IL CENTRO DI ASCOLTO CARITAS - parrocchiagerenzano.it · Le prime esperienze dei Centri di ascolto...

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8 NotiziariodellaParrocchiaSS.PietroePaolo-Gerenzano-Tel.02968.81.05 Il Centro di ascolto è il fulcro dell'attività della Caritas; è un luogo di incontro per le persone in situazione di povertà e di fragilità, dove si intessono relazioni. Con ruoli diversi chi ascolta e chi è ascoltato sono entrambi coinvolti nella ricerca di una soluzione per superare le difficoltà. Nelle singole comunità parrocchiali il Centro di ascolto ha anche la funzione di testimonianza della carità a vari livelli. Le prime esperienze dei Centri di ascolto in Italia si sono sviluppate tra gli anni Settanta e Ottanta sotto l'impulso del primo Convegno ecclesiale del 1977 su “Evangelizzazione e promozione umana”, in un contesto in cui le tensioni sociali, la crisi dei movimenti giovanili e il terrorismo degli anni di piombo incombevano sulla società italiana mettendo in atto profonde trasformazioni sociali, economiche e culturali. I primi Centri di ascolto hanno avuto origine sotto l'impulso delle Caritas diocesane: in Italia nel 1984 erano 37, negli anni Novanta 1600 e oggi, secondo gli ultimi dati forniti dalle diocesi, sono 3.520. Diversi fattori, quali l'immigrazione, la povertà, l'instabilità del mondo del lavoro, il cambiamento dei modelli sociali e familiari, gli stili di vita hanno modificato sensibilmente l'esperienza dei Centri di ascolto: sono aumentate le persone che vi si rivolgono e si è modificata la tipologia dei bisogni e delle richieste. Gli operatori e i volontari devono interrogarsi continuamente sul loro ruolo e sviluppare nuove competenze, declinandole secondo le realtà presenti sul territorio per poter individuare nuove soluzioni organizzative, mantenendo inalterata la fisionomia di fondo del Centro di ascolto in termini di finalità, obiettivi e metodologia. Ora, a molti anni dall'inizio di questa esperienza, le Caritas diocesane hanno avvertito la necessità di avviare una riflessione approfondita sull'evoluzione e sulle esigenze dei Centri di ascolto in Italia a fronte dei cambiamenti sempre più rapidi e profondi della nostra società. Spiegare cosa significa “ascoltare” in un Centro di ascolto è complesso. È un atto che implica il mettersi in gioco, il lasciarsi sorprendere, l'appassionarsi alla prossimità; è uno spazio dove fruitore e operatore mettono in campo le reciproche esperienze: di vita il primo, professionali e umane il secondo. Insieme possono costruire una relazione che li coinvolga e li aiuti a trovare una soluzione, una relazione che prima di tutto è una compagnia nel bisogno. In una società come la nostra dove si va sempre di fretta e tutto si brucia velocemente è difficile un ascolto di qualità: tutto deve essere detto velocemente, a volte poco importa capire quello che si ascolta, l'importante è rispondere. E ci si accorge a posteriori di aver pensato e detto cose che non avremmo detto se avessimo avuto più tempo a disposizione. La responsabilità dell'operatore è grande: deve accogliere l'altro con la sua verità, comprenderla, condividerla e confrontarla con la propria, mettendo in atto ogni competenza e ogni vissuto personale per il bene dell'altro, accettando il rischio di sbagliare e pronto a modificare il percorso verso l'altro qualora si dovesse rivelare inefficace. Questo è il lavoro nel nostro Centro di ascolto: un ascolto che insegna a riconoscere i volti delle persone, a farle sentire accolte e amate, anche quando i pregiudizi si fanno strada nella nostra mente e influenzano le nostre convinzioni, impedendoci di portare avanti un ascolto che dovrebbe “vedere… col cuore”. don Franco N.B.: Il nostro Centro di Ascolto, a partire da settembre, riaprirà i battenti al mercoledì ore 17.30-19 nella sede Caritas di P.zza XXV Aprile, 1. Telefono: 380-3762008 Mail: [email protected] Lo ripetiamo ancora: nuovi collaboratori sono sempre attesi e graditi! Domenica 19 Agosto 2018 - Campanellina n. 8 IL CENTRO DI ASCOLTO CARITAS I TEMPI CAMBIANO E CAMBIA L'ASCOLTO AVVISI IMPORTANTI: - Da lunedì 30 luglio e fino a sabato 1 settembre 2018 compresi gli orari delle Messe festive e feriali saranno i seguenti: SABATO: ore 8.30 e 18 (vigiliare) DOMENICA: ore 8.30 - ore 11 - ore 18 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ: ore 8.30 - Nel mese di agosto anche la celebrazione comunitaria dell'Ora della Misericordia del venerdì viene sospesa e lasciata alla devozione personale. - Da lunedì 13 agosto a venerdì 31 agosto compresi la SEGRETERIA PARROCCHIALE RESTERA' CHIUSA. Per questioni urgenti rivolgersi in sacrestia a don Claudio (02- 96480496) prima o dopo le Messe.

