Il cielo s’è fatto terra Come un sogno! · cuore e nelle nostre mani. E dalle mani di Dio il...

16
1 Sembra un sogno la profezia di Isaia che in questo tempo di Avvento ci ha prepara- to al Natale: “il lupo abiterà con l’agnello, la pantera con il capretto, un bambino metterà la sua mano in un nido di serpenti velenosi…”. Una visione bella come un sogno, irreale quanto un sogno, assurda come il sogno di Maria, una ragazzina che disse di sì alla maternità annunciata dal- l’angelo; come il sì trepidante di Giu- seppe; come il sì dei pastori affascinati dal canto degli angeli; come il sì sussurrato con emozione da tanti di noi in questa notte Santa di Natale. E anche noi, almeno per lo spazio di tempo di un sogno, ad immaginare un mondo in cui non ci saranno più stranieri, perché gli uomini avranno capito di essere fratelli; in cui non ci saranno più violenze alle donne e bambini, perché tutti ricono- sceranno il diritto di tutti alla vita fin dal primo istante e alla gioia di esistere; e non ci saranno più guerre e gli arsenali saran diventati magazzini dove i carri armati saran trasformati in trattori, le mitragliatri- ci in tosa erba da giardino e i bombardieri trasformati in cargo per il trasporto di medicinali e viveri; quando in questo no- stro fazzoletto di terra friulana i gemonesi si augureranno con il sorriso, ogni giorno: Buon Natate ! Questo sogno non è frutto di nostalgie infantili ma è rifarsi al grande sogno di Dio. E Dio pone i suoi sogni nel nostro cuore e nelle nostre mani. E dalle mani di Dio il mondo era uscito senza divisioni, morti e miseria, senza poveri perché non c’erano ricchi, senza aggressioni perché non c’era chi aggrediva. Natale ci riporta a quel mondo. Natale è l’iniziativa di Dio per ricominciare assieme a sognare con i suoi occhi e con il suo cuore. Ecco, spun- terà quel giorno! Non dipende da noi e dalle nostre decisioni il suo spuntare: sarà un dono, quando Dio vorrà, quando noi sentiremo nella notte il canto degli angeli. Non smettiamo il giorno dopo Natale di desiderare, di sognare ancora; non di- mentichiamo le origini della nostra storia di salvezza. Il sogno di Isaia ci dice di non abituarci al disordine di una storia vecchia di secoli di guerre fra terre vicine e lontane, di denun- ce fra fratelli per un’eredità mal gestita, di porte sbattute per incomprensioni in fami- glia, di fughe dalla verità per le droghe e l’alcol che ci succhiano il gusto della vita e della libertà… Alimentiamo in noi un sogno che ci invita a tenere acceso in noi il desiderio della novità di Dio. Quando il Signore verrà e il sogno si realizzerà ci sorprenderà, ma non ci troverà impreparati! E allora Gemona canterà ai sonnecchianti “pastori” del mondo: “Gloria a Dio su, in alto nel cielo, e pace agli uomini che il Signore ama”. Come un sogno! Come un sogno! ANNO LXXV - N. 4 l’arciprete monsignor Gastone Candusso DICEMBRE 2007 ...una ragazzina che disse di sì alla maternità annunciata dall’angelo... (segue a pagina 4) Il centro del Cristianesimo, il suo arco portante è Gesù Cristo. Pienamente uomo e pienamente Dio, che unisce umanità e divinità senza fratture. In un’unica realtà vivente. Senza Cristo non c’è fede cristiana. “Gesù concentra nella sua persona tutto il programma dei cristianesimo” dice Hans Küng: un programma di liberazione dalle forze del male e del peccato e di apertura all’avvento dei Regno di Dio. Migliaia di volumi sono stati scritti su di lui. Attorno a Gesù si è combattuto, e si combatte ancora, la più grande battaglia culturale del mondo moderno, almeno di quello occidentale. Gesù è l’uomo “più determinante per la fede”. E questo perché, scrive Karl Jaspers, “ha portato l’essere umano a un limite che è il più rivoluzionario di ogni storia. È arrivato in un luogo dove non c’è altro che Amore e Dio”. “La storia è gravida di Cristo”, punta a Cristo. Fiodor Dostoevskij fa dire al protagonista de I demoni: “Il punto cruciale della questione sta in questo: se un uomo imbevuto della civiltà moderna, un europeo, può ancora credere: crede proprio alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo. In questo sta tutta la fede”. Blaise Pascal, filosofo e studioso di fisi- ca, matematica e geometria: “Noi cono- sciamo Dio soltanto per mezzo di Gesù Cristo. Il Dio dei cristiani non è semplice- mente un Dio autore delle verità matema- tiche e dell’ordine cosmico. Tutti coloro che cercano Dio fuori di Gesù Cristo e si arrestano alla natura cadono nel deismo o nell’ateismo: due cose che la religione cristiana rifiuta quasi in ugual misura”. Il cielo s’è fatto terra

Transcript of Il cielo s’è fatto terra Come un sogno! · cuore e nelle nostre mani. E dalle mani di Dio il...

1

Sembra un sogno la profezia di Isaia chein questo tempo di Avvento ci ha prepara-to al Natale: “il lupo abiterà con l’agnello,la pantera con il capretto, un bambinometterà la sua mano in un nido di serpentivelenosi…”. Una visione bella come unsogno, irreale quanto un sogno, assurdacome il sogno di Maria, una ragazzina chedisse di sì alla maternità annunciata dal-l’angelo; come il sì trepidante di Giu-seppe; come il sì dei pastori affascinati dalcanto degli angeli; come il sì sussurratocon emozione da tanti di noi in questanotte Santa di Natale.E anche noi, almeno per lo spazio ditempo di un sogno, ad immaginare unmondo in cui non ci saranno più stranieri,perché gli uomini avranno capito di esserefratelli; in cui non ci saranno più violenzealle donne e bambini, perché tutti ricono-sceranno il diritto di tutti alla vita fin dalprimo istante e alla gioia di esistere; e nonci saranno più guerre e gli arsenali sarandiventati magazzini dove i carri armatisaran trasformati in trattori, le mitragliatri-

ci in tosa erba da giardino e i bombardieritrasformati in cargo per il trasporto dimedicinali e viveri; quando in questo no-stro fazzoletto di terra friulana i gemonesisi augureranno con il sorriso, ogni giorno:Buon Natate !Questo sogno non è frutto di nostalgieinfantili ma è rifarsi al grande sogno diDio. E Dio pone i suoi sogni nel nostrocuore e nelle nostre mani. E dalle mani diDio il mondo era uscito senza divisioni,morti e miseria, senza poveri perché nonc’erano ricchi, senza aggressioni perchénon c’era chi aggrediva. Natale ci riportaa quel mondo. Natale è l’iniziativa di Dioper ricominciare assieme a sognare con isuoi occhi e con il suo cuore. Ecco, spun-terà quel giorno! Non dipende da noi edalle nostre decisioni il suo spuntare: saràun dono, quando Dio vorrà, quando noisentiremo nella notte il canto degli angeli.Non smettiamo il giorno dopo Natale didesiderare, di sognare ancora; non di-mentichiamo le origini della nostra storiadi salvezza.Il sogno di Isaia ci dice di non abituarci aldisordine di una storia vecchia di secoli diguerre fra terre vicine e lontane, di denun-ce fra fratelli per un’eredità mal gestita, diporte sbattute per incomprensioni in fami-glia, di fughe dalla verità per le droghe el’alcol che ci succhiano il gusto della vitae della libertà…Alimentiamo in noi un sogno che ci invitaa tenere acceso in noi il desiderio dellanovità di Dio. Quando il Signore verrà e ilsogno si realizzerà ci sorprenderà, ma nonci troverà impreparati! E allora Gemonacanterà ai sonnecchianti “pastori” delmondo: “Gloria a Dio su, in alto nel cielo,e pace agli uomini che il Signore ama”.

Come un sogno!Come un sogno!

ANNO LXXV - N. 4

l’arcipretemonsignor Gastone Candusso

DICEMBRE 2007

...una ragazzina che disse di sì alla maternitàannunciata dall’angelo...(segue a pagina 4)

Il centro del Cristianesimo, il suo arcoportante è Gesù Cristo. Pienamenteuomo e pienamente Dio, che unisceumanità e divinità senza fratture. Inun’unica realtà vivente.

Senza Cristo non c’è fede cristiana.“Gesù concentra nella sua persona tutto ilprogramma dei cristianesimo” dice HansKüng: un programma di liberazione dalleforze del male e del peccato e di aperturaall’avvento dei Regno di Dio. Migliaia divolumi sono stati scritti su di lui. Attornoa Gesù si è combattuto, e si combatteancora, la più grande battaglia culturaledel mondo moderno, almeno di quellooccidentale.Gesù è l’uomo “più determinante per lafede”. E questo perché, scrive KarlJaspers, “ha portato l’essere umano a unlimite che è il più rivoluzionario di ognistoria. È arrivato in un luogo dove nonc’è altro che Amore e Dio”. “La storia ègravida di Cristo”, punta a Cristo. FiodorDostoevskij fa dire al protagonista de Idemoni: “Il punto cruciale della questionesta in questo: se un uomo imbevuto dellaciviltà moderna, un europeo, può ancoracredere: crede proprio alla divinità delFiglio di Dio, Gesù Cristo. In questo statutta la fede”. Blaise Pascal, filosofo e studioso di fisi-ca, matematica e geometria: “Noi cono-sciamo Dio soltanto per mezzo di GesùCristo. Il Dio dei cristiani non è semplice-mente un Dio autore delle verità matema-tiche e dell’ordine cosmico. Tutti coloroche cercano Dio fuori di Gesù Cristo e siarrestano alla natura cadono nel deismo onell’ateismo: due cose che la religionecristiana rifiuta quasi in ugual misura”.

Il cielo s’è fatto terra

2

Celebrazioni e appuntamenti del tempo di NataleNovena di Natale, in San RoccoDa lunedì 17 a venerdì 21 dicembre alle ore 18,30:Novena di Natale con S. Messa e canto del Missus In questi giorni viene perciò sospesa la messa feriale in Santa Lucia

Mercoledì 19 dicembre, in SantuarioOre 20: Liturgia penitenziale e confessioni

Venerdì 21 dicembre, al GelmonensisOre 20.30: Spettacolo di Natale a cura del GRUPPO SPECIAL

Sabato 22 dicembre, in DuomoOre 20.30: I Cori della Parrocchia augurano “BUON NATALE GEMONA”, 140voci in concerto

Domenica 23 dicembre, in DuomoOre 10.30: S.Messa e benedizione statuine di Gesù Bambino per i presepi dicasaOre 16: Vesperi in Santuario

Lunedì 24 dicembre/Vigilia di Natale, in DuomoOre 10-12 e 15-19: confessioniOre 19: S. Messa della vigiliaOre 23: Veglia di preghiera “ASPETTANDO COLUI CHE VIENE”Ore 24: S. Messa della Natività

Martedì 25 dicembre/Natale del Signore, in DuomoOre 10.30: S. Messa SolenneOre 19: S. Messa seraleÈ sospesa la S. Messa delle ore 9 in Duomo

Mercoledì 26 dicembre/S.StefanoMesse con orario festivo

Lunedì 31 dicembre/Ultimo dell’anno, in DuomoOre 19: S. Messa e canto del Te Deum

Martedì 1 gennaio 2008Messe con orario festivo

Venerdì 4 gennaio, in DuomoOre 20.30: Concerto “MELODIE E ATMOSFERE DI NATALE”

Sabato 5 gennaio, in DuomoOre 19: S. Messa prefestiva e benedizione del sale, dell’acqua e della frutta

Domenica 6 gennaio, in DuomoOre 10.30: Messa del TalleroMesse con orario festivo

Domenica 13 gennaio, in DuomoOre 10.30: S. Messa celebrata dall’Arcivescovo monsignor Pietro Brollonell’anniversario della consacrazione episcopaleOre 11.30: Inaugurazione del Lapidario del Duomo con la benedizione dimonsignor Brollo

Auguriamo a tutti i parrocchiani un felice Natale ed un prospero Annonuovo, nel nome del Signore

IL BIMBO CHE RIMANE IN NOI

Nel silenzio guardando le stellevedi meraviglie, opere belle!Ti perdi in mille pensieri… ricordi,groviglio di immagini limpide e discordi.

