Il Combattimento nostro non è contro sangue e carne. di battaglia/grido... · Stiamo attraversando...

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GRIDO di BATTAGLIA - PERIODICO MISSIONARIO di CRISTO È LA RISPOSTA - ANNO XXI no.76, Giugno 2012 Dir. Resp. Tina Della Cananea Aut. Trib. di Cosenza N.462/88 Poste Italiane SPA-Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (CONV.INL. 27/02/2004 N°46) Art.1 1comma 2 DCB Il Combattimento Il Combattimento nostro non è nostro non è contro sangue e contro sangue e carne. carne. Efes.6:12 Efes.6:12

Transcript of Il Combattimento nostro non è contro sangue e carne. di battaglia/grido... · Stiamo attraversando...

GRIDO di BATTAGLIA - PERIODICO MISSIONARIO di CRISTO È LA RISPOSTA - ANNO XXI no.76, Giugno 2012Dir.

Res

p.TinaDella

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Aut.

Trib.diCos

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N.462/88

Poste Italiane SPA-Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (CONV.INL. 27/02/2004 N°46) Art.1 1comma 2 DCB

Il CombattimentoIl Combattimentonostro non ènostro non è

contro sangue econtro sangue ecarne.carne.

Efes.6:12Efes.6:12

Vi scrivo da Bagno a Ripoli, la Valle del Chianti , il cuore della Toscana. Stiamo evange-lizzando in un modo diverso, infatti dato che la tenda eʼ rimasta nello stesso posto per

mesi, stiamo mandando dei gruppi che collaborano con le comunità per evangelizzarediverse città. Abbiamo già visto dei buoni frutti, e speriamo di spostare la tenda in questesettimane a Prato. Non posso dire che abbiamo visto un grande risveglio, ma abbiamovisto giornalmente persone venire al Signore, il nome di Gesù eʼ predicato in tutte le zonein cui abbiamo lavorato. Questo eʼ uno dei vantaggi nellʼavere un gruppo fuori a predicarela parola ogni giorno. Vi chiedo di tenerci davanti a Dio in preghiera, perché le difficoltà avolte sembrano insormontabili, le avversità si fanno sempre più intense, infatti dobbiamoesercitare più fede solo per il fatto di esistere e di portare avanti questa opera. I soldi noncomprano la felicitaʼ ma alleviano di sicuro alcuni dolorini qui nel gruppo. Stiamo celebrando40 anni dellʼesistenza del nostro gruppo mobile. Stiamo attraversando la terra promessaadesso? O eʼ solo un segno di giubilo per il fatto che abbiamo avuto la possibilità di predi-care il vangelo in questo modo per così lungo tempo, se cʼ eʼ un futuro per questa nazionenoi vogliamo essere qui fuori nelle piazze a predicare e innalzare il nome di Gesù. Stiamoancora battezzando musulmani, infatti abbiamo avuto due battesimi la settimana scorsa.Eʼ una grande benedizione vederli convertirsi al Signore. Marianna la nostra cara sorellache collabora alla redazione di questo giornalino è incinta. Gloria a Dio! Il nostro ministeroper i bambini va molto bene, il gruppetto che se ne occupa ha ricevuto molti inviti nellescuole, nei parchi e nelle chiese. È una grande benedizione vedere i bambini che pregano!Nel mese di maggio abbiamo ricevuto molti inviti dalle chiese di varie città del nord-Italiaper tenere delle evangelizzazioni così ci stiamo organizzando in piccoli gruppi allo scopo diraggiungerle tutte per quanto ci è possibile. Un piccolo gruppo di sette dei nostri è appenatornato da unʼevangelizzazione di quattro giorni a Città della Pieve (Umbria) per sostenere illavoro pionieristico in tutta la zona, insieme al fratello Giuseppe e Julie Capuano che con iloro tre figli lavorano lì a tempo pieno da settembre. Ci siamo sentiti molto privilegiati diessere stati i primi in assoluto a entrare in quei paesi con il messaggio del Vangelo. È stataunʼopportunità rara e il gruppetto è tornato molto benedetto, pregate per questa carafamiglia. Stiamo preparando un altro gruppo per la Grecia allo scopo di aiutare i rifugiati. Inostri giovani discepoli sono molto eccitati allʼidea di poter evangelizzare in modi diversi e adifferenti culture. Altri gruppi si stanno preparando per andare a Mantova, Milano, Telese ePrato. Per favore, pregate per questi progetti e le persone coinvolte. Tutti saranno ospitatinelle chiese e dalle famiglie. Abbiamo celebrato in un parco faunistico della Toscana, pocodistante da noi, il 40° anniversario della nascita del nostro ministero in Europa, cantando,lodando il Signore e certamente mangiando insieme. Abbiamo sentito la presenza di Dio esiamo stati incoraggiati e fortificati, lʼultima volta che abbiamo speso un giorno così è statodiversi anni fa. So che tutti stiamo attraversando un periodo di difficoltà finanziaria e anchenoi avvertiamo una grande pressione in tal senso. Alcuni giorni fa, abbiamo alzato losguardo al cielo e chiesto: “Signore come possiamo andare avanti?” Poi il Signore ci hasostenuto per un altro giorno. Tutti i nostri progetti per mantenere e ristrutturare il camposono in attesa che il Signore provveda in modo miracoloso le finanze necessarie. Stiamoeconomizzando e devo dire che tutto il gruppo ha risposto con una grande attitudine dicomprensione in questo tempo difficile. Il vostro aiuto finanziario è molto apprezzato e digrande incoraggiamento per tutti noi per portare il Vangelo in tutta la nazione con la tendao in piccoli gruppi evangelistici. Vi amiamo tantissimo. Continuate a inviarci le vostrerichieste di preghiera, le presenteremo al Signore ogni venerdì mattina quando preghiamospecificamente per tutte le richieste che riceviamo.Teneteci nel vostro cuore, Clark e tutti dalla missione.

Non ha un’altra religioneda presentare, né un’altradottrina da insegnare.Noi predichiamo Cristocrocifisso, e il nostro obiet-tivo è quello di raggiun-

gere più personepossibili, in ogni luogo,prima che il nostro

Signore ritorni . Noivogl iamo trasmettereuna visione per l’evan-gelizzazione delmondoalla Chiesa e stimo-

lare le comunità locali amandare più operaiin missione; una visioneche farà crescere undesiderio ardente nelcuore di ogni credenteper conquistare animedovunque si trovi!Abbiamo visto per

esperienza che l’opera dievangelizzazione puòprogredire dando l’oppor-tunità a persone senzaalcuna esperienza, esenza avanzare alcunarichiesta economica.L’unico requisito è uncuore fervente e pieno

d’amore. Questo giornalevuole essere un inco-raggiamento adalimentare questa

visione a tutta la ChiesaItaliana, attraverso

notizie di vari gruppinel mondo,

testimonianze etraduzioni di articoli chetrattano vari aspetti dellavita cristiana. Il gior-nale è sostenuto dalle

libere offerte deicredenti e viene inviatogratuitamente, senzaabbonamento, achiunque ne farà

richiesta, scrivendoci otelefonandoci al nostro

recapito.

Il nostro caro fratello Alessandro, che è stato con noi per quasi 20 anni, èandato col Signore. Durante uno dei suoi viaggi missionari ha avuto un inci-dente stradale mentre raggiugeva il nostro gruppo in Messico. Il Signore loaveva avertito con una visione due giorni prima, dicendoli: “Manca poco eci incontreremo”. Sentiamo molto la sua mancanza perchè per noi è statoun esempio per come ha servito il Signore nonostante i suoi handicap.Quando testimoniava per le strade, riusciva a raggiugere grandi e piccoli,che con curiosità si avvicinavano per ascoltare. Fra tutti Alessandrino era ilpiù ricordato ovunque si andava. Le nazioni che ha visitato e noi sentiremola sua mancanza, fino al giorno in cui lo riabbracceremo nel Regno di Dio!

Ecco il fantastico gruppo inpartenza per la Grecia. Unaavventura per aiutare i profughi didiverse parti del mondo e perfortificare le famiglie sparse nellevarie chiese. Eʼ un gruppodavvero internazionale con ben 7diverse nazioni rappresentate.Saranno 10 giorni di intensaevangelizzazione e aiuto umani-tario, noi crediamo che sarannofatte opere che dureranno ineterno!

Giovanni eMariannaCappelloinsieme allapiccola Esdraaspettanocon gioialʼarrivo dellaloro secondabambina!

Abbiamo avutouna benedettavisita delrisponsabile delgruppo inMessico, DavidMata e famiglia.E pure nostrocaro fratelloGuido che lo haaccompagnato,Gloria a Dio!

“Gesù gli rispose: “In verità, in verità ti dico che se uno non ènato di nuovo non può vedere il regno di Dio”…

“Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”(Giovanni 3: 3-7).

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenitoFiglio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita

eterna...Chi crede in lui non è giudicato; chi non credeè già giudicato, perché non ha creduto nel nome

dell’unigenito Figlio di Dio” (Giovanni 3: 16- 18).“Dovete nascere di nuovo”.

Ci sono tre ragioni per parlarvi di questo soggetto. La prima, per il bene di quelli che hanno bisogno di sapere cosa vuoldire nascere di nuovo; la seconda, per il bene di quelli che già lo sanno, ma hanno bisogno di aver sempre rinfrescate leidee, così che possano tenere ben presente la differenza fra coloro che sono nati di nuovo e coloro che non lo sono;la terza, poiché abbiamo continuamente a che fare con persone che non sanno nulla di tutto questo, e a volte ci troviamo adover richiamare, spiegare o testimoniare la differenza che fa l’essere nato di nuovo. Spesso ci possiamo trovare insituazioni che, ad essere sinceri, potrebbero metterci in una qualche “difficoltà” riguardo a questo soggetto.Ad esempioquando incontriamo gentilissime e, almeno apparentemente, buonissime persone, che sicuramente non sono nate di nuovo, mache dal di fuori sembrano ben migliori di molti che noi conosciamo, che affermano di esserlo. A volte persone che hannorealmente sperimentato la nuova nascita non possono neanche essere paragonate positivamente a molte che non lo sono,e questo fatto può indebolire la nostra posizione e sollevare domande nella nostra mente, rischiando di distruggere lachiarezza della nostra testimonianza e della nostra confessione. Infine può capitare, specialmente ai giovani, che la sfidadi far comprendere la differenza che realmente fa l’essere Cristiani non li trova in grado di dare una risposta diretta econcreta. Ci ritroviamo a dover fare infiniti giri di parole nel tentativo di spiegare le cose. Non capita molto spesso ditrovare una persona, soprattutto un Cristiano giovane nella fede, in grado di esprimere in modo preciso e conciso chesignifica essere un Cristiano, o essere nato di nuovo. Ci sono quindi ragioni per parlarvi di questo soggetto – “Dovetenascere di nuovo”. Cercherò di essere più semplice e chiaro possibile, affrontando l’argomento con tre domande.

