Il cibo - piacere sostitutivo

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con il mangiare, è necessario modi- ficare anche la nostra forma mentis: solo cambiando noi stessi, il nostro modo di pensare, di desiderare, di agire, di essere, potremo trasfor- marci realmente e togliere al cibo quel sovraccarico compensatorio. LE CALORIE AFFETTIVE Abbiamo perso il rapporto naturale e istintivo con il cibo, perché lo ab- biamo perso con noi stessi: man- giamo persino anche quando non abbiamo fame, ingurgitiamo di tutto e il peggio, automaticamente, per- ché è ora, senza più seguire le sta- gioni, facendo scelte a casaccio. Non sappiamo neppure più che co- sa ci piace e cosa rifiutiamo e man- giamo in fretta e di corsa. Senza co- scienza, senza consapevolezza. Inoltre le nostre condizioni di vita at- tiva sono molto cambiate: siamo sempre più sedentari sia fisicamen- te che emotivamente. Conduciamo spesso un’esistenza piatta e senza stimoli. Il metabolismo ha un’im- plicazione fisiologica, ma anche un versante “emotivo” e bruciare i grassi è un’operazione sia orga- nica che affettiva... guarda caso perdiamo peso con facilità quando siamo innamorati, quando viviamo un periodo di vita coinvolgente, ric- co di interessi, quando facciamo cose che ci appassionano. Noi tutti abbiamo, per prima cosa, bisogno d’amore: introduciamo più calorie del necessario perché ciò di cui davvero abbiamo bisogno sono ca- lorie “affettive”. Ma non ne siamo consapevoli. Lo neghiamo, lo rifiu- tiamo, a favore di un’apparente si- curezza, non ce ne vogliamo rende- re conto. Molti momenti sono carat- terizzati da una sensazione di disa- gio profondo, difficile da definirsi, un sottile dolore interiore: il cibo diviene la modalità più immediata e auto- matica per tamponare questa an- goscia. In tal modo, tuttavia, inne- schiamo un circolo vizioso molto pericoloso: stiamo male, non ci piacciamo, soffriamo, ci anestetiz- ziamo mangiando; ci sentiamo in colpa perché peggioriamo la nostra immagine, abbiamo sempre meno stima di noi stessi, soffriamo ancora di più... e continuiamo ad anestetiz- zarci mangiando. La prima cosa da M angiamo troppo e male. Mangiamo per rabbia, per solitudine, per noia, per abitudine, per man- canza di affetto, per inerzia... senza un vero motivo. Mangiamo perché è l’unica maniera che c’è rimasta per trasgredire. Perché abbiamo perso la nostra “centratura”. Perché la no- stra vita è sempre uguale. Perché stiamo male con noi stessi. Soprattutto, mangiamo per col- mare un vuoto esistenziale, e il cibo è l’anestetico più immediato a portata di mano. La visione psi- cosomatica dell’uomo implica la ne- cessità di non separare mai il piano organico da quello psichico e di considerare sempre l’individuo co- me un’unità vivente. Da questo punto di vista, i problemi emotivo- affettivi e i disturbi organici hanno una forte interconnessione: un cor- po appesantito e ingrassato è il riflesso di una dimensione men- tale sofferente, che compensa con la quantità di cibo la qualità che si è fatta mancare a livello esistenziale. Per dimagrire, o tor- nare ad avere un rapporto naturale focus soprappeso e obesità piacere sostitutivo Il cibo di Corrado Ceschinelli [email protected] Il metabolismo ha un’implicazione fisiologica, ma anche un versante “emotivo” e bruciare i grassi è un’operazione sia organica che affettiva...

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con il mangiare, è necessario modi-ficare anche la nostra forma mentis:solo cambiando noi stessi, il nostromodo di pensare, di desiderare, diagire, di essere, potremo trasfor-marci realmente e togliere al ciboquel sovraccarico compensatorio.