Ti rivedi bambino innocentegioioso di stare tra l’amica gentefelice di quel che davi e ricevevilibero in cuore come meglio credevi.

Nella veglia ora senti battiti lentipensieri scorrono usuali… scadenti.Buttata ti pare l’intera tua vitala rivedi come ricchezza svanita.

Ti cerchi, ti aggrappi ad ogni appiglio,ti accolli tue colpe senza battere ciglio.Ti senti or pronto per grandi promesseperché le speranze rimangon le stesse.

Ti perdi… ma senti nel cuoreche sollevarti può solo l’amore.Così fattomi piccino m’inchino anch’ioe chiedo perdono al Bambino Buon Dio!

Domani ogni incontro sarà per me vitaleE con cuore sincero dirò a tutti:Buon Natale!

Daniele Boezio

Accompagnando la poesia, l’autore –che legge Voce Amica lontano da Ge-mona e che dedica il suo componimen-to ai coetanei del 1941 – ci scrive: Sarebbe bello se i bambini delle ele-mentari e delle medie componesserouna poesia sul Natale: ciò permettereb-be di avere un simpatico quadro dicome e quanto è sentita questa bellissi-ma festa e i versi potrebbero esser pub-blicati su Voce Amica...Giriamo senz’altro la bella proposta aicatechisti e ci diamo appuntamento fraun anno raccomandando però ai giovanipoeti la brevità.

Un grazie e un invito Anche quest’anno il lavoro non èmancato, in parrocchia.A tutti i generosi che in qualsiasiforma hanno dato una, o tantemani, accogliendo gli appelli allacollaborazione e al servizio, il gra-zie più sentito.Ai parrocchiani di buona volontàl’invito a farsi avanti: l’anno pros-simo c’è lavoro e soddisfazione pertutti: in duomo come in Salcons eal Glemonensis, nelle chiese e inmuseo, in canonica e perfino inFrate.E se non ce n’è, l’arciprete loinventa certamente!

Avremmo dovuto iniziare questo articoloparlando di come si erano svolti i primiGlemoaperto di quest’anno, e invece ciritroviamo qui a chiedere scusa, ma nonce l’abbiamo fatta: è stato tutto rimandatoda gennaio in poi. Purtroppo per varimotivi non siamo riusciti ad organizzarci,anche per la necessità di trovare adultiche vogliano prendersi la responsabilitàdi organizzare e coordinare le attività.I giovani animatori sono pronti, volente-rosi di coinvolgere i bambini e ragazzi diGemona con la loro travolgente allegria; ibambini sono pronti a trascorrere insiemedomeniche di allegria e crescita insieme.Quindi, adulti di Gemona, mamme opapà, nonni o nonne, anziani o giovani,single o maritati, stiamo cercando propriovoi! Voi che avete ancora voglia di diver-tirvi, voi che volete mettervi alla prova,voi che volete fare qualcosa per il prossi-mo, voi che magari non avete moltocoraggio ma volete comunque provare,voi che amate la gioventù, voi che aveteun po’ di tempo libero, o semplicementevoi che, da cristiani, sentite il dovere difare qualcosa di concreto per la comunità.

Non abbiate timore: chiunque abbiaamore può svolgere questo compito,ognuno con le proprie qualità può portarearia nuova. Così, sperando che voicogliate questo invito, ci diamo l’appun-tamento a gennaio, ai Glemoaperto cheriusciremo fantasticamente a realizzareinsieme!

ValentinaP.S. Se sei disponibile telefona a donGastone in canonica (0432-980608).

3

IL CALORE CHE SCALDA IL CUORE LO DONA SOLO GESÙ

E venne nel mondo la Luce veraE venne nel mondo la Luce veraSembra così lontano, ma le settimanepassano però e, alla fine del nostro itine-rario di Avvento, tra corse estenuanti,malinconie più o meno diffuse, aria difesta e pacchi e pacchetti, pronti o nonpronti, accadrà ancora: arriva il Natale.Natale, giorno benedetto: Dio, di nuovo,scommette sull’uomo. Dio, ancora, chie-de ospitalità. Dio, l’inaudito, è qui. Ènato, amici! È qui, oggi come allora, nelcuore di chi sa ancora stupirsi… il Si-gnore viene!Ma attenti al “natalismo”. Così ho ribat-tezzato la sindrome da “buonismo natali-zio”: è un atteggiamento che, ben piùsemplice della conversione, si accontentadi prendere a proprio uso e consumo lapatina sentimentale che aleggia intornoalla culla e al bambino piccino e ai pasto-ri eccetera eccetera. È un rischio ultradif-fuso, che riempie le nostre chiese unavolta all’anno ma che poche volte sfociain un atteggiamento di fede. Pochi buonisentimenti, in questa notte, ma moltocoraggio a lasciarsi provocare. Questobambino, così innocuo, suscita paura,stupore, come quando ci avviciniamo aqualcosa di grande, di sconosciuto.Chi lo avrebbe mai detto? Che il Dio cer-cato dall’uomo da sempre, la Risposta atutte le nostre più profonde ed autentichedomande, il Creatore amato e temuto,intuito e adorato, avesse il volto e il sorri-so di un neonato? Quanto di più disar-mante, stupefacente, tenero, indifesopotete trovare dello sguardo di un bambi-no? Questo è il nostro Dio.Nei nostri momenti più duri questo deveconsolarci: cosa doveva fare di più, Dio,per dimostrare che ci amava? Quale gestopiù sconvolgente di questa debolezzavoluta, consegnata, questa fiducia inaudi-ta che Dio ha nell’uomo? Se il nostrocuore riesce ad aprirsi a queste inauditealtezze, credetemi, si ritrova come ipastori: avvolto dalla luce. Abitato dallaluce, illuminato dentro. Non siamo piùnoi a cercare, non dobbiamo più sforzarci,è lui che ci avvolge, è lui che ci cerca.La gioia, grande, per noi e per tutto ilmondo è questo Dio che si fa presente,accanto a ciascuno di noi. Questo Dio cheancora sceglie di compromettersi, diamarmi, di accogliermi, di avvolgermi.Eppure, mi direte, non me ne accorgo. Ve-ro: come la stragrande maggioranza degliabitanti di Betlemme, brava gente, magari“di chiesa”, che dormirono russando sono-ramente quella notte, mentre Dio trovavaospitalità in una vecchia stalla…

Natale è dramma, per ogni uomo di ognitempo: il dramma della scelta fra tenebre eluce, fra Dio e il Nulla, fra lo stupirsi e l’a-deguarsi. L’unico dramma della nostra vita,amici, è che Dio non ci trovi presenti, quan-do verrà, è che non riesca a nascere nelprofondo del nostro cuore. Natale diventeràallora una memoria, una festa di buoni sen-timenti. E basta. È Natale, che ci crediamoo no, Dio non chiede permesso per esistere,per nascere, per venire, per amarci.L’altro giorno (alla fine di novembre!)passeggiando per Udine notavo che tantepersone avevano già addobbato le lorocase o i loro negozi per Natale. Non hobiasimato il consumismo ultradiffuso,lareligione ridotta a commercio o lo svili-mento del messaggio vero del Natale:luci, lucette e canzoncine mi hanno fattosemplicemente tenerezza. Si, tenerezza.Ho intravisto il desiderio, seppure incon-scio, di vivere la magia del Natale…hopensato Chissà se il calore esteriore chequelle lucette evocano riesce a scaldare ilcuore di chi le ha accese? Forse no: manon penso che il riempirsi di segni esterio-ri così ostentati sia un caso. Servono a col-mare qualcosa, a creare atmosfere di pace,

serenità, calore ormai difficili da avere.La risposta probabilmente è scontata…laluce interiore, il calore vero, quello che tiscalda il cuore, può portartelo solo il veroprotagonista del Natale: l’uomo Gesù enoi dobbiamo impegnarci a credere che èlui e solo lui che può darci la felicità vera.E allora a tutti, specialmente ai ragazzi:Buon Natale. Con un unico sempliceaugurio: che anche questo Natale vi aiutia sentire vicino Lui, l’eterno che si faamico di ciascuno di noi. E, credetemi,vale veramente la pena di incontrarlo!

don Oscar

Glemoaperto: news

A don Oscar, ordinato diacono dall’arcive-scovo monsignor Pietro Brollo il 21 ottobrescorso nel duomo di Udine, il nostro affettoe la nostra gratitudine nella preghiera.

AAA CAMPEGGI INVERNO OSAISRagazzi delle medie e giovani delle superiori(classi I e II) siete pronti per trascorrere dei fan-tastici giorni sulla candida neve ad Osais? Nonpotevano infatti mancare i campeggi invernaliin quel ridente paesino di montagna che caloro-samente ogni anno ci aspetta.Ricordo che tutti i ragazzi dalla prima mediaalla seconda superiore possono iscriversi incanonica, ma chiaramente, per questioni diposti, la precedenza verrà data a chi frequentacostantemente il Glemo: il sabato pomeriggioper le medie e il giovedì sera per le superiori!Vi aspettiamo numerosi!!!- dal 26 al 28 dicembre: I e II superiori- dal 28 al 30 dicembre: 1° turno medie- dal 1 al 3 gennaio 2008: 2° turno medie- dal 3 al 5 gennaio 2008: 3° turno medie

4

ANCHE QUEST’ANNO UNA BELLA RASSEGNA DI PRESEPI DA TUTTO IL MONDO A PALAZZO ELTI

Il presepio: favola o mistero?Il presepio: favola o mistero?Tanti anni fa il Presepio si poteva ammi-rare solo nelle chiese.Famoso quello di Madonna di Fossale(poi in parte recuperato in S.Rocco),quello del Santuario di S.Antonio, delConvento delle Suore…Poi sono arrivate le statuine di gessocolorato nelle case di chi poteva permet-terselo, poi di carta ritagliata dalle rivistee rinforzata con il cartone poi, lentamen-te ma inesorabilmente indistruttibili e adire il vero anche un po’ bruttine e sem-pliciotte, le statuine di plastica o resina(…made in China).Quest’anno dopo la polemica dello scor-so Natale il presepio è tornato sugli scaf-fali dei negozi e nelle case di moltigemonesi.

Il presepio però non può essere mai“banale”, comunque rimane il tentativodi rappresentare la nascita di un Diobambino: l’inserimento del Signoredella storia nella nostra storia, nellanostra cultura, nelle nostre abitudini.Da una ricca collezione di presepi (oltre1200) anche quest’anno verranno espo-sti nelle sale di Palazzo Elti oltre 150presepi provenienti da tutto il mondo. Inquesta settima edizione ammireremo lafantasia un po’ magica dei presepi napo-letani, la dolcezza di quelli della ValGardena; l’eleganza barocca dei presepieuropei e la drammaticità di quelli afri-cani; il colore e il brio dei presepidell’America latina e la composta dram-maticità di quelli dell’America del nord;

la stravaganza mista a dolcezza di prese-pi fatti in serie e il fascino di autenticipiccoli capolavori usciti dalle mani diartigiani…Natale, favola o mistero? Dipende dacome ci disponiamo ad ammirare unevento che comunque ha spaccato in duel’umanità!“E il Verbo, la Parola di Dio,si è fatta carnee venne ad abitare in mezzo a noi…Noi l’abbiamo vista e annunciata a voi”… e noi oggi ancora la contempliamo ela raccontiamo.

La mostra rimarrà aperta fino al21.1.2008 con orario 15-18 feriale,10.30-12.30 e 15-19 festivi.