Anzitutto, cosa significa “nascere di nuovo”? Benché questa sia una domanda molto vasta a cui si può rispondere con unagran mole di materiale biblico, ci limiteremo a dare una risposta semplice, dal momento che nascere è, dopo tutto, unaquestione di sangue, e possiamo racchiudere gran parte del mistero che sembra circondare l’insegnamento biblico sulsangue in un unico dato di fatto, cioè che non si può scambiare il sangue con nessun altra cosa o realtà che sia in grado divivificare, dar la vita o la salute. Non si può scambiare il sangue di specie diverse, ossia trasferire il sangue di una speciead un’altra. Se lo facciamo, non solo non otteniamo nulla, ma facciamo un danno. Non c’è alcun vantaggio a metteresangue animale nel corpo umano – non esiste una pratica come la trasfusione di sangue dalle bestie agli uomini. In quelmodo non arriveremo mai da nessuna parte; non ha utilità, anzi ha conseguenze negative. Ogni specie ha il propriosangue, e quel tipo di sangue è ristretto a quella specie e non può essere trasferito ad un’altra. Nella Bibbia il sangue,come sappiamo, rappresenta la vita, e quando ci viene detto che in Gesù Cristo, o per mezzo della fede in Lui, riceviamovita eterna, è solo l’effetto reale del linguaggio e del sacramento simbolico del bere il Suo Sangue.“Chi beve il mio sangue ha vita eterna” (Giovanni 6:54), e questo significa che stiamo ricevendo la vita se potessi usarequesta espressione per Gesù Cristo di una specie particolare. Non esiste in tutto l’universo una specie come il SignoreGesù; Egli è un ordine unico, esclusivo, della creazione. Rappresenta qualcosa che non si può trovare in nessun altroluogo, e nascere di nuovo è ricevere la vita di un altro ordine di creazione, del quale Egli è il primo ed il rappresentante.Cos’è quindi nascere di nuovo? È ricevere un’altra vita, completamente diversa, e l’essenza profonda, la verità, la realtàdei veri figli di Dio non si trova in ciò che sono per natura, dall’esterno. In profondità, al centro del loro essere, è statoimpartito qualcosa completamente diverso da quello che sono in loro stessi, e anche completamente diverso da quello chesono tutte le altre persone. Per quanto buone quelle possano essere “per natura”, la differenza è lì.Tu ed io sappiamo molto bene che in noi questa nuova realtà non è completa e pienamente manifestata, ma sappiamo che

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Cos’è Nascere di Nuovo

c’è una differenza fondamentale, che c’è quel “qualcosa” che fa la differenza, e che taledifferenza non è in alcun modo forzata o artificiosa, ma è del tutto “naturale” per questanuova creazione. Sappiamo che qualcosa è successo dentro di noi, che ha fatto la differenzafra noi e gli altri, e che quella realtà essenziale si rivela continuamente in noi. E’ come unnuovo tipo di intelligenza, di coscienza e di consapevolezza, che è continuamente all’operaper discernere e rilevare la contrariata, spingendo o trattenendo qualcosa accaduto. C’èuna differenza, e a farla è questa vita diversa di un genere diverso, la vita del Figliodi Dio; questo è l’essere nati di nuovo.Per molti Cristiani, non solo giovani nella fede, la difficoltà sorge nei momenti diforte tensione o pressione, nelle prove, e quando questa vita naturale viene inqualche modo sollecita o forzata da disturbi fisici, infermità o debolezza, o ma-gari da pressioni esterne. In queste condizioni la vita naturale pare voglia tor-nare a manifestarsi con forza nel campo sbagliato, quello del male, e lavecchia natura farsi sentire e rivendicare sé stessa. È lì che siamo tentatidal nemico a porci la domanda... “Allora, dopo tutto, che differenzafa essere un figlio di Dio? C’è davvero qualcosa di vero in tuttoquesto discorso di essere una nuova creatura, nata di nuovo? Qual’è ladifferenza? “La risposta è molto, molto più in profondità della nostra“natura umana”. Ciò che siamo naturalmente in noi stessi rimane, ma orac’è una nuova creazione. E’molto importante che tu metta enfasi sullaparola giusta. Quando l’apostolo scrive, “Se dunque uno è in Cristo”(e alcune versioni della Bibbia qui sbagliano dicendo, “egli è una nuovacreatura “o” una nuova creazione”). La Revised è di maggiore aiuto, maneanche quella mette in risalto il giusto significato. Essa rende, “Se unoè in Cristo, c’è una nuova creazione” (2 Corinzi 5: 17).Puoi fare una bella riga sotto la parola “c’è”. Dov’è? In Cristo. C’è unanuova creazione in Cristo; ed è proprio in Cristo, là dove noi siamo inCristo, ciò che noi siamo in Cristo, quando noi siamo in Cristo. Là esisteuna nuova creazione. Ciò che si trova in Cristo è la nuova creazione.Nonvoglio soffermarmi oltre su questo, ma vorrei che poteste realizzare che c’è una differenza, e quella differenza noi laconosciamo. Quella differenza è diventata per noi ancora più reale, come un punto di riferimento della nostra crescitaspirituale: la differenza fra ciò che è Cristo e ciò che siamo noi, ciò che per natura è l’uomo nel suo insieme, poichéabbiamo ricevuto (per usare un linguaggio simbolico) un sangue nuovo, un sangue diverso, o, per usare un espressionepiù reale e concreta, un’altra vita, una vita differente.Questo è “nascere di nuovo”.

Perché si deve Nascere di Nuovo?

Perché dobbiamo nascere di nuovo? Perché il Signore Gesù ha messo tanta enfasi su questo? Nota la doppia affermazioneimperativa “In verità, in verità ti dico”…Perché? Credo che la risposta sia nella frase completa. “Se uno non è nato dinuovo non può vedere il regno di Dio”. Ora, nel contesto di questo brano non c’è alcun riferimento al Regno di Dio, percui vediamo una sola possibilità, cioè che Nicodemo e le persone da lui rappresentate non avessero bisogno di alcunaspiegazione sul fatto del Regno di Dio. Non era un mistero. Possiamo dare per scontato che loro sapevano dell’esistenzadel Regno di Dio. Nicodemo aveva una certa conoscenza intorno ad esso. Non si stava presentando un soggetto strano,almeno per lui. Comunque, che il Regno di Dio fosse o meno un concetto nuovo, il punto è questo il Signore Gesù loafferma senza dare alcun chiarimento, senza soffermarsi a dire “Ecco, esiste una cosa come il Regno di Dio, e il Regno diDio è questo e quello – dandone magari una lunga spiegazione. No, Egli dà per scontato che il Regno di Dio sia la cosache conta, che ha importanza, la cosa fondamentale e suprema, ed il Suo atteggiamento è semplicemente questo. Guarda,Nicodemo, in definitiva, in assoluto, sopra tutte le altre cose, la cosa che sta davanti è il regno di Dio; viene il tempo nelquale non esisterà altro regno che il Regno di Dio. Tutti gli altri regni sono già stati affrontati, giudicati, distrutti, spazzativia, e questo universo diventerà il Regno di Dio! Quindi la cosa che conta veramente è se noi ci saremo, o se saremofuori. Non ci sarà un’alternativa al Regno di Dio. O ne saremo dentro, o ne rimarremo fuori: “...non perisca, ma abbiavita eterna”. Perire significa restare al di fuori di quello che Dio sta per manifestare, per istituire, mancarlo, esserneestraneo, averlo perso, non esserne giudicati degni. La cosa che conta, allora, è il Regno di Dio, dal momento che alla finesarà esso a permeare ed includere tutto. Questo è il motivo per cui dobbiamo nascere di nuovo, perchè non si entra in quelRegno automaticamente. E’ una questione legata alla nostra nascita e natura. Quel Regno sarà costituito della

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Combattiamo in questa terra di iberici spostando il fronte gradualmentema costantemente oltre il limite del nostro nemico.La resistenza è forte e i progressi ardui ma il Grande Generale resta la

nostra più alta e luminosa ispirazione. Udire la Sua voce ci fa muoverenella giusta direzione, nello sforzo di strappare unʼanima dopo lʼaltra dalfango crudele del peccato.La campagna evangelistica che abbiamo tenuto a Ayamonte è stata sottotutti gli aspetti una gloriosa battaglia. Non avremmo potuto immaginare unposto migliore per montare il nostro campo. Tutti quelli che entrano o es-

cono dalla città, infatti, devonopassare a pochi metri da noi eanche il mercato settimanale sitiene a 15 metri dalla nostra tendadelle riunioni. È stato solo graziead una preghiera costante e vigileche siamo riusciti a portare avantila nostra campagna predicando lalieta notizia in un tempo cheavremmo potuto definire “fuori sta-gione”, ma non è stato invano e laParola non è tornata a vuoto. È an-cora presto per parlare di raccoltoma crediamo che Dio ci darà unacrescita a suo tempo. Sperandoariamo e allo stesso modo treb-bieremo.Da Ayamonte ci siamo spostati a

St. Bartolomé De la Torre, dove eravamo stati già nel 2000 e nel 2008,sapevamo ben poco di ciò che ci stava attendendo, dal momento in cuisiamo entrati fino ad ora siamo stati sotto un insolito attacco fisico. Moltifratelli si sono ammalati alcuni per giorni, altri per settimane, tra loro cʼerail leader del nostro complesso musicale che è stato operato. In seguitoallʼoperazione ci sono state poi alcune complicazioni che lo hannobloccato per qualche settimana. Gli attacchisono stati così forti che ci siamo dovutifermare per un poʼ. Quelli di noi che stavanobene hanno utilizzato il tempo ridipingendo lepanche. Attualmente ci stiamo rialzando e cistiamo riarmando per preparare un altroassalto contro le linee infernali del nemico.Continuate a pregare per noi, abbiamobisogno di nuove forze e determinazione,guerrieri e intercessori, provvedimento esostenitori.Ascolta il grido di battaglia e abbi il coraggiodi arruolarti se non lo hai ancora fatto, ilGrande Generale ne è degno.

