Il compostaggio bozzetti

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Dott. Gianluca Bozzetti San Pietro Vernotico 26/03/2015

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Dott. Gianluca BozzettiSan Pietro Vernotico 26/03/2015

Antoine-Laurent Lavoisier (1743 – 1794)

LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA MASSA

NULLA SI CREANULLA SI DISTRUGGE TUTTO SI TRASFORMA

È un processo di riciclaggio dei rifiuti organici attraverso il quale si ottiene un fertilizzante naturale, il “compost”.

Il compostaggio, o processo di biostabilizzazione, tecnicamente è un processo biologico aerobico (con presenza di aria) e controllato dall’uomo che porta alla produzione di una miscela di sostanze umificate (il compost) a partire da residui vegetali sia verdi che legnosi o anche animali mediante l’azione di batteri e funghi.

Con il compostaggio si riproduce questo processo in modo più controllato e controllabile e soprattutto con tempi notevolmente ridotti.

Il compost (o terricciato o composta) è il risultato della decomposizione e umificazione di un misto di materie organiche da parte di macro e microrganismi (batteri, funghi, insetti) in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici della materia coinvolta nella trasformazione.

In natura la sostanza organica prodotta e non più utile alla vita (foglie secche, feci, ecc.) viene decomposta da microrganismi e insetti presenti nel terreno (il loro cibo) e nella materia organica stessa fino ad ottenere acqua, anidride carbonica, sali minerali e humus.

Il compostaggio è un processo naturale nel quale gli scarti organici, attraverso l’attività di batteri, funghi, insetti presenti nel terreno e negli stessi scarti producono il “COMPOST”.

Questi organismi sono aerobi, vivono in presenza di ossigeno. Se l’ossigeno manca, essi muoiono e lasciano il posto ad altri microrganismi detti anaerobi. Questi operano in assenza di ossigeno e avviano una sorta di degradazione del materiale producendo anche sostanze maleodoranti e tossiche.Nel processo di compostaggio è indispensabile la presenza di ossigeno.

I microrganismi aerobi vivono e proliferano in condizioni di media umidità (50-70%) e muoiono con temperature inferiori a 5°C e superiori a 70°C.

Valori di temperatura tra 50-70 °C sono normali e auspicabili poiché indica un buon andamento della trasformazione e permette l’eliminazione di eventuali organismi patogeni presenti nel materiale organico. Questa fase è detta “di igienizzazione”.

SONO OTTIMI:

scarti di frutta e verdura, scarti vegetali di cucina;fiori recisi appassiti, piante (se ci sono parti legnose è meglio sminuzzarle prima); pane raffermo o ammuffito, gusci d’uova; fondi di caffè, filtri di tè; foglie varie, segatura e paglia;sfalci d’erba, letame, deiezioni animali, peli e piume; rametti, trucioli, cortecce e potature;carta comune, cartone, fazzoletti di carta, carta da cucina, salviette (non colorate); pezzi di legno o foglie non decomposti (presenti nel compost maturo aiutano l’innesco del processo);lettiere per animali biodegradabili;pezzi di tessuti solo se 100% naturali (lana, cotone, ecc.)

NON VA BENE

cartone plastificato, vetri, metalli, batterie, oli esaustiriviste, stampe a colori, carta patinatafiltri di aspirapolvere, tessutipiante infestanti o malate meglio evitarle se non si è sicuri di ottenere l’igienizzazionescarti di legname trattato con prodotti chimici (solventi, vernici)

VA BENE MA… CAUTELA

bucce di agrumipiccole quantità di cenere (contiene molto calcio e potassio)avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi (attirano cani e gatti); foglie di piante resistenti alla degradazione (magnolia, aghi di conifere) ma solo in piccole quantità e miscelando bene con materiale facilmente degradabile;

COMPOSTAGGIO INDUSTRIALERealizzato su vasta scala, con quantità rilevanti di materiali (migliaia di tonnellate). Si utilizzano macchinari e sistemi computerizzati per il controllo di ossigeno, umidità e temperatura per riduzione dei tempi di trasformazione.