“Cristo non è soltanto un’irruzione nellastoria dell’uomo”, afferma RenèLatourelle. “È un’irruzione che rivelal’uomo a se stesso, che lo decifra, lointerpreta, lo trasfigura. Soltanto Cristo èla chiave del crittogramma umano, lacifra dell’uomo”. È Figlio di Dio, maanche talmente uomo che, come dice ilteologo Leonardo Boff, “umano così puòessere solo Dio”. È il mistero e l’enigmadell’uomo: non poter essere se stesso, senon travalicando se stesso. E solo Cristoci è riuscito.

Gesù della storia o il Cristo della fede?

Ma chi era Gesù veramente? Un enigmadella storia? Un mito aureolato di infini-to? Lo sconosciuto che tutti “tirano per lamanica della giacca” per monopolizzar-lo? Di volta in volta è stato visto comel’agitatore politico o il rivoluzionariosociale, l’hippy della cultura under-ground, il puro mistico, l’antiborghesefustigatore di ipocrisie, il grande maestrodi morale come Buddha, Gandhi,Confucio...Una rapida analisi degli ultimi secoli cipuò dare un’idea della battaglia culturalee religiosa che ha visto in prima lineal’intellighenzia tedesca, quasi tutta prote-stante. Sono in gioco i rapporti tra storia efede nella persona di Gesù Cristo. Tresono le tendenze che sintetizzeremomolto schematicamente.

l. Le interpretazioni razionalistiche eidealistiche.Il bilancio consuntivo di queste ricerchesul Gesù storico che ci dà AlbertSchweitzer, il celebre medico ed esegeta,è nettamente negativo: “Gesù non è maiesistito”. Altri studiosi sono pìu sfumati eammettono, sì, che è esistito, ma nedanno una figura riduttiva. RiassumeJoachim Jeremias: “I razionalisti rappre-sentano Gesù come un predicatore dimorale. Gli idealisti come la più altamanifestazione dell’umanità, i socialisticome l’amico dei poveri e gli pseudo-scienziati ne fanno una figura da roman-zo”. Rifiutato il discorso sulla sua divi-nità. Inaccettabile.

2. L’interpretazione mitica di RudolfBultmann.Lo studioso tedesco che domina la primametà dei Novecento inverte la rotta. PerBultmann l’importante non è il Gesù sto-rico, ma il suo messaggio che ci vienetrasmesso nei vangeli sotto il velo mitolo-gico. “Io sono del parere – osservaBultmann – che noi non possiamo saperenulla della vita e della personalità di Gesùperché le fonti cristiane non sono interes-sate al riguardo se non in modo frammen-tario e con un taglio leggendario. Sonofrutto di fantasia e materiale da romanzo,non sono ricerche critiche”. La fede nonpuò fondarsi su fonti così fragili, di cui èimpossibile una certezza storica. Delresto il Gesù storico non ha molta impor-tanza. Quel che interessa è il suo messag-gio, depurato da ogni velo mitologico:precisamente il Cristo della fede. Inbreve, con i vangeli non si raggiunge ilGesù storico ma solo il suo messaggio,

filtrato dalla primitiva comunità cristianae che noi dobbiamo “demitizzare”.“Demitizzare” divenne il nuovo verbo, eper due decenni influì fortemente suglistudiosi tedeschi e non solo tedeschi.Fino a che il pendolo oscillò nuovamentedal Cristo della fede al Gesù storico.

3. Il Gesù storico è essenziale.Fu un discepolo di Bultmann che all’ini-zio degli anni cinquanta tirò il sasso inpiccionaia. Ernst Kasemann affermò,contro Bultmann, che il Gesù storicoaveva una importanza essenziale per lafede cristiana. Una fede così profonda-mente “storica” come il cristianesimo, ache cosa si sarebbe ridotta senza basi sto-riche? E il Cristo della fede non si sareb-be dissolto rapidamente in un fantasma?Negata la storia, si finisce nel mito e sidissolve la realtà dell’incarnazione. Pergli evangelisti il Cristo glorioso dell’an-nuncio cristiano non si può scindere dalGesù terreno. Vent’anni dopo, nel 1973,Kasemann ribadiva: “Lo scetticismo sto-rico non ci è piu permesso, e lo affermoproprio come storico. È semplicementefalso che Paolo o Giovanni non sapesseronulla o non volessero sapere nulla delGesù terrestre ... La critica perde la suacredibilità quando emette dei giudizi glo-bali e si abbandona a uno scetticismo diprincipio”. In fondo, questo oscillare deipendolo tra il Gesù storico e il Cristodella fede, ci insegna che storia e fedenon sono incompatibili, come affermanocerti storiografi laicisti. La sintesi storia-fede non solo è possibile, ma è l’unicavia per raggiungere la pienezza dellaverità.

Il cielo s’è fatto terrasegue dalla prima pagina

5

CINQUE GIORNI DI RIFLESSIONE GUIDATI DAI MISSIONARI DI VILLAREGIA

Un dovere per tutti: missionari in casa nostraUn dovere per tutti: missionari in casa nostra

Non si insegna ad amare, si mostra comesi ama.Non si convince dell’amore, ma si è con-vertiti all'amore dall'amore.La preparazione consiste nell’aiutare ifidanzati a vivere il fidanzamento e laprossima celebrazione del matrimoniocome momento di crescita umana e cri-stiana nella Chiesa; nell’aiutarli a cono-scere e a vivere la realtà del matrimonioche intendono celebrare, perché lo possa-no celebrare non solo validamente e leci-tamente ma anche fruttuosamente, e per-ché siano disponibili a fare di questa cele-brazione una tappa del loro cammino difede; nel portarli a percepire il desiderio einsieme la necessità di continuare a cam-minare nella fede e nella Chiesa anchedopo la celebrazione del matrimonio (dalDirettorio di pastorale familiare per laChiesa in Italia, n. 52)

Il “corso” o l’”itinerario” di preparazioneal matrimonio, che proponiamo anche nel2008, non è un atto formale finalizzato aottenere un attestato dal sapore burocrati-co, ma un’esperienza significativa cheaiuta la coppia a verificare o a costruire il

proprio progetto di famiglia cristiana. Èanche un’esperienza di chiesa perché ilcammino si svolge insieme con altre cop-pie in un contesto di dialogo, di confrontoe di crescita comune.

La preparazione al matrimonio cristiano

Ogni tanto vengo a sapere che alcunigemonesi sono andati in terre lontane adare una mano in alcune missioni o insituazioni di necessità o emergenze. Atutti loro la nostra ammirazione e ilnostro plauso!È vero che anche il Vangelo dice che ladestra non deve sapere ciò che fa la sini-stra, ma è anche vero che l’esempio valemolto più delle prediche. I numeri della nostra solidarietà missiona-ria pubblicati su Voce Amica nella rubrica“La Carità in cifre” ci dicono quanto cistanno a cuore i nostri missionari e mis-sionarie con i quali abbiamo avviato ungemellaggio fatto di adozioni a distanza,sostegno economico, scambio epistolare,momenti conviviali quando vengono aGemona ed eventuali visite di alcunigemonesi nelle loro missioni… Ma forseoccorre un qualcosa in più, un renderciconto che anche noi qui nella nostra terradobbiamo essere missionari, inviati “inmissione” ad annunciare Gesù il Cristo.Saranno a Gemona nostri ospiti da mer-coledì 16 a domenica 20 gennaio 2008 iPadri Missionari della comunità di Villa-regia-Pordenone.Incontreranno i bambini e i giovani, visi-teranno gli ammalati e anziani che lorichiederanno, animeranno le messe nelleliturgie e in Duomo, saranno disponibiliad ascoltarci e ci chiederanno di ascoltar-li. Una settimana missionaria, una nuova

originale “globalizzazione”, un aprire ilcuore e la mente al mondo intero.

L’Arciprete

Questo il programma:Mercoledì 16 gennaio 2008• Ore 10 in canonica:

incontro con la parola di Dio• Ore 18 in Santa Lucia:

S.Rosario e S.Messa• Ore 20.30 in Salcons:

incontro con il Consiglio Pastorale e tutti gli operatori pastorali

Giovedì 17 gennaio 2008• Ore 9: incontro con i bambini

della scuola S.Maria degli Angeli

• Ore 14.30: incontro con i bambinidel catechismo 1° turno

• Ore 17.30: incontro con i bambinidel catechismo 2° turno

• Ore 18 in Taboga: S.Rosario e S.Messa• Ore 20.30 in Salcons: incontro con i

genitori di bambini, ragazzi, giovaniVenerdì 18 gennaio 2008• Ore 9: incontro con i bambini

della scuola S.Maria degli Angeli• Ore 14: incontro con i bambini

della scuola S.Maria degli Angeli• Ore 15.30: visita agli ammalati• Ore 18 in Campagnola:

S.Rosario e S.Messa• Ore 20.30: Veglia MissionariaSabato 19 gennaio 2008• Ore 10: visita agli ammalati• Ore 14.30 al Glemonensis:

incontro con i ragazzi delle medie• Ore 16 in canonica:

disponibilità per incontrarli • Ore 18.30 in Duomo:

S.Rosario e Messa prefestiva• Ore 20.30 al Glemonensis: Serata spe-

ciale. Festa missionaria: di tutto, di più.Domenica 20 gennaio 2008• Ore 9 in Duomo e nelle borgate:

S.Messa• Ore 10.30 in Duomo: S.Messa• Ore 15 in canonica:

disponibilità per incontrarli• Ore 18.30 in Duomo:

S. Rosario e S. Messa

PROGRAMMA DEL CORSO PER FIDANZATIData Relatore Titolo interventoVenerdì 15 Febbraio Ci amiamo.. tanto da sposarci Don Gastone CandussoVenerdì 22 Febbraio I fondamenti dell’amore cristiano Don Federico GrossoVenerdì 29 Febbraio Capaci di comprenderci Don Chino BiscontinDomenica 2 Marzo Incontro di tutte le coppie a Pierabech (Forni Avoltri)Venerdì 7 Marzo Un amore responsabile Don Pierluigi Di PiazzaVenerdì 14 Marzo Le fasi evolutive della coppia Maria GrossoVenerdì 28 Marzo Il coraggio di amare Fam. ZuccoloVenerdì 4 Aprile La celebrazione del matrimonio Don Rizieri De Tina

Il corso si chiuderà domenica 6 aprile con la celebrazione della santa messa inDuomo ed un incontro conviviale per i partecipanti.

I fronti della caritàConfidando nella generosità dei gemonesi,lanciamo anche quest’anno un appello per leiniziative di carità: la missione in India di Visa-kapatan di padre Pusch Panadan; quella delleSuore Francescane nella Repubblica Centro-africana; di padre Marchiol in Mozambico;degli Stimmatini a Manila (Filippine), oppuredelle opere di monsignor Solari in Bolivia.Ma non possiamo dimenticare anche lenecessità di casa, per le quali la Caritas par-rocchiale è impegnata costantemente. Bastarendere concrete le buone intenzioni nataliziecon un’offerta (seppure piccola).

Q u e s t ’ a n n ol’Azione Cat-tolica festeggiauna doppia ricor-renza: i cento-q u a r a n t ’ a n n idella sua fonda-zione ed i qua-

rant’anni dal Concilio Vaticano II, cheha segnato il rinnovamento unitariodell’Associazione.L’Azione Cattolica dei tempi moderniriconosce nel giovane Mario Fani e inGiovanni Acquaderni gli iniziatoridell’Associazìone con i primi circolidella Società della Gioventù Cattolica(estate 1867) e riconosciuta da partedella Santa Sede nella primavera dei1868, alla quale si aggiunsero poil’Unione Donne e l’Unione Uomini.Gli anni che seguirono alla proclama-zione dello Stato unitario italiano furo-no accompagnati da intensi fermenticulturali e da un anticlericalismo forte-mente marcato soprattutto nelle scuole.L’ostilità verso il “Papa re” si estende atutte le istituzioni religiose, si nega lapotestà spirituale della Chiesa, siinneggia alla “Stato ateo” e alla “1eggeatea”.L’idea di una associazione fra giovanicattolici nasce in questo clima di osti-lità verso la religione e la Chiesa. Ungiorno un insegnante si rivolge alla sua

scolaresca e l’apostrofa dicendo “speroche in questa classe non ci siano allievitanto bigotti da andare a Messa ladomenica”. Nel silenzio generale deglistudenti (tra i quali gran parte a Messaci andava), si alza il giovane MarioFani e dice: “Io ci vado regolarmenteogni domenica”.Dell’accaduto ne parla con Acquadernie, come detto, nel giugno dei 1867, siincontrano per fissare il programmadella Società della Gioventù Cattolica,con lo scopo di formare giovani con-vinti, preparati e capaci di prendereposizione a difese della propria fede.Diverse iniziative sono state già predi-sposte per fare memoria dei percorsoche ha portato l’Ac ad esserel’Associazione per tutti, in stretto rap-porto con la realtà locale. Ricordando ilmodo con cui è nata l’Associazione,ripercorreremo la sua storia e scoprire-mo la vita di persone che hanno contri-buito, grazie al loro impegno e alle loroscelte, alla fondazione e alla crescitadell’Azione Cattolica.Le celebrazioni culmineranno il 1°maggio 2008 con un pellegrinaggio aRoma, dove tutti gli associati si sonodati appuntamento, con la speranza diincontrare il Santo Padre in Piazza SanPietro e di celebrare la beatificazione dialcuni testimoni laici che hanno arric-chito la nostra associazione.

