Il Conflitto Israelo-palestinese 1800-1950

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Il conflitto israelo- palestinese 1882 - FASE 1: IL BACKGROUND DEL CONFLITTO 1882 - 1914

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Il conflitto israelo-palestinese1882 -

FASE 1:

IL BACKGROUND DEL CONFLITTO

1882 - 1914

La Palestina ottomana nel 1800 Alla fine dell'Ottocento non

esistevano né lo Stato di Israele (fondato nel 1948) né lo Stato di Palestina (che non esiste tuttora).

L'area denominata Palestina faceva parte dall'Impero ottomano ed era divisa tra due diversi distretti amministrativi della Siria: il Vilayet di Beirut e il Sangiaccato di Gerusalemme.

La Palestina ottomana nel 1800 (2) La popolazione palestinese ammontava a

circa 600 mila persone, di cui 4/5 musulmani di fede sunnita e un 1/5 composto da cristiani di varie denominazioni (+50.000) e da ebrei (-50.000).

L'economia palestinese era principalmente agricola e le terre appartenevano a grandi proprietari dell'élite palestinese, siro-libanese ed egiziana.

Inizio dell'immigrazione ebraica in Palestina

La maggioranza degli Ebrei del mondo alla fine dell’800 vive nell'Impero russo e in Europa orientale.

Nel regime di repressione instaurato dopo l'uccisione dello zar Alessandro II (1881), la rabbia della popolazione russa si scatena contro gli Ebrei, che subiscono vari pogròm (russo “devastazione”).

Gli Ebrei russi iniziano allora una grande migrazione verso gli Stati Uniti (1 milione) e la Palestina (10.000), dove fondano la prima colonia agricola nel 1882.

Le produzioni agricole negli insediamenti ebraici: i vini del Carmelo dal 1897

La nascita del sionismo (1896-1914)

La nascita del sionismo (il nazionalismo ebraico) è da collegare alla figura di Theodor Herzl giornalista viennese ebreo.

Sconvolto dall'antisemitismo in Europa (è a Parigi nel pieno del “caso Dreyfus”) H. si convince che Ebrei per emanciparsi devono costituire uno stato ebraico fuori d’Europa.

Nel 1896 argomenta questa tesi in Der Judenstaat (Lo stato ebraico)

nel 1897 organizza a Basilea il I Congresso sionista, dove fu fondata l’Organizzazione sionista mondiale col compito d’istituire: “una casa in Palestina per il popolo ebreo garantita di legge dal diritto pubblico”.

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FASE 2:

LE ORIGINI DEL CONFLITTO

1914 - 1920

La Prima guerra mondiale e la Palestina: Britannici, Arabi e

OttomaniNel 1914 l’impero ottomano entrò nella prima guerra mondiale a

fianco della Germania.

Ciò spinse l'Inghilterra a cercare un'alleanza con gli Arabi contro gli Ottomani: McMahon, Alto commissario britannico al Cairo, cominciò nel 1915 a trattare con lo sceriffo della Mecca Hussein, promettendogli un futuro regno indipendente arabo (comprendente la Palestina) in cambio dell'appoggio contro gli Ottomani.

Nel giugno 1916 gli Arabi di Hussein si rivoltano nel Hijaz contro gli Ottomani e, con l’aiuto inglese (Lawrence “d’Arabia”), marciano verso la Siria, giungendo a conquistare a Damasco nell’ottobre 1918.

La Prima guerra mondiale e la Palestina (2)

Nel 1916 Francia e Gran Bretagna firmavano l’accordo segreto Sykes-Picot per spartirsi le province ottomane in caso di vittoria.

Secondo l’accordo la Palestina sarebbe stata sotto controllo internazionale (Gran Bretagna, Francia e Russia).

La Prima guerra mondiale e la Palestina (3)

Presto l'Inghilterra ebbe bisogno anche del movimento sionista

il cui capo, Chaim Weizmann, promise al ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour l’appoggio degli ebrei americani per l’entrata in guerra degli Usa,

in cambio ebbe l’impegno inglese per “la costituzione di un focolare nazionale per il popolo ebraico in Palestina” espresso nella Dichiarazione Balfour del novembre 1917 .

