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Seminario “Le novità in materia di prevenzione incendi” 28 Novembre 2019 Seminario “Le novità in materia di prevenzione incendi” - 28 Novembre 2019

“Il Codice di Prevenzione Incendida Facoltativo a Cogente”

Il Codice e le novità introdotte dal DM 12 aprile 2019 e DM 18 ottobre 2019

Relatore: Ispettore Antincendio Ruggero PutotoComando Vigili del Fuoco di Pisa

Seminario “Le novità in materia di prevenzione incendi”

Unione Industriale Pisana e Ordine Professionale degli Ingegneri di Pisa

Comando Vigili del Fuoco di Pisa Auditorium “G.A. Agnelli” - 28 Novembre 2019


PUTOTO RuggeroComando VV.F. Pisa


Processo di semplificazione

Il Codice nasce all’interno di un processo di reale “semplificazione” dei procedimenti amministrativi rendere l’azione della Pubblica Amministrazione più trasparente, efficiente ed efficace e rivolta a soddisfare bisogni collettivi in maniera diretta e immediata.

In sintesi eliminare un po' di "burocrazia” e fornire strumenti di lavoro, amministrativi e tecnici, più veloci e più snelli.

Seminario “Le novità in materia di prevenzione incendi” 28 Novembre 2019 -

Seminario “Le novità in materia di prevenzione incendi” - 28 Novembre 2019

https://it.wikipedia.org/wiki/Pubblica_Amministrazione




Semplificazione = meno ingerenza dello Stato, facilitazioni per i cittadini



Maggiori responsabilità dei titolari delle attività e dei tecnici.





Primo atto DPR 151/2011 con una revisione del sistema amministrativo - procedurale di prevenzione incendi.

Modifica dell’elenco delle attività soggette ai controlli di Prevenzione Incendi, con l’abolizione del DM 16.02.1982 e DPR 689/59 all. A e B, passando da oltre 100 attività a 80;

Suddivisione della attività in base al al reale rischio di incendio …. Principio di Proporzionalità;

Liberalizzazione delle piccoleattività (ctg. A);

Adozione della S.C.I.A. di Prevenzione Incendi.

Processo di semplificazione – DPR 151/2011






SCIA in base al quale ogni atto di “autorizzazione” è sostituito è sostituito da una Segnalazione corredata da dichiarazioni – attestazioni - da una Segnalazione corredata da dichiarazioni – attestazioni - asseverazione di tecnici abilitati;asseverazione di tecnici abilitati;

Asseverazione che deve attestare e comprovare “la conformità dell’attività ai requisiti di prevenzione incendi e di sicurezza antincendio”.

Si sposta il “controllo” dai Vigili del Fuoco al Titolare dell’attività e il suo “Tecnico/Consulente Antincendio” con le relative responsabilità.

La SCIA VVF






Secondo atto Semplificazione della normativa tecnica.

Le regole tecniche dei Vigili del Fuoco, dove esistenti, sono state emanate nel 1934, per passare al 1951, per arrivare alle regole più recenti, ma la maggior parte sono datate.




CAOSCAOS ORDINEORDINE




D.M. 3 agosto 2015: “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi

dell'art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139” .

Il Codice di Prevenzione Incendi

Entrato in vigore il 18.11.2015






“Parole chiave” del Codice






Disporre di un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche;

Semplificazione delle regole di prevenzione incendi - meno prescrittive, più prestazionali;

Individuare regole sostenibili, proporzionate al rischio reale, che garantiscano comunque un pari livello di sicurezza;

Fare in modo che le norme VVF si occupino solo di “antincendio”;

Flessibilità con possibilità di scegliere fra diverse soluzioni;

Favorire l’utilizzo dei metodi dell’Ingegneria antincendio.

Obiettivi del Codice






Differenti tipi di Approccio

Approccio Prescrittivo

Semplice riscontro ed applicazione di regole tecniche già definite «a priori» che «impongono» un livello minimo di sicurezza;

Regole tecniche di più «facile» applicazione;

Minore responsabilità da parte del progettista;

Nessun contributo alternativo può essere apportato dal progettista se non con la Deroga;

Notevoli casi in cui la Regola tecnica non risulta applicabile (Troppo rigida)

Le Prestazioni e la Qualità sono scelte dal Normatore in modo univoco.

Approccio Semi/Prestazionale

Il Progettista ed il Committente definiscono il livello di prestazione necessario con maggiore dettaglio nella definizione delle condizioni di Rischio;

Maggiore responsabilità da parte del progettista;

Possibilità di supplire alle lacune della norma con analisi di tipo scientifico;

Maggiore impegno di risorse e tempi nella fase di progettazione;

Adozione di un Sistema di G.S.A. in grado di mantenere il livello assunto dallo scenario di incendio definito dal progettista.

Variazioni limitate Variazioni “teoricamente” illimitate






Differenti tipi di Approccio



Processo interattivo di retroazione;

Studio di sensibilità del sistema complesso;

Oggi la progettazione antincendio è analoga a tutte le altre tipologie di progettazione ingegneristica.