Come detto L’Azione Cattolica festeg-gia anche il quarantesimo anniversariodel Concilio Vaticano II che ha segnatoil rinnovamento radicale, la riscopertacioè della formazione come elementocentrale della missione dell’Asso-ciazione, chiamata ad educare alla fedeattraverso la testimonianza e le relazio-ni in ogni ambito del quotidiano. Laformazione è sempre stata e continueràad essere una costante della vita del-l’associazione. Il futuro dell’Ac dipen-de proprio da questa capacità di conti-nuare a formare donne e uominiresponsabili, in grado di fare la propriaparte anche nella vita sociale. Se leg-giamo i primi atti, alle origini dellaSocietà della Gioventù Cattolica trovia-mo subito il compito e l’impegno dellaformazione; in ogni successivo statuto,regolamento, piano educativo o propo-sta di lavoro, vediamo che questa carat-teristica non è mai venuta meno.Chiederemo ancora ospitalità a “VoceAmica”, per dirvi chi siamo, cosa fac-ciamo e per chiederci se, oggi, ha anco-ra senso aderire all’Azione Cattolica.Intanto la nostra Associazione parroc-chiale continua nel cammino di forma-zione con lo stile dell’“ordinarietà” e lascelta delle “cose” di tutti i giorni comecampo privilegiato dell’evangelizzazio-ne, avendo come riferimento la comu-

(segue alla pagina successiva)

6

UNA LUNGA E GLORIOSA STORIA CHE CONTINUA

L’Azione Cattolica ha 140 anniL’Azione Cattolica ha 140 anni

Il gruppo dei gitanti sulla costiera amalfitana.

7

ORVIETO, MONTECASSINO, POMPEI, NAPOLI, CAPRI, AMALFI E CASERTA LE TAPPE DELLA TRASFERTA

Una gita parrocchiale per tutti i gustiUna gita parrocchiale per tutti i gusti Meta allettante, compagnia piacevole,temperature miti e tempo stabile: ele-menti più che sufficienti per affrontareuna levataccia e un lungo viaggio, cheinizia puntualmente alle ore 5.00 dilunedì 24 settembre. Il gruppo è silen-zioso e un po’ assonnato, ma al chiarirdel giorno si anima e, soprattutto,comincia a gustare le bellezze paesag-gistiche di questa nostra Italia, che adogni curva offre panorami da sogno:tranquille distese pianeggianti, borghimedioevali arroccati sui colli, castelli etorri di avvistamento, vegetazione riccae varia. Rapida giunge l’ora del pranzonella bellissima Orvieto. Si prosegue direttamente per Montecas-sino. Otto chilometri di strada tuttacurve e precipizi, che s’inerpica lungoil colle in cima al quale si erge impo-nente e maestosa l’Abbazia diMontecassino. Una guida ci illustra l’o-rigine e le travagliate vicende di questostraordinario edificio, fondato da SanBenedetto da Norcia nel 529, sede prin-cipale dell’Ordine dei Benedettini, a520 metri sul livello del mare. Rasa alsuolo nel febbraio 1944 e riedificata neldopoguerra, nel Medioevo l’Abbazia fucentro importantissimo di cultura.Durante i lavori di ricostruzione è stataritrovata intatta l’urna di alabastro con-tenente le ossa di San Benedetto eSanta Scolastica. In serata raggiungiamo il centro diGragnano, dove passeremo la notte.

La giornata del 25 settembre si prean-nuncia molto emozionante: visiteremogli scavi di Pompei, antico centroromano sepolto dall’eruzione delVesuvio nel 79 d.C. Malgrado la piog-

gia, possiamo ammirare questo famo-sissimo centro archeologico che, attra-verso cimeli, statue, pitture murali offreun quadro fedele dell’aspetto e dellavita quotidiana di un’antica città roma-na. Ma a Pompei c’è un altro significa-tivo appuntamento: quello con laVergine del S. Rosario, nella maestosa,sontuosa basilica che sorge al centrodella città. Dopo la Messa officiata dadon Gastone, nostra guida spirituale,con altri sacerdoti, e seguita con parti-colare devozione da noi gemonesi, citrasferiamo a Napoli dove trascorriamoun pomeriggio veramente piacevole edinteressante. Visitiamo dapprima la via dei presepi,via san Gregorio Armeno, con i piùdeliziosi e suggestivi esemplari di unaconsuetudine iniziata da San Francescod’Assisi e diffusa in tutto il mondo.Altrettanto coinvolgente la visita allacattedrale di San Gennaro, patrono dìNapoli. Veneriamo l’ampolla contenen-te il sangue del martire, che si liquefatre volte all’anno, in maggio, in settem-bre e in dicembre. In un tour panoramico possiamo ammi-rare alcuni celebri monumenti dellacittà partenopea: Castel dell’Ovo,Palazzo Reale, antichi palazzi, chiesebarocche. Gustiamo un tipico caffè aro-matizzato alla nocciola in una graziosae tradizionale caffetteria vicino allasplendida Piazza del Plebiscito.

26 agosto: si vola a Capri a bordo di unveloce aliscafo, che solca un mare daicolori eccezionali. L’isola è un luogo dispettacolare bellezza: coste alte, vege-tazione ricca e rigogliosa. splendore diarchitetture secolari e ville storichestraordinarie. Isola incantevole in ognisuo più piccolo angolo. La ammiriamonei bar della piazzetta, salotto mondanodell’isola, nelle boutique delle suggesti-ve viuzze, smaglianti di perle e dicoralli. Il gruppo si muove curioso ecompiaciuto, tutti sono contagiati dal-l’atmosfera mondana e festaiola di unadelle località più incantevoli dellacostiera.

I giorni volano! Oggi, 27 agosto, siamoalla vigilia del rientro e ci godiamo dalpullman la straordinaria bellezza dellacostiera amalfitana, coi suoi paesiarroccati e le pareti rocciose a stra-piombo sul mare. Vi è una sola strada,stretta e tortuosa, ma che ad ogni curva

regala scenari sempre diversi e sugge-stivi. Quasi al centro sorge Amalfi,bella e fiera del suo glorioso passato.Visitiamo lo stupendo Duomo diSant’Andrea con l’attiguo chiostro delParadiso, gioiello del 1268. Sostiamo nella piazza del Duomo, ciintrufoliamo nelle viuzze laterali, neivicoli, nelle piazzette. Dispiace lasciareAmalfi, ma a Gragnano ci aspetta lavisita ad un pastificio, che suscita intutti grande ammirazione e incoraggiaagli acquisti. Interessante poi la visitaalla bella chiesa che sorge nel centrodel paese, all’interno della quale ilsacerdote ci accoglie raccontandoci lastoria dell’edificio. Da sottolineare ilcomportamento veramente encomiabiledi tre vigili urbani che, per agevolare iltransito del nostro pullman attraverso iltraffico cittadino, ci hanno scortato nelraggiungimento dapprima del pastifi-cio, poi dell’hotel. A loro la nostra rico-noscenza con grande simpatia.

28 agosto: il nostro bellissimo viaggiovolge al termine, l’ultima meta èCaserta dove visitiamo la celeberrimareggia ed i suoi favolosi giardini. Tuttoprocede come da previsioni: la magni-ficenza dell’architettura, degli affreschi,degli arredi dello stupendo palazzoaffascinano e conquistano i visitatoriche osservano e ascoltano rapiti la pre-paratissima guida.

Lasciata Caserta, rieccoci insieme alsimpatico Ettore, l’instancabile e sem-pre disponibile organizzatore del tour.Forse a volte siamo stati turisti un po’indisciplinati, ma con la sua pazienza ela sua capacità di capire ogni esigenzanon ci ha mai fatto sentire in colpa. Come esprimergli la nostra gratitudine?Partecipando ad un’altra gita con lui! Econ don Gastone, sempre presente colgarbo e la discrezione che gli sono pro-pri; abbiamo gradito ed apprezzato lesue battute e la sua capacità di farsiturista spensierato fra turisti spensierati.Proprio come Renato, autista collauda-to e superefficiente, che da vero profes-sionista ha condotto e portato a terminefelicemente un viaggio lungo e nonprivo di imprevisti.

A questo punto non resta proprio cheaugurare a tutti di poter partecipare agite piacevoli e riuscite come questa.

F. E.

nità locale radunata attorno al nostroParroco e al nostro Vescovo. Ogniquarta domenica del mese ci diamoappuntamento per un incontro di for-mazione e di approfondimento dellaParola. Naturalmente queste riunioninon sono riservate ai soli aderenti al-l’Associazione; chi è interessato al no-stro progetto di formazione e vuoleunirsi a noi per scoprire il significatodi essere “cristiani adulti e testimonidella fede e della speranza in CristoRisorto”, sarà il benvenuto.

(dalla pagina precedente)

L’Azione CattolicaL’Azione Cattolica

8

L’articolo che avevo scritto per lo scorso numerodi Voce Amica si concludeva con una domanda unpo’ provocatoria: Noi (adulti) oggi, ci sentiremmo,onestamente, di confermare la nostra fede e diimpegnarci in un cammino permanente di educa-zione della fede? Mi ricollego dunque a questadomanda per proseguire il discorso con alcuneosservazioni circa il sacramento della Confer-mazione o Cresima.

Prima di tutto un tentativo di definizioneRiporto, dal Compendio del Catechismo dellaChiesa Cattolica, una definizione stringata maesauriente di Cresima: Si chiama Cresima (nelleChiese orientali: Crismazione col Santo Myron) amotivo del suo rito essenziale che è l’unzione. Sichiama Confermazione, perché conferma e raffor-za la grazia battesimale (n. 266). E al n. 268 dellostesso Compendio leggiamo: L’effetto dellaConfermazione è la speciale effusione dello SpiritoSanto, come quella della Pentecoste. Tale effusio-ne imprime nell’anima un carattere indelebile eapporta una crescita della grazia battesimale;radica più profondamente nella filiazione divina;unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa;rinvigorisce nell’anima i doni dello Spirito Santo;dona una speciale forza per testimoniare la fedecristiana.