La Prima guerra mondiale e la Palestina (4)

Il Governo di Sua Maestà vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico [a national home for the Jewish people], e userà i suoi migliori sforzi per facilitare il raggiungimento di questo fine, essendo chiaramente inteso che nulla sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e relgiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina o i diritti e lo statuto politico goduti dagli Ebrei in ogni altro paese . 2 novembre 1917.(La GB inizia la conquista della P. nel marzo 1917 e la completa nell’ottobre 1918).

Lord Balfour

La Prima guerra mondiale e la Palestina (5)

Gerusalemme passa dal dominio ottomano a quello britannico nel dicembre 1917.

A quest’epoca gli ebrei in Palestina sono l’8% e possiedono il 3% delle terre [Rokach, 1979].

Il comandante in capo delle forze alleate britanniche, Generale Allenby, entra a Gerusalemme (a piedi in segno di rispetto) l’11 Dicembre 1917

IL MANDATO INGLESE IN PALESTINA DAL 1920

Nel 1920 il Protocollo di S. Remo decide il regime con cui la Società delle Nazioni affida il mandato sulla Palestina alla Gran Bretagna.

Il mandato sulla Palestina è

diverso da tutti gli altri mandati sui paesi arabi:

non indica data per avvio all’indipendenza

assume (art. 2 e 6) l’impegno a creare il "focolare nazionale ebraico” (in ebraico Yishuv "comunità")

in particolare facilitando l'immigrazione e l'insediamento degli Ebrei in Palestina.

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FASE 3:

L’INIZIO DEL CONFLITTO

1920 - 1947

EBREI E PALESTINESI NEGLI ANNI DEL

MANDATO BRITANNICO (1920-1948) Durante gli anni del

mandato britannico in Palestina si confrontano tre attori politici con interessi e forze diversi:

Britannici Ebrei sionisti Palestinesi.

I Britannici vogliono governare la Palestina mantenendo il sostegno al programma sionista, ma senza ledere altri interessi nazionali britannici.

Gli Ebrei sionisti vogliono realizzare il programma sionista di creazione di uno stato ebraico in Palestina e pienamente collaborano con i Britannici, finché è loro utile.

I Palestinesi vogliono l'indipendenza, l'abbandono del programma sionista e l'unione con la Siria, perciò collaborano solo parzialmente coi Britannici che sostengono il programma sionista.

I PALESTINESI NEL PERIODO MANDATARIO

I Palestinesi si oppongono al programma sionista, perciò non collaborano con le politiche pro-sioniste del mandato; il loro rifiuto impedisce la costituzione delle istituzioni unitarie di governo previste dal mandato.

I Palestinesi si riuniscono invece in istituzioni alternative quali il Congresso Arabo-Palestinese, che elegge prima un Esecutivo Arabo (1920), poi l’Alto Comitato arabo (1936) ; anche il Supremo Consiglio islamico creato dagli inglesi (1923) e guidato da Amin al-Husayni al-Hajj assume un ruolo politico.

Ma i notabili palestinesi sono divisi tra loro da interessi familistici;

organizzazioni e leader palestinesi più rappresentativi emergono durante la rivolta del 1936-39 (v. dopo), ma grazie anche all'intervento dei governi arabi, i notabili tradizionali riprendono poi il controllo della società palestinese.

Amin al-Husayni al-Hajj(ca. 1895-1974)

GLI EBREI SIONISTI NEL PERIODO MANDATARIO

Durante il periodo del mandato l’Organizzazione sionista mondiale intensifica l’immigrazione in Palestina.

Nel 1922 gli Ebrei sono l’11% della popolazione (83.790 su 752.048), nel 1929 il 16%.[Fraser, 1982] .

Dopo l’arrivo al potere di Hitler nel 1933 molti più Ebrei vogliono abbandonare l'Europa e quasi tutti emigrano in Palestina perché dal 1936 gli Stati Uniti pongono dure restrizioni all'immigrazione.

Nel 1936 gli Ebrei in Palestina divengono così circa il 30% della popolazione (370.483 su 1.336.517 abitanti).

in Palestina l'Agenzia ebraica collabora con i Britannici, governa la vita della comunità ebraica (Yishuv "comunità") con istituzioni protostatali autonome (scuole, milizie ecc.)

e guida la politica di acquisizione delle terre, vuotate dei loro residenti Palestinesi (nel 1945 gli Ebrei hanno acquisito circa il 13% delle terre coltivabili).