Insieme per la Battaglia FinaleSimone Desjardines

Questo mese siamo statimolto benedetti dallavisita di Lorraine tipton eDebbie Srayhorn dagliStati Uniti. La sorellaLorraine ha predicato laparola di Dio ed è statapotentemente usata dalSignore. Philemona,Chhaya, Ragini, Sandhya,Manish, Trupti, Nirmala,Celine ed io insieme ad alcuni altri ex-membri della missione ci siamoritrovati a lodare, condividere la parola di Dio e la comunione fraterna conqueste due care sorelle.La nostra comunità ha visto numerose persone aggiungersi a noi negliultimi mesi e tredici hanno dato prova della loro ferma decisione di seguireCristo scendendo nelle acque battesimali. Zia Asha che proviene da unavita pagana, ha fatto breccia nella sua famiglia e ha esperimentato unacrescita personale proprio dopo aver fatto il battesimo.La settimana di Pasqua è stato con noi il pastore Shridar Kuwar da AnadGujarat un ex-membro della missione, insieme abbiamo avuto un tempodi qualità parlando della parola di Dio secondo il vero significato della

Pasqua, tutto è stato digrande benedizione per moltidi noi e una grande aperturasu nuovi orizzonti della paroladi Dio.Al riguardo della mia famiglia,me e mio fratello (assistentepastore) Manish e sua moglieTrupti e i loro figli andremo aKorba MP India, per unʼimpor-tante incontro familiare, dovesaremo riuniti a circa 200 ditutti i nostri parenti per 3

giorni. Durante il nostro viaggio visiteremo i parenti e predicherò in trechiese, lʼobiettivo sarà quello di sfidare i credenti a servire Cristo poiché ilSuo ritorno è alle porte.Possa Dio benedirvi abbondantemente e darvi ciò che il vostro cuoredesidera. Con amore e preghiere Chitra

Gli anni sono passati ed é unagioia vedere che la nostra vita perGesú non é stata vissuta invano. Ilnostro piccolo gruppo in Hondurasva avanti anche se non semprecon risultati molto grandi a causadel pregiudizio verso il Vangelo.Tanti soldi che provengono d'aiutidall'estero, soprattutto per costruirechiese, sono stati investiti in modiegoisti, ma dobbiamo ricordareche Gesú non comandò mai di

costruire edifici, perché il tempio di Dio siamo noi. La corruzione di carat-tere spirituale a volte sorpassa il limite dell'immaginazione, nonostante ciòla Chiesa vera, quella invisibile, va avanti.Buona parte dei nostri migliori discepoli ha finito appena la 4a elementare,non sa usare internet ma ha il pregio di trovare piacere nel lavoro fisicoche é fondamentale nel nostro gruppo missionario sia a causa deglispostamenti continui e delle inclemenze del clima molto aggressivo neitropici, a volte molto caldo, a volte con venti impetuosi e molta polvere e avolte con tanto fango, quando ci si abitua però, questo non é più motivo discoraggiamento.L'Honduras é una nazione povera, ma i poveri non sono infelici, alcontrario, sono sorridenti, allegri perqualsiasi piccola cosa, il loro sorriso,soprattutto quello dei bambini,guarisce l'anima triste e questo valepiù di qualsiasi ricchezza.

Pedro Viaud

SSppaaggnnaa India

Honduras

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Vi mandiamo un caloroso saluto dalla città' di Huichihuayan. E' da unmese che siamo arrivatiin questa piccola citta-dina, una regione indi-gena, vergine per ilgruppo e anche pocoevangelizzata, dove pre-domina la religionetradizionale insieme allʼ animismo ed occultismo. Tuttavia Dioci ha aperto le porte ede' stata una campagnaevangelistica gloriosa,abbiamo visto moltepersone arrendersi alSignore e con molta fame di conoscere Dio. La gente arrivava scendendodalle montagne che si trovano intorno allʼaccampamento, alcuni venivanocon piccoli camioncini altri a cavallo e diversi altri con bicicletta o cammi-nando per una distanza di molti chilometri. Questa campagna finirà' allafine del mese di Maggio e poi manderemo diversi gruppetti nei paesivicini.Vi chiediamo di tenerci nelle vostre preghiere, perché questa zona e' stataun rifugio di gruppi di delinquenti.

Il gruppo e' vicino ad un fiume e in questo periodo di piogge potrebbeessere pericoloso per il nostro campo. Quattro giorni fa' e' caduta lagrande tenda a cagion delle piogge che hanno ammorbidito troppo ilterreno.In mezzo a queste avversità' stiamo vedendo l'opera di Dio, fortificandol'unita' della chiesa, vedendo vite ristorate. E' davvero un tempo dirisveglio in questa zona e anche Dio sta aprendo le porte per continuare amontare la tenda nei paesi vicini, dove mai e' stato predicato l'Evangelo.Vi mandiamo i nostri saluti e ringraziamo per le vostre preghiere.

David Mata

Durante un giro evangelisticoebbi unʼ esperienza buffa esimpatica in Phoenix.In una delle chiese dovepredicai, erano pastori ilfratello Moises e sua mogliePahola, da queste parti è cosi,si nomina sempre anche lamoglie, anche se alcune, dipastore, non hanno assoluta-mente niente, però sapetecomʼè... la moda!Adesso cʼeʼ anche la modadegli apostoli, che pullulano datutte la parti. Uno si sveglia lamattina e comincia a dire cheè un Apostolo, anche se nonha mai passato un trattato, o

guarito una formica. Il peggio è che trova sempre credenti che gli “cre-dono”. Boh! saraʼ che non mi sono aggiornato, rimanendo ai sentieri “vec-chi” e passati di moda. Pahola è figlia di un cantante cristiano famoso in tutta lʼAmerica Latina:Stanislao Marino, nato in Italia ma a 3 anni trasferitosi in Venezuela.Conobbi Pahola quando aveva 7-8 anni, seguiva suo padre nei suoi con-

certi, e per molti, canta meglio di lui.Alla fine del culto, un giovane, tipoSansone, con i capelli lunghissimi tuttilegati indietro, tipo Bob Marley, siavvicinò e mi chiese 5 minuti di tempo. Mi raccontò che da 5 mesi si era con-vertito e che stava passando un tempodurissimo. Pregai con lui e vidi chiara-mente un cambiamento nei suoi occhi.Mentre lo ministravo si formoʼ unacoda di circa 50 persone. Pensai chequel giorno avrei dovuto saltare ilpranzo. Poi lui mi disse che erano incoda perchè lo stavano aspettando peravere un autografo e una foto. Glichiesi, “Chi sei”?Non so niente di Baseball, però cʼeradavanti a me una “Star” della “MajorLeague” Americana. Per intenderci, unDel Piero, un Ronaldo, un Cavani(scusate, ma ancora “tifo” Napoli).Il suo nome eʼ Manny Ramirez, dellaRepubblica Dominicana, ex Dodgers diLos Angeles, ora nellʼOakland, attual-mente sospeso per uso di droga e vio-lenza familiare. Eʼ proprio il caso dire“mamma mia!” Dopo averlo ministrato lo lasciai ai suoifans, ma lui mi chiese se poteva fareuna foto con me. Gli dissi che la stellaera lui, non io. Mi feci una bella risata insieme alla foto.Abbiate un mese super benedetto.

Pace, Renato e Wendy

Lʼinverno è passato e la primavera sta arrivando come in tutta lʼEuropa. Ilnostro lavoro qui prosegue nella comunità di lingua ungherese della con-tea di Arad. Ci sono più di 50.000 persone di madre lingua ungherese masolo 250 di loro sono credenti. Abbiamo tenuto incontri settimanali in unvillaggio in cui lʼestate scorsa abbiamo montato la tenda e lʼ80% sonoungheresi. È stato un piccolo inizio ma Dio sta operando. Una personacon cui avevamo preso contatto lʼestate scorsa e che non aveva una Bib-bia né aveva mai pregato, ora frequenta le riunioni settimanalmente . Unasettimana faquesta personaha detto:” Dio staoperando nellamia vita comenon potrebbe es-sere meglio!” èstata una benedi-zione vedere unatale fame per Dio!

Abbiamo grandisfide davanti anoi, infatti deside-riamo montare lagrande tenda inaltre città e vil-laggi di linguaungherese. Sti-amo pensando inparticolare a unapiccola città in cui quasi il 100% sono ungheresi e non cʼè una chiesaevangelica. Abbiamo bisogno di risorse umane ed economiche unite al fa-vore divino per portare avanti lʼevangelizzazione e proseguire con il la-voro. Il nostro scopo è di gettare le fondamenta poste da Gesù Cristonella vita degli uomini e delle donne. Pregate per noi qui in Romania. Grazie per le vostre preghiere. A febbraio ho ripetuto il test del sangue delPSA . Due anni fa era 142 ( superiore a 4 indica che ci sono dei problemi)lʼultimo misurava meno di 0,003, in altre parole era vicinissimo allo 0. Diconseguenza il dottore mi ha fatto smettere con i farmaci il che mi ha gio-vato molto a causa degli effetti collaterali che mi procuravano. Per tutto iltempo che il PSA rimarrà al di sotto di4 non dovrò assumere medicinali.Continuate, per favore a pregare con me per la mia totale guarigione. Avròil prossimo test di PSA allʼinizio di giugno.