Alcune osservazioniIl linguaggio è un po’ complesso, ma mi pare cheemergano chiaramente alcuni aspetti del sacramen-to della Cresima che vanno chiariti, se non altro perevitare spiacevoli equivoci…!Un primo elemento importante è il legame traCresima e Battesimo. Questi due sacramenti, assie-me a quello dell’Eucaristia, costituiscono tre tappedi quel cammino unitario che si chiama iniziazionecristiana. Il nostro modo di viverli – nell’Orientecristiano li celebrano assieme, in un’unica liturgia– non rende ragione di questa unità. Nella Chiesalatina celebriamo il Battesimo da bambini; la primapartecipazione piena all’Eucaristia (comunementedetta Prima Comunione) più o meno una decinad’anni dopo, nell’età della fanciullezza e laCresima (almeno nella nostra diocesi di Udine)intorno ai sedici, diciotto anni, al confine tra l’ado-lescenza e la giovinezza. Da questa sistemazione,dettata da ragioni pastorali, ma teologicamente eliturgicamente poco convincente, prende origine ilmalinteso che la Cresima sia il sacramento dellamaturità cristiana, anche per il fatto che è quellocelebrato in età più matura rispetto agli altri due.Ma è proprio così? Innanzitutto va chiarito che etàanagrafica e maturità cristiana non camminanonecessariamente di pari passo. In secondo luogo èl’Eucaristia, non la Cresima, il sacramento dellamaturità e il culmine dell’iniziazione cristiana.Infatti anticamente – e in Oriente ancor oggi – l’or-dine era correttamente Battesimo-Cresima-Euca-ristia e la celebrazione unitaria era presieduta dalVescovo prevalentemente durante la Vegliapasquale.Dalle definizioni del Compendio emerge però unaltro elemento che ci aiuta a chiarire quale tipo dimaturità la Cresima conferisce: essa dona una spe-

ciale forza per testimoniare la fede cristiana. LaCresima, con il dono dello Spirito, compie nei cre-simati lo stesso prodigio che si realizzò aGerusalemme durante la Pentecoste, una cinquan-tina di giorni dopo la risurrezione di Gesù: ungruppo di uomini spaventati acquista un coraggio euna franchezza tali da annunciare un messaggio disalvezza e di speranza davanti a una folla enorme,facendosi intendere da tutti e convincendo moltepersone ad unirsi al loro gruppo (cfr. At 2, 1 e ss.).È l’atto di nascita della Chiesa, la comunità deidiscepoli di Gesù che ancor oggi vive e opera que-sta testimonianza. Il Cresimato allora è ufficial-mente e fattivamente abilitato ad arricchire con lapropria attiva testimonianza quella della comunitàcristiana. Quindi è più corretto parlare, per il cresi-mato, di maturità testimoniale, ministeriale (daministerium, cioè servizio) o ecclesiale.

La realtà: domande e qualche provocazioneDetto ciò verrebbe facile un’osservazione pessimi-stica (perché quasi sempre le osservazioni più facilie banali sono quelle pessimistiche!): Queste sonobelle parole, che si lasciano scrivere sui catechi-smi, ma la realtà è che ai giovani non gliene freganiente… Non è mai giusto generalizzare. Nellanostra realtà gemonese ci sono giovani per i qualifare la Cresima significa realmente giocarsi in unimpegno nella comunità che già viene svolto e checontinua con più entusiasmo dopo la celebrazionedel sacramento. Ce n’è altri per i quali il percorsodi preparazione alla Cresima corrisponde alla sco-perta che quelli della parrocchia non sono poi quelgruppo di sfigati che si credeva e che la loro com-pagnia e il parlarci e lavoraci assieme non è poi dabuttar via.Per quanto riguarda quelli che non gliene frega –perché è evidente che ci sono anche loro, e nonsono pochi – occorre farsi alcune domande e deli-neare alcuni compiti per la catechesi e, più in gene-rale, per la prassi comunitaria.Perché a costoro non frega nulla della Cresima edella religione in generale? Secondo me – e tengoa dire che non si tratta di un dogma di fede – sottocerti proclamati ateismi o agnosticismi si nascondein realtà molta ignoranza, molta disinformazione.Prima di dire che rifiuta Dio, Gesù Cristo e laChiesa, una persona onesta dovrebbe prendersi labriga di conoscere almeno per sommi capi le lineeessenziali della proposta cristiana. Se poi il rifiuto èrivolto non a Dio o a Gesù, ma alla Chiesa e allesue mancanze di coerenza e di testimonianza, tal-volta può essere anche giustificato, ma va chiaritoche Dio e Gesù Cristo sono molto più grandi dellaChiesa e che se non si vuole ascoltare preti e suore,comunque è consigliabile leggere qualche paginedel Vangelo e trovare un amico fidato che aiuti acomprenderla rettamente!Coloro a cui non frega nulla sono da considerarsidefinitivamente fuori gioco? Questa volta il parerenon è personale, ma è un preciso e inderogabileimpegno connesso all’indole missionaria dellacomunità cristiana. Il Vangelo va annunciato a tutti,cominciando da coloro che sono considerati i piùlontani. E lontani da chi, poi? Da Dio? Come sono

belle le parole del Salmo 138: Se salgo in cielo, làtu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le alidell’aurora per abitare all’estremità del mare,anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tuadestra. Se dico: “Almeno l’oscurità mi copra eintorno a me sia la notte”; nemmeno le tenebre perte sono oscure, e la notte è chiara come il giorno;per te le tenebre sono come luce. Dio è vicino a tutti e a tutti vuole dire il suo amore.Il vero fallimento della Chiesa è quando non riescepiù a far percepire all’uomo, ad ogni uomo, questaverità.E allora, per individuare alcuni compiti catechisticie comunitari, veniamo alla domanda da cui siamopartiti: noi confermeremmo la nostra fede?Riflettere sulla Cresima e sulla maturità testimonia-le che essa conferisce non vuol dire tanto arrabbiar-si o abbattersi perché i giovani cresimandi e cresi-mati non testimoniano abbastanza, ma chiedersiinnanzitutto se noi, comunità cristiana, testimonia-mo e che cosa testimoniamo. La testimonianzadella Chiesa passa anzitutto attraverso le quotidia-ne scelte di campo, fatte secondo una logica auten-ticamente evangelica. In secondo luogo occorreche lo stile con cui viene proposto l’annuncio siarealmente al passo con i tempi. Il che non significacensurare ciò che sembra non incontrare il gradi-mento della maggioranza, né far assumere all’an-nuncio e agli annunciatori un’aria trasandata e gio-vanilistica di dubbio gusto. Essere al passo con itempi vuol dire fermarsi a riflettere sulla cultura,sui linguaggi, sui nervi scoperti del nostro tempo efare in modo che il nostro annuncio e la nostracatechesi facciano breccia, siano comprensibili,captino la lunghezza d’onda.Concretamente mi sembra che una strada percorri-bile sia andare all’essenziale, presentando la figuradi Gesù in modo da farne emergere il fascino e l’i-nesauribile profondità, con una pluralità di linguag-gi capaci di toccare le molte corde del cuoreumano. Il Vangelo va annunciato con la parola,con l’arte, con la bellezza, con la musica, con il lin-guaggio della natura, con la poesia, con lo sport,con la vita affettiva e relazionale. Perché cederealla monotonia, quando lungo i secoli e ancor oggitroviamo innumerevoli testimonianze dell’inesau-sto e variegato tentativo di esprimere quella veritàtanto antica e sempre nuova che non cessa di stu-pire e di affascinare il cuore degli uomini?Allora, a mo’ di conclusione di queste riflessioni,vorrei proporre un’idea, forse un po’ stramba. Perpoter essere accompagnatori efficaci e credibili deinostri ragazzi verso la tappa della Cresima, forseoccorre che anche noi, preti, catechisti, educatori,rifacciamo un cammino di Cresima, cioè di verifi-ca della nostra maturità testimoniale, ministerialeed ecclesiale. E se scoprissimo che alcuni settoridel nostro agire pastorale ed ecclesiale sanno divecchio, non conducono a nulla, anzi, sono contro-producenti, allora dovremmo avere il coraggio dicambiare strada, perché la nostra testimonianza siaveramente matura, efficace, all’altezza dei tempiche viviamo e soprattutto di Colui che siamo chia-mati ad annunciare.

don Federico

QUALCHE RIFLESSIONE SUL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

Cresima–Confermazione–MaturitàCresima–Confermazione–Maturità

9

Esternamente non si vedono grandi cosema internamente presto incomincerannogli idraulici, gli elettricisti, i gessini e ifalegnami per predisporre gli impianti. Setutto va bene potremmo organizzare ilcampo invernale a Forni Avoltri.Come chiameremo la nuova casa? A chila dedicheremo? Attendiamo idee e sug-gerimenti…Come attendiamo ancora un gesto di soli-darietà da parte dei gemonesi e simpatiz-zanti a cui sta a cuore questa iniziativa. Icampi estivi dell’estate scorsa hannoavuto presenze lusinghiere. Tutto questograzie alla generosità e bravura degli ani-matori, cuoche e fiducia delle famiglie.Ma è emersa anche la poca capienzadella casa di Osais (non nostra ma di pro-prietà della Parrocchia di Pesaris) fino adover sdoppiare i campi di IV e V ele-mentare e inventare un campo di Indianiper sistemare la notte nelle tende i ragaz-zi di 1ª media. Vi saremo grati se sottol’albero di Natale o accanto al presepio cisarà anche un pensiero per questa inizia-tiva che senza dubbio sarà di beneficioper bambini, ragazzi, giovani, famiglie e

anziani di Gemona (la casa infatti è statapensata per ospitare anche famiglie eanziani!)

Come si può dare una mano?•Con un’offerta di qualsiasi entità (ilmare è fatto da tante gocce)• Con un “prestito grazioso”, un’offertache la parrocchia si impegna alla restitu-zione senza interessi entro 10 anni (se lefamiglie della parrocchia imprestassero ooffrissero l’equivalente di un caffè per le

52 settimane di un anno il parroco e lafabbriceria dormirebbero più tranquilli lanotte)• Sponsorizzando una parte dell’arredodella casa (magari in occasione di feste difamiglia, battesimi, prima comunione,matrimoni… o in ricordo di una personacara).Comunque un cordialissimo grazie a tuttiindistintamente se non altro per la passio-ne che ci mettiamo per i nostri ragazzi.

Vivace e prolifica l’attività della SezioneAFDS di Gemona del Friuli dall’insedia-mento del nuovo direttivo. Dal maggio di quest’anno le iniziative sisono susseguite fino a concretizzarsinella serata sanitaria informativa suldono del midollo osseo e del sangue chesi è svolta il 15 novembre scorso.Lo sforzo organizzativo dei consiglieri edi tutti i volontari ha fatto sì che la serataraggiungesse i risultati che ci si era pre-fissi: promuovere il dono del sangueinsieme a quello del midollo osseo, unicaterapia valida per la cura delle leucemie edelle malattie del sangue. Tema dellaserata è stato il coinvolgimento e la sen-sibilizzazione dei giovani che con la loroadesione possono incrementare la consi-stenza della “Banca” dei potenziali dona-tori di midollo in caso di trapianto.È stato altresì riconosciuto il costante eprogressivo aumento dei donatori di san-gue nella Sezione AFDS di Gemona edelle donazioni (soprattutto giovani, maanche i ”vecchietti” fanno la loro parte!); èquesto un dato fondamentale per potergarantire nel tempo l’autosufficienza dellanostra Regione. Le toccanti testimonianzedi nostri amici che con un dono hanno sal-

La generosità AFDS GemonaLa generosità AFDS Gemona

vato una vita umana, si scontrano con iracconti di chi, purtroppo, ha perso unfamiliare colpito dalla leucemia. AIL e ADMO hanno ringraziato i dona-tori di Gemona per l’impegno organizza-tivo e l’ospitalità.Passando ad altro, ci piace ricordare lagita sociale del settembre scorso svoltasia Gurk in Carinzia. Nell’occasione lafolta comitiva ha visitato il Duomo diGurk, del quale ha apprezzato le splen-dide fattezze romaniche e soprattuttobarocche, il mausoleo di S. Hemma,

collocato nella cripta e gli affreschi goti-ci e rinascimentali. Poi, nel vicinoCastello di Strassburg, ha consumato unoriginale e goliardico pranzo realizzatoalla maniera medievale. Un momento disvago e di aggregazione che è stato utileconcedersi.L’impegno di promuovere il dono delsangue non rallenta neanche con l’ap-prossimarsi delle festività Natalizie. E’un bel dono anche questo!Buon Natale e buone feste a tutti.

Alberto Dragotti consigliere

Alcuni soci dell’AFDS cittadina in gita a Gurk in Carinzia.