Mappa delle colonie sioniste (in blù) in Palestina nel 1920 ↓

I PALESTINESI si rivoltano nel 1920-22, 1928-29, 1933, 1936 e 1937-39 contro il mandato e il programma sionista, manifestando e attaccando Ebrei e Britannici; nel 1929, ad es. 133 Ebrei sono uccisi dai Palestinesi, che perdono 110 uomini per mano inglese.

I BRITANNICI cercano di arginare il conflitto senza sconfessare il mandato, (Libro Bianco del '22, del '30, del ‘37), ma tutti i tentativi di rivedere la loro politica in Palestina falliscono o restano inapplicati, per insanabili contraddizioni di questa politica e le divisioni interne all’amministrazione britannica.

Dal 1917 al 1939 i Britannici favoriscono i sionisti, nel 1939-41 (per ragioni di convenienza bellica) tornano a

corteggiare gli Arabi; nel 1943-46 cercano di disimpegnarsi dalla Palestina.

Truppe inglesi durante gli scontri del 1929

I primi scontri tra Ebrei e Palestinesi (1920-1939)

LA RIVOLTA PALESTINESE

DEL 1936-39 iniziata con lo sciopero generale

palestinese del 1936, la rivolta provoca una escalation del conflitto,

a cui per la prima volta partecipa la milizia sionista dell’Irgun che compie attacchi terroristici contro Palestinesi e Britannici, per liberare Palestina e Transgiordania.

I Britannici incoraggiano nel 1936 una mediazione dei governi arabi per la revoca dello sciopero, ma continua la rivolta rurale, duramente repressa militarmente nel 1938-39.

L'intervento dei governi arabi in Palestina risponde alle pressioni popolari nutrite di nazionalismo arabo e continuerà da ora in poi.

IL PRIMO PROGETTO DI SPARTIZIONE (1937

IL PROGETTO DI SPARTIZIONE: nel 1937 la Commissione Peel istituita dai Britannici propone come soluzione al conflitto un piano di divisione della Palestina (con 1/3 del territorio agli Ebrei sionisti, compresa la Galilea e la piana costiera e sostegno al trasferimento di Palestinesi in Transgiordania), rifiutato da entrambe le parti.

Nella Tavola rotonda di Londra del 1939 i Palestinesi e i governi Arabi (ad esclusione di Abdallah di Transgiordania) propongono invece uno stato unitario arabo-ebraico con garanzie per le minoranze, rifiutato dai rappresentanti sionisti.

La II guerra mondiale e la Palestina

Con lo scoppio della nuova guerra mondiale nel 1939 cambia il quadro politico:

i Britannici aprono alle rivendicazioni arabe e nel Libro Bianco del 1939 adottano un programma decennale che prevede: uno stato unitario binazionale indipendente in Palestina entro il 1949 e il blocca dell’immigrazione ebraica, anche per rinsaldare il controllo delle colonie ed impedire il sostegno arabo all’Asse italo-tedesco.

I sionisti, la cui ala revisionista (Jabotinski) aveva adottato dal 1936 il terrorismo anti-britannico e anti-palestinese, combattono per i Britannici contro i Tedeschi.

In Iraq e altrove, alcuni leader arabi, tra cui l’ex mufti di Gerusalemme Hajj Husseini, sostengono i nazifascisti in funzione anti-inglese.

In Palestina gli scontri cessano nel '39 ma nel 1943 gli estremisti sionisti dell'Irgun e Stern riprendono la campagna di attacchi contro i Britannici in Palestina.

La II guerra mondiale e la Palestina (2)

Intanto le organizzazioni sioniste americane si mobilitano per uno stato ebraico su tutta la Palestina e la ripresa illimitata dell’immigrazione;

Gli Stati Uniti iniziano a fare pressione sulla Gran Bretagna, attraverso commissioni congiunte d’inchiesta, per una revisione del Libro Bianco del ’39.

Nel 1946 nel Programma di Biltimore i sionisti Usa chiede l’impegno del governo pro-spartizione, nell’ottobre ‘46 il presidente Usa Truman si dichiarazione a favore della spartizione della Palestina.

La conferenza di Biltimore

L’ Onu decide la spartizione della palestina (1947)

1947: ad aprile Londra rimette la questione della Palestina alle Nazioni Unite.

a maggio l'Onu crea un Comitato speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina UNSCOP che adotta un rapporto favorevole alla spartizione grazie al voto dell' Unione Sovietica e alle pressioni Usa.