Processo lineare senza retroazione;

Nessuna valutazione complessiva del sistema;

Estremamente semplice ma troppo rigido.

Vecchio sistema Nuovo sistema




E’ UNO STRUMENTO “PRESCRITTIVO” CHE NASCE E’ UNO STRUMENTO “PRESCRITTIVO” CHE NASCE DALL’APPLICAZIONE DEL METODO DALL’APPLICAZIONE DEL METODO

“PRESTAZIONALE”“PRESTAZIONALE”

Metodo prestazionale che permette di:

Verificare in modo dettagliato l’obiettivo di sicurezza raggiunto in relazione alla verosimile situazione che potrebbe riscontrarsi in caso di incendio;

Definire in modo puntuale i fattori di sicurezza utilizzati;

Consentire di individuare soluzioni più vantaggiose economicamente.

Cos’è il Codice di prevenzione incendi?






Approccio Prestazionale



Fonte www.teknoring.it




Il Codice offre una nuova strategia progettuale

conferendo ai professionisti la “libertà” di

progettare superando le rigide prescrizioni e

deroghe obbligatorie.

Approccio Prestazionale






Obiettivi di Sicurezza 1/2

Gli obiettivi si intendono raggiunti se le attività sono progettate, realizzate e gestite in modo da:

i. minimizzare le cause di incendio o di esplosione;

ii. garantire la stabilità delle strutture portanti per un periodo di tempo

determinato;

iii. limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno

dell'attività;

iv. limitare la propagazione di un incendio ad attività contigue;

v. limitare gli effetti di un'esplosione;






Obiettivi di Sicurezza 1/2

vi. garantire la possibilità che gli occupanti lascino l'attività

autonomamente o che gli stessi siano soccorsi in altro modo;

vii. garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in

condizioni di sicurezza;

viii.tutelare gli edifici pregevoli per arte e storia;

ix. garantire la continuità d'esercizio per le opere strategiche;

x. prevenire il danno ambientale e limitare la compromissione

dell'ambiente in caso d'incendio.






FIRE SAFETY ENGINEERING



D.M. 09.05.2007 “Direttive per l’approccio ingegneristico della sicurezza antincendio”

Introduce i concetti fondamentali di scenario, incendio di progetto, potenza termica, condizioni al contorno, caratteristiche dell’attività e delle persone

presenti al suo interno.





E’ definita come applicazione di principi ingegneristici, di regole e di giudizi esperti basati sulla valutazione scientifica:

• del fenomeno della combustione, • degli effetti dell'incendio e • del comportamento umano,

finalizzati alla:

• tutela della vita umana, • alla protezione dei beni e dell'ambiente, • alla quantificazione dei rischi di incendio e dei relativi effetti• valutazione analitica delle misure antincendio ottimali, necessarie a

limitare entro livelli prestabiliti le conseguenze dell'incendio.









Col metodo FSE si possono risolvere 2 tipologie di problemi:

SALVAGUARDIA DELLA VITAFase pre-flashover, dipende essenzialmente dal movimento di fumi e calore nell'edificio ed è legato in prima approssimazione alla curva RHR ed alla qualità del focolare.

STABILITÀ STRUTTURALEFase post-flashover, dipende essenzialmente dall'energia prodotta dall'incendio (carico d'incendio) e dalle condizioni di ventilazione.




Sezione M – F.S.E. – METODI PRESTAZIONALI

LA METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE (allegato M.1)

SCENARI DI INCENDIO (allegato M.2)

SALVAGUARDIA DELLA VITA (allegato M.3)






Sezione M 1 – FIRE SAFETY ENGINEERING



ANALISI PRELIMINARE

ANALISI QUANTITATIVA

LA METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE







Definizione del progetto

Identificazione degli obiettivi di sicurezza antincendio

Definizione delle soglie di prestazione

Individuazione degli scenari di incendio di progetto

Elaborazione delle soluzioni progettuali

Valutazione delle soluzioni progettuali

Selezione delle soluzioni progettuali idonee

ANALISI PRELIMINARE

ANALISI QUANTITATIVA







Definizione del progettoANALISI PRELIMINARE

Il professionista antincendio identifica e documenta almeno i seguenti aspetti:

a. destinazione d'uso dell'attività ;

b. caratteristiche degli occupanti in relazione alla tipologia di edificio ed alla destinazione d’uso prevista.

c. eventuali vincoli progettuali derivanti da previsioni normative o da esigenze peculiari dell’attivita;

d. finalità della progettazione antincendio prestazionale;

S1 vie d'esodo più lungheS2 resistenza al fuoco

S3 ……………..




Sezione M 1 – FIRE SAFETY ENGINEERING - METODI



ANALISI PRELIMINARE

Quali obiettivi di sicurezza antincendio?