Ultimissime da ForniUltimissime da Forni

10

Dopo i due articoli pubblicati sul numerodi giugno scorso, riprendiamo con questoscritto il filo del discorso su Voce Amica,la voce che la Pieve di Santa MariaAssunta di Gemona utilizza da settenta-cinque anni per parlare con tutti i parroc-chiani.

Sta finendo il giugno del 1933 e monsi-gnor Giovanni Battista Monai, che ha ini-ziato il 15 marzo il servizio di parroco diGemona, pubblica il primo numero diVoce Amica che, come abbiamo visto, vaa sostituire il bollettino Il Risveglio volutodal predecessore monsignor Sclisizzo.Con l’auspicio che Voce Amica diventi ilgiornale di tutti i parrocchiani, che rag-giunga tutte le famiglie della Pieve equanti, lontani, ne conservano cara lamemoria, monsignor Monai lancia –diremmo oggi – il suo manifesto nellaconvinzione che il parroco debba tenersiin relazione con tutti [...] per dire a tuttiuna buona parola, perché il sacerdote hadegli obblighi sacri verso i suoi parroc-chiani e deve fare il bene delle loroanime. È, il suo, l’impegno di un padre ilcui cuore è sforzato dalla grazia di Dio avoler bene, a far del bene e benché egliconosca di avere nello scrivere uno stiledisadorno anzichenò, ciò non è motivo dipreoccupazione: egli sa di conversare, aGemona, con persone d’intelletto fineche, come lui, amano la precisione, laconcisione, la schiettezza, la verità.Già dai primi numeri, infatti, l’arcipreteMonai non si stanca di indirizzare, disegnalare, di ammonire, di insegnare siaparlando indistintamente alle sue pecorel-le sia indirizzandosi specificamente aigiovani, cui riserva una particolare atten-zione destinando uno spazio consistentedel bollettino alle attività e alle iniziativedelle associazioni giovanili maschile efemminili. Non mancano però informa-zioni storiche e culturali per le qualiMonai trova un formidabile collaboratorein pre Bepo – il grande Giuseppe Mar-chetti – a cui affida la rubrica Storiaecclesiastica gemonese, pubblicata in 28puntate dal primo numero del 1933 alprimo del 1936, ricca di notazioni e infor-mazioni preziose, spesso accompagnateda altri articoli e saggi su singole opered’arte o sulle chiese gemonesi.E ovviamente non mancano i riferimentialle attività liturgiche e agli appuntamentireligiosi – come la missione spirituale delnovembre 1933 per il 19° centenario dellaredenzione; o la prima visita pastorale

dell’arcivescovo monsignor Nogara delmese dopo ovvero il Congresso eucaristi-co parrocchiale del 1934. Così come nonmancano le notizie sulla vita civile, spec-chiata telegraficamente nelle cronachedesunte dai giornali. Ne è un bell’esem-pio l’ampio resoconto di un avvenimentoche destò vasto interesse in tutta la pro-vincia: la grande Prima Mostra friulanadell’Artigianato organizzata nei localidelle Scuole elementari di Via Dante nel-l’agosto del 1935.Ma è la vita morale di Gemona che sta acuore al suo pastore: talvolta sostenutacon energici richiami all’adempimentodel precetto festivo, alla santificazionedella festa, alla conoscenza dei doveri delcristiano, all’opportunità dell’apostolatoattraverso l’impegno nell’Azione cattoli-ca, alla carità e all’amore; talaltra difesacon ironia, attraverso la minuta rubricaPerle di saggezza o i commenti gustosi diPense e Maravee – riportati da SanCristoforo che firma la rubrica Il pareredi quei due – che non perdono occasioneper biasimare le cattive abitudini deigemonesi, anche se talvolta con un lin-guaggio poco... popolare.Lo spunto ai forti richiami viene offertoda dati concreti come quando, il 25 aprile1934, si fa il censimento dei parrocchianiche partecipano alla messa domenicale erisultano inadempienti, perché assenti

non giustificati, ben 1330 adulti e 250fanciulli. Oppure quando l’arciprete (giu-gno 1934), incontrando certe signorinereduci da Ledis – dove si diceva fosseroandate a prendere il sole da naturiste –ebbe l’impressione che avessero presolassù... un colpo di sole.Per i giovani non mancano consigli peruna vita morigerata, lontana dai vizi; perle ragazze calorosi inviti alla virtù e qual-che spicciolo insegnamento di economiadomestica; per tutti un perentorio invito anon lasciarsi ammaliare dal cinemato-grafo – il cattivo educatore del gennaiodel 1935, che andrà redento e sanatoaffinché divenga strumento di bene, dieducazione, di elevazione – e a non fre-quentare i balli pubblici e privati, del suc-cessivo febbraio.Per coloro che lavorano lontano l’arcipreteha un occhio di riguardo: non solo invita ifamiliari a spedire Voce Amica a parenti edamici ma organizza anche incontri con iparrocchiani di Milano (nel novembre del1934) e di Genova (nel marzo del 1936)dove i convenuti – soprattutto ragazze aservizio – sono sempre numerosissimi.Con le giovani, poi, è prodigo di consigli edi suggerimenti non solo d’ordine moralema anche di carattere... sindacale – paga,assicurazioni sociali, previdenza – segna-lando l’opportunità di far sempre riferi-mento, nella città in cui si lavora, all’Ope-

IL LXXV ANNIVERSARIO DEL BOLLETTINO PARROCCHIALE/SECONDA PUNTATA

Anche su Voce Amica i riflessi della storia Anche su Voce Amica i riflessi della storia

A partire dal novembre 1933 Voce Amica documenta fatti e avvenimenti pubblicando fotogra-fie di cui in queste pagine riproponiamo due esempi: il primo riguarda l’adunata di 1500alunni della Dottrina cristiana il 27 ottobre 1935 nel cortile del Collegio dei P.P. Stimatini, l’altroricorda un gruppo di Gemonesi partecipanti al raduno di Genova del 13-15 marzo 1936.

11

ra cattolica di protezione della Giovane.Il bollettino – che nel maggio 1934 avevaemblematicamente assunto come testata ilbel disegno della cella campanaria delnostro campanile, opera di GiuseppeBarazzutti – diviene poi, dal secondo eterzo anno di vita, anche un piccolo osser-vatorio su quanto accade in Friuli, inItalia e perfino nel mondo con una rubricadedicata agli avvenimenti politici; e, con-travvenendo a quelli che erano gli impe-gni del manifesto del primo numero –Voce Amica parlerà [...] soltanto di ciòche può interessare la vita religiosa par-rocchiale –, la politica fa la sua comparsanel numero di novembre del 1935, dopoqualche sporadico ammiccamento nellenote di cronaca del tipo la settimanaleistruzione religiosa agli Avanguardistiricordata nel ’35 o l’annuncio che il cam-panone del Duomo e le campane dellechiese suoneranno in occasione dellamobilitazione generale delle forze delRegime per i preparativi contro l’Etiopia– invitando la popolazione ad una solen-nissima funzione in onore della Madonnada invocarsi con l’equivoco titolo diRegina delle Vittorie – del settembre dellostesso anno. Siamo alla vigilia della guer-ra che il regime fascista intende condurreper la conquista di un impero colonialeitaliano e numerosi sono i giovani – comesegnala lo stesso numero del bollettino –che partono per l’Africa orientale.A novembre i toni si fanno più accesi: ilmotivo è l’iniziativa di cinquanta governiche si sono proposti di contrastare [con lefamose sanzioni, nda] l’opera a cui l’Italiaha posto mano nell’Africa Orientale. Daquello che l’arciprete chiama contrasto[...] non possono che nascere delle diffi-coltà alle quali tutti sono chiamati a farfronte con tre doveri: obbedire agli ordiniimpartiti dalle superiori gerarchie con isacrifici che le sanzioni comporteranno;obbedire volentieri, sempre e dovunquecon il desiderio di concorrere all’otteni-

mento della vittoria finale; pregare, inquesto frangente di crisi morale e socialedi mondiale importanza, affinché i popolisappiano scegliere tra la luce abbagliantedell’ateismo bolscevico e la luce vera chesi sprigiona dal Vaticano.Pare di intravedere, in queste frasi chesintetizzano l’articolo che le riporta, unaqualche sbadata contaminazione tra lequestioni legate al tentativo colonialistaitaliano e quelle che sono le preoccupa-zioni delle gerarchie cattoliche nei con-fronti dell’ideologia marxista; ma forsemonsignor Monai non fa altro che seguirequanto gli esponenti maggiormente pub-

blicizzati della Chiesa italiana apertamen-te dicono e scrivono negli anni immadia-tamente successivi ai Patti lateranensi del1929 che conclusero la contrapposizionetra il Regno d’Italia e la Chiesa cattolica. L’argomento comunismo verrà comunqueripreso anche nell’ottobre dell’anno suc-cessivo sotto il titolo Un grido d’allarme,con la testimonianza del vicario generaledell’arcidiocesi di Barcellona sulle perse-cuzioni dei comunisti contro il clero, ireligiosi e i cattolici al tempo della guerracivile di Spagna.E poi, nell’aprile del 1937, richiamandosiall’enciclica Divini Redemptoris appenapubblicata da papa Pio XI, l’arcipretemetterà in guardia i gemonesi dal conta-gio di questa ideologia che in nome deglioperai oppressi e della fame vorrebbesconvolgere la società e sradicare laReligione.L’arrticolo Un grido d’allarme dell’otto-bre 1936 ci dà però la possibilità di cono-scere anche un altro giudizio politico del-l’arciprete Monai: Hilter, che potrebbesembrare il campione anticomunistaavendo denunciato con linguaggio moltorobusto il nemico ideologico, ha invece ilgrave torto di scimiottare proprio quelliche lui intende di combattere. Un giudiziosevero che – come avremo modo di vede-re – l’arciprete Monai manterrà anchenegli anni successivi.

(continua)Fer

L’esistenza di Elisabetta Copetti vedovaGoi è stata per molti versi simile a quella dimolte donne nate e cresciute in Friuli nelNovecento. Ma molte cose concorrono arendere eccezionale (e in qualche modoesemplare) il racconto della sua vita: la suafenomenale longevità, che ha fatto di leiuna testimone di un arco di tempo straordi-nariamente lungo; la sua altrettanto fenome-nale memoria; il calore ed il vigore con cuinarra le storie che ha visto e vissuto.La biografia di questa semplice donna, inbocca a lei, diventa un romanzo di gener-azioni ed avvenimenti. Nata il 3 novembre1901 nel borgo gemonese di Zuccola,nonna Elisabetta, dall’alto dei suoi 106anni, è una delle persone più anziane dellaregione È una vecchietta dai modi dolcima dal carattere forte e, relativamenteall’età, ancora lucida e attiva; è accuditaamorevolmente e con rispetto dai parenti edal personale della Casa per Anziani diGemona..Dice che nella vita bisogna avere fede ecoraggio, dato che ogni giornata è unaprova da affrontare. Dio è il suo aiuto:Nella mia camera c’è un crocifisso e tuttele mattine quando apro gli occhi, lo guar-

do e ringrazio il Signore per la fede, laforza e il coraggio che mi ha donato intutti questi anni della mia lunga vita.Sabato 3 novembre monsignor Candusso

ha celebrato una messa alla quale, com’èconsuetudine da diversi anni, hanno parte-cipato figli, nipoti, pronipoti, parenti eamici di Nonna Elisabetta. È seguito undelizioso rinfresco offerto alla sua cittadi-na più anziana dal Comune di Gemona,rappresentato nell’occasione dal vicesin-daco Mariolina Patat.

I sorprendenti 106 anni di Nonna Elisabetta

L’anno scout che si sta concludendo èstato uno di quelli che non si dimenti-cano: il movimento scout mondiale,infatti, ha festeggiato i suoi cento anni.Molti i richiami e le occasioni perripensare alla nostra storia che si sonointrecciati alle attività dei bambini, deiragazzi e dei giovani che oggi aGemona continuano a fare propriaquest’intuizione del fondatore Baden-Powell.

