Il catalogo dei genitori - seconda puntata

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20 leggendo Cronache dalla barchetta Il catalogo dei genitori - Seconda puntata Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu leggendo Procedendo nella ricerca di albi illustrati, storie e rac- conti sulla genitorialità, mi sono imbattuta in un piccolo libro della casa edi- trice Sinnos. In Qui con me si racconta di come, con la propria mamma, il bambi- no non ha paura, di come la mamma le sta accanto, di come ci sia un legame stretto che però lascia libe- ri. E’ un legame uguale fra tutte le madri e tutti i figli del mondo, siano essi ra- gni, camaleonti, balene o esseri umani. Sfogliando queste delica- te pagine all’interno di un gruppo di genitori alla ri- cerca di libri su mamme e papà, ci sembrava di aver trovato il libro giusto. Ma ecco nel retrocopertina in agguato la parola critica, la frase problematica, il concetto inaspettato: Ogni cuore di mamma batte per il proprio piccolo, il quale, ancora cucciolo o già cresciuto, sarà unito a lei per l’eternità. E’ un legame sanguigno, tenero, sincero, diretto. E’ un legame indissolubile e forte, un istinto innato e primordiale. Nel gruppo ci siamo guar- dati perplessi e abbiamo con forza affermato che non è proprio e sempre così. Cosa può provare un bam- bino abbandonato senten- do parlare di legame san- guigno indissolubile? Abbiamo allora cercato an- cora fra gli scaffali della biblioteca e ci siamo im- battuti in un grande libro a fisarmonica lungo 4 me- tri. L’insolito formato e le colorate illustrazioni han- no fatto riscuotere a que- sto libro un grande succes- so. Ma quello che più ci è piaciuto sono i testi di Sa- bina Colloredo: si tratta di un dolce dialogo tra piccolo e mamma Tucano. Final- mente non ci si sofferma 17

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Di Marina Zulian Adozione e dintorni - GSD Informa agosto-settembre 2012

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Cronache dalla barchettaIl catalogo dei genitori - Seconda puntata

Marina Zulianresponsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

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Procedendo nella ricerca di albi illustrati, storie e rac-conti sulla genitorialità, mi sono imbattuta in un piccolo libro della casa edi-trice Sinnos. In Qui con me si racconta di come, con la propria mamma, il bambi-no non ha paura, di come la mamma le sta accanto, di come ci sia un legame stretto che però lascia libe-ri. E’ un legame uguale fra tutte le madri e tutti i figli del mondo, siano essi ra-gni, camaleonti, balene o esseri umani.Sfogliando queste delica-te pagine all’interno di un

gruppo di genitori alla ri-cerca di libri su mamme e papà, ci sembrava di aver trovato il libro giusto. Ma ecco nel retrocopertina in agguato la parola critica, la frase problematica, il concetto inaspettato:Ogni cuore di mamma batte per il proprio piccolo, il quale, ancora cucciolo o già cresciuto, sarà unito a lei per l’eternità. E’ un legame sanguigno, tenero, sincero, diretto. E’ un legame indissolubile e forte, un istinto innato e primordiale. Nel gruppo ci siamo guar-dati perplessi e abbiamo con forza affermato che non è proprio e sempre così. Cosa può provare un bam-bino abbandonato senten-do parlare di legame san-guigno indissolubile?

Abbiamo allora cercato an-cora fra gli scaffali della biblioteca e ci siamo im-battuti in un grande libro a fisarmonica lungo 4 me-tri. L’insolito formato e le colorate illustrazioni han-no fatto riscuotere a que-sto libro un grande succes-so. Ma quello che più ci è piaciuto sono i testi di Sa-bina Colloredo: si tratta di un dolce dialogo tra piccolo e mamma Tucano. Final-mente non ci si sofferma

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su come e quando si sono incontrati il cucciolo e la mamma, ma si racconta semplicemente di quando il curioso tucano fa molte domande alla sua mamma attraverso il gioco del se fossi. E ci è molto piaciuto come la mamma risponda a tono sottolineando sem-pre come da quel momento lei sarebbe stata qualcuno o qualcosa in relazione proprio al suo caro cuccio-lo.