LE CALORIE AFFETTIVEAbbiamo perso il rapporto naturalee istintivo con il cibo, perché lo ab-biamo perso con noi stessi: man-giamo persino anche quando nonabbiamo fame, ingurgitiamo di tuttoe il peggio, automaticamente, per-ché è ora, senza più seguire le sta-gioni, facendo scelte a casaccio.Non sappiamo neppure più che co-sa ci piace e cosa rifiutiamo e man-giamo in fretta e di corsa. Senza co-scienza, senza consapevolezza.Inoltre le nostre condizioni di vita at-tiva sono molto cambiate: siamosempre più sedentari sia fisicamen-te che emotivamente. Conduciamospesso un’esistenza piatta e senzastimoli. Il metabolismo ha un’im-plicazione fisiologica, ma ancheun versante “emotivo” e bruciarei grassi è un’operazione sia orga-

nica che affettiva... guarda casoperdiamo peso con facilità quandosiamo innamorati, quando viviamoun periodo di vita coinvolgente, ric-co di interessi, quando facciamocose che ci appassionano. Noi tuttiabbiamo, per prima cosa, bisognod’amore: introduciamo più caloriedel necessario perché ciò di cuidavvero abbiamo bisogno sono ca-lorie “affettive”. Ma non ne siamoconsapevoli. Lo neghiamo, lo rifiu-tiamo, a favore di un’apparente si-curezza, non ce ne vogliamo rende-re conto. Molti momenti sono carat-terizzati da una sensazione di disa-gio profondo, difficile da definirsi, unsottile dolore interiore: il cibo divienela modalità più immediata e auto-matica per tamponare questa an-goscia. In tal modo, tuttavia, inne-schiamo un circolo vizioso moltopericoloso: stiamo male, non cipiacciamo, soffriamo, ci anestetiz-ziamo mangiando; ci sentiamo incolpa perché peggioriamo la nostraimmagine, abbiamo sempre menostima di noi stessi, soffriamo ancoradi più... e continuiamo ad anestetiz-zarci mangiando. La prima cosa da

Mangiamo troppo e male.Mangiamo per rabbia,per solitudine, per noia,per abitudine, per man-

canza di affetto, per inerzia... senzaun vero motivo. Mangiamo perché èl’unica maniera che c’è rimasta pertrasgredire. Perché abbiamo persola nostra “centratura”. Perché la no-stra vita è sempre uguale. Perchéstiamo male con noi stessi.Soprattutto, mangiamo per col-mare un vuoto esistenziale, e ilcibo è l’anestetico più immediatoa portata di mano. La visione psi-cosomatica dell’uomo implica la ne-cessità di non separare mai il pianoorganico da quello psichico e diconsiderare sempre l’individuo co-me un’unità vivente. Da questopunto di vista, i problemi emotivo-affettivi e i disturbi organici hannouna forte interconnessione: un cor-po appesantito e ingrassato è ilriflesso di una dimensione men-tale sofferente, che compensacon la quantità di cibo la qualitàche si è fatta mancare a livelloesistenziale. Per dimagrire, o tor-nare ad avere un rapporto naturale

focus soprappeso e obesità

piacere sostitutivoIl cibo

di Corrado [email protected]

Il metabolismo haun’implicazionefisiologica, maanche un versante“emotivo” ebruciare i grassi èun’operazione siaorganica cheaffettiva...

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fare è cercare di interrompere laspirale di cui siamo prigionieri:qual è il vuoto insaziabile che ab-biamo bisogno di colmare? Qualeabbaglio abbiamo preso nella no-stra vita che ci fa sembrare di averetutto, ma ci fa sentire sempre più in-soddisfatti? Ci dobbiamo porrequesta domanda per scoprire e in-contrare i vissuti emotivi che inne-scano il nostro comportamento ali-mentare.

VULNERABILITÀ EMOTIVANella cultura “consumistica” checaratterizza la nostra epoca siamocontinuamente sollecitati in direzionisbagliate: questa realtà perversa etotalizzante, non solo riproduce sestessa, ma nutre e induce in conti-nuazione falsi bisogni, in un vortico-so mutare di valori, proponendo so-luzioni superficiali e illusorie. Esaltauna dimensione “orale” del piaceree ci allontana sempre più dalla pos-sibilità di vedere e comprendere leragioni profonde della nostra inquie-tudine e dei nostri disagi: una mo-dalità che ci sazia sul momento, mache alla lunga genera un angoscian-te vuoto esistenziale. Dal momentoche ogni forma di insicurezza o ma-lessere va alla ricerca di una com-pensazione (nel senso di un piaceresostitutivo), ecco che il cibo rap-presenta la soluzione più inno-cente e accessibile: più innocuodell’alcol, socialmente più accet-tato del fumo, certo non incrimi-nante come la droga, il cibo di-viene il sostituto d’elezione deibisogni insoddisfatti. Facciamofatica a salire sulla bilancia per pren-dere coscienza della realtà del no-stro peso, come facciamo fatica aprendere contatto con altre realtàche ci riguardano. Talvolta, l’insicu-rezza si accompagna a uno statodepressivo dovuto alla costante di-mensione di “vulnerabilità emotiva”in cui ci si sente immersi: ecco allorache ingrassare può rappresentareuna difesa, una protezione dalleaggressioni del mondo. Talvolta,l’eccessivo aumento di peso corpo-reo maschera il desiderio di compe-tere con una figura familiare vissutacome potente, dominante, realizza-