Il Noviziato “Overland” di Gemonadurante il periodo estivo ha deciso divivere un’esperienza di Servizio all’e-stero.Valutando le proposte della nostraAssociazione abbiamo colto l’occasio-ne di provare una Route estiva congruppi dell’AGESCI provenienti davarie parti dell’Italia, in particolare daMilano, Novi Ligure e i nostri viciniamici di Buja. Assieme a loro abbiamocosì partecipato ad una Route in Serbia,all’orfanotrofio "Miroslav Antic-Mika"della città di Sombor nella regione dellaVojvodina del Nord, vicino al confinecon la Croazia.Durante l’anno, confrontandoci sulsignificato più profondo del fareServizio, abbiamo maturato l’idea e lavolontà di provare un’esperienza divolontariato, quindi questa esperienzaci è sembrata adeguata alle nostre esi-genze.L’orfanotrofio ospita circa 30 bambinidi età compresa tra i 6 e i 18 anni. La

nostra principale occupazione sarebbestata di trascorrere con loro dei momen-ti in cui avremmo proposto delle atti-vità di animazione, di gioco, piccoleattività manuali, il tutto finalizzatoall’educazione alla pace, obiettivo delprogetto nazionale AGESCI “ProgettoSerbia”.L’esperienza è stata molto coinvolgen-te: abbiamo avuto la possibilità di pro-vare sulla nostra pelle la condizione divita di un orfanotrofio, di conoscere lacucina e le tradizioni della Serbia, altri

fratelli Scout, ma soprattutto di viverecon questi bambini che, nonostante ledifficoltà con cui avevano a che farequotidianamente, si sono dimostratiassolutamente irresistibili!Al momento della partenza non sonomancanti i ringraziamenti da parte deibambini, ma noi ci siamo resi conto chesiamo noi in debito con loro perché nonci hanno aperto solo gli occhi su unasituazione che noi giovani rischiamo dinon conoscere, ma anche e soprattutto,il cuore.

EESSTTAA

TTEERRAA

GGAAZZ

ZZII:: LL

EE AATT

TTIIVVII

TTA`A` DD

EEGGLLII

SSCCOO

UUTT

Il Branco Rocce Tremanti come metaper le vacanze di branco ha sceltoCoritis, l’ultimo paesino della ValResia. Arrivati sul posto dopo unabreve camminata abbiamo trovato adaccoglierci uno strano personaggio,Zmuäilo, che ci ha raccontato di essereormai l’unico abitante di Coritis.Rallegrato dalla nostra presenza hacoinvolto il Branco in un concorsod’arte e nella costruzione di nuove abi-tazioni in località “Coritis Riviera”,tutto questo per attirare nuove personee ripopolare il paese. Abbiamo cosìliberato la nostra fantasia nella costru-zione di casette con legna e semplicinodi; ci siamo anche cimentati nellarealizzazione di mosaici colorati, con iquali abbiamo potuto abbellire i nostriangoli di sestiglia. Non riuscendo adottenere i risultati sperati, Zmuãilo haspiegato il vero motivo dell’abbandonodi Coritis: la fontana della Veselostaveva smesso di funzionare. LaVeselost è una sostanza magica capacedi diffondere la felicità agli abitanti ditutta la valle; prosciugata la fontana, gliabitanti si sono impauriti e hanno

lasciato Coritis al suo destino. Dopovarie peripezie abbiamo trovato il col-pevole: Veselina, l’acquaiola a guardiadella fontana. Sosteneva di aver spentola fontana perché ormai nessuno inpaese condivideva la felicità avutadalla Veselost, accontentandosi divivere in pace la propria vita. Grazie ainostri sforzi per aiutare Coritis eZmuãilo, Veselina, vedendoci cosìdeterminati, si è ravveduta e ha decisodi riattivare la fontana, eseguendo unrito magico a cui tutti noi abbiamopreso parte. Il paese si è così subitoripopolato; infatti, prima che ce ne

andassimo, è giunta sul luogo la fami-glia Udorovic, una compagnia zingaraesperta in balli e danze, che ha festeg-giato con noi il lieto evento, permet-tendoci di ritornare nelle nostre casecontenti e soddisfatti, non solo per averaiutato Zmuãilo, ma anche per averimparato tante piccole ma utili cose,come tenere in ordine le proprie came-re, o lavare da soli i piatti in cui man-giamo, apprendendo quindi comegestire autonomamente i propri impe-gni.

Anche noi del Branco Rocce Brunequest’estate abbiamo scelto come metaper le nostre Vacanze di Branco losperduto paesino in cima alla ValResia: Coritis. Ad accoglierci al nostroarrivo non abbiamo trovato la gentedel posto, ma Agilulfo, un elfo in carneed ossa!Il popolo degli elfi attraverso Agilulfoci ha proposto una grande e impegnati-va sfida: un’oscura e malefica stregaassieme ai suoi perfidi scagnozzi stalavorando ad un grande incantesimo

Il noviziato di Gemona all’orfanotrofio Miroslav Antic-Mika (Sombor – Vojvodina)

EESSTTAATTEERRAAGGAAZZZZII:: LLEE AATTTTIIVVIITTA`A` DD

EEGGLLII SSCCOO

UUTT

per rendere il mondo grigio, per toglie-re a tutti il colore, la gioia, tutte le cosebelle, tutti i nostri sorrisi, la voglia difare e di giocare insieme... L’impresa è

stata davvero ardua ma alla fine cel’abbiamo fatta ! Giocare tutti insieme,fianco a fianco, ci ha insegnato l’im-portanza dell’unione e della comunità.

Durante le uscite anche se con i piediindolenziti e stanchi siamo stati felici diessere in compagnia dei nostri amici,immersi nella bellezza dei paesaggi edella natura. Attraverso la costruzione dei nostririfugi nel bosco abbiamo capito quantecose si possono fare insieme e con lenostre mani, e tutti presi dal lavoro,abbiamo continuato anche in compa-gnia di Sorella Pioggia!Cent’anni fa, proprio in questo stessoperiodo, Baden Powell, fondatore delmovimento scout, sull’isola diBrownsea accompagnava una ventinadi ragazzi al primo campo scout dellastoria. Assieme a tutti gli scout delmondo, il primo agosto, anche noi aCoritis abbiamo rinnovato la nostraPromessa e abbiamo potuto scoprirequali sono stati i primi passi della gran-de avventura scout che ancora oggiattraverso tutti noi continua.E mentre questo accadeva a Coritis,due esploratori gemonesi partecipavanoalla cerimonia del rinnovo molti chilo-metri più a nord... ecco il loro racconto.

Ciao, siamo Francesco e Caterina,esploratori del Reparto Don PioGabos.Il nostro campo estivo l’abbiamo tra-scorso a Forni di Sotto, ma è un’altral’avventura che vi vogliamo raccontareQuest’anno abbiamo avuto l’occasionedi partecipare dal 27 luglio all’8 agostoin Inghilterra al Jamboree (foto quisotto), cioè il raduno mondiale degliscout, a cui hanno preso parte 40000

scout provenienti da 158 nazioni: noieravamo gli ambasciatori del gruppo diGemona! Il primo agosto ricorreva il centenariodalla nascita dello scoutismo e in tutto ilmondo, all’alba, gli scout hanno rinno-vato assieme a noi la loro promessa, e cisiamo sentiti davvero parte di una gran-dissima famiglia. È stata un’esperienzastraordinaria perché oltre ad avere cono-sciuto ragazzi provenienti da tutto il

mondo e aver potuto apprendere i varimodi di fare scoutismo, abbiamo avutola possibilità di lavorare assieme a loro.Infatti ogni giorno veniva svolta un’atti-vità diversa che ci vedeva coinvolti tuttilasciandoci comunque il tempo liberoche utilizzavamo per incontrarci e con-frontarci. In conclusione ci auguriamoche qualcun altro abbia l’occasione dipartecipare ai prossimi Jamboree; nevale davvero la pena!

Branco Rocce Brune: vacanze di branco a Coritis

PAGINA DEL COORDINAMENTODELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONAAssociazioni aderenti al Coordinamento:A.C.A.T. (sezione di Gemona),A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale,A.V.U.L.S.S. (sezione di Gemona),Amici del Laboratorio Internazionale della Comunicazione,Amnesty International - Gruppo Italia 143,Associazione Musicologi, Buteghe dal Mont - Glemone,Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta, Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis, C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. della Carnia e del Gemonese, Comitato per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di Osoppo, Friûl Adventures - Fiore (Osoppo), Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special - Amici si può, Gruppo “Un blanc e un neri“, Pense e Maravee Associazione Culturale.

Fra tutte le forme di violenza, quella di cui sonovittima le donne è una delle meno note e più sot-tovalutate. L’idea prevalente nell’immaginario col-lettivo si discosta in modo netto dalla situazionereale.

retaggi culturali, questa distanza fra realtà ed opi-nione comune è l’effetto della principale caratteri-

che si incontra nel farla emergere, poiché le stessevittime sono le prime a non denunciarla. La violen-za sulle donne viene spesso ed a torto consideratauna questione secondaria, legata a situazioni di crisie di guerra lontane dal contesto locale. Recenti in-dagini, tuttavia, confermano la gravità e l’attualitàdel problema anche nel territorio locale, smentendoquanti lo sottovalutano e consegnando all’opinionepubblica un fenomeno dalle dimensioni enormi,per questo particolarmente preoccupante: in Italia,infatti, negli ultimi dodici mesi un milione di don-

Amnesty International (AI), l’organizzazione inter-nazionale che si batte per la difesa dei diritti umani,è impegnata da anni nel riconoscimento di un’ef-fettiva parità nei diritti delle donne. Recentemente

VIOLENZASULLE DONNE:UN PROBLEMA SOTTOVALUTATOIn Italia, un milione di donne ha subito violenzafisica o sessuale negli ultimi dodici mesiL’impegno di Amnesty International tramite la campagna “Mai più violenza sulle donne”

attraverso la campagna “Mai più violenza sulle-

rie di iniziative a diversi livelli per far conoscere afondo la natura del problema e far sì che i diritti e legaranzie assicurate dalla Dichiarazione Universaledei diritti umani diventino per tutte una realtà.

Il problema della violenza sulle donne, proprio per-ché nella gran parte dei casi non viene denunciato,risulta particolarmente complesso ed articolato:per questo motivo l’azione di Amnesty Internatio-nal si rivolge a interlocutori diversi e cerca di inter-

dell’opinione pubblica.In primo luogo la campagna è indirizzata ai gover-

-zione delle Nazioni Unite per l’eliminazione diogni forma di discriminazione nei confronti delledonne ed adottino tutti gli strumenti necessari a

-la sua dimensione internazionale, riconoscendoprotezione alle vittime e assicurando i responsa-bili alla giustizia. Un esempio a questo propositoè rappresentato dalla questione della tratta delledonne e delle ragazze nell’industria commercialedel sesso, problema di assoluto rilievo in Europa

che può essere contrastato soltanto con un’azione

recente convenzione europea, sottoscritta da tuttigli stati ma da alcuni di essi (fra cui la Grecia) non

-no ed è attualmente al centro dell’appello che AI harivolto alle autorità elleniche. A livello dei singolistati, la campagna chiede inoltre l’abolizione ditutte le leggi che favoriscono l’impunità per stuproo omicidio di donne, l’adozione e l’applicazione dileggi che proteggano la donna, la considerazionedella violenza all’interno della famiglia alla pari diun’aggressione in altri contesti, la considerazione,a tutti gli effetti, dello stupro e delle altre forme diviolenza sulle donne come crimini.

Anche quando fossero coronate da un successo, leiniziative sul piano legislativo e giudiziario dellacampagna “Mai più violenza sulle donne” non sa-

-to agli appelli e alle pressioni sulle autorità legi-slative e sui governi, l’iniziativa trova il suo com-pletamento in un’azione diffusa, con un pazienteed intenso lavoro a livello locale, “dal basso”. Taleopera di sensibilizzazione cerca di agire sul conte-sto culturale, ponendo le basi per la creazione di un

-mente la violenza. Alle vittime, che spesso tolle-

considerarla un reato, devono essere fornite con-dizioni e strumenti che permettano loro di affran-carsi dalle violenze. Il contesto sociale e culturaledeve inoltre essere educato a non discriminare ostigmatizzare le vittime per la scelta di denunciareil torto subito. Diversamente dai tempi di approva-zione di una legge, questo tipo di azione richiedeun orizzonte temporale più ampio, ma rappresentaallo stesso tempo l’unica strada da percorrere perfar sì che l’attenzione sul problema si mantenga adun livello alto.