1 Salvaguardia degli occupanti;2 Salvaguardia dei soccorritori;3 Continuità d'esercizio a seguito di un evento incidentale;4 Il massimo danno tollerabile all'attività ed al suo contenuto;

Identificazione degli obiettivi di sicurezza

antincendio







ANALISI PRELIMINARE

SOGLIE DI PRESTAZIONE PER LA

VITA LIFE SAFETY CRITERIA

soglie impiegate per definire l'incapacitazione degli occupanti esposti al fuoco ed ai suoi prodotti

Effetti termici

Tossicità

Visibilità

Definizione delle soglie di prestazione







ANALISI PRELIMINARE

Gli scenari di incendio rappresentano la schematizzazione degli eventi che possono ragionevolmente verificarsi nell'attività in relazione alle caratteristiche

1) FOCOLARE

2) EDIFICIO

3) OCCUPANTI

Individuazione degli scenari di incendio di progetto







ANALISI PRELIMINARE Individuazione degli scenari di incendio di progetto

stato, tipo e quantitativo del combustibile; configurazione e posizione del combustibile; rateo di crescita del fuoco e picco della

potenza termica rilasciata (HRR max); rateo di sviluppo dei prodotti della

combustione; caratteristiche dell’edificio (geometria del

locale, condizioni di ventilazione interna ed esterna, stato delle porte e delle finestre, eventuale rottura di vetri, ecc.);

condizioni delle persone presenti (affollamento, stato psico-fisico, presenza di disabili, ecc.).







SCENARI DI INCENDIO

1

2

3



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SALVAGUARDIA DELLA VITA Metodi di calcolo - Criterio ASET >RSET

ASET, il tempo a disposizione degli occupanti per mettersi in salvo, dipende strettamente dalle interazioni nel sistema incendio-edificio-occupanti : la fuga degli occupanti è fortemente condizionata dalle geometrie dell’edificio ed è rallentata dagli effetti dell’incendio.






SALVAGUARDIA DELLA VITA Metodi di calcolo - Criterio ASET >RSET

Verifica in funzione della esposizione a:

gas tossici (FED – Frazione Effettiva di Dose) gas irritanti (FEC – Frazione Effettiva di Concentrazione) all’irraggiamento (XFED) e della visibilità residua in presenza di fumi






SALVAGUARDIA DELLA VITA Metodi di calcolo di RSET







RSET è calcolato tra l’innesco dell’incendio ed il momento in cui gli occupanti dell’edificio raggiungono un luogo sicuro. Anche RSET dipende dalle interazioni del sistema incendio-edificio-occupanti.







ANALISI QUANTITATIVA Gestione della sicurezza Antincendio

La progettazione a attuazione del sistema GSA è necessario

per tenere sotto controllo tutti i parametri che hanno

determinato la scelta degli scenari di incendio.







ANALISI QUANTITATIVA Gestione della sicurezza Antincendio

Nell’ambito del programma per l’attuazione della GSA devono essere valutati ed esplicitati i provvedimenti presi relativamente a:

a. organizzazione del personale; b. identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dall’attività; c. controllo operativo; d. gestione delle modifiche; e. pianificazione di emergenza; f. sicurezza delle squadre di soccorso; g. controllo delle prestazioni; h. manutenzione dei sistemi di protezione; i. controllo e revisione.



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Maggiori responsabilità dei titolari delle attività e dei professionisti.


Ruolo del R.S.P.P. ????






Abolizione del “Doppio Binario”

Entrato in vigore il 20 ottobre 2019

Campo di applicazione del Codice e DM 12.04.19




Primo passaggio di un processo volto a rendere il Codicel’unico strumento di progettazione per la prevenzione incendi.

Modifica significantemente il “campo di applicazione” del Codice.







Le modifiche prevedono la parziale eliminazione del “doppio binario” per la progettazione antincendio delle attività soggette al controllo da parte dei Vigili del Fuoco”.

"DOPPIO BINARIO“ ovvero la possibilità che il professionista aveva di scegliere tra due "strade“ alternative:

applicazione di norme tradizionali;

criteri generali di prevenzione e nel carattere finora interamente facoltativo del Codice.

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PIÙ BINARI

MILLE PENSIERI

"DISUNIFORMITÀ" di applicazione dei criteri di prevenzione incendida una provincia ad un'altra, ma anche nell'ambito della stessa provincia,

da un Funzionario VF all'altro.







Con il nuovo decreto vengono introdotti 2 elementi:

l'ampliamento del campo di applicazione (vengono inserite alcune nuove attività dell'allegato I al DPR 151/2011) diventando norma cogente per 42 attività su 80;

l'obbligatorietà dell'utilizzo del Codice per la progettazione delle attività tradizionalmente "non normate'', in sostituzione dei "criteri tecnici di prevenzione incendi".







Introduzione di alcune attività dell'allegato I al DPR 151/201.Da 19 a 26 Stabilimenti e impianti vari








RTV V.8/RTO

Introduzione di alcune attività dell'allegato I al DPR 151/201.69, 72 e 73





Il Codice è riferimento per la progettazione, la realizzazione e l’esercizio di attività:

“Sottosoglia”, (ossia che non rientrano nei limiti di assoggettabilità previsti nell’allegato I del D.P.R. 151/2011),

Non elencate nello citato D.P.R.151.

Il Codice diventa norma di prevenzione incendi per qualsiasi tipo di attività civile e industriale.