Dio vi benedica, Jared

Messico 1

Messico 2

Romania

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Pace a voi cari fratelli! Mi chiamo Silvia ho 35anni, sono nata a Roma in una famiglia cattolica

non praticante. Ho avuto un’infanzia difficile a causadella separazione dei miei genitori, per cui sonomaturata precocemente. Io e mia sorella eravamosempre sole in casa ed io, che ero più grande, dovevobadare a lei. Tuttavia ripensando al mio passato nonmi lamento, c’era poco denaro, ma tra me, mia madree mia sorella c’era un bel rapporto ed eravamo moltounite. Ho terminato i miei studi a 17 anni, in seguitoho preso a lavorare. Sono sempre stata una ragazzasorridente e piena di energia, questo mi ha portato asvolgere diversi lavori contemporaneamente, anchese mi portavano via tanto tempo non mi lamentavoperché avevo la mia indipendenza economica che mipermetteva di fare tutto ciò che mi piaceva.Ho conosciuto un ragazzo con cui ho condiviso setteanni della mia vita, ho vissuto con lui e i suoi genitori,ero molto affezionata a questa famiglia, sicuramentequesto è stato causato dalla mancanza di mio padre.Mi ricordo che mangiavamo insieme conarmonia, mi vedevano comela loro figlia, la femmi-nuccia che non avevanomai avuto visto che luiera figlio unico. Questoragazzo per me era impor-tante, ma era una personaautoritaria, gelosa e possessiva. Con il passare deglianni era difficile vivere con lui, così con tantasofferenza decisi di lasciarlo e proprio in questoperiodo difficile ho avuto il mio primo approccio conil Signore.Incominciai a rivolgermi a Lui come nonavevo mai fatto prima e così giorno dopo giorno purnon conoscendo niente della Bibbia e degli evangelicicomiciai ad avere delle risposte e tanta pace e serenitànel mio cuore. (A 22 anni mentre lavoravo in fabbricadalla finestrella che avevo davanti, entrava molta lucee questo mi ha stimolato ancora di più a cercare Dio.)Qualche anno dopo quando tutto sembrava andare peril meglio, mi riscontrarono un fibroma e dalle analisiprima dell’intervento uscì fuori che avevo l’epatite C,una malattia mortale.La mia famiglia non ci credevaperché le mie guance erano rosse ed ero piena di vita,cercavano di tranquillizzarmi, ma la paura era tanta,per ripetere le analisi dovetti aspettare venti giorni, ipiù lunghi della mia vita, ma grazie a Dio il passag-gio della malattia c’era stato, ma il mio corpo avevareagito bene creando gli anticorpi. GLORIA A DIO!Uscendo dall’ospedale pregai Dio per qualcosa dinuovo nella mia vita che potesse riempire il miocuore. Mi rispose facendomi conoscere una donnache come me era alla ricerca di Dio, mi disse cheusciva da un’operazione di tumore che aveva cam-biato la sua vita, lei era una psicologa insegnante

all’università, ma l’operazione le aveva paralizzatomezza bocca e non poteva più esercitare il suo ruolo.Mi invitò ad andare ad una riunione che si svolgevain una libreria cristiana, la sua ricerca verso Dio laspingeva ad acquistare molti libri. Così per la primavolta vidi fratelli e sorelle che leggevano la Bibbia epregavano con tanta fede. Incominciai a fare dei pic-coli studi e così ebbi i primi chiarimenti e capì cheGesù era morto per me prima che io lo conoscessi,perdonando i miei peccati e dandomi una speranzaeterna. Poi insieme con la mia amica arrivammo albattesimo. Passando gli anni la mia fede si è fortifi-cata e ho capito che avrei dovuto parlare agli altri diGesù adempiendo a quello che Lui stesso ha detto:“Andate per il mondo e predicate l’evangelo a ognicreatura”. Ho conosciuto la tenda attraverso il giorna-lino vedendo le foto, dicevo: “mi piacerebbe fareun’esperienza in missione”. In seguito avvenne che latenda si trasferì nel mio paese per il periodo estivo, aTorvajanica luogo di mare. Tutte le sere percorrevo

trentacinque minuti di bici sul litoraleper vedere i loro culti, il mio

interesse era moltoacceso nel loro mododi vivere e predicareil vangelo. Tutto que-

sto mi ha spinto a entrarein missione dandomi la possi-

bilità di poter servire il Signore a tempo pieno e nonavendo nessun impegno coniugale per me è stata unabuona opportunità. Non sono sposata, però qui inmissione ho trovato una grande famiglia di credentiai quali posso dedicare il mio tempo come se fosserola mia famiglia. Perché è più bello dare che ricevere.Un’ultima cosa, un anno dopo la mia entrata in mis-sione Dio ha convertito il cuore di mia madre, l’ha ti-rata fuori dall’ossessione per la cartomanzia e schiavitùdella sigaretta. Ho visto come Dio l’ha trasformata ecome Lui mi ha onorata con il versetto “sarai salvatotu e la tua casa”. Ho in cuore laconversione di mia sorella cheè sposata con due bambini.Ringrazio il Signore perquesta opportunità di testi-moniare e spero che possaessere stato di incoraggia-mento a quanti hanno presoun pò di tempo perleggerla.

Dio vi benedica.

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Guardiamo il lavoro di spargere la semenza, e vediamocosa ci può insegnare riguardo al seminare nello

Spirito. Alla fine viene il momento in cui il seme è maturoper essere liberato, questa è la prima cosa che notiamo; ein quel momento è perfettamente pronto per il suo lavoro. La scorta di nutrimento per la giovane pianta era cominciata,tempo addietro, lo stesso giorno in cui la nuova vita eraentrata nel fiore, ed è ora completata. Sono anche statipreparati gli uncini, gli aculei, o le secrezioni gommose,necessari al germoglio in embrione per ancorarsi al terreno,dandogli così la possibilità, quando sarà il momento, disollevare la sua pietra tombale e uscire alla luce.Perfino il suo centro di gravità è stato calcolato al puntoche, quando cade dalla guaina, il granello si ritrova nellaposizione propizia alla sua futura crescita. Se fosse toltodall’involucro anche con un solo giorno di anticipo, tuttaquella meravigliosa preparazione sarebbe vanificata eporterebbe a nulla. Non possiamo discernere la nostraparabola? Quante volte abbiamo avuto una spinta o unprogetto che, o per mezzo di un’ improvvisa intuizione o divarie “coincidenze”, abbiamo potuto discernere venire daparte di Dio! E quante volte abbiamo avuto la tentazione diportarlo avanti per conto nostro, senza aspettare il Suotempo, esattamente la stessa tentazione con cui il nemicosi è avvicinato, nel deserto, al Maestro! Oh, impariamo daLui la lezione di lasciare che il seme-piano di Dio maturi!Non porterà frutto finché non è giunto alla sua maturità;se lo vogliamo far uscire prima del suo tempo, non faremoaltro che rovinare tutto quello che Egli sta preparando.E’ una grazia di Dio aspettare.Il Signore Gesù ha detto, “L’ora mia non è ancora venuta”(Giov. 2:4). C’è un’ altra cosa, nel lavoro del seminatore,strettamente legata alla pazienza. Se vediamo come questoavviene nel mondo naturale, notiamo come tutto vienefatto in collaborazione con le forze all’opera all’esterno. Ilvento fa cadere ad uno ad uno, man mano che maturano,e sparpaglia i delicati semi a “spoletta” della pianta di scab-biosa, e gli involucri che li proteggono aspettano il caldotocco del sole per aprirsi con una sorta di improvvisacontrazione e torsione, che fa volare i semi, come fosseropietruzze lanciate da una fionda. In modo ancora piùmeraviglioso possiamo vedere questa cooperazione di forzein una specie di geranio. I semi in maturazione sono unitiinsieme, come frecce in una faretra, con le loro punterivolte verso il basso, e le piccole aste piumate ritte versol’alto. Quando arriva il momento dell’azione, il calore del

sole li fa staccare, da sotto e da sopra, così velocementeche li puoi vedere contrarsi sotto i tuoi occhi, e girare aspirale a motivo delle loro ripetute contrazioni. Cadono, conle punte verso il basso, a causa del peso del seme, ed ilsole finisce il lavoro che aveva iniziato. Più nel dettaglio, lapunta simile a un succhiello cade volteggiando nell’aria, ein questa maniera penetra nel terreno più duro. Tale è laloro singolare capacità di penetrazione, a dispetto della lorodebolezza, che affondano quasi completamente nel terreno,lasciando distesa sul suolo solo l’ultima lunga curva.In seguito questa si stacca di netto, lasciando la puntanascosta sotto la superficie in profondità.“L’ora è venuta, che il Figlio dell’uomo dev’essere glorificato.In verità, in verità vi dico che se il granello di frumentocaduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore,produce molto frutto” (Giov. 12:23-24). Il riposo nell’attesache venga il tempo di Dio per spargere il seme e piantarediventa più profondo, man mano che impariamo ariconoscere il modo di agire dello Spirito Santo all’esternocosì come all’interno, e vediamo il modo particolare in cuiEgli agisce per liberare ogni seme maturo.Vedremo come Egli porti sulla nostra strada quell’animache ha proprio bisogno della lezione che Egli ha appenainsegnato a noi; come giunga, in modo perfettamentenaturale, l’opportunità di raggiungere un altro,che stavamobramando di poter incontrare. Se il nostro sguardo è su diLui, mentre impariamo ad “attendere al nostro ministero”come fa il seme in completa dipendenza da Lui, saremosempre in grado di discernere come Dio opera con noi, ecesseranno i vecchi e inquieti sforzi per creare leopportunità. “Siamo collaboratori di Dio”.Sì, tutto ruota attorno alla questione del riposo.“Opportunità” è data a tutti i semi al loro tempo, mentreriposano nel loro strato nell’involucro, o fianco a fianco nelbaccello. Nessuno spinge per uscire, né si mette sulla viadi un altro.Puoi osservare la delicata disposizione all’interno delbaccello. I semi sono quanto più vicini possibile, ma divisiin modo che non si schiaccino od ostacolino a vicenda nellacrescita.Colui che li ha disposti in quel modo è degno della nostrafiducia, di sicuro per guidare le nostre vite, affinché nulla lepossa spingere fuori strada e nulla finisca perduto, dalmomento che per Lui “valiamo molto più” di quelli.Se i nostri giorni sono un continuo correre avanti e indietrosenza sosta, ci sono seri motivi per chiedersi se tutto il