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Notiziario�della�Parrocchia�SS.�Pietro�e�Paolo�-�Gerenzano�-�Tel.�02968.81.05

Il Centro di ascolto è il fulcro dell'attività della Caritas; è un luogo di incontro per le persone in situazione di povertà e di fragilità, dove si intessono relazioni. Con ruoli diversi chi ascolta e chi è ascoltato sono entrambi coinvolti nella ricerca di una soluzione per superare le difficoltà. Nelle singole comunità parrocchiali il Centro di ascolto ha anche la funzione di testimonianza della carità a vari livelli. Le prime esperienze dei Centri di ascolto in Italia si sono sviluppate tra gli anni Settanta e Ottanta sotto l'impulso del primo Convegno ecclesiale del 1977 su “Evangelizzazione e promozione umana”, in un contesto in cui le tensioni sociali, la crisi dei movimenti giovanili e il terrorismo degli anni di piombo incombevano sulla società italiana mettendo in atto profonde trasformazioni sociali, economiche e culturali.

I primi Centri di ascolto hanno avuto origine sotto l'impulso delle Caritas diocesane: in Italia nel 1984 erano 37, negli anni Novanta 1600 e oggi, secondo gli ultimi dati forniti dalle diocesi, sono 3.520. Diversi fattori, quali l'immigrazione, la povertà, l'instabilità del mondo del lavoro, il cambiamento dei modelli sociali e familiari, gli stili di vita hanno modificato sensibilmente l'esperienza dei Centri di ascolto: sono aumentate le persone che vi si rivolgono e si è modificata la tipologia dei bisogni e delle richieste. Gli operatori e i volontari devono interrogarsi continuamente sul loro ruolo e sviluppare nuove competenze, declinandole secondo le realtà presenti sul territorio per poter individuare nuove soluzioni organizzative, mantenendo inalterata la fisionomia di fondo del Centro di ascolto in termini di finalità, obiettivi e metodologia.

Ora, a molti anni dall'inizio di questa esperienza, le Caritas diocesane hanno avvertito la necessità di avviare una riflessione approfondita sull'evoluzione e sulle esigenze dei Centri di ascolto in Italia a fronte dei cambiamenti sempre più rapidi e profondi della nostra società.Spiegare cosa significa “ascoltare” in un Centro di ascolto è complesso. È un atto che implica il mettersi in gioco, il lasciarsi sorprendere, l'appassionarsi alla prossimità; è uno spazio dove fruitore e operatore mettono in campo le reciproche esperienze:

di vita il primo, professionali e umane il secondo. Insieme possono costruire una relazione che li coinvolga e li aiuti a trovare una soluzione, una relazione che prima di tutto è una compagnia nel bisogno.In una società come la nostra dove si va sempre di fretta e tutto si brucia velocemente è difficile un ascolto di qualità: tutto deve essere detto velocemente, a volte poco importa capire quello che si ascolta, l'importante è rispondere. E ci si accorge a posteriori di aver pensato e detto cose che non avremmo detto se avessimo avuto più tempo a disposizione. La responsabilità dell'operatore è grande: deve accogliere l'altro con la sua verità, comprenderla, condividerla e confrontarla con la propria, mettendo in atto ogni competenza e ogni vissuto personale per il bene dell'altro, accettando il rischio di sbagliare e pronto a modificare il percorso verso l'altro qualora si dovesse rivelare inefficace. Questo è il lavoro nel nostro Centro di ascolto: un ascolto che insegna a riconoscere i volti delle persone, a farle sentire accolte e amate, anche quando i pregiudizi si fanno strada nella nostra mente e influenzano le nostre convinzioni, impedendoci di portare avanti un ascolto che dovrebbe “vedere… col cuore”.