COMPOSTAGGIO DI COMUNITA’Processo gestito da una comunità attraverso specifici macchinari che ne controllano i parametri fondamentali. Utenza variabile (250 p ca.), da posizionare in isola ecologica o in spazi condivisi.

COMPOSTAGGIO DOMESTICOProcesso gestito in modo semplice e autonomo, necessario un relativo controllo dei parametri fondamentali. Utenza singola o familiare, da posizionare in giardino o balcone

1) Scegliere il luogo adattoIl composter o il cumulo va posto all’ombra

d’estate: l’ideale all’ombra di alberi che in inverno perdono foglie, in modo che in estate il sole non possa essiccare il materiale, mentre in inverno i tiepidi raggi solari accelerino le reazioni biologiche.

2) La miscela idealeI rifiuti organici devono essere misti per fornire in modo equilibrato gli elementi necessari all’attività microbica, per raggiungere l’umidità ottimale e garantire la porosità necessaria ad un sufficiente ricambio dell’aria.Rapporto equilibrato Carbonio/Azoto tra 25 e 30 (C/N = 25 significa che per ogni grammo di azoto ce ne sono 25 di carbonio).

3) Assicurare l’ossigeno necessarioPer assicurare ossigenazione non comprimere il materiale, ma sfruttare la sua porosità, rende spontaneo il ricambio d’aria ricca di ossigeno al posto dell’aria esausta. Rivoltare periodicamente il materiale per facilitare tale ricambio. Minore è la porosità del materiale (vi è poco materiale di “struttura”, quali legno sminuzzato, paglia, foglie secche, cartone lacerato) più frequenti saranno i rivoltamenti, e viceversa.

4) Controllare l’equilibrio tra porosità ed umidità

La porosità permette di avere ricambio d’aria all’interno del materiale. La giusta umidità si ottiene con un’equilibrata miscelazione degli scarti e garantendo il drenaggio. È utile mettere alla base del cumulo uno strato di 10/15 cm di materiale legnoso per evitare il ristagno dell’acqua. Nei periodi di siccità può essere necessario bagnare il materiale.

La Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) rappresenta il 35% delle produzione complessiva di rifiuti solidi urbani (RSU) e il 60% della FORSU in Italia è destinato alla discarica

Riduce la quantità di rifiuto umido da smaltire in discarica (rallentare l’esaurimento delle discariche) o altre destinazioni previste dalla filiera di raccolta dei rifiuti es. Inceneritori, termovalorizzatori, impianti a biomasse.

Prevenire la produzione di inquinanti atmosferici che si genererebbero dalla combustione degli scarti e dal trasporto su gomma.

Il materiale organico presente nei nostri rifiuti è quello che, smaltito in discarica, causa parte degli odori molesti tipici di questi luoghi e dei loro dintorni.

Spesso la FORNITURA ATTEZZATURE (compostiera) A PREZZO AGEVOLATO o anche gratuito (o in comodato d’uso, con eventuale cauzione).

Ragione di tipo ECONOMICA: molti i Comuni (Bacoli NA, San Leo RI, Merate LC, Fiumicino RM, ecc.) già prevedono delle RIDUZIONI SULLA TASSA DEI RIFIUTI (sconto dal 5 al 20%) se l’utenza domestica dimostra l’utilizzo del compostaggio (domestico) per i loro scarti umidi-organici.

L’autoproduzione di compost fa RISPARMIARE SU ACQUISTO FERTILIZZANTI (ammendanti e concimi) e migliora la fertilità del suolo.

COSCIENZA CIVICO-AMBIENTALISTA che ci renderebbe consapevoli di come questo impegno potrebbe contribuire a risolvere il problema di una parte della gestione dei rifiuti.

Il compostaggio è una BELLA ESPERIENZA e può dare notevoli soddisfazioni, coinvolgendo magari, come fosse una vera attività LUDICA, anche i propri FIGLI

Anche la Frazione Organica deve essere gestita secondo la gerarchia individuata dalla UE con la Direttiva quadro 2008/98/CE, recepita con il D.LGS 205/2010, in cui in particolare l’ Articolo 179, al comma 1, stabilisce le priorità secondo cui deve essere gestita qualsiasi frazione merceologica dei rifiuti, quindi anche la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU).