ta... Talvolta, la mancanza di unanormale ed equilibrata vita sessualeporta a ricorrere al cibo come sosti-tuto di piacere. Il tema della sostitu-zione bocca-vagina/stomaco-utero,traspare da questa dinamica ed evi-denzia come il corpo-simbolo ricer-chi, attraverso il piano analogico,gratificazioni. In questo caso, unasessualità negata e colpevoliz-zante si traduce in cibo che riem-pie... Talvolta, dietro un “instancabi-le ruminare” si nasconde un fortenervosismo e una grande dose diaggressività che viene sfogata“triturando” i cibi. La rabbia nontrova una via diretta di sfogo: nonpossono essere gli altri a essere at-taccati, anche quando sarebbe giu-sto farlo, è il cibo allora che viene“aggredito” e “vinto”, come se sitrattasse di un vero e proprio scon-tro bellico...

CAMBIARE, CONCONSAPEVOLEZZAÈ difficile dimagrire, mantenere il giu-sto peso o riconoscere l’importanzadi questo aspetto per la propria sa-lute e per il proprio benessere, senon si cambia prima di tutto se stes-si. Occorre ovviamente uscire dallalogica della “dieta” come siamo abi-tuati a intenderla, dall’idea che tuttosia circoscritto intorno - e solo - a undiscorso di calorie. Stare nel “giustopeso”, mangiare meno, in senso ca-lorico, rimane un fondamentale manon l’unico: grande importanza han-no le risposte ormonali - soprattuttol’asse insulina/glucagone - e l’attivitàendocrinologia simpatica/parasim-patica. Per stare in salute, inoltre,non dobbiamo “disturbare” o “avve-lenare” troppo i nostri delicati e sofi-sticati meccanismi di regolazione,così come dobbiamo “imparare” adifendere e potenziare le nostre dife-se immunitarie. Oggi è necessarioacquisire una conoscenza e unacompetenza per fare di ognuno dinoi una sorta di “Piccolo Nutrizio-ni-sta fai da te”. Per questo è necessa-ria un’Educazione Alimentare, unpercorso che ci deve allargare losguardo su quegli aspetti e quelleimplicazioni che sono, insieme aglierrori più specificatamente “dietolo-

gici”, le insidie più subdole.Imparare a mangiare è un’occa-sione straordinaria per imparareun po’ di più a “vivere”, per usciredal “buio” che ci ha allontanatooltre modo dalla nostra natura, edalla natura dei nostri bisogni.Così come è necessaria una cono-scenza in campo nutrizionale e unapprofondimento delle proprie pe-culiarità, è altrettanto necessario av-viare un percorso di trasformazioneche ci aiuti a liberarci da tutti queicondizionamenti che ci impedisco-no di essere semplicemente Noistessi. “Rimetterci in sintonia...Centrarci sui bisogni... Trovare nuovispazi espressivi...” significa riuscire arimanere in contatto con la parte piùautentica di noi stessi, avere pienaconsapevolezza di Sé; significa - inquesto senso - essere ben saldi nel-la propria autostima. Perché cambi ilnostro rapporto con il cibo è neces-sario che anche tutto il nostro mododi essere sia coinvolto, che diventipiù consapevole, più riflessivo, me-no dipendente da quegli automati-smi e modi di essere che abbiamoadottato nostro malgrado - per cul-tura, educazione ed esperienze - eche sono le ragioni che producono,come conseguenza, più sofferenzache felicità.

focus soprappeso e obesità

CORRADOCESCHINELLILaureato in Sociologiaall’Università degliStudi di Trento, ha unaformazione in Naturopatia aindirizzo Olistico conseguitapresso l’Istituto di MedicinaPsicosomatica. Qualificatocome “specialista delbenessere”, preparatoreatletico ed esperto incomportamenti alimentari, èda sempre impegnato per unapproccio sano, equilibrato,soprattutto educativo, allepratiche che contribuiscono amigliorare lo stato di salute edi benessere generale. Daanni svolge attività di docenza e scrive per le piùautorevoli riviste del settore.