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Lʼultima parte da LLiilliiaass TTrrootttteerr

seme che stiamo seminando ce lo stia dando Dio. Egli nonci darà da fare più di quanto possa essere fatto mantenendoi nostri spiriti calmi, pronti e liberi davanti a Lui.Calmi, pronti e liberi, questa è un’altra lezione che i semi ciinsegnano. Per farli uscire basta un tocco, al momentogiusto in cui preparazione interiore e circostanze esterioriagiscono insieme.Osserva i minuscoli semi a forma di cavaturacciolo delgeranio rosa dei nostri prati (una miniatura del suo “fratello”più grande, il geranio azzurro). Guarda il loro equilibrio, epoi il fascio di semi a forma di lancia di questa piantaerbacea, ancora più liberi e in riposo, e la loro cimalanuginosa, altrettanto pronti sia a rimanere uniti insieme ovolare via con un soffio. E ora consideriamo le nostre vite,e vediamo se è questa la nostra attitudine verso lo SpiritoSanto che dimora nel nostro spirito. C’è un equilibrio checorrisponde?Oh, quanta cura deve mettere Dio per portarci a questo“abbandono” gioioso, infantile, ugualmente pronti a starein silenzio, a parlare, oppure a fare senza esitazione la cosaper cui Egli ci chiama, senza sentirsi impediti da circostanzeesterne o timori di conseguenze!Quante riserve e senso d’ imbarazzo devono abbandonarealcuni di noi, prima che il legittimo controllo passi nelle Sueamorevoli mani forate, e con esso anche la responsabilità!Solo allora potremo conoscere la Sua perfettalegge della libertà.“Dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà” (II Cor. 3:17).E questo ci porta un passo avanti nell’insegnamento sulseminare. Ora escono, “ognuno dritto per la sua strada”,proprio verso il luogo fissato dal Dio sovrano. “Dovunque loSpirito voleva andare, andavano anch’esse” (Ezechiele 1:20).Pensa a quella specie di “aratro” dorato che è il seme diavena selvatica, con ogni aculeo e pelo disposto in modotale che possa scivolare in avanti senza possibilità ditornare indietro. “Egli volse risolutamente la sua facciaverso Gerusalemme”, e la Croce.Considera gli uncini e le barbe che si afferrano a qualsiasicosa possibile, pur di portare il loro seme lontano e lontano.Sii stupito nel vedere pallottoline e piccole ruote cherotolano spinte dal vento, e paracaduti e piccoli volani cheveleggiano nell’aria. Sono tutti desiderosi di andare lontano,e questi sono solo alcuni degli innumerevoli stratagemmiper mezzo dei quali piante di tutta la terra raggiungono ilmedesimo obiettivo.Sai perché vogliono diffondersi? Perché l’Agricoltore haprogettato la rotazione delle colture un’eternità di tempoprima di rivelarla alla mente del contadino! Intorno allostelo della pianta progenitrice il terreno finisce con esauriregli elementi chimici necessari alla sua crescita, e se i semicadessero lì, non potrebbero raggiungere il loro pienorendimento. Così elaborano tutti questi stratagemmi perviaggiare lontano, dove nel soddisfare i bisogni dei luoghiaridi, trovano risposta i loro stessi bisogni.E’ stato così anche per il Signore Gesù, il “Granello diFrumento” di Dio: non ha avuto bisogno di questo mondobisognoso per manifestare il Suo amore e la Sua potenza?Non sono i nostri cuori vuoti “le ricchezze della Sua eredità”?In questo modo, anche la vita di Gesù in noi, sviluppata eliberata, andrà secondo la Sua stessa natura protendendosi

verso gli altri e spendendo sé stessa dovunque ci sianecessità, amando e bramando i luoghi aridi e lontani. LoSpirito porterà i nostri cuori, le nostre compassioni epreghiere lontano, al di là della nostra ristretta cerchia dilavoro e interessi personali, in comunione con il Figlio avantaggio della Chiesa per la quale Egli ha dato Sè Stesso,“...cercando non l’utile mio ma quello dei molti, perchésiano salvati” (I Cor. 10:33) e santificati.Forse ci porterà personalmente e fisicamente in qualcheangolo sperduto!“Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chisemina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente.Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di malavoglia, nè per forza, perchè Dio ama un donatore gioioso.Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia,affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi ènecessario, abbondiate per ogni opera buona; come stascritto: “Egli ha profuso, egli ha dato ai poveri, la suagiustizia dura in eterno”. Colui che fornisce al seminatore lasemenza e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà lasemenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia.Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una largagenerosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dioper mezzo di noi” ( II Cor. 9: 6-11 ). Come parte dell’arric-chimento in vista di una larga generosità, Dio può darci,nel nostro lavoro di spargere il seme che lo Spirito ci hafornito, quell’amorevole ingegnosità che Egli ha postofigurativamente nei semi delle piante, l’ispirazione dal cielosu come spendere al meglio i Suoi tesori, assicurandoGli ilmassimo guadagno dalle nostre vite, come fanno quelli. IlSuo investimento del Calvario! Il “guadagno” è per Lui,come di nuovo vediamo nella parabola delle piante. Esse cimostrano un amore che non ricerca il proprio tornaconto;nessuno può sapere da dove sono venuti i semi, una voltaarrivati alla fine del loro viaggio. Assolutamente nessunagloria potrà essere tributata alle piante che hanno arreso leloro vite per formarli e diffonderli. Esse continuanosemplicemente a dare, con nessun altro fine che diventarenudi steli, una volta che la missione è compiuta. Tutto èrilasciato e speso senza un minimo calcolo di interessepersonale. “Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuonome dà gloria” (Salmo 115:1). La pianta stessa nonchiede per sè, dal lavoro di tutta la sua vita, nulla da potermostrare o gloriarsi. Ci insegna un assoluto disinteresse seil nostro servizio è apprezzato, o addirittura riconosciutooppure no, purché il lavoro sia compiuto ed il Signore Gesùglorificato. Nulla di cui gloriarsi. Dio non può ricevere tuttala gloria, se l’uomo ne prende un po’ per sé. Sembra unacosa scontata, ma la realizziamo veramente? “In questo èglorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, cosìsarete miei discepoli” (Giov. 15:8). Se questo è il nostrounico scopo, come lo era nel cuore del Signore Gesù, saràdestinato a realizzarsi. PermettiamoGli di produrre anche innoi questa semplice, autentica passione, da cui Gesù eracompletamente assorbito durante i Suoi anni sulla terra.“...qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo”(I Giov. 4:17). Allora, al pari di Gesù, saremo liberi dalcondizionamento dei risultati visibili, come lo sono lepiante. Egli lasciò il mondo, quell’unico mondo in tutto ilSuo immenso universo in cui Dio abbia scelto di venire ad

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abitare, con nient’altro di visibile che poche centinaia difratelli, ognuno dei quali Lo aveva abbandonato solo pochesettimane prima, e di cui solo circa centoventi furonoabbastanza fermi da perseverare fino al giorno diPentecoste. Ma ancora poteva dire “...ma certo, il miodiritto è presso il Signore, la mia ricompensa è presso ilmio Dio” (Isaia 49:4). E benché Israele non fosse ancorastato “raccolto”, Egli fu “meraviglioso agli occhi del Sig-nore” e fu “fatto lo strumento della Sua salvezza fino alleestremità della terra”. Poichè fu la Vita che venne seminata!Allora non ha importanza se non vediamo mai germogliarepienamente qui sulla terra il seme dello Spirito che abbiamosparso. Dio può affidarci una grande opera di moltiplicazione,se la nostra fede non ha bisogno di vederlo coi propriocchi. Egli ci può dare raccolti spirituali visibili, come altriinvisibili, dai quali Lui solo riceve la gloria. Nelle cose cheCristo ha operato attraverso di noi per mezzo dello SpiritoSanto c’è una energia moltiplicatrice, che sì può raggiun-gere anime in modo diretto , ma anche altre indirettamente;un tocco dello Spirito Santo che può, per così dire, produrreun incendio a catena, fino ad arrivare molto più lontanodella sfera di cose che vediamo o conosciamo. E serinunciamo ad appoggiare la nostra fede sui risultati visibilie misurabili, e la concentriamo su Dio, Egli è in grado dipreservare meravigliose sorprese, conservate in quello chesembrerebbe un fallimento e una rovina. Quale fioritura cisarà, quando alla fine la luce e l’aria celestiali verranno suquesto mondo, allorché Cristo stabilirà il Suo regno!I luoghi desolati potranno vedere “una nazione natain un giorno”.La cosa importante è che facciamo la nostra parte. Lanostra responsabilità è seminare per lo Spirito – che la Suapotenza sia liberata nelle nostre vite, potenza che prevarràdavanti a Dio e agli uomini – e, come per l’organo dellapianta che custodisce il seme , adempiere il nostroministero al meglio e sino alla fine.Che ci possa essere un grido nel nostro cuore, come fu nelcuore del Signore Gesù, per “compiere l’opera” che il Padreci ha data da compiere. “Il mio cibo è far la volontà di coluiche mi ha mandato, e compiere l’opera sua” (Giov. 4:34).Egli perseverò in questo, benché Gli costasse le alte grida ele lacrime del Getsemani, per poter combattere fino allafine, e vivere fino al “Tutto è compiuto” del Calvario.Abbiamo fame e sete nella nostra anima di poter ricevere,prima che Egli venga, ogni messaggio che Egli ha per noiaffinché lo rilasciamo, di vincere in ogni intercessione allaquale Egli ci chiama, di “provvedere” ai “bisogni dei santi”secondo la Sua volontà, di condividere con Lui ognichiamata alla “comunione delle Sue sofferenze” verso glialtri, di versare il Suo amore, compassione e aiuto comeEgli li ha versati sulla terra? Stiamo bramando che al Suo ritorno Egli non trovi tesoroche non sia stato speso, né talento tenuto nascosto in unfazzoletto, come seme non versato, rimasto chiuso nel suoinvolucro? Stiamo agendo secondo ciò che stiamobramando? “...da lui sono pesate le azioni (non soloi desideri) dell’uomo”! (I Samuele 2:3).Diamo un’ultima occhiata al nostro prato. Le giornate estivesi stanno facendo più fresche, e sono arrivati i primitemporali. Il terreno è spoglio e annerito, gli steli e le foglie