E se fossi una nuvola, tu cosa saresti? Sarei il vento, rispose la mamma, per poterti spettinare.E se fossi un serpente? Sarei il ramo con cui puoi giocare.E se fossi una cascata? Sarei la pietra che ti fa cantare.…E se fossi un albero? Sarei la pioggia che grande ti fa diventare.E se fossi una banana? Sarei il sole che ti fa maturare.

Della stessa serie un rac-conto sulla figura del papà in sedici pagine cartonate e plastificate con brevi fra-si di due o tre righe ciascu-na. Il libro a fisarmonica di grande formato (25x38), ha illustrazioni a tutta pagina e a libro aperto si può formare una specie di

scenario continuo di due metri. Papà Famondo è la storia di un omone spa-valdo con due grandi mani che sapevano creare tut-te le cose del mondo; egli voleva persino creare un bambino! Ma un bambi-no non cresce sugli alberi come le arance e neppure si può costruire con lamie-re e bulloni; un bambino nasce dall’amore. Un gior-no l’omone felice disse a se stesso: È ora che io faccia un bambino!

Poiché era un bravo fale-gname, prese sega e mar-tello e fece un bel pupazzo di legno. Lo guardò, aspet-tò, lo riguardò, e disse:Questo non è un bambi-no. Allora, poiché era anche un bravo contadino, arò, seminò, annaffiò, aspettò, potò, e crebbe un bell’al-berello di mandarino. Lo guardò, lo annusò, si com-piacque del profumo ma poi disse:

È un po’ meglio perché è un essere vivo, ma non è un bambino.Siccome era anche un bra-vo meccanico, prese lamie-re e bulloni, bielle e pistoni e pezzi di macchine varie e fece un piccolo robot. Que-sto era meglio del manda-rino perché camminava, ma non sapeva dove anda-re. Insomma: non era un bambino.Allora l’uomo, essendo un bravo pittore, fece un ri-tratto, ma non era un bam-bino. Essendo un bravo musicista fece un concerto, ma non era un bambino. Essendo un bravo poeta fece un poema, ma non era un bambino.

A quel punto si sedette sco-raggiato, si guardò le mani e disse: Eppure io sapevo fare tutto! Venne la mo-glie e vedendolo triste lo consolò, lo baciò, lo abbrac-ciò, e fecero un bambino. Allora Papà Famondo si alzò felice e baldanzoso, prese sega e martello e fece

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Anche in Una mamma al-bero, la mamma è rappre-sentata come un punto di ri-ferimento in ogni occasione.

Questa è la storia bellis-sima della mia mamma albero. La mia mamma è come un albero bello e pla-cido. Quando mi siedo ac-canto a lei sento un venti-cello leggero e tutt’intorno a noi vedo un grande prato verde. Ogni mamma è un albero, forte e robusto capace di of-frire con i suoi rami un po-sto in cui riposare, un luo-go per rifugiarsi ed essere protetti: salice, quando ti abbraccia, quercia quando si è tristi, ogni mamma sa essere un albero diverso, a

seconda dell’occasione! Con la sua folta chioma la mamma protegge.

Quando c’è il temporale (cioè se piove davvero o se ci arrabbiamo) mi metto al riparo sotto la sua chioma: li sotto cadono solo delle goccioline rade e io ascolto quella voce per fare la pace ... Quando cerco una tana,

tanti giocattoli di legno che mostravano il mondo in piccolo per far giocare e ri-dere il suo bambino.Nel gruppo di genitori ci siamo chiesti cosa fare con tutti quei libri dedicati ai neonati e alle loro mam-me, che parlano dell’indis-solubile legame che unisce una madre al proprio figlio, quando ci si trova davanti ad un bambino che è stato abbandonato proprio dalla mamma e dal papà. Prima di tutto, ci siamo detti che avremmo potuto cercare gli albi illustrati che parla-no di amore incondizionato e quindi adatti a tutte le situazioni della vita. E na-turalmente riguardanti sia la figura della mamma che quella del papà.