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Per le attività dell’allegato I al D.P.R. 151/2011 già regolate da specifica disposizione di prevenzione incendi e per le quali sono state emanate apposite RTV (alberghi, scuole, attività commerciali, uffici ed autorimesse)

permane in vigore il regime del cosiddetto

DOPPIO BINARIODOPPIO BINARIO

Ad esempio, il responsabile di un’attività ricettiva turistico alberghiera potrà ancora optare tra

l’applicazione del D.M. 9 aprile 1994 o del D.M. 9 agosto 2016 RTV V.5.








AttivitàDotate di RTV

(alberghi, scuole, attività commerciali, uffici ed

autorimesse)

Prive di RTVPrive di RTV ma

con Regola Tradizionale

Non soggette al

DPR 151

Nuove attività

Doppio binario

•Regole tradizionalie

•Codice (RTO+RTV)

Applicazione solo RTO: 9,14,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28, 29,30,31,32,33, 34,35,36,37,38,39,40,42,43,44,45, 46,47,50,51,52,53,54,56,57,63,64,66,67,69,70,71,73,75,76

Attività tipo:Ospedali, LPS, centrali termiche, gruppi elettrogeni, Distributori carburanti ecc..

Nessun cambiamento – si applicano le regole tradizionali

Il Codice è utilizzato come norma di riferimento

Attività esistenti

modifiche e/o

ampliamenti

Si applica:RTV se compatibile* ovvero regole tradizionali ovvero RTV a tutta l’attività

Si applica:RTO se compatibile* ovvero criteri generali di P.I. ovvero RTO a tutta l’attività.

Nessun cambiamento –

si applicano le regole tradizionali

* se l’applicazione della RTO/RTV dovesse prevedere l’intervento su strutture e/o impianti della stessa attività non oggetto di intervento, è consentito poter continuare ad applicare le normative di tipo tradizionale.





Struttura del Codice



Il "Codice“ è suddiviso in 4 Sezioni:

G - Generalità (termini, definizioni; progettazione antincendio; determinazione profili di rischio);

S - Strategia antincendio (misure antincendio, da reazione al fuoco a sicurezza impianti tecnologici);

V - Regole tecniche verticali (Aree a rischio specifico, atmosfere esplosive; vani ascensori, ecc … );

M - Metodi (ingegneria sicurezza antincendio, scenari progettazione prestazionale, salvaguardia vita).

“RTO”

“RTO”

“RTV”

“FSE”




È stata così avviata una revisione delle regole tecniche vigenti di prevenzione incendi (norme verticali).

Per le “RTV inserite nella RTO” è stata prevista l’eliminazione di tutte le misure tecniche non specificamente antincendio.

Solo “Antincendio”






Diverse soluzioni

La metodologia prevede soluzioni progettuali la possibilità di scelta fra:

Flessibilità Progettuale









Soluzioni Conformi

Soluzioni progettuali di immediata applicazione nei casi specificati che

garantiscono il raggiungimento del collegato livello di

prestazione e per le quali non è richiesto ulteriore

valutazione tecnica.

Soluzioni Alternative

Soluzione progettualialternative alle conformi,

per le quali il progettista è tenuto a dimostrare il

raggiungimento del collegato livello

Prestazionale utilizzando uno dei metodi di

progettazione della sicurezza antincendio.

Soluzioni in Deroga

Soluzione progettuali per le quali è richiesta

l'attivazione del procedimento di deroga

secondo la normativa vigente. È possibile di ricorrere alla deroga

ove non possano essere efficacemente applicate

né le soluzioni conformi, né quelle

alternative.Regole prescrittive analoghe a quelle

previste nel passato, con un limitato contributo

progettuale da parte del professionista.

Risposta agli obiettivi disicurezza mediante

riferimentiinternazionali, principialternativi, impiego di prodotti e tecnologie

innovative, FDS, provesperimentali.

Progettazione con unlivello di complessità

necessario perottemperare ai requisiti

minimi di sicurezzaprevisti per

l’attività.




Le soluzioni conformi soluzioni conformi cioè di tipo prescrittivo, costituiscono una

“imposizione” del livello minimo di sicurezza deciso dal normatore

ma valutato con metodologia ingegneristica prestazionale.







Sezione G - Generalità

E’ la parte più generale del codice ove sono forniti i vari termini e definizioni ai fini di una uniforme applicazione.

Prevenzione incendi: Funzione di interesse pubblico che consegue obiettivi di sicurezza della vita umana, tutela di beni e ambiente attraverso norme, misure, provvedimenti, ecc. intesi a evitare incendi o a limitarne le conseguenze (definizione simile a quella di cui all'art. 13 co. 1 del D.Lgs 8/3/2006, n. 139).






Sezione G – Termini, Definizioni e Simboli Grafici

• Attività• Opere e prodotti da Costruzione • Soggetti• Geometria• Compartimentazione• Esodo • Gestione della Sicurezza

Antincendio• Resistenza al Fuoco• Reazione al Fuoco• Protezione Attiva

• Operatività Antincendio• Aree a Rischio Specifico• Sostanze e Miscele Pericolose• Atmosfere Esplosive• Alimentazioni Elettriche• Ascensori• Ingegneria della Sicurezza

Antincendio• Tolleranze• Sigle e Linguaggio






Sezione G – Uso del Linguaggio

Prescrizioni cogenti: deve essere realizzato..., sia installato, é...