sono ridotti a brandelli, ma sotto ci sono semi sparsiovunque. Il suolo è cosparso di gusci. Da dove vengano,nessuno è in grado di dirlo, e sembrano ridotti a un nulla.Tutto sembra morto – la morte sembra regnare. I primiacquazzoni stanno solo portando un po’ di frescura alterreno ora ammorbidito dove prima tutto sembrava morto,battendo sui semi scoloriti, logorati dalle intemperie espaccati. Tutto è tranquillo, dal momento che i semi sonosprofondati in uno stadio di riposo attraverso cui tuttidevono passare, che sia nel gelo dell’ Inghilterra, o nellarovente estate africana. Sappiamo quel che avviene nelleprofondità, quando è stato sparso il seme dello Spirito?Come dopo venga uno strano tempo di attesa in cui nullaaccade, un tempo di silenzio da parte di Dio, in cui deveessere permesso alla morte di regnare, prima di esseresommersa nella vittoria? Ma tutto si trova come sull’onda diuna marea vitale, dal momento che ora il seme haraggiunto il punto più alto del suo ministero. Gli ultimiresidui dell’involucro sono stati lacerati, e da ogni aperturae fessura escono i granelli nudi , e giungono a direttocontatto con la terra. In un attimo, come per miracolo,avviene un’accelerazione vitale, ed ecco spuntare ungermoglio color smeraldo.Possiamo leggerci la nostra ultima lezione? Qui, nelservizio, vediamo raggiunto lo stesso obiettivo che nellastoria interiore di un’anima. Entrambi i processi si compionoin modo assolutamente semplice, esclusivamente in Cristo.Poiché lo scopo più alto del ministero è portare la Suadiretta presenza a contatto con gli altri, condurli a tu per tucon Lui, affinché Dio possa operare direttamente in loromentre noi ci facciamo da parte, come Giovanni il Battista,rallegrandoci grandemente.Abbiamo avuto l’abitudine di guardare alla nostra vitainteriore come separata dal nostro servizio, ma man manoche andiamo avanti le due cose diventano una sola - Cristo,lo stesso Signore Gesù Cristo – sia che avvolga i nostricuori nel Suo tempio segreto, come il guscio fa col seme,sia che venga lasciato libero di incontrare quelli intorno anoi, per compiere la Sua opera vivificante. “Cristo è ilprincipio, e il termine è Cristo”.Abbiamo visto come il primo passo di un’anima èaccoglierLo come sua Vita. L’ultimo passo, in un certosenso, non va oltre quello. E’ solo cresciuta la comprensionedi Lui, e ostacoli e limitazioni sono stati completamentespazzati via.“Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenzadella sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze,divenendo conforme a lui nella sua morte”.“Poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo inDio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, alloraanche voi sarete con lui manifestati in gloria”.(Filippesi 3:10; Colossesi 3:3-4).

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Cari lettori, spero che abbiate preso del tempo per leggerequesti articoli, io li trovo fantastici, forse perché amo la natura

o forse anche perché amo le piccole cose.Comuque sia, questo è ultima di quattro articoli.

Per quelli che non conoscono Lilias Trotter, il cui vero nome eraIsabella Lilias Trotter (14 July 1853 – 28 August 1928), è stata

una sorella e artista, vissuta per il suo Signore, che svolse il suolavoro missionario per oltre 38 anni tra i musulmani in Algeria.

God Bless you, fratello Horst

Se Dio governa il Suouniverso secondo le Sue

leggi sovrane, come puòl’uomo avere il libero arbitrio?E se non può esercitare il libero arbitrio, comepuò essere considerato responsabile per la suacondotta? Non è forse un semplice burattino,le cui azioni sono stabilite da un Dio “dietro lescene”, che muove i fili come Gli piace?Il tentativo di rispondere a queste domande hadiviso nettamente la chiesa cristiana in due“partiti”, che hanno portato i nomi di duefamosi teologi,Jacobus Arminio eGiovanni Calvino.La maggior partedei cristiani si accontentanodi entrare in uno dei due schieramenti,negando o la sovranità di Dio, o la libertà discelta dell’uomo.Sembra possibile, però, riconciliare queste dueposizioni senza fare violenza a nessuna delledue, anche se il tentativo potrebbe appariredifettoso ai partigiani dell’uno o l’altroschieramento.Ecco il mio punto di vista: Dio ha sovranamentedecretato che l’uomo sarebbe stato libero diesercitare una scelta morale, e fin dal principiol’uomo ha eseguito quel decreto facendo la suascelta fra il bene e il male. Quando sceglie difare il male, egli non annulla quindi il sovranovolere di Dio, ma lo adempie, in quanto ildecreto eterno non ha stabilito quale sceltal’uomo deve fare, ma che egli è libero di fare lascelta. Se nella Sua libertà assoluta Dio hadeciso di concedere all’uomo una libertàlimitata, chi può fermare la Sua mano o dirGli,“Che fai?” Il volere dell’uomo è libero perché

Dio è sovrano. Un Dio meno che sovrano nonpotrebbe elargire libertà morale alle Suecreature. Avrebbe timore di fare una tale cosa.Forse una semplice illustrazione ci può aiutarea comprendere. Una nave di linea parte daNew York diretta a Liverpool. La sua destina-zione è stata decisa dalle autorità pertinenti.

Nulla la può cambiare. Si tratta almenodi un pallido ritratto delprincipio di sovranità. Abordo della nave ci sono

parecchi generi di passeggeri.Questi non sono incatenati, né le loro attivitàsono state decise da un decreto. Sono comple-tamente liberi di muoversi intorno comedesiderano. Possono mangiare, dormire,giocare, gironzolare sul ponte, leggere, parlare,del tutto come piace a loro; ma per tutto queltempo il grande transatlantico li sta costante-mente portando avanti verso un porto prede-terminato. Libertà e sovranità sono quipresenti entrambe, e l’una non contraddicel’altra. E’ così, credo, per la libertà dell’uomo ela sovranità di Dio. La potente nave del disegnosovrano di Dio mantiene la sua rotta costantesul mare della storia. Dio muove non disturbatoo intralciato verso l’adempimento di queidisegni eterni già da Lui prestabiliti in CristoGesù prima che il mondo fosse. Noi nonconosciamo tutto quello che quei progettiincludono, ma è stato svelato a sufficienza perdarci un quadro generale delle cose a venire, eper darci una buona speranza e una salda

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promessa di futuro benessere.Sappiamo che Dio adempirà ogni parola data aiprofeti; sappiamo che un giorno i peccatorisaranno spazzati via dalla terra; sappiamo cheun gruppo redento entrerà nella gioia delSignore e che i giusti risplenderanno nel Regnodel Padre loro; sappiamo che le perfezioni diDio riceveranno ancora acclamazione universale,che tutte le creature intelligenti riconoscerannoGesù Cristo come Signore alla gloria di Dio Padre,che l’attuale ordine imperfetto sarà abolito, enuovi cieli e nuova terra saranno stabiliti persempre. Dio sta muovendo verso tutte questecose con sapienza infinita e azione perfetta eprecisa. Nessuno può dissuaderLo dal Suoproposito; nulla Lo fa deviare dai Suoi piani.Poiché Egli è onnisciente, non ci può esserealcuna circostanza o incidente imprevisto.Poiché Egli è sovrano, non ci possono esserecontro-ordini, nè interruzioni alla Sua sovranità;e poiché Egli è onnipotente, non cipuò essere alcuna mancanza dienergia nel raggiungere i Suoiobiettivi prestabiliti. Per tuttequeste cose Dio è sufficientein Sé stesso. Nel frattempo,le cose non sono così lisciecome questo veloceschema potrebbe suggerire.Il mistero dell’iniquità è giàall’opera. Entro il vastocampo della sovranità di Dioe del Suo volere permis-sivo, il conflitto mortale frabene e male continua confurore crescente. Dio ha già la Suavia nel mezzo del turbine e della tempesta,ma turbine e tempesta al momento sono qui, ecome esseri responsabili dobbiamo fare lanostra scelta nell’attuale situazione morale.Certe cose sono state decretate dalla liberadecisione di Dio, e una di queste è la legge discelta e conseguenze. Dio ha stabilito che tutticoloro che volontariamente si affidano al SuoFiglio Gesù Cristo in obbedienza e fede riceve-ranno vita eterna, e diventeranno Figli di Dio.Ha anche decretato che tutti coloro che amano

il buio e continuano nella ribellione contro l’altaautorità del Cielo rimarranno in uno stato dialienazione spirituale, e alla fine patirannoconseguenze eterne.Restringendo l’intera questione in termini indivi-duali, arriviamo a delle conclusioni vitali ealtamente personali. Nel conflitto morale cheinfuria intorno a noi, chiunque è dalla parte diDio, si trova dalla parte vincente e non puòperdere; chiunque sta dalla parte opposta, stacon la parte perdente e non può vincere. Non cisono altre possibilità, né si tratta di un giocod’azzardo. C’è libertà di scegliere da che partesaremo, ma non libertà di negoziare le conse-guenze della scelta fatta. Per la misericordia diDio possiamo pentirci di una scelta sbagliata, emutare le conseguenze facendo una nuova,giusta scelta. Al di là di questo non possiamoandare. L’intera questione della scelta moraleruota attorno a Gesù Cristo. Egli l’ha affermato

in modo chiaro: “Chi non è con meè contro di me”, e “Nessunoviene al Padre, se non permezzo di me”.Il messaggio del Vangeloracchiude tre distintielementi: un annuncio,un comando e unachiamata. Annuncia labuona notizia della reden-zione compiuta inmisericordia; comanda atutti gli uomini in ogni luogodi ravvedersi; chiama tuttigli uomini ad arrendersi allecondizioni della grazia,

credendo in Gesù Cristo comeSignore e Salvatore.Tutti dobbiamo scegliere se vogliamo obbedireal Vangelo, o respingerlo in incredulità rigettandola sua autorità.

La scelta è nostra, ma le conseguenze dellascelta sono già state stabilite dalla volontàsovrana di Dio, e non c’é appello.

(da “Conoscere il Santo” di A.W.Tozer)

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natura di Dio, trasmessa a tutti i Suoi sudditi e a tutti quelliche lo abiteranno. Sarà una questione di che cosa saremo“costituiti”. La differenza è tra perire rimanendone fuori, oavere vita eterna entrandovi, e si può avere questa vita soloattraverso una nascita. Quindi, se il Regno di Dio è la cosaassoluta e definitiva, è per questo motivo che dobbiamonascere di nuovo, e non c’è altro modo di entrare a far partedi quella realtà se non attraverso una nuova nascita, tutto lì.Così , quando ti senti sfidato dalla domanda: “Che significaessere nato di nuovo, essere un Cristiano?” Puoi dire :Significa aver ricevuto una vita interiore più profonda dellavita naturale, e questa vita sta conquistando terreno,conquista sempre più terreno e fa la differenza, e questo èil motivo per cui io non faccio certe cose che tu fai. Non èche abbia preso la decisione di non farle, o che abbia fattouna lista di cose che devo o non devo fare, che posso o nonposso fare, che sarebbe buono o no che facessi. E’ sempli-cemente che è successo dentro di me qualcosa che ha fattoquesta differenza, e sto seguendo le leggi di un altro tipo divita che è all’opera dentro di me, non è assolutamente unfatto di di legalismo. Questa è la differenza, questo ènascere di nuovo, e perché dobbiamo nascere di nuovo.Alla fine ci sarà un solo regno, il Regno di Dio, e tu puoientrare in questo Regno nascendo di nuovo. Sarai o fuori,o dentro, e se vuoi farne parte, devi nascere di nuovo.