Per esempio, nel libro Il papà che aveva dieci bambini si racconta, come dice il titolo, di un papà che aveva molti bambini. Il racconto è un po’ di parte, ma è una dedica ai papà che si prendono cura con amore e dedizione ai propri figli. Così come per la de-scrizione della figura ma-terna è importante anche evidenziare come quella paterna stia assumendo in alcuni casi un ruolo diver-so. Questo papà ogni mat-tina prepara la colazione e fin dal mattino è disponibi-le ad ascoltare le mille do-

mande e richieste dei bam-bini.Papà mi leggi una storia? Papà mi scappa la pipì! Papà posso andare a gio-care? Papà la mamma non mi fa vedere i cartoni! Papà corriamo? Papà mi porti con te a fare la spe-sa? Papà, lasciami in pace! Papà puoi venire per favo-re? Papà posso mettermi la gonna rosa? Mi fa male, papà! Papà mi scappa la pipì! Papà cosa c’è da man-giare? Giochiamo papà? Papà vieni tu a prendermi a scuola? Papà andiamo a dormire?Il papà presentato in que-sto bel libro legge, gioca e soprattutto si vede che non vuole solo crescere i propri bambini ma vuole soprat-tutto crescere con loro.

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la mia mamma albero sca-va un buco nel suo tempo e io mi posso fare un nascon-diglio dentro quella terra.Con le sue radici lunghe e forti aiuta a crescere.Sicuramente le brevi strofe poetiche e le illustrazioni semplici ma evocative sono riuscite a trasmetterci il senso dell’amore incondi-zionato e della protezione di una mamma; ma anche in questo caso la poesia viene meno pensando alla fatica e alla difficoltà che ogni mamma incontra nel-la gestione del quotidiano.

Ci siamo allora avventura-te in un altro piccolo libro con tanti disegni e poco te-sto. Molto meno poetico dei precedenti, decisamente meno impegnativo, ma si-curamente più realistico. Simpatico e divertente mette in luce in modo non banale come una mamma debba essere in grado di svolgere molte funzioni e possa essere usata in molti modi. 31 usi per una mamma

potrebbe sembrare un libro ideale per i bambini, inve-ce è anche per gli adulti e dimostra tutte le vesti che cambia una mamma du-rante la propria giornata.Mi sono riconosciuta in tutte le illustrazioni come mamma tuttofare:Orologio, quando al matti-no scandisco i minuti per prepararsi ad andare a scuolaScuola Guida, quando in-segno ad andare in bici-clettaMedico, quando metto il cerotto sul ginocchioSedia a sdraio, quando mio figlio si distende ad-dosso a meVoltapagina, Metro, Avver-saria, Enciclopedia, Apri-bottiglie … Amica

Anche nel racconto Il di-stributore di mamme, di Emanuela Nava si parla di molte mamme. Forse è un po’ inquietante il grande distributore di vetro e me-

tallo che custodisce tutte le mamme che un bambino può desiderare: Mamme cuoche. Mam-me musiciste. Mamme da compleanno. Mamme da buona notte. Mamme fate. Mamme streghe. Mam-me maestre. Mamme bel-le da acquistare solo per sé.Mamme brutte da ac-quistare per fratelli e so-relle. Mamme web. Mam-me per tutte le occasioni.

La stessa autrice, ha scrit-to anche uno dei libri che ci è piaciuto di più: Mam-ma Nastrino Papà Luna. Finalmente si parla di mamme che lavorano mentre i figli crescono. Mamme che si appassiona-no a ciò che fanno durante la giornata mentre i bam-bini non sono con loro. Mamme che sono comun-que legate ai loro bambini e li aiutano a superare l’ir-refrenabile desiderio dei

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bambini di essere vicini a loro.Questo libro in realtà contiene due storie diver-se ma entrambe pensate per parlare ai bambini in modo semplice e chiaro del rapporto fra genitori e fi-gli. Una storia è intitolata Mamma Nastrino e l’altra Papà Luna; per leggere la seconda storia è necessa-rio capovolgere il libro. In particolare le due tenere storie narrano dello spe-ciale legame che c’è tra

una mamma e il suo bam-bino e tra il papà e la sua bambina. Il legame rimane molto forte anche quando i protagonisti sono lontani fisicamente. Questo forte e indissolubile legame è rap-presentato da un invisibile ed elastico nastro che par-te dal cuore della mam-ma e arriva a quello della bambina in ogni occasione. Inutile aggiungere che an-che noi adulti siamo figli e che spesso abbiamo geni-tori lontani da noi ma che,

in qualche modo, sentiamo sempre vicini. La storia di Emanuela Nava e le im-magini di Desideria Guic-ciardini sono incredibil-mente esaustive. Quando mio figlio era più piccolo e tutte le mattine lo accompagnavo alla scuola d’infanzia, ripensavamo spesso al disegno di quel lunghissimo nastrino che lega mamma e bambino quando la prima è al lavo-ro e il secondo a scuola e ciò tranquillizzava entrambi.