Il 29 novembre 1947 l'Onu approva la risoluzione n. 181 che prevede che la Gran Bretagna rimetterà il proprio mandato il 1 agosto 1948

e approva una divisione della Palestina in due stati -uno arabo e uno ebraico- basata sul rapporto UNSCOP.

La risoluzione passa con 33 voti a favore, 13 contrari e 10 astenuti.

IL PIANO ONU PER LA SPARIZIONELa risoluzione 181/1947

Il piano Onu assegna: - allo Stato ebraico 56,47% del territorio (popolazione: 497.000 Ebrei, 498.000 Palestinesi); - allo Stato arabo-palestinese 42,88% del

territorio allo stato arabo (popolazione: 725.000 Palestinesi, 10.000 Ebrei);

- alla zona internazionale di Gerusalemme 0,65% del territorio (popolazione 105.000 Palestinesi e 100.000 Ebrei).

Il piano è inapplicabile (demografia, confini, economia, istituzioni): la guerra per modificarne la realizzazione ne è una conseguenza.

Il conflitto israelo-palestinese1882 -

FASE 4:

LA PRIMA GUERRA ARABO-ISRAELO- PALESTINESE

1947 - 1949

LE REAZIONI ALLA SPARTIZIONE

1947 Ebrei sionisti a Tel Aviv festeggiano la spartizione

1948 L'esodo dei Palestinesi nel 1948

La guerra civile israelo-palestinese: novembre 1947-maggio 1948

Novembre 1947: L'Alto comitato arabo proclama 3 giorni di sciopero contro il piano di spartizione Onu.

Numerosi episodi di violenza, non efficacemente sedati dai Britannici, si trasformarono in guerra civile tra i Palestinesi, divisi in gruppi eterogenei, e gli Ebrei, inquadrati nell'Haganà, vero e proprio esercito dell’Agenzia ebraica.

1948 1 genn.: di fronte all’esplodere della guerra civile, la Gran

Bretagna annuncia l'evacuazione anticipata al 15 maggio 1948 e si rifiuta di facilitare la spartizione.

marzo 1948: Gli Stati Uniti chiedono la sospensione del piano di spartizione e l’istituzione di un’amministrazione fiduciaria Onu: il piano è accettato dai Laeslitesi ma non dai sionisti.

La guerra civile israelo-palestinese: novembre 1947-maggio 1948 (2)

Dal gennaio 1948: gruppi di volontari arabi armati (circa 3000, sostenuti dalla Lega araba) entrano in Palestina dai paesi confinanti per sostenere i palestinesi privi di un esercito; controllati politicamente dai paesi arabi divisi, si rivelano inefficaci militarmente.

Dal marzo 1948: L’Haganà esegue le operazioni militari programmate (Piano Dalet) per difendere il territorio assegnato allo stato ebraico e conquistare le aree a maggioranza ebraica dello stato arabo.

La guerra civile è piena di atrocità su entrambi i fronti, ma da parte israeliana sono adottate pratiche di pulizia etnica per provocare l’esodo dei Palestinesi dai territori sotto controllo ebraico (gli storici israeliani discutono se la pulizia etnica sia stata programmata: v. B. Morris e I. Pappé)

Esempio: il massacro nel villaggio arabo di Deir Yassin (9 aprile '48), sito nel territorio assegnato allo stato palestinese, ma sulla strada Tel Aviv-Gerusalemme, dove i due gruppi ebraici estremisti (Stern e Irgun), sostenuti dall’Haganà, uccisero a sangue freddo circa 100 Palestinesi; altro massacro a Tantura (territorio stato ebraico) il 22 maggio 1948 (dopo la fondazione di Israele), con forse 230 morti.

La fondazione dello Stato di Israele: 14 maggio 1948

L'INDIPENDENZA DELLO STATO DI ISRAELE: è dichiarata il 14 maggio 1948 dal leader del yishuv sionista David Ben Gurion.

Il riconoscimento americano del nuovo stato arriva dopo solo 11 minuti, seguito da quello sovietico.

Museo di Tel Aviv, ore 16 del 14 maggio '48: David Ben Gurion legge la Dichiarazione d'Indipendenza di Israele

LA PRIMA GUERRA ARABO-ISRAELIANA14 maggio 1948 – gennaio 1949

L'INVASIONE ARABA: otto ore dopo la dichiarazione d'indipendenza d'Israele truppe provenienti da cinque paesi arabi, Siria, Transgiordania, Iraq, Egitto e Libano, attaccano Israele con una coalizione politicamente divisa, militarmente impreparata e inferiore ad Israele.