Come si Nasce di Nuovo?

Ora, come si fa a nascere di nuovo? Cosa dobbiamo fareper nascere di nuovo? Bene, il primo passo è riconoscere lanostra natura peccaminosa. No, non si tratta di riconoscereche abbiamo fatto delle cose sbagliate, che abbiamocommesso dei peccati questo non è sufficiente. Molticredono che diventare un Cristiano consista nel confessaredi aver fatto questo o quello sbaglio, e poi chiedereperdono a Dio promettendo di non farlo più.Non è così. Non è una questione di peccati ma di peccato,ossia non di quello che facciamo o non facciamo, ma diquello che siamo. Nessuno mai arriva a Dio riconoscendoun certo numero di peccati, anche se fossero così tanti daformare una montagna. Non è quello il modo per arrivare aDio, poiché Dio, dei nostri peccati, ne conosce molti, moltidi più di quanti ne possiamo confessare. Quello che Eglichiede è che riconosciamo la nostra natura di peccato,quello che siamo in noi stessi, e quindi, alla luce di questo,che riconosciamo Cristo come Figlio di Dio.C’è un fatto molto importante legato a questo. Forse tiaspettavi che dicevo – che riconosciamo Cristo comeSalvatore -, ma non ho detto quello, bensì Cristo comeFiglio di Dio. Se guardiamo il Nuovo Testamento, è quelloche gli uomini dovettero riconoscere a partire dallaPentecoste in poi, cioè che Gesù è il Figlio di Dio. Perché?Essere figlio implica qualcosa, implica un padre e qualcunoche è generato, e questo ci mette immediatamente a contattocon la realtà di una relazione familiare, col fatto di entrare afar parte di una famiglia. La porta per entrare in essa è ilSignore Gesù, il Primogenito. E’ Lui la via d’ingresso,

e quindi devi arrivare a riconoscerLo, non come un grandeprofeta, un grande maestro, un uomo buono, il migliore chesia mai vissuto sulla terra, ma devi riconoscere quellarelazione unica, e che noi per nostra natura non siamo figlidi Dio allo stesso modo. Non esiste, essenzialmente, unacosa come la Paternità universale di Dio e la fratellanzauniversale dell’uomo. Si tratta di una sciocchezza,un’assurdità, non ci porta da nessuna parte. Questa Paternità èuna Paternità peculiare, e la condizione di Figlio di GesùCristo è una condizione unica, quella relazione familiare ètotale, e c’è un solo modo per entrarne a far parte, attraversoGesù nella Sua condizione di Figlio. Oh, Satana sa questo molto bene. Probabilmente non c’ènulla nella storia in cui Satana si è dato tanto da fare, comenegare proprio il fatto essenziale della condizione di GesùCristo come Figlio. Attraverso le epoche la sola cosa versocui ha indirizzato tutti i suoi colpi e le sue astute ed esperteattenzioni è stata quella realtà, nella sua completezza,esclusività e unicità. In tutte le false dottrine della storia sicela da qualche parte quell’elemento. Così, riconoscereGesù come Figlio di Dio per la nostra salvezza è la via perla nuova nascita.E poi un atto risoluto d’impegno e di accettazione per fede.Riconoscere che non sono essenzialmente uno che commettepeccati, ma un peccatore di natura. Gesù Cristo è il Figliodi Dio di un genere diverso. Io, attraverso un atto definitivod’impegno e accettazione per fede, entro in una relazione difede con Cristo, affinché Egli mi porti a far parte di quellafamiglia, che è un tipo di famiglia totalmente distinta!Potete ora afferrarlo? Cos’è nascere di nuovo? Perché sideve nascere di nuovo e come si nasce di nuovo? Rispon-derete a queste domande in modo semplice? Se qualcunonon sapeva cos’è l’essere nati di nuovo, in breve è quello.Ora sapete la via, se anche qualcuno aveva perplessitàriguardo a quel discorso, ossia la differenza fra buone eamabilissime persone che non fanno alcuna professione dicristianesimo, e cristiani che sembra abbiano lasciato perderel’intera questione o, forse, perplessità per quello che ancoravedi in te stesso. Ti chiedi, “ma, dopo tutto, fa davverotanta differenza, dov’è veramente la differenza? Mi sembradi vedere che tanti cristiani nemmeno arrivano al livello dimolti che non lo sono! Che senso ha ? “C’è una risposta, edè una risposta molto reale. Non ho esposto tutti i fatti, macomunque c’è una risposta concreta. E perché? Beh, nonc’è motivo più impellente per dover nascere di nuovo che ilfatto che il Regno di Dio è la cosa che governerà ogni cosa.La questione più importante che ognuno deve affrontare èse farà parte o no di quel Regno. Allora, se è così, se siamopersuasi che si tratti di qualcosa che dobbiamo consideraremolto seriamente, dobbiamo chiederci di cosa si tratta;com’è fatto, in quale modo possiamo entrare. Potete oradare quella risposta? Siete arrivati tutti a questa conclu-sione? Spero che il Signore possa usare questa sempliceriflessione per confermarci, per darci chiarezza e nuovagioia.

Autore sconosciuto

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Qualcuno potrà sentirsioffeso da questo articolo,ma vi prego di guardare a

questi princìpi con cuore sincero.Nel turbinio della nostra movi-mentata società occidentale,possiamo vedere il desiderio disentirsi soddisfatti e di riempire il vuotoche sentiamo nelle nostre vite quotidiane.Questo può assumere diversi aspetti. Si puòtrattare di un oggetto materiale che ci dà un senso disicurezza o valore. Può essere una relazione, o forse unanimale domestico. Per qualcuno sono gli avvenimentisportivi e l’emozione per la vittoria della propria squadra,soprattutto se essa viene dalla loro città ed è parte delloro retaggio culturale, il che fa sentire orgogliosi.L’elenco è infinito. Vediamo persone amanti dell’avven-tura che rischiano la vita in paesi lontani e fanno provedi sopravvivenza in luoghi esotici e remoti. Altri sispingono fino al limite, saltando nel cosiddetto“bungee jumping” o facendo paracadutismo acrobatico,rischiando letteralemente le loro vite per provarel’adrenalina di una emozione passeggera.

La maggior parte delle persone non fanno, né vorrebberomai fare quelle cose, ma vedono quelli che le fannocome persone realizzate e soddisfatte della vita.

Ci sono poi quelli che cercano di riempire questo vuotocon la cosiddetta religione, con forme di culto, rituali ocon la meditazione. Molti provano regolarmente droghe,sigarette, alcool e immoralità, sperando di colmare quelvuoto che sentono. Non importa quale mezzo proviamo,il “succo” è sempre lo stesso: è un tentativo di riempireil vuoto della nostra anima. Una volta mi emozionavamolto leggere e guardare la vita dello scrittore americanoErnest Hemingway. Egli combattè nella Prima GuerraMondiale e rimase ferito. Fu un esperto pilota d’aerei, edanche grande appassionato di safari in Africa. Hemingwaycacciò ed uccise gli animali più selvaggi, e mostrò i suoitrofei a tutto il mondo. Era un tiratore scelto ed eccellettein questa disciplina ovunque andò. La sua vita sembravauna continua avventura. Uno dei tanti luoghi in cui misesu casa fu Cuba, dove visse la vita esotica di un autore disuccesso. Frequentò personaggi famosi di Hollywood, esposò stelle del cinema. Io lo guardavo con ammirazione,e avrei voluto essere come lui. Volevo godere la vitacome aveva fatto lui. Sembrava che vivesse “al massimo”.Visto da fuori, Hemingway dava l’impressione di essereriuscito a riempire quel vuoto che c’è nel cuore di ogniessere umano.

Rimasi grandemente stupito quando ricevetti la notiziache Hemingway si era messo la canna di un fucile in

bocca e aveva premuto il grilletto,commettendo un orribile suicidio.Mi chiesi “com’è possibile, conquella vita così piena”? Ma riflet-tendo su quella tragedia, compresimeglio. Era un uomo incline alla bestem-mia, alla depressione e all’alcolismo.Hemingway era una persona frustrata checomprese ben poco del significato della vita.Ogni cosa che fece per colmare il vuoto della suaesistenza finiva solo col lasciarlo ancora più vuoto.Visse una vita alla ricerca ma, come succede a molti,cercò sempre nei posti sbagliati.

Molti vedono Hitler come una persona crudele esenza emozioni, nè riguardo per la vita degli altri.Ma è interessante notare che quelli che stavanovicini a lui lo conoscevano anche come un uomo cheamava la presenza dei bambini. Ne organizzavaregolarmente grandi raduni nella sua villa diBerchesgarten e li faceva divertire. Amava la loropresenza, e apprezzava il loro affetto. Lo chiamavanolo zio Hitler, ed egli diceva che i bambini riempivanola solitudine della sua vita.Da giovane amava dipingere, e cercò di diventare unartista di successo. Era la sua passione, sentiva cheera lo scopo della sua vita. Esprimere la bellezza delcreato per mezzo dei suoi quadri lo faceva sentiresoddisfatto, ma non riuscì mai ad avere successo nelcampo dell’arte. Andò in guerra rimanendoseriamente ferito, e questo fatto lo spinse a rivederecompletamente la sua vita. Arrivò a sentire unenorme vuoto nel suo cuore, e si rivolse alla politicaper cercare di riempire il suo vuoto interiore. Avevafallito in tutti gli altri tentativi di sentirsi realizzato, epensava di aver finalmente trovato la risposta. Hitlerfece una profonda introspezione e si interrogò sulperché la sua vita fosse stata risparmiata in guerra.Perché fosse ancora lì, e quale fosse la sua chiamata

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nella storia. Nella sua ricerca di soddisfazione epienezza interiori, anziché rivolgersi a Dio,cercò una guida nell’occultismo. Dominare ilmondo divenne il suo mantra, e si convinse cheil suo essere interiore si sarebbe realizzato seavesse raggiunto quell’obbiettivo. Hitler fallìnuovamente, ma questa volta fu probabilmente

per l’eternità.