Indicazioni non obbligatorie: dovrebbe essere realizzato..., gli avverbi “generalmente” e “di norma” descrivono indicazioni non obbligatorie.

Suggerimenti: può essere installato..., modalità tecniche aggiuntive

Congiunzione “e”: collega condizioni che devono essere contemporaneamente valide: sia una che l'altra...(Operatore AND)

Congiunzione “o”: collega condizioni alternative o anche contemporanee: l'una, l'altra, entrambi le condizioni...(Operatore OR)

Operatore XOR: una condizione esclude necessariamente altre (es.“o l'una o l'altra ”), ciò viene esplicitamente segnalato nel testo.






Logica Applicativa






Ipotesi progettuale fondamentale



• In condizioni ordinarie, l'incendio di un'attività ha origine da un solo punto di innesco.Escluso incendio doloso o eventi estremi (es. catastrofi, azioni terroristiche, ...)

• Il rischio di incendio di un'attività non può essere ridotto a zero:

• Le misure antincendio sono selezionate per minimizzare il rischio di incendio, in termini di probabilità e di conseguenze, entro limiti considerati accettabili.




Profili di Rischio






Livello di prestazione

Profilo Rischio Vita

tα : il tempo per raggiungere RHR = 1 MW.






Profilo Rischio Beni - Ambiente

R Ambiente

R Beni

PIANI DI P.C. E D.C.Su richiesta titolare attività



Il progettista valuta il profilo di rischio Rambiente in caso di

incendio, distinguendo gli ambiti dell’attività nei quali tale profilo di rischio è significativo, da quelli ove è non significativo.

La presenza di materiali stoccati in attività ricadenti nel campo di applicazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” può dare luogo ad Rambiente

significativo.

per arte e storia o beni contenuti




Sono indicati:

Le 10 misure antincendio (strumenti di prevenzione, protezione e

gestionali per la riduzione del rischio d’incendio),

I criteri per l’attribuzione dei livelli di prestazione (I, II, III, ecc...)

La scelta delle soluzioni progettuali.

Sezione S - Strategia antincendio






Strategia antincendio

1. Devono essere applicate tutte le misure antincendio della RTO attribuendo i livelli di prestazione secondo i criteri in esse definiti.

2. Devono essere altresì applicate le prescrizioni dei capitoli V.1 (aree a rischio specifico) e, ove pertinenti, V.3 (vani degli ascensori).



S da 1 a 10S da 1 a 10




Sezione S 2 – Resistenza al Fuoco






Elementi strutturali principali : Sono quegli elementi strutturali il cui cedimento per effetto dell’incendio comprometta almeno una delle seguenti capacità:

− la capacita portante di altre parti della struttura;− l’efficacia di elementi costruttivi di compartimentazione;− l’efficacia di impianti di protezione attiva;− l’esodo per gli occupanti e per i soccorritori










Calcolo del carico di incendio

DM 09.03.2007 - Claraf 2.0 DM 03.08.2015 RTO - Claraf 3.0




Sezione S 3 – Compartimentazione






Piano radiante

Elementi radianti

Piastre radianti

Sezione S 3 – Compartimentazione



CALCOLO DISTANZA DI SEPARAZIONE

in spazio a cielo libero tra ambiti della stessa attività o tra attività diverse, che consente di limitare l'irraggiamento termico dell'incendio sul bersaglio ad una soglia pari a:

Esoglia ≤ 12,6 kW/m2




Sezione S 4 – Esodo









SISTEMA D'ESODO

Insieme delle misure antincendio di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro autonomamente o con assistenza prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano.

Quali sono le procedure di esodo ammesse?

1. Esodo simultaneo;

2. Esodo per fasi;

3. Esodo orizzontale progressivo;

4. Protezione sul posto.




LUOGO SICURO

Luogo ove non esiste pericolo per gli occupanti che vi stazionano o transitano in caso di incendio, idoneo a contenere gli occupanti

Superficie ≥ 0,70 m2/pers per deambulanti≥ 2,25 m2/pers per non deambulanti

- Pubblica via;- Spazio scoperto esterno, collegato alla pubblica via, non investito

dall'incendio (es. irraggiamento, fumo, crollo, ...).

Irraggiamento su occupanti ≤ 2,5 kW/mIrraggiamento su occupanti ≤ 2,5 kW/m22..










LARGHEZZA VIE D'ESODO ORIZZONTALI







DIMENSIONE GRADINI E PENDENZA RAMPE







CONVERGENZA DI FLUSSI







ESODO IN PRESENZA DI DISABILITA

Le diverse disabilita (motorie, sensoriali, cognitive, ecc.), temporanee o permanenti, delle persone che frequentano le attività sono considerate parte parte integranteintegrante della progettazione della sicurezza antincendio.




Sezione S 6 – Controllo dell’incendio






Sezione S 6 – Controllo dell’incendio



RETE DI IDRANTI (RI)

Protezione interna: preferibili naspi in attività civili; idranti a muro per le altre attività.