don Franco

N.B.: Il nostro Centro di Ascolto, a partire da settembre, riaprirà i battenti al mercoledì ore 17.30-19 nella sede Caritas di P.zza XXV Aprile, 1.Telefono: 380-3762008 Mail: [email protected] ripetiamo ancora: nuovi collaboratori sono sempre attesi e graditi!

Domenica 19 Agosto 2018 - Campanellina n. 8

IL CENTRO DI ASCOLTO CARITASI TEMPI CAMBIANO E CAMBIA L'ASCOLTO

AVVISI IMPORTANTI: - Da lunedì 30 luglio e fino a sabato 1 settembre 2018 compresi gli orari delle Messe festive e feriali saranno i seguenti:

SABATO: ore 8.30 e 18 (vigiliare) DOMENICA: ore 8.30 - ore 11 - ore 18 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ: ore 8.30

- Nel mese di agosto anche la celebrazione comunitaria dell'Ora della Misericordia del venerdì viene sospesa e lasciata alla devozione personale.- Da lunedì 13 agosto a venerdì 31 agosto compresi la SEGRETERIA PARROCCHIALE RESTERA' CHIUSA. Per questioni urgenti rivolgersi in sacrestia a don Claudio (02-96480496) prima o dopo le Messe.

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13° DOPO PENTECOSTE B(2Cr 36,17-23; Rom 10,16-20; Lc 7,1b-10)

ore 8.30: S. Messa ore 11.00: S. Messa ( def.ta PAGANI SONIA; def.ta CROCI

OLGA)ore 18.00: S. Messa

S. Bernardo (Ne 9,1-15.36-10,1; Lc 13,10-17)ore 8.30: S. Messa

S. Pio X (Ne 10,29-11,2; Lc 13,18-21)ore 8.30: S. Messa ( def.ti COLOMBO LUIGI, ANGARONI

GIUDITTA e COLOMBO PIERINO)

B.V.M. REGINA (Sir 24,3-6.22; Rom 8,3b-11; Lc 1,26-33)ore 8.30: S. Messa ( def.ti COLOMBO PIERA e don LINO;

def.ti GHIRIMOLDI JACOPO e PINI ROSA e SANDRA)

Messa della XX settimana per annum (Ne 13,15-22; Lc 14,1-6)ore 8.30: S. Messa( def.ti PONZELLINI MARIO, RITA,

ENRICO e MARIUCCIA)

S. BARTOLOMEO (Apoc 21,9b-14; Ef 1,3-14; Gv 1,45-51)

ore 8.30: S. Messa

Messa in onore della B.V. Maria (Deut 8,1-6; Ef 5,1-4; Mt 12,28-34)

ore 8.30: S. Messa ore 18.00: S. Messa( def.ti RADICE ROSA, BORGHI LUIGI e

GIOVANNI e BORGHI BATTISTA e CARNELLI CAROLINA)

CHE PRECEDE IL MARTIRIO DEL PRECURSORE B(2Mac 7,1-2.20-41; 2Cor 4,7-14; Mt 10,28-42)

ore 8.30: S. Messa ore 11.00: S. Messa ( def.ti BALSAMELLO GAETANO e Suor

PIERA DOMENICA)ore 18.00: S. Messa

Domenica 19 agosto

LUNEDI 20 agosto

MARTEDI 21 agosto

MERCOLEDI 22 agosto

giovedi 23 agosto

VENERDI 24 agosto

sabato 25 agosto

domenica 26 agosto

Programma della SettimanaProgramma della SettimanaProgramma della SettimanaProgramma della Settimana

