranno a sommarsi a quelli effettivamente sostenuti (500)
per un totale di 1.200. Dato che i ricavi del 2016 ammontano a 500 per ottenere un reddito di
200 occorrerà trasferire al 2017 costi per un importo di 900. Nell’esercizio 2016 i costi
complessivamente di competenza ammontano a 1.400 (900 che vengono dal 2016 + 500
effettivamente sostenuti). La differenza tra i ricavi conseguiti (1.600) e i costi così determinati
(1.400) conducono al reddito medio del progetto (200).
Il valore del capitale rimane costante perché il reddito viene interamente distribuito.
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Soluzione attraverso il fine BETA
Conto Economico 2015
Costo concessione 1.000 Ricavi di vendita 500
Rinvio costi conc. 700
Utile d’esercizio 200
Stato Patrimoniale 2015
Costi sospesi 700 Utile d’esercizio 200
Conto Economico 2016
Inclusione costi 700 Ricavi di vendita 500
Costo concessione 500 Rinvio costi 900
Utile d’esercizio 200
Conto Economico 2017
Inclusione costi 900 Ricavi di vendita 1.600
Costo concessione 500
Utile d’esercizio 200
Stato Patrimoniale 2016
Costi sospesi 900 Utile d’esercizio 200
Stato Patrimoniale 2017
Utile d’esercizio 200
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Prime conclusioni
La disamina delle principali finalità assegnabili al bilancio (FINE ALFA e FINE BETA)
permette di osservare come l’entità del reddito sia strettamente connessa ai criteri con i
quali si mettono in relazione i costi e i ricavi di esercizio (criteri di competenza
economica).
Tali criteri di competenza economica sono funzione del fine assegnato al bilancio di
esercizio; in altre parole ad ogni fine del bilancio è possibile associare una logica di
competenza economica.
Non è possibile stabilire a priori una preferenza per una o per l’altra logica di
competenza economica. La scelta dipende dalla finalità della ricerca, ovvero dello scopo
per il quale si misura l’entità del reddito e del capitale.
Si comprende quindi che il reddito è una quantità astratta (convenzionale). Non esiste
infatti un solo valore del reddito (“reddito vero”) ma esistono una pluralità di
espressioni quantitative ciascuna delle quali corrisponde a specifiche ipotesi,
congetture, previsioni che si formulano in relazione alla competenza economica dei
costi e dei ricavi.