Protezione esterna: anche collegati a rete pubblica, a condizione che:

idranti nelle immediate vicinanze (es. entro 100m del confine dell'attività);

rete in grado di erogare la portata prevista (attestata da professionista antincendio).

La rete idranti realizzata secondo le norme UNI 10779 è considerata soluzione conforme




Sezione S 9 – Operatività Antincendio









Scopo: agevolare l’effettuazione di interventi di soccorso dei Vigili del Fuoco in tutte le attività.

“Colonna a secco” del sistema di protezione a idranti:

Dispositivo di lotta contro l'incendio ad uso dei VVF, comprendente una tubazione rigida metallica che percorre verticalmente le opere da costruzione, di norma all'interno di ciascuna via d'esodo verticale.







Accessibilità mezzi di soccorso

Sviluppo autoscala e posizioni accessibili:




Le RTV sono regole tecniche di prevenzione incendi applicabili ad

una precisa attività o ambiti di essa, con specifiche indicazioni

complementari o sostitutive di quelle previste dalla RTO.

Servono a caratterizzare meglio un’attività fornendo ulteriori

indicazioni rispetto a quelle già previste dal Codice.

“Ritenuto di dover definire, nell'ambito delle norme tecniche di cui al DM 3 agosto

2015, specifiche misure tecniche di prevenzione incendi per le attività di ……”

Sezione V – Regole Tecniche Verticali






Regola tecnica verticale “generica”

Codice RTV del Codice







L’obiettivo: realizzare un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche tradizionali

Attuali RTV:

V.1 - Aree a rischio specifico, V.2 - Aree a rischio per atmosfere esplosive, V.3 - Vani degli ascensori V.4 - Uffici (DM 08.06.2016) V.5 - Alberghi (DM 09.08.2016) V.6 - Autorimesse (DM 21.02.2017) V.7 - Scuole escluso Asili nido (DM 07.08.2017) V.8 - Attività commerciali (DM 23.11.2018)







RTV già esaminate dal CCTS di prossima pubblicazione:

Autorimesse – revisione della V.6 DM 21.02.2017 (previsto abbandono del DM 01.02.1986)

Asili Nido

Strutture Sanitarie – licenziata dal CCTS in data 16.10.2019 (per le case di riposo si applica la RTV V.5 strutture ricettive)

Impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti (necessaria individuazione nell’all.I del DPR 151/2011)







La Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica ha

condotto un’analisi statistica ed il monitoraggio sull’applicazione del

DM 3 agosto 2015 sulla base dei dati acquisiti tramite le Direzioni

Regionali VV.F., con periodo di riferimento dalla data di entrata in vigore

del decreto 18 novembre 2015 al 31 dicembre 2017, nonché quelli

acquisiti tramite l’applicativo Deroghe on line per l’anno 2018 (dati dal 1

gennaio al 31 dicembre 2018).

Cosa è successo in questo triennio?






Il monitoraggio è stato condotto secondo il seguente schema:

• Raffronto numero attività presentate con modalità “Codice” nei periodi 2015/2018 (1 gennaio – 31 dicembre 2018);

• Analisi puntuale dell’andamento dati anno 2018 approfondendo i seguenti aspetti:

numero pratiche per regione;

confronto applicazione di soluzioni conformi e soluzioni alternative;

esito della valutazione dei progetti;

attività del D.P.R. 151/2011 per le quali è stata applicata la modalità

“Codice”;

distribuzione del ricorso a misure antincendio in soluzione alternativa.

RISULTATO DEL MONITORAGGIO






Impiego del Codice in aumento (si è passati da 54 progetti/mese su base nazionale dei primi due anni e ½ di vigenza a 86 progetti/mese del 2018);

ricorso quasi esclusivo a soluzioni conformi;

costanza nel numero dei progetti con esclusivo ricorso a soluzioni conformi ;

applicazione del Codice non uniforme sul territorio nazionale non uniforme sul territorio nazionale (nelle 5 regioni del centro nord, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, sono stati presentati

circa il 60% dei progetti dell’intero territorio nazionale);

82% delle pratiche presentate evase con esito positivo (favorevole e favorevole condizionato);

Utilizzo delle soluzioni alternative in prevalenza per aspetti strutturali (resistenza al fuoco e compartimentazione), e per l’esodo delle persone.







11 tipologie di attività dell’allegato I al DPR 151/2011 contano il 70% circa del totale delle attività “RTO/RTV” presentate nell’anno 2018







Conclusioni

Poiché l’applicazione del Codice è in fase di aumento sul territorio nazionale è stato ritenuto che tale andamento potrebbe essere ulteriormente incentivato attraverso l’ampliamento del numero delle attività progettabili con approccio “RTO/RTV”, l’emanazione di altre RTV per attività specifiche e la revisione di alcuni punti del Codice sulla base delle osservazioni pervenute dai vari stakeholders.

Emanazione DM 12/4/2019

Revisione del Codice DM 30/10/2019







Ha coinvolto più di 2000 ingegneri – il 6,3% “professionisti antincendio” attualmente iscritti negli elenchi del Ministero dell’Interno - in merito ai progetti e alle richieste di deroghe che hanno fatto ricorso al Codice come metodo di progettazione.