Alcuni recenti segnali, come il successo della re-cente manifestazione nazionale contro la violenzasulle donne svoltasi a Roma lo scorso 24 novembreed il percorso parlamentare di un’apposita leggein materia, fanno pensare che l’opera di sensibi-lizzazione svolta negli ultimi anni da Amnesty In-ternational e da altre associazioni per la tutela deidiritti delle donne cominci a smuovere l’opinionepubblica.Prima che un vero e proprio “salto culturale” riesca

dal silenzio questa forma di violenza nascosta eallo stesso tempo tristemente diffusa, molto tutta-via resta ancora da fare.

Per maggiori informazioni sul tema è possibile vi-sitare le pagine web di AI, all’indirizzo www.am-nesty.it/campagne/donne.

15

Anagrafe parrocchiale

Galliano Barbinan. 8.11.1935 m. 1.6.2007

Franco Rosson. 29.4.1946 m. 10.9.2007

Riccardo Rosson. 13.11.1940 m. 24.9.2007

Ugo Della Marinan. 7.2.1924 m. 5.10.2007

Mariano Colussin. 21.7.1932 m. 19.10.2007

BATTESIMI50 Copetti Gaia n. l’11.5.07 batt. il 9.9.0751 Venturini Leonardo di Valentino e

Marchetti Jessica, n. il 17.2.07 batt. il15.9.07

52 Altomare Martina di Marco e CopettiAnna, n. il 26.2.07 batt. il 16.9.07

53 Cattelan Christian Sergio di Andrea eScidà Elisa, n. il 13.2.07 batt. il 16.9.07

54 Rovesti Rebecca Caterina di Fabrizioe Borgobello Lucia, n. il 9.5.07 batt. il16.9.07

55 Treu Diego di Denis e Valent Silvia, n. il2.4.07 batt. il 16.9.07

56 Venturini Giorgia Stella di Massimo ePeacock Karen, n. il 4.3.07 batt. il16.9.07

57 Zamolo Marco di Enzo e SabbadiniRoberta, n. il 29.3.07 batt. il 16.9.07

58 De Clauser Francesca di Tullio eBondino Sonia, n. il 24.2.07 batt. il22.9.07

59 Rizzi Gaia di Fulvio e Vaccai Rina, n. il22.3.07 batt. il 29.9.07

60 Castellarin Grace di Paolo e BertossioLara, n. il 4.2.07 batt. l’8.10.07

61 Allegretti Thomas di Vincenzo eCargnrlutti Patrizia, n. il 30.1.07 batt. il21.10.07

62 Angelone Ginevra di Francesco e BertiSilvia, n. il 13.6.07 batt. il 21.10.07

63 Canavese Giada di Fabio e ColaoneSerena, n. il 10.1.07 batt. il 21.10.07

64 Mignogna Riccardo di Luca e GalantinLaura, n. il 14.3.07 batt. il 21.10.07

65 Seravalli Matilde di Davide e ContessiPaola, n. il 12.6.07 batt. il 21.10.07

66 Taverna Emma Elena di Lucio e BraidaMartina, n. il 21.6.07 batt. il 21.10.07

67 Venturini Francesco di Giovanni eDamiano Mariangela, n. il 15.7.07 batt. il21.10.07

MATRIMONI8 Guerra Luca – Gimmillaro Alessia,

sposati in Duomo l’8.9.079 Venturini Valentino – Marchetti

Jessica, sposati in Duomo il 15.9.0710 Carlassara Federico – Nicoletti Laura,

sposati in Duomo il 15.9.0711 Gubiani Maurizio – Lamesta Sara,

sposati in Duomo il 15.9.9712 Simeoni Nicola – Venchiarutti Nadia,

sposati in Duomo il 22.9.0713 Verilli Valter – Pittino Renata, sposati

in Duomo il 23.9.0714 Rizzi Fulvio – Vaccai Rian, sposati in

Duomo il 29.9.0715 Del Degan Emanuel – Proietti

Veronica, sposati in Duomo il 29.9.0716 Goi Paolo – Forgiarini Elisa, sposati in

Duomo il 13.10.0717 Boezio Federico – Palese Dayna, spo-

sati in Duomo il 13.10.07

DEFUNTI57 Fantini Amalia di anni 87 il 9.9.07

58 Piccoli suor Afra di anni 104 il 9.9.0759 Rosso Franco di anni 61 il 10.9.0760 Argenta Ruggero di anni 53 l’11.9.0761 Silvestri Elda ved. Di Bernardo di anni

72 il 16.9.0762 Forgiarini Anna Saltari di anni 84 il

19.9.0763 Revelant Orsolina ved. Sangoi di anni

83 il 21.9.0764 Rosso Riccardo di anni 66 il 24.9.0765 Cortella Adriana Patat di anni 72

l’1.10.0766 Della Marina Ugo di anni 83 il 5.10.0767 Sabidussi Aldo di anni 51 il 7.10.07

68 Lepore Fabio di anni 81 l’11.10.0769 Milanese suor Lorenzina di anni 92 il

15.10.0770 Mari Maria ved. Iosio di anni 92 il

15.10.0771 Colussi Mariano di anni 75 il 19.10.0772 Cragnolini Giuseppina ved. Mardero

di anni 82 il 23.10.0773 Orso suor Daniel di anni 74 il 2.11.0774 Murello suor Antida di anni 98 il

3.11.0775 Marini Maria ved. Forgiarini di anni 88

il 9.11.0776 Cuzzi Leonardo di anni 87 il 18.11.07

Mandi Fabio

All’età di 81 anni, l’11 ottobre scorso è scomparso Fabio Lepore, figura caratteristica del-l’agricoltura gemonese. Era stato uno dei promotori della Festa del Ringraziamento che ilmondo dell’agricoltura celebra ogni anno al termine dei raccolti e ci piace ricordarlo cosìcome si presentava sotto il duomo, in attesa della benedizione dei prodotti della terra edelle macchine agricole, per poi sfilare fino al municipio.

Gesù assiso tra la Vergine e il Battista, trai Santi, gli Apostoli e gli Evangelisi men-tre San Michele pesa l’operato di ogniessere umano chiamato a giudizio dalletrombe degli angeli.Coloro che attendono d’entrare in paradi-so sono chiamati dai Santi Rocco edEmidio, i patroni invocati contro pe-stilenze e terremoti. Le anime dei dannativengono condotte alle pene eterne.L’aula ospita anche quattro buone teleseicentesche (gli Evangelisti) dono dellafamiglia Someda de Marco.Nel periodo natalizio in San Roccoviene allestito il presepe con personaggiin parte recuperati da quelli dello storicopresepe della chiesa di Fossale e recen-temente restaurati e rinfrescati da Gio-vanni Seravalli.Le vicende della storia gemonese legatealla chiesa di San Rocco e la storia delladevozione al santo in Friuli sono statedescritte da monsignor Pietro Londero(Pieri Piçul) nell’opera San Roc inFriûl.

Fer

16

Periodico parrocchiale fondato nel 1933Proprietà: Pieve di Santa Maria Assunta Parrocchia diGemona – Periodicità trimestrale – Direttore resp.Mauro Vale – Aut. Tribunale Tolmezzo n. 163 del 04-04-2006 – Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa,(Ud) Spedizione in abbonamento postale art. 2comma 20/c legge 662/96 – Filiale di Udine

In caso di mancato recapito restituire al mittenteche si impegna a corrispondere la tassa prevista

TAXE PERÇUE 33013 GEMONA (UD)

TASSA RISCOSSA ITALY

Con l’anno nuovo sarà possibile visitaregran parte dei vani sotterranei del Duomodestinati ad ospitare il Lapidario, realiz-zato su progetto dell’architetto AlbertoAntonelli con il contributo del RotaryClub di Gemona.La benedizione dell’opera e l’inaugura-zione di questi nuovi spazi, destinatiall’esposizione di pietre lavorate salvatedai crolli del 1976, avverrà domenica 13gennaio ad opera dell’arcivescovo monsi-gnor Pietro Brollo, al termine della cele-brazione eucaristica che il presule cele-brerà in duomo alle 10,30.

Costruita tra la fine delQuattrocento e il 1521 a segui-to di un voto fatto dallaMagnifica Comunità per impe-trare la fine di un lungo perio-do di epidemie di peste, la pic-cola chiesa di San Rocco erastata eretta sulle fondamenta diun torrione della seconda cintamurata risalente alla secondametà del 1200. L’antico torrio-ne sorgeva a difesa di unadelle porte cittadine munita diponte levatoio: da qui il nomedi borgo del ponte dato allazona quando venne urbanizza-ta all’interno della nuova cin-tura murata, sul finire del seco-lo successivo. La costruzioneaveva preso la forma circolaredell’edificio precedente, cosìcome s’è potuto constataredurante i lavori di ricostruzio-ne dopo il 1976, e la mantennefino agli inizi del Seicento.Vi aveva sede la Confraternitadi San Rocco, istituita sul fini-re del Quattrocento dopo che ilsanto era stato proclamato compatrono diGemona nel 1476 (a lui nel 1489 dedi-cherà un inno in latino l’umanista porde-nonese Pietro Capretto, al tempo cappel-lano del nostro duomo). Nel 1620 fucostituita in città la Confraternita delCrocifisso e la chiesa, divenutane la sede,venne ampliata con l’innesto, verso valle,di un’aula rettangolare. In quel che rima-neva della costruzione cinquecentesca,divenuto presbiterio, fu collocato l’altaremaggiore, dedicato appunto al Croci-fisso, mente ai lati furono sistemati l’alta-re di San Rocco e quello dell’Addolorata.Incamerata dal governo del Regno Italiconel 1806, la chiesa fu messa all’asta erimase bene privato fino al 1817 quandofu riassegnata alla pieve di Gemona.Nel 1841 vennero completati i lavori diampliamento che avevano permesso di

ampliare la capienza della chiesa con lacostruzione di due piccole navate dallacuriosa pianta triangolare. L’interno fuarricchito di stucchi e dipinti del Tianimentre il soffitto fu affrescato dal pittoreveneziano Sebastiano Santi con la rap-presentazione del Giudizio Universale.Nel 1863 venne costruito il campanile. Distrutta dal terremoto, fu riedificata suiniziativa del concittadino monsignorPietro Londero grazie al lavoro di moltivolontari e ai contributi di privati ed entigiunti da tutto il mondo.Il progetto, che ha riproposto l’edificionella sua forma ottocentesca, è stato ese-guito dall’ingegner Pino Crapiz e dalperito Pietro Renier. Prima tra le chieseriedificate a Gemona dopo la distruzione,venne consacrata da monsignor AlfredoBattisti, allora arcivescovo di Udine, il16 agosto 1982.La chiesa è corredata di opere offerte daartisti gemonesi: alle spalle dell’altaremaggiore, realizzato utilizzando unosplendido acquaio secentesco dono dellesorelle Costalonga, sta il bel Crocifissoscolpito da Paolino Urbani; i due altarilaterali sono dotati di pale dipinte da Gio-vanni Seravalli (San Rocco sana unabimba appestata) e da Giovanni Pittini(Pietà); il grande affresco del soffitto,che ripropone in una ariosa composizio-ne moderna il tema del Giudizio Uni-versale (foto qui sopra) è stato realizzatoda Bruno Tuti con uso sapiente di croma-tismi e forza espressiva: vi si presenta

È STATA LA PRIMA AD ESSER RICOSTRUITA DOPO IL TERREMOTO

La chiesa di San Rocco in Borgo del Ponte La chiesa di San Rocco in Borgo del Ponte

Il Lapidario del Duomo