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Consigli per l’estateIL LIBRO

IL FILM

G. Lupo, Gli anni del nostro incanto, Marsilio, 2017, pp. 156Una domenica di aprile, una Vespa, a Milano, negli anni Sessanta: un padre operaio, una madre parrucchiera, un figlio di sei anni e una bimba che non ne ha ancora compiuto uno. Vengono dalla periferia, sembrano presi dall'euforia del benessere che ha trasformato la loro cronaca quotidiana in una vita sbarluscenta. Qualcuno scatta una foto a loro insaputa. Vent'anni dopo, nei giorni in cui la Nazionale di calcio italiana vince i Mondiali di Spagna, una ragazza si trova al capezzale della madre che improvvisamente ha perso la memoria. Il suo compito è di ricordare e narrare il passato, facendosi aiutare da quella foto. Prende così avvio il racconto di una famiglia nell'Italia spensierata del miracolo economico, una nazione che si lascia cullare dalle canzoni di Sanremo, sogna viaggi in autostrada, si entusiasma con i lanci nello spazio dei satelliti americani e sovietici, e crede nel futuro, almeno fino a quando non soffia il vento della contestazione giovanile e all'orizzonte si addensano le prime ombre del terrorismo. Dopo la strage di piazza Fontana finisce un'epoca favolosa e ne comincia un'altra. La città simbolo dello sviluppo industriale si spegne nel buio dell'austerity, si sporca di sangue e di violenza, mostra il male che si annida e lascia un segno sul destino di tutti.Con un romanzo dalla scrittura poetica e struggente, forte nei sentimenti ed evocativo nello stile, Giuseppe Lupo ci racconta il periodo più esaltante e contraddittorio del secolo scorso – gli anni del boom e quelli di piombo – entrando nei sogni, nelle illusioni, nelle inquietudini, nei conflitti di due generazioni a confronto: quella dei padri venuti dalla povertà e quella dei figli nutriti con i biscotti Plasmon.

M. Bonetti, La settima onda, 2015Tanino, un giovane pescatore di un paese del Sud, appassionato e sognatore, provato da sfortunate vicende familiari e personali, un giorno incontra Saverio, famoso regista con cui, a poco a poco, scopre di avere in comune l'amore per il cinema. La moglie di Tanino, Sara, educatrice in un centro per l'infanzia, soffre la presenza incombente della madre, a sua volta assai critica nei confronti di Tanino, mai ritenuto all'altezza della sua unica figlia. La coppia coabita forzatamente con la madre di lei, sotto lo stesso tetto…

È uscito in sala a tre anni di distanza dalla sua realizzazione, La settima onda, ma il tempo d'attesa tra la fine delle riprese e l'approdo sugli schermi non ha giovato al film di Massimo Bonetti, pieno di buone intenzioni ma alquanto esile, non tanto dal punto di vista attoriale quanto sul versante della sceneggiatura. L'opera prima del popolare volto televisivo, anche apprezzato interprete dei fratelli Taviani e di Avati, si appoggia infatti su una cornice paesaggistica di indubbia suggestione e sulla recitazione non certo svogliata di Francesco Montanari, Valeria Solarino e Alessandro Haber, ma propone una vicenda di emarginazione sociale di stampo neorealista che si incrocia con troppa disinvoltura con una cinefilia colta (che scomoda nientemeno che Il settimo sigillo di Bergman) e una dimensione favolistica stridente con il contesto di fondo.Per ammissione dello stesso Bonetti, La settima onda nasce dall'incontro fortuito del regista con un pescatore cinefilo di Gaeta. Ma il problema del film non è la sua genesi, per quanto inconsueta, è la costruzione dei profili caratteriali ed esistenziali dei personaggi a reclamare una maggiore attenzione in sede preventiva. Sono le loro relazioni (e molti dei dialoghi che si scambiano i protagonisti) a non generare empatia, rimanendo a galleggiare in superficie anziché scendere in profondità, impedendo così allo spettatore quella discesa nella miseria (materiale e morale) che lo script sembrerebbe indicare, per poi risalire la china della ritrovata fiducia in se stessi.