L'indagine, ha rivelato:

un notevole interesse verso le nuove potenzialità introdotte dal Codice ma, allo stesso tempo, un utilizzo non diffuso dello stesso: oltre il 62% dei progettisti, infatti, pur avendo frequentato corsi di formazione incentrati sull’utilizzo del Codice, non ha provato ad utilizzarlo oppure ha rinunciato dopo un tentativo.

STRUMENTO TROPPO COMPLESSO???STRUMENTO TROPPO COMPLESSO???DIFFICOLTA’ ADATTARSI AL CAMBIAMENTO???DIFFICOLTA’ ADATTARSI AL CAMBIAMENTO???CODICE ignorato a vantaggio del più “consolidato” metodo prescrittivo???CODICE ignorato a vantaggio del più “consolidato” metodo prescrittivo???

Sondaggio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri







DECRETO 18 ottobre 2019

Modifiche all’allegato 1 al D.M. 3 agosto 2015, recante «Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto

legislativo 8 marzo 2006, n. 139».

In vigore dal 1 novembre 2019In vigore dal 1 novembre 2019

IL NUOVO CODICE




Revisione del Codice



Ritenuto necessario proseguire il percorso di aggiornamento delle vigenti disposizioni tecniche in materia di prevenzione incendi sulla base dei più aggiornati standard internazionali;

Ravvisata l’opportunità, in ragione dell’entità delle modifiche apportate, di sostituire integralmente alcune sezioni dell’allegato 1 al decreto del Ministro dell’interno del 3 agosto 2015, anche per favorire una più immediata lettura del testo;







Art. 1.Modifiche all’allegato 1 al decreto del Ministro dell’interno del 3 agosto 2015

1. È approvato l’allegato 1, che costituisce parte integrante del presente decreto, contenente le modifiche all’allegato 1 al DM 3 agosto 2015 relative alle seguenti sezioni:a) Sezione G - Generalità;b) Sezione S - Strategia antincendio;c) Sezione V - Regole tecniche verticali, limitatamente ai seguenti capitoli:

c.1) V.1 (Aree a rischio specifico);c.2) V.2 (Aree a rischio per atmosfere esplosive);c.3) V.3 (Vani degli ascensori);

d) Sezione M - Metodi.

2. L’allegato 1 di cui al comma 1 sostituisce integralmente l’allegato 1 al DM 3 agosto 2015.




Obiettivo

Migliorare la leggibilità del testo (spostamento di parti di testo, accorpamento di argomenti

affini, aggiunta di ulteriori definizioni e richiamo delle definizioni negli argomenti pertinenti)

Migliorare la comprensibilità del testo (aggiunta di note esplicative, aggiunta di esempi nei

casi più complessi, aggiunta di disegni)

Articolare maggiormente le soluzioni conformi in modo da renderle più aderenti

alle reali necessità e quindi meno onerose

Fornire sistematici indirizzi circa il ricorso alle soluzioni alternative

Risolvere alcune criticità riscontrate

Inserire alcuni elementi per un migliore raccordo con le RTV pubblicate e quelle

in via di approntamento







Sezione G.1, 2 e 3

Fatta chiarezza tra valutazione del rischio incendio e attribuzione dei profili di

rischio (G.2.6)

Eliminata distinzione attività normate/non normate, unificata la metodologia

generale di progettazione (G.2.6.1)

Rivisitati i metodi di progettazione e i metodi aggiuntivi di progettazione della

sicurezza antincendio (G.2.7)

Introdotto il concetto di “Disponibilità Superiore” per gli impianti di protezione

attiva ai quali viene affidata la certa riduzione del rilascio di energia (taglio della

curva RHR) con il conseguente risparmio delle altre misure di strategia

antincendio (G.2.10.2 e M.1.8)

Incrementati i dati per l’attribuzione semplificata dei δα alle attività (G.3.4)

Forniti indirizzi riguardanti la trattazione del RAmbiente(G.3.4)



Revisione del Codice - Aggiornamenti




Sezione S.1, 2, 3 e 4

Affrontare le problematiche afferenti la richiesta di reazione a fuoco dei cavi e

delle condotte preisolate (Tab. S.1.8)

Prevista la possibilità di avere compartimenti multipiano anche a quote

superiori alla quota del piano di riferimento tra 12 e 32m purché il dislivello tra i

piani non superi i 7m (Tab. S.3-7)

Apportate alcune modifiche ai valori massimi delle compartimentazioni e

prevista una riduzione in caso di RAmbiente significativo (Tab. S.3-6)

Ammesso l’impiago si scale e dei marciapiedi mobili nonché porte automatiche

e tornelli per l’esodo a specifiche condizioni (S.4.5.5 e S.4.5.7)

Aggiornate allo standard internazionale le regole per i dispositivi di aprteura

delle porte (Tab. S.4-6)







Sezione S.4, 5, 6, 8 e 9

Revisione del calcolo dei corridoi ciechi con la possibilità di scorporo di una

porzione degli stessi in determinate condizioni. La lunghezza massima delle

porzioni di percorso da scorporare è funzione della densità di affollamento e di

alcune misure di protezione (S.4.8.2)

Estese casistiche per le larghezze minime delle vie di esodo orizzontali e

verticali (Tab. S.4-30 e S.4-34)

Aggiornata metodologia per la determinazione del numero di estintori (Tab.