Gengis Khan fu molto simile a Hitlernella sua ricerca di appagamentointeriore. Non solo fondò unodegli imperi più grandi ditutti i tempi, lasciandosi

dietro milioni dimorti, ma cercòanche di immorta-lare il suo nomenella storia met-tendo al mondomigliaia di bambini.

Violentò sia principessee regine, che giovani con-

tadine. La sua lussuria nonaveva fine, ma a dispetto delle

tante donne stuprate, il suo uomointeriore diventò sempre più vuoto.Morì deluso e irrealizzato, nonostanteavesse fondato l’Impero Mongolo,uno dei più vasti del mondo, e avesselasciato l’impronta del suo DNA intutta l’Asia, fino ai giorni nostri. Maneanche tali imprese poteronoriempire il vuoto che Dio avevamesso in quell’uomo.

Potremmo parlare di Napoleone,Giulio Cesare, Mussolini e molti,molti altri. La fine della storia èsempre la stessa: anche seconquistassi il mondo intero edappagassi tutti i tuoi desideri, nullariempirebbe quel vuoto che Dioha creato per Sè.

Io ho sentito quel senso di vuoto adun’età molto giovane. Quandoavevo solo sedici anni, cominciai apensare che far soldi e avere una certareputazione avrebbe appagato il mioessere interiore. Siccome quando erobambino eravamo una famiglia povera,credevo che il mio senso di vuoto fossea motivo di quelle circostanze nellamia vita. Mi guardavo intorno, e tantepersone sembravano felici e soddi-sfatte perché avevano soldi, caselussuose e grandi macchine.

Pensavo che fosse quello il motivo per cui mi sentivovuoto, perché non avevo quelle cose. Volli andarealla Borsa Valori locale per vedere quelli che vende-vano e compravano titoli. Vedere il locale dove sieffettuavano gli scambi e il gran movimento deldenaro e degli affari, mi diede un senso di grandeeccitazione nell’anima. Non ebbi alcun dubbio: eraquella la mia vocazione. Così mi misi a cercare unimpiego. Chi mi fece il colloquio mi guardò e michiese: “Cosa stai cercando alla Borsa Valori J.C. diBradford? Stai forse cercando lavoro qui, nel settorescambi internazionali? Non è possibile, sei troppogiovane”. Spiegai che avrei potuto iniziare dal bassoe fare la “gavetta” lavorando sodo. Mi disse che nonc’era un lavoro umile adatto a uno come me. Maneanche questo mi dissuase dal cercare di inseguire ildesiderio del mio cuore, sentirmi realizzato, e allafine riuscii ad entrare nel mondo degli affari e dellebanche ad un’età molto giovane. Ma, come eraaccaduto a tutti gli uomini prima di me, scoprii che ilvuoto in me era troppo grande per essere colmato dauna tale carriera.

Quando frequentavo l’Istituto Commerciale mi capitòdi vedere un film, “Easy Rider”. Raccontava la storiadi due giovani frustrati che attraversavano gli StatiUniti sulle loro moto Harley Davidson, prendendodroghe e avendo avventure in tutte le città dovepassavano. Mi misi in testa di farlo anch’io. Compraipersino una bella moto. Trovandomi a discutere condei miei amici sul significato della nostra vita,condivisi con loro i miei sentimenti. Parlai dei mieisogni legati alla moto. Uno di loro mi chiese: “Chesarà, dopo che avrai attaversato gli USA in moto?Cosa farai? Clark, Hai visto come finisce il film?Quei due giovani hippie frustrati sono finiti ammaz-zati per la loro stupidità”. Ci ripensai subito, ecompresi che non era una buona idea. E’ facile cherincorriamo sempre qualcosa di nuovo, quandovediamo che l’ultima cosa non ha funzionato. Maperché mai dovrebbe riuscirci un altro futile tentativo?

Parliamo ora della chiesa, e del senso di vuotospirituale fra di noi. E’ difficile da ammettere,quando andiamo predicando che la risposta a quelvuoto è la vita spirituale. Ma abbiamo un problema!Ci dobbiamo chiedere perché fra di noi ci sonoregolarmente divisioni, conflitti, contese, intimidazionie manipolazioni. Ci sono sempre accuse nella vita diun credente. Abbiamo anche visto casi di suicidio.Questa è l’estrema conseguenza che testimonia di unvuoto spirituale e di una solitudine interiore. Moltiassumono una posizione di superiorità spirituale, amotivo di qualche dottrina o verità che stannovivendo. Si sentono superiori agli altri fratelli perquello che vivono o credono. Ma nei momenti ditranquillità, quando non c’è nessuno intorno a far

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loro i complimenti, sentono un senso di vuoto chel’auto-giustizia non riesce a colmare.

Non è una questione di cantare canti nuovi, o cantarli più alungo. Neanche di risvegli esteriori che poi si fermanodavanti ad una porta. Non è essere guidati da un super-leader che sembra spiritualmente perfetto. Né un grandeuomo di Dio, né qualcuno che viene da un risveglio dichiesa possono entrare in quella dimensione profonda delnostro cuore. Uno dei problemi è che stiamo cercando neiposti sbagliati.

A volte le persone si innamorano, evengono consumate da quellebrucianti emozioni interioriche danno motivazioni estimoli, e fanno vedere tuttostupendo. Ci sentiamofelici e sensibili ad ognicosa intorno a noi.Abbiamo messo unapersona nella nostra anima,e ci sentiamo quasi come“drogati” di felicità. La

persona più depressa può esseretrasformata. Non c’è più vuoto, solo

euforia ed un senso di totale completezza. Avete mai speri-mentato quello? Allora che succede a tante persone? Cre-dono di aver trovato la risposta! Cercano sempre di stareemotivamente sulla cresta dell’onda, e fanno di tutto pertrattenere quella condizione romantica, passando da unastoria d’amore all’altra (o da un matrimonio all’altro).Hollywood è un esempio perfetto di intensi momenti dipassione, idilli romantici, consumo di droghe,“bel mondo”, ma il brivido di essere sempre sui giornali esul grande schermo dura solo un momento. Quelli che lovivono, scoprono presto che non è quella la risposta chestanno cercando al vuoto della loro vita, ma una portaaperta alla depressione, alla solitudine e alla morte. I centridi riabilitazione sono pieni di persone pronte a pagarequalsiasi cifra, pur di riempire quel senso di vuoto chesembra diventare sempre più profondo, più aumentano ivani sforzi di trovare una risposta. Il senso di solitudine èuna delle ragioni per cui sentiamo un vuoto nella nostravita. Possiamo trovarci con altre persone, ma sentirciancora soli. Ma la causa del nostro senso di solitudinepossono essere tante cose. Possiamo sentirci respinti dacoloro che amiamo. Siamo stati traditi e ci è stato mentito.Pensiamo che nessuno si interessa di noi, neanche sedovessimo morire. Il senso di rigetto è un sentimentoterribile, e produce un vuoto nel nostro essere interiore,portando depressione ed auto-commiserazione.

Allora, qual’è la risposta? L’apostolo Paolo la conoscevabene, quando rimase per anni a languire in una prigione.Chiese a quelli che amava di andarlo a trovare. Incoraggiòaltri a farsi forza. Paolo potè vedere che la sua forzainteriore dipendeva dal tenere i suoi occhi su Gesù per

ricevere quello di cui aveva bisogno, e aiutò altri arealizzarlo. E’ evidente che soffrì la solitudine. Paolo fuabbandonato da molti che gli erano stati vicini, e fu falsa-mente accusato. In ogni frangente della sua vita fu traditoda quelli che avrebbero dovuto amarlo di più. Avrebbepotuto sentire un senso di vuoto come ben pochi di noihanno mai sperimentato, e manifestarlo. Ma egli non fececosì, anzi ci mostrò la risposta; il suo vuoto fu colmatodall’amore che mostrò agli altri, anche quelli che non lomeritavano.

Riempire il nostro vuoto non è seguire un clichè religioso ofare una dichiarazione di fede, poiché per certo molti hannoprovato a farlo, solo per scoprire che con l’andar del tempoquel vuoto tornava. La risposta è là dove il vuoto risiede,nel nostro essere più nascosto. Quella brama che Dio hamesso nei nostri cuori è per il cielo, un posto migliore, e unmiglior paese. Per essere più precisi, è il paese della nostrastirpe. E’ la nostra patria! E’ dove ci incontreremo econverseremo con i nostri antenati credenti. Avremo conloro una comunione che ci emozionerà. Gioiremo nelriunirci con il nostro popolo, che fa le cose in un modo anoi familiare, e parla una lingua a noi familiare.Ci sentiremo completamente a nostro agio in lorocompagnia. Il nostro uomo interiore, un tempo vuoto, saràvivificato in un’esplosione di completezza, che nulla inquesta vita potrebbe mai eguagliare. E sapremo che siamo acasa, insieme alla nostra vera famiglia. Realizzeremoperché prima fosse impossibile sentirci completi, perché lavecchia terra non è mai stata il luogo a noi destinato.Quando i cieli si apriranno, come è stato per Stefano, evedremo Gesù seduto alla destra del Padre, non sentiremomai più quel senso di vuoto. E’ difficile sentire un vuotointeriore quando realizziamo che il Paradiso non è lontanoma proprio davanti a noi, quando comprendiamo davveroche casa nostra è così vicina, e presto ci arriveremo. Quellasperanza e consapevolezza sono un aiuto per camminaregiorno dopo giorno senza avvertire quel vuoto che tantiprovano. Il suicidio è l’espressione estrema della mancanzadi speranza nel futuro. Fede e speranza in un’eternitàinsieme a Gesù sono la massima espressione di veritàinteriore. Siamo stati creati con il pensiero dell’eternità neinostri cuori, e nulla al di fuori dell’eternità li può riempire.E sarà così, come Dio lo ha promesso a coloro che Loamano. Il nostro essere interiore sarà uno con Dio. Saremopiù vicini a Dio di quanto non lo sia stato Adamo. Non cisaranno più lacrime, solitudine, o tristezza. Non soffriremomai più amarezza, tradimenti o frustrazione. Solo la gioiariempirà ogni parte del nostro uomo interiore,e realizzeremo finalmente ciò per cui siamo stati creati:PORTARE GIOIA AL NOSTRO PADRE E CREATORE.

Ma in questo tempo ho bisogno di pazienza, mentredesidero essere uno con Lui, il mio Padre Celeste, e contutti voi, miei cari fratelli.

Fratello Clark

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