Tutte le mamme del mondo. Tutte. Hanno i nastrini.Tutte le mamme, anche quelle che vivono in cielo, che fanno le pilote d’aereo o le astronaute.Le mamme viaggiatrici che scalano le montagne o si avventurano da sole tra i ghiacci polari.…Le mamme brutte col naso da strega. Le mamme belle, bianche, nere, rosse, gialle, verdi e blu.Le mamme a strisce e a punti. Tutte le mamme del mondo hanno i nastrini.Tanti nastrini lunghi e colorati che legano i loro cuori a quelli dei loro bambini.Nastrini invisibili, di stoffa molto elastica, che possono allungarsi, allungarsi, allungarsi ...accorciarsi, accorciarsi, accorciarsi ...Se la mamma vola a New York e il bambino viaggia nel deserto di Timbuctu.Se la mamma corre in cucina e il

bambino si rifugia sotto le coperteSe la mamma lavora, lavora, lavora e al bambino vengono i puntini delle coccinelle,il raffreddore degli elefanti, la tosse degli asini.Se la mamma resta a casa e il bambino va a scuola, il primo giorno, otto ore che sembrano otto anniIl tamburo del cuore batte: tu tum tu tum pronto pronto.L’altro tamburo risponde: tu tum tu tum eccomi, un po’ di pazienza!Mamma e bambino si parlano. Da cuore a cuore.In una lingua misteriosa che solo loro capiscono.- Mamma, mi vuoi bene?- Si, come da qui a Marte- Io di più. Come da qui al negozio di pizze.I nastrini sono infrangibiliNiente può tagliarli ... dividerli ... o annodarli.I nastrini legano mamma a bambino con il loro alfabeto segreto.

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Nella seconda storia è la luna a fare da tramite tra i bambini e il papà, anche quando questi è lontano o non c’è. I papà affidano alla luna i loro racconti per far giungere la loro voce ai bambini, finché dura la se-parazione, che non è mai per sempre. Il dialogo d’a-more anche se a distanza non è meno intenso.I papà possono andare in Africa a dorso di cammello o in America a ballare con gli indiani; non importa quanto siano lontani, per-ché il loro cuore è sempre in un posto: a casa, dai loro bambini!L’autrice suggerisce che non c’è distanza che non possa essere colmata tra chi si vuole bene e che, pri-ma o poi tale distanza si annulla e si scioglie in un abbraccio, in una festa, in un nuovo incontro. Il linguaggio è semplice, ma incisivo e spiritoso e si integra in modo naturale e poetico con le illustrazioni. Gli spunti di discussione quando si legge questo li-

bro sono davvero tanti, ma in generale questa sto-ria rappresenta un inno all’autonomia. All’autono-mia delle mamme, che non si esauriscono in un ruolo a senso unico bensì lavo-rano, viaggiano, cucinano (tutto ciò nelle forme più svariate e originali) senza però perdere mai di vista il legame con i loro bam-bini. I nastrini della mam-me sono strumenti della relazione funzionali alla libertà di entrambi e quin-di anche all’autonomia di bambine e bambini. E a loro volta i papà trovano il modo di tenere vivo, e sem-pre presente, il legame con i figli, che li cercano quan-do sono lontani. I papà per interposta per-sona, grazie alla mediazio-ne della luna, narrano le loro storie ai bambini. Si crea così una vicinanza che anche se non è fisica ma fatta di emozioni, di attese e di vissuti, rafforza i legami famigliari in modo fortissimo.… continua

Bibliografia

Qui con me. C. Dattola, Sinnos Editrice, 2006

Solo per amore. S. Colloredo, Carthusia, 2009

Una mamma albero. L. Panzieri, lapis Edizioni, 2007

31 usi per una mamma. H. Ziefert, Salani Editore, 2004

Il papà che aveva dieci bambini. B. Guettier, Ape Junior, 2000

Mamma nastrino Papà luna. E. Nava, D. Guicciardini, Piemme, 2001http://www.emanuelanava.it/mammanastrino.html