S.6-5)

Introdotti sistemi di ventilazione orizzontale forzata del fumo e calore (SVOF)

finalizzati a favorire le operazioni di soccorso (S.8.6)

Fornite indicazioni per l’accesso al piano dei soccorritori (S.9.6)







Sezione RTV V.1-3 e Sezione M.1

Arricchita la guida alla trattazione delle aree a rischio specifico per tenere conto

anche del Rambiente (V.1.1 e V.1.2)

Aggiornata la procedura di valutazione del rischio esplosione e delle misure di

contenimento con maggior enfasi sulla prevenzione (V.2.2)

Ampliato in maniera esplicita il campo dei Metodi Ingegneristici che non si

concretizzano sempre con modellazioni numeriche dell’ambito di interesse ma

possono essere gestite con formule analitiche disponibili in letteratura. inoltre,

anche il ricorso alla modellazione (FDS) può essere fatto con riferimento ai

modelli avanzati ma nahce a più semplici modelli numerici (CFAS, OZONE

ecc…) (M.1.1)







Chiarito l'uso delle norme volontarie e la non cogenza delle stesse (G.1.4)

Chiarita la definizione di attività all'aperto (G.1.5 c. 6)

Chiarito ulteriormente il significato dei frequenti richiami di norme volontarie (G.1.25 c. 9)

Chiarito ruolo di progettista e professionista antincendio per i metodi di progettazione (G.2.7)

Rimosso Ci1, Ci2, Ci3 dalle previsioni esplicite del codice per consentire una gestione diretta dalla RTV. Per attività civili sotto soglia si possono comunque impiegare le previsioni per dormitori ed alberghi. (G.3.2.2 c. 2)

Semplificata la tematica riguardante il Rischio ambiente (G.3.4 c. 3)



Revisione del Codice - Modifiche




In caso di ricorso alle curve naturali per la valutazione della resistenza al fuoco, nel livello II di prestazione (soluzioni alternative), il tempo di resistenza al fuoco richiesto è pari al doppio del RSET con un minimo di 15 minuti e non più di 30 minuti (S.2.4.7 c.1)

Chiarita la distanza dal confine per livelli di prestazione I e II di resistenza al fuoco (S.2.4.6 comma 1 lett. b)

Precisate alcune caratteristiche del filtro a prova di fumo (S.3.5.5 c.1)

Ridotta la richiesta di requisito Sa delle chiusure per compartimenti a prova di fumo, ove il fumo è già sotto controllo (S.3.5.5 c.2)

Inserito requisito minimo per illuminazione di sicurezza, oltre a previsione normativa (S.4.5.10 c. 2)

Chiarito che l'affollamento stabilito in S.4 è massimo per l'attività e che il titolare può comunque dichiarare affollamento inferiore. (S.4.6.2 c. 1)



Principali Modifiche del Codice




Ulteriormente semplificata la determinazione della porzione omissibile del corridoio cieco (S.4.8.2 c. 3)

Migliorate le indicazioni per l'inclusione in S.4 ed S.5

Chiarito l'impiego di materiali per le aperture tipo SEe per il controllo di fumi e calore (Tabella S.8-4)

Definita meglio la prescrizione per l'avvicinamento dei mezzi di soccorso alle attività (S.9)

Chiarita la necessità di valutazione del rischio per eventuali ostacoli mobili lungo i tapis roulant o scale mobili (S.10.6.5)

Previsione impiego di fluidi refrigeranti di nuova tipologia (S.10.6.10 c. 2)

Semplificato l’intero capitolo V.2



Principali Modifiche del Codice




La prevenzione incendi è una materia

“SPECIALISTICASPECIALISTICA“

dell’ingegneria progettuale che richiede:

PREPARAZIONE PREPARAZIONE tecnica approfondita

MENTALITÀ APERTA MENTALITÀ APERTA all’approccio prestazionale

ABBANDONOABBANDONO definitivo del sistema antincendio prescrittivo

DIFFUSIONE CAPILLARE DIFFUSIONE CAPILLARE contenuti, potenzialità e vantaggi

FORMAZIONE e AGGIORNAMENTO FORMAZIONE e AGGIORNAMENTO professionale continuo.

Conclusioni






Sono elementi fondamentali per un miglioramento delle competenze dei

Professionisti e dei Funzionari del CNVVF e necessari per accelerare

l’attuale resistenza al cambiamento, diffidenza e scarso entusiasmo

circa l’adozione del codice.

Processo che richiede tempo e che favorisce le giovani leve di

professionisti il cui approccio alla prevenzione incendi sarà privo di

condizionamenti del sistema prescrittivo.

Conclusioni






Conclusioni



Il Codice di Prevenzione Incendi da Facoltativo a …...“Approvazione di norme tecniche di...

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