La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia:

a) PREVENZIONE;

b) PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO;

c) RICICLAGGIO;

d) RECUPERO DI ALTRO TIPO, per esempio il recupero di energia;

e) SMALTIMENTO.

a) PREVENZIONE: insieme delle misure adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto (Ridurre la quantità dei rifiuti attraverso il loro riutilizzo o l’estensione del ciclo di vita; gli impatti negativi sull’ambiente e salute umana; il contenuto di sostanze pericolose)

b) PREPARAZIONE AL RIUTILIZZO: Preparazione, le operazioni di controllo, pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati per poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento; Riutilizzo, qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.

c) RICICLAGGIO: qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il recupero di energia, né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento”.

d) RECUPERO DI ALTRO TIPO, per esempio il recupero di energia: comma 6 dell’art. 179 “nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia

e) SMALTIENTO

Per digestione anaerobica si intende la degradazione della sostanza organica da parte di microrganismi in condizioni di anaerobiosi.

Il compostaggio è solo aerobico (producono il compost). Per i processi anaerobici si parla di biodigestori (silos che producono biogas).

In relazione al tipo di batteri utilizzati, esistono due differenti intervalli di temperatura in cui viene condotta la digestione anaerobica:- con batteri mesofili si lavora a temperature comprese tra 20 - 45 °C, con un intervallo ottimale di 37 - 41 °C;- con batteri termofili le condizioni di esercizio ottimali implicano un intervallo di temperatura compreso tra i 50 - 52 °C, con temperature che possono anche essere relativamente elevate e superare i 70 °C.

Il biogas può essere utilizzato per produzione di Energia Termica, tramite combustione in caldaia, o per produzione di Energia Elettrica, tramite gruppi di cogenerazione.

Parte dell’energia prodotta può essere utilizzata per il fabbisogno energetico dell’impianto stesso, e quella rimanente può essere venduta sotto forma di combustibile o energia elettrica.

- BIOGAS, una miscela gassosa composta da metano (ca. 60%), anidride carbonica, piccole quantità d’idrogeno e tracce di acido solfidrico.

- DIGESTATO ACIDOGENICO,

un materiale organico stabile composto prevalentemente da lignina e cellulosa, ma anche da una varietà di componenti minerali e da una matrice di cellule batteriche morte.

Questo digestato somiglia al compost domestico e può essere utilizzato quale suo succedaneo o per produrre materiale da costruzione derivato da fibre di legno.

Il suo uso in agricoltura è molto controverso.

- DIGESTATO MATENOGENICO, in relazione alla qualità del materiale sottoposto a digestione, può rappresentare un

fertilizzante eccellente e ricco di nutrienti. Se il materiale digerito contiene basse quantità di sostanze tossiche quali i metalli pesanti o composti organici di sintesi quali i fitofarmaci o i bifenili policlorurati, la digestione è in grado di concentrare significativamente tali sostanze nella fase liquida. In questi casi sono necessari ulteriori trattamenti appropriati.

Spesso, e in particolare riguardo alle acque degli scarichi industriali, i costi di abbattimento dei tossici e i rischi ambientali possono superare il vantaggio nel produrre biogas.

Il D.Lgs 152/06 ha definito il “digestato di qualità”: prodotto ottenuto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici raccolti separatamente.La legge 134/2012: “Ai sensi dell’articolo 184 -bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, è considerato sottoprodotto il digestato ottenuto in impianti aziendali o interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisico-meccanico, di effluenti di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall’agro-industria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati fra loro, e utilizzato ai fini agronomici.”.

Janez Potočnik, Commissario Ue all’Ambiente (Dic.2013)“I digestati derivanti dalla produzione di biogas sono considerati rifiuti prodotti e rientrano pertanto nell’ambito di applicazione della normativa sui rifiuti”.Il digestato deve essere a sua volta smaltito o riciclato, trattandolo in aerobiosi per trasformarlo in compost.