La Transgiordania si era in precedenza accordata segretamente con Israele: in cambio di una belligeranza morbida avrebbe ottenuto i territori a ovest del fiume Giordano.

Le truppe egiziane si trincerano senza avanzare dopo l’ingresso in Israele.

FASI DELLA GUERRA (1)

La guerra si svolge in 4 fasi, punteggiate da tregue Onu:

I) 15 maggio - 11 giugno 1948 : equilibrio militare; prima tregua.

II) 8 luglio - 18 luglio: Israele conquista Galilea araba;

III) ottobre 1948: Israele attacca l'Egitto nel Negev;

IV) dicembre 1948 -gennaio 49: Israele conquista il Negev.

n.b. Le tregue sono rispettate dagli Arabi ma non dagli Israeliani che le utilizzano per riarmarsi e continuare le operazioni militari.

FASI DELLA GUERRA (2) Fase I Dal giugno '48 le truppe

israeliane passano di nuovo all'offensiva:

dopo una prima breve tregua, l'8 luglio riprende la guerra; gli israeliani assediano le città di Ramle e Lydda (arabe nel piano di spartizione), ma obiettivo strategico per il neonato stato ebraico;

Ben Gurion dà l'ordine di evacuare i 70.000 abitanti Palestinesi di queste città che, nel caldo torrido estivo, furono costretti a mettersi in viaggio verso Ramallah; Un centinaio di loro morì durante il tragitto.

Fase II Il 18 luglio 1948entrò in vigore un seconda tregua durante la quale

Bernadotte, mediatore del conflitto delle Nazioni Unite, lavorò a una soluzione diplomatica.

Poco dopo la consegna del piano (che prevedeva anche l'assegnazione di Gerusalemme allo stato palestinese) Bernadotte fu ucciso da sionisti estremisti.

Fase III e IV La guerra proseguì sino al gennaio 1949

solo un errore costò ad Israele l'arresto di una avanzata dilagante (cinque caccia israeliani abbatterono per errore cinque velivoli britannici che stavano portando aiuti agli egiziani nel Sinai);

per timore di una guerra globale gli USA intervennero politicamente su tutti i contendenti, imponendo fine alle ostilità.

LA SCONFITTA DEGLI ARABI Alla firma degli armistizi del 1949 lo stato ebraico ha

allargato notevolmente il suo territorio rispetto al piano di spartizione Onu.

► Israele controlla: 24% di più della terra assegnatagli dalla risoluzione Onu

181; 14 volte la terra posseduta dagli Ebrei nel ’47; 6 volte la terra occupata al momento dell’indipendenza

(maggio ’48). ►il 78% della Palestina mandataria è occupato da

Israele ► quello che resta del territorio del previsto stato

palestinese è diviso tra la Cisgiordania, controllata dalla Transgiordania (che nel 1950 l’annetterà divenendo Giordania),

e la Striscia di Gaza che rimarrà sotto amministrazione militare dell’Egitto sino al 1967.

LA SCONFITTA E LA DISPERSIONE DEI PALESTINESI

a seguito delle operazioni di pulizia etnica e delle conquiste militari israeliane:

► 700-800.000 palestinesi, più di metà della popolazione ha dovuto abbandonare le proprie case; 685 villaggi palestinesi sono spopolati.

I profughi Palestinesi si rifugiano parte nei Territori palestinesi residui

(Cisgiordania e Gaza), parte nei paesi arabi confinanti: Egitto,

Transgiordania, Siria, Libano. La risoluzione Onu 194 del 1949, tuttora valida e inapplicata, stabilisce il diritto dei profughi

palestinesi al ritorno o alla compensazione.

LA PALESTINA DOPO LA GUERRA DEL 47-49

DIVISA TRA ISRAELE E I PAESI ARABI (1947-1950)

GLI EFFETTI DELLA NAKBA NEL MONDO ARABO

La profonda sconfitta umana, militare e politica subita dai Palestinesi e dai paesi arabi nel 1948

è ricordata come "la catastrofe" (in arabo:al-nakba النكبة)

e provoca un vero e proprio terremoto politico nel mondo arabo.

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nei 3 anni successivi alla sconfitta:

prima sono assassinati il re di Giordania e i primi ministri di Libano ed Egitto,

poi il presidente siriano e il re egiziano sono rovesciati da